Sei sulla pagina 1di 64

R EG IO N E S I C IL IA N A CORERA S

ASSESSORATO AGRICOLTURA E FORESTE CONSORZIO REGIONALE PER LA RICERCA


APPLICATA E LA SPERIMENTAZIONE

La filiera del pistacchio in Sicilia

OESAAS
Osservatorio sull’Economia del Sistema AgroAlimentare della Sicilia
R esp on sa b il e de ll a Ri cer ca e Res po ns ab i le Sc ie nt if ic o
Antonino Bacarella
Coordinamento Tecnico
Pietro Columba
R edazione
Ivan Campanella capitolo 1, 3, 4, 5
Pietro Columba capitolo 2, 6

Si ringrazia per la collaborazione:

dott. R. Abbate della sede Istat di Palermo;


dott. P. Spata e dott. G. Moncino del U.O. n. 75
dell’Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana;
dott. G. Sferrazza del U.O. n. 100
dell’Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana

Si ringraziano altresì i proprietari delle aziende agricole e i responsabili dei centri di lavo-
razione del pistacchio di Bronte per avere fornito i dati tecnico-economici richiesti.
Indice
1. Si t uaz i o ne at tu al e del l a p i st acc h iat u ra 9

1.1. La produzione mondiale 11


1.2. La coltivazione del pistacchio in Italia e in Sicilia 12
1.3. Panorama varietale 17

2. Analisi tecnico-economiche delle aziende pistac- 19


chicole in Sicilia

2.1. Caratteristiche aziendali 21


2.2. Aspetti tecnici dell’esercizio aziendale 24
2.3. Analisi dei costi di produzione 27
2.4. I risultati economici 28

3. La trasformazione 31

3.1. I centri di lavorazione e commercializzazione del 33


pistacchio
3.2. Materia prima lavorata e prodotti ottenuti 36
3.3. Commercializzazione 37

4. Interventi programmati a sostegno del pistacchio 41

4.1. Politiche di sviluppo rurale 43


4.2. La PAC ed il comparto della frutta a guscio 47

5. Il Commercio estero 51

5.1 Il Commercio estero 53

6. Conclusioni 58
Bibliografia 60

Normativa di riferimento 62

Siti Web consultati 63


Situazione attuale

1. della pistacchicoltura
Situazione attuale della pistacchicoltura

1.1. La produzione mondiale

Il cambiamento degli stili di vita e delle abitudini alimentari, determi-


nato dall’accresciuta capacità di spesa delle popolazioni nei Paesi più svi-
luppati, ha modificato ed ampliato il sistema delle preferenze dei consu-
matori.
Anche la domanda di mercato del pistacchio ne ha risentito, regi-
strando un aumento dei consumi attraverso il mercato degli snack ed al
rinnovato interesse per l’uso del pistacchio come ingrediente in gastrono-
mia, in pasticceria e nell’industria di trasformazione (in particolare per gli
insaccati).
In risposta all’accresciuta domanda, nel corso degli ultimi 20 anni, la
produzione mondiale di pistacchio ha fatto registrare un incremento con-
siderevole (195,8%), infatti, è passata da 201,7 migliaia di tonnellate nel
quinquennio 1984/88 a 596,8 migliaia di tonnellate nel 1999/03 (Tab. 1).

Tab. 1 • Evoluzione della produzione mondiale di pistacchio


(dati medi quinquennali in tonnellate)
Paesi 1984/88 1989/93 1994/98 1999/03 1999/03 Va r. %
% 1999/03-1984/88
Iran 107.218,6 181.327,6 223.947,2 253.081,2 42,4 136,0
Turchia 26.600,0 39.400,0 48.200,0 53.000,0 8,9 99,2
Siria 13.500,4 15.380,0 23.779,8 42.066,4 7,0 211,6
Cina 20.000,0 22.400,0 26.800,0 26.600,0 4,5 33,0
Totale Asia 169.995,0 260.805,6 325.733,2 377.883,0 63,3 122,3
Camerun - 36.000,0 90.000,0 120.626,4 20,2 235,1
U.S.A. 26.496,0 48.536,0 68.088,0 85.820,0 14,4 223,9
Grecia 3.985,8 4.867,6 7.408,6 7.400,0 1,2 85,7
Italia 1.128,0 1.313,0 1.610,4 2.311,2 0,4 104,9
Totale UE 5.125,8 6.204,4 9.048,0 9.726,8 1,6 89,8
Altri Paesi 145,8 1.230,4 2.324,2 2.725,8 0,5 1.769,5
Mon do 201.762,6 352.776,4 495.193,4 596.782,0 100,0 195,8
Fonte: elaborazione su dati FAO

L’aumento dei volumi prodotti, ha interessato i tradizionali Paesi pro-


duttori asiatici - Iran, Siria e Turchia - ma anche gli USA, dove la coltiva-
zione del pistacchio si è diffusa intorno alla metà degli anni ‘70, e il
11
Situazione attuale della pistacchicoltura

Camerun che compare nelle statistiche solamente dal 1990. In America, in


particolare, la coltivazione è caratterizzata da impianti specializzati, realiz-
zati su superfici pianeggianti, impiegando materiale geneticamente sele-
zionato, dotati di irrigazione, nei quali si ricorre ad una spinta meccaniz-
zazione di tutte le operazioni colturali, compresa la raccolta.
I Paesi asiatici producono mediamente ogni anno, 377,8 migliaia di
tonnellate di pistacchio, pari al 63,3% della produzione mondiale; in par-
ticolare, il solo Iran, con 253,1 migliaia di tonnellate, determina il 42,4%
della produzione mondiale.
Al secondo posto tra i Paesi produttori si colloca il Camerun che rag-
giunge rapidamente 120.000 tonnellate annue di prodotto; seguono gli
Stati Uniti che, producendo 85,8 migliaia di tonnellate di pistacchio
(14,4% della produzione mondiale), hanno sopravanzato la Turchia e la
Siria, che realizzano rispettivamente 53,0 migliaia di tonnellate (8,9%) e
42,1 migliaia di tonnellate (7,0%).
La produzione del pistacchio nell’Unione europea è modesta (circa
9.700 tonnellate) e viene realizzata prevalentemente in Grecia (76% circa)
e in Italia (24%) e in piccolissima misura a Cipro.

1.2. La colt ivaz ione del pist acchio in Italia e in Sicilia

Le produzioni italiane di pistacchio sono modeste (0,4% della produ-


zione mondiale) ma si realizzano esclusivamente in Sicilia, in impianti pre-
valentemente ubicati sulle colate laviche dell’Etna e quindi in aree margi-
nali caratterizzate da terreni accidentati per natura e orografia, nelle quali
risulta impossibile qualsiasi alternativa colturale. La produzione etnea si
distingue per le caratteristiche organolettiche dei frutti, particolarmente
pregiate, per aroma, colore, forma e pezzatura, che le differenziano da
quelle degli altri Paesi produttori.
La determinazione della superficie investita a pistacchio nell’Isola
non è del tutto univoca; la caratteristica seminaturale di molti pistacchieti
induce, infatti, elementi di incertezza in merito alle estensioni che, nelle
rilevazioni, si possono effettivamente considerare coltivate. Secondo il
dato riportato dall’ISTAT, l’estensione della coltura ammonta a 3.620 etta-
ri (Tab. 2) e rappresenta mediamente il 4,4% della SAU e l’1,6% della
massa prodotta dal comparto della frutta secca.

12
Tab. 2 • Superficie pistacchicola in Sicilia
ettari

2004
Province 1998 1999 2000 2001 2002 2003 %
Specializzata Promiscua Totale %

Agrigento 115,0 115,0 115,0 114,0 115,0 112,0 3,1 130 125,5 255,5 5,7
Caltanissetta 360,0 360,0 360,0 360,0 360,0 340,0 9,4 70 100 170,0 3,8
Catania 3.160,0 3.160,0 3.160,0 3.160,0 3.160,0 3.160,0 87,3 4.000 - 4.000,0 90,0
Palermo 7,0 8,0 8,0 8,0 8,0 8,0 0,2 - -
Enna 20 - 20,0 0,4
Sicilia 3.642,0 3.643,0 3.643,0 3.642,0 3.643,0 3.620,0 100,0 4.220 225,5 4.445,5 100,0

Fonte: anni 1998-2003, ISTAT; anno 2004, Regione Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste, U.O. n. 75 e 100
Situazione attuale della pistacchicoltura

13
Situazione attuale della pistacchicoltura

Un’indagine condotta presso le U.O. n. 75 e 100 (ex SOAT)


dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste, consentirebbe, invece,
di stimare la superficie pistacchicola siciliana nel 2004 pari a 4.445,4 etta-
ri ma il dato include anche gli impianti con bassa densità. Invece, i risulta-
ti di uno studio condotto nel corso del quadriennio 1996/99 (Greco,
1999) che considerava soltanto i pistacchieti con almeno 50 piante per
ettaro, hanno evidenziato l’esistenza di impianti per circa 3.270 ettari, in
prevalenza in coltura specializzata (2.760 ettari) localizzati soprattutto nei
territori comunali di Bronte (2.252 ettari) ed in parte di Adrano (100 etta-
ri). Come si può constatare, le diverse fonti non forniscono dati del tutto
comparabili, tuttavia, si può realisticamente affermare che la coltura si
estenda su una superficie di circa 3.500 ettari.
Nella provincia di Catania, nei comuni di Adrano, S. Maria di Licodia,
Belpasso, Ragalna, Camporotondo Etneo, sono presenti anche dei pistac-
chieti consociati con altre colture tradizionali quali: mandorlo, olivo e
ficodindia; coltivati, prevalentemente, in funzione dell’autoconsumo del-
l’agricoltore.
La coltivazione del pistacchio in Sicilia, come già ricordato, è caratte-
rizzata da un’elevata concentrazione territoriale nell’area etnea (circa il
90% della superficie), le modeste estensioni restanti si trovano nella Sicilia
centro-orientale, nel territorio nisseno e nell’agrigentino e, con pochi
impianti di ridotta estensione, anche nella provincia di Palermo.
Il principale polo produttivo è localizzato nei territori comunali di
Bronte (3.500 ettari) e di Adrano (500 ettari). L’area di coltivazione si svi-
luppa fra i 400 e i 900 m s.l.m. e si estende lungo la provinciale che unisce
i comuni, in una vasta area delimitata ad ovest dal fiume Simeto, a nord
dalla statale Bronte-Cesarò, ad est dalle pendici dell’Etna.
Nel corso degli anni ’90, nella provincia di Catania, si è registrato un
progressivo abbandono della coltura che ha riguardato soprattutto le
aziende localizzate in condizioni particolarmente sfavorevoli (terreni sco-
scesi, roccia affiorante diffusa), divenute economicamente insostenibili a
causa delle basse rese ottenibili a fronte dei costi determinati dall’elevato
impiego di manodopera; peraltro, si è verificato un arretramento della col-
tura anche nel territorio comunale di Bronte, in particolare negli impianti
ubicati in prossimità del fiume Simeto, dove la presenza di suoli d’origine
alluvionale e la disponibilità di acqua per l’irrigazione ha consentito l’af-
fermazione di una frutticoltura più redditizia (pero e pesco).

