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5- Gli inizi della polifonia Il contrappunto medievale.

Compositori e teorici
GLI INIZI DELLA POLIFONIA
Il termine polifonia, dal greco pols (molte) + fon (voci, suoni) quindi
canto a pi voci, sta ad indicare una pratica inizialmente improvvisatoria poi
compositiva data dalla sovrapposizione orizzontale di due o pi linee
melodiche autonome.
La polifonia ha avuto la sua origine nella musica vocale sacra:
- TROPI e SEQUENZE cio aggiunta alla melodia gregoriana di testi o musica
- LETEROFONIA, propria dellORGANUM MELISMATICO, in cui ad ogni nota di
una melodia nota era sovrapposta unaltra voce fiorita
- Il CANTO PARALLELO, propria del DISCANTO, ossia il raddoppio della melodia
ad intervalli dottava, di quarta e di quinta e in et pi tarda di terza e di
sesta
- Il BORDONE, aggiungendo ad una melodia principale una nota lungamente
tenuta
- LOSTINATO, che affianca ad una melodia principale un breve motivo
continuamente ripetuto
- LIMITAZIONE, in cui una stessa frase melodica viene ripetuta, a breve
distanza dalla sua esposizione, sovrapponendosi alla prima voce
In campo strumentale i primi esperimenti polifonici sono stati effettuati con
la crotta, uno strumento ad arco le cui corde, disposte su un ponticello piatto,
vibravano simultaneamente producendo solo accordi.

TROPI
Quello dei tropi fu un fenomeno assai diffuso nel canto liturgico medievale a
partire dal IX secolo fino al XIII secolo toccando il suo apogeo attorno al XI
secolo. La parola tropo di origine greca e sta a significare aggiunta.
La intangibilit del canto gregoriano, conseguente alla dignit sacrale da
esso raggiunta in et carolingia e sancita dalla sua cristallizzazione attraverso
la scrittura neumatica, non consentiva la modificazione dei canti. Lunico
modo attraverso il quale era possibile intervenire sul canto liturgico era
solamente dato dalla possibilit di aggiungere:
- nuovi testi (TROPO TESTUALE, come la sequenza)
- nuove melodie (TROPO MELODICO, che porter alla nascita dellorganum)
- melodia e testo (TROPO MELODICO-TESTUALE, brani denominati versus che
stavano prima, dopo o come intermezzo al canto gregoriano; porteranno
alla nascita del conductus)

SEQUENZE

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La prima forma di tropo nasce attorno al IX secolo dalla necessit pratica di


memorizzare i lunghi melismi alleluiatici (detti jubilus) o i melismi usati
facoltativamente in sostituzione del melisma alleluiatico (detti sequentiae).
Di tale pratica parla un monaco di S. Gallo, un certo Notker Balbulus (il cui
nome indica gi una certa difficolt nel parlare), nella prefazione del suo libro
Liber himnorum (Libro degli inni dell840 circa) in cui racconta di aver letto
sullantifonario di un monaco proveniente dalla Normandia dei versi scritti
sotto a delle sequentiae allo scopo di apprenderne e ricordarne meglio
landamento melodico. Balbulus nel Liber himnorum tramanda alcuni di questi
componimenti in prosa applicati agli jubilus e alle sequetiae.
Successivamente tali composizioni, chiamate inizialmente prose e poi
sequenze, si strutturarono in frasi musicali ritornellate, tranne la prima e
lultima.
Struttura della sequenza:
Copula

