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LE MOYEN-ÂGE

DAL PUNTO DI VISTA STORICO-SOCIALE

 età intermedia che separa l’Antichità dai Tempi moderni, limiti cronologici: 476 d.C con la caduta
dell’ultimo imperatore romano d’Occidente e 1453 con la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi;
poi successivamente nella seconda metà del XV sec. la scoperta dell’America sancirà la nascita di un
“Nuovo Mondo”; la Riforma contribuirà alla rottura dell’unità religiosa in Occidente, si affermerà lo
spirito del “libero esame” contro un sapere dogmatico e preconfezionato accettato passivamente e la
Francia entrerà in contatto con il Risorgimento italiano; ulteriore suddivisione:

1.“Haut Moyen-Age”  periodo di torbidi e di gestazione che va dal V al X sec. segnato da grandi
sconvolgimenti in cui si delineano le prime strutture politiche e la Francia oscilla tra parcellizzazione e
centralizzazione del potere regio e territoriale; a seguito delle invasioni delle tribù germaniche una prima
riunificazione del territorio gallico venne compiuta da Clovis, re dei Franchi Sali di dinastia merovingia, che
nel 496 sotto influenza della moglie cristiana si convertì al cattolicesimo  scelta dettata più da
opportunismo che da anelito religioso  la Chiesa viene considerata come un alleato ed un interlocutore
politico; impostazione che pone le basi per la nascita di quella che sarà la Chiesa gallicana del ‘600 in cui il
sovrano francese conserverà piena autonomia; risale a quel periodo anche la cosiddetta “legge salica”
secondo cui l’accesso al trono è consentito esclusivamente al discendente maschio.

Con la morte di Clodoveo nel 511, il potere passa ai “mairs du palais”, funzionari pubblici preposti alla
sorveglianza dei nobili, tra cui spiccano le figure di Charle Martel e Pépin le Bréf; dinastia di quest’ultimo
riuscirà ad imporsi e suo figlio Charlemagne, incoronato imperatore d’Occidente nella notte di Natale
dell’’800 è ancora considerato nell’immaginario collettivo francese il padre fondatore della “douce France”,
alla sua morte nel 814 d.C l’impero si sgretola e sarà minacciato da nuove invasioni degli Ungari, Saraceni e
Normanni.

 Dinastia capetingia (987) il cui fondatore sarà Hugue Capet; primo re che non parla un idioma
fortemente influenzato dal dialetto germanico, ma una lingua volgare, il ROMAN.

2. “Epoca Feudale” (XI-XIV sec), Medioevo propriamente detto caratterizzato dal connubio tra fede
cristiana, ideale cavalleresco ed istituzioni feudali in cui l’opera di centralizzazione è perseguita da Philippe
Auguste, si afferma l’ideale cavalleresco e s’impone il sistema feudale secondo cui il re  primus inter
pares, il più potente che concede protezione e cede il parziale beneficio delle sue terre in cambio del fedele
servizio del vassallo; XI e XII sec anni di rinnovamento politico e delle crociate  strumento politico capace
di creare un momento di coesione che arginasse le lotte intestine tra i baroni.

-anni del monachesimo cenobitico fondato sulla vita comunitaria, nascita degli ordini: i monasteri si
organizzano in reti di dipendenza (ordine di Cluny, dei cistercensi raccolti attorno al monastero di Cîteau).

3. “Declino della civiltà medioevale” (XIV-XV sec)  i più oscuri ed i più torbidi della storia della
Francia; Philippe de Valois deve far fronte alle pressanti rivendicazioni di Edoardo II d’Inghilterra, nel 1337
incomincia la tragica Guerra dei Cent'anni, marasma economico che sfocia nelle cosiddette “jacqueries” dei
contadini rovinati dalla devastazione delle campagne, la peste che decima la popolazione e nel 1378 lo
scisma d'Occidente con cui crolla il grande sogno medioevale di una cristianità unita ed armoniosa.
-nasce il sentimento nazionale moderno incarnato dalla figura di Jeanne d’Arc che restituirà simbolicamente
il paese a Carlo VIII.

