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Serena Facci: Melodia

1. Definizione

→ suoni intonati organizzati in tempo musicale in accordo con le convenzioni e i limiti posti da una
determinata cultura (definizione del New Grove’s minata cultura)

→successione di suoni animata dal ritmo e regolata da leggi strofiche, che attraverso i momenti di cui è
composta, costituisce nella mente dell’ascoltatore un fatto compiuto assumendo il valore di pensiero
musicale (devoto, oli 1971)

-riferimento alle leggi specifiche che “governano” le melodie→ leggi che riguardano un particolare tipo di
organizzazione melodica basata sulla ripetizione di una determinata successione di suoni più o meno lunga,
più o meno complessa. L’organizzazione strofica della melodia si ritrova in modo molto diffuso nella
maggior parte delle musiche folcloriche europee

→La melodia occidentale è sentita come una forma chiusa... Come ha detto Sartre una melodia porta in se
fieramente la sua morte. i1 tragitto che essa percorre, spesso del tipo tonica-dominante-tonica è tale da
ricondurla al punto di partenza, l'arte è di rendere nuovo e interessante questo percorso chiuso. Se si parla
di melodia infinita presso Wagner, che spesso rinvia la risoluzione attraverso cascate di cadenze evitate, è
perché nella nostra musica classica si presume che la melodia si concluda in un lasso di tempo molto breve,
in rapporto per esempio alla musica indiana in cui il flusso melodico sembra avere l'eternità davanti a sé
(Chion 1982). (dizionario Larousse de la musique).

La sensazione di conclusione a breve termine della melodia, insita nella tonalità occidentale e in altri
repertori di molte parti del mondo è un tratto non voluto in molte musiche orientali e, in Europa nella
musica atonale.

Melodia→sviluppo orizzontale→non sono suoni che vengono eseguiti contemporaneamente ma in


successione.

Nattiez dimostra che nella musica occidentale è come se tutte le variabili della musica si siano dare
appuntamento nella melodia per darle corpo. “ci sono poche teorie della melodia forse perché sembrano
dissolversi in una teoria di tutta musica”.

Le variabili di cui tener conto quando si analizza una melodia:

• Le scale
• L’armonia
• Le altezze
• Le note di passaggio
• Il ritmo
• I silenzi
• L’agogica
• L’intensità
• Il tempo
• I motivi
• Le fasi
• Gli sviluppi della struttura
• Le grandi forme
-Sachs: la melodia è l’andamento percepibile di una voce o di uno strumento dall’inizio di un brano fino alla
fine, compresi i passaggi intermedi anche a livello più elementare, non è mai qualcosa di anarchico, ma
segue delle regole ben precise.

2. L’approccio alla melodia negli studi etnomusicologici

-In qualunque contesto culturale una melodia segue regole precise e quasi inderogabili

-Una melodia è l’andamento percepibile di una voce o di uno strumento, dall’inizio del brano fino alla fine
compresi di passaggi intermedi

Spesso nella musica occidentale la melodia è sinonimo di tema: materiale melodico breve utilizzato come
spunto per la composizione. In etnomusicologia è un concentrato di diversi elementi musicali.

2.1. L’analisi intervallare: Sachs

In sorgenti della musica Sachs osserva la melodia in base a tre parametri diversi:

1) Differenziazione tra -Melodie a picco: basate sul passaggio brusco dalla nota più acuta alla più grave
-Melodie orizzontali. Profilo melodico: disegno tracciato dalla melodia.

2) Concetto di melodia centrica: il suono rappresenta il nucleo centrale intorno al quale ruotano tutti
gli altri. Questa prevalenza di un suono sugli altri introduce un0altro concetto cioè la diversità di
importanza e di ruolo tra i vari suoni. Molte analisi si basano sulla ricerca dei cosiddetti centri tonali
(identificabili nel suono più ricorrente o con il suono finale)

3) Approccio intervallare. Classificazione in base alla quantità di suoni e alla qualità degli intervalli è il
nucleo centrale di questo discorso. Sachs individua un campionario di modelli melodici generati
dalle diverse possibilità di elaborazione degli intervalli. Il primo (il più primitivo) è il modello a
intervallo unico in cui compaiono due sole note la cui distanza intervallare può essere di seconda,
terza, quarta o di quinta. L’altro modello è composto da concatenazioni di intervalli
2.2. La forma melodica: Lomax

