niera fresca e nuova, i contenuti losoci e retorici assimilati nelle prime grandi universit, prima di tutto quella
di Bologna. I primi poeti italiani provenivano dunque da
un alto livello sociale e furono soprattutto notai e dottori in legge che arricchirono il nuovo volgare dell'eleganza
del periodare latino che conoscevano molto bene attraverso lo studio di grandi poeti latini come Ovidio, Virgilio,
Lucano. Ci che infatti ci permette di parlare di una letteratura italiana la lingua, e la consapevolezza nella popolazione italiana di parlare una lingua, che pur nata verso
il X secolo si emancipa completamente dalla promiscuit
col latino solo nel XIII secolo.
Come scrive Giuseppe Petronio[2] "Il carattere distintivo
che ci permette di parlare di una letteratura italiana la
lingua.
1 Le origini
In Italia infatti vi erano gi state precedentemente due
letterature: quella latina o romana e quella medievale o
mediolatina.
LE ORIGINI
1.2
1.6
1.4
1.5
I primi documenti
3
Biblioteca Capitolare di Verona scritto verso la ne
dell'VIII secolo e l'inizio del IX secolo, dove l'atto dello scrivere, ripreso dalla letteratura scolastica del secolo
VIII, viene paragonato all'atto del seminatore che sparge
nei solchi il seme nero su un prato bianco.
Tra i primi documenti nei quali il volgare assume carattere di linguaggio gi uciale e colto sono quattro
testimonianze giurate che riguardano certe controversie
sull'appartenenza di alcuni lotti di terreno ai benedettini
del monastero di Capua, di Sessa e di Teano che vennero
registrate tra il 960 e il 963, noti come i quattro placiti
cassinesi.
Le formule usate in queste testimonianze sono la ripetizione di quanto preparato in precedenza dal giudice in
testo latino e in seguito stilate in volgare perch esse fossero comprese dai tutti i presenti al giudizio. Tra questi
vi quello che il Sapegno[7] , chiama il placito capuano[8] .
Il critico scrive: In un placito capuano del 960 riprodotta la formula pronunciata dai testimoni in una lite di
conni tra il monastero di Montecassino e tal Rodelgrimo
d'Aquino: "Sao ko kelle terre, per kelle ni que ki contene,
trenta anni le possette parte Sancti Benedicti"[9] .
Cos, a poco a poco, con il passare del tempo i documenti di questo genere, e non solo, diventano sempre
pi frequenti, come i libri di memorie contabili, i tre
versi inseriti in un dramma scritto in latino sulla Passione,
una epigrafe sulla facciata della chiesa di San Clemente
a Roma dove il servitore riferisce parole in volgare e il
santo in latino, un privilegio sardo e una confessione di
origine marchigiana o umbra tutti appartenenti all'XI secolo .
Del XII secolo ci poi pervenuta una carta di origine
calabrese e una scritta piuttosto semplice formata di quattro endecasillabi che si poteva leggere, nel Duomo di Ferrara "Li mille cento trenta cenqe nato - fo questo templo a
San Gogio donato - da Glelmo ciptadin per so amore - e
mea fo l'opra. Nicolo scolptore", come riporta Sapegno in
note[9] .
Ricordiamo anche il Ritmo di Travale del 1158: "Guaita
guaita male, no mangiai ma' mezo pane"
Al XIII secolo risalgono poi dei frammenti d'un
manoscritto appartenente a certi banchieri orentini e,
sempre in Toscana, seguono altri documenti che riguardano questioni di interessi privati o appartenenti a
istituzioni pubbliche.
L'Indovinello veronese
Tra i documenti pi antichi che dimostrano questa esigenza vi in primo luogo un semplice indovinello,
l'Indovinello veronese, composto da quattro brevi versi
che vennero scoperti nel 1924 in un codice della
2 IL DUECENTO
Come tutte le lingue romanze, l'italiano discende dal latino, con cui ha legami molto pi stretti delle altre lingue romanze proprio in virt della prolungata permanenza della lingua madre in tutte le fasce sociali italiane. La
letteratura italiana scritta si aerma in ritardo rispetto ad
altre letterature europee perch la lingua di cultura per
eccellenza fu a lungo il solo latino, lingua della Chiesa,
dei tribunali e delle corti, ma anche delle scuole e delle
universit. A questo fattore si aggiunge anche l'uso della lingua d'oc e della lingua d'ol nelle corti italiane del
centro-nord, che produsse, tra i tanti rimaneggiamenti e
imitazioni pedestri, anche alcune opere letterarie di un
certo pregio, dal Tresor di Brunetto Latini, al Milione che
Marco Polo dett a Rustichello da Pisa in francese, ai canti d'amore di Sordello da Goito. Questo almeno no al
momento in cui il Canzoniere siciliano si diuse in Toscana, principalmente ad opera di Guittone d'Arezzo, da
cui trasse spunti linguistici e poetici, sotto l'inuenza di
quel preumanesimo che avrebbe portato il travaso della
Manoscritto del Roman de la Rose (1420 - 1430).
letteratura e retorica classica nel toscano e nel bolognese riavvicinando la poesia italiana ai contenuti classici e
distanziandola dal mondo cavalleresco franco-normanno stesso Dante Alighieri, realizzato in 232 sonetti in volgare
che aveva no allora cercato di copiare.
italiano verso la ne del XIII secolo e il frammentario intiPer trovare, in Italia, testi a carattere propriamente let- tolato Detto d'Amore che riescono a trasformare il poema
terario in un volgare solido bisogna risalire intorno al- francese liberandolo dagli schemi scientici e tecnologici
la met del XII secolo con il Ritmo laurenziano (che rendendolo pi ricco di spunti amorosi e satirici.
si fa risalire al 1150-1157) ritrovato in un codice della
Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, che consiste nella cantilena di un giullare toscano, o al Ritmo di 2.2 La letteratura didattica e morale
Sant'Alessio trovato nelle Marche nel XIII secolo[11] o al
Sempre nel XIII secolo, collegata alla tendenza religiosa
'Ritmo cassinese'.
e didattica che aveva fatto nascere le grandi opere dette summae, vedono la luce anche alcuni componimenti in volgare veneto e lombardo molto signicativi per
2 Il Duecento
chiarire la cultura comune del tempo e che "esprimono nel loro insieme il tentativo di un innalzamento
Il periodo storico che va dal 1224, data presumibile della dei dialetti settentrionali, veneto-lombardi, ad espressione
[13]
composizione del Cantico delle creature di San Francesco letteraria" .
d'Assisi, al 1321, anno in cui mor Dante[12] , si contrad- Alla prima met del secolo appartiene una raccolta di
distingue per i numerosi mutamenti in campo sociale e massime morali e sentenze, lo Splanamento de li propolitico e per la viva attivit intellettuale e religiosa.
verbi di Salomone, composta da Gherardo Patecchio di
Cremona in versi alessandrini e, dello stesso autore, una
canzone in endecasillabi dal titolo le Noie dove vengono
2.1 La letteratura allegorico-didattica
elencati tutti gli avvenimenti spiacevoli della vita.
Nella seconda met del secolo Fra' Giacomino da Verona
Un tipo di letteratura, quella di carattere enciclopedico dell'ordine dei frati minori francescani, scrisse due poee allegorico, nata in Francia gi nel XII secolo con il mi in versi alessandrini: il De Babilonia civitate infernali
poema Viaggio della saggezza. Anticlaudianus. Discorso e il De Jerusalem celesti dove vengono elencate rispettisulla sfera intelligibile del losofo Alano di Lilla, giunge vamente le pene dell'Inferno e le gioie del Paradiso.
nel Duecento in Italia con i suoi modelli, come il famo- Tra gli scrittori di questo periodo vi fu il maestro
so Roman de la Rose che nelle due parti composte tra il di grammatica Bonvesin de la Riva frate terziario
1230 e il 1280 circa da Guillaume de Lorris e Jean de dell'Ordine degli Umiliati,che compose molte opere sia
Meun narrano, con abbondanti gure simboliche e azzar- in volgare che in latino. Tra le pi note scritte in latino
date personicazioni, le vicende del sentimento amoroso si ricorda il De magnalibus urbis Mediolani, una sintetica
nei suoi vari e drammatici aspetti. L'inusso del Roman storia di Milano, e in volgare il Libro delle Tre Scrittusi avverte in tutte le opere allegorico-didattiche antiche re (la Nigra, la Rossa e la Dorata), un poemetto dove
scritte in volgare. Dal Roman, famoso il rifacimento del vengono narrate le dodici pene dell'Inferno, la Passione
orentino Durante, che alcuni vollero identicare nello di Cristo e le glorie del Paradiso. Egli scrisse anche dei
2.4
La letteratura francescana
Contrasti dove pone a confronto la Vergine e Satana, la 2.3.2 San Francesco D'Assisi
mente e il corpo, la viola e la rosa, il Trattato dei mesi
dove gennaio, con la sua pigrizia, viene confrontato con
l'operosit degli altri mesi dell'anno e un poemetto sulle buone maniere da tenere a tavola intitolato Cortesie da
desco.
2.3
La letteratura religiosa
Le laude
"La prima grande gura che incontriamo proprio sulla soglia della nostra letteratura del duecento quella
di San Francesco d'Assisi" come scrivono sia Giuseppe
Petronio[14] che Natalino Sapegno[15] .
Di San Francesco ci sono giunte alcune operette latine e
un cantico, scritto in volgare umbro, conosciuto come il
Cantico delle Creature o Il Cantico di Frate Sole, che
pu essere considerato il testo pi antico della letteratura
italiana.
Secondo Natalino Sapegno[16] , il tipo di prosa ritmica e
ritmata, che nella divisione irregolare dei versetti, sembra
riecheggiare le forme della liturgia non trova rispondenza
nella letteratura italiana contemporanea.
Si tratta spesso di laude scritte sotto forma di dialogo con carattere di dramma sacro che venivano recitate in ricorrenze religiose di una certa importanza con
l'accompagnamento musicale.
2.4 La letteratura francescana
Le laude di questo periodo sono quasi tutte anonime
e vengono soprattutto dalla Toscana, dall'Umbria, dalle Dopo la morte di San Francesco nacque una orente
Marche, dall'Abruzzo e dall'Italia settentrionale e con- letteratura francescana che prosegu anche nel Trecento.
servano, nella povert della loro struttura sintattica, un
carattere molto semplice ma estremamente sincero.
2.4.1 Le biograe del santo
Vengono narrati gli episodi del Vangelo di maggior eetto, come i miracoli di Ges e della Vergine e la vita dei Essa produsse numerose biograe del santo scritte
santi. Tra le descrizioni meglio riuscite e piene di reli- in latino e presto tradotte in volgare. Si ricordano
gioso e commosso sentimento, vi quella della Vergine soprattutto di Tommaso da Celano la Legenda prima,
che guarda in contemplazione il Bambin Ges e il pianto che venne scritta per commissione del papa Gregorio
della Madre ai piedi della Croce.
IX nel 1229, la Legenda secunda e la "Legenda trium
Le opere a carattere religioso furono quindi assai numerose in questo periodo ma quelle che si contraddistinguono per il loro carattere realmente poetico sono il "Cantico
di Frate Sole" di San Francesco d'Assisi e le Laude di
Jacopone da Todi.
2 IL DUECENTO
2.4.2 Il primo testo della letteratura francescana
Si deve ad un autore ignoto, che da alcuni critici viene individuato in Giovanni Parenti, un'opera scritta in forma di
allegoria nel 1227 dal titolo "Sacrum commercium sancti Francisci cum domina Paupertate" (Le mistiche nozze
di San Francesco con Madonna Povert), opera che inuenz sia le future biograe del santo, sia autori come
Giotto e Dante. Di Dante troviamo infatti nel canto XI del
Paradiso il panegirico di San Francesco, dove vengono
evidenziate le nozze del santo con la Povert.
2.4.3 Jacopone da Todi
Sar per con Jacopone da Todi e con il Pianto della Madonna, una lauda dialogata dal linguaggio misto di parole
del volgare umbro e di latinismi e dalla metrica che ripropone i modelli della poesia dotta, che la poesia religiosa
raggiunge il suo vero apice poetico.
Nel XIII secolo oriscono anche dei componimenti di carattere popolare che probabilmente servivano come accompagnamento alle danze durante le feste. Si tratta di
poesie che trattano d'amore, di canti in forma dialogata
tra una madre e una glia che si deve sposare, di lamenti
di giovinette che vogliono marito, di contrasti tra moglie
e marito, tra suocera e nuora.
Alcune di queste poesie sono opera di giullari che, come
scrive Sapegno[18] , "segnano il ponte di passaggio, a dir
2.6
La scuola siciliana
prima volta nella storia, dopo durissime lotte, lo smantellamento del sistema feudale. Sottovalutata dalla critica
ottocentesca per il suo carattere accademico di ranato
gioco intellettuale, stata per rivalutata nel XX secolo
grazie all'opera di molti insigni studiosi quali Francesco
2 IL DUECENTO
Due componimenti sono giunti a noi nell'originale volgare siciliano, salvati da Giovanni Maria Barbieri: Pir meu
cori alligrari di Stefano Protonotaro da Messina e S'iu truvassi Pietati di Re Enzo, glio di Federico. Tutte le altre poesie furono tradotte in orentino dai copisti toscani, che le conservarono in alcuni manoscritti, tra cui il
Vaticano Latino 3793 e il Laurenziano Rediano 9. Nella storia della poesia, come scrive Mario Sansone Non
grande l'importanza della scuola poetica siciliana, ma
grandissima la sua importanza nella storia della nostra
cultura e nel formarsi della nostra lingua letteraria [22] .
Nell'Italia settentrionale nasce intanto un'interessante letteratura volgare a carattere didattico che si ispira sia alla tradizione provenzale che comprende l'enueg (ci che
produce fastidio) e il plazer (ci che produce piacere),
sia alla tradizione biblico-apocalittica, cio alla letteratura
escatologica dei XII secolo e XIII.
Tra i pi rappresentativi autori si ricorda il cremonese
Gherardo Patecchio, che scrisse un poemetto di ammaestramenti morali intitolato Slanamento de li proverbi de
Salamone e un elenco in endecasillabi sui fastidi della vita dal titolo Noie, Uguccione da Lodi autore di un Libro
composto in lingua veneta e in lasse monorime di versi
alessandrini che tratta del giudizio divino, Giacomo da
Verona che scrisse in dialetto veronese un poemetto diviso in due parti, De Ierusalem celesti e De Babilonia civitate
infernali che vengono annoverati tra le fonti della Divina
Commedia di Dante.