14
Situazione attuale della pistacchicoltura

Nel periodo 1998/031 si è registrata una leggera riduzione delle


superfici (-0,6%) nelle province di Caltanissetta e di Agrigento mentre in
quella di Catania si sono mantenute stabili.
La coltura del pistacchio è generalmente realizzata in asciutto, in col-
tura specializzata, che deriva, però, non da impianti artificiali bensì otte-
nuti in seguito ad interventi di infittimento delle piantagioni “naturali”
preesistenti, mediante la messa a dimora di semenzali, ed all’estirpazione
delle colture secondarie (mandorlo, olivo e ficodindia).
La pistacchicoltura etnea (Bronte e Adrano) è realizzata da 3.500 –
4.000 aziende; di queste, l’80% ha un’estensione inferiore all’ettaro, men-
tre poche aziende rientrano in classi di ampiezza superiori ai 10 ettari.
Nella provincia di Agrigento la pistacchicoltura è presente nei terri-
tori comunali di S. Biagio Platani (60 ettari), S. Angelo Muxaro (35 etta-
ri), Racalmuto (28 ettari), Raffadali (28 ettari) e Cattolica Eraclea (22
ettari); nella provincia di Enna, nei comuni di Caltanissetta, S. Cataldo, S.
Caterina, Riesi, Mussomeli e Montedoro. Anche in queste aree la pistac-
chicoltura, risalente al periodo autarchico, si presenta di tipo tradizionale,
ubicata in terreni marginali, spesso rocciosi e difficilmente coltivabili,
basata su impianti realizzati innestando il terebinto spontaneo. La densità
di impianto è modesta, circa 100 piante per ettaro, e l’età varia fra i 70 e i
100 anni. Nel corso degli ultimi 20 anni sono stati realizzati anche impian-
ti su terreni profondi e di medio impasto, basati su tecniche moderne e
razionali, adottando sesti regolari (6x6 m o 7x7 m), spesso in sostituzio-
ne dei vigneti preesistenti. Alcuni impianti sono anche dotati degli origi-
nari sistemi di irrigazione ma la pistacchicoltura in irriguo si stima possa
interessare soltanto 30 o 40 ettari. Le forme di allevamento solitamente
riscontrate sono: quella a “ceppaia”, negli impianti naturali, ed il mono-
caule, in quelli artificiali.
La coltivazione del pistacchio è praticata marginalmente anche nel
comuni di Pietraperzia (EN) e di Petralia Sottana (PA). Nell’ennese esi-
stono sia impianti “naturali” che “artificiali”, con densità variabile fra 80 e
120 piante per ettaro, mentre nel palermitano esistono impianti “naturali”
con circa 100 piante per ettaro.
La produzione del pistacchio è soggetta ad una accentuata alternanza

1 La coltura è entrata nel campo di rilevazione dell’Istat a partire dal 1998.

15
Situazione attuale della pistacchicoltura

produttiva, che dipende da connaturati problemi di allegagione2, ed anche


ad una forte aleatorietà delle rese da imputare alle caratteristiche struttu-
rali del comparto (vetustà degli impianti, natura del territorio, mancata o
ridotta esecuzione delle normali cure colturali).
La variabilità riscontrata nei dati è tale da rendere poco indicativo il
valore medio di un arco temporale medio-breve qual è quello disponibile.
Si è, quindi, preferito determinare la mediana dei dati relativi alla produ-
zione di pistacchio nel periodo esaminato; questa è risultata pari a 18.770
quintali, in gran parte realizzata nella provincia di Catania (Tab. 3).
Tab. 3 • Andamento della produzione di pistacchio in Sicilia
quintali
Mediana
Paesi 1998 1999 2000 2001 2002 2003
1998/03
Agrigento 706 678 692 680 683 785 687,5
Caltanissetta 1.008 672 750 896 638 900 823,0
Catania 3.160 25.000 26.000 15.800 316 18.000 16.900,0
Palermo 245 140 240 240 240 240 240,0
Sicilia 5.119 26.490 27.682 17.616 1.877 19.925 18.770,5

Fonte: ISTAT

La coltivazione del pistacchio, nelle aree di maggiore concentrazione,


costituisce ancora una fonte occupazionale e di reddito non trascurabile
pur utilizzando territori rurali altrimenti destinati all’abbandono per la
mancanza di valide alternative colturali. Tuttavia, la sua rilevanza, è con-
nessa, principalmente alle attività di artigianato, per la costruzione delle
attrezzature specifiche per la lavorazione del pistacchio (es. smallatrici e
sgusciatrici), e alla trasformazione realizzata presso i laboratori della
pasticceria e gastronomia.
Sotto il profilo commerciale, il pistacchio siciliano è molto apprezza-
to per le sue caratteristiche organolettiche, ma soffre la concorrenza dei
grandi volumi di prodotto proveniente da Iran, Turchia e USA che si col-
locano a prezzi più bassi.

2 Il pistacchio è specie dioica ad impollinazione anemofila; per assicurare l’impollinazione vengono utiliz-
zate piante maschili oltre che di Pistacia vera, anche di altre specie appartenenti al genere Pistacia come le
piante maschili spontanee di P. terebintus o ibridi naturali P. vera x P. terebintus.

16
Situazione attuale della pistacchicoltura

La coltivazione del pistacchio riveste anche rilevanza agroambientale,


naturalistica e paesaggistica; peraltro, circa 700 ettari di superficie pistac-
chicola rientrano nel territorio del Parco dell’Etna (415 ettari ricadono nel
territorio comunale di Bronte e i rimanenti 300 ettari in quello di
Adrano).

1.3. Panorama varietale

Il panorama varietale della pistacchicoltura siciliana è limitato, infatti


la specie è stata tradizionalmente propagata per innesto (sul terebinto o
sul pistacchio) e non presenta fenomeni di mutazione vegetativa frequen-
ti in altre specie (es. agrumi). Tuttavia ogni area di coltivazione è caratte-
rizzata da proprie varietà locali.
Nella provincia di Catania viene coltivata in prevalenza la varietà
“Napoletana”, che costituisce il 95% degli impianti di Bronte e Adrano.
Le altre varietà “Agostara”, “Natalora” e “Femminella”, sono impiegate
sporadicamente (5%).
In provincia di Agrigento si coltivano varietà raggruppate in bianche,
rosse e gialle, in relazione al colore del pericarpo (mallo), che rappresenta
un importante carattere diagnostico delle varietà. La “Napoletana”, la
“Regina” e la “Bianca extra di Spoto” appartengono al gruppo bianco; al
tipo rosso appartengono le varietà denominate “Cirasola rosata”,
“Cirasola sanguigna” e “Cirasola cappuccia”. Al tipo giallo appartengono
diverse popolazioni che però non vengono identificate con nomi partico-
lari. Le cultivar più diffuse appartengono ai tipi bianchi e rossi (Ruggeri,
1938).
Nella provincia di Caltanissetta sono diffuse prevalentemente le
varietà “Silvana” e “Nzolia” assieme ad altre di minori pregio: la
“Muscatidduna” e la “Muscateddu”.
I requisiti più importanti delle diverse cultivar riguardano la grandez-
za ed il peso del frutto smallato (detto tignosella), la resa in seme (ntrita),
la tendenza dell’endocarpo alla deiscenza apicale, che facilita la sgusciatu-
ra, la forma più o meno regolare del seme, che non deve presentare gibbo-
sità o irregolarità, il colore del tegumento seminale e soprattutto il colore
verde smeraldo dei cotiledoni. La cultivar “Napoletana” presenta più delle
altre tali requisiti e pertanto è la più diffusa ed apprezzata nell’area etnea.

17
Analisi tecnico-economiche

2. delle aziende pistacchicole


in Sicilia
Analisi tecnico-economiche delle aziende pistacchicole in Sicilia

2 .1 . C ar at te ri s tic h e az i e n da li

Attraverso la rilevazione e l’analisi di 10 casi studio si è cercato di


determinare le caratteristiche economiche della pistacchicoltura del terri-
torio di Bronte nel quale si riscontrano situazioni territoriali e gestionali
piuttosto uniformi, che si possono considerare indicative della pistacchi-
coltura etnea. Nella selezione dei casi da esaminare si sono individuate
aziende pistacchicole specializzate che costituiscono l’ordinamento più
diffuso; inoltre ci si è orientati verso aziende in possesso dei caratteri
strutturali più comuni per giacitura, altimetria e tipo d’impresa. Tali azien-
de sono situate ad un’altitudine compresa fra i 420 e gli 800 m. s.l.m.; in
particolare 8 aziende ricadono a quote fra i 600 e gli 800 m s.l.m. e 2 a
quote comprese fra 420 ed i 520 m s.l.m.
Gli impianti sorgono in ambito territoriale “tipico” della coltura,
caratterizzato da orografia accidentata, giacitura prevalente acclive o
mista, con roccia lavica affiorante.
Si sono rilevate aziende caratterizzate dal tipo d’impresa coltivatrice
capitalistica e capitalistica, di ampiezza ricadente in ognuna delle classi:
fino a 5 ettari, da 5 a 10 ettari e oltre 10 ettari.
Nell’elaborazione dei dati economici si è tenuto conto della cadenza
biennale della produzione. Questa è determinata dalla pratica della rimo-
zione totale delle gemme a fiore, detta scozzolatura, effettuata nella stagio-
ne successiva a quella di produzione e che si prefigge di rinvigorire la pian-
ta e di conseguire più abbondanti e pregevoli produzioni, sebbene ad anni
alterni.
La PLV media è stata determinata facendo riferimento alle quantità
prodotte nel quinquennio 1998/033, valutate al prezzo medio di vendita
dell’annata 2002/03 e sommando i sussidi comunitari talora percepiti in
applicazione delle misure agroambientali.
I costi di produzione si sono determinati in base ai valori medi annui
relativi alle annate 2001/02 e 2002/03, in modo da rappresentare le condi-
zioni relative tanto all’anno di carica che all’anno di scarica.
I prezzi adottati per gli acquisti dei mezzi tecnici sono riferiti all’an-

3 Poiché le rese risultano assai discontinue si è ravvisata l’opportunità di considerare le produzioni medie di
un arco temporale piuttosto esteso.

