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riorganizzazione
delle
istituzioni
civili,
un
miglioramento
secolo e
l'inizio
del IX in
forma
d'appunto,
margine
di
una
poco
allelevazione
componimenti
poetici
dei
volgari
composti
dai
lingua
cosiddetti
letteraria.
trovatori,
Si
tratta
di
personaggi
Combattuto
tra
desiderio
timidezza,
linnamorato
affida
Opere principali
stanze con fronte di ottonari (due piedi distici a rime ripetute:ab, ab), e sirma
di stettenari (due volte distiche anchesse con le rime ripetute: cd, cd), che
rappresenta, con sottile grazia, il lamento di una fanciulla per la partenza
dellinnamorato per la crociata. In una lingua semplice ed efficace, la
preghiera a Dio e allimperatore si mescola, secondo un atteggiamento
tipicamente popolare, al rimprovero per questa guerra fatta in nome della
croce. La canzonetta si conclude con linvito fatto a Duccetto, forse lautore
stesso, di comporre un sonetto da mandare al suo amore lontano.
CIELO DALCAMO
(XIII sec.)
Di lui ci giunto solo il cosiddetto contrasto, cio un componimento basato
su un dialogo-scontro tra due innamorati. Il nome dellautore quasi
certamente fittizio e non si sa se farlo corrispondere a un giullare, per il piglio
popolaresco
salace
della
poesia,
un
intellettuale
in
vena
di
nuovi
temi
nella
poesia
di
origine cortese-siciliana.
Pre-
Bonagiunta
Orbicciani,
diversi
fiorentini,
tra
cui
Chiaro
la conversione religiosa gli cambia la vita: egli entra nellordine dei cavalieri
della Vergine Maria come frate e la sua poesia abbandona i temi amorosi e
politici per affrontare la trattazione di temi morali e religiosi. Il suo impegno
tuttavia equilibrato e moderato, pi incline al buon senso che al misticismo. La
produzione di Guittone comprende:
le Lettere, scritte in prosa volgare a poeti, religiosi, uomini politici; sono
interessanti per labilit dimostrata da Guittone nellutilizzare un volgare
efficace, lessicalmente ricco e sintatticamente complesso, capace di affrontare
argomenti per i quali fino ad allora si utilizzava solo la lingua latina
il Canzoniere, che raccoglie pi di 250 tra canzoni e sonetti ed diviso in due
parti: le poesie scritte prima della conversione, e le poesie scritte dopo. La
prima parte caratterizzata dal tema dellamore, suscitato, secondo Guittone
dal desiderio di possesso e accresciuto dal pensiero, e da quello politico, in cui
prevale la riflessione morale. La seconda parte invece dedicata alla
riflessione religiosa; in questo ambito Guittone scrive anche delle laude,
poesie popolari a carattere sacro che venivano cantate coralmente durante le
processioni e le feste religiose nelle vie e nelle piazze. I sonetti e le canzoni di
Guittone sono intensi, espressivi, ricchi di pathos, anche se ancora legati a un
volgare aspro e letterariamente poco elegante.
Ahi lasso, or stagion di doler tanto. una canzone politica articolata in 6
stanze e 1 commiato, che descrive la situazione di sbandamento politico di
Firenze dopo la battaglia di Montaperti, in cui la guelfa Firenze viene sconfitta
dalla ghibellina Siena Partendo dal momento in cui le sorti volgono al peggio
per Firenze, il poeta, con accenti accorati, fa un elogio della passata
grandezza della citt, considerata, per la sua lealt, per la dignit e per il
culto della pace, unica erede della grandezza imperiale romana; significativa
la metafora Firenze-fiore, ricco di frutti prima di Montaperti, sfiorata Fiore
dopo (I e II stanza); prosegue con unaltra metafora legata allemblema del
leone, simbolo della citt, cui sono stati strappati le unghie e i denti (III
stanza); ricostruisce quindi tutte le conseguenze politiche di tale sconfitta e
condanna
lincapacit
dei
fiorentini
di
reagire
contro
gli
oppressori
diventare re(i) dei Toscani, dopo essere stati conquistati dai Tedeschi e dai
Senesi! Questa lirica il primo esempio di canzone politica, che verr poi
ripresa da Dante e Petrarca, e in qualche modo rappresenta il fondamento di
tutta la poesia civile della nostra letteratura.