A Jacopo da Lentini, notaio presso la corte di Federico II e probabile iniziatore della scuola, si attribuisce
l'invenzione del sonetto e la teoria dell'amore, inteso come sentimento che nasce alla vista di una donna e che
viene alimentato attraverso l'immaginazione, che sar ripresa da tutta la lirica d'amore del Duecento, dai siciliani
agli stilnovisti.
Tra i principali rappresentanti della scuola, che furono
tutti funzionari della corte di Federico II, si ricordano, oltre Jacopo da Lentini, Pier della Vigna, Jacopo Mostacci,
Percivalle Doria, Rinaldo d'Aquino, Guido delle Colonne,
Ciacco dell'Anguillara, Stefano Protonotaro, Giacomino
Pugliese, oltre lo stesso Federico e il glio naturale Enzo
di Svevia.
I poeti della scuola siciliana scrivevano canti improntati
ai modelli della poesia provenzale che, nata presso le corti, esaltava l'amore come abitudine di gentilezza pi che
come sentimento immediato e prorompente. Costoro seguivano anche gli stessi schemi metrici di quel genere di
poesia riproponendo il genere della canzone, della ballata,
del sirventes e del contrasto.
2.10
2.9
La Lirica toscana
9
Sempre da attribuire a Guittone d'Arezzo un Trattato
d'amore in 12 sonetti e circa una trentina di Lettere. Tra
i poeti pi interessanti della scuola di Guittone, rimane il
lucchese Bonagiunta Orbicciani al quale Dante nel canto
XXIV del Purgatorio ada il compito di denire il nuovo
modo di poetare con il nome di stilnovo.
Nacquero nel contempo, a Pistoia, a Pisa e a Firenze, altre scuole che si rifacevano in modo pi o meno rigoroso a Guittone. Si ricordano Chiaro Davanzati, che nel
suo Canzoniere anticipa i motivi dello stilnovo, il guelfo
Monte Andrea, al quale si deve il pi valido trobar clus
orentino, e Dante da Maiano, che scrisse un Canzoniere
in uno stile intermedio tra quello siciliano e quello guittoniano.
Non stata provata la storicit della poetessa Compiuta
Donzella alla quale vengono attribuiti, da un solo codice,
tre sonetti.
Vengono cos ripresi in Toscana i temi della scuola siciliana e le ricercatezze di stile e di metrica propria dei
Provenzali con l'arricchimento dato dalle nuove passioni 2.10
dell'et comunale.
Guittone d'Arezzo
10
2 IL DUECENTO
accentuando la tematica amorosa della lirica cortese, la Guido Guinizello, un podest di Castelfranco Emilia.
conduce ad una maturazione molto ranata.
Egli ci ha lasciato, con la canzone Al cor gentil remNato a Bologna e in seguito orito a Firenze, esso di- paira sempre amore, quello che deve considerarsi il
venta presto sinonimo di alta cultura losoca e questo, manifesto del dolce stil novo dove viene messa in evicome giustica Sansoni[26] , "... spiega perci come i gio- denza l'identit tra il cuore nobile e l'amore e come la
vani poeti della nuova scuola guardassero con disprezzo, gentilezza stia nelle qualit dell'animo e non nel sangue.
pi che ai siciliani, ai rimatori del gruppo toscano, che ac- Egli riprende poi con accenti sublimi il concetto del pacusavano di avere in qualche modo imborghesita la poesia ragone tra la donna e l'angelo, gi valorizzato da Guittone
e di mancare di schiettezza e ranatezza stilistica ".
d'Arezzo e da altri poeti precedenti.
Il nome della nuova scuola si trae da Dante. Cos aerma Natalino Sapegno[27] " noto che Dante, incontrando,
in un balzo del suo Purgatorio, il rimatore Bonagiunta Orbicciani, mentre ci ore il nome (da noi per convenzione
ormai antica adottato) della scuola o gruppo letterario cui
egli appartiene, denisce poi questo dolce stil novo uno
scrivere quando Amore spira.
Nato a Firenze da una delle famiglie guelfe di parte bianca tra le pi potenti della citt, Guido Cavalcanti venne
descritto dai suoi contemporanei come cavaliere disdegnoso e solitario, tutto volto alla meditazione losoca e
Infatti nel XXIV canto del Purgatorio Bonagiunta Or- quasi certamente seguace dell'averroismo" [30] .
bicciani di Lucca si rivolge a Dante chiedendogli se si Fu amico di Dante Alighieri, che a lui dedic la Vita Nova, e partecip attivamente alla vita politica orentina sotrattasse proprio di
stenendo i Cerchi contro i Donati. Mandato in esilio a
colui che fuore
Sarzana il 24 giugno 1300 ritorn l'anno stesso in patria
Trasse le nuove rime, cominciando
dove la morte lo colse alla ne di agosto del medesimo
Donne ch'avete intelletto d'amore
anno.
La canzone pi famosa di Cavalcanti fu la teorica "Done Dante gli risponde senza dire il suo nome ma cos
na mi prega perch'io voglio dire", nella quale il poeta
denendosi:
tratta dell'amore dandone un'interpretazione di caratteI' mi son un che, quando
re averroista, come sostiene Mario Sansone[31] , l'amore
Amor mi ispira, noto; e a quel modo
per il Cavalcanti un processo dell'intelligenza che dalCh'e' ditta dentro, vo signicando
la veduta forma della donna estrae l'idea della bellezza,
gi posseduta in potenza, e se ne compenetra [32] e non
, come per il Guinizelli, beaticante ma estremamente
ed a questo punto che Bonagiunta risponde:
terreno e d pi dolori che gioie.
O frate, issa vegg'io... il nodo
Che il Notaro e Guittone e me ritenne
Di qua dal dolce stil novo ch'i' odo[28] .
2.11 Stilnovisti minori
I poeti del Dolce Stil Novo fanno dell'amore il momento
centrale della vita dello spirito e possiedono un linguaggio pi ricco e articolato di quello dei poeti delle scuole
precedenti.
La loro dottrina "toglieva all'amore ogni residuo terreno e
riusciva a farne non un mezzo, ma il mezzo per ascendere
alla pi alta comprensione di Dio"[29] .
L'iniziatore di questa scuola fu il bolognese Guido Guinizelli e tra gli altri poeti, soprattutto toscani, si ricordano i
grandi come Guido Cavalcanti, Dante stesso, Cino da Pistoia e i minori come Lapo Gianni, Gianni Alfani, Dino
Frescobaldi.
2.10.1
Guido Guinizzelli
Accanto ai tre stilnvosti maggiori (Guinizzelli, Cavalcanti e Dante) vi furono altri quattro poeti appartenenti alla
corrente del Dolce stil novo.
Lapo Gianni, scrittore di diciassette componimenti poetici giunti no a noi, viene ricordato nel famoso sonetto di
Dante "Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io": da questa si
presume che Dante sia un amico intimo di Lapo, insieme
a Cavalcanti.
Gianni Alfani, gura di ancora incerta attribuzione storica, viene ricordato soprattutto per la sua Ballatetta dolente. Egli conosceva Guido Cavalcanti, come si pu sapere da un suo sonetto (Guido, quel Gianni ch'a te fu
l'altrieri) ed ha composto un numero di rime assai ridotto rispetto a quello degli altri stilnovisti.
Dino Frescobaldi fu un poeta molto amato sia dai
contemporanei[33] sia dai critici letterari moderni[34] .
Amico intimo di Dante, il sommo poeta gli invi i primi
sette canti della sua maggior opera, e Dino glieli restitu
pregando che continuasse l'opera.
L'ultimo stilnovista fu Cino da Pistoia, celebrato dalla critica come mediatore fra lo stile di Dante e quel-
2.13
La letteratura in prosa
11
12
3 IL TRECENTO
XV canto dell'Inferno, e il Tesoretto ricalcando il modello che contengono racconti biblici, leggende cavalleresche o
del Roman de la rose; Bono Giamboni compil un'opera di carattere mitologico scritte da un autore ignoto verso
a carattere allegorica-didascalica, Il libro de' vizi e delle la ne del secolo.
virtudi creando la prima opera dottrinale autonoma.
2.13.1
2.13.4 La storiograa
Cospicui sono gli scritti che vengono composti in volgare e in francese di carattere dottrinale e morale come il "Libro della composizione del mondo" di Restoro
d'Arezzo, una specie di moderno trattato di geograa e di
astronomia, il "Liber de regimine rectoris" di fra' Paolino
Minorita scritto in volgare veneziano seguendo il modello latino e francese che riporta suggerimenti di carattere
morale per coloro che governano, il "Trsor" di Brunetto
Latini scritto in francese e dello stesso autore il poema allegorico-didattico rimasto incompiuto intitolato "Il
Tesoretto".
Molte prose del Duecento sono in prevalenza tradotte dal
francese e hanno carattere morale come i Dodici canti morali, i "Disticha Catonis" e i trattati di Albertano
da Brescia tradotti in volgare da Andrea da Grosseto
nel 1268 e dal pistoiese Soredi del Grazia nel 1278. Il
volgarizzamento di Andrea da Grosseto lo si pu denire
la prima opera in prosa in lingua italiana, poich l'intento
del grossetano era di utilizzare una lingua nazionale, unicatrice, comprensibile in tutta la Penisola, una lingua
che lui denisce per l'appunto italica[36] .
Altri esempi si trovano nel orilegio il "Fiore di virt"
che per tradizione si attribuisce ad un frate Tommaso di Bologna, e nell'"Introduzione alla virt" di Bono
Giamboni.
Una pagina di un manoscritto del Milione.
2.13.2
Le prose retoriche
Di maggiore valore letterario sono alcune opere di carattere retorico che vedono un innalzamento dell'espressione
letteraria e un certo sforzo artistico nel ranare le forme
dialettali come nella "Rettorica" di Brunetto Latini, nel
"Fiore di rettoricas" erroneamente attribuito a Guidotto
da Bologna ma opera di Bono Giamboni[37] e soprattutto
le trentasei Lettere di Fra Guittone d'Arezzo, di carattere morale giudicate "notevoli perch Guittone mira in
esse a fondare una prosa letteraria, basandosi sulla retorica medievale e applicando alla prosa volgare il cursus
dello stile romano e i modi dello stile isidoriano"[38] .
2.13.3
La novellistica
3.2
La Vita Nuova
13
Dante nacque a Firenze nel maggio del 1265 da una famiglia guelfa di modeste condizioni sociali anche se appartenente alla piccola nobilt. Impar l'arte retorica da Brunetto Latini e l'arte del rimare da autodidatta e la poesia
rimarr sempre il centro della sua vita.
Le prime poesie di Dante risentono dello stile guittoniano
ma, dopo la conoscenza di Guido Cavalcanti, egli scopr
un nuovo modo di far poesia.
3.3 Le Rime
3.1
Tra Duecento e Trecento: Dante Ali- Le Rime contengono tutte quelle composizioni poetiche
che ci sono pervenute senza un ordine preciso e in seghieri
guito ordinate dai critici moderni. Fanno parte delle rime poesie giovanili che risentono della scuola guittoniana o dell'inuenza del Cavalcanti ma anche di carattere
gi personale e stilnovista e molte canzoni di carattere
allegorico e didattico.
3.4 Il Convivio
Il Convivio venne composto tra il 1304 e il 1307 e nelle intenzioni di Dante doveva consistere in un trattato
enciclopedico composto da quindici libri dei quali uno
d'introduzione e gli altri come commento a quattordici
canzoni di carattere allegorico. In realt il poeta ne compose solamente quattro: l'introduzione e il commento alle
canzoni Voi che intendendo il terzo ciel movete, Amor
che nella mente mi ragiona, Le dolci rime d'amor ch'io
solia.
14
3.6
3 IL TRECENTO
Il De Monarchia
3.7
Le Epistole
3.8
Le Egloghe
3.9
La "Quaestio de aqua et terra" un trattato di carattere scientico letto a Verona davanti al clero nel gennaio del 1320 nel quale Dante, per confutare un passo di
Aristotele, sostiene la tesi che nel globo le terre emerse
sono pi alte delle acque.
a scrivere il poema non reperibile da nessun documento, ma molti sono gli studiosi propensi a credere che esso
venne iniziato a partire dal 1307 durante l'esilio del poeta
e che la cantica dell'Inferno e quella del Purgatorio siano
state composte prima dell'aprile 1314 mentre il Paradiso
sia da attribuire agli ultimi anni di vita di Dante. Natalino Sapegno aerma[44] che "... essa fu iniziata concretamente negli anni dell'esilio - come par probabile, circa
il 1307 ... ed assai probabile che (secondo un indizio oerto dalla Vita di Dante del Boccaccio) il poeta ricuperasse da Firenze nel 1306, mentre dimorava presso i
Malaspina, parti di un'opera in lode di Beatrice da lui incominciata prima dell'esilio... certo che prima dell'aprile
1314 si poteva discorrere di un libro quod dicitur Comedia et de infernalibus inter cetera multa tractat, come di
opera gi pubblicata e diusa. da supporre pertanto che
l'Inferno e il Purgatorio fossero divulgati entrambi poco
dopo la morte di Arrigo VII, e che soltanto il Paradiso sia
stato composto negli ultimi anni della vita di Dante; contro l'opinione di quei critici che credono doversi attribuire tutt'intera la composizione del poema agli anni dopo il
1313.
3.11
Francesco Petrarca
15
Risalgono a questo periodo, oltre a numerose liriche che
saranno in seguito incluse nel Canzoniere, il De viris illustribus, una raccolta di biograe dei romani illustri da
Romolo a Cesare e l'inizio del poema epico in esametri
dedicato a Scipione l'Africano intitolato Africa.
ma a Montpellier e in seguito a Bologna che veniva considerato il maggior centro di studi europeo. Egli si applic
con seriet agli studi e ampli in quel periodo la sua cultura latina ma nel 1326, alla morte del padre, ritorn con
il fratello ad Avignone deciso ad abbandonare gli studi di
diritto civile.
Il 6 aprile del 1327 incontr una giovane donna di nome Laura, la cui identit sempre rimasta sconosciuta, e
se ne innamor. Da questo amore nasceranno molte delle
sue liriche in volgare e alcune poesie in latino.
16
3 IL TRECENTO
storici inseriti in speciche categorie che riguardavano signore di Padova Francesco Carrara e nel 1368, dietro
particolari virt morali.
sua insistenza, si trasfer in quella citt.
In seguito si rec a Modena, a Bologna e a Verona e nel
1345 ritorn in Provenza dove rimase per due anni quasi sempre in Valchiusa dove scrisse per Philippe de Cabassoles il trattato De vita solitaria e il De otio religiosorum per il fratello Gherardo che era entrato nell'ordine
monastico dei certosini.
