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Nel latino teoria si intende come SPECULAZIONE (dal latino speculum, specchio).
A noi ci interessa l’aspetto auditivo ma vediamo che anche l’aspetto visivo interagisce. Molte volte
camminano parallelamente mentre altre intrensicamente.
Quando leggiamo un testo di speculazione dobbiamo chiederci che cosa si riflette in questo specchio?
Vogliamo che gli autori del passato ci parlino della musica del passato, degli strumenti, ecc..
Noi facciamo dei tentativi per ricostruire la musica del passato. Non è detto che i testi antichi musicali
siano ricchi di informazioni musicali nella musica stessa. Molte volte rispecchiano e descrivono gli
autori.
Noi capiamo molto meglio come Sant’Agostino concepiva l’ars musica, la misura dei versi poetici e
molte poche hanno a che fare con la musica che entra nelle orecchie.
Abbiamo più informazioni sulla mentalità, cultura, sguardo e orientamento di chi ha parlato della
musica.
È possibile scrivere una teoria della storia della musica occidentale? Si ma il problema è descrivere uno
strumento che ha cambiato pelle ecc nel corso del tempo. Come si fa a descrivere qualcosa che cambia
nel tempo?. L’oggetto di studio della teoria è cambiato. La stessa denominazione ha designato disegnato
discipline multiformi.
Si può parlare di teorie musicali ma ci deve essere elasticità perché il focus del musicologo cambia.
Nel Medioevo abbiamo il MUSICUS: studente di musicologia universitario che studiava l’ars musica
come disciplina teorica. Per Boezio i musicisti veri sono talmente vivi da prendere il loro nome dagli
strumenti che suonano. Per Boezio è indice di scarsa nobiltà prendere il nome dallo strumento.
Guido d’Arezza recita che tra i musici e i cantori c’è tanta distanza. Il musico sta nel piedistallo mentre
il cantore è poco più di un animale. Alcuni fanno (musici) e gli altri sanno la musica (cantori). Coloro
che esercitano la professione del musicista senza sapere la teoria, sono delle bestie.
Se mi rivolgo per iscritto a una bestia, egli cerca di spronare le bestie ad emanciparsi. Abbiamo una
rivoluzione copernichiana. I cantori devono uscire dallo status di analfabeti musicali; non devono
dipendere da un maestro di coro.
Abbiamo una fase di passaggio in cui queste figure vengono poste in relazione.
Nel Rinascimento vi è un problematico rapporto tra teoria e prassi. Sono entrate in reciproco rapporto
ma in maniera molto diversa nel corso della storia. Nel Rinascimento c’è una frizione, un rapporto
critico. Da un lato abbiamo i teorici e d’altro canto gli artisti hanno iniziato a porre domande ai teorici;
un esempio è l’accordatura. Gli strumentisti cordofili sanno che prima di suonare devono accordare il
proprio strumento.
Ci sono stati momenti in cui si è passato all’apposto: atonalità.
Ambivalenza e mancanza di sincronia tra il piano della teorie (come si codifica) e prassi musicale (come
si fa la musica).
Ci sono momenti in cui si direbbe che prassi e teoria procedessero in piani indipendenti. Mentre alle
volte coincidevano.
Esempi di teorici insigni che pongono la loro attenzione come teorici puri: Severino Boezio. Ai
filosofi è noto come autore di numerose opere che non hanno nulla a che fare con la nostra materia.
Il musicologo quando menziona Boezio è perché guarda un suo trattato: la teoria armonica (De
institutione musica). Riguardava i problemi armonici: classificazione di intervalli e delle scale.
Nel suo proemio egli articola l’universo musicale in tre sfere:
- Musica mundana: armonia delle sfere. Concetto cosmologico che non ha a che fare con la
musica che entra nell’orecchio;
- Musica umana: interazione e gioco dinamico fra tre componenti. Componente psichica
(equilibrato), somatica (fisica) e la combinazione fra le due (psico-somatica);
- Musica instrumentalis: gli strumenti sono classificati per Boezio secondo il corpo elastico posto
in vibrazione (colonna d’aria). Parla di aerofoni, cordofoni. L’artista si qualifica seconda dello
strumento che suona (livello di subordinazione dello strumento).
GIOSEFFO ZARLINO
Era maestro di cappella ed era compositore e teorico.
Rivoluzione scientifica: la consonanza esce dall’ambito strettamente matematico ed entra nell’ambito
psico-fisiologico.
Intervalli fondamentali:
Diapason: l’ottava
Diapente: la quinta
Diatesselon: la quarta
Io ho la frazione un mezzo che indica il rapporto della lunghezza della corda che produce il suono più
rande dell’ottava e il suono più acuto dell’ottava.
Ogni intervallo è ridotto a una frazione:
- Ottava, diapason, un mezzo;
- Quinta, diapente, tre mezzi;
- Quarta, diatesselon, quattro terzi.
Procedendo per quinte pure non si riesce a creare delle scale pure.
La tradizione pitagorica ha lasciato una impronta molto significativa nella cultura occidentale. Tutti i
teorici si limitavano a calcolare come se fossero dei matematici, collegando fra loro le frazioni.
Nel Novecento abbiamo una diffusione delle teorie musicali. Abbiamo diversi orientamenti:
- Speculativo
- Pratico
- Analitico
Per fare ciò abbiamo bisogno di musica scritta, il problema è che di musica scritta ce n'è poca.
Quali sono le motivazioni per cui ci sono pervenute così poche le testimonianze di musica Greca?
Si trasmetteva oralmente un repertorio. Perché?
Perché la memorizzazione poteva rivestire un ruolo maggiore rispetto a quella odierna.
Da un lato sappiamo che nell'antica Grecia si faceva tanta musica.
Testimonianze indirette ci dicono che la civiltà greca ponevano la musica al centro dell'attenzione.
Intervallo è la distanza tra una nota e l'altra.
I greci utilizzavano le lettere dell'alfabeto. Nelle notazioni alfabetiche una nota era una lettera
dell'alfabeto.
Un intervento di quinta -> alfabeto greco
Nei paesi anglosassoni e germani usano le lettere.
Andavano persi su materiali che andavano facilmente distrutti, venivano scritti su papiri, molto fragili. ha eliminato: ¶
Il far musica per l'antica Grecia fosse concepito come un'attività transeunte, transitoria, la musica era ¶
considerata un'arte considerativa anche nella formazione dell'individuo, ma si riteneva che fosse
soggetta alle mode ed era soggetta ad aggiornarsi con celerità.
Il testo delle tragedie ci è pervenuto, il profilo delle melodie di queste tragedie non ci è pervenuto, ci è
pervenuto un numero molto basso di frammenti. La tragedia si è tramandata per iscritto fino a noi,
come la tragedia di Orestea, la mettiamo ancora in scena noi.
Scrivevano il testo ma non scrivevano la musica.
Perché?
Il testo della tragedia si riteneva degno di essere tramandato alle generazioni future, la musica no, si
riteneva fosse un prodotto culturale di vita breve a nutrire in senso
morale l'ascoltatore, che non sarebbe stato allo stesso modo fruibile dalle generazioni future. La musica
era ritenuta modificabile.
Ci sono pervenute forme di lirica corale (del coro):
Tutto ciò che è apollineo è armonico, tutto ciò che dionisiaco è una forma di squilibrio, disarmonico.
Il ditiranno veniva celebrata in onore di Dioniso. I riti dionisiaci, i tiramboli soprattutto, è una forma
rituale che si è espansa trasformandosi in un nucleo dialogico, da una forma breve si è giunti alla
tragedia.
Se vedo una divinità con la cedra è Apollo, una divinità con una seduta poco elegante e ? È Dioniso.
TESTIMONIANZE DIRETTE
Musica scritta: poca e frammentaria
Gli organologi studiano gli strumenti, gli organi, il come si suonasse uno strumento, studia la forma
dello strumento, le caratteristiche timbriche.
L'accordatura: se la corda è più tesa il suono è più avuto, se è meno teso è più grave.
Possiamo capire dallo strumento il numero e l'altezza, non potendo calcolare spessore e tensione non
sappiamo i sistemi di accordatura.
Il numero dei fori, il diametro dei fori, la distanza dei fori possiamo capire delle scale utilizzate, ma
tutto ciò è scarso come testimonianza.
Attestazioni uniche, quella musica è attestata, cioè posso leggerla secondo un solo testimone, nei punti
lacunosi inserisce delle ipotesi.
Siamo più fortunati quando la musica è stata incisa sulla pietra.
L'artista può idealizzare, deformare, trasformare quello che dipinge, in mancanza di altro ci basiamo
anche su queste testimonianze pittoriche: dell'importanza della musica dell'epoca.
Abbiamo testimonianze iconografiche, mitologiche -> i miti in cui la musica pone l'attenzione centrale
sono numerosissimi, come il flauto di Pan (lunghezze di canne diverse), canne di bambù
originariamente, era definito di Pan perché il mito ci parla di Pan, una ninfa viene inseguita da un satiro,
la ninfa si nasconde in un canneto e viene trasformata in canne.
ha eliminato: ¶
Testi poetici e letterari, la poesia non veniva composta e scritta solo per essere declamata, il poeta era (Leggere per la prossima volta PDF musica e mito, Massimo
Donà)¶
anche un musico, oggi li chiamiamo cantautori, i poeti dell'epoca erano quasi tutti cantautori perché
tutti declamavano la poesia.
Si individuano 3 periodi:
Aulos , Flauto ma dotato di ancia. Per suonare uno strumento a fiato bisogna immagazzinare fiato, ha eliminato: ¶
si gonfia la faccia, si riempie la bocca e questo è ritenuto poco elegante per una dea, è ritenuto ¶
inadeguato.
Mito di Atena che getta l’Aulos.
Hanno riprodotto l'inno Delfico, seguendo la metrica, la poesia celebrativa acquisisce importanza se
cantata in coro, tutti stanno cantando la stessa linea melodica: Omofonia, definizione di un canto dove
abbiamo più cantori ma tutti intonano la stessa linea sonora. In sottofondo c'è un suono, pizzicato.
La cetra, il cordofono impiegato nell'inno raddoppia alcune note intonate dai cantori e ne conferisce
importanza allo strumento stesso.
Lo stasimo è un coro.
Gli scritti sono frammentari. Di Pitagora ad esempio non abbiamo nessuno scritto e cercheremo di
capire il perché non abbia scritto nulla.
