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Gesualdo Edizioni
Con l'apertura al pubblico nel dicembre 2015, te suggestioni, sicuramente adatto all'esecuzio-
avevamo già immaginato quali sarebbero dovute ne di concerti unici.
essere le funzioni e le finalità di utilizzo del Ca- Con tutte queste premesse e grazie alle ini-
stello di Gesualdo, orgoglio del nostro paese e di- ziative di alto profilo già in corso, abbiamo l'am-
mora del Principe madrigalista. bizione di creare una solida piattaforma cultu-
Grazie al contributo della Regione Campa- rale che potrebbe determinare un vantaggio – in
nia, abbiamo realizzato, in un'ala di esso, la pri- termini turistici – anche per le aree circostanti.
ma parte del Museo degli strumenti musicali rina- La speranza è che ciò che possiamo definire
scimentali, realizzati sulla base di documenti “messaggio e missione della speranza” si possa
d'archivio e iconografie, similari a quelli posse- realizzare durando per molti anni e favorendo il
duti dal principe Carlo Gesualdo. Con la consu- rifiorire di una buona messe rigogliosa di frutti
lenza, l'impegno e la maestria di musicologi e per il nostro territorio e la nostra gente: questo è
artigiani del settore, abbiamo dato il via ad un il nostro augurio e il nostro sogno.
museo originale e – con orgoglio – possiamo af-
fermare che già i primi risultati sono più che
esaltanti.
In questo contesto ci poniamo l'obiettivo di
realizzare, assieme a personalità di levatura in-
ternazionale, un'Accademia Europea della Musi-
ca con indirizzo Polifonico per la quale Gesualdo
avrebbe una vocazione naturale.
Vorremmo organizzare eventi con cadenza
annuale nell'ambito di un “Festival Carlo Ge-
sualdo”, in cui inserire le performance dei con-
servatori di musica italiani e non solo.
Il meraviglioso scenario del Castello, con i
suoi giardini pensili, è un luogo evocativo di mol-
Il catalogo che qui si presenta risponde ad darono nel Palazzo Ducale di Venezia, per il Tea-
una pluralità di funzioni ed esigenze: docu- tro La Fenice, durante la Biennale del 1960. Sei
mentare l'allestimento di una mostra incentra- anni di ricerche, ricostruzioni e sperimenta-
ta sugli strumenti musicali che erano in uso zioni, di conferenze, incontri e confronti, oltre
presso la corte gesualdiana, fornire un contri- che di esecuzioni magistrali: tutte sfide com-
buto di scientificità all'approfondimento di un piute all'insegna di un gioco pioneristico di
settore considerato rilevante per la storia della scambi ed interferenze tra epoche distanti e
musica, concorrere all'avviamento di un polo personaggi di erenti. Su questa scia, nel 1956,
museale presso il castello di Gesualdo e, si po- Igor Stravinsky giunse per la prima volta nel
trebbe aggiungere, porre riparo con ciò ad un paese di Gesualdo in Irpinia, in compagnia di
“pregiudizio” della storia. Robert Craft e Adriana Panni, convinto di po-
È noto infatti che la fortuna attuale di Carlo tervi trovare le testimonianze valide per accre-
Gesualdo è derivata in gran parte dal lavoro di scere il proprio desiderio di conoscenza, ovve-
riscoperta svolto nella seconda metà del '900 ro le tracce materiali di uno spirito visionario
dal maestro russo Igor Stravinsky. Questi ri- che – tra fine '500 e inizio '600 – aveva saputo
propose la produzione artistica dell'antico prin- porsi addirittura come ponte verso la contem-
cipe all'attenzione mondiale con una serie di poraneità.
memorabili concerti, che dalla Chamber Music L'emozione mai celata del viaggio fu tempe-
Society of Southern California del 1954 appro- rata dalla delusione, anche questa mai nascosta,
di scoprire che il castello del principe (secoli In generale, poi, il catalogo segue uno stile
addietro cenacolo artistico, sede di un teatro e moderno e dinamico che in parte richiama le
di una stamperia, motivo di lavoro per liutai ed tecniche dei magazine: anche questa una deci-
altri artigiani della musica) fosse sprovvisto di sione grafica ben ponderata che intende veico-
determinati “reperti”. Tra questi, gli strumenti lare al meglio l'avanguardismo del celebrato per-
ad accordatura naturale, primo veicolo per in- sonaggio, nel pieno rispetto – s'intende – di con-
tendere – secondo Stravinsky – “la concezione solidati criteri di catalogazione.
