Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
LXIV
LA RICERCA ANTIQUARIA
NELLITALIA NORDORIENTALE.
DALLA REPUBBLICA VENETA ALLUNIT
a cura di Maurizio Buora e Arnaldo Marcone
CENTRO
DI ANTICHIT
ALTOADRIATICHE
CASA BERTOLI
AQVILEIA
TRIESTE
EDITREG SRL
2007
INDICE
Premessa ..............................................................................
p.
15
C. FRANCO
Antiquaria e studi classici nel Friuli ottocentesco ...............
A. MARCONE
Lo studio dei testi scientifici latini tra Settecento e Ottocento alla luce del rinnovamento culturale delle Venezie .....
39
S. MAGNANI
Dalla Geografia del Friuli nel dibattito settecentesco ..........
65
A. MARCONE
Le proposte di restaurazione del porto di Aquileia alla luce
del dibattito sul commercio ..................................................
95
M. G. ARRIGONI BERTINI
Girolamo Asquini tra Parma e Udine ....................................
121
M. BUORA
Lo studio dellantichit classica nellambito dellAccademia di Udine .........................................................................
145
L. REBAUDO
Scavi, cultura antiquaria e tutela del patrimonio in Friuli tra
Settecento e Ottocento ..........................................................
181
R. FABIANI
Si trovano grandiose vestigia di fabbriche. Pietro Nobile
ed Aquileia ...........................................................................
219
I TESTI
A. GIOVANNINI
Il patrimonio archeologico di Aquileia prima del 1882. Le
raccolte private e il Museo Patrio della Citt ....................
p.
233
A. CERNECCA
Interessi epigrafici tra Istria e Friuli .....................................
317
G. TASSINARI
I disegni di gemme di Leopoldo Zuccolo: qualche osservazione .....................................................................................
367
F. GLASER
Archeologia nel periodo prescientifico tra 1750 e 1850 in
Carinzia ................................................................................
383
M. S ASEL KOS
Valentin Vodnik e le antichit romane al tempo di
Napoleone ............................................................................
403
VI
Stefano Magnani
65
STEFANO MAGNANI
66
67
STEFANO MAGNANI
10
68
18
Una precedente dissertazione di Gravisi si richiamava esplicitamente fin dal titolo al primo scritto di Almerigotti (GRAVISI 1769).
19
GRAVISI 1775. Parecchi anni pi tardi, Gravisi avrebbe pubblicato un ulteriore
lavoro inerente questi temi (GRAVISI 1789).
20
ALMERIGOTTI 1774, p. 53.
21
Il rimando a Muratori esplicito nella Prefazione (pp. 1-3), ed poi ripreso in
sede di conclusioni (pp. 199-201).
69
STEFANO MAGNANI
V-VI).
Si veda lAvviso dellAutore a chi legge, che funge da premessa al volume (pp.
70
71
STEFANO MAGNANI
ambasciatori dei Galli Transalpini avrebbero designato la pianura friulana di fronte al Senato romano, giustificando cos il loro insediamento
e la presa di possesso del territorio 28. Attraverso una nutrita serie di confronti con altre fonti antiche, Fistulario giunge alla conclusione che tale
definizione fu applicata impropriamente al Friuli, non tanto per la natura del territorio, che risultava invece coltivabile e produttivo, quanto per
le momentanee conseguenze degli eventi bellici verificatisi negli anni
precedenti. A suo dire, infatti, il territorio veneto, comprensivo della
piana friulana, non sarebbe stato integrato pacificamente nellorganismo statale romano, ma conquistato con la forza delle armi a discapito
delle popolazioni locali nel corso delle operazioni condotte in Cisalpina
nel decennio precedente la guerra annibalica (pp. 21-34) 29.
Per rafforzare tale proposta lerudito friulano discute anche delle
dimensioni dei lotti assegnati ai coloni al momento della deduzione di
Aquileia e dellestensione del territorio da essi occupato, concludendo
che gran parte della pianura friulana era rimasta esente dal processo di
lottizzazione e distribuzione, che avrebbe interessato solo un quinto
della regione (pp. 34-37) 30. Quanto alla natura giuridica della colonia,
egli la reputa di diritto romano e afferma che i coloni sarebbero provenuti da Roma stessa e non dal Lazio o da altri luoghi dellItalia centromeridionale (pp. 37-44) 31.