LA LETTERATURA RELIGIOSA
Dopo il Mille si diffonde in tutta Europa un vasto movimento religioso teso a
ricondurre la coscienza collettiva alla essenzialit del messaggio cristiano. Di
fronte alla violenza e alla corruzione che dominano il mondo, si avverte
lesigenza di una spiritualit pi profonda che, prendendo a modello
linsegnamento e la vita di Cristo, conduca lumanit a una nuova era, fondata
sulla pace e sullamore. Le gerarchie ecclesiastiche tuttavia avvertono la
pericolosit della diffusione tra i laici di un sentimento religioso che cerca il
contatto diretto con Dio e che si propone di interpretare autonomamente il
messaggio cristiano. E' per questo che la Chiesa opera una costante
repressione di tutte quelle forme di religiosit che ritiene non controllabili o
comunque poco compatibili con la propria interpretazione del messaggio
evangelico. La predicazione spontanea, linvito a ritornare alle origini della
spiritualit cristiana, la critica pi o meno marcata e consapevole della
temporalizzazione
della
Chiesa
dei
disinvolti
costumi
dei
suoi
rappresentanti, sono motivi pi che sufficienti per far bollare questi movimenti
col marchio delleresia. Coadiuvata dai poteri laici, la Chiesa ingaggia una
lotta feroce contro ogni forma di culto non pienamente ortodosso, giungendo
fino ad armare una crociata, la cosiddetta crociata degli Albigesi, contro
leresia catara che si annidava in Provenza (con lesito di soffocare la vivace
cultura delle corti provenzali). Lintransigenza della Chiesa nei riguardi delleresia testimoniata dalla nascita del Tribunale dellInquisizione (1233),
tristemente famoso per le sue torture e i suoi roghi. Viene tuttavia avvertita
lesigenza di incanalare e controllare le aspirazioni religiose delle masse
allinterno dellortodossia cristiana e questa opportunit offerta alla Chiesa
dai cosiddetti ordini mendicanti, i francescani e i domenicani, cos chiamati
dai nomi dei loro fondatori. Mentre San Domenico e i suoi adepti si propongono come difensori della fede e rappresentano la milizia cristiana contro
leresia, la predicazione di San Francesco diffonde unesperienza umana e
religiosa completamente nuova e singolarmente profonda, basata sui valori
creature e composto dal Santo poco prima della morte, forse verso il 1224,
una preghiera a Dio in 33 versi (come gli anni di Cristo) e misura metrica
varia, ed la prima manifestazione letteraria in lingua volgare con un sicuro
valore poetico. Il cantico una gioiosa lode di Dio per (e si pu interpretare
da o attraverso) tutte le creature della terra, espressione della sua grazia
e della sua bont:
Il sole, che apre la lirica, irradia il mondo col suo splendore e richiama la luce
della fede;
la luna e le stelle che Dio ha creato clarite, preziose e belle;
i quattro elementi, laria (frate vento), lacqua, il fuoco e la terra,
rappresentati nella loro utilit e umilt;
gli uomini che sanno perdonare;
la morte corporale infine, anchessa sorella e gradita come un dono del
Signore; solo la seconda morte infatti, quella dellanima, deve essere temuta
scomunicato. Viene liberato, solo pochi anni prima della morte, dal nuovo
pontefice, Benedetto XI. La poesia di Jacopone appassionata come la sua
vita, ispirata dalla sua straordinaria e intransigente religiosit che non accetta
compromessi
col
mondo.