armonica duttile di un'inattualissima arte, po-
stasi come sdegnoso baluardo della pratica anti- La consulenza fotografica, curata da Pa-
ca contro le vie aperte dal Rinascimento”. Basti squale Moscillo, responsabile comunicazione
questo, allora, per spiegare la soddisfazione della Gesualdo Edizioni, ha seguito le medesime
editoriale relativa alla pubblicazione del pre- linee guida. Gli esemplari strumentali (riprodu-
sente catalogo che, tra i contenuti, annovera centi gli originali cinque-seicenteschi che ap-
altresì meditate scelte grafiche e fotografiche. partenevano alla corte di Carlo Gesualdo) sono
stati fotografati soltanto dopo un attento studio
Sotto la guida di Ra aele Villanova, art- delle luci necessarie a risaltarne la pregevole
director della Gesualdo Edizioni, è stato creato fattura artigianale nonché la qualità elevatissi-
innanzitutto un logo che, stilizzando il titolo ma dei materiali (diversi tipi di legno in diverse
dell'opera, ne esprimesse al meglio la portata. lavorazioni, il vetro di Murano, le budella di
L'iniziale di Gesualdo, una “G” di colore azzurro agnello impiegate per le corde di liuti e chitarre
scuro, è stata tagliata alla base e in obliquo, ag- e così via). Le riprese, inoltre, sono state e et-
giungendovi (in colore grigio chiaro e a mo' di tuate da diverse angolazioni per soddisfare una
prolungamento) una mezza “S”, iniziale della varietà di bisogni. Da un lato, allora, le “pose clas-
parola strumenti, ricavata in realtà dal capovol- siche” adatte alla redazione di schede tecniche
gimento della lettera sovrastante. Dunque, il con tre inquadrature (una frontale, una del retro
simbolo costruito per rendere omaggio al “di- e un'altra tridimensionale); dall'altro lato, inve-
battito su un periodo di transizione della storia ce, le inquadrature ravvicinate per rimarcare i
della musica e degli strumenti musicali, di cui dettagli di rilievo (disegni ottenuti dall'intaglio
Carlo Gesualdo fu consapevole protagonista e del legno, piccole parti di chitarra lavorate al
profondo innovatore”, evoca una combinazione tornio, particolari delle corde dei liuti, minute
a specchio o – si direbbe – a parti invertite, ri- decorazioni in vetro o in avorio, lo stemma del
flesso evidentemente delle stesse mescolanze casato gesualdiano riprodotto sull'organo e sul
stravinskiane. clavicembalo). Non si è trascurato, tuttavia, di
fotografare gli strumenti anche all'interno del
contesto ambientale, secondo una prospettiva
più propriamente artistica.
Note
1
Museo degli strumenti musicali, a cura di Andrea Gatti,
Milano, Electa, 1997.
2
La collezione Monzino al Museo degli Strumenti Musicali del
Castello Sforzesco (CD-ROM), Milano, 2000.
3
Museo degli strumenti musicali del Castello Sforzesco, a cura
di Alessandro Restelli, Milano, Skira, 2014.
4
Robert L. Barclay (ed. by), e Care of Historic Musical
Instruments, Edimburgh, Museums & Galleries
Commission, 1997.
Ai primi di settembre del 2003, nell'ambito Nel contesto di quel convegno, sembravano
del convegno internazionale di studi di Venosa tali nuove evidenze cedere il fianco ad una delle
La musica del Principe. Studi e prospettive per Car- prime comunicazioni sui beni esistenti nel ca-
lo Gesualdo, mi si era presentata l'opportunità di stello di Gesualdo e più particolarmente sulla
rendere note alcune fonti inedite sulla presenza presenza di un nucleo di strumenti musicali ap-
di musici attivi nel 1601 alla corte del principe partenuti al principe di Venosa2.
Carlo presso il feudo di Gesualdo: l'atto di batte- Con l'obiettivo di indagare la di usione di
simo di Giovan Battista, figlio di Mutio E rem, nuovi esemplari di strumenti musicali negli am-
musico dalla personalità sfuggente, organista e bienti musicali napoletani e su un possibile ruo-
compositore, principale confidente del Principe lo avuto da Carlo Gesualdo, sarei intervenuto
in fatto di scelte musicali e autore della dedica a sull'argomento u cialmente nel mio volume I
Leonora d'Este nel 1626 dell'edizione postuma liutai tedeschi a Napoli tra Cinque e Seicento, edi-
dei madrigali a sei voci di Gesualdo; insieme alla to dall'Istituto Italiano per la Storia della Musica
testimonianza di Giovan Battista de Paola, suo- nel 2010, quindi nell'anno delle celebrazioni ge-
natore di viola d'arco, annoverato in tale ruolo sualdiane 2013 con un relazione presentata alla
da Scipione Cerreto in quell'imprescindibile Med&Ren Conference di Certaldo e apparsa qual-
trattato che è Della prattica musica vocale, et stru- che mese dopo in un numero celebrativo della
mentale, dato alle stampe da Giovanni Giacomo rivista “Philomusica on-line” per i tipi della Pa-
Carlino a Napoli in quello stesso anno1. via University Press3.
