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TEORIE MUSICALI

TEORIA (dal greco theoros, osservatore)


Lo spettatore osserva. Qui si colloca una domanda geografica e cronologica: Dove si colloca
l’osservatore? Dove si colloca nella linea del tempo?
Noi deformiamo un testo perché lo vediamo con i nostri occhi.
Ogni volta che leggiamo uno scritto dobbiamo iniziare a porci delle domande.

Nel latino teoria si intende come SPECULAZIONE (dal latino speculum, specchio).
A noi ci interessa l’aspetto auditivo ma vediamo che anche l’aspetto visivo interagisce. Molte volte
camminano parallelamente mentre altre intrensicamente.
Quando leggiamo un testo di speculazione dobbiamo chiederci che cosa si riflette in questo specchio?
Vogliamo che gli autori del passato ci parlino della musica del passato, degli strumenti, ecc..
Noi facciamo dei tentativi per ricostruire la musica del passato. Non è detto che i testi antichi musicali
siano ricchi di informazioni musicali nella musica stessa. Molte volte rispecchiano e descrivono gli
autori.
Noi capiamo molto meglio come Sant’Agostino concepiva l’ars musica, la misura dei versi poetici e
molte poche hanno a che fare con la musica che entra nelle orecchie.
Abbiamo più informazioni sulla mentalità, cultura, sguardo e orientamento di chi ha parlato della
musica.

È possibile scrivere una teoria della storia della musica occidentale? Si ma il problema è descrivere uno
strumento che ha cambiato pelle ecc nel corso del tempo. Come si fa a descrivere qualcosa che cambia
nel tempo?. L’oggetto di studio della teoria è cambiato. La stessa denominazione ha designato disegnato
discipline multiformi.
Si può parlare di teorie musicali ma ci deve essere elasticità perché il focus del musicologo cambia.

Nel Medioevo abbiamo il MUSICUS: studente di musicologia universitario che studiava l’ars musica
come disciplina teorica. Per Boezio i musicisti veri sono talmente vivi da prendere il loro nome dagli
strumenti che suonano. Per Boezio è indice di scarsa nobiltà prendere il nome dallo strumento.
Guido d’Arezza recita che tra i musici e i cantori c’è tanta distanza. Il musico sta nel piedistallo mentre
il cantore è poco più di un animale. Alcuni fanno (musici) e gli altri sanno la musica (cantori). Coloro
che esercitano la professione del musicista senza sapere la teoria, sono delle bestie.
Se mi rivolgo per iscritto a una bestia, egli cerca di spronare le bestie ad emanciparsi. Abbiamo una
rivoluzione copernichiana. I cantori devono uscire dallo status di analfabeti musicali; non devono
dipendere da un maestro di coro.
Abbiamo una fase di passaggio in cui queste figure vengono poste in relazione.

Nel Rinascimento vi è un problematico rapporto tra teoria e prassi. Sono entrate in reciproco rapporto
ma in maniera molto diversa nel corso della storia. Nel Rinascimento c’è una frizione, un rapporto
critico. Da un lato abbiamo i teorici e d’altro canto gli artisti hanno iniziato a porre domande ai teorici;
un esempio è l’accordatura. Gli strumentisti cordofili sanno che prima di suonare devono accordare il
proprio strumento.
Ci sono stati momenti in cui si è passato all’apposto: atonalità.
Ambivalenza e mancanza di sincronia tra il piano della teorie (come si codifica) e prassi musicale (come
si fa la musica).
Ci sono momenti in cui si direbbe che prassi e teoria procedessero in piani indipendenti. Mentre alle
volte coincidevano.
Esempi di teorici insigni che pongono la loro attenzione come teorici puri: Severino Boezio. Ai
filosofi è noto come autore di numerose opere che non hanno nulla a che fare con la nostra materia.
Il musicologo quando menziona Boezio è perché guarda un suo trattato: la teoria armonica (De
institutione musica). Riguardava i problemi armonici: classificazione di intervalli e delle scale.
Nel suo proemio egli articola l’universo musicale in tre sfere:
- Musica mundana: armonia delle sfere. Concetto cosmologico che non ha a che fare con la
musica che entra nell’orecchio;
- Musica umana: interazione e gioco dinamico fra tre componenti. Componente psichica
(equilibrato), somatica (fisica) e la combinazione fra le due (psico-somatica);
- Musica instrumentalis: gli strumenti sono classificati per Boezio secondo il corpo elastico posto
in vibrazione (colonna d’aria). Parla di aerofoni, cordofoni. L’artista si qualifica seconda dello
strumento che suona (livello di subordinazione dello strumento).

GUIDO DETTO D’AREZZO


È il teorico più citato dopo Boezio. Ha un modo di teorizzare che non è avulso dal contesto musicale
concreto ma si nutre di quest’ultimo. Egli era insegnante di canto in un contesto ecclesiastico in cui il
canto era espressione di preghiera. Maestro di grandissima portata e di grande successo. Non solo un
grande maetro di canto ma era anche maestro di coro. Insegna canti liturgici ai suoi coristi quindi aveva
un’attività quotidiana di preparatore vocale, solfeggio e coro.
Queste azioni didattiche hanno lasciato una traccia visibile all’interno dei suoi scritti.
È un paradigma di come prassi e teoria possano andare a bracciatto e risultare una utile all’altra.

GIOSEFFO ZARLINO
Era maestro di cappella ed era compositore e teorico.
Rivoluzione scientifica: la consonanza esce dall’ambito strettamente matematico ed entra nell’ambito
psico-fisiologico.
Intervalli fondamentali:
Diapason: l’ottava
Diapente: la quinta
Diatesselon: la quarta
Io ho la frazione un mezzo che indica il rapporto della lunghezza della corda che produce il suono più
rande dell’ottava e il suono più acuto dell’ottava.
Ogni intervallo è ridotto a una frazione:
- Ottava, diapason, un mezzo;
- Quinta, diapente, tre mezzi;
- Quarta, diatesselon, quattro terzi.
Procedendo per quinte pure non si riesce a creare delle scale pure.
La tradizione pitagorica ha lasciato una impronta molto significativa nella cultura occidentale. Tutti i
teorici si limitavano a calcolare come se fossero dei matematici, collegando fra loro le frazioni.

All’epoca della rivoluzione scientifica abbiamo degli esperimenti spico-fisiologici.


Si cerca di valutare l’impatto dei diversi intervalli. Si passa attraverso il soggetto percepiente.

Nell’Ottocento si manifesta la frantumazione del sapere: si creano una miriade di discipline.


Se all’epoca di Severino Boezio si studiava l’ars musica, oggi abbiamo due sfere: storia della musica e
teoria della musica che si suddividono in altri sottogruppi.
È nell’Ottocento che le discipline si articolano in discipline e sottodiscipline. Si suddivide in ambiti
diversi ma complementari.

Nel Novecento abbiamo una diffusione delle teorie musicali. Abbiamo diversi orientamenti:
- Speculativo
- Pratico
- Analitico

Dal secolo scorso abbiamo questa fioritura di questi interessi.


Nascono riviste e società specializzate: Journal of Music Theory o Society for Music Theory.
Civiltà musicale nell'antica Grecia.
I musicografo si riferiscono ad un orizzonte musicale è andato perduto, che non conosciamo più, nel
passato alcuni musici parlano di note che a noi non sono più note.

Sound skape: ciò che mi attornia nella dimensione auditiva.


I suoni che ci attorniano è ciò che sentiamo e ci connota, è una dimensione della quale non ci rendiamo
conto se non quando ci danno fastidio, o che riteniamo timbricamente sgradevoli, si parla di
inquinamento acustico.

I testi di Platone ci parlano di musica, a quale dimensione musicale fanno riferimento.

Quando parliamo dell'antica Grecia abbiamo una vastità di testi, testimonianze

figurative, poetiche, pittoriche, artistico-culturali.


Gli unici sfortunati erano i musicologi.
Testimonianze dirette e indirette.
La testimonianza diretta: è la musica stessa.
La musica stessa è il SUONO, il suono della musica del passato è perduto per sempre. Noi non
disponiamo di registrazione di Pitagora, Ariatosseno. Possiamo immaginarla con il suono e fissarla
attraverso la scrittura musicale.
Le testimonianze dirette possiamo aspettarcele con la musica scritta. Per l'antica Grecia le testimonianze
di musica sono esigue, poche testimonianze scritte.
Cerchiamo oggi di riprodurre quanto più vicino la musica del passato.

Per fare ciò abbiamo bisogno di musica scritta, il problema è che di musica scritta ce n'è poca.

Quali sono le motivazioni per cui ci sono pervenute così poche le testimonianze di musica Greca?
Si trasmetteva oralmente un repertorio. Perché?
Perché la memorizzazione poteva rivestire un ruolo maggiore rispetto a quella odierna.
Da un lato sappiamo che nell'antica Grecia si faceva tanta musica.
Testimonianze indirette ci dicono che la civiltà greca ponevano la musica al centro dell'attenzione.
Intervallo è la distanza tra una nota e l'altra.
I greci utilizzavano le lettere dell'alfabeto. Nelle notazioni alfabetiche una nota era una lettera
dell'alfabeto.
Un intervento di quinta -> alfabeto greco
Nei paesi anglosassoni e germani usano le lettere.

Andavano persi su materiali che andavano facilmente distrutti, venivano scritti su papiri, molto fragili. ha eliminato: ¶
Il far musica per l'antica Grecia fosse concepito come un'attività transeunte, transitoria, la musica era ¶
considerata un'arte considerativa anche nella formazione dell'individuo, ma si riteneva che fosse
soggetta alle mode ed era soggetta ad aggiornarsi con celerità.
Il testo delle tragedie ci è pervenuto, il profilo delle melodie di queste tragedie non ci è pervenuto, ci è
pervenuto un numero molto basso di frammenti. La tragedia si è tramandata per iscritto fino a noi,
come la tragedia di Orestea, la mettiamo ancora in scena noi.
Scrivevano il testo ma non scrivevano la musica.
Perché?
Il testo della tragedia si riteneva degno di essere tramandato alle generazioni future, la musica no, si
riteneva fosse un prodotto culturale di vita breve a nutrire in senso

morale l'ascoltatore, che non sarebbe stato allo stesso modo fruibile dalle generazioni future. La musica
era ritenuta modificabile.
Ci sono pervenute forme di lirica corale (del coro):

Tutto ciò che è apollineo è armonico, tutto ciò che dionisiaco è una forma di squilibrio, disarmonico.

Le forme della lirica corale:


- Peana (in onore ad Apollo);
- Ditirambo (in onore a Dioniso);
- Partenio (canto di fanciulle);
- Imeneo (canto nuziale);
- Threnos (canto funebre);
- Epinicio (inno per la vittoria)

La peana era destinata ad Apollo che celebrava le virtù apollinea.

Il ditiranno veniva celebrata in onore di Dioniso. I riti dionisiaci, i tiramboli soprattutto, è una forma
rituale che si è espansa trasformandosi in un nucleo dialogico, da una forma breve si è giunti alla
tragedia.

Se vedo una divinità con la cedra è Apollo, una divinità con una seduta poco elegante e ? È Dioniso.

Le fanciulle erano solite cantare in coro.

Imeneo era un canto nuziale.

Il threnos era un canto funebre, scandito e lento.

L'epinicio è un canto di vittoria, un canto baldanzoso, in un contesto cittadino i cittadini si ritrovavano


e intonavano l'epinicio.
Ogni circostanza aveva le proprie regole, una musica destinata ad un evento aveva delle regole.

TESTIMONIANZE DIRETTE
Musica scritta: poca e frammentaria

Testimonianze archeologiche: Pochi strumenti musicali sopravvissuti.

Gli organologi studiano gli strumenti, gli organi, il come si suonasse uno strumento, studia la forma
dello strumento, le caratteristiche timbriche.

L'accordatura: se la corda è più tesa il suono è più avuto, se è meno teso è più grave.
Possiamo capire dallo strumento il numero e l'altezza, non potendo calcolare spessore e tensione non
sappiamo i sistemi di accordatura.
Il numero dei fori, il diametro dei fori, la distanza dei fori possiamo capire delle scale utilizzate, ma
tutto ciò è scarso come testimonianza.

Attestazioni uniche, quella musica è attestata, cioè posso leggerla secondo un solo testimone, nei punti
lacunosi inserisce delle ipotesi.
Siamo più fortunati quando la musica è stata incisa sulla pietra.

Epitaffio di Sicilo. Testimonianza molto tardiva, scritta su ceppo funerario.

I vasi greci sono numerosissimi, sono una risorsa dipinta di informazioni.


Come conosciamo questo repertorio?
Testimonianze Indirette:
- Iconografiche: (pittura vascolare e parietale, scultura)
- Mitologia
- Testi poetici e letterari
- Scritti filosofici
- Scritti di teoria musicale

L'artista può idealizzare, deformare, trasformare quello che dipinge, in mancanza di altro ci basiamo
anche su queste testimonianze pittoriche: dell'importanza della musica dell'epoca.

Abbiamo testimonianze iconografiche, mitologiche -> i miti in cui la musica pone l'attenzione centrale
sono numerosissimi, come il flauto di Pan (lunghezze di canne diverse), canne di bambù
originariamente, era definito di Pan perché il mito ci parla di Pan, una ninfa viene inseguita da un satiro,
la ninfa si nasconde in un canneto e viene trasformata in canne.
ha eliminato: ¶
Testi poetici e letterari, la poesia non veniva composta e scritta solo per essere declamata, il poeta era (Leggere per la prossima volta PDF musica e mito, Massimo
Donà)¶
anche un musico, oggi li chiamiamo cantautori, i poeti dell'epoca erano quasi tutti cantautori perché
tutti declamavano la poesia.

Si individuano 3 periodi:

- Periodo arcaico: VIII-VI secolo a.C.


Concezione della musica di tipo magico-incantotio
Racconti mitici sul potere della musica
Miti sulla nascita degli strumenti

- Periodo classico: V-VI secolo a.C.


Sparta e Atene
Fioritura del pensiero filosofico dell’arte
IV: notazione musicale
Il periodo classico è quello che dobbiamo tenere al centro della nostra attenzione.
Il periodo classico in contrasto con Sparta e Atene, il dato culturale è centrale. In questo
periodo fiorisce il pensiero filosofico.
Aristosseno è il primo grande filosofo, ci sono giunti i suoi testi, molto organici. Gli elementi
armonici, disponiamo sei testi.

- Periodo ellenistico: IV – 146 a.C.


Conquista della Grecia da parte dei Romani.

Aulos , Flauto ma dotato di ancia. Per suonare uno strumento a fiato bisogna immagazzinare fiato, ha eliminato: ¶
si gonfia la faccia, si riempie la bocca e questo è ritenuto poco elegante per una dea, è ritenuto ¶
inadeguato.
Mito di Atena che getta l’Aulos.

Quando romanizziamo in epoca romana la figura di Dioniso, troviamo Bacco. Le baccanti,


incantamento.
Cetra, Apollo, simmetria.

Hanno riprodotto l'inno Delfico, seguendo la metrica, la poesia celebrativa acquisisce importanza se
cantata in coro, tutti stanno cantando la stessa linea melodica: Omofonia, definizione di un canto dove
abbiamo più cantori ma tutti intonano la stessa linea sonora. In sottofondo c'è un suono, pizzicato.

Inno delfico primo e inno delfico secondo

La cetra, il cordofono impiegato nell'inno raddoppia alcune note intonate dai cantori e ne conferisce
importanza allo strumento stesso.

Primo statismo dell’Orestea di Euripide

Lo stasimo è un coro.

Musica considerata effimera e che passa di moda.

Gli scritti sono frammentari. Di Pitagora ad esempio non abbiamo nessuno scritto e cercheremo di
capire il perché non abbia scritto nulla.

ERACLITO
Armonia ha eliminato: ¶

Il pensiero di eraclito è parcellizzato e dobbiamo cercare di riscostruire il suo pensiero. I frammenti


sono stati raccolti e restituiti.
Tradurre è il principale modo di tramandare ma è anche tradire (rischio di deformazione).
Non esiste la traduzione oggettiva ma abbiamo l’interpretazione più o meno calzante.

Sin dai primissimi esempi del termine armonia troviamo un concetto di armon ia connessa con il
concetto di contrasto. Ci sono elementi discordanti che vengono armonizzati, accordati fra loro.
“l’opposto concorde e dai discordi bellissima armonia e tutto accade secondo contesa”.

Splenger dice che l’armonia è il logos, il principio ordinatore. A cosa serve se non vi è disordine?
Eraclito dice che c’è disordine e poi viene l’ordine.

“Armonia nascosta vale più di quella che appare”.


Per Eraclito armonia è la medesima cosa di logos. Abbiamo delle metafore visive applicate alla
percezione uditiva.

“non comprendono come discordando in se stesso, è concorde: armonia contrastante, come quello dell’arco e della lira”
Eraclito ricorre ad una metafora musicale: l’armonia è l’arco che sfrega sopra alle corde della cedra.
Se non c’è questo entrare in contatto e in frizione reciproca di due elementi, il suono non si riproduce.
Se non c’è il contrastp, non si può creare armonia (quilibrio fra elementi opposti e contrastanti).

Plutarco commenta: “la necessità, che i più chiamano destino, per Empedocle è insieme amicizia e contesa. Eraclito
(la chiama) armonia contrastante del cosmo, come quella dell’arco e la lira”.
Armonia è qualcosa di inesorabile. L’armonia è necessaria. Plutarco quando cita Eraclito dice che il
conectto di armonia è vicino al concetto di necessità e di destino.

Ritmo
“quest’ordine universale , che è lo stesso per tutti, non lo fece alcuno fra gli dei o fra gli uomini, ma sempre era è e
sarà fuoco sempre vivente, che si accende e si spegne secondo giusta misura”.

Agostino quando parla di “numerus” è la traduzione della parola “ritmus” in greco.

PITAGORA DI SAMO
Sec. VI a.C. (572-494 a.c.)

Si trasferisce a Crotone (Magna Grecia) nel 532 a.C.


Comunità filosofico-religiosa (culto della persona divina del fondatore): filosofia e religione erano
strettamente intrecciate. Comunità basata, cui prendipi fondanti erano la speculazione filosofica del
fondatore.
Personalità carismatica
Contro la comunità si scatena una rivolta armata; dfugge a metaponto, dove muore (494 a.C.)
Come Socrate, non lascia nulla di scritto quindi conosciamo il suo pensiero attraverso:
- Le affermazione dei contemporanei (tra cui Eraclito)
- Gli scritti dei suoi discepoli
arduo distinguere il suo pensiero da quello degli adepti (avevano la tendenza di accreditare Pitagora le
loro dottrine). È difficile distinguere quello che era stato detto da Pitagora a quello che avevano scritto
lui.

- Usa per primo il termine filosofia (amore per la sapienza)


- Catarsi: purificazione. Ci sono delle regole che venivano accettate come astenersi dal sesso.
- Studio della matematica. Poggia i piedi su un substrato matematico. Ogni concetto deve sapersi
tradurre in una funzione matematica. Il numero è l’essenza di tutte le cose. È il principio su cui
si basa l’ordine cosmico. In epoca tardo romana, l’ordinamento sarà articolato in due grossi
comparti: umanistico e scientifico.
- Numero come assenza delle cose

Il pensiero pitagorico è trasmesso per il tramite del pensiero Platonico

Rapporti che esprimono le consonanze principali: (la consonanza è l’insieme di suoni che vanno
d’accordo fra loro e che creano un senso di gradevolezza). Pitagora ha studiato le consonanze facendo
dei calcoli. Attraverso i calcoli è riuscito a stabilire delle frazione che stabiliscano alcuni intervalli, da lui
stabiliti perfetti.

