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Comune di Pesaro Ente Concerti di Pesaro

Ministero per i Beni e le Attivit Culturali Regione Marche, Giunta Regionale, Assessorato alla Cultura Fondazione Cassa di Risparmio Banca Marche

Teatro Rossini Pesaro

52 STAGIONE CONCERTISTICA

Comune di Pesaro Ente Concerti di Pesaro


Ministero per i Beni e le Attivit Culturali Regione Marche, Giunta Regionale, Assessorato alla Cultura Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro Banca Marche

52 STAGIONE CONCERTISTICA 2011/12

Teatro Rossini Pesaro

a preziosa lacrima ragurata nel manifesto della 52 Stagione Concertistica esprime lintensit di una commozione che solo la musica pu suscitare; sentimento che avremo occasione di rivivere in molteplici pagine di questa rassegna. Basterebbero i nomi di Uto Ughi, Gidon Kremer, Krystian Zimerman, per darle unindimenticabile impronta. Attorno a questi astri delluniverso musicale ruotano pianeti di assoluto rilievo che mantengono e rinsaldano leccellenza raggiunta in queste ultime stagioni. Purtroppo, i tagli feroci, la volgarit dilagante, laberrante considerazione che con la Divina Commedia non si mangia, espressa impunemente dal Minimangia, stro pi importante della Repubblica, potrebbero trasformare quella lacrima in indelebile rimpianto quando - come probabile - troveremo il nostro Teatro spento, il portone sbarrato con appeso questo cartello:

Il Teatro non serve a gnente


Guidumberto Chiocci Presidente Ente Concerti

Senza la sentita partecipazione dellAmministrazione Comunale - AssessoradellAmministrazione to alla Cultura e della Direzione dei Teatri, il contributo della Fondazione Teatri, Cassa di Risparmio, Banca delle Marche, Carifano, Banca dellAdriatico, Risparmio, Marche, Carifano, dellAdriatico, e degli altri sponsor, questa stagione non avrebbe potuto essere allestita. LEnte Concerti, LEnte Concerti, interpretando anche la gratitudine dei 6.000 spettatori della Stagione, sente il dovere di ringraziare tutti profondamente.

Ente Concerti di Pesaro

Indice
9 LEnte Concerti nomina Paolo Marzocchi compositore in residence della 52 Stagione di Concerti Orchestra Filarmonica Marchigiana Enrico Pace, Giampaolo Maria Bisanti Orchestra Filarmonica Marchigiana Uto Ughi, Alessandro Cervo Orchestra Filarmonica Marchigiana Coro Lirico Marchigiano Vincenzo Bellini Simone Baiocchi Budapest Mav Symphony Orchestra Carlo Pari, Federico Mondelci Balletto di Mosca Anna Ivanova e Aleksander Alikin Orchestra Filarmonica Marchigiana Donato Renzetti Orchestra Sinfonica G. Rossini Giovanni Sollima, Salvatore Percacciolo Danilo Rea Piano Solo Orchestra Sinfonica G. Rossini Eddie Daniels, Corrado Giuredi, Roberto Molinelli Giuseppe Albanese Omaggio a Debussy e a Liszt Bosso & Girotto Latin Mood Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Natalio Mangalavite, Luca Bulgarelli, Lorenzo Tucci, Bruno Marcozzi Orchestra Filarmonica Marchigiana Gidon Kremer, Giedre Dirvanauskaite Roman Kofman Omaggio a Woldemar Nelsson I Fiati dellOrchestra Sinfonica G. Rossini Noris Borgogelli Orchestra Filarmonica Marchigiana Daniil Trifonov, Johannes Wildner Schumann e Brahms Laura Marzadori Olaf John Laneri Krystian Zimerman Concerto Jazz per Lions Club Roberto Gatto Quintet Remembering Shelly Tributo a Shelly Manne Musica per i Diritti Umani 2012 Il diritto alla salute

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LEnte Concerti nomina

Paolo Marzocchi compositore in residence


della 52 STAGIONE DI CONCERTI

Artist in residence una denizione che la musica ha mutuato dallarte, una pratica che in quel campo ha avuto e ha ancora oggi ha avuto moltissima fortuna. Si tratta, in qualche modo, di una versione riveduta e corretta dellantico andare a bottega; con una dierenza non piccola, che quando pittori, architetti, scultori del passato soggiornavano presso i grandi artisti andavano per imparare il mestiere, mentre dallinizio del Novecento chi andava in residence lo faceva gi avviato spesso alla professione per avere lopportunit di frequentare latelier di un grande oppure, sempre di pi, presso una grande istituzione artistica, in modo non solo da confrontarsi non solo con chi larte la consumava, ma anche con chi la realizzava e col pubblico che lavrebbe goduta, realizzando cos opere che potevano avere immediato riscontro. Da tempo questo modello stato utilizzato anche nella musica, nei paesi anglosassoni nel Centro e nel Nord Europa: si dato cio la possibilit a un compositore (ma spesso anche a un esecutore o a gruppi da camera) di vivere quotidianamente allinterno di grandi istituzioni concertistico-teatrali o di grandi scuole o universit; di essere, insomma, nel vivo della produzione artistica, stare l dove la si fa, per potere comporre (nel caso dei compositori) e vedere immediatamente realizzata la propria opera. Lidea di istituire questa gura con un nuovo compositore di oggi, nato e formatosi nella nostra terra, pone quindi lEnte Concerti sul piano delle altre grandi analoghe istituzioni europee, ma soprattutto fa compiere a questa antica associazione musicale un salto in avanti verso il futuro della musica oltre la funzione imprescindibile di salvaguardare il passato e la storia. In questo senso la Stagione al di l dellirrinunciabile scopo di mantenere lasset sulla cultura musicale (particolarmente oggi), desidera arontare il presente programmando, a anco dei capolavori del repertorio no al Novecento storico, non solo la musica del nostro tempo, ma anche quella che verr. Listituzione di un musicista in residence favorisce la produzione di nuove opere mettendo in diretto contatto compositore, esecutore e pubblico, non solo per sostenere limpegno dei nuovi autori, programmandone gli ultimi lavori a anco delle loro opere gi consolidate ma anche per dire che esiste una musica classica di oggi, e quasi assicurandosi che ci sar musica anche domani. Federico Mondelci

PAOLO MARZOCCHI Pianista e compositore, Paolo Marzocchi nato ed ha studiato a Pesaro. considerato uno dei musicisti pi interessanti nel panorama italiano della musica contemporanea darte, verso la quale ha sviluppato un approccio multiforme e incurante delle barriere linguistiche. La sua formazione classica si presto arricchita delle esperienze pi diverse, dal teatro, al cinema, alla radio, no alle sperimentazioni con altri linguaggi e alla composizione pura, campo in cui ha ricevuto numerose commissioni per la realizzazione di opere pianistiche e orchestrali. Nella doppia veste di interprete e compositore si esibito con grande successo in sale prestigiose (KKL di Lucerna, Parco della Musica di Roma, Teatro Dal Verme di Milano, Arena di Verona, BKA Theatre di Berlino, Suntory Hall di Tokyo, Auditorium Paganini di Parma, Teatro dellOpera di Roma, Teatro delle Muse di Ancona, Biennale di Venezia etc.). Proprio per questo duplice ruolo di compositore/esecutore, stato avvicinato dalla critica alla gura del pianista e compositore ottocentesco, ormai quasi scomparsa: nei suoi concerti le proprie composizioni sono frequentemente accostate a pagine del grande repertorio e rarit pianistiche. Tra queste ultime, un posto a parte merita senza dubbio il lavoro compiuto su Julius Reubke, geniale e sfortunato allievo di Liszt di cui Marzocchi ha pubblicato ledizione critica dellopera pianistica (Rugginenti 2008) e un cd con lintegrale delle musiche per pianoforte e organo, insieme allamico organista Luca Scandali (CPO, 2009). Paolo Marzocchi collabora stabilmente con diversi artisti, tra cui il direttore Michele Mariotti, il regista Henning Brockhaus, il poeta Gianni DElia, i videoartisti Cristiano Carloni e Stefano Franceschetti, il cornista e direttore dorchestra Alessio Allegrini, il regista Michal Kosakowski, lo scrittore e critico Guido Barbieri, il direttore dorchestra Alberto Zedda. Le sue composizioni sono pubblicate dalla Casa Musicale Sonzogno e Rugginenti Editore. Marzocchi ha anche insegnato per pi di dieci anni allUniversit di Macerata e alle Accademie di Belle Arti di Urbino e Macerata. Frequentatore e appassionato di tutte le discipline che ruotano attorno alla musica, spesso invitato anche in veste conferenziere, musicologo e divulgatore. Fa parte del movimento dei Musicians for Human Rights, attraverso il quale impegnato attivamente in progetti legati allistruzione musicale e alla sensibilizzazione sociale, e alla creazione di orchestre e cori giovanili.

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Fra i prossimi impegni si segnalano: Febbraio 2012, Teatro La Fenice di Venezia, prima esecuzione di un pezzo sinfonico su commissione della Fondazione Teatro La Fenice. Febbraio 2012, Berlino, uscita del lm sperimentale ZerOKilled di Michal Kosakowski con musiche di Paolo Marzocchi. Aprile 2012, recital monograco per il Festival della Cultura di Bergamo.

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Venerd 18 novembre 2011 ore 21.00

Orchestra Filarmonica Marchigiana ENRICO PACE pianoforte GIAMPAOLO MARIA BISANTI direttore
Tonino Tesei (1961) Canone sinfonico (Omaggio a Liszt) Franz Liszt (1811-1886) Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in mi bem. magg. S 124 Allegro maestoso Quasi adagio - Allegretto vivace - Allegro animato Allegro marziale animato

Franz Liszt Totentanz (parafrasi del Dies Irae) per pianoforte e orchestra S 126 Camille Saint-Sans (1835-1921) Danse macabre, poema sinfonico op. 40 macabre, Franz Liszt Les prludes (daprs Lamartine), poema sinfonico S 97 Lamartine),

estrosa personalit di Franz Liszt, tra i pianisti compositori pi signicativi del Romanticismo, non pot essere racchiusa in un ambito ristretto ma richiese come palcoscenico lintero mondo: cos egli ide il recital pianistico e adott nella sua musica solistica soluzioni che portarono sulla tastiera eetti mai sentiti prima, ma perfetti per attirare lattenzione degli spettatori verso il virtuoso capace di eseguirle. La sua straordinaria fantasia e inventiva non pot a lungo rimanere imbrigliata nemmeno nelle forme tradizionali per orchestra, con o senza solista. Intanto ide un nuovo tipo di concerto dove, come accade nel Concerto n. 1 (1855), il titano-solista occupa dallinizio alla ne pi spazio possibile, distruggendo la

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dialettica cos faticosamente raggiunta dal classicismo. E poi invent un nuovo genere, il poema sinfonico, composizione senza una forma predenita, ma strettamente collegata a riferimenti extramusicali, e che prende ispirazione da testi letterari (come Les Prludes, ispirati a Lamartine, del 1856), da personaggi di cui si vuole tratteggiare il carattere, di pitture o illustrazioni alle quali si cerca un corrispettivo musicale, nellidea di far convergere tutte le arti in una sfera superiore dove la musica, in quanto ineabile, si arroga il diritto alla priorit e alla sintesi suprema. Inne cre uno strano modello formale nel quale entrambe le concezioni si intrecciano, come accade in Totentanz (1849, dove il pianoforte solista ma fa anche parte dellorganico orchestrale) pagina con intento descrittivo, ispirata al Trionfo della morte arescato dallOrcagna nel Camposanto di Pisa. E se questa pagina di Liszt illustrazione quasi neogotica della terribilit della morte costruita con cinque variazioni sul Dies Irae gregoriano, elaborato e parafrasato no allenorme fragore conclusivo, la Danza Macabra di Saint- Sans (1875) invece piccolo gioiello di sarcasmo ed ironia, nello stile ranato e pungente che caratterizza lo stile dellautore, che si ispira non alle visioni terribili della morte ma al grottesco poemetto nel quale la Morte (un po in ribasso) suona un violino scordato allinterno di un cimitero. In apertura del concerto, quasi a sottolineare il protagonista di tutta la serata, Omaggio a Liszt, prima esecuzione del marchigiano Tonino Tesei, docente, pianista ma, soprattutto, compositore internazionale grazie ai numerosi prestigiosi premi conseguiti e alle sue composizioni, eseguite ed apprezzate sui palcoscenici di tutto il mondo. ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA LOrchestra Filarmonica Marchigiana, fondata nel 1985 (dal febbraio del 2000, insieme alla Regione Marche e allUniversit degli Studi di Ancona, Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, FORM), dal 1987 una delle dodici Istituzioni Concertistiche Orchestrali Italiane. Opera in regione con stagioni liriche e sinfoniche, rassegne cameristiche e concerti per le scuole ed partner dei concorsi musicali internazionali regionali. Attenta alla valorizzazione dei compositori marchigiani, ha ideato Le Marche Parco Europeo della Musica. Dal 1998 orchestra principale del Festival Snow & Symphony di St. Moritz, assieme a grandi solisti e giovani talenti. Numerose le apparizioni televisive e le incisioni discograche: tra esse gurano pagine di Pergolesi, Strauss, Rossini, Mozart, Verdi, tutte guidate dal suo direttore artistico Gustav Kuhn. ENRICO PACE Nato a Rimini, ha studiato pianoforte con Franco Scala, prima al Conservatorio Rossini di Pesaro e, successivamente, allAccademia Pianistica di Imola. Dopo la vittoria (1989) del concorso Liszt di Utrecht, si esibito in tutta Europa, dal Concertgebouw di Amsterdam alla Scala di Milano, dal festival di Brescia/

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Bergamo a quelli di La Roque dAnthron, Rheingau e Husum, da Berlino al Sud America. Ha suonato con orchestre prestigiose (le larmoniche di Rotterdam, della Radio Olandese, di Varsavia, della BBC, le Sinfoniche di Sydney e Melbourne, la Berliner Sinfonie-Orchester, MDR ecc.) collaborando con direttori di fama quali Kreizberg, Foster, Elder, Inbal, Skrowaczewski. Agli impegni solistici aanca unintensa attivit cameristica che lha visto collaborare con Quartetto Keller, Quartetto RTE Vanbrugh, Quartetto Prometeo e la cornista Marie Luise Neunecker, prendendo parte a vari festivals internazionali. Col violinista Frank Peter Zimmermann ha dato recital in Europa, Estremo Oriente e Sud America ed ha eettuato registrazioni radiofoniche e discograche per Sony Classical. GIAMPAOLO MARIA BISANTI Milanese, si diplomato con il massimo dei voti nel 1997 e nel 1998 ha vinto lo Stage per Direttori dOrchestra ai Pomeriggi Musicali di Milano. Ha debuttato oltre trenta titoli operistici (da Gluck a Mozart, da Verdi a Puccini) e diretto pi di 300 concerti con musica di repertorio e di avanguardia. Ha vinto numerosi concorsi internazionali tra i quali spicca il Dimitri Mitropoulos, grazie al quale ha potuto iniziare una carriera internazionale che lo ha portato sui principali palcoscenici italiani (Ravenna, Padova, Milano, Bologna, Venezia, Firenze, Napoli, Genova) e internazionali, in Europa, Giappone e Stati Uniti, in stagioni concertistiche ed operistiche e in importanti festival internazionali, sempre con grande successo di critica e pubblico.

