Modo facile da insegnare la man per lo senno non più detto. cap. 11.
Delle quatro maniere de' tuoni dalli antichi considerate. cap. 22.
cap. 26.
De' graduali.
page 4
Del alleluia. cap. 27.
Del tropo o veramente modo acquisito dal musico licentiato. cap. 31.
Finito il canto fermo.
page 5
Del finito numero di ciascuna nota nel circolo col punto. cap. 24.
cap. 27.
Del dittono & semidittono, detti terza maggiore & terza minore. cap. 51.
cap. 53.
Dove hanno il segno del diesi & molle il suo proprio luogo nelle compositioni. cap. 59.
Come in ogni luogo della mano si ritrovono sei note. cap. 60.
A l m o l t o r e v e r e n d o & m a g n i f i c o S i g n o r e M o n s i g n o r Tr a i a n o d a S a n
Celso, patrone honorando.
For comments relating to this dedication, see Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky,
Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 85.
Ho molti giorni considerato, magnifico Signor mio, alla grandezza di quella, & conosciuto
la nobile natione & parentela di essa. Non è dubbio alcuno che non vi
naschi magnificenza, liberalità, virtù & gentilezza. Onde la perpetua & fedele servitù
qual tengo con Vostra Signoria mi costrigne a dedicarli le fatiche mie, quale è il
piccolo libretto Compendiolo della musica chiamato. Et benché io habbi assai giorni
affaticatomi & essaminato di più sorti & degne nationi, a me non è paruto eleggere
né desiderare maggiore imperio della Signoria Vostra, laquale si degnerà accettare
il volere & animo mio buono et nell'accademia de' servi suoi minori partecipe farmi.
Vale.
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DEL CANTO FERMO.
Havendo io continuamente essercitatomi nel dolce nome dell'harmonica musica, & non
ingrato del dono concedutomi da Colui ch'il tutto regge & governa, ho molte operette al
publico seminate; & conosciuto l'interesso d'alcuni i quali forse nel leggere non volontieri
s'affaticono, al loro diletto & commodo ho ristretto & raccolto molte sentenze & segreti
a tal arte utili & necessarii. Onde volendone fare professione, o in qualunque altra
scienza, a te è necessario intendere & sapere la conditione di essa & suo principio,
come seguitando intenderai.
una sola nota, come è nel Gama ut, Are, mi & Ela, non si farà mutatione, & dove ne
saranno due, come nel C fa ut, D sol re, E la mi & Ffa, ut, ne nasceranno 2, et dove 3,
sei, come in G grave, nel A, nel C, nel D acuti & sopracuti; & quando la nota ultima
sarà ut o re o mi, tali mutationi sempre ascenderanno, & quando termineranno nel fa o
sol o la, saranno discendenti, come sol-fa, fa-sol & sol-la, & li ascendenti fa-ut, mi-re &
re- mi, delle quali più ampiamente al capitolo decimo del primo libro
de Institutione harmonica intendere potrai, & similmente al quarto capitolo del primo
libro della Pratica di Franchino.
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Modo facile da insegnare la mano per lo senno & non più detto. Cap. 11.
Ciascuna positione o chorda nel principio ha la sua lettera, & in seguente si chiamono
le voci o sillabe, & primieramente diremo che la sillaba ut sempre sta per sé & è
principio delle seguenti, cioè re, mi, fa, sol, la. Pertanto, ut del Gama, re di Are, mi
di mi, fa di C fa ut, sol di D sol re, la di E la mi, si cantono per quadro grave, prima
proprietà. Doppo piglierai la sillaba ut del C grave, re del D, mi
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del E, fa del F, sol del G & la di Alamire acuta, & son cantate per natura grave, seconda
proprietà, & così anchora ut del F grave, re del G, mi del A, fa del B, sol del C, la del D,
le quali si cantono per molle acuto, terza proprietà, & così in questo modo alla fine
procederai, lasciando l'ordine primo da molti consueto, pieno di lunghezza & confusione.