DAL PUNTO DI VISTA LINGUISTICO → la letteratura medioevale non deve essere considerata come il
balbettio di una lingua incerta al servizio di un’arte ingenua ma essa è la manifestazione dotta di
un’autentica volontà estetica in cui a livello linguistico si fa tangibile questo incontro tra l’uomo ed il mondo.

 dopo la romanizzazione della Gallia, vi fu una notevole espansione della lingua latina ma quest'ultima era
diversa dal latino di Cicerone insegnato nelle scuole e nelle accademie, ma un latino volgare, del “sermo
quotidianus” parlato correntemente dai soldati e dai mercanti; questa lingua resiste ad un periodo di
bilinguismo conseguente alle invasioni barbariche del V sec e si modifica gradualmente, sotto influenze
celtiche e germaniche, diventando un idioma che si distacca dalla sua lingua madre, connotandosi come una
lingua complessa ma estremamente viva; nel 813 al Concilio di Tours viene stabilito l'obbligo di “predicare
in rustica romanae lingua”, quindi l'utilizzo della lingua volgare nei sermoni.

842 a.C  Serments de Strasbourg unica testimonianza in lingua romanza perché di lì a poco s’imporrà il
franciano, si tratta di un documento giuridico in cui i due figli Charlemagne, Charle le Chauve e Louis le
Germanique si alleano in un atto di non-belligeranza, promessa di mutua assistenza in caso di un attacco da
parte del terzo fratello, Lothaire.

Successivamente una serie di cause etniche e politiche fecero evolvere questa lingua romanza fino ad
assumere forme diverse da regione a regione tanto che se ci limitiamo alla Francia si possono distinguere 2
forme linguistiche principali → la lingua d'oc parlata nel meridione che raggiunse presto una certa
omogeneità e diede vita a quella che sarà poi la letteratura provenzale e la lingua d'oil parlata al nord che
produsse una fioritura di diversi dialetti: il piccardo, il vallone, il lorenese, l'anglo-normanno tra cui prevalse
a poco a poco il Franciano, parlato nell'Ile de France, nella zona di Parigi, l'imposizione del francien fu il
risultato di un'opera di centralizzazione e rispondeva al bisogno di un'unificazione linguistica.

→ nasce così l'Ancien Français; lingua in uso fino al '200 che conserva la declinazione a due casi: cas sujet et
cas régime (che deriva dall'accusativo latino); e presenta una struttura sintattica logica e naturale SVC →
simbolo della clarté che gli conferisce una superiorità rispetto alla lingua latina.

LA DIFFUSIONE DEI PRIMI TESTI

Il sapere medioevale è fondato sull'oralità, la scrittura è privilegio di pochi, attività elitaria praticata dai
chierici → accesso alla cultura classica diventa strumentale per poter leggere i testi sacri, anni in cui il
cristianesimo perde i contatti con la sua matrice giudaico-cristiana per diventare cultura prettamente
occidentale; i primi testi scritti in volgare sono agiografie d'ispirazione religiosa probabilmente destinate alla
pubblica recitazione davanti alle masse di fedeli es. “La Vie de Saint Léger” e “La vie de Saint Alexis.”

Accanto all'opera dei chierici, esistevano altri autori che si indirizzavano a pubblici diversi es. menestrelli al
servizio di un signore che compongono per il suo piacere opere generalmente divertenti; i giullari che si
rivolgevano ad un pubblico più composito: aristocratico nei castelli, popolare sulle piazze e sulle strade di
pellegrinaggio; quelli che tra loro erano in grado di arricchire il loro repertorio con poemi scritti in base ai
gusti del loro pubblico meritano il nome di trovieri.
LE CANZONI DI GESTA  una delle manifestazioni più copiose della letteratura francese medioevale è data
dalla produzione epica; alla fine dell’XI sec appaiono le prime “chanson de geste”, ovvero lunghi poemi
narrativi destinati alla pubblica recitazione spesso accompagnati dal suono di una viola. La loro diffusione,
inizialmente solo orale, era assicurata dai giullari che ne erano gli autori, gli adattatori o semplicemente gli
interpreti. Questi poemi celebrano le “gesta”, le imprese eroiche degli eroi carolingi nobilitate dalla
leggenda; sono legate alla Matière de France  che fa capo al valore della verità; inoltre l’evento della
prima crociata alimenta la nascita dell’epopea; la loro creazione risponde al bisogno di costruzione di
un’etica cavalleresca che sublimi la rozzezza e la brutalità della società feudale; inoltre il richiamo a momenti
di coesione sociale ed a valori condivisi quali l’onore feudale, la fede entusiasta verso Dio ed il sovrano e
l’amore per la “douce France” sono strumenti politici capaci di arginare le lotte intestine tra i baroni; per
quanto riguarda la struttura abbiamo versi di lunghezza variabile, spesso decasillabi con cesura dopo la
quarta sillaba, raggruppati in unità musicali, le “lasse assonanzate” che spesso coincidono con le unità
narrative.