ERACLITO
Armonia ha eliminato: ¶
Sin dai primissimi esempi del termine armonia troviamo un concetto di armon ia connessa con il
concetto di contrasto. Ci sono elementi discordanti che vengono armonizzati, accordati fra loro.
“l’opposto concorde e dai discordi bellissima armonia e tutto accade secondo contesa”.
Splenger dice che l’armonia è il logos, il principio ordinatore. A cosa serve se non vi è disordine?
Eraclito dice che c’è disordine e poi viene l’ordine.
“non comprendono come discordando in se stesso, è concorde: armonia contrastante, come quello dell’arco e della lira”
Eraclito ricorre ad una metafora musicale: l’armonia è l’arco che sfrega sopra alle corde della cedra.
Se non c’è questo entrare in contatto e in frizione reciproca di due elementi, il suono non si riproduce.
Se non c’è il contrastp, non si può creare armonia (quilibrio fra elementi opposti e contrastanti).
Plutarco commenta: “la necessità, che i più chiamano destino, per Empedocle è insieme amicizia e contesa. Eraclito
(la chiama) armonia contrastante del cosmo, come quella dell’arco e la lira”.
Armonia è qualcosa di inesorabile. L’armonia è necessaria. Plutarco quando cita Eraclito dice che il
conectto di armonia è vicino al concetto di necessità e di destino.
Ritmo
“quest’ordine universale , che è lo stesso per tutti, non lo fece alcuno fra gli dei o fra gli uomini, ma sempre era è e
sarà fuoco sempre vivente, che si accende e si spegne secondo giusta misura”.
PITAGORA DI SAMO
Sec. VI a.C. (572-494 a.c.)
Rapporti che esprimono le consonanze principali: (la consonanza è l’insieme di suoni che vanno
d’accordo fra loro e che creano un senso di gradevolezza). Pitagora ha studiato le consonanze facendo
dei calcoli. Attraverso i calcoli è riuscito a stabilire delle frazione che stabiliscano alcuni intervalli, da lui
stabiliti perfetti.
Significato simbolico della tetraktis: la numerologia in Pitagora è centrale. 1,2,3,4 sommati danno la
decina. Numeri girati e rigirati.
1+2+3+4=10
- Armonia delle sfere: le stelle dovevano essere appiccicate a delle sfere che giravano attorno a
degli assi. Le orbite dei corpi celesti erano qualcosa di solido. Il cielo era sferico e solido.
Ruotando queste sfere producevano un suono. essendo così lontane, nessuno degli umani
riusciva ad udirli.
- Il moto degli astri produce suoni
Questa concezione ha permeato la storia del pensiero. Pitagora sosteneva di sentire questa armonia
delle sfere.
PITAGORICI
ARCHITA DI TARANTO
IPPASO
Leo Spitzer, l’armonia del mondo. Stimmung: Armonia (stato d’animo). Hanno anche la parola
Harmoni che è la parola più specifica. Vuole partire dalle origini per capire quante volte e in che
contesto viene usata la parola stimmung. Non abbiamo una corrispondenza biunivoca di concetti e
parole. Ogni concetto può essere espresso con parole diverse come una parola può esprimere concetti
diversi.
Nelle altre lingue europee non abbiamo parole che traducono in maniera specifica la parola Stimmung.
Significa anche:
- Umore
- Atmosfera
- Stato d’animo
- Armonia, unione armoniosa con il paesaggio
- Accordo, essere d’accordo
- Temperamento
- Consonanza, concordia
Ci parla del rapporto che intercorre tra individuo e contesto in cui l’individuo è immerso. Armonia non
rende questo rispecchiamento.
L'intervallo più piccolo è il semitono. Oggi non c'è un modo per indicare intervalli più piccoli.
Il tono è un termine che getta dei ponti in ambiti diversi (psicologico, visivo, ecc.).
Il tema principale è disegnare una polis ideale e per disegnare i contorni dello stato ideale Platone si
occupa di tutto, temi che si occupano di legge, morale, cultura, e all'interno del tema di cultura si
occupa anche di letteratura e di musica. La musica è uno dei tanti argomenti che ricorrono in questo
scritto
È un dialogo ambientato nel V secolo (Atene di Pericle, periodo classico), composto all'inizio del IV
secolo e terminato nel V secolo.
I libro (Socrate): che cosa è la giustizia? Platone si immedesima con il personaggio di Socrate.
La forma dialogica consente a Platone e a tanti altri all'autore di sdoppiarsi e far si che protagonisti
diversi interpretino il ruolo di protagonista di punti di vista differenti.
La forma dialogica è ideale per fare voce a questi diversi punti di vista.
Chi sono questi interlocutori?
3 esponenti dell'intelligenza ateniese, il principale protagonista è SOCRATE, maestro di Platone.
Socrate ci parla attraverso il personaggio. Per quanto riguarda la musica ci interessa il punto di vista di
altri personaggi che erano dentro l'argomento di musica, come Damone.
Vi è il tentativo di dare corpo, rendere più vivide.
Uno dei problemi che stanno più a cuore a Platone e Socrate.
per Platone nella polis si deve produrre esclusivamente musica che deve contribuire a educazione di
fanciulli e cittadini della polis. Quindi rivolto ai giovani maschi i rampolli delle famiglie aristocratiche
che venivano educati un un certo modo. Musica doveva farlo diventare saggi. Doveva sviluppare
determinare virtù ed evitare che si sviluppassero propensioni negative.
La giustizia è il nostro obiettivo.
Il rifiuto della nuova musica che turba l'equilibrio dell'uomo.
Bisogna costruire una società giusta attraverso un programma educativo. La salute è per l’anima ciò che
la salute è per il corpo: una forma di armonia. Vi è un ruolo della musica all’interno del programma
educativo.
La musica contemporanea ha manifestato Jan tendenza imitativa. Come può la musica imitare la realtà.
La musica può rendere i suoni della natura, ad esempio il canto della voce melodiosa. Vengono imitati
gli aspetti sonori che si possono cogliere attraverso l'udito.
I musicisti che andavano più di moda nell'epoca, "cantautori", erano vicini a questa figura.
I poeti musici dell'epoca contro cui si scaglia Platone erano i ditirambografi.
Poeti che scrivevano dei ditirambo ma non li declamavano. È una forma poetica che veniva tirata e
veniva intonata in occasione dei riti dionisiaci.
Limitazione per Platone è un allontanamento dal mondo delle idee, se anche la musica copia ci
allontanano dall'iperuranio.
La musica vocale si compone di tre elementi: il testo musicato,
(il termine armonia è designato con melodia).
La melodia è fusione di successione di intervalli e ritmi. La
melodia etimlogia è tracciato melodico + testo. Per noi è già
incorporato nel termine di melodia il ritmo.
Abbiamo degli intervalli che si compongono di note.
Per i greci la melodia era note + parole.
Il testo in musica non risponde a delle regole diverse rispetto al
testo non musicato. Dal punto di vista morale se bandisco un
testo, non farò anche una musica per quel testo.
L’armonia e il ritmo devono essere plasmati al testo.
Con la musica si deve dare una marcia in più al testo.
Perché mai dovremo mettere in musica le parole? Perché la
musica non si limita a dire le stesse cose che dice il testo (detto
da Massimo Donà). La musica ha il potere di donare qualcosa al
testo, di renderlo più potente.
La musica che serve il testo e non lo prevarica (nel 1600 pensano
che la musica deve aderire al testo poetico e letterario).
Lui vuole fare una lista di prodotti culturali da bandire e vietare
nella poleis: sono la mixolidia e sintonolidia. Il termine armonia
in questo caso è prettamente musicale, specifico (in questo caso
noi li chiamiamo ora “modi”. Il modo può essere visto dal punto
di vista analista pedante è una scale intesa come toni (somma
dei due semi toni) e semi-toni (mezzo tono); i meno pedanti
considerano il modo come un peculiare successione di toni e
semi-toni che creano una certa atmosfera musicale).
Platone vuole educare i difensori che dovevano evitare di
ubriacarsi ed evitare stati d’animo come l’ubriachezza, la
mollezza e la pigrizia.
I modi prendevano i loro nomi dalle regione di origine o da
popoli che per prima li avevano usati. I nomi delle armonie sono
le denominazione topiche prima dei greci.
La dorica (scala di mi) e la frigia ( scala di re).
Il modo di mi è un modo diatonico, senza alterazione (senza diesis
e senza bimolli).
La ionica ( scala di do, scala maggiore) per Platone è bandita dalla
poleis, perché corrompe chi la ascolta.
Se prendiamo due o tre o quattro armonie e ne salviamo solo due,
il dorico e il frigio, non abbiamo bisogno di usare gli strumenti
creati con più corde per suonare altre armonie (strumenti
poliarmonici). Questi vogliono ad esempio licenziare i liutai,
perché non hanno bisogno di questi strumenti.
Perché non si educa al bello fin da piccoli? Se respirano bellezza fin da piccoli, significa essere da
grandi buoni. Si parla di crescita armoniosa.
Importanza primaria della cultura e della formazione musicale di un progetto educativo fondante.
L’armonia musicale è lo strumento più potente di questa educazione. Si percepisce poi il difetto più
acuto. La bruttezza la si riconosce e la si evita. Si innesca quindi un circolo vizioso dove chi è
educato il bello cercherà di accerchiarsi dal bello. La musica è più forte di altre arti; la musica non
lascia indifferente chi la ascolta davvero. Se il bambino è immerso in un ambiente arricchito
musicalmente, egli cresce nel bello senza anche accorgersene.
Generi musicali:
- Passato: inni, theroi, peona, namoi (canti citarodici)
- Tempo di Platone: poeti “maestri di disordine” criticati da Platone perché mescolavano
generi e stili
- Arte mimetica: all’epoca considerato un virtuosismo
- Teatrocrazia: musica al servizio di altri generi
De-genere: musica privata del suo genere perché mischiati con tanti alti ha formattato: Tipo di carattere: (Predefinito) Times New
Roman
virtuosa
- Coro di Dioniso: anziani traducono in canto la saggezza.
- Il canto è una testimonianza di vita
- Scandita una gerarchia vocale
- Vino: fino ai 18, fino ai 30 con moderazione, dai 40 ai banchetti
- Nomina dei ministri: ministro della musica e ministro della ginnastica
Quasi allo stesso tempo in Cina, Confucio attribuiva alla musica impotenza. Creava un ufficio Formattato: Rientro: Sinistro: 1,27 cm, Nessun elenco
puntato o numerato
paragonabile alla “censura”.
