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De Institutione musica
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Il De Institutione Musica (500-507 ca.) di Severino Boezio un'opera importante per diversi campi di studio che
vanno dalla musica alla filosofia medievale fino alla letteratura scientifico-musicale medievale e rinascimentale;[1]
gli scritti di Boezio ebbero ampia diffusione tra l'Antichit e il Medioevo.
Questo trattato influenz il processo di evoluzione della dottrina cristiana[2] e la concezione della musica per quasi
otto secoli, diventando la prima base su cui fondare e confutare nuove teorie e successivamente porle in
discussione. Uno dei meriti di Boezio quello di impostare il suo lavoro sulla cultura classica e di fornire un'idea ed
una testimonianza importante di opere altrimenti a noi sconosciute; questa scelta proviene dall'esigenza dell'autore
di recuperare quella che era considerata la vera cultura in un momento di crisi della cultura latina.
Indice
1 Struttura e temi dell'opera
2 L'ethos
3 Le specie della musica
4 Bibliografia
5 Note
Le fonti principali del De Institutione Musica sono: l'Opus maius,[5] il Manuale di Armonica[6] (
) di Nicomaco di Gerasa e gli (Armonici) di Tolomeo.[7] Il trattato di Nicomaco la fonte dei
primi tre libri del De Institutione, il quarto libro ha come punti di riferimento diversi trattati (oltre alle gi citate
opere anche la Sectio canonis di Euclide,[8] e un trattato perduto di Albino sulla musica) ed infine il quinto libro
(incompleto) si fonda sul primo libro degli di Tolomeo.
L'ethos
Il punto di partenza di Boezio la dottrina dell'ethos ideata da Pitagora e sviluppata dai platonici, dalla scuola
peripatetica e dai filosofi di et posteriore. Lo scopo di questa dottrina era quello di evidenziare la capacit della
musica di influenzare lo stato d'animo dell'uomo.
Partendo da questo presupposto e dallo sviluppo di questo concetto, Boezio prende in esame il Quadrivium
(Aritmetica, Geometria, Astronomia e Musica) ideato da Marziano Capella nel suo De nuptiis Philologiae et
Mercurii[9] e alla musica d enorme valore poich unica disciplina riguardante non solo la ratio ma anche il sensus.
Questo duplice aspetto alla base di quelle che saranno le deduzioni boeziane: solo la ragione pu comprendere il
reale significato della musica, la percezione sensibile un semplice tramite; di conseguenza viene fuori la
categorica distinzione tra musico ed esecutore, il primo capace di comprendere appieno e profondamente la musica
mentre il secondo semplice interprete privo di potere speculativo.
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Il secondo e il terzo libro si concentrano sull'aspetto scientifico-matematico della musica, richiamando come
archetipo filosofico quello di Pitagora, ma risentendo comunque dell'influenza nicomachea. Partendo dal concetto
pitagorico di "essenza" intesa come qualcosa di "immutabile" finch non a contatto con la realt materica, Boezio
mira a dimostrare i fondamenti matematici della musica come scienza. Per quanto riguarda invece i concetti di
consonanza e classificazione degli intervalli, riveste sostanziale importanza il capitolo otto del Manuale di
armonica di Nicomaco,[10] dal quale Boezio prender il metodo pitagorico e, basandosi specialmente sull'esame
delle proporzioni, le basi per la definizione quantitativa del semitono smentendo le teorie di Aristosseno.[11]
Si sofferma dunque su ragionamenti di natura aritmetica e, in contrasto con le teorie di Aristosseno, dimostra
l'infondatezza della divisione precisa del tono in due semitoni dimidietates tonorum. Le tesi esposte in questi due
libri sono ampiamente confutate dalla moderna fisica acustica, ma il fine ultimo era in effetti quello di dimostrare
come la ragione fosse l'unica strada per dare alla musica consistenza scientifica. Da un altro punto di vista vennero
per spazzati via i timidi tentativi di Aristosseno di creare un seppur minimo compromesso tra ragione e percezione
uditiva.