21
Analisi tecnico-economiche delle aziende pistacchicole in Sicilia

nata 2002/03 e rilevati sul mercato presso il quale gli agricoltori sono soli-
ti approvvigionarsi.
Il parametro di riferimento che si è provveduto ad elaborare, secon-
do una consolidata metodologia, è il reddito lordo; tra i costi si sono infat-
ti escluse le imposte (quasi sempre in regime di esenzione) e si è anche
deciso di non calcolare la quota di ammortamento delle piantagioni, in
prevalenza di tipo misto, poiché queste, realizzate secondo le pratiche
prima descritte, si possono considerare di durata indefinita.
La densità di impianto è compresa fra 400 e 600 piante per ettaro e la
forma di allevamento è “a cespuglio”. Gli impianti sono disetanei e quin-
di l’età media delle piante non è di facile determinazione, tuttavia sono
frequenti coltivazioni considerate secolari. La cultivar prevalente è quella
“Napoletana”, sebbene, fra gli stessi produttori, l’identificazione non sia
sempre certa (Tab. 4).
Tutte le imprese sono individuali e la forma di conduzione prevalen-
te è quella coltivatrice – capitalistica, che ricorre all’impiego di manodo-
pera extrafamiliare soprattutto durante le operazioni di potatura e di rac-
colta. Il titolo di possesso dei terreni è la proprietà dell’intera superficie
aziendale. Le aziende risultano prevalentemente di modesta estensione e
affette dalla frammentazione; infatti, nel 50% dei casi, le aziende sono
composte da un numero variabile fra 2 e 3 corpi aziendali. Le aziende sono
generalmente dotate di un parco macchine essenziale costituito da una
smallatrice, da una pompa a spalla e da attrezzi vari. Poiché l’esecuzione
delle normali operazioni colturali è ridotta fino quasi ad annullarsi, man-
cano del tutto le macchine necessarie per le lavorazioni del suolo4, per le
fertilizzazioni e per il controllo delle infestanti; solo 2 aziende sono muni-
te di decespugliatore.
Tutte le aziende sono dotate di fabbricati adibiti ad abitazione e
magazzini, utilizzati in prevalenza durante la raccolta del pistacchio.
Fra le aziende rilevate, una (n. 9) ha usufruito del contributo finan-
ziario del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Siciliana5 (PSR) a parti-
re dalla campagna 2000/01 con l’azione F1b, le altre tre aziende hanno
usufruito del sostegno finanziario del regolamento (CE) n. 2078/92 a par-

4 Nessuna azienda ricorre al noleggio.


5 Il PSR – Sicilia è reso operativo a partire dalla campagna 2000/01.

22
Tab. 4 • Caratteristiche delle aziende agricole rilevate nel comune di Bronte
(annata agraria 2003/04)

Appezzamenti S u p e r f i c i e Sau % Densità


Azienda per azienda aziendale pist acchiet o Cultivar Tipo S est o impianto Tipo di
n. n. (e ttari ) (etta ri ) Napoletana impianto impianto (piante/ettaro) impresa

1 1 2,8 2,0 95 Misto Irregolare 600 Capitalistica


2 2 5,2 5,0 100 Naturale Irregolare 500 Coltivatrice-Capitalistica
3 3 5,0 4,2 100 Misto Irregolare 500 Coltivatrice-Capitalistica
4 4 2,2 2,0 100 Misto Irregolare 400 Coltivatrice-Capitalistica
5 5 0,9 0,8 100 Naturale Irregolare 600 Coltivatrice-Capitalistica
6 6 2,5 2,5 100 Misto Irregolare 500 Coltivatrice-Capitalistica
7 7 2,0 2,0 100 Misto Irregolare 700 Coltivatrice-Capitalistica
8 8 3,8 1,5 80 Misto Irregolare 550 Coltivatrice-Capitalistica
9 9 37,0 34,0 100 Misto Irregolare n.d. Capitalistica
10 10 2,0 1,9 100 Misto Irregolare n.d. Coltivatrice-Capitalistica

23
Analisi tecnico-economiche delle aziende pistacchicole in Sicilia

tire dalla campagna 1996/97 e si sono assoggettate alle sottomisure B2 (n.


1 e n. 5) e A2 (n. 2).
L’adesione alle misure agro-ambientali è comunque risultata proble-
matica per la difficoltà di praticare il controllo dei parassiti (la cosiddetta
campa) senza fare ricorso all’impiego di prodotti fitosanitari ed ha deter-
minato consistenti perdite nelle produzioni.
La commercializzazione del prodotto è rivolta in larga prevalenza al
mercato locale; soltanto le aziende n. 6 e n. 9 vendono una quota della
propria produzione fuori provincia. Generalmente la vendita dei pistacchi
avviene direttamente ai commercianti locali provvisti di impianti per la
lavorazione del pistacchio; soltanto un’azienda (n. 7) è socia di una coo-
perativa, alla quale conferisce parte della propria produzione.
In funzione dell’andamento della stagione, del livello dei prezzi e
delle necessità economiche dell’imprenditore, la vendita può avvenire
dopo un periodo di stoccaggio in azienda che può durare fino a 10-12
mesi; in altri casi avviene direttamente all’albero. Il pagamento, di solito,
è effettuato in contanti al momento dell’acquisto.

2.2. Aspetti tecnici dell’esercizio aziendale

Le modeste rese colturali, ottenute peraltro con cadenza biennale,


fanno si che il perseguimento del reddito avvenga attraverso la limitazio-
ne dei costi e quindi con la riduzione delle pratiche agricole. L’acquisto di
fattori produttivi risulta quindi assai limitato; solo un’azienda effettua la
concimazione (fogliare) mentre in 2 aziende non si pratica nemmeno il
diradamento delle gemme a fiore. Per il controllo della vegetazione spon-
tanea si preferisce talora il diserbo chimico al decespugliamento, per il
minore impiego di lavoro.
L’impiego medio annuo di lavoro è compreso fra un minimo di 32 e
un massimo di 53 giornate lavorative per ettaro in relazione alla confor-
mazione e alla giacitura del terreno (Tab. 5).

Nelle aziende a conduzione coltivatrice-capitalistica (8 su 10) il lavo-


ro apportato dai familiari oscilla fra un minimo di 10 e un massimo di 34
giornate lavorative; questo è impiegato per le operazioni di raccolta – fase
di più intensa attività – e risulta, in taluni casi, superiore al lavoro extra-

24
Analisi tecnico-economiche delle aziende pistacchicole in Sicilia

Tab. 5 • Giornate lavorative impiegate


(dati medi biennali 2001/02 - 2002/03, per ettaro di superficie)
Aziend e n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Raccolta 25 25 30 27 22 20 27 25 22 22
Scozzolatura 5 7 9 8 8 8 10 - 9 -
Decespugliamento 6 - - - - - - - 8 -
Diserbo - 5 2 - 2 2 2 2 - 2
Concimazione fogliare - - - - - - - - - 1
Trattamenti antiparassitari 2 5 2 2 2 6 7 4 - 2
Potatura verde e spollonatura 10 6 10 10 4 4 5 2 3 5
Totale 48 48 53 47 38 40 51 33 42 32
di cui
Familiare - 33 14 17 14 30 34 10 - 14
Extrafamiliare 48 15 39 30 24 10 17 23 42 18

familiare. Assumono carattere familiare anche le operazioni colturali di


diserbo e di trattamento antiparassitario mentre per la potatura e la spol-
lonatura si utilizza in prevalenza lavoro extrafamiliare.
La raccolta richiede da 20 a 30 giornate lavorative in relazione alla tec-
nica adottata (sacche, teloni o vasche) e comprende le operazioni di smal-
latura, asciugatura e selezione dei frutti.
Gli interventi di potatura e spollonatura richiedono da 2 a 10 giornate
lavorative, mentre la pratica della scozzolatura totale delle gemme a frutto,
che non è eseguita da tutte le aziende esaminate, richiede un impiego di
lavoro contenuto entro le 10 giornate lavorative per ettaro. Generalizzato
è il ricorso ai trattamenti antiparassitari (9 aziende su 10), eseguiti in pri-
mavera e rivolti al controllo degli attacchi di Emitteri (responsabili del
cosiddetto cimiciato); l’impiego di lavoro è contenuto entro le 7 giornate
per ettaro.
Il controllo della vegetazione spontanea è affidato al diserbo chimico,
solo due aziende ricorrono al decespugliamento – di maggiore costo – e di
difficile attuazione.
La fertilizzazione non è prassi diffusa; infatti come già accennato,
viene effettuata da una sola azienda fra quelle rilevate.
I valori medi annuali per ettaro di superficie registrati dalla PLV appa-
iono modesti a causa della cadenza biennale della produzione, delle basse
25
Analisi tecnico-economiche delle aziende pistacchicole in Sicilia

rese e del livello dei prezzi poco remunerativo; anche l’apporto del soste-
gno comunitario, quando percepito, appare poco incisivo.
I ricavi ottenuti dalla vendita del pistacchio in guscio (tignosella) e
dagli importi del premio comunitario per ettaro di superficie, eventual-
mente fruito ai sensi del regolamento (CE) n. 1257/99, oscillano fra un
minimo di 1.710,0 e il massimo di 3.800,0 euro, con un valore medio uni-
tario di 2.672,5 euro. Il premio unitario di cui usufruiscono parte delle
aziende esaminate, varia fra 483,0 e 845,0 euro per ettaro, in relazione alla
tipologia di impegni sottoscritti dalle aziende stesse (Tab. 6).

Tab. 6 • Produzione lorda vendibile


(dati medi quinquennali 1998/99 - 2002/03)
Aziende SAU Resa Produzione Prezzo Premio PLV PLV Premio
n. (etta ri ) m e d i a (q) ( e ur o/ q) annuo u n i t a r i a aziendale su
annua (euro/ettaro) (euro/ha) (euro) PLV %
( q/ h a )

*1 2,0 7,5 15,0 440,0 483,00 3.783 7.566 12,8


*2 5,0 3,4 17,0 350,0 845,00 2.035 10.175 41,5
3 4,2 6,0 25,2 500,0 - 3.000 12.600 -
4 2,0 5,3 10,6 450,0 - 2.385 4.770 -
*5 0,8 5,8 4,6 380,0 483,00 2.687 2.150 18,0
6 2,5 4,5 11,3 380,0 - 1.710 4.275 -
7 2,0 7,0 14,0 380,0 - 2.660 5.320 -
8 1,5 5,5 8,3 480,0 - 2.640 3.960 -
**9 34,0 6,0 204,0 500,0 800,00 3.800 129.200 21,1
10 1,9 4,5 8,6 450,0 - 2.025 3.848 -

* Assoggettate alle sottomisure A2 (n. 2) e B2 (n.1 e n. 5) del regolamento (CE) n. 2078/92 a partire dalla
campagna 1996/97.
** Assoggettata alla misura agroambientale F1b del PSR - Sicilia a partire dalla campagna 2000/01.

I ricavi ottenuti dalla vendita della tignosella oscillano fra 1.190,00 e


3.600,00 euro, con un valore medio di 2.411,40 euro per ettaro, per effet-
to delle rese comprese fra 3,4 e 7,5 q/ha (valore medio di 5,6 q/ha) e dei
prezzi unitari che si collocano fra 350,0 e 600,0 euro/q (in media 441,0
euro/q). Tali variazioni dipendono dalla qualità della tignosella, cioè dalla
percentuale di cimiciato, dal calibro, dalla resa alla sgusciatura.