Un parametro secondario dedicato da Lomax alla melodia è quello dell’ampiezza degli intervalli. Ricava otto
possibilità di codificazione:

1) Profilo melodico
2) Forma melodica
3) Lunghezza delle frasi
4) Numero di frasi
5) Posizione del suono finale
6) Ambitus o estensione
7) Ampiezza degli intervalli
8) Grado di abbellimento usato dal cantante

Cantometrico: metodo per descrivere sistematicamente e organicamente la fisionomia generale di


esecuzioni di canzoni con o senza accomapagnamento. L’ascoltatore può valutare l’esecuzione di una
canzone con mezzi che vanno ad aggiungersi ai trasizionali parametri di melodia, ritmo e armonia.

L’aspetto più approfondito del cantometrico è il parametro formale ovvero l’articolazione della melodia in
segmenti che Lomax chiama frasi. Vengono individuate quattro tipologie fondamentali di frasi:

1) La canonica: la musica è suddivisa in due o più parti ognuna delle quali è ritmicamente distinta;
2) La litania: caratterizzata dalla ripetizione di una o due frasi: A A A A ecc… . può diventare complessa
quando ci sono inseriti segmenti melodici diversi dallo schema di base;
3) La strofa: definita da Lomax come una serie di frasi ripetute senza inserzione di un nuovo materiale
e cambiamenti nell’ordine;
4) Il modello composto in ogni sua parte: tipico della musica orientale e della musica colta occidentale
in cui spesso non è riconoscibile una forma strofica e le frasi si succedono senza una ricorrenza
precisa.

Nel cantometrico la classificazione formale delle melodie prosegue con l’osservazione delle lunghezze delle
frasi e con la valutazione del loro numero.

2.3. Il profilo melodico: Adams

Ad ogni esperienza melodica corrisponde una linea particolare. È il prodotto di tutte le relazioni intervallari
e temporali tra i suoni che compongono la melodia: ogni suono ha una certa posizione nel tempo ed è in
relazione ascendente o discendente rispetto ai suoni che lo precedono o seguono.

-Nettl: per determinare il profilo di un movimento melodico si può semplicemente tracciare su un foglio
una linea che corrisponda regolarmente al salire e scendere della melodia

-Lomax prevede una classificazione del profilo melodico in base a 4 andamenti che descrivono il disegno
tracciato dalla melodia:

• Ad arco
• A terrazza
• Ondulato
• Discendente

-Nettl dice che il profilo melodico può essere definito in linea generale ascendente-discendente-ondulato.
In maniera più precisa possono essere individuati il profilo a cascata, a terrazza o quello ad arco

-Mantle Hood prevede una maggiore articolazione distinguendo tra arco e curva, prevedendo l’andamento
ascendente come ul discendente e le inversioni e combinazioni dei vari disegni.
-Adams fonda sul profilo melodico la sua ipotesi di classificazione delle melodie. Per lui il profilo melodico è
il risultato delle relazioni che si stabiliscono tra i suoni estremi di un segmento melodico. Gli estremi di una
melodia sono:

• Il suono iniziale I
• Il suono finale F
• Il suono più alto H
• Il suono più basso L

Le relazioni tra questi quattro suoni ci forniscono alcune caratteristiche del profilo melodico:

1) L’inclinazione (slope) è data dalla relazione tra punto iniziale e punto finale e può essere
ascendente, orizzontale e discendente
2) La deviazione (deviaition) definisce i cambiamenti dell’inclinazione di base all’interno del segmento
melodico ed è data dalla posizione del suono più altro e del più basso
3) Ogni modello di deviazione ha il suo reciproco o inverso
4) Ripetizione suoni H e L molto importante ripetition→ suoni più alti e più bassi ribattuti.
Recorrence→ sono ripetuti ma intercalati da altri suoni

2.4. La segmentazione melodica: ruwet e nattiez

È il punto di partenza dell’analisi il cui scopo è di rintracciare le regole sintattiche del discorso musicale

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