2:1 ottava (diapason)


3:2 quinta (diapente)
4:3 quarta (diatessaron)
9:8 tono interno (quinta meno quarta): 3/2 – 4/3

Significato simbolico della tetraktis: la numerologia in Pitagora è centrale. 1,2,3,4 sommati danno la
decina. Numeri girati e rigirati.
1+2+3+4=10

Abbiamo quattro caratteristiche del suono:


Altezza, intensità, timbro e durata.
Intervallo congiunto: i due estremi sono toni consecutivi. Il tono non è una consonanza.

- Armonia delle sfere: le stelle dovevano essere appiccicate a delle sfere che giravano attorno a
degli assi. Le orbite dei corpi celesti erano qualcosa di solido. Il cielo era sferico e solido.
Ruotando queste sfere producevano un suono. essendo così lontane, nessuno degli umani
riusciva ad udirli.
- Il moto degli astri produce suoni

Questa concezione ha permeato la storia del pensiero. Pitagora sosteneva di sentire questa armonia
delle sfere.

PITAGORICI

218 allievi diretti o indiretti


Matematica: forma più alta della conoscenza
Speculazione cosmologica
Rifiuto di uccidere
Rifiuto dei sacrifici

FILOLAO DI CROTONE ha eliminato: ,


Sulla natura ha formattato: Tipo di carattere: Non Corsivo, Sottolineato

Collega ricerche matematiche, cosmologiche, astrologiche, biologiche e mediche. Concezione unitaria


del cosmo.
- Interesse per i numeri: servono a conoscere le cose, ma non sono le cose. Il nuemro ci serve per
studiare la differenza di intervalli.

“L’armonia è l’unificazione di molti termini mescolati, e accordo di elementi discordanti”


“Tutte le cose che si conoscono hanno un numero: senza numero non sarebbe possibile pensare né
conoscere alcunchè”
Il numero è il criterio ordinature.

ARCHITA DI TARANTO

- Entra in rapporto con Platone


- Approfindisce le ricerche dei primi pitagorici in campo musicale
- Definisce i rapporti matematici che indicano quarta, quinta e ottava
- È famoso per la capacità di risolvere problemi matematici e musicali

IPPASO

- Esperimenti con vasi vuoti o riempiti in vari proporzioni


- Altezza del suono

Leo Spitzer, l’armonia del mondo. Stimmung: Armonia (stato d’animo). Hanno anche la parola
Harmoni che è la parola più specifica. Vuole partire dalle origini per capire quante volte e in che
contesto viene usata la parola stimmung. Non abbiamo una corrispondenza biunivoca di concetti e
parole. Ogni concetto può essere espresso con parole diverse come una parola può esprimere concetti
diversi.
Nelle altre lingue europee non abbiamo parole che traducono in maniera specifica la parola Stimmung.
Significa anche:
- Umore
- Atmosfera
- Stato d’animo
- Armonia, unione armoniosa con il paesaggio
- Accordo, essere d’accordo
- Temperamento
- Consonanza, concordia

Ci parla del rapporto che intercorre tra individuo e contesto in cui l’individuo è immerso. Armonia non
rende questo rispecchiamento.

Stimmungsgeschichte della parola stimmung.

Il tono è uno dei termini chiave.


A quale altezza cronologica, lo stesso termini può assumere significati diversi.
Tono nell'antica Grecia cosa voleva dire?
Ogni volta i termini hanno significati prioritari, in altre epoche il significato diventa prominente.

L'intervallo più piccolo è il semitono. Oggi non c'è un modo per indicare intervalli più piccoli.

Il tono è un termine che getta dei ponti in ambiti diversi (psicologico, visivo, ecc.).

PENSIERO PLATONICO ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto


LA MUSICA DEGLI SCRITTO DI PLATONE ha eliminato: B
Platone fa uso di termini che avevano, come oggi, anche significati musicali, quando ci parla di musica
Platone? A che proposito ne parla?
Platone è un filosofo che si occupa del reale e da una spiegazione ai problemi nei quali è immerso. ha eliminato: ¶
La musica è solo uno degli aspetti che tocca temi molto vasto, noi riscontriamo una frequenza con i ¶
quali i temi di tipo musicale ricorrono nei suoi dialoghi.

Il I° scritto: LA REPUBBLICA ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto, Sottolineato


questo dialogo in greco POLITEIA, ha tanti significati: costituzione, diritto, ecc.
frequenti cenni sulla musica e sulle sue caratteristiche e funzioni.
Datazione: dal 390- 385 al 370-360 a.C.

Il tema principale è disegnare una polis ideale e per disegnare i contorni dello stato ideale Platone si
occupa di tutto, temi che si occupano di legge, morale, cultura, e all'interno del tema di cultura si
occupa anche di letteratura e di musica. La musica è uno dei tanti argomenti che ricorrono in questo
scritto
È un dialogo ambientato nel V secolo (Atene di Pericle, periodo classico), composto all'inizio del IV
secolo e terminato nel V secolo.

I libro (Socrate): che cosa è la giustizia? Platone si immedesima con il personaggio di Socrate.
La forma dialogica consente a Platone e a tanti altri all'autore di sdoppiarsi e far si che protagonisti
diversi interpretino il ruolo di protagonista di punti di vista differenti.
La forma dialogica è ideale per fare voce a questi diversi punti di vista.
Chi sono questi interlocutori?
3 esponenti dell'intelligenza ateniese, il principale protagonista è SOCRATE, maestro di Platone.
Socrate ci parla attraverso il personaggio. Per quanto riguarda la musica ci interessa il punto di vista di
altri personaggi che erano dentro l'argomento di musica, come Damone.
Vi è il tentativo di dare corpo, rendere più vivide.
Uno dei problemi che stanno più a cuore a Platone e Socrate.

II-III libro: libro delle arti imitative.


II-III libro è ambientato sulla musica: Nel II e III libro vengono criticate le arti imitative (concetto di
iperuranio, mito della caverna, l'uomo sta incatenato nella caverna e non può vedere il reale, può
vederlo come ombra proiettata sulla caverna, la realtà è imitazione di una realtà più vera e più alta, come
l'iperuranio) (cosa fa un pittore? Imita la realtà, la realtà cos'è? Imitazione degli dei)
Nel III libro c'è una trattazione della musica, alcuni vengono elogiati per qualità del suono, altri criticati
e quindi condannati. Tutto quello che è condannato è bannato dalla pois.

per Platone nella polis si deve produrre esclusivamente musica che deve contribuire a educazione di
fanciulli e cittadini della polis. Quindi rivolto ai giovani maschi i rampolli delle famiglie aristocratiche
che venivano educati un un certo modo. Musica doveva farlo diventare saggi. Doveva sviluppare
determinare virtù ed evitare che si sviluppassero propensioni negative.
La giustizia è il nostro obiettivo.
Il rifiuto della nuova musica che turba l'equilibrio dell'uomo.
Bisogna costruire una società giusta attraverso un programma educativo. La salute è per l’anima ciò che
la salute è per il corpo: una forma di armonia. Vi è un ruolo della musica all’interno del programma
educativo.

IV libro: teoria della giustizia


V libro: la città giusta
VI-VII libro: ontologia
IX libro: superiorità della vita giusta
X libro (escatologico): mito di Er, premi e punizioni dell’aldilà

La musica come si colloca?


Gode di uno statuto privilegisto in quanto diversa dalle arti figurative. In cosa consiste questa
differenza?
Nel fatto che la musica secondo Platone, non è un'arte imitativa, non me rappresenta una brutta copia.
Al contrario, secondo Platone per sua natura la musica ci pone in relazione diretta con l'iperuranio. E
quindi rappresenta un veicolo privilegiato per arrivare al mondo delle idee, scavalcando la realtà.
Non solo non è copia della copia ma ci aiuta a prescindere dalla realtà ma ci mette in dissonanza con la
realtà.

La musica contemporanea ha manifestato Jan tendenza imitativa. Come può la musica imitare la realtà.

La musica può rendere i suoni della natura, ad esempio il canto della voce melodiosa. Vengono imitati
gli aspetti sonori che si possono cogliere attraverso l'udito.
I musicisti che andavano più di moda nell'epoca, "cantautori", erano vicini a questa figura.
I poeti musici dell'epoca contro cui si scaglia Platone erano i ditirambografi.

Poeti che scrivevano dei ditirambo ma non li declamavano. È una forma poetica che veniva tirata e
veniva intonata in occasione dei riti dionisiaci.
Limitazione per Platone è un allontanamento dal mondo delle idee, se anche la musica copia ci
allontanano dall'iperuranio.
La musica vocale si compone di tre elementi: il testo musicato,
(il termine armonia è designato con melodia).
La melodia è fusione di successione di intervalli e ritmi. La
melodia etimlogia è tracciato melodico + testo. Per noi è già
incorporato nel termine di melodia il ritmo.
Abbiamo degli intervalli che si compongono di note.
Per i greci la melodia era note + parole.
Il testo in musica non risponde a delle regole diverse rispetto al
testo non musicato. Dal punto di vista morale se bandisco un
testo, non farò anche una musica per quel testo.
L’armonia e il ritmo devono essere plasmati al testo.
Con la musica si deve dare una marcia in più al testo.
Perché mai dovremo mettere in musica le parole? Perché la
musica non si limita a dire le stesse cose che dice il testo (detto
da Massimo Donà). La musica ha il potere di donare qualcosa al
testo, di renderlo più potente.
La musica che serve il testo e non lo prevarica (nel 1600 pensano
che la musica deve aderire al testo poetico e letterario).
Lui vuole fare una lista di prodotti culturali da bandire e vietare
nella poleis: sono la mixolidia e sintonolidia. Il termine armonia
in questo caso è prettamente musicale, specifico (in questo caso
noi li chiamiamo ora “modi”. Il modo può essere visto dal punto
di vista analista pedante è una scale intesa come toni (somma
dei due semi toni) e semi-toni (mezzo tono); i meno pedanti
considerano il modo come un peculiare successione di toni e
semi-toni che creano una certa atmosfera musicale).
Platone vuole educare i difensori che dovevano evitare di
ubriacarsi ed evitare stati d’animo come l’ubriachezza, la
mollezza e la pigrizia.
I modi prendevano i loro nomi dalle regione di origine o da
popoli che per prima li avevano usati. I nomi delle armonie sono
le denominazione topiche prima dei greci.
La dorica (scala di mi) e la frigia ( scala di re).
Il modo di mi è un modo diatonico, senza alterazione (senza diesis
e senza bimolli).
La ionica ( scala di do, scala maggiore) per Platone è bandita dalla
poleis, perché corrompe chi la ascolta.
Se prendiamo due o tre o quattro armonie e ne salviamo solo due,
il dorico e il frigio, non abbiamo bisogno di usare gli strumenti
creati con più corde per suonare altre armonie (strumenti
poliarmonici). Questi vogliono ad esempio licenziare i liutai,
perché non hanno bisogno di questi strumenti.

Il flauto può produrre tutte le armonie che un cordofilo non può


fare. Il problema dell’intonazione lo ha chi ha la cordatura fissa.
Se devo passare da un modo all’altro, la cordatura fissa non può
farlo.
Il flauto è lo strumendo di Dioniso.
Rimane sono la lira e la cetra, famosi in città.
Per i pastori in campagna abbiamo il flauto di Pan.
La musica deve servire le parole e non viceversa.
“il piede” è il piede metrico (coordinazione di lunghe e di breve; i
piedi potevano essere binari o ternari).
Questi sei piedi erano tre ternari e tre ternari, date da
coordinazione di lunghi e brevi alternati.
I piedi metrici erano già presenti nel testo poetico.
Almeno fino all’epoca di Platone, fino ad Aristosseno, il ritmo
della musica ricalcava il ritmo della poesia tant’è che non era
necessario scriverlo. Se la poesia ha un suo ritmo interno,
intonando il testo, io non ho bisogno di indicare la lunghezza dei
singoli suoni. avviene più avanti la rottura tra metro poetico (data
dai piedi) e ritmo musicale.
All’epoca sua la metrica viveva una fase di sperimentazione
creativa e Platone vedeva tutto ciò come fumo negli occhi.
La musica ha diverse fasi dal minimo al massimo della sua
capacità. Non è detto che la complicazione sia uno svantaggio ma
magari anche un motivo di vanto. Per Platone no, a lui piace una
musica più diretta perché vuole piegare la musica alla sua
funzione, quella di educare gli animi coraggiosi.
Qui bisogna sempre partire dal dettato poetico e non fare
stranezze musicali. Le armonie erano 4 principali (dorico, frigio,
lidio e misolidio).
Quando parla di tre forme, parla della durata 1, doppia e tripla.
Come ha fatto con le armonie, lui lo fa con i ritmi. Secondo lui ci
sono dei ritmi buoni e dei ritmi cattivi. Per lui il termine ritmo non
si esaurisce alla sfera musicale ma ha una risonanza più vasta.
Eraclito parla di un ritmo che pulsa e anima l’universo. Platone
non può ignorare il senso più profondo del ritmo.
Arsi: su
Tesi: giù
Abbiamo il tempo imperfetto ch è binario, il tempo perfetto che è
ternario.
“modo dell’espressione discrosiva”: dall’anima sgorga il testo, dal
carattere di scrive scaturisce il discorso e sul discorso scritto si
costruisce poi la musica. Tutto deve essere conforme.

Perché non si educa al bello fin da piccoli? Se respirano bellezza fin da piccoli, significa essere da
grandi buoni. Si parla di crescita armoniosa.
Importanza primaria della cultura e della formazione musicale di un progetto educativo fondante.
L’armonia musicale è lo strumento più potente di questa educazione. Si percepisce poi il difetto più
acuto. La bruttezza la si riconosce e la si evita. Si innesca quindi un circolo vizioso dove chi è
educato il bello cercherà di accerchiarsi dal bello. La musica è più forte di altre arti; la musica non
lascia indifferente chi la ascolta davvero. Se il bambino è immerso in un ambiente arricchito
musicalmente, egli cresce nel bello senza anche accorgersene.

Le immagini delle lettere sono ricorrenti negli scritti di Platone.


Se non abbiamo impresso la forma delle lettere, non sarei in
grado di leggere questo testo. per poter riconoscere qualcosa
dobbiamo averla studiata o conoscerla.
Concetto della Kalos kai agathos.

Chi ha educazione musicale amerà gli uomini armoniosi.


Questo discorso sta in piedi perché la musica viene vista
come un tassello fondamentale dell’educazione.
Al suo interno la formazione di educazione musicale è
importantissima.
Obiettivo: formazione dei cittadini
Nel verso 400 vi è l’armonia come equilibrio
psicosomatico ed emotivo.
Educazione musicale: sarà attratto dalla bellezza e
dall’armonia
Chi vive musicalmente vive in maniera armoniosa
La sfera sessuale è la prima che deve essere educata con
armonia.
L’armonia coinvolge ambiti diversi.
Poi si parla della ginnastica.
La Repubblica non è l’unica opera dove si parla di musica. ha eliminato: ¶

Leggi ha formattato: Sottolineato

Poema nostalgico dei tempi passati+


La musica:
- Predilige generi antichi in via d’estinzione
- Disprezza i generi moderni a lui contemporanei

Generi musicali:
- Passato: inni, theroi, peona, namoi (canti citarodici)
- Tempo di Platone: poeti “maestri di disordine” criticati da Platone perché mescolavano
generi e stili
- Arte mimetica: all’epoca considerato un virtuosismo
- Teatrocrazia: musica al servizio di altri generi

De-genere: musica privata del suo genere perché mischiati con tanti alti ha formattato: Tipo di carattere: (Predefinito) Times New
Roman

P. Leggi, generi musicali ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto, Sottolineato


- Nomoi, legge ha formattato: Tipo di carattere: Corsivo
- Generi talmente normati da essere chiamati “leggi”
- Platone nostalgico del passato
- “non osava giudicare”: il popolo era educato dal punto di vista civile
- Platone giudica chi giudica senza avere una educazione musicale
- Nessuno osava dire se non educato
- I Poeti al tempo dell’antica Grecia erano anche Cantautori
- Mescolavano per Apollo con quello di Dioniso (inaccettabile per Platone)
- Imitavano il suono del flauto con la cetra
- Platone si lamenta perché adesso la gente non solo non studia la musica, ma pretende anche di
giudicarla
- Teatrocrazia : tutti convinti di sapere tutto; non si sentono in dovere di studiare; si sentono in ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto
diritto di giudicare.

p. Leggi, insegnamento della musica ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto, Sottolineato


- Ci fa assistere in diretta a lezione di musica (preziosa testimonianza indiretta)
- Platone si chiede: perché studiare la cetra? Per il suo timbro
Come studiarla?
-Molto importante che il maestro suoni con l’allievo
- Il maestro gli insegna a comporre melodie (non solo suonare: formazione di musicisti semi-
compositori)
- variazioni DINAMICHE (sonorità, forte e debole) e AGOGICHE (lento e veloce)
- Per imparare ad accompagnare bisogna imparare cosa suonare
- Al tempo la musica era divisa in due grandi settori (RITMICA E ARMONICA)
- Prima di suonare bisogna accordare ha formattato: Sottolineato
- Suonare qualcosa di diverso
- Introdurre variazioni
- Il cantautore inventa il canto: l’accompagnatore deve creare un ARRANGIAMENTO in modo da
suonare una linea melodica (diversa dal canto ma complementare)
Deve sapere comporre (sinfonia e antifonia).
-Come? Suoni frequenti/rari; acuti/gravi; adattare variazioni di ritmo.
-Insegnamento di tutte queste competenze specifiche non può avvenire in tre anni
- Sono cose ne piccole ne poche
- Se si pretende di insegnare, si insegna meno
- Bisogna insegnare con il giusto tempo e la giusta tranquillità
- è entrato in un discorso molto tecnico ma tutt’altro discorso sui testi da mettere in musica. Devono
essere adattati ad una precisa circostanza

Abbiamo un’ultima opera di Platone, pubblicata a postumi da un allievo


Struttura:
- Fondamento del coro e della danza (il coro ballava anche). Valutazione filosofica del bello ha formattato: Tipo di carattere: (Predefinito) Times New
in canto e danza. Genere musicale in prospettiva morale. Musica comunica che la vita è più Roman

virtuosa
- Coro di Dioniso: anziani traducono in canto la saggezza.
- Il canto è una testimonianza di vita
- Scandita una gerarchia vocale
- Vino: fino ai 18, fino ai 30 con moderazione, dai 40 ai banchetti
- Nomina dei ministri: ministro della musica e ministro della ginnastica

- Libro VII: ginnastica, danza. Lo scopo della musica è di educare.


ha formattato: Tipo di carattere: (Predefinito) Times New
Roman

Quasi allo stesso tempo in Cina, Confucio attribuiva alla musica impotenza. Creava un ufficio Formattato: Rientro: Sinistro: 1,27 cm, Nessun elenco
puntato o numerato
paragonabile alla “censura”.

