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Andrea Chénier
cento anni di spartito
1896 - 1996
da Umberto Giordano ad Andrea Chénier
memorie di un poeta
presentazione di
Marco Renzi
di Marco Renzi
Direttore del Conservatorio “Nino Rota” di Bari
Composizioni musicali
Dimensioni, per strum a fiato, Inedito, 1980
Erzsebet , per Voci rec. e Orch., FEI, 1981
Prigioniero del tempo, per Orchestra d'Archi, BERBEN, 1986
Myniature, per due Flauti, BERBEN, 1987
Tre lieder su testo di F.G.Lorca, per Voce e Pianoforte, FEI, 1988
Un convergente contrasto, per Organo, LA CASSANDRA, 1989
Fantasmagorie di un'ombra, per Chitarra, EDIPAN, 1991
Gli anelli estremi di una catena, per V.no e Pf., PAGANO, 1992
Io speriamo che me la cavo, per V.rec. e orch., EDIUNIV.,1993
L'albero dei poveri, per Coro misto e Orch., AGIMUS, 1993
Axo, per Spr.,fiat e Pc., EDIUNIVERSAL , 1994
Artemide, per V.llo e Pf., BERBEN, 1994
Isabella, per Soli , Coro e Orch., MUSICUM, 1995
Volgari amori, per Arpa sola, MUSICM, 1995
Interludio, per Cr.,Timp.,Archi, MUSICUM, 1995
Ossessione, per Fl.,Arpa,Perc.,MUSICUM, 1995
Il lago incantato, per Ott.,Cr.,Arpa,Perc.,MUSICUM, 1995
Il canto del Sinni, per Coro femm. e Orch., MUSICUM, 1995
Romanza, per Sopr. e Orch., MUSICUM, 1995
Potrò mai dirti, per Tenore e Orch., MUSICUM, 1995
Il canto della Quena, per Fl. e Chit., BERBEN, 1996
Goto, per Fl. e Chit., EDIUNIVERSAL, 1996
Calendes, per Coro a cappella, BERBEN, 1996
Indice
4 Presentazione
di Marco Renzi
11 Capitolo primo
Considerazioni generali
13 Capitolo secondo
Foggia, la città natale
33 Capitolo terzo
Gli anni di studio a Napoli
49 Capitolo quarto
Mala vita, 21 febbraio 1892
65 Capitolo quinto
Regina Diaz, 5 marzo 1894
78 Capitolo sesto
Andrea Chénier, 28 marzo 1896
125 Bibliografia
ANDREA CHÉNIER
CENTO ANNI DI SPARTITO
s.f.
12 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
I.
Considerazioni generali
E
' necessario definire esattamente i contorni di
ciò che intendo compiere in questo scritto:
l’atmosfera che mi prefiggo di creare, per
quanto difficile, non intende assumere i contorni
di una celebrazione di Umberto Giordano, perché
nell’anno in corso non vi sono state celebrazioni
dell’uomo, ma in modo specifico della sua prima opera di
lungo successo.
Questo Saggio viene infatti pubblicato nell’anno
1996, e l’iniziativa intende accompagnare le
manifestazioni culturali organizzate per la celebrazione
del primo centenario dell'allestimento dell'Andrea
Chénier.
L'Opera d'arte, quindi, è la nostra festeggiata. E
verso di essa cercheremo di compiere un significante
viaggio commemorativo, che ne illumini la nascita, la
crescita ed il felice destino.
E’ naturalmente inevitabile, nell’affascinante
percorso di vicende che conduce all’Andrea Chénier,
delineare anche la cornice esistenziale dell’Autore, ed
ogni vicenda della sua vita che risulta significativa
nell’approdo all’opera celebrata.
Di Giordano perciò, pure parleremo. Ma in modo
funzionale alla percezione del suo capolavoro, in modo
diverso dalla astratta enunciazione biografica della sua
carriera. Parleremo dei luoghi che influenzarono la sua
maturazione, e dei personaggi che vi hanno concorso.
CONSIDERAZIONI GENERALI 13
L'apertura delle celebrazioni del centenario della
nascita del Maestro avvenne trenta anni fa in quello che
oggi è il Teatro “U.Giordano” a Foggia: egli nacque infatti
in quella cittadina il 28 di agosto del 1867.
Del rapporto tra lui e la sua città natale si occupa il
prossimo capitolo.
14 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
II.
Foggia, la città natale
I
genitori di Umberto, Ludovico Giordano e Sabata
Scognamillo, imposero al loro nato anche altri due
nomi, Menotti e Maria.
Essi misero al mondo cinque figli, dei quali Umberto
fu il secondo, ma il primogenito Giuseppe morì purtroppo
all’età di sette anni.
Dagli atti in mio possesso si può rilevare che in
occasione del primo centenario della nascita dell’artista,
l'allora Amministrazione comunale di Foggia insediò un
apposito Comitato esecutivo per le celebrazioni
Giordaniane.
Alle attività del comitato collaborarono: il dott.
Angelo Celuzza (allora direttore della Biblioteca
provinciale), l'avv. Maurizio Mazza (allora direttore del
Museo civico), il maestro Vincenzo Terenzio (profondo ed
acuto musicologo), ed il pubblicista Attilio Tibollo.
Ho ritenuto di offrire una citazione a tutti costoro
perché è necessario rendere loro un sincero
ringraziamento: in quella occasione venne infatti raccolta
ed ordinata una gran mole di materiale che oggi risulta
prezioso per la ricostruzione degli elementi necessari ad
ogni studio Giordaniano.
In quella occasione, oltre che una splendida mostra
allestita all'interno del museo civico, vennero realizzate
moltissime manifestazioni.
E’ utile riportare il manifesto che l'allora Sindaco,
Vittorio Salvatori, fece predisporre e divulgare per tutta la
FOGGIA LA CITTÀ NATALE 15
città, per annunciare l'apertura delle manifestazioni. Esso
testimonia, infatti, della forte sensibilità che i cittadini di
quel tempo avvertivano per i comuni natali con l’artista.
Concittadini,
il 28 agosto ricorre la data della nascita di Umberto
Giordano.
A Voi mi indirizzo non per ricordarVi questa
fausta data, poiché farei offesa ad ogni autentico foggiano,
ma per unire al Vostro orgoglio il mio e quello dei
componenti la Giunta municipale e del Consesso
comunale.
Con UMBERTO GIORDANO, infatti, Foggia ha
rassegnato una fulgida figura al mondo del melodramma
di ogni tempo, affiancando il suo nome a quello di poche
altre città fortunate che hanno espresso Genii in ogni
campo creativo.
Insieme, perciò, grati, rendiamo omaggio all’opera
del Musicista; alle Creature immortali, generate e fatte
vivere dal Suo estro; alla Sua ispirazione, che è feconda e
felice interpretazione della passione, del calore, dell’animo
di questo nostro popolo.
