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Odissea - Canto XII

ODISSEA
Canto XII

Vengono presentati i primi 150 versi (circa) del XII Canto dell'ODISSEA.
A sinistra il testo greco, al centro una proposta di traduzione, a destra alcune note

1
,
,
,
,

.

Dunque, quando la nave lasci


del fiume Oceano la corrente,
giunse allonda del mare aperto
() ed allisola Eea,
dove di Aurora che presto nasce
() sono la casa e le
danze e i luoghi del sorgere
( ) del Sole;
la nave, l giunti, ormeggiammo
sulla sabbia e noi stessi
sbarcammo (...[] ) sulla
riva del mare, ( =
ove londa sinfrange); l
addormentati, attendemmo la
divina Aurora.

La prima frase una temporale, il cui soggetto , la


nave (ionico) ed il verbo l'indic. aoristo ,
"lasci", senza aumento, come sempre capita nello
ionico di Omero.
Nella frase dopo, notiamo un , oppure,
nella penultima riga . In
Omero spesso i preverbi sono staccati dal verbo. Si
tratta degli aoristi (= ) e ,
a cui manca l'aumento.
La principale ,
"giunse all'onda del mare"
Notare le terminazioni in - dei genitivi (es.
, )
dativo plurale (ionico)

All'inizio, per i primi gruppi di versi, presentata anche una traduzione letterale "interlineare", parola per
parola.
TRADUZIONE LETTERALE INTERLINEARE vv. 1-7

Dunque quando del fiume lasci corrente Oceano
,
la nave (sogg.), giunse all'onda del mare dai larghi passaggi
,
ed all'isola Eea, e dove di Aurora che presto nasce
,
casa e danze sono e i luoghi del sorgere del Sole,
,
la nave l giunti ormeggiammo sulle sabbie,

e noi stessi scendemmo sugli frangenti del mare
.
dove addormentati attendemmo Aurora divina.

8
,

, .
,
,
.

Non appena colei che presto


nasce() apparve,
Aurora dalle rosee dita
(), che presto
nasce , proprio allora io
mandavo avanti dei compagni
alla casa di Circe per portare il
cadavere, Elpnore morto.
E subito, tagliati degli alberi,
dove altissima si sporge in
avanti una rupe, diamo
sepoltura, tristi, in abbondanti
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Continuate a notare la mancanza di


aumento nei tempi storici dell'indicativo (es.
, ind. aor III, 3a sing.).
= ind. imperf. 3a sing. di proi/h mi
= part. aor. te/mnw
= infin. fut. fe/rw con valore di finale

Odissea - Canto XII

lacrime.
TRADUZIONE LETTERALE INTERLINEARE vv. 8-12
,
non appena colei che presto nasce apparve, dalle dita rosa Aurora (Eos)

proprio allora io compagni mandavo a casa di Circe
, .
per portare il cadavere, Elpenore morto.
, ,
Alberi subito avendo tagliato, dove altissima sporge in avanti una rupe,
.
seppelliamo essendo tristi abbondante in lacrima gettando.
13
,

.

Quando poi il cadavere fu


bruciato () e lo furono
anche le sue armi, dopo aver
riempito di terra il tumulo ed
avervi eretto una stele, sopra la
cima del tumulo piantammo un
remo, ben conficcato.

: altri leggono te ka/h , con ka/h senza


aumento (ind. aor. III 3a s. da ka/iw, bruciare, con il
te correlato col kai/. Lett:"e il morto bruci e pure
le armi del morto".
= part aor. da xeu/w.
= ind. aor. 1a. pl. (senza aumento) da
ph/gnumi.

TRADUZIONE LETTERALE INTERLINEARE vv. 13-15


,
Quando poi il morto fu bruciato e le armi del morto,

un tumulo avendo gettato e sopra una stele avendo eretto

piantammo sull'altissimo tumulo ben conficcato un remo.

16

,

.

Ci mettemmo dunque ad
imperfetto, manca l'aumento, da fe/rw
occuparci delle nostre faccende; = acc. m. sing. da ai)q
/ oy, ai)q
/ opoj
n dunque, giunti da Ade,
passammo inosservati a Circe,
ma al contrario molto
velocemente giunse adornata;
intanto delle ancelle le
portarono cibo, molta carne e
scintillante vino rosso.