- Attribuire a ciascun canto i ritmi e le armonie che gli spettano


- Il “canto” inteso come testo
- Ritmi e melodie appropriati al testo

Tra il XVI e XVII: musici che suonavano musica come ancella dell’orazione. Si confrontano con i
testi di Platone.

- Per valorizzare un testo bisogna scegliere gli attributi musicali più adatti. ha formattato: Tipo di carattere: (Predefinito) Times New
Roman
Dorico Formattato: Paragrafo elenco, Puntato + Livello:1 + Allinea
a: 0,63 cm + Imposta un rientro di: 1,27 cm
Discendente: Mi Re Do Si La Sol Fa Mi (semi-tono, tono, tono tono, semi-tono, tono, tono)
Ascendente: Mi Fa Sol La Si Do Re Mi ha eliminato: ¶


Frigio
Discendente: Re Do Si La Sol Fa Mi Fa Re (ha il semi-tono in posizione centrale)
Ascendente: Re Mi Fa Sol La Si Do re Mi

Lidio:
Discendente: Do Si La Sol Fa Mi Re Do ( il semi-tono è in posizione acuta in tutte e due i tetracordi)
Ascendente: Do Re Mi Fa Sol La Si Do

Misolidio
Discendente: Si La Sol Fa Mi Re Do Si (non presenta un’articolazione interna in due tetra cordi uguali e
disgiunti - lo si concepisce con il semi-tono al grave)
Ascendente: Si Do Re Mi Fa Sol La Si

Un modo è un’ottava modale, si percorrono scalini che distano fra loro un tono o un semi-tono.
Se parto dal dorico e scendo di una quinta, mi ritrovo nel Lipodorico (armonia che si trova una quinta
sotto rispendo al dorico)
Discendente: La Sol Fa Mi Re Do Si La
Ascendente: La Si Do Re Mi Fa Sol La

Ipo-frigio, una quinta sotto il Lidio


Discendente: Fa Mi Re Do Si La Sol Fa
Ascendente: Fa Sol La Si Do Re Mi Fa

Ipo-misolidio, una quinta sotto il Misolidio)


Discendente: Mi Re Do Si La Sol Fa Mi
Ascendente: Mi Fa Sol La Si Do Re Mi

Queste sono delle scale diatoniche, ovvero che hanno un semi-tono e un tono.

Tetracordo diatonico (dorico): Mi, tono, Re, tono, Do, semitono diatonico, Si

I greci contemplavano anche altri due tetracordi: il tetracordo cromatico ( includeva anche intervalli di
semitoni cromatici) e il tetracordo enarmonico.

Tetracordo cromatico: Mi, un tono + un semitono, Doh(diesis), semitono cromatici, Do, semitono, Si

Tetracordo enarmonico: Mi, due toni, Do, un quarto di tono (mezzo semitono), Si+ un quarto di tono,
un quarto di tono, Si

ARISTOTELE ha eliminato: ¶
Politica ¶


- Educazione del cittadino della polis ¶
- Ruolo dell’educazione musicale ¶

- Perché inserire la musica fra le materie di insegnamento?
- Perché insegnare la musica ai fanciulli?
La motivazione è morale.
Molti ragionamenti di Aristotele, sono sul modello di Platone.
La musica ci offre l’opportunità di sfruttare il nostro otium, tempo
libero.
Secondo Aristotele giocando non si impara.
Se si tratta di trovare giovimento nella musica, perché si impara a
suonare? È indispensabile suonarla?

I giochi hanno lo scopo di riposare.


Si cerca un otium diverso dopo essersi dedicato al proprio lavoro; ecco perché si cerca la felicità in
queste cose.
Il carattere si modifica a seconda di quello che si ascolta.
Si educa musicalmente un bambino facendogli ascoltare la musica.
Quello che hanno in comune Platone e Aristotele è quella che la musica educa un bambino e modifica
il carattere a chi si espone ad essa.
Il piacere non è l’unico motivo per cui ascoltiamo la musica.
Aristotele non è contro la musica imitativa.
Con i ricchi e con le melodie, il compositore, influenza e cambia lo stato d’animo, attraverso mezzi
strumentali anche senza le parole. La musica ci parla.
Si è instaurata una gerarchia di sensi di cui noi siamo eredi.
Egli riconosce la potenza della musica rispetto alla pittura.
Visto che la vista e l’udito sono importanti, dobbiamo capire che cosa egli dice.
La miso-lidia è la melodia del dolore e del tormento.
Con le altre abbiamo sentimenti più voluttuosi.
Quella in Mi ha compostezza (preferita di Platone).
Aristotele è d’accordo con Platone.

RIASSUNTO

Platone e Aristotele parlano di educare i giovani aristocratici maschi.


Ha senso introdurre la musica nei programmi educativi?
Perché ha senso insegnare la musica?
Aristotele non dà nulla per scontatp. A che cosa serve la musica? E lui dice che serve per tre motivi:
- Per divertire: nel momento di otium (riposo) dopo essersi dedicati al negotium (al lavoro).
- Per far rilassare: non si sono meritati il riposo dopo al loro lavoro, perché non lavorano, ma
vale più per gli adulti. È un divertimento elevato e non dannoso.
- Per plasmare il carattere: far crescere in una certa maniera la gioventù in fase di crescita.

I bambini si abituano a fare musica nel tempo libero e hanno un passatempo onesto, piuttosto che
disonesto.

L’educazione del cittadino della polis: perché inserirla? Le discipline degne ad essere insegnate
sono la scrittura, la lettura (per ragioni pratiche), ginnastica (rende forti e orgogliosi) e la musica
(migliora i costumi, plasma il carattere, sano divertimento).

Abbiamo visto anche il concetto di Ethos (dei modi): si attribuisce alla musica il potere di agire nella
sfera morale ed etica.

La musica che cosa imita? Imita stati d’animo, atmosfere e raffigurare vizi e virtù. La musica sa
raffigurare con i suoni.
Quali elementi costitutivi della musica riescono a rappresentare stati d’animo, epressioni, vizi
e virtù? Ritmi e armonie (avevano l’armonica). Il termine armonia ha mutato il suo significato nel
tempo.

La musica sa rappresentare le passioni e lo considera un fatto come un altro, non necessariamente


criticabile. Platone si era scontratro dei dirambofili o di alcune musiche di quel tempo.
Si stava scagliando contro la musica mimetica (allontanato l’uomo dalla verità in quanto copia della
copia).
Invece Aristotele è più pragmatico e osserva che alcuni geenri sono adatti agli adulti e alcuni ai fanciulli,
alcuni al contesto celebrativo (e anche qui di chi? Apollo (cetra)? Dioniso (aulos)?).
Alcune armonie rendono sensazioni, sentimenti psico-emotivi e anche vizi e virtù. Egli si addentra e si è
avvalso della consulenza specializzata, un consulente musicale.

Come insegnare la musica ai fanciulli? La metodologia si interpella sul come fare una cosa e iol
quesito di fondo sono gli obiettivi

Educazione professionalizzante? Si hanno due vie: una professionale e una no. Nella scuola rivolta
ai maschi aristocratici adolescenti, dobbiamo formale dei musicisti professionisti? No, dobbiamo
regolarci di conseguenza. Non dobbiamo insegnare come in una scuola di orchestra.

La musica strumentale ha senso? Si, ma non allo scopo di formalre esecutori virtuosi

Educazione all’ascolto? Si.

Riflessione: È importante studiare la materia per giudicarla? Che sia del ha eliminato: ¶

tutto imprescindibile è impossibile. Se giova nel rendere consapevoli chi si ¶
pone come obiettivo il giudicare, praticando la stessa arte, è indiscutibile. ¶
Un conto è conoscere la cordatura, ma un conto e suonarlo.
La pratica strumentale rende più evidenti le difficoltà tecniche dello
strumento e non solo tecniche.
Lo strumento mi insegna quali sono i suoi limiti, segreti e difficoltà. Essere
abituati a fare musica insieme è una cosa in più: ponderare le difficoltà di
chi il coro deve dirigere. Il direttore di coro serve per “tenere insieme”
tutti; si parla di armonia, un insieme di ogni parte melodica (polifonia).
Da un lato devono accordarsi fra loro dal punto di vista delle altezze,
problemi di ordinee ritmico (andare tutti assieme), ecc..
Qual è il problema delle altezze? Crescente e decrescente.
ha eliminato: ¶

Il sonaglio è un elemento educativo. La musica deve essere insegnata in
base all’effettiva educazione pratica.
Attenzione! Il pregiudizio sulla scarsa nobiltà della pratica musicale
attraversa la cultura occidentale dalle origini ai giorni nostri. Aristotele
vuole oltrepassare questo pregiudizio. Per Aristotele non è un’attività
servile ma può concorrere con chi va oltre gli aspetti del far musica. ha formattato: Nessuna sottolineatura
Loro devono fare musica per acquistare la capacità di giudicare su di essa.
ha formattato: Sottolineato
LA MUSICA NON è UN FINE MA UN MEZZO.
Ai giovani non bisogna insegnare a essere virtuosi con uno strumento, ma
virtuosi nel giudicare la musica. Potranno astenersi fino a quando
diventeranno vecchi. ha formattato: Tipo di carattere: Garamond, 10 pt
ha eliminato: ¶
Arte come tappa di un percorso formativo per formare bravi politici. ha formattato: Tipo di carattere: Garamond, 10 pt
Egli tiene conto a tutte le possibili obiezioni e le confuta. Tiene conto di
un interlocutore preparato e le confuta in itinere.
La musica è utile, si, ma dipende anche come la si insegna.
Risulta evidente che la musica non deve essere un ostacolo per essa
stessa. La musica va fatta in giusta misura; se faccio solo musica, trascuro
il resto. Se mi dedico esclusivamente o eccessivamente di essa, trascurerò
tutto il resto. In questo modo l’educazione del fanciullo non sarà educata.
Ci fa capire come Aristotele intenda proporre la musica ai rampolli
aristocratici solo nella misura in cui quella può sembrare utile.
“gara artistica”: vanno a suonare; agoni che duravano più giorni. Se
bisogna vincere una gara di aulos, devo passare ore e ore a suonarlo. Non
si pretende di far imparare gli strumenti che andavano di moda negli
agoni. Aristotele è contrario a questi virtuosismi tecnici.
Devono imparare a giudicare la musica, non a essere docenti.
Formattato: Rientro: Prima riga: 0 cm
Persino gli animali, gli schiavi e i fanciulli hanno una facoltà di
discernimento musicale. Queste chiarificazione possono fungere da
criterio su quale strumento far impare a scuola.
La musica deve appassionare e deve essere gradevole (fuck i flauti stonati
delle medie).
Il flauto, l’aulos, era considerato difficile da suonare, come la cetra.
Bisogna usare strumenti come strumenti a percussioni (non lo dice
esplicitamente).
Aristotele condivide alcune informazioni che aveva fatto Platone
sull’aulos (strumento di Dioniso).
Che cosa significa il termine catarsi? Significa purificazione. ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto
Aristotele nella Politica accenna il concetto di catarsi, che approfondisce
ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto
nella Poetica. La musica deve impattare sull’ascoltatore. Aristotele accetta
in determinati contesti e con determinate eccezioni. Egli parla di ha formattato: Tipo di carattere: Corsivo
liberazione di fardelli; questo avviene ad esempio nella tragedia. Era un ha formattato: Tipo di carattere: Non Corsivo
genere teatrale complesso che comportava la fusione di diverser arti e
discipline. ha formattato: Tipo di carattere: Corsivo

ha formattato: Tipo di carattere: Garamond, 10 pt


La musica è fondamentale per questo meccanismo di purificazione.
Qui viene solo accennata la catarsi. La musica ha la funzione di rendere
più efficace questo procedimento catartico e più e turbante più lo
spettatore si immedesima. Qundi Aristotele si guarda bene nel buttare in
pattumiera dei generi ad esempio scartati da Platone, poiché magari
risulteranno più efficaci. Non tutte però sono adatte al contesto
didattico-educativo. Non si può cantare uìe suonare un aerofano a fiato
diretto. Per auto-accompagnarsi bisogna uno strumento a corde. È
meglio quindi uno strumento a corde che a fiato. Gli antichi vietavano i
fluati perché ritenuto inadatto. I greci per l’accresersi delle ricchezze,
hanno deciso di assimilare ogni tipo di sapere. Le armonie prendono il
nome di ogni tipo di armonia. Col tempo i greci hanno iniziato a
scegliere con maggiore attenzione fra le proposte culturali provenienti
dall’esterno e hanno capito che alcune pratiche culturali erano
convenienti e alcune no. Con il flauto sono stati banditi altri stumenti
(anche a percussione, o complessi o accresciuto la tavolozza timbrica).
C’è stata prima una sorta di imbriacatura e poi c’è stata una fase più
critica.
ha formattato: Tipo di carattere: Garamond, 10 pt
Formattato: Rientro: Prima riga: 0 cm

Mito di Atena: suona l’aulos, si vede nel fiume e vede la sua faccia
brutta con le guancie gonfie e lo getta a terra.
Chi vuole andare incontro ai gusti del pubblico, lo vuole accontentare.
Molte volte il pubblico è a livello basso e quindi anche la musica sarà di
basso livello.
Quelli che esercitano la musica con questi intenti, diventano dei ha formattato: Sottolineato
mestieranti (fanno della musica un mestiere).
Lo spettatore volgare fa peggiorare la musica e i musicisti.
La musica abbassa il proprio livello per andare incontro al pubblico. ha formattato: Tipo di carattere: Garamond, 10 pt

Ciascuno ha necessità musicali diverse:


- Giovani: la musica deve educare e rendere i giovani forti
- Adulti: passare il tempo libero con musica onesta
- Anziani

La musica deve accordarsi con i bisogni musicali di ciascun ascoltatore.

Quali musiche proporre ai fanciulli? Considerazioni tecnico-musicali su aspetti specifici del ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto
linguaggio musicale:
- Armonie
- Ritmi
- Strumenti

Armonia e ritmi
La musica antica è divisa in tre parti: armonia, ritmica e metrica.
Vi è una distinzione fra canto e ritmo. Noi non riusciamo a
immaginare un canto senza un ritmo. Fino ad Aristotele il ritmo
corrispondeva al metro poetico.
In chiave moderna si parla di musica vocale e musica strumentale.
Aristotele rimanda agli specialisti del settore.
Lui qui sta solo fornendo delle idee guida: ciò indica la grande
importanza della disciplinità musicale al tempo.
I testi adeguati sono quelli di contenuto morale. ha formattato: Sottolineato
(Platone prima del discorso sulla musica nella Repubblica, fa un
ha formattato: Tipo di carattere: Corsivo
discorso sui testi).
Scopi molteplici: educazione, catarsi e riposo. ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto
La musica influenza l’animo (a prescindere dal carattere di
ciascuno).
La musica ci porta alla catarsi e porta alla gioia perché ci si
alleggerisce dei propri affanni.
La musica ha un ruolo importante nel prpcesso di catarsi.
Per Platone la musica deve essere elevata e solo alcuni possono
comprenderla. Per Aristotele, tutti hanno bisogni musicali. I
musicisti devono accontentare tutti, producono musica sia di alto
che di basso rango. ha formattato: Tipo di carattere: Garamond, 10 pt

Bisogna dare all’artista la libertà di produrre musica che accontenti


il popolo meno educato. Per aristotele l’armonia frigia è orgistica.
Secondo lui, Platone è incoerente perché bandisce il flauto ma
accetta l’armonia frigia. È impossibile comporre un ditirombo nel
modo dorico (non è abbstanza conturbante).
Abbiamo due scopi:
-possibile
-conveniente
Abbiamo per Aristotele:
-il modo LIDIO (adatto)
-il modo DORICO (adatto
-il modo FRIGIO (bandito)
Abbiamo per Platone:
-il modo DORICO (adatto)
-il modo FRIGIO (adatto)
-il modo LIDIO (bandito) ha formattato: Tipo di carattere: Garamond, 10 pt

Inno delfico I e II

- Frammentari
- Armonia dorica
- Ci sono lettere della notazione musicale
- Armonia dorica è quella più adatta all’educazione dei fanciulli affinchè crescessero sani fisicamente
e moralmente
- Dal testo capiamo che gli inni venivano accompagnati con la cetra (sacra al Dio Apollo)
- Melodia arricchita con melismi e abbellimenti
- Inni spesso intonati coralmente: OMOFONIA
ARISTOSSENO DA TARANTO

Primo teorico dell’Antica Grecia di cui sono giunti testi di quantità apprezzabile.
- Originario della Magna Grecia
- Trasferito ad Atene dove vi muore
- Non lo conosciamo solo attraverso citazioni in altri testi ma abbiamo anche dei frammenti
- Vari interessi
- Musica: teoria della musica, arminica, ritmica, storia della musica e storia dei musicisti
- Suo padre era musico (da lui apprese i primi rudimenti di teoria musicale)
- Sia lui che Aristosseno originari della Magna Grecia: forse influenza della scuola Pitagorica
- Aristosseno da loro prende poi le distanze ma inizialmente subisce l’influenza (in particolare di
Archita).
- Segue lezione di Aristotele: voleva diventare il suo successore; invece Teofrasto fu nominato
successore di Aristotele in cattedra
- Aristosseno se ne va e fonda una nuova scuola; focus: musica e teoria musicale

Elementi armonici

- Scritto principale di Aristosseno


- Primo trattato di teoria musicale che ci è pervenuto quasi per intero
- Titolo originale forse: Sull’armonica (disciplina che studia l’armonia) ha formattato: Tipo di carattere: Non Corsivo
Contenuto:
- Prima parte: rassegna delle dottrine dei predecessori. Era un procedimento tipico dei trattati teorici
dell’epoca. Fa delle critiche ai pitagorici: intervalli considerati solo come ratio numerica
(intervalli come frazioni, intervalli traducibili in numero). Se qualcosa non era traducibile in
numero allora non era praticabile. Per Aristosseno era più di impatto l’aspetto percettivo:
impatto di un suono, intervallo sull’ascolto.
Pitagora ha un approccio matematico mentre Aristosseno ha un approccio più percettivo.
La teoria musica da parte dei Pitagorici è parte della matematica.
Il suono è diverso dal rumore e dal parlato. Il suono del parlato ha un’altezza ma non è
determinata. Aristosseno sa distinguere tra il suono, il rumore e il parlato.
L’onda sonora è irregolare, quindi non è misurabile quindi non traducibile in rotazione
musicale.
Aristosseno suggerisce di dividere un tono in due semi.toni uguali.
Nessuno lo ha mai ascoltato e verrà adottato da Bach ad esempio.

Bach nel 1700 scriverà das wohltemperierte klavier (clavicembalo ben temperato)
- In verità scriverà di qualsiasi strumento a tastiera
- “Ben temperato” significa che la tastiera è accordata sulla base del temperamento equabile
- 24 preludi e fuga in tutte le tonalità, maggiori e minori.

