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Jeff Todd Titon

AMERICA DEL NORD/AMERICA NERA


Musica tradizionale delle popolazioni afroamericane degli Stati Uniti:

• Musica di lavoro;
• Musica devozionale;
• Musica di intrattenimento.
Musica pienamente americana che ha subito trasformazioni nel corso dei secoli per dar voce ai cambiamenti
nel modo in cui la gente di colore si è rappresentata. Nonostante questi cambiamenti mantiene la sua identità
nera basata su uno stile rapito e improvvisato.
MUSICA DEVOZIONALE
Molte stazioni radiofoniche del nord-America hanno due o tre stazioni di musica nera e trasmettono
solitamente: rhythm and blues, soul, funk, raggae, hip-hop e con qualche classico blues e jazz. Alla domenica
la programmazione è costituita da musica religiosa registrata, quindi ampia gamma di musiche religiose nere
con quartetti gospel e cori di grandi dimensioni. Nelle stesse trasmissioni è possibile anche ascoltare il canto
delle congregazioni: come il coro dei raduni dei Pentecostali e degli inni, soprattutto tra i battisti.
Es: “Amazing Grace” brano poco conosciuto se non si fa parte della chiesa nera. Il diacono guida l’inno
cantando da solo il primo verso e la congregazione si aggiunge poi ripetendo le parole molto lentamente
facendo scorrere la melodia attorno ad ogni sillaba del testo. Poi il diacono canta il secondo verso e la
congrega lo segue come per il primo.
i cantori non ricorrono all’innario: hanno memorizzato la melodia di base e le parole.
Questo modo di organizzare il canto in chiesa si chiama “Lining out”.
Supponiamo di entrare in una chiesa nera: quando ascoltiamo Amazing Grace siamo arrivati all’azione
devozionale del diacono (una delle prime parti del servizio che consiste nel canto collettivo di un vecchio
inno, la lettura delle scritture e in una preghiera salmodiata eseguita dal diacono mentre i presenti canticchiano
a bocca chiusa). Il diacono che sta pregando improvvisa la sua preghiera salmodiata (parole e melodia) inizia
con un parlato per poi diventare una salmodia con un chiaro centro tonale per poi muoversi in chiusura con
un metro regolare; i presenti danno risalto alle frasi del diacono urlando “yes”, “now” che vengono intonate
sul centro tonale.
Non appena l’atto devozionale termina ci si sposta verso al pulpito dove vengono fatti gli annunci, si
raccolgono le offerte e si fatto letture liturgiche. Rituale inframezzato da cori gospel accompagnati da
pianoforte e organo.
Il predicatore inizia il suo sermone con voce recitante per poi tramutarsi in una fioca salmodia musicale
(improvvisata) e l’assemblea sottoline le frasi del predicatore con “well”, “yes”” sul centro tonale. A volte si
svolge con metro regolare ma ciò non dura più di un minuto, più frequentemente le frasi salmodiche sono
irregolari.
Reverendo C.L. Franklin di Detroit parlando del ritmo dei suoi sermoni “non è qualcosa su cui ci si possa
battere il piede. Ma posso sentire il ritmo. È dentro di me” e anche nei membri della sua assemblea.
Il sermone termia e seguono i canti di invito guidato da uno dei solisti del coro. Il predicatore da la
benedizione mentre i coristi scendono dal palco si uniscono all’assemblea e intonano “amen”.
LA MUSICA DEL LAVORO
Un canto di lavoro viene eseguito per aiutarsi a continuare la loro attività distraendo le loro menti dal
monotono e faticoso lavoro; può coordinare l’attività lavorativa e se si tratta di un lavoro di gruppo il ritmo
del canto coordina i movimenti dei lavoratori. Numerosi studiosi ritengono che i canti di lavoro degli schiavi
neri debbano essere stati presenti nelle colonie americane (anche se la documentazione è scarsa).
I canti di lavoro afroamericani sono stati influenzati dai corrispondenti canti britannici (es. cori dei marinai al
lavoro). Le origini più probabili vanno rintracciate nella tradizione dei canti di lavoro africani.