TRADUZIONE LETTERALE INTERLINEARE vv. 16-19



noi le cose di ciascuno seguivamo; n dunque a Circe
,
da Ade essendo giunti rimanemmo nascosti, ma pi ancora

giunse adornata; allo stesso tempo () ancelle portarono a lei
.
cibo e carne molta e scintillante vino rosso.
20

Ed ella, stando in mezzo, si
, ,
rivolgeva, veneranda fra le de
, . (, non contratto):
Disgraziati, che vivi scendeste
nella casa di Ade, morti due
volte, quando gli altri uomini
muoiono una volta soltanto!

(=veneranda), un appellativo
molto usato da Omero.

TRADUZIONE LETTERALE INTERLINEARE vv. 21-22



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Odissea - Canto XII

Ed ella in mezzo stante veneranda tra le de:


, ,
Disgraziati, coloro che essendo vivi scendeste alla casa di Ade
, .
due volte morti, quando gli altri una volta muoiono uomini.

23



,
.

Ma ors, mangiate cibo e bevete


vino, l, per tutto il giorno; per,
allo stesso tempo, sul far del
giorno, salpate; poi io indicher
la strada e ciascuna cosa
mostrer, affinch non abbiate a
patire qualcosa per dolorosa
meschinit, sul mare o sulla
terra, subendo disgrazia .

= fainome/nhi, dativo sing. femm.,


che concorda con (l'aurora), "quando appare
l'aurora".
= imperat. fut., 2a pl.
= kai/
= indic. fut. 1a sing. shmai/nw
...: finale
= aor. cong. retto da (= affinch voi
non abbiate a patire)
ed sono dei dativi, con iota
non sottoscritta, tipico del tempo di Omero.
+ + (si riferisce ad entrambi)

TRADUZIONE LETTERALE INTERLINEARE vv. 23-27



Ma ors mangiate cibo e bevete vino

l per tutto il giorno; allo stesso tempo () per quando l'aurora appare

salpate; poi io indicher la strada e ciascuna cosa
,
indicher, affinch non qualcosa per dolorosa meschinit
.
o sul mare o sulla terra patiate disgrazia subendo.

28
,
.

Cos diceva, ed ella, animo


valoroso, ci cinvinse. Cos allora,
per tutto il giorno, fino a quando
il sole fu tramontato, restammo
seduti banchettando con carni di
indicibile bont e dolce vino
mielato;

(=o), imperf. medio 3a sing., da e)


fa/mhn, con la al posto di perch la parola
/ hn.
successiva ha spirito aspro. L'imperf. attivo e)f
= imperf. 3a s. da e)pipei/qomai
un epiteto omerico
, -toj = giorno
acc., il Sole, ionico
= da katadu/w, part. aor. III (kate/dun,
ecc..)
= part. pres. da dai/numi, banchettare

31
,
,


.

quando il sole tramont e


loscurit giunse, alcuni si
stesero presso gli ormeggi di
poppa della nave, mentre lei,
dopo avermi presa la mano, mi
fece sedere in disparte dai cari
compagni, si stese vicino e mi
chiese ogni cosa; allora io le
raccontai tutto per filo e per
segno.

ind. aor. III, 3a pl. senza aumento da


koima/w, equivalente a kei=mai.
(=oscurit) un neutro, quindi pu essere
NAV. E' un nominativo, soggetto di
(=giunse) ed ha l'originale significato
avverbiale (=su).
= part. aor di ai(re/w (tema e(l-).
/ w = far sedere (da cui
= ind. aor. 3a s. e(z
kaqi/zw)
= ind. aor. m. prosle/gomai ( )
= ind. pres. 3a s. e)cereei/nw

36

, ,
, .
,
, .

E cos allora con parole si


rivolse a me la veneranda Circe:
Tutte le cose cos sono state
portate a termine; tu, per,
ascolta, che io ti parler e il dio
stesso ti rammenter. Prima
giungerai alle Sirene, che
davver incantanotutti gli
uomini , chiunque a loro si

/ oj
= dat. pl. da e)p
= ind. aor. 3a s. prosauda/w
= soi
/ w
= ind. fut. di ei)r
= ind. fut. di mimnh/skw
= ind. fut. 2a sing. non contr. da a)
fikne/oamai
(1 s. = afi/comai)

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Odissea - Canto XII

uomini , chiunque a loro si


avvicini.