Secondo Fistulario, originariamente il territorio dei Veneti era esteso fino al Timavo, oltre il quale cominciava lIstria, che sarebbe stata
LIV., XXXIX, 54, 5.
Sul problema della pertinenza politica dellagro aquileiese prima della fondazione della colonia e sullatteggiamento di Roma, si veda da ultimo BANDELLI 2003, pp.
55-58, il quale sottolinea lincongruenza tra laffermazione dellabbandono pi completo
in cui versava la regione attribuita da Livio ai Galli e alcuni altri passi dello storico, dai
quali risulta invece la presenza di una popolazione locale. Fatto, questultimo, confermato dalle indagini toponomastiche e archeologiche (pp. 56-57). Sul processo della conquista romana della regione si rimanda a BANDELLI 1988, pp. 1-54.
30
Fistulario fonda le sue asserzioni sul computo delle dimensioni dei lotti assegnati ai coloni e sul rapporto di equivalenza tra le unit di misura antiche e quelle a lui contemporanee. Per un esame recente della questione, che sembra in parte confermare, sia
pure in termini diversi, quanto supposto dallAccademico udinese a proposito delle dimensioni del territorio della colonia e della sua ridotta occupazione (da intendersi come pianificazione agraria o centuriazione), si rimanda a PRENC 2000, pp. 49-60, e PRENC 2002b; da
ultimo, si veda il contributo di MUZZIOLI 2005. Sul rapporto tra il numero dei coloni e lestensione della centuriazione si veda BANDELLI 1988, pp. 36-40.
31
Oggi, la rilevante documentazione epigrafica aquileiese di et repubblicana indica in modo convincente che la maggior parte dei coloni che presero parte al processo di
colonizzazione proveniva dallarea centro-italica; si veda in particolare il recente contributo di CHIAB 2003.
28
29
72
73
STEFANO MAGNANI
74
V, 1, 8, C 215.
CLUVER 1624, I, cap. XIX.
75
STEFANO MAGNANI
lunque patto codeste merci alla volta dItalia, convien ridursi alla necessit di disfar le Zattere, e di trasportarle in pezzi a forza di Cavalli, con
un gran stento, per lalta montagna denominata Cocca, da Faistriz fino
a Malburghetto, dove di bel nuovo ricongiunte e poste in acqua, formano il principio di questa tal navigazione. E la Fella incamminandosi da
Malburghetto allItalia, dopo cinque miglia di viaggio, non lungi dalla
Pontebba si riduce a penetrar lAlpi; e discendendo per le medesime
fino a Dogna, villaggio situato a quattro miglia dalla Pontebba, forma
ivi il canale, appellato del Ferro, e il deposito di una quantit considerabile de mentovati legni, che con laiuto di quelle acque in gran parte
si lavorano, e si segano per lo lungo, e ridotti in Assi, e in tavole dogni
misura, servono nuovamente a formar le Zattere, con cui discendesi da
Dogna ai passi stretti della nostra Chiusa, una delle tre porte celebri
dItalia, noverate da Lucio Floro. Quindi si naviga pel canal del Ferro,
o sia per la Fella sin verso il villaggio di Amaro, un miglio e mezzo
sopra Venzone; dove la medesima, dopo corso di quattordici miglia e
mezzo da Dogna in poi, va a perdersi in Tagliamento, assieme con tutti
i suoi bastimenti, e le sue acque(p. 129).
Passando poi al Tagliamento vero e proprio, egli osserva che da
Venzone in gi, ricco dellacque proprie e delle altrui, porge ai mercatanti nostri una navigazione assai pi comoda, e meno disastrosa;
bastando quattro, ed anche due remiganti, per condur le Zatte placidamente ovunque il suo destino; laddove sopra Venzone, la particolar
navigazione di ciascheduno di cotesti fiumi tutta piena di pericoli, e
di disastri, e dispendio molto, e molta gente abbisogna prima di poter
tirar le mrci fino a quel posto; e massimamente in tempo dinverno,
stagione in cui non possono avventurarsi in quelle acque se non bastimenti piccolissimi, i quali giunti a Venzone, si rattoppano insieme, e di
molti se ne forma un solo (p. 130).