 Atto epico per eccellenza : atto guerriero, l’“estur champel” che permette alle virtù delle eroe di
manifestarsi quali la forza sovraumana, il coraggio senza pari e la sua fede incrollabile al sovrano ed a Dio;
così per conferire unicità ai personaggi e per evitare che i personaggi principali risultassero un concentrato
artificioso di sublimi virtù spesso troviamo delle caratteristiche individuali come la “barbe blanche de
Charlemagne”, il “naso corto” di Guillaume etc.

 Riguardo all’origine dell’epopea francese abbiamo due ipotesi antitetiche: corrente tradizionalista:
insiste sul carattere collettivo e popolare della creazione epica che si ottiene grazie all’apporto di numerosi
scrittori anomini. (Pindal e Paris) VS tesi individualista: presuppone creatori geniali e coscienti (Bédier),
anche secondo la critica moderna la qualità stilistica di alcune epopee è riconducibile ad un unico artista.

LA CHANSON DE ROLAND  capolavoro del ciclo carolingio, pervenuto in versione tardiva attraverso il
manoscritto di Oxford  4002 decasillabi suddivisi in 291 lasse assonanzate, scritto in dialetto anglo-
normanno.

Si fa risalire il manoscritto al XII sec ma è più difficile datare il poema di cui esso è la copia, alcuni studioso
propongono di situarlo verso la fine dell’XI sec, nell’atmosfera della prima crociata. E’ altrettanto difficile
attribuire alla “Chanson de Roland” un autore, l’ultimo verso recita “ci falt la geste que Turoldus declinet”,
ma in realtà non sappiamo se il verbo “declinet” potrebbe tradursi con “compone”, “copia” o “declama” è
quindi stabilire con precisione se Turoldo sia l’autore, il copista o un semplice interprete.

 Evento storico di scarsa importanza viene magnificato, si passa dalla storia alla leggenda: secondo la
“Vita Karoli” di Eginardo nel 778 Charlemagne attraversa i Pirenei per dare man forte ai suoi alleati arabi
contro il nemico saraceno  non c’è polarizzazione netta tra cristiani e musulmani; sottomette la città di
Pamplona ed assedia Saragozza ma deve rientrare in Francia per risolvere delle questioni interne: attacco
dei Sassoni e sollevamento dei baroni in Aquitania, la sua retroguardia viene sorpresa da alcuni montanari
baschi a Roncisvalle, tra le vittime c’è un certo Orlando, duca della marca di Bretagna che sarebbe perito nel
combattimento.

 Poema del sacrificio eroico che magnifica lo spirito di crociata e l’esaltazione dei valori feudali al
servizio dei valori cristiani, es Roland morirà con la “tete tournée vers le pays ennemi”  l’eroe guardain
faccia il suo nemico fino all’ultimo istante, atteggiamento che risponde al codice cavalleresco.
 Charlemagne  figura dell’imperatore umanizzata “il commence à pleurer”, “il s’evanouit sur lui” 
il cui dolore diventa universale, dell’intero esercito e dell’intera cristianità, egli è vecchio e fragile e Roland
incarna la forza fisica che ad egli è venuta a mancare; ricorda la scena del Cid in cui il padre di Rodrigue
incaricherà suo figlio di vendicare il suo onore.

 Patrimonio espressivo limitato  troviamo ripetizioni, strutture metriche identiche che


costituiscono una sorta di REFRAIN voluto per creare un legame tra le lasse.

LA CLASSIFICAZIONE DELLE CANZONI DI GESTA: I CICLI

Per classificare le canzoni sono possibili due sistemi: uno cronologico che permette di seguire le alterazioni
dello spirito epico sotto l’influsso del romanzo cortese ed un altro sistema che tiene conto degli argomenti
ed ordina la quasi totalità dei testi in 3 cicli.

CICLO CAROLINGIO  imperniato attorno alla figura di Charlemagne, celebra le sue prodesse ed i grandi
avvenimenti che segnano la sua vita dall’infanzia fino alla vecchiaia, costituiscono una sorta di storia poetica
della dinastia carolingia; es. Berthe aux grands pieds, Le pergrinage de Charlemagne.

