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CDS7813

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Andrea Concetti (Bass)

Soprano
Carmela Remigio
Alto
Chiara Amarù
Tenor
Juan Francisco Gatell
Bass
Andrea Concetti
(tracks 6, 11)

Bass
Omar Montanari
(tracks 1, 6, 7, 8, 10, 11, 12, 14, 16)
Chiara Amarù (Alto)

Orchestra Donizetti Opera

Conductor: Corrado Rovaris
Chorus Donizetti Opera
Chorus Master: Fabio Tartari
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CDS7813 (DDD)

Gaetano Donizetti (Bergamo, 1797 – 1848)

MESSA DI REQUIEM
for Soli, Chorus and Orchestra
Composed in 1835 for the death of Vincenzo Bellini
Première Performance: Bergamo, Basilica di Santa Maria Maggiore, 28th April 1870
Revision by Vilmos Leskó - Edition: © Ricordi

1 Requiem for soprano, alto, tenor, bass and choir 08:47

2 Kyrie for choir 02:39
3 Requiem for choir 02:55
4 In memoria aeterna for choir 03:32
5 Dies irae for choir 02:29
6 Tuba mirum for tenor and two basses 03:11
7 Judex ergo for tenor and bass 05:17
8 Rex tremendae majestatis for soprano, bass and choir 05:08
9 Ingemisco for solo tenor 06:01
10 Praeces meae for alto, tenor and bass 02:55
11 Confutatis maledictis for soprano, alto, tenor, two basses and choir 02:08
12 Oro supplex for solo bass 03:11
13 Lacrymosa for choir 05:35
14 Offertorio for bass and male choir 05:00
15 Lux aeterna for choir 02:36
16 Libera me Domine for soprano, alto, tenor, bass and choir 08:24