Si potrà anchora procedere con più agevolezza & minor tempo, cioè se a te
sarà domandato per qual proprietà si canta la sillaba sol del G sol re ut grave, habbi
riguardo di pigliare la detta sillaba sol & con quella discendi insino alla sillaba
ut, proprietà della natura grave, per laquale sarà cantato la detta sillaba sol, & la
seguente sillaba re sarà cantato per la proprietà di molle acuta, perché il suo ut è posto
nel F grave, & la sillaba ut si canterà per lo quadro acuto, perché è collocata nel'essa
sua proprietà del G grave; & tale ordine & modo osserverai a tutte le note di ciascuna
positione.
Mese. A la mi re.
F fa ut.
Trite hyperboleon.
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Paranete hyperboleon. G sol re ut.
• La intonatione dello ottavo tuono ha il principio nel G grave, il mezzo nel C acuto,
la fine nel G grave & nel C acuto.
Il principio del terzo tuono sarà simile al secondo, ma la seconda & terza nota
saranno legate.
Il principio del quarto tuono & il mezzo procederanno con tali sillabe: la-sol-la-la-
sol-la-fa-la.
Il principio & il mezzo del quinto tuono procederanno con tali voci, cioè fa-re-fa,
& al mezzano discepolo ut-mi-sol-sol-la-sol.
Il principio & il mezzo del sesto tuono procederanno con tal passaggio: fa-sol-la-
sol-la-fa-la, sempre uguale al primo tuono.
Il principio del settimo tuono & il mezzo procederanno con tal discorso di
note: fa-mi-fa-sol-sol-la-fa-la-sol-la.
Il principio & il mezzo del ottavo tuono come qui: ut-re-fa- fa-sol-fa.
Et nel fine di ciascun salmo, sempre con la voce ultima del seculorum ripiglia l'antifona,
acciò chenon paia una nuova intonatione, come alcuni con poca avertenza usono.
• allogiamento,
nelle quali il musico ha ordinato i detti tropi a coppia a coppia, cioè autentico & plagale
insieme, così dichiarati:
• il primo & secondo nel D,
• il terzo & quarto nel E,
• il quinto & sesto nel F,
• il settimo & ottavo nel G, gravi.
• il quinto & sesto potrà terminare nella chorda grave col segno del molle in
esso grave;
• il settimo & ottavo potrà finire nel Gama ut, & similmente nelle parti acute &
sopracute.
Del diatesseron. Cap. 33.
Diatesseron o tetrachordo è similmente una compositione di quatro voci & di tre speti
diverse, cioè:
• re-sol,
• mi-la,
• ut-fa.
La differenza del nome & della compositione è che una con l'altra sono variate del
nome & della compositione, perché i semituoni sono in varii luoghi ordinati. Et
dove saranno create, composte o non composte, non muteranno il nome, né la natura.
page 26
page 33
DEL CANTO FIGURATO.
• minima,
lequali hanno la differenza del nome & del valore.
• Massima è detta doppia lunga;
• lunga, doppia breve;
• breve, doppia semibreve;
• semibreve, doppia minima;
• minima, doppia seminima.
E t b e n c h é a l l a e s s e r c i t a t i o n e n o s t r a n e s i a n o t r e a l t r e ,
cioè seminima, croma & semicroma, tali figure sono chiamate diminutioni della minima,
laquale è l'ultima figura della regolata quantità. Detta è minima perché essa termina la
grandezza della voce.
Del tempo. Cap. 8.
Tempo è una lunghezza finita de' intervalli o spati uguali, ilquale si dà alla breve, & è di
due sorti, cioè:
• tempo perfetto &
• tempo imperfetto.
Della prolatione. Cap. 9.
Prolatione non è altro che esso tempo in molte parti diviso over partito, & sono di due
sorti, cioè:
• prolatione perfetta &
• prolatione imperfetta.
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Del finito numero di ciascuna nota nel circolo col punto. Cap. 24.
• La breve nel sopradetto segno havrà due perfettioni, la quantità delle quai
saranno tre semibrevi & nove minime.
• La lunga sarà del valore di 6 semibrevi & 18 minime.
