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CANTATA
Prima della formulazione colta della monodia (melodramma, cantata, oratorio)
tale pratica era di uso quotidiano e ufficioso: spesso frottole e madrigali
venivano cantati lasciando la parte superiore alla voce e le altre sulle corde di
uno strumento. Proprio per questa duttilit ed estrema accessibilit di questo
modo di fare musica, entr ben presto nella vita aristocratica e borghese del
600 a Ferrara, Firenze, Venezia, Roma...
Inizialmente queste composizioni accompagnate mantennero la nomenclatura
precedente: a Ferrara il musicista Luzzasco Luzzaschi compose I Madrigali
(1601)in cui laccompagnamento non un basso continuo ma canta le voci
come fosse un madrigale polifonico. Giulio Caccini con le Nuove Musiche
pass alla monodia accompagnata da basso continuo (liuto, chitarrone,
clavicembalo, organo, viola da gamba); ben presto la scia di Caccini fu
seguita da numerosissimi altri compositori come Sigismondo dIndia e Claudio
Saracini.
I testi di queste composizioni attingevano dai tanti letterati dellepoca
(Guarini, Marino e i suoi seguaci denominati appunto marinisti) che
privilegiavano il tema favorito della poesia lirica, lamore (inteso come
passione ma anche come gioco frivolo e malizioso).
Intanto a Venezia che cominciano a delinearsi i profili di questo
genere e si moltiplicano le produzioni estese anche allaccompagnamento con
chitarra (uno strumento di facile approccio, anche popolare): qui che
Monteverdi porta sotto forma monodica la famosissima aria del Lamento
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IL DUETTO DA CAMERA
Il duetto da camera del 600 scritto per due voci e basso continuo
consentendo di associare il gusto monodico del tempo (attraverso il
raddoppio della linea del canto) con il procedimento imitativo (tecnica
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