Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Analisi
a cura di
Andrea Pireddu
2
Andrea Pireddu
Cagliari, 01-10-2006
György Ligeti
Introduzione
— Ligeti dunque diventerà il compositore più usato da Kubrick, infatti, oltre ai film
succitati possiamo trovare suoi brani anche in Eyes Wide Shut, ovvero il secondo movimento di
Musica ricercata, in Arancia meccanica poi, nella scena in cui Alex mette una cassetta
dell’amato Beethoven nello stereo, ne toglie un’altra: ed è proprio di Ligeti. Infine, il più
inusuale brano, Aventures del 1965 è quello che ascoltiamo nella sequenza dell' "Albergo" in
2001: odissea dello spazio, in cui la presenza di entità aliene che osservano il terrorizzato
Bowman, protagonista del film, è suggerita dai suoni surreali, simili a voci, ottenute modificando
un brano di Ligeti, il quale, pare, vinse successivamente una causa contro la MGM per utilizzo
illegale del suo lavoro. —
6
Atmosphères (1961)
Inizio con suoni lunghi, particolare di battute 1 — 3, parte del controfagotto e del primo e secondo dei
violini I°.
delle altre sezioni, con rare eccezioni, ad esempio nella prima battuta fra
I° soprano e I° contralto.
Ogni attacco esegue una nota quasi sempre di lunga durata (ad
esempio minima puntata o semibreve legata ad una croma) che, soprattutto
nelle battute iniziali, sarà preceduta e legata ad una nota di breve durata
(ad esempio semicroma o croma puntata) appartenente in genere ad un
gruppo irregolare. Ogni voce all’interno di una sezione ha tendenzialmente
il proprio gruppo di incipit caratterizzante, es.: la terzina per il I° soprano,
la quintina per il II° soprano, la quartina per il III° soprano e di nuovo la
terzina per il IV° soprano. All’interno di ciascun gruppo la durata della nota
legata è di volta in volta di durata differente.
Lo scopo di questa tecnica è duplice: dal punto di vista acustico deve
dare la sensazione di una texture sonora che propende costantemente
verso una situazione di uniformità ed omogeneità, ovvero senza
discontinuità acustiche prodotte da evidenti articolazioni ritmico melodiche
o da alcun che di similare riferimento temporale. In tal modo si azzera lo
scorrere del tempo per dare l’impressione di una musica statica quanto
possibile, avendo escluso, appunto, gesti sonori connotanti. All’interno di
questa texture sonora statica si percepiscono tuttavia delle micro attività
cinetiche generate dalla alternanza degli attacchi delle voci che in generale
ripetono dalle due alle tre volte la stessa parola, se non la stessa sillaba,
vedi ad esempio il ‘Lux -‘ nelle prime cinque battute. In sostanza, seppur
immobile, la musica è comunque viva. Le attività cinetiche sono tali però
da assuefare abilmente l’ascolto verso un “non movimento”.
La seconda ragione può essere a mio parere di natura tecnico vocale,
ma comunque indotta da scelte compositive precedentemente descritte.
Per ottenere un amalgama sonoro di tale uniformità con le voci si è
escogitato l’artifizio su descritto per dar la possibilità alle voci di prendere
fiato ma senza spezzare in maniera stucchevole l’equilibrio generato.
Un’altra tendenza è quella di limitare l’ambito vocale complessivo
delle voci in un intervallo molto ristretto, almeno nelle prime battute. E ciò
avviene gioco forza alla luce della procedura compositiva intervallare
precedentemente descritta. Si verificherà dunque un continuo orbitare
attorno a situazioni di unisono. Situazioni che in ambito strumentale
orchestrale offrono impasti timbrici di certo interesse, sicuramente del
tutto tonalmente non allusivi, come al contrario avverrebbe con l’uso delle
ottave, qui totalmente fuori luogo in una situazione come questa di
atonalità prevalentemente cromatica o comunque dissonante. Anche per
quest’ultima ragione l’ambito vocale complessivo, almeno quando
l’esecuzione è limitata a sole due sezioni non procede oltre l’ottava.
Quando l’organico si espande oltre le due sezioni l’uso dell’ottava è
acusticamente più tollerabile, anche perché indistinguibile in una sonorità
densa polifonicamente e timbricamente omogenea (su tali argomentazioni
si può fare riferimento al saggio di Ligeti ‘Metamorfosi della forma
musicale’ da “Ligeti”, a cura di Enzo Restagno, Torino, E.D.T., 1985,
pp.226 — 227, dove l’autore parla esplicitamente di tali problematiche in
maniera più diffusa).
13
14
Lontano (1967)
Fase di transizione a battute 43 — 45, in evidenza il REb della tuba e l’armonico di DO ai violini I°.
Particolare di battute 92 — 93, si nota il prevalere del SOLb alle trombe, ai tromboni ed alla tuba.
Nuovo caratteristico frammento melodico dei corni da battuta 93, ripreso successivamente dagli
archi e dagli altri strumenti, sino a battuta 106 ai soli contrabbassi.
Quindi nelle prime 32 entrate del LAb la serie completa dei modelli
appare due volte in libero ordine, i sei modelli [4 — 5 — 3 — 9 — 2 — 6]
appaiono una terza volta e due di loro {4 — 9} anche una quarta volta. È
piuttosto chiaro che Ligeti gli ha scelti ad occhio, senza alcun calcolo pre
compositivo, concentrandosi piuttosto sulla naturalezza e fluidità del
processo creativo. In tutta la partitura egli usa solamente questi 12 modelli
ritmici in un modo molto simile a quanto descritto finora. Ligeti li ha
liberamente manipolati come le 12 lettere alfabetiche di qualche strano
linguaggio o come i tasselli di un gioco per bambini, facendo sempre nuove
ed innumerevoli combinazioni” (Dmitri Smirnov) .