• La massima contiene in sé 12 semibrevi & minime 36.
• La semibreve 3 minime solamente contiene.
• la lunga, 6 semibrevi & minime 12;
• la massima, 12 semibrevi & minime 24;
• la semibreve, minime 2.
• la breve nera nel modo minor perfetto & tempo imperfetto rimane binaria, & è
intesa terza parte di esso modo.
Et con tale ordine procederai nel modo minore, modo maggior & prolatione.
• punto di divisione &
• punto di augumentatione.
Il punto di perfettione è quello ilquale si dimostra doppo la nota atta a tale ternaria
divisione, cioè
• alla breve del tempo perfetto,
• alla lunga del modo minor perfetto,
• alla massima del modo maggior perfetto &
• alla semibreve della prolatione perfetta.
Tali punti son chiamati di perfettione. Il punto di divisione è quello, quando esso punto
si oppone nel mezzo
• di due semibrevi del tempo perfetto,
• di due brevi nel modo minor perfetto,
• di due lunghe nel modo maggior perfetto &
• di due minime nella prolatione perfetta.
Et di tal punto, egli è da considerare la oppenione falsa di molti, i quali aggiugnono a'
detti punti un soverchio credere, cioè:
• punto d'imperfettione,
• punto di transportatione &
• punto di alteratione,
non concessi dal musico, perché tali effetti nascono dal sopradetto punto di
divisione, come al capo overo oppenione 5 del secondo libro del Lucidario habbiamo
conchiuso. Il punto di augumentatione è quello ilquale è doppo
• la breve,
• la lunga,
• la massima &
• la semibreve, & le seguenti,
• del tempo,
• del modo &
• della page 47
prolatione, imperfetti.
Come la lunga nel tempo perfetto semplice non sarà detta perfetta né imperfetta.
Cap. 42
La lunga nella figura circolare non debbe essere chiamata perfetta né imperfetta,
perché in tale segno, , semplice, non si considera altra nota perfetta che la breve.
Errono adunque quelli che altrimenti credono.
• La obbliqua nota ascendente o discendente con la vergola dalla parte sinistra
discendente saranno sempre brevi.
• La nota obbliqua ascendente o discendente con la vergola dalla man sinistra
ascendente sempre saranno semibrevi, colla finita intelligenza da noi dichiarata
al capo 38 del primo libro del Toscanello nostro.
Dichiaratione del tuono. Cap. 46.
Si dichiara il tuono essere una congiuntione per uno spatio perfetto, come ut-re, re-ut,
re-mi, mi-re, fa-sol, sol-fa, sol-la, la-sol. Anchora tal spatio è chiamato phthongus.
Del dittono & semidittono, detti terza maggiore & terza minore. Cap. 51.
Il dittono è una compositione di dui spati perfetti, chiamati ut- mi & fa-la, & è sola
spetie, perché in esse non è semituono.
Lo imperfetto dittono contiene in sé tre voci, ma non per spati perfetti, come re-fa &
mi-sol.
Dove hanno il segno del diesi & molle il suo proprio luogo nelle compositioni. Cap.
59.
Cinque sono le positioni signoreggiate dal segno diesi, cioè:
• in A,
• in C,
• in D,
• in F,
• in G.
Et similmente la figura del molle harà cinque altri luoghi, cioè:
• in A,
• in B,
• in D,
• in E &
• in G.
Ma perché tal segno non è segnato in C né in F naturali, né la figura diesi in B né in
E, leggi il capitolo 21 del quarto libro del Lucidario nostro, nel quale intenderai le
ragioni.
page 56
Come in tutti i luoghi della mano si ritrovono sei note. Cap. 60.
Gamma ut.
• La sillaba ut è naturale in detto luogo.
• La sillaba re nasce da questo segno, , segnato in mi grave.
• La sillaba mi nascerà anchora da questo , segnato in Are.
• La sillaba fa havrà principio dal diesi segnata in F acquisito.
• La sillaba sol caderà in tal luogo naturalmente, perché sarà prodotta dal C
acquisito sotto di Gamma ut.
