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Lo spazio geografico della storia romana coincide con l’intero mondo di cui siamo a
conoscenza che viene unificato e sottomesso da Roma sotto il suo dominio. E’ un mondo
che, da un lato presenta forti elementi di unificazione, ma anche vario e molteplice. I fattori
unificanti sono: il sistema amministrativo, la lingua (latino), il diritto e l’esercito. Ma è
anche vario perché lascia sussistere inalterati gli usi locali delle popolazioni che conquista.
Si distinguono tre periodi della storia romana, i cui riferimenti sono i cambiamenti nella
forma di governo:
Età Monarchica (753- 509 a.C.): ha inizio con la fondazione di Roma nel 753 a.C. (questa è
la data canonica, dalla metà del VIII sec. fino alla fine del VI sec, cioè nel 509 a.C.) fino a
quando viene cacciato l’ ultimo Re: Tarquinio il Superbo
Età Repubblicana (509- 27 a.C.): dura fino alla fine del I sec. quando Ottaviano assume il
nome di Augusto dal senato. Augusto creerà una nuova forma di governo.
Età Imperiale (27 a.C. - 476 d.C.): fin quando crolla l’ impero Romano d’ Occidente.
Precedentemente l’impero viene diviso in Oriente e Occidente. Questa età viene divisa in
due fasi:
• ALTO IMPERO/ PRINCIPATO
Sono i primi secoli della storia imperiale, da Augusto al III d.C. È presente nelle fonti
antiche.
• BASSO IMPERO/ DOMINATO
Si passa dalla fare del Principato a quella del Dominato quando Diocleziano prende il
potere nel 285 (fine del III sec). Da Diocleziano in poi, il nome ha un’ origine antica: domus
= padrone, ma è stato coniato dagli studiosi moderni, il termine non è presente nelle fonti
antiche.
ORIGINI DI ROMA
Sulla nascita della città di Roma vi sono moltissime fonti letterarie, però queste opere sono
molto più tarde rispetto alle vicende di cui trattano (secondo la data tradizionale, Roma
viene fondata nel 753 a.C.), e questo risulta un problema. Gli autori ai quali siamo debitori
di un esteso racconto sulla fondazione di Roma, vivono e scrivono tra la fine del I secolo a.C.
e l’inizio del I secolo d.C.
Questi autori sono Livio e Dionigi di Alicarnasso.
Livio scrive “dalla formazione” (è giunta a noi solo una parte), il primo libro è dedicato alla
nascita di Roma e alla sua storia più antica.
Dionigi è un Greco che viene da Alicarnasso, scrive “le antichità Romane” che comprende
20 libri dalla fondazione fino al 264 a.C. cioè la prima guerra Punica (metà III sec). la sua
opera è considerata un’ opera a tesi, scritta con un intento ben preciso, cioè quello di
dimostrare che Roma è una citta Greca, poiché fondata da antiche origini Greche, cerca in
tutti i modi di confermare la sua tesi. I due autori, comunque, hanno utilizzato fonti più
antiche per documentarsi, ma non si riesce ad arrivare oltre la seconda metà del IV secolo
a.C. per cui il problema continua a sussistere: i secoli delle fonti sono molto lontani rispetto
alle vicende descritte. Essendo questi autori molto più tardi della storia di Roma, tendono a
proiettare su questo lontano passato, la realtà che è a loro più vicina nel tempo, faticando a
comprendere una realtà così cronologicamente distante. Ad esempio, quando Livio parla
della fase monarchica, afferma la presenza di un Senato, ma sappiamo che non è
un’istituzione monarchica: allora, il Senato da lui descritto è il Consiglio del re formato
dagli anziani delle famiglie più importanti. È quello da cui prende inizio il Senato in età
Repubblicana.
Gli studiosi, nel corso del tempo, hanno adottato diversi orientamenti nei confronti di
queste fonti.
• Barthold Nierburh inizio 800 (IXX)
È un Danese che vive in Germania e sottopone a durissima prova tutta la tradizione
più antica di Roma giudicandola “inattendibile”: afferma che è impossibile ricostruire
una fedele storia di Roma da queste fonti. La sua opera influenza enormemente gran
parte degli studiosi del XIX secolo.
• Alla fine del 900 le cose cominciano a cambiare: da un totale rifiuto della tradizione si
passa ad una totale accettazione del racconto. Questo avviene perché alla fine dell’
800 e inizio 900 ci sono nuove scoperte archeologiche che riescono a confermare
alcuni aspetti della tradizione.
• “Orientamento della critica temperata” dato da GAETANO DE SANCTIS che
inaugura questa critica che dura ancora oggi, afferma di non dover respingere tutto,
ma neppure accettare in blocco ciò che ci viene riferito nella tradizione letteraria,
quindi avere una posizione mediana.
Sulla nascita di Roma entrano in gioco due modelli:
• MODELLO FONDATIVO: cioè quello di chi parla di una FONDAZIONE della città, nata
in un terreno vergine, in preciso momento, da un eroe che ha fondato la città. Nelle
fonti letterarie vi sono molti racconti di fondazione di Roma, ma ce n’è uno che ha
goduto di maggiore fortuna ed è quello datoci da Virgilio nell’Eneide.
tutto parte da Enea (è un profugo) è un Troiano che quando Troia viene distrutta,
parte col padre e con il figlio e arriva in Italia, sulle coste del Lazio dove fonda una
citta: LAVINIUM. Nome derivato da Lavinia la donna che sposa. Lavinia è anche la
figlia di latino, il Re dei Latini, cioè la popolazione che abitava il Lazio.
Enea arriva col figlio ASCANO/IULIO il quale fonda una città, 30 anni dopo la
fondazione di Lavinium, la chiama ALBA LONGA (attuale Castelgandolfo). La città
viene creata a seguito di una profezia che diceva di fondare una città nel luogo dove
avesse visto una vacca bianca gravida. Ascano istituisce una dinastia reale: i re
Albani.
Dopo alcune generazioni c’ era il Re NUMITORE che però viene spodestato dal
fratello più giovane AMULIO. Numitore aveva una figlia, REA SILVIA, la quale genera
due gemelli: ROMOLO e REMO nati dall’ unione con il Dio Marte (origini divine(. Rea
Silvia porta i bambini sulle rive del tevere e li abbandona poiché temeva per per un
attentato da parte di Amulio alla loro vita. Una lupa li trova e se ne prende cura;
successivamente il pastore Faustolo li trova e li alleva come se fossero suoi figli.
I due giovani, diventati adulti, decidono di fondare una nuova città; nascono dei
dissidi tra loro sull’ ubicazione di questa città che porterà ad un omicidio da parte di
Romolo verso il fratello Remo (Remo muore). Romolo fonda la città dove aveva
deciso, la chiama Roma. Si pensa che il nome derivi dal greco “Rhome”, forza; altri
pensano derivi da “Rumon” , il nome etrusco del fiume Tevere. Certo è che il nome
della città è legato a quello del suo fondatore. Questo modello fondativo è comunque
stato messo in discussione, ed è stato proposto uno alternativo, che ha avuto
maggiore fortuna. È stato messo in discussione perché questa storia di fondazione
sarebbe stato molto influenzato delle storie di fondazione di altre tradizioni. In tutti i
racconti sulla fondazione di Roma l’ elemento che ritorna sempre è l’ uccisione di
Remo, perché è un elemento di cui si appropriarono i nemici di Roma e che useranno
contro di essa nei dissidi (tutto nasce da un omicidio, i Romani hanno innato il senso
della violenza). Romolo si rifà all’ elemento Albano. Ascano Iulio viene considerato il
capostipite della Gens Iulia che è la famiglia di Cesare e di Ottaviano (figlio adottato
da Cesare). Essere della Gens Iulia significa discendere da Ascano e di discendere da
Enea, collegarsi ad essa e anche potersi vantare di un origine divina, perché Enea è il
figlio di Venere. Per questo motivo con Cesare e poi con Augusto il culto di Venere
diventa principale (visto solo il suo aspetto materno e genitrice).
• MODELLO FORMATIVO: secondo cui Roma nasce gradualmente, si va formando dall’
aggregazione di villaggi situati sui colli sovrastanti il basso corso del Tevere. Non c’è
un atto fondativo, ma varie comunità che si uniscono e portano alla creazione di un
centro urbano: Roma nasce per SINECISMO (aggregazione dal greco)
Questi villaggi sono noti dal punto di vista archeologico già dal IX a.C, si trovano sui
colli, con un’ economia fondata sull’ agricoltura e pastorizia, abitazioni in capanne e
non doveva esistere la proprietà privata, lo si capisce dalle tombe dove si trovano
corredi omogenei. Queste comunità vanno a creare in nuovo centro urbano.