CICLO DI DOON DE MAYENCE  non si tratta di un personaggio, ma di un tema generale che costituisce
l’unità del ciclo: quello della guerra feudale  imprese del baroni in rivolta contro il loro signore, Idée de la
désmesure; i principi della gerarchia feudale vengono difesi contro l’orgoglio e gli eccessi degli eroi.

CICLO DE GARIN DE MONGLANE OU DE GUILLAUME D’ORANGE  F.C : Guillaume dal “naso corto”, il ciclo
narra gli avvenimenti che vanno dalla sua nascita al suo ritiro in convento dove morì santamente  evento
edificante; viene scritta una chanson per ogni membro della dinastia, quest’ultimaincarna la fedeltà
assoluta al sovrano nonostante l’indebolimento del potere regio per cui il re non riesce più ad assicurare
protezione assoluta ai suoi sudditi a causa dei continui attacchi esterni.

LA CORRENTE CORTESE  Per spiegare la nascita della lirica cortese nel XII e nel XII sec dobbiamo
considerare lo sviluppo nella Francia del sud di una nuova arte di vivere che addolcisse i costumi della
società feudale; la “courtoisie” intesa inizialmente come il “saper vivere alla corte”, poneva al centro
dell’attività umana la preoccupazione amorosa per cui il cavaliere doveva il cosiddetto “service d’amour”
alla sua Dama; quest’ultima era spesso già sposata e di estrazione sociale superiore a quella del poeta, il
rapporto di subordinazione del poeta ricorda il rapporto di vassallaggio ma questa volta le prodezze non
sono più dettate dalla totale fedeltà al sovrano ma volte alla conquista amorosa; sublimazione e culto della
Donna, che ispirerà il Dolce Stil Novo italiano e nutrirà il petrarchismo, che è paragonata alla Vièrge e
diventa l’oggetto di amore e della poesia; tensione tra desiderio amoroso e frustrazione data dalla sua
irraggiungibilità; l’atto amoroso si compie esclusivamente attraverso l’atto poetico; poiché si tratta di un
amore adultero ci si rivolge alla propria Dama solo attraverso un enigmatico nome poetico, il Sehnal; la
chanson d’amour  genere duttile , composta da 4 o 6 strofe e ripete uno schema liberamente costruito;
trobar leu o plat  composizione semplice, a vantaggio della chiarezza e della sobrietà vs trobar clus 
chiusa, ermetica con vocabolario allusivo ed ambiguo, frutto di una sperimentazione linguistica.

 Trovatori, dal latino “trobar” comporre tropi,versi, che si esprimono in lingua d’oc tra cui troviamo
Guillaume IX d’Aquitaine, Rudel e Macabru con la sua celebre chanson de croisade “Le chant du lavoir” vs
trovieri in lingua d’oil tra cui abbiamo Chrétien de Troyes, Gace Brulé e de Champagne.

IL ROMANZO NEL XII E NEL XIII SECOLO  il romanzo si presenta come un genere intellettualizzato che
riflette sul proprio processo, inoltre esso è il primo genere letterario destinato alla lettura, nasce come
surrogato del poema epico. Esso è modellato sullo schema dell’inchiesta cavalleresca da cui desume temi e
tecniche ma li perfeziona e li adatta alle nuove esigenze ; non rinnega la prodezza esaltata nelle chanson de
geste ma la disciplina e la rende partecipe di qualità meno rudi quali la gentilezza, la generosità e l’eleganza
dei costumi; il pubblico al quale si rivolge è aristocratico ed elitario; il termine “roman” inizialmente designa
un’opera scritta in lingua volgare, solo successivamente sarà C.D.T a parlare della sua opera di Cligès in
termini di roman, con l’obiettivo di distinguerlo dal “conte” (racconto) e di riferirsi ad una metodologia
narrativa ben precisa.

 Si divide in base agli argomenti trattati in : ROMANZO CLASSICO o ANTICO  si ispira ai miti greco-
latini es “Le roman de Troie”, “Le roman de Thèbes” che si ispira alla Tebaide del poeta latino Stanzio e le
“Roman d’Alexandre” redatto nella sua ultima versione in versi dodecasillabi che diventeranno poi il verso
francese per eccellenza, da ciò deriva il termine di “verso alessandrino”.

 ROMANZO REALISTICO

 ROMANZO ALLEGORICO

 ROMANZO CORTESE

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