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È una sequenza di altezze che si succedono nel tempo secondo specifici rapporti attrattivi che mutano in
base alle tipologie intervallari di volta in volta utilizzate.
Distinzione di due tipologie di intervalli, quelli che danno senso di moto (V ascendente; II ascendente; III
ascendente; semitono discendente) e quelli che danno un senso di stasi (V discendente; II discendente; III
discendente; semitono ascendente), gli altri intervalli vengono considerati derivati.
Nel canto gregoriano la funzione principale era capire le parole, quindi la melodia ha pochi spostamenti e
viene utilizzato un canto sillabico, l’unica eccezione a questo sono i melismi.
Con l’Ars nova e i maestri francofiamminghi la parola perde importanza e si inzia ad usare la polifonia, le
voci si compensano e si perde la necessità di rendere riconoscibile la parola.
In Germania, con il protestantesimo, la musica in sè diventa forma di preghiera al di fuori della parola.
Negli altri paesi latini, invece, la chiesa attraverso la musica sacra spinge per la chiarezza e l’importanza
della parola.
La musica profana va nella direzione opposta alla parola, testi anche nonsense.
Nel periodo barocco nase la nuova musica, che consiste nella monodia accompagnata, qui la parola
riassume importaza sopra alla musica, c’è la necessità di comprendere le parole perché si raccontano
storie, nasce il recitar cantando e la drammaturgia musicale che diventerà l’opera musicale (prima opera in
musica, “Euridice” di Peri e Caccini).
Monteverdi, nel 1605, descrive la prima pratica e la seconda pratica nella prefazione al quinto libro dei
madrigali.
Nella prima pratica la musica era padrona della parola, mentre nella seconda pratica la poesia diventa
padrona della musica, qui la musica ha il compito di muovere gli affetti.
Ascolto di “Rappresentazione di anima et di corpo” di Emilio de’ Cavalieri, qui la parola è padrona, monodia
accompagnata con basso continuo, economia nei salti, bilenearità e declamazione sillabica, la melodia
ripete spesso lo stesso suono e vengono utilizzati dei madrigalismi.
Lo stesso modo di trattare la melodia viene riportato anche nelle forme strumentali (ascolto del secondo
movimento della settima sinfonia di Beethoven).