Nel quarto libro Boezio si concentra fondamentalmente su due aspetti: la notazione alfabetica greca (rifacendosi
alle Tavole di Alipio[12] e alla Introduzione all'armonica[13] di Gaudenzio) e la classificazione dei modi. Il primo
argomento viene trattato senza approfondimenti particolari, mentre la questione dei modi e delle complesse
numeriche relative alla divisione del monocordo in tre generi sono ampiamente argomentate e dimostrate.
Il quinto libro non ci giunto per intero (solo diciannove dei trenta capitoli previsti) e si basa in gran parte sugli
Armonici di Tolomeo. Gli argomenti toccati in questo ultimo libro riguardano perlopi la fisica acustica, ma le
premesse espresse dal filosofo romano aprono le porte a diverse riflessioni e commenti. Come gi fatto in
precedenza all'interno del trattato, "attacca" le posizioni di Aristosseno, che metteva quasi sullo stesso piano il
senso e l'intelletto, in favore di quelle della scuola pitagorica, discutendo sul ruolo di sensus e ratio nella
determinazione dell'altezza precisa di un suono (facultas) e affermando per l'ennesima volta l'impossibilit di porre
sullo stesso piano il senso e la ragione tutto a favore della seconda capacit. Da quanto detto intuibile
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l'importanza che ebbe questo trattato in epoche successive, specialmente durante la rinascita carolingia, come base
speculativa. Inoltre, fu successivamente di fondamentale importanza anche per la creazione dei modi gregoriani e
di conseguenza per la sistematizzazione della pratica vocale e dell'organizzazione dei canti dal IX secolo in poi.
Bibliografia
Fonti
Gottfried Friedlein, A. M. T. S. Boethii De Institutione Arithmetica libri duo, De Institutione Musica libri
quinque, Leipzig, Teubner, 1867.
Martin Gerbert, Scriptores ecclesiastici de musica sacra potissimum, Sankt Blasien, Tip. St. Blasien, 1784
(rist. anast. Hildesheim, G. Olms, 1963-1990).
Karl Jan, Musici Scriptores Graeci, Leipzig, B.G. Teubner 1895-1899 (rist. anast. Hildesheim, G. Olms,
1962).
Giovanni Marzi, A. M. T. Severini Boethii De Institutione Musica, (traduzione italiana), Roma, Istituto
Italiano per la Storia della Musica, 1990.
Marcus Meibom, Antiquae Musicae Auctores Septem: graece et latine, 2 voll., Amsterdam, apud
Ludovicum Elzevirium, 1652 (rist. New York, Broude bros., 1977).
Studi
Calvin M. Bower, "Boethius' De institutione musica. A handlist of manuscripts", Scriptorium, 1988 XLII,
pp. 205251.
John Caldwell, "The De Institutione Arithmetica and De Institutione Musica", in Boethius. His Life, Thought
and Influence, edited by Margaret Gibson, Oxford, Blackwell, 1981, pp. 135155.
Giovanni Comotti, "La musica nella cultura greca e romana", in Storia della musica, a cura della Societ
Italiana di Musicologia, vol. 1, Torino, EDT, 2011.
Antonio Crocco, Introduzione a Boezio, Napoli, Liguori, 1975.
Ugo Duse, Il De Institutione Musica. Un aspetto dell'utopia boeziana della restaurazione, vol. I, n. 4,
Ferrara, Pubblicazioni della Facolt di Magistero dell'Universit di Ferrara, 1974.
Marco Galdi, Saggi boeziani, Pisa, Giardini, 1938.
Franois Auguste Gevaert, Histoire et thorie de la musique de l'antiquit, 2 voll., Gand, Librairie generale
de A. Hoste, 1875-1881 (rist. anast. Hildesheim, G. Olms, 1965).
Claudio Leonardi, (a cura di), "Boezio" in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XI, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, 1969.
Giuseppe Massera, Severino Boezio e la scienza armonica tra l'antichit e il Medioevo, Parma, Studium
Parmense, 1976.