26
Analisi tecnico-economiche delle aziende pistacchicole in Sicilia

2.3. Analisi dei costi di produzione

Le voci del costo di produzione che si è scelto di determinare, sono:


“spese varie”, “salari”, “quote di reintegrazione e di manutenzione”, “inte-
ressi” e “stipendi” (Tab. 7).
Tab. 7 • Costi medi di produzione
(dati medi biennali 2001/02 - 2002/03, euro per ettaro)

Spe se Lavoro
Quote I nt ere ssi S t i p e n d i o Totale
varie Extra
Fa mi l i a r e Totale
familiare

1 582,5 - 1.920,0 1.920,0 254,0 126,3 189,1 3.071,9


2 407,0 1.320,0 600,0 1.920,0 49,4 40,8 101,8 2.519,0
3 635,0 560,0 1.560,0 2.120,0 101,1 78,4 150,0 3.084,5
4 555,5 680,0 1.200,0 1.880,0 152,3 45,1 119,2 2.752,1
5 399,0 560,0 960,0 1.520,0 260,6 37,2 134,3 2.351,1
6 288,0 1.200,0 400,0 1.600,0 175,5 61,5 85,5 2.210,5
7 571,0 1.360,0 680,0 2.040,0 159,9 62,5 133,0 2.966,4
8 422,5 370,0 851,0 1.221,0 155,7 32,5 132,0 1.963,7
9 766,5 - 1.890,0 1.890,0 35,2 144,3 190,0 3.026,0
10 406,5 560,0 720,0 1.280,0 233,9 78,7 101,3 2.100,4

Il costo medio unitario ammonta complessivamente a 2.604,56 euro,


con variazioni comprese fra 1.963,67 e 3.084,47 euro.
Alle spese contribuisce prevalentemente la voce “salari” che presenta
un campo di variazione compreso fra 1.221,0 euro e 2.120,0 euro e incide
in media per il 66,8% del costo di produzione (1.739,10 euro). Per la mag-
gioranza delle imprese (nel gruppo studiato, le 8 imprese a conduzione
coltivatrice-capitalistica), tuttavia, una frazione significativa dei salari
costituisce un costo-reddito implicito; infatti, nelle imprese che fanno
maggiormente ricorso al lavoro familiare (n. 2, 6, 7), questo costituisce
dal 67% al 75% del costo relativo al lavoro impiegato e la media delle
imprese coltivatrici-capitalistiche risulta del 48%.
La voce di costo relativa alle “quote”, riguardanti gli investimenti fon-
diari e il capitale di scorta, ammonta mediamente a 157,75 euro (6,4% dei
costi di produzione) e con valori unitari compresi fra 35,21 euro e 260,63
euro. L’ammontare generalmente modesto delle quote è determinato dalla
27
Analisi tecnico-economiche delle aziende pistacchicole in Sicilia

limitata dotazione di capitali investiti specificamente per la coltura del


pistacchio. I vecchi fabbricati rurali che vengono spesso utilizzati come
magazzini o ricoveri per i raccoglitori e le strutture eventualmente rinve-
nute sono, infatti, da attribuire ad altre attività agricole ed extragricole e
non specificamente alla coltura, inoltre la dotazione di macchine e attrez-
zi è ridotta al minimo indispensabile. Tuttavia, in alcuni casi, l’importo
assume valori relativamente elevati in ragione delle estensioni colturali
estremamente ridotte. Relativamente alle “spese varie” si richiamano le
considerazioni già effettuate sulla scarsa intensità colturale; si rileva tutta-
via l’ammontare medio peri a 503,4 euro (19,1%), con oscillazioni com-
prese fra 288,0 euro e 766,5 euro.
Tra le voci di costo minori, gli interessi incidono appena per il 2,7%
del costo di produzione e gli stipendi per il 5,1%.

2.4. I risultati economici

I risultati conseguiti dalle aziende esaminate rivelano una variabilità


piuttosto ampia in termini di reddito lordo; questo, costituito dall’insie-
me dei compensi spettanti all’imprenditore, assume valori differenti in
relazione alla tipologia d’impresa (capitalistica e coltivatrice–capitalistica)
a causa dell’incidenza dei salari familiari. Tuttavia, il termine che appare
più determinante nella formazione del reddito lordo è il valore registrato
dalla produzione lorda vendibile che, in risposta al mutare delle condizio-
ni ambientali e colturali, registra oscillazioni molto ampie (da 1.710 a
3.800 euro/ha) mentre le voci di costo, pur anch’esse variabili, general-
mente incidono in misura limitata sul risultato.
Soffermandosi per una più compiuta analisi dei risultati per forma di
conduzione appare che, al di la dei valori medi – poco significativi – che
indicano risultati migliori per le aziende capitalistiche, si osserva che, lad-
dove i valori del ricavo siano allineati o prossimi alla media, la possibilità
di trattenere parte dei costi della manodopera, conduce ai valori di reddi-
to per unità di superficie più elevati.
I risultati aziendali complessivi mettono, però, maggiormente in
risalto la modestissima dimensione economica delle aziende esaminate.
Fatta eccezione per l’azienda n. 9 che, grazie alla sua estensione (34 ha),
consente la formazione di un reddito di 37.682,00 euro/anno, i redditi cal-
colati, infatti, ragguagliano valori compresi tra 853,90 euro/anno e
4.893,00 euro/anno (Tab. 8).

28
Analisi tecnico-economiche delle aziende pistacchicole in Sicilia

Tab. 8 • Risultati economici


(euro/ha)
R eddi to Lor do (eu r o)

Aziend e Impres a
Spe se Salario Impresa
agricole PLV Quote colt ivat rice-
varie extrafamiliare capitalistica
n. capitalistica

1 3.783,0 582,5 254,0 1.920,0 - 1.026,5


2 2.035,0 407,0 49,4 600,0 978,6 -
3 3.000,0 635,0 101,1 1.560,0 703,9 -
4 2.385,0 555,5 152,2 1.200,0 477,3 -
5 2.687,0 399,0 260,6 960,0 1.067,4 -
6 1.710,0 288,0 175,5 400,0 846,5 -
7 2.660,0 571,0 159,9 680,0 1.249,1 -
8 2.640,0 422,5 155,7 851,0 1.210,8 -
9 3.800,0 766,5 35,2 1.890,0 - 1.108,3
10 2.025,0 406,5 233,9 720,0 154,0 -

Risultati economici aziendali


(euro)
R eddi to Lor do (eu r o)

Aziend e Impr esa


Spe se Salario I mpresa
agricole PLV Quote co ltivatrice-
varie extrafamiliare capitalistica
n. capit alis ti ca

1 7.566,0 1.165,0 508,0 3.840,0 - 2.053,0


2 10.175,0 2.035,0 247,0 3.000,0 4.893,0 -
3 12.600,0 2.667,0 424,5 6.552,0 2.956,5 -
4 4.770,0 1.111,0 304,5 2.400,0 954,5 -
5 2.149,6 319,2 208,5 768,0 853,9 -
6 4.275,0 720,0 438,8 1.000,0 2.116,3 -
7 5.320,0 1.142,0 319,8 1.360,0 2.498,3 -
8 3.960,0 633,8 233,5 1.276,5 1.816,3 -
9 129.200,0 26.061,0 1.197,0 64.260,0 - 37.682,0
10 3.847,5 772,4 444,5 1.368,0 1.262,7 -

29
Analisi tecnico-economiche delle aziende pistacchicole in Sicilia

In definitiva, a fronte della possibilità di trarre dalla coltura del pistac-


chio un reddito approssimativamente pari alla sola remunerazione del
lavoro prestato direttamente (con evidente sottoremunerazione dei capi-
tali), viene adottata una strategia di sopravvivenza basata sulla compres-
sione dei costi attraverso la riduzione delle cure colturali. Per questa via
non stupisce che si incorra nei citati problemi di accentuazione dell’alter-
nanza produttiva e che la qualità del prodotto, non sempre soddisfacente,
deprima i prezzi alla produzione della tignosella.

30
La trasformazione

3.
La trasformazione

3.1. I centri di lavorazione e commercializzazione del pistacchio

Le diverse varietà di pistacchio presenti sul mercato posseggono


caratteristiche peculiari che si adattano ai molteplici impieghi nel com-
parto alimentare. Per il consumo da snack (salato o tostato) si preferi-
scono le cultivar dai frutti di grandi dimensioni (circa 2 g in guscio) e
dalla facilità alla deiscenza apicale che provengono dall’Asia centro occi-
dentale. Per la trasformazione industriale, ed in particolare per le indu-
strie degli insaccati, assume grande importanza il colore verde dei cotile-
doni, l’aroma, il sapore, la facilità di pelatura, l’integrità dei semi.
Nell’industria dolciaria, nella pasticceria e gelateria artigianale, il
carattere più richiesto è il colore, in quanto i pistacchi sono sottoposti a
macinazione.
In Sicilia, il pistacchio della zona etnea e parte di quello provenien-
te dalle province di Agrigento e Caltanissetta, è lavorato presso struttu-
re di lavorazione e commercializzazione concentrate nel territorio
comunale di Bronte. In funzione delle richieste di mercato, alcuni centri
ricorrono anche ad acquisti di prodotto di provenienza asiatica (Iran e
Turchia).
Nel corso delle ultime annate, la produzione pistacchicola siciliana,
e specificamente quella dell’area etnea, ha subito severi danni provocati
dai parassiti e dalle condizioni climatiche.
Alla riduzione delle rese si è accompagnata, quindi, una qualità del
prodotto anch’essa deteriorata; infatti, a causa della presenza di macula-
ture, il colore verde smeraldo dei cotiledoni è apparso meno intenso. Tali
aspetti, insieme al prezzo comunque elevato del prodotto siciliano,
hanno determinato un ulteriore svantaggio competitivo nei confronti dei
pistacchi di importazione.
Al fine di meglio comprendere le condizioni strutturali e organizza-
tive della filiera si è condotta anche un’indagine sui dati strutturali,
gestionali, organizzativi e commerciali delle imprese attive nella lavora-
zione del pistacchio nel periodo 1998/99–2002/03.
Sono stati presi in considerazione, ai fini della rilevazione, 15 centri
attivi nella lavorazione del pistacchio, individuati da un sondaggio con-
dotto dal distretto Etna (ex SOAT di Bronte) dell’Assessorato
Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana. Tuttavia, soltanto 5 delle

33
La trasformazione

aziende individuate hanno fornito dati utili all’indagine6.


Le imprese rilevate sono tutte ubicate nel territorio comunale di
Bronte e operano nel settore da parecchi anni. In merito alla ragione socia-
le si distinguono ditte individuali e società in nome collettivo (Tab. 9).
La superficie complessiva degli impianti di lavorazione è di 16.150
metri quadrati; di questi, 3.025 metri quadrati (18,7% del totale) occupa-
ti da fabbricati e 13.125 metri quadrati (81,3%), sono aree scoperte adibi-
te all’accesso dei veicoli ed ai parcheggi. La consistenza dei fabbricati varia
tra 25 e 1.300 metri quadrati.

Tab. 9 • Caratteristiche generali delle imprese rilevate


(anno 2003)
Superficie (mq)
Anno di Materia prima
Imprese Forma inizio lavorata*
n. giuridica C operta S c o p e r t a Totale q
attività
1 S.n.c. 1966 600 900 1.500 1.000
2 Individuale 1990 400 750 1.150 2.500
3 Individuale 1974 700 1.000 1.700 1.500
4 Individuale 1962 25 475 500 800
5 S.n.c. 1990 1.300 10.000 11.300 6.500
Totale 3.025 13.125 16.150 12.300
* Frutta in guscio lavorata (tignosella), media quinquennale 1998/99 - 2002/03

Due delle cinque imprese esaminate, oltre al pistacchio, lavorano altra


frutta secca (mandorle, nocciole) ma, per tale attività, sono dotate di sta-
bilimenti specifici.
Tutte le imprese sono a carattere familiare e soltanto una si avvale di
lavoro extrafamiliare ma ricorrono in maniera generalizzata all’apporto
di consulenti esterni quali commercialisti e laboratori per la certificazio-
ne (HACCP); soltanto una impresa si avvale del tecnologo alimentare
(Tab. 10).

6 Fra queste, 8 imprese si sono rifiutate di partecipare, un’impresa è stata esclusa perché di attivazione trop-
po recente (dal mese di dicembre) non avrebbe potuto fornire dati utili, una ha fornito dati poco esausti-
vi e a conclusione delle rilevazioni è stata scartata.

