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PREMESSA
INDICE: reca la struttura della tesi e descrive il contenuto dei capitoli e la loro articolazione in
paragrafi ed (eventualmente) in sotto-paragrafi. È necessario scegliere i titoli dei capitoli e dei
paragrafi da riportare nell’indice in modo da farne subito risaltare il contenuto, evitando nel
contempo di ricorrere ad un taglio eccessivamente giornalistico.
CORPO DELL’ELABORATO: è suddiviso in capitoli ciascuno dei quali deve essere ulteriormente
articolato in paragrafi (a loro volta, eventualmente distinti in sotto-paragrafi). All’inizio di ciascun
capitolo è necessario dedicare una apposita pagina al Titolo ad esso relativo e al Sommario,
riportando all’interno di quest’ultimo il titolo dei paragrafi (e degli eventuali sotto–paragrafi) inclusi
nel capitolo in questione. Un elaborato finale deve essere costituito da un minimo di 50 e un
massimo di 60/70 pagine.
CONCLUSIONI: hanno lo scopo di sintetizzare in modo chiaro e univoco i risultati del lavoro svolto,
mettendo in risalto la tesi che si intende sostenere all’interno dell’elaborato. Nella stesura delle
Conclusioni, è necessario porre enfasi sull’originalità delle acquisizioni sviluppate nel corso del
lavoro, lasciandone intravedere gli sviluppi futuri.
BIBLIOGRAFIA: contiene i riferimenti bibliografici relativi ai testi e agli articoli consultati ai fini
della preparazione dell’elaborato finale.
SITOGRAFIA: reca l’elenco alfabetico dei siti web consultati per la stesura della tesi.
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NORME REDAZIONALI
MARGINI:
L’impostazione dei margini deve tener conto del fatto che la rilegatura finale del lavoro, riducendo
lo spazio non occupato dal testo, inciderà sulla resa visiva. Pertanto, si consiglia di adottare i
seguenti parametri:
CARATTERE:
Quanto alle dimensioni del carattere, si consiglia il tipo Times New Roman, corpo 13 per la
stesura del testo e corpo 14 per le titolazioni. Per quanto possibile, vanno evitati lo stile grassetto e
la sottolineatura, mentre ci si può servire del corsivo se risponde a criteri di funzionalità (ad
esempio per i titoli delle opere).
ALLINEAMENTO:
CITAZIONI:
Citare dai classici o dai testi critici è necessario sia per l’analisi tematica e linguistica delle opere
prese in esame che per “dialogare” a loro proposito con le voci della critica letteraria.
Quando si cita da un classico o da un testo critico in lingua inglese è preferibile utilizzare il testo in
lingua originale e non in traduzione.
- Citazioni brevi: Se le citazioni sono brevi, vanno riportate all’interno del testo e chiuse tra le
virgolette caporali («…»). Qualche esempio:
(cit. da un classico):
Infine, quando l’alfiere gli propone di andare a svegliare Brabanzio, il giovane non se lo fa ripetere
due volte, e subito si precipita sotto la casa del senatore. L’azione è resa esplicita dai seguenti versi:
«Here is her father’s house: I’ll call aloud».
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(cit. da un testo critico):
Un’umanità folle, dunque, perché fin troppo mutevole e disordinata, che ci induce a concordare con
il noto critico americano Harold Bloom quando osserva che in questa commedia «[...] everyone,
except the reluctant jester, Feste, is essentially mad without knowing it».
NB. L’espediente grafico [...] viene utilizzato quanto una citazione non inizia dal capoverso o quando viene
“spezzata” attraverso la sottrazione di una frase/un periodo.
- Citazioni lunghe: vanno distanziate dal resto (prima e dopo, attraverso la battitura di
un’interlinea) e riportate con paragrafatura ad interlinea singola, oltre che con un carattere a
dimensione ridotta (si consiglia il corpo 11). Eventualmente, si possono far rientrare a destra e a
sinistra di 1,5 cm. Qualche esempio:
(cit. da un classico):
In Romeo and Juliet il compito di disegnare un quadretto domestico caratterizzato dal riso e da gioie
condivise è affidato alla nutrice, che così rievoca una piccola disavventura capitata a Giulietta
quando aveva da poco appreso a sgambettare per casa:
And since that time it is eleven years; for then she could stand alone; nay, by thʼrood, she
could have run and waddled all about, for even the day before, she broke her brow, and
then my husband ‒ God be with his soul, a was a merry man ‒ took up the child, ʻYeaʼ
quoth he, ʻdost thou fall upon thy face? Thou wilt fall backward when thou hast more wit,
wilt thou not, Jule?ʼ And, by my holidam, the pretty wretch left crying and said ʻAy.ʼ To
see, now, how a jest shall come about! I warrant, an I should live a thousand years, I
never should forget it: ʻWilt thou not, Jule?ʼ quoth he, and, pretty fool, it stinted and said
ʻAy’.
Nel suo After Babel. Aspects of Language and Translation, uno studio che ancora oggi costituisce
un fermo punto di riferimento per chiunque si occupi di traduzione letteraria, George Steiner, dopo
aver sottolineato più volte la sostanziale impossibilità di recare in altra lingua una qualsiasi opera
creativa, ha però modo di stilare un passaggio dal quale il traduttore può trarre motivo di
incoraggiamento e conforto:
There are translations which are supreme acts of critical exegesis, in which analytic
understanding, historical imagination, linguistic expertness articulates a critical valuation
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which is at the same time a piece of totally lucid, responsible exposition. There are
translations which not only represent the integral life of the original, but which do so by
enriching, by extending the executive means of their own tongue. Lastly, most
exceptionally, there are translations which restore, which achieve an equilibrium and
poise off radical equity between two works, two languages, two communities of historical
experience and contemporary feeling.