Giampaolo Maria Bisanti

Enrico Pace

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Concerto realizzato con la collaborazione di

Mercoled 30 novembre 2011 ore 21.00

Orchestra Filarmonica Marchigiana UTO UGHI violino

ALESSANDRO CERVO primo violino concertatore


Ludwig van Beethoven (1770-1827) Concerto per violino e orchestra in re magg. op. 61 Allegro ma non troppo Larghetto Rond (Allegro)

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Sinfonia n. 29 in la magg. K. 201 Allegro Andante Minuetto Allegro con spirito Gaetano Pugnani / Fritz Kreisler Preludio e Allegro per violino e orchestra

n monumento della letteratura violinistica, il Concerto di Beethoven (1806) apre questa serata eccezionale di musica e di virtuosismo. Un capolavoro che alla prima esecuzione non riscosse successo, al punto che un critico scrisse: Se Beethoven continua su questa strada non andr daccordo col pubblico. Perch questo riuto cos totale di una pagina che nel 1844 otterr la sua consacrazione grazie a un quattordicenne di nome Joseph Joachim sotto la direzione di Felix Mendelssohn? Perch il concerto si distacca dalla tradizione nella struttura e nellampiezza ma anche, e soprattutto, nel nuovo rapporto tra il violinista e lorchestra posti denitivamente sullo stesso piano musicale. Fino a quel momento, nel concerto, si distinguevano nettamente e quasi simbolicamente la massa indistinta (lorchestra) e il genio individuale (il solista), al punto da portare la scrittura solistica ai limiti estremi. Beethoven invece cambia tutto e propone una compenetrazione sinfonica tra solista e or-

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chestra, cancella lesibizione ne a se stessa e trasforma il virtuosismo in materiale da costruzione allinterno di una pi ampia visione musicale. Ci avviene gi nel vastissimo primo tempo, introdotto da cinque colpi di timpano, dove gli interventi del solista non sono mai dimostrazione pleonastica di virtuosismo acrobatico, ma elementi sempre essenziali alla costruzione della struttura. Con lorchestra a ranghi ridotti, nel secondo tempo il solista pu dare mostra di tutte le sue capacit espressive, mentre nel tradizionale rond conclusivo il tema ci trasporta nel mezzo di una danza paesana, giubilante e festosa. A anco di un grande concerto una celebre pagina mozartiana, la Sinfonia K. 201 (1774), nella quale il compositore cambia denitivamente laspetto di questa forma di intrattenimento facendone summa ideale del classicismo viennese. Personalissima per la concezione di scrittura, per la chiarissima estroversione e loriginalit, per la felicit degli esiti e per lo slancio ritmico, essa mostra una nuova e interessantissima coesione costruttiva, che collega primo e ultimo tempo con lelemento ritmico melodico dellottava e delle note ribattute. Un nucleo saldissimo cui fanno da contraltare i due movimenti centrali, luno intensamente espressivo e laltro che arricchisce il consueto minuetto con un tema puntato e la seriet dei richiami dei ati. Inne, con quel gusto dellepoca che recupera lantico attraverso la nostalgia, Kreisler recupera il Pugnani e lo adatta alle orecchie del pubblico del Novecento in una pagina perfetta per chiudere in bellezza questa serata in compagnia di un grande virtuoso. ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA LOrchestra Filarmonica Marchigiana, fondata nel 1985 (dal febbraio del 2000, insieme alla Regione Marche e allUniversit degli Studi di Ancona, Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, FORM), dal 1987 una delle dodici Istituzioni Concertistiche Orchestrali Italiane. Opera in regione con stagioni liriche e sinfoniche, rassegne cameristiche e concerti per le scuole ed partner dei concorsi musicali internazionali regionali. Attenta alla valorizzazione dei compositori marchigiani, ha ideato Le Marche Parco Europeo della Musica. Dal 1998 orchestra principale del Festival Snow & Symphony di St. Moritz, assieme a grandi solisti e giovani talenti. Numerose le apparizioni televisive e le incisioni discograche: tra esse gurano pagine di Pergolesi, Strauss, Rossini, Mozart, Verdi, tutte guidate dal suo direttore artistico Gustav Kuhn. UTO UGHI Nato a Busto Arsizio, Ughi da oltre mezzo secolo uno dei pi grandi talenti musicali e violinistici del mondo. La sua carriera iniziata a dodici anni e da quel momento non ha avuto soste: ha tenuto concerti in tutto il mondo, nei principali Festival con tutte le pi rinomate orchestre sinfoniche sotto la guida dei direttori pi celebri della storia (da Prtre a Celibidache, da Mehta a Sawallish da Barbirolli a Chung ecc.). Considerato tra i maggiori violinisti del nostro

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tempo, Ughi lautentico erede della secolare tradizione violinistica italiana, ma anche impegnato nella diusione e nella promozione della musica, oltre che nella salvaguardia del patrimonio artistico nazionale (ricordiamo i festival Omaggio a Venezia e Omaggio a Roma) e nella valorizzazione dei giovani talenti. La sua attivit discograca comprende tutti i capolavori del repertorio di Beethoven, Brahms, Mozart, Vivaldi, Paganini, Bach ecc., i concerti per violino e orchestra dal barocco al Novecento, il repertorio cameristico e solistico per il suo strumento. Suona un violino Guarneri del Ges del 1744, forse uno dei pi bei Guarneri esistenti, che possiede un suono caldo dal timbro scuro, e con uno Stradivari del 1701 denominato Kreutzer perch appartenuto allomonimo violinista dellOttocento.

Uto Ughi

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ALESSANDRO CERVO Nato nel 1974, diplomato in violino con il massimo dei voti al Conservatorio di Frosinone, si perfezionato con G. Franzetti, G. Cappone, G. Pieranunzi e L. Spierer. stato primo violino di spalla dellOrchestra Sinfonica di Roma della Fondazione Cassa di Risparmio, dellorchestra Haydn di Bolzano e Trento, dellInternazionale dItalia, della Nuova Scarlatti di Napoli ecc. con le quali ha spesso suonato come solista. Ha tenuto concerti in Europa, Asia e Sudamerica e ha collaborato con grandi solisti e direttori dorchestra (tra essi Rostropovich, Accardo, Oistrach, Mintz, Ughi). stato dal 1996 al 2001 fondatore e primo violino concertatore dellorchestra da camera XXI secolo di Viterbo e ha eseguito in prima assoluta brani di Clementi, Bussotti, Pennisi, De Pablo, e Bastianini gli ha dedicato il proprio concerto per violino, pianoforte e orchestra, eseguito a Roma con la Roma Symphonia. Ha inciso per le case discograche Egea Ricordi, Dinamic e Universal. Tiene corsi di perfezionamento come docente preparatore degli archi in stage internazionali (a Orvieto, Fermo e Saluzzo) ed attualmente violino di spalla dellOrchestra del Teatro Marrucino di Chieti. Attivo anche nella musica da camera in varie formazioni, alterna nei suoi concerti due preziosi strumenti realizzati da Stefano Scarampella nel 1904 e Antonio Sgarbi nel 1922.

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Sabato 17 Dicembre 2011 ore 17.30

NOTE DI SPERANZA 2011 Concerto di solidariet


In collaborazione con Ente Concerti di Pesaro, Rotary Club Pesaro FORM - Fondazione Orchestra Regionale delle Marche Col patrocinio di Provincia di Pesaro-Urbino - Comune di Pesaro Il Resto del Carlino

Orchestra Filarmonica Marchigiana Coro Lirico Marchigiano Vincenzo Bellini SIMONE BAIOCCHI direttore e concertatore

V. Bellini (1801-1835) Norma: Norma: Sinfonia G. Verdi (1813-1901) La battaglia di Legnano: Sinfonia Legnano: G. Verdi I Lombardi alla prima crociata: coro Oh Signore, dal tetto natio crociata: Oh G. Rossini (1792-1868) Guglielmo Tell: Ouverture Tell: G. Verdi Macbeth: Macbeth: Preludio G. Verdi Macbeth: Macbeth: coro Patria oppressa G. Verdi I Vespri Siciliani: Sinfonia Siciliani: G. Verdi Nabucco: Nabucco: Sinfonia G. Verdi Nabucco: Nabucco: coro Va pensiero G. Rossini Guglielmo Tell: Finale Tout change et grandit en ces lieux Tell:

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Il concerto sar introdotto da Maria Chiara Mazzi, critico musicale, docente di Storia della Musica al Conservatorio G. Rossini di Pesaro SIMONE BAIOCCHI Diplomato presso il Conservatorio di Pesaro in Composizione, Musica Corale e Direzione di Coro, Organo e Composizione Organistica ha partecipato a masterclass con docenti quali Piero Bellugi, Roberto Marini e Michael Radulescu e Domenico Bartolucci. Organista e maestro del coro presso la Cattedrale di Pesaro dal 1990 al 2000, lavora dal 2001 come maestro collaboratore al ROF ed ha unintensa attivit concertistica che lo ha portato in tutto il mondo. stato maestro di coro e direttore con molti complessi (Coro del Teatro della Fortuna di Fano, Coro Regionale A.R.Co.M, Coro da camera di Praga ecc.) e ha formato nel 2006 il Rossini Chamber Choir, il cui repertorio comprende capolavori dal Rinascimento (Palestrina, Allegri, Morales) ad oggi (Bach, Haydn, Mozart, Vivaldi, Rossini, Bartolucci) con o senza orchestra. autore di pagine per coro, organo, orchestra e formazioni cameristiche, musiche di scena per il teatro con lavori editi dalle Edizioni Carrara e dallAssociazione Italiana Santa Cecilia.

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Collabora col Maestro Domenico Bartolucci, direttore della Cappella Sistina, del quale ha diretto oratori e brani sinfonico-corali in prestigiosi appuntamenti (nel 2009 inaugurazione della stagione concertistica del Ponticio Istituto di Musica Sacra, nel 2011 cortile del Palazzo Ponticio di Castel Gandolfo, alla presenza di Sua Santit Benedetto XVI ecc.) trasmessi da emittenti quali Radio Vaticana, Rai I e Centro Televisivo Vaticano. I suoi Missa de Angelis e Tu es Petrus sono stati eseguiti il 4 luglio 2010 durante la celebrazione presieduta da Benedetto XVI a Sulmona. direttore artistico del World Organ Day Pesaro e Maestro di Cappella per le celebrazioni che si tengono presso la chiesa dei SS. Nomi di Ges e Maria a via del Corso a Roma. Nel 2012 sar maestro del coro lirico V. Bellini nella stagione 2011 2012 del Teatro delle Muse di Ancona e sar impegnato in registrazioni di musica vocale sacra per lemittente satellitare TV2000. Nel dicembre 2010 ha diretto il Rossini Chamber Choir e lOrchestra Filarmonica Marchigiana nel Messiah di Haendel presso il Teatro Rossini di Pesaro. CORO LIRICO MARCHIGIANO V. BELLINI Fondato ad Ancona nel 1887, no alla seconda guerra mondiale stato Coro Stabile al Teatro delle Muse della citt dorica. Composto da giovani marchigiani diplomati nei conservatori della nostra regione il coro collabora stabilmente con le principali stagioni liriche dei teatri marchigiani (Macerata Opera Festival, Teatro Pergolesi di Jesi) e si esibito in prestigiosi teatri in tutta Italia (Ascoli Piceno, Urbino, Piacenza, Mantova, Brindisi, Trento ecc.) oltre che al Teatro delle Muse di Ancona, dove prende parte alla stagione lirica.

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Ha partecipato a importanti produzioni con Macerata Opera (La Traviata, Turandot, Oberto Conte di San Bonifacio, Carmen), ha registrato CD (con opere quali Cos fan tutte, Don Giovanni e Norma) e video (Elisir damore, Les contes dHoman, Maria Stuarda, Macbeth ecc.) Partecipato col Teatro Pergolesi di Jesi alla riscoperta di opere poco note di compositori marchigiani (tra cui Giulietta e Romeo di Vaccaj, Ruy Blas di Marchetti, Ines De Castro di Persiani). Nel suo repertorio sono anche titoli signicativi del Novecento (La Gatta Cenerentola di De Simone, Neues von tage di Hindemith, Federico II di Tutino ecc.) e capolavori sacri e sinfonico-corali. Direttore del coro il M. David Crescenzi. ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA LOrchestra Filarmonica Marchigiana, fondata nel 1985 (dal febbraio del 2000, insieme alla Regione Marche e allUniversit degli Studi di Ancona, Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, FORM), dal 1987 una delle dodici Istituzioni Concertistiche Orchestrali Italiane. Opera in regione con stagioni liriche e sinfoniche, rassegne cameristiche e concerti per le scuole ed partner dei concorsi musicali internazionali regionali. Attenta alla valorizzazione dei compositori marchigiani, ha ideato Le Marche Parco Europeo della Musica. Dal 1998 orchestra principale del Festival Snow & Symphony di St. Moritz, assieme a grandi solisti e giovani talenti. Numerose le apparizioni televisive e le incisioni discograche: tra esse gurano pagine di Pergolesi, Strauss, Rossini, Mozart, Verdi, tutte guidate dal suo direttore artistico Gustav Kuhn. .

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Mercoled 4 gennaio 2012 ore 21.00

Budapest Mav Symphony Orchestra CARLO PARI pianoforte FEDERICO MONDELCI direttore
Michail Ivanovi Glinka (1804-1857) Russlan e Ludmilla, ouverture Ludmilla, Ptr Ili ajkovskij (1840-1893) Concerto per pianoforte ed orchestra n. 1 in si bem. min op. 23 Allegro non troppo e molto maestoso - Allegro con spirito Andantino semplice - Prestissimo Allegro con fuoco

Ptr Ili ajkovskij Sinfonia n. 4 in fa min. op. 36 Andante sostenuto - Moderato con anima Andantino in modo di canzona Scherzo. Pizzicato ostinato (Allegro) Finale (Allegro con fuoco)

un viaggio nella Russia dellOttocento quello proposto dal programma; un viaggio che inizia con Glinka, considerato il padre del nazionalismo russo per la sua capacit di mescolare le risorse della cultura europea con le caratteristiche melodiche e armoniche della musica popolare del proprio Paese. Esempio chiaro di questo stile lOuverture dal Russlan e Ludmilla (1842) nella quale la forma tradizionale viene arricchita alluso di melodie popolareggianti e di accenti di danza folklorica e dove il carattere vorticoso dei temi interrotto a tratti da momenti di cupa malinconia. La stessa posizione di conne tra Russia e Europa tipica di ajkovskij, che carica le forme storiche (in particolare qui concerto e sinfonia) di una forza del tutto nuova che rispecchia appieno la propria tornentata interiorit. Quando compone il Concerto n. 1 (1875) il musicista, allinizio della carriera, mostra le linee-guida della propria ispirazione: ammirazione per i classici (in

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particolare Mozart, Schumann e Liszt) e ispirazione popolaresca e patetica glia dellindole slava. Nel concerto domina incontrastata una seducente invenzione melodica alla quale si associa un sinfonismo ricchissimo, ma bilanciato, tra facilit del canto ed elaborazione tematica. Ci accade gi nel primo tempo, dove il celeberrimo motto di quattro note d poi spazio al lavoro dellorchestra, ma dove tutto fatto per consentire al pianista di esibirsi in passaggi virtuosistici di gusto lisztiano. Se il secondo tempo una aascinante canzone giocata sulle sfumature timbriche, il terzo focosa evocazione di una festa popolare, dove ritmo e cantabilit si alternano giocosamente chiudendo concerto in tonalit maggiore. Due anni dopo il concerto nasce la Sinfonia n. 4 (1877) che lo stesso autore consider autobiograca perch rispecchiava un pensiero nel quale si alternano concitazione appassionata ed abbandono elegiaco. La Quarta anche la prima delle sinfonie del destino (un destino alla ajkovskij, non certo alla Kant o alla Beethoven!), enunciato allinizio dalle trombe il cui richiamo appare e scompare in tutta la sinfonia no alla ne, associato ad altre idee elaborate con una ricchezza di colori fatti apposta per ammaliare ogni tipo di ascoltatore. Va ricordato poi che i contenuti extramusicali della sinfonia non sono frutto di riletture successive, ma furono enunciati dallautore in una lettera che ne riporta il programma e che ribadisce come i lineamenti delle singole parti nascano da quella forza demoiaca, inaerrabile, misteriosa che si chiama ispirazione. BUDAPEST MAV SYMPHONY ORCHESTRA Fondata nel 1945, oggi una delle pi importanti e prestigiose compagini orchestrali ungheresi. Diretta dalla sua fondazione da celebri direttori ungheresi e internazionali quali Ferencsik, Gardelli, Ken-Ichiro, Ferrara, Swarowsky, Zecchi, Masur, Herbert Levine, ha spesso aancato solisti di grande calibro come Pavarotti, Domingo, Carreras, Berman, Tsutsumi, Ricci, Geringas, Kocsis, e molti altri. Partecipa ad importanti attivit culturali in Ungheria e tiene regolarmente concerti alla Liszt Music Academy e al palazzo delle Arti a Budapest Con un repertorio vastissimo, che va dai capolavori del Barocco no ai compositori contemporanei, lorchestra stata apprezzata in tutto il mondo, nelle tourne che lhanno portata nei pi importanti festival (Vienna, Salonicco, Roma ecc.), in Europa e in Asia, no in Cina. FEDERICO MONDELCI Diplomato con lode al Conservatorio di Pesaro e al Conservatorio Superiore di Bordeaux, ha al suo attivo unattivit di solista internazionale nelle sale da concerto pi prestigiose tra cui Teatro alla Scala, Carnegie Hall di New York, Filarmonica di San Pietroburgo. Numerosi compositori gli hanno dedicato le loro opere e la sua discograa (Delos e Chandos tra le altre) comprende repertorio solistico con orchestra, duo con pianoforte e quartetto. Svolge anche unimportante attivit di direttore dorchestra collaborando con solisti di fama interna-

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zionale come Ilya Grubert, Michael Nyman, Pavel Vernikov, Nelson Goerner. Docente di sassofono al Conservatorio di Pesaro, direttore artistico dellEnte Concerti di Pesaro e direttore della ISO (Italian Saxophone Orchestra da lui fondata nel 1995) fondatore dellItalian Saxophone Quartet che dal 1985 si esibisce con successo in ambito internazionale. CARLO PARI Nato a Rimini nel 1972, ha ricevuto la sua educazione musicale nel Conservatorio G. Rossini di Pesaro diplomandosi con il massimo dei voti e la lode. Ha partecipato a diversi corsi di perfezionamento con prestigiosi insegnanti e ha vinto premi nazionali ed internazionali tenendo poi concerti in varie citt italiane quali Roma, Bologna, Ferrara, Ravenna, Pesaro, ecc., sia come solista che in formazioni cameristiche, collaborando con artisti di fama internazionale (quali Luciano Pavarotti, Mirella Freni, Katia Riccarelli, Giuseppe Taddei, Michele Placido, Federico Mondelci, Oscar La Figueroa, Bruno Canino), ottenendo sempre consensi di critica e di pubblico. Ha suonato nelle pi prestigiose sale e per grandi festival, in Europa (Mosca e S.Pietroburgo, Tallinn, Stettino e Cracovia, Monaco, Berlino e Dresda, Vienna, Salisburgo, Stoccolma, Parigi e Nizza, Londra, Glasgow ed Edinburgo), in Asia (Cina, Indonesia, Giappone e Filippine), negli Stati Uniti e in Australia. Tiene masterclass e corsi di perfezionamento presso universit e conservatori del mondo. Attualmente insegna presso il Conservatorio di Trapani e allIstituto Musicale Corelli.