Tra il XVI e XVII: musici che suonavano musica come ancella dell’orazione. Si confrontano con i
testi di Platone.
- Per valorizzare un testo bisogna scegliere gli attributi musicali più adatti. ha formattato: Tipo di carattere: (Predefinito) Times New
Roman
Dorico Formattato: Paragrafo elenco, Puntato + Livello:1 + Allinea
a: 0,63 cm + Imposta un rientro di: 1,27 cm
Discendente: Mi Re Do Si La Sol Fa Mi (semi-tono, tono, tono tono, semi-tono, tono, tono)
Ascendente: Mi Fa Sol La Si Do Re Mi ha eliminato: ¶
¶
¶
Frigio
Discendente: Re Do Si La Sol Fa Mi Fa Re (ha il semi-tono in posizione centrale)
Ascendente: Re Mi Fa Sol La Si Do re Mi
Lidio:
Discendente: Do Si La Sol Fa Mi Re Do ( il semi-tono è in posizione acuta in tutte e due i tetracordi)
Ascendente: Do Re Mi Fa Sol La Si Do
Misolidio
Discendente: Si La Sol Fa Mi Re Do Si (non presenta un’articolazione interna in due tetra cordi uguali e
disgiunti - lo si concepisce con il semi-tono al grave)
Ascendente: Si Do Re Mi Fa Sol La Si
Un modo è un’ottava modale, si percorrono scalini che distano fra loro un tono o un semi-tono.
Se parto dal dorico e scendo di una quinta, mi ritrovo nel Lipodorico (armonia che si trova una quinta
sotto rispendo al dorico)
Discendente: La Sol Fa Mi Re Do Si La
Ascendente: La Si Do Re Mi Fa Sol La
Queste sono delle scale diatoniche, ovvero che hanno un semi-tono e un tono.
Tetracordo diatonico (dorico): Mi, tono, Re, tono, Do, semitono diatonico, Si
I greci contemplavano anche altri due tetracordi: il tetracordo cromatico ( includeva anche intervalli di
semitoni cromatici) e il tetracordo enarmonico.
Tetracordo cromatico: Mi, un tono + un semitono, Doh(diesis), semitono cromatici, Do, semitono, Si
Tetracordo enarmonico: Mi, due toni, Do, un quarto di tono (mezzo semitono), Si+ un quarto di tono,
un quarto di tono, Si
ARISTOTELE ha eliminato: ¶
Politica ¶
¶
¶
- Educazione del cittadino della polis ¶
- Ruolo dell’educazione musicale ¶
¶
- Perché inserire la musica fra le materie di insegnamento?
- Perché insegnare la musica ai fanciulli?
La motivazione è morale.
Molti ragionamenti di Aristotele, sono sul modello di Platone.
La musica ci offre l’opportunità di sfruttare il nostro otium, tempo
libero.
Secondo Aristotele giocando non si impara.
Se si tratta di trovare giovimento nella musica, perché si impara a
suonare? È indispensabile suonarla?
RIASSUNTO
I bambini si abituano a fare musica nel tempo libero e hanno un passatempo onesto, piuttosto che
disonesto.
L’educazione del cittadino della polis: perché inserirla? Le discipline degne ad essere insegnate
sono la scrittura, la lettura (per ragioni pratiche), ginnastica (rende forti e orgogliosi) e la musica
(migliora i costumi, plasma il carattere, sano divertimento).
Abbiamo visto anche il concetto di Ethos (dei modi): si attribuisce alla musica il potere di agire nella
sfera morale ed etica.
La musica che cosa imita? Imita stati d’animo, atmosfere e raffigurare vizi e virtù. La musica sa
raffigurare con i suoni.
Quali elementi costitutivi della musica riescono a rappresentare stati d’animo, epressioni, vizi
e virtù? Ritmi e armonie (avevano l’armonica). Il termine armonia ha mutato il suo significato nel
tempo.
Come insegnare la musica ai fanciulli? La metodologia si interpella sul come fare una cosa e iol
quesito di fondo sono gli obiettivi
Educazione professionalizzante? Si hanno due vie: una professionale e una no. Nella scuola rivolta
ai maschi aristocratici adolescenti, dobbiamo formale dei musicisti professionisti? No, dobbiamo
regolarci di conseguenza. Non dobbiamo insegnare come in una scuola di orchestra.
La musica strumentale ha senso? Si, ma non allo scopo di formalre esecutori virtuosi
Riflessione: È importante studiare la materia per giudicarla? Che sia del ha eliminato: ¶
¶
tutto imprescindibile è impossibile. Se giova nel rendere consapevoli chi si ¶
pone come obiettivo il giudicare, praticando la stessa arte, è indiscutibile. ¶
Un conto è conoscere la cordatura, ma un conto e suonarlo.
La pratica strumentale rende più evidenti le difficoltà tecniche dello
strumento e non solo tecniche.
Lo strumento mi insegna quali sono i suoi limiti, segreti e difficoltà. Essere
abituati a fare musica insieme è una cosa in più: ponderare le difficoltà di
chi il coro deve dirigere. Il direttore di coro serve per “tenere insieme”
tutti; si parla di armonia, un insieme di ogni parte melodica (polifonia).
Da un lato devono accordarsi fra loro dal punto di vista delle altezze,
problemi di ordinee ritmico (andare tutti assieme), ecc..
Qual è il problema delle altezze? Crescente e decrescente.
ha eliminato: ¶
¶
Il sonaglio è un elemento educativo. La musica deve essere insegnata in
base all’effettiva educazione pratica.
Attenzione! Il pregiudizio sulla scarsa nobiltà della pratica musicale
attraversa la cultura occidentale dalle origini ai giorni nostri. Aristotele
vuole oltrepassare questo pregiudizio. Per Aristotele non è un’attività
servile ma può concorrere con chi va oltre gli aspetti del far musica. ha formattato: Nessuna sottolineatura
Loro devono fare musica per acquistare la capacità di giudicare su di essa.
ha formattato: Sottolineato
LA MUSICA NON è UN FINE MA UN MEZZO.
Ai giovani non bisogna insegnare a essere virtuosi con uno strumento, ma
virtuosi nel giudicare la musica. Potranno astenersi fino a quando
diventeranno vecchi. ha formattato: Tipo di carattere: Garamond, 10 pt
ha eliminato: ¶
Arte come tappa di un percorso formativo per formare bravi politici. ha formattato: Tipo di carattere: Garamond, 10 pt
Egli tiene conto a tutte le possibili obiezioni e le confuta. Tiene conto di
un interlocutore preparato e le confuta in itinere.
La musica è utile, si, ma dipende anche come la si insegna.
Risulta evidente che la musica non deve essere un ostacolo per essa
stessa. La musica va fatta in giusta misura; se faccio solo musica, trascuro
il resto. Se mi dedico esclusivamente o eccessivamente di essa, trascurerò
tutto il resto. In questo modo l’educazione del fanciullo non sarà educata.
Ci fa capire come Aristotele intenda proporre la musica ai rampolli
aristocratici solo nella misura in cui quella può sembrare utile.
“gara artistica”: vanno a suonare; agoni che duravano più giorni. Se
bisogna vincere una gara di aulos, devo passare ore e ore a suonarlo. Non
si pretende di far imparare gli strumenti che andavano di moda negli
agoni. Aristotele è contrario a questi virtuosismi tecnici.
Devono imparare a giudicare la musica, non a essere docenti.
Formattato: Rientro: Prima riga: 0 cm
Persino gli animali, gli schiavi e i fanciulli hanno una facoltà di
discernimento musicale. Queste chiarificazione possono fungere da
criterio su quale strumento far impare a scuola.
La musica deve appassionare e deve essere gradevole (fuck i flauti stonati
delle medie).
Il flauto, l’aulos, era considerato difficile da suonare, come la cetra.
Bisogna usare strumenti come strumenti a percussioni (non lo dice
esplicitamente).
Aristotele condivide alcune informazioni che aveva fatto Platone
sull’aulos (strumento di Dioniso).
Che cosa significa il termine catarsi? Significa purificazione. ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto
Aristotele nella Politica accenna il concetto di catarsi, che approfondisce
ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto
nella Poetica. La musica deve impattare sull’ascoltatore. Aristotele accetta
in determinati contesti e con determinate eccezioni. Egli parla di ha formattato: Tipo di carattere: Corsivo
liberazione di fardelli; questo avviene ad esempio nella tragedia. Era un ha formattato: Tipo di carattere: Non Corsivo
genere teatrale complesso che comportava la fusione di diverser arti e
discipline. ha formattato: Tipo di carattere: Corsivo
Mito di Atena: suona l’aulos, si vede nel fiume e vede la sua faccia
brutta con le guancie gonfie e lo getta a terra.
Chi vuole andare incontro ai gusti del pubblico, lo vuole accontentare.
Molte volte il pubblico è a livello basso e quindi anche la musica sarà di
basso livello.
Quelli che esercitano la musica con questi intenti, diventano dei ha formattato: Sottolineato
mestieranti (fanno della musica un mestiere).
Lo spettatore volgare fa peggiorare la musica e i musicisti.
La musica abbassa il proprio livello per andare incontro al pubblico. ha formattato: Tipo di carattere: Garamond, 10 pt
Quali musiche proporre ai fanciulli? Considerazioni tecnico-musicali su aspetti specifici del ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto
linguaggio musicale:
- Armonie
- Ritmi
- Strumenti
Armonia e ritmi
La musica antica è divisa in tre parti: armonia, ritmica e metrica.
Vi è una distinzione fra canto e ritmo. Noi non riusciamo a
immaginare un canto senza un ritmo. Fino ad Aristotele il ritmo
corrispondeva al metro poetico.
In chiave moderna si parla di musica vocale e musica strumentale.
Aristotele rimanda agli specialisti del settore.
Lui qui sta solo fornendo delle idee guida: ciò indica la grande
importanza della disciplinità musicale al tempo.
I testi adeguati sono quelli di contenuto morale. ha formattato: Sottolineato
(Platone prima del discorso sulla musica nella Repubblica, fa un
ha formattato: Tipo di carattere: Corsivo
discorso sui testi).
Scopi molteplici: educazione, catarsi e riposo. ha formattato: Tipo di carattere: Grassetto
La musica influenza l’animo (a prescindere dal carattere di
ciascuno).
La musica ci porta alla catarsi e porta alla gioia perché ci si
alleggerisce dei propri affanni.