Tutto il discorso, che andrebbe visto alla luce della documentazione coeva 41, in realt volto semplicemente a dimostrare la ragio41
Quella descritta da Fistulario una realt oggi completamente mutata, in buona
parte a causa degli interventi di massiccio disboscamento che alimentavano il commercio
del legname descritto da Fistulario, oltre che per il sempre pi intenso sfruttamento delle
acque a scopi irrigui cui la regione stata sottoposta negli ultimi secoli. Per lutilizzo e
limportanza delle vie dacqua del Friuli, si veda DE CILLIA 2000, in part. pp. 102-108 e
117-119, su Tagliamento e Fella.
42
Fistulario ricorda in proposito anche la distinta tradizione secondo cui Noreia
andava identificata con la moderna Gorizia e trova modo di colpire indirettamente Carli,
il quale, a suo dire, aveva erroneamente attribuito questa opinione ad alcuni autori che
invece avevano asserito il contrario (p. 133).
76
VII, 5, 2, C 314.
MELA, II, 4.
45
PLIN., N.H., III, 18.
46
PTOL., Geogr., III, 1, 26.
47
CARLI 1760c, p. 35.
48
Va osservato, in proposito, che manca al tipo di analisi delle fonti attuato da
Fistulario ogni riferimento alle possibili fonti da cui questi autori potrebbero aver ripreso le
proprie informazioni, cos che ogni informazione, quando non esplicitamente riferita ad altri
autori o ad altri momenti storici, rischia di essere appiattita alla contemporaneit della fonte.
43
44
77
STEFANO MAGNANI
vecchie memorie, giustificata abbastanza la quantit del terreno assegnato ai Carni nella pianura (p. 163).
Nellultimo capitolo, contro la tesi sostenuta da Carli che a partire dalla fondazione di Aquileia non si avesse pi notizia dei Carni nella
pianura 49, Fistulario riafferma lattribuzione ad Augusto della traduzione dei Carni nella pianura friulana, che da quel momento avrebbe
preso da loro il nome, conservandolo fino allet di Adriano o addirittura forse fino a quella di Costantino (pp. 167-180). Particolare riflessione nondimeno merita qu losservare, che i popoli Carni, condotti
gi dai monti per opera dAugusto, non coprirono solamente il piano
Veneto tra il Tagliamento e il Timavo, ma si stesero ancora a tutto il
Triestino dalle foci del Timavo fino a quelle del Formione, occupando
in tal guisa tutto il terreno sottoposto allAlpi, che tra il Formione e il
Tagliamento sinnalzano (p. 181). Fistulario tocca cos nuovamente il
tema dellIstria e della sua appartenenza o meno allIllirico o allItalia,
ribadendo lopinione di un cambiamento in tal senso intervenuto ai
tempi di Strabone e di cui lopera del geografo augusteo offre testimonianza (pp. 181-190). Anche in questo caso vengono rinnovate le critiche a Carli, che aveva cercato di screditare Strabone e lopinione
secondo cui lIstria appartenesse allIllirico 50.
Dopo aver premesso che motivazione dello scritto era quella di
rispondere a due opere che in diverso modo avevano contraddetto
quanto egli aveva affermato nel Discorso sopra la storia del Friuli, ma
avendo dedicato ben 190 pagine ad una sola di queste, nelle
Conclusioni Fistulario, dopo un breve riassunto di quanto sopra affermato, dedica finalmente alcune pagine al tema della nobilt. Egli ne va
distinguendo due forme, quella determinata dal talento, la nobilt di
valore propria di ogni popolo, e quella ereditaria, la nobilt di sangue
per cui si distinsero fra tutti i Romani. Ma le stirpi germaniche e
soprattutto i Longobardi avevano cancellato ogni ricordo di tale
nobilt, cos che luso dei cognomi fu introdotto per gradi solo a partire dallXI secolo (pp. 191-201). Fistulario conclude infine citando in
proposito il maestro, Muratori: Chiunque pertanto versato nelle
antiche Memorie, confesser, che appunto circa que tempi introdotto
fu in Italia luso de Cognomi. Per conseguente grossolanamente singannano coloro, che pensano di averli trovati ne secoli precedenti, per
incensare le illustri Famiglie de nostri tempi; e sono imposture, o sogni
quei che si spacciano in alcune Genealogie, di modo che regolarmen49
50
78
Lopera di Fistulario pu essere considerata uno sfoggio di erudizione e di approfondita conoscenza della tradizione antica al servizio
di un metodo dialettico dai toni particolarmente esasperati. Essa, infatti, come si pi volte sottolineato, muove costantemente da spunti e
con intenti polemici nei confronti di altri autori, in particolar modo ma
non esclusivamente contemporanei.