Scrisse in questo periodo delle egloghe latine che verranno in seguito raccolte nel Bucolicum carmen e in una di
esse spiega il perch della sua decisione di dimettersi dal
servizio presso il cardinale Colonna e di far ritorno in
Italia.
Durante gli ultimi anni della sua vita si dedic alla trascrizione del Canzoniere, la raccolta di rime che vennero
scritte in vari periodi della sua vita, termin il poema allegorico scritto in terzine intitolato I Trion che venne
pubblicato dopo la morte dell'autore e concluse i "Seniles".
Ad Arqu lo colse la morte il 9 luglio del 1374 e seconEntusiasmatosi per la tentata riforma politica di Cola di do il suo desiderio ricevette onoranze funebri solenni alla
Rienzo part nel 1347 diretto a Roma ma a Genova lo ac- presenza del signore di Padova.
colse la notizia che gli eventi erano degenerati e cos egli
inizi a peregrinare per varie citt e a Parma gli giunse la
3.12 Giovanni Boccaccio
notizia della morte di Laura.
Era infatti scoppiata nel 1348 la peste e a causa di essa
morir il suo protettore, il cardinale Colonna, e tanti suoi
amici.
Aveva intanto scritto precedentemente due dei Trion,
quello di Amore e quello della Castit e in questo periodo scriver quello della Morte oltre a riordinare le poesie
italiane nel Canzoniere aggiungendone delle nuove, a raccogliere le sue lettere nel libro delle Familiari che faceva
precedere da una dedica all'amico Ludwig von Kempen
e ad iniziare la raccolta delle Epistole metriche dedicate a
Barbato da Sulmona.
Il trasferimento in Italia Nell'autunno del 1350 si rec a Roma per il giubileo dopo aver sostato a Firenze dove conobbe Boccaccio, rivide Francesco Nelli, Zanobi da
Strada e Lapo da Castiglionchio. Nel giugno del 1351 ritorn per breve tempo ad Avignone e nel 1353 ritorn
in patria che in seguito abbandon solo in rare occasioni.
Dal 1353 al 1361 rimane a Milano presso i Visconti e per
loro comp diverse missioni diplomatiche.
A Milano il Petrarca scrisse il De remediis utriusque fortunae e molte nuove liriche e lettere iniziando la revisione del Canzoniere e delle raccolte epistolari la cui Ritratto di Giovanni Boccaccio da una stampa del XIX secolo
elaborazione dur a lungo.
Come scrive Sapegno[48] ad introdurci nell'esame della
personalit petrarchesca giovano anzitutto moltissimo le
raccolte epistolare dello scrittore, dalle quali tante notizie
si possono desumere della sua vita e anche dei suoi aetti
e del suo pensiero.
3.12
Giovanni Boccaccio
17
confronti della materia assai complessa ed autobiogracamente pressante della sua ispirazione. Tra il 1343 e il
1354 Boccaccio scrisse l'ultima delle sue opere composte
prima del Decamerone, senza dubbio tra le migliori tra le
sue opere minori. Si tratta di un'opera scritta sotto forma
di poema in 473 ottave dal titolo il Ninfale esolano che
prende spunto da una favola sulle origini di Fiesole e di
Firenze.
Alle opere minori, e forse ancora risalente al periodo napoletano, si deve aggiungere il breve poema composto
in terzine dal titolo Caccia di Diana e l'opera in prosa
il Corbaccio composta in anni dicilmente databili (anche se ultimamente Giorgio Padoan[53] la colloca con una
certa sicurezza nel 1365), che, pur non avendo particolare
valore artistico, segna il momento che precede nella vita
dello scrittore la sua crisi religiosa.
18
3 IL TRECENTO
Innocenzo VI ad Avignone e nel 1365 - 1367 a Roma mostrano per quei tempi un'erudizione veramente straorpresso Urbano V.
dinaria e che, oltre a contenere la sua poetica, vi anche
dell'autore in
Due sono in questo periodo i fatti importanti nella vita del la difesa dell'opera e in genere l'autodifesa
[56]
.
quanto
raccoglitore
e
narratore
di
favole
Boccaccio: l'amicizia con il Petrarca e la crisi religiosa del
1362.
3.13
19
In ambito francescano si trovano "I Fioretti di San Francesco" composti da un autore toscano anonimo che consiste in una raccolta di leggende che riguardano la vita del
santo tradotte e ridotte i termini di favole dal carattere
popolare da un testo latino redatto nelle Marche risalente
Ma tra gli scrittori che si avvicinano in questi anni a questi alla ne del secolo XIII dal titolo "Actus beati francisci et
due nuovi generi letterari, il pi signicativo il oren- sociorum eius".
tino Franco Sacchetti tra le cui opere risaltano "Il libro Sempre nel Trecento un posto signicativo occupa
delle rime" e Il Trecentonovelle, "nel quale l'autore svela Caterina Benincasa della quale ci sono pervenute 381
doti sicure di scrittore: abilit nello schizzare, se non per- Lettere e il "Dialogo della Divina Provvidenza" che
sonaggi a tutto tondo, almeno macchiette vivaci; sicurez- furono scritte dai suoi discepoli sotto dettatura con una
za nel descrivere scene di folla, di confusione, di tumulto; scrittura che "coniuga i modi dello stile biblico e della
scioltezza di una sintassi popolareggiante; compiacimento letteratura sacra con l'immediatezza e l'impressionismo di
per una lingua quanto mai viva e sapida, colta felicemente un linguaggio popolare"[62] . Nell'ambito della produzione
da tutti gli strati linguistici"[61] .
laudistica trecentesca, si distingue Bianco da Siena, contemporaneo e concittadino di Caterina da Siena, e autore
di numerose laude.
3.13.3 La letteratura devota
Durante tutto il Trecento or anche un'abbondante let- 3.13.4 La storiograa
teratura di carattere religioso che si esprime sotto forma di prediche, trattati, lettere devote, laude, sacre La storiograa in volgare rispecchia i caratteri principarappresentazioni e opere di carattere agiograco.
li della civilt del Trecento con le sue storie o cronache
Tra gli scrittori religiosi del Trecento si ricordano che "escono fuori dai conni angusti e aridi della cronanell'ambito della tradizione domenicana il frate Jacopo chistica medievale, dove cos scarsi sono la comprensione
Passavanti che raccolse in un trattato dal titolo "Specchio e la scelta dei fatti, la cura dei nessi logici, il rilievo dei
di vera penitenza" tutte le prediche che aveva tenuto nel caratteri individuali... lucido specchio d'una civilt, nella
1354 durante il periodo della quaresima e Domenico Ca- quale la lotta politica pi varia, mobile e appassionata,
20
IL QUATTROCENTO
Il Quattrocento
4.1
L'Umanesimo
Ma questo periodo, cosiddetto dell'Umanesimo, che sotto molti aspetti pu apparire di stagnazione, in realt
solamente un "momento di pausa e di riessione; un'et
di appassionati studi critici e lologici; una specie di affannoso ed inconsapevole ritorno alle origini prime della
nostra civilt, attraverso il quale tutta la concezione della
vita e degli ideali umani si rinnova, e al tempo stesso si
opera una trasformazione della cultura e del gusto letterario, che si riveler appieno alla ne del secolo negli spiriti
e nelle forme della nuova poesia"[68] .
4.1.1
Il ritorno al latino
Il movimento dell'Umanesimo si diuse con grande rapidit in tutta Italia e, pur assumendo caratteri diversi a
seconda dei centri di diusione, mantenne comuni caratteristiche dovute sia alla formazione e alle caratteristiche equalitarie ma soprattutto al comune uso della lingua
latina.
Il latino degli umanisti, come gi quello di Petrarca, il
latino classico, quello che avevano riscoperto attraverso i
testi antichi di Cicerone, di Quinto Ennio di Virgilio, di
4.2
4.1.2
21
assisteva sulle piazze e che doveva ricavarne edicazione
e diletto.[70]
L'epistolograa
4.1.4
Il pensiero losoco
4.2.3 Scrittori in versi
Merito degli umanisti fu quello di aver ripulito la dottrina aristotelica da tutte quelle alterazioni fatte ad opera
degli arabi e degli scolastici e soprattutto di aver scoperto
nella sua totalit l'opera di Platone al quale and la loro
preferenza.
22
IL QUATTROCENTO
di Valmontone, autore del canzoniere intitolato La bella mano , Benedetto Gareth, soprannominato il Chariteo
autore di un canzoniere intitolato l' Endymione e Serano
de' Cimminelli conosciuto con lo pseudonimo di Serano
Aquilano che fu anche un musicista.
4.3
A met del secolo la letteratura in volgare prese il sopravvento e prevalse il concetto che la lingua italiana fosse
pari a quella latina per la capacit di esprimere qualsiasi
concetto o immaginazione come dir Leon Battista Alberti nel proemio al II libro dei suoi Quattro libri della
famiglia:
Fu proprio l'Alberti, tipico esempio di uomo
dell'Umanesimo e del Rinascimento, che promosse
in Firenze una gara pubblica di poesia, il Certame
coronario, per dimostrare quali fossero le potenzialit
della lingua parlata.
A testimoniare come la lingua volgare e la letteratura assumessero una nuova dignit sono i commenti alla Divina
Commedia di Cristoforo Landino, il commento alle rime
del Petrarca da parte di Francesco Filelfo e l'epistola di
Angelo Poliziano che accompagnava la antiche rime della
Raccolta aragonese dove viene elogiata la lingua toscana.
Durante tutta la seconda met del Quattrocento dunque
la lingua volgare e la lingua latina si alternarono e spesso
si aancarono negli stessi scrittori, come si pu osservare analizzando le loro opere del Poliziano, di Jacopo
Sannazzaro, di Alberti e di molti altri.
La nuova letteratura che nacque ebbe un carattere colto e Statua di L.B. Alberti in una nicchia degli Uzi
aristocratico perch coloro che ritornarono al volgare lo
fecero su una base letteraria, convinti, come scrive Landino, che per essere un buon toscano occorreva essere 4.5 Leonardo da Vinci
buon latino, cio conoscitore del latino[72] .
4.4
Superiore all'Alberti per via di una personalit poliedrica fu Leonardo da Vinci che per non ha un posto rilevante nell'attivit letteraria ma in quella delle arti e delle
scienze.
Di Leonardo possediamo una serie di passi che egli scelse e catalog con il titolo Trattato sulla pittura e alcuni
abbozzi e frammenti di idee che egli aveva l'abitudine di
ssare su carta alle volte dandogli un'apparenza di piccola
favola o di apologo che hanno un certo carattere letterario.
4.9
23
5 Il Cinquecento
4.7
Angelo Poliziano
4.8
Luigi Pulci
Statua di Niccol Machiavelli nella Galleria degli Uzi
Al circolo di poeti medicei appartenne per un certo periodo anche Luigi Pulci che scrisse un poema in ottave I primi decenni del Cinquecento vedono una produzione
intitolato il Morgante che riprende i motivi e la tecnica letteraria di eccezionale livello, in diversi generi letterari.
carolingia dei cantri.
Si va dal poema dell'Ariosto, Orlando furioso, al Principe,
24
IL CINQUECENTO
Torquato Tasso
Un profondo mutamento delle funzioni dell'italiano volgare avvenne dalla ne del Cinquecento. A causa del
rallentamento degli scambi economici tra le varie citt
d'Italia ricominciarono a prender piede i dialetti locali,
mentre l'italiano venne relegato a funzione di linguaggio
di corte. Lo spirito della controriforma del Concilio di
Trento fece venir meno gli stimoli culturali innovatori
che avevano animato i cenacoli letterarii. La fondazione
dell'Accademia della Crusca nello stesso periodo cristallizz questa situazione nei secoli successivi, facendo della
lingua italiana una lingua articiale.
In questo quadro nascono le opere letterarie di Torquato
Tasso, il suo poema la Gerusalemme liberata si pu considerare sotto l'aspetto letterario frutto del manierismo, in
5.3
Ludovico Ariosto
25
cui gli strumenti espressivi erano una serie di pose arti- 5.2.1
ciose. L'italiano di ne Cinquecento una lingua profondamente diversa, nell'anima, da quella dei secoli passati.
Ce lo fa notare in alcune postille autografe Galileo Galilei confrontando l'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto,
e la Gerusalemme liberata: per Galilei il Tasso dice parole,
Ariosto cose. La lingua italiana che in origine era descrittiva e piena di contenuti diventa vuota espressione adatta
solo per fare melodie e canti.
5.2
Il Principe e il machiavellismo
Niccol Machiavelli
Frontespizio de Il Principe
Ritratto di Machiavelli
Figura rilevante del primo Cinquecento, Niccol Machiavelli. Egli fu cortigiano di Lorenzo il Magnico, nella famiglia medicea al potere in Firenze. La gura di
Machiavelli soprattutto collegata al suo lavoro lologico (esempio sui libri di Tito Livio), consacrandolo come rappresentante dello studio umanistico, ma anche al
suo pensiero politico, traendo spunto dallo studio per le
grandi opere storiograche dell'antichit, come Tucidide,
Senofonte, Polibio e Tacito. La versatilit culturale machiavellica riguardo alla politica presente sia nelle sue
opere saggistiche, che in quelle poetiche e teatrali, come
"La mandragola".
L'opera maggiore di Machiavelli "Il principe ", trattato di politica in cui, citando le maggiori opere antiche
sulla demagogia e il governo, dimostra il miglior metodo
governativo alle generazioni future. Nell'opera si fanno
anche riferimenti politici ad avvenimenti vicini all'epoca
dell'autore, come le lotte di Ludovico il Moro con Cesare
Borgia. L'opera collegata alla Guerra del Peloponneso
di Tucidide e alla Repubblica di Cicerone, nella quale
Machiavelli illustra i vari mezzi di governo, come la tirannia, la monarchia, l'oclocrachia, e inne la Repubblica.
Successivamente, dopo vari esempi, passa a descrivere la
gura ideale del principe, ossia di colui che in grado
di tenere in equilibrio tutte le forme di potere, e tutti i
suoi sudditi al governo. Maggiori temi trattati nell'opera
sono la fortuna, e la virt, caratteristiche inseparabili
tra loro, perch ognuna ha bisogno dell'altra al governo: la
prima ore le occasioni di potere, la seconda ha il metodo per carpirle e manovrarle nel miglior modo possibile.
Inne c' il terzo elemento: il carisma stesso del principe,
che deve fungere da strumento regolatore di esse, non essendo troppo feroce, n troppo mansueto con il popolo.
Con tale opera, nacque il termine machiavellico, che
delinea una persona completamente legata alla conquista
dei propri interessi mediante l'acuto uso della ragione e
della mente.