Le diverse letture degli inventari gesualdiani una chitarra di grandezza ordinaria con il manico
avevano più volte favorito il proposito di una pos- di avolio, con tastiatura bianca e nera vi è l'organo le-
sibile ricostruzione degli esemplari, non solo giero a mantacetto consiste detto organetto in dice-
sette canne di legno tutte sane di lunghezza un palmo
con l'obiettivo di dare vita ad un corpus di stru-
in circa, et altri tredici cannolini di stagno alte circa
menti musicali che potesse rappresentare il pri- sei dita il fonno è di legno trasforato e lavorato, fode-
mo tentativo di istituzione di un polo museale rato di ta ettà torchina, detta chitarra è però scassata
dedicato a Gesualdo in quello che è ritenuto il e guasta. / Si conserva dentro una cassa di legno co-
luogo simbolo della sua vita e della sua produ- perta di corame antica7.
zione musicale, ma anche per contribuire al di-
battito, attraverso testimonianze organologiche Ed ancora:
concrete, su un periodo di transizione della sto- Un'arce leuto grande con due rose nella tubba (sic)
ria della musica e degli strumenti musicali, di sta dentro una cascia di legno coperta di corame nero
cui Gesualdo fu consapevole protagonista e per foderata di fraso (sic) rosso ogni cosa assai consoma-
molti versi profondo innovatore. to8.
Un progetto che non poteva che prendere
«Nella sala» si custodisce poi:
avvio da una rilettura diretta delle fonti d'ar-
chivio. Prima fra tutte l'Inventario di tutte le rob- un cimmalo grande coll[']ottave stese cromatico
be si ritrovano nel castello di Gesualdo, quindi la lungo da novi palmi, sua cassa pittata fuori, e dentro,
Copia pubblica dell'Inventario delli mobili esi- con suoi piedi. / un altro di grandezza ordinaria con
stenti nel castello di Gesualdo datata 16 giugno sua cassa e piedi l[']uno e l[']altro disarmati e mancanti
16304. di più saltarelli9.
Custodite tra le carte dell'Archivio Segreto È invece il secondo inventario, denominato
Vaticano nell’Archivio Boncompagni-Ludovisi, Copia pubblica dell'Inventario delli mobili esi-
esse restituiscono con straordinaria e cacia stenti nel castello di Gesualdo / 16 Giug. 1630, a ri-
uno spaccato della ricchezza dei beni del castel- servare una qualche nuova informazione, emer-
lo di Gesualdo, inventariati in un non facile mo- sa dalla lettura diretta e più recente della stessa
mento nella devoluzione di questa casata, se- fonte. Sul verso della carta 774 (Olim 5v) tra le Rob-
guito alla morte di Isabella, figlia di Emanuele e be in Cappella vengono descritti insieme ad alcu-
di Polissena Fürstenberg, avvenuta l'8 maggio ni incensieri, tovaglie d'altare, un quadro della
1629, sposa per procura di Niccolò Ludovisi a crocifissione, un inginocchiatoio, «uno cimbalo
Caserta nel maggio 1622, grazie ad un mirabile con sua casa (sic)» insieme ad «una tiorba con
disegno politico tessuto principalmente dallo sua cassa».
zio cardinale Ludovico Ludovisi, divenuto pon- Il recto di questa stessa carta 774 contiene poi
tefice con il nome di Gregorio XV5. un elenco di «ritratti diversi» appartenuti al
Un inventario che è in realtà uno spaccato Principe. Una galleria di personaggi e di soggetti
significativo, seppure materiale, della vita e dal forte valore simbolico: San Carlo Borromeo,
l'imperatore Carlo V, i ritratti di Alfonso e Cesa-
delle abitudini di corte a Gesualdo, inconfutabi-
re d'Este, una Maddalena su tavola ed un Ecce
le riferimento per ogni possibile ricostruzione
homo su rame. Non manca poi la forte sugge-
degli ambienti e degli arredi della dimora del
stione di fronte alla descrizione di un «ritratto
principe Carlo: armi, dipinti, sto e, oggetti di del Salvatore in tela opera del Caravaggio»10.
rame, arredi sacri, i gioielli della principessa
d'Este.
In esso trovano una essenziale quanto sug-
gestiva descrizione gli strumenti musicali. La
loro descrizione si confonde con quella di panni
damascati, ed è preceduta da quella di «un giar-
dinetto di seta verde di fiori [con] uvale di cera
lungo palmi dui alto uno vi sta dentro il bambino
riposando [...] e quattro angelini con istromenti
in mano in atto di sonare»6.