• La sillaba la deriverà da questo segno, , posto in E acquisito distante per una
ottava da E grave.
A re.
• La prima sillaba, ut, procede dal diesi segnato in C grave.
• La seconda sillaba, re, sta naturalmente in tal luogo.
• La terza sillaba, mi, nasce da questo segno, , posto in mi grave.
• La quarta sillaba, fa, ha origine dal diesi collocato in Gamma ut.
• La quinta sillaba, sol, nasce dal diesi messo in F acquisito.
• La sesta sillaba, la, naturalmente sta in essa positione, & è generata dal
C acquisito, posto una ottava sotto C fa ut grave.
mi.
• La prima sillaba, ut, ha origine dalla figura diesi segnato in Dsolre.
• La seconda sillaba, re, ha il suo nascimento dal diesi detto posto in C grave.page
57
C fa ut.
• La prima sillaba, ut, sta in tal luogo naturalmente.
• La seconda sillaba, re, nasce da questo segno, , segnato in Elami grave.
• La terza sillaba, mi, ha principio dal detto segno posto in D sol re.
• La quarta sillaba, fa, sta naturalmente in tal luogo.
• La quinta sillaba, sol, nasce anchora da questo segno, , collocato in quadro
grave.
• La sesta sillaba, la, dipende dal sopradetto segno segnato in Are.
D sol re.
• La prima sillaba, ut, nascerà dalla figura diesi posto in F grave.
• La sillaba re sta in tal luogo naturalmente.
• La sillaba mi procede da questo segno, , segnato in E la mi.
• La sillaba fa nasce dal segno del diesi messo in C grave.
• La sillaba sol sta in tal luogo naturalmente.
• La sillaba la dipende da questo segno, , posto in quadro grave.
E la mi.
• La prima sillaba, ut, ha il suo nascimento dal diesi segnato in G acuto overo
grave.
• La seconda, cioè re, nasce dal predetto segno posto in F grave.
• La terza, cioè mi, sta in tal luogo naturalmente.
• La quarta, cioè fa, ha origine dal diesi collocato in D grave.page 58
F fa ut.
La prima nota, ut, ha origine da questo segno, , segnato in B acuto.
La seconda nota, re, nasce da questo segno, , posto in A acuto.
La terza nota, mi, deriva dal sopradetto segno dimostrato in G acuto o grave.
La quarta nota, fa, sta naturalmente nel suo luogo.
La quinta nota, sol, nasce dal predetto segno messo in Elami grave.
La sesta nota, la, nasce dal rotondo posto in D sol re.
Dopo le predette considerationi verremo all'ottava positione detta G sol re ut, del quale
a dover ragionare ci par quasi di soverchio, perché, considerando la similitudine laquale
cade tra i luoghi ottavi, assai basta, & volendone la fine, leggi il capitolo 21 del quarto
libro del Lucidario nostro.
Del semplice.
Semplice contrapunto è detto, perché sempre si considera un punto contro a un
altro, o veramente una voce contro un'altra, o vero sia
page 59
quando due voci o note, o più, siano poste in modo che una simile nel cantare vada o
risponda a un'altra sua simile in nome o vero in virtù o valore, come breve
contro a breve, overo altra nota.
Del diminuto.
Diminuto contrapunto è quello, ilquale cade tra molte note tra sé simili overo dissimili,
come accade nel diminuire delle note, ilqual modo di comporre si usa ne' concenti dove
più note, simili o non simili, sono pronontiate per una nota loro dissimile & e contra.
• semidittono,
• esachordo maggiore,
• esachordo minore,
• decima maggiore,
• decima minore,
• terza decima,
• decima settima.
Delle dissonanti:
• seconda,
• quarta,
• settima,
• nona,
• undecima,
• quartadecima,
• decima sesta &
• decima ottava, & altre simili.
Le consonanze semplici sono 6, lequali per sé stanno senza altro nascimento, come le
seguenti, cioè:
• il dittono,
• il semidittono,
• il tetrachordo &
• pentachordo,
• lo esachordo maggiore &
• lo esachordo minore.
page 62
Delle consonanze rinterzate.