Un ruolo importante lo hanno avito i villaggi che si trovano sul monte Palatino. Gli
studiosi pensano che il Sinecismo sia un processo graduale presente già dal VIII sec e si
conclude nel VII sec poiché qui avviene la pavimentazione della Valle del Foro. Questo fa
comprendere che il processo è completo, e la città ha bisogno di un centro che trova
nella Valle del Foro. Roma è in una posizione geografica molto favorevole, il che
determina uno sviluppo rapido:
• Si trova vicino al Tevere;
• Il sale estratto vicino alla costa, veniva portato nell’Italia centrale tramite una strada
non lontana dalla città di Roma;
• È al centro di una serie di importanti vie di comunicazione.
Un archeologo italiano: ANDREA CARANDINI ha rilanciato il modello Fondativo : alla fine
degli anni ’80, durante uno scavo alle falde del Palatino, trova i resti di una palizzata,
precisamente delle buche in cui probabilmente era stata issata questa palizzata. Ad una
certa distanza da questa, trova i resti di un muro, il quale può essere datato perché è stata
trovata anche della ceramica (che dà sempre la possibilità di datare): 730/720 a.C. Di
fronte a questi ritrovamenti, Carandini prende gli scritti di Varrone (che dà la data della
fondazione di Roma del 753 a.C.), un erudito che vive nell’età di Cesare. Questo personaggio
ci descrive come avviene la fondazione nel mondo italico: un vero e proprio rituale che
avveniva in due tempi: 1) con un aratro si tracciava nel terreno la linea perimetrale
(POMERIO) della nuova città, la quale era sacrale e non poteva essere oltrepassata da
uomini in armi; la sua presenza veniva segnalata da pali infissi nel terreno. 2) Costruzione
di un muro difensivo per il nuovo insediamento; questo muro non coincideva esattamente
col pomerio, e lo spazio tra i due era considerato sacro.
ETÀ MONARCHICA
Roma nasce come monarchia con il primo Re: Romolo che è anche il fondatore. La
tradizione ci parla di 7 Re, anche se certamente ce ne sono stati degli altri poiché 250 anni
sono troppi per soli 7 Re, probabilmente questi sono quelli che la tradizione ha conservato
forse per importanza:
Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio,
Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo.
In questa lista si nota come molti di loro abbiano un doppio nome (non Tarquinio Prisco =
antico ;Tarquinio il Superbo e Romolo); il secondo nome è un patronimico, cioè un
aggettivo che si crea con uno specifico suffisso a partire dal nome del padre. Il secondo
nome è l’effetto dello sviluppo che ha avuto la comunità, anche perché poteva esservi
un’omonimia tra varie persone ed era necessaria una distinzione.
Queste certezze vengono da indizi e un elemento di prova inequivocabile.
• REX SACRORUM: è il nome di un sacerdote presente a Roma in età repubblicana che
vuol dire Re delle cose sacre, il cui nome si spiega immaginando una precedente fase
in cui era presente un rex.
• INTERREX: un magistrato a tempo dell’età repubblicana, nominato solo nel momento
in cui i due Consoli (i magistrati più importanti della Repubblica), per ragioni varie,
erano impossibilitati ad esercitare la loro carica. Lui prendeva il potere fino a quando
uno dei due consoli tornava al suo compito. Il nome riporta di nuovo alla presenza
della monarchia precedentemente.
• REGIA: è un edificio presente nel foro nel quale risedeva il Rex Sacrorum, poi
successivamente il Pontefice massimo. Il nome si spiega con la presenza della
monarchia come età precedente.
• CIPPO DEL FORO: nel foro è stata trovata un’ iscrizione che è appunto chiamata
Cippo del Foro, a fine 800, scritta in latino arcaico sacra al Dio Vulcano (chiamata
anche iscrizione Volcanale, situata dove si praticava il rito al dio vulcano). L’
iscrizione pone molti problemi di traduzione e probabilmente era una legge sacra che
vietava l’ ingresso. Nel testo si parla di un Re più di una volta in modo esplicito
La fase monarchica si divide in due periodi:
• FASE LATINO SABINA: corrisponde ai primi 4 Re, chiamata così perché alcuni Re
come Numa Pompilio sono di origine Sabina e non latina. (Sabini, provenienti dalla
zona appenninica del Lazio, odierna Rieti).
Ci sono due possibili spiegazioni per la presenza di sovrani Sabini:
• Secondo alcuni studiosi Roma è nata come città latino-Sabina e quindi i Sabini ci
sarebbero stati da sempre; Roma sarebbe nata dall’ unione delle popolazioni latine
Palatino e sabine Esquilino .
Ci sono delle tradizioni sulla fase più antica di Roma: “Racconto del ratto delle sabine”
: Quando Romolo fonda la città rapisce le donne dalle popolazioni Sabine per
soppiantare questo tipo di mancanza nella popolazione latina; a seguito di ciò scoppia
una guerra tra Tito Tazio (Re Sabino) e Romolo fino a trovare un accordo dove i due
Re arrivano a governare insieme su Roma.
• Secondo altri studiosi i Sabini sarebbero arrivati in un secondo momento dalla
migrazione di una parte della popolazione Sabina che portano il loro insediamento
stabile a Roma fino al punto di influire su scelte della società dando anche dei Re
Sabini alla città.
• FASE ETRUSCA: gli ultimi 3 Re sono di origine Etrusca (VI sec a.C.), cioè la dinastia
dei Torquini poiché le fonti raccontano di rapporti di parentela tra gli ultimi tre Re:
Servio Tullio era genero di Torquinio Prisco; Torquinio il Superbo era il genero di
Servio Tullio, il quale gli tolse il potere. Roma è governata anche da re che non sono
Latini, all’ interno di questa comunità coloro che erano di altre origini potevano
raggiungere anche alti livelli (ricordando anche le origini Enea è profugo).
Per Roma è un grande momento di crescita e sviluppo, sia dal punto di vista economico e
politico, che monumentale della città (hanno realizzato nel periodo Monarchico la “VIA
SACRA”: strada che parte dal Foro e arriva al Campidoglio, era la strada percorsa dalle
grandi processioni a partire da quelle trionfali in onore dei generali vittoriosi; avviene
anche l’ inizio della costruzione della “TRIADE CAPITOLINA” un tempio posto sul
Campidoglio dedicato a Giove- Giunone- Minerva che si concluse solo nei primi anni della
Repubblica); sviluppo tecnologico: CLOACA MAXIMA è il primo sistema fognario di Roma
realizzato dai Torquini. Si devono innovazioni dal punto di vista religioso: introdussero nel
Panteon Romano divinità femminili, mentre prima era prettamente maschile. Gli Etruschi
introdussero a Roma l’ ATRUSPICINA: scienza con al quale si entrava in contatto con le
divinità, comprendendo quale fosse la loro volontà attraverso interpretazioni di viscere,
volo degli uccelli… è la scienza che insegna ad interpretare questi segni che sono chiamati
Auspicia, da qui il nome della scienza. A Roma prima di ogni atto pubblico bisognava
interrogare gli Dei attraverso gli Auspicia per capire il loro volere.
Chi sono gli Etruschi?
Una delle più grandi popolazioni pre- Romana con un elevato sviluppo, l’ Etruria era
formata da: Toscana- Umbria- Lazio settentrionale.
Si espandono verso Nord: Bologna con la Pianura Padana
verso Sud: Capua in Campania, Pontegagnano, Sala Consilina
Come gli Etruschi sono arrivati a Roma?
Alcuni parlano di una conquista di Roma, oggi però questa idea è superata perché Roma
non diventa mai una città Etrusca e lo dimostrano le testimonianze scritte, anche se ci sono
delle iscrizioni Etrusche ma anche Latine. A Roma esisteva una strada:” VICUS TUSCUS”
cioè la strada degli Etruschi, dato che gli Etruschi sono chiamati “Tusci”, si sottolinea la loro
presenza stabile.
NO conquista di Roma, SI fenomeno migratorio come i Sabini.
Anche qui esce fuori una città mista tra Latini, Etruschi e Sabini
IL RE A ROMA, CARATTERI GENERALI DELLA MONARCHIA
Fase Latino- Sabina: c’è la Monarchia Elettiva (quando muore il re se ne elegge un’ altro Il
Re viene eletto dalle famiglie più importanti e rimane in carica a vita (potere vitalizio)
Fase Etrusca: c’è la Monarchia Dinastica (il successore è un membro della famiglia)
COMPETENZE GIUDIZIARIE
Il Re giudica i processi, almeno quelli più importanti. Il Re ha anche il potere legislativo(?)