Tra questi, in una camera del castello «à man
diritta» ritroviamo:
Sebbene non trovino finora alcuna docu- le porte alla conoscenza di alcune nuove tipolo-
mentazione i rapporti tra Gesualdo e Caravag- gie di strumenti musicali: tra questi un clavi-
gio, ben noti sono i soggiorni napoletani del Me- cembalo che dovette suscitare non poco stupore
risi, non immune quest'ultimo da una commit- nel principe Carlo, oltreché una smisurata am-
tenza nobiliare napoletana (dei Colonna princi- mirazione per il musico più celebrato alla corte
palmente) e dagli orientamenti di questa, favo- di Alfonso II, l'organista Luzzasco Luzzaschi:
riti tra gli altri da letterati come Giovan Battista
Manso, futuro fondatore dell'Accademia degli [...] fù a Ferrara il Signor Don Carlo Gesualdo Prin-
Oziosi, oltreché promotore della di usione cipe di Venosa, per isposar la Signora Donna Leonora
napoletana di nuove tipologie di strumenti musi- d'Este, Sorella del Signor D. Cesare, per occasione del-
cali intorno alla corte vicereale del secondo Con- la cui venuta tutti li Musici, & in particolare, quelli del
te di Lemos11. Duca ebbero hoccasione di mostrar il loro valore, es-
sendo che quel Principe, era intendentissimo di quel-
la nobilissima facoltà proportionata solo agli animi
Ad ogni modo a destare un certo stupore è la
nobili; onde frà tutti, ch'egli udì, lodò particolarmente
collezione gesualdiana di strumenti musicali, se il Sig. Luzzasco de' Luzzaschi Organista, per l'esqui-
non altro perché ci si sarebbe aspettati un nume- sita sua maniera di suonare, & per certo strumento
ro di strumenti musicali ben più rilevante. È evi- Inarmonico, che suonando gli fè udire14.
dente che gli interessi del Principe non doveva-
no essere rivolti al collezionismo, ma solo ad un Quella cronaca raccontava difatti del primo
impiego degli strumenti funzionale alle sue esi- incontro di Gesualdo con l'archicembalo di Nico-
genze musicali e della sua corte. Reggerebbe po- la Vicentino avvenuto in presenza del padre tea-
co un confronto – che nemmeno tentiamo di tino Scipione Stella15:
fare – tra gli esemplari appartenuti a Gesualdo e
quelli delle collezioni di nobili che a Napoli sul [...] Questa sera doppo cena hà fatto cercar un Cem-
finire del Cinquecento avevano fatto dell'osten- balo per farmi sentir Scipione Stella, et sonarvi egli
tazione di strumenti musicali tra i propri beni stesso con la chitarra della quale fa grandissima stima,
una vera e propria missione. Basti rileggere gli ma in tutta Argenta non se n'è potuto trovare [...]16.
inventari dei beni del marchese d'Alarçon, pro-
prietario di ben 265 strumenti conservati in ven- L'incontro con il Luzzaschi e con la corte di
ti casse e inventariati nel 1591 dopo la sua morte, Ferrara segna fortemente la personalità musi-
costituendo questo, uno dei più grandi inventa- cale di Gesualdo. Presso quella corte, anche pri-
ri cinquecenteschi che si conoscano dopo quel- ma di Gesualdo, trovano accoglienza e protezio-
lo del banchiere di Augusta Raymond Fugger ne letterati come Torquato Tasso, oltre a musici
junior12. come lo stesso Luzzaschi, il teorico Ercole Bot-
Non di meno si resta stupiti dalla totale as- trigari, Jaches de Wert, fino a Luca Marenzio. È
senza tra i beni gesualdiani di una qualche tipo- in quegli ambienti musicali che Gesualdo gode
logia di liuto, strumento ben noto a Gesualdo, dell'irresistibile fascino del Concerto delle Da-
stando peraltro all'ormai arcinoto racconto di me:
Scipione Cerreto:
Le dame non cantano se non cose antichissime
[...] Oltre che questo Signore è raro sonatore di del Dentice [Fabrizio], e dicono di non haver musici
molti Stromenti, del Liuto hà passato il segno [...]. A che vagliano, e tengono ms Luzzasco in tanta stima, e
questo Principe di più non basta, che si diletti della l'hanno in tanta veneratione, che non credo che altro
Musica, ma ancora per suo gusto & intertenimento musico sia mai stato in tanta riputatione in quanta è
tiene in sua Corte, a sue spese, molti Compositori, tenuto egli in quel regno, et a gran fatica per esser Fer-
Sonatori, e Cantori eccellenti [...]13. rarese ho potuto sentir cantare, parendo a loro che chi
ha udito le cose del Luzasco abbi a sprezzar tutte
Seppure esiguo il numero di strumenti musi- l'altre17.