La musica ha un ruolo importante nel prpcesso di catarsi.
Per Platone la musica deve essere elevata e solo alcuni possono
comprenderla. Per Aristotele, tutti hanno bisogni musicali. I
musicisti devono accontentare tutti, producono musica sia di alto
che di basso rango. ha formattato: Tipo di carattere: Garamond, 10 pt
Inno delfico I e II
- Frammentari
- Armonia dorica
- Ci sono lettere della notazione musicale
- Armonia dorica è quella più adatta all’educazione dei fanciulli affinchè crescessero sani fisicamente
e moralmente
- Dal testo capiamo che gli inni venivano accompagnati con la cetra (sacra al Dio Apollo)
- Melodia arricchita con melismi e abbellimenti
- Inni spesso intonati coralmente: OMOFONIA
ARISTOSSENO DA TARANTO
Primo teorico dell’Antica Grecia di cui sono giunti testi di quantità apprezzabile.
- Originario della Magna Grecia
- Trasferito ad Atene dove vi muore
- Non lo conosciamo solo attraverso citazioni in altri testi ma abbiamo anche dei frammenti
- Vari interessi
- Musica: teoria della musica, arminica, ritmica, storia della musica e storia dei musicisti
- Suo padre era musico (da lui apprese i primi rudimenti di teoria musicale)
- Sia lui che Aristosseno originari della Magna Grecia: forse influenza della scuola Pitagorica
- Aristosseno da loro prende poi le distanze ma inizialmente subisce l’influenza (in particolare di
Archita).
- Segue lezione di Aristotele: voleva diventare il suo successore; invece Teofrasto fu nominato
successore di Aristotele in cattedra
- Aristosseno se ne va e fonda una nuova scuola; focus: musica e teoria musicale
Elementi armonici
Bach nel 1700 scriverà das wohltemperierte klavier (clavicembalo ben temperato)
- In verità scriverà di qualsiasi strumento a tastiera
- “Ben temperato” significa che la tastiera è accordata sulla base del temperamento equabile
- 24 preludi e fuga in tutte le tonalità, maggiori e minori.
Definisce per la prima volta il termine genere del tetracordo: due suoni estremi sono sempre fissi e due
suoni interni sono mobili.
Parla del genere del tetracordo e della divisione del tetracordo (il suo tetracordo di riferimento è quello
di LA).
- Tetracordo diatonico LA SOL FA MI
- Tetracordo cromatico LA FA# FA MI
- Tetracordo enarmonico LA FA FA-1/4 MI
Polemica con i pitagorici per Aristosseno perché è l’ultimo giudidice è l’orecchio. Si teorizza solo ciò
che si percepisce. L’interazione non è mai giusta o sbagliata. Ci sono delle vie di mezzo delle sfumature
che si impara a percepire con l’orecchio.
L'imprinting di Aristosseno deriva per lo più dal padre, quindi dalla Magna Grecia, da Pitagora.
AGOSTINO D’IPPONA
Originario di Tagaste, Algeria, epoca romana, IV-V sec.d.C., originario dell’Algeria romanizzata.
All’interno della vasta produzione agostiniana leggiamo il DE MUSICA. Trattato più di metrica e
filosofica, il trattato sulla musica leggeremo buona parte del I e VI libro.
E’ considerato uno dei più grandi filosofi dell’occidente cristiano e uno dei più grandi dottori della
Chiesa, uno dei più grandi pensatori della Chiesa, i suoi genitori avevano orientamenti religiosi e
spirituali diversi, la madre cristiana, il padre convertito al Cristianesimo in punto di morte.
Agostino ha avuto un’educazione di prima qualità, si è avvicinato a correnti letterarie e filosofiche, si è
avvicinato alla corrente MANICHEA, è uno dei tentativi per rispondere dal suo punto di vista al
grande quesito: DA DOVE VIENE IL MALE? COME SI SPIEGA IL MALE?
Una delle possibili risposte è la risposta MANICHEA. Dopodiché si trasferisce a Roma, nel 333, resiste
1anno, gli studenti che gli erano stati affidati erano turbolenti, non riuscendo a mantenere la disciplina
in aula, decise di abbandonare4 Roma e si trasferisce a Milano, dove c’era il grande vescovo poi
santificato Sant’Ambrogio.
Ambrogio conosceva il latino e il greco, questa è una marcia in più, aveva accesso alle sacre scritture,
aveva avuto accesso alle fonti e aveva sviluppato la l’esegesi, lo sviluppo delle Sacre Scritture.
Si aggrega alla comunità di eruditi e segue le prediche anche di Ambrogio, perché era affascinante il
modo di spiegare e argomentare attorno alle Sacre Scritture, una figura molto energica.
Questa personalità così spiccata aveva influenzato Agostino.
Viene battezzato durante la Pasqua del 387, insieme al figlio.
Prima di questo gesto, Agostino si era ritirato in località della provincia di Milano, con alcuni
collaboratori, studia le Sacre Scritture e scrive il De Musica. Perché decide di scrivere un De Musica? La
musica è una della arti liberali del sapere. Il sapere era articolato in 2 parti: umanistico e scientifico
(triviu: umanistiche, quadrillium: discipline scientifiche → matematica, geometria, fisica, musica.
Agostino aveva dedicato un trattato a ciascuna arte liberale, ma non le aveva terminate.
Politica di Aristotele → ruolo dell’educazione musicale e dell’educazione dei cittadini della polis. La
musica è uno dei tanti aspetti de cittadino ideale, in quanto materia di insegnamento, vale la pena
insegnarla? SI. La musica ha un forte impatto etico, ethos fa da ponte tra la musica e la morale. I greci si
riferivano all’impatto emotivo suscitato in alcune persone.
Dopo Aristotele, un suo allievo, ARISTOSSENO che indispettito dall’esito della scuola aristotelica
passata alle sorti di un suo collega, scrive una Teoria musicale, originale, per la prima volta abbiamo un
testo di teorie musicali: GLI ELEMENTI ARMONICI.
(2 capitoli da leggere MUSICA E MITO, PITAGORA E PLATONE)
Altra figura gigantesca: AGOSTINO. Sa guardare dentro di sé, introspezione, sa scrivere questa sorta di
sondaggio interiore, viene chiamato in causa da psicologi, scienziati, rapporto tra organi percettivi e
cervello, chiamano Agostino perché mette in pratica i 5 sensi, considerato come finestre che mettono in
comunicazione l’individuo con il mondo.
I 2 sensi considerati privilegiati: vista e udito, per Agostino l’udito ha importanza come la vista.
Agostino amava tantissimo la musica.
Agostino ha viaggiato in Italia: Roma, Milano dove si è convertito, ha frequentato Ambrogio, è passato
attraverso al manicheismo e convertito al cristianesimo, poi torna in Algeria, dove assume il ruolo di
vescovo.
Scrive Le CONFESSIONI → sono autobiografia, quindi introspezione, dove narra i suoi viaggi, la sua
vita.
A volte la musica è presente anche senza riferimenti alla musica nel salmo stesso, le narrazioni nel
salmo sono scritte come metafora della musica.
A volte ci dà informazioni concrete, ci può dare informazioni storiche sulla musica, com’era la musica
nei suoi tempi e nei vari luoghi da lui frequentato, anche com’era la musica in Africa.
Tanti degli scritti agostiniani contengono riferimenti alla musica.
Poi ci sono contesti in cui Agostino riflette sulla musica in quanto fenomeno, nel De Musica si pone il
problema di definire questa disciplina in maniera analitica.
Dopo la sua conversione sembra voler convertire il libro stesso, far si che tutto quanto era stato scritto
fino al volume 5, dal 6 doveva essere letto in chiave diversa come strumento per elevarsi e muovere
verso la musica.
CAP. VII
“risuonavano i canti dei tuoi inni e mi inducevano a un pianto più abbondante,
ora finalmente respiravo in te”.
Parla a Dio, altro passaggio in cui abbiamo una descrizione su un ascoltare speciale.
(inno di Sant’Ambrogio, Deus Creator Omnium) Dio, creatore dell'universo,
e reggitore del cielo
che rivesti col chiaror della luce il giorno e la notte col dono del sopore,
“perché il riposo ridoni
all'usata fatica le membra spossate,
sollevi le menti stanche
e liberi dagli angosciosi affanni;
Trascorso ormai il giorno,
ti innalziamo preghiere di ringraziamento, all'inizio della notte, cantando un inno,
affinché tu ci aiuti a mantener fede alle promesse. Ti cantino le profondità del cuore,
ti conclami la voce squillante,
ti ami il casto amore,
ti adori la sobria mente,
affinché quando l'abisso delle tenebre notturne avrà inghiottito il giorno,
la fede non conosca l'oscurità
e della fede si illumini la notte.
Non permettere che lo spirito si assopisca; impari, invece, a dormire la colpa,
e la fede, che dà ristoro ai puri,
smorzi l'ardore del sonno.
Libero da ogni sensualità,
ti agogni l'intimità del cuore,
e nessun timore, per inganno dell'infido nemico, turbi chi riposa.
Noi invochiamo Cristo e il Padre
e lo Spirito di Cristo e del Padre:
Trinità, che sei un solo essere,
potente in ogni cosa, sostiene chi t'invoca”
Il tema del buio e delle notte era un tema sentito a Milano, riunirsi a pregare di notte significava riunirsi
al buio.
Con l’arrivo della notte, preghiamo insieme affinché ci distoglie le ansie e i turbamenti.
La fede deve illuminare. La preghiera è rivolta alla trinità affinché intervengano nel sonno della notte a
portare ristoro.
(ascolto canto inno) alternanza di voci maschili/femminili intonavano ciascuno una strofa, è un canto
strofico, nelle strofe, il testo cambia ma la musica rimane uguale, alternanza di una voce maschile e un
coro femminile, intonazione responsoriale, l’intonazione diretta è quando il coro canta dall’inizio alla
fine, responsoriale quanto il coro è alternato 1-tutti. Struttura strofica e alternanza di una voce maschile
e coro. Quando cantano in tanto, intonano tutti la stessa melodia → OMOFONICA (omoritmica). Ci
aspettiamo di vedere una sola melodia, 8 strofe.
LA-SI-DO
Perché prima le note erano quadrate e non tonde?
Scrivevano con un pennino.
La voce femminile è più acuta, la voce maschile canta la melodia in loco. Cantano le stesse note, ma il
coro femminile canta con la distanza di 1/8, Ottava superiore.