Abbiamo molte fonti che parlano di LEGES REGIAE (Leggi del Re), questo ci porta a pensare
al potere legislativo del Re. Altri studiosi credono che queste leggi siano solo “leggi”
comportamentali molto antiche e che non possono essere considerate leggi, ma solo norme
comportamentali.
La questione è rimasta aperta.
ISTITUZIONI POLITICHE DELLA ROMA MONARCHICA
Le fonti che abbiamo, attribuiscono l’ inizio di queste istituzioni a due Re: Romolo
istituzioni Romule e Servio Tullio istituzioni Serviane.
Gli antichi non hanno il concetto di processualità (che si costruisce nel tempo), vanno a
dare l’ iniziazione a singole persone.
Servio Tullio: appare come un Riformatore di Roma, vengono attribuiti a lui molte cose non
solo in ambito istituzionale, ma molte di queste non sono attendibili. Es. avrebbe fatto
costruire le “Mura Serbiane” cioè le prime mura che circondano Roma, ma sono del V sec
Istituzioni Romule:
- CURIE: sono divisioni della popolazione maschile di Roma di condizione libera (esclusi gli
schiavi). L’ appartenenza alle curie qualifica i cittadini Romani che costituiscono i QUIRITES
(membri delle curie). L’ insieme dei Quirites forma il POPULUS ROMANUS che ha come
divinità protettrice Quirino (Dio di origine Sabina). Non sappiamo molto sulla loro
funzionalità, la loro natura, sappiamo però che sono alla base della più antica assemblea
(COMITIUM) presente a Roma che risale già alla fase monarchica chiamata COMIZI
CURIATI che ci basa sulle Curie. I cittadini partecipano all’ assemblea e votano divisi per
curie dove l’ unità del voto è della Curia.
Ai Comizi curiati venivano sottoposte le decisioni del Re
Sono i Comizi Curiati che conferiscono al Re eletto il potere: l’ IMPERIUM
I Comizi curiati esistono anche in età Repubblicana dove si occupano solo di diritto di
famiglia (importanza marginale). In età Repubblicana i magistrati, una volta eletti devono
presentarsi davanti ai Comizi Curiati che devono dare loro l’ IMPERIUM. Allo stesso modo
della fase monarchica dove il Re aveva l’ Imperium dai Comizi Curiati. Hanno una mentalità
conservativa in legame con la tradizione.
- TRIBU’: istituzione Romulea e Serviana: Romolo le crea e Servio le riforma. Sono una
suddivisione più ampia del corpo civico: una tribù comprende 10 curie.
Romolo avrebbe introdotto tre tribù: TITIES- RAMNES- LUCERES (queste ultime due forse
di origine etrusca). Alcuni studiosi credono che rappresentano le tre componenti etniche di
Roma:
TITIES – Sabini dal Re Tito Tazio
RAMNES- Latini
LUCERES- Etruschi
Istituzioni Serviane:
-CLASSI DI CENSO: Servio divide i cittadini in 5 classi in base al Censo, cioè il reddito. Non è
chiara la base di calcolo del Censo, molti cittadini non entrano nelle classi poiché il loro
censo è troppo basso, sono chiamati CAPITECENSI o PROLETARI ed hanno solo i figli
come bene.
Servio mette in rapporto il sistema delle classi di censo con l’ esercito, ogni classe è tenuta a
fornire all’ esercito un certo numero di uomini: CENTURIE che cambia a seconda della
classe di Censo a cui si appartiene (alla prima classe è richiesto un numero maggiore di
uomini).
I proletari vengono arruolati solo in casi eccezionali, altrimenti non sono arruolabili. Ogni
classe deve fornire dei fanti (uomini di terra), ci sono 18 centurie di cavalieri a cavallo=
1800 uomini forniti solo dalle prime classi di censo oltre a fornire un numero maggiore di
fanti. Dell’ esercito fanno parte anche centurie di Artigiani necessari all’ esercito (cuochi,
carpentieri, fabbri…) forniti dalle classi più basse.
Viene fuori l’ ESERCITO CENTURIATO poiché l’ unità fondamentale è la centuria e ha a che
fare col Censo.
PROBLEMA: i numeri che le fonti ci danno viene fuori un esercito troppo grande per un
esercito del VI sec, questo fa dubitare il collegamento tra classi di censo e l’ esercito.
-Introduce il combattimento oplitico (crea l’ esercito cittadino) ripreso dalle città Greche
che prende il posto di eserciti privati. Prima di Servio Tullio in caso di necessità le famiglie
private avrebbero allestito eserciti privati e non cittadini.
PROBLEMA: oplita era il fante dotato di Panoplia. Nelle tombe del VI sec a Roma non sono
state travate questo tipo di armature. Le fonti quando raccontano episodi della storia
militare di Roma dopo Servio Tullio parlano di eserciti privati e non cittadini.
Es. dalla fine del V sec fino all’ inizio del VI sec Roma combatte contro la citta di VEIO
(etrusca) la battaglia del fiume CRÈMERA forse 477 a.C. Le fonti dicono che questa bataglia
avrebbe visto opporsi gli abitanti di Veio ai Fabi (famiglia di Roma, Gens Fabia) con i loro
sostenitori e vincono, questo ci fa pensare ad un esercito privato.
ECONOMIA
Alla base c’è l’ agricoltura, si produce quanto di consuma
Le terre non sono divise in modo uguale.
L’ allevamento è subordinato all’ agricoltura, poichè gli animali producono concime e
aiutano nei campi, per questo è importante anche per il commercio.
C’è una tradizione secondo la quale Romolo avrebbe istituito il DIRITTO D’ ASILO: i
rifugiati dal resti d’ Italia potevano stabilirsi a Roma acquisendo pieno diritto politico.
ASYLUMspazio sul campidoglio dove i rifugiati convergevano e ricevevano i diritti politici.
Il Diritto d’ asilo viene utilizzato dai nemici come pretesto di litigio incentivando il fatto che
alla base di Roma ci sono i malviventi.
MAGISTRATURE
Essere un magistrato nell’ epoca della prima Repubblica non vuol dire avere il potere
giudiziario, ma sono funzionari dello stato (sia in Grecia che a Roma), a differenza della
Grecia a Roma ci sono personaggi che hanno anche competenze giudiziarie; a Roma le
magistrature sono in numero limitato a differenza del numero esorbitante delle
magistrature Greche.
A Roma ci sono COLLEGI DI MAGISTRATI, aumentano il numero di magistrati ma non
il numero di magistrature.
Si suddividono in:
ORDINARIE- magistrati eletti ogni anno STRAORDINARIE- create solo in
determinate circostanze
MAGISTRATURE MAGGIORI
CONSOLATO CONSOLI
PRETURA PRETORI
CENSURA CENSORI
CONSOLI
Sono i magistrati più importanti, sono due e sono dotati della funzione eponima (criterio
di datazione- danno il nome all’ anno). I Romani disponevano di liste di consoli:
FASTI CONSOLARI (liste dove ad ogni anno corrispondeva il nome dei consoli e in questo
modo si nominavano gli anni), sono giunti a noi attraverso le fonti letterarie (Livio)e
attraverso la tradizione epigrafica (iscrizioni su pietra). La più famosa versione della
tradizione epigrafica sono I
FASTI CAPITOLINI è un’ incisione su pietra conservata a Roma nei musei capitolini, da qui
il nome.
Problema: non sempre tutte le versione di queste liste si corrispondono, soprattutto per
quanto riguarda la storia più antica.
I Consoli compaiono già dai primi anni della Repubblica e anche i Fasti epigrafici
conservano i nomi dei Consoli dal 509 a.C. altri studiosi invece non accettano la loro
presenza già in tempi così antichi e ripropongono la loro presenza solo dal IV sec, prima ci
sarebbero stati dei magistrati con poteri supremi e dopo la metà del V o dopo il IV
sarebbero comparsi i Consoli.
• Eletti da COMIZI CURIATI
• Restano in carica un anno
• Ereditano i poteri del Re
Poteri dei Consoli: Limiti dei poteri: per evitare che qualcuno
• CAPI DELL’ ESERCITO IN GUERRA possa far ritornare la monarchia
• MANTENIMENTO DELL’ ORDINE • RESTANO IN CARICA SOLO UN ANNO
NELLA CITTÀ DI ROMA • Entrambi i Consoli hanno il DIRITTO DI
• HANNO GIURISDIZIONE CIVILE E VETO su l’ altro, cioè uno dei due
PENALE Consoli può bloccare un provvedimento
• CONVOCANO IL SENATO E LE del collega se lo ritiene pericoloso per la
ASSEMBLEE; PRESIEDONO ALLO Repubblica
SVOLGIMENTO DELLE ASSEMBLEE • PROVOCATIO AD POPULUM, cioè la
• POSSONO PRENDERE GLI AUSPICI possibilità del cittadino di fare appello
(unico potere religioso che hanno, all’ assemblea popolare contro una
rispetto all’ età precedente che i poteri condanna inflittagli da un Console.
religiosi erano divisi tra il Rex Valeva verso condanne a morte,
Sacrorum e il Pontefice Massimo) punizioni corporali, multa ingente;
inoltre valeva solo all’ interno di Roma.
