50
La sonata L.50 (K.70) fa parte delle circa 555 sonate per tastiera che Domenico
Scarlatti compose durante la sua vita.
Parte A
Il secondo tema, che sarà in fa maggiore, presenta alla sinistra la stessa idea di
intervalli di quarte e terze per la quale possiamo applicare la stessa legge della gestalt
citata prima, invece la destra espone una nuova idea tematica formata da un pedale di
do intervallato da una linea melodica discendente do-si-la-sol che continua con la
stessa figurazione ritmica ma senza pedale fa-mi-re-do e di nuovo si-la-sol-fa. La
sinistra ripete l’idea degli intervalli di terze che stavolta ha direzione discendente. A
batt.10 inizia un figurazione di semiminime con un pedale di do (che cambierà
d’ottava a batt.10) su cui la destra dà inizio ad una progressione. Vengono così a
crearsi due linee melodiche differenti; quella più acuta sol-fa-mi bequadro-re ha
l’importanza maggiore dato il registro più acuto e il numero di volte che queste note
vengono ribattute, la seconda è costituita dalla linea discendente riscontrabile
nell’ultima semiminima delle quartine si bequadro-si bemolle-la-sol-fa.
Al termine del quale troviamo al basso una nuova idea che come già capitato prima
inizia in levare e presenta una sequenza di salti d’ottava; questo inciso con l’inizio in
levare viene riproposto per altre due volte fino al termine della prima parte con una
decisa e reiterata affermazione di V-I. Invece la destra a batt.15 e 16 divide
nuovamente il suo materiale melodico e la divisione appare abbastanza chiara con la
legge della vicinanza della Gelstalt; la prima linea, di crome, è quella più acuta e
anche quella più movimentata, tutto il resto fa parte della seconda voce dalla funzione
armonica o addirittura potremmo considerarle due voci separate (la-si-la-si-la-si ecc..
e fa-sol-fa-sol-fa-sol).
Parte A’