Il Suo canto esplode nella protesta degli umili e
degli oppressi; le Sue note si infiammano di umana
passione; l’architettura delle Sue composizioni disegna
linee che modellano con palpitante verismo angoscie attese
e sentimenti popolari.
A questa Sua arte, nell’anno centenario della Sua
nascita, Foggia, l’Italia, il mondo rendono omaggio.
Il nostro impegno per registrare questo centenario,
perciò, si rivela più arduo, più responsabile, più stimolato,
com’è affiancato alle iniziative che in campi più ampi sono
state già realizzate o si preannunziano programmate da
enti lirici e da enti radiofonici.
16 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
1
Ruta Michele (Caserta 1826 - Napoli 1896) compositore, didatta e
critico musicale. Allievo di F. Lanza al Conservatorio di Napoli, vi
insegnò dal 1879, divenendone in seguito direttore. Fu critico musicale
del “Corriere del mattino” di Napoli.
FOGGIA LA CITTÀ NATALE 17
L’attestato gli venne rilasciato dalla direzione nel
maggio 1880, allorché il Giordano fu costretto ad
interrompere quegli studi perché suo padre non era più
nelle condizioni di mantenerlo a Napoli.
Il padre decise quindi di inoltrare al Consiglio
Provinciale di Foggia la richiesta di un sussidio che
consentisse al giovane Giordano di poter continuare gli
studi nel Conservatorio partenopeo, proprio confidando
nelle concrete e serie prospettive di un felice destino
musicale cui, in mancanza di mezzi economici, il giovane
foggiano avrebbe dovuto rinunciare.
Copia di quella accalorata istanza, datata novembre
1880, nonché delle autorevoli attestazioni di Ruta e Serrao
che la corredavano, è conservata nella Biblioteca
Comunale di Lucera 3, donate da tale prof. Donato Civetta.
Costui le rinvenne tra le carte del padre, Giuseppe Civetta
di Alberona, che nel 1880 e negli anni successivi fu pars
magna dell’Amministrazione Provinciale di Capitanata.
5 novembre
Agli Illustrissimi Componenti il Consiglio
provinciale di Capitanata.
2
Paolo Serrao (Filadelfia di Catanzaro 1330 - Napoli 1907) compositore
e didatta, insegnante di composizione al Conservatorio di Napoli. Più che
per le sue opere liriche divenne noto come insegnante. Tra i suoi allievi
divenuti più famosi vanno infatti annoverati: Cilea, Leoncavallo,
Giordano, G.Martucci e Mugnone.
3
piccolo paesino a pochi chilometri da Foggia.
18 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
4
critico musicale, conterraneo e contemporaneo del Giordano.
Conoscitore minuzioso delle fonti familiari e ricercatore solerte dei
principali avvenimenti della vita del Maestro. Ricevette dal Giordano
stesso l’incarico di pubblicarne la biografia, edita da Garzanti nel 1949.
22 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
5
La Daunia è la antica denominazione del comprensorio pugliese
comprendente e circostante la città di Foggia.
30 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
6
Luigi Illica (Castell’Arquato di Piacenza 1857 - Colombarone di
Piacenza 1919) librettista ed autore drammatico. Fece parte del gruppo
che si raccoglieva intorno a Boito. Scrisse circa 80 libretti, di cui molti
per i maggiori operisti del tempo: per Puccini (Manon Lescaut, Bohème,
Tosca, Madame Butterfly, gli ultimi tre in collaborazione con Giacosa),
per Franchetti (Cristoforo Colombo e Germania), per Giordano (Andrea
Chénier e Siberia), per Mascagni (Iris, Le maschere, Isabeau) e per
Catalani (La Wally).
FOGGIA LA CITTÀ NATALE 31
finanziamenti ottenuti dallo Stato per le stagioni liriche
sono sempre stati amministrati in modo maldestro, come
fertile terreno di caccia di piccole imprese teatrali private.
Tant’è che ancor oggi esso non dispone di alcuna
programmazione intellettuale autonoma, né a lungo e né a
medio termine.
A causa di ciò, a distanza di un secolo da quel
1886, il Puccini si aggiudica un rivincita senz’altro
schiacciante, su quella intitolazione dedicata al Giordano.
In questo anno moltissime associazioni liriche di
tutta Italia hanno profuso ogni sforzo per commemorare
degnamente il primo allestimento dello Chénier, ma
Foggia ed il suo Teatro, a causa di una manifestazione di
protesta inscenata da alcuni professori del locale
Conservatorio indifferenti alla importante ricorrenza, non
sono state in grado di offrire una sola nota al celebre
concittadino, la sera del 28 marzo 1996.
La Bohème, invece, maestosamente riallestita alla
Scala, è stata addirittura trasmessa via satellite dal primo
canale della RAI.
Dunque il secolo trascorso sembra rendere ragione,
al Maestro, d’un atteggiamento diffidente e riottoso ad
indulgere ad ogni frequentazione della sua città natale. E
quella massima costruita sullo stereotipo foggiano appare
famosa a buon diritto.
Ho ritenuto necessario approfondire la vera luce
storica del rapporto tra la città di Foggia ed il Giordano,
poiché gli scritti esistenti, al riguardo, nel migliore dei casi
sorvolano la circostanza.
La causa di ciò risiede probabilmente nel fatto che
la scarna bibliografia esistente risale a vari decenni
passati, quando la critica musicologica minore risentiva
ancora fortemente di una certa indulgenza al
conformismo.
32 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
E questo è tutto.
La gran parte degli autografi, in spartiti e partiture,
nonché dei contratti e dell’epistolario, sono custoditi dalla
Casa Musicale Sonzogno di Milano.
I manoscritti relativi ad opere giovanili, compiti e
prove d’esame, sono invece custoditi a Napoli, nella
Biblioteca del Conservatorio “S.Pietro a Majella”.
Tutto il resto è in possesso degli eredi Giordano.
A Foggia la casa natale del musicista si trova nella
ancora esistente via Pescheria. Ovvero vi si trova ciò che è
stato, di essa, ricostruito dopo i bombardamenti del 22
luglio 1943.
Al suo interno, attualmente, previa bizzarra
delibera del Comune, opera una associazione di tracking
su roccia.
Ma al suo esterno figura ancora la gloriosa lapide
di cui ho narrato la storia.
Ed essa è quanto resta della devozione della città
natale verso il Maestro Umberto Giordano, concittadino.
34 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
III.
Gli anni di studio a Napoli
L
a vita e gli incontri del giovane Umberto a
Napoli, convittore interno del Real Collegio,
incidono in modo indelebile sul futuro destino
musicale del Maestro.
La sua prima amicizia di adolescente è con
Francesco Cilea, Ciccillo per Umberto, vicino di posto in
camerata ed a scuola.
A quei primi felicissimi anni di formazione dei due
grandi artisti è legato anche l’emozionante incontro con
Wagner.
Molti anni dopo, Giordano nel ricordare
quell’episodio, così scrive a Lucio d’Ambra:
7
Leonardo Leo (San Vito dei Normanni, Brindisi 1694 - Napoli 1744)
compositore. Visse a Napoli al servizio della cappella reale, prima come
organista e poi come maestro di cappella. Insegnò in vari conservatori
napoletani ed ebbe fra gli allievi Jommelli e Piccinni.