Oggi la tradizione nera dei canti di lavoro sta morendo.
Nel passato gli afroamericani cantavano mentre svolgevano lavori nei campi e durante la costruzione dei
canali, strade ecc…
Secondo la testimonianza dell’ex schiavo Frederick Douglas ci si aspettava che gli schiavi cantassero; lo schiavo
silenzioso non piaceva al padrone e venivano incitati a “fare rumore”. Dopo l’abolizione della schiavitù i neri
hanno continuato a cantare ovunque fossero impegnati il lavori pesanti. Testi e melodie di questi canti si
adattano alla natura del lavoro stesso.
Quando lavoravano da soli eseguivano canti lenti e privi di accenti marcati: melodie accennate a bocca chiusa
e le parole adattate al gusto del cantore.
Nel lavoro di gruppo che richiedeva collaborazione tra i componenti e un andamento costante, la gente
cantava brani con ritmo pronunciato che coordinava il movimento di tutti.
I testi sono in forma aperta, il cantante leader può improvvisare nuovi versi e il resto dei lavoratori canta il
ritornello responsoriale.
Alan Lomax intervistò un detenuto afroamericano chiedendogli le qualità di un buon leader e questo spiegò
che non serviva necessariamente una bella voce intonata ma qualcuno che avesse una certa esperienza nei canti
di lavoro, che sapesse andare a tempo e un buon senso del ritmo.
LA MUSICA D’INTRATTENIMENTO
Sebbene canti devozionali e di lavoro siano elementi di svago le loro finalità sono il culto e l’attività lavorativa.
La musica di svago si esegue per intrattenere, per piacere e per il piacere di farlo.
Blues
Musica familiare che però presenta vari problemi e il principale è dato dall’idea sbagliata che il blues sia un
sottoinsieme del jazz. Il blues viene concepito come un sentimento e come una specifica forma musicale.
La cultura musicale blues è diventata parte significativa della musica nera negli Stati Uniti.
Il blues e la verità
Il miglior modo per penetrare nel mondo del blues è attraverso le parole dei canti. Una reazione consueta
all’ascolto del blues è il ballo seguendo il ritmo e assecondando l’andamento muovendo il capo. Un buon
canto blues lascia la sensazione di aver ascoltato la verità, ma le parole dei canti sono spesso molto dure. I testi
blues sono considerati letteratura impegnata.
Reazione al testo di “ Poor Boy Blues”
pietà
L’autobiografia e il blues
Qual è la relazione tra il canto e il cantante? Abbiamo poche biografie pubblicate dei cantanti blues che
raccolgono le loro stesse testimonianze.
Molte persone ritengono che le parole di un canto blues parlino del cantante, secondo Paul Oliver una delle
caratteristiche del blues è che il cantante canta di se stesso. Se fosse così “Poor Boy Blues” parlerebbe di Lazy
Bill Lucas.
Imparare il blues
Poor Boy Blues non è stato composto da Lucas ma da Jimmy Oden, Lucas lo imparò dal disco. Nella cultura
musicale afroamericana tutti i cantanti blues imparano le canzoni per imitazione.
I chitarristi in Poor Boy Blues tengono un ritmo ternario sotto il canto di Lucas e quando questo tace la
chitarra risponde con una serie di terzine (modo comune di organizzare il tempo nei blues lenti)
Ritmi puntati: gli studenti di musica che hanno familiarità con questi devono resistere alla tentazione di
pensare questo ritmo come se fosse puntato. I musicisti bianchi a causa del ritmo puntato, prima della Seconda
guerra mondiale, quando cercano di suonare Blues o Jazz non risultano scorrevoli o dotati di swing.
La vivacità musicale di questo brano sta nella differenza tra il ritmo della voce e il ritmo degli strumenti; gli
strumenti accompagnano con ritmo ternario mentre Lucas canta alternando ritmo binario e ternario.