- Ogni volta che si cita un testo (o frammento di testo, sia da un classico che da un’opera critica) è
necessario fornire il relativo riferimento bibliografico in una nota a piè di pagina.
- Si può utilizzare una nota a piè di pagina per ampliamenti argomentativi o riflessioni – sia
proprie che tratte da testi di approfondimento critico – riguardo a quanto si sta esponendo nel
proprio elaborato.
Per le note a piè di pagina è preferibile usare un carattere 11. Anch’esse devono avere un
allineamento giustificato e ad interlinea singola.
– Classici:
(se le pagine citate sono più di una, si utilizzerà l’espediente grafico “pp. 45-46”).
Quando si tratta di opere fondamentali su cui sarà incentrato l’intero capitolo o l’elaborato stesso, si
può affiancare al primo riferimento bibliografico in nota la seguente dicitura: “Tutte le citazioni
dall’opera saranno tratte da questa edizione”. In tal caso, sarà sufficiente, per le citazioni successive,
riportare solo il riferimento alla pagina citata.
W. Shakespeare, Twelfth Night, or What You Will, ed. by K., Elam, Bloomsbury Arden
Shakespeare, London, 2008.
Studi critici:
Bloom, H., Shakespeare. The Invention of the Human, Fourth, London, 1999, pp. 22-23.
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Bradley, A.C., Shakespearean Tragedy (1904), Macmillan, London, 1992.
Brooks, P., Trame. Intenzionalità e progetto nel discorso narrativo, trad. it. di D. Fink, Torino,
Einaudi, 2004² (l’esponente sta a indicare la seconda edizione), pp. 112–13.
Melchiori, G., Shakespeare. Genesi e struttura delle opere, Laterza, Bari, 1994.
Steiner, G., After Babel. Aspects of Language and Translation, Oxford University Press, Oxford,
1975, p. 5.
Mazzacurati, G., Pensieri programmatici per uno studio sul «romanzo sentimentale», in AA. VV.,
Il Romanzo sentimentale, Pordenone, Edizioni Studio Tesi, p. 70.
(AA. VV. sta per “autori vari”)
Articoli di riviste:
L. Valente Torre, Il paradosso dei fratelli gemelli, in «Età evolutiva», 56 (1997), pp. 77–84.
Quando si cita da un testo da cui si è già citato in precedenza ci si limita a riportare il nome,
il titolo, la dicitura “cit.,” e la/le p. /pp.:
Brooks, P., Trame, Intenzionalità e progetto nel discorso narrativo, cit., p. 57.
Idem (Id.) o Eadem (Ead.) si usano anche quando, in una stessa nota, si citano più testi dello
stesso autore/autrice, o quando l’autore del testo di una nota è il medesimo citato nella nota
immediatamente precedente.
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Es. Si indicano: Cognome, nome, data di pubblicazione dell’articolo, sito web, ultima
consultazione: data effettiva dell’ultima consultazione)
BIBLIOGRAFIA:
Es.
Adamson, J., “Othello” as Tragedy: Some Problems of Judgment and Feeling, Cambridge
University Press, Cambridge, 1980.
Agamben, G., L’aperto. L’uomo e l’animale, Bollati Boringhieri, Torino, 2002.
Armstrong, E.A., Shakespeare’s Imagination. A Study of the Psychology and Association and
Inspiration, Lindsay Drummond, London, 1946.
Auden, W. H., Lectures on Shakespeare, reconstructed and edited by A. Kirsch, Faber,
London, 2000 (Lezioni su Shakespeare, tr. it. di G. Luciani, Adelphi, Milano, 2006).
Bate, J., Shakespeare and Ovid, Clarendon Press, Oxford, 1993.
Battaglia, L., a cura di, Lo specchio oscuro: gli animali nell’immaginario degli uomini,
Satyagraha, Torino, 1993.
Bell, M., Shakespeare’s Tragic Skepticism, Yale University Press, New Haven-London,
2002.
SITOGRAFIA: reca l’elenco alfabetico dei siti web consultati per la stesura della tesi.
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INDICAZIONI GENERALI PER COMINCIARE A LAVORARE ALL’ELABORATO FINALE:
- L'INDICE DEVE INCLUDERE INTRODUZIONE, DUE O TRE CAPITOLI, CIASCUNO CON UNA
ADEGUATA PARAGRAFAZIONE ED EVENTUALE SOTTOPARAGRAFAZIONE (NECESSARIE
PER SUDDIVIDERE IN MANIERA SISTEMATICA LA MATERIA DA TRATTARE); UNA
CONCLUSIONE.
(INTRODUZIONE E CONCLUSIONE SI ELABORANO IN GENERE ALLA FINE DEL LAVORO).
L’ELABORATO DEVE ESSERE DI UN MINIMO DI 50-60 PAGINE.
Molto utili i tutorial per la ricerca in rete messi a disposizione dalla biblioteca BRAU:
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Si può anche scegliere di analizzare un tema in particolare per poi individuarlo e analizzarlo in più autori
(Es. “Il mito del buon selvaggio in Shakespeare e Defoe” _ “Lo sperimentalismo linguistico in Sterne e
Joyce”. _ “Voci del femminismo: da Wollstonecraft a Woolf” …).