Altra pagina delle Confessioni, Agostino parla dei PIACERI dell’udito. Pagina all’insegna
dell’atteggiamento ambivalente → atteggiamento altalenante.
Ora sembra approvare i piaceri della musica, ora sembra disapprovare. X libro delle Confessioni.
Impigliato e soggiogato, come se stesse sotto gioco. Sta parlando con Dio.
La musica lo soggioga ma lui se ne rialza quando vuole.
Sta cercando di dividere la melodia e le parole intonate.
La musica una volta che trascina le parole acquisisce una presenza molto forte.
Le canzoni rimangono impresse in quanto prodotto finito, con quelle parole lì.
Qui Agostino sta confessando a sé stesso come ascolta la musica, poi si confronta con Dio per capire se
ascolta la musica per piacere o per ascoltare le parole? Per mezzo o per fine?
Raccoglie i piaceri della musica ma poi sembra condannarla.
La sensazione uditiva gli permette di scatenare delle sensazioni, che lo portano verso Dio, il pensiero
deve essere sempre un passo avanti. Lui si rende conto di essere trasportato dalla musica. Questo
peccare, lasciarsi trasportare dal flusso musicali, delle sensazioni, è qualcosa di temporaneo.
L’oscillazione continua tra coscienza e conscio.
Ascolta la musica si lascia trasportare, poi si rende conto di peccare e si ferma, e poi ricomincia.
A volta esagera nella cautela e pecca di severità. Deve capire quale posto attribuire alla musica.
Ha senso cantare durante le celebrazioni?
Condanna la musica ma poi capisce che lui è tornato dalla prigione grazie alla musica, così ondeggia tra
il pericolo del piacere della musica e la constatazione dei suoi effetti salutari.
Il suo atteggiamento è ambivalente nei confronti della musica, si sente più misero degli altri quando la
condanna.
Il I° libro del De Musica ruota attorno alla definizione di musica, l’importanza dell’imitazione nell’arte.
Vuole dare una definizione dell’ars musica.
Ciascuna di queste 3 definizioni aveva sfumature diverse: ars : discipline che si studiavano,
connotazione astratta; scienzia: deve avere le sue regole fisse; disciplina: ha una componente pratica,
ha sia una vocazione teorica sia pratica. Il De Musica come i dialoghi di Platone è concepito come un
dialogo tra il maestro e il discepolo.
Le prime pagine del De Musica danno una definizione di musica → musica est scienzia bene modulandi: la
musica è la scienza, deve modulare bene. Distingue la musica ben modulata e la musica per imitazione,
chi impara per imitazione.
Nella prima parte del De Musica è un dibattito tra il maestro e il discepolo, sul significato e la natura
dell’arte musicale e sul confronto tra far musica in riflesso senza saper cosa si fa e far musica
consapevole, sapendo ciò che si fa.
De musica. Agostino nel 387 è a Milano, ha 33 anni e ha un figlio di 15, Adeodato. Si converte e si ritira
a Cassiciacum (Cassago Brianza forse) con la madre, il fratello, il figlio e pochi amici a leggere le
Scritture. Smette di insegnare retorica, e inizia a lavorare al grande progetto di scrivere un trattato per
ogni arte liberale (oltre al De musica, di cui abbiamo in realtà solamente la prima parte sulla metrica,
possediamo De dialectica, De rhetorica di dubbia attribuzione, appunti per un De grammatica).
Tutte e 3 queste ars, grammatica, dialettica, retorica venivano considerate propedeutiche allo studio per
parlare in maniera sensata e applicata alle discipline.
Nelle Retractationes dirà poi di questi testi: “Mi ripromettevo di giungere io stesso e di condurre gli altri
alla conoscenza delle realtà incorporee passando prima attraverso quelle corporee”. Questo trattato sarà
un’autorità per secoli, quando Boezio scriverà il suo trattato scriverà solo di armonica, e non di metrica,
in quanto vi era già questo trattato precedente.
L’obiettivo di Agostino è quello di ascoltare la struttura dell’universo, come i frammenti di Eraclito,
Agostino usa il termine numerus, come semplificazione, non vuol dire solo numero, lo traducevano in
ritmo.
La metrica è utilizzata per far capire al lettore cosa Agostino intendesse. Questa scienza della musica
deve servire a intraprendere lo studio a passare
dalle realtà corporee a quelle incorporee. Il musico da solo non può compiere questa ascesa se non si
avvale dei sensi, per Agostino i sensi sono da superare. La metrica è un passaggio, si capisce il senso del
ritmo.
Nel II Libro, c’è un osservazione interessante, in cui Agostino dice “i grammatici hanno una serie di
regole che dicono come allungare o accorciare le sillabe, queste combinazioni sono normate da regole
fisse” il musico va un po' in là delle regole, si basa sulla dellettatio → il diretto, il piacere. Mi piace? Si,
allora la tengo così. Mi piace? No, allora la cambio. Per Agostino c’è questo aspetto importante che è la
dellettatio, per cui i musici si basano, il piacere.
Il problema della traduzione: portare un testo da una lingua antica ad un’altra. Io devo rendere il testo
comprensibile, il lettore deve ritrovarsi.
Chi traduce deve fare una scelta, nelle tante maniere di tradurre, privilegia un’interpretazione. Tradurre
significa anche deformare. Il testo deve prendere forma.
Termini importanti nel testo:
-silenzio, significa anche un tempo di silenzio, un battito.
-mensio: misurare → misurazione della quantità e della misurazione dei piedi contenuti in un verso.
Come misurare la quantità.
-percussio: percussione → inteso come battito, battito del tempo, nel trattato di metrica, scandire il
tempo per decantare un verso.
-acumen: il battere.
Termini che ritornano in questo trattato.
Questo trattato di Agostino è stata una pietra miliare per secoli, nessuno ha scritto trattati di metrica
perché c’era già quello di Agostino.
Dopo il trattato di Agostino c’è quello di Boezio, parla di Armonica.
Boezio traduce dal greco al latino i trattati che parlano di armonica e confeziona un trattato che parla di
armonica, ma la metrica la lascia perdere. È un argomento, c’era già il trattato di Agostino.
NUMERUS: a seconda dei contesti può voler dire → rapporto numerico tra i movimenti, es. rapporto
tra la lunga e la breve, è misurabile. Ente matematico è un concetto astratto.
-RITMO DI UN VERSO: è una cosa concreta se dice di quale verso sta parlando.
-GRADAZIONE DELLA COSCIENZA SENSIBILE: concetto astratto. Il numero come concetto
astratto diventa una forma percepibile.
Ne parla nel VI Libro della definizione di numero.
Se io sento un suono, è qualcosa di sensibile, ha delle caratteristiche. Anche nella danza c’è un numero,
nel movimento c’è un numero, la danza si basa sulla coreografia, dice quali movimenti e come farli, è la
dimensione spazio- temporale. Il ritmo della musica si traduce in ritmo del movimento.
-NUMERI PROGRESSORES: senso di chi sente → udito, sente rumori, suoni, all’interno di essi ci
sono dei numeri, hanno un suo ritmo. NUMERI PROGRESSORES: questo ritmo è inerente alla
musica in sé, la musica ha questi ritmi.
-NUMERI RECORDABILES: numeri della memoria. Canticchiamo nella memoria un motivo, perché
lo memorizziamo, ad es. canticchiamo ad occhi chiusi l’inno d’Italia, lo abbiamo memorizzato nella
memoria.
Agostino dice questo: memorizza nella memoria i suoni, ha gli stessi numero, questo per capire cosa
intende lui per numero.
-NUMERI IUDICIALES: numeri del giudizio → chiunque capisce che una nota cantata è sbagliata, c’è
un errore. Cosa ci fa dire dentro di noi cosa è giusto e cosa è sbagliato? I numeri del giudizio. Agostino
ci fa capire che noi siamo in grado di giudicare la musica perché dentro di noi abbiamo interiorizzato la
capacità di discernere cos’è intonato e cos’è stonato.
Tutto quanto è la nostra conoscenza, della metrica, ritmica, musica, ci consente di avvicinarci alla
comprensione dei NUMERI ETERNI, il ritmo che regola
l’universo.
Agostino quando parla di metrica, fa riferimento, oltre alla poetica dell’epoca, alla lirica religiosa e
menziona degli inni.
Perché chi suona la cetra, il flauto, è diverso dall’usignolo? Perché ha una certa arte, hanno imparato
questa arte imitando i loro maestri.
Il termine arte, vuole che sia impiegato dove c’è qualcosa in più.
Insegnare: in-segnare, faccio un segno, attraverso questo segno capisci come fare.
Se i citaristi hanno imparato a suonare la cetra imitando i maestri, si può dire che dispongono dell’arte
di suonare la cetra, anche se l’hanno appresa solo per imitazione?
Molte arti si basano sull’imitazione, non ha chiamato arte imitazione.
L’arte si fonde sia sull’imitazione sia sulla ragione, gli animali si
basano solo sull’imitazione (animale che imita il cinguettio).
Dove si colloca la scienza? Sia imitazione sia ragione? Poi alla
fine dice: La scienza si trova nella sola ragione, l’arte unisce
ragione e imitazione.
E’ possibile suonare in 2 modi: modo A: come gli uccelli,
solo imitazione, maniera animalesca, solo corpo. Modo B:
posso suonare con imitazione + scienza, cioè spirito, solo
gli esseri razionali.
Uno dei padri della Chiesa si occupa dell’esegesi ma anche delle fonti, di teologia, di gestione di diocesi
dal 95 in poi è vescovo di Ippona, ecco perché è noto come Agostino d’Ippona, era un cittadino
umano, si reca prima a Roma, non si trova bene con gli studenti, si trasferisce a Milano, il uso incontro
con Ambrogio, incontro che trasformerà la sua vita e la sua visione del mondo, conducendolo alla
conversione al neoplatonismo per alcuni, al cristianesimo per altri.
Che cosa ci colpisce del percorso di Agostino?
Abbiamo guardato le pagine riguardanti la musica, estrapoliamo dal corpus le pagine in cui Agostino
parla di musica. Abbiamo letto passaggi dalle Confessioni in cui ci parla della sua conversione, sente
canterellare quella che è una filastrocca infantile, la voce bianca, sente “tolle, leggi” prende e legge
quello che ha di fronte, le lettere di San Paolo Apostolo ai romani.
Abbiamo letto l’impatto del suo animo dall’ascolto di alcuni inni ambrosiani, Agostino si commuove
fino alle lacrime.
