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ANALISI DELLE FORME COMPOSITIVE

MOTTETTO: forma vocale polifonica, a 4 o 5 voci, costruita su un testo liturgico che ne determina
la struttura musicale. Ad ogni frase del testo, corrisponde una frase melodica di libera invenzione
che viene intonata in successione da tutte le voci. Si vengono così a creare una serie di episodi
collegati tra loro dal testo. L’unitarietà è data dal fatto che nessuna voce è subordinata a quella
vicina.

Il mottetto di Palestrina è costituito da 5 episodi corrispondenti a 5 versetti tratti dal salmo “Super
flumina Babylonis” nel quale si narra la deportazione del popolo d’Israele in Mesopotamia e si
descrive il lamento collettivo degli esuli.
Il primo episodio inizia al basso con un profilo melodico discendente che procede per grado
congiunto. Questo primo motivo parola è anche caratterizzato, ritmicamente, da una progressiva
diminuzione dei valori e melodicamente dal semitono diatonico discendente. La seconda parte
della frase, Babylonis, è una discesa per grado congiunto che copre una sesta. Finita l’esposizione
del motivo, le altre voci procedono in contrappunto fiorito esponendo la stessa frase del testo, con
linee melodiche riconducibili, sia sotto il profilo ritmico che melodico, al motivo iniziale. Alla 3°b.
entra l’altus, alla 5°b. il Cantus ed in ultimo il tenor. Questo progressivo allontanamento delle voci
può rappresentare, simbolicamente, l’allontanamento del popolo ebreo dalla patria. La parola
Babylonis è sempre caratterizzata da una linea melodica discendente e dalla minima col punto +
semiminima.
Il secondo episodio inizia a b.14 ed è costruito sul testo “Illic sedimus et flevimus” – “Lì ci
sedemmo e piangemmo”. Palestrina descrive musicalmente questo stato d’animo scegliendo un
andamento omoritmico, per rendere più immediato il significato del testo. Il verbo sedersi, ad
esempio, è espresso con una brusca discesa timbrica a b.15, per rappresentare in musica l’azione
dell’abbassarsi. L’omoritmia osservata inizialmente da tutte le voci, lascia poi lo spazio a brevi
andamenti melodici (tenor b.16 e 19) (cantus b. 17 e 22) (altus b. 22) che movimentano il ritmo
sulla parola flevimus.
Il terzo episodio è di nuovo di carattere imitativo. Il motivo è accompagnato da linee discendenti di
chiara derivazione tematica. Il movimento ascendente di crome nell’altus riapre il discorso
musicale che riprende con l’imitazione del tema fino a b.39
Il quarto episodio che va da b.39 a 55, ancora di carattere imitativo, è diviso in due episodi.
Particolare l’entrata a b.39 del tenor e del basso che si muovono per terze parallele. Ancora una
volta la scelta di condurre le parti in modo omoritmico e non contrappuntistico esprime l’esigenza
del compositore di dare particolare forza espressiva a questa parte di testo. Da b.46 il tema è
ripetuto con la tipica partenza imitativa a terrazze, dal bassus al cantus.
L’ultimo episodio è il più lungo dei cinque. Il motivo è costruito su una progressione melodica
discendente costruita su cellula ritmica semiminima col punto + croma. Questo andamento
esprime l’idea della sospensione. L’ultima entrata del bassus avviene sul battere per enfatizzare il
ritardo della terza al cantus. Abbiamo quindi la stretta finale con l’imitazione tra la coppia tenor e
altus. La pausa del cantus a b.69, come fosse un ultimo sospiro, mette ancora più in risalto l’ultima
entrata.

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