Federico Mondelci

Carlo Pari

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Domenica 8 gennaio 2012 ore 18.00 Fuori abbonamento

BALLETTO DI MOSCA
(Coreograe di Marius Petipa) Coreogra Petipa)

Ptr Ili ajkovskij La bella addormentata Balletto in un prologo e tre atti op. 66

ANNA IVANOVA e ALEKSANDER ALIKIN


solisti principali

Aleksander Filimontsev, Shoshina Ekaterina, Julia Golovina, Kristina Brisova solisti


Prologo Introduzione - Marcia - Scena danzante - Pas de six - Pas daction Variazione 1: La Fata Candida Variazione 2: La Fata Fior di farina Variazione 3: La Fata delle briciole Variazione 4: La Fata Canarino che canta Variazione 5: La Fata Violante Variazione 6: La Fata dei lilla Finale Atto I Scena - Valzer - Scena - Pas daction Adagio della Rosa - Danza delle damigelle Variazione di Aurora - Coda - Finale Atto II Scena I - Entracte e scena - Mosca cieca - Scena e danze - Farandola - Scena - Pas daction - Variazione di Aurora - Coda - Scena - Panorama - Entracte Scena II Entracte sinfonico e scena del sonno - Finale Atto III Marcia - Polacca - Pas de quatre - Variazioni - coda - Pas de caractre - Pas de deux: lUccello Azzurro e la principessa Florina - Variazioni-coda - Pas de caractre: Cappuccetto Rosso e il Lupo - Cenerentola e il Principe Fortun - Pollicino, i suoi fratelli e lOrco - Entrata di Aurora e del Principe Desir - Adagio Pas de Deux - Variazione del Principe Desir - Variazione di Aurora - Coda - Sarabanda - Finale - Apoteosi

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a capacit di mescolare occidente e oriente, tradizione e innovazione caratterizza larte di ajkovskij, autore che ci accompagna quasi come un l rouge nella Stagione, con una sorta di carrellata tra i generi di concerto, sinfonia e balletto, consentendoci una riessione non solo su pagine splendide frutto di una estetica del tutto originale, ma anche su unepoca culturalmente ricchissima come gli ultimi decenni dellOttocento in Russia. infatti lindenibile sentire russo, fatto di struggimento e di canto popolare, di alternanza tra momenti briosi e cupa disperazione, di spiritualismo e di brutalit pagana (che caratterizza anche la letteratura russa di quegli anni) ad essere base sostanziale nellarte di questo sensibilissimo compositore e a dare vita a modelli percepiti come nazionali anche nel Novecento. Come ad esempio la rivoluzionaria concezione della musica per balletto, imprescindibile per tutto il balletto russo e sovietico successivo, da Stravinskij a Prokoev. Fino a quel momento la funzione della musica nei balletti, anche in quelli pi celebri, era esclusivamente quella di fornire un sostegno ai danzatori: possiamo quindi comprendere lo stupore del pubblico e della critica di fronte a lavori (come La Bella addormentata, tratto dallomonimo soggetto di Perrault e rappresentato nel 1890 con immediato successo) nei quali lelemento musicale parte sostanziale alla costruzione del dramma, al punto tale da potere quasi da sola ricrearne le tensioni e le atmosfere e da potere godere di una vita sinfonica autonoma in concerto, come non accade a quasi nessuno dei pi celebri balletti dellOttocento. La trama Prologo: Alla festa di battesimo di Aurora, glia del principe Floristano, non stata invitata la strega Carabosse che, per vendicarsi, getta una maledizione alla piccola: a sedici anni la fanciulla morir punta da un fuso. La fata dei Lill riesce per a modicare lincantesimo: Aurora non morir, ma si addormenter assieme alla corte e potr essere destata solo dal bacio di un giovane principe. Atto I: Ogni fuso stato bandito dal regno e luso delloggetto vietato. Durante la festa dei sedici anni per la maga Carabosse, travestita da vecchia mendicante, porge un fuso alla principessa. Le danze distraggono la corte e cos la fanciulla, incuriosita, tocca la punta del fuso si addormenta. Tutti si addormentano con lei e il castello viene avvolto da rovi e circondato da un bosco. Atto II: Dopo cento anni vicino al castello si ferma un gruppo di nobili durante una battuta di caccia: tra essi il principe Desir che la Fata dei Lill conduce da Aurora. Il principe se ne innamora, decide di entrare nel castello dove con un bacio spezza lincantesimo. Tutti ora si risvegliano e nel contento generale il principe potr sposare la principessa. Atto III: C una grande festa al castello dove i futuri re e regina danzano assieme agli invitati e a personaggi di altre abe di Perrault, come Cenerentola, il gatto con gli stivali e Cappuccetto rosso.

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RUSSIAN MOSCOW BALLET Il Russian Ballet Moscow La Corona del Balletto Russo stato fondato nel 1997 e no ad oggi uno dei migliori balletti internazionali. Il repertorio include i balletti classici del patrimonio artistico-musicale come Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, La Bella Addormentata, Cenerentola, Biancaneve, Giselle, Don Chisciotte, Carmen, Coppelia e tanti altri titoli. La compagnia del teatro si esibisce con successo sui palcoscenici della Russia e di tutto il mondo sempre al livello dei migliori scenari internazionali. Le rappresentazioni del Russian Ballet Moscow sono state seguite da milioni di spettatori di molte citt in Germania, Stati Uniti, Inghilterra, Spagna, Repubblica Sudafricana, Romania, Taiwan, Giappone, ecc. Basandosi sulle grandi tradizioni del balletto classico russo, si cerca di creare sempre le rappresentazioni pi interessanti e congeniali per lo spettatore odierno e che, nonostante tutte le peripezie della vita, esaltano il regno di Dio, la bellezza e la bont del mondo. Lo scopo del Russian Ballet Moscow di toccare le corde dellanima di ogni spettatore e di rendererlo sempre aezionato allarte della danza.

Aleksander Alikin

Anna Ivanovna

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Sabato 14 gennaio 2012 ore 21.00

Orchestra Filarmonica Marchigiana DONATO RENZETTI direttore


Carlo Boccadoro (1963) Royal Garden Music Edvard Grieg (1843-1907) Peer Gynt, estratti dalle suites n. 1 op. 46 e n. 2 op. 55 Gynt,

Ptr Ili ajkovskij (1840-1893) Sinfonia n. 5 in mi min. op. 64 Andante, allegro con anima Andante cantabile, con alcuna licenza Valse (Allegro moderato) Finale (Andante maestoso - Allegro vivace)

uando parliamo di nazionalismo musicale il nostro pensiero va al Romanticismo, epoca in cui lidea di identit si propag anche alla cultura (musicale), provocando una ribellione verso lopera italiana e la musica strumentale tedesca in quei paesi no ad allora collocati ai margini dellEuropa che contava. E per realizzare il loro scopo, i compositori nazionali spesso abbandonavano le strutture storiche, oppure le modicavano dallinterno per adattarle alle nuove esigenze. Come accade proprio per i due autori di questo programma che riescono con la loro arte ad essere originali, caricando di nuovi signicati due forme antiche come la musica di scena e la sinfonia. Formatosi a Lipsia ma divenuto in patria il paladino della rinascita culturale norvegese, Grieg era legato a Ibsen da profonda amicizia e, componendo le musiche di scena per i lavori del grande drammaturgo che trattavano delle antiche storie tradizionali, mescol la tecnica compositiva centro-europea con andamenti e melodie della propria terra. Esempio Peer Gynt (1876), costituito da pagine di tale ecacia evocativa che non hanno pi quasi bisogno della scena e godono da tempo di vita autonoma. Anche il nazionalismo di ajkovskij va ben al di l della semplice citazione

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di temi pseudoslavi, per diventare realizzazione musicale della psicologia di un intero popolo. Lo dimostra la Sinfonia n. 5 (1888) della quale lo stesso autore scriveva: Voglio lavorare accanitamente; sento in me limpulso fortissimo di dimostrare non soltanto agli altri ma a me stesso che la mia capacit di comporre non esaurita. Nonostante lentusiasmo, alla prima esecuzione la sinfonia ottenne un successo scarsissimo e fu totalmente dimenticata, forse perch il pubblico percepiva lintrinseco pessimismo del tema dominante, quello della lotta dellUomo col Fato, dove il Destino vince e diviene guida di un mondo oscuro e pessimistico che tutto travolge. Il tema del destino, adato al clarinetto allinizio dellintroduzione, sar sempre presente, no a tempo conclusivo dove la tonalit maggiore non vuole simboleggiare il trionfo della ragione sulle forze oscure, ma la rassegnazione dellumanit di fronte ad esse. Ad aprire il concerto sta, secondo una prassi che ci riporta indietro no allepoca barocca, una vera e propria Ouverture festosa, composta dal maceratese Boccadoro. Destinata per la prima volta ad un grande concerto nella reggia di Venaria Reale, Royal Garden Music ci riporta al ricordo quasi handeliano della celebrazione, con un brillante virtuosismo quasi pirotecnico che d la possibilit di emergere ad ogni sezione dellorchestra. ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA LOrchestra Filarmonica Marchigiana, fondata nel 1985 (dal febbraio del 2000, insieme alla Regione Marche e allUniversit degli Studi di Ancona, Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, FORM), dal 1987 una delle dodici Istituzioni Concertistiche Orchestrali Italiane. Opera in regione con stagioni liriche e sinfoniche, rassegne cameristiche e concerti per le scuole ed partner dei concorsi musicali internazionali regionali. Attenta alla valorizzazione dei compositori marchigiani, ha ideato Le Marche Parco Europeo della Musica. Dal 1998 orchestra principale del Festival Snow & Symphony di St. Moritz, assieme a grandi solisti e giovani talenti. Numerose le apparizioni televisive e le incisioni discograche: tra esse gurano pagine di Pergolesi, Strauss, Rossini, Mozart, Verdi, tutte guidate dal suo direttore artistico Gustav Kuhn. DONATO RENZETTI Dopo aver studiato composizione e direzione dorchestra al Conservatorio di Milano, ha ottenuto riconoscimenti in importanti concorsi internazionali: Diapason dArgento (1975 e 1976), Gino Marinuzzi e Ottorino Respighi alla Chigiana di Siena (1976), Ernest Ansermet di Ginevra (1978), Guido Cantelli della Scala di Milano (1980). Da allora la sua carriera ha alternato attivit sinfonica, opera lirica e registrazioni discograche. Ha collaborato con orchestre prestigiose tra le quali London Philharmonic, London Sinfonietta,

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English Chamber Orchestra e Philharmonia di Londra, RIAS di Berlino, Capitole de Toulouse, Orchestre National de Lyon, Filarmonica di Tokyo, Filarmonica di Buenos Aires, Orchestra di Stato Ungherese e le Orchestre RAI, Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Orchestra della Scala. stato invitato nei maggiori teatri lirici del mondo: tra essi Covent Garden di Londra, Opra di Montpellier, Opera di Monaco di Baviera, Megaron di Atene, Colon di Buenos Aires, Lyric Opera di Chicago, Opera di San Francisco, Metropolitan e Carnegie Hall di New York e tutti i teatri italiani. stato ospite dei Festival internazionali di Glyndebourne, Spoleto e Pesaro. Nel 1987 con i complessi artistici dellArena di Verona ha tenuto una tourne in Egitto dove per la prima volta a Luxor stata rappresentata Aida di Verdi. stato Direttore Principale dellOrchestra Internazionale dItalia, dellOrchestra della Toscana e dellOrchestra stabile di Bergamo e, per nove anni consecutivi, di Macerata Opera. Nel 1994 stato nominato direttore principale dellOrchestra Stabile di Bergamo e della Filarmonica Veneta, nonch consulente artistico del Teatro Comunale di Treviso. La sua discograa (per etichette quali Philips, Frequence, Fonit Cetra, Ricordi, Nuova Era e Dynamic) comprende opere di Mozart, Rossini, Donizetti, Verdi, Pergolesi, ajkovskij, Schubert, Cherubini e Mayr. Manfred di Schumann, con lOrchestra e il Coro della Scala (voce recitante Carmelo Bene), ha vinto il XIX Premio della Critica Italiana del disco. Ha registrato anche alcuni DVD tra i quali La glia del reggimento alla Scala e Cenerentola al Festival di Glyndebourne. Dal 2005 direttore principale dellOrchestra Sinfonica Portoghese del Teatro S. Carlo di Lisbona.

Donato Renzetti

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Domenica gennaio 2012 ore ore 18.00 Sabato 14 29 gennaio 2012 21.00

Orchestra Sinfonica G. Rossini GIOVANNI SOLLIMA violoncello SALVATORE PERCACCIOLO direttore


Presentazione a cura di Simone Di Crescenzo
Gioachino Rossini (1792-1868) Sinfonia da Tancredi Franz Joseph Haydn (1732-1809) Concerto n. 1 in do magg. per violoncello e orchestra Hob. VIIb:1 Moderato Adagio Finale

Marco Taralli (1967) Elegia II Paolo Marzocchi (1971) Variazioni inverse sul Peccato originale

ono due strade, quelle proposte da questo concerto: da un lato, nella prima parte, una riessione su Classicismo e Neoclassicismo, nellaltra invece siamo di fronte alla cronaca che si fa storia, cio a lavori recenti di due compositori marchigiani di oggi, ormai solidamente aermati in campo internazionale, con due lavori noti e gi apprezzati dal pubblico. Si inizia con Rossini, nellanno del suo compleanno. Quel Rossini denito dai contemporanei Il Tedeschino proprio per lamore nei confronti del classicismo viennese (Mozart e Haydn in particolare) e per la sua straordinaria abilit nel trattare le parti dellorchestra come mostra ad esempio la sinfonia del Tancredi, gi ampiamente votata alla modernit. Questa sinfonia si trasforma poi in ouverture per una pagina solistica fondamentale nel catalogo di

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Haydn, colui che viene ormai identicato come il vero padre del Classicismo Viennese. Intento ad approfondire i rapporti interni di una costruzione musicale piuttosto che a scoprire le possibili implicazioni del gioco solo-tutti, Haydn fu relativamente poco interessato al genere del concerto solistico, anche se compose una trentina di esempi in questo genere. Tuttavia, i due concerti per violoncello e orchestra costituiscono un momento importante per la letteratura solistica di questo strumento proprio in quella fase della storia della musica in cui la forma ereditata dal barocco comincia ad accogliere le istanze della costruzione dialettica del Classicismo. In particolare curiosa la vicenda del Concerto n. 1, ritenuto a lungo perduto e poi ritrovato negli anni Sessanta a Praga, che fu destinato come quasi tutti i concerti haydniani, a un grande virtuoso di met Settecento. A un solido e ben costruito primo movimento segue un Adagio di spirito classico. Veramente straordinario inne lultimo Allegro, per il virtuosismo e per lenergia ritmica che lasciano ampi spazi al solista in grado di sfruttare cos tute le possibilit tecniche ed espressive del proprio strumento. A una prima parte immersa nel mondo del Classicismo, fa da contraltare una seconda che invece, come accennato allinizio, si volta bruscamente ad incarnare la sensibilit musicale dei nostri giorni, se pure con due lavori di impegno e ampiamente storicizzati. Il primo, Elegia II dellabruzzese Marco Taralli, stato composto dietro commissione dellOrchestra Sinfonica citt di Grosseto ed eseguito nel 2007 sutto la direzione di Nikolay Sebastianov Lalov. Il secondo invece un suggestivo brano sinfonico del nostro musicista in residence. Variazioni inverse sul Peccato Originale (2008) un tema con variazioni al contrario (da qui il titolo di Variazioni inverse) nel quale, in una sorta di amminghismo alla Bach, il tema viene scoperto solo alla ne e sorge da una serie di variazioni musicalmente anche molto lontane. Solo alla ne, infatti, scopriamo il simbolismo del lavoro, che ruota attorno al corale luterano Durch Adams fall ist ganz verderbt (utilizzato dallo stesso Bach nellOrgelbuchlein) che narra della cacciata di Adamo dal Paradiso terrestre. Si parte da una sola nota (il la su cui si accordano gli strumenti) e senza interruzioni, attraverso movimenti ascendenti, in un climax che giunge al parossismo, il tema del corale aora dal boato del punto culminante cos, come un antico paese sommerso, con il suo mistero e con la sua solennit prima che la composizione si richiuda sulla stessa atmosfera dellinizio. ORCHESTRA SINFONICA G. ROSSINI LO.S.R. lorchestra della Provincia di Pesaro e Urbino; ha doppia sede a Pesaro e a Fano. Per il sesto anno consecutivo ha ottenuto il riconoscimento dal Ministero per i Beni e le Attivit Culturali. Lorchestra, nata nella citt di Rossini, specializzata nellesecuzione del periodo classico. La direzione principale adata al M Daniele Agiman, direttore dorchestra milanese; con la direzione artistica