Abbiamo letto una pagina che ci descrive i PIACERI DELL’UDITO, da questa pagina capiamo che
Agostino è molto sensibile alla musica, capiamo che c’è un conflitto interiore per cui Agostino da un
lato si apre entusiasmaticamente alla musica, dall’altro si rende conto di abbandonarsi ai piaceri
dell’udito e fa un passo indietro.
Abbiamo iniziato a leggere il DE MUSICA, noi leggiamo il I° e il VI.
La cosa significativa è la definizione che Agostino dà alla musica, Agostino
avrebbe voluto dedicare ogni testo ad ogni arte liberales, le 3 arti del trivio → grammatica, retorica,
propedeutica allo studio, e le 4 arti del quadrillium → aritmetica, astronomia, musica, prima bisogna
imparare a strutturare e parlare il proprio pensiero.
Una volta imparato a ragionare, pensare, scrivere e parlare si può applicare lo studio alle discipline
scientifiche. Non le ha scritte tutte. Ci è giunta la parte dedicata alla metrica, parla della strutturazione
dei metri.
Questo testo è stato concepito appena prima la conversione e concluso dopo la conversione, è il VI
Libro che conclude quest’opera, getta uno sguardo verso i 5 libri precedenti.
Come fa a virare questi 5 libri? Il percorso attraverso il cosmo materiale verso quelle spirituali, ci deve
condurre a superare lo studio e analisi della poesia. Prende tanti componimenti poetici in latino, fa
un’analisi della metrica, solo in alcun casi cita degli inni, di argomento spiritale, ma lui prende in esame
la poesia profana dell’epoca, dopo la conversione si vuole allontanare da questo, e progredire verso la
spiritualità.
Nell’ultimo libro parla dei NUMERI, numerus → complessità e
ricchezza di significati che la traduttrice, non l’ha neppure
tradotto.
La figura del discepolo ha una funzione fondamentale nei
dialoghi di argomento filosofico, serve ad offrire al maestro la
figura di spiegare e delucidazione, con
il pretesto di spiegare meglio all’allievo, ritorna a spiegare meglio
la materia, la definizione di musica → MUSICA EST
SCIENZIA BENE MODULANDI.
Agostino si concentra su ciascuno dei termini di cui si
compongono i queste definizione.
Musica perché scienza e non disciplina?
Senti come cantano bene gli uccelli. Dispongono della scienza?
La scienza contraddistingue? Differenza tra chi sa e chi fa? La
coscienza di quello che si fa.
Fare le cose a orecchio non è sufficiente per paragonarsi ai
musici.
Gli animali hanno memoria? Si, le rondini quando arriva
l’inverno sanno che devono migrare.
La scienza non sta nella memoria, è una prerogativa che
riferisce allo spirito.
Gli atleti devono ripetere ogni giorno gli esercizi per
mantenere certi automatismi, così la musica e lo strumento.
Non tutti hanno la scienza, sanno svolgere bene la musica
senza sapere la musica.
8.
La scienza sta nell’intelletto.
Anche gli animali hanno la memoria, le rondini dopo
1anno tornano nei loro nidi.
Argo, il cane di Ulisse, l’ha riconosciuto al suo ritorno. Fa
una serie di citazioni, per avvalorare la sua teoria.
La scienza non ha a che fa con i sensi, con la memoria, sta
al di sopra di queste cose, gli animali hanno la memoria ma
non la scienza, la scienza sta nell’intelletto.
Imitare significa imparare qualcosa e poi ripeterla, es.: i discepolo imita il suo maestro e poi ripete i suoi
movimenti, impara per imitazione.
Si impara per imitazione anche il canto, colui che canta per
primo e gli altri ripetono. L'imitazione è importante ma non è
tutto nella musica, gli animali non possiedono la scienza, non
hanno studiato.
Gli attori erano anche cantanti, ballerini, questi operatori teatrali
quel che fanno sia consapevole. Agostino porta in esempio altre
attività come i carpentieri, muratori, compiono determinati
movimenti.
9
E’ lo spirito dotato di scienza che comanda l’agilità del corpo.
E’ più importante saper cosa si vuole ottenere che non saper
fare. Per diventare virtuosi bisogna trascorrere molto tempo
ogni giorno a
Il flautista sa cos’è giusto e cos’è sbagliato. Il flautista potrebbe improvvisare, memorizzare e ripetere.
Gli animali hanno la memoria, i sensi, ma non hanno
la scienza, la musica non hanno consapevolezza di
quello che stanno facendo.
VI LIBRO
Ultimo libro, impegnativo, Agostino ha la pretesa di delineare dal V Libro al VI, vuole che il suo lettore
insieme a lui possa compiere un passaggio significativo, dal sensibile al sovrasensibile, dal corporeo
all’incorporeo, concettualizza una serie di concetti, cosa significhi per lui NUMERUS → possibilità di
misurare il reale, Agostino ci tiene che il lettore comprenda il significato di numerus, allora fa una serie
di esempi per lasciar intendere che cosa sia numerus, prende in esame diverse categorie di RITMI,
all’inizio declama un inno che si compone di 4 piedi giambici, dove si trovano questi 4 giambi? Nel
suono che sentiamo (Deus creator omnium) si compone di 12 tempi: 4 giambi ognuno composto
da 3 → breve lunga, breve lunga, breve lunga, breve lunga, la breve vale 1 tempo, la lunga vale il
doppio.
Il suono prodotto dalla declamazione di questo verso.
Il suono in sé è indipendente dall’ascoltatore che capisce com’è strutturato.
Ci sono i secondi numeri, i primi numeri CORPORALES sono nel suono, i secondi OPPURSORES
sono nel SENSO, il senso interessato dalla percezione uditiva, udito.
Non posso sentire un suono se nessuno lo sta producendo, quindi uno dipende dall’altro, quelli
indipendenti sono più importanti rispetto a quelli dipendenti. Ci sono i numeri PROGRESSORES, si
trovano nell’atto stesso di pronunciarli. La 4° categoria: numeri RECORDABILES, si trovano nella
nostra memoria.
Il ricordo di qualcosa che ha sentito, sono numeri dipendenti, di qualcosa che in precedenza ho
ascoltato o declamato.
1) Nel suono, 2) nell’udito, 3) chi lo sta eseguendo, 4) nella memoria, ho ascoltato il concerto e l’ho
memorizzato.
Cosa significa ricordare? RI-CORDARE → riportare nel cuore.
Si va al numero 5, i ritmi del GIUDIZIO: la nostra capacità di giudicare i ritmi. Agostino distingue 2
facoltà di giudicare, l’uomo che è un animale, ma anche qualcosa in più rispetto agli animali: ha qualcosa
di istintivo, se ascolta una stonatura prova fastidio istintivamente, nell’uomo c’è una seconda fase del
giudizio, perché mi ha dato fastidio? Perché, es., relativamente all’altezza non è conforme, è fuori dal
tono, fuori ritmo è fuori tempo.
Si pone delle ipotesi di risposta al perché ha dato fastidio, gli animali non si pongono delle domande.
Nel senso dell’udito cosa succede?
Può esserci qualcosa nell’udito se non si suona
niente? no.
L’udito di chi ci sente è diverso dall’udito dei sordi.
Il palmo della mano sente che percepisce qualcosa, i
tocchi rispondono ad un determinato ritmo.
Abbiamo la capacità di trovare benessere laddove
esposti a ritmi regolari. Numeri del giudizio abitano
nella nostra capacità di giudicare, sono di 2 tipi:
fisici che asseriscono alla sfera sensoriale, razionali
sono propri dell’uomo. L’orecchio recepisce sia le
note belle sia le note brutte, rispetto ad alcuni suoni
siamo deliziati, mentre altri ci infastidiscono.
Se si pronuncia un verso qualsiasi, uno più
velocemente, uno più lentamente, in tutti e due i
casi il verso “Deus creator omnium” si compone di 4
giambi, lo schema rimane uguale sia che lo leggo
velocemente sia che lo leggo lentamente. La velocità
è cambiata ma la struttura metrica (i numeri) è
rimasta la stessa.
Come se fosse una struttura metrica astratta (come disegnare un termosifone a grandezza naturale e a
grandezza più piccole, le proporzioni rimangono uguali).
La modificazione dell’udito quando è stimolato dal suono, non
è di certo la stessa di quando non è stimolato. L’orecchio è
interessato nella misura in cui qualcuno lo sta sollecitando,
l’udito è cimentato nel momento in cui deve ascoltare qualcosa.
“è simile alla traccia lasciata nell’acqua” prima l’acqua è ferma,
quando si immerge un corpo prende quella forma, ritorna ferma
quando lo si toglie. La facoltà di giudicare ce l’abbiamo sempre.
I numeri pronunciati e i numeri nella memoria.
Chiama in causa 2 elementi corporei che ci aiutano a
capire un movimento regolare: il battito cardiaco e
l’inspirazione e l’espirazione, questi 2 movimenti
sono comuni a tutti gli esseri senzienti e l’anima è la
centralina del corpo che dà l’impulso.
Quali sono i tipi di numeri, cioè i ritmi, che Agostino prende in esame nel De Musica?
-I numeri che si producono nel suono, un suono che effettivamente può essere prodotto.
-Altra categoria dei ritmi, nel senso dell’udito → qualcuno che ascolti. -Chi sta eseguendo il suono,
numeri che si producono.
Nella memoria.
Agostino dice che la memoria può essere di 2 tipi: memoria muscolare, la memoria sta nel corpo,
memoria intellettuale.
Gli animali hanno memoria? Si. Il cane Argo riconosce Ulisse dalla memoria. -I numeri eterni, divini.
-I numero del giudizio, capacità di giudicare quello che stiamo ascoltando. Quando una musica è
giudicata positivamente? Quando è intonata, quando segue il ritmo.
Quando una musica è giudicata negativamente? Quando è stonata e quando non segue il ritmo.
Questa capacità di giudicare appartiene a tutti.
Effetti della musica nel corpo, Agostino cerca di raccogliere le reazioni date dagli effetti della musica
che produce nell’anima e nel corpo dell’ascoltatore. Ci sono delle musiche prodotte per provocare delle
reazioni motorie, es. musiche da ballo.
Quali sono gli aspetti della musica che provocano un irrefrenabile istinto motorio?
Il ritmo, per es. il ballo.