Lerudizione per solo una maschera dietro la quale si agitano
ed agiscono le ideologie dellepoca. Essa serve infatti la tradizione del
celtismo locale in funzione antiromana; tradizione che per al tempo
stesso italiana ed esclusivista, cos che Fistulario da un lato difende la
priorit dellincorporazione nello stato romano del Friuli rispetto
allIstria illirica, dallaltro ne esalta la tradizione celtica originaria e
poi reinsediata in seguito allintervento di Augusto.
I temi oggetto di dibattito riguardano non a caso la definizione
degli antichi limiti geografici della regione friulana, la sua denominazione e la natura del suo popolamento. Visto il particolare momento
storico, con la fine del patriarcato di Aquileia, che nel 1751 aveva evidenziato la crisi della Repubblica veneziana e la sempre pi forte
influenza austriaca, alcuni aspetti specifici del dibattito sembrano
riflettere le problematiche contemporanee, avvertite ovviamente in
modo diverso dai distinti autori. Se gli scrittori istriani propendono per
lestensione della Dalmazia e dellIllirico o dellIstria a comprendere
il territorio aquileiese fino al Tagliamento, e dunque ne intuiscono una
originaria unit, Fistulario, come si notato, sembra riflettere lideologia opposta di una netta separazione e della restrizione dei confini italici quanto meno al Formio, se non addirittura al Timavo.
Da questo punto di vista, si rivela illuminante la continua insistenza sulla differenza o equivalenza tra Italia civile ed Italia geografica da
parte degli autori coinvolti nella disputa, i quali, pur avvertendo i cambiamenti amministrativi intervenuti nel tempo, esprimono la necessit di
ancorare in un determinato momento del passato la realt del presente.
La natura ideologica della disputa traspare con evidenza in alcuni
punti dellopera di Fistulario, ma si avverte soprattutto nelle critiche
mosse da Leonardoni, intenzionato a difendere Carli, talvolta anche in
maniera paradossale 52.
51
52
79
STEFANO MAGNANI
80
81
STEFANO MAGNANI
un tal Fiume divide per mezzo tutta lEuropa, e va finalmente a mettere nel
Mar Nero verso glIstriani Coloni de Milesi, o sia la Citt dIstropoli, situata sopra quel mare (p. 6) 58.
58
Ho riportato le postille di Fistulario senza tener conto dellimpaginazione, se
non per alcuni rientri, in quanto scritte nei ristretti spazi dei margini del testo. In corsivo
sono trascritte le parole o frasi sottolineate dallautore. In nota ho invece indicato le opere,
in particolare le edizioni delle fonti, alle quali rimanda Fistulario.
59
I passi indicati corrispondono a MELA, II, 22, e PLIN., N.H., IV, 44, entrambi
ricordati da Carli, che nel secondo caso rimanda erroneamente a PLIN., N.H., III, 18, poi
corretto da Fistulario.
60
d . Strabonis De situ orbis libri XVII.
Graece & latine simul jam... gratiam editi. Olim quidem, ut putatur, a Guarino Veronensi
& Gregorio Trifernate in latinum conversi, ac deinde Conradi Heresbachij opera ad ejus
generis autorum fidem recogniti. Nunc vero postremum eruditorum aliquot [Henric.
