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GIORGIO PANNUNZIO
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Su tali questioni più generali, cfr. anche G. ZARRI (a cura di), Donna,
disciplina, creanza cristiana dal XV al XVII secolo: studi e testi a
stampa, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1996, passim, con
bibliografia (sulla santa palermitana, in particolare, cfr. F. BIANCHINI,
Regola del vivere, regola del convivere, pp. 189-204, in part. pp. 192-
194; e M. DONI GARFAGNINI, Autorità maschili e ruoli femminili: le
fonti classiche degli “economici”, pp. 237-251, in part. pp. 248-250).
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Su questo, cfr. M.C. RUGGIERI TRICOLI, Paolo Amato, la corona e il
serpente, Palermo, EPOS, 1983, pp. 122-124.
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Cfr. G. CAVALCOLI, La gloria di Cristo. Risurrezione-Ascensione-
Pentecoste-Parusia, Bologna, Edizioni Studio Domenicano, 2002, p.
19. Su ciò, cfr. soprattutto H.U. VON BALTHASAR, Gloria: una estetica
teologica, 7 voll., trad. it., Milano, Jaca Book, 20122, con bibliografia.
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Ignazio IV, principe di Trabia (1693-1753), fu capitano di giustizia
nel 1717 e pretore di Palermo nel 1739. Deputato del Regno di Sicilia
intorno al 1723, è appunto ricordato per aver ricoperto l’incarico di
consigliere aulico dell’imperatore Carlo VI dal 1720, essendo anche –
data la sua psizione, per molti anni Senatore della medesima Città di
Palermo. Queste notizie in V. SPRETI ET AL. (a cura di), Enciclopedia
storico-nobiliare italiana: famiglie nobili e titolate viventi riconosciute
dal R. governo d’Italia compresi: città, comunità, mense vescovili,
abazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti, 8 voll., Bologna,
Forni, 1981, in part. vol. 4, pp. 49-58, con bibliografia.
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Si potrebbe supporre, in via di pura ipotesi, che l’autore degli
Sponsali e quello delle Glorie coincidano, ma occorrerebbe una
dettagliata comparazione esegetica e citazionale che esula dai limiti di
questo studio.
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Sulla nobile famiglia Zappino, originaria di Cosenza e poi trapiantata
Mazara del Vallo nel 1454, cfr. V. PALIZZOLO GRAVINA, Il blasone in
Sicilia ossia Raccolta araldica, Palermo, Visconti e Huber, 1871-’75, p.
383; G.B. DI CROLLALANZA, Dizionario storico-blasonico delle
famiglie nobili italiane, 3 voll., Pisa, Giornale Araldico, 1890, in part.
vol. III, p. 120; A. MANGO DI CASALGERARDO, Il Nobiliario di Sicilia,
2 voll., Palermo, Reber, 1912, in part. vol. 2, pp. 262-263 (e variamente
citata in altri testi araldici e genealogici).
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Su tale connessione (intercorrente tra l’erudito palermitano d’epoca
manierista Geronimo Opezzinghi e il frate ciminnita Bonaventura
Battaglia autore di un trattato di metrica contenuto nel Rosario di G.A.
Brandi), cfr. G. PANNUNZIO, «Semasiologia d’un sonetto seicentesco:
frate Bonaventura Battaglia da Ciminna coma poeta encomiastico», in
Analecta TOR, 202 (2020), pp. 267-282, in part., p. 271, n. 6, con
bibliografia. A parte le poche notizie sugli Zappino e sulla famiglia
Opezzinghi, gli altri personaggi sono menzionati raramente soltanto in
cronache e scritti araldici dell’epoca.
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Cfr., su ciò, G. BENTIVEGNA, Dal riformismo muratoriano alle
filosofie del Risorgimento. Contributi alla storia intellettuale della
Sicilia, Napoli, Guida, 1999, pp. 42-44, da cui la citazione. Seguendo il
Bentivegna, si può ipotizzare che anche Affrunti metta in campo «una
sostanziale intolleranza verso il “tribunale della ragione critica” e del
rigore filologico nell’analisi delle fonti, in quelle regole, cioè, che
costituiscono per i maurini e i loro emuli siciliani, gli elementi
fondamentali di una sana ricerca storica. Mancuso accentua il suo
atteggiamento di sfida, forte della convinzione che l’esaltazione di santa
Rosalia, per le sue risonanze fideistiche e popolari, dà forza alle sue tesi
più che a quelle dotte ed élitarie dei maurini e del “buon gusto” […]».