36 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
8
Lauro Rossi (Macerata 1812 - Cremona 1885) compositore. Tra le sue
opere più note: Le contesse villane (1829), Azema di Granata (1846), I
falsi monetari (1844), Il maestro e la cantante (1874) , il Domino nero.
Come operista rappresentò la continuazione della tradizione rossiniana
nell’ottocento, incentrata sull’opera buffa con i suoi ritmi brillanti, gli
schemi tonali classici e il bel canto convenzionale.
9
Pietro Platania (Catania 1828 - Napoli 1907) compositore. Autore di
opere teatrali improntate a un severo accademismo: Matilde Bentivoglio
(1852), Spartaco (1891). Coltivò anche la musica sacra e sinfonica:
L’Italia, Sinfonia funebre in memoria di Pacini. Fu anche direttore del
Conservatorio di Palermo e della cappella del duomo di Milano.
10
Francesco Durante (Frattamaggiore, Napoli, 1684 - Napoli 1755)
compositore.
11
Nicola Sala (Tocco Claudio, Benevento, 1713 - Napoli 1801) teorico e
compositore. I suoi lavori teorici (le Regole del contrappunto, 1794, i
Solfeggi e soprattutto i Canoni) ebbero notevole importanza didattica.
38 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
12
Rocco Pagliara (Castellammare di Stabia 1857 - 1914) bibliotecario
del Conservatorio di San Pietro a Majella dapprima a fianco del vecchio
Florimo e poi suo successore. Fu buon letterato, amabile verseggiatore,
scrittore colto e sensibile. la sua Canzone dei ricordi fu musicata da
Martucci. Fu per molti anni critico del Mattino di Napoli.
GLI ANNI DI STUDIO A NAPOLI 39
la grazia ed un carattere tutto speciale, lo scherzo si
distinse per vivacità e brio.
In questa prima occasione il Giordano cominciò a
pregustare il piacere dei bis.
Le critiche dei giornali del tempo lodano la
bellezza del tema dominante della ouverture, la
strumentazione delicatissima del minuetto e la genialità
della costruzione dello scherzo e pronosticano che
l’ingegno dell’autore avrebbe presto di nuovo richiamato
l’attenzione del pubblico sulle opere successive.
Mi limito a riportare quanto ha scritto per quella
occasione il corrispondente della Gazzetta Musicale di
Milano:
13
Sarah Bernhardt, nome d’arte di Henriette-Rosine Bernard (1844 -
1923), attrice francese. La sua fama ebbe subito carattere divistico per la
libertà del comportamento, le vistose eccentricità, i velenosi antagonismi
con attrici rivali. Entrò alla Comédie recitando testi del prediletto Racine,
di Voltaire, di Beaumarchais.
14
Victorien Sardou (Parigi 1831 - Marly, Valenciennes, 1908)
drammaturgo francese. Di famiglia piccolo-borghese, dopo
un’adolescenza difficile iniziò studi di medicina che presto interruppe
per dedicarsi al teatro. Scrisse numerose commedie nelle quali si rivelò
autore di talento, capace di conquistare i gusti eclettici delle platee.
Sviluppò i toni della satira politica ed attaccò violentemente i
rivoluzionari della Comune in L’odio (La haine, 1874). Eletto
all’Académie Française nel 1877, accolto con tutti gli onori alla corte di
Mapoleone III, si impegnò quindi nel genere del dramma storico: Fedora
(1882), Tosca (1887), Cleopatra (1890), Termidoro (1891), Madame
Sans-Gene (1893), Il processo dei veleni (1907). La straordinaria fortuna
delle sue opere, che gli consentì di essere dominatore incontrastato della
scena parigina dal 1860 sino alla morte, fu dovuto anche alle prestigiose
interpretazioni di Sarah Bernhardt.
42 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
15
Arturo Colautti (Zara 1851 - Roma 1914) librettista. Poeta, giornalista
e romanziere, fornì libretti di ispirazione naturalistica a vari compositori,
fra cui Cilea (Adriana Lecouvreur) e Giordano (Fedora). Sue liriche
furono messe in musica da Tosti e altri autori.
GLI ANNI DI STUDIO A NAPOLI 43
suo lustro avvenire e per la continuazione della gloria dei
tempi passati.
Egli, avendo compito l’intero corso di
contrappunto, si trova nel bisogno, e desidera
ardentemente di assistere alle rappresentazioni del nostro
Massimo Teatro.
Se voi che v’interessate tanto di questo
Conservatorio e dell’Arte in generale, potete ottenergli il
permesso della entrata gratuita, farete cosa grata a me e
darete l’opportunità a caro mio giovane amico di rendersi
esperto nella scienza della scena.
Ve ne ringrazio immensamente mentre mi raffermo
devot.mo obbl.mo vostro
Francesco Florimo il vecchio.
16
Leopoldo Mugnone (Napoli 1858 - Capodichino 1941) direttore
d’orchestra e compositore. Diresse in prima esecuzione Cavalleria
rusticana di Mascagni (1890), Tosca (1900) e La rondine (1917) di
GLI ANNI DI STUDIO A NAPOLI 45
Pietro Platania , Giovanni Sgambati , Francesco
18 19
22
A Roma, l’attuale Teatro dell’Opera, venne fatto costruire nel 1880
dall’albergatore Costanzi (donde il nome, già in uso, di Teatro Costanzi)
su disegni dell’architetto Sfondrini. Nel 1336 il Teatro Costanzi fu
acquistato dal governo italiano e rinnovato a cura dell’architetto
Piacentini. Da allora si chiama Teatro dell’Opera.
GLI ANNI DI STUDIO A NAPOLI 47
Il compositore ricevette il seguente telegramma,
che gli fece sussultare il cuore:
23
Nicola D’aspuro (Lecce 1853 - Napoli 1941) librettista e giornalista.
Ha scritto anche il libretto dell’ Amico Fritz per Mascagni (1891) sotto lo
pseudonimo di P.Suardon. Attivo organizzatore teatrale, si adoperò
molto per l’affermazione di E.Caruso, cui ha dedicato anche un
volumetto biografico.
24
opera in tre atti a soggetto verista. Prima rappresentazione: Roma,
Teatro Argentina, 21 febbraio 1892. Ten. Stagno, Sop. Bellincioni, altri
Beltrami e Nicoletti, Leonardi e Sporen. Dir. Podesti.In quell’anno,
particolarmente fertile per il Teatro lirico, la statistica segna ben 81
prime fra opere ed operette. Tra queste ricevevano il battesimo, oltre a
Malavita, Tilda di Cilea (7 aprile) I Pagliacci di Leoncavallo (21
maggio) I Rantzau di Mascagni (10 novembre) .