/ a = davvero
= a)r
= cong. aor. 3a s. ei)safikne/omai

41

,
,

,
, .

Chi per ignoranza si avvicina e


sente la voce delle Sirene, la
moglie e i giovani figli non gli
stanno vicini e non gioiscono per
il suo ritorno a casa, invece le
Sirene incantano con il canto
soave, sedute su una costa
nebbiosa, mentre grande la
spiaggia fra ossa di uomini che
imputridiscono e, intorno, scudi
di pelle che si disfano.

= cong. aor. 3a s. a)kou/w


= cong. aor. 3a s. pela/zw ( (pe/laj=
vicino)
sono in disaccordo (3a
sing. e 3a plur.). Forse un errore dei manoscritti,
dovrebbe essere pari/stantai.(ind. pres. medio 1a
s. pari/stamai, attivo=pari/sthmi)
= ai (= star
= part. pres. nom. pl. femm. h(m
seduto)
= part. pres. m. da pu/qw, imputridire

47
,

,
,

, ,
.

Ma per navigare via di l, metti


della cera sulle orecchie dei
compagni, dopo averle unte,
dolci di miele; nessuno degli
altri oda: ma proprio tu ascolta,
se desderi; dopo che essi ti
abbiano legato mani e piedi
nella nave veloce a girare, dritto,
allalbero delle vele, procura
che tu sia stato legato allo stesso
sartiame in modo che,
deliziandoti, tu ascolti la voce
delle Sirene.

inf. pres. ionico da par-ec-elau/nw.


In realt in Omero e)lau/nw compare anche come e)
la/w, da cui questo infinito viene direttamente.
/ , w)to/j, orecchio.
= N.A.V. pl. di ou)j
/ eiya).
= inf. aor. da a)lei/fw, (ind. aor. a)l
Da notare la sua radice lip- = grasso
= part. aor. de/yw
= cong. aor. 3a. s.
= inf. pres. (= a)kou/ein)
/
= ei) a)n
= cong. pres. attivo, 2a s. e)qe/lw
= part. aor., gen. pl. de/w
= imperat. perf. pass. a)na/ptw (lett.: sii tu
stato legato...)
/ oj + cong.
= o)p

53
,
.
,
,
,
.

E qualora tu pregassi i
compagni e ordinassi di
scioglierti, essi ancora di pi
allora ti leghino in catene. Ma
quando i compagni si saranno
spinti proprio lontani da loro, l
allora non ti dir pi nei dettagli
quale di due sar la strada
proprio per te, ma tu stesso
dovrai [decidere] col cuore. Ti
dir com da entrambi i lati.

= comparat. (dat. pl.) da polu/j


= imperat. 3a pl. (potrebbe essere anche
part. pres. - dideij, -e/ntoj -, ma il contesto fa
decidere per la prima) da di/dhmi, un de/w con
raddoppiamento.
= cong. aor. 3a pl. e)lau/nw
= fut. di ei)rw
= , ind. fut. 3a s. ei)mi

59
,


.

, ,

.

Da una parte infatti vi sono


... = le due vie: ... l... l...
scogliere a picco, contro le quali
ruggisce la grande onda di
Anfitrite dagli occhi blu scuri; gli
di beati proprio lo chiamano
Plancte (Erranti). L non
passano uccelli, n timorose
colombe, che portano ambrosia
al padre Zeus; e sempre la liscia
scogliera li distrugge; ma
unaltra il padre manda l a
completare il numero.

66
,
,

.
,
, .
,
, .

N di l alcuna nave di uomini


mai fuggita, ma allo stesso
tempo le onde del mare e
tempeste di fuoco distruttore
sempre continuano a portare via
plance di navi e corpi di uomini.
Proprio quella sola nave abile
ad attraversare il mare aveva
navigato oltre, Argo cara a tutti,
navigando da Ete. Ora avrebbe
gettato anche questa
velocemente contro i grandi
scogli, ma Era la mand oltre,
poich Giasone le era caro.
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/ ugen
= e)f
= di uomini
= ku/mata
= fe/rousi
= part. pre. nom. fem. da me/lw (da cui
deriva anche e)pime/leia)
un genitivo.
= , ora, adesso.
= imperf. 3a s. ei)mi

Odissea - Canto XII

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,
,
.

