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Fratres è un brano del compositore estone Arvo Pärt, composto nel 1977
per quartetto d’archi e quartetto di fiati, e in anni successivi trascritto
dall’autore (con minime modifiche in ordine alla struttura) per diversi
organici, dal duo all’orchestra.
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Pärt indica “ultimo leggio” in partitura.
1
0. 2 battute di percussione in 6/4
4. 1 battuta di archi in 7/4 − 1 battuta in 9/4 − 1 battuta in 11/4 (2 volte)
0. 2 battute di percussione in 6/4
5. 1 battuta di archi in 7/4 − 1 battuta in 9/4 − 1 battuta in 11/4 (2 volte)
0. 2 battute di percussione in 6/4
6. 1 battuta di archi in 7/4 − 1 battuta in 9/4 − 1 battuta in 11/4 (2 volte)
0. 2 battute di percussione in 6/4
7. 1 battuta di archi in 7/4 − 1 battuta in 9/4 − 1 battuta in 11/4 (2 volte)
0. 2 battute di percussione in 6/4
8. 1 battuta di archi in 7/4 − 1 battuta in 9/4 − 1 battuta in 11/4 (2 volte)
0. 2 battute di percussione in 6/4
9. 1 battuta di archi in 7/4 − 1 battuta in 9/4 − 1 battuta in 11/4 (2 volte)
0. 2 battute di percussione in 6/4
Emerge fin dal primo sguardo una forte e simbolica esigenza di simmetria,
e di ricomposizione - in unità di ordine superiore - di quanto variamente
frammentato. I frequenti cambi di metro inoltre contribuiscono a donare
varietà a una composizione che, per i vincoli imposti dal materiale sonoro
utilizzato (come vedremo) potrebbe altrimenti risultare monotona.
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4. Vl I mp, Vl II mf, Vle mp, Vlc e Cb ul div mp con sord
0. Perc mf, Vlc e Cb ul div mp con sord
5. Vl I mp, Vl II div mp, Vle mf, altri Vlc mp, Vlc e Cb ul div mp con sord
0. Perc mf, Vlc e Cb ul div mp con sord
6. Vl I f, Vl II div f, Vle ff, gli altri Vlc f, Vlc e Cb ul div f con sord
0. Perc mf, Vlc e Cb ul div f con sord
7. Vl I mf, Vl II uniti mf, Vle f, gli altri Vlc e Cb uniti mf, Vlc e Cb ul div mf con sord (Cb div ad libitum)
0. Perc mf, Vlc e Cb ul div mf con sord
8. (Prime tre batt) Vl I mp, Vl II mp, Vle mf, gli altri Vlc e Cb mp, Vlc e Cb ul mp con sord
8. (Seconde tre batt) Vl I p, Vl II p, Vle mp, gli altri Vlc e Cb p, Vlc e Cb ul p con sord
0. Perc pp, Vlc e Cb ul div pp con sord
9. (Prime tre batt) Vl I pp, Vl II pp, Vle p, gli altri Vlc e Cb pp, Vlc e Cb ul div pp con sord
9. (Seconde tre batt) Vl I ppp, Vl II ppp, Vle pp, gli altri Vlc e Cb ppp, Vlc e Cb ul div ppp con sord
0. Perc pp, Vlc e Cb ul div ppp con sord
Appare evidente che il climax dinamico si trova sul sesto segmento, alla metà
esatta del brano. Singolare il trattamento dinamico delle parti interne (Vl II
sul primo, secondo e quarto segmento; Vle sul terzo, quinto, sesto, settimo,
ottavo e nono) alle quali è assegnato sempre un grado di dinamica superiore
rispetto agli altri strumenti, presumibilmente con lo scopo di evitare che la
voce superiore predomini sulle altre, in favore di un timbro complessivo più
scuro.
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Esaminando il disegno della parte superiore della melodia, affidato ai
Violini I divisi, appare evidente come ogni segmento numerato proponga un
identico disegno a distanza di terza minore discendente rispetto al segmento
precedente.
Così, il primo segmento inizia dal mi6, il secondo dal do#6, il terzo dal la5,
il quarto dal fa5, il quinto dal re5, il sesto dal sib4, il settimo dal sol4, l’ottavo
dal mi4, e il nono dal do#4.
Il materiale usato, come detto, rimane immutato per l’intero brano, e il suo
nucleo germinativo può essere ridotto alla cellula iniziale degli archi, al
numero 1 della partitura:
L’espansione del metro del metro da 7/4 a 9/4 a 11/4 è dunque causata
dall’ampliarsi del disegno melodico, e non viceversa.
Le tre battute seguenti ripresentano il medesimo materiale, in retrogrado.
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Disponendo in scala le altezze presenti nelle sei battute si ottengono due
ottacordi:
Il bordone la-mi dei contrabbassi che rimane costante per l’intero brano,
l’inserimento nella melodia dell’intervallo di seconda eccedente sib - do#, e il
fatto che ad ogni riproposizione l’intera formula di sei battute scivoli verso il
basso di una terza minore, generano una tensione armonica sempre più
marcata via via che ci si allontana dalla triade maggiore di la. L’ambiguità
armonica spinge l’orecchio a percepire più centri tonali, anche se la
riproposizione del modello iniziale (all’ottava bassa) al numero 7 della
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partitura e l’ulteriore discesa di terza al numero 9 (con “nota generatrice” il
do#) sono spie di un’intenzione “riconciliante” da parte del compositore, con
lo scopo di ricondurre “in porto” la percezione uditiva dell’ascoltatore.
Nel caso in esempio la voce tintinnabuli (in rosso) accompagna una semplice
scala ascendente (in nero), col vincolo di non discostarsi dalla triade di la
minore. Questa è una delle tre possibili posizioni, potendo disporsi sempre
sopra la linea melodica, sempre sotto, o alternativamente sopra e sotto (come
in questo caso).
Riguardo all’altezza, invece, la voce tintinnabuli può avere due posizioni:
la nota della triade che è più vicina alla linea melodica (prima posizione);
la nota della triade che è seconda come distanza dalla linea melodica (seconda
posizione).
E’ semplice dedurne che la prima posizione è usata spesso alternando la voce
tintinnabuli sopra e sotto la linea melodica; la seconda posizione, godendo di
maggiore distanza dalla linea melodia, dispone la voce tintinnabuli sempre
sopra o sempre sotto.
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Tornando a Fratres, notiamo che la voce tintinnabuli si dispone sempre tra le
due linee melodiche (tra loro a distanza di decima), non scavalcandole mai
sopra o sotto.
Le note usate sono, come detto, quelle della triade minore di la. Particolare
attenzione è rivolta a non presentare mai insieme il do naturale e il do diesis.
Come abbiamo visto, per ciascun segmento vige la regola di spostare verso il
basso di una terza minore le voci superiore e inferiore per ottenere il
segmento successivo. Ma per la parte interna?
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Basta spostarsi di due posizioni lungo le due sequenze che abbiamo trascritto
per ottenere le nuove, avendo l’accortezza di ricominciare la serie arrivando
in fondo:
LA MI MI DO DO DO DO LA LA MI e
LA LA DO DO MI MI LA LA LA LA