GLI ANNI DI STUDIO A NAPOLI 49
Vi passerò cioè 200 lire al mese per tutto l'anno
1891 come prezzo di cessione della proprietà della musica
rilasciandovi poi il 25 per cento sull'importo dei noli che
si otterranno dopo la prima riproduzione dell'opera.
Questo vi permetterà di lavorare tranquillamente e
più presto compirete il vostro lavoro e meglio sarà. Se
credete vi farò inviare il relativo contratto.
Intanto vi saluto cordialmente.
Edoardo Sonzogno
IV.
Mala vita, 21 febbraio 1892
I
l successo di Malavita non è sufficientemente noto al
pubblico italiano.
Quest’opera rappresenta il primo allestimento ed il
primo successo di Giordano. Essa lo consacrò al
teatro lirico e lo convinse d’essere all’altezza della
situazione che intendeva affrontare, lo convinse d’essere
capace nel difficile mestiere di compositore
melodrammatico.
Lo convinse al punto tale di renderlo capace di
convincere anche altri, nei momenti difficili degli anni
successivi.
Dopo il consenso per Mala vita gli insuccessi
dell’opera seguente (che infatti ci furono) vennero
affrontati da Giordano con ostinato coraggio e ferma
determinazione. Eppure il Maestro dovette affrontare
momenti tragici, nei quali si profilò anche la possibilità
d’un abbandono della carriera musicale.
A Mala vita, ed alle amicizie intessute grazie al suo
successo, si deve dunque tutto il seguito della produzione
del Maestro. Ed in particolare della sua terza opera: lo
Chénier.
Il librettista Nicola Daspuro, dopo l’incarico
ricevuto dal Sonzogno si era recato a Cerignola, in
occasione del battesimo del secondo figlio di Mascagni. In
realtà quel soggiorno, nella quiete del paese pugliese, gli
servì anche per concludere la stesura definitiva dell’Amico
Fritz.
MALA VITA, 21 FEBBRAIO 1892 51
Si dedicò al soggetto del Di Giacomo e del
Cognetti subito dopo l’ultimazione di quello per
Mascagni. E la stesura richiese un certo tempo.
Il drammaturgo seguì pressappoco la sceneggiatura
del dramma originale, ma decise di mettere in rilievo il
peculiare contesto sociale partenopeo e di accentuarne
l’azione scenica.
Trama dell’opera
27
di Gaetano Donizetti, andata in scena a Vienna nel 1843.
MALA VITA, 21 FEBBRAIO 1892 65
Dunque già in giugno 1892 Giordano si era quasi
deciso a mettere in musica il soggetto di Maria di Rohan.
Aveva ancora il solo scrupolo che lo stesso soggetto era
stato già utilizzato da Donizetti nel 1843 su libretto di
Cammarano 28.
Sonzogno, nel consueto intento di offrire le
massime garanzie alla buona riuscita dell’impresa,
incaricò gli stessi librettisti di Cavalleria, Targioni-
Tozzetti 29 e Menasci 30 di ricavare il libretto da quel
soggetto.
Il titolo dell’opera sarebbe stato Regina Diaz.
28
Salvatore Cammarano (Napoli 1801- 52) pittore, autore drammatico e
librettista. Scrisse libretti per Donizetti (fra cui anche Lucia di
Lammermoor), per Verdi (Alzira, La battaglia di Legnano, Luisa Miller
e il Trovatore), per Pacini e G.S.Mercadante, tutti di gusto tipicamente
romantico.
29
Giovanni Targioni-Tozzetti (Livorno 1863 - 1934) librettista. Scrisse
per Mascagni i libretti di Cavalleria rusticana (in collaborazione con
G.Menasci), I Rantzau, Zanetto,scrisse inoltre Silvano, Il piccolo Marat
(in collaborazione con G.Forzano), Pinotta e Nerone.
30
Guido Menasci (Livorno 1867 - 1925) librettista. Scrisse per
Mascagni, in collaborazione con G.Targioni-Tozzetti, i libretti di
Cavalleria rusticana, I Rantzau, Zanetto.
66 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
V.
Regina Diaz, 5 marzo 1894
Trama dell’opera
N
el cortile di un convento napoletano il nobile
Mario Sanseverino si incontra con Fra
Benedetto. Essi intendono mettere a punto gli
ultimi dettagli della congiura che durante la
notte dovrà liberare Napoli dagli oppressori spagnoli.
Mario consegna al frate, con preghiera di
distruggerlo in caso di sua morte, un plico contenente le
lettere alla donna amata.
Costei altro non è che Regina, consorte del
governatore Diaz.
Regina, recatasi in chiesa per pregare, incontra
Mario con il quale ha un affettuoso colloquio. Gli amanti
si confermano il loro reciproco amore.
La congiura purtroppo fallisce miseramente poiché
il governatore, informato di tutto, ha guidato
personalmente i soldati ad arrestare i congiurati, fra i
quali, con grande sorpresa, scopre Mario.
Lo fa tradurre nel suo palazzo, deciso a salvargli la
vita in nome dell’amicizia che lo legava al vecchio
Sanseverino, e dell’affetto che provò per lui quando era
ancora bambino.
Con grande rischio del suo nome e del suo onore, il
governatore Diaz offre a Mario la salvezza attraverso la
fuga e l’esilio.
REGINA DIAZ, 5 MARZO 1894 67
Il giovane, dopo pensosa esitazione, alla fine
accetta. Ma prima, in un furtivo colloquio, aveva convinto
Regina ad attenderlo per mezzanotte, ora in cui sarebbe
tornato a prenderla per fuggire con lei.
Ma durante quella sera Fra Benedetto viene
introdotto alla presenza del governatore: gli è stato infatti
trovato addosso il plico affidatogli da Mario.
Venutone in possesso, il governatore scopre il
tradimento della moglie con l’amico e, chiamatala al suo
cospetto, fa per avventarsi su di lei e trafiggerla con la
spada. Viene trattenuto dal frate.
Intanto è arrivata la mezzanotte e dalla porta
segreta irrompe Mario, ignaro di tutto, venuto per
condurre via l’amante.
Furibondo di questo secondo tradimento il
governatore gli impone di battersi con lui in un duello alla
pistola.
Mario soccombe e Regina è condannata al
chiostro.
31
Talamello (Pesaro) 1845 - Rimini 1919. Critico musicale del “Secolo”,
insegnante di contrappunto ed estetica musicale al Conservatorio di
Milano. Autore di vari scritti, tra cui una voluminosa Estetica della
musica (1900). Compose inoltre 5 opere teatrali, oratori, musica sacra,
sinfonica e da camera, nonché il famoso Inno dei lavoratori su versi di
Turati.
REGINA DIAZ, 5 MARZO 1894 73
Smonta subito tutto : questa porcheria non si dà
più !
32
Alberto Franchetti (Torino 1860 - Viareggio 1942) compositore.