I due scogli invece: uno


raggiunge lampio cielo con una
sottile cima, mentre una nera
nube lavvolge; questa
condizione mai cessa, n mai il
cielo chiaro sovrasta la sua cima,
n in estate, n in autunno.

77
,

, .
,
,

, .

N un mortale potrebbe
scalarla, n camminarvi sopra,
neppure se avesse venti mani e
venti piedi: la scogliera infatti
liscia, sembra levigata tutta
intorno. Nel mezzo della
scogliera vi una caverna, scura
e nebbiosa, che volge ad
occidente, allErebo, proprio
dove forse voi guidate la cava
nave, o glorioso Odisseo.

83

.
.

E un uomo valoroso che scagli


un dardo dalla cava nave non
potrebbe raggiungere la caverna
dalla volta a cielo.
L dentro abita Scilla che grida
con urlo terribile.

86

,
, .

Talvolta davvero la sua voce


diventa come quella di un
cucciolo appena nato, e poi di
nuovo quella stessa diventa un
mostro malvagio; nessuno
vedendola gioirebbe, n se fosse
un dio si metterebbe contro.

89
,
,
,
, .

... = ott. aor. 3a s. bai/nw retto da


= a)n
= ott. pres. 3a pl. ei)mi
/ ika.
= part. perf. attivo femm. s. da e)o

= ott. aor 3a s. ghqe/w. + part. pred.


sogg.
= ott. aor 3a s. a)ntia/w.
sono due sinonimi (=fitti),
quindi insieme possono valere "fittissimi".

E i piedi sono dodici, tutti


deformi, mentre sono sei i
lunghissimi colli , ed in ciascuno
una testa terrificante, ed
allinterno denti in tre file,
fittissimi, pieni di nera morte.
93
,
,
, ,
,
, .

Se ne sta per met nella caverna = perf. ind. da du/w


dalla volta a cielo, mentre tiene
= ind. pres. 3a s. i)xqua/w, pescare
fuori le teste, fuori dal
terrificante antro, da quello
= cong. aor. 3a s. ai(re/w
cattura pesci, battendo
furiosamente la scogliera, delfini
e squali, e talvolta cattura un
mostro marino, pi grande di
quelli che a migliaia pascola
Anfitrite ruggente.

98
L mai naviganti senzarmi si

vanterebbero di fuggire in volo
.
con la nave; lei, che rapisce dalla
nave dalla scura prora, porta via
un uomo con ciascuna testa.
101 ,
.
.
,
.

E vedrai, o Odisseo, quellaltro = part. perf. nom. s. m. da qa/llw


scoglio molto pi basso, uno
vicino allaltro; lo potresti
raggiungere con una freccia. E
su, in quello, c un grande
albero di fico selvatico,
rigoglioso di foglie. L sotto la
divina Cariddi fa ribollire la nera
acqua.

105 ,

,
.

/ ar - toj (giorno)
Infatti, tre volte al giorno spinge, = dat. sing. h)m
tre volte invece la rigurgita di
nuovo, terribile! Che non ti capiti = lo scuotitore
di essere l quando la risucchia:
Page 5

Odissea - Canto XII

.

,
.

di essere l quando la risucchia:


= part. perf. m. da pela/zw
infatti neppure lo scuotitore
(Poseidone) potrebbe salvarti
dalla sventura.
Ma una volta che tu ti sia molto
avvicinato allo scoglio di Scilla,
velocemente spingano lontano
la nave, poich veramente
molto meglio che manchino sei
compagni nella nave, piuttosto
che tutti insieme.

111 ,

, , ,
,
, .

Cos disse, ma io di rimando a


lei mi rivolsi: Suvvia, o Dea,
dimmi questo in tutta sincerit,
se in qualche modo io possa
sfuggire la distruttrice Cariddi e
possa respingerla nel caso
davvero mi ferisca i compagni.

115 ,
,

, ,

.

Cos dissi, e la dea subito


= ind. perf. me/lw
replicava,volgendo lo sguardo:
O temerario, che nuovamente
davvero le azioni di guerra e lo
sforzo della battaglia ti sono di
interesse! Neppure agli di
immortali ti arrendi? E lei lo
veramente, non una mortale, ma
una malvagia immortale,
terribile e portatrice di dolore e
selvaggia, e non si pu vincere.
Nessuno pu difendersi: la cosa
migliore fuggire da lei.

121
,
,
, .
, ,
,
.