26
5.3
Ludovico Ariosto
Ludovico Ariosto il maggior esponente della letteratura cortigiana nel Rinascimento, assieme a Torquato Tasso. Cortigiano del casato ferrarese, egli godette di notevole fama, no a ritirarsi, al termine della vita, in una
modesta villa. Egli rappresenta colui che ha garantito la
ripresa letteraria del vecchio genere del romanzo cavalleresco, scrivendo un poema in chiave eroicomica in cui
viene mostrata la societ di Carlo Magno nel massimo
dei suoi eccessi, intendendo criticare i costumi smodati
del suo tempo, dove sebbene ci siano i cavalieri e i codici
d'onore, qualsiasi azione e pensiero portata all'estremo,
no alla totale distruzione.
5.3.1
L'Orlando furioso
IL SEICENTO
paralizzato e ouscato dall'infatuazione, ma quando scopre che la principessa lo tradisce con Medoro, impazzir,
perdendo il senno, che va a nire sulla Luna. Il poema intreccia innumerevoli vicende, tratte da vari miti e storie
dei popoli antichi, e il suo autore inserisce il personaggio di Angelica come gura del destino, capace di turbare anche gli spiriti pi forti: dichiarazione poetica di
mostrare la societ attuale, assai piena di incertezze, cos
come l'animo umano ricolmo di interrogativi. Il poema
porta al denitivo svuotamento dell'originario scontro tra
pagani e cristiani: la guerra, uno dei pochi li rossi che
possibile tracciare con facilit all'interno del poema, non
racchiude un'opposizione etica/ideologica tra due schieramenti come nella Chanson de Roland. Sulla dimensione epica comunque presente, se non altro come polarit dialettica (e basti considerare la prima ottava del poema), sinstaurano le innite vie del romanzo, delle quali la tecnica dell'intreccio immagine stilistica: al lone principale delle armi si mischiano gli amori, secondo un'operazione gi boiardesca. All'eroe epico destinato
alla vittoria proprio in quanto difensore di un'ideologica
superiorit rispetto al nemico si sostituisce il cavaliere innamorato del Boiardo, ma solo ad un primo superciale
livello. Ariosto non pu accontentarsi di arrivare a questo
punto, e infatti spinge il proprio punto di vista letterario a
complicare il meccanismo dell'innamoramento no al paradosso: da una parte portando Orlando alla pazzia, alla
condizione animalesca, a spogliarsi delle sue prerogative
di cavaliere; dall'altra riprendendo e assolutizzando l'idea
portante del romanzo medievale, il cavaliere alla ricerca
della propria identit, da ritrovare dopo una prova.
6 Il Seicento
6.1 La poesia
Il gusto barocco, col suo riuto del linguaggio ordinario
e il suo gusto per l'articioso e lo stravagante, trov un
campo di applicazione privilegiato nella lirica. Si tratta di
una vasta produzione senza capolavori.
Un posto di rilievo occupato dall'opera di Giambattista
Marino, tanto celebre da essere chiamato come poeta di
corte in Italia e a Parigi. Il suo testo maggiore, l'Adone, di
proporzioni enormi (quasi tre volte la Divina Commedia),
un poema antinarrativo, che si sviluppa per digressioni attraverso una rete di analogie che evocano la realt
sottoponendola, transitoriamente, alla curiosit di tutti i
sensi. Gi la sproporzione fra la trama esile e la dispersione senza ne delle immagini dice la distanza dai modelli
del Cinquecento. Marino port al limite estremo la gura
del letterato cortigiano che si avvale della sua penna per
ottenere vantaggi e gloria, e fece anzi dei riconoscimenti
del pubblico il criterio di validit estetica della sua opera.
Il suo culto della metafora e l'ingegnosit mostrata nel costruire concettini e arguzie lo resero un maestro per i lirici
del Seicento. Inoltre le qualit melodiche della sua poesia
6.2
Torquato Tasso
27
contribuirono allo sviluppo del melodramma e avrebbe- Egli, a dierenza di Ariosto, risente maggiormente delro trovato, nel Settecento, la continuazione migliore nelle la censura attuata dalla Controriforma. La sua vita toropere, certo non barocche nell'ispirazione, di Metastasio. mentata ne un esempio, ma lo ancora di pi il suo
La dissoluzione del genere epico narrativo in un gran- poema. Le tematiche arontate da Tasso nelle sue opere
de castello lirico un caso di quella anticlassica tenden- riguardano la fusione tra l'antico e il moderno, attraverso
za alla mescolanza dei generi che caratterizza il secolo. la visione cristianizzante della Chiesa sovrana.
Ad Alessandro Tassoni, gura di letterato dissacratore,
si deve il merito di aver creato (con La secchia rapita) 6.2.1 Aminta
il modello del genere eroicomico, un tipo di poema che,
a parte gli intenti parodistici, si struttura sull'alternanza La tragedia pastorale riprende i classici temi bucolici del
continuamente variata di serio e comico.
canone della Grecia antica. Con tale dramma, Tasso inA conclusione del secolo si ricorda l'opera di due poeti tende celebrare la potenza degli estensi, unendo il tempo
che ebbero fortuna nel Settecento per la tendenza a con- attuale a quello arcaico. La storia una tipica favola boservare il senso della misura e della razionalit classici- schereccia in cui la protagonista Aminta ha paura di un
stiche in opposizione al concettismo del Marino. Si tratta giovane pastore che la ama, ma viene rapita prima da un
anzitutto del savonese Gabriello Chiabrera, che si segna- mostruoso satiro, che cerca di violentarla, e poi crede, a
l e venne in seguito valorizzato per la sensibilit me- causa di un equivoco, che il suo amico, che ora ama, sia
trica. I suoi risultati migliori stanno nella struttura della morto. Il destino per permette ai due di unirsi.
canzonetta, congurata sul modello lirico di Anacreonte
e giocata su versi brevi, dalla musicalit lieve e scorrevole. L'altro poeta il ferrarese Fulvio Testi che, nella ri- 6.2.2 La Gerusalemme liberata
cerca di una poesia eroica, rifugg dal gusto sensuale della
L'opera di maggiori successo di Tasso la 'Gerusalemme
metafora barocca e predilesse parole brevi e solenni.
liberata', poema epico in cui il poeta mette al centro della storia non pi temi come la fondazione di una citt
(Virgilio), o la lotta tra due civilt per la supremazia, o
6.2 Torquato Tasso
le varie peregrinazioni di un eroe (Omero). L'intento di
Tasso di gloricare in tutto e per tutto il potere sacro
della Chiesa e di Cristo nel mondo intero. La storia riguarda le vicende della Prima crociata, in cui il cavaliere
Goredo di Buglione, comandante di tutto l'esercito, riceve la visita dell'Arcangelo Gabriele che gli ordina di
assediare Gerusalemme, per liberare il Santo Sepolcro
dalla mano degli infedeli musulmani. Il personaggio di
Goredo rappresenta la credenza religiosa indistruttibile, mentre il soldato Tancredi risulta essere l'esatto opposto: la gura dell'eroe che si smarrisce nel suo percorso, e che deve ritrovare la retta via. Egli combatte per la
causa cristiana, ma nisce per invaghirsi della soldatessa
saracena Clorinda, che si traveste da uomo nei combattimenti, per poi mostrarsi nella sua natura, ricambiando
l'amore di Tancredi, senza che questi conosca il suo segreto. L'idea di scrivere un'opera sulla prima crociata
mossa da due obiettivi di fondo: raccontare la lotta tra pagani e cristiani, di nuovo attuale nella sua epoca, e raccontarla nel solco della tradizione epica-cavalleresca. Sceglie
la prima crociata in quanto un tema non cos ignoto al
tempo da lasciar pensare che fosse inventata, ma anche
adatto all'elaborazione fantastica.
Il tema centrale epico-religioso. Tasso cercher di
intrecciarlo con temi pi leggeri, senza per sminuire
l'intento serio ed educativo dell'opera. Nel poema si intrecciano due mondi, l'idillico e l'eroico.
Il centro dell'opera l'assedio di Gerusalemme difesa da
valorosi cavalieri. Da un lato i principali cavalieri cristiani
Frontespizio della Gerusalemme liberata
tra cui Tancredi e Rinaldo dall'altro il Re Aladino, ArganTorquato Tasso risulta essere il secondo maggior espo- te, Solimano e Clorinda. Una serie di vicende si intreccianente del Rinascimento, a servizio della Corte Estense. no nell'opera e ci sar sempre il dualismo tra Bene e Male,
28
IL SEICENTO
e sebbene ci sia anche qui la magia, l'intervento sovrumano dato da Cielo ed Inferno, angeli e demoni, intrecciate con suggestioni erotico-sensuali. Il poema ha una
struttura lineare, con grandi storie d'amore, spesso tragiche o peccaminose; come se il tema dell'amore sensuale,
sebbene contrapposto a quello eroico, fosse necessario e
complementare ad esso.
6.3
La prosa in lingua
Francesco Guicciardini
nel controllo della produzione e della trasmissione culturale, ne fecero uno strumento importante del proprio intervento nella societ per denire comportamenti e scelte. E alcuni dei risultati migliori della prosa del Seicento
si devono al padre Daniello Bartoli, autore dell'Historia
della Compagnia del Ges, oltre che di molte opere devozionali. La sua capacit di conciliare precisione e articio avrebbe destato anche l'ammirazione di Giacomo
Leopardi.
Nell'ambito della prosa il Seicento pu vantare
un'importante produzione storiograca che si ispirava alla linea politico-diplomatica della Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini. L'opera pi importante del
secolo probabilmente l'Istoria del concilio tridentino del
frate veneziano Paolo Sarpi. L'opera, edita a Londra nel
1619 (in Italia solo nel 1689-90) venne subito inserita
nell'Indice dei libri proibiti per la battaglia condotta
dall'autore contro il sistema ecclesiastico in nome del
valore autonomo delle strutture statali.
Tra la ne del Cinquecento e il Seicento proliferarono gli scritti sulla politica che ponevano al centro
dell'attenzione gli interessi dell'organismo statale (il concetto della 'ragion di stato'). E per riettere sui meccaLa prosa barocca era un prodotto della cultura laica della nismi del potere dispotico vennero recuperati il pensiero
prima generazione barocca; ma poi i gesuiti, impegnati di Machiavelli e l'opera storica di Tacito. L'interesse per
6.5
Il teatro
29
6.4
La prosa dialettale
In parallelo alla prosa in lingua, nel Seicento ebbe un sensibile sviluppo la letteratura dialettale, per il peso delle
tradizioni locali o per gusto bizzarro. Si tratta pur sempre
di letteratura prodotta dall'alto, ma capace di registrare
aspetti della vita popolare. letteratura che in ogni caso
non ambisce a porsi come alternativa a quella nazionale
e accetta quindi la posizione subalterna. Le prove dialettali pi interessanti e corpose sono quelle napoletane, ma
vanno registrate quelle romanesche (il poema Meo Patacca, 1695, di Giuseppe Berneri), quelle bolognesi, quelle
veneziane e quelle milanesi. Quella napoletana legata ai
nomi di Giulio Cesare Cortese (1575-1627), che si dedic soprattutto alla poesia, e di Giambattista Basile, noto
soprattutto per Lo cunto de li cunti (1634), cinquanta abe
destinate ai piccoli e scritte in una lingua manipolata in
modo assai personale. Un posto a s occupa il bolognese
Giulio Cesare Croce, la cui fama legata a Le sottilissime astuzie di Bertoldo (1602) e a Le piacevoli e ridicolose
semplicit di Bertoldino (1608), che hanno nutrito a lungo
l'immaginario popolare, e che esprimono valori moderati
e l'accettazione della scala sociale.
6.5
Il teatro
Maschera di Arlecchino
30
7 IL SETTECENTO
7
7.1
Il Settecento
L'et dell'Illuminismo
Tra le maggiori scuole letterarie del secolo non possiamo non citare l'Arcadia, un'accademia letteraria fondata a Roma nel 1690 da Giovanni Vincenzo Gravina e
da Giovanni Mario Crescimbeni aancati da artisti opeMonumento a Carlo Goldoni in Campo S. Bartolomeo a Venezia ranti nei centri culturali urbani pi evoluti d'allora: da
Paolo Coardi (di Torino) a Jacopo Vicinelli (di Roma),
Il Settecento un secolo di grandi trasformazioni. In passando per il pi importante intellettuale italiano del
Europa si assiste al predominio culturale e politico della '700: Pietro Metastasio. Questi letterati, promuovevano,
7.2
Carlo Goldoni
31
7.2
Maschera di Colombina
Carlo Goldoni
Goldoni assai conosciuto nella letteratura italiana teatrale, per essere stato un innovatore del genere, portando
le classiche commedie degli equivoci nella societ intera. Infatti prima di ci, esistevano loni tipici territoriali (Venezia-Milano-Ferrara-Napoli), in cui la Commedia
dell'Arte aveva le sue maschere predilette. Goldoni ha
cercato di imborghesire il teatro, inserendo le maschere
comiche di Arlecchino e Pantalone non pi come padroni
della scena, ma come servitori dei protagonisti borghesi. L'intenzione di Goldoni era di creare un teatro sociale nuovo, alla pari di Molire, e di mostrare i vizi e le
piccolezze della societ italiana media al mondo tramite dialoghi in prosa (e non pi dialettali), che riuscissero chiaramente comprensibili ad un vasto pubblico. Di
qui la tesi della teoria goldoniana del teatro e del mondo, sul cui palcoscenico non vengono pi rappresentate
7.2.1
La locandiera
Il testo teatrale goldoniano di maggiori fortuna "La locandiera", che ritratta tematiche amorose gi incontrare
nei suoi primi testi. La vicenda riguarda completamente
il ruolo che ha la donna nella societ veneziana settecentesca, e di come lei, conoscendo le debolezze dell'uomo,
riesca a controllare ciascuno di essi. Mirandolina la direttrice di una locanda vicino Firenze, dove arrivano un
marchese, un conte e un cavaliere (quest'ultimo misogino). Mirandolina non si accontenta di avere in suo pugno
gli altri due pretendenti, ma si lancia una sda: riuscire
a far innamorare di s il cavaliere, e poi ingannarlo. Mirandolina dunque rappresenta il potere segreto che ha la
donna, che riesce ad uscire nei momenti meno opportuni,
e a distruggere qualsiasi megalomania tipica dell'uomo.