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III
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spremute molto bene gli diedero quel dolce vino che gli f[u] pronostico
di salute […]» (il passo si riferisce a Genesi, 40.10, anche se il testo
originale – rovinato da molti refusi – riporta l’errato Genesi, 49.10. Sul
Martinengo, nessuna certezza, se non che il nome ricorre spesso nella
schiatta nobiliare a cui egli apparteneva, e cfr. P. GUERRINI, Una
celebre famiglia lombarda: i Conti di Martinengo. Studi e ricerche
genealogiche, Brescia, Geroldi, 1930, passim. Molto più conosciuto il
dedicatario dell’opera, il barone Giovanni Andrea Giovanelli di
Telvana [1618-1673], insigne condottiero seicentesco, su cui cfr. R.
BECKER, in DBIO, vol. 55 [2001], con esaustiva bibliografia); e Il
Sacro Cuore di Maria Vergine Onorato per Ciascun Giorno della
Settimana etc. Operetta Spirituale Data in Luce da Giovan Pietro
Pinamonti etc. In Firenze, et in Modona, 1699, p. XII: «[p]ertanto,
come tutta la cura del medico si volge a promovere tutte quelle
operazioni della natura, che recano qualche pronostico di salute, così è
giusto di promovere quest’affetto verso la Vergine madre, da cui
possiamo attendere un giorno la riforma de’ costumi e di presente
possiamo sperare un argine insuperabile alla piena di tanti mali». Sul
gesuita toscano Giovanni Pietro Pinamonti [1632-1703], cfr. ad
esempio C.E. O’NEILL, J.M. DOMINGUEZ (a cura di), Diccionario
Histórico de la Compañía de Jesús, 4 voll., Madrid, Pontificia
Università Comillas, 2001, in part. vol. IV, pp. 3136-3137
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Si veda Il Trionfo di San Domenico Protettore della Città di Napoli,
e di Tutt’il Suo Regno. Composto dal P. Maestro F. Paolo Caracciolo
etc. In Napoli. Per Gio. Cola Vitale, 1644, p. 87: «[a]ncora in questo
giorno solevano in Roma celebrarsi i spettacoli de’ Sacerdoti Salij,
instituiti da Numa Pompilio, per occasione, c’havendo una mortal
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Cfr. PARDI, Su la sacra oratoria cit., pp. 81 e 86.
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Su tali questioni, suggerirei, in modo ovviamente non esaustivo, M.
P. CICCARESE (a cura di), Visioni dell’Aldilà in Occidente: fonti,
modelli, testi, Firenze, Nardini–Centro internazionale del libro, 1987,
passim; J. AMAT, Songes et visions. L’au-delà dans la littérature latine
tardive, Parigi, Études augustiniennes, 1985; C. CAROZZI, Le voyage de
l’âme dans l’au-delà d’après la littérature latine (Ve – XIIIe siècle),
Roma, École Française de Rome, 1994; J. LE GOFF, L’immaginario
medievale, trad. it., Roma-Bari, Laterza, 1998 e La nascita del
Purgatorio, trad. it. Torino, Einaudi, 1982; P. RAINA, La materia e la
forma della “Divina Commedia”. I mondi oltraterreni nelle letterature
classiche e nelle medievali [1891], Firenze, Le Lettere, 1998 (il volume
è a cura di C. Fonzo e con premessa di F. Mazzoni); G. LEDDA, «Dante
e la tradizione delle Visioni medievali», in Letture Classensi 37 (2007),
pp.119-142; P. DINZELBACHER, Vision und Visionsliteratur im
Mittelalter, Stuttgart, Hiersemann, 1981; J. BASCHET, I mondi del
Medioevo: i luoghi dell’Aldilà, in E. CASTELNUOVO, G, SERGI (a cura
di), Arti e storia nel Medioevo, 2 voll., Torino, Einaudi, 2002, in part.
vol. I, pp. 317-347.