Infatti qualora armato ti


, ... = temo che
attardassi presso lo scoglio,
= inf. pres. e)lau/nw
temo che di nuovo, ruggendo
contro di te, con tali enormi teste
che fuoriescono prenderebbe
altrettanti uomini.
Quindi, quanto pi possibile,
si fugga via e si chiami invece
Crate, madre di Scilla, che porta
ad essi dolore, essendo mortali;
quella poi da essi tiene lontano
lattacco successivo.

127

,
, ,
. ,
. ,
, ,
.

Giungerai dunque nellisola


= ind. fut. 2a s. a)fikne/omai
Trinacria; l vi sono molti bovi
del Sole che pascolano e grasse
pecore, sette pastori di buoi ed
altrettanti bei pastori di pecore,
cinquanta ciascuno.
Un giovane non nasce fra essi,
n certe volte periscono. E vi
sono de protettrici, ninfe dalle
belle trecce, Fetsa e Lamptie,
che la divina Nea gener dal
Sole Iperione.

134

,
.

E poi, la veneranda madre che le = in Omero sovente pronome, non articolo


gener, dopo averle cresciute le
mand ad abitare lontano,
nellisola Trinacria, a sorvegliare
le greggi del padre ed i buoi
dalle corna ricurve.

137 ,

, ,
,
, .

Se le lasciassi in pace e pensassi = cong. aor. 2a s. da a)lu/skw


al ritorno, certamente arriveresti
ad Itaca, seppur patendo dei
mali; se invece facessi loro del
male, allora prevedo per te una
sventura, per la nave e per i
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Odissea - Canto XII

compagni; ed anche se tu stesso


sfuggissi, alla fine torneresti a
stento, dopo aver perso tutti i
compagni.
142 ,
.



.

Cos disse e subito venne


= imperf. da o)tru/nw
Aurora dal trono dorato.
Ella allora se ne and in alto
sullisola, fra le de; dunque io
seppi, mi affrettavo, correndo,
sulla nave, ad imbarcare questi
compagni ed a sciogliere gli
ormeggi di poppa; ed essi subito
entrano e si siedono sulle barre.

147 .

, ,
, .

.

Uno dopo laltro, seduti,


battevano il grigio mare con i
remi.
Di nuovo dietro a noi mandava
un buon vento favorevole, della
nave dalla nera prora gonfiando
le vele, come nobile compagno,
Circe dalle belle trecce, come
dea terribile che parla con voce
umana. Subito, dopo aver preso
tutte le armi, ci mettiamo seduti
sul fondo della nave: il vento ed
il timoniere la guidavano diritta.

153
, ,
, .
,
.

"Lei comanda che solo io


ascolti; ma voi legatemi con una
catena pesante, cosicch io resti
l in modo fermo, dritto, alla
base dellalbero, e che la catena
sia legata alla gomena di quello.
Se io dovessi pregarvi e
ordinarvi di liberarmi, voi allora
stringetemi in pi catene.

158
.

Ella comanda che prima si


sfugga il suono ed il petto fiorito
delle Sirene dal canto divino.

160

,
,

E proprio allora io parlavo ai


= imperf. da metauda/w
miei compagni, col cuore
/ w, sapere
= infin. perf. da ei)d
intristito: Amici, non bene
infatti che uno abbia saputo, e
neppure due soltanto, gli oracoli , ta (acc. n. pl.): da qeo/j + fhmi/,
che Circe mi ha proferito, dea fra oracoli.
le de;

/ w (la stessa radice


= part. pres. m. da e)z
di kaqi/zw)
= genitivo omerico
/ mi
= imperf. da i(h

163 , ma avendo saputo, io parler, = fut. da le/gw


affich o moriamo consapevoli
.
oppure noi, evitando la morte, si = part. aor. da ale/omai.
possa sfuggire alla dea della
morte.
165
.
160
, ,
, .
,
.

/ wga)
Comanda che solo io ascolti; ma = perf. con valore di presente (a)n
voi legatemi con una catena
= infin. pres. da a)kou/w
pesante, in modo che io stia l
fermo, dritto alla base
= imperat. perf. da a)na/ptw
dell'albero, e che la catena sia
legata alla gomena di quello.
Se io dovessi pregarvi ed
ordinarvi di liberarmi, voi
stringetemi allora in pi catene.

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