Direttore del Conservatorio di Firenze. Alla scuola tedesca formò il gusto
per le grandi sonorità orchestrali e per gli effetti spettacolari, presenti sia
nelle opere minori (Asrael, Fior d’Alpe, Il signor di Pourceaugnac, La
figlia di Iorio e Notte di leggenda) sia nelle maggiori (Cristoforo
Colombo e Germania) entrambe su libretti di Illica. Fu anch’egli
associato alla giovane scuola italiana, detta più comunemente verista.
76 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
33
Luigi Illica (Castell’Arquato, Piacenza, 1857 - Colombarone,
Piacenza, 1919) librettista e autore drammatico. Fece parte del gruppo
che si raccoglieva intorno a Boito. Scrisse circa ottanta libretti per i
maggiori operisti italiani del tempo: Puccini (Manon Lescaut, Bohème,
Tosca, Madama Butterfly, gli ultimi tre in collaborazione con Giacosa),
Giordano (Andrea Chénier e Siberia),Mascagni (Iris, Le maschere,
Isabeau), Catalani (La Wally).
REGINA DIAZ, 5 MARZO 1894 77
Sia !
Musicate lo Chénier.
Ancora per un altro anno vi dò le trecento lire
mensili. Poi non ascolterò più nemmeno Franchetti ...
Siamo all’ultima prova e poi basta davvero ! ...
I
l Secolo, giusto un mese dopo quella transazione,
annuncia il 20 maggio 1894 che “fra le opere che si
stanno scrivendo in Casa Sonzogno c’è l’Andrea
Chénier di Umberto Giordano su libretto di Illica.”
In realtà l’assenso dell’editore, per il momento, è
ancora generico.
In giugno Giordano assume le prime intese col
librettista. Ed Illica nel luglio 1894 sottopone un primo
abbozzo del libretto a Sonzogno.
Il 26 luglio egli comunica a Giordano che l'Editore
ha approvato il taglio del lavoro.
Carissimo Illica,
80 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
Caro Illica,
non ricevo tue nuove da parecchio tempo. A che ne
stai ?
Mi dovresti dire il titolo di quel libro che Sonzogno
ti diede per riscontrare notizie sulla Rivoluzione francese.
Almeno mi divertirò a leggere finché non avrò il tuo tanto
desiderato libretto.
Forse verrò per la fine del mese a Milano.
Ti abbraccio e ti prego di scrivermi una cartolina.
Caro Illica,
non ricevo da parecchio tempo tue nuove.
Tu pensi a qualche cosa per me ?
Continuo a essere nelle tue buone grazie ?
Verrai a Napoli ?
Insomma ti prego di farmi sapere qualche cosa.
Ti abbraccio
34
Spiro Samara. Italianizzazione di Spiros Samaras (Corfù 1863 - Atene
1917) compositore greco. Aveva studiato ad Atene e a Parigi (allievo di
Delibes) ed era poi venuto a stabilirsi in Italia, a Milano, trovando in
Sonzogno un editore disposto a sostenerlo. Esordì con le opere Flora
mirabilis (Milano, 1886), Medgé (Roma, 1888) e Lionella (Milano,
1891) su libretti di F.Fontana.
ANDREA CHÉNIER, 28 MARZO 1896 83
Caro Luigi,
i miei rallegramenti per Martire, ed anche il mio
rumoroso applauso alle due chiamate...
Benissimo.
Intanto per il mio libretto non mi hai dato più
notizie.
Perché ?
E’ necessario che tu me ne dica qualche cosa, e se
credi che io debba venire a Milano dimmelo, perché parto
presto e verrò a ritirarlo, e a sentire da te a voce le tue idee,
ecc. ecc.
Sarebbe tempo per me di cominciare a lavorare.
Principia ad annoiarmi moltissimo questo mio stato di
inoperosità.
Dunque, aspetto da te anche un rigo e, se occorre,
anche la sola parla: vieni.
Ti abbraccio.
E Massenet:
Carissimo Illica,
mi sarà impossibile venire da te nel pomeriggio, e
verrò domani; però mi fa piacere di scriverti subito che ieri
ho suonato a Sonzogno (che era furibondo con me per non
essermi fatto vedere dalla mattina !) la musica del secondo
atto, e ne ha avuto ottima impressione. Gli è veramente
piaciuta, tanto che mi ha detto Barilati 35 che gli pareva
impossibile fossi lo stesso autore di Regina Diaz.
A domani.
35
Alessandro Barilati, impresario teatrale e uomo di fiducia del
Sonzogno.
ANDREA CHÉNIER, 28 MARZO 1896 91
era accorto. Ma la sua indole bonaria e pacata non gli
consentiva di fronteggiare questi attacchi come le
circostanze richiedevano. Ed allora chiedeva aiuto
all’Illica, interessato quanto lui alla buona sorte
dell’opera, che godeva di un prestigio maggiore e che,
soprattutto, sapeva di più farsi sentire.
Infatti nel dicembre ‘95, sia pure con il “Lei”,
Giordano scrive ad Illica, che è fuori Milano impegnato
con le prove di Bohéme di Puccini, di prossimo
allestimento a Torino:
36
si riferisce alla Ninon de Lenclos del compositore calabrese Gaetano
Cipollini, rappresentata al teatro Lirico il 3 dicembre e subito ritirata per
l’esito completamente negativo sia per il libretto che per la musica.
92 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
37
Rodolfo Ferrari (Staggia, Modena 1865 - Roma 1919) direttore
d’orchestra. A quel tempo già largamente affermato e molto vicino al
Sonzogno, del cui repertorio aveva tenuto a battesimo parecchie opere,
fra cui : L’amico Fritz e I Rantzau di Mascagni, I Medici di Leoncavallo,
Tilda di Cilea, e di Giordano la sfortunata Regina Diaz.
ANDREA CHÉNIER, 28 MARZO 1896 93
dell’estensione, i numerosi passi di difficile intonazione,
resero non facile la individuazione di un tenore che
sapesse rendere al meglio la parte di Chénier.
Tutto sembrava risolto quando Alfonso Garulli 38
accettò la parte.
Giordano già a fine dicembre 1895 cominciò ad
incontrarsi con lui, e così ne diceva ad Illica:
...
Sono stato oggi da Garulli e gli ho fatto sentire la
parte. Gli è piaciuta moltissimo e mi ha ripetuto la stessa
frase della Carrera 39 : “Se le altre parti hanno di questa
musica, sarà un successone”. E’ rimasto contentissimo, mi
ha invitato a pranzo domani ma io ho rifiutato. Andrò
invece dopodomani, ma se potessi evitarlo sarei contento
perché ho capito che vorrebbe addossarmi la moglie 40.
...
38
(Bologna 1866 - 1915) celebre tenore. Disponeva di una voce di
timbro chiaro e di genere lirico-leggero, per di più con una estensione
piuttosto limitata. Ma a tutto ciò sopperiva con un sapiente uso della
mezzavoce, con la soavità e la morbidezza del fraseggio, con un gusto
squisito delle sfumature e un abbandono, nel genere lirico, sempre
accompagnato da una purezza di stile. Grazie a queste caratteristiche,
dopo aver fatto di Carmen il punto di partenza verso il repertorio spinto,
fu soave interprete del Lohengrin, della Favorita, dei Pescatori di perle,
del Mefistofele, di Cavalleria rusticana e dei Pagliacci.