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Cfr. Lezioni della Scienza de’ Santi, Ovvero Questioni Sopra i Principi e
le Verità più Notabili della Divina Scrittura, Composte e Dette dal Padre
Ferdinando Zucconi etc. Tomo Quinto, Ovvero Corso Terzo. Venezia,
MDCCXXIX. Nella Stamperia Baglioni, p. 495: «Già in vostra morte, fu
fatto di voi il giudizio particolare della vostra eterna dannazione; ma fin
che il Mondo tutto sappia, perch[é] siete condannati, al Mondo tutto
palesate le vostre occulte malvaggità. Voi, quand’era tempo,
co[n]fessar non le voleste a me in segreto colla penitenza; confessatele
ora per forza in pubblico, e nel vostro rossore imparate, che fia quel
peccare, di cui tanto vi compiaceste […]» (il testo – a tutta prima –
sembrerebbe connettersi alla pratica dell’autodafé). Sul gesuita
marchigiano Ferdinando Zucconi (1647-1732), operante in ambiente
fiorentino a cavallo dei secoli Diciassettesimo e Diciottesimo, cfr.
unicamente A. CONTI, Camerrino e i suoi dintorni, Camerino, Borgarelli,
1872, pp. 261-262 (il Conti dice basarsi su un’altrimenti introvabile
biografia inclusa ad un’edizione delle Lezioni Sacre, che egli sostiene
stampata dal Baglioni nel 1762 ma che purtroppo mi è stato
impossibile reperire).
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Cfr. Sermoni Domestici Detti Privatamente nelle Case Romane della
Compagnia di Giesù da Gian Paolo Oliva etc. Divisi in Due Tomi. Tomo
Secondo. In Venezia, Presso, Paolo Baglioni, pp. 465-466: «[n]on ho
tempo! Or come l’hanno quei tanti pubblici Lettori di tutte le Scienze
nel Collegio Romano, che in ogni mese impiegano tant’ore, per
assolvere chi, nelle Comunioni generali de’ rioni, lascia a’ loro piedi le
avvelenate squame di mesi e di anni, passati nello scandalo di non
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In part., Deuteronomio, 4:13 e 5:22.
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I
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II
il destino del bandito Pasquale Bruno (e cfr., più avanti, le nn. 20-21).
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Sembra curioso che il cognome Fragali abbia – rispetto all’epoca in
cui scrisse il Salvo – un solo antecedente veramente illustre, il poeta
seicentesco Leonardo Fragali di Termini Imerese (cioè concittadino del
Salvo), autore di un Breve Ristretto della Vita del B. Agostino Novello
Termitano Allievo dell’Alma Religione Heremitana di Santo Agostino.
Composto in Versi, e Dato in Luce per Opera del Devoto Fratello della
Sua Compagnia. Leonardo Fragali da Termine. In Palermo. Appresso
Giuseppe Bisagni, 1655. Su costui, nessuna notizia biografica di rilievo,
se non il cenno lapidario contenuto in Nuovo Dizionario Geografico
Statistico, Storico, e Biografico della Sicilia Antica e Moderna etc.
dell’Avvocato Giuseppe Emanuele Ortolani. Palermo. Presso Francesco
Abbate etc. 1819, p. 147 (con numerose discendenze successive).
Sull’Ortolani (1758-1828), medico e scrittore erudito d’area
palermitana, cfr. adesso il breve cenno di C. BAJAMONTE, Due
periodici palermitani dell’800: L’Iride e L’indagatore in R. CIOFFI-A.
ROVETTA (a cura di), Percorsi di critica: un archivio per le riviste
d’arte in Italia dell’Ottocento e del Novecento, Milano, Vita e Pensiero,
2007, p. 150.
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Cfr., per la citazione e per la menzione di entrambi i nomi in oggetto, S.