cali presenti negli inventari del castello di Ge-
sualdo, in alcun modo è messo in discussione il Una meraviglia che il principe Carlo non
ruolo avuto da Gesualdo quale portatore di nuo- mancherà di riproporre nel 1601, dove ai primi
vi fermenti anche in questo ambito. di maggio per il soggiorno del cardinale Ales-
È il matrimonio con Leonora d'Este ed il suo sandro d'Este, accompagnato dal suo segretario
primo soggiorno ferrarese del 1594 a schiudere Ridolfo Arlotti, si consuma una sorta di «riedi-
zione dei concerti delle dame», in coincidenza L'ORGANO
con lo stesso anno di stampa dei Madrigali a uno,
e doi e tre soprani del Luzzaschi: Che gli strumenti da tasto potessero avere
un ruolo importante per Gesualdo non è poi so-
lo testimoniato dalla presenza dei due clavi-
Vi si fermò cinque giorni, e i trattenimenti furono
musiche per lo più d'Isabella e di sua figlia, le quali se a cembali menzionati, ma anche dall’attestazione
Ferrara parevano Sirene, a Gesualdo parvero Angeli18. tra i beni gesualdiani di un piccolo organo, prov-
visto di un mantice e dotato di diciassette canne
di legno e tredici di stagno.
Se la corte estense si pone come luogo di pri- È evidente che la presenza di un tale stru-
maria di usione di alcune tipologie di strumen- mento – che definiremmo “da tavolo” – si inse-
ti musicali, principali territori di elezione nella risce nell'ambito della prassi del Consort vocale
di usione di alcune tipologie di questi, sono le e strumentale e in quella pratica consolidata di
città di Napoli e Roma. La predilezione gesual- eseguire il madrigale, accompagnandolo con gli
diana per gli strumenti enarmonici trovò presto strumenti o molto spesso a dando ad essi una
una concreta risposta nelle frequentazioni di delle voci del canto.
musici attivi in queste due città. A testimonianza Tale prassi va certamente ricondotta a quel-
di questo vi è la letteratura per uno strumento la tradizione napoletana che ha inizio con Rocco
da tasto che dovette godere di un buona di u- Rodio (1530/40 - post 1615) autore nel 1575 del Li-
sione proprio in ambito napoletano e romano: il bro di Ricercate, tra le più antiche testimonianze
clavicembalo cromatico. di musica strumentale pubblicate in partitura24.
Composizioni per questo strumento sono In voga a Napoli perlomeno fino a Gregorio
contenute nel manoscritto di Luigi Rossi, giova- Strozzi (1687), la pratica di far suonare gli organi
ne allievo di Jean de Macque (Torremaggiore, con altri strumenti e con le voci trova interprete
1598 - Roma, 1653), oggi conservato alla British privilegiato nello stesso Giovanni Maria Traba-
Library, testimone che accoglie tra l'altro la ci, pronto a prescrivere l'impiego di una parte
Canzon francese [del Principe]19. d'organo in concerto con i violini e le viole nella
esecuzione di capricci, canzoni o gagliarde: «[...]
Una non trascurabile di usione negli am- Et tutte quelle Gagliarde, che ritrovarete à 4.
bienti napoletani è testimoniata poi non solo Stanno benissimo come stanno adesso. Ma vo-
dalle composizioni per il cimbalo cromatico con- lendoli sonare à Cinque con le viole, ò Concerto
tenute nel Secondo Libro di Diversi Capricci per di Violini, la Quinta parte di tutte queste Ga-
Sonar di Ascanio Maione del 1609 e nel Secondo gliarde à 4. stà nella fine del presente libro [...]»25.
Libro de Ricercate, & altri varij Capricci di Gio- Singolare è poi la caratteristica presenza del-
vanni Maria Trabaci, dato alle stampe nel 1615 le canne in legno nel piccolo organo di Gesual-
dal Carlino20, ma anche dal Dialogo Harmonico di do. Ben documentata la presenza di strumenti
Scipione Cerreto21. Ulteriore riprova è data infi- con canne in legno di cipresso negli organi delle
ne dalla stampa nel 1630 a Napoli del trattato corti rinascimentali, tale tradizione trova origi-
Specchio primo di musica di Silverio Picerli, ope- ne proprio alla corte degli Este. Organi con can-
ra che contribuiva peraltro a dare «istruzioni su ne in legno, anche di piccole dimensioni sono
come accordare i cembali “cromatici”, sia pure poi documentati negli inventari medicei e nelle
un po' imprecise [...]»22. carte dell'Archivio di Stato di Modena .