32
7 IL SETTECENTO
7.3
7.4
Il Purismo
Mentre le passioni politiche pi scottanti imperversavano, e mentre i pi brillanti uomini di genio nella nuova scuola classica e patriottico erano puristi all'altezza
della loro inuenza, una questione stata sollevata una
collezione purista del linguaggio. Nella seconda met del
XVIII secolo, la lingua italiana era particolarmente piena di espressioni francesi. C'era grande indierenza di
tematiche, ancora di pi l'eleganza di stile. La prosa doveva essere restaurata per il bene della dignit nazionale,
e si riteneva che questo non poteva essere fatto, se non
tornando agli scrittori del XIV secolo. Uno dei promotori della nuova scuola stato Antonio Cesari di Verona, che ha ripubblicato autori antichi, e ha fatto uscire
una nuova edizione, con aggiunte del Vocabolario della
Crusca. Ha scritto una tesi Sopra lo Stato non presente
della lingua italiana, e ha cercato di stabilire la supremazia del toscano e dei tre grandi scrittori: Dante Alighieri,
Petrarca e Boccaccio. In forza di tale principio ha scritto
diversi libri, prendendo la briga di copiare i trecentisti il
pi fedelmente possibile. Ma il patriottismo in Italia ha
sempre avuto qualcosa comune in s stesso; cos a questa
supremazia toscana, proclamata e sostenuta da Cesari, si
oppose una scuola lombarda, basata sui precetti del trattato dantesco sull'eloquenza volgare. Gli intellettuali della
scuola lombarda erano Vincenzo Monti e Giulio Perticari. La disputa sul linguaggio ha preso il suo posto accanto a dispute letterarie e politiche, soprattutto su Dante,
e tutta l'Italia ha preso parte in essa: Basilio Puoti a Napoli, Paolo Costa in Romagna, Marco Antonio Parenti
a Modena, Salvatore Betti a Roma, Giovanni Gherardini in Lombardia, Luigi Fornaciari a Lucca, e Vincenzo
Nannucci di Firenze.
Un patriota, classicista e purista tutto in una volta stato
Pietro Giordani, nato nel 1774; rappresentava quasi un
compendio del movimento letterario del tempo. Tutta la
sua vita stata una battaglia per la libert. Lesse autori
greci e latini e i trecentisti italiani; ha lasciato solo pochi
scritti, ma erano accuratamente elaborati quanto a stile,
e la sua prosa stata molto ammirata a suo tempo. Con
Giordani si chiude l'epoca letteraria dei classicisti.
7.5
I preromantici
7.6
Giuseppe Parini
La gura di spicco della rinascita letteraria del XVIII secolo fu Giuseppe Parini. Nato in un villaggio longobardo
nel 1729, stato istruito a Milano, e da giovane era conosciuto tra i poeti arcadici con il nome di Darisbo Elidonio.
Anche come arcadico, Parini ha mostrato originalit. In
una raccolta di poesie ha pubblicato a 23 anni, sotto il nome di Ripano Eupilino, il poeta mostra la sua facolt di
prendere le sue scene di vita reale, e nei suoi pezzi satirici
Giuseppe Parini
7.6.1
Il Giorno
7.8
Ugo Foscolo
33
7.7
Vittorio Aleri
Foscolo
per la successione del trono ebraico, mentre infuria la battaglia tra il popolo di Dio e i Filistei. La tragedia si concentra sui complessi e originali aspetti psicologici dei due
protagonisti: David e Saul. David incarna l'eroe vittorioso
e valoroso, mentre Saul il buon regnante, che per pecca
di tracotanza senza nemmeno accorgersene, arrivando a
cadere nella pazzia, tormentato dall'ossessione di vedere
il proprio trono rubato da David, che si innamora di sua
glia.
Aleri
Saul
cos che Saul si trova a combattere, in perenne uttuazione tra due passioni opposte. Egli non riesce pi ad
essere contemporaneamente padre e re vincente. Il suo
un io disgregato, incapace di ritrovare l'unit. Questo
aspetto in particolare fu analizzato dall'allievo di Freud
Jung nell'analisi degli archetipi. proprio un percorso
verso l'unit di Saul, quello che si compie lungo i cinque
atti della tragedia. Saul passa attraverso i sentimenti pi
contrapposti mentre si avvicina man mano la sua ultima
meta: il suicidio. Sar per un suicidio eroico il suo. Egli
trover nalmente la sua integrit attraverso una rinuncia
radicale: uomo che riuta la vita, padre che rinuncia alla
glia, re che rinuncia al suo popolo che cade. Ma ritrova
un'immagine denitiva e coerente che nessuno potr annullare. cos che la rinuncia va letta come un supremo
possesso: con la morte Saul espia i suoi eccessi sanguinosi e tirannici, rinuncia alla glia dandogli una prova di
oerta d'amore, intesa come vero possesso.
Ogni tragedia di Aleri, tranne alcune, sono versioni italiane di quelle di Eschilo, Sofocle ed Euripide. Poche 7.8 Ugo Foscolo
sono invece opere originali, come il Saul, tratto dai
Libri delle Cronache e dal Secondo libro di Samuele del- Ugo Foscolo rappresenta il preromanticismo italiano.
la Bibbia, nel quale si narra la battaglia tra Saul e Davide Trovandosi in un periodo dicile per l'Italia, il poeta si
34
7.8.1
8.1 Il Romanticismo
Nella prima meta dell'Ottocento si dionde in Europa il
movimento culturale noto come Romanticismo. Le idee
romantiche nascono in Germania propagandosi dal movimento dello Sturm und Drang. Le idee romantiche vengono fatte conoscere grazie alla rivista Athenaeum fondata
dai fratelli Friedrich e Wilhelm August von Schlegel. Le
idee romantiche trovano adesione in Francia e Inghilterra.
I romantici rivalutano il sentimento, la passione e la libert. Riavvertono il bisogno di Dio. Si sente un profondo legame con la natura. Da qui atteggiamenti come
il pessimismo, vittimismo ma anche il ribellismo ovvero la voglia di ribellarsi a ogni vincolo morale, ma anche
lo slancio eroico e passionale. I principali autori italiani
del Romanticismo sono Giacomo Leopardi e Alessandro
Manzoni. Invece la poetica di Ugo Foscolo meriterebbe di essere distaccata sia dal Romanticismo che da stili
precedenti ed essere analizzata di per s.
Ispirato a "I dolori del giovane Werther" di Goethe, Foscolo converte la vicenda nel gusto patriottico italiano. Il
protagonista un giovane lombardo che spera nel cambiamento del Paese con la venuta di Bonaparte. Nel frattempo si innamora di una ragazza, per promessa ad un pomposo e grezzo proprietario terriero, Odoardo. Con il fallimento delle sue illusioni, dacch Napoleone tratta l'Italia
come una provincia (dopo la vittoria ad Arcole), e dopo
lo sposalizio della sua amata con Odoardo, Jacopo si uccide. Il romanzo scritto in forma epistolare, riprendendo
lo schema goethiano. Foscolo stato uno dei primi ad in- 8.2
trodurre tale genere nel suo tempo. Il tema tipicamente
preromantico, dacch Foscolo, essendone il precursore,
sogna un riscatto dell'Italia, che non avverr immediatamente, oppressa dalla Francia e dall'Austria. Nel romanzo
egli raccoglie tutti i tipici sentimenti che saranno presenti nel Romanticismo, come lo sturm und drang, lo slancio
emotivo, la violenza patriottica, e l'amore per la natura e
il passato classico.
7.8.2
L'OTTOCENTO
Alessandro Manzoni
Dei sepolcri
Il secondo maggior lavoro di Foscolo la poesia Dei sepolcri, basata sull'editto di Saint Cloud di Napoleone. Il
poeta in quattro sezioni celebra il passato italico, partendo dal concetto di non venerare troppo i morti, dopo la dipartita, con sfarzose tombe, seguendo poi con l'elenco dei
migliori poeti e scrittori italiani sepolti nella Basilica di
Santa Croce a Firenze, narrando inne l'importanza della
sepoltura, anch permanga il ricordo, citando l'esempio
omerico della morte di Ettore. I temi principali oscillano
dal materialismo al preromanticismo.
L'Ottocento
Ritratto di Manzoni ad opera di Francesco Hayez
8.2
Alessandro Manzoni
35
Busto di Aristotele: Manzoni si oppose alle regole della poetica aristotelica, rispettate nei secoli in Italia, per le quali non si
riusciva a trovare un nuovo genere che dierisse dal classico
Manzoni inizi ad elaborare la sua tesi della tragedia storica, cos come fece in base al romanzo, intendendo raccontare storie italiane del passato, ma che fossero intese attraverso un'occhiata al presente. Le uniche tragedie
manzoniane sono "Il conte di Carmagnola" e l'"Adelchi".
8.2.3
Adelchi
36
L'OTTOCENTO
Renzo
8.2.4
I promessi sposi
Lucia
8.3
37
meschine, come la relazione amorosa con il brigante Egidio, che uccide la suora che un giorno li scopre insieme.
Per Manzoni tale personaggio, dopo il riuto della fede
Fra' Cristoforo - Don Rodrigo: potere buono contro (sebbene sia stata imposta con forza ad essa), non pu
potere corrotto
pi redimersi, ed condannato a vivere nell'oblio.
Fra' Cristoforo - Federico Borromeo: Chiesa povera
e pura che si allea con la Chiesa potente e saggia
Don Abbondio - Monaca di Monza: Chiesa povera
e corrotta e Chiesa potente a corrotta
Don Rodrigo - L'Innominato: potere corrotto e
potere corrotto che trova il riscatto nale.
I protagonisti del romanzo sono i primi, con Manzoni, a simboleggiare l'entrata in scena del popolo nella
letteratura italiana, e non pi dei ricchi e dei nobili. Renzo e Lucia sono tuttavia poveri con un animo umile, ma
anche nobile, pieno di buoni valori. Scelta condivisibile
di Manzoni, giacch lui aveva aderito pienamente al Romanticismo, e dunque si era distaccato dai classici temi
del pre-romanticismo e del classicismo, rappresentando
la vita normale, anzich quella oziosa dei ricchi. Anzi, i
ricchi nel romanzo simboleggiano in gran parte il vizio
e la corruzione, nonch l'ingiustizia, contro cui gli umili
devono combattere. La fede cattolica, del resto, la forza
spirituale romantica che circonda tutto il libro, e che porta i protagonisti ad andare avanti, avendo ducia in Dio,
che in grado di cambiare le situazioni e gli accadimenti avversari. La fede manzoniana tuttavia collegata alla
losoa di Blaise Pascal, ossia al giansenismo, nel quale Dio qualcosa che va cercato, e che non facilmente
manifesto a tutti, sebbene presente.
I personaggi del romanzo che incarnano la fede sono divisi in due gruppi: Don Abbondio e la Monaca, che simboleggiando la Chiesa corrotta, che inganna il popolo,
mentre Fra' Cristoforo e Federico Borromeo incarnano
la Chiesa pura. Fra' Cristoforo inoltre appare come un tipico personaggio romantico, al pari di Ermengarda, che
continuamente tormentato nel suo processo religioso,
giacch dal giovane era noto come un arrogante nobile
milanese, che comp un delitto d'onore, e che poi si rifugi in convento. Frate Cristoforo non riesce mai a raggiungere la pazienza e la concordia con s stesso, perch
spesso incline all'ira, come nell'esempio in cui scongiura
Don Rodrigo di lasciare stare Lucia.
Altra gura di spicco la Monaca di Monza, la quale rappresenta un atto di denuncia di Manzoni nei confronti della fede assunta con la forza. Ciascun personaggio manzoniano infatti, tranne Don Rodrigo (che inscena
il cattivo per natura), ha il suo comportamento in base
all'educazione e ai traumi ricevuti in giovent. La monaca ha subito la monacazione forzata sin da bambina, per
volere del padre, e sebbene abbia tentato di fuggire,ogni
tentativo stato vano. Da qui il termine la sventurata rispose. Inoltre il processo del destino, legato alla fede, fa
in modo che la Monaca, con l'atto iniziale di entrata prematura in convento, cada in azioni sempre pi tragiche e
38
Leopardi
8.4.1
L'OTTOCENTO
Canti pisano-recanatesi
L'opera pi importante di Leopardi, nel contesto poetico, sono i Canti, che si uniscono agli Idilli. Sono una
grande raccolta di poesie, che abbracciano le tre fasi del
pessimismo leopardiano. La prima fase composta da inni e odi che trattano temi eroici, come All'Italia, Ad
un vincitore nel gioco del pallone. La seconda fase dominata dai canti composti a Recanati, quelli pi importanti tra i quali "L'innito", Il passero solitario ", "Il sabato del villaggio" e "A Silvia". In questa fase si delinea
il pessimismo cosmico: il rapporto morboso e conittuale del poeta con la Natura matrigna, e delle sventure nel
campo amoroso. Leopardi ha elaborato il suo pessimismo
cosmico, sull'infelicit totale della vita, e sull'impotenza
dell'uomo di cercare illusioni, e di nascondersi dietro il
velo del progresso, e delle nuove scoperte. In tali poesie inoltre primeggia il tema del materialismo, e dell'antiromanticismo.
Nella terza fase il poeta, dopo il passaggio dei componimenti del "ciclo di Aspasia ", passa a "La ginestra", dove
riepiloga, descrivendo l'operato del Vesuvio, tutta la tragedia della vita umana, paragonandola ad una semplice
ginestra. Leopardi consiglia al genere umano di comportarsi come il ore, che cresce nei luoghi pi impervi, ma
che sa resistere tenacemente alle distruzioni della natura,
per rigenerarsi.
Frontespizio dei Pensieri leopardiani
8.4.3
Operette morali
Inizialmente Leopardi, studiando Rousseau e interrogandosi sulla condizione infelice umana, svilupp un primo
pessimismo, il cosiddetto pessimismo storico, che poi
diventer il pessimismo cosmico. Il primo pessimismo,
secondo Leopardi, dovuto alla condizione umana che
L'opera in prosa maggiore di Leopardi sono le Operette, dialoghi satirici, ispirati a quelli di Luciano di Samosata, in cui Leopardi presenta il suo manifesto di poetica:
l'avversione contro la natura, lo scetticismo per i tentativi dell'uomo di rendersi felice, e la presa di coscienza
8.4
Giacomo Leopardi
39
tuttavia induce a pensare e a riettere, facendo scaturire
il desiderio della felicit. Il ricordo ci che l'uomo possiede nella mente, grazie al quale riesce a catturare tutti i
momenti felici del passato, e che pu far rivivere soltanto
con il cervello, permettendogli di arontare le soerenze.