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per linnovazione del M Roberto Molinelli la Rossini ha sviluppato anche un settore dedicato alla commistione tra i generi e alla musica contemporanea. Di grande prestigio la presenza costante nel cartellone del Rossini Opera Festival. Lattivit, in continuo sviluppo, conta circa 90 esecuzioni lanno su tutto il territorio nazionale. In particolare organizza produzioni per le amministrazioni di Pesaro (Festival Giovani per la Musica, Teatro Rossini e Rocca Costanza), di Fano (Musica a Corte, Teatro della Fortuna e Corte Malatestiana) e nei teatri storici della Provincia di Pesaro e Urbino. Nel 2005 lOSR si esibita in Corea del Sud, nel 2007 e nel 2008 a Malta, sempre nel 2008 ad Ankara in Turchia. Nel 2010 stata invitata ad Amstetten in Austria per lesecuzione de Il Trovatore. Dal 2011 orchestra principale della Fondazione Teatro della Fortuna di Fano. Di grande soddisfazione la collaborazione con artisti come: Dimitra Theodossiou, Nicola Alaimo, Andrea Battistoni, Simonide Braconi, Roberto Cappello, Enrico Dindo, Mario Marzi, Denia Mazzola Gavazzeni, Massimo Quarta, Corrado Rovaris, Alberto Zedda. GIOVANNI SOLLIMA Nato a Palermo da una famiglia di musicisti, ha studiato violoncello con Giovanni Perriera e Antonio Janigro e composizione con il padre Eliodoro Sollima e Milko Kelemen. Fin da giovanissimo ha collaborato con musicisti quali Claudio Abbado, Jrg Demus, Martha Argerich, Riccardo Muti, Yuri Bashmet, Katia e Marielle Labque, Victoria Mullova, Patti Smith, Philip Glass e Yo-Yo Ma. La sua attivit in veste di solista con orchestra e con diversi ensemble (tra i quali la Giovanni Sollima Band, da lui fondata a New York nel 1997) - si dispiega fra sedi uciali ed ambiti alternativi: Brooklyn Academy of Music, Alice Tully Hall, Knitting Factory e Carnegie Hall (New York), Wigmore Hall e Queen Elizabeth Hall (Londra), Salle Gaveau (Parigi), Santa Cecilia (Roma), Teatro San Carlo (Napoli), Kunstfest (Weimar), Time Zones Festival (Bari), Teatro Massimo (Palermo), Teatro alla Scala, Cello Biennale (Amsterdam), Summer Festival di Tokyo, Biennale di Venezia, Ravenna Festival, I Suoni delle Dolomiti, Ravello Festival, Expo 2010 (Shanghai). Parallelamente a quella di violoncellistica svolge attivit di compositore esplorando nuove strade attraverso contaminazioni fra generi diversi avvalendosi anche dellutilizzo di strumenti orientali, elettrici e di sua invenzione. Per la danza collabora, tra gli altri, con Karole ArGiovanni Sollima mitage e Carolyn Carlson, per il teatro

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con Bob Wilson, Alessandro Baricco e Peter Stein e per il cinema con Marco Tullio Giordana, Peter Greenaway, John Turturro e Lasse Gjertsen (DayDream, 2007). Nel 2008, assieme alla violoncellista Monika Leskovar e il Solistenensemble Kaleidoscop di Berlino, ha inciso per la Sony lalbum We Were Trees. Suona un violoncello Francesco Ruggeri (1679), insegna presso la Fondazione Romanini di Brescia e, dal 2010, presso lAccademia di Santa Cecilia a Roma dove stato insignito del titolo di Accademico. SALVATORE PERCACCIOLO Diplomato in pianoforte con lode al Conservatorio di Messina e perfezionato allAccademia Musicale F. Liszt di Weimar, ha studiato composizione al Conservatorio di Palermo e ha conseguito con il massimo dei voti il Master Universitario in Direzione dOrchestra presso il Conservatorio di Foggia. Come pianista ha vinto prestigiosi concorsi ed stato pianista accompagnatore al Teatro Massimo di Palermo, al Festival Puccini di Torre del Lago e al Teatro Royal de La Monnaie di Bruxelles. Allievo di Piero Bellugi e Donato Renzetti per la direzione dorchestra, dopo stages e corsi di perfezionamento ha guidato importanti produzioni (Il Barbiere di Siviglia, Carmen, Cavalleria rusticana, Tosca, Histoire du soldat ecc.) con cantanti e solisti di fama internazionale e importanti orchestre (Florence Symphonietta, Orchestra da Camera Ad Libitum di Verona, Orchestra Internazionale musicaRivafestival, Orchestra Sinfonica Pescarese ecc.) in prestigiosi teatri e sale da concerto, oltre che nelle pi importanti citt italiane, in Belgio, Francia, Germania, Bulgaria, Romania, Spagna, Stati Uniti. attivo anche come compositore dedito alla diusione della nuova musica, con varie esplorazioni nel mondo del jazz e del rock sinfonico, presentando in prima esecuzione molte composizioni di autori del nostro tempo, fra i quali Maurizio Pisati, Gaetano Randazzo, Nunzio Ortolano, Giovanni DAquila, Antonio Fortunato. Dal 2008 direttore principale dellOrchestra Sinfonica del Mediterraneo con la quale ha eettuato tourne in Italia e allestero, ed ha riscosso numerosi successi con il progetto BeatleSymphony. Recentemente risultato vincitore del concorso per giovani direttori dorchestra: Scuola dellOpera Italiana, presso il Teatro Comunale di Bologna.
Salvatore Percacciolo

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Domenica 5 febbraio 2012 21.00 Sabato 14 gennaio 2012 oreore 18.00

DANILO REA PIANO SOLO

ianista di formazione classica, Danilo Rea si aermato sulla scena musicale internazionale con un suo stile personale, maturato attraverso la carriera come jazzista e oculate scelte musicali, audaci quanto originali. Il suo repertorio non conosce limiti di genere. Dai Beatles alle arie dopera, dagli standard jazz alle canzoni dei nostri cantautori, Rea mostra un eclettismo e una versatilit che fanno del jazz un linguaggio applicabile a qualunque tipo di brano senza limiti di sorta. Le sue composizioni sono un equilibrio perfetto tra lirismo melodico e spiccato senso ritmico. La musica, nella sua totalit, come afferma lo stesso artista, parte essenziale dellesistenza, nutrimento quotidiano, compagna di viaggio. Credo che il segreto sia stato proprio il non considerarla mai un lavoro e cercare di scoprirla nuovamente ogni nuovo giorno. Il jazz, da questo punto di vista consente a Rea di allargare gli orizzonti, di scoprire un mondo di possibilit e soprattutto di totale libert; ed quindi questo modo tutto particolare di vedere larte a condurci per mano in questo appuntamento con Rea dove limprovvisazione intesa (sono ancora parole dellartista) come libert totale dellautore, con innite possibilit. Limportante non perdere mai la tensione, come un discorso che trovi sempre parole e concetti nuovi ed interessanti. Il mio approccio totale, non stabilisco mai neanche un brano iniziale, i brani si susseguono secondo una logica di dinamiche che si creano nota dopo nota, ci mi rende libero di volare ovunque e di emozionarmi, in realt allinterno di temi a me cari che scaturiscono durante il concerto, tutto pura improvvisazione, consequenziale, melodica, contemporanea. In Piano solo abilit tecnica ed espressivit si fondono per comunicare con il pubblico. Si tratta di una sorta di lunghissime suites in cui i passaggi da un brano allaltro non corrispondono mai a silenzi, sono piuttosto ussi musicali ininterrotti che rimandano allidea di un discorso complesso, ad un dialogo e non ad un monologo.

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DANILO REA Ricercatissimo in ambito pop, sia nelle sale dincisione che nei concerti dal vivo, Danilo Rea da pi di dieci anni il pianista di ducia di Mina, ma ha collaborato inoltre con Domenico Modugno, Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Renato Zero, Gianni Moranti, Claudio Baglioni e con Adriano Celentano. Diplomato in pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia, in ambito jazzistico ha debuttato nel 1975 nello storico Trio di Roma, con Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto, e da allora ha collabora con il quintetto di Giovanni Tommaso, con Lingomania, con Pietro Tonolo, ma anche con Chet Baker, Lee Konitz, Bob Berg, Michael Brecker, Tony Oxley, Dave Liebman, Kenny Wheeler, John Scoeld, Joe Lovano, Toots Thielemans, Aldo Romano e altri numerosi personaggi di spicco del panorama musicale jazz. Nel 1989 ha partecipato al lavoro di Roberto De Simone Requiem per Pier Paolo Pasolini, rappresentato al teatro San Carlo di Napoli per la direzione di Zoltan Pesko; nello stesso anno ha pubblicato assieme a Roberto Gatto il disco Improvvisi. Nel 2006 ha preso parte al Concerto per lEuropa, sullisola di Ventotene, assieme a Claudio Baglioni, Nicola Piovani e Luis Bacalov. Nella stagione 2007-2008 ha partecipato allo spettacolo Uomini in frac per festeggiare i cinquantanni di Nel blu dipinto di blu e per loccasione il gruppo esegue alcune canzoni di Domenico Modugno insieme ad altri musicisti come Peppe Servillo, Fausto Mesolella, Mim Ciaramella degli Avion Travel. Nel 2010 ha creato le musiche per lo spettacolo Commedia di e con Giorgio Barberio Corsetti. Il 15 giugno del 2011, insieme a Paolo Damiani e Rashmi V. Bahtt, al crepuscolo, ha improvvisato un memorabile concerto sui tetti di Roma. lintero incasso stato devoluto ad Emergency, la ONLUS di Gino Strada. I suoi CD hanno ottenuto numerosissimi riconoscimenti (ricordiamo con i Doctor 3, insieme a Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra, The Tales of Doctor 3, premiato miglior disco di jazz italiano nel Top Jazz 1998 e The Songs Remain the Same, premiato miglior disco di jazz italiano da Musica & Dischi nel 1999); la formazione, vincitrice nellambito italiano del Top Jazz 1999, si esibita in diversi concerti in Cina, a Umbria Jazz e nei maggiori Festival Jazz italiani. Le sue improvvisazioni, che spaziano su qualsiasi repertorio, sono apprezzate durante i concerti che tiene nelle tourne in giro per il mondo e durante i principali festival jazz.

Danilo Rea

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Venerd14 gennaio 2012 ore 21.00 Sabato 17 febbraio 2012 ore 21.00

Orchestra Sinfonica G. Rossini EDDIE DANIELS clarinetto CORRADO GIUFFREDI clarinetto ROBERTO MOLINELLI direttore
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Serenata notturna n. 6 in re magg. K. 239 Marcia (Maestoso) Minuetto Rond (Allegretto) Concerto per clarinetto e orchestra in la magg. K. 622 Allegro Adagio Rond (Allegro)

Aaron Copland (1900-1990) Concerto per clarinetto e orchestra Slowly and expressievely-Rather fast Roberto Molinelli (1963) da denire (Prima esecuzione assoluta) Jazz Fantasy per 2 clarinetti e orchestra (arr. R. Molinelli)

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eggiamo la denizione di strumento: arnese, attrezzo, apparecchio atto allesecuzione di determinate operazioni proprie di unarte, di un mestiere o di una tecnica. Con la musica ci siamo, perch essa , insieme, arte, mestiere e tecnica, e lo strumento musicale risponde perfettamente a necessit che sono, quindi, trasversali ai generi e alle forme. Trasversali, perch la storia di tutti gli strumenti musicali dimostra che non ci sono limiti, conni o barriere che questi magici attrezzi non possano superare. Prendiamo il clarinetto, protagonista della serata: lo troviamo nella musica di strada e in quella da ballo, nel jazz e nella musica folk centroeuropea, nel klezmer e nelle serenate galanti, nella musica sinfonica come parte integrante dellorganico e come alternativa solistica al tutti. Portabilit, grande estensione, ambiti espressivi vastissimi, possibilit di piangere e ridere con le note... per parlare di tutto non basterebbe una vita, ma forse basta un concerto come questo per provare a capire. Cominciamo dal Concerto K. 622 di Mozart (1791): certo, il suo clarinetto non era quello di oggi, ma cominciava allora ad entrare da protagonista nella musica classica. E Mozart, da par suo, lo utilizza al meglio e, grazie anche alla conoscenza col virtuoso Anton Stadler, ne valorizza la timbrica e lespressivit in tutti i registri costruendo una pagina straordinaria dove, dove senza rinunciare allesibizione tecnica, lidea di concerto si risolve nel continuo scambio di idee tra orchestra e solista. Un secolo e mezzo dopo (1948) Copland prepara un suo Concerto per clarinetto che ha come destinatario, ancora una volta, un grande solista. Questa volta per si cambia genere, perch Benny Goodman ha fatto la storia del jazz nel Novecento e il compositore stato tra coloro che meglio sono riusciti a rinnovare, proprio grazie al jazz, la musica colta della sua epoca e del suo paese. Ed il jazz a fare da tramite, mezzo secolo ancora dopo, tra Copland e Molinelli, che approtta non solo per utilizzare il clarinetto in una pagina originale, ma anche per incrociare nella Jazz Fantasy i due solisti presenti sul palcoscenico del Rossini in una sorta di crossover che ci propone in realt una musica senza aggettivi. Quasi ad ouverture di questo straordinario percorso allinterno delle possibilit di uno strumento prismatico sta la Serenata in re maggiore di Mozart (1776), cos particolare nella sua struttura a due chori, nella quale il Salisburghese trasforma il genere disimpegnato in capolavoro darte. ORCHESTRA SINFONICA G. ROSSINI LO.S.R. lorchestra della Provincia di Pesaro e Urbino; ha doppia sede a Pesaro e a Fano. Per il sesto anno consecutivo ha ottenuto il riconoscimento dal Ministero per i Beni e le Attivit Culturali. Lorchestra, nata nella citt di Rossini, specializzata nellesecuzione del periodo classico. La direzione principale adata al M Daniele Agiman, direttore dorchestra milanese; con la direzione artistica per linnovazione del M Roberto Molinelli la Rossini ha sviluppato anche un

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settore dedicato alla commistione tra i generi e alla musica contemporanea. Di grande prestigio la presenza costante nel cartellone del Rossini Opera Festival. Lattivit, in continuo sviluppo, conta circa 90 esecuzioni lanno su tutto il territorio nazionale. In particolare organizza produzioni per le amministrazioni di Pesaro (Festival Giovani per la Musica, Teatro Rossini e Rocca Costanza), di Fano (Musica a Corte, Teatro della Fortuna e Corte Malatestiana) e nei teatri storici della Provincia di Pesaro e Urbino. Nel 2005 lOSR si esibita in Corea del Sud, nel 2007 e nel 2008 a Malta, sempre nel 2008 ad Ankara in Turchia. Nel 2010 stata invitata ad Amstetten in Austria per lesecuzione de Il Trovatore. Dal 2011 orchestra principale della Fondazione Teatro della Fortuna di Fano. Di grande soddisfazione la collaborazione con artisti come: Dimitra Theodossiou, Nicola Alaimo, Andrea Battistoni, Simonide Braconi, Roberto Cappello, Enrico Dindo, Mario Marzi, Denia Mazzola Gavazzeni, Massimo Quarta, Corrado Rovaris, Alberto Zedda. EDDIE DANIELS Nato nel 1941 a New York, Eddie Daniels si dedica sia al jazz che alla musica classica, col clarinetto e il sassofono. Dopo avere iniziato giovanissimo ad esibirsi nei pi importanti festival jazz col sax alto, ha poi intrapreso studi regolari col clarinetto. Ha registrato con una grande quantit di band, piccoli gruppi e orchestre, e solo dal 1980 si dedicato specicatamente al clarinetto vincendo nel 1989 un Grammy Award con larrangiamento fatto da Roger Kellaway di Memos from Paradise. Ha suonato con Thad Jones e con la Gordon Goodwins Big Phat Band ha eseguito un celebre arrangiamento della Sinfonia n. 40 di Mozart. Nel 2009 il compositore svizzero Daniel Schnyder gli ha dedicato il suo Concerto per clarinetto e orchestra commissionato dallOrchestra da camera di Losanna e da lui eseguito nel gennaio 2010. CORRADO GIUFFREDI Diplomato al Conservatorio di Parma con il massimo dei voti e la lode, dal 2003 primo clarinetto solista dellOrchestra della Svizzera Italiana ma regolarmente invitato come primo clarinetto dallOrchestra Filarmonica della Scala con la quale ha partecipato a numerosi concerti nei festival internazionali pi prestigiosi sotto la direzione di Riccardo Muti e Daniel Baremboim. Collabora con musicisti quali Martha Argerich, Boris Belkin, Michel Dalberto, Eddie Daniels, Enrico Dindo, Danilo Grassi, Andrea Griminelli, Alexander Lonquich, Federico Mondelci, Danilo Rossi, Rino Vernizzi, Quartetto Savinio. Ha in repertorio le pi importanti composizioni per clarinetto che ha registrato per Emi, Decca, Brilliant, Arts, Aura, Tactus, Fon e Raitrade e ha eseguito in prima italiana il concerto per clarinetto e orchestra di Krzistof Penderecki. Con Giampaolo Bandini, Cesare Chiacchiaretta ed Enrico Fagone membro