LUPO, L’unificazione italiana. Mezzogiorno, rivoluzione, guerra civile,
Roma, Donzelli, 2001, p. 51.
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Cfr. Alcuni Fatti della Rivoluzione cit., pp. 175-176. Quanto al
Caratozzolo, di cui non ho reperito dati biograficamente probanti (a
parte la pubblicazione, da parte sua, dei due opuscoli Sui Colerosi delle
Grandi Prigioni. Cenno del Metodo Curativo e Risultato pel Dr. Ettore
Felice Caratozzolo. Palermo. Tipografia di Gaetano Priulla. 1866; e Le
Nuove Elezioni e l’Avvenire d’Italia per Dottor Ettore Felice
Caratozzolo. Palermo. Stamperia di Antonio Russiano etc. 1867,
quest’ultimo assai critico contro le decisioni prese dal governo centrale
nei confronti della Sicilia nel periodo post-unitario), si veda soltanto la
brevissima menzione che ne offre F. BRANCATO, La Sicilia nel primo
ventennio del Regno d’Italia, Bologna, C. Zuffi, 1956, p. 391. Se ne
può inferire, con qualche certezza, che fosse il Direttore Sanitario del
Carcere di Palermo, ma nulla più.
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III
Ricerca, IV, Lecce, Edizioni Grifo, 2018, pp. 67-87), pp. 111-112, n.
111, a cui vanno aggiunti G. MONTEMAGNO, L’uomo che inventò i
Beati Paoli, Palermo, Sellerio, 2017; C. DI FRANCO, Il Mistero
Vetusto: I Beati Paoli, Palermo, Lapademi, 2014; e, di B. Naselli, A.
SQUATRITO-I.T. GINEVRA (a cura di), I Beati Paoli o La famiglia del
giustiziato [1863], Palermo, Ed. I Buoni Cugini, 2016 (sulla produzione
del Naselli, su cui non si hanno notizie biografiche rilevanti, cfr. ora
D.BOMBARA, «I misteri di Palermo di Benedetto Naselli: la tragedia del
proletariato siciliano fra povertà, oppressione nobiliare, corruzione», in
Transalpina. Études Italiennes, 25 (2022), pp. 33-50).
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IV
TESTO DUMAS
TESTO SALGARI
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Bonaventura Battaglia (ante 1595-1627) terziario francescano, “fu pure
dotto nelle severe discipline e nelle amene lettere e maestro in sacra
Teologia» (e vedi V. GRAZIANO, Ciminna: memorie e documenti [1911],
Amministrazione Comunale-Biblioteca Comunale, Ciminna, 1987, p. 146
e n. 1). Su di lui, cfr. Bibliotheca Sicula, Sive de Scriptoribus Siculis, Qui
Tum Vetera, Tun Recentiosa Secula illustrarunt etc. Auctoris ac
Theologiae Doctore Antonio Mongitore Presbytero Panormitano. Tomus
Primus. Panormi. Ex Typographia Didaci Bua. MDCCVIII, p. 112, dove
appunto lo si dice «[n]on minus gravioribus disciplinis, qu[a]m
amœnioribus insigniter excultus»; Fortsetzung und Ergänzungen zu
Christian Gottlieb Jöchers. Allgemeinen Gelehrten-Lexico, Worin die
Schriftsteller Aller Stände nach Ihren Vornehmsten Lebensumständen und
Schriften Beschrieben Werden, 4 voll., Leipzig, In Yohann Friedrich
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II
più Corretto, e per l’Aggiunta di Nuove Vite Ridotto in Dodici Tomi dal
Padre Pietr’Antonio Venezia dello Stesso Ordine, e Riforma. Tomo
Settimo. In cui Si Riferiscono le Vite, che Corrono nel Mese di Luglio. In
Venezia, MDCCXXII. Per Domenico Lovita, pp. 234-240, con minima
bibliografia.
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Cfr. Rosario di Maria Vergine santissima. Poema Sacro del R.P.F.