Tutto il coro
Coro1
Coro2

Z
B

C
B

Ogni frase musicale che viene ripetuta due volte riveste due frasi di testo
diverse e consecutive; le due melodie uguali formano una copula (coppia).
La grande svolta che fornisce la sequenza alla musica medievale sono:
- viene stravolto il principio del canto gregoriano per cui la musica il mezzo
per elevare la parola: nella sequenza la parola al servizio della musica
- la struttura simmetrica su un testo sillabico forma una struttura cantabile
sconosciuta al canto gregoriano
La pratica della sequenza conobbe un enorme sviluppo dal XI al XIII secolo
presso i vari centri monastici di tutta Europa (S.Gallo, Limoges, Nonantola,
Winchester); si composero sequenze per tutti i giorni liturgici, da eseguirsi
dopo lAlleluia o in sostituzione di esso; le sequenze furono raccolte in
manoscritti detti sequenziari. I testi, dapprima in prosa, furono poi in verso
trocaico e in rima, secondo regole stabilite da Adamo di S.Vittore; poi le
melodie progressivamente si distaccarono dalle fonti gregoriane fino ad
accogliere anche testi profani.
Con la riforma del Concilio di Trento (1545-63) le sequenze vennero soppresse
dalla liturgia, tranne 4:
- Victimae paschali laudes di Pasqua
- Veni Sancte Spiritu di Pentecoste
- Lauda Sion Salvatorem del Corpus Domini
- Dues irae, dies illa della messa dei morti
Nel 700 fu riammessa alla liturgia la sequenza Stabat Mater dolorosa.

IL CONTRAPPUNTO MEDIEVALE
La parola contrappunto deriva dalla frase latina punctum contra punctum cio
punto conto punto ovvero nota contro nota (larte di sovrapporre pi linee
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melodiche). Originariamente ad un canto dato in note lunghe (tale canto era


attinto dal repertorio gregoriano e inizialmente nominato vox principalis e
successivamente tenor, proprio perch teneva la melodia gregoriana), veniva
sovrapposta, come tropatura melodica, unaltra melodia di valori uguali (tale
forma verr detta discanto) a distanza di quarta, quinta, o una melodia
melismatica (tale forma verr detta organum). Gradualmente alla seconda
voce se ne aggiunsero altre allottava e, come se non bastasse, ogni voce
venne attribuito un testo diverso (tale forma verr detta mottetto): di qui la
necessit di una esatta ripartizione dei valori (nascita del mensuralismo),
nonch di teorie che regolassero in senso verticale la combinazione dei suoni.

ORGANUM
Nel IX secolo, la pratica della tropatura consentiva di arricchire il canto
liturgico (melodie gregoriane o tropi) aggiungendovi elementi melodici
improvvisati.
E il trattato anonimo Musica Enchiriadis (Manuale di musica: ai nostri
giorni ne sono arrivate 10 copie, segno di unenorme diffusione a quellepoca),
proveniente dalla scuola di Saint-Amand, a dare le prime informazioni
riguardanti questa pratica, l chiamata organum (organa il plurale: questa
pratica prender poi il nome di discanto mentre con organum sar designata
levoluzione melismatica del discanto), consistente nel contrapporre al canto
liturgico, chiamato vox principalis, unaltra voce, detta vox organalis, che si
muove parallelamente una quinta o una quarta sotto. Il trattato parla
anche di una possibilit di raddoppiare allottava sotto sia la vox principalis
che la vox organalis (avendo cos 3 e 4 voci). In Musica Enchiriadis si legge che
a questa polifonia potevano partecipare strumenti che raddoppiavano le voci
allunisono o allottava; inoltre lesecuzione si svolgeva con gravit lenta e
concorde (comincia a perdersi la tradizione ritmica del canto gregoriano
legata al significato del testo) affinch le voci procedessero bene insieme.
Dalla pratica improvvisatoria, gli organum vengono successivamente notati: il
Tropario di Winchester dimostra, anche se la doppia notazione adiastematica
(una per voce) non ci consente di decifrarne le melodie, la presenza di pi di
150 organa soprattutto per canti del Proprio della Messa e ai tropi da essi
derivati.
Guido dArezzo nel suo trattato Micrologus (Piccola trattazione), scritto
tra il 1026 e il 1028, sviluppa la possibilit della vox organalis di proseguire
per moto obliquo per evitare gli incontri di quarta eccedente o di quinta
diminuita (diabolus in musica, il tritono).
Una tappa importante della storia della polifonia testimoniata da due trattati
scritti intorno al 1100:
- Ad organum faciendum (Per fare un organum, detto anche Trattato di
Milano dalla citt in cui conservato) proveniente da Laon
- De Musica di Johannes Afflighensis
I due trattati codificano e descrivono il moto contrario fra le voci: la vox
organalis pu incrociare la vox principalis diventando la voce superiore (linee
melodiche indipendenti, non pi legate al canto gregoriano). Nel corso del
pezzo sono ammessi intervalli tra le voci di quarta, di quinta e in minor misura
di terza e di sesta; inoltre le due voci devono finire allunisono o allottava.
Intorno al XII secolo nasce in Francia quello che tuttora viene identificato col
nome di organum (quello visto fino ad ora gi dai trattati del periodo verr
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indicato come discanto): si tratta di un canto in cui ad ogni nota del canto
liturgico preesistente, notevolmente dilatata (affidato alla vox principalis ora
denominata cantus), viene fatta corrispondere una melodia superiore
melismatica della vox organalis (oramai chiamata semplicemente organum). I
principali centri di diffusione del nuovo organum sono S.Marziale di Limoges e
Santiago de Compostela (situato nel nord della Spagna, nel Medioevo una
delle pi importanti mete di pellegrinaggi).