Definisce per la prima volta il termine genere del tetracordo: due suoni estremi sono sempre fissi e due
suoni interni sono mobili.
Parla del genere del tetracordo e della divisione del tetracordo (il suo tetracordo di riferimento è quello
di LA).
- Tetracordo diatonico LA SOL FA MI
- Tetracordo cromatico LA FA# FA MI
- Tetracordo enarmonico LA FA FA-1/4 MI
Polemica con i pitagorici per Aristosseno perché è l’ultimo giudidice è l’orecchio. Si teorizza solo ciò
che si percepisce. L’interazione non è mai giusta o sbagliata. Ci sono delle vie di mezzo delle sfumature
che si impara a percepire con l’orecchio.

L'imprinting di Aristosseno deriva per lo più dal padre, quindi dalla Magna Grecia, da Pitagora.

Come faceva Pitagora a costruire una scala?


Pitagora si basa sugli intervalli che considera naturali: l’ottava, la quita e la quarta (diapason, diapente,
atessaron). Per fare questi intervalli prendeva la Quinta naturale. Procedeva di Quinta in Quinta → do
re mi fa sol, poi ripartiva dal sol – sol, la si do re.
Questo procedimento di Quinte si arriva su un Si diesis, che dovrebbe essere uguale al Do, ma
procedendo di Quinta in Quinta naturale c’è una sfasatura tra Si diesis e il Do e il sistema è quindi
sballato.
Il sistema di Pitagora prevede di procedere sempre di Quinta in Quinta naturali, partendo da un Do e
salendo, arrivando al Si diesis, dovrebbe corrispondere al Do, ma procedendo con questo sistema non è
uguale al Do, mi porta ad un suono diverso.
(ascolto suono)
I moderni non amano la musica del passato, prima di eseguire un repertorio di un qualunque epoca
bisogna chiedersi il temperamento di quell’epoca, come venivano accordati gli strumenti.
Aristosseno aveva proposto di adottare il temperamento equabile, dopodiché era rimasto inascoltato.
(video sul temperamento equabile).
Il Re se lo riporta giù di 1/8.
Andando di Quinta in Quinta ci si aspetta di ritrovarsi al punto di partenza e invece no. Allora cosa
succede? Prende lo scarto, chiamato comma pitagorico, l’hanno diviso in modo da ripartirlo equamente,
sperando che lo ingannasse.
ARISTOSSENO E IL DISCORSO SULL’ARMONICA
L’armonica che si è occupata degli elementi armonici: -dividere un tono in due semi toni uguali, -di
stabilire quali fossero i generi di tetracordo in uso → platonico MI RE DO SI, cromatico MI DO diesis
DO SI, enarmonico MI DO quarto di DO quarto di DO.
Finisce così il libro sull’armonico.
Altro libro che ci occupiamo: RITMICA.
Armonica, ritmica e metrica.
La metrica si occupa di poesia, gli antichi greci fino ad Aristosseno metrica- poetica e ritmo della
musica coincidevano, il poeta intonava la poesia mantenendo il metro, ci metteva le altezze.
Concetto degli elementi ritmici che viene introdotto da Aristosseno è TEMPO PRIMO → è quella che
noi definiamo un’unità di misura, ad es. abbiamo le misure di 2/4, qual è la nostra unità di misura? 1⁄4.
In ogni battuta ho 2/4 uno è forte, l’altro è debole, uno di essi vale 1⁄4.
C’è una certa regolarità
fino ad Aristosseno non c’era, lo introduce lui: TEMPO PRIMO (proto cromo)
serve a misurare altri valori più grandi risultati da altri valori semplici, oppure valori più piccoli che sono
il risultato del primo tempo.
Introduce questa unità di misura per consentire il distinguere tra il metro poetico e la melodia (ad es. la
nebbia agli irti colli piovigginando sale).
Dà gli accenti dove vanno dati, inserendo le note.
Platone sarebbe stato contrario, avrebbe mescolato tutto con tutto.
Saggio di Eleonora Romponi, incluso in un antologia di saggi Storia dei concetti musicale, storia dei
termini musicali, cosa voleva dire teoria ai tempi di Platone, ai tempi di Aristossene, oggi.
Eleonora parte dagli antichi greci.
Iniziamo a capire cosa significa RITMO: scorrere, significa essere in movimento.
Il ritmo deve scorrere in maniera regolare.
C’è un altro concetto: la melodia come insieme di intervalli melodici + ritmo. Intervalli melodici
componenti femminile, intervalli ritmico componente maschile.
Come si chiama l’accento per noi? Battere. L’arsi? Levare. Nel Medioevo Elevatio e depositio.
Odiernamente: levare, battere.
La melodia si compone di componente ritmica data da inanellamento di suoni di durata diversi, la
melodia è data da inanellamento di intervalli diversi.
Aristosseno fa una serie di considerazione sull’ ANDAMENTO RITMICO, che è anche il tempo di
un’esecuzione musicale.
Serve a scandire il tempo facendo capire all’orchestra quale debba essere la velocità di esecuzione.
Da Aristosseno in poi la metrica ha un’importanza relativa, non più assoluta, la musica può introdurre
un andamento ritmico diverso rispetto al metro poetico, rispetto alla semplice declamazione del testo
poetico.
Il metro poetico coincideva con il ritmo della musica.
TRATTATO dei resti di Liviano (III-IV sec. d.C.)
Concetto di Tempo primo.
Vengono definiti i generi pollici (i piedi metrici della poesia antica).
Si parla dell’andamento.
Introduce concetti nuovi:
-modulazione ritmica: in relazione al ritmo, passaggio da una misura ad un’altra, da un tempo ad un
altro a metà della composizione. Cambiamento di ritmo, passaggio di un tempo ad un altro, es.: da un
tempo binario a un tempo ternario.
-ritmopea (?): capacità del compositore di costruire con i ritmi diversi, di combinare insieme con ritmi
diversi.

AGOSTINO D’IPPONA
Originario di Tagaste, Algeria, epoca romana, IV-V sec.d.C., originario dell’Algeria romanizzata.
All’interno della vasta produzione agostiniana leggiamo il DE MUSICA. Trattato più di metrica e
filosofica, il trattato sulla musica leggeremo buona parte del I e VI libro.
E’ considerato uno dei più grandi filosofi dell’occidente cristiano e uno dei più grandi dottori della
Chiesa, uno dei più grandi pensatori della Chiesa, i suoi genitori avevano orientamenti religiosi e
spirituali diversi, la madre cristiana, il padre convertito al Cristianesimo in punto di morte.
Agostino ha avuto un’educazione di prima qualità, si è avvicinato a correnti letterarie e filosofiche, si è
avvicinato alla corrente MANICHEA, è uno dei tentativi per rispondere dal suo punto di vista al
grande quesito: DA DOVE VIENE IL MALE? COME SI SPIEGA IL MALE?
Una delle possibili risposte è la risposta MANICHEA. Dopodiché si trasferisce a Roma, nel 333, resiste
1anno, gli studenti che gli erano stati affidati erano turbolenti, non riuscendo a mantenere la disciplina
in aula, decise di abbandonare4 Roma e si trasferisce a Milano, dove c’era il grande vescovo poi
santificato Sant’Ambrogio.
Ambrogio conosceva il latino e il greco, questa è una marcia in più, aveva accesso alle sacre scritture,
aveva avuto accesso alle fonti e aveva sviluppato la l’esegesi, lo sviluppo delle Sacre Scritture.
Si aggrega alla comunità di eruditi e segue le prediche anche di Ambrogio, perché era affascinante il
modo di spiegare e argomentare attorno alle Sacre Scritture, una figura molto energica.
Questa personalità così spiccata aveva influenzato Agostino.
Viene battezzato durante la Pasqua del 387, insieme al figlio.
Prima di questo gesto, Agostino si era ritirato in località della provincia di Milano, con alcuni
collaboratori, studia le Sacre Scritture e scrive il De Musica. Perché decide di scrivere un De Musica? La
musica è una della arti liberali del sapere. Il sapere era articolato in 2 parti: umanistico e scientifico
(triviu: umanistiche, quadrillium: discipline scientifiche → matematica, geometria, fisica, musica.
Agostino aveva dedicato un trattato a ciascuna arte liberale, ma non le aveva terminate.

Nel trattato De Musica parla di metrica, doveva essere completato.


Poi ci sono pervenuti altri frammenti di un trattato sulla grammatica e dialettica, ma sono frammentari.
Il suo progetto nello scrivere dei trattati è rimasto incompiuto.
Il VI libro, ha un taglio diverso, in modo filosofico, come modo di innalzarsi alla divinità, è stato scritto
dopo il suo ritorno in Africa. Appartiene ad una fase diversa della sua vita, quando era diventato
vescovo. La sua attenzione era rivolta altrove, non gli importava completare i trattati del quadrillium.
Nel 391 torna in patria, Patagaste, fino alla morte 432, si trasferisce a Ippona, perché ha rivestito il
ruolo episcopale per 35 anni.
Quali sono quindi le opere che ci interessano? De Ordine → dove si pone il problema del male. De
Musica → dove parla di metrica. De Cristiana → racconto sulle Sacre Scritture. Confessioni → 3
passaggi significati sulla musica: non si riferisce esplicitamente alla musica, ma descrive la sua
conversione. Questa pagina è accompagnata come una serie tv, la conversione avviene grazie al fatti che
Agostino viene sorpreso da una filastrocca intonata da un gruppo di bambini, da voci bianche, con la
caratteristica della timbrica innocente, questo ha contribuito alla conversione. Testimonianze innodia
ambrosiana → inni ad Ambrogio. I musicologi moderno smantellato le attribuzioni ai precedenti
musicologi, così che gli inni ridotti ad Ambrogio sia ridotto. Ambrogio componeva componimenti
poetici, inni che venivano intonati, promuoveva il canto degli inni, e venivano portati anche fuori
Milano. Ci parla dell’innodia come cronaca, ci parla della sua reazione suscitata ascoltando gli inni, si era
commosso.
Questo ci fa capire che Agostino era molto sensibile al fascino della musica, e che gli inni erano molto
suggestivi.
Ci dice dà due informazioni importanti.
Da un lato capiamo che è sedotto da quest’arte, dall’altra lo considera vincolante, è bella, forse troppo,
e nello stesso pericolosa.
La pagina dedicata alle Confessioni, rivela una capacità introspettiva rarissima.
Platone era stato influenzato dal pensiero pitagorico.
Per Pitagora era importante inserire la matematica, quando si parla di misurazione di intervalli, si parla
di misure concrete, ma anche del significato filosofico degli intervalli.
Dopodiché i pensieri di Platone sono assimilati da Aristotele che prende risonanza con essi.

Politica di Aristotele → ruolo dell’educazione musicale e dell’educazione dei cittadini della polis. La
musica è uno dei tanti aspetti de cittadino ideale, in quanto materia di insegnamento, vale la pena
insegnarla? SI. La musica ha un forte impatto etico, ethos fa da ponte tra la musica e la morale. I greci si
riferivano all’impatto emotivo suscitato in alcune persone.
Dopo Aristotele, un suo allievo, ARISTOSSENO che indispettito dall’esito della scuola aristotelica
passata alle sorti di un suo collega, scrive una Teoria musicale, originale, per la prima volta abbiamo un
testo di teorie musicali: GLI ELEMENTI ARMONICI.
(2 capitoli da leggere MUSICA E MITO, PITAGORA E PLATONE)
Altra figura gigantesca: AGOSTINO. Sa guardare dentro di sé, introspezione, sa scrivere questa sorta di
sondaggio interiore, viene chiamato in causa da psicologi, scienziati, rapporto tra organi percettivi e
cervello, chiamano Agostino perché mette in pratica i 5 sensi, considerato come finestre che mettono in
comunicazione l’individuo con il mondo.
I 2 sensi considerati privilegiati: vista e udito, per Agostino l’udito ha importanza come la vista.
Agostino amava tantissimo la musica.
Agostino ha viaggiato in Italia: Roma, Milano dove si è convertito, ha frequentato Ambrogio, è passato
attraverso al manicheismo e convertito al cristianesimo, poi torna in Algeria, dove assume il ruolo di
vescovo.
Scrive Le CONFESSIONI → sono autobiografia, quindi introspezione, dove narra i suoi viaggi, la sua
vita.
A volte la musica è presente anche senza riferimenti alla musica nel salmo stesso, le narrazioni nel
salmo sono scritte come metafora della musica.
A volte ci dà informazioni concrete, ci può dare informazioni storiche sulla musica, com’era la musica
nei suoi tempi e nei vari luoghi da lui frequentato, anche com’era la musica in Africa.
Tanti degli scritti agostiniani contengono riferimenti alla musica.
Poi ci sono contesti in cui Agostino riflette sulla musica in quanto fenomeno, nel De Musica si pone il
problema di definire questa disciplina in maniera analitica.
Dopo la sua conversione sembra voler convertire il libro stesso, far si che tutto quanto era stato scritto
fino al volume 5, dal 6 doveva essere letto in chiave diversa come strumento per elevarsi e muovere
verso la musica.

Una delle prime pagine delle Confessioni.


Abbiamo un capitolo in cui Agostino esprime il momento in cui si è sentito chiamato, e si converte al
Cristianesimo Giunto a Milano ci narra il momento preciso in cui avverte di cambiare vita.
“parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce,
come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: "Prendi e leggi, prendi e leggi". Mutai
d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi,
ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte. Arginata la piena delle lacrime, mi alzai. L'unica
interpretazione possibile era per me che si trattasse di un comando divino ad aprire il libro e a leggere il primo verso che vi
avrei trovato. Avevo sentito dire di Antonio che ricevette un monito dal Vangelo, sopraggiungendo per caso mentre si
leggeva: "Va', vendi tutte le cose che hai, dàlle ai poveri e avrai un tesoro nei cieli, e vieni, seguimi". Egli lo interpretò
come un oracolo indirizzato a se stesso e immediatamente si rivolse a te. Così tornai concitato al luogo dove stava seduto
Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi. Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su
cui mi caddero gli occhi. Diceva: "Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle
contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo né assecondate la carne nelle sue concupiscenze". Non volli
leggere oltre, né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel
mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono”
Nel momento della conversione, sente le voci bianche di fanciulli che gli dicono “prendi e leggi”,
leggere il libro che ha davanti. Il pensiero di Agostino va a cercare se quella fosse una cantilena, La
commozione lo conduceva facilmente a piangere. La voce lo invitava a leggere il primo capitolo che gli
si presentava davanti, si parla di un modo di conversione.
Un’altra pagina all’interno delle Confessioni, nascita della Innodia ambrosiana. Nel cap. VI del libro IX.
“Quante volte una pungente commozione mi strappò il pianto tra gli inni e i cantici, mentre la tua chiesa risonava
dolcemente delle voci dei fedeli! Voci che fluivano nelle mie orecchie, mentre la verità si discioglieva nel mio cuore: vampate
di pii affetti se ne sprigionavano, e le lagrime cadevano, cadevano: e il pianto mi era dolce e salutare”.
(si riferisce alla Chiesa di Ambrogio, la chiesa di Milano).
Lui si lascia muovere dalla musica, la musica lo scuote.
Insieme delle voci dei fedeli, la musica è portatrice di verità. Lui si riscaldava di affetti, la musica
sprigionava vampate di calore. Usa una serie di termini che a noi educano una sensazione di calore. Alle
volte il pianto fa bene, non è visto come qualcosa di negativo, lo fa stare talmente bene da piangere.
Il pianto in alcune civiltà era considerato poco virile, qui Agostino non ha esitazione a palesare una sua
commozione tale da scaturire il piano. La musica è uno strumento privilegiato a questa commozione,
questo è candidamente dichiarato in varie pagine.

CAP. VII
“risuonavano i canti dei tuoi inni e mi inducevano a un pianto più abbondante,
ora finalmente respiravo in te”.
Parla a Dio, altro passaggio in cui abbiamo una descrizione su un ascoltare speciale.
(inno di Sant’Ambrogio, Deus Creator Omnium) Dio, creatore dell'universo,
e reggitore del cielo
che rivesti col chiaror della luce il giorno e la notte col dono del sopore,
“perché il riposo ridoni
all'usata fatica le membra spossate,
sollevi le menti stanche
e liberi dagli angosciosi affanni;
Trascorso ormai il giorno,
ti innalziamo preghiere di ringraziamento, all'inizio della notte, cantando un inno,
affinché tu ci aiuti a mantener fede alle promesse. Ti cantino le profondità del cuore,
ti conclami la voce squillante,
ti ami il casto amore,
ti adori la sobria mente,
affinché quando l'abisso delle tenebre notturne avrà inghiottito il giorno,
la fede non conosca l'oscurità
e della fede si illumini la notte.
Non permettere che lo spirito si assopisca; impari, invece, a dormire la colpa,
e la fede, che dà ristoro ai puri,
smorzi l'ardore del sonno.
Libero da ogni sensualità,
ti agogni l'intimità del cuore,
e nessun timore, per inganno dell'infido nemico, turbi chi riposa.
Noi invochiamo Cristo e il Padre
e lo Spirito di Cristo e del Padre:
Trinità, che sei un solo essere,
potente in ogni cosa, sostiene chi t'invoca”
Il tema del buio e delle notte era un tema sentito a Milano, riunirsi a pregare di notte significava riunirsi
al buio.
Con l’arrivo della notte, preghiamo insieme affinché ci distoglie le ansie e i turbamenti.
La fede deve illuminare. La preghiera è rivolta alla trinità affinché intervengano nel sonno della notte a
portare ristoro.
(ascolto canto inno) alternanza di voci maschili/femminili intonavano ciascuno una strofa, è un canto
strofico, nelle strofe, il testo cambia ma la musica rimane uguale, alternanza di una voce maschile e un
coro femminile, intonazione responsoriale, l’intonazione diretta è quando il coro canta dall’inizio alla
fine, responsoriale quanto il coro è alternato 1-tutti. Struttura strofica e alternanza di una voce maschile
e coro. Quando cantano in tanto, intonano tutti la stessa melodia → OMOFONICA (omoritmica). Ci
aspettiamo di vedere una sola melodia, 8 strofe.
LA-SI-DO
Perché prima le note erano quadrate e non tonde?
Scrivevano con un pennino.
La voce femminile è più acuta, la voce maschile canta la melodia in loco. Cantano le stesse note, ma il
coro femminile canta con la distanza di 1/8, Ottava superiore.
Altra pagina delle Confessioni, Agostino parla dei PIACERI dell’udito. Pagina all’insegna
dell’atteggiamento ambivalente → atteggiamento altalenante.
Ora sembra approvare i piaceri della musica, ora sembra disapprovare. X libro delle Confessioni.

Impigliato e soggiogato, come se stesse sotto gioco. Sta parlando con Dio.
La musica lo soggioga ma lui se ne rialza quando vuole.
Sta cercando di dividere la melodia e le parole intonate.
La musica una volta che trascina le parole acquisisce una presenza molto forte.
Le canzoni rimangono impresse in quanto prodotto finito, con quelle parole lì.
Qui Agostino sta confessando a sé stesso come ascolta la musica, poi si confronta con Dio per capire se
ascolta la musica per piacere o per ascoltare le parole? Per mezzo o per fine?
Raccoglie i piaceri della musica ma poi sembra condannarla.
La sensazione uditiva gli permette di scatenare delle sensazioni, che lo portano verso Dio, il pensiero
deve essere sempre un passo avanti. Lui si rende conto di essere trasportato dalla musica. Questo
peccare, lasciarsi trasportare dal flusso musicali, delle sensazioni, è qualcosa di temporaneo.
L’oscillazione continua tra coscienza e conscio.
Ascolta la musica si lascia trasportare, poi si rende conto di peccare e si ferma, e poi ricomincia.
A volta esagera nella cautela e pecca di severità. Deve capire quale posto attribuire alla musica.
Ha senso cantare durante le celebrazioni?
Condanna la musica ma poi capisce che lui è tornato dalla prigione grazie alla musica, così ondeggia tra
il pericolo del piacere della musica e la constatazione dei suoi effetti salutari.