39
Evelina Carrera (Barcellona 1870 - 193...) notissimo soprano, a quel
tempo già applaudita in importanti teatri di tutto il mondo, cantando un
repertorio fondamentalmente lirico con puntate in quello drammatico. Fu
lei, alla Scala e in molti altri teatri italiani e stranieri, la prima
Maddalena di Coigny.
40
Ernestina Bendazzi-Secchi-Garulli, figlia della celebre Luigia
Bendazzi. Cantava spesso a fianco del marito, con il quale condivise
molti successi.
94 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
Carissimo Illica,
io ti aspetto perché le prove dello Chénier desidero
che incomincino dal 1° febbraio.
Pretendo un mese di prove. Non si può farne di
meno.
Scrivimi quando hai l’intenzione di ritornare.
...
Ed ora passiamo allo Chénier, ultima cartuccia di
Sonzogno in questa Stagione.
Andai a Cremona e non mi piacque il tenore
propostomi 41.
Fin ora niente è stabilito e la tua assenza è un
danno.
Io non ho lo spirito di gridare, e tutti se ne
strafottono.
Mentre lo Chénier è ancora un’incognita, e non
bisognerebbe trascinarlo, specie dopo questa serata... 42
Non si ripeterà più la Navarrese, né si farà la
Carmen. Sabato di nuovo Sansone e Dalila.
Torna presto ! Torna presto ! Torna presto !
Ti saluto.
Caro Illica,
le parti sono distribuite tutte ad eccezione del
tenore (che ancora non si sa chi dovrà essere...). Si è
scritto a Durot 43.
Poi, figurini, scene, attrezzi, costumi niente...
Niente ! Niente !
41
Pietro Zeni, che tra il dicembre 1895 e il febbraio 1896 aveva cantato
al teatro Ponchielli, con Salomea Krusceniski e il baritono Andrés de
Segurola, in Manon Lescaut, Ugonotti e Marion Delorme.
42
era fallita alla Scala la prima in Italia della Navarrese di Jules
Massenet.
43
Eugenio Durot. Aveva debuttato nelk 1883 a Forlì nella Gioconda. In
quel momento si trovava a Kiev per l’Ebrea di Halévy. Non cantò alla
prima in Italia, ma fu il primo interprete dello Chénier nell’America del
Nord, all’Academy of music di New York, il 15 novembre 1896.
ANDREA CHÉNIER, 28 MARZO 1896 99
Caro mio, se non vieni qui tu è un affare serio.
Quando vado per parlare mi si risponde:
“Aspettiamo che venga Illica”, ed io rispondo:
“Aspettiamo” ! E così passano i giorni e le settimane.
Ma il fatto, o meglio, la catastrofe di ieri alla Scala
farà fare le cose molto meglio. Vedrai !
Le due opere che mi davano fastidio erano la
Navarrese e la Carmen. Paf !... andate per aria in un
baleno tutte e due perché la Frandin non canterà più e
Sonzogno non metterà un’altra 44 .
Succederà tutto questo perché Chénier è il
predestinato ? Chi lo sa... Però è molto strano quello che
accade.
Ti aspetto e ti abbraccio.
44
In realtà Carmen fu di nuovo rappresentata il 23 febbraio, interpreti
Ida Rappini, Paolina Leone (Micaela), Francesco Vignas (Don Josè),
Mario Sammarco (Escamillo). Ma Sonzogno avrebbe potuto risparmiare
la spesa perché fu di nuovo un fiasco. Le manifestazioni di dissenso
furono così accese che il sipario dovette calare, per non più rialzarsi, a
metà del terzo atto.
45
Giuseppe Borgatti (Cento, Ferrara, 1871 - Reno, Lago Maggiore,
1950) tenore. Partecipò nel 1899 alla prima italiana del Sigfrido di
Wagner, diretta alla Scala da Toscanini, e da allora si dedicò
prevalentemente alle opere wagneriane in cui fece valere il timbro pieno
e caldo.
100 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
Trama dell’opera
Un dì all’azzurro spazio
.....................................
106 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
Ora è trionfo.
Il pubblico si alza in piedi, applaude
fragorosamente, urla di piacere come poche volte è poi
accaduto in quel grande tempio dell’arte.
Non smette di applaudire, per lungo tempo, ed
acclama il bis.
L’opera ha vinto.
Le manifestazioni di consenso e di applausi
trionfali durarono per tutta la rappresentazione.
Il successo era andato molto, molto oltre le
speranze dello stesso Giordano.
A sipario calato Sonzogno, finalmente, abbracciò
commosso Giordano, raccogliendolo tra i suoi prediletti.
Giordano, esausto e sfinito sia nelle forze che
nell’animo e nelle tasche, chiese all’Editore di pagargli
due telegrammi urgenti, che apposta contenne in
pochissime parole, diretti l’uno a Napoli e l’altro a
Firenze.
Quello per Napoli, diretto ai genitori, diceva:
Cent'anni di vittorie.
VII.
Casa Sonzogno
N
on è fuori luogo spiegare come e perché le
fortune d'un compositore di teatro erano legate
alla impresa editoriale.
In quegli anni non esisteva ancora la SIAE.
Essa è la Società che introita attualmente il danaro
pagato dagli organizzatori per la esecuzione delle opere
musicali, e che ne distribuisce una quota agli Editori ed
un'altra agli Autori delle musiche eseguite.
Ancora oggi il significativo ricavo commerciale
d'una partitura d'Opera non promana dalla vendita degli
spartiti musicali di cui è composta.
Gli spartiti sono costituiti dalle separate pagine
musicali destinate ai vari strumentisti dell'orchestra e del
coro, e dalla partitura d'insieme.
Questo materiale, commercialmente, non avrebbe
alcuna possibilità di divulgazione, se non nella ipotesi di
un allestimento dell'opera, che è impresa al di sopra della
possibilità di mercato di un singolo artista, o di piccoli
gruppi musicali, o di piccole Associazioni concertistiche.
Sicché gli esigui proventi di una provvigione sulle
vendite degli spartiti non sarebbero nemmeno oggi in
alcun modo sufficienti a consentire al compositore un
guadagno apprezzabile.
L'allestimento di un'Opera è un vero e grosso
investimento, oggi realizzato da grandi Enti pubblici con il
contributo dello Stato, ma al tempo del verismo tale
investimento era realizzato ad iniziativa di un Editore
musicale, il quale ricavava proventi sia dal bigliettaggio,
CASA SONZOGNO 117
che dal noleggio diretto degli spartiti alle imprese teatrali
che -dopo la prima esecuzione e per molti anni- ne
effettuavano repliche in tutto il mondo.