26
do fatte da Michele Sisto nel corso di un sua ricerca sulle mino- of the Marquis Ferdinando d'Alarçon, «Galpin Society Journal»,
ranze etniche in Irpinia tra Medioevo e età moderna. Queste LIX, 2006, pp. 187-206.
furono pubblicate per la prima volta in Luigi Sisto, Mutio Scipione Cerreto, Della prattica musica vocale, et strumentale,
13
E rem e la corte del Principe di Venosa a Gesualdo, in La musica Napoli, Giovanni Giacomo Carlino, 1601, Libro Terzo, p. 155.
del Principe. Studi e prospettive per Carlo Gesualdo, Atti del Agostino Faustini, Aggiunta alle Historie del Sig. Guasparo
14
convegno internazionale di studi (Venosa-Potenza, 17-19 set- Sardi [...], in Libro delle historie ferraresi del Sig. Gasparo Sardi,
tembre 2003), a cura di Luisa Curinga, Lucca, Libreria Musi- Ferrara, Gironi, 1646 (ed. facs. Bologna, Forni, 1967), p. 90. Ri-
cale Italiana, 2008, pp. 5-20 (documenti trascritti e riportati in portata in Patrizio Barbieri, La «Sambuca Lincea» di Labio
immagini). Colonna e il «Tricembalo» di Scipione Stella. Con notizie sugli
2
Cfr. Marta Columbro, Il fondo Gesualdo della Biblioteca pro- strumenti enarmonici del Domenichino, in Scipione Stella. Inni a
vinciale di Avellino, La musica del Principe, cit., pp. 171-184; per cinque voci, a cura di Flavio Colusso e Domenico Antonio
un approccio storiografico cfr. Gianfranco Stanco, Carlo D'Alessandro, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2007 («Musi-
Gesualdo: la vita e il destino come dramma in musica, in All'om- ca Theatina», II), p. LXVIII.
bra principesca, Atti del Convegno di Studi Carlo Gesualdo nel- Cfr. Patrizio Barbieri, La «Sambuca Lincea», cit., pp. LV-
15
la storia d'Irpinia, della musica e delle arti (Taurasi-Gesualdo, LXXVII. Si veda anche la più recente lettura di Francesco Noce-
dic. 2003), a cura di Piero Mioli, Lucca, LIM, 2006, pp. 87-148. rino, Del genere diatonico, cromatico ed enarmonico sugli stru-
Per una segnalazione del documento cfr. Annibale Cogliano, menti al tempo di Carlo Gesualdo, in Atti della Giornata di Studi
Inventario. Centro studi e documentazione Carlo Gesualdo, Avel- iN... Giornata Gesualdiana, a cura di Antonio Caroccia e Marta
lino, Sellino, 2004, p. 21. Columbro (Gesualdo 7 dic. 2015), Edizioni Il Cimarosa, Avelli-
3
Luigi Sisto, Carlo Gesualdo da Venosa e la trasmissione no, I/2015, pp. 91-103.
dell'arciliuto a Napoli e nellltalia meridionale, numero speciale Nino Pirrotta, Gesualdo, Ferrara e Venezia, in Studi sul teatro
16
Gesualdo 1613-2013, «Philomusica on-line», Rivista del Dipar- veneto fra Rinascimento e età barocca, a cura di Maria Teresa
timento di Musicologia e Beni culturali dell'Università di Pa- Muraro, Firenze, Olschki, 1971, pp. 305-319:308.
via-Cremona, XII/1, pp. 23-42. Antony Newcomb, Carlo Gesualdo and a Musical Correspon-
17
4
Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, Archivio Bon- dence of 1594, «The Musical Quaterly», vol. 54, no. 4 (Oct. 1968),
compagni-Ludovisi, Inventario di tutte le robbe si ritrovano nel pp. 409-436:429. Sull'ambiente musicale ferrarese si veda Elio
castello di Gesualdo, prot. 274, serie V n. 2, cc. 709v 710r 711r; e Durante-Anna Martellotti, Cronistoria del Concerto delle Dame
ASV, Archivio Boncompagni-Ludovisi, Copia pubblica dell'In- Principalissime di Margherita Gonzaga d'Este, Firenze, SPES,
ventario delli mobili esistenti nel castello di Gesualdo / 16 Giug. 1989. Si cfr. anche Ercole Bottrigari, Il Desiderio overo, de' Con-
1630, prot. 274, serie V, n. 6, c. 774v (olim 5v). La fonte è menzio- certi di varij Strumenti Musicali, Dialogo, di Alemanno Benelli;
nata anche in Gesualdo da Venosa. Fasti dimenticati di un prin- nel quale anco si ragiona della participatione di essi Stromenti, &
cipe del Rinascimento, a cura di Orsola Tarantino Fraternali e di molte altre cose pertinenti alla Musica, Venezia, Ricciardo
Kathy Toma, Avellino, Luciano de Venezia, 2009, pp. 244 e 247. Amadino, 1594; ristampa anastatica a cura di Giuseppe Vecchi,
5
Sulla devoluzione dei Gesualdo cfr. anche Luigi Alonzi, Fami- Bologna, Forni, 1969. Sulla figura di Bottrigari si veda Luca
glia, patrimonio e finanze nobiliari. I Boncompagni (secoli XVI- Bruno, Il cantar novo di Ercole Bottrigari, ovvero dell'antica
XVIII), Manduria-Bari-Roma, Piero Lacaita Editore, 2003 musica cromatica ridotta alla moderna pratica polifonica tra
(«Europa Mediterranea», 3), pp. 193-194. Cinque e Seicento, «Studi Musicali», Nuova serie, V, 2014, n. 2,
6
Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, Archivio Bon- pp. 273-356.