ENARRATIONES
I commenti che lui ha scritto ai salmi, vediamo come la musica viene chiamata in causa commentando i
salmi. I salmi venivano intonati e non semplicemente declamati. In molti salmi sono in lode di Dio,
cantando il suo nome.
Agostino commentava frequentemente i salmi. Abbiamo una lettura del salmo e poi un commento del
salmo stesso.
Commento del salmo 32
Esultate, giusti, nel Signore:
ai retti si addice la lode.
Lodate il Signore con la cetra
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
(capiamo che il canto si accompagnava con la cetra) Cantate al Signore un canto nuovo
suonate la cetra con arte e acclamate
(suonate con arte: suonare bene)
Poiché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia,
della sua grazia è piena la terra.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli
(è con la parola che vengono creati i cieli e la terra) dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Come in un otre raccoglie le acque del mare
(Dio parla e nascono dalla pronuncia di alcune parole gli elementi naturali)
chiude in riserve gli abissi.
Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo perché egli parla e tutto e fatto
comanda e tuffo esiste.
Il Signore annulla i disegni delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il piano de Signore sussiste per sempre,
i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni. Beata la nazione il cui Dio è il Signore,
il popolo che SI è scelto come erede.
Il Signore guarda dal cielo,
egli vede tutti gli uomini.
Dal luogo della sua dimora
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui che, solo, ha plasmato il loro cuore
e comprende tutte le loro opere.
Il re non si salva per un forte esercito
né il prode per li suo grande vigore.
Il cavallo non giova per la vittoria,
con tutta la sua forza non potrà salvare.
Ecco, l’occhio del Signore veglia su chi lo teme, su chi spera nella sua grazia,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore,
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
In lui gioisce il nostro cuore
e confidiamo nel suo santo nome.
Il commento di Agostino si concentra sulla terza coppia di versetti (cantate al Signore un canto nuovo,
verso 3) entrano in campo concetti significativi se vogliamo capire come Agostino intendeva i saggi.
Il cantico nuovo non compete a uomini vecchi, noi abbiamo un detto eloquente, una specie di versione
popolare di questo concetto espresso da Agostino, “è ora di intonare nuovi canti” “è ora di cambiare
musica” quando vogliamo che cambi una situazione.
“Uomo nuovo” deve cambiare il suo comportamento, la sua mimica.
La musica è intesa come la musica della vita, come noi viviamo, in questo caso la musica può essere
inteso come armonia.
Questo uomo nuovo non canti solo con la bocca, ma lo canti con la vita, cantate BENE, non cantate
solo per il gusto di cantare, cantare a Dio si deve cantare bene. Se al cospetto di un grande intenditore
viene detto di cantargli per piacergli, tremano le gambe per timore di non cantare al meglio.
Dio sa giudicare il canto, il cantante, la musica, il coro, sa giudicare tutto.
Se immaginiamo Dio con le orecchie, le sue orecchie saranno perfette, sanno ascoltare bene tutto.
Non ti preoccupare delle parole che devi intonare, canta nel giubilo, il lettore non capisce il suo senso di
asserzione se non spiega.
Che significa giubilare? Intendere senza dover spiegare a parole, cantare con il cuore. Cantare
melismaticamente, con tante note sulla stessa sillaba.
Spiegare significa aprire. Non si può spiegate tutto con le parole, il linguaggio verbale arriva fino ad un
certo punto, per spiegare concetti profondi può essere di fondalmentale importanza il linguaggio non
verbale, ad es. la musica, la musica sa esprimere, spiega con i suoni.
Cosa significa esegesi musicale?
Spiegare attraverso la musica, si parte da un testo e per spiegarlo produce un altro testo che si compone
di altre parole, ma il linguaggio verbale, la logica ha i suoi limiti, per travalicare questi limiti bisogna
avvalersi del linguaggio non verbale, es.: il linguaggio musicale, spiega tante cose che le parole non
possono spiegare, la musica esprime quello che la parola non sa esprimere.
La vocale più adatte a vocalizzare? A-O.
Un canto di gioia inizia con parole normali.
Ineffabile → ciò che non può essere detto. Se non puoi dirlo perché non giubilare, in modo che il cuore
si apra a una gioia senza parole.
(slide)
Approccio di Agostino nei confronti della musica nei suoi commenti ai salmi. La musica si rivela in
grado di avviare la conoscenza umana nei misteri della fede, attraverso la musica l’uomo conosce i
misteri, più della parola.
Agostino usa le metafore, immagini musicali.
Pensare Dio con grandi orecchie che tutto sente.
In alcuni scritti di Agostino, ci dice che dobbiamo passare dal sensibile al sovrasensibile, dobbiamo
avere conoscenza di questo sensibile.
Che cos’è un’immagine musicale?
Leonoss Guidar (?) ce lo spiega mettendo in relazione occhio e orecchie, in Platone abbiamo la vista
che prevale, in Agostino la vista e l’udito sono complementari.
Visto che Agostino è uno dei dottori della chiesa, ha commentato i salmi,
significa cercare qualcosa di importare per la cultura occidentale.
Agostino sa entrare nell’intimo della mente e dei sensi → sa penetrare con grande sottigliezza nella
psiche dell’ascoltatore, è uno psicologo della percezione auditiva sensazionale, lui osserva prima su di sé
e poi osserva quello che ha ascoltato e poi descrive cosa gli successo durante l’ascolto.
Bisogna diventare ascoltatori consapevoli.
Interpretazione plurale → ogni parole può sprigionare una pluralità di significati.
Distinzione fra diverse tipologie di immagini che costituiscono l’immaginario agostiniano. A volte la
musica si trova in una similitudine, a volte in una metafora, a volte in un simbolo.
Similitudine → elementi che sono esplicitati, es.: sono abile nel canto così come lo è un usignolo.
L’immagine sonora, secondo Agostino, è l’immagine che si forma nella memoria quando pronuncio una
parola.
La musica ha la proprietà dell’immagine visiva, secondo Agostino l’immagine è eterna.
Cos’è il potere evocativo della musica? Si lascia trascinare dal potere della musica.
La capacità di contemplare la musica nel suo insieme è in alcuni.
Poesia, musica e coreografia sono 3 arti che hanno a che fare con la misura del movimento.
Il suono viene valorizzato molto da Agostino.
Agostino è un’intellettuale in movimento, il suo pensiero non è sempre uguale, questa speculazione lo
porta ad approfondire il suo pensiero.
Nei suoi scritti non troviamo sempre la stessa concezione della musica, si evolve.
Nei commenti ai salmi diventa un’esperienza fondamentale, un’indagine filosofica, perché il canto aiuta
la riflessione meditativa. “cantare è pregare 2 volte” Il canto aiuta la riflessione meditativa su ciò che si è
cantato, meditare e capire diventano sinonimi, perché il canto è vicino alla meditazione.
Il canto diventa una forma di meditazione, attraverso il canto, secondo Agostino, si capisce il testo
cantandolo, prima si canta, poi si capisce. L’esperienza sensibile del canto sfocia nella comprensione
spirituale.
Poi c’è un altro aspetto, l’esperienza musicale riporta l’uomo a sé stesso, alla sua dimensione più
profonda → l’inconscio.
La dimensione inconscia è qualcosa che sentiamo ma non riusciamo ad esprimerla in parola, ma
riusciamo ad esprimerla nella musica.
L’esperienza sensibile procede di pari passo con la musica silenziosa → la musica è qualcosa che
sentiamo, la musica silenziosa è qualcosa che non sentiamo, Agostino teorizza l’ineffabilità musicale →
la musica sa dire quello
che le parole non sanno dire, la musica va al di là del testo, capire qualcosa in più rispetto alle parole
non dette.
“parlare di musica è come danzare di architettura” un linguaggio può fino ad un certo punto tradurre
quello che le altre parole non riescono ad arrivare. Agostino dice: prima devi cantare, poi devi
interpretare il salmo. Devi capire sulla tua pelle cosa il canto ci vuole dire e poi devi interpretare il
salmo.
ARMONIA: disciplina che studia gli accordi, la parola armonia può avere altri significati, ad es.: luogo
in cui regna l’armonia, essere in armonia con sé stessi e con il mondo. Anticamente, pensando alla
repubblica di Platone, il termine armonia compare molte volte, nella maggior parte dei casi Platone lo
usa per parlare di concetti musicali precisi → le scale, in altri casi lo usa in modo più ampio →
equilibrio tra più cose.
Boezio definisce 3 tipi di musica: la musica mondana (l’armonia delle sfere), la musica umana (l’armonia
interiore percepita nell’uomo), la musica instrumentalis (la musica vera e propria che si ascolta con le
orecchie e si produce con gli strumenti.
Il termine armonia, fin dall’antichità viene utilizzata per descrivere la coesistenza regolata di tanti
elementi.
La parola armonia fino ad un certo punto della storia ha avuto un significato generico, dal ‘700 in poi
armonia assume il significato di disciplina che regola il rapporto fra suoni, intesa come equilibrio fra
elementi.
La data 1722 → Jean Filippe → Trattato sull’armonia, da questo momento in poi compaiono diverse
opere intitolate ARMONIA.
ARMONIA però definisce un sistema più ampio rispetto alla parola accordo → combinazione di
accordi, armonia → ambito in cui si combinano queste entità.
24.11
CONTRAPPUNTO E POLIFONIA
Citazione: salmo che viene intonato in alcune celebrazioni liturgiche celebrate nelle traslazioni funebri,
Dante descrive nel Purgatorio sente che cantano tutti ad una voce questo salmo, cantare tutti insieme
→ OMOFONIA → cantano tutti la stessa cosa.
OMOFONIA → un cantante
POLIFONIA → più cantanti insieme.
Quando tutti cantano la stessa cosa devono andare tutti insieme, il solista invece può rallentare, veloce,
inserire abbellimenti, cosa che non si può fare in un coro perché bisogna seguire delle regole.
I primi esempi di polifonia si hanno nei primi anni del I millennio con il Trattato Musica e Chiriadis (?)
descrive come si ricava una polifonia da un canto ad es. un canto preesistente. Questo fenomeno si
sviluppa nella storia fino ad arrivare all’organo.
L’organo come lo intendiamo noi, non solo strumento musicale, organizzare, si ricollega all’accordo.
Sul canto si improvvisa una seconda voce, Cantus triumphatus, voce principale, e voce che si organizza
in base alla voce principale, organum denota di organizzare.