Glareani. Jo. Hartongi, Marc. Hopperi] industria ac studio ab innumeris, quibus aeque
& Graecum exemplar & Latina translatis scatebant, mendis repurgati. Accessit rerum et
verbum memorabilium locupletiss, Basileae 1549.
82
poscia pag. 308. appellata: : Ister oppidulum. Ne la traduzione Italiana qui inserita, corrisponde al testo Greco, e al vero sentimento di questo immortale Geografo.
Capitolino, citato qui avanti, pag. 13. sotto Massimo e Balbino, dice
alla pag. 255, dellEdiz. di Basil. 1546 61, che, sub hic pugnatum a Carpis
contra Nesos fuit, et Scythici belli principium, et Histriae, excidium eo
tempore: ut autem Dexippus dicit, Histricae Civitatis. Dove da notarsi,
che nel testo di Capitolino si introdotto malamente laspirazione nella
voce Histriae e Histricae; perciocch tanto presso gli altri Latini, toltane la
Tavola di Peutingero, ove pur per errore scrivesi Histriopolis si scrive
costantemente senza aspirazione, presso Mela e Plinio Istropolis, e presso
Marcellino Istros, quanto presso i Greci, Strabone, Scimno da Chio,
Arriano, e Stefano, presso i quali sempre si scrive collaccento tenue
, e , e non collaspirato e . Ci che
dovea avvertirsi dallAutore di queste Antichit prima di confondere queste Citt della Mesia colla nostra Istria, che collaspirazione in latino
Histria e collaccento aspirato in greco dee scriversi. (p. 12).
Erodot. Libr. V. pag. 332. molto vasta ci descrive la Tracia antichissima, e la fa giungere di qu dallIstro, cio dal Danubio in guisa che si stendeva a confinar coi Veneti situati al Mare Adriatico. Il perch sopra questo
piano riferitoci dal gran padre della Storia molto pi naturale sar linterpretazione da darsi alle parole di Scimno da Chio col dir che il nome dIstri
dinoti questa particolare piccola porzione dellantichissima Tracia senza
gettar tanta fatica in sognarsi trasmigrazioni di popoli. Della Tracia cos
principia a parlare, pag. 330. Erodoto: b b,
f, a: Gens Thracum maxima est post Indos,
omnium hominum. (p. 13).
83
STEFANO MAGNANI
Strabone Lib. IV. pag. 199. e Lib. VII. pag. 303. gente mista
dIllirici, e di Galli dice cheran gli Iapidi, e non di Galli composta
assolutamente. (p. 22).
Un ulteriore tema trattato da Carli e sul quale si sofferma lattenzione di Fistulario riguarda il Timavo e la sua funzione di confine tra
gli Istri e il territorio aquileiese. Carli ricorda in proposito, tra le altre
fonti, anche il commento di Servio al primo libro dellEneide, attirando con ci le attenzioni di Fistulario, il quale annota:
Ne Commentarij di Servio dellEdiz. Venet. 1634. presso Andrea
Vellutello non si trova questa informazione intorno al Timavo 63. Ma bens
nella Veneta 1736. 4. Tom. I. pag. 74. ove leggesi: Timavus autem in
Histria est, inter Aquileja et Tergestem. (p. 29) 64.
84
ritorio aquileiese allIsonzo, e non pi al Timavo, che si sarebbe verificata in seguito alla fondazione di Forum Iulii 67. Scrive a margine
Fistulario:
Virgilio non compiange Mantova, poich il suo Territorio si fosse
minorato, ma i Mantovani, perch erano stati spogliati de loro Campi.
Cos Servio spiega qui Virgilio: Nam ortis bellis civilibus inter Antonium,
et Augustum, Augustus victor, Cremonensium agros, quia pro Antonio senserant, dedit militibus suis; qui cum non suffacissent, hic addidit agros
Mantuanos. (p. 34).
85
STEFANO MAGNANI
universale; e in tal caso pure, se allo stesso si oppongono gravi e forti conghietture, dei migliori Critici non se gli d altro peso, che quello di lasciar
la materia indecisa, e bisognosa dulteriori prove. Ma lasciamo da parte il
fatto dellunione degli Istri col Re Demetrio, e supponiamolo non vero, ne
vien forse per questo in conseguenza, che Appiano non dicesse chiaramente ch i mdesimi erano una delle Nazioni Illiriche? (p. 45).