La
visione
che
del
mondo
ha
Jacopone
sono:
Rustico
Filippi,
Cecco
Angiolieri,
Gimignano.
RUSTICO DI FILIPPO
(operante tra il 1260 ed il 1290)
Folgore
da
San
lessicali, per il taglio parodistico che sortisce sicuri effetti comici, per luso del
dialogo rapido e incalzante che vivacizza la sua lirica.
FOLGORE DA SAN GIMIGNANO
(prima met del 300)
Giacomo di Michele da San Gimignano, detto Folgore, vive a cavallo tra
Duecento e Trecento (gi morto nel 1332) nel paese da cui prende il nome e
dove ricopre importanti cariche civiche. I suoi sonetti sono molto lontani
dallastio irriverente di Cecco Angiolieri e trattano principalmente dei piaceri
relativi alla vita aristocratica delle allegre brigate cittadine. I toni del suo
realismo sono delicati e sorridenti, volti alla rappresentazione di giochi, cacce,
danze, tornei e altri simili divertimenti, vera esaltazione degli ideali di vita
cittadina. Per lo pi i suoi sonetti sono inseriti in cosiddette corone, cio
gruppi di poesie legate tra loro da una specie di cornice, come ad esempio i
giorni della settimana o i mesi dellanno. Nei sonetti a carattere politico (ce ne
restano solo 4) la sua vena pi pungente (come quello in cui se la prende con
Dio per non aver assistito i guelfi contro i ghibellini), ma sempre misurata.
LA PROSA TRA DUECENTO E TRECENTO
LA CRONACA Gi neI 1200, nellambiente urbano e mercantile, si diffondono
le prime cronache. Si tratta o di memorie legate alle attivit mercantili,
(dapprima semplici inventari annotazioni di affari, contratti ecc., che
acquistano sempre pi il gusto della narrazione, del ritratto, del commento
agli eventi) o di opere a carattere universale, legate al mondo medievale e
spesso caratterizzate dal ricorso a una visione religiosa provvidenziale. In ogni
caso esse rappresentano la testimonianza della nascita di una cultura di tipo
borghese, attenta agli aspetti sociali ed economici del mondo contemporaneo.
Nella seconda met del 1200 troviamo alcune figure di intellettuali divenuti
cronisti o per incarico del Comune o per propria vocazione. Per lo pi lordine
di queste cronache annalistico (i fatti sono cio narrati anno per anno), la
prospettiva sostanzialmente laica (anche quando il resoconto degli
avvenimenti inquadrato in una dimensione provvidenziale) e la scrittura
talvolta in latino, pi spesso e in volgare. Tra i cronisti pi rappresentativi
citiamo Salimbene de Adam (Salimbene da Parma), frate francescano di
Parma, di origine borghese, autore di una Cronica che abbraccia circa un
secolo (dal 1177 al 1287) scritta in un latino straordinariamente espressivo. Di
la
catastrofe
dei
Bianchi
descrivendo
forti
tinte
il
sconfitto
allontanato.
La
sua
opera
estremamente
interessante sia dal punto di vista storico, che da quello narrativo. Deluso dal
fallimento dellimperatore, muore a Firenze nel 1324.