Come venivano costruiti un organum? Ad es. la scuola di Notre-Dame, la chiesa di Parigi ha prodotto
molti organum, l’organum videt omnes, quello che vediamo è il cantus triumphatus, canto gregoriano,
l’organum è composto da una voce, vox principale, canto gregoriano, inizia con un FA un fa
lunghissimo. Il Cantus triumphatus sta sotto, la vox organalis esegue delle note più corte, non solo
polifonia ma si ottiene anche una sorta di poliritmia, vanno insieme ma alcune vanno più veloci altri più
lente.
(ascolto canto) Il cambio di nota è segnato da un campanellino.
Si parla di CONTRAPPUNTO e POLIFONIA: per creare una polifonia si possono usare diverse
tecniche come l’organum, oppure si può utilizzare il CONTRAPPUNTO, che deriva da puntum
contrappuntum, punto si intende la nota, punto contro un altro punto, una nota contro un’altra nota.
Intervalli sono le consonanze.
Il I intervallo dev’essere perfetto.
Sono ammesse le dissonanze, nella posizione debole.
Fra due consonanze è permessa una dissonanza di passaggio
Intervallo di VI → LA
Intervallo di IV → RE-SOL
Suono riprodotto come consonante → FA, LA, diventa dissonante in contrappunto ad una nuova nota.
Da una II FA SOL, passa ad una III MI SOL, se faccio scendere il SOL a FA creo una dissonanza, che
va risolta, il MI deve scendere al RE, che ancora una volta dev’essere risolta, scendo al DO diesis.
Suono che è prodotto perché compare un tempo debole, abbiamo 2 note contro una nota.
Esistono trattati che descrivono tecniche di improvvisazioni fino a 4 voci, un canto dato e 4 voci
improvvisate, è difficile dare qualcosa di consonante.
La MELODIA procede libera.
Le Melodie diverse possono essere accordate tra loro.
Contrappunto invertibile: funzionante scambiando le due voci, può essere scambiato.
Il contrappunto veniva insegnato tramite il canto, il maestro cantava e il discepolo doveva eseguire la
prima specie nota contro nota delle consonanze seguendo regole e si esercitava fino ad arrivare alla
seconda specie, ecc.
C’era il cantore, il contrappuntista, cantore che sape fare il contrappunto e il compositore, che sapeva
improvvisare il contrappunto ma sapeva anche comporre delle musiche.
Il contrappunto utilizzato veniva chiamato CONTRAPPUNTO DELLA MENTE.
Un’altra tecnica per comporre una composizione polifonica, contrappunto nota contro nota, contro
canto.
(CONTRAPPUNTO: In musica, arte di combinare con una data melodia (detta canto dato) una o più
melodie contemporanee, vocali o strumentali, più o meno autonome) (L'arte di combinare più melodie
contemporaneamente, nata nel Medioevo con la pratica polifonica, dalla sovrapposizione nota contro
nota (punctum contra punctum).
C’è un’altra tecnica polifonica che è quella del BORDONE, consiste nel tenere una nota lunga mentre
un altro esecutore canta al di sopra di questa nota.
Inno bordone ortodosso: abbiamo più voci.
Tecniche improvvisative quando riescono male sono bestiali.
Tornando al bordone e agli strumenti viene in mente la musica popolare, strumenti come la cornamusa.
Bordone in LA.
Cornamusa: più canne, una fa il bordone, le altre mantengono la melodia.
Ci sono richiami alle musiche popolari, questo è dato proprio dal BORDONE.
La musicologia è una disciplina, in Italia ha fatto ingresso nelle università, in Germania ha fatto ingresso
nell’800, in tedesco musicologia si dice Musikwissenschaft, dove wissenschaft sta per scienza, siamo
tornati ad Agostino, musica est scienzia bene modulandi. La musica per i tedeschi si divideva in 2
settori: storica; sistematica.
-storica: storia dei compositori, storia delle composizioni, storia delle istituzioni musicali;
-musica sistematica: argomenti che hanno a che fare con il linguaggio musicale.
LA MUSICA COS'È?
Per Boezio la musica è matematica ma non solo.
E’ matematica perché → musica nel senso di Ars musica, l’ars musica per Boezio ha un aspetto
matematico nella misura in cui ha un’immagine speculativa che deve farmi conoscere la musica
razionalmente.
RAZIONALE → in latino razio, ragione, significa anche frazione, in questo caso la musica è fatta tutta
di frazioni, da Pitagora fino a Boezio, riducono ogni intervallo in frazione.
L’elemento matematico è centrale (Boezio aveva già scritto il De institutione arithmetica), ma tutto è
spiegato chiaramente e la comprensione è garantita anche a chi non fosse dotato di competenze
aritmetiche.
Il concetto di musica come scienza nasce e si sviluppa tra le discipline del Quadrivio.
La musica ha l’aspetto matematico, ma non solo, noi possiamo studiare tutto ma se poi non ascoltiamo
gli intervalli non capiamo cos’è la musica, manca l’apporto individuale (del musico o del poeta).
La musica non si può definire esclusivamente ars movendi o ars modulandi. La definizione di Agostino
è: Musica est scientia bene modulandi, e in quel “bene” si racchiude tutto ciò che sfugge alla
misurazione , l’elemento soggettivo, l’apporto del musico o del compositore (poeta), la soggettività
dell’ascoltatore (la cui importanza era già stata sottolineata da Aristosseno in contrapposizione con le
aride regole dei pitagorici).
Legame tra musica e morale, discorso che aveva Fatto Platone, Aristosseno.
Quali sono le caratteristiche della musica. Ogni canto ha il suo ethos.
Platone diceva che il canto era importante per l’educazione.
Questo discorso lo riprende Boezio → la musica ha una sua immediatezza etica → vuol dire “non
mediato da altri aspetti”, anche dal fattore emotivo, questo è immediato, nell’immediatezza la musica
può avere un impatto etico, educativo, emotivo, è in grado di evocare sentimento.
La musi9ca esercita un impatto sull’ascoltatore, ma a volte basta anche un ricordo, senza ascoltare, ad
es.: chiudere gli occhi e pensare una marcia funebre, si estrapolano i ricordi, sono mantenuti vivi, come
ci ha insegnato Agostino, è qualcosa che ci colpisce.
Boezio ci dice → la musica richiamata in memoria che dovrebbe essere depotenziata, riesce ad
influenzarci.
Boezio assimila il discorso platonico e lo metabolizza e lo inserisce nel suo Proemio, fa da introduzione
importante.
Armonia universale
(Pitagora)
Noi siamo fatti della
stessa sostanza della
musica, ecco perché
siamo in sintonia (sin=
insieme, tonia= tono,
mettere insieme il tono).
Visto che la musica
insegna, per questo
Platone dice che bisogna
stare attenti, ed è
contrario ai cambiamenti
in fatto di musica.
IN OGNI CAMPO NON C’E’ VIA PIU’ DIRETTA DELL’UDITO PER DIRIGERE LA MENTE,
asserzione pesante, asserzione di chi avverte profondamente il potere della musica.
Boezio, figura d grande filosofo noi lo guardiamo come musicologo.
Boezio ha scritto De institutione musica. Trattato molto fortunato, a noi sono giunti i 4 libri e i primi
19 capitoli del 4° libro. Ha avuto molta fortuna a partire dall’epoca carolingia, perché dopo Boezio, dal
VI al IX secolo ci sono state figure come Cassiodoro che hanno contribuito alle teorie, senza innovare
il pensiero musicale, in epoca carolingia si assiste ad una rivoluzione di approccio nella materia teorico
musicale soprattutto per quanto riguarda gli argomenti dell’armonica.
L’unico grande autore che avesse trattato di questione armoniche è Boezio, i carolingi lo citano come
puntano di riferimento, a volte lo citano per contraddirlo o per superarlo.
Gli aspetti più specifici della disciplina vengono dopo, noi leggiamo una breve pagina che riguarda i
modi.
Boezio è stato copiato ma anche criticato.
Boezio convince il lettore ad intraprendere lo studio della musica, lo fa mostrando il potere che la
musica esercita su di noi, colti o non colti in fatto di musica.
Quesito che sorge nella mente del lettore: perché dobbiamo studiare la musica? Boezio conferisce
grande importanza ai sensi, soprattutto all’udito, presuppone le artes del quadrivium: geometria,
astronomia, aritmetica,musica, hanno un substrato matematico, la musica oltre ad avere un substrato
matematico, entra dalle orecchie, la musica ha a che fare con i sensi, la musica entra dall’orecchio, ma
non può esser considerato come l’ultimo giudice, ma è fallace, ha dei limiti (quando siamo bambini non
riconosciamo alcuni suoni, quando siamo anziani non sentiamo).
La musica supera i termini razionali e attinge dalla sfera estetica che vive in noi. Platone aveva difeso la
musica tradizionale, condannato i ditirambografi e i musicisti all’avanguardia che facevano della musica
un’arte mimetica.
Il cuore di Boezio batte nella stessa direzione di quello di Platone, è importante che si vegli sulla natura
della musica che si ascolta.
La musica infiamma gli animi dei guerrieri, accompagna nella preghiera, placa l’animo dei fanciulli,
consola nella disperazione, se tutto ciò come se il ritmo e la melodia avessero qualcosa che corrisponde
loro sensazioni, sentimenti dell’ascoltatore.
Nel I libro comincia a descrivere le proporzioni.
La proporzione super paziente: ad es. il numero maggiore contiene il numero minore più alcune sue
parti. Frazioni importanti, intervalli di tempo, 3/2 intervallo di quinta, 4/3 intervallo di quarta,
complementare all’ottava, quarta + quinta.
-Proporzione multipla → 1 su 2
-Super particolare → 3 su 2 -Super paziente → 4 su 3
(Geti: l’attuale Croazia)
sembra riecheggiare i passaggi di Platone contro la
teatrocrazia.
Sembra far riferimento alle trasposizioni modali,
trasposizione: prendo un costrutto musicale, una scale, e lo
trasporto su un piano di altezze diverso senza snaturarlo,
mantenendone la struttura intervallare.
E’ tradizionalista come Platone, è nostalgico.
MODI, qualcuno li chiamava tropi. Ci sono tanti sinonimi,
ma con significati diversi.
La musica cambia poco a poco, ma questi piccoli mutamenti
portano con il tempo a grandi trasformazioni.
Gli Spartani chiamano questo Taleta, per educare la
gioventù all’uso della lira. Timoteo aggiunge una corda,
rendendolo più complicato, modificando uno strumento, lo
si bandì dalla Laconia.