Titon definisce la scala musicale usata da Lucas come “scala blues”. Caratteristiche speciali di questa scala sono
il settimo grado abbassato e la presenza del terzo grado sia maggiore che minore (definita blue note dagli
studiosi di jazz)
Comporre il blues
I cantanti blues scrivono i loro brano o a volte li improvvisano durante l’esibizione. La prima unità di
composizione del blues è il verso; se si fa blues da una vita i versi vengono in mente come proverbi. È insolito
per un cantante blues comporre in modo consapevole i versi e le strofe sembrano semplicemente venire a
volte di getto o uno alla volta distanziati dal tempo molti cantanti affermano di non aver mai scritto un verso
di quello che cantavano e un cantante ha descritto come gli venivano in mente i versi (suoni esterni). I brani
che i cantanti blues memorizzano si attaccano ad un’idea o ad un evento.
Poor Blues Boy ha 4 strofe sulle circostanze che portano il ragazzo povero a chiedere pietà, ma in una
canzone improvvisata le parole di rado mostrano un’unità di tempo
Un canto blues durante la sua composizione
Oggi solo poche canzoni blues sono improvvisate durante la performance, vengono memorizzate prima
(pratica che deriva dall’impatto dei dischi commerciali). I cantanti che volevano fare dei dischi li studiavano
ricavando l’idea che il canto dovesse durare 3 minuti e riguardare un dolo tema; la maggior parte dei cantanti
blues oggi pensa che il canto debba avere un testo fisso e non variabilie.
Qualche veccho cantante ancor aimprovvisa, e l’improvvisazione è molto interessante perché ci aiuta a capire
come lavora la mente. Un vecchio cantante che improvvisa era Big Joe Williams, l’uomo con il quale Lazy
Bill Lucas cantava blues nelle strade di St. Louis nel 1940.
Ebbe una carriera di più di sessant’anni ed è stato anche un prolifico compositore di blues; il suo brano più
famoso è “Baby Please Don’t Go” del 1921. Ha continuato a comporre anche passati i settant’anni. Ha
presentato nell’edizione del 1976 dello Smithsonian Institution Festival of American Folklife, la sua ultima
composizione “Watergate Blues” un canto di attualità che parla degli eventi accaduti al momento
dell’irruzione nel quartier generale nazionale dei democratici che portarono alle dimissioni del presidente
Nixon. Per tre volte in tre giorni consecutivi questo brano viene registrato e tutte le versioni sono differenti
dalle altre. Formata in modo diverso rispetto alla tipica strofa in tre versi. È formata da quartine con rima abcb
seguite al termine di ogni strofa da un ritornello di due versi che rimano fra di loro (questo modello si è
diffuso dopo la Seconda guerra mondiale).
Il cantante blues si basa in parte sulla memoria.
L’improvvisazione non procede parola per parola ma per raggruppamenti di parole chiamate “preforma”. Le
preforme sono immagazzinate nella memoria, successivamente riprese e definite subito prima di essere cantate.
Costituiscono la chiave per l’improvvisazione nel blues→L’improvvisazione deriva dalle preforme
Contesto sociale e significato del blues
-Punto di vista del testo verbale: i brani consistono in una serie di strofe con rima costituite da tre versi o da
una quartina con ritornello e ciascuna strofa viene cantata più o meno sulla stessa linea melodica
-Punto di vista melodico: le melodie sono di solito composte da strofe di 12 misure (battute) e usano la scala
blues

-Punto di vista ritmico: sono complesse dato che usano sincopi e a volte ritmi differenti nella parte vocale e in
quella strumentale
-Argomento dei testi verbali: riguardano questioni amorose e rientrano in uno schema che nasce dalla vita dei
neri americani.
Il blues crebbe e si sviluppò a patire dal diciannovesimo secolo, quando quasi tutti gli afroamericani vivevano
come mezzadri nelle piantagioni di cotone del sud fino a poco prima della Seconda guerra mondiale. Le
canzoni blues riflettono il tema del maltrattamento (le coppie si separavano per questa ragione)
Il blues ieri
Ci siamo avvicinati al blues in quanto musica afroamericana, cosa storicamente vera: gli afro americani hanno
inventato il blues e molte persone esterne alla comunità nera furono attratte da esso
-Prima del 1910 il folklorista bianco Howard Odum raccolse dei canti blues.