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dei Filarmonici di Busseto, ensemble apprezzato per loriginalit delle interpretazioni e la ranatezza delle sonorit. Insegna allIstituto Musicale Superiore di Modena e ai corsi di perfezionamento di Citt di Castello. ROBERTO MOLINELLI Diplomato in viola con lode a Pesaro, ha suonato come solista con orchestre, in duo ed in formazioni cameristiche nelle pi prestigiose sale del mondo e ha al suo attivo come violista, registrazioni radiotelevisive, cd e collaborazioni con importanti orchestre come Prima Viola solista. fondatore dell Ensemble Opera Petite col quale stato in tourne in Giappone e ha realizzato la Serata Puccini, dedicata alle pi famose arie dellautore. docente di viola al Conservatorio di Pescara. Vastissima la sua attivit di compositore, orchestratore e arrangiatore, veste nella quale ha collaborato con molti artisti italiani e stranieri (tra essi Andrea Bocelli Cecilia Gasdia,Lucio Dalla, Valeria Moriconi); autore di brani che abbracciano i generi musicali pi svariati (classico sinfonico o da camera, jazz, colonne sonore), eseguiti nel mondo sempre con successo di pubblico e di critica

Corrado Giuredi

Eddie Daniels

Roberto Molinelli

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Venerd 2 gennaio 2012 ore Sabato 14 marzo ore 21.00 21.00

GIUSEPPE ALBANESE pianoforte OMAGGIO a DEBUSSY e a LISZT


Claude Debussy (1862-1918) Suite bergamasque Prlude Menuet Clair de lune Passepied Pour le Piano Prlude Sarabande Toccata

Bla Bartk (1881-1945) Szabadban (Allaria aperta) Sz 81 Con tamburi e pieri Barcarolla Musettes La musica della notte La caccia Franz Liszt (1811-1886) Rminiscences de Norma (Grande Fantasia di bravura sulla Norma di Bellini)

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Dal pianoforte-orchestra al pianoforte-percussione passando attraverso le suggestioni del pianoforte-clavicembalo e del pianoforte-sogno: un percorso incredibile per capire quante e quali siano le possibilit di uno strumento il cui nome indica, semplicemente, la possibilit di suonare piano e forte Il programma parte da Debussy, iniziatore di un nuovo linguaggio per quello che era, a inizio Novecento il pi compromesso degli strumenti romantici per il quale egli propone nuove tecniche e un nuovo orizzonte espressivo. Basta ascoltare in successione i tre capolavori aancati qui (pubblicati tra 1903 e 1905) per capire i livelli della ricerca debussyana. Se Lile joyeuse pagina aascinante per la straordinaria, fastosa e luminosa esuberanza, negli altri due brani Debussy vuole invece dimenticare la ridondanza sonora e il cromatismo armonico tardoromantico grazie al recupero dellantico. la timbrica asciutta del clavicembalo ad essere riferimento per Pour le piano; la rivisitazione non tuttavia rievocazione nostalgica, ma mezzo per dimenticare il pianoforte-orchestra e sostituirlo con una tastiera riconsiderata in modo quasi meccanico anche grazie al recupero delle forme barocche. Nella Suite Bergamasque la sintesi invece pi ampia e collega le fantasie della Commedia dellArte con le suggestioni del Simbolismo di Verlaine in una squisita successione di brani dove uidit e tenerezza, preziosismo e rievocazione sono tenute insieme dalle meraviglie del timbro. La seconda parte del concerto adata ad altri due ricercatori che prima e dopo Debussy hanno come lui contribuito alla scoperta di nuovi modelli sonori ed espressivi per lo strumento a tastiera. Per Bartk, suggestionato dalle sonorit balcaniche, il pianoforte strumento a percussione: non pi sviluppi, non pi suadente bellezza ma concretezza, sintesi, pulizia in Allaria aperta (1926) la cui essenzialit sottolinea il cambiamento di orizzonte culturale prodotto dopo la prima guerra mondiale. Mentre Liszt, quasi cento anni prima, ha invece bisogno di esplorare le risorse di uno strumento tutto da scoprire. Lo fa con pagine originali e con le innumerevoli parafrasi operistiche, la cui nalit non solo divulgativa: la libert strutturale di questi brani consente infatti di approfondire il discorso timbrico e tecnico, ampliando a dismisura i moduli espressivi del pianoforte, strumento in grado di riprodurre qualsiasi immagine musicale concepita per qualsiasi organico, dalla voce umana alla grande orchestra. GIUSEPPE ALBANESE Diplomato nel 1996 col massimo dei voti, la lode e la menzione donore presso il Conservatorio di Pesaro e nel 2003 allAccademia Pianistica Internazionale Incontri col Maestro di Imola, ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti in concorsi internazionali (Premio Venezia, Busoni, Vendome). Unico pianista italiano della sua generazione ad essere invitato a suonare gi in ben dieci Enti Lirici italiani (Petruzzelli di Bari, Comunale di Bologna, Maggio Musicale Fiorentino, Carlo Felice di Genova, San Carlo di Napoli, Massimo di Palermo, Opera di

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Roma, Verdi di Trieste, Fenice di Venezia, Arena di Verona) ha suonato anche nelle sale pi importanti del mondo (ricordiamo Konzerthaus di Berlino, Gulbenkian di Lisbona, St.-Martin-in-the-Fields e Steinway Hall di Londra, Metropolitan Museum e Rockefeller University di New York, Salle Cortot di Parigi, Mozarteum di Salisburgo) sia in recitals che con direttori quali Arming, Conlon, Jurowski, Nanut, Soudant. In questa Stagione si segnalano in particolare i concerti allAuditorium Parco della Musica di Roma, allAuditorium Toscanini di Torino e al Teatro degli Arcimboldi di Milano, il recital lisztiano al Festival MITO-SettembreMusica e al Festival di Yuri Temirkanov a San Pietroburgo. Numerose le registrazioni discograche con Schubert, Chopin, Schumann, Skrjabin, Szymanowski, Mac Dowell e Bartk e, recentissime, con Debussy (Amadeus) e Rota (Naxos). Laureato in Filosoa con il massimo dei voti, docente a contratto di Metodologia della Comunicazione Musicale presso la Facolt di Scienze della Formazione dellUniversit degli Studi di Messina.

Giuseppe Albanese

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Concerto realizzato con la collaborazione di

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Sabato 14 gennaio 2012 ore 21.00 10 marzo 2012 ore 21.00

BOSSO & GIROTTO LATIN MOOD Fabrizio Bosso tromba, icorno Javier Girotto sax soprano, baritono, percussioni Natalio Mangalavite pianoforte Luca Bulgarelli basso elettrico Lorenzo Tucci batteria Bruno Marcozzi percussioni

li astronomi hanno scoperto un quintetto di stelle estremamente raro, nascosto dietro un apparentemente minuscolo punto di luce. Messo in piedi in occasione delledizione 2006 del Brianza Open Jazz Festival, si avvale di due gure leader: da un lato il torinese Fabrizio Bosso, dallaltro largentino Javier Girotto, italiano dadozione. Si incontrano cos, nel terreno fertile dellimprovvisazione e del jazz, estetiche apparentemente lontane, lhard bop di cui Bosso alere indiscusso e gli inussi latini e le ritmiche argentine, dal tango in gi, di Girotto. Ma in realt ognuno di loro ha da sempre dimostrato anit ed interessi nellambito espressivo dellaltro, riuscendo ad esprimere, allinterno di questa formazione, una sintesi sonora completa, che rimbalza su linguaggi sonori misti, i quali sono tutti contenuti nel grande esordio discograco sottoscritto dalla Blue Note Italia, Sol (addirittura impreziosito dalla presenza di Raul Midn). Musica coinvolgente, ballabile o meno, ce se ne innamora subito, si viene presto contagiati. Brani originali rmati da Javier Girotto, Natalio Mangalavite il pianista proprio non poteva mancare in un progetto del genere , Fabrizio Bosso e poi la splendida canzone cubana di Osvaldo Farrs, Quizs, quizs, quizs che molti ricorderanno col titolo inglese Perhaps, perhaps, perhaps. O ancora Volver di Carlos Gardel e Alfredo Le Pera e qualche altra magica trovata. Al basso elettrico c Bulgarelli e completano la formazione la batteria di Tucci e le percussioni di Marcozzi.

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E poi... E poi la formazione di Bosso e Girotto ha deciso, per la registrazione, di convocare uno dei migliori fenomeni degli ultimi anni sorto in ambito latino: Raul Midn (voce su Quizs, quizs, quizs; voce e chitarra su Caminando e Blues). Cieco dalla nascita, giunto da Embudo (New Mexico), via Miami e New York. Madre scomparsa prematuramente e padre tanguero argentino girovago, ha inciso per Blue Note, partecipato con un brano alla colonna sonora di She Hate Me di Spike Lee; collaborato con Herbie Hancock e meravigliato tutti coloro che aspettavano la nuova icona del mondo latino. Cos anche il meno potente dei telescopi riuscirebbe a distinguere quelle stelle e svelarne tutto lo splendore. FABRIZIO BOSSO Diplomato in tromba al conservatorio G. Verdi di Torino, ha coltivato contemporaneamente gli interessi per la musica colta e il jazz. Tecnicamente impeccabile, riuscito a creare una graa personale, in cui il colore e la dinamica del suono non sono mai scontati, il senso dello swing spinto agli eccessi, la tensione creativa costante anche nellinterpretazione di standard. Ha svolto attivit concertistica sotto la direzione di George Russell, Mike Gibbs, Kenny Wheeler, Dave Liebman, Carla Bley e Steve Coleman ed stato reclutato da Charlie Haden per alcune tappe del tour di un album della Liberation Music Orchestra. Nel 1999 stato votato come Miglior nuovo talento del jazz italiano dalla rivista Musica Jazz e da allora collabora ai gruppi di Salvatore Bonafede, Giovanni Mazzarino ed Enrico Pieranunzi. Negli ultimi anni ha ottenuto straordinari successi: nel 2007 Youve Changed, realizzato con il suo quartetto stabile e la Bim String Orchestra diretta da Paolo Silvestri, e la partecipazione al successo di Trouble Shootin di Stefano Di Battista, con il quale ha realizzato tourne in Europa; nel 2008 Five Four Fun degli High Five e Sol! con il Latin Mood e Stunt, con Antonello Salis (vittoria del Top Jazz come Miglior disco del 2009 e anche come Miglior trombettista dellanno). Ha partecipato inoltre al progetto di Roberto Gatto sul rock progressivo, inciso anche in CD e partecipa al progetto Omaggio a Fabrizio De Andr. stato al Festival di Sanremo (2009) a anco de Simona Molinari e con Maurizio Martusciello (About a Silent Way) per i 40 anni dellopera di Miles Davis. Fa parte del quartetto Complete Communion di Aldo Romano, con Henri Texier e Geraldine Laurent, dedicato alla gura di Don Cherry. JAVIER EDGARDO GIROTTO Nato a Cordoba e si avvicinato alla musica dedicandosi allo studio del clarinetto e del auto. Trasferitosi negli Stati Uniti, conosce il jazz al Berkleey College of Music dove collabora con i pi grandi musicisti americani. Da quasi trentanni risiede in Italia dove leader e fondatore degli Aires Tango, con i quali ripropone in chiave jazz la ritmica argentina del tango proposta in molte

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importanti incisioni discograche. Nel 2000 forma un doppio duo: uno con il bandoneon di Daniele Di Bonaventura, col quale incide tre dischi (Javier Girotto Plays Rava, Recordando Piazzollae Recordando Gardel) e uno con Luciano Biondini (accordion) con il quale ha inciso due album di composizioni originali e tornando alla improvvisazione pi libera (El Cacerolazo e Terra Madre). Anche con questo duo protagonista in festival e club non solo italiani. Innite sono le collaborazioni di Javier Girotto, da Enrico Rava a Roberto Gatto e tanti altri. NATALIO LUIS MANGALAVITE Argentino, pianista, percussionista, compositore e cantante argentino di origini italiane. Vive e lavora in Europa da pi di venti anni e risiede in Italia dove ha operato nel pop e nel jazz: ha collaborato con artisti del calibro di Fabio Con-

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cato ed Ornella Vanoni, con la quale ha suonato per pi di 15 anni. Ha inciso due dischi con Javier Girotto e Peppe Servillo degli Avion Travel :Lamico di Cordoba e Ftbol LUCA BULGARELLI Tra i migliori giovani contrabbassisti in circolazione, usa anche il basso elettrico ed attento agli strumenti digitali. Abruzzese ma da tempo residente a Roma, dotato di alta padronanza tecnica e ricca sensibilit espressiva, si dimostra un musicista enciclopedico che si sta ricucendo un ruolo cardine nellambito di altri importanti progetti come il quintetto di Roberto Gatto e la band di Sergio Cammariere, al anco di Ada Montellanico ed Enrico Pieranunzi. musicista molto presente e attivo sulla scena nazionale LORENZO TUCCI Batterista incredibile, la sua tecnica frutto di unattenta scomposizione sia del drumming di matrice nero americana, che va da Elvin Jones a Tony Williams, sia dellimpressionismo di Shelly Manne e Buddy Rich. Si esibisce spesso al anco di Rosario Giuliani, membro stabile degli High Five e fa parte della schiera di musicisti jazz reclutati da Nicola Conte per i suoi progetti crossover. Nel 2001 uscito il primo disco a suo nome dal titolo Sweet Revelation, e nel 2009 lultimo, Touch. Drumonk, per Via Veneto Jazz, il suo lavoro dedicato a Thelonious Monk. BRUNO MARCOZZI Batterista e percussionista di ottima levatura, oltre ad essere elemento fondante della band di Sergio Cammariere ha partecipato al successo discograco di Fabrizio Bosso, Youve Changed.