34
La trasformazione

Tab. 10 • Personale impiegato nelle imprese rilevate e consulenti esterni


Personale Consulenti esterni

Imp re se Tecnologo R esponsabile


Fa m i l i a r e Extrafamili are Commercialista
n. alimentare qualità

1 3 - 1 - 1
2 3 - 1 - 1
3 2 - 1 - 1
4 2 - 1 - 1
5 3 5 1 1 1
Totale 13 5 5 1 5

Le imprese seguono processi di lavorazione omogenei per schemi


produttivi e tecnologia impiegata; anche la produzione finale, infatti,
risulta assai omogenea. Soltanto due imprese (n. 2 e 5), sono dotate della
granellatrice, impianto che permette di ottenere separatamente granella e
farina di granella; mentre un’altra impresa (n. 4), per ridurre i costi di pro-
duzione ha dismesso l’impianto per la sgusciatura trovando maggiore con-
venienza ad acquistare il prodotto già sgusciato presso altri centri di tra-
sformazione (Tab. 11).

Tab. 11 • Impianti di lavorazione e attrezzature per lo stoccaggio dei


prodotti
Linea di lavorazione principale e linea sottoprodotti Attrezzature per lo stoccaggio

Linea Silos stoccaggio Celle


Sgusciatrice Granellatrice
pelatura materia prima frigorifere

Imprese Capacità Capacità Capacità Capacità Capacità


n. n. (q/ora) n. (q/ora) n. (q/ora) n. (q) n. (mc)

1 1 2 1 2 - - 1 100 1 120
2 1 5 1 2 1 2 6 150.000 3 600
3 1 1,5 1 2 - - 4 500 - -
4 1 5 1 2 - - 6 100 1 80
5 1 6 1 6 1 2 4 600 1 140
Totale 5 19,5 5 14 2 4 21 151.300 6 940

35
La trasformazione

La prima trasformazione del pistacchio prevede la produzione di sgu-


sciato, ottenuto con la sgusciatura – rimozione del pericarpo legnoso – e
il pelato che si ottiene in seguito alle operazioni di pelatura – rimozione
della sottile pellicola che avvolge i cotiledoni – e asciugatura.
Tutte le imprese sono munite della linea per la pelatura a ciclo conti-
nuo che comprende le fasi di scottatura, spellatura, asciugatura e selezio-
ne. La cernita è realizzata mediante un selettore ottico, disposto alla fine
della linea di lavorazione, che seleziona il prodotto in relazione al colore
del pelato. Tutte le imprese sono munite di attrezzature per lo stoccaggio
temporaneo della materia prima in azienda mentre solo una (n. 3), che
lavora il prodotto su ordinazione, non dispone di celle frigorifere. La
capacità complessiva dei silos per lo stoccaggio è di 151.300 q mentre la
dimensione complessiva delle celle frigorifere è di 940 metri cubi.
Il confezionamento del prodotto avviene manualmente (nessuna
delle imprese dispone di impianti di confezionamento) e le confezioni
generalmente adottate sono i cartoni da 12,5 Kg per il pelato e i sacchi di
polietilene da 25 Kg per lo sgusciato.

3. 2 . M at e r ia p ri m a la v o r a ta e p ro d o t ti o tt e n u ti

La quantità di tignosella (pistacchio in guscio) lavorata dalle cinque


imprese rilevate è compresa fra 800 q e 6.500 q e, nel quinquennio 1998/99
– 2002/03, ammonta mediamente a 12.300 q all’anno (Tab. 12).
Le rese alla sgusciatura e successiva pelatura e asciugatura si colloca-
no in media al 36,4%. La quantità di prodotto finale ottenuta dalle impre-
se esaminate è stata di 4.482 q, con limiti per impresa compresi fra 305 q
e 2.436 q.
Nel quinquennio esaminato, le imprese hanno realizzato in prevalen-
za il pelato (2.410 q, pari in media al 53,8% della produzione complessiva)
richiesto in prevalenza dalle industrie degli insaccati, lo sgusciato (1.734 q,
38,7%) è destinato soprattutto alle industrie dolciarie, il rottame, la gra-
nella e la farina di granella, che rappresentano una percentuale modesta
(7,5%) della produzione, sono richiesti dai laboratori artigianali e dalle
industrie dolciarie.
L’approvvigionamento della materia prima avviene, per l’85,9%, diret-
tamente dai produttori locali; nelle annate di scarica, un’esigua aliquota
(6,7%) proviene anche dai pistacchieti delle province di Agrigento e
36
La trasformazione

Caltanisetta, per tramite di commercianti incettatori locali. Negli ultimi


anni alcuni di questi commercianti si sono dotati di impianti per la sgu-
sciatura. Soltanto due imprese di lavorazione hanno dichiarato di aver
acquistato una parte del pistacchio dai paesi asiatici (Turchia e Iran), sotto
forma di sgusciato.

Tab. 12 • Pistacchio lavorato


(media 1998/99 - 2002/03, quintali)

Tipologia di prodotti ottenuti

I m pr es e Pistacchio Fa ri n a d i
Sgusciato Pelato R ottame Granella Totale
n. in guscio granella

1 1.000 152 163 37 - - 352


2 2.500 400 435 - 5 45 885
3 1.500 108 346 50 - - 504
4 800 91 190 24 - - 305
5 6.500 983 1.276 - 39 138 2.436
Totale 12.300 1.734 2.410 111 44 183 4.482

3.3. Commercializzazione

La produzione siciliana di pistacchio viene commercializzata prevalen-


temente sul mercato nazionale. Nel periodo considerato, infatti, le indu-
strie alimentari italiane hanno lavorato in media 4.1600 q di pistacchio, pari
al 92,8% della produzione complessivamente commercializzata. Una parte
di questa, 788 q (17,6%), è destinata allo stesso mercato siciliano (Tab. 13).
La frazione del prodotto che giunge sui mercati esteri7 è modesta
(7,2%) e riguarda, prevalentemente il pelato (8,3%).
Sul mercato nazionale (extra-regionale) si colloca gran parte (89,9%)
del pelato mentre di questo, in Sicilia, rimane una frazione modesta
(1,8%). Anche lo sgusciato è richiesto soprattutto dalle industrie di lavo-
razione nazionali (68,2%) sebbene quasi un quarto sia utilizzato da quel-
le regionali (24,2%).

7 Su questi prevale l’approvvigionamento con prodotto asiatico.

37
38
La trasformazione

Tab. 13 • Destinazione della produzione


(valori medi in quintali, quinquennio 1998/99 - 2002/03)

Dest inazi on Far ina di


Sgusciato % Pelato % % Granella % R ot tame % Totale %
e granella

Nazionale
di cui 1.613 93,0 2.209 91,7 44 100,0 183 100,0 111 100,0 4.160 92,8
Locale 11 0,6 - - - - - - 35 31,9 46 1,0
Regionale 420 24,2 43 1,8 40 90,9 165 90,2 74 65,9 742 16,6
Extra- Regionale 1.182 68,2 2.166 89,9 4 9,1 18 9,8 2 2,2 3.372 75,2
Estero 121 7,0 201 8,3 - - - - - - 322 7,2
Totale 1.734 100,0 2.410 100,0 44 100,0 183 100 111 100 4.482 100
La trasformazione

Il mercato regionale assorbe quasi interamente le tipologie di minor


pregio: la granella, la farina di granella ed il rottame; quest’ultimo per oltre
il 30% viene utilizzato localmente.
I principali acquirenti del pistacchio siciliano sono le industrie dolcia-
rie e degli insaccati che nel quinquennio esaminato hanno assorbito in
media rispettivamente 1.980 e 1.898 q pari al 44,2% ed al 42,4% della pro-
duzione (Tab. 14).
Il 77,5% del pelato (1.868 q) è assorbito dall’industria dei salumi che
lavora quasi esclusivamente il prodotto di qualità superiore per aroma,
pezzatura, integrità e colore dei cotiledoni.
L’industria dolciaria, maggiormente interessata al colore verde dei
cotiledoni, assorbe il 79,8% dello sgusciato (1.383 q) e tutta la farina di
granella e la granella (227 q) ma utilizza anche il pelato (342 q) ed il 25,2%
del rottame (28 q). L’industria per i preparati di base dei gelati assorbe
quantitativi minori (347 q) ed in particolare utilizza il pelato (200 q) e sgu-
sciato (114 q) ma assorbe anche buona parte del rottame (33 q).

Tab. 14 • Acquirenti per tipologia di prodotto


(valori medi espressi in quintali)
Fa r i n a d i
Industrie Sgusciato Pelato G r a n e l l a Rottame Totale
granella
Dolciarie 1.383 342 44 183 28 1.980
Preparazione base per gelati 114 200 - - 33 347
Insaccati 30 1.868 - - - 1.898
Laboratori artigianali 108 - - - 50 158
Trasformatori locali 99 - - - - 99
Totale 1.734 2.410 44 183 111 4.482

valori percentuali

Fa r i n a d i
Industrie Sgusciato Pelato G r a n e l l a Rottame Totale
granella
Dolciarie 79,8 14,2 100,0 100,0 25,2 44,2
Preparazione base per gelati 6,6 8,3 - - 29,7 7,7
Insaccati 1,7 77,5 - - - 42,4
Laboratori artigianali 6,2 - - - 45,0 3,5
Trasformatori locali 5,7 - - - - 2,2
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

39
La trasformazione

I laboratori artigianali assorbono mediamente 108 q di sgusciato


(6,2%) e quasi la metà del rottame. Alcuni trasformatori locali si approv-
vigionano di una modesta porzione (2,2%) della produzione costituita
esclusivamente da sgusciato.
Alcune imprese di lavorazione sono dotate di impianti che permetto-
no di differenziare la produzione e di ottenere diverse tipologie di conser-
ve a base di pistacchio. Un’impresa è riuscita ad inserirsi nel circuito della
GDO.

40
Interventi programmati

4. a sostegno del pistacchio


Interventi programmati a sostegno del pistacchio

4.1. Politiche di sviluppo rurale

Gli strumenti attuativi della politica agricola, finalizzati allo sviluppo


economico e sociale delle aree rurali della Sicilia sono molteplici e fanno
riferimento sia alla normativa comunitaria (LEADER II, LEADER +,
POR, PSR e al regolamento (CE) n. 1782/20038) che a quella nazionale
(patti territoriali per l’agricoltura). Obiettivi comuni di tali azioni sono il
rafforzamento dei principali settori produttivi, dei servizi, del turismo, la
creazione di nuove iniziative imprenditoriali, il miglioramento ed il man-
tenimento delle infrastrutture locali, la crescita delle filiere agricole e zoo-
tecniche, la valorizzazione delle risorse locali, la diffusione di sistemi col-
turali e di allevamento biologici.
Nell’area etnea, polo produttivo di pistacchio dell’Isola, sono state
realizzate diverse iniziative di sviluppo locale. Tra queste il Gruppo di
Azione Locale (GAL) denominato “Valle Alcantara”, realizzato nell’ambi-
to dell’iniziativa comunitaria LEADER II (1994 – 1999), il PIT “Etna” e
il Patto Territoriale “Simeto-Etna”.
Questi interventi9 dispongono di un finanziamento complessivo di
139,2 milioni di euro; di questi, 11,4 milioni di euro sono destinati al
sostegno dell’agricoltura e dell’agroindustria. Tali iniziative potrebbero
rappresentare una grande opportunità di sviluppo delle agricolture locali
caratterizzate da produzioni di alta qualità (fragoletta di Maletto, ficodin-
dia dell’Etna, Arancia Rossa di Sicilia, il pistacchio di Bronte e Adrano);
tuttavia, queste, hanno usufruito solo in parte dei fondi messi a disposi-
zione.
Con riferimento alla coltura del pistacchio, l’unica iniziativa realizza-
ta ha avuto come obiettivo la costruzione di un centro di lavorazione, nel-
l’ambito del GAL “Valle Alcantara”. Dalle altre due iniziative (PIT e Patto
Territoriale “Simeto-Etna”) non sono stati elaborati progetti a sostegno
del comparto.
Anche nella Sicilia centro-orientale sono state finanziate diverse ini-

8 Regolamento (CE) 1782/2003 del Consiglio che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno
diretto nell'ambito della politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agri-
coltori e che modifica i regolamenti (CE) n. 2019/93, (CE) n. 1452/2001, (CE) n. 1453/2001, (CE) n.
1454/2001, (CE) n. 1868/94, (CE) n. 1251/1999, (CE) n. 1254/1999, (CE) n. 1673/2000, (CEE) n.
2358/71 e (CE) n. 2529/2001.
9 Il progetto Leader II Valle Alcantara si è concluso, mentre il PIT Etna ed il Patto territoriale Simeto-Etna
sono ancora in corso.