RUNNING TIME 69:59

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DONIZETTI. Messa di Requiem in Re
minore per la morte di Vincenzo Bellini
Il catalogo delle opere sacre di Gaetano
Donizetti è imponente, e comprende oltre 100
titoli, la maggior parte dei quali ancora inediti.
Va però detto che i pezzi di ampie dimensioni
e di vasta architettura, come ad esempio le
messe, sono in netta minoranza. Prevalgono
soprattutto i piccoli brani di circostanza e gli
esercizi scolastici scritti al tempo dell’appren-
distato sotto la guida di Simone Mayr, che
erano tanto più importanti per un operista pro-
prio perché esercitandosi nell’ambito della
musica sacra, a differenza di quanto avveniva
nella musica puramente strumentale, il com-
positore poteva cimentarsi con le voci, stu-
diando le loro possibilità espressive e facen-
do anche quella pratica di canto accompa-
gnato che poi gli sarebbe tornata assai utile
per le sue opere teatrali. Purtroppo abbiamo
scarse informazioni sulla musica sacra donizet-
tiana. Per nostra sfortuna, l’epistolario è prati-
camente muto su questo argomento e non ci
dice quasi nulla sull’origine di quasi tutte que-
ste composizioni. Possiamo anche aggiungere
che nel quadro complessivo della produzione
del compositore la musica sacra sembra aver
rivestito un ruolo di minore importanza rispetto
alla produzione di Rossini o di Verdi, anche se
c’è una rilevante eccezione, che è appunto la
Messa di Requiem qui incisa.
Le prime opere sacre donizettiane apparten-
gono agli anni di studio e di apprendistato. La
prima composizione datata che conosciamo
2
è un Qui tollis per tenore e strumenti che risa-
le addirittura al 1814, cioè all’epoca in cui il
musicista bergamasco aveva solamente
diciassette anni. Molte altre opere sacre furo-
no scritte da Donizetti negli anni in cui studia-
va alla scuola di padre Mattei, a Bologna, tra
il 1815 e il 1817, impratichendosi anche nello
stile severo della musica da chiesa: stile seve-
ro al quale peraltro Donizetti, come composi-
tore, dedicò pochissima attenzione negli anni
giovanili. In queste sue opere sacre degli anni
di apprendistato è difficile trovare passaggi
contrappuntisticamente elaborati, o la ricerca
di quella ipotetica purezza di stile che fu invece
motivo ricorrente nelle opere sacre degli autori
attivi nella seconda metà dell’Ottocento. La
produzione sacra donizettiana si concentra
dunque quasi tutta tra il 1814 e il 1824. Dopo
quella data Donizetti scriverà solamente un
pugno di opere, tra cui la Messa di Requiem
per la morte di Vincenzo Bellini, il Miserere a
più voci con orchestra, composto per la
Cappella di Corte di Vienna, e infine l’Ave
Maria, scritta a Vienna nel 1842. In quell’anno,
infatti, Donizetti, che era ancora suddito
dell’Impero, nella speranza di essere nomina-
to Hofkapellmeister dell’Imperatore d’Austria
Ferdinando, inviò alla corte di Vienna un’Ave
Maria, per far presente a chi di dovere che,
oltre che un celebre e reputato compositore
d’opera, egli era anche un buon cristiano,
capace di scrivere eccellente musica da chie-
sa: un mese dopo Donizetti fu effettivamente
nominato Hofkapellmeister.
Nel 1835 sia Donizetti che Bellini si trovavano
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a Parigi, impegnati entrambi a dare il meglio
di sé di fronte al pubblico francese, sia con
nuove opere, sia riproponendo alcuni dei loro
titoli più fortunati in nuove versioni realizzate
ad hoc per i teatri della capitale. Il 24 gennaio,
al Théâtre Italien, Bellini riscosse un successo
formidabile con I Puritani. L’opera fu accolta
trionfalmente e Bellini fu insignito poco dopo
della Legion d’Onore. Donizetti non fu altret-
tanto fortunato. Il suo Marin Faliero, andato in
scena nello stesso teatro il 12 marzo di quello
stesso anno, fu accolto assai freddamente e
fu ritirato dalle scene dopo cinque sole rap-
presentazioni, con grande scorno del compo-
sitore e malcelata soddisfazione di Bellini. Il
23 settembre Bellini morì improvvisamente in
seguito ad una infezione intestinale amebica
contratta presumibilmente diverso tempo
prima. Donizetti provava per il collega e rivale
una sincera amicizia, peraltro scarsamente e