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Mercoled gennaio 2012 ore 21.00 Sabato 14 28 marzo 2012 ore 21.00

Orchestra Filarmonica Marchigiana GIDON KREMER violino GIEDRE DIRVANAUSKAITE violoncello ROMAN KOFMAN direttore Omaggio a WOLDEMAR NELSSON
Johannes Brahms (1833-1897) Concerto per violino, violoncello e orchestra in la min. op. 102 Allegro moderato Andante Allegro, ben marcato

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Sinfonia n. 41 in do magg. K. 551 Jupiter Allegro vivace Andante cantabile Minuetto (Allegretto) Finale (Molto allegro)

n concerto e una sinfonia servono per celebrare colui che fu il primo direttore ospite della Form, Woldemar Nelsson. Il Doppio concerto di Brahms uno dei brani pi inconsueti della letteratura ottocentesca e una vera rarit nel catalogo del musicista amburghese che si dedic alla forma del concerto solistico assai di rado. Se escludiamo la precocit del primo concerto per pianoforte, occorre infatti attendere la ne degli anni Settanta per trovare il concerto per violino e il secondo per pianoforte: una distribuzione col contagocce al termine della quale si colloca il Concerto op. 102 (1887), presentato per la prima volta dai dedicatari (Joachim e Haussmann) come solisti, direttore lo stesso Brahms. Il concerto mul-

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tiplo era quasi scomparso nellOttocento e cos lautore pens di scrivere una sorta di sinfonia concertante che non puntava pi sullesibizione virtuosistica ma sullintegrazione tra i due strumenti e di questi con lorchestra. Il concerto si apre con un Allegro di struttura molto libera dove sempre prevale il senso del dialogo piuttosto che quello dellesibizione e che sembra voler seguire il pensiero del compositore piuttosto che una forma precostituita. LAndante, dallaspetto di ballata, una delle pagine pi poetiche dellultimo Brahms mentre al posto del rond conclusivo troviamo una struttura inconsueta dove si alternano, senza rinunciare al virtuosismo, il carattere di una danza contadina popolare e gioiosa e un elemento dolce e cantabile. Inne un aneddoto: Brahms aveva litigato con Joachim (a causa di un malinteso) e da anni aveva chiuso i rapporti con lui. Utilizz quindi questo brano per cercare un avvicinamento col grande violinista. Il rapporto tra i due riprese, anche se nel concerto, a tutti gli eetti, la parte prevalente ancora quella del violoncello A anco di un romantico classico sta un brano senza tempo, la Sinfonia K. 551 (1788, che limpresario Salomon den Jupiter per la grandiosit dellultimo movimento), che assieme alle due precedenti non solo vertice dellesperienza mozartiana, ma punto di partenza per lo sviluppo della sensibilit sinfonica preromantica e romantica. Essa infatti dimostrazione della capacit di sintesi di Mozart, della sua abilit nel far interferire i generi pi diversi, le sollecitazioni pi disparate, il vecchio e il nuovo nella creazione di un linguaggio e di uno stile che raduna, riassume e congeda lintero Settecento. In do maggiore, simbolo del sinfonismo trionfale, mostra la sua grandiosit gi nella salda struttura del primo tempo; e se nei due tempi centrali lautore sembra rientrare nei ranghi della consuetudine, si scatena per nellultimo, culmine di tutta la composizione per originalit di concezione, per ricchezza di idee e per chiarezza di esposizione. Ma soprattutto per luso del contrappunto col quale Mozart apre consapevolmente la strada alle riesumazioni e ai recuperi del passato, che saranno la caratteristica degli anni successivi e che segneranno levoluzione del linguaggio musicale da Beethoven in poi. ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA LOrchestra Filarmonica Marchigiana, fondata nel 1985 (dal febbraio del 2000, insieme alla Regione Marche e allUniversit degli Studi di Ancona, Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, FORM), dal 1987 una delle dodici Istituzioni Concertistiche Orchestrali Italiane. Opera in regione con stagioni liriche e sinfoniche, rassegne cameristiche e concerti per le scuole ed partner dei concorsi musicali internazionali regionali. Attenta alla valorizzazione dei compositori marchigiani, ha ideato Le Marche Parco Europeo della Musica. Dal 1998 orchestra principale del Festival Snow & Symphony di St. Moritz, assieme a grandi solisti e giovani talenti. Numerose le apparizioni

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televisive e le incisioni discograche: tra esse gurano pagine di Pergolesi, Strauss, Rossini, Mozart, Verdi, tutte guidate dal suo direttore artistico Gustav Kuhn. GIDON KREMER Nato a Riga, ha vinto i premi pi prestigiosi (il Queen Elisabeth, il Paganini, il ajkovskij) iniziando cos una carriera concertistica che lo ha portato in tutto il mondo come uno dei pi originali e ambiziosi artisti della sua generazione. apparso sui palcoscenici pi importanti, con le pi grandi orchestre dEuropa e dAmerica, come solista e collaborando con i pi rinomati direttori dorchestra. Il suo repertorio non comprende solo le composizioni per violino classiche e romantiche ma anche quelle dei contemporanei; si impegna da tempo nella valorizzazione della musica di oggi e molti nuovi brani degli ultimi trentanni sono stati a lui stesso dedicati da autori quali Schnittke, Prt, Kancheli, Gubaidulina, Nono e Piazzolla. Ha registrato oltre 100 album, grazie ai quali egli ha conseguito riconoscimenti e premi internazionali (Deutscher Schallplattenpreis, Ernst-von-Siemens Musikpreis, Premio dellAccademia Musicale Chigiana, il Premio Unesco). Ha fondato nel 1997 lorchestra da camera Kremerata Baltica e nel 1981 ha dato vita al Lockenhaus, un festival di musica da camera che si svolge ogni estate in Austria. autore di libri pubblicati in Germania che narrano la sua ricerca artistica. Gidon Kremer suona un violino Nicola Amati del 1641. GIEDRE DIRVANAUSKAITE Nata Kaunas, in Lituania, dopo il diploma nel 1995 ha seguito masterclass di Mstislav Rostropovich, Hatto Beyerle, Tatjana Grindenko e si imposta in vari concorsi a seguito dei quali stata ospite di numerosi Festival in Lituania e allestero (a Sugrizimai, Gstaad, Basilea, Lockenhaus ecc.) dove si esibita con artisti quali Bekavac, Geringas, Holliger, Kremer, Pergamenschikov, Hagen. Ha collaborato come solista con varie e importanti orchestre (la Nazionale Lituana, la Filarmonica Armena, lOrchestra da Camera di Kiev ed altre prestigiose compagini in Germania, Belgio, Stati Uniti dAmerica e Giappone) sotto la guida di direttori quali Domarkas, Kofman, Mustonen, Salonen, Servenikas, Sondeckis. Nel 1997 stata membro fondatore dellorchestra Kremerata Baltica, con cui continua ad esibirsi in tutto il mondo e con la quale stata solista per il Festival Internazionale MIDEM di Cannes. Ha collaborato anche a gruppi da camera, in formazioni di trio o quartetto, con pianisti quali Andrius Zlabys, Sa Chen, Khatia Buniatishvili ed stata per alcuni anni, con altri musicisti della Kremerata Baltica, membro del Quartetto Kremeratini. Di recente apparsa in numerosi Festival in Cina, Giappone, Russia, Italia con solisti quali Gidon Kremer, Martha Argerich, Yuri Bashmet, Michel Lethiec e Michel Portal.

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ROMAN KOFMAN Nato a Kiev, dopo il diploma in violino diventato nel 1963 il primo concertmeister dellOrchestra da camera di Kiev; diplomato in direzione dorchestra nel 1971, ha deciso di intraprendere quella carriera divenendo uno dei conduttori pi apprezzati della sua generazione: direttore di prestigiose compagini (Donetzk Philharmonic Orchestra, Seoul Symphony Orchestra, Philharmonia Pomorska, Warsaw National Opera e National Philharmonic Orchestra Ukraina) regolarmente invitato a dirigere orchestre in Europa (Bayerische Rundfunk, Mitteldeutsche Rundfunk, Berner Sinfonieorchester ecc.), America, Asia, and Africa, a anco di grandi solisti quali Weissenberg, Oistrach, Gutman, Maisky. Ha diretto tutti i capolavori sinfonici, operistici, per grande e piccola orchestra e ha un ruolo importante nella diusione della musica del Novecento, con particolare riguardo alle opere di Schnberg e Webern, Berio e Messiaen, Prt e Schnittke e molti autori di oggi gli hanno dedicato le loro opere. Ha inciso CD per Melodia, Teldec, Orfeo, CPO, Arts, M&R Records con lavori di ajkovskij, Rachmaninov, Schnberg, Glasunov ma anche di Vivaldi e Bach. Dal 2003/2004 Direttore Musicale Generale della Beethoven Orchester Bonn con la quale ha registrato le Sinfonie di ostakovi e con la quale ha compiuto tourne in Europa e Giappone.

Woldemar Nelsson

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Venerd 6 gennaio 2012 21.00 Sabato 14 aprile 2012 oreore 21.00

I Fiati dellOrchestra Sinfonica G. Rossini


I oboe Lorenzo Luciani - II oboe Ilaria De Maximy I clarinetto Davide Felici - II clarinetto Vanessa Scarano I corno di bassetto Marco Messa - II corno di bassetto Andrea Romani I fagotto Luca Bonci - II fagotto Paolo Rosetti I corno Massimo Mondani - II corno Alessandro Fraticelli III corno Enrico Barchetta - IV corno Marco Malaigia violoncello Luca Bacelli contrabbasso Daniele Gemignani

NORIS BORGOGELLI direttore


Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Serenata n. 10 in si bem. magg. K. 361 Gran Partita Largo - Allegro molto Minuetto -Trio I e II Adagio Minuetto (allegretto) - Trio I e II Romanza (Adagio - allegretto) Tema con sei Variazioni (Andante) Finale (Molto allegro)

Antonin Dvok: (1841-1904) Dvok: Serenata per ati op. 44 Moderato quasi marcia Tempo di minuetto Andante con moto Allegro molto

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ol nome di serenata nel Settecento si indicava una pagina dintrattenimento, prodotta dai musicisti di corte al puro scopo di consumo e comunicazione sociale. Il genere, come facile intuire, aveva una fortuna enorme trovando nella cultura mitteleuropea il terreno un terreno adattissimo al suo sviluppo e, pur appartenendo alla categoria delle forme disimpegnate, richiedeva un alto livello di artigianato artistico come quello di compositori di altissima professionalit, anche se non di prima fascia, quali Wagenseil, Michael Haydn, Leopold Mozart, Ditters von Dittersdorf. Per la sua caratteristica leggera, la struttura della serenata era variabile nel numero dei movimenti e si modicava formalmente a seconda dei casi e delle necessit, attingendo alle forme pi arcaiche della sonata e della suite, mantenendo per sempre un linguaggio facile e scorrevole. Nei suoi anni di servizio a Salisburgo Mozart produsse un buon numero di serenate e divertimenti, ed quasi inutile dire che nelle sue mani queste forme raggiunsero il massimo splendore, non solo cancellando completamente quelle precedenti ma anche divenendo un punto di riferimento per quegli autori come Brahms, ajkovskij o Dvoak che nella seconda met dellOttocento cercarono nel passato felice un rifugio di fronte ad un mondo sempre pi incerto e in crisi. Vero gioiello del genere cameristico la Serenata K. 361 (1781) detta gran partita proprio per le sue grandiose proporzioni, per la strumentazione, ma soprattutto per lo straordinario impegno costruttivo e formale. Appare infatti immediatamente evidente la sua struttura quasi sinfonica, cos lontana da tutto ci che anche lo stesso compositore aveva prodotto nel genere no a quel momento, realizzata attraverso ampi movimenti ricchi di magistrali eetti, di impasti timbrici e di sonorit originalissime. Se c un autore che nel secondo Ottocento riesce mirabilmente a fondere il desiderio allespressione nazionale con lamore verso ci che la civilt viennese del passato meglio aveva saputo esprimere Dvoak il quale, per questa ragione venne visto sia come corifeo sia della scuola musicale boema che della conservazione della tradizione. A met strada in questo percorso cos particolare stanno proprio le due serenate, una destinata agli archi e laltra, la Serenata op. 44 (1878), ai ati dove il compositore, anche favorito dalla presenza degli strumenti a ato, recupera con estroversione e felicit i modi e le danze popolari, ricordando forse lantica, semplice e perduta felicit. I FIATI DELLORCHESTRA SINFONICA G. ROSSINI Il complesso I ati dellO.S.R. costituito dalle prime parti dellOrchestra Sinfonica G. Rossini: Cristina Flenghi ed Elena Giri, auti; Lorenzo Luciani e Pierpaolo Ottavi, oboi; Davide Felici e Vanessa Scarano, clarinetti; Luca Bonci e Paolo Rosetti, fagotti; Massimo Mondaini e Alessandro Fraticelli, corni. Per questo programma si aggiungono due corni di bassetto e due corni. presente, inoltre, il primo contrabbasso Daniele Gemignani. Dopo una

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lunga attivit allinterno della Rossini, i ati hanno deciso di proporsi come gruppo autonomo proponendo programmi, come in questo caso, scritti per tale formazione o arrangiamenti di vari generi musicali. Le collaborazioni con i direttori Noris Borgogelli e Michele Mangani sono un prezioso punto di partenza per questo ensemble.

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NORIS BORGOGELLI Nato a Fano, uno degli artisti pi completi e spiccatamente versatili della sua generazione. Dopo la maturit artistica, ha frequentato i corsi di teatro presso la Scuola dei Bibiena di Bologna con Giorgio Trestini prendendo parte ai vari spettacoli e si poi occupato di regia, partecipando a rassegne e festival dove ha ottenuto premi e segnalazioni. Diplomato in viola e in arpa al Conservatorio di Pesaro, ha frequentato le lezioni di canto di M. Melani e E. Raggi-Valentini. violista del Quartetto Malatesta, del quale fondatore, con cui ha realizzato centinaia di concerti e vinto numerosi primi premi in concorsi nazionali ed internazionali mentre. Ha conseguito il diploma dei Corsi di Alto Perfezionamento per direttori dorchestra tenuto Donato Renzetti presso lAccademia Musicale Pescarese. La sua eclettica attivit artistica lo vede impegnato da oltre trentanni come strumentista, cantante, direttore, attore e mimo su palcoscenici di teatri e sale da concerto fra le pi importanti in Italia e nel mondo, collaborando con direttori, registi, orchestre e solisti di grande prestigio (tra essi Muti, Abbado, Kuhn, Zedda, Temirkanov, Nagano, Ronconi, Pizzi, Monicelli, Cavani, Zerelli, De Simone, Lavia, Domingo, Gasdia, Pratic, Brunello, Orchestra da Camera di Bologna, Internazionale dItalia, Filarmonica Marchigiana, della fondazione G. Cantelli, del Rossini Opera Festival, della Repubblica di San Marino). Molta attenzione dedica alla divulgazione e allavvicinamento dei giovani e non solo alla musica, dove stato protagonista in varie forme (direttore, orchestratore, strumentista e narratore) ne Il carnevale degli animali di Saint-Sans, Pierino e il lupo di Prokof ev, Histoire de Babar di Poulenc dove contemporaneamente racconta le storie e dirige lorchestra e dellHistoire du soldat di Stravinskij, alternando in varie produzioni i ruoli del Diavolo e del Soldato, curandone anche la regia nel 1994 su commissione dellOrchestra Filarmonica Marchigiana.

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aprile 2012 ore 21.00 Sabato 14 gennaio 2012 ore 21.00

Orchestra Filarmonica Marchigiana DANIIL TRIFONOV pianoforte JOHANNES WILDNER direttore SCHUMANN E BRAHMS
Paolo Marzocchi (1971) nuova composizione Robert Schumann (1810-1856) Concerto per pianoforte e orchestra in la min. op. 54 Allegro aettuoso Intermezzo (Andantino grazioso) Allegro vivace

Johannes Brahms (1833-1897) Serenata n. 1 in re magg. op. 11 Allegro molto Scherzo (Allegro non troppo) Adagio non troppo Menuetto I - Menuetto II Scherzo (Allegro) Rond (Allegro)

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embrano guardare al passato, Schumann e Brahms, quando si accingono, rispettivamente, a utilizzare due forme cos antiche come il Concerto solistico e, addirittura, la Serenata. Certo, una delle aermazioni pi ricorrenti quella secondo la quale gli autori romantici escono dalle costruzioni formali tradizionali per trovare una propria strada; e proprio Schumann campione in questa ricerca quando, in tutta la prima fase della sua carriera, travalica la forma, caricandola di contenuti poetici extramusicali e losoci. E quando aronta la forma del concerto, pi che ricercarne parallelismi simbolici desidera superare i modelli a lui contemporanei (Hummell o Chopin), dove la carica drammatica e dialettica si era smarrita in favore della pura esibizione virtuosistica, e tornare al passato ripartendo dalla concezione sinfonica degli ultimi grandi capolavori di Beethoven. La lunga ricerca spiega la travagliata vicenda del Concerto in la minore, nato come fantasia nel 1840 e solo in un secondo tempo (1846) completato in tre movimenti e presentato al pubblico a Lipsia con la moglie Clara al pianoforte. La lunga gestazione spiega lomogeneit e lunit strutturale e tematica della composizione: i tre tempi sono infatti legati da una serie di temi comuni, secondo unidea di associazione, reminiscenza, analogia e ciclicit che sar preludio allapertura totale delle barriere tra un movimento e laltro che caratterizzeranno le composizioni sinfoniche del secondo Romanticismo. Ad ancora pi indietro fa riferimento il venticinquenne Brahms della Serenata op. 11 che, maestro di musica alla corte di Westfalia, vuole recuperare nella nostalgia il sogno di un Settecento idealizzato e lontano, quello delle grandi serenate mozartiane di Salisburgo e di Vienna. La forma e lo stile preclassico della composizione, concepita quasi a met strada tra la sinfonietta e il brano cameristico, rappresenta il tentativo di comprimere lurgenza creativa e lirruenza che aveva caratterizzato i primi grandi e strabordanti monumenti pianistici in strutture pi asciutte e formalizzate. Completer il programma una nuova composizione del nostro musicista in residence, Paolo Marzocchi. ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA LOrchestra Filarmonica Marchigiana, fondata nel 1985 (dal febbraio del 2000, insieme alla Regione Marche e allUniversit degli Studi di Ancona, Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, FORM), dal 1987 una delle dodici Istituzioni Concertistiche Orchestrali Italiane. Opera in regione con stagioni liriche e sinfoniche, rassegne cameristiche e concerti per le scuole ed partner dei concorsi musicali internazionali regionali. Attenta alla valorizzazione dei compositori marchigiani, ha ideato Le Marche Parco Europeo della Musica. Dal 1998 orchestra principale del Festival Snow & Symphony di St. Moritz, assieme a grandi solisti e giovani talenti. Numerose le apparizioni televisive e le incisioni discograche: tra esse gurano pagine di

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Pergolesi, Strauss, Rossini, Mozart, Verdi, tutte guidate dal suo direttore artistico Gustav Kuhn. DANIIL TRIFONOV Nato in Russia, a Nizhny Novgorod, nel 1991 ha studiato dapprima alla Scuola Gnessin di Mosca e successivamente (dal 2009) al Cleveland Institute of Music. Dopo numerosi riconoscimenti in Russia ha vinto nel 2008 il concorso di San Marino e ha iniziato dal 2010 uninarrestabile aermazione internazionale, ottenendo premi in prestigiosi concorsi internazionali quali lo Chopin di Varsavia, il Rubinstein di Tel Aviv e il ajkovskij di Mosca (2011). Recentemente uscito per la Decca un CD dedicato a Chopin.