Manoscritto de l Innito
della vanit dell'esistenza umana. Di particolare rilevanza sono i dialoghi de La scommessa di Prometeo, nel
quale il titano fa una scommessa con Zeus, dicendogli che
avrebbe trovato sulla Terra un uomo felice. Dopo tre tentativi, Prometeo pagher la scommessa, perdendola. O
nel Dialogo della Natura e di un islandese, nel quale
un giovane dell'Islanda (terra ritenuta all'epoca assai lontana dal mondo) si trova dinanzi alla Natura: una donna
simile ad una statua, enorme, brutta e massiccia, a cui accusa tutti i mali del mondo. La Natura replica che lei non
ha colpa delle soerenze umane, perch tutto segnato Luigi Capuana
dal destino dell'esistenza, che si ada puramente al caso.
L'islandese si allontana scoraggiato, e muore nel deserto. La Scapigliatura fu un movimento artistico e letterario
sviluppatosi nell'Italia settentrionale a partire dagli anni
sessanta dell'Ottocento; ebbe il suo epicentro a Milano e
8.4.4 Lo Zibaldone
si and poi aermando in tutta la penisola. Il termine, che
si impose nel corso degli anni cinquanta dell'Ottocento,
Si tratta di un enorme diario personale, nel quale Leo- la libera traduzione del termine francese bohme (vita da
pardi annota dal 1817 tutti i suoi pensieri e riessioni ri- zingari), che si riferiva alla vita disordinata e anticonforguardo il suo sistema losoco. I temi trattati sono: la re- mista degli artisti parigini descritta nel romanzo di Henri
ligione cristiana, la natura delle cose, il piacere, il dolore, Murger Scnes de la vie de bohme (1847-1849).
l'orgoglio, l'immaginazione, la disperazione e il suicidio, Gli scapigliati erano animati da uno spirito di ribelliole illusioni della ragione, lo stato di natura del creato, la ne nei confronti della cultura tradizionale e il buonsenso
nascita e il funzionamento del linguaggio (con anche di- borghese. Uno dei primi obiettivi della loro battaglia fu il
verse annotazioni etimologiche), la lingua adamica e pri- moderatismo della cultura uciale italiana. Si scagliaromitiva, la caduta dal Paradiso, il bene e il male, il mito, la no sia contro il Romanticismo italiano, che giudicavano
societ, la civilt, la memoria, il caso, la poesia ingenua languido ed esteriore, sia contro il provincialismo della
e sentimentale, il rapporto tra antico e moderno, l'oralit cultura risorgimentale. Guardarono in modo diverso la
della cultura poetica antica, il talento, e, insomma, tutta realt, cercando di individuare il nesso sottile che legala losoa che sostiene e nutre la propria poesia.
va quella sica a quella psichica. Di qui il fascino che il
Le situazioni arontate con pi interesse sono il dolo- tema della malattia esercit sulla loro poetica, spesso rire e il ricordo. Per Leopardi infatti il dolore la causa ettendosi tragicamente sulla loro vita che, come quella
delle soerenze, nonch la vera natura di esse. Il dolore dei bohmiens francesi, fu per lo pi breve.
40
L'OTTOCENTO
La Scapigliatura - che non fu mai una scuola o un movimento organizzato con una poetica comune precisamente
codicata in manifesti e scritti teorici - ebbe il merito di
far emergere per la prima volta in Italia il conitto tra artista e societ, tipico del Romanticismo europeo: il processo di modernizzazione post-unitario aveva spinto gli intellettuali italiani, soprattutto quelli di stampo umanista,
ai margini della societ, e fu cos che tra gli scapigliati si
diuse un sentimento di ribellione e di disprezzo radicale
nei confronti delle norme morali e delle convinzioni correnti che ebbe per la conseguenza di creare il mito della
vita dissoluta ed irregolare (il cosiddetto maledettismo).
Negli scapigliati si forma una sorta di coscienza dualistica (una lirica di Arrigo Boito si intitola appunto Dualismo) che sottolinea lo stridente contrasto tra l'"ideale
che si vorrebbe raggiungere e il vero, la cruda realt,
descritta in modo oggettivo e anatomico. Si sviluppa cos
un movimento che richiama innanzitutto i modelli tipicamente romantici tedeschi di E. T. A. Homann, Jean
Paul, Heinrich Heine, e francesi, in special modo Charles
Baudelaire.
Il termine scapigliatura venne utilizzato per la prima
volta da Cletto Arrighi (pseudonimo di Carlo Righetti)
nel romanzo La Scapigliatura e il 6 febbraio (1862).
Grazia Deledda
8.5
8.6
Il verismo
Giovanni Verga
rappresentazione di una precisa realt umana e sociale in modo obiettivo, quasi"fotograco"; l'opera
letteraria viene ad assumere quindi l'aspetto di un
documento oggettivo;
8.7
Giovanni Verga
41
narrazione impersonale dei fatti, senza interven- il secondo pi imborghesito per "Mastro-don Gesualdo ",
ti (giudizi, considerazioni personali, partecipazio- che rappresenta il secondo maggior libro dell'incompiuto
ne emotiva) da parte dell'autore che rimane cos ciclo dei Vinti.
completamente estraneo alla vicenda;
utilizzo di un linguaggio semplice e diretto che, do- 8.7.1
vendo riettere il modo di esprimersi della gente
umile, comprende anche espressioni tipiche delle
parlate regionali.
I Malavoglia
8.7
Giovanni Verga
42
L'OTTOCENTO
Mastro-don Gesualdo
Federico De Roberto
Principe Giacomo, che riuscito a spodestare il fratello, e che non si accorhe che il fratellastro Don Blasco, in
punto di morte, lascia i suoi beni al fratellastro Carmelo.
Consalvo nel frattempo si avvicina alla carriera politica
di Montecitorio, dacch suo zio lo invita ad appassionarsi del potere al parlamento, essendo il futuro, cos spietato
che distrugger anche la stessa nobilt. Nel frattempo il
8.8 Federico De Roberto
Principe Giacomo, sempre pi potente ma ormai vecchio,
La fama di De Roberto nota per essere considerato il inizia ad ammalarsi, e l'odio enorme che i parenti portano
successore di Verga. Siciliano anche lui, oper con Ver- per lui nisce per schiacciarlo, e muore solo, senza che il
ga e Luigi Capuana nel movimento degli scapigliati, ade- glio Consalvo, diventato deputato, lo perdoni.
rendo successivamente al naturalismo, e al verismo. La Il romanzo include molti dei temi veristi, come
sua opera pi famosa I Vicer, che molti considerano l'ossessione per qualcosa. Nei romanzi verghiani erano il
essere il continuo del terzo romanzo incompiuto da Verga potere del commercio e della roba, nel romanzo di De
del ciclo dei Vinti.
Roberto il potere vero e proprio sul popolo.
8.8.1
I Vicer
Nella Sicilia del 1853, la nobile famiglia degli Uzeda vede morire la Contessa Teresa. Il glio Giacomo intende
appropriarsi di tutti i possedimenti di famiglia, ma met
vanno al fratello Raimondo. Giacomo sconvolto e arrabbiato, perch ha sempre odiato la madre, e sfoga la sua
rabbia sul glio Consalvo, che tratta sempre male. Quando Giacomo esce dal seminario, ormai stata proclamata
l'Unit d'Italia e torna a Catania, nel Palazzo Uzeda, per
amministrare i beni di famiglia. Tuttavia i continui litigi
con il padre guastano anche il potere e la solidit dei rapporti di famiglia. Molti familiari vengono comandati dal
8.9
Il tema maggiore delle opere di Carducci l'Italia: il poeta, infatti, spesso si lamenta dell'Italia della seconda met
dell'Ottocento, dicendo che si scordata dei valori della
vecchia Italia e di quelli del Risorgimento.
Altro argomento importante nella poetica di Carducci
sono i ricordi e le memorie dell'infanzia. La lingua che
egli usa nella sua poesia rigida, colta e legata alla tradizione latina, ma non per questo familiare ed incomprensibile: spesso trasmette sensazioni tramite le suggestive
immagine che il poeta riesce ad evocare.
8.11
Giovanni Pascoli
8.9.1
43
Luigi Pirandello
44
L'OTTOCENTO
Secondo gruppo di temi pascoliani riguarda il luogo familiare. Dato che Pascoli sin da ragazzo sub il trauma
Giovanni Pascoli
della morte violenta del padre, della madre, di una sorella e di un fratello, molte delle sue poesie (X agosto) sono
composte da temi che invitano il poeta stesso ad avere 8.11.1 Myricae e l'impressionismo pascoliano
ducia solo e soltanto nel nido familiare, e di stare lontano
dal mondo sconosciuto, incerto e pericoloso. La sua meIl titolo della raccolta poetica, pubblicata nel 1891, trat- tafora del nido lo vede come uno roveto adorno di spine,
to da un verso delle Bucoliche di Virgilio, in cui sono ci- dentro cui per c' un cespuglio pieno di ori. Il cesputate le tamerici.
glio il nido, e le spine il mezzo di difesa della roccaforte
8.12
Gabriele D'Annunzio
45
46
L'OTTOCENTO
di nobili decaduti e di streghe che ingannano gente superstiziosa. Il ricco Giorgio Aurispa giunge nel borgo montano di Guardiagrele, perch il padre ha sperperato tutti
i beni familiari, e vive in dissoluzione in una villa, con la
sua giovane amante. Giorgio rimane impotente dinanzi
alla miseria della sua famiglia, e decide di scappare verso
il mare Si rifugia in una villetta a San Vito Chietino, raggiunto dalla sua amata Ippolita, contemplando le macchina da pesca della costa dei Trabocchi, e scrivendo poesia
appassionate. Giorgio assai amareggiato dall'ambiente
selvaggio della natura adriatica abruzzese, e dalla gente
che si ada alla superstizione e al potere di false fattucchiere; invece Ippolita sembra esserne assai aascinata,
essendo donna di citt.
L'occasione per Ippolita di assistere ad una scena di comunione naturale morbosa degli abruzzesi con la natura e lo spirito, avviene durante un pellegrinaggio a
Per molti aspetti tale romanzo stato giudicato come il Casalbordino, al Santuario della Madonna dei Miracoli.
primo ad avere come protagonista il cosiddetto inetto (che Giorgio rimane terricato dalla scena dei poveri e degli
ammalati che si umiliano no a diventare delle bestie per
sar presente in Italo Svevo).
ricevere la grazia, mentre Ippolita stupefatta e divertita.
Giorgio allora inizia a pensare che lei sia una nemica,
8.12.2 Il trionfo della morte e il superomismo piuttosto che la sua compagna, e si uccide con lei.
dannunziano
Con Il trionfo della morte, D'Annunzio inscena la gura del superuomo nietzschiano, che unisce alla gura
dell'esteta gi annunciata ne Il piacere. L'esteta superuomo rappresenta il venerante dell'Arte per eccellenza in
D'Annunzio, che alla ricerca sempre di una compagna,
ma che vede il popolo e la borghesia come una minaccia
per il suo mondo d'oro. La massa viene infatti sempre rappresentato come ente negativo, brutto e orripilante, che
alla ne vincer contro gli intenti dell'esteta-superuomo,
essendo cambiata la moda, ed essendo concessa ad essa
la possibilit di espressione.
Con il ciclo delle Laudi, il poeta pescarese aerma il genere poetico del decadentismo. I cinque libri del ciclo
intendono celebrare l'unione e la comunione panica del
poeta con la natura, ma anche con le gesta storiche degli eroi italiani, e con l'universo intero. D'Annunzio usa
la massima forma di stile ricercato, raggiungendolo nel
libro Alcyone (es. La pioggia nel pineto), in una continua
euforia di amore e di visioni con la compagna Eleonora
Duse. Altre tematiche sono le citazioni di grandi poeti,
Pubblicato nel 1894, Il trionfo della morte ambientato come Dante e Petrarca, e la messa in scena del suo sconinizialmente a Roma, ma successivamente nell'Abruzzo forto verso la morte imminente, che giunge a rovinare la
selvaggio dell'Ottocento, di contadini e cafoni arricchiti, bellezza delle situazioni descritte, e del suo stupore e at-
8.12
Gabriele D'Annunzio
47
sono cantate venticinque Citt del silenzio (Ferrara, Ravenna, Pisa, ecc.), simbolo del passato glorioso dell'Italia;
nella quarta si trovano il Canto di festa per Calendimaggio e il famoso Canto augurale per la Nazione eletta, che
inamm di entusiasmo i nazionalisti, e chiude il libro.
Alcyone Il terzo libro, Alcione, fu pubblicato assieme
al secondo e contiene per acquisito giudizio il meglio del
D'Annunzio poeta (La pioggia nel pineto, La sera esolana, Stabat nuda Aestas, I pastori, Meriggio, Le stirpi
canore, La tenzone e vari ditirambi). Esso un unico e vasto poema solare, che ragura l'estate trascorsa dal poeta con la compagna Ermione (Eleonora Duse)
sulla costa della Versilia. In essa il superuomo si fonde
totalmente con la natura, divenendone parte (panismo
dannunziano).
Merope - Canti della guerra d'oltremare Il quarto libro, Merope, raccoglie i canti celebrativi della conquista
della Libia e della guerra italo-turca in Dodecaneso, composti ad Arcachon, e pubblicati dapprima sul Corriere della Sera e poi in volume nel 1912. Si tratta di una nuova
divagazione sul tema patriottico e nazionalista e sul mito di Roma. Nota La canzone dei Dardanelli, inizialmente censurata per alcuni versi ritenuti oensivi verso
l'imperatore Francesco Giuseppe d'Austria.
48
L'OTTOCENTO
49
Wan-Guld, che ha ucciso i suoi fratelli: il Corsaro Rosso
e il Corsaro Verde.
9 Il Novecento
9.1 Il Primo Novecento
All'inizio del secolo esplodono a livello europeo le cosiddette avanguardie, movimenti artistici che intendono rompere denitivamente i ponti con le forme pi
tradizionali della letteratura. Tra i maggiori movimenti
d'avanguardia, sia in campo artistico che letterario, sono il dadaismo con Marcel Duchamp; la pittura volutamente deformata di Picasso e in generale del Cubismo;
l'espressionismo, che tendeva a far interagire codici linguistici e stilistici diversi tra loro; il futurismo, la prima e pi consapevole avanguardia letteraria in Italia.
Benedetto Croce giudic molto severamente quasi tutti gli scrittori contemporanei, inuenzando cos un largo
numeri di critici accademici. All'inizio del XX secolo si
colloca, unica e folgorante, l'esperienza artistica del poeta
Dino Campana che nel 1914 pubblica i Canti Orci.
Nel 1908 fu fondata, da Giuseppe Prezzolini e Giovanni
Papini, La Voce, rivista di cultura e politica. Continu le pubblicazioni no al 1916. Fu una delle pi
importanti riviste culturali italiane del Novecento. Con
l'interventismo emergono autori come Scipio Slataper e
Filippo Corridoni.