Il suo atteggiamento è ambivalente nei confronti della musica, si sente più misero degli altri quando la
condanna.
Il I° libro del De Musica ruota attorno alla definizione di musica, l’importanza dell’imitazione nell’arte.
Vuole dare una definizione dell’ars musica.
Ciascuna di queste 3 definizioni aveva sfumature diverse: ars : discipline che si studiavano,
connotazione astratta; scienzia: deve avere le sue regole fisse; disciplina: ha una componente pratica,
ha sia una vocazione teorica sia pratica. Il De Musica come i dialoghi di Platone è concepito come un
dialogo tra il maestro e il discepolo.
Le prime pagine del De Musica danno una definizione di musica → musica est scienzia bene modulandi: la
musica è la scienza, deve modulare bene. Distingue la musica ben modulata e la musica per imitazione,
chi impara per imitazione.
Nella prima parte del De Musica è un dibattito tra il maestro e il discepolo, sul significato e la natura
dell’arte musicale e sul confronto tra far musica in riflesso senza saper cosa si fa e far musica
consapevole, sapendo ciò che si fa.

De musica. Agostino nel 387 è a Milano, ha 33 anni e ha un figlio di 15, Adeodato. Si converte e si ritira
a Cassiciacum (Cassago Brianza forse) con la madre, il fratello, il figlio e pochi amici a leggere le
Scritture. Smette di insegnare retorica, e inizia a lavorare al grande progetto di scrivere un trattato per
ogni arte liberale (oltre al De musica, di cui abbiamo in realtà solamente la prima parte sulla metrica,
possediamo De dialectica, De rhetorica di dubbia attribuzione, appunti per un De grammatica).
Tutte e 3 queste ars, grammatica, dialettica, retorica venivano considerate propedeutiche allo studio per
parlare in maniera sensata e applicata alle discipline.
Nelle Retractationes dirà poi di questi testi: “Mi ripromettevo di giungere io stesso e di condurre gli altri
alla conoscenza delle realtà incorporee passando prima attraverso quelle corporee”. Questo trattato sarà
un’autorità per secoli, quando Boezio scriverà il suo trattato scriverà solo di armonica, e non di metrica,
in quanto vi era già questo trattato precedente.
L’obiettivo di Agostino è quello di ascoltare la struttura dell’universo, come i frammenti di Eraclito,
Agostino usa il termine numerus, come semplificazione, non vuol dire solo numero, lo traducevano in
ritmo.
La metrica è utilizzata per far capire al lettore cosa Agostino intendesse. Questa scienza della musica
deve servire a intraprendere lo studio a passare
dalle realtà corporee a quelle incorporee. Il musico da solo non può compiere questa ascesa se non si
avvale dei sensi, per Agostino i sensi sono da superare. La metrica è un passaggio, si capisce il senso del
ritmo.

Nel II Libro, c’è un osservazione interessante, in cui Agostino dice “i grammatici hanno una serie di
regole che dicono come allungare o accorciare le sillabe, queste combinazioni sono normate da regole
fisse” il musico va un po' in là delle regole, si basa sulla dellettatio → il diretto, il piacere. Mi piace? Si,
allora la tengo così. Mi piace? No, allora la cambio. Per Agostino c’è questo aspetto importante che è la
dellettatio, per cui i musici si basano, il piacere.
Il problema della traduzione: portare un testo da una lingua antica ad un’altra. Io devo rendere il testo
comprensibile, il lettore deve ritrovarsi.
Chi traduce deve fare una scelta, nelle tante maniere di tradurre, privilegia un’interpretazione. Tradurre
significa anche deformare. Il testo deve prendere forma.
Termini importanti nel testo:
-silenzio, significa anche un tempo di silenzio, un battito.
-mensio: misurare → misurazione della quantità e della misurazione dei piedi contenuti in un verso.
Come misurare la quantità.
-percussio: percussione → inteso come battito, battito del tempo, nel trattato di metrica, scandire il
tempo per decantare un verso.
-acumen: il battere.
Termini che ritornano in questo trattato.
Questo trattato di Agostino è stata una pietra miliare per secoli, nessuno ha scritto trattati di metrica
perché c’era già quello di Agostino.
Dopo il trattato di Agostino c’è quello di Boezio, parla di Armonica.
Boezio traduce dal greco al latino i trattati che parlano di armonica e confeziona un trattato che parla di
armonica, ma la metrica la lascia perdere. È un argomento, c’era già il trattato di Agostino.
NUMERUS: a seconda dei contesti può voler dire → rapporto numerico tra i movimenti, es. rapporto
tra la lunga e la breve, è misurabile. Ente matematico è un concetto astratto.
-RITMO DI UN VERSO: è una cosa concreta se dice di quale verso sta parlando.
-GRADAZIONE DELLA COSCIENZA SENSIBILE: concetto astratto. Il numero come concetto
astratto diventa una forma percepibile.
Ne parla nel VI Libro della definizione di numero.
Se io sento un suono, è qualcosa di sensibile, ha delle caratteristiche. Anche nella danza c’è un numero,
nel movimento c’è un numero, la danza si basa sulla coreografia, dice quali movimenti e come farli, è la
dimensione spazio- temporale. Il ritmo della musica si traduce in ritmo del movimento.
-NUMERI PROGRESSORES: senso di chi sente → udito, sente rumori, suoni, all’interno di essi ci
sono dei numeri, hanno un suo ritmo. NUMERI PROGRESSORES: questo ritmo è inerente alla
musica in sé, la musica ha questi ritmi.
-NUMERI RECORDABILES: numeri della memoria. Canticchiamo nella memoria un motivo, perché
lo memorizziamo, ad es. canticchiamo ad occhi chiusi l’inno d’Italia, lo abbiamo memorizzato nella
memoria.
Agostino dice questo: memorizza nella memoria i suoni, ha gli stessi numero, questo per capire cosa
intende lui per numero.
-NUMERI IUDICIALES: numeri del giudizio → chiunque capisce che una nota cantata è sbagliata, c’è
un errore. Cosa ci fa dire dentro di noi cosa è giusto e cosa è sbagliato? I numeri del giudizio. Agostino
ci fa capire che noi siamo in grado di giudicare la musica perché dentro di noi abbiamo interiorizzato la
capacità di discernere cos’è intonato e cos’è stonato.
Tutto quanto è la nostra conoscenza, della metrica, ritmica, musica, ci consente di avvicinarci alla
comprensione dei NUMERI ETERNI, il ritmo che regola
l’universo.
Agostino quando parla di metrica, fa riferimento, oltre alla poetica dell’epoca, alla lirica religiosa e
menziona degli inni.

DEFINIZIONE DELLA MUSICA I LIBRO De Musica


Agostino definisce la musica: La musica è la scienza del
modulare bene. Musica est scienzia bene modulandi.
Tra i 3 termini Ars-musica-scienzia, lui sceglie il termine
scienzia per la musica.

Mette da una parte chi fa musica, dall’altra che si propone a


capirla un po' meglio.
Modulare deriva da “misura”, ma in italiano modulare
diventa anche “modulo”, il modulo è qualcosa che
immaginiamo ripetersi sempre uguale, una struttura fatta in
moduli uguali. Il modulo è qualcosa che mi aiuta a misurare.
Questo è un trattato di metrica e nella metrica si misura la
lunghezza delle sillabe.
Secondo Agostino il termine modulazione ha a che fare con
la musica, ma la musica non è l’unica cosa misurabile, c’è chi
fa musica e non la conosce, es. il musico che suona ma non
conosce le regole della musica.
Cosa significa modulare? Cosa significa modulare bene?
La musica è la scienza che ci fa modulare bene, che conosce
bene le regole della modulazione.
La musica muove le corde dell’animo umano.
Un cantante dalla voce dolcissima, che danza con garbo, si lascia andare mollemente, mentre
l’argomento richiede austerità, non usa bene la modulazione secondo i numeri. E’ inadatto.
La buona modulazione è di pertinenza di questa disciplina liberale, della musica.

Scienza bene modulandi: scienza che insegna a cantare in maniera appropriata.


Il canto dell’usignolo è adatto alla stagione. Chi canta bene è
simile all’usignolo.
Gli animali sono privi di coscienza, Agostino questo riteneva.
Chi canta bene, suona ad orecchio, chi canta
meravigliosamente non sa quello che fa, non è simile
all’usignolo? Si.
Anche gli ascolta musica senza avere questa scienza sono da
paragonare alle bestie?

Elefanti, orsi si muovono secondo il canto, gli uccelli si


dilettano delle proprie voci.
Non bisogna farsi trascinare in maniera incontrollata.
Fa bene per il ristoro (riferimento a Platone e Aristotele).
Il maestro provoca l’allievo affinché rifletta su ciò che è
consapevole e ciò che non è consapevole nella pratica musicale.

Perché chi suona la cetra, il flauto, è diverso dall’usignolo? Perché ha una certa arte, hanno imparato
questa arte imitando i loro maestri.
Il termine arte, vuole che sia impiegato dove c’è qualcosa in più.
Insegnare: in-segnare, faccio un segno, attraverso questo segno capisci come fare.
Se i citaristi hanno imparato a suonare la cetra imitando i maestri, si può dire che dispongono dell’arte
di suonare la cetra, anche se l’hanno appresa solo per imitazione?
Molte arti si basano sull’imitazione, non ha chiamato arte imitazione.
L’arte si fonde sia sull’imitazione sia sulla ragione, gli animali si
basano solo sull’imitazione (animale che imita il cinguettio).
Dove si colloca la scienza? Sia imitazione sia ragione? Poi alla
fine dice: La scienza si trova nella sola ragione, l’arte unisce
ragione e imitazione.
E’ possibile suonare in 2 modi: modo A: come gli uccelli,
solo imitazione, maniera animalesca, solo corpo. Modo B:
posso suonare con imitazione + scienza, cioè spirito, solo
gli esseri razionali.

Uno dei padri della Chiesa si occupa dell’esegesi ma anche delle fonti, di teologia, di gestione di diocesi
dal 95 in poi è vescovo di Ippona, ecco perché è noto come Agostino d’Ippona, era un cittadino
umano, si reca prima a Roma, non si trova bene con gli studenti, si trasferisce a Milano, il uso incontro
con Ambrogio, incontro che trasformerà la sua vita e la sua visione del mondo, conducendolo alla
conversione al neoplatonismo per alcuni, al cristianesimo per altri.
Che cosa ci colpisce del percorso di Agostino?
Abbiamo guardato le pagine riguardanti la musica, estrapoliamo dal corpus le pagine in cui Agostino
parla di musica. Abbiamo letto passaggi dalle Confessioni in cui ci parla della sua conversione, sente
canterellare quella che è una filastrocca infantile, la voce bianca, sente “tolle, leggi” prende e legge
quello che ha di fronte, le lettere di San Paolo Apostolo ai romani.
Abbiamo letto l’impatto del suo animo dall’ascolto di alcuni inni ambrosiani, Agostino si commuove
fino alle lacrime.
Abbiamo letto una pagina che ci descrive i PIACERI DELL’UDITO, da questa pagina capiamo che
Agostino è molto sensibile alla musica, capiamo che c’è un conflitto interiore per cui Agostino da un
lato si apre entusiasmaticamente alla musica, dall’altro si rende conto di abbandonarsi ai piaceri
dell’udito e fa un passo indietro.
Abbiamo iniziato a leggere il DE MUSICA, noi leggiamo il I° e il VI.
La cosa significativa è la definizione che Agostino dà alla musica, Agostino
avrebbe voluto dedicare ogni testo ad ogni arte liberales, le 3 arti del trivio → grammatica, retorica,
propedeutica allo studio, e le 4 arti del quadrillium → aritmetica, astronomia, musica, prima bisogna
imparare a strutturare e parlare il proprio pensiero.
Una volta imparato a ragionare, pensare, scrivere e parlare si può applicare lo studio alle discipline
scientifiche. Non le ha scritte tutte. Ci è giunta la parte dedicata alla metrica, parla della strutturazione
dei metri.
Questo testo è stato concepito appena prima la conversione e concluso dopo la conversione, è il VI
Libro che conclude quest’opera, getta uno sguardo verso i 5 libri precedenti.
Come fa a virare questi 5 libri? Il percorso attraverso il cosmo materiale verso quelle spirituali, ci deve
condurre a superare lo studio e analisi della poesia. Prende tanti componimenti poetici in latino, fa
un’analisi della metrica, solo in alcun casi cita degli inni, di argomento spiritale, ma lui prende in esame
la poesia profana dell’epoca, dopo la conversione si vuole allontanare da questo, e progredire verso la
spiritualità.
Nell’ultimo libro parla dei NUMERI, numerus → complessità e
ricchezza di significati che la traduttrice, non l’ha neppure
tradotto.
La figura del discepolo ha una funzione fondamentale nei
dialoghi di argomento filosofico, serve ad offrire al maestro la
figura di spiegare e delucidazione, con
il pretesto di spiegare meglio all’allievo, ritorna a spiegare meglio
la materia, la definizione di musica → MUSICA EST
SCIENZIA BENE MODULANDI.
Agostino si concentra su ciascuno dei termini di cui si
compongono i queste definizione.
Musica perché scienza e non disciplina?
Senti come cantano bene gli uccelli. Dispongono della scienza?
La scienza contraddistingue? Differenza tra chi sa e chi fa? La
coscienza di quello che si fa.
Fare le cose a orecchio non è sufficiente per paragonarsi ai
musici.
Gli animali hanno memoria? Si, le rondini quando arriva
l’inverno sanno che devono migrare.
La scienza non sta nella memoria, è una prerogativa che
riferisce allo spirito.
Gli atleti devono ripetere ogni giorno gli esercizi per
mantenere certi automatismi, così la musica e lo strumento.
Non tutti hanno la scienza, sanno svolgere bene la musica
senza sapere la musica.
8.
La scienza sta nell’intelletto.
Anche gli animali hanno la memoria, le rondini dopo
1anno tornano nei loro nidi.
Argo, il cane di Ulisse, l’ha riconosciuto al suo ritorno. Fa
una serie di citazioni, per avvalorare la sua teoria.
La scienza non ha a che fa con i sensi, con la memoria, sta
al di sopra di queste cose, gli animali hanno la memoria ma
non la scienza, la scienza sta nell’intelletto.

Imitare significa imparare qualcosa e poi ripeterla, es.: i discepolo imita il suo maestro e poi ripete i suoi
movimenti, impara per imitazione.
Si impara per imitazione anche il canto, colui che canta per
primo e gli altri ripetono. L'imitazione è importante ma non è
tutto nella musica, gli animali non possiedono la scienza, non
hanno studiato.
Gli attori erano anche cantanti, ballerini, questi operatori teatrali
quel che fanno sia consapevole. Agostino porta in esempio altre
attività come i carpentieri, muratori, compiono determinati
movimenti.
9
E’ lo spirito dotato di scienza che comanda l’agilità del corpo.
E’ più importante saper cosa si vuole ottenere che non saper
fare. Per diventare virtuosi bisogna trascorrere molto tempo
ogni giorno a

studiare. L’acquisizione di un virtuosismo presuppone


un’assiduità nell’esercitarsi nell’attività manuale, e questa
assiduità comporta investimento di tempo e di energia, sul piano
fisico, il muscolo deve abituarsi ad effettuare un determinato
comportamento. Il maestro deve essere quello che ha capito
bene la natura dei comportamenti, altrimenti non sarebbe in grado di spiegarli.
Operai o falegnami colpiscono lo stesso punto e conducono il colpo
dove indica il loro spirito.
MODUS → significa modo, ma anche misura. Il chirurgo deve saper
usare le mani, può conoscere la medicina ma se non sa usare le mani è
un pessimo chirurgo.

Cosa sono le doti naturali?


Anche i musicisti sono un po' come gli animali, si basano sui sensi e
sulla memoria. (teatranti: persone che fanno un po' di tutto) Il
pubblico sa riconoscere chi sa suonare da chi non lo sa fare.
La natura ci fa capire la musica: capacità di giudicare la musica,
numerus (ne parla nel VI Libro).
Tutti si mettono a fischiare se uno fa una stecca, la natura allora fa
in noi un’innata capacità di giudicare.

Il flautista sa cos’è giusto e cos’è sbagliato. Il flautista potrebbe improvvisare, memorizzare e ripetere.
Gli animali hanno la memoria, i sensi, ma non hanno
la scienza, la musica non hanno consapevolezza di
quello che stanno facendo.

VI LIBRO

Numeri sensibili, numeri dei 5 sensi, Agostino tiene in


considerazione la vista, l’udito il tatto.
Bisogna passare dalle realtà corporee alle incorporee.
Inno, uno dei pochi autentici inni scritti da
Sant’Ambrogio “Deus creator omnium”. Giambo: è un
piede della metrica greca, si compone di una sillaba, o
tempo, breve, e una sillaba, o tempo, lunga. La
ripetitività è prerogativa per la memorizzazione.
Dodici tempi: ha un tempo breve e tempo lungo (vale il
doppio).
Dove si trovano i giambi?
Stanno nel verso? Nell’udito di chi ascolta? Questi ritmi
siano anche nella nostra memoria?
I 4 giambi sono gli stessi 4 giambi che sento nella mente
se lo ripeto nella mente (do-re-do-re-mi-fa-do-mi).
Posso memorizzare qualcosa che non ho mai ascoltato?
No, a meno che non leggo un testo e lo immagino
come suonerebbe se lo declamassi.
Il ritmo sta nel verso stesso, nell’orecchio di chi lo
ascolta, nella nostra memoria.
Il suono può prodursi indipendentemente da chi lo
ascolta? Si.
Il ritmo del suono è indipendente da chi lo ascolta.
Il senso di chi ha l’udito è diverso da chi non ha l’udito.
Agostino dice che può percuotere con un’altra parte del
corpo, la mane, un altro ritmo.
Ritmo che sta alla stessa altezza.
Anche se si tocca con un dito una parte sensibile del
corpo il numero è sentito tutte le volte che si tocca.
Rimane il numero.