Gli spartiti d'orchestra non sono quindi soggetti a
distribuzione commerciale ed acquisto nei negozi (salvo
che nelle edizioni tascabili a scopo di studio), e devono
essere (ancora oggi) ogni volta noleggiati presso l'Editore
che ne ha acquistato i diritti dal compositore, fino a 75
anni dalla morte di quest'ultimo.
La sussistenza ed il guadagno economico di un
compositore d'Opera -in epoca verista- si basava quindi su
uno speciale modello di rapporto contrattuale diretto con
l'Editore.
L'Editore corrispondeva all'Autore una cifra
mensile, in genere per un anno o due, nel periodo di tempo
necessario a comporre l'Opera. E questo importo
complessivo costituiva il prezzo di cessione della
proprietà della musica all'Editore. Ma non era tutto.
Questo era quello che oggi chiameremmo il
minimo garantito.
Sul ricavato di tutti i noleggi che -per tutta la vita
del compositore- l'Editore avrebbe conseguito, veniva poi
erogata annualmente al compositore una percentuale che
in genere si aggirava sul 25 per cento.
Ci si rende ben conto di quanto fosse determinante
per un Compositore poter disporre di una cifra mensile,
allo scopo di dedicarsi serenamente alla composizione
delle opere e di quanto fosse determinante il rapporto con
un Editore disposto ad investire nell'allestimento
dell'Opera composta.
L'Editore -imprenditore culturale ed Autorità nel
mondo dello spettacolo e dell'Arte- aveva poi anche
l'opportunità di organizzare e realizzare attività di
promozione degli Autori consociati, ne favoriva l'incontro
con altre personalità della cultura, organizzava convegni,
118 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
46
uno dei personaggi dell’Aida di G.Verdi.
47
uno dei personaggi dell’Elisir d’amore di G.Donizetti.
48
uno dei personaggi del Trovatore di G.Verdi
CASA SONZOGNO 119
Fu fondata a Milano al crepuscolo del 1700 da
Giovanni Battista Sonzogno 49, e cominciò a farsi un nome
dal 1818, con la collana Storici greci volgarizzati e I
viaggi di Cook.
La musica entrò solo in un secondo tempo negli
affari di famiglia.
Vi entrò nel 1874, con la pubblicazione di opere
note ridotte al pianoforte nelle collane La musica per tutti,
Il teatro musicale giocoso e Il Florilegio
melodrammatico, a cura del critico musicale de Il Secolo,
il musicologo e compositore Amintore Galli.
Il Secolo fu il primo vero gioiello di famiglia: un
quotidiano d'ispirazione repubblicana che, nella Milano
della seconda metà dell'800, con 250 mila abitanti,
raggiunse alla fine del secolo 150 mila copie di tiratura
divenendo il quotidiano italiano più diffuso.
Fu un'idea del nipote del fondatore di Casa
Sonzogno, Edoardo 50 , che divenne poi un personaggio
fondamentale della avventura verista.
Il fratello Raffaele faceva parte degli Scapigliati e,
dopo essere stato coinvolto in uno scandalo politico, nel
1871 fuggì a Roma e aprì un nuovo quotidiano, La
Capitale. Ma la sua vita sarà spezzata quattro anni dopo
per mano di un sicario del deputato Luciani, amante della
moglie e suo avversario politico.
Nandi Ostali 51 , che nel 1984 prese le redini
dell'azienda, nel bel libro sulla storia di Casa Sonzogno,
49
Venezia 1760 - Milano 1822. Ebbe due figli, Francesco e Lorenzo
(Milano 1803 - 1874), soci fino al 1926, e successivamente attivi
ciascuno in proprio. Da Lorenzo nacque Edoardo, che nel 1861 rileva
l’attività del padre.
50
Milano 1836 - 1920. Figlio di Lorenzo si ritirò dagli affari nel 1909.
51
nata Bonini, attuale amministratore della Casa Editrice moglie di Enzo
Ostali, figlio di Piero Ostali (che nel 1923 rilevò l’azienda dalla vedova
di Lorenzo Sonzogno.
120 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
52
Victor-Marie Hugo (Besancon 1802 - Parigi 1885) poeta,
drammaturgo e romanziere francese. Dominò tutta la letteratura francese
del XIX sec. ed esercitò una notevole influenza sul pensiero europeo del
suo tempo.
53
Alexandre Dumas (1824 - 1895) figlio dell’omonimo genitore
(anch’egli affermato quale romanziere e drammaturgo), a sua volta
autore drammatico e romanziere. Esordì nel 1852 col dramma La dame
aux camélias, derivato dall’omonimo romanzo che egli aveva pubblicato
nel 1848. In Italia divenne popolarissimo, specie dopo che Verdi ne ebbe
tratto lo spunto per La Traviata.
54
Jacques Offenbach (1819 - 1880) compositore teatrale tedesco. E’
considerato, con Hervé, il creatore della operetta francese, gaia e briosa,
talvolta frivola, espressione della vita spensierata del Secondo Impero.
55
Florimond Hervé (pseudonimo di Florimond Ronger, 1825 - 1892)
musicista francese. Scrisse circa sessanta operette alcune delle quali
divenute popolarissime in Italia (L’oeil crevé, Mamzelle Nitouche, Fla-
Fla, Le nouvel Aladin).
56
Alexandre-Charles Lecocq (1832 - 1918) musicista francese. Compose
in prevalenza musica operettistica, raggiungendo grande notorietà con
La fille de Madame Angot.
57
Ambroise Charles Louis Thomas (1811 - 1896) musicista francese.
Soggiornò in Italia dove vinse il Premio di Roma. Tornato a Parigi si
dedicò alla composizione di opere teatrali. Ebbe allievi il Massenet ed il
Bizet.
58
Hector Berlioz (1803 - 1869) compositore francese.Soggiornò a Roma
nel 1831-32 ed ottenne il Prix del Rome. Svolse anche attività di critica
musicale e di direttore d’orchestra. Ebbe la stima, l’amicizia e
l’ammirazione di Liszt, Wagner e Paganini.
59
Charles-Camille Saint-Saens (Parigi 1835 - Algeri 1921) compositore,
organista e pianista francese.Realizzò una produzione musicale
imponente e particolarmente pregevole.
CASA SONZOGNO 121
Alla prima rappresentazione italiana, in un palco,
c'era Friedrich Nietzsche 60 , che scrisse: "Per me, un vero
avvenimento. Durante queste quattro ore ho compreso più
cose che non abitualmente in quattro settimane. Onore al
Signor Sonzogno!".
Nel 1882 Edoardo avviò il mensile d'informazione
dello spettacolo La Musica Popolare, l'anno dopo
sull'altro periodico di famiglia, Teatro illustrato, vennero
indetti concorsi per opere nuove.
Obiettivo: formare un proprio repertorio italiano.
Così comincio la "favola" di Cavalleria Rusticana,
che nel 1889 venne premiata al concorso Sonzogno del
1888.
La prima opera di Mascagni.
Un trionfo assoluto al vecchio Costanzi di Roma
per quello che presto divenne il "simbolo" del verismo
musicale.