86
87
STEFANO MAGNANI
75
La lettura oggi comunemente accolta dagli editori sembra dare ragione allinterpretazione fornita da Carli, che riferiva lapertura della via attraverso le Alpi Giulie al solo
Augusto, correggendo il testo di Rufio Festo di cui disponeva Fistulario: Sub Iulio
Octaviano Caesare Augusto per Alpes Iuliae iter factum est, Alpinis omnibus victis
Noricorum provinciae accesserunt (FEST., Brev., 7, 10, nelledizione curata da EADIE
1967).
88
89
STEFANO MAGNANI
90
BIBLIOGRAFIA
ALMERIGOTTI 1759 = F. ALMERIGOTTI, Dissertazione del signor Fr. Almerigotti
sopra un passo di Strabone che riguarda la Corografia di Aquileia, in
Nuove memorie per servire allistoria letteraria, II, Venezia.
ALMERIGOTTI 1772 = F. ALMERIGOTTI, Dissertazione del signor Fr. Almerigotti
Giustinopolitano, sopra un passo di Strabone che risguarda la corografia di Aquileia, in Nuova raccolta di opuscoli scientifici e filologici, compilatore Angelo CALOGER, monaco camaldolese, gran elemosiniere del re di Sardegna Carlo Emanuele, XXIII, Venezia.
ALMERIGOTTI 1774 = F. ALMERIGOTTI, Della estensione dellantico Illirico ovvero della Dalmazia E della primitiva situazione de Popoli Istri, e Veneti,
Prima parte. Ragionamento del signor Francesco ALMERIGOTTI
GIUTISNOPOLITANO, in Nuova raccolta dopuscoli scientifici e filologici, XXVI, Venezia.
ALMERIGOTTI 1775 = F. ALMERIGOTTI, Dellestensione dellantico Illirico ovvero
della Dalmazia E della primitiva situazione de Popoli Istri, e Veneti,
Seconda parte. Ragionamento del signor Francesco ALMERIGOTTI
GIUTISNOPOLITANO, in Nuova raccolta dopuscoli scientifici e filologici, XXVII, Venezia.
BANDELLI 1988 = BANDELLI, Ricerche sulla colonizzazione romana della Gallia
Cisalpina, Studi e Ricerche sulla Gallia Cisalpina, 1, Roma.
BANDELLI 1998, = G. BANDELLI, Scipione Maffei e la storia antica, in Scipione
Maffei e lEuropa del Settecento (Atti del Convegno, Verona 23-25 settembre 1996, a cura di G. P. ROMAGNANI), Verona, pp. 3-25.
BANDELLI 2001 = G. BANDELLI, Il celtismo nella storiografia e nelle ideologie
friulane e giuliane, Antichit Altoadriatiche, 48, pp. 23-36.
BANDELLI 2003 = G. BANDELLI, Aquileia colonia latina dal Senatus consultum
del 183 a. C. al supplementum del 169 a.C., Antichit Altoadriatiche, 54, pp. 49-79.
BERTOLI 1739 = G. D. BERTOLI, Le antichit dAquileja profane e sacre, per la
maggior parte finora inedite, raccolte, disegnate, ed illustrate da Gian
Domenico BERTOLI de signori di Bribir, canonico dAquileja, Venezia.
BOSIO 1991 = L. BOSIO, Le strade romane della Venetia e dellHistria, Padova.
BRIZZI 1987 = G. BRIZZI, LAppennino e le due Italie, in Cispadana e letteratura
antica, a cura del Dipartimento di Storia Antica dellUniversit di
Bologna, Bologna, pp. 27-72.
BROUGHTON 1951 = T. R. S. BROUGHTON, The Magistrates of the Roman
Republic, I, Cleveland (rist. 1968).
BRUSIN 1991 = J. B. BRUSIN, Inscriptiones Aquileiae, I-III, Udine.
BUORA 1980 = M. BUORA, Lacquedotto aquileiese dei muri gemini, Memorie
Storiche Forogiuliesi, 60, pp. 43-71.