Ultimo libro, impegnativo, Agostino ha la pretesa di delineare dal V Libro al VI, vuole che il suo lettore
insieme a lui possa compiere un passaggio significativo, dal sensibile al sovrasensibile, dal corporeo
all’incorporeo, concettualizza una serie di concetti, cosa significhi per lui NUMERUS → possibilità di
misurare il reale, Agostino ci tiene che il lettore comprenda il significato di numerus, allora fa una serie
di esempi per lasciar intendere che cosa sia numerus, prende in esame diverse categorie di RITMI,
all’inizio declama un inno che si compone di 4 piedi giambici, dove si trovano questi 4 giambi? Nel
suono che sentiamo (Deus creator omnium) si compone di 12 tempi: 4 giambi ognuno composto
da 3 → breve lunga, breve lunga, breve lunga, breve lunga, la breve vale 1 tempo, la lunga vale il
doppio.
Il suono prodotto dalla declamazione di questo verso.
Il suono in sé è indipendente dall’ascoltatore che capisce com’è strutturato.
Ci sono i secondi numeri, i primi numeri CORPORALES sono nel suono, i secondi OPPURSORES
sono nel SENSO, il senso interessato dalla percezione uditiva, udito.
Non posso sentire un suono se nessuno lo sta producendo, quindi uno dipende dall’altro, quelli
indipendenti sono più importanti rispetto a quelli dipendenti. Ci sono i numeri PROGRESSORES, si
trovano nell’atto stesso di pronunciarli. La 4° categoria: numeri RECORDABILES, si trovano nella
nostra memoria.
Il ricordo di qualcosa che ha sentito, sono numeri dipendenti, di qualcosa che in precedenza ho
ascoltato o declamato.
1) Nel suono, 2) nell’udito, 3) chi lo sta eseguendo, 4) nella memoria, ho ascoltato il concerto e l’ho
memorizzato.
Cosa significa ricordare? RI-CORDARE → riportare nel cuore.
Si va al numero 5, i ritmi del GIUDIZIO: la nostra capacità di giudicare i ritmi. Agostino distingue 2
facoltà di giudicare, l’uomo che è un animale, ma anche qualcosa in più rispetto agli animali: ha qualcosa
di istintivo, se ascolta una stonatura prova fastidio istintivamente, nell’uomo c’è una seconda fase del
giudizio, perché mi ha dato fastidio? Perché, es., relativamente all’altezza non è conforme, è fuori dal
tono, fuori ritmo è fuori tempo.
Si pone delle ipotesi di risposta al perché ha dato fastidio, gli animali non si pongono delle domande.
Nel senso dell’udito cosa succede?
Può esserci qualcosa nell’udito se non si suona
niente? no.
L’udito di chi ci sente è diverso dall’udito dei sordi.
Il palmo della mano sente che percepisce qualcosa, i
tocchi rispondono ad un determinato ritmo.
Abbiamo la capacità di trovare benessere laddove
esposti a ritmi regolari. Numeri del giudizio abitano
nella nostra capacità di giudicare, sono di 2 tipi:
fisici che asseriscono alla sfera sensoriale, razionali
sono propri dell’uomo. L’orecchio recepisce sia le
note belle sia le note brutte, rispetto ad alcuni suoni
siamo deliziati, mentre altri ci infastidiscono.
Se si pronuncia un verso qualsiasi, uno più
velocemente, uno più lentamente, in tutti e due i
casi il verso “Deus creator omnium” si compone di 4
giambi, lo schema rimane uguale sia che lo leggo
velocemente sia che lo leggo lentamente. La velocità
è cambiata ma la struttura metrica (i numeri) è
rimasta la stessa.

Come se fosse una struttura metrica astratta (come disegnare un termosifone a grandezza naturale e a
grandezza più piccole, le proporzioni rimangono uguali).
La modificazione dell’udito quando è stimolato dal suono, non
è di certo la stessa di quando non è stimolato. L’orecchio è
interessato nella misura in cui qualcuno lo sta sollecitando,
l’udito è cimentato nel momento in cui deve ascoltare qualcosa.
“è simile alla traccia lasciata nell’acqua” prima l’acqua è ferma,
quando si immerge un corpo prende quella forma, ritorna ferma
quando lo si toglie. La facoltà di giudicare ce l’abbiamo sempre.
I numeri pronunciati e i numeri nella memoria.
Chiama in causa 2 elementi corporei che ci aiutano a
capire un movimento regolare: il battito cardiaco e
l’inspirazione e l’espirazione, questi 2 movimenti
sono comuni a tutti gli esseri senzienti e l’anima è la
centralina del corpo che dà l’impulso.

Giudizio naturale del sentire, quando proviamo


piacere e quando proviamo fastidio.

In alcuni corpi è più veloce in altri più lento.


Non solo noi possiamo memorizzare un suono e lo
memorizziamo ma posso anche memorizzare
qualcosa a cui ho pensato.
La musica si costruiva facendola e cantandola.
Il senso del giudizio non comune con gli animali, non
hanno la capacità di giudicare se stessi.

La memoria ha le gambe più lunghe, l’orecchio ha


smesso di sentire e la memoria continua ad
immagazzinare. I numeri nella memoria durano più a
lungo.
Come si fa a tramandare un canto alla collettività?
Trasmissione orale, la civiltà occidentale ha la sua
evoluzione e passa con la trasmissione scritta.
Quanto dura la memoria? Più della sensazione
subitanea, ma poi si spalancano discussioni.
I numeri sono più duraturi. Da un lato la memoria
non è niente se non si mette nulla, dall’altra è più
duratura se sollecitata.
Per colpa dell’oblio vengono cancellati molti numeri.
Parla della memoria perché vuole arrivare ai numeri
eterni, quelli si che durano in eterno.
Non c’è da meravigliarsi se l’anima sente le passioni del corpo, riconosce che queste due entità sono
interconnesse.
Noi preferiamo dei numeri ad altri numeri, porta il discorso in senso teologico. Chi sa quello che fa è
un musico.
Agostino si chiede: chi è utile a chi?
Il carpentiere è utile ai suoi sottoposti perché sa come si svolge un lavoro, i suoi operai imparano e
compiono i movimenti giusti.
.
Agostino si rende conto che la percezione è un argomento molto complesso e fa il possibile per capire.
E’ l’anima che agisce sul corpo e non il corpo sull’anima.
Tutti gli oggetti sensibili che sono introdotti nel corpo producono nel corpo qualcosa che ostacola o
favorisce l’azione dell’anima → dalle orecchie entra musica buona e cattiva, la musica buona provoca
degli effetti, provocano delle modificazioni, ci trasforma “tu sei quello che ascolti”, il corpo è
modificato in maniera tale da agevolare l’azione dell’anima, se ascolto musica cattiva il mio corpo sarà
modificato da quest’ascolto, ostacolerà da questo ascolto l’azione dell’anima.

L’anima agisce con maggiore attenzione su ciò che i


corpo subisce. L’anima è influenzata da ciò che entra dai
5 sensi, ma è il corpo che influenza l’anima da ciò che
entra dai 5 sensi.
Se ciò che entra dai miei sensi è buono provoca
benessere, se ciò che entra è cattivo il corpo ne risulta
danneggiato.
(saltare pagg. da 499 a 513)
I CINQUE NUMERI DELL’ANIMA
I primi si chiamano i numeri del giudizio, i secondi
progressivi, i terzi presenti, i quarti memoria, i quinti
sonanti.
(ascolto inno, cosa ascoltava Agostino)
Chiave di DO.
Inizia con FA (ribattuto, canto sullo stesso suono, è a
metà strada tra cantato e parlato). FA-FA-FA-MI-FA-
LA-SOL-FA
Nota guida → serve a capire la nota nella prossima riga
Il ritmo della musica ricalca quella della declamazione.

Quali sono i tipi di numeri, cioè i ritmi, che Agostino prende in esame nel De Musica?
-I numeri che si producono nel suono, un suono che effettivamente può essere prodotto.
-Altra categoria dei ritmi, nel senso dell’udito → qualcuno che ascolti. -Chi sta eseguendo il suono,
numeri che si producono.
Nella memoria.
Agostino dice che la memoria può essere di 2 tipi: memoria muscolare, la memoria sta nel corpo,
memoria intellettuale.
Gli animali hanno memoria? Si. Il cane Argo riconosce Ulisse dalla memoria. -I numeri eterni, divini.
-I numero del giudizio, capacità di giudicare quello che stiamo ascoltando. Quando una musica è
giudicata positivamente? Quando è intonata, quando segue il ritmo.
Quando una musica è giudicata negativamente? Quando è stonata e quando non segue il ritmo.
Questa capacità di giudicare appartiene a tutti.
Effetti della musica nel corpo, Agostino cerca di raccogliere le reazioni date dagli effetti della musica
che produce nell’anima e nel corpo dell’ascoltatore. Ci sono delle musiche prodotte per provocare delle
reazioni motorie, es. musiche da ballo.
Quali sono gli aspetti della musica che provocano un irrefrenabile istinto motorio?
Il ritmo, per es. il ballo.

ENARRATIONES
I commenti che lui ha scritto ai salmi, vediamo come la musica viene chiamata in causa commentando i
salmi. I salmi venivano intonati e non semplicemente declamati. In molti salmi sono in lode di Dio,
cantando il suo nome.
Agostino commentava frequentemente i salmi. Abbiamo una lettura del salmo e poi un commento del
salmo stesso.
Commento del salmo 32
Esultate, giusti, nel Signore:
ai retti si addice la lode.
Lodate il Signore con la cetra
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
(capiamo che il canto si accompagnava con la cetra) Cantate al Signore un canto nuovo
suonate la cetra con arte e acclamate
(suonate con arte: suonare bene)
Poiché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia,
della sua grazia è piena la terra.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli
(è con la parola che vengono creati i cieli e la terra) dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Come in un otre raccoglie le acque del mare
(Dio parla e nascono dalla pronuncia di alcune parole gli elementi naturali)
chiude in riserve gli abissi.
Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo perché egli parla e tutto e fatto
comanda e tuffo esiste.
Il Signore annulla i disegni delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il piano de Signore sussiste per sempre,
i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni. Beata la nazione il cui Dio è il Signore,
il popolo che SI è scelto come erede.
Il Signore guarda dal cielo,
egli vede tutti gli uomini.
Dal luogo della sua dimora
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui che, solo, ha plasmato il loro cuore
e comprende tutte le loro opere.
Il re non si salva per un forte esercito
né il prode per li suo grande vigore.
Il cavallo non giova per la vittoria,
con tutta la sua forza non potrà salvare.
Ecco, l’occhio del Signore veglia su chi lo teme, su chi spera nella sua grazia,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore,
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
In lui gioisce il nostro cuore
e confidiamo nel suo santo nome.
Il commento di Agostino si concentra sulla terza coppia di versetti (cantate al Signore un canto nuovo,
verso 3) entrano in campo concetti significativi se vogliamo capire come Agostino intendeva i saggi.
Il cantico nuovo non compete a uomini vecchi, noi abbiamo un detto eloquente, una specie di versione
popolare di questo concetto espresso da Agostino, “è ora di intonare nuovi canti” “è ora di cambiare
musica” quando vogliamo che cambi una situazione.
“Uomo nuovo” deve cambiare il suo comportamento, la sua mimica.
La musica è intesa come la musica della vita, come noi viviamo, in questo caso la musica può essere
inteso come armonia.
Questo uomo nuovo non canti solo con la bocca, ma lo canti con la vita, cantate BENE, non cantate
solo per il gusto di cantare, cantare a Dio si deve cantare bene. Se al cospetto di un grande intenditore
viene detto di cantargli per piacergli, tremano le gambe per timore di non cantare al meglio.
Dio sa giudicare il canto, il cantante, la musica, il coro, sa giudicare tutto.
Se immaginiamo Dio con le orecchie, le sue orecchie saranno perfette, sanno ascoltare bene tutto.
Non ti preoccupare delle parole che devi intonare, canta nel giubilo, il lettore non capisce il suo senso di
asserzione se non spiega.
Che significa giubilare? Intendere senza dover spiegare a parole, cantare con il cuore. Cantare
melismaticamente, con tante note sulla stessa sillaba.
Spiegare significa aprire. Non si può spiegate tutto con le parole, il linguaggio verbale arriva fino ad un
certo punto, per spiegare concetti profondi può essere di fondalmentale importanza il linguaggio non
verbale, ad es. la musica, la musica sa esprimere, spiega con i suoni.
Cosa significa esegesi musicale?
Spiegare attraverso la musica, si parte da un testo e per spiegarlo produce un altro testo che si compone
di altre parole, ma il linguaggio verbale, la logica ha i suoi limiti, per travalicare questi limiti bisogna
avvalersi del linguaggio non verbale, es.: il linguaggio musicale, spiega tante cose che le parole non
possono spiegare, la musica esprime quello che la parola non sa esprimere.
La vocale più adatte a vocalizzare? A-O.
Un canto di gioia inizia con parole normali.
Ineffabile → ciò che non può essere detto. Se non puoi dirlo perché non giubilare, in modo che il cuore
si apra a una gioia senza parole.
(slide)
Approccio di Agostino nei confronti della musica nei suoi commenti ai salmi. La musica si rivela in
grado di avviare la conoscenza umana nei misteri della fede, attraverso la musica l’uomo conosce i
misteri, più della parola.
Agostino usa le metafore, immagini musicali.
Pensare Dio con grandi orecchie che tutto sente.
In alcuni scritti di Agostino, ci dice che dobbiamo passare dal sensibile al sovrasensibile, dobbiamo
avere conoscenza di questo sensibile.
Che cos’è un’immagine musicale?
Leonoss Guidar (?) ce lo spiega mettendo in relazione occhio e orecchie, in Platone abbiamo la vista
che prevale, in Agostino la vista e l’udito sono complementari.
Visto che Agostino è uno dei dottori della chiesa, ha commentato i salmi,
significa cercare qualcosa di importare per la cultura occidentale.
Agostino sa entrare nell’intimo della mente e dei sensi → sa penetrare con grande sottigliezza nella
psiche dell’ascoltatore, è uno psicologo della percezione auditiva sensazionale, lui osserva prima su di sé
e poi osserva quello che ha ascoltato e poi descrive cosa gli successo durante l’ascolto.
Bisogna diventare ascoltatori consapevoli.
Interpretazione plurale → ogni parole può sprigionare una pluralità di significati.
Distinzione fra diverse tipologie di immagini che costituiscono l’immaginario agostiniano. A volte la
musica si trova in una similitudine, a volte in una metafora, a volte in un simbolo.
Similitudine → elementi che sono esplicitati, es.: sono abile nel canto così come lo è un usignolo.
L’immagine sonora, secondo Agostino, è l’immagine che si forma nella memoria quando pronuncio una
parola.
La musica ha la proprietà dell’immagine visiva, secondo Agostino l’immagine è eterna.
Cos’è il potere evocativo della musica? Si lascia trascinare dal potere della musica.
La capacità di contemplare la musica nel suo insieme è in alcuni.
Poesia, musica e coreografia sono 3 arti che hanno a che fare con la misura del movimento.
Il suono viene valorizzato molto da Agostino.
Agostino è un’intellettuale in movimento, il suo pensiero non è sempre uguale, questa speculazione lo
porta ad approfondire il suo pensiero.
Nei suoi scritti non troviamo sempre la stessa concezione della musica, si evolve.
Nei commenti ai salmi diventa un’esperienza fondamentale, un’indagine filosofica, perché il canto aiuta
la riflessione meditativa. “cantare è pregare 2 volte” Il canto aiuta la riflessione meditativa su ciò che si è
cantato, meditare e capire diventano sinonimi, perché il canto è vicino alla meditazione.
Il canto diventa una forma di meditazione, attraverso il canto, secondo Agostino, si capisce il testo
cantandolo, prima si canta, poi si capisce. L’esperienza sensibile del canto sfocia nella comprensione
spirituale.
Poi c’è un altro aspetto, l’esperienza musicale riporta l’uomo a sé stesso, alla sua dimensione più
profonda → l’inconscio.
La dimensione inconscia è qualcosa che sentiamo ma non riusciamo ad esprimerla in parola, ma
riusciamo ad esprimerla nella musica.
L’esperienza sensibile procede di pari passo con la musica silenziosa → la musica è qualcosa che
sentiamo, la musica silenziosa è qualcosa che non sentiamo, Agostino teorizza l’ineffabilità musicale →
la musica sa dire quello
che le parole non sanno dire, la musica va al di là del testo, capire qualcosa in più rispetto alle parole
non dette.
“parlare di musica è come danzare di architettura” un linguaggio può fino ad un certo punto tradurre
quello che le altre parole non riescono ad arrivare. Agostino dice: prima devi cantare, poi devi
interpretare il salmo. Devi capire sulla tua pelle cosa il canto ci vuole dire e poi devi interpretare il
salmo.

CONCETTI DI ARMONIA E ACCORDO


ACCORDO: deriva da corde, accordando uno strumento significa tirare le corde, oppure accordarsi, es.
tra due persone.
Nel sistema tonale l’accordo designa una combinazione di suoni, suoni che vengono fatti ascoltare
simultaneamente, ci sono accordi: triadi 3 suoni, tetradi accordi di 4 suoni, bicordi accordi di 2 suoni.
Le triadi nel sistema tonale sono 2 terze sovrapposte, una sopra l’altra, un intervallo che intercorre tra
due suoni, un intervallo ha un suono e un suono che viene fatto ascoltare successivamente, un
intervallo armonico è un intervallo tra due suoni, è un intervallo di 3°.
Nel sistema tonale le TRIADI sono due terze sovrapposte.
La terza maggiore ha l’ampiezza di 4 semitoni, la terza minori ha l’ampiezza di 3 semitoni.
Terza maggiore sotto e terza minore sopra significa TRIADE MAGGIORE, al contrario si definisce
TRIADE MINORE.
Questi accordi presi singolarmente hanno poco significato, sono elementi che vanno messi in un
contesto, una canzone, una sinfonia, gli accordi vanno a costruire un sistema tonale. Le triadi vanno
usate in un contesto e secondo alcune regole.
DO-MI, è una terza MI-FA-SOL è una terza.
Gli accordi vanno integrati → nel contesto stilistico vanno collegati in modo da collegare tensioni
tipiche di quel sistema tonale, ad es.: ha poco senso mettere di fila gli accordi seguendo la scala.
Bisogna assecondare quelli che sono le tensioni principali del sistema tonale, quella che dà significato
agli accordi. La tensione fra tonica: I° grado della scala, e dominante: si costruisce sul 5° gradino della
scala.
In genera se la dominante crea una tensione va risolta: ci vuole un ritorno alla tonica.
Nel sistema tonale la tonalità tra questi due accordi è la massima tensione: la tonica è l’entità armonica
di maggiore stabilità, la dominante è l’entità di minore stabilità e richi8ede quindi una risoluzione.
Questa formulazione degli accordi è brutale.
Si percepisce la differenza tra tonica e dominante ma è brutale. Alcune triadi sono maggiori altre sono
minori.
TRIADE: accordo costruito con 3 suoni.
Si possono ridistribuire i suoni in senso verticale, ad es: DO MI SOL, oppure potrebbe essere
riorganizzata in MI SOL DO, SOL MI DO. Avendo come base il suono da cui prende il nome si
chiama TRIADE FONDAMENTALE: alla base c’è il DO, poi il MI, poi c’è il SOL.
Questa triade può essere rivoltare: TRIADE IN I° RIVOLTO, ha come base il MI. Il I° rivolto è in
posizione inferiore il secondo suono della triade, il II° rivolto avrà come nota grave il 3° suono della
triade, SOL.
Questa proprietà di accordi di essere rivoltabili ma mantenere la loro identità permette di creare
collegamenti fra i vari accordi successivi più musicali.
Con i RIVOLTI posso creare movimenti più delicati, eleganti.
Il numero di rivolti dipende dal numero di suoni di un accordo.
La tonica è il suono che caratterizza maggiormente la tonalità, viene percepito come entità di riposo,
mentre la 7° di dominante turba la stabilità musicale e produce un senso di tensione che dev’essere
risolta.
Ci sono metodi per risolvere la dominante: creare una carezza di inganno → perché l’orecchio si
aspetterebbe una soluzione sulla tonica ma questo non avviene, la carezza di inganno risolve la
dominante con un accordo di VI° grado: LA.
Nella tonalità di DO il VI° grado è il LA.
Ci sono modi per evitare la risoluzione: cadenza → non risolvere sulla tonica; senza risolvere la 7°.
Gli accordi possono essere modificati, spostati, messi in successione per avere un suono diverso.
ACCORDO: sovrapposizioni di suoni. Gli accordi vanno inseriti dentro una costruzione musicale, un
accordo può essere usato in diversi modi: accordo di DO, dentro una musica di DO Maggiore all'inizio
non ci dice nulla, alla fine ci dà un senso conclusivo, perché è la tonalità caratterizzante, dà un senso
all’ordine finale.
L’accordo ha senso in base al contesto in cui viene impiegato.