compagni-Ludovisi, Inventario di tutte le robbe si ritrovano nel Cfr. Lettere di Ridolfo Arlotti, Biblioteca Estense, mss. 11, 26.
18
castello di Gesualdo, prot. 274, serie V n. 2, c. 709v. La lettera è riportata in V. Santi, La storia nella «Secchia rapi-
7
Idem, cc. 709v e 710r. ta», «Memoria della Reale Accademia di Scienze Lettere e Arti
8
Ibidem,c. 710r. di Modena», Modena, Società Tipografica Soliani, 1910, Serie
9
Ibidem,c. 711r. III, IX, p. 323.
10
Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, Archivio Bon- British Library (GB-Lbl, ms. Add. 30491).
19
compagni-Ludovisi, Copia pubblica dell'Inventario delli mobili Ed. facs. Firenze, S.P.E.S., 1984, («Archivium Musicum. Col-
20
esistenti nel castello di Gesualdo / 16 Giug. 1630, prot. 274, serie V, lana di testi rari», 56). Per un'analisi di questa fonte cfr. princi-
n. 6, c. 774 r (olim 5r). palmente Luigi Ferdinando Tagliavini, Riflessioni sull'arte
11
Sul Caravaggio napoletano si veda Vincenzo Pacelli, L'ultimo tastieristica napoletana del Cinque e Seicento, in Musica e cultu-
Caravaggio dalla Maddalena a mezza figura ai due san Giovanni ra a Napoli dal XV al XIX secolo, Atti del Convegno Internazio-
(1606-1610), Todi, Ediart, 1994. Sulla committenza del conte di nale di Studi (Napoli, 17-18 sett. 1982) a cura di Lorenzo Bian-
Lemos e gli strumenti musicali cfr. Luigi Sisto, Carlo Gesualdo coni e Renato Bossa, Firenze, Olschki, 1983 («Quaderni della
Rivista Italiana di Musicologia», 9), pp. 141-144. ga R. Meucci, Alessandro Piccinini, cit., pp. 125-126.
21
Scipione Cerreto, Dialogo Harmonico. Ove si tratta con un sol Per eventuali letture di approfondimento su tali aspetti si
33
Raggionamento di tutte le regole del Contrapunto […], ms. auto- rinvia a Renato Meucci, Da 'chitarra italiana' a 'chitarrone': una
grafo, s.l., 1631. nuova interpretazione, in Enrico Radesca di Foggia e il suo tem-
22
P. Barbieri, La «Sambuca Lincea», cit., p. LXIV, nota 19. po, Atti del Convegno di Studi (Foggia, 7-8 aprile 2000), a cura
23
La foto cui si fa riferimento era appartenuta a Gian Ludovico di Francesca Seller, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2001
Mazza, discendente di Andrea Pisapia. Essa è stata pubblicata («Strumenti della ricerca musicale», 5), pp. 37-57.
in Gesualdo da Venosa. Fasti dimenticati di un principe del Rina- Su questa fonte si veda Dinko Fabris, Danze intavolate per
34
scimento, cit., pp. 34 e 246. chitarra tiorbata in uno sconosciuto manoscritto napoletano
24
Rocco Rodio, Libro di Ricercate (Napoli 1575), con riproduzione (Na, Cons., Ms. 1321), «Nuova Rivista Musicale Italiana», ERI,
della fonte CF. 026 (B. 2534), edizione critica a cura di Armando 3/lug-sett. 1981, pp. 405-426.
Carideo, Latina, Il Levante, 2014 (Collana «Tastata», 29). Nino Pirrotta, Gesualdo, Ferrara e Venezia, cit., p. 308.
35
25
Giovanni Maria Trabaci, Secondo Libro de Ricercate, & altri Scipione Cerreto, Della prattica musica..., cit., p. 320.