In guerra questo non vale.
Diritto istituito probabilmente da
Valerio Publicola, ma più probabilmente
risale alla fine del IV sec quando viene
promulgata nel 300 a.C una legge
chiamata LEX VALERIA DE
PROVOCAZIONE
NB. Le leggi a Roma prendono il nome da colui che la popone, la “Lex Valeria De
provocazione” è stata proposta da un membro della gens Valeria, poi col “de” ablativo viene
indicato l’ argomento.
PRETORI
Secondo le fonti cominciano a comparire intorno al IV sec
• Eletti da COMIZI CURIATI
• Restano in carica un anno
• Il numero di pretori aumenta nel tempo fino ad un massimo di 8
Hanno poteri simili ai Consoli ma non sono allo stesso livello:
• COMANDO DELL’ ESERCITO (quando uno dei due consoli non può farlo)
• GCONVOCANO IL SENATO E ASSEMBLEE; PRESIEDONO ALLE ASSEMBLEE
• PROPONGONO LEGGI IN ASSEMBLEA
• GIURIDISTIZIONE CIVILE E PENALE (caratteristica tipica dei pretori)
Nel 241 a Roma ci sono molti stranieri e si decide di creare un apposito pretore che si
occupa di processi solo per gli stranieri. Da qui viene fatta una distinzione tra
PRAETOR URBANS (romani) – PRAETOR PEREGRINUS (stranieri)
CENSORI
Li conosciamo a partire dalla metà del V sec
• Sono due; eletti dai Comizi Centuriati
• Eletti ogni 5 anni
• Restano in carica 18 mesi
Funzioni a loro assegnatogli:
• Censimento della popolazione: era un dovere da parte della popolazione Romana, i
Censori conteggiavano il patrimonio dei cittadini e li inserivano in una delle 5 classi di
censo; conteggio che veniva fatto ogni 5 anni
• Assegnano i cittadini alle tribù
• Stendono la lista dei membri del senato: devono controllare che i membri del
senato abbiano i requisiti per trovarsi in quella carica e cacciavano chi invece non li
aveva o chi li aveva persi; sostituivano i senatori defunti.
• CURA MORUM: i censori devono vigilare sulla moralità (condotta morale) dei
cittadini possono entrare quindi anche nella vita privata dei cittadini
MAGISTRATURE MINORI
• EDILI CURIATI (Pag. 58)
• QUESTURA QUESTORI
Secondo le fonti risale ai primi anni della Repubblica.
SENATO
È l’ erede naturale del Consiglio dei Re dell’ età Monarchica, i Senatori si chiamano
PATRES, ma non ha lo stesso significato anagrafico come prima.
Fanno parte del senato i Magistrati usciti di carica, inizialmente era composto di soli
Patrizi (i magistrati erano solo Patrizi). Tra la fine del III sec e inizio II sec, si stabilisce un
massimo di 300 membri con determinati requisiti:
• Essere cittadino Romano
• Essere di condizione giuridica libera di nascita (no schiavi e schiavi liberati)
• Bisognava appartenere alla prima classe di censo
• Bisognava aver ricoperto una magistratura
COMIZI TRIBUTI abbiamo notizie a partire dal V sec, ma secondo gli studiosi divennero
regolari solo nel VI sec. Partecipano divisi per Tribù e votano allo stesso modo; la tribù è l’
unità di voto.
Quante sono a Roma le Tribù?
4 tribù urbane (di Servio Tullio), basate sulla residenza. Con l’ espansione di Roma, il
territorio conquistato: AGER ROMANUS, si creano delle tribù rustiche, nelle quali vengono
inseriti tutti gli abitanti dei territori conquistati che aumentano con le conquiste. Si arriverà
ad un massimo di 31 tribù rustiche nonostante le conquiste vanno avanti.
Anche se le tribù rustiche sono in numero maggiore rispetto alle urbane non riusciranno
mai a prendere il controllo del Comizio, poiché per parteciparvi bisognare intraprendere
un vero e proprio viaggio, per le zone più lontane da Roma, per andare a votare, andavano
solo chi era più vicino, quindi le tribù urbane.
Di cosa si occupano?
Competenze elettive e legislative: eleggono i magistrati minori, fanno le leggi su tutte
le materie su cui non legiferano i Comizi Curiati, tutto tranne il diritto internazionale.
Limiti delle assemblee:
• Non possono autoconvocarsi, devono essere convocati solo dai Pretori o dai
Consoli e sono loro che fissano l’ ordine del giorno e che presiedono all’ assemblea.
Sono sempre i Pretori o i Consoli che presentano i candidati delle lezioni e
presentano anche le proposte di legge.
• Chi presiede l’ assemblea può interrompere in ogni momento se si presentano
fenomeni strani segnalati in qualsiasi momento dagli AURI (pretesa anche
strumentale se il risultato non era ciò che loro volevano)
• Le decisioni dell’ assemblea entrano in vigore solo se c’è il beneplacito del
Senato
SACERDOTI
Molti Sacerdoti a Roma possono essere accompagnati anche da cariche pubbliche tranne:
REX SACRORUM – FLAMINI
FLAMINI: sono un collegio di Sacerdoti addetti al culto di specifiche divinità e il Flamine
incarna la divinità di cui si occupa (non tutte le divinità hanno un flamine) Giove- Marte-
Bellona è collegio molto antico, dovevano attenersi a rigide norme di vita che sono quasi
die tabù che provano l’ antichità del collegio e spiegano perché non possono ricoprire
cariche pubbliche (Es. non si può dormire fuori casa)
PATRIZI
• Sono gli unici che possono prendere gli AUSPICI (diritto di sangue)
• La vita politica è prerogativa dei patrizi
• Solo i patrizi potevano essere sacerdoti
• I patrizi hanno diritto ad una parte maggiore del bottino di guerra
Sono i grandi proprietari terrieri e hanno una serie di simboli esterni e visibili che indicano
il loro status che rimarranno fino al I secolo:
PLEBEI- PLEBS (moltitudine/ folla/ massa)
È una realtà estremamente varia ed eterogenea, ci sono plebei poveri ma anche ricchi e
ricchissimi. Lo si capisce vedendo quali sono le richieste che fanno ai patrizi, le quali sono
molto varie e per questo rispecchiamo la popolazione. La plebe agisce in modo compatto,
questo li porterà alla vittoria.
Fanno due tipi di richieste:
• Richieste economiche: date dai settori poveri della plebe.
Nel V sec Roma conosce un periodo di difficoltà economiche che colpisce soprattutto i
contadini e i piccoli proprietari terrieri che tendono ad indebitarsi con i grandi
proprietari e quando non riescono a pagare nei tempi prestabiliti diventano
automaticamente dipendenti (schiavi) dei grandi proprietari. Questa forma di
schiavitù molto simile alla schiavitù per debiti di Atene data da Solone, a Roma è
chiamata NEXTUM.
• La plebe chiede che le leggi sul Nextum possano essere riviste e rese più morbide
• L’ altra richiesta è che il bottino di guerra possa essere diviso equamente
I Plebei capiscono di essere necessari alla difesa della città perché fanno parte dell’ esercito,
questo vuol dire che una parte dei plebei ha il reddito necessario per entrare nell’ esercito.
Il conflitto inizia e i Plebei attuano la loro arma di lotta: la SECESSIONE
PRIMA SECESSIONE
I plebei lasciano la città in massa, la tradizione ci dice che si ritirano sul monte Aventino
(luogo legato alla plebe, mentre il Palatino è legato ai Patrizi). Altra tradizione più
probabile della precedente dice che si ritirano sul MONTE SACRO. Una volta che se ne sono
andati decidono di darsi degli organi di governo propri. I Patrizi scendono a patti con i
Plebei e arrivano ad un accordo che è legato alla figura di MENENIO AGRIPPA un patrizio
che viene mandato a parlare con i Plebei, il discordo è riportato da Livio, il quale diche che
la città è come un corpo umano che per funzionare necessita che funzionano tutte le sue
membra.
Il discorso funziona e i Patrizi riconoscono gli organi che i plebei si sono dati diventando
così organi della Repubblica di Roma:
• CONCILIA PLEBIS (si aggiungono alle assemblee)
Valgono solo per i plebei, è l’ assemblea della plebe e si partecipa divisi per curie e in
un secondo momento divisi per tribù.
