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ELEMENTI

di

FONETICA e DIZIONE




Istituto Musicale Pareggiato “Puccini”- Gallarate

A.A. 2020/2021 Classe di ARTE SCENICA - Prof. Baggio Cristina

1

Le vocali della FONETICA italiana sono 11:

a vocale atona cantante

è vocale aperta-accento grave miele

è vocale chiusa-accento acuto mela

e,o vocale atona* eleganza

* quando l’accento non è tonico sulla E o O della parola , l’accento sarà atono (né aperto
né chiuso)


I vocale atona viso

J semivocale* piede

• Semivocale= articolazione consonantica così leggera da poter apparire, secondo il
contesto, anche come vocale. Si chiamano così perché hanno una durata più breve di
una normale vocale e un suono intermedio tra la vocale e la consonante.
Sono rappresentate dalla i e dalla u , quando sono atone e sono precedute da un’altra
vocale: in fiume e uovo si comportano quasi da consonanti, in fino e uva si
comportano come vocali vere e proprie.


ò vocale aperta-accento grave poi

o vocale chiusa-accento acuto corridoio

u vocale atona puma

w semivocale buono



Ogni parola ha una sua VOCALE TONICA e questo è il suono su cui appoggiano tutte le sillabe
che compongono quella parola.

Un vocabolo può essere:

TRONCO (ultima sillaba) libertà - ragù - mercoledì - giù

PIANO (penultima) libro - gelato - violoncello - rapidamente

SDRUCCIOLO (terzultima) albero - domenica - ritornarono

BISDRUCCIOLA (quartultima) cantamelo - prendiamocelo - risparmiatelo

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TRISDRUCCIOLA (quintultima) ordinaglielo


Se l’accento cade proprio su una “e” o su una “o” queste due vocali potranno aprirsi o
chiudersi:


“ un poèma lètto molto bène è spésso uno struménto di créscita déi valori”


Se le due vocali sono atone (prive di accento tonico) si pronunciano in modo neutro

“cOmpitàrE con ElEgànza fa migliOràrE la pErsOnalità individuàlE”


Sia le “e” sia le “o” possono essere pronunciate in modo aperto (la mandibola è distanziata
dalla mascella, la lingua è più rilassata e garantisce maggiore spazio all’aria che esce dalla
gola), oppure chiuso ( la bocca e la lingua tendono a imporre una lieve chiusura all’aria che
viene fuori dalla gola).

Queste due vocali possono aprirsi o chiudersi esclusivamente in posizione “tonica”, cioè sotto
accento. Quando la vocale non è accentata si dice “atona”.

L’ accento acuto ( / ) chiude il suono della vocale

L’ accento grave ( \ ) apre il suono della vocale



Accentare correttamente i seguenti vocabili:

Teorema
Ombrello
Bocconi
Stupendo
Celeberrimo
Ponefice
Assemblea
Battistero
Caverna
Leggenda
Chierico
Aranceto
Maglietta
Avrebbe
Venti (numero)
Fantoccio
Venti (zefiri)
Nevrosi
Naturalmente

3
Milanese
Medesimo
Millesimo
Bandiera
Veliero
Bidello
Trofeo
Ministero
Cafone
Rotondo
Concedere
Tonno
Saetta
Lezione
Re (nota)
Venederebbero
Spoleto
Maratea
Quattordici
Poi
Miele
Perche
Ahime
Sorella
Tonto
Biondo
Dovei
Dodicenne
Ridemmo
Mistero
Avrei
Codazzo
Raperonzolo
Furbizia
Polizia
Lodevole
Bellezza
Cortese
Badessa
Bacherozzo
Ginocchio
Baldoria
Cappotto
Proteiforme
Dolore
Pazzesco
Biglietto
Casereccio
Giardiniere
Poiché

4
Cameriere
Sentiero
Salendo
Catapecchia
Borghese
Trenta
Novembre
Leporello
Ammenda
Io scendo
Salendo
Essi vendono
Apollo
Alfonso
Cautela
Marea
Orrendo
Patema
Ventenne
Indulgente
Io ero
Campestre
Fruttiera
Fazzoletto



• I SUONI CONSONANTICI possono essere, in relazione al “LUOGO DI
ARTICOLAZIONE”:


LABIALI (p, b, m) le due labbra si toccano

LABIODENTALI (f,v,) gli incisivi superiori toccano il labbro inferiore

DENTALI (t,d) la punta della lingua tocca gli incisivi superiori

ALVEODENTALI (s,s_z,z_) la punta della lingua tocca la giuntura tra alveoli e gli incisivi
inferiori

ALVEOLARI (c di “ciao”, g di “già”) la corona della lingua tocca gli alveoli superiori

ALVEOPALATALI ( n, l, r, sc di “sciroppo”) la punta della lingua tocca la giuntura tra alveoli
e palato, nel caso della “r” produce una serie di vibrazioni

PALATALI (gn di “gnomo” , gl di “moglie”) il dorso della lingua tocca il palato

VELOPALATALI o VELARI ( gh, ch) la radice della lingua tocca il velo palatale

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• I SUONI CONSONANTICI si possono definire in relazione al “MODO DI
ARTICOLAZIONE”