malamente ricambiata dal musicista siciliano.
Per ricordare l’amico, e per quanto occupatis-
simo per i consueti impegni teatrali, egli scris-
se con la rapidità che gli era consueta una
Messa di Requiem in Re minore, la cui esecu-
zione era progettata per il dicembre di quello
stesso anno 1835. Per ragioni che non sap-
piamo, tuttavia, la Messa non fu però esegui-
ta, come lo stesso compositore ricorda in una
lettera a Ricordi del 20 ottobre: «Già io stesso
mi era qui esibito perché alla Filarmonica si
facesse cosa che attestasse il comune dolore
… La partenza di un istigatore lasciò la cosa
sospesa! Dovea ora battere una messa al
Conservatorio, e di già l’avea cominciata, ma
3
la esecuzione avendo luogo in Dicembre mi
impediva di dirigerla e me ne doleva … Tutto
ciò che io preparava era annullato dal desti-
no». Ci vollero dunque trentacinque anni esat-
ti prima che l’opera potesse essere eseguita
per la prima volta di fronte al pubblico:
Donizetti era ormai passato a miglior vita da
ventidue anni. L’evento ebbe luogo la sera del
28 aprile 1870, a Bergamo, nella chiesa di
Santa Maria Maggiore, sotto la direzione di
Alessandro Nini. Diversi giorni dopo la
«Gazzetta Musicale di Milano» dava conto del-
l’evento in modo estremamente asciutto: «La
Messa inedita di Donizetti, di cui abbiamo
fatto cenno in uno dei numeri scorsi, eseguita
da oltre ottanta professori col rinforzo dell’or-
gano, fu giudicata opera degna della fama
dell’autore. Si citano fra i pezzi migliori il
Requiem, l’introduzione del Dies Irae, un duet-
to tra tenore e baritono, ed un pezzo appoggia-
to a soli strumenti d’ottone. L’esecuzione fu
debole».
Alla Messa di Requiem di Donizetti mancano
alcune parti, come ad esempio il Sanctus, il
Benedictus e l’Agnus Dei, non è dato sapere
se per precisa scelta compositiva (l’opera,
così com’è, dura circa 70 minuti, e forse l’ag-
giunta delle tre parti mancanti ne avrebbe
dilatato la durata in maniera considerevole) o
per oggettiva mancanza di tempo da parte del
compositore. Significativo è anche l’impiego
di cinque solisti in luogo dei tradizionali quat-
tro, e cioè soprano, contralto, tenore, baritono
e basso. Ma in realtà le due voci femminili
sono impiegate in modo piuttosto parsimo-
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nioso. Le tre voci maschili dominano in modo Lacrymosa. Ma questo nulla toglie alla profon-
quasi incontrastato lungo tutto il corso della da ispirazione e al commosso senso di parte-
Messa di Requiem, con momenti solistici cipazione umana che chiunque può facilmen-
anche di grande rilevanza, come ad esempio te percepire fin dalle prime battute di quest’o-
il bellissimo Ingemisco per tenore solo, dive- pera ancora oggi poco conosciuta e degna di
nuto ormai una vera e propria pagina di reper- essere collocata tra le più alte scritte dal musi-
torio in molti recital tenorili. cista bergamasco.
L’aspetto più rilevante di questo Requiem
donizettano del 1835 è costituito dal suo pro- Danilo Prefumo
fondo lirismo, unito ad una concezione poten-
temente drammatica che però assai raramen-
te indugia ad accogliere al proprio interno ele-
menti di palese derivazione operistica. Si trat-
ta, al contrario, di un’opera profondamente
austera, a tratti perfino pudica, e assoluta-
mente poco incline all’esteriorità. In essa
Donizetti utilizza, molto semplicemente, il lin-
guaggio vocale e strumentale del suo tempo,
non diversamente dal Rossini dello Stabat
Mater e dal Verdi del Requiem; sicché l’accu-
sa di “operismo” così spesso rivolta a questa
musica, specie dalla critica di matrice austro-
tedesca, appare oggi semplicemente ridicola.
Non mancano, senza dubbio, momenti dram-
maticamente più esteriori, ad esempio nel
Dies Irae, il quale sollecita fatalmente anche
qualche paragone col ben più celebre Dies
Irae del Requiem verdiano, e anche qualche
isolato passaggio di più spiccata inclinazione
operistica, come ad esempio nel duetto tra
tenore e basso Judex ergo; e volutamente
molto limitato è, senza dubbio, l’impiego dello
stile severo e del contrappunto osservato, che
Donizetti utilizza su larga scala, peraltro con
eccellenti risultati, solo nel Kyrie e nel