ARMONIA: disciplina che studia gli accordi, la parola armonia può avere altri significati, ad es.: luogo
in cui regna l’armonia, essere in armonia con sé stessi e con il mondo. Anticamente, pensando alla
repubblica di Platone, il termine armonia compare molte volte, nella maggior parte dei casi Platone lo
usa per parlare di concetti musicali precisi → le scale, in altri casi lo usa in modo più ampio →
equilibrio tra più cose.
Boezio definisce 3 tipi di musica: la musica mondana (l’armonia delle sfere), la musica umana (l’armonia
interiore percepita nell’uomo), la musica instrumentalis (la musica vera e propria che si ascolta con le
orecchie e si produce con gli strumenti.
Il termine armonia, fin dall’antichità viene utilizzata per descrivere la coesistenza regolata di tanti
elementi.
La parola armonia fino ad un certo punto della storia ha avuto un significato generico, dal ‘700 in poi
armonia assume il significato di disciplina che regola il rapporto fra suoni, intesa come equilibrio fra
elementi.
La data 1722 → Jean Filippe → Trattato sull’armonia, da questo momento in poi compaiono diverse
opere intitolate ARMONIA.
ARMONIA però definisce un sistema più ampio rispetto alla parola accordo → combinazione di
accordi, armonia → ambito in cui si combinano queste entità.

Platone definisce armonia le scale.


La musica è intesa come armonia, il termine musica deriva dal termine greco che designa le divinità
delle Muse, figlie d Zeus che producono arti figlie del bello, insieme delle arti, soltanto la musica ha
mantenuto questo nome.
Periodo ellenistico, la musica denota non solo il musicista, anche la poesia, la coreografia, queste arti
sono in equilibrio tra di loro.

ARMONIA FUNZIONALE: assegnare ad ogni accordo una funzione. E’ un modo di analizzare la


musica.
ACCORDO: singoli entità accordali di suoni simultanei che messi uno vicino all’altro creano un
discorso musicale e si modulano dentro l’armonia
ARMONIA: sistema tonale.

24.11
CONTRAPPUNTO E POLIFONIA
Citazione: salmo che viene intonato in alcune celebrazioni liturgiche celebrate nelle traslazioni funebri,
Dante descrive nel Purgatorio sente che cantano tutti ad una voce questo salmo, cantare tutti insieme
→ OMOFONIA → cantano tutti la stessa cosa.
OMOFONIA → un cantante
POLIFONIA → più cantanti insieme.
Quando tutti cantano la stessa cosa devono andare tutti insieme, il solista invece può rallentare, veloce,
inserire abbellimenti, cosa che non si può fare in un coro perché bisogna seguire delle regole.
I primi esempi di polifonia si hanno nei primi anni del I millennio con il Trattato Musica e Chiriadis (?)
descrive come si ricava una polifonia da un canto ad es. un canto preesistente. Questo fenomeno si
sviluppa nella storia fino ad arrivare all’organo.
L’organo come lo intendiamo noi, non solo strumento musicale, organizzare, si ricollega all’accordo.
Sul canto si improvvisa una seconda voce, Cantus triumphatus, voce principale, e voce che si organizza
in base alla voce principale, organum denota di organizzare.
Come venivano costruiti un organum? Ad es. la scuola di Notre-Dame, la chiesa di Parigi ha prodotto
molti organum, l’organum videt omnes, quello che vediamo è il cantus triumphatus, canto gregoriano,
l’organum è composto da una voce, vox principale, canto gregoriano, inizia con un FA un fa
lunghissimo. Il Cantus triumphatus sta sotto, la vox organalis esegue delle note più corte, non solo
polifonia ma si ottiene anche una sorta di poliritmia, vanno insieme ma alcune vanno più veloci altri più
lente.
(ascolto canto) Il cambio di nota è segnato da un campanellino.
Si parla di CONTRAPPUNTO e POLIFONIA: per creare una polifonia si possono usare diverse
tecniche come l’organum, oppure si può utilizzare il CONTRAPPUNTO, che deriva da puntum
contrappuntum, punto si intende la nota, punto contro un altro punto, una nota contro un’altra nota.
Intervalli sono le consonanze.
Il I intervallo dev’essere perfetto.
Sono ammesse le dissonanze, nella posizione debole.
Fra due consonanze è permessa una dissonanza di passaggio
Intervallo di VI → LA
Intervallo di IV → RE-SOL
Suono riprodotto come consonante → FA, LA, diventa dissonante in contrappunto ad una nuova nota.
Da una II FA SOL, passa ad una III MI SOL, se faccio scendere il SOL a FA creo una dissonanza, che
va risolta, il MI deve scendere al RE, che ancora una volta dev’essere risolta, scendo al DO diesis.
Suono che è prodotto perché compare un tempo debole, abbiamo 2 note contro una nota.
Esistono trattati che descrivono tecniche di improvvisazioni fino a 4 voci, un canto dato e 4 voci
improvvisate, è difficile dare qualcosa di consonante.
La MELODIA procede libera.
Le Melodie diverse possono essere accordate tra loro.
Contrappunto invertibile: funzionante scambiando le due voci, può essere scambiato.
Il contrappunto veniva insegnato tramite il canto, il maestro cantava e il discepolo doveva eseguire la
prima specie nota contro nota delle consonanze seguendo regole e si esercitava fino ad arrivare alla
seconda specie, ecc.
C’era il cantore, il contrappuntista, cantore che sape fare il contrappunto e il compositore, che sapeva
improvvisare il contrappunto ma sapeva anche comporre delle musiche.
Il contrappunto utilizzato veniva chiamato CONTRAPPUNTO DELLA MENTE.

Questa composizione si basa su un madrigale-commedia intitolato Contrappunto bestiale alla mente di


Adriano Banchieri incluso nella sua opera Festino nella sera del giovedì grasso avanti cena. Come ha
spiegato Nono nei suoi scritti, "cerco di riflettere il tipo di processo musicale utilizzato da Banchieri:
l'attenzione alla voce, l'introduzione di materiale sonoro dell'epoca, la distorsione umoristica e
parodistica soprattutto negli elementi lirici e drammatici. Ma nella realtà odierna "Il titolo fa
ironicamente riferimento al contrappunto alla mente, pratica comune ai tempi di Banchieri, e prevedeva
l'improvvisazione di un contrappunto ad una determinata linea di basso”.

Un’altra tecnica per comporre una composizione polifonica, contrappunto nota contro nota, contro
canto.

(CONTRAPPUNTO: In musica, arte di combinare con una data melodia (detta canto dato) una o più
melodie contemporanee, vocali o strumentali, più o meno autonome) (L'arte di combinare più melodie
contemporaneamente, nata nel Medioevo con la pratica polifonica, dalla sovrapposizione nota contro
nota (punctum contra punctum).

C’è un’altra tecnica polifonica che è quella del BORDONE, consiste nel tenere una nota lunga mentre
un altro esecutore canta al di sopra di questa nota.
Inno bordone ortodosso: abbiamo più voci.
Tecniche improvvisative quando riescono male sono bestiali.

Tornando al bordone e agli strumenti viene in mente la musica popolare, strumenti come la cornamusa.
Bordone in LA.
Cornamusa: più canne, una fa il bordone, le altre mantengono la melodia.
Ci sono richiami alle musiche popolari, questo è dato proprio dal BORDONE.

DIFFERENZA TRA MONODIA E OMOFONIA: si tratta sempre di un’unica linea melodica, la


differenza sta nel numero di cantanti.

MONODIA: canto a una sola voce,


OMOFONIA: una musica eseguita da più voci o strumenti all'unisono e all'ottava, Nella musica,
omofonia Greco: "stesso" "suono, tono".

La musicologia è una disciplina, in Italia ha fatto ingresso nelle università, in Germania ha fatto ingresso
nell’800, in tedesco musicologia si dice Musikwissenschaft, dove wissenschaft sta per scienza, siamo
tornati ad Agostino, musica est scienzia bene modulandi. La musica per i tedeschi si divideva in 2
settori: storica; sistematica.
-storica: storia dei compositori, storia delle composizioni, storia delle istituzioni musicali;
-musica sistematica: argomenti che hanno a che fare con il linguaggio musicale.

SEVERINO BOEZIO ha formattato: Sottolineato


ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto, Sottolineato
Severino Boezio (V-VI secolo d.C.) proviene da una famiglia patrizia, che gli garantisce un’educazione
approfondita, studia le arti liberali. Nel 487 perde il padre e viene adottato dall’erudito Simmaco, di cui
poi sposerà la figlia; sarà una figura molto importante nella sua formazione, si troverà a suo fianco
anche alla corte dell’imperatore Teodorico a Ravenna (assieme a Cassiodoro, Liborio, Albino etc).
Quest’ultimo cade in disgrazia ed è accusato di tradimento, e Boezio interviene a difendere Albino. Per
questo motivo i due vengono imprigionati a Pavia, dove Boezio scrive De consolatione philosophiae.
Opera che lo ha reso più conosciuto. Nel 524-25 viene infine giustiziato. I suoi interessi erano variegati,
si occupa di molte discipline. Di argomento scientifico scrive De institutione arithmetica, De
institutione musica e De geometria; di argomento filosofico abbiamo il già citato De consolatione
philosophiae, poi testi sacri. Si occupa anche di traduzioni di testi greci, dal latino al greco, fungendo da
tramite per il medioevo cristiano della cultura antica.

DE INSITUTIONE MUSICA ha formattato: Sottolineato


In questo trattato attinge molto dai testi antichi. Il testo più famoso, ha 150 copie, all’epoca non erano
poche.
Quello che colpisce nella ricezione di quest’opera boeziana, quando ha iniziato ad avere fortuna? In
epoca carolingia → IX secolo → anno in cui Carlo Magno viene incoronato imperatore del Sacro
romano impero, durante l’epoca carolingia c’è stato un dibattito teorico-musicale. Il trattato è stato più
volte ricopiato e ripreso.
I carolingi menzionavano Boezio ma poi anche lo criticavano, avevano un modo di concepire la teoria
in modo nuovo, ma Boezio non si poteva ignorare, si studiava ma poi si superava. Le fonti greche forse
ancora non erano conosciute.
Lo snodo del Trattato di Boezio, sopratutto nel trattato dei MODI, è stato designato come l’imbroglio
dei modi, Boezio li ha imbrogliati, non è stato ben inteso da chi l’ha letto.
Nel XVII abbiamo la figura di Ercole Bottrigari, che traduce I Cinque Libri di Boezio dal latino al
greco. Tradurre è un po' tradire, si tramanda ma si tradisce, si contribuisce a tramandare il testo, ma in
qualche misura lo si tradisce, lo si adatta ad una nuova lingua, ad una nuova formamentis.
Ci sono tanti passaggi dal suo libro che sono stati ripresi, il Proemio è un’introduzione di carattere
storico, teorico è una premessa interessante. Si tratta di una sintesi, i parla di Pitagora, di Aristosseno,
non è mai d’accordo con la proposta aristossenica di dividere un tono in due semitoni uguali. Pitagora
era incline ad inquadrare il fenomeno musicale in termini matematici, sull’altro versante Aristosseno era
interessato ai termini percettivi. Boezio si colloco agli antipodi.
Pitagora matematica pura, Aristosseno orecchio, per Boezio l’orecchio non era sufficiente. Studiare la
musica a tavolino, razionalmente. Chi non era capace di leggere un testo dell’antica Grecia, sono stati
facilitati di riassunto commentato fatto da Boezio.
Ci dà delle definizione di musico più citate e ripetute più famose in tutta la cultura occidentale.
Chi è il musico per Boezio?
Lui esprime con il termine musicus, per Boezio non era l’esecutore, no è il musicista, neanche il
compositore, lui lo chiama poeta il compositore, il musicus era all’epoca chi studiava musica
razionalmente.

LA MUSICA COS'È?
Per Boezio la musica è matematica ma non solo.
E’ matematica perché → musica nel senso di Ars musica, l’ars musica per Boezio ha un aspetto
matematico nella misura in cui ha un’immagine speculativa che deve farmi conoscere la musica
razionalmente.

RAZIONALE → in latino razio, ragione, significa anche frazione, in questo caso la musica è fatta tutta
di frazioni, da Pitagora fino a Boezio, riducono ogni intervallo in frazione.
L’elemento matematico è centrale (Boezio aveva già scritto il De institutione arithmetica), ma tutto è
spiegato chiaramente e la comprensione è garantita anche a chi non fosse dotato di competenze
aritmetiche.
Il concetto di musica come scienza nasce e si sviluppa tra le discipline del Quadrivio.

La musica ha l’aspetto matematico, ma non solo, noi possiamo studiare tutto ma se poi non ascoltiamo
gli intervalli non capiamo cos’è la musica, manca l’apporto individuale (del musico o del poeta).

La musica non si può definire esclusivamente ars movendi o ars modulandi. La definizione di Agostino
è: Musica est scientia bene modulandi, e in quel “bene” si racchiude tutto ciò che sfugge alla
misurazione , l’elemento soggettivo, l’apporto del musico o del compositore (poeta), la soggettività
dell’ascoltatore (la cui importanza era già stata sottolineata da Aristosseno in contrapposizione con le
aride regole dei pitagorici).

Al di là dei confini della matematica.


La musica possiede una sua immediatezza etica, penetra nel cuore e nella mente di tutti ( si vedano
Agostino nelle sue Confessiones), è in grado di evocare sentimenti di gioia o di tristezza, di affettuosi
abbandoni o di un indicibile noia, può sovrapporsi o allearsi con un nostro stato emotivo, che possiamo
richiamare alla memoria ricordandoci di una musica ascoltata, Platone aveva intuito tutto ciò e
riconosceva l’importante funzione morale esercitata dalla musica. Boezio assimila il discorso platonico e
lo inserisce nel quadro storico introduttivo; tuttavia funge esclusivamente da preambolo allo studio
scientifico della musica, che per lui resta di importanza prioritaria.

Legame tra musica e morale, discorso che aveva Fatto Platone, Aristosseno.
Quali sono le caratteristiche della musica. Ogni canto ha il suo ethos.
Platone diceva che il canto era importante per l’educazione.
Questo discorso lo riprende Boezio → la musica ha una sua immediatezza etica → vuol dire “non
mediato da altri aspetti”, anche dal fattore emotivo, questo è immediato, nell’immediatezza la musica
può avere un impatto etico, educativo, emotivo, è in grado di evocare sentimento.
La musi9ca esercita un impatto sull’ascoltatore, ma a volte basta anche un ricordo, senza ascoltare, ad
es.: chiudere gli occhi e pensare una marcia funebre, si estrapolano i ricordi, sono mantenuti vivi, come
ci ha insegnato Agostino, è qualcosa che ci colpisce.
Boezio ci dice → la musica richiamata in memoria che dovrebbe essere depotenziata, riesce ad
influenzarci.
Boezio assimila il discorso platonico e lo metabolizza e lo inserisce nel suo Proemio, fa da introduzione
importante.

PRIMO LIBRO, PROEMIO


Nell’ampia premessa abbiamo illustrato il potere emozionale, suggestivo e paideutico (→ formazione)
della musica. I molti aneddoti riportati ci fanno capire che per Boezio la musica non deve essere
considerata esclusivamente come un’espressione matematica, giacché possiede una propria forza in
grado di far vibrare le note più profonde dello spirito.
La musica è un fenomeno che viene valutato con la mediazione di una sensibilità che supera i termini
rigidamente razionali e attinge dalla sfera estetica, che vive prima in noi e poi si oggettiva in quello che
si definisce comune senso del bello.
La musica è quindi depositaria del bene dello Stato.

Il libro ci è giunto allo stato frammentario


Boezio aveva l’abitudine di compendiare gli argomenti all’inizio del libro all’indice, il resto è arrivato
frammentario.
Il titolo è molto eloquente.
La musica è per natura legata a noi → noi siamo prettamente connessi ecco perché agisce in noi.
La musica ci educo o diseduca, non è mai neutrale.
Inizia a parlare dei sensi, sopratutto dell’udito. Poi inserisce i limiti della percezione sensoriale.
Tutti i mortali sono dotati della vista, ma i più dotati si chiedono se essa si realizza per immagini.
Tutti noi vediamo forme geometriche, ma se voglio capire come trovare l’area del triangolo, del
quadrato, devo interpellare chi studia geometria, ci sono alcuni aspetti che vanno oltre la vista e vanno
studiati razionalmente.
Potere discriminate → capacità di distinguere, ad es.: distinguere due suoni di altezze diverse, acuto o
grave.