43
Interventi programmati a sostegno del pistacchio

ziative nell’ambito dei PIT e del Leader II, ma gli interventi sono orienta-
ti al sostegno di altri comparti produttivi (es. uva da tavola, zootecnia) e
non prevedono progetti relativi al pistacchio che, si ricorda, è presente
con piccole estensioni nelle province di Agrigento e Caltanissetta.
I PIT 10 ed i GAL11 hanno avuto rispettivamente un finanziamento
di 161.689.274,4 Euro e 8.568.338,14 Euro. Un altro sistema di finanzia-
mento è rappresentato dai Patti Territoriali; in tali province ve ne rientra-
no numerosi, (“Porto Empedocle”, “Caltanissetta Città”, “Gela”,
“Magazzolo Platani”, “Sicilia Centro Meridionale”, “Terre Sicane” e “Valle
del Belice”), nessuna di queste prevede delle iniziative a sostegno del
pistacchio.
Fra le iniziative in fase di progettazione da parte dell’Assessorato
Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana, si ritiene particolarmente
interessante la costituzione del distretto agroalimentare della provincia di
Catania. Anche in questo caso l’obiettivo è il sostegno dello sviluppo
rurale attraverso la valorizzazione di tutti i prodotti agroalimentari
dell’Etna; in particolare l’interesse è rivolto ai prodotti di qualità. A tale
progetto si ricollega il riconoscimento transitorio della DOP al pistacchio
di Bronte, da parte del MIPAF, ai sensi del decreto 4 marzo 2004, in atte-
sa che l’organismo comunitario si pronunci sulla domanda di riconosci-
mento definitivo. La cultivar adottata per la produzione è la
“Napoletana”12 chiamata anche «Bianca» o «Nostrale». La zona di produ-
zione del pistacchio verde di Bronte ricade nei territori comunali di
Bronte, Adrano e Biancavilla, delimitata dai seguenti confini:
Bronte: ad ovest lungo il fiume Simeto, ad est fino a quota 900 m s.l.m.,
a sud con il comune di Adrano ed a nord lungo la strada Bronte-Cesarò;
Adrano: a nord con il confine del comune di Bronte, a sud con il centro
abitato e la s.s. 121 ed a est con la lava «Grande» del 1595 e con il comune
di Biancavilla, ad ovest lungo il fiume Simeto fino alla s.s. 121;
Biancavilla: a nord con il territorio di Adrano, a sud con il centro abi-
tato e la s.s. 121, a est con il confine comunale di S. M. Licodia, ad ovest con
il confine del comune di Adrano.

10 Sono: Demetra, Aquae Labodes, Magazzolo Platani Sicani dell’Agrigentino e Valle dei templi nella provincia
di Agrigento, Biovalley ed Il Comprensorio di Gela nella provincia di Caltanissetta.
11 Sono: Quisquina, Sviluppo Valle Himera, Terre Sciane e O.C. Promosviluppo.
12 E’ ammessa una percentuale non superiore al 5% di altre varietà "Natarola", "Agostana", "Larnaka", pur-
ché a cotiledoni verdi, coltivate in purezza varietale, nel territorio delimitato dal disciplinare.

44
Interventi programmati a sostegno del pistacchio

La zona di produzione deve essere compresa tra 300 e i 900 m s.l.m.


Attualmente i soci produttori del consorzio di tutela sono circa 30
ma in corso di adesione vi sono altri produttori ed anche alcuni centri di
lavorazione.
Altra possibilità di sviluppo agricolo del territorio è rappresentato dal
Piano di Sviluppo Rurale e dal POR 2000 – 2006 della Regione Siciliana.
Le iniziative del POR rientrano nell’ambito della misura 4.06 (ex
4.2.1) “Azione1 - Investimenti aziendali per l’irrobustimento delle filiere
agricole e zootecnica”, nella misura 4.09 (ex 4.2.4 ) “Miglioramento delle
condizioni di trasformazione e commercializzazione”.
La recente versione del Complemento di Programmazione (CdP)
approvata con delibera n. 378 dell’11 luglio 2003, riformula la dotazione
finanziaria delle misure13 4.06 e 4.09 rispettivamente a 822.638.000 euro e
449.563.124 euro. Nonostante siano stati pubblicati due bandi per ciascu-
na di dette misure14, e siano stati messi a disposizione complessivamente
293.024.301 euro, è pervenuta soltanto una richiesta di finanziamento a
sostegno del pistacchio, dalla misura 4.06, per un importo complessivo di
78.202, 47 euro.
Le iniziative della misura “Agroambiente” del PSR hanno come obiet-
tivo la diffusione dei metodi di produzione agricola e di gestione dei ter-
reni compatibili con la tutela dell’ambiente e del suolo pur salvaguardan-
do nel contempo la redditività delle imprese. Le azioni della misura agro-
ambiente suscettibili di fornire un sostegno alla coltura del pistacchio
sono: l’azione F1a “Metodi di produzione integrata”, l’azione F1b
“Introduzione o mantenimento dei metodi dell’agricoltura e della zootecnia
biologica” e l’azione F3 “Ricostituzione e/o mantenimento del paesaggio
agrario tradizionale, di spazi naturali e semi-naturali”.
L’adesione degli operatori agricoli alle predette azioni è stata mode-
sta; le motivazioni sono da ricondurre all’obbligo di rinunciare alla prati-
ca del diserbo effettuata con prodotti chimici (ad eccezione dei casi pre-
visti dalle norme tecniche) e il limitato impiego di prodotti fitosanitari
consentito per contenere l’attacco dei parassiti. Per le annualità 2001 e

13 Il precedente CdP approvato con delibera n.412 del 17 dicembre 2002, assegnava alla misura 4.06 e alla
4.09 rispettivamente una dotazione finanziaria di 721.597.000 e di 514.781.562 euro.
14 Per l’annualità 2001 e 2002, i bandi a sostegno della misura 4.06 e 4.09, sono stati pubblicati rispettivamen-
te nelle GURS n.48 del 5 ottobre 2001 e n. 47 del 28 settembre 2001; mentre per l’annualità 2003, entram-
be le misure, sono state pubblicate nella GURS n. 31 dell’11 luglio 2003.

45
Interventi programmati a sostegno del pistacchio

2002 i pagamenti riguardanti le misure agroambientali hanno raggiunto


9.000 euro e 7.000 euro, interessando un numero assai modesto di bene-
ficiari e ridottissime superfici (Tab. 15).

Tab. 15 • Spesa per le misure agroambientali per la coltura del


pistacchio in Sicilia con il PSR regolamento (CE) n. 1257/99
Valori in Euro; Superfici in ettari

Misure Numero Superficie a Spesa


agroambientali i s ta nz e co ntri but o totale

Annualità 2001*
Azione F1a 2 8,6 3.870,0
(1)
Azione F1b 1 0,8 585,0
Azione F1b (2)
3 6,2 4.960,0
Totale 6 15,6 9.415,0

Annualità 2002*
Azione F1a 1 0,6 270,0
Azione F1b (1)
1 2,3 1.710,0
Azione F1b (2)
3 6,2 4.960,0
Totale 5 9,1 6.940,0

Fonte: Assessorato Agricoltura e Foreste - Regione Siciliana


F1a = Metodi di produzione integrata; F1b (1) = Biologica ordinaria; F1b (2) = Biologica preferenziale
* I pagamenti riguardano il 90% delle istanze ammesse;
** I pagamenti riguardano il 20% delle istanze ammesse.

Fra gli interventi comunitari vanno ricordati quelli a sostegno del-


l’agricoltura di montagna e delle zone svantaggiate (indennità compensa-
tive, ex Regolamento (CE) n. 2328/91), materia attualmente disciplinata
dal Regolamento (CE) n. 1257/99 “Misura E”.
L’obiettivo della misura è finalizzato a limitare l’esodo rurale e l’ab-
bandono della coltivazione agricola tradizionale nelle aree naturali svan-
taggiate, promuovendo i sistemi di produzione agricola sostenibili per
l’ambiente. Per beneficiare del premio (indennità) si deve impegnare (per
un quinquennio) una SAU di almeno 1,5 ettari e rispettare le normali
buone pratiche agricole ed i requisiti minimi in materia di tutela ambien-
46
Interventi programmati a sostegno del pistacchio

tale. Fra le colture arboree ed arbustive ammissibili al premio vi sono: noc-


ciolo, pistacchio, mandorlo, carrubo, vigneto ad alberello, frassino da
manna, olivo e cappero.
Attualmente le risorse a sostegno della presente misura, sono state
impegnate per finanziare le iniziative relative alla precedente programma-
zione (POP 1994/99). A sostegno delle aziende pistacchicole si stima sia
stato erogato l’importo di 120.000 euro e che questo abbia riguardato
circa 1.000 ettari di superficie a pistacchieto.

4.2. La PAC ed il comparto della frutta a guscio

Le modifiche apportate dalla riforma della PAC nel settore produtti-


vo della frutta in guscio riguardano le mandorle, le nocciole, le noci comu-
ni, il pistacchio e le carrube mentre dall’aiuto sono escluse le castagne che
pure rivestono un ruolo importante per il presidio del territorio e la salva-
guardia ambientale delle aree collinari. In base alle nuove disposizioni
viene fissata una superficie massima garantita (SMG) a livello comunita-
rio pari a 800.000 ettari, suddivisa in quote nazionali (Superficie
Nazionale Garantita; SNG) (Tab. 16).

Tab. 16 • Interventi nella UE per il comparto della frutta secca per


Stato membro
Produzione I ncidenza SNG Incidenza % Aiuto UE
Stato
(ton) (%) (Ha) su SNG (Euro)

Francia 50.506 5,2 17.300 2,2 2.088.975


Germania 14.500 1,5 1.500 0,2 181.125
Grecia 102.500 10,6 41.100 5,1 4.962.825
Italia 372.560 38,4 130.100 16,3 15.709.575
Portogallo 53.300 5,5 41.300 5,2 4.986.975
Spagna 361.100 37,2 568.200 71,0 68.610.150
Altri* 15.300 1,6 500 60.375
Totale UE 969.766 100,0 800.000 100,0 96.600.000

* Comprende: Austria, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito.


Fonte: regolamento (CE) n. 1782/2003.