Funzioni: legislativa- votano i PLEBISCITI
COMITIA VS CONCILIA (Ass. dei cittadini VS Ass. plebei)
VOTANO
LEGES VS PLEBISCITA (leggi VS plebisciti)
Elettiva- i Concilia votano i magistrati della plebe che anche qui restano in carica
un anno
LEX CAMULEIA
Matrimonio tra Patrizi e Plebei.
Conseguenza: nel giro di poco tempo, il sangue delle famiglie patrizie si va a mischiare con
quello delle famiglie plebee. Questo pone un problema- gli AUSPICI potevano essere presi
solo da patrizi attraverso il diritto di sangue. Il problema aumenta quando i plebei chiedono
di accedere al consolato.
Opposizione: non si può aspirare al consolato se non potevano prendere gli Auspici, ma
questo elemento perde forza se il sangue era misto.
Come si cerca di risolvere la situazione?
Secondo Livio i patrizi non vogliono dare il consolato e decidono di attuare un espediente
che è stato messo in atto dai patrizi a cominciare dal 444:
• All’ inizio di ogni anno il Senato poteva decidere 2 cose
• Che i consoli eletti fossero solo patrizi
• Che invece dei due consoli fossero stati eletti due magistrati chiamati TRIBUNI
MILTIARI CON POTERE CONSOLARE fino al 367
Questo quadro solleva molte problematicità:
• I patrizi comunque perdevano il potere sulla magistratura più importante
• Le fonti dicono che i patrizi sono stati messi alle strette dai plebei e hanno trovato
questo espediente nel 444. Il primo Tribuno Militare con potere consolare plebeo
appare però nel 440, 40 anni dopo, passa troppo tempo e qualcosa non torna.
NB: Non si dubita della presenza di questi Tributi militari, perché abbiamo i nomi, ma il
problema sussiste se è veramente come ci racconta Livio; inoltre risulta in sospeso la
questione degli Auspici.
Oggi si pensa che questi Tribuni militari non fossero dei sostituti dei Consoli, ma degli
assistenti/ collaboratori dei Consoli, i quali potevano essere anche plebei.
All’ inizio del IV sec esplode di nuovo il conflitto e si cerca di arginarlo, da parte dei patrizi
ci sono vari tentativi:
• Nello stesso periodo Roma ha due conquiste militari: sconfigge la città di Veio (città
etrusca) e conquista Capena (città latina vicino Roma); i patrizi dividono il territorio
di Veio e Capena in appezzamenti di terra che vengono dati ai Plebei come
contentino.
• Il 387 è legato a MANLIO CAPITOLINO che propone una legge di revisione del
sistema di debiti e sulla divisione delle terre su una base più ugualitaria. Il tentativo
fallisce, c’è una rivolta contro Manlio e viene ucciso accusato di voler diventare
monarca.
La tensione cresce e per molti anni non si riescono ad eleggere i Consoli perché ogni volta
che veniva eletto qualcuno i Tribuni della plebe bloccavano tutto. La città non può rimanere
in paralisi. La scelta cade si FURIO CAMILLO personaggio noto come l’ eroe della difesa di
Roma contro i Galli, e della vittoria di Veio. Furio Camillo trova la soluzione: fa approvare
un pacchetto di leggi- LEGGI LICINIE SESTIE che già tempo prima erano state elaborate da
due Tribuni della plebe (ricchi): GAIO LUCINIO STOLONE e LUCIO SESTIO LATERANO,
ma che non riuscivano ad essere applicate perché venivano bloccate subito.
LEGGI LICINIE SESTIE del 367 sono la svolta della storia, stabiliscono:
• Il problema dei debiti
Prima chi si indebitava doveva pagare anche degli interessi. La legge sui debiti
stabilisce l’ abolizione degli interessi e inoltre stabilisce che gli interessi già pagati
dovevano essere detratti dal debito complessivo e il debito poteva essere pagato a
rate.
• Per quanto riguarda la terra
Stabilisce che un cittadino Romano non può possedere più di una certa quantità di
terreno pubblico. Chi avesse superato questo limite avrebbe dovuto cedere queste
terre ai plebei.
• I plebei possono diventare Consoli
Alcune fonti stabiliscono che uno dei due consoli doveva essere plebeo, la non è
affidabile perché se guardiamo i Fasti, cioè le liste con i nomi dei consoli vediamo che
non necessariamente nelle coppie consolari troviamo almeno un plebeo. Il primo
console plebeo è SESTIO LATERANO
Bisognerà aspettare il II sec a. C prima di avere una coppia consolare tutta plebea.
Furio Camillo su preoccupa anche di compensare i patrizi, distribuendo nel 366 una nuova
magistratura riservata solo ai patrizi:
EDILI CURULI
chiamati così per distinguerli dagli Edili che erano Plebei, il come deriva dalla SELLA
CURULIS era una sedia particolare deve sedevano i magistrati che fino ad allora erano solo
patrizi. Sono eletti dai Comizi Tributi (fanno parte delle magistrature minori); si occupano
dell’ organizzazione di una delle feste più importanti di Roma: LUDI MAXIMI
col tempo la loro funzionalità cambia e diventano coloro che si occupano dell’
approvvigionamento alimentare della città.
NB. Le leggi Licinie Sestie sono un momento di svolta perché si aprono ai plebei tutte le
altre magistrature (300 a.C viene promulgata la LEX OGULNIA- la possibilità del sacerdozio
ai plebei; 326 viene promulgata la LEX PETELIA- che abolisce il Nextum)
GNEO FLAVIO
Gneo Flavio fa pubblicare le formule giuridiche, il diritto si distacca dalla sfera
religiosa
Uomo politico molto vicino ad Appio che prende un’ altra decisione importante che
riguarda le FORMULE GIURIDICHE che dovevano essere impiegate durante i processi, fino
a quel momento erano orali e conosciute solo dai pontefici (sacerdoti) che erano patrizi e
che quindi controllavano i processi.
Si va verso la fine ufficiale del conflitto 287 a.C (III sec) viene pubblicata la LEX
HORTENSIA che stabilisce che i plebisciti non hanno valore solo per i plebei ma per tutti i
cittadini di Roma, non c’è più differenza tra LEGES e PLEBISCITI. Quindi si annullano le
differenze tra patrizi e plebei.
Ora c’è la logica dell’ integrazione, a differenza di prima che c’era la logica della
separatezza.
287 nasce la nuova Repubblica: la Repubblica patrizio- plebea . ora la classe dirigente
NOBILITAS è mista, ma i plebei sono solo quelli ricchi. Fanno parte della NOBILITAS coloro
che sono stati Consoli o Pretori; o coloro che hanno avuto un antenato console o pretore.
Anche il Senato cambia volto poiché ci sono anche i plebei.
Quali sono i valori della Nobilitas?
• Valore militare
• La partecipazione attiva alla vita dello stato
• L’ eloquenza /l’ oratoria
• La ricchezza
• Avere molti figli
Considerazioni:
quando Augusto diventa imperatore cerca di arginare la perdita della moralità, alla fine del
I sec dice di dover tornare alle origini e agisce sulla famiglia e sulla prole. Da notare che nei
valori della Nobilitas manca la cultura che si inserirà solo quando Roma conquisterà la
Grecia.
La Nobilitas mista si comporta allo stesso modo dei patrizi, è chiusa verso chi non ha
parenti pretori o consoli.
HOMINES NOVI: cittadini romani che pur non appartenendo alla nobilitas riescono a fare
la carriera politica a livelli alti. Ripropongono la stessa logica che utilizzavano i patrizi
verso i plebei.
EVOCATIO: alla vigilia di una battaglia il comandante delle truppe Romane invoca la
divinità protettrice avversaria, ne chiedeva la protezione con la promessa che se Roma
avesse vinto la battaglia, si sarebbe stabilito un culto a Roma nel Pantheon. Dietro l’
evocatio c’è la volontà di integrare i nemici (città aperta), la sconfitta non vuol dire la
perdita dell’ identità, passava attraverso la religione, poiché la divinità tutelare verrà
affidata al Pantheon di Roma.
Nella Battaglia del Lago Reggillo vengono invocati i DIOSPURI (una coppia di gemelli)
protettori della Lega Latina.
Roma stipula un trattato di pace con la Lega: FOEDUS CASSIANUM 493
Secondo le fonti è stato Spurio Cassio l’ artefice dell’ accordo che resterà in piedi poco più
di un secolo, fino al 340, quando Roma si troverà a combattere nuovamente con la Lega
Latina: LA GRANDE GUERRA LATINA 340-338 Roma vince nel 338 e la Lega Latina
comincia a tramontare.