Gio. Antonio Brandi, Salemitano, Theologo. Della religione de’ Padri
Tertiarij Regolari di San Francesco, Detti in Sicilia i Padri Scalzi. In
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aggiunte di cui s’è detto – per i tipi del Vullietti a Roma nel
160193. Del volume brandiano si dirà maggiormente in seguito:
per ora, basti dire che il trattato or ora citato sembra avere un
ruolo centrale all’interno del volume in oggetto, anche tenendo
conto delle testimonianze di chi, con il Battaglia, lo aveva
229.
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Sulla trattatistica del tempo e, in particolare, sulle opere dedicate
all’analisi dell’Orlando furioso ariostesco e della Gerusalemme
tassiana, cfr. ora. F. SBERLATI, Il genere e la disputa. La poetica tra
Ariosto e Tasso, Roma, Bulzoni, 2001. Per inciso, la struttura del
trattato dell’Opezzinghi or ora menzionato è sostanzialmente
conforme a quelli di cui si è occupato lo Sberlati.
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Cfr. Rosario, p. 496.
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Cfr. il verso tassiano «e le vermiglie rose e ‘l verde alloro», in T.
TASSO, Corona di stanze in lode della signora Laura Peperara, v. 12. La
canzone era apparsa nel 1586 con il titolo Vaghe ninfe del Po, ninfe
sorelle (l’informazione trovasi in E. DURANTE, A. MARTELLOTTI, in DBIO, 82
[2015], nel bibliograficamente ricco lemma riguardante la Peperara).
Cfr., ancora del Tasso ma stavolta dal giovanile Rinaldo, il verso
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103
Chiara citazione da un capitolo del poeta accademico d’origine
croata, nonché petrarchista dissidente, Savino Bobali («[…] Al qual si
converrebbe il vostro canto/ Alto e sonoro […]» e cfr. Rime Amorose, e
Pastorali et Satire del Mag. Savino de’ Bobali Sordo, Gentil’huomo
Raguseo etc. In Venetia. MDLXXXIX, p. 157. Su di lui (1530-1585),
cfr. A. ZINK, Note sulla letteratura italiana in Dalmazia. Savino de
Bobali Sordo, in “La rivista dalmatica», XXV, 1953, pp. 27 ss.gg., da
integrare con J. DAYRE, «Savko Bobaljević (Savino Bobali)», in Revue
Des Études Slaves, 1-4 (1932), pp. 216-229.
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Proporrei, come unica paredra apparente del verso in questione,
questo sonetto In lode della Madonna del Mondevì, contenuto in Rime
Spirituali del Signor Fra Girolamo Pensa etc. Destinate per Voto [a] la
Sacra Colonna de la Santissima Reina de le Gratie dei Mondovì [a] Vico
etc. In Torino. Appresso Bon Manzolino. MDXCVI, p. 106: «Stupido non
si mostri il mondo errante/ Se ‘l desio ch’al miglior sempre s’apprende/
Di seguirvi qu[a] giù s’inchina, e accende/ De le vostre virtù, de l’opre
sante./ E che ‘n un punto ne divenga amante/ Di chi ‘l camin del ciel
piano gli rende,/ Poi che gli dà ciò che da Dio lei prende,/ Mostrandogli
benigno il suo sembiante./ Non s’infiamma il cor nostro d’esca
humana/ Quando al vostro bel raggio dona loco/ Nel secreto interior
del puro petto./ Ma si f[a] vago del più bel soggetto/ Che possa
riscaldar col divin foco/ Un pensier crudo, et empio in alma vana»
(pongo qui, come altrove, le parentesi quadre a segnalare le correzioni
per gli errori tipografici). Su Girolamo Pensa di Cigliaro, poeta
piemontese vissuto alla fine del secolo XVI ed anche autore di una
raccolta di Epigrammi Toscani stampata nel 1570 (in cui imitava
107
IV.
del Paradiso.
118
Cfr. S. BARTALI, Prìncipi, gemme, vermi e orologi: dall’encomio
rinascimentale a quello barocco nella lirica italiana, Dissertation zur
Erlangung des akademischen Grades Doktor der Philosophie in der
Philosophischen Fakultät, der Eberhard Karls Universität Tübingen,
1914, p. 66.