47
Interventi programmati a sostegno del pistacchio

Ogni Stato membro è lasciato libero di ripartire la propria SNG in


quote regionali di superficie o di produzione; qualora queste venissero
superate, la superficie ammissibile per singola azienda verrà ridotta pro-
porzionalmente all’eccedenza.
A sostegno del comparto della frutta in guscio l’UE ha stanziato
complessivamente un importo pari a 96,6 milioni di euro; di questi, sono
destinati all’Italia 15,7 milioni di euro mentre 68,6 milioni di euro andran-
no alla Spagna.
Il sostegno di base dell’UE agli agricoltori15 è fissato a 120,75
euro/ha, ma ogni Stato membro ha la facoltà di stanziare un aiuto nazio-
nale supplementare di pari importo cosicché i produttori potranno riceve-
re complessivamente un beneficio pari a 241,5 euro/ha. L’aiuto nazionale
però è concesso alle superfici che beneficiano del premio comunitario.
Il finanziamento comunitario è concesso anche ai produttori, soci di
organizzazioni di produttori, le cui aziende sono oggetto dei piani di
miglioramento16 ai sensi del regolamento (CEE) n.1035/7217. Tali fondi
saranno disponibili a partire dal 1° gennaio successivo all’anno in cui il
piano scade. Gli Stati membri però, possono riservare la concessione di
tale aiuto ai produttori soci di OP riconosciute ai sensi del regolamento
(CE) 2200/96. La normativa comunitaria prevede che ogni Stato membro
può decidere autonomamente di interrompere anticipatamente i piani di
miglioramento delle OP che ne hanno fatto richiesta, purché dimostrino
che le iniziative del piano fino ad allora applicate, abbiano raggiunto gli
obiettivi originariamente prefissati. In ogni caso, il piano deve essere stato
applicato per almeno un anno.
Il pagamento ai produttori è subordinato al possesso dei requisiti
relativi all’estensione minima del frutteto18 e della densità di impianto
(numero piante per ettaro). Tali parametri sono definiti dal regolamento
(CE) n. 2237/200319; in particolare viene fissata in 0,10 ettari la superfi-

15 Il regolamento (CE) n.1782/2003 definisce agricoltore una persona fisica o giuridica o un’associazione di
persone fisiche o giuridiche, indipendentemente dalla personalità giuridica conferita dal diritto nazionale
all’associazione e ai suoi membri, la cui azienda si trova nel territorio della Comunità e che esercita attivi-
tà agricola.
16 Obiettivi di tale piano – avente durata decennale –, erano il miglioramento della commercializzazione e
della qualità della produzione, attraverso riconversione varietale o l’esecuzione di nuovi impianti.
17 Abrogato dal regolamento (CE) n. 2200/96, che però ha mantenuto i diritti acquisiti dalle OP in applica-
zione della precedente regolamentazione e fino al loro esaurimento.
18 Il regolamento (CE) n. 2237/2003 definisce frutteto, la superficie unica ed omogenea, costituita da albe-

48
Interventi programmati a sostegno del pistacchio

cie minima degli impianti, mentre la densità, varia in relazione alla tipolo-
gia colturale; 125 piante per ettaro per le nocciole, 50 per le mandorle, le
noci comuni ed i pistacchi e 30 per le carrube. Ogni Stato membro, può
elevare detti parametri, a livelli superiori a quelli fissati dal regolamento.
Con l’emanazione del decreto del 18 febbraio 2004, il MIPAF20 ha
fissato le procedure nazionali di attuazione dei regolamenti (CE) n.
1782/03 e 2237/03 per il comparto della frutta in guscio. Tale decreto con-
ferma i parametri fissati dalla normativa comunitaria, relativamente
all’estensione e alla densità di impianto.
L’Italia si è avvalsa della possibilità di differenziare l’aiuto comunita-
rio in base al criterio dell’estensione della coltura. È stata favorita la colti-
vazione del nocciolo, per la quale è stato fissato un premio unitario medio
più elevato rispetto alle altre colture. Il maggiore sostegno comunitario a
favore della corilicoltura è stato motivato sia dalla forte pressione com-
merciale che questa subisce, sia per garantire la continuità con le prece-
denti misure a favore di questa coltura.
L’aiuto comunitario previsionale medio è pari a 157,18 Euro/ha per le
nocciole, mentre per l’altra frutta in guscio (carrube, mandorle, noci
comuni e pistacchi) è di 113,62 Euro/ha. In caso di consociazione, si
applica il livello di aiuto riferito alla specie predominante.

ri da frutta in guscio, prive di altre colture. Ogni Stato membro però, può autorizzare la presenza di albe-
ri diversi da quelli da frutta in guscio, purché il loro numero non superi il 10% del numero di alberi fissa-
to dal regolamento comunitario. Nel caso in cui il frutteto sia costituiti da diversi tipi di alberi da frutta
in guscio, e se l’aiuto è differenziato in relazione ai prodotti, si applicano le condizioni di ammissibilità ed
il livello di aiuto, per il tipo di frutta a guscio predominante.
19 Regolamento recante modalità di applicazione di taluni regimi di sostegno di cui al titolo IV del regolamen-
to (CE) n. 1782/2003 del Consiglio, che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto nel-
l’ambito della politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori.
20 Pubblicato sulla GURI n. 60 del 12 marzo 2004.

49
Il Commercio estero

5.
Il Commercio estero

5.1. Il commercio estero

La bilancia commerciale dell’agroalimentare siciliano nell’ultimo qua-


driennio ha evidenziato un andamento discontinuo; al miglioramento
registrato fino al 2001 ha fatto seguito la riduzione del saldo, spinto al
ribasso in seguito all’aumento delle importazioni (Tab. 17). A tale risulta-
to concorrono i prodotti alimentari e bevande che determinano un consi-
stente disavanzo pari ad oltre 98 milioni di euro nel 2003. La riduzione del
saldo commerciale dell’agroalimentare è da attribuire alla più accentuata
crescita delle importazioni rispetto le esportazioni.

Tab. 17 • Agroalimentare siciliano


(Valori in Euro)
Media
2000 2001 2002 2003
2000/03
Prodotti dell'agricoltura, zootecnia, silvicoltura, caccia, pesca e piscicoltura
Importazione 210.787.484 166.588.699 209.556.611 192.418.397 194.837.798
Esportazione 314.329.867 339.789.987 337.892.187 295.326.401 321.834.611
Saldo 103.542.383 173.201.288 128.335.576 102.908.004 516.672.408

Prodotti alimentari e bevande


Importazione 331.350.990 342.715.976 370.549.595 378.836.763 355.863.331
Esportazione 302.576.987 289.882.329 293.336.240 280.659.589 291.613.786
Saldo - 28.774.003 - 52.833.647 - 77.213.355 - 98.177.174 647.477.117

Totale agroalimentare
Importazione 542.138.474 509.304.675 580.106.206 571.255.160 550.701.129
Esportazione 616.906.854 629.672.316 631.228.427 575.985.990 613.448.397
Saldo 74.768.380 120.367.641 51.122.221 4.730.830 62.747.268

Fonte: ISTAT

Il saldo del comparto della frutta secca, segue l’andamento generale


dell’agroalimentare siciliano. Le principali produzioni di frutta secca sici-
liane ed in particolare mandorle e pistacchi, contribuiscono ad accrescere
il disavanzo della bilancia commerciale dell’agroalimentare siciliano,
determinando un passivo di 656,7 migliaia di euro (Tab. 18). Nel periodo
53
54
Tab. 18 • Esportazione, Importazione e Saldo delle principali produzioni di frutta secca siciliane

Q uant ità (Kg ) Valore (Euro)

2000 2001 2002 2003 2000 2001 2002 2003


Il Commercio estero

Esportazione
Mandorle 366.574 526.448 652.069 476.563 315.085 693.932 901.652 659.813
Nocciole 369.739 701.195 251.758 288.324 533.984 968.043 348.709 416.187
Pistacchi 217.551 155.856 131.832 85.804 2.868.689 2.396.867 2.294.539 1.758.389
Totale 953.864 1.383.499 1.035.659 850.691 3.717.758 4.058.842 3.544.900 2.834.389

Importazione
Mandorle 50 20.000 396.230 116 29.144 1.324.932
Nocciole 20 22.480 20.300 66 31.820 31.661
Pistacchi 87.795 297.936 299.214 375.461 356.968 1.579.190 2.316.763 2.134.534
Totale 87.865 340.416 299.214 791.991 357.150 1.640.154 2.316.763 3.491.127

Saldo
Mandorle 366.524 506.448 652.069 80.333 314.969 664.788 901.652 - 665.119
Nocciole 369.719 678.715 251.758 268.024 533.918 936.223 348.709 384.526
Pistacchi 129.756 - 142.080 - 167.382 - 289.657 2.511.721 817.677 - 22.224 - 376.145
Totale 865.999 1.043.083 736.445 58.700 3.360.608 2.418.688 1.228.137 - 656.738

Fonte: ISTAT
Il Commercio estero

esaminato il saldo si è ridotto per la dinamica sfavorevole dei prezzi in


uscita rispetto quelli in entrata, e per effetto dello scambio delle merci, in
particolare a carico del pistacchio che ha generato flussi in entrata supe-
riori rispetto quelli in uscita. Il comparto della frutta secca nell’ambito del
sistema agroalimentare siciliano, genera dei flussi commerciali modesti sia
in entrata che in uscita. Le importazioni nel periodo considerato hanno
raggiunto in media 1,9 milioni di euro, e rappresentano circa lo 0,1% del
totale dei volumi in entrata dell’agroalimentare siciliano; le esportazioni
sono state pari a 3,5 milioni di euro e costituiscono lo 0,2% dei volumi in
uscita dell’agroalimentare siciliano.
Con riferimento al pistacchio, le merci in uscita rappresentano in
media il 14,0% dei volumi di frutta secca esportati per un valore medio di
2,3 milioni di euro, mentre i flussi in entrata rappresentano il 69,8% dei
volumi mediamente importati e hanno generato un valore medio di scam-
bio pari a 1,6 milioni di euro.
Le esportazioni di pistacchio nel quadriennio 2000/03 sono caratte-
rizzate da scambi con l’Europa, ove sono affluite in media 116,2 tonnella-
te (78,7% del totale delle esportazioni di pistacchio siciliano) per un valo-
re pari a 1,6 milioni di euro (Tab. 19).
I maggiori flussi di pistacchio siciliano sono diretti in Francia ed in
Germania, rispettivamente con il 49,1% ed il 26,5% del totale dei volumi
diretti in Europa, per un valore monetario medio pari a 777,5 migliaia di
euro e 420,6 migliaia di euro. Fra gli altri paesi europei, la Svizzera con un
spesa media pari a 310,8 migliaia di euro assorbe in media il 20,4% dei flus-
si di pistacchio diretti in Europa.
Notevoli flussi in uscita di pistacchio nostrale sono assorbiti dal mer-
cato giapponese; i volumi di pistacchio richiesti hanno raggiunto in media
23,7 tonnellate (16,1% delle esportazioni siciliane) per un esborso di
593,0 migliaia di euro.
Le importazioni di pistacchio, provengono prevalentemente dai Paesi
asiatici ed in particolare dalla Turchia e dall’Iran che nel periodo conside-
rato, hanno generato in media rispettivamente un flusso di 104,6 tonnel-
late e 46,3 tonnellate, (pari al 39,5% e al 17,4% del totale delle importa-
zioni di pistacchio siciliano), generando un valore di scambio pari rispet-
tivamente a 814,7 migliaia di euro e 142,9 migliaia di euro (Tab. 20).
Notevoli volumi di pistacchio provengono dalla Germania e dalla Grecia,
che detengono rispettivamente il 27,1% e l’11,0% del totale dei flussi di
pistacchio in entrata ed hanno generato un valore di scambio pari a 428,6
migliaia di euro e a 161,5 migliaia di euro.