CONDUCTUS
I conductus nascono dai tropi melodico-testuali che venivano posti allinizio,
alla fine o come intermezzo ai canti gregoriani. Quindi sono tropi in cui sia la
melodia che le parole sono di nuova invenzione. Ben presto tali tropi si
emanciparono dalle musiche gregoriane per fondare un proprio genere: il
conductus.
I conductus sono a 2 o 3 voci, omoritmici, strofico in versi: per questo
motivo era facilmente assimilabile dalle masse e quindi si evoluto come
canto processionale. Importante ricordare il centro di Santiago de Compostela
in cui conservato il Codex Calixtinus (1140), un codice che contiene
conductus a 2 voci in cui compaiono per la prima volta i nomi degli autori o dei
presunti tali (la maggior parte sono vescovi).

COMPOSITORI E TEORICI
Il vero e proprio decollo della polifonia si ebbe tra il 1100 e il 1200 grazie a
diversi fattori:
- la fine di guerre ed invasioni
- la crisi del sistema feudale
- lincremento della produzione agricola e la ripresa degli scambi
commerciali,
- il ripopolamento delle citt (aumento della popolazione) e la nascita dei
Comuni
- la riapertura della scuole e la nascita delle Universit (che si sostituisce alla
scuola monastica)
Tutto questo porta a un modo nuovo di intendere la vita e larte.Musica e
musicisti acquistano finalmente dignit e prestigio: ne prova il fatto che per
la prima volta nella storia della musica occidentale vengono ricordati i nomi di
due musicisti-compositori e non di due teorici. Si tratta di Leonino e Perotino
maestri di cappella di Notre-Dame, dove si sviluppa quellimportante
movimento musicale che, alla fine del secolo XII e nel XIII secolo, prese vita
nei servizi liturgici della cattedrale di Parigi e che porta il nome di scuola
di Notre-Dame. E proprio dalla scuola di Notre-Dame che parte la novit di
pi grande portata storica: la possibilit di poter misurare la durata delle
note secondo metodi aritmetici, indipendente dalle norme del ritmo oratorio. 1
Leonino (Magister Leoninus) oper probabilmente tra il 1160 e il 1190;
secondo un anonimo teorico inglese del 1280, denominato dagli studiosi
Anonimo IV, Leonino fu un optimus organista (autore di organa) e compose
1

Per quanto riguarda la nascita e sviluppo delle teorie notazionali consultare la TESI 6.