Si dicono occlusive le consonanti : b, m , p , d , t , n , gh , ch temporanea chiusura della
fuoriuscita d’aria dalla bocca

Si dicono costrittive o fricative o continue: f, v, s, s_ , r , n , l , sc-(i), gl- (i) restringimento
del canale d’aria

Si dicono affricate: z, z_ , c-(i) , g –(i) inizio con chiusura poi con apertura del canale d’aria

Si dicono nasali le consonanti : m , n , gn uscita d’aria dal naso

Si dicono buccali tutte le altre uscita d’aria dalla bocca


Si dicono dolci le consonanti : b, d, gh, g-i, gl-i, gn-i, l , m , n , r , s_ , v , z_

Si dicono aspre : ch, c-i, f, p, s, sc-i, t, z

Si dicono fonosimboliche le parole, rozze e volgari, dense di suoni aspri (sputo, assassino!,
puzza, feccia, scocciato e locuzioni come “stai zitto” , “sparisci”, “ti spacco la faccia”)… e
vanno rafforzate in fase di lettura.

Viene inserito il raddoppiamento fonosintattico quando una vocale tronca+qualche+ogni è
seguita da una consonante (mé, tè, città, caffè, trentatré..ecc.. caffèccorretto); o un
monosillabo intenso è seguito da consonante (a, che, chi, da, e, fa, fra, ha, ho, no, o, po’, qua,
qui, ré, sa, so, tré, tu, va…: fratté emmé); o una nota musicale è seguita da consonante
(doddiesis, rebbemolle..); o in sigle (cittiesse, pibbii..ecc..)



• Gli ANDAMENTI INTONATIVI dipendono da:


, la virgola - SOSPENSIONE

; il punto e virgola - PAUSA BREVE

. il punto - PAUSA LUNGA

! il punto esclamativo - CHIUSURA ENFATICA DISCENDENTE

? il punto interrogativo - CHIUSURA ENFATICA ASCENDENTE

: i due punti - PAUSA BREVE IMPROVVISA

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… i puntini di sospensione - SOSPENSIONE ENFATICA

!?! ?!? punti esclamativi- interrogativi di FORTE ESPRESSIONE



N.B: I suoni gl(i), gn(i), sc(i) e la consonante intervocalica z (aspra o dolce) vanno
pronunciati con accentuata intensità : mogglie, pagglia, diseggno, soggno, essci, fasscia,
azzione, dizzione, azzoto, schizzofrenia..

Se la parola inizia con uno di questi quattro suoni ed è preceduta da un articolo o da una
particella, tale suono viene pure accentuato d’intensità: unoggnomo, lossciroppo, lazzia,
lozzucchero, unozzaino, lozzero, queglizzigomi…


N.B.: I termini più ricorrenti e travisati sono:

ahimè, atroce, cèntro, còlto (da cogliere), cometa, còmplice, cònscio, dièci, dittòngo, dopo,
dòrso, dòtto, feroce, foro, inètto, insònne, intero, dentro, lèttera, posto, quattordici, risposta,
rivélo, sono (io e loro), téma, tèmpo, tèmpio, trégua, trénta, veloce, Elisabètta, Giorgio,
Maddaléna, Stéfano.


N.B. Il suono corretto della Z aspra si ottiene ponendo davanti alla z la t : TZ, tzio, tzar…


N.B. Per evitare l’eventuale cantilena è utile l’esercizio della scansione sillabica e
terminologica, facendo concludere ogni sillaba con la vocale e non con la consonante:
“be-lli-ssi-mo, bru-tti-ssi-mo, un-e-ser-ci-zi-o-u -ti-lis-si-mo-nel-te-nta-ti-vo-di -fre-na-re-la-
ca-nti-le-na..” in modo non-intonato, non cantato, ma neutro; poi ogni singola parola :
“un! Esercizio! Utilissimo! Per! Cancellare!...”


N.B. Parliamo muovendo le labbra, ma distanziando anche mascella e mandibola ; parliamo
respirando, ma contemporaneamente facendo danzare la nostra lingua: un balletto in cui
punta, corona, dorso e radice sono in coerente movimento. Allo stesso tempo l’elasticità delle
corde vocali, il loro avvicinarsi, tendersi e distendersi, ci permette la giusta alternanza di suoni
aperti e chiusi, aspri e dolci.
Infine il naso, che serve per inspirare aria, ma che, grazie alla radice della lingua che si inarca,
risulta necessario alla formazione dei suoni nasali che compongono il nostro alfabeto.
Serve la consapevolezza che la nostra MACCHINA FONATORIA è dotata di una impalcatura e
di una architettura ampia e multiforme: basti riflettere sulle necessità di tenere vivi e in
movimento i muscoli fonatori facendo esercizi con il massimo vigore e coinvolgimento dei
muscoli che ci interessano per allenare e contrastare la spesso presente “pigrizia
articolatoria-fonatoria”.



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