I Latini godono di una situazione di riguardo che ha origine proprio con il Foedeus
Cassianum.
Queste guerre segnano una trasformazione dell’ impero Romano, quasi imposto. In questo
periodo Roma ha un esercito cittadino che combatte con una tattica Oplitica. Quando Roma
combatte contro i Sanniti si accorge che una tattica del genere è poco utile nelle zone
montuose, era necessario cambiare strategia.
Non sappiamo a chi si deve, probabilmente questo cambiamento è avvenuto nella seconda
fase della guerra Sannitica (viene conquistata Napoli 326). Roma subisce una grande
sconfitta nel 321 a.C a CADIUM- BATTAGLIA DELLE FORCHE GAUDINE; si pensa che sia
durante questa guerra che capiscono di adottare una nuova tattica di combattimento (non è
certo).
Nascita dell’ ESERCITO MANIPOLARE (dalla 2° fase della guerra fino al I sec)
L’ unità di base dell’ esercito Romano è la Legione che combatteva con la tattica Oplitica;
adesso la Legione si divide in unità più piccole: 120 uomini per unità MANIPOLI.
Ogni Manipolo è autonomo e questo vuol dire che l’ esercito ha maggiori possibilità di
movimento.
Lo schieramento tutto è diviso su 3 file: 10 per ogni fila= 30 Manipoli
1° fila- i combattenti migliori (avevano l’ armatura completa ed erano più abili)
2° fila- i soldati di esperienza (fungono da sostegno alla prima fila)
3° fila- la riserva, i membri appartengono ai ceti inferiori (inseguono i nemici nell’ ultima
fase)
Ai due lati c’è la Cavalleria: due squadroni ai lati dell’ esercito che però non entrano nel
sistema Manipolare che invece riguarda solo i soldati di terra.
Da questo si può capire il PRAGMATISMO dei Romani, non amano le grandi soluzioni
teoriche , ma hanno un grande rapporto con la realtà; la duttilità non può imporre una sola
soluzione per dei così vasti e variegati territori, hanno una visione maggiore sulla realtà dei
fatti.
Questo tipo di ordinamento regge per molto tempo, vacilla con la guerra contro Annibale
(seconda guerra punica 218), poi si riprende e rimarrà in piedi fino alla fine del II sec. Dura
dal V fino alla fine del II sec quando i cittadini dell’ Italia vogliono la cittadinanza Romana.
Ci sono tre fattori che influenzano la scelta della soluzione migliore da adottare:
• Che atteggiamento hanno avuto i territori sottomessi verso Roma
Roma trattava meglio quei territori che non hanno opposto particolare resistenza;
soluzioni rigide per coloro che hanno opposto resistenza.
• Fattore etnico
Soluzioni più morbide verso quelle popolazioni che i Romani sentono a loro più
vicini, prima di tutto i Latini, il contrario per coloro che sente più lontano, ad
esempio i Galli.
• Livello di civiltà raggiunto dalle popolazioni sottomesse
Gli Etruschi e i Greci avevano una civiltà più elevata rispetto ai Sanniti per cui Roma
non si può comportare allo stesso modo.
Una volta che la colonia è fondata i Tresviri diventano i PATRONI della colonia, cioè
sono gli intermediari tra la colonia e Roma.
LA CENTURIAZIONE
Gli Agrimensori utilizzavano uno strumento apposito: la GROMA
Composto da un asse verticale dove alla sommità c’erano due altre assi che ci andavano ad
incrociare formando così 4 braccia, ad ogni braccio pendeva un filo di piombo che serviva
per tracciare sul terreno delle linee diritte.
• Si tracciavano sul territorio con la Guroma due assi principali perpendicolari tra di
loro chiamati:
DECUMANO MAXIMO direzione Est Ovest (orizzontale)
CARDO MAXIMO direzione Nord Sud (verticale)
• Il punto d’ incontro tra Decumano e Cardo era il luogo dove sorgeva il FORO della
colonia (la piazza principale) che anche urbanisticamente parlando tende a
riprodurre quello di Roma
• Successivamente si iniziano a tracciare una serie di parallele agli assi principali e
equidistanti tra loro, sempre con la Groma, andando a formare un reticolo
perfettamente ordinato con forma di quadrati (una sorta di scacchiera). Tutti questi
quadrati sono chiamati CENTURIE
• Nelle Centurie gli Agrimensori dividevano il terreno da dare ai coloni
• Il processo si concludeva con l’ elezione dei primi Magistrati e dei primi Sacerdoti
della colonia nominati dai Tresviri
• I Tresviri inoltre si occupano di far trascrivere su di una tavola in legno o di metallo,
di solito bronzea, il testo della legge di fondazione e vengono aggiunti anche i nomi
dei coloni. Successivamente la tavola verrà posta nel Foro della nuova colonia.
I MUNICIPIA
Origine: MUNIA CAPERE- assumersi dei doveri
Sono comunità autonome che Roma conquista militarmente, dopodiché le lascia esistere
come comunità autonome però agli abitanti viene data la cittadinanza Romana e quindi
sono sottoposti al diritto Romano. Roma ingloba questa nuova comunità dando loro la
cittadinanza, ma facendole rimanere autonome; nel caso delle colonie sono i cittadini di
Roma a spostarsi per andare in un altro luogo, con i Municipi Roma mette su altro territorio
una sorta di “colonie “ sempre romane, ma senza sfasciare la precedente popolazione, ma
piuttosto dando loro la cittadinanza.
A volte viene data la cittadinanza completa, alte volte invece la cittadinanza è limitata, tutto
dipenda da come si sono comportati nei confronti di Roma (fattori).
I Municipia si dividono in:
• MUNICIPIA OPTIMO IURE
I cui abitanti hanno la cittadinanza completa
• MUNICIPIA SINE SUFFRAGIO (senza diritto di voto)
I cui abitanti non hanno una cittadinanza completa , ma ridotta, di solito non viene
concesso il diritto di voto. Questa però non è una condizione permanente, si può
cambiare e diventare primo iure sempre dietro pronunciamento del senato.
PROCEDURA CON LA QUALE NASCE UN MUNICIPIO
Ci sono due possibilità:
• LEX – c’è una legge data da Roma che segna la nascita del Municipio (atto voluto da
Roma)
• FOEDEUS- c’è un accordo tra Roma e la comunità in questione (usata molto
raramente)
Un esempio di città federata è Taranto, ma le condizioni dell’ accordo sono dure, deve avere
un presidio militare Romano nella città. Un altro esempio è Napoli, ma le condizioni dell’
accordo sono molto morbide poiché si consegna senza molte difficoltà a Roma.
In ogni caso l’ accordo che viene preso non è mai di natura paritaria a deve essere sempre
Roma a prevalere. Non c’è un accordo prestabilito, ma cambi a seconda dei vari fattori che
sono stati individuati.
Era una colonia Fenicia nell’ Africa del Nord, che a sua volta fonda una serie di colonie nel
Mediterraneo. Il suo ordinamento politico non è molto diverso da quello Romano, ha una
costituzione mista.
Ha due Magistrati supremi; Un Senato; Un assemblea popolare come Roma.
Le differenze con Roma sono:
Cartagine ha un consiglio dei 100 accanto al Senato e inoltre non ha un esercito cittadino,
ma si avvale di Mercenari (debolezza).
Cartagine e Roma prima che iniziasse il conflitto sono legate da degli accordi, ci sono giunti
da Polipio 3 trattati. Il Primo trattato secondo le fonti è stato stipulato nel 509, quando si
conclude la monarchia a Roma; lo stesso trattato viene rinnovato due volte fin quando si
arriva allo scontro per aggiudicarsi il controllo sul Mediterraneo. Scoppiano le 3 GUERRE
PUNICHE. I Romani chiamano i Cartaginesi POENI da qui deriva in nome delle guerre.
La Prima guerra Punica 264-241
scoppia nel 264 e dura fino al 241, lo scontro avviene in Sicilia, scoppia per un motivo
preciso, ma già prima c’ era un clima di tensione tra Roma e la Sicilia. Roma prima di
entrare in guerra esita perché non aveva una tradizione di guerre sul mare, ma solo su
terra; trovano una via di uscita a questo problema e dotano le proprie navi di CORVI
(passarelle), arpionavano le navi nemiche e attraverso i Corvi i soltati Romani si
spostavano nulle navi nemiche, quindi avveniva una sorta di guerra di terra sulle navi.
Vince Roma.
La seconda guerra Punica 218- 202
È chiamata anche guerra Annibalica data la presenza di Annibale che è consapevole della
potenza militare di Roma e la vuole sconfiggere rompendo il sistema dell’ ordinamento
dell’ Italia cercando di portare a se gli alleati colpendo in questo modo Roma. Importante è
la Battaglia di Canne 216 dove Roma viene sconfitta e molte città Romane passano sotto il
governo di Annibale. Roma sposta la guerra in Africa e nel 202 sconfigge Annibale.