55
56
Tab. 19 • Esportazione di pistacchio dalla Sicilia per Paese di destinazione

Quantità (Kg) Valore (Euro)

2000 2001 2002 2003 2000 2001 2002 2003


Il Commercio estero

Francia 75.711 57.849 53.915 40.654 968.982 814.527 691.324 635.388


Germania 54.159 42.010 26.272 600 653.732 616.723 403.632 8.400
Regno Unito 14 1.750 3.250 4.750 72 27.371 48.750 76.118
Belgio 4.975 1.000 68.575 13.731
Austria 750 8.651
Svezia 1.285 1.100 17.215 20.603
Svizzera 58.867 27.612 4.956 3.468 716.355 380.397 80.418 66.018
Canada 1.650 35.790
Iran 26.260 551.845
Arabia Saudita 2.000 22.724
Giappone 19.425 41.610 33.932 393.808 1.045.944 932.341
USA 375 444 6.004 6.698
Bielorussia 100 558
Hong Kong 300 5.790
Totale 217.551 155.856 131.832 85.804 2.868.689 2.396.867 2.294.539 1.758.389

Fonte: ISTAT
Tab. 20 • Importazione di pistacchio in Sicilia per Paese d'origine

Quantità (Kg) Valore (Euro)

2000 2001 2002 20003 2000 2001 2002 2003

Francia 5.000 34.561


Germania 24.375 118.297 71.750 73.051 83.686 513.929 550.726 566.24712
Regno Unito 54 45.000 88.139 93 4.856
Grecia 33.390 17.649 53.710 12.260 172.261 36.655 290.474 95.256
Svizzera 2.490 134.436
Iran 30.030 35.000 120.000 101.021 806.031 336.177
Turchia 124.500 168.700 125.150 1.440.909 1.011.998
Totale 87.795 297.936 299.214 375.461 356.968 1.579.190 2.316.763 2.134.534

Fonte: ISTAT
Il Commercio estero

57
Conclusioni

La coltivazione del pistacchio in Sicilia è realizzata quasi esclusiva-


mente in terreni privi di qualsiasi alternativa colturale. Prevalgono impian-
ti vecchi sui quali non si possono eseguire sempre tecniche colturali razio-
nali e dai quali si traggono basse produzioni.
Attualmente si eseguono le tecniche colturali indispensabili ed in
economia, infatti, molto lavoro manuale è realizzato a livello familiare.
La tendenza è quella di ridurre al massimo i costi di produzione per-
ché non sono efficacemente retribuiti dai prezzi, con ripercussioni sulla
redditività21 delle aziende agricole; solo quelle di dimensioni maggiori ai
10 ettari (20% del totale della aziende pistacchicola) registrano redditi
significativi.
La frammentazione aziendale, l’assenza di concentrazione dell’offer-
ta, la scarsa imprenditorialità ed integrazione con la fase di trasformazio-
ne rende la fase agricola l’anello debole della filiera.
I centri di lavorazione di pistacchio di Bronte che hanno il monopo-
lio della produzione etnea lavorano anche quello proveniente da altre pro-
vince siciliane o quello acquistato all’estero e riescono ad offrire al merca-
to nazionale e mondiale, grazie anche a moderni impianti di lavorazione,
una produzione di alta qualità destinata esclusivamente alle industrie di
trasformazione alimentari (insaccati, dolciarie preparazione base per i
gelati e imprese artigianali); tali industrie richiedono prevalentemente
prodotto pelato ed in minore percentuale lo sgusciato. Attualmente alcu-
ni centri di lavorazione per ottenere maggiori margini di profitto, stanno
cercando di differenziare ulteriormente l’offerta, producendo dei derivati
a base di pistacchio (es. creme, nutelle, pesto e dei semilavorati per le
industrie dei gelati).

21 Si ricorda che la produzione ha carattere biennale a fronte di una gestione annuale dell’azienda.

58
La produzione pistacchicola siciliana (0,5% della produzione mon-
diale) si deve confrontare in un mercato fortemente competitivo ove i
principali Paesi produttori – esportatori (Iran e USA) immettono sui
mercati grandi volumi di prodotto a bassi prezzi; per essere competitivo il
pistacchio siciliano deve puntare sulla qualità per quelle nicchie di merca-
to che esprimono una domanda selezionata anche a prezzi elevati. In tal
senso si sta cercando di qualificare la produzione; attualmente il MIPAF
ha riconosciuto in via transitoria, la DOP al pistacchio verde di Bronte, in
attesa del riconoscimento da parte dell’UE.
Lo sviluppo della filiera pistacchicola può essere favorita da una serie
di interventi che interagiscono fra di loro e che portano ad un vantaggio
economico a tutti gli attori della filiera; fra le iniziative, la ristrutturazio-
ne degli impianti tradizionali ma anche la possibilità di espandere la coltu-
ra in altre aree ove sia possibile realizzare impianti irrigui da coltivare
secondo le moderne tecniche colturali per conseguire buoni livelli di pro-
duttività e di redditività; favorire la concentrazione dell’offerta attraverso
la costituzione di forme associative (OP, cooperative) creare delle sinergie
fra la fase agricola e quella industriale in modo che il centro di trasforma-
zione non sia solo il luogo ove si conferisce la produzione, ma il punto di
riferimento delle strategie produttive e commerciali di tutto il comparto.
Il pistacchio oltre ad avere un ruolo produttivo e di valorizzazione di
aree altrimenti improduttive ha la funzione ambientale e paesaggistica; il
suo habitus unico esprime la forza e la vitalità della specie e l’asprezza del
territorio in cui è insediata. Il pistacchio della provincia etnea può diveni-
re una risorsa economica locale per il turismo escursionistico e naturali-
stico, culturale e culinario di prodotti tipici locali.

59
Bibliografia

M. Agostini, Frutta secca, una PAC avara, - Agrisole 8-21 Agosto, 2003.
F. Bellia, G. Maugeri, Aspetti economici della produzione e del mercato del
pistacchio, Istituto di Economia e Politica Agraria dell’Università di
Catania, Relazione presentata al convegno sul tema “Attualità e prospettive
della pistacchicoltura” Bronte, 8-9/X/88.
P. Bonifacio, Il pistacchio: coltivazione, commercio, uso. Federazione
Nazionale dei Consorzi Provinciali tra i produttori dell’Agricoltura –
Settore della Frutticoltura, Roma, 1942.
T. Caruso, A. Motisi, Possibilità di sviluppo della pistacchicoltura nel
Mezzogiorno: indirizzi tecnici e produttivi, - Frutticoltura n.1, 1996.
P. Columba, Agricoltura biologica nelle aree dei parchi naturali, CERSA,
Palermo, 2000.
CO.RE.R .A.S., Revisione Intermedia della Politica Agricola Comune,
comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo
COM (2002) 394, Palermo, 2003.
CO.RE.R .A.S., La programmazione dello sviluppo rurale in Sicilia,
Palermo, 2003.
CO.RE.R .A.S., Revisione Intermedia della Politica Agricola Comune,
comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo
COM (2002) 394, Palermo, 2003.
M. Crescimanno, Aspetti economici della coltivazione del Pistacchio in
Sicilia, Istituto di Economia e Politica Agraria, Università di Palermo,
Palermo, 1984.

60
A. Frascarelli, Approvata la riforma Fischler, - Terra e vita n.28, 2003.
F. Greco, La pistacchicoltura in Sicilia – L’informatore agrario n.41, 2001.
A. Hoffmann, “Osare il deserto”, La politica agricola verso il mondo rura-
le, anteprima, Palermo, 2003.
Ismea, Il pistacchio contributi per il rilancio di una coltura, Roma, 1987.
Istat, Annuario di statistica agraria, Roma, vari anni.
G. Maugeri., Recenti evoluzioni del mercato del pistacchio – Frutticoltura
n.8, 1982
G. Maugeri., S. Pesce, Produzione e mercato del Pistacchio, Istituto di
Economia e Politica Agraria dell’Università di Catania, Catania, 1987.
S. Pesce, Analisi economiche della produzione e del mercato del Pistacchio,
Istituto di Economia e Politica Agraria dell’Università di Catania,
Catania, 1995
G. Roncolini, Il nuovo regime di sostegno per la frutta in guscio, (Nota
della CIA), 2004.
G. Ruggeri, Aspetti della coltivazione del Pistacchio in Sicilia, Roma, 1938.
P. Spina, Il pistacchio, Ed agricole, Bologna, 1982.

61
Normativa di riferimento

• Regione Siciliana, Programma Operativo Regionale 2000-2006, Sicilia,


Palermo, 1999.
• Regione Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste, Leader II
Repertorio dei GAL/OC siciliani, 2000.
• Regione Siciliana, Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006, Sicilia, Palermo,
2001.
• Regione Siciliana, Complemento di Programmazione 2000-2006,
Sicilia, Palermo, 2002.
• Regione Siciliana, Programma Leader II, Roma, 2002.
• Regione Siciliana, Complemento di Programmazione 2000-2006,
Sicilia, Palermo, 2003.
• Regione Siciliana, Rapporto sui PIT siciliani, Palermo, 2003.
• Regolamento (CE) n. 1782/2003 del Consiglio che stabilisce norme
comuni relative ai regimi di sostegno diretto nell’ambito della politica
agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli
agricoltori e che modifica i regolamenti (CE) n. 2019/93, (CE) n.
1452/2001, (CE) n. 1453/2001, (CE) n. 1454/2001, (CE) n. 1868/94,
(CE) n. 1251/1999, (CE) n. 1254/1999, (CE) n. 1673/2000, (CEE) n.
2358/71 e (CE) n. 2529/2001.
• Regolamento (CE) n. 2237/2003 della Commissione del 23 dicembre
2003, recante modalità di applicazione di taluni regimi di sostegno di
cui al titolo IV del regolamento (CE) n. 1782/2003 del Consiglio, che
stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto nell’am-
bito della politica agricola comunitaria e istituisce taluni regimi di
sostegno a favore degli agricoltori.
62
• Decreto MIPAF del 18 febbraio 2004: Disposizioni nazionali di attua-
zione del regolamento (CE) n. 1782/03 del Consiglio, del 29 settem-
bre 2003, relativamente al titolo IV, capitolo IV, che istituisce un regi-
me di aiuto alle superfici di frutta a guscio, e del regolamento (CE) n.
2237/03 della Commissione che reca modalità di applicazione.
• D.P.R. n. 94 del 18 giugno 2002.
• D.P.R. n. 175 del 4 dicembre 2002.

Siti Web consultati

www.cia.it/

www.europa.eu.int/comm/agriculture

www.fao.com/

www.istat.it/

www.politicheagricole.it/

www.regione.sicilia.it

www.regione.sicilia.it/agricolturaeforeste/assessorato

63
Finito di stampare nel novembre 2005
Publisicula
Industria Grafica Editoriale - Palermo
Tel. 091.6883828 - Fax 091.6883829
www.publisiculasrl.it - publisiculasrl@publisiculasrl.it

Potrebbero piacerti anche