Maria Chiara Paparelli, Saggio di Commento a Boezio. De Institutione Musica, I, 1-8, Tesi di dottorato in
Poesia e Cultura Greca e Latina in Et Tardoantica e Medievale (XXIV ciclo), Universit degli Studi di
Macerata, Anno Accademico 2010/11.
Maria Alessandra Petretto, Consonantia e dissonantia nel De Institutione Musica di Boezio, Sandalion,
vol. 26-18, 2007, pp. 215237.
Ubaldo Pizzani, "Studi sulle fonti del De Institutione Musica di Boezio", Sacris Erudiri, XVI, 1965,
pp. 5164.
Sergio Prodigo, La trattatistica musicale nella latinit medievale, Roma, Edizioni Aracne, 2014.
Roberto Verti (a cura di), "Boethius Anicius Manlius Torquatus Severinus",in Dizionario Enciclopedico
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Luisa Zanoncelli, La manualistica greca, Milano, Guerini Studio, 1990.
Note
1. ^ possibile riscontrare l'influenza boeziana nelle opere rinascimentali di Franchino Gaffurio Theorica musicae
(1492), Practica (1496) e Harmonia instrumentorum (1518) ma anche in altri autori dello stesso periodo come Ercole
Bottrigari, Francesco Maurolico, Heinrich Loriti (anche Glareanus).
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2. ^ L'influenza del De institutione musica sulla dottrina cristiana rappresentata dall'uso di questo trattato da parte degli
autori della cosiddetta "rinascita carolingia", e non solo, per la teorizzazione dei modi ecclesiastici e per la necessit di
avere un metodo matematico valido.
3. ^ Boezio attinse a diverse opere degli autori in questione, ma da sottolineare l'influenza di lavori come il Timeo di
Platone, il Mathematik syntaxis di Tolomeo e gli Elementa harmonica di Aristosseno.
4. ^ Sergio Prodigo, La trattatistica musicale nella latinit medievale, Roma, Edizioni Aracne, 2014, pp. 52-58.
5. ^ Opera quasi completamente perduta.
6. ^ FLORA R. LEVIN, The Manual of Harmonics of Nicomachus the Pitagorean, translation and commentary, North
Burrowes, The American Philological Association, 1975.
7. ^ BENGT ALEXANDERSON, Textual Remarks on Ptolemy's Harmonica and Porphyri's commentary, Gteborg,
Acta universitatis Gothoburgensis, 1969 (Studia Graeca et Latina Gothoburgensia, 27).
8. ^ FLORA R. LEVIN, Unity in Euclid's Sectio Canonis', Stuttgart, Franz Steiner Verlag, 1990. Cfr., anche, LUISA
ZANONCELLI, La manualistica musicale greca, Milano, Guerini Studio, 1990, pp. 29-70.
9. ^ FELIX MINEUS MARTIANUS CAPELLA, Opus. Martiani Capellae de nuptiis Philologiae et Mercurii liberi [!]
duo. De Gramatica. Liber. Tertius. De Dialectica. Liber. Quartus. De Rhetorica. Liber. Quintus. De Geometria.
Liber. Sextus. De Arithmetica. Liber Septimus De Astronomia. Liber. Octauus. De Musica Liber. Nonus, Impressus
Mutinae, per Dionysium Berthocum, 1500 (ed. moderna De nuptiis Philologiae et Mercurii, herausgegeben von James
C. King, Tbingen, M. Niemeyer, 1979).
10. ^ NICOMACO DI GERASA, Manuale di Armonica, in La manualistica greca cit., pp. 133-204.
11. ^ ROSETTA DA RIOS,Aristoxeni Elementa harmonica, Romae, Typis Publicae officinae polygraphicae, 1954
(Scriptores Graeci et Latini).
12. ^ ALIPIO, Introduzione alla musica, in La manualistica greca cit., pp. 371-464.
13. ^ GAUDENZIO, Introduzione all'armonica, in La manualistica greca cit., pp. 305-370.
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