Daniil Trifonov

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JOHANNES WILDNER Nato in Austria, Wildner ha studiato direzione, violino e musicologia ed subito diventato uno dei pi apprezzati direttori del suo Paese. Lesperienza coi Wiener Philharmonic e con lorchestra di Stato gli hanno dato una formazione e unimpronta personale: stato quindi direttore principale dellorchestra di Stato a Praga (1994-95), primo direttore dellopera di Lipsia (1996-98) e direttore musicale generale dellorchestra della Westfalia dal 1997. dal settembre 2010 direttore principale ospite dellorchestra della BBC. Dirige regolarmente nelle maggiori sedi operistiche internazionali (Tokyo, Arena di Verona, Salisburgo), con grandi orchestre (London Philharmonic, Royal Philharmonic, Filarmonica di San Pietroburgo, Sinfonica Siciliana, Orchestra del Mozarteum, China Philharmonic e Hong Kong Philharmonic Orchestra). Ha inciso oltre 60 CD e DVD con titoli celeberrimi (Die Fledermaus, Cos fan tutte, Carmen, Nozze di Figaro, Terza e Nona di Bruckner). Recentemente ha realizzato lopera completa di Robert Schumann per pianoforte e orchestra con Lev Vinocour e la RSO di Vienna.

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Sabato 14 gennaio 2012 ore 21.00 Venerd 20 aprile 2012 ore 21.00

LAURA MARZADORI violino OLAF JOHN LANERI pianoforte


Ludwig van Beethoven (1770-1827) Sonata n. 9 per violino e pianoforte in la magg. A Kreutzer Adagio sostenuto-Presto Andante con variazioni Finale (Presto)

Bela Bartk (1881-1945) Sonata n. 1 per violino e pianoforte Sz 75 Allegro appassionato Adagio Allegro

uando Beethoven dedica, prima a Eridge-Tower e poi a Kreutzer, la Sonata op. 47 (1803) le composizioni per violino e pianoforte erano ancora piacevoli brani da casa, dove spesso larco era ad libitum e la parte per pianoforte predominante. Gi Beethoven aveva sconvolto non poco il mondo della musica con le prime sonate dedicate a questo organico, che erano state stroncate da pubblico e critica, ma qui, davvero, superava i limiti. Al punto ne fu egli stesso consapevole che appose questo corollario per pianoforte e un violino obbligato, scritta in uno stile molto concertante, quasi come di un concerto ecc., e aggiunse poi: questo Kreutzer un caro e buon amico: siccome la Sonata scritta per un violinista valente, cos la dedica pi adatta a lui. Per un violinista valente, quindi, non pi per uno dei tanti dilettanti che si trastullavano nei salotti viennesi; e in eetti la Kreutzer rappresenta la ne di unera musicale ma anche e il punto di partenza e il riferimento per tutto coloro che, successivamente si dedicheranno al genere. Lincontro-scontro tra i due strumenti chiaro sin dal preludio al primo movimento ed esplode nel Presto, equilibrato tra tensione drammatica e infuocato

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virtuosismo; dopo le poetiche variazioni che costituiscono il secondo movimento, il terzo movimento (destinato in origine alla Sonata op. 30 n. 1) una sorta di tarantella infernale il cui vigore ritmico chiusura perfetta per questa pagina monumentale. Dopo Beethoven il problema delle gerarchie tra i due strumenti non si pone pi perch la musica da camera diviene nel Romanticismo e, soprattutto, nel Novecento, repertorio da concerto e diventa spesso sintesi essenziale del pensiero di ogni compositore. Pur collocate in piena stagione espressionistica, le sonate per violino e pianoforte di Bartk costituiscono uno straordinario passo in avanti nello stile e nella scrittura per questo storico organico, mescolando in maniera magistrale gli inussi delle avanguardie pi radicali con il modo di impiegare in ambito colto stili e scrittura della musica popolare e contadina. La Prima Sonata (1921), dedicata alla grande virtuosa Jelly DAranyi e da lei eseguita la prima volta assieme allAutore, anche se allapparenza conserva la struttura in tre movimenti, compatta e soprattutto fortemente inuenzata dalle ricerche musicali compiute Bartk che si lega tematicamente a modi folklorici ungheresi, anche se non mancano i riferimenti alla musica europea (Schnberg e lespressionismo nel primo tempo, Debussy nel secondo e la musica rumena nel terzo). Innovativo anche il rapporto tra i due strumenti: violino e pianoforte conducono un discorso musicale su temi diversi e Bartk, anzich fondere le loro parti ne mette in risalto la complementariet, e le caratteristiche timbriche ed espressive. Lapparente contrasto cos si ricompone in un brano di grande suggestione, frutto di una profonda unit psicologica. LAURA MARZADORI Nata a Bologna, sin da giovanissima si imposta allattenzione ottenendo riconoscimenti in prestigiose manifestazioni (Rassegna Nazionale Amati di Cremona, Premio Nazionale delle Arti di Roma, Concorso Internazionale Postacchini di Fermo) vincendo poi nel 2005 il Concorso di Vittorio Veneto, aggiudicandosi anche il premio Gulli per la migliore esecuzione di Mozart. Ha tenuto concerti in Europa, Stati

Laura Marzadori

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Uniti e Sud America, suonando come solista a anco di importanti orchestre e in sedi prestigiose (la Filarmonica Toscanini, lOrchestra del Regio di Parma, lOrchestra Regionale Toscana, lOrchestra Filarmonica Marchigiana e lOrchestra Regionale di Roma e del Lazio). Di dedica alla musica da camera, in formazioni con grandi artisti quali Salvatore Accardo, Rocco Filippini, Bruno Canino, Antonio Meneses, Antony Pay e Bruno Giuranna (con il quale ha recentemente eseguito le bachiane Variazioni Goldberg nella versione dello stesso Giuranna per violino, viola e violoncello). Diplomata con lode e menzione speciale al Conservatorio di Bologna, ha studiato e continua a perfezionarsi con prestigiosi insegnanti: con Marco Fornaciari, con Pavel Berman presso lAccademia Incontri col Maestro di Imola e con Salvatore Accardo allAccademia Stauer di Cremona e alla Chigiana di Siena, con Giuliano Carmignola nellambito delle attivit dellOrchestra Mozart. Suona un violino Gian Battista Rogeri del 1701 di propriet della Fondazione Pro Canale. OLAF JOHN LANERI Nato a Catania, ha ottenuto il diploma con lode e menzione donore al Conservatorio di Verona e ha proseguito la sua formazione artistica a Bolzano e allAccademia Pianistica di Imola dove si diplomato nel 1998. Laureato in concorsi nazionali ed internazionali (Monza, Tokyo e di Hamamatsu) nel 1998 ha vinto il secondo premio al Concorso Busoni di Bolzano (primo premio non assegnato) e nel 2001 il secondo premio al World Music Piano Master di Montecarlo. Suona come solista e con orchestra per rinomate stagioni in Italia e in Europa tra le quali Festival di Brescia e Bergamo, ISU-Bocconi di Milano, Sagra Malatestiana di Rimini, Festival della Ruhr, alla Herkulessaal, Gasteig di Monaco, alla Salle Gaveau e per Radio France a Parigi, Festival Chopin in Polonia e Opra di Montecarlo. Ha suonato per linaugurazione della Biblioteca della Sala Borsa di Bologna e, a Berlino, per la chiusura della mostra dedicata ai disegni (per la prima volta riuniti) di Botticelli sulla Divina Commedia di Dante. Ha in repertorio lintegrale delle Sonate di Beethoven Olaf John Laneri che sta presentando in concerto a Bologna.

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Gioved 10 maggio 2012 ore 21.00 Sabato 14 gennaio 2012 ore 21.00

KRYSTIAN ZIMERMAN
pianoforte
Musiche di Claude Debussy

he pianoforte e pianisti abbiano un ruolo centrale nella storia della musica degli ultimi duecento e passa anni un fatto oltremodo acclarato. Dai salotti di Chopin, dal virtuosismo funambolico di Clementi, dal pianismo trascendentale dei Liszt no a Rachmaninov, Horowitz ed ai grandi interpreti degli anni pi recenti, la schiera non solo lunga, ma anche particolarmente dierenziata. Non possibile, infatti, ridurre ad un solo comune denominatore gli atteggiamenti e le modalit con i quali i diversi talenti si sono espressi. Dalla superciale brillantezza da show business dei virtuosi puri (quelli che sono il pi veloce, quelli che faccio pi note di te in un secondo, e cos via) allintrospezione maniacale degli interpreti pi ranati, tanto ranati da vivere oppressi da una costante ed angosciante nevrosi (basti rammentare la complessa vicenda in un Arturo Benedetti Michelangeli). Tra questi due estremi c una variet di comportamenti tale da farci pensare ai pianisti come una sorta di genia speciale, nel gi confuso mondo dei musicisti. In fondo, vivono un loro dramma: suonano uno strumento meccanico e percussivo, dal quale il pubblico attende, per, dascoltare suoni dolcissimi e fascinosi, melodie suggestive condite con qualche forte emozione. Cos il suono debbono costruirlo nella propria mente, prima ancora che trasporlo sulla tastiera. Da questo punto di vista Krystian Zimerman rappresenta un vero e proprio punto deccellenza, e un programma interamente dedicato a Debussy unoccasione rara, perch raramente nella storia del pianoforte si potuto ammira-

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re un cos straordinario controllo del suono, accompagnato ad una ricchezza di sfumature davvero mirabile. Zimerman riesce a darci lesatta dimensione delle possibilit che tasti, corde e martelletti orono alle dita di un artista. Il tutto sommato ad una capacit straordinaria di rendere perfettamente intellegibili le diversit stilistiche, di suggerirci contesti e ambiti, dando il giusto rilievo a ci che sta intorno a ciascuna partitura. Del resto, dal grande interprete ci si attende che sappia trovare il giusto equilibrio tra la propria individualit dartista e la sostanza (sempre diversa), della musica che propone. Zimerman, da questo punto di vista, ha raggiunto frutto di una maturit artistica consolidata il vertice, e possiamo ormai vederlo unito alla schiera dei pochissimi per i quali la musica qualcosa di pi dellarte di combinare e far ascoltare i suoni.

Krystian Zimerman Photo Susesch Bayat

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KRYSTIAN ZIMERMAN Krystian Zimerman, classe 1956, certamente fra le voci oggi pi signicative della Polonia musicale, paese di lunga e grande storia pianistica che ha saputo esprimere gure come Artur Rubinstein ma anche Ignaz Paderewski, Josef Homan, Leopold Godowski, Carl Tausig e pi indietro ancora, naturalmente, Fryderyk Chopin. Dopo le prime lezioni avute dal padre, Zimerman ha frequentato lAccademia di Musica di Katowice, dove ha studiato con Andrzej Jasinski. Su questa linea si pone, dalla ne degli anni Settanta, il polacco Zimerman, vincitore nel 1975 del Concorso Chopin di Varsavia e ben presto invitato al prestigioso Festival di Salisburgo dove aascina Karajan, responsabile del cartellone salisburghese e che con i suoi Berliner avrebbe poi realizzato con Zimerman lincisione dei Concerti di Grieg e di Schumann, oltre che a favorire quindi il suo lancio internazionale. A quelle incisioni ne sono seguite altre sempre per DG assieme a Bernstein (Concerti di Beethoven e Brahms), Giulini (Concerti di Chopin), Ozawa (Concerti di Liszt e Rachmaninov), Boulez (Concerti di Ravel), sempre coronate dai premi pi prestigiosi (Gramophone Award, Grand Prix du Disque, Edison Award, Diapason dOr, nomination al Grammy) con le quali ha coperto il repertorio maggiore per pianoforte e orchestra, parallelamente ai capisaldi della musica per pianoforte solo (Chopin, Liszt, Schubert e Debussy) e da camera. Il suo repertorio, non particolarmente vasto ma selezionatissimo, ha come fulcro inevitabilmente Chopin attorno al quale, prima e dopo, comprende tutti i grandi da Mozart al Novecento, con particolare interesse verso la stagione parigina del primo Novecento (Debussy e Ravel) e i polacchi Lutoslawski e Szimanowski. Qualcuno ha visto in Zimerman lespressione del pianismo moderno, in ragione di una sostanziale sobriet di espressione, pienamente consapevole del tanto che gi stato detto. In questo senso la sua arte Zimerman sa reinventarsi ad ogni occasione, avendo nellintelligenza dellanalisi e nella vastit degli interessi i suoi punti di forza. Il pieno controllo della sonorit che contraddistingue il pianista polacco insomma pieno controllo delle intenzioni interpretative, che fanno del concerto non solo un giusto motivo di spettacolo ma anche una preziosa occasione di cultura.

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Sabato 14 gennaio2012 ore 21.00 Fuori abbonamento 19 maggio 2012 ore 21.00

Concerto Jazz per Lions Club ROBERTO GATTO QUINTET REMEMBERING SHELLY Tributo a Shelly Manne Roberto Gatto batteria Luca Mannutza piano e tastiere Max Ionata sax Marco Tamburini tromba Giuseppe Bassi contrabbasso

erma Roberto Gatto in unintervista rilasciata in occasione delluscita del CD Remembering Shelly: un omaggio alla musica del quintetto di Shelly Manne, non direttamente a Shelly Manne. un modo per riproporre un repertorio che nessuno prima di me aveva mai riproposto. Quello di una band che era in attivit tra il 1959 e il 1961 e che proponeva brani originali. Lidea era quella di suonare una serata di standard senza suonare degli standard. Non so se sia originale o meno, ma un musicista di jazz contemporaneo, visto che suona questa musica, ha il dovere di ricordare e riproporre repertori dei grandi della musica del jazz. Lho fatto con Miles, ora con Manne e lo continuer a fare. come dire: che originalit c nel riproporre la Quinta di S hostakovic h dopo 75 anni che morto?. Eppure continuano a suonarla. Il jazz come la musica classica; il jazz del periodo di Manne lo si pu continuare a suonare ad libitum, altrimenti se si dimentica quel tipo di provenienza si perde il lo del discorso. Il gruppo che Roberto Gatto presenta in questa occasione rende omaggio a uno dei pi importanti artisti della storia del jazz: Shelly Manne, batterista, compositore, arrangiatore, sicuramente uno dei pi versatili musicisti in attivit dagli anni 40 no alla met degli anni 80. Il suo talento gli diede la possibilit di col-

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laborare con musicisti molto diversi tra loro: da Lester Young a Stan Kenton, da Sonny Rollins ad Andr Previn, da Ornette Coleman a Bill Evans e, soprattutto, il quintetto (con Joe Gordon o Conte Candoli alla tromba, Richie Kamuca al sax, Victor Feldman o Russ Freeman al piano e Monty Budwig al basso) con il quale ha registrato cinque meravigliosi live nel famoso club di San Francisco The Black Hawk nel 59. Pur essendo considerato rappresentante della musica della west coast o jazz californiano, in realt il gruppo produceva pezzi ricchi di swing ed energia, molto pi simili alla musica che si suonava a New York, in larga parte fatta di brani originali preparati da alcuni componenti del gruppo. Roberto Gatto ha trascritto da quei dischi pi di quindici brani dei quali, dopo indagini presso amici e collaboratori di Shelly Manne, si scoperto non esistere pi traccia di partiture. Cos come non risulta nemmeno che altri gruppi abbiano suonato mai quel repertorio. ROBERTO GATTO Nato a Roma, Roberto Gatto ha debuttato nel 1975 con il Trio di Roma (Danilo Rea, Enzo Pietropaoli). Ha suonato in tutta Europa e nel resto del mondo con i suoi gruppi ed insieme ad artisti internazionali. Le formazioni a suo nome sono caratterizzate, oltre che da un interessante ricerca timbrica, e un impeccabile tecnica esecutiva, da un grande calore tipico della cultura mediterranea. Questo fa sicuramente di Roberto Gatto uno dei pi interessanti batteristi e compositori in Europa e nel mondo. Numerose sono le collaborazioni con altri grandi artisti, quali Bob Berg, Steve Lacy, Johnny Grin, George Coleman, Dave Liebman, Phil Woods, James Moody, Barney Wilen, Ronnie Cuber, Sal Nistico, Michael Brecker, Tony Scott, Paul Jerey, Bill Smith, Joe Lovano, Curtis Fuller, Kay Winding, Albert Mangelsdor, Cedar Walton, Tommy Flanagan, Kenny Kirkland, Mal Waldron, Ben Sidran, Enrico Pieranunzi, Franco DAndrea, John Scoeld, John Abercrombie, Billy Cobham, Bobby Hutcherson, Didier Lockwood, Richard Galliano, Christian Escoud, Joe Zawinul, Bireli Lagrene, Pat Metheny. Come leader ha allattivo nove album: Notes, Ask, Luna, Jungle Three, Improvvisi, Sing Sing Sing, Roberto Gatto Plays Rugantino. Da anni si dedica anche alla composizione di musiche da lm realizzando, insieme a Maurizio Giammarco, la colonna sonora di Nudo di donna per la regia di Nino Manfredi, ed insieme a Battista Lena quelle di Mignon partita di Francesca Archibugi vincitore di cinque David di Donatello, di Verso Sera e Il grande cocomero della stessa Archibugi. Nel 1983 vince il referendum del mensile Fare Musica come miglior batterista italiano, nel 1985 e nel 1987 con il gruppo Lingomania si classica al primo posto del referendum Top jazz indetto dalla rivista Musica Jazz nella categoria Miglior gruppo.