• La quinta decima consonanza nasce dall'unisono & ottava.
• La decima settima maggiore nasce dalla terza maggiore & decima.
• La decima settima minore deriva dal semidittono & decima minore.
• La decima ottava viene dal tetrachordo & undecima.
• La decima nona nasce dal pentachordo & duodecima.
• La vigesima maggiore deriva dalla sesta maggiore & terza decima maggiore.
• La vigesima minore viene dalla sesta minore & terza decima minore.
• Et con tal modo in infinito potrai procedere.
Seconda regola.
La seconda regola è che due consonanze perfette d'un medemo genere insieme
ascendenti & discendenti nel contrapunto non sono concedute, come due quinte,
due ottave & simili, perché in sé non hanno varietà alcuna.
Terza regola.
La terza regola è che due consonanze perfette possano haver luogo nel contrapunto
quando una ascenda & l'altra discenda, come quinte, ottave, duodecime & simili.
Quarta regola.
La quarta regola conceduta è che il compositore sia libero di ascendere &
discendere ugualmente & differente come a lui piace.
Quinta regola.
La quinta regola è che il contrapunto non patisce il mi contro al fa, né il fa contro del
mi, se non è di necessità.
Sesta regola.
La sesta regola vuole che più terze & seste insieme ascendenti & discendenti possino
nel contrapunto essere continovate, perché esse hanno naturalmente variabile
compositione.
page 64
Settima regola.
La settima regola è che due consonanze perfette l'una doppo l'altra possono essere
accettate con movimento dissimile, cioè la prima ascenda & la seconda discenda, & al
contrario.
Ottava regola.
La ottava regola è che volendo andare a una consonanza, sempre si debbe pigliare
quella che allei è più vicina, come
• la terza minore innanzi all'unisono,
• la terza maggiore innanzi alla quinta,
• la sesta minore discendendo alla quinta,
• la sesta maggiore innanzi l'ottava,
• la decima minore tornando all'ottava,
• la decima maggiore innanzi la duodecima,
• la terza decima maggiore innanzi la quintadecima,
• la quinta minore innanzi alla terza.
Et così in infinito potrai con tale ordine procedere.
Del genere moltiplice.
Il genere primo chiamato moltiplice è quando il numero maggiore contiene in
sé più volte il minore, come
• 2 a 1,
• 3 a 1,
• 4 a 1,
• 5 a 1, et in infinito,
dil che
• il primo termine sarà proportione dupla,
• il secondo, proportione tripla,
• il terzo, proportione quadrupla &
• il quarto, proportione quintupla, & in infinito.
page 69
Della proportionalità. Cap. 73.
La proportionalità è uno raccoglimento di due o tre o più proportioni insieme
comparate, come a Boetio piace. Di congiunte proportioni si fa la proportionalità,
laquale non mai si può fare con meno di tre termini, come ne gli seguenti numeri si
contiene: 1, 2, 3; 2, 3, 4.
Egli è da sapere che nel genere diatonico, ciascuno di gli tetrachordi procedono
per semituono minore, tuono & tuono, come da mi & E la mi gravi.
Detto è diatonico propiamente da dia, che significa per, et tonus, tuono.
Del genere chromatico.
Il genere chromatico è un transmutare di tetrachordi per varii mezzi, differenti
dal diatonico genere, perché procede per semituono minore & semituono
maggiore & semidittono.
Detto è chromatico genere da chroma, greca voce che in latino significa colore, cioè di
compositione.
page 72
Del genere enarmonico.
Il genere enarmonico procede per diesi, diesi & dittono. Enarmonico significa atto &
bello, perché è manifesto che fra gli altri generi questo contiene in sé la cognitione del
a t t o & t e m p e r a m e n t o d e l l e v o c i , i l q u a l t e m p e r a m e n t o i G r e c i
chiamono hermosmeno dalli intervalli de gli sistemati de' tuoni, & delle mutationi di
essi sistemati.
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