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il Magnus Liber Organum (Grande libro dellorganum) allo scopo di arricchire


il repertorio della musica liturgica. Tali organum erano a 2 voci: il tenor (che
cantava la linea gregoriana) e il duplum (melismi superiori). Elemento
caratteristico della musica a Notre-Dame era lalternanza fra gregoriano e
polifonia allinterno di uno stesso pezzo: dei brani del Proprio, solo alcune
sezioni erano in polifonia, le altre erano lasciate al gregoriano. Le sezioni
gregoriane erano cos cantate dal coro, mentre quelle polifoniche erano
affidate a solisti, a volte raddoppiate da strumenti. Nelle parti finali degli
organa di Leonino, chiamate clausole, il tenor presentava note pi brevi, pi
ravvicinate, allo scopo di dare limpressione della stretta finale.
LAnonimo IV scrisse che il Magnus Liber Organum rimase in uso fino al tempo
di Perotino (Magister Perotinus), definito optimus discantor (autore di
discanti: con questo termine si comprendevano clausole, conductus e organa a
pi voci), che oper intorno al 1200.
Le composizioni di Perotino si caratterizzano per:
- le clausole degli organa di Leonino vengono modificate portandole a 2 o 3
voci (anche il triplum), diminuendo la durata delle note del tenor
avvicinandosi a quelle del duplum e del triplum: tale sviluppo di intreccio
delle voci costrinse la scuola di Ntre-Dame a sviluppare un sistema
notazionale che definisse precisamente le durate delle note, sviluppatosi
poi nei modi ritmici.
- compone organa a 3 e 4 voci (denominati rispettivamente organa triplum
e organa quadruplum) destinate a celebrazioni solenni. In queste
composizioni Perotino intreccia il triplum e il quadruplum (le due voci in
aggiunta al tenor e al duplum) sperimentando:
1- tecniche di imitazione
2- relazioni dissonanti tra le voci come settime, seconde e tritoni per
produrre suggestivi effetti armonici
3- inoltre nei punti conclusivi adotta intervalli tra le voci di quinta o di
ottava, indice di un avvio verso una sensibilit tonale.
- compone conductus a 1, 2 e 3 voci anche di argomento profano, per
celebrazioni di sovrani o di argomento riguardante avvenimenti e costumi
del periodo.
Altri teorici si prodigarono nel tentare di inventare metodi notazionali per
relazionare le durate delle note di ogni voce: il caso di Hucbald che si inventa
la notazione Dasiana, rimasta solamente una notazione teorica, e Francone da
Colonia che stabilisce valori di durata anche per il silenzio (cio le pause dette
suspirium). Per arrivare ad associare una figura ad una durata occorre
aspettare il 300 e con lArs Nova e Philippe de Vitry. 2

MOTTETTO
Nel 200 la forma polifonica dominante che si sostituisce al conductus il
mottetto, inizialmente tropo testuale della clausola: i primi mottetti sorsero
sottoponendo al duplum e al triplum della clausola un nuovo testo che
commentava e sviluppava il contenuto del testo del tenor. Proprio a questa
2

Per quanto riguarda la notazione mensurata (Ars nova) consultare la TESI 9.

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caratteristica politestuale va ricercata letimologia del termine mottetto, dal


francese mot cio parola.
La caratteristica politestuale rendeva il canto di difficile comprensione
allascoltatore: il mottetto viene ristretto una cerchia elitaria di persone,
diffondendosi negli ambienti universitari (la sua comprensione legata a chi
aveva una cultura siccome tale musica si rivela completamente solo alla
lettura).
Inizialmente il mottetto sacro e il tenor composto da materiale melodico
gregoriano (eventualmente affidato a strumenti); successivamente entrarono
nei mottetti argomenti profani (per lo pi lirici amorosi) ed in lingua volgare (il
francese); a volte motetus e triplum accostavano luno un testo sacro e laltro
profano.
Essendo lintreccio vocale assai problematico sia per lindipendenza delle voci,
che si facevano sempre pi veloci, sia per una impaginazione delle parti in tre
sezioni distinte (in basso il tenor e le altre due voci su due colonne verticali
affiancate), il mottetto stimol lo sviluppo e la ricerca di una notazione
ritmicamente sempre pi precisa.

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