Pinocchio
Il libro poetico pi rilevante della fase primonovecentesca senza dubbio L'allegria di Giuseppe Ungaretti[78] .
Per quanto riguarda la narrativa, essa si presenta in Italia
dotata di una tradizione molto meno forte rispetto alla lirica, e comunque dominata per lungo tempo dal modello
de I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. In questo primo novecento occupano la scena della narrativa Gabriele
D'Annunzio e Antonio Fogazzaro. Ma la critica tende oggi a individuare i testi pi signicativi fra quelli di Luigi
Pirandello, che, pur partendo da premesse tardoveriste,
si propone nel 1904 come sperimentatore e addirittura
precorritore di alcune soluzioni metanarrative con Il fu
Mattia Pascal, in cui si colgono nel testo le componenti della poetica pirandelliana pi tipica: l'antipositivismo
e l'antirazionalismo, non ben apprezzate da Croce. Altro
romanziere fondamentale del primo novecento, divenuto oggetto di grande attenzione critica solo molto tempo dopo la sua prematura scomparsa, Federigo Tozzi,
i cui romanzi superano le barriere ormai logore del naturalismo anticipando la grande narrativa psicologica ed
esistenzialista europea.
Edmondo De Amicis lo scrittore noto per il suo romanzo Cuore, ambientato nella citt di Torino, dove in una scuola elementare, si intrecciano le sto- Nel contempo, intorno agli anni venti, si veniva raorzanrie di un gruppo di scolari, amici tra loro. Ciascuna do una tendenza antinovecentesca, cio ostile ai caratteri
50
IL NOVECENTO
9.2
Luigi Pirandello
Pirandello
Ritratto di Pirandello
Pirandello, siciliano, stato il creatore della corrente letteraria, denita come "umorismo". Egli, oltre al campo
del romanzo (Il fu Mattia Pascal - Uno, nessuno e centomila), noto soprattutto nel campo teatrale, tra le quali opere spicca Sei personaggi in cerca d'autore. Ci ha
contribuito alla creazione del termine pirandelliano, che
signica la classicazione di personaggi curiosi, strani,
o di situazioni tragicomiche e bizzarre che accadono in
maniera del tutto involontaria.
9.2.1
Il romanzo, pubblicato nel 1904, inscena l'insieme delle situazioni dalle quali nasce il termine umorismo e
pirandelliano. Il concetto dell'umorismo era gi stato
denito dall'autore in un suo saggio, in cui descriveva
una donna bua e vecchia, che cerca di apparire giovane,
ma che risulta da un primo momento oggetto di riso, e
successivamente di compassione.
Nel romanzo sono spiegati i temi del riuto del protagonista verso la caduta nel vasto mondo, che impossibile a comprendersi per la sua vastit, e che preferisce
meglio vivere nell'ignoranza del paese, piuttosto che perdersi. Tuttavia per il protagonista Mattia accade l'esatto
contrario, e il caso lo porta in un vortice di situazioni paradossali, in cui Mattia perde addirittura la sua identit.
Nel colloquio successivo con un suo amico, il romanzo ha
la possibilit di spiegare l'assoluta incertezza dell'umanit
nel tempo presente, dove non solo sono caduti i valori, ma
addirittura caduta l'identit di ciascuno. Da qui la teoria della lanterninosoa, in cui l'esistenza un immenso
nulla nero, dove esistono solo i lanternini, simbolo delle
certezze, e i lanternoni, che incarnano i valori. Ogni tanto accade che qualche lanternino o lanternone si spenga,
e che quindi anche un valore cada, no al buio totale. Pirandello tuttavia invita il pubblico a non avere paura del
buio, perch solo il buio in realt rappresenta la verit, diversa dalla realt falsa e bigotta costruita dall'uomo, per
cui ogni valore va a scatafascio e ciascun comportamento
considerato ambiguo, se non conforme alla massa.
Di qui anche la teoria dello strappo nel cielo di carta, in cui
Mattia, assistendo alla rappresentazione di una tragedia
di Sofocle, vede strapparsi il cielo nto della scenograa,
e il protagonista diventare Amleto: ossia che l'eroe greco arcaico, consapevole del suo destino, e dei suoi valori
perfettamente incastonati nel suo spirito, con l'aprirsi del
cielo, e dell'uscire dal suo piccolo mondo verso il grande universo, si trasforma nell'eroe confuso e meditativo,
ossia quello di Shakespeare.
9.3
51
Nella crescita delle fasi dell'umorismo, Pirandello arriva a denire nuovi concetti: prima di tutto la liberazione dell'individuo, costretto in una gabbia dai commenti
della gente per i suoi comportamenti (a meno che non si
adegui alla massa), liberazione dal quale passer ad una
nuova fase, diventando un nessuno, e poi vari personaggi (Uno nessuno e centomila), in base al modo in cui
considerato dai suoi prossimi, nel giro della sua vita. In
secondo luogo, Pirandello arriva a denire il sistema delle persone-personaggi, e delle maschere. La maschera
ci di cui si serve un personaggio per apparire ci che non
, e che usandola o no, non assumer mai un'identit, perch si trova sempre, nella vita, a recitare una parte. Dovr
soltanto arontare la tesi della lanterninosoa, e superare il trauma dello strappo nel cielo di carta per apparire
come una persona, ossia nella sua vera natura, incurante
del giudizio dei prossimi.
Italo Svevo
sono stati quello in cui si fa curare per smettere di fumare (l'ultima sigaretta), quello in cui si sente in colpa per
la morte di malattia del padre (lo schiao del padre), le
vicende matrimoniali e la sua fortuna industriale durante
la Grande guerra.
Zeno rappresenta l'inetto per eccellenza, personaggio scomodo nella societ e malvisto, perch nell'inconscio della
sua mente compie azioni senza senso, e completamente
sbagliate, che si risolvono sempre in un totale fallimento,
inspiegabile. Ad esempio nei capitoli (blocchi narrativi),
ricorda quando non riesce a smettere di fumare, si sente
in colpa per aver litigato con il padre, e per aver ricevuto uno schiao (sebbene sia stato un equivoco), ama una
donna bella, promessa ad un altro, e si convince di sposare la sorella, assai brutta, ma pura di spirito, sua compagna ideale. Unica cosa che gli riesce perfettamente la
fortuna durante lo scoppio della Prima guerra mondiale,
producendo armi.
52
IL NOVECENTO
9.4
Il Crepuscolarismo
Crepuscolari fu l'aggettivo con cui il critico Giuseppe Antonio Borgese den[79] un gruppo di poeti che operarono
all'incirca nel primo ventennio del XX secolo e che interpretarono in modo particolare la sensibilit e i temi del
Decadentismo italiano.
Il crepuscolo il momento della giornata che segue il tramonto, l'ora in cui si dionde una luce tenue e morente:
i poeti crepuscolari derivano il loro nome dal gusto per
la penombra e dall'amore per gli aspetti pi grigi, meno
appariscenti e meno solari dell'esistenza.
Essi cantano le piccole cose di ogni giorno, gli oggetti e
gli ambienti pi banali, le abitudini, gli aetti e l'intimit
di una vita senza grandi ideali, riutando l'impegno nella
realt sociale, sognando il ritorno all'infanzia e aspirando
ad una vita semplice, confortata dai valori della tradizione. Essi stessi si considerano gli della poetica del Pascoli, il primo e pi grande cantore delle"piccole cose e del
verso slegato ed intimo.
Manca nei poeti crepuscolari, che non costituirono mai
un movimento o una scuola ben denita, lo slancio e la
passione ed essi considerano con ironia il loro sogno di
una felicit quieta, quasi modesta. Il ripiegamento nostalgico su s stessi, unito alla malinconia dell'esistenza,
ebbero per una precisa funzione polemica contro il lirismo dannunziano: attraverso modulazioni di linguaggio
tendenti all'andamento prosastico e discorsivo anzich al
canto pieno, i crepuscolari sottolineavano il loro riuto
del superuomo e dei miti estetizzanti[80] .
Aldo Palazzeschi
si spronano i letterati a comporre opere nuove, ispirate all'ottimismo e ad una gioia di vivere aggressiva e
prepotente.
Si auspica inoltre la nascita di una letteratura rivoluzionaria, liberata da tutte le regole, anche quelle della
grammatica, dell'ortograa e della punteggiatura.
I futuristi sperimentano nuove forme di scrittura per dar
vita ad una poesia tutta movimento e libert, negano la
sintassi tradizionale, modicano le parole, le dispongono sulla pagina in modo da suggerire l'immagine che
descrivono.
9.5
Il Futurismo
Nei primi anni del Novecento, opposta a quella dei crepuscolari fu la voce dei futuristi. Mentre i primi si ripiegavano su se stessi e con linguaggio prosastico e dimesso
invocavano un ritorno ai buoni sentimenti del passato, i
secondi reagivano alla caduta di ideali della loro epoca
proponendo una ducia fermissima nel futuro.
Fondatore del movimento futurista Filippo Tommaso La letteratura italiana nel Novecento fortemente inMarinetti che a Parigi, nel febbraio del 1909, pubblica il uenzata, pi ancora che in altri secoli, da fattori storicoprimo Manifesto futurista.
politici e socioculturali in genere. Sul primo versanIn esso si proclama la fede nel futuro e nella civilt del- te, per esempio, non si pu sottovalutare che, durante
le macchine, si aermano gli ideali della forza, del mo- il ventennio fascista, (1922-1943), la libera circolaziovimento, della vitalit, del dinamismo e dello slancio e ne delle idee stata impedita o fortemente limitata, e
9.9
Eugenio Montale
53
che perci il dibattito letterario stato fortemente condizionato, e tornato in primo piano poi alla ne della
seconda guerra mondiale, con una massiccia adesione
degli scrittori alle ideologie di sinistra.
Sul versante socioculturale mantenne grande inuenza il
losofo e critico Benedetto Croce, tra i pochissimi intellettuali a rimanere indipendente dal fascismo, a dierenza del suo collega Giovanni Gentile, che ne fu invece uno
dei fautori.
Tuttavia si deve sottolineare che anche sotto il regime fascista rimase vivace l'interesse per il confronto letterario,
grazie soprattutto alle riviste orentine, come Solaria, alla
quale collaboravano autori quali Eugenio Montale o Carlo
Emilio Gadda o le riviste letterarie di Mino Maccari e
Leo Longanesi. Insieme alla consacrazione di Luigi Pirandello, Premio Nobel per la letteratura nel 1934, emersero scrittori come Antonio Baldini, Curzio Malaparte,
Massimo Bontempelli.
9.7
La letteratura dialettale
Tra i caratteri fondamentali del panorama letterario italiano della prima met del Novecento fondamentale
l'interazione fra la lingua nazionale, impostasi di fatto solo nell'ultimo scorcio dell'Ottocento e dopo l'unit (1861),
e i dialetti, ovvero le vivacissime lingue legate alle tante realt socioculturali della nazione. Questa interazione port spesso all'uso di un bilinguismo, ben evidente
per esempio in molti poeti del primo novecento come
il poeta napoletano Salvatore Di Giacomo, che fu membro dell'Accademia d'Italia, o il veneto Giacomo Noventa
che, pur essendo un intellettuale colto ed eclettico, scriveva versi soprattutto nel suo idioma materno, in implicita
polemica con l'odiatissimo regime fascista, che nella lingua italiana comune vedeva un elemento unicante della
nazione.
9.8
Umberto Saba
Il Canzoniere
L'opera, pubblicata inizialmente nel 1919, stata ripubblicata altre volte, e notevolmente ampliata, venendo divisa in tre sezioni; e risulta essere un ampio percorso di
vita del poeta, cos come la Vita di un uomo di Ungaretti.
Saba nell'opera si propone di raccontare il processo di ricerca di un semplice uomo, ossia il poeta stesso, verso
la puricazione totale. Infatti egli nella raccolta racconta
Saba
54
IL NOVECENTO
In tal modo Montale capovolge l'atteggiamento fondamentale pi consueto della poesia: il poeta non pu trovare e dare risposte o certezze; sul destino dell'uomo incombe quella che il poeta, nella lirica Spesso il male di
vivere ho incontrato, denisce Divina Indierenza, ci
che mostra una partecipazione emotiva del tutto distaccata rispetto all'uomo. In un certo senso, si potrebbe affermare che tale Divina indierenza l'esatto contrario
della Provvidenza divina manzoniana. La prima raccolta di Montale usc nel giugno del 1925 e comprende poesie scritte tra il 1916 e il 1925. Il libro si presenta diviso
in otto sezioni: Movimenti, Poesie per Camillo Sbarbaro,
Sarcofaghi, Altri versi, Ossi di seppia, Mediterraneo, Meriggi ed ombre; a questi fanno da cornice una introduzione
(In limine) e una conclusione (Riviere).
Quelli di La bufera e altro sono componimenti riguardanti temi di guerra e di dolore pubblicati nel 1956.
Nel poeta ligure conuiscono quegli spiriti della crisi
che la reazione anti-dannunziana aveva generato n dai
Crepuscolari: tutto ci che era stato scritto con vena ribelle nel brulicante mondo poetico italiano tra le due guerre,
in lui diventa possibilit di scoprire altre ragioni per essere poeti. Per quanto riguarda l'engagement tipico di quegli
anni, non ce n' alcuna traccia.[81]
9.10 I Narratori
9.10.1
Il Neorealismo
9.11 L'ermetismo
9.13
Letteratura di costume
55
umi che li hanno attraversati, ossia, l'Isonzo, il Serchio,
il Nilo, la Senna. Attraverso i umi il poeta ripercorre le
tappe pi importanti della sua vita. Pellegrinaggio esprime invece la capacit di trovare la forza interiore per salvarsi dalle macerie della guerra. In essa egli formula la
nota denizione di s: Ungaretti / uomo di pena / ti basta
un'illusione / per farti coraggio[82] .
La poesia pi famosa dell'opera Mattina (M'illumino
/ d'immenso)[83] , scritta a Santa Maria la Longa il 26
gennaio 1917. la poesia pi breve di Ungaretti:
due parole, tra di loro unite da tti richiami sonori.
Nell'illuminazione del cielo al mattino, da cui nasce la
lirica, il poeta riesce a intuire e cogliere l'immensit
(Marisa Carl).[84] Romano Luperini ha notato come
l'idea della innita grandezza... colpisce nella forma
della luce.[85]
Salvatore Quasimodo
Ungaretti
9.12.1 L'allegria
Lo scrittore e giornalista romagnolo Giovannino Guareschi il padre di Don Camillo e Peppone, il prete del villaggio padano di Ponteratto e del sindaco comunista che
sono sempre in lotta tra loro, apparsi per la prima volta
nel libro Don Camillo. L'intento di Guareschi di aer-
56
mare la ducia verso il partito della Democrazia Cristiana, e di osteggiare il comunismo, a lui sempre avverso.