La terza guerra punica 149-146
Scipione l’ Africano. Vince Roma.
Una volta concluse le guerre Puniche si presentano davanti a Roma le terre dell’ Oriente, si
dà così inizio alle Guerre ILLIRICHE 229- 216; gli Illiri sono popolazioni dell’ attuale
Albania, erano pirati e infestavano l’ adriatico, Roma li sconfigge in due battaglie.
GUERRE MACEDONICHE- sono 4 contro Filippo V di Macedonia
GUERRA SIRIACA- contro Antiloco III
GUERRA ACAICA- contro la lega Achea (la Grecia) si conclude nel 146, lo stesso anno nel
quale si conclude anche la Terza Guerra Punica. Viene distrutta Corinto e viene conquistata
la Grecia.
I regni ellenistici sono ormai di Roma.
Il regno di Bergamo viene sottomesso dai Romani senza guerra, era alleato di Roma. Attalo
III il Re muore e lascia al governo i cittadini romani.
Ci si rende conto del grande potere dei governatori e all’ inizio del II sec a.C viene stabilito
con una legge che il popolo si possa avvalere della PROVOCATIO AD POPULUM cioè i
cittadini romani della provincia possono fare appello all’ assemblea contro il governatore;
inoltre si stabilisce che per diventare Proconsoli e Propretori dovevano passare 5 anni.
LE GUERRE ILLIRICHE
e quattro guerre combattute dai romani in Illiria, tra il 230 a.C. ed il 33 a.C. Gli Illiri si
L
erano fatti più pericolosi e furono sollecitati i romani dai mercanti italici. Vinse Roma con il
trattato del 228 gli Illiri si impegnavano a versare un tributo e a non far navigare a sud di
Lisso più di due navi e disarmate. Una decina di anni dopo la violazione del trattato del 228
portò alla seconda guerra illirica 228 Demetrio di Faro che fu vinta nuovamente dai
Romani. Nel 220 ci fu la cosiddetta guerra sociale.
La guerra sociale o guerra degli alleati, fu combattuta dal 220 al 217 a.C. tra la Lega achea,
comandata da Filippo V di Macedonia, e la Lega etolica, guidata da Sparta ed Elis; si
concluse con la pace di Naupatto. Le cause reali dei problemi che intercorrevano tra le due
leghe, quella etolica e quella achea, non erano le occasionali alleanze o dispute, ma avevano
radici profonde di diversa visione politica e di diversi metodi attuativi. Laddove la Lega
Achea era solita utilizzare politiche intimidatorie e l'uso della forza bellica per ottenere i
propri scopi, la Lega etolica era più propensa ad utilizzare vie più diplomatiche e prudenti,
sostanzialmente non violente, nella maggior parte dei casi. Essi ebbero un solo conflitto sin
dal 278.Filippo V sconfisse ancora la Lega etolica e Roma nella Prima guerra macedonica
(214-205 a.C.) dopo che costoro si strinsero in un'alleanza contro di lui nel 211. Questa
guerra terminò con due trattati: uno con la Lega etolica nel 206; l'altro con Roma nel 205.
Conosciuto come la Pace di Fenice, il trattato permise a Filippo V di conservare le terre che
aveva in Illiria. Questo conflitto sostanzialmente manteneva gli stessi casus belli della
Guerra degli Alleati e ebbe la stessa conclusione, ossia con una seconda guerra tra la Lega
degli Etoli e la Macedonia, con i primi ancora sconfitti.
La prima guerra macedonica (214 a.C.[1]-205 a.C.) venne combattuta da Roma, dal 211
alleatasi con la Lega etolica e Attalo I di Pergamo, contro Filippo V di Macedonia alleato con
Annibale per indebolire Roma, nel momento in cui era impegnata a combattere la seconda
guerra punica (218 - 202 a.C.) contro Cartagine. La Macedonia era il più forte stato
ellenistico e vedeva con preoccupazione l'ingerenza romana sulla Lega Etolica e sulla
Grecia in genere. Filippo temeva soprattutto l'espansione di Roma lungo le coste illiriche.
Gli Etoli accettarono di trattare con Filippo questa decisione per Roma fu considerata come
una violazione del trattato del 211 poi nel 205 ci fu la pace di Fenice e permise a Roma di
riaffermare la sua presenza a est dell’Adriatico.
La seconda guerra macedonica (200 a.C.-197 a.C.) venne combattuta da Roma, alleatasi con
Attalo I di Pergamo e Rodi, contro Filippo V di Macedonia. L'esito della guerra fu la sconfitta
di Filippo, costretto ad abbandonare i possedimenti macedoni in Grecia. Sebbene i romani
concludessero la guerra dichiarando la restaurazione della libertà della Grecia, di fatto si
trattò di un importante passo dell'intervento romano negli interessi della regione, e della
sua successiva conquista. Ci fu un trattato di pace dove Filippo fu costretto ad accettare il
ritiro delle truppe macedoni ed abbandonare la Grecia.
LA GUERRA SIRIACA
Fu uno scontro che vide contrapposti i romani e i loro alleati contro l'impero seleucide e la
Lega etolica tra il 192 e il 188 a.C.
Uno dei motivi che indussero Roma concludere rapidamente la pace con Filippo fu l’attività
di Antioco III della dinastia seleucide in Asia Minore, poiché cercava di espandersi in Siria E
RICOSTRUIRE L’IMPERO DI Seleuco I. Ma Antioco con il suo espansionismo metteva in
pericolo l’ordine romano ed era chiaro che non intendeva riconoscere a Roma il ruolo di
garante privilegiato della libertà. Alla fine di tutto chi si presentò liberatore delle città
Greche fu Antioco quando precedentemente fu Roma a dire che non dovevano attaccare le
città libere. Il conflitto arrise nettamente a Roma, che divenne sempre più padrona dell'Asia
Minore. Poiché Antioco fu definitivamente sconfitto nel 189 e muore nel 187.
Gli anni successivi al 188 furono anni di frantumazione e di crisi per il mondo ellenistico. La
terza guerra macedonica (171 a.C. - 168 a.C.) è stata una guerra combattuta tra Roma e il
regno di Macedonia governato all'epoca dal re Perseo, che aveva un esercito più preparato
di Roma. accusò Perseo di violare leggi di altri stati e le condizioni di pace tra Roma e la
Macedonia. I romani erano preoccupati per i delicati equilibri politici della Grecia e
dichiararono così guerra alla Macedonia. Alla fine Perseo venne sconfitto. Lega Achea fu
costretta a consegnare 1000 persone di lealtà sospetta, tra cui il famoso storico Polibio.
LA GUERRA ACAICA
La guerra che si combatte tra i Romani e la lega Achea nel 146. Gli Achei erano in contrasto
con Sparta infatti entrambi chiesero aiuto a Roma che decise di dare aiuto a Sparta così la
Lega dichiarò guerra a Sparta. La lega Achea fu sciolta a Corinto e fu distrutta con una
decisione politica voluta dal Senato. la parte della Grecia che era con gli Achei furono
costretti a pagare un tributo.
IMPERIALISMO ROMANO
Come si spiega l’ impulso alla conquista di Roma
(Vedi appunti stampati)
I GRACCHI
Nella seconda metà del II secolo si parla di due fratelli: Tiberio e Gaio Sempronio Gracco,
rispettivamente membri dei tribuni della plebe nel 133 e nel 123.
Nelle fonti che ci sono giunte si parla della vicenda dei Gracchi come l’ inizio della crisi della
Repubblica che poi avrebbe portato alle guerre civili, causando il naufragio della repubblica
e la nascita dell’ Impero. Però le fonti che abbiamo sono di tipo Senatoriale, molti degli
autori sono essi stessi Senatori, e dato che i Gracchi con la loro azione politica colpiscono
principalmente il Senato queste fonti sono di parte.
Molto più veritiera è la versione che con i Gracchi esplodono una serie di problemi latenti,
questa crisi è il prodotto di una serie di cambiamenti dati dalle varie conquiste da parte di
Roma.
Conseguenze delle conquiste:
• CRISI DELL’ AGRICOLTURA
I cittadini sono continuamente impegnati in guerre e di conseguenza abbandonano il
lavoro della terra
• SI ABBANDONANO ALCUNE COLTIVAZIONI
Come i cereali, perché ci si riesce a procurare questi prodotti dai tributi che devono
dare le provincie
• ARRIVANO A ROMA MOLTI SCHIAVI
Gli schiavi sono i prigionieri di guerra, Roma cambia il modo di trattare i prigionieri di
guerra, mentre prima se qualcuno pagava il riscatto lo schiavo veniva liberato, ora
invece venivano venduti, questo avviene perché Roma ha bisogno di schiavi.