36
varij Capricci (Napoli 1615), edizione critica a cura di Armando Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, Archivio Bon-
37
Carideo, Latina, Il Levante, 2005 (Collana «Tastata», 15), c. 99. compagni-Ludovisi, Inventario di tutte le robbe si ritrovano nel
26
Enrico Peverada, Un organo per Leonello d'Este, in «L'Or- castello di Gesualdo, prot. 274, serie V n. 2, c. 709v.
gano», XXVIII/1993-94, pp. 3-30. Idem, c. 709v.
38
27
Alessandro Piccinini, Intavolatura di liuto et di chitarrone, Ibidem, c. 710v.
39
Bologna, 1623; edizione moderna a cura di O. Cristoforetti, Vincenzo Giustiniani, Discorso sopra la musica de' suoi tempi,
40
Firenze, SPES, 1983 (comprendente anche il postumo Secondo Roma, 1628. Citazione riportata in A. Solerti, Le origini del melo-
Libro del 1639), p. 8. Il testo qui riproposto e l'intera vicenda è dramma, Torino, Bocca, 1903, pp. 98-128:126.
discussa in Renato Meucci, Alessandro Piccinini e il suo arciliu- Nuova inventione d'intavolatura per suonare li balletti sopra la
41
to, «Recercare», XXI, 2009, pp. 111-133. chitarra spagnuola senza numeri e note, Firenze, Marescotti,
28
Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, Archivio Bon- 1606. Sulla iniziale di usione di questo strumento si veda
compagni-Ludovisi, Copia pubblica dell'Inventario delli mobili Dinko Fabris, Le notti a Firenze e i giorni a Napoli: gli esordi
esistenti nel castello di Gesualdo / 16 Giug. 1630, prot. 274, serie V, della chitarra spagnola nell'Italia del Seicento, in Rime e suoni
n. 6, c. 774v. alla spagnola, Atti della Giornata Internazionale di Studi (Fi-
29
Più in generale cfr. Davide Rebu a, Il liuto, Palermo, L'Epos, renze, Biblioteca Riccardiana, 7 febbraio 2002), a cura di Giu-
2012, pp. 271 e segg. lia Veneziano, Firenze, Alinea, 2003, pp. 15-33.
30
Piero Gargiulo, Strumenti musicali alla corte medicea: nuovi L. Sisto, I liutai tedeschi a Napoli, cit., cap. IV.3, “Scuole e so-
42
documenti e sconosciuti inventari (1553-1609), «Note d'Archi- cietà liutarie”, pp. 92-102.
vio», n. 3, 1985, pp. 55-71:67. I-Nc, MS 55 (Olim Rari 4.6.3).
43
31
L. Sisto, I liutai tedeschi a Napoli, cit., pp. 108-114. Cfr. ancora L. Sisto, Mutio E rem, cit., pp. 5-20.
44
32
Per comprendere il fondamento di tale supposizione, si leg- L. Sisto, I liutai tedeschi a Napoli, cit., pp. 115-118.
45
DECORAZIONE DELLA CONTROCASSA
E DELLO STEMMA GESUALDO / ESTE
;
Il coperchio è laccato in blu scuro esterna-
mente e verde azzurro internamente. All’inter-
no della ribalta, su richiesta della committenza,
è stato dipinto lo stemma di Carlo Gesualdo e
Leonora d’Este, ripreso dallo stemma in pietra
ancora esistente sulla facciata della chiesa di
Santa Maria delle Grazie in Gesualdo. Per i suoi
colori sono stati consultati i principali repertori
di araldica di riferimento.
Santa Maria delle Grazie
Silberne
Kapelle
MUSEO DEL CASTELLO ANTONIO DATTIS
DI GESUALDO / INV. 002 SAVA (TARANTO) 2017
Iscrizioni
ALL’INTERNO DELLA CASSA:
ANTONIO DATTIS / IN SAVA A.D. 2017
È pur vero che tale esemplare manchi della
tratta, pur presentando due rose e certamente
un corpo di dimensioni rilevanti, tali da
condizionare in qualche modo il redattore
dell’inventario gesualdiano.
È
MUSEO DEL CASTELLO ANTONIO DATTIS
DI GESUALDO / INV. 003 SAVA (TARANTO) 2017
Iscrizioni
Iscrizioni
Collaborazioni
DARIO FRARE / VETRAIO (MURANO)
REALIZZAZIONE UCCELLINI DI VETRO
ALL’INTERNO DELLA ROSETTA
IVALSA
IVALSA
Music in Seventheenth-Century Naples: Francesco Provenzale (1624-1704)
Gesualdo, Carlo, Madrigali a cinque voci. Libro Quinto e Libro Sesto, Edizione critica a cura di Maria Caraci Vela e
Antonio Delfino, Gesualdo, La Stamperia del Principe, 2013.
.
«L’Organo», XXVIII, 1993/94, pp. 3-30.
Le misure degli strumenti musicali sono espresse in millimetri.