-Primo decennio del 900 il compositore afroamericano W.C. Handy rese popolare il blues con canti come
“St. Louis Blues”. Anche cantanti bianchi come Sophie Tucker hanno inciso canti blues prima che ai cantanti
afroamericani avessero il permesso di farlo
-Anni venti: le regine del blues afroamericano (Bessie Smith) fecero di questo genere la più popolare delle
musiche afroamericane attirando un pubblico sia di bianchi che di meri. Per la prima volta in questi anni il
blues originario venne registrato. Facendo così diffondere i dischi all’interno delle comunità nere. Jimmie
Rogers, prima star della musica country eseguì molti brani blues imparati, insieme alle relative tecniche
esecutive, dai neri che lavoravano alla costruzione delle ferrovie. Così il blues fu anche componente
importante della musica country e cruciale anche nella formazione del “bluegrass” considerato una delle più
pure tradizioni musicali angloamericane (strumento banjo invenzione afroamericana)
-Anni trenta e quaranta: interpreti del blues (come Jimmy Rusching e l’orchestra di Count Basie) costruirono
un punto di collegamento fra gli ambiti del blues e del jazz. Il “rhythm and blues” afroamericano degli anni 40
seguì le tradizioni di questi interpreti. Emergeva anche un sound di blues urbano caratterizzato da cantanti
accompagnati da piccole band con chitarra elettrica. Il rock n’ roll divenne una riedizione bianca del rhythm
and blues nero
-Anni 60: i neri americani divennero in grado di competere alla pari in questo ambito e alcuni cantanti
divennero popolati fra tutti i giovani nordamericani. Il blues è stato fondamentale per il rock britanni; i rolling
stone hanno fatto parte del blues revival britannico. In America segnò l’inizio della carriera di musicisti bianchi
e di band mista. All’inizio degli anni sessanta il blues all’interno delle comunità afroamericane iniziava ad
essere sentito come fuori moda. Gli intellettuali neri lo ripudiavano in quanto esprimeva rassegnazione
inadatta agli scenari di rivendicazione dei diritti civili e dal black power. Molto più attraente era la “soul
music” ma i cantanti blues trovarono un nuovo pubblico di maggioranza bianca nel nord America e in
Europa.
Il blues è immerso nella tradizione, modifica il suo aspetto e si adatta alle mutevoli situazioni ma comunque
non è cambiato: rimane la scala blues, la struttura a 12 battute con la successione tonic-sottodominante-settima
di dominante-tonica, strofe di tre versi o quartina con ritornello e ritmo che combina parte vocale e
accompagnamento
-Fieldstone: gruppo composto da Wordie Perkins e Willie Roy Sanders (chitarra elettrica), Louis Brown
(basso elettrico), Bobby Carnes (organo elettrico) e alla batteria e voce Joe Hicks. La loro musica viene
definita come il blues più primitivo delle piantagioni di cotone e allo stesso tempo raffinata e contemporanea.
Raffinatezza derivata dalle preferenze estetiche della band indirizzata verso un sound chiaro e pulito con pelli
di tamburi molto tese e le chitarre elettriche erano amplificate con un minimo di distorsione.
-Magic Sam: nato nel missisipi, il primo strumento fu il diddly-bow, con la famiglia si trasferisce a Chicago. La
sua carriera discografica e nei club comincia negli anni cinquanta quando era ancora adolescente. Si
interrompe con il servizio militare e ritorna nei club quando la sua generazione di musicisti stava modificando
il blues nella direzione del soul
Il blues di oggi
Robert Cray: gran parte dei suoi brani non seguono la classica forma blues delle dodici battute, un eccezione
va fatta per “The Score” inizia con la chitarra elettrica, canta una strofa rispondendo con la chitarra nei
momenti di silenzio che seguono il canto di ciascun verso. Il resto della band si unisce alla seconda strofa
Otis Rush: “Ain’t Enought Comin’In” giudicata come la migliore incisone blues del 1994. Il brano comincia
con un autorevole ritmo di batteria e immediatamente attacca il basso elettrico che attacca un riff fortemente
ritmato che ripete fino a fine canzone. Il canto ha una tipica struttura blues

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