GIOVANNI VILLANI
(1276-1348)
Nato a Firenze nel 1276, poco impegnato nella vita politica, rispetto alla quale
cerca di mantenersi neutrale, anche se appare evidente una sua propensione
per i Neri, scrive una Nuova cronica in 12 libri, in cui inserisce le vicende
fiorentine contemporanee in un disegno pi ampio che si avvicina alle
cronache universali duecentesche. Infatti lidea quella di scrivere la storia di
Firenze fin dalle origini mitiche e remote (ispirate alla storia di Roma) per
esaltarne una superiorit che affonda le sue radici nella storia. I primi 6 libri
partono dalla Torre di Babele e arrivano alla discesa di Carlo DAngi nel
1265. Gli altri 6, molto pi interessanti, narrano le vicende di Firenze dal 1265
al 1348, lo stesso anno in cui Villani muore, colpito dalla terribile epidemia di
peste di cui parla il Boccaccio. Il fratello e il figlio proseguono quindi lopera
fino al 1364. La cronaca del Villani certamente molto meno compiuta dal
punto di vista artistico rispetto a quella del Compagni, meno appassionata e
pi ridondante, specie la prima parte, ma possiede delle qualit particolari: innanzitutto il distacco con cui lautore guarda agli eventi di cui stato
testimone; poi lattenzione minuziosa ai dati economici, ai rapporti produttivi,
ai fatti sociali, che ci permettono di avere un quadro di grande interesse della
realt storica di Firenze in quegli anni. La lingua, volgare, semplice e piana,
adatta al pubblico mercantile cui lopera destinata.
MARCO POLO
(1254-1324)
Un tipo particolare di cronaca, di stretta estrazione mercantile, possono
considerarsi i resoconti di viaggi, tra cui spicca Il Milione di Marco Polo. La
prima edizione dellopera, intitolata Le livre de messer Marco Polo citoyen de
Venise, appel Milion, o sont dcrites les merveilles du monde appare in
lingua dol, dettato da Marco a Rustichello da Pisa durante la sua prigionia a
Genova, nel 1298; ma ben presto fioriscono numerose traduzioni in tutti i
volgari, che ne sanciscono un successo non ancora esaurito. Il libro
preceduto da un Prologo in cui lautore si rivolge al suo pubblico, che
concepisce molto vasto (imperadori, re, duci e tutte altre genti) mettendo in
evidenza leccezionalit della propria esperienza e chiarendo una questione di
metodo: scriver cose o viste personalmente o sentite raccontare da fonti
1292
al
1295.
Nel
capitolo
finale,
la
conclusione,
nel
ribadire
ispirata
alla
vita
del
Santo,
di
cui
presenta
diverse
religiosa
si
deve
ricordare
anche
il
Dialogo
della
divina
LA NARRATIVA
La narrativa, nei secoli XIII e XIV, da un lato divulga e sviluppa la materia
brettone, dallaltra introduce un genere originale che ampia ripresa avr nella
letteratura europea moderna: la novella. Lorigine della novella pu essere
fatta risalire allexemplum medievale, la pi tipica forma di narrazione
medievale. Lexemplum, che risale alla retorica classica, e appunto un
esempio, che pu essere rappresentato da un fatto reale o immaginario, che
serve a persuadere di una tesi; la cultura cristiana utilizza frequentemente gli
exempla a fini morali, come testimoniano gli scritti di autori quali
SantAgostino, SantAmbrogio, San Girolamo. Si tratta di una narrazione
rapida, che deve incisivamente mettere in luce gli aspetti pi significativi di un
racconto e che deve avere una valenza universale. I personaggi descritti sono
quindi dei tipi piuttosto generici, rappresentanti categorie umane spesso in
opposizione tra loro (il santo e il peccatore; il puro e il lussurioso). Accanto
allesempio, confluiscono nella narrativa i racconti di viaggi, le cronache, le
vite dei santi etc. La prima raccolta di novelle di sicuro valore artistico il
Novellino, di un autore fiorentino anonimo che utilizza con grande
disinvoltura e abilit i repertori della tradizione e spunti nuovi tratti dalla vita
contemporanea. I terni sono i pi vari: dallexemplum sacro a quello profano,
dalla beffa al motto arguto, e per ognuno cambia conseguentemente il registro
linguistico. La novellistica segna veramente il passaggio a una letteratura
laica che non si limita alla consueta dimensione morale, ma mira anche al
puro intrattenimento e alla rappresentazione oggettiva di situazioni e
comportamenti reali.