Seguirono altri successi: Pagliacci e Zazà di
Leoncavallo, Andrea Chénier e Fedora 61 di Giordano,
L'Arlesiana e Adriana Lecouvreur di Cilea e ancora
Mascagni con L'amico Fritz e Guglielmo Ratcliff 62 .
Per consolidare la Giovane Scuola Italiana,
Edoardo acquistò il teatro La Canobbiana ribattezzandolo
Teatro Lirico Internazionale.
"A cavallo del secolo" scrive la Ostali " l'impero di
Edoardo è al massimo del suo splendore, ma lentamente
inizia anche il suo declino. L'immensa mole dell'impresa
60
Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844 - 1900) filosofo tedesco. Fu
romantico e adoratore del classicismo, ossessionato da eroica volontà di
grandezza e assetato di libertà spirituale. Scrisse Così parlò Zaratustra,
Superuomo, Al di là del bene e del male, Genealogia della morte,
Anticristo.
61
melodramma in tre atti di U.Giordano, libretto di A.Colautti, tratto dal
dramma omonimo di V.Sardou. Prima rappresentazione: Milano, Teatro
Lirico, 17 novembre 1898.Sop. Gemma Bellincioni, Ten. Enrico Caruso.
62
dall’omonimo romanzo di Heine, su libretto di Targioni-Tozzetti e
Menasci. Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 1895.
122 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
63
Milano 1871 - Montecatini 1915.
64
Milano 1877 - 1920.
65
Ermanno Wolf-Ferrari (Venezia 1876 - 1948) compositore. Musicista
colto e raffinato, del tutto estraneo sia alle suggestioni del teatro verista
che alle problematiche delle avanguardie europee del tempo. Fu invece
incline ai modi arcaicizzanti e sensibile alla lezione del Falsaff verdiano.
Tra i suoi componimenti: l’oratorio La vita nuova, Le donne curiose (da
Goldoni), I quattro rusteghi (da Goldoni), Il segreto di Susanna, ecc.
66
Engelbert Humperdinck (1854 - 1921) compositore tedesco. Fu anche
critico musicale.Subì l’influenza wagneriana, ma in modo personale ed
indipendente. Nella sua opera più nota (Hansel und Gretel (1893), ancor
oggi frequentemente rappresentata) elaborò con abile tecnica strumentale
canzoni infantili e filastrocche popolari.
67
Richard Strauss (Monaco 1864 - Garmisch 1949) compositore tedesco
di fama internazionale. Il nucleo della sua composizione strumentale è
rappresentato dai Poemi Sinfonici. Talento precocissimo, fu maestro
sostituto all’Opera di Monaco e Kapellmeister alla corte di Weimar,
nonché direttore alla corte di Monaco ed alla regia cappella di Berlino.
68
Nikolaj Rimskij-Korsakov ( 1844 - 1908) compositore russo.
Componente del gruppo dei Cinque (Balakirev, Cui, Mussorgskij,
Rimskij-Korsakov, Borodin). Nella sua musica ha ricercato gli elementi
melodici ed armonici più profondamente connaturati col canto del
popolo russo. Era disinteressato ad ogni ideale di bel suono e di
perfezione stilistica in senso tradizionale.Tra i componimenti più noti: La
suite sinfonica Shéhérazade (1888) e l’ouverture della Grande Pasqua
russa (1888).
CASA SONZOGNO 123
delle periodiche liti giudiziarie fra Mascagni e Edoardo,
Lorenzo induce il compositore livornese a passare nella
sua nuova casa con Parisina, su testi di D'Annunzio.
Quando Riccardo nel 1915 venne improvvisamente
a mancare nell'abitazione di Leoncavallo, Lorenzo
riunisce le due imprese musicali con il nome di Casa
Musicale Sonzogno Soc. An., ma cinque anni dopo
muoiono Edoardo e Lorenzo.
Nel 1923 la Casa rischia la liquidazione con la
prospettiva di cessione a un gruppo finanziario tedesco.
La dispersione del patrimonio artistico di Casa
Sonzogno, il miglior amico della musica insieme a
Ricordi 69 e Lucca 70 , è stata scongiurata dall'industriale
cotoniero Piero Ostali , che conosce la materia per aver
studiato organo, violino e composizione.
"Nella mia prima preistoria operistica" ha detto il
direttore d'orchestra Gianandrea Gavazzeni 71 " avevo
sentito molto parlare delle vicende anteriori all'entrata di
Piero Ostali nella Casa Sonzogno. Gli intrighi dei
passaggi di proprietà dentro la famiglia Sonzogno, i litigi,
le estromissioni, senza che fosse mai chiaro il passaggio
69
casa editrice fondata a Milano nel 1808 da Giovanni Ricordi, e
successivamente diretta ed ampliata dai successori Tito (1811-88), Giulio
(1840-1912), e Tito II (1865-1933). Dal 1919 essa fu diretta da
amministratori estranei alla famiglia e la sua attività si estese, mediante
un gruppo di società affiliate, a molti paesi del mondo. Dal 1956
l’azienda si è configurata come SpA, affiancando all’attività tradizionale
nuovi settori. Il gruppo di maggioranza dei soci, oggi, è rappresentato da
una multinazionale tedesca.
70
Francesco Lucca (Cremona 1802 - Milano 1872), editore. La sua casa
editrice fu fondata nel 1825, pubblicò diverse opere di Verdi (Attila, I
masnadieri, Il corsaro, il Nabucco in coproduzione con Ricordi).Alla
morte di Francesco la moglie Giovannina Strozza continuò l’attività
pubblicando tra l’altro L’anello del nibelungo e i Maestri cantori, ma nel
1888 fu costretta, dalla concorrenza di Ricordi, ad accettare la fusione
con la stessa.
71
Gianandrea Gavazzeni (1909 - 1996) direttore d’orchestra,
compositore e critico musicale.
124 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
72
Azio Corghi (1937 ) compositore. Attualmente è insegnante di
composizione all’Accademia di S.Cecilia.
73
Giorgio Ferrari (1925) compositore. Direttore, sino al 1994, del
Conservatorio di Torino.
74
Armando Gentilucci (1939 - 1989) compositore. Direttore, sino
all’anno della morte, dell’Istituto musicale di Reggio Emilia, rimasto
però per un breve periodo con la Sonzogno perché passato nelle fila
della Casa Ricordi.
75
Gianfranco Pernaiachi (1951) compositore.
76
Carlo Pedini (1956) compositore.
77
Marco Tutino (1954) compositore.
78
Lorenzo Ferrero (1951) compositore.
CASA SONZOGNO 125
Lo scorso anno nella scuderia Sonzogno è entrato
un cavallo di razza, un musicista popolare che contamina i
linguaggi come Franco Battiato 80 .
L'avventura continua.
79
Giovanni Sollima (1962) compositore.
80
(1945) cantante, compositore e autore di testi di canzoni.
126 ANDREA CHÉNIER: CENTO ANNI DI SPARTITO
Bibliografia