CARLI 1760a = G. R. CARLI, Della costituzione geografica e civile dellIstria,
Friuli, e Dalmazia nel tempo di mezzo; e della promiscuit de loro
91
STEFANO MAGNANI
92
FLEGO 1997 = I. FLEGO, Gian Rinaldo Carli in Girolamo Gravisi (Gian Rinaldo
Carli e Girolamo Gravisi), in Veliki 1997, pp. 109-134.
Gian Rinaldo Carli 2000 = Gian Rinaldo Carli. LIstria e il suo tempo. Convegno
di studi, Trieste - Capodistria 14, 15, 16 dicembre 1995, Atti e
Memorie della Societ Istriana di Archeologia e Storia Patria, n.s. 48.
GRAVISI 1769 = G. GRAVISI, Dissertazione del signor marchese Giacomo Gravisi
sopra un passo di Strabone che risguarda la corografia di Aquileia, in
Nuova raccolta dopuscoli scientifici e filologici, XVIII, Venezia.
GRAVISI 1775 = G. GRAVISI, Dissertazione apologetica Dellantico Aquileiese
Commercio sino al Danubio, E sopra il Confine del Friuli con
lIstria,* del Signor Girolamo Gravisi Marchese di Pietrapelosa, in
Nuova raccolta dopuscoli scientifici e filologici, XXVII, Venezia (* il
titolo originale in frontespizio recava scritto Italia, corretto a mano in
Istria).
GRAVISI 1789 = G. GRAVISI, Dellillirico Forogiuliese esame critico diretto allillustre accademia della magnifica citt di Udine dal marchese
Girolamo Gravisi socio della medesima, Udine.
GRUTER 1707 = J. GRUTER, J. G. Graevius, Inscriptiones antiquae totius orbis
romani in corpus absolutissimum redactae olim... diligentia Jani
Gruteri. Nunc curis secundis ejusdem Gruteri et notis Marquardi Gudi
emendatae et tabulis aeneis a Boissardo confectis illustratae, denuo
cura... Joannis Georgii Graevii recensitae. Accedunt adnotationum
appendix... ut et Tyronis Ciceronis Lib et Senecae notae, Amstelaedami.
LEONARDONI 1778 = G. LEONARDONI, Brevi considerazioni sul libro intitolato
Della Geografia antica del Friuli ec. Memorie del Sig. Paolo
Fistulario; Udine 1775. in 4.0 dellabate d. Giovanni Leonardoni
Primo Uffiziale della Segretaria del Regio Ducal Magistero Camerale
di Milano, e Segretario dellEccellentiss. Presidenza. Seconda edizione Tratta fedelmente da quella impressa in Venezia nel 1775. presso
Gaspare Storti: salvi i numeri delle pagine della medesima, posti al
margine della presente, in FISTULARIO 1778, pp. 67-80.
LETTICH 1973 = G. LETTICH, Osservazioni sullepigrafe di Fabio Severo,
Archeografo Triestino, 82, pp. 25-74.
LIRUTI 1776-77 = G. G. LIRUTI, Notizie delle cose del Friuli scritte secondo i
tempi da Gian-Giuseppe Liruti Signor di Villafredda ec. Accademico
della Societ Colombaria di Firenze, e dellAccademia Udinese, I-V,
Udine (rist. Bologna 1976).
MAFFEI 1731-32 = S. MAFFEI, Verona illustrata, I-IV, Verona.
MOMIGLIANO 1960 = A. MOMIGLIANO, Gli studi classici di Scipione Maffei, in
Secondo contributo alla storia degli studi classici, Roma, pp. 255-271.
MURATORI 1751 = L. A. MURATORI, Dissertazioni sopra le antichit italiane, gi
composte e pubblicate in latino dal proposto Lodovico Antonio
Muratori, e da esso poscia compendiate e trasportate nellitaliana
favella; opera postuma data in luce dal proposto Gian-Francesco Soli
Muratori suo nipote, In Milano, a spese di Giambatista Pasquali.
93
STEFANO MAGNANI
Stefano MAGNANI
94