Ma soprattutto Guareschi intende rappresentare un certo tipo di vita, mite e tranquillo, fondato sui valori, che
oggi non esiste pi: ossia quello della bassa padana, dove
anche Don Camillo e Peppone, sebbene avversari politici, inne sono amici e si riuniscono sempre, dopo le loro
scazzottate.
9.14.1
La letteratura meridionalista
9.14.2
IL NOVECENTO
l'egemonia, nella sua accezione pi vasta, considerata l'arma che permette a una classe di mantenere il
controllo sociale di un Paese;
il ruolo degli intellettuali, che devono contribuire a
creare le condizioni perch tale egemonia passi al
proletariato;
considerazioni sulla losoa crociana, considerata
condivisibile per l'impianto storicistico, ma da ribaltare nella priorit della sfera ideale su quella
materiale;
l'analisi dell'esperienza risorgimentale, considerata
una rivoluzione mancata, a causa delle contraddizioni presenti nelle classi egemoniche nell'arontare e
gestire il cambiamento strutturale del Paese;
lo studio del folklore, inteso come espressione della
visione del mondo delle classi dominate, dotate di
loro capacit di resistenza critica e rivoluzionaria nei
confronti dei valori borghesi;
la questione meridionale, ovvero il problema principale dell'organizzazione del proletariato, con la necessit di creare una coscienza di classe rivoluzionaria per le masse di contadini del sud;
considerazioni sulla critica letteraria ed artistica, con
la distinzione tra valutazione estetica e sociologicapolitica, e un tentativo di mediazione tra le due.
9.16 La Poesia
Dopo la Seconda guerra mondiale molti poeti, in un rinnovato clima politico, riaermano il valore sociale della
poesia e criticano il disimpegno dell'ermetismo.
Ritratto di Gramsci
In questi anni di fronte a un'ampia oritura della narrativa, la poesia si trov spiazzata. Bisogna tuttavia notare
che in questo stesso periodo si ha un progressivo spostamento degli interessi del grande pubblico verso il cinema
italiano, e, dalla seconda met degli anni cinquanta, si riscontra una prima polarizzazione tra produzione di largo consumo e cultura d'lite. Nel secondo dopoguerra,
Eugenio Montale a diventare il modello pi seguito dai
giovani autori. A Umberto Saba invece si ispirano poeti
antinovecenteschi.
9.17
57
Eugenio Montale
Durante il periodo neorealista e soprattutto negli anni seguenti, la narrativa sperimenta forme e temi nuovi, in
una grande variet di produzione in cui dicile distinguere dei loni. Tra gli scrittori pi noti: Carlo Cassola,
Giorgio Bassani, Vasco Pratolini, Carlo Emilio Gadda,
Emilio Lussu, Italo Calvino, Dino Buzzati, Carlo Levi,
Alberto Moravia, Elsa Morante, Cesare Pavese, Ignazio
Silone, Ennio Flaiano, Goredo Parise, Pier Paolo Pasolini, Primo Levi e i siciliani Vitaliano Brancati, Giuseppe
Tomasi di Lampedusa, Elio Vittorini, Leonardo Sciascia
e Gesualdo Bufalino.
E ancora Romano Bilenchi, Natalia Ginzburg, Giovanni
Arpino, Umberto Eco, Beppe Fenoglio, Giuseppe Berto, Giovanni Testori, Pier Antonio Quarantotti Gambini, Francesco Jovine, Antonio Delni, Alberto Arbasino,
Luciano Bianciardi, Attilio Bertolucci, Giorgio Caproni, Sandro Penna, Vittorio Sereni, Giorgio Orelli, Mario
Soldati, Lucio Mastronardi, Antonio Pizzuto, Dacia Maraini, Tommaso Landol, Vincenzo Consolo, Andrea
Camilleri, Eugenio Corti.
In quegli anni la scelta dei dialetti risulta soprattutto difensiva o per opposizione contro la massicazione e poi
la globalizzazione, come nel caso di Pier Paolo Pasolini. L'intersezione dei dialetti diventa, nel secondo Novecento, da un lato molto pi ane al plurilinguismo colto, e basato magari sul rapporto anche con lingue morte,
dall'altro, come in Andrea Camilleri, il dialetto intimamente integrato nel linguaggio in italiano e utilizzato nel
discorso diretto e nelle citazioni di proverbi e modi di
dire.
Cesare Pavese
58
IL NOVECENTO
Lo stile della sua prosa spoglio e disadorno, le parole volutamente povere e comuni per concentrarsi sulla
costruzione del periodo con una sintassi elaborata. Ogni
proposizione della sua prosa corrisponde a singole osrante l'oppressione fascista, e della resistenza contro tali servazioni psicologiche che sincastrano in un montaggio
frustrazioni.
perfetto no ad aermare uno stato d'animo particolare.
Il nome del romanzo Fontamara racchiude in s gi Il suo uno stile esclusivamente da narratore che non si
Silone
9.21
59
60
borgatari romani, giovani scapestrati che vivono alla
giornata, incuranti dei pericoli e della giustizia. Pasolini
vede in tali persone uno spirito di vita e di amore, ormai
corrotto per sempre dal quarto potere, e dal bogottismo
borghese. Molte altre opere pasoliniane, sia letterarie che
cinematograche sono legate al tema della povert delle
borgate romane, e all'assoluta innocenza e spensieratezza
dei ragazzi che le abitano. Insomma intendeva descrivere un inno alla vita, che esaltasse la vita dell'uomo libero
senza freni, incentrata sulla ricerca del piacere e del diletto in un'atmosfera parallela e fantasiosa, proprio come
dei fanciulli, sebbene le giuste precauzioni.
IL NOVECENTO
Il cavaliere inesistente all'epoca del regno di Carlo Magno, il cavaliere Agilulfo dei Guildiverni noto perch non si mai tolto l'armatura, e perch tra i soldati e i cavalieri circola la leggenda che lui non esista,
e che non sia riconoscibile, se non per la sua corazza. Agilulfo nel frattempo, sebbene valoroso, un
eroe tormentato, alla ricerca della sua amata donnaangelo, che vive in un castello lontano. Con un buffo servitore si mette in viaggio, alla ricerca di lei, e
la trova. Sconfortato dall'incontro con la donna, che
non si mostra essere una fanciulla virtuosa, Agilulfo
prosegue alla ricerca del Santo Graal per redimeCalvino
re la sua anima, ma vede che stato gi trovato da
dei cavalieri senza onore. Dopo aver compiuto le sue
Intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale,
imprese, il cavaliere scompare del tutto.
stato uno dei narratori italiani pi importanti del Secondo Novecento. Ha seguito molte delle principali tendenze
letterarie a lui coeve, dal Neorealismo al Postmoderno, 9.23 Le
nuove
correnti
e
la
ma tenendo sempre una certa distanza da esse e svolgenneo-avanguardia
do un proprio personale e coerente percorso di ricerca. Di
qui l'impressione contraddittoria che orono la sua opera e la sua personalit: da un lato una grande variet di La Generazione degli anni trenta, autori nati negli anni
atteggiamenti che riette il vario succedersi delle poeti- '30, pur essendo caratterizzata da esperienze eterogenee,
che e degli indirizzi culturali nel quarantennio fra il 1945 le carriere di tali autori hanno fatto s che oggi essi vene il 1985; dall'altro, invece, una sostanziale unit deter- gano considerati appartenenti ad una generazione matura.
minata da un atteggiamento ispirato a un razionalismo Tra i narratori si possono citare Dacia Maraini, Vincenzo
pi metodologico che ideologico, dal gusto dell'ironia, Consolo, Gesualdo Bufalino, Fulvio Tomizza, tra i poeti
dall'interesse per le scienze e per i tentativi di spiegazio- Giancarlo Majorino, Giovanni Raboni e Alda Merini.
ne del mondo, nonch, sul piano stilistico, da una scrittura Dopo gli anni '60 la poesia sembra volgersi a uno sperimentalismo linguistico pi complesso. Tra i poeti pi
sempre cristallina e a volte, si direbbe, classica.[86]
61
signicativi di questa tendenza vanno ricordati Franco
Fortini e Andrea Zanzotto. In questa generale tendenza
al rinnovamento va iscritta anche la "neo-avanguardia"
del Gruppo 63 costituitosi a Palermo nell'ottobre di
quell'anno. Tra gli esponenti pi signicativi del gruppo
(peraltro estremamente eterogeneo per intenzioni e interessi) troviamo Umberto Eco, Nanni Balestrini, Alberto
Arbasino, Giorgio Manganelli e i poeti Elio Pagliarani ed
Edoardo Sanguineti.
10
Le storie della letteratura italiana hanno sempre puntato a rivendicare una specicit nazionale della letteratura italiana, da Giovanni Mario Crescimbeni e Giacinto
Gimma no a Girolamo Tiraboschi e Francesco De Sanctis. La letteratura stata perci il principale veicolo di
unicazione degli italiani, al punto che si pu parlare Gli anni '90 vedono l'aermarsi del fenomeno letterario
di un'Italia letteraria in contrapposizione o in aggiunta dai critici denito "Cannibali", di genere pulp, con Aldo
Nove, Niccol Ammaniti, Tiziano Scarpa.
all'Italia costruita su base politica, etnica, o economica.
Una recente proposta letteraria, il New Italian Epic di Wu
Ming, si muove verso l'individuazione di una linea attuale,
tutta italiana e tutta letteraria, di indagine della storia e di
lavoro sullo stile.
Sulla stessa linea, inne, la raccolta di racconti pubblicati dalla Minimum Fax, a cura di Giorgio Vasta,
Anteprima Nazionale (2009), con scritti di Tullio Avoledo, Alessandro Bergonzoni, Ascanio Celestini, Giancarlo
De Cataldo, Valerio Evangelisti, Giorgio Falco, Giuseppe
Genna, Tommaso Pincio, Wu Ming 1, che raccontano
come sar il nostro paese tra vent'anni.
12 Note
[1] Natalino Sapegno, Compendio di storia della letteratura
italiana, vol. I, Dalle origini alla ne del quattrocento, La
Nuova Italia, Firenze, 1956, pag. 4
Alda Merini
62
12 NOTE
[39] Mario Sansone, Storia della letteratura italiana, Principato, Milano, 1960, pag. 75
[17] Il brano tratto dalla volgarizzazione del testo da C. Salinari, C. Ricci, Storia della letteratura italiana con antologia degli scrittori e dei critici, Laterza, Bari, 1991, pag.
215
[43] Mario Sansone, Storia della letteratura italiana, Principato, Milano, 1960, pag. 62
63
[54] Mario Sansone, Storia della letteratura italiana, Principato, 1960, pag. 110
[55] Mario Sansone, Storia della letteratura italiana, Principato, Milano, 1956, pag. 107
[56] Da Mario Sansone, op. cit., pag. 108
[57] Natalino Sapegno, Introduzione ai Poeti minori del Trecento, in Pagine di storia letteraria, Palermo, Manfredi, 1960,
pagg. 197-200
[58] Natalino Sapegno, Compendio di storia della letteratura
italiana. Dalle origini alla ne del Quattrocento, La Nuova
Italia, Firenze, 1956, pag. 253
[59] Natalino Sapegno, op. cit., pag. 260
[60] Pasquale Stoppelli, Malizia Barattone (Giovanni di Firenze) autore dell'opera "Il Pecorone", in Filologia e critica
II (1977)), pagg. 1-34
[61] Giuseppe Petronio, Compendio di storia della letteratura
italiana, Palumbo, 1968, pag. 99
[62] Roberto Mercuri, La letteratura del Trecento in Toscana
in Letteratura italiana, Einaudi, Firenze, 2007, pag. 570
[63] Natalino Sapegno, Compendio di Storia della letteratura
italiana, La Nuova Italia, Firenze, 1956, pag. 282
[64] Giuseppe Petronio, Compendio di storia della letteratura
italiana, Firenze, 1968, pag. 103
64
12.1
16
Riferimenti
COLLEGAMENTI ESTERNI
13
Bibliograa
14 Voci correlate
Natalino Sapegno, Compendio di storia della letteratura italiana, Firenze, La Nuova Italia, 1947
[1936].
Lingua italiana
Letteratura dialettale
Lingua volgare
Letteratura svizzera
Italia letteraria
Storia della fantascienza italiana
15 Altri progetti
16 Collegamenti esterni
Storia della letteratura italiana, in Tesauro del Nuovo
soggettario, BNCF, marzo 2013.
65
www. StoriaDellaLetteratura.it - Antonio Piromalli: il testo completo della Storia della letteratura
italiana scritta da Antonio Piromalli, liberamente
disponibile in rete
Francesco De Sanctis: il testo completo della Storia
della letteratura italiana (1870)
Approfondimenti da www.sussidiario.it, sussidiario.it.
66
17
17.1
Storia della letteratura italiana Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_della_letteratura_italiana?oldid=81121924 Contributori: Sbisolo, Ary29, Marcok, M7, Retaggio, Margherita, Piero129, Ares, Pil56, Habemusluigi, SunBot, CruccoBot, Elwood, Rago, Aubrey, Gep,
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17.2
Immagini
17.2
Immagini
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Artista
originale:
sconosciuto<a
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File:Grazia_Deledda_1926.jpg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c7/Grazia_Deledda_1926.jpg Licenza: Public domain Contributori: http://nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1926/deledda-autobio.html Artista originale: Nobel
Foundation
File:I_Malavoglia.djvu Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/63/I_Malavoglia.djvu Licenza: Public domain
Contributori: Internet Archive Artista originale: Giovanni Verga
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2nd_edition_cover.jpg Licenza: Public domain Contributori: edizione del 1840 dei Promessi Sposi Artista originale: Francesco Gonin
(1808-1889)
File:I_promessi_sposi_-_Lucia.jpg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/0a/I_promessi_sposi_-_Lucia.jpg Licenza: Public domain Contributori: edizione del 1840 dei Promessi Sposi Artista originale: Francesco Gonin (1808-1889)
File:I_promessi_sposi_-_Renzo.jpg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c0/I_promessi_sposi_-_Renzo.jpg Licenza: Public domain Contributori: edizione del 1840 dei Promessi Sposi Artista originale: Francesco Gonin (1808-1889)
File:Il_conte_di_Carmagnola_Hayez.jpg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/55/Il_conte_di_Carmagnola_
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