116
119
Cfr. G. FESTA, Tra Arcadia e devozione domenicana: il Rosario di
Maria Vergine di Francesco De Lemene (1634-1704), in P. BAIONI (a cura
di), I domenicani e la letteratura, Pisa-Roma, Serra, 2016, pp. 143-163, in
part. p. 1 per la citazione. Si noti che il Festa, in un’elencazione di opere
consimili (ma anch’egli senza usare il fondamentale studio del Vaganay),
cita pure quella del Brandi (e vedi p. 144, n. 2).
117
non quello di fare bella figura nelle cerchie intellettuali del suo
tempo e nei confronti di quanti avevano tratto ispirazione dai
suoi versi al punto da scriverne un commento.
VI.
Come s’è detto, sono molti i poeti che omaggiano il Brandi con
un loro componimento. Ma certamente stupisce che, tra gli
127
Si comincia con un discorso dell’Orlandini, a cui si debbono, tra l’altro,
alcune composizioni poste tra le lettere dedicatorie iniziali e il primo canto
del poema brandiano (pp. 465-468), per continuare con le interpretazioni
del poema: l’Arte Metrica di Salvatore Battaglia, che è quella più
conosciuta (pp. 481-496); la Poetica di Geronimo Opezzinghi (pp. 497-
512); la Retorica di Orazio Fortunati; (pp. 513-530, essendo assenti i
componimenti metrici finali); la Logica di Bernardo Sabia (pp. 531-550);
la Filosofia di Benedetto Vitale (pp. 549-573); la Sacra Theologia di
Stefano D’Anna (pp. 574-601, anch’essa senza componimenti finali). Il
volume si conclude con una postfazione dell’editore (p. 602) e con un
madrigale dello stesso Brandi (p. 603), a cui segue una terminalissima
lettera d’elogio del frate trapanese Giovanni Battista Provenzano (pp. 604-
605). Se sull’Orlandini e sul D’Anna si veda quanto scritto nella nota
precedente, su Orazio Fortunati (escluderei – per ragioni squisitamente
cronologiche – che si tratti del vescovo e frate minore vissuto tra 1634 e
1707, e su cui cfr. C. CATERINI, Gens Catherina de Terra Balii, Rende
(CS), ESC, Rende 2009, passim), nessuna notizia, neppure nei testi
dell’epoca. Sul Sabia (?-1595), chierico ed erudito siciliano, cfr. le poche
notizie contenute in Biografia Serafica degli Uomini Illustri che Fiorirono
nel Francescano Istituto per Santità, Dottrina e Dignità Fino a’ Nostri
Giorni. Del Padre Fr. Sigismondo da Venezia, Minore Riformato della
Provincia Veneta. Volume Unico. Venezia, Dalla Tipografia di G.B.
Merlo. MDCCCXLVI, p. 504. Si veda anche il brevissimo riferimento in
CORRENTI, La Sicilia del Cinquecento, cit. p. 145, n. 16, dove si menziona
proprio il trattato contenuto nel volume del Brandi. Su Geronimo
Opezzinghi (ante 1550-post 1595), nobiluomo della zona di Corleone,
qualche testimonianza puramente storiografica soltanto in G. NANIA,
124
VII
140
Cfr. E. BIAGINI, L’interprete e il traduttore. Saggi di Teoria della
letteratura, Firenze, FUP, 2016, p. 41, in part. n. 61, dove si menziona
un’opera della poetessa cinquecentesca Laura Terracina in cui i
componimenti, anch’essi encomiastici, “utilizzano tutti i versi
dell’Ariosto come contrappunto o commento […]». Il che accade con
quasi tutti i versi conglobati nel volume brandiano, Tasso compreso.
133
BIBLIOGRAFIA RAGIONATA141
I.
INDICE
A MODO D’INTRODUZIONE… P.
****
UN BRIGANTE GENTILUOMO A CIMINNA: P.
QUALCHE APPUNTO D’ESEGESI ****
COMPARATA
BIBLIOGRAFIA RAGIONATA P.
****
INDICE P.
****
164