Nonostante ciò Roma se messa a confronto con i Greci tende molto di più a liberare gli
schiavi, manomissione soprattutto se in età avanzata, dato che venivano comprati da
nobili, quindi coloro che si potevano candidare alle varie cariche dello stato, era anche
un motivo in più per essere ben voluti da questi schiavi liberti che diventano
automaticamente cittadini Romani, in modo da potersi assicurare il voto nell’
assemblea.
• CAMBIAMENTO CULTURALE
L’ arrivo della cultura Greca a Roma, alcuni schiavi greci che erano intellettuali
diventano precettori di figli di nobili
• ARRIVO A ROMA DI ENORMI RICCHEZZE
Tra denaro, opere d’ arte e beni preziosi, produce un cambiamento della struttura
economica di Roma: fino a quel momento era fondata sull’ agricoltura, ora è diventata
un economia fondata sulla ricchezza mobile/ di tipo monetario (la moneta compare
all’ inizio del III secolo)
Quest’ economia monetaria porta alla nascita di nuove professioni che agiscono sulla
sfera sociale: il commercio su larga scala, grandi imprese artigianali, attività bancarie.
Queste professioni sono svolte da alcuni Senatori che svolgono la carica ricorrendo a
dei prestanome, quindi ricorrendo ad altre persone e non facendolo in prima persona
, poiché a Roma c’è una legge che vieta ai Senatori di svolgere queste professioni
ritenute incompatibili con la loro carica.
Dietro questa legge c’è un forte pregiudizio ideologico contro il commercio che era
considerato un attività economica instabile e l’ attività politica a Roma pretende una
stabilità economica ingente; è stabile quando si basa su beni immobili cioè la terra.
Gli optimates fecero pressione dunque sull'altro tribuno della plebe : Marco Livio Druso e
approfittando dell'assenza di Gaio proposero leggi di carattere demagogico e bloccò la
legge sulla cittadinanza avvalendosi del suo diritto di veto. Gaio quando torna a Roma, nel
122 a.C si ricandida al tribunato per l'anno seguente ma non viene rieletto ( poteva
ricandidarsi perchè la legge lo consentiva) ciò farà scoppiare scontri armati tra i suoi
sostenitori e gli oppositori . Il senato ricorre dunque per la prima volta ad una procedura
chiamata Senatus consultum ultimum ( delibera del senato) cioè proclama lo stato di
emergenza. Uno dei consoli in carica degli optimates, Lucio Opimio, organizza il massacro
dei sostenitori di Gaio. Quest'ultimo si farà uccidere da uno schiavo per non finire nelle
mani degli avversari. Dunque nel 121 a.C si conclude l'esperienza graccana. Il senato non
deroga le leggi di Gaio perchè non ha il potere politico per farlo, ma le rende inoffensive:
viene abolita la commissione che doveva misurare le terre ed inoltre stabilisce che le terre
risulteranno essere alienabili .
Per quanto riguarda la politica estera, in età graccana (133-123 a.C) ci sono due
avvenimenti importanti: nel 126 a.C viene istituita la provincia d'Asia e nel 125 a.C ,
Marsiglia ( alleata storica di Roma) chiede aiuto ai romani contro le popolazioni celtiche. I
romani intervengono perchè la Gallia meridionale rappresentava la zona di passaggio
dall'Italia alla Spagna. La Gallia verrà dunque conquistata con il nome di Gallia narbonense ,
chiamata così perchè Roma fonda nel 118 a.C la colonia di Narbonia.
GAIO MARIO
Egli era un homo novus, è un cavaliere che viene da Arpino ( municipio). Riesce ad entrare
in politica anche grazie al matrimonio con Giulia , zia di Giulio Cesare .
E' tribuno della plebe ma la sua ascesa politica è legata all'opera militare, in particolare alla
guerra Giugurtina ( 111-105 a.C) . La guerra prende il nome da Giugurta , figlio adottivo di
Micipsa, re della Numidia ( Africa del Nord) , regno molto ricco , motivo per cui i cavalieri
romani avevano forti interessi economici. Nel 118 muore Micipsa e lascia tre figli :
Giugurta, Aderbale ed Iempsale, senza lasciare disposizioni riguardo il regno. Giugurta
dunque fa uccidere Iempsale e caccia Aderbale, impadronendosi dunque del potere .
Aderbale dunque va a Roma e chiede l'intervento del Senato, il quale stabilisce che il regno
venga diviso tra Giugurta e Adebole. Giugurta nel 112 a.C mette sotto assedio la capitale
della parte del regno di Aderbale ( Cirta, centro commerciale di primaria importanza).
Giugurta conquista la città, fa uccidere Aderbale e fa massacare i romani presenti a Cirta.
Roma allora nel 111 a.C dichiara guerra a Giugurta e sono soprattutto i cavalieri a volere
questa guerra, il senato è titubante ma dichiarerà guerra dopo essere stato accusato di
cospirazione . I romani subiranno sconfitte fino al 109 a.C , fin quando non viene inviato in
Africa a combattere Cecilio Metello, uno dei due consoli con Mario come legato e vince su
Giugurta. Questa vittoria non conclude definitivamente la guerra e ciò provoca tensioni a
Roma, per questo motivo quando nel 107 a.C, Mario verrà eletto console, il senato gli darà il
comando militare della guerra e da qui inizierà la sua vera e propria ascesa. Mario darà vita
ad un ampia riforma dell'esercito : secondo alcuni è iniziata prima di partire per l'Africa,
secondo alcuni, dopo le vicende Africane. La riforma militare mariana prevede che : i
proletari possono arruolarsi regolarmente nell'esercito quando volessero ( arruolamento
volontario). Questo perchè Mario capisce che per i proletari l'arruolamento poteva essere
un occasione di riscatto sociale piochè, chi combatteva, percepiva un salario ed aveva
diritto a parte del bottino di guerra ( politica simile a quella di Tiberio che però distribuiva
terre). Questa riforma ha delle conseguenze: si supera l'esercito censitorio introdotto da
Servio Tullio, il soldato diventa un vero e proprio mestiere, ad armare i proletari doveva
essere lo stato . Mario va in Africa nel 107 a.C come console e comandante delle truppe, si
porta Silla come suo legato. La guerra si conclude nel 105 a.c con Mario eletto proconsole e
riesce a vincere definitivamente Giugirta. Mario sfilerà a Roma come trionfatore
trascinando Giugurta in catene, ma non è stata una vera e propria vittoria militare ma
diplomatica poichè Giugurta venne consegnato a tradimento ai romani da suo suocero
Bocco, re della Mauretania. La Numidia verrà nuovamente divisa in due parti : una data a
Bocco e un'altra ad un discendente di Micipsa fedele a Roma.
Nel 104 a.C, Mario viene rieletto Console mentre era ancora in Africa , cosa che non era
possibile, ciò rappresenta la prima di una serie di infrazioni dell'ordinamento istituzionale.
Gli viene dato il comando per la guerra contro i Cimbri e i Teutoni, popolazioni originarie
della Germania che scendevano verso Sud minacciando i confini di Roma.
Gaio Mario approfitta di una pausa e continua la propria riforma dell’esercito attuando dei
nuovi cambiamenti:
• Addestramento dei soldati estremamente duro “i Muli di Maio” così chiamati per
indicare la durezza a cui erano sottoposti
• Equipaggiamento dei soldati
• Introduce un’unica insegna per tutte le legioni: l’aquila con le ali spiegate (
Prima l’esercito era formato da 4 legioni e ognuna aveva il proprio simbolo) ha un
obiettivo molto forte, quello di rafforzare l’identità legionaria, creare uno spirito di
corpo tra i soldati.
• Organizzazione della legione prima ogni legione era composta da 30 Manipoli
piccoli, ora Maio sostituisce i Manipoli con le COORTI sono 10 e ognuna è formata da
600 uomini con al comando un Centurione. I Manipoli essendo piccoli erano difficili
da coordinare e non avevano autonomia, con le Coorti si risolve il problema.
LA GUERRA SOCIALE
È la guerra tra gli alleati (socii) italici e Roma. Dietro questa guerra c’è il problema della
cittadinanza chiesta dagli alleati a Roma con insistenza, volevano avere i privilegi che essa
comprendeva, ovvero:
privilegi economici- i cittadini Romani avevano maggiore bottino di guerra
privilegi politici- i cittadini potevano partecipare alla vita politica e i socii invece no e
neanche essere eletti nonostante versassero a Roma tributi e procuravano i soldati, i