4
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DONIZETTI. Messa di Requiem in D minor
for the death of Vincenzo Bellini
The catalogue of Gaetano Donizetti’s sacred
works is vast, comprising over a hundred
titles, most of which remain unpublished. The
large scale, structurally elaborate works, such
as for example the masses, are however a
minority: most of the catalogue consists of
short, occasional works and of the academic
exercises written when Donizetti was being
tutored by Simone Mayr, exercises that for an
operatic composer in the making were all the
more important, because they gave him the
opportunity to deal with voices, study their
expressive potential and try his hand at com-
posing for voice and accompaniment, all of
which would be very useful to him in his oper-
atic career. Unfortunately, we have little infor-
mation about Donizetti’s sacred music.
Regrettably, his letters hardly mention this
subject, saying almost nothing about the ori-
gin of nearly all these compositions. We ought
to say that in the overall picture of the com-
poser’s production, sacred music seems to
have had a role of minor importance, com-
pared to that of Rossini or Verdi; however,
there is a significant exception: the Messa di
Requiem here recorded.
Donizetti’s earliest sacred compositions date
from his years of training. The very first work
that we know of is a Qui tollis for tenor and
instruments dating to as early as 1814, when
the composer was but seventeen. Several
other sacred works were written by Donizetti
5
when he was studying at the school of Father
Mattei, in Bologna, between 1815 and 1817,
when he also practised composing in the rig-
orous style of church music: a style to which,
in any case, Donizetti gave little considera-
tion, as a young composer. In these early
sacred works of his we hardly find any elabo-
rate counterpoint, or that hypothetical purity
of style which, instead, was highly sought
after by composers of sacred music in the first
half of the 1800s. Donizetti’s sacred output is
all concentrated in the years between 1814
and 1824. After 1824 he would only write a
handful of works, among them the Messa di
Requiem for the death of Vincenzo Bellini; a
Miserere for voices and orchestra, composed
for the Vienna Court Chapel; and an Ave Maria
composed in Vienna in 1842. That year
Donizetti, who was still a subject of the
Empire, in the hope of being nominated
Hofkapellmeister by the Emperor of Austria,
indeed sent to the Court of Vienna an Ave
Maria to remind those concerned that, in addi-
tion to being a renowned operatic composer,
he was also a good Christian and one more
than able to compose excellent church music:
a month later he got the post.
In 1835 both Donizetti and Bellini were in
Paris, busy trying to show their worth to
French audiences with new operas and old
ones specifically reworked for the theatres of
the French capital. On January 24th, at the
Théâtre Italien, Bellini reaped a resounding
success with I Puritani. The opera was a real
triumph, and shortly afterwards Bellini was
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awarded the Legion of Honour. Donizetti was
not as fortunate: his Marin Faliero, staged at
the same theatre on 12th March, was received
coolly and withdrawn after only five perfor-
mances, to the composer’s disappointment
and Bellini’s ill-concealed satisfaction. On
23rd September, Bellini suddenly died of
acute inflammation of the colon, presumably
contracted long before. Donizetti sincerely
considered his colleague and rival a friend,
even though his feelings were barely recipro-
cated by the Sicilian musician. In memory of
Bellini, in spite of his busy theatrical schedule,
Donizetti wrote, with his customary speed, a
Messa di Requiem in D minor, which was to
be performed in December of that same year,
1835. For reasons that are not clear, however
this did not happen, as the composer men-
tions in a letter to Ricordi dated 20th October:
“I had already endeavoured to organize
things so that at the Filarmonica something
would be done to attest our common grief…
The departure of an instigator left the question
dangling! Then I was to conduct a Mass at the
Conservatory, and I had already begun writ-
ing it but, the performance taking place in
December, I won’t be able to conduct it, and
this grieves me… All I have tried to do has
been countered by destiny”. It would be
exactly thirty-five years before the work was
publicly performed: Donizetti had already
been in his grave for twenty-two. The
Requiem’s première took place on the
evening of April 28th, 1870 in Bergamo, in the
Church of Santa Maria Maggiore, with
6
Alessandro Nini conducting. Several days
later, the “Gazzetta Musicale di Milano”
reviewed the event in rather dry words:
“Donizetti’s Unpublished Mass, which we
mentioned in one of our previous issues, per-
formed by over eighty musicians with the
addition of the organ, was judged worthy of its
author’s fame. Among its best pieces are the
Requiem, the Dies Irae introduction, a tenor-
baritone duet, and a piece for brass instru-
ments. The performance was weak”.
Donizetti’s Messa di Requiem does not
include the Sanctus, the Benedictus and the
Agnus Dei; we do not know if this was by
choice (as it is, the work lasts about 70 min-
utes, and the three missing pieces would
have considerably dilated its duration) or if
this is due to the fact that the composer was
objectively too busy to write them. It is also
interesting to note that the solo parts are five
instead of the traditional four: soprano, con-
tralto, tenor, baritone and bass. However, the
two female voices are sparingly employed.
The male voices dominate the entire Mass
almost unchallenged, with solo passages of
great significance, such as the beautiful
Ingemisco for tenor, which has become a
repertoire piece in many a tenor recital.
The most important aspects of this 1835
Requiem are its profound lyricism and
Donizetti’s powerfully dramatic approach,
which, however, is rarely operatic in charac-
ter. On the contrary, this is a very austere
work, even reserved at times, not at all prone
to exaggeration. In it, Donizetti very simply
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uses the vocal and instrumental language of