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Nel 1988, 1989, 1990, nellambito dellinchiesta i vostri preferiti a cura del mensile Guitar Club, al primo posto della categoria Batteristi. Nel 1993 realizza due Video didattici dal titolo Batteria vol. 1 e 2. Si esibito recentemente nella prestigiosa sala della Town Hall a New York. stato direttore artistico del Teatro dellAngelo di Roma per la rassegna Jazz in progess. Oltre che col suo quintetto, lavora stabilmente nei gruppi di Enrico Rava, nei gruppi del sarmonicista francese Richard Galliano e si esibito in tourne col gruppo di Pino Daniele

Roberto Gatto

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Marted 29 maggio 2012 ore 21.0021.00 Sabato 14 gennaio 2012 ore

Ministero della Pubblica Istruzione Musicians For Human Rights Istituto Comprensivo G. Gaudiano Istituto Comprensivo D. Alighieri MuSA musica spettacolo arte

Mu A

musicaspettacoloarte

Musica per i Diritti Umani 2012 Il diritto alla salute


Orchestra dellIstituto Comprensivo G. Gaudiano Orchestra dellIstituto Comprensivo D. Alighieri Ensemble dei Musicians For Human Rights
Programma da denire

l progetto ha come scopo quello di promuovere, attraverso la musica, la diffusione e la difesa dei diritti umani e contribuire quindi a creare nei giovani una nuova coscienza sociale, sopranazionale, interlinguistica e multiculturale, da attuare anche attraverso la collaborazione con associazioni che in questo ambito agiscono in prima linea. Inoltre obiettivo non secondare quello di favorire la nascita e lo sviluppo di orchestre e cori provenienti dalle numerose Scuole Medie ad Indirizzo Musicale presenti in Italia. MUSICIANS FOR HUMAN RIGHTS Di fronte al dovere storico di estendere il godimento dei diritti umani ad un numero sempre maggiore di persone, il ruolo delle attivit culturali e delle pratiche artistiche sembra condannato, pi ancora delle politiche statali o delle iniziative economiche, allimpotenza e alla subalternit. Ma non cos. La letteratura, la musica, la poesia, le arti visive, il teatro, la danza possiedono, al contrario, una enorme potenzialit comunicativa e sono oggi in grado di creare una nuova coscienza sociale: sovranazionale, interlinguistica e multiculturale.

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La musica, e in particolare quella che appartiene alla cosiddetta tradizione colta, grazie alla sua capacit di parlare senza parole, possiede un formidabile potere testimoniale: cio uno strumento estremamente ecace di diusione e circolazione delle idee. Lo dimostrano, nel passato, le opere di alcuni compositori come Mozart, Beethoven, Wagner, Schnberg, attraversate da una forte e costante tensione ideale, e, nel presente, la volont di testimonianza etica di molti tra i pi attivi compositori contemporanei e degli esponenti pi sensibili della world music. Sulla base di queste considerazioni un gruppo di associazioni gi attive da tempo in Italia e nel mondo nel campo della organizzazione musicale (Eleuthera, Al Kamandjati, Trio Amadei, Associazione Giapponese di Vita Umanistica, Humilitas, Mixis - Musica Etica) ha dato vita ad un movimento, denominato Musicians For Human Rights, il cui scopo principale quello di promuovere e sostenere, attraverso la musica, la conquista e la difesa dei diritti umani: sia quelli previsti dalla Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite, sia quelli generati dai conitti dellultimo mezzo secolo. Lattivit del movimento si svolge in due direzioni distinte: da una parte intende portare la musica e la sua capacit testimoniale nei luoghi del mondo dove i diritti umani sono calpestati, ignorati e dimenticati, dallaltra vuole tenere desta lattenzione sul problema degli Human Rights anche nei paesi dove, almeno in apparenza, la carta delle Nazioni Unite sembra essere applicata e rispettata. In entrambi i casi la forma dellintervento quella del concerto, del momento pi alto, cio, in cui il suono, lunico elemento autenticamente universale dellespressione musicale, diventa patrimonio comune del compositore, dellinterprete e dellascoltatore. Nella persuasione che ogni artista e musicista dovrebbe avere la possibilit di mettere il privilegio della propria conoscenza al servizio di chi non vede riconosciuto alcun privilegio. Per tradurre nella pratica dellattivit musicale lidea della difesa dei diritti umani il movimento Musicians For Human Rights ha dato vita, nella prima fase della sua attivit, alla Human Rights Orchestra, un gruppo di musicisti provenienti da diverse parti del mondo (Italia, Giappone, Palestina, Venezuela, Slovacchia) spinti da un progetto comune: utilizzare la propria competenza musicale in difesa dei deboli, degli sfruttati, dei dominati, degli esclusi e del riconoscimento dei loro diritti fondamentali. I presupposti che sostengono lattivit orchestrale del movimento sono semplici, ma vincolanti: 1. La condivisione degli ideali sui quali si fonda il progetto dellorchestra, ossia la necessit di difendere e promuovere i diritti umani in ogni parte del mondo, combattendo attivamente per la loro tutela. 2. Il legame indissolubile tra questi ideali e lattivit concertistica: la Human Rights Orchestra non tiene concerti generici o dettati dalla sola logica musicale. Ogni performance legata ad una specica campagna di difesa e promozione dei diritti umani e prevede accanto allesecuzione vera e propria forme di volta in volta diverse di comunicazione extra musicale.

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3. La gratuit della prestazione professionale: i concerti della HRO non prevedono di norma, salvo il caso di iniziative destinate allautonanziamento, il pagamento di un cachet individuale. Fatto salvo il rimborso integrale, ove possibile, delle spese di viaggio, di vitto e di soggiorno gli eventuali guadagni in denaro vengono investiti interamente nello svolgimento dellattivit concertistica, nonch nella costituzione e nellincremento del patrimonio comune (borse di studio da destinare ai musicisti pi giovani, acquisto di strumenti musicali, costituzione dellarchivio delle attivit, azioni di promozione e di pubblicit, ecc) 4. La trasversalit: alla HRO aderiscono musicisti di ogni lingua, religione, et, ceto sociale, provenienza geograca e orientamento sessuale. 5. Linterculturalit : alla HRO aderiscono musicisti di ogni stile e formazione, dalla musica classica alla musica etnica, dalla musica antica alla musica contemporanea.

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6. Autogestione e autonanziamento: la HRO interamente autogestita, sia dal punto di vista della programmazione artistica che da quello della gestione economica. 7. Lattenzione privilegiata per le manifestazioni della creativit contemporanea: i programmi concertistici propongono di volta in volta le opere pi adatte alloccasione testimoniale. Opere del passato, dunque, ma anche opere del presente. LOrchestra, a questo proposito intende commissionare ad alcuni compositori del nostro tempo opere nuove legate in modo pi o meno diretto ai temi adottati. 8. Rapporti organici e continuativi con le altre discipline artistiche: la HRO consapevole che le pratiche artistiche contemporanee prevedono interazioni sempre pi organiche tra le diverse forme di espressione: la musica etnica, le arti visive, la danza, il teatro, la performance, linstallazione, le digital arts, ecc. Agli artisti di ogni latitudine e longitudine la HRO chiede aiuto, stimoli e collaborazione. 9. I rapporti con la societ civile: la HRO intende sviluppare forme di collaborazione e di scambio con le associazioni che operano, su scala mondiale, per la difesa dei diritti umani: ad esempio con Medici Senza Frontiere, Amnesty International, Greenpeace, Emergency, Save the Children, Social Rights. Il logo e il simbolo dellorchestra sono regolarmente registrati e tutelati dalle norme internazionali che regolano il copyright. Le associazioni e i membri fondatori non vogliono per in alcun modo detenere il diritto di esclusiva sulluso di questo marchio. La HRO favorir al contrario i gruppi spontanei di musicisti e/o le associazioni gi costituite che ritengano utile e opportuno adottare il nome e il simbolo della HRO in occasione di speciche iniziative sulla difesa dei diritti umani. Ciascuna iniziativa dovr essere naturalmente esaminata e approvata dal Consiglio dei saggi costituito allinterno del movimento. In questo modo saranno decine e decine, nel mondo, le orchestre e i gruppi a svolgere parte della loro attivit allinsegna di questo progetto: potranno nascere, in forma stabile o occasionale, una Human Rights Orchestra in Venezuela, una HRO in Japan, una HRO in Palestine oppure, a seconda dellorganico impiegato, una o pi Human Rights Chamber Orchestra, uno o pi Human Rights Ensemble e cos di seguito. I complessi che sceglieranno questa denominazione potranno di volta in volta aderire a campagne promosse da associazioni no prot, organizzazioni non governative o gruppi di cittadini, oppure promuovere essi stessi iniziative speciche.

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Ente Concerti di Pesaro


Anno di costituzione 1961 Consiglio Direttivo Presidente Guidumberto Chiocci Direttore artistico Federico Mondelci Vicepresidente Marta Mancini Consiglieri Maria Luisa Biscuola Gilberto Calcagnini Bruno Consani Gigliola Gori Fulvio La Rosa Marina Salvi Segreteria Debora Gentiletti Ucio Stampa Elisa Delsignore

Soci Ente Concerti


Agostinelli Federico Albanesi Angela Albertoni Luigi Alessandrini Bruno Alessandroni Mirella Alessandroni Stefania Angelini Flavio Anselmi Alberto Anselmi Patrizia Antelmy Erica Arduini Germana Arghittu Mariella Babbucci Ornella Baoni Paola Baldelli Francesco Baledelli Lucia Bargnesi M. Teresa Bartolomeoli Roberto Bartoloni Giuliano Bartoloni Spadoni Giusi Bartolucci Ebe Basili Roberto Battistoni Francesca Belli Lea Benelli Giovanna Bertani M. Cristina Bertozzini Ada Bertozzini Marcella Bettini Alessandro Bianchi Angela Bianchi Temellini Anna Maria Bianco Giovanni Bigazzi Maria Luisa Bischi Alessandro Bisetti Terenzi Maria Luisa Bisping Dorothea Blandini Alessandra Bocci Romeo Bonaparte Andrea Bonazzoli Bianca

Direttore dei Teatri Giorgio Castellani Note ai programmi Maria Chiara Mazzi Comunicazione Leonardo Cemak Foto Luigi Angelucci
Sito web: Angelucci Consulting

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Bonazzoli Remo Bontempi Giuliana Borghi Maria Clotilde Bruscoli Gabriella Bruscoli Letizia Busacca Graziella Campilongo Luigi Canestrelli Assunta Cangiotti Marco Caracciolo Gabriella Carbone Annamaria Cavallini Armida Carloni Esposito Renza Ceccolini Anna Maria Cento Giovanna Ceripa Lorena Chietera Giovanni Cinti Estella Coli Paolo Comandini Paolo Emilio Confortola Valeria Congiu Luigi Corsini Diottalevi Vittoria Cortesi Dovilia DAgnillo Carla De Benedittis Agostino De Feo Liliana De Martis Elena De Nicol Maria Pia De Poda Enrica De Sabbata Giorgio Del Piccolo Izzilina DellAquila Ardone Cosima Duchi Silvia Durazzi Emanuela Dopolavoro Banca Popolare dellAdriatico Elia Luigi Emiliani Paola Falanga Eugenio Farina Ercole Fastigi Gabriella

Fastigi Rosa Fattori Anna Ferretti Fernanda Ferri Pio Filippone Erminia Fiocco Virginio Fioretti Annamaria Forlani Luca Fortini Maria Luisa Franca Fabrizio Francini Luciano Francioni Vera Frezza Maria Grazia Frulli Elvira Galeazzi Ermes Gasperini Stefania Gaudenzi Massimo Gennari Annarita Gentilucci Anna Gessaroli Enrica Giamprini Simonetta Gorgoni Vittorio Gori Isabella Gorini Maria Grazioli Manuela Graziosi Franco Gualandri Massimo Guglielmi Beatrice Guidelli Rita Iacchini Gabriella Iovino Luciano Lamaro Paolo Lanfernini Caterina Leonardi Maria Grazia Liguori M. Laura Lippolis Graziana Lupi Ilaria Maestri Franca Magi Claudio Malpassi Fiammetta Mancini Alessandra Marchetti Armando

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Marcucci Agla Mari Dino Mariani Alberta Mariotti Jacopo Masetti Marisa Merli Bruna Migoni Ilaria Missiroli Gino Monsagrati Fausto Montebarocci Angelo Muretto Franca Neri Ennio Nesci Liana Nocitra Elisabetta Olmeda Giuseppe Ottaviani Gabriella Pagano Giuliana Paolini Marco Paolini Mirella Patrignani Paola Perrotti M. Gabriella Picchi Roberto Pierantoni Marta Prestianni Biagio Raaelli Maria Teresa Renzi Susanna Ridol Franco Rinaldi Gianluigi Ritossa Giovanni Rondina Paola Rosati Loretta Rossini Gordiano Russo Davide Salvaterra Meuccia Sanchini Cecilia Sanchioni Valentino Sbano Wanda Scardacchi Mauro Scilla Cristina Secchiaroli Maria Grazia Senigagliesi Michela Siepi Maria Letizia

Solforati Patrizia Sorbini C. Augusto Sorbini Paola Sormani Farina Paolo Spighi Cristina Staolani Raaella Surian Elvidio Taras Antonella Temellini Maria Letizia Tenella-Sillani Francesco Torre Maria Cristina Trelani Lidia Urbinati Paola Utel Tullio Vaina Raaella Venturini Brunella Vitali Antonella Zini Annalisa Zooli Atos Zollia Carlo

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Prevendita abbonamenti Per Abbonati alla precedente Stagione nei giorni 14 e 15 novembre presso il botteghino del Teatro Rossini con orario 9,30-12,30; 16,30-19,30. Nuovi abbonamenti La vendita dei nuovi abbonamenti verr eettuata nei giorni 16 e 17 novembre. Prezzi Posto di platea e posto di palco I e II ordine 160, posto di palco di III ordine 130, posto di palco di IV ordine intero 70, ridotto (riservato agli studenti no a 29 anni e oltre i 65) 55. Vendita biglietti Saranno messi in vendita il giorno stesso del concerto presso il botteghino del Teatro Rossini con orario 9,30-12,30; 16,3019,30 (concerti pomeridiani no allinizio dello spettacolo) a partire dal concerto del 30 novembre si potranno acquistare tutti i biglietti della stagione. Prezzi Platea e posto di palco di I e II ordine 18, posto di palco di III ordine 15, posto di palco di IV ordine 12, ridotto 10, loggione 7. Family ticket 3 ingressi posti di platea, I e II ordine di palco 36.

Spettacoli fuori abbonamento Platea e posto di palco di I e II ordine 25, posto di palco di III ordine 20, posto di palco di IV ordine 15, loggione 10. Informazioni Biglietteria del Teatro Rossini - Piazzale Lazzarini, Pesaro 0721387621 Ente Concerti Palazzo Gradari, Via Rossini 0721 32482 info@enteconcerti.it www.enteconcerti.it

LEnte Concerti ringrazia Banca Marche Assindustria Banca dellAdriatico Carifano Cassa di Risparmio di Fano Galleria di Franca Mancini Manifatture Gamba MusicStorePesaro PieroGuidi Teva Azienda Agraria Fiorini Strada dei Campioli
Foresteria Agrituristica Fiorini

Ristorante Bristolino Roberto Valli Pianoforti Vittoria, Savoy e Alexander Hotel

Musica, medicina senza controindicazioni

Farmacia G. Rossini

Via Recanati, 15 - Pesaro - Zona Tombaccia


farmaciag.rossini@libero.it www.farmaciagrossini.it

dal 1980

Leonardo Cemak Oceano Adriatico

Vicini a voi.

MusicStorePesaro

Ristorante

Bristolino
Lorenzo & Bibo
dal 1993

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