Armonia universale
(Pitagora)
Noi siamo fatti della
stessa sostanza della
musica, ecco perché
siamo in sintonia (sin=
insieme, tonia= tono,
mettere insieme il tono).
Visto che la musica
insegna, per questo
Platone dice che bisogna
stare attenti, ed è
contrario ai cambiamenti
in fatto di musica.
IN OGNI CAMPO NON C’E’ VIA PIU’ DIRETTA DELL’UDITO PER DIRIGERE LA MENTE,
asserzione pesante, asserzione di chi avverte profondamente il potere della musica.
Boezio, figura d grande filosofo noi lo guardiamo come musicologo.
Boezio ha scritto De institutione musica. Trattato molto fortunato, a noi sono giunti i 4 libri e i primi
19 capitoli del 4° libro. Ha avuto molta fortuna a partire dall’epoca carolingia, perché dopo Boezio, dal
VI al IX secolo ci sono state figure come Cassiodoro che hanno contribuito alle teorie, senza innovare
il pensiero musicale, in epoca carolingia si assiste ad una rivoluzione di approccio nella materia teorico
musicale soprattutto per quanto riguarda gli argomenti dell’armonica.
L’unico grande autore che avesse trattato di questione armoniche è Boezio, i carolingi lo citano come
puntano di riferimento, a volte lo citano per contraddirlo o per superarlo.
Gli aspetti più specifici della disciplina vengono dopo, noi leggiamo una breve pagina che riguarda i
modi.
Boezio è stato copiato ma anche criticato.
Boezio convince il lettore ad intraprendere lo studio della musica, lo fa mostrando il potere che la
musica esercita su di noi, colti o non colti in fatto di musica.
Quesito che sorge nella mente del lettore: perché dobbiamo studiare la musica? Boezio conferisce
grande importanza ai sensi, soprattutto all’udito, presuppone le artes del quadrivium: geometria,
astronomia, aritmetica,musica, hanno un substrato matematico, la musica oltre ad avere un substrato
matematico, entra dalle orecchie, la musica ha a che fare con i sensi, la musica entra dall’orecchio, ma
non può esser considerato come l’ultimo giudice, ma è fallace, ha dei limiti (quando siamo bambini non
riconosciamo alcuni suoni, quando siamo anziani non sentiamo).
La musica supera i termini razionali e attinge dalla sfera estetica che vive in noi. Platone aveva difeso la
musica tradizionale, condannato i ditirambografi e i musicisti all’avanguardia che facevano della musica
un’arte mimetica.
Il cuore di Boezio batte nella stessa direzione di quello di Platone, è importante che si vegli sulla natura
della musica che si ascolta.
La musica infiamma gli animi dei guerrieri, accompagna nella preghiera, placa l’animo dei fanciulli,
consola nella disperazione, se tutto ciò come se il ritmo e la melodia avessero qualcosa che corrisponde
loro sensazioni, sentimenti dell’ascoltatore.
Nel I libro comincia a descrivere le proporzioni.
La proporzione super paziente: ad es. il numero maggiore contiene il numero minore più alcune sue
parti. Frazioni importanti, intervalli di tempo, 3/2 intervallo di quinta, 4/3 intervallo di quarta,
complementare all’ottava, quarta + quinta.
-Proporzione multipla → 1 su 2
-Super particolare → 3 su 2 -Super paziente → 4 su 3
(Geti: l’attuale Croazia)
sembra riecheggiare i passaggi di Platone contro la
teatrocrazia.
Sembra far riferimento alle trasposizioni modali,
trasposizione: prendo un costrutto musicale, una scale, e lo
trasporto su un piano di altezze diverso senza snaturarlo,
mantenendone la struttura intervallare.
E’ tradizionalista come Platone, è nostalgico.
MODI, qualcuno li chiamava tropi. Ci sono tanti sinonimi,
ma con significati diversi.
La musica cambia poco a poco, ma questi piccoli mutamenti
portano con il tempo a grandi trasformazioni.
Gli Spartani chiamano questo Taleta, per educare la
gioventù all’uso della lira. Timoteo aggiunge una corda,
rendendolo più complicato, modificando uno strumento, lo
si bandì dalla Laconia.

Essa (si riferisce alla musica) prima era semplice,


costruendo il canto sul cromatico anziché
sull’enarmonico. (3 tetracordi: diatonico, cromatico,
enarmonico).
Invece di usare il genere appropriato ne usa un altro.
Il genere usato da Timoteo non è esatto, viene bandito
dalla città.
Per loro la musica era importante perché agiva
sull’anima. L’aneddoto vuole che un ragazzo ubriaco
fosse spronato da una melodica in tono frigio (questo
episodio darebbe ragione ad Aristotele).
Secondo Pitagora bisogna mutare il modulo, così da
moderare il furore del giovane, ne si riduce l’animo
all’equilibro.
Marco Tullio aveva raccontato un aneddoto simile.
Melodia più lenta per farli calmare, lentezza del ritmo.
Citazione da Cicerone.
Prima che litigassero i giovani, Empedocle
riesce a placarlo con la musica.
Questi seguaci di Pitagora, intonavano la
musica mentre dormivano perché ne
influenzava e modificava la qualità del loro
sonno, allo svegliarsi si sarebbero liberati
dalla confusione del sonno con altre melodie.
Tutto il nostro organismo è combinato con la
musica. Anche le pulsazioni del cuore sono
eccitate dai movimenti. Aneddoto che
ricorda il medico Ippocrate.
Perché ricorda questi fatti? La natura della nostra anima
e del nostro corpo sembra
informata da quelle proporzioni che sembrano
congiunte in modulazioni armoniche.

Tutti siamo accomunati dall’ascoltare musica.


Siamo talmente fatti di musica che anche chi canta male
canta volentieri, perché c’è qualcosa di innato che anche chi
canta male si accontenta di cantare.
Quando ascoltiamo la musica ilo corpo segue il ritmo della
musica.
Noi possiamo ricreare nella nostra mente un canto che
abbiamo ascoltato tempo addietro.
Passaggio principale: triplice natura della musica, usa il
termine musica dove qualcun altro avrebbe utilizzato il
termine armonia.
La prima è la musica (armonia) del mondo (delle sfere),
la seconda è quella pertinente all’uomo, la terza è quella
che si realizza al suono di strumenti.
Nei primi due casi noi avremmo usato il termine
armonia, mentre lui utilizza il termine musica, solo nel
terzo caso si usa il termine musica.
Per lui è importante l’armonia delle sfere, per noi è
importante l’armonia delle sfere, la musica che entra
dalle orecchie.

Trattato più citato, copiato, menzionati di Boezio.


Possiamo immaginare che i corpo ruotano su se stessi senza provocare suoni? Gli astri producono
suoni ma non riusciamo ad udirlo.
Il moto degli astri è ordinato.
SEGRETA ARMONIA ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto

I 4 elementi: aria, acqua, fuoco, terra, sono in


equilibrio perché regolate da leggi armoniche,
stessa regola che sovraintende l’uomo.
Tutto questo per parlare della musica mondana,
Musica Humana. Cosa mantiene in equilibrio la
componente somatica e la componente
psicologica? È la stessa armonica, questa musica
mondana tenuta insieme da una forza, capacità di
mantenere elementi discordanti.
MUSICA STRUMENTALE si realizza per
effetto di tensione, descrive gli aspetti
organologici degli strumenti in uso al suo tempo,
in un paio di righe. La questione
degli strumenti la liquida in un paio di righe.
(da ricordare bene musica humana, mundana,
strumentale)

Con-sonanza: suonare insieme.


Nel corso della storia del pensiero musicale questo termine ha assunto una valenza di giudizio, dire
consonanza significa due suoni che suonano bene insieme, il contrario di consonanza è dissonanza.
Ci sta facendo una trattazione del suono. Se non abbiamo dei suoni non possiamo parlare di musica.
Come si fa a produrre di suono? Dobbiamo avere un impulso.
I musicisti fanno dei movimenti. Il suono si produce con un urto, ma stando ogni cosa ferma non può
verificarsi suono alcuno.
SUONO: una continua percussione dell’aria che giunge fino all’udito. Perché il suono si trasmetta ci
vuole un medium.
Alcuni movimenti sono più veloci, altri più lenti, altri poco frequenti, altri frequenti. Lentezza del
suono: suono grave. Suoni veloci: suoni acuti.
Si possono produrre suoni diversi contraddistinti da frequenze diverse, es. la corda che compie continui
movimenti vibra più velocemente ed emette suoni più acuti, la corda tesa, vibra suoni più gravi.
Suono base, ci sono suoni armonici, suoni che si combinano tra loro e insieme formano la frequenza
che io sento, a seconda dell’intensità si formano tipi di timbro diversi. Le diverse combinazioni tra i
suoni armonici mi danno il colore del suono ( il timbro) quello che ci consente di distinguere una voce
da un’altra voce, uno strumento da un altro strumento.
Boezio vuole mettere in luce i limiti dei sensi, soprattutto quello dell’udito.
IL GIUDIZIO DEI SENSI E DELL’INTELLETTO
ci viene in mente Agostino che parlava di numeri del giudizio, la nostra capacità di giudicare. L’udito è
importante ma ha i suoi limiti.
Nell’antichità il filosofo Aristosseno era attento all’udito e agli aspetti percettivi. L’udito ha una
funzione di regola indicativa. Indicativamente → riconoscere un tono acuto o grave, ma l’udito non ci
dice la frequenza precisa.
Con l’orecchio posso sbagliare, posso non riconoscere 2 suoni simili, vicini, invce la ragione è in grado
di redimere questi fattori.
Non tutti hanno la stessa facoltà di percezione del suono, ci sono alcuni che hanno percezione
dell’orecchio assoluto, riescono a capire il tipo di tonalità.
Boezio ci dice che alcuni sono più dotati di altri in riferimento alla percezione uditiva.
Secondo Boezio i Pitagorici hanno un atteggiamento equilibrato.
La gerarchia stabilita da Boezio è: la ragione domina sui sensi, quindi le regole della musica dominano
sull’udito.
Per apprezzare un suono bisogna ascoltare con le regole, una sequenza ritmica suonata molto
velocemente o molto lentamente la sequenza ritmica perde il senso della lunghezza, la stessa cosa vale
per le altezze, i suoni troppo acuti non li percepiamo, sono gli ultrasuoni, i suoni gravi non li
percepiamo, sono gli infrasuoni.
Topoi: luoghi comuni nella trattazione antica della musica.
Boezio ci ricorda come Pitagora propugnasse uno studio razionale della musica, perché? Perché è
convinto della fallacia dei sensi, e dell'inaffidabilità del suono che viene prodotto dall’incalcolabilità dei
tanti elementi che entrano in gioco alla produzione dei suoni. E’ costante lo studio razionale della
musica, è incostante le condizioni ambientali in cui metto la cetra, affinché le corde un giorno sono più
morbide, un altro giorno più secche.
Pitagora è un’icona dello studio razione della musica.
L’aneddoto di Pitagora che scopre le frazioni passando vicino la fucina del fabbro è un aneddoto
ricorrente della musicografia antica.
ACCORDO: produzione simultanea di suoni diversi, triade: si compone di 3 note, bicorde: si compone
di 2 suoni.
La forza determina suoni di diversa intensità, forti o deboli, per cambiare l’altezza devo cambiare la
dimensione di quello che sto martellando (in questo caso il maglio). Diatessaron: la quarta, si rende
conto che l’ottava è il doppio.
Sesquiottavo: frazione che indica un tono, è importante perché con il tono si costruisce la scala.
Il peso, la lunghezza del maglio, del materiale che viene percosso, altezza del suono. Sceglie i pesi
12,9,8,6. ha scelto i numeri ad oc per spiegare queste 3 frazioni: ottava, quarta, terza. La frazione 3 su 2
indica l’intervallo di quinta.
Ottava: 2 su 1, quinta: 3 su 2, quarta: 4 su 3.

METODO DI PITAGORA PER LA DETERMINAZIONE DEI RAPPORTI


CONSONANTICI
Prende la corda e la tirare da pesi diversi, modo per stabilire la tensione, poi ascolta il risultato.
L’organo è uno strumento antico, risale all’epoca alessandrina, basato su un principio dei vasi
comunicanti, l’acqua serviva a spingere l’aria nei tubi.
L’organista aziona delle pompe attraverso i tasti.
A lui interessa trovare un criterio, una regola fissa.
DIVISIONE DELLE VOCI E SPIEGAZIONI
Sta parlando delle altezze, esistono diversi modi di usare la voce e riprodurre suoni, 1) voce continua, 2)
voce discontinua.
Voce continua → tracciato della voce parlata (sineché), se invece canto si può trascrivere il tracciato
melodico sul pentagramma (distematiché), voce discontinua, c’è un passaggio tra do e re, nel canto la voce
è discontinua. Questa terminologia greca, la ritroviamo nei trattati carolingi.
Differenza tra parlato e cantato (sineché – distematiché).
Lui parla di una via di mezzo tra cantato e parlato,una terza specie, come sostiene Albino. Lo cita
perché anche lui aveva scritto un trattato di Ars musica, ma non ci è giunto.
Albino parlando dell’uso della voce, c’è il parlato, il cantato, ma c’è anche una via di mezzo → la poesia
veniva declamata.
Salmodia: lettura dei salmi, una via di mezzo tra parlato e cantato. CANTILLAZIONE: intono quasi
tutto sulla stessa nota, poi ogni tanto faccio delle inflessioni.
All’epoca di Boezio si intonava una via di messo tra sineché e distematiché.
(pag.323)

CHI E’ IL MUSICO? ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto


E’ molto importante sapere quello che si fa
piuttosto che fare quello che si sa.
Guido d’Arezzo riprende questo passaggio di
Boezio, Musicorum et cantorum magna est distantia,
fra i musici e i cantori c’è molta distanza, Isti
dicunt, illi sciunt, quae componit musica, questi
dicono e gli altri fanno la musica, Nam qui facit,
quod non sapit, diffinitur bestia, ma chi fa quello
che
non sa lo possiamo definire bestia.
Per Boezio il far musica sta sotto il sapere cosa
si fa, per Guido è importante fare musica ma
bisogna farlo con consapevolezza.
L’attività pratica esecutiva è svalutata, l’esecutore che non ha razionalità è schiavo della musica.
L’esecuzione pura non vale nulla se non è sorretta dalla ragione, secondo Boezio. Lo strumentista
prende il nome dallo strumento → pianoforte/pianista, flauto/flautista e non viceversa.
Musica humana, mundana, instrumentalis.
Noi vorremmo sostituire il termine musica al termine armonia.
Guido D’Arezzo conosce sia la teoria carolingia sia Boezio. Ci sono circostanze in cui evinciamo
l’assimilazione della teoria precedente dal contenuto degli scritti successivi.
Guido menziona Boezio, per criticarlo, è buono solo per i filosofi, dice: conosco Boezio ma è utile solo
per coloro i quali volessero intraprendere uno studio razionale della musica, non per chi la musica la
deve fare. Tuttavia lui ci dice di conoscere Boezio.
Guido è in sintonia con il trattato di epoca carolingia, con questo trattato sviluppa il presupposti e
l’orientamento teorico-pratico. MUSICA ENCHIRIADIS, ebbe poca fortuna, criticato da Guido, ma
assimila e assume le premesse teorico-musicologiche, il fare teoria.
Boezio viene menzionato come padre della teoria ma da Boezio Guido prende le distanze perché ha un
modo do fare teoria molto ermetico.
Prende spunto da questa pagina in cui ci scrive CHI E’ IL MUSICO?
Boezio guarda dall’alto al basso la pratica, la svaluta, si sente superiore rispetto ai musici pratici.
L’asserzione boeziana iniziale ci fa intendere che predilige la teoria alla prassi.
Ad un livello alto l’esecutore acquisisce un sapere, questo vale sia per la prassi esecutiva sia per la prassi
compositiva. Chi compone deve sapere quello che fa. Facendo musica si sviluppa un sapere intorno alla
musica, sapere precluso a chi la musica la fa.
Guido pena che la musica può essere sul piano servile, ma non necessariamente. Nelle prime letture del
De Musica, dialogo tra maestro e discepolo, la prassi musicale si colloca sul piano dell’imitazione?
Perché se così fosse saremmo animali, che imparano per imitazione. Questa non è Ars musica.
Agostino dice: io non dico che non ci siano esecutori consapevoli, ci sono esecutori
consapevoli ed esecutori inconsapevoli, è auscpicabile che ci sia la consapevolezza negli esecutori.
Agostino aveva già problematizzato il sapere ciò che si fa.
In Boezio c’è una svalutazione del fare, come se il fare sia sul piano servile, cosa che non è sostenibile
nel far musica.
Noi attribuiamo “interprete” a chi suona, una funzione di tramite che è esegetica, deve interpretare un
pensiero del compositore e fare da tramite tra il pensiero del compositore e l’ascoltatore e lo può fare
solo interpretando la musica.
Quindi non è come dice Boezio che è sempre sul piano servile, no.
L'ascoltatore è il destinatario di questo pensiero, la musica è pensiero musicale → la musica dice la sua
sul mondo, quindi per es. la sonata 110 di Beethoven dice la sua sul mondo, Beethoven si è espresso
secondo la sua realtà, ciascuno si esprime nel proprio linguaggio.
La persona è trasformata da quello che ascolta, noi sbagliamo a considerare la musica come mero
intrattenimento, questo non è pensiero musicale.
Se la mano non opera secondo le direttive della ragione, riesce vano il suo servire, noi richiediamo di
andare oltre il piano servile, ma nella nostra concezione la vediamo come mettere al servizio le proprie
capacità tecnico-esecutivo della restituzione moderna del pensiero musicale del compositore.
Anche il critico musicale che si è cimentato dei problemi ne parla più consapevolmente.
Gli esecutori prendono il nome dagli strumenti.
Boezio dice che il critico è al di sopra sia dell’interprete sia del compositore.
Per fare il critico, comporre e suonare non basta, lo ha già detto Aristotele.
Il vero musico è colui che ha acquisito la musica attraverso una valutazione razionale sotto la guida
della ragione. Tre sono le categorie di persone che gravitano intorno alla musica: gli strumentisti, i
compositori, i critici.
Gli strumentisti come gli organisti, sono lontani dalla comprensione scientifica della musica, perché non
portano attributo razionale. Boezio scredita la categoria dei cantanti e dei musicisti pratici. (Per Boezio
strumentisti = muratori).
I compositori, sono i poeti che fanno musica. Fare poesia significava che inventava il motivo per
intonare i motivetti, per Boezio il compositore è il poeta che canta i suoi versi, inventando la melodia.
Producono per istinto naturale.

Formattato: Allineato al centro

I critici valutano i ritmi, le melodie e la composizione nel suo complesso.


Il vero musico è colui che possiede la facoltà di giudicare i modi, i ritmi e i generi delle melodie.
Il cantautore che ci piace ha composto la musica non tanto spinto da razionale speculazione quanto da
istinto naturale, o per competenze teorico-musicali?
(pag.412)

Formattato: Allineato al centro


IV Libro.
Pagina delicata, qui si entra nei problemi tecnici. Nel passaggio del IV Libro Boezio parla dei MODI,
questa pagina è stata importante per gli sviluppi successivi, peccato che Boezio sia stato equivocato da
chi lo ha letto nei secoli a venire, questa pagina è stata alla base di erronee interpretazioni successive,
tant’è che un musicologo, ha considerato questo snodo della trasmissione della teoria modale
all’imbroglio dei modi. Perché da un certo punto in poi si è incominciato ad utilizzare gli stessi nomi
per designare delle ottave diverse rispetto per quelle per cui erano impiegate nell’antichità? Per colpa del
passaggio di Boezio che è stato mal interpretato. Soprattutto dall’epoca dei carolingi in poi, da qui in
poi abbiamo una serie di fraintendimenti.
Boezio per designare le specie di ottava usava il termine MODU, 2) altri suoi
contemporanei per designare la stessa cosa, ottave diverse, contraddistinte da toni e semitoni, usavano
tropi o toni.
Sta parlando di disposizione fisse dello schema sonoro, sta prendendo uno schema, una specie di ottava
e poi la trasporta su tutti i piani di altezza.
COSA VUOL DIRE TRASPORTARE?
Significa prendere una struttura melodica e replicarla con la stessa
fisionomia ,melodica su altezze diverse, es.: Garibaldi fu ferito, cantata in diverso motivetto.
Proslambazon → suono aggiunto al grave nel sistema dei greci, era il suono La, parto dal La e salgo.
Se si trasporta questo schema di ottava, si avranno sette modi, per designare diverse trasposizione della
scala di La. Usa le denominazioni topiche per trasposizioni diverse della scala di La.

ha formattato: Tipo di carattere: Garamond


Formattato: Tabulazioni: 0,85 cm, Allineato a sinistra

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