his day, not unlike Rossini in his Stabat Mater
and Verdi in his Requiem; therefore, the accu-
sation of being operatic, so often hurled at
this music especially by the Austro-German
critics, today appears rather unfounded.
Naturally, there are passages that are dramat-
ically more outward, for example in the Dies
Irae – which unavoidably arouses a few com-
parisons with Verdi’s much more famous one
– and a few isolated pieces do indeed incline
towards opera, such as the tenor-bass duet
Judex ergo; also, deliberately limited is the
use of rigorous counterpoint, which Donizetti
only employs on a large scale – incidentally,
with excellent results – in the Kyrie and the
Lacrymosa. But this in no way detracts from
the profound inspiration and deep sense of
human participation (which anyone can easily
perceive from the very first measures) of this
work, still little known and worthy of being
numbered among the finest written by the
composer from Bergamo.

Danilo Prefumo
(Translated by Daniela Pilarz)

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Orchestra Donizetti Opera

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Corrado Rovaris

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Omar Montanari (Bass)

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Carmela Remigio (Soprano)

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Juan Francisco Gatell (Tenor)

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1 - Requiem
Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux
perpetua luceat eis; Te decet hymnus Deus
in Sion, et tibi reddetur votum in Jerusalem:
exaudi orationem meam, ad te omnis caro
veniet.
1 - Requiem
Eternal rest give unto them, O Lord, and let
perpetual light shine upon them. A hymn, O
God, becometh Thee in Sion; and a vow
shall be paid to Thee in Jerusalem: hear my
prayer; all flesh shall come to Thee.

2 - Kyrie 2 - Kyrie
Kyrie eleison Lord, have mercy.
Christe eleison Christ, have mercy.
Kyrie eleison Lord, have mercy.

3 - Requiem 3 - Requiem
Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux Eternal rest give unto them, O Lord, and let
perpetua luceat eis; perpetual light shine upon them.

4 - In memoria aeterna 4 - In memoria aeterna

In memoria aeterna erit iustus ab auditione
mala non timebit.
Absolve, Domine,
animas omnium fidelium defunctorum
ab omni vinculo delictorum.
Et gratia tua illis succurente,
mereantur evadere iudicium ultionis,
et lucis æternae beatitudine perfrui.
The just shall be in everlasting remembrance;
he shall not fear the evil hearing.
Absolve, O Lord,
the souls of all the faithful departed
from every bond of sin.
And by the help of Thy grace
may they be enabled to escape the avenging judgment.
And enjoy the bliss of everlasting light.

5 - Dies Irae 5 - Dies Irae

Dies irae, dies illa The day of wrath, that day
solvet saeclum in favilla, will dissolve the world in ashes,
teste David cum Sybilla. David being witness along with the Sibyl.
Quantus tremor est futurus, How great will be the quaking,
quando judex est venturus, when the Judge will come,
cuncta stricte discussurus. investigating everything strictly.

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6 - Tuba Mirum
Tuba mirum spargens sonum
per sepulchra regionum,
coget omnes ante thronum.
Mors stupebit et natura,
cum resurget creatura,
judicanti responsura.
Liber scriptus proferetur,
in quo totum continetur,
unde mundus judicetur.
7 - Judex ergo
Judex ergo cum sedebit
quidquid latet apparebit,
nihil inultum remanebit.
Quid sum miser tunc dicturus,
quem patronum rogaturus,
cum vix justus sit securus.
8 - Rex Tremendae Maiestatis
Rex tremendae maiestatis,
qui salvandos salvas gratis,
salva me, fons pietatis.
Recordare Jesu pie,
quod sum causa tuae viae,
ne me perdas illa die.
Quaerens me sedisti lassus,
redemisti crucem passus;
tantus labor non sit cassus.
Juste judex ultionis,
donum fac remissionis
ante diem rationis.
14
6 - Tuba Mirum
The trumpet, scattering a wondrous sound
through the sepulchres of the regions,
will summon all before the throne.
Death and nature will marvel,
when the creature will rise again,
to respond to the Judge.
The written book will be brought forth,
in which all is contained,
from which the world shall be judged.
7 - Judex ergo
When therefore the Judge will sit,
whatever lies hidden will appear:
nothing will remain unpunished.
What then will I, poor wretch [that I am], say?
Which patron will I entreat,
when [even] the just may [only] hardly be sure?
8 - Rex Tremendae Maiestatis
King of fearsome majesty,
Who freely savest those that are to be saved,
save me, O font of mercy.
Remember, merciful Jesus,
that I am the cause of Thy way:
lest Thou lose me in that day.
Seeking me, Thou sattest tired:
Thou redeemedst [me], having suffered the Cross:
let not so much hardship be in vain.
Just Judge of vengeance,
make a gift of remission
before the day of reckoning.
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9 - Ingemisco
Ingemisco tamquam reus,
culpa rubet vultus meus:
supplicanti parce, Deus.
Qui Mariam absolvisti,
et latronem exaudisti,
mihi quoque spem dedisti.
10 - Preces Meae
Preces meae non sunt dignae,
sed tu, bonus, fac benigne,
ne perenni cremer igne.
Inter oves locum praesta,
et ab haedis me sequestra,
statuens in parte dextra.
11 - Confutatis
Confutatis maledictis,
flammis acribus addictis,
voca me cum benedictis.
12 - Oro Supplex
Oro supplex et acclinis,
cor contritum quasi cinis,
gere curam mei finis.
13 - Lacrimosa
Lacrimosa dies illa,
qua resurget ex favilla
judicandus homo reus.
Huic ergo parce, Deus.
Pie Jesu Domine,
dona eis requiem!
Amen!
15
9 - Ingemisco
I sigh, like the guilty one:
my face reddens in guilt:
Spare the supplicating one, O God.
Thou who absolvedst Mary,
and heardest the robber,
gavest hope to me, too.
10 - Preces Meae
My prayers are not worthy:
but do Thou, [who art] good, graciously grant
that I not be burned up by the everlasting fire.
Grant me a place among the sheep,
and take me out from among the goats,
setting me on the right side.
11 - Confutatis
Once the cursed have been silenced,
sentenced to acrid flames:
Call Thou me with the blessed.
12 - Oro Supplex
[Humbly] kneeling and bowed I pray,
[my] heart crushed as ashes:
take care of my end.
13 - Lacrimosa
Tearful [will be] that day,
on which from the glowing embers will arise
the guilty man who is to be judged.
Then spare him, O God.
Merciful Lord Jesus,
grant them rest.
Amen.
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14 - Offertorio - Domine Jesu Christe
Domine, Jesu Christe, Rex gloriae, libera ani-
mas omnium fidelium defunctorum de poe-
nis inferni et de profundo lacu. Libera eas de
ore leonis, ne absorbeat eas tartarus, ne
cadant in obscurum; sed signifer sanctus
Michael repraesentet eas in lucem sanctam,
quam olim Abrahae promisisti et semini eius.
Hostias et preces tibi, Domine, laudis offer-
imus; tu suscipe pro animabus illis, quarum
hodie memoriam facimus. Fac eas, Domine,
de morte transire ad vitam. Quam olim
Abrahae promisisti et semini eius.
15 - Lux aeterna
Lux aeterna luceat eis, Domine, cum sanctis
tuis in aeternum, quia Pius es. Requiem
aeternam dona eis, Domine; et lux perpetua
luceat eis.
16 - Libera me, Domine
Libera me, Domine, de morte æterna, in die
illa tremenda, quando coeli movendi sunt et
terra. Dum veneris iudicare sæculum per
ignem. Tremens factus sum ego et timeo,
dum discussio venerit atque ventura ira. Dies
illa, dies iræ, calamitatis et miseriæ, dies
magna et amara valde. Requiem æternam
dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis.
16
14 - Offertorio - Domine Jesu Christe
O Lord Jesus Christ, King of glory, deliver the souls
of all the faithful departed from the pains of hell and
from the bottomless pit: deliver them from the lion’s
mouth, that hell swallow them not up, that they fall
not into darkness, but let the standard-bearer holy
Michael lead them into that holy light: Which Thou
didst promise of old to Abraham and to his seed.
We offer to Thee, O Lord, sacrifices and prayers:
do Thou receive them in behalf of those souls of
whom we make memorial this day. Grant them, O
Lord, to pass from death to that life, Which Thou
didst promise of old to Abraham and to his seed.
15 - Lux aeterna
May light eternal shine upon them, O Lord,
with Thy Saints for evermore: for Thou art
gracious. Eternal rest give to them, O Lord,
and let perpetual light shine upon them.
16 - Libera me, Domine
Deliver me, O Lord, from death eternal in that
awful day. When the heavens and the earth
shall be moved: When Thou shalt come to
judge the world by fire. Dread and trembling
have laid hold on me, and I fear exceedingly
because of the judgment and of the wrath to
come. O that day, that day of wrath, of sore
distress and of all wretchedness, that great
day and exceeding bitter. Eternal rest grant
unto them, O Lord, and let perpetual light
shine upon them.
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Andrea Concetti (Bass)

Soprano
Carmela Remigio
Alto
Chiara Amarù
Tenor
Juan Francisco Gatell
Bass
Andrea Concetti
(tracks 6, 11)

Bass
Omar Montanari
(tracks 1, 6, 7, 8, 10, 11, 12, 14, 16)
Chiara Amarù (Alto)

Orchestra Donizetti Opera

Conductor: Corrado Rovaris
Chorus Donizetti Opera
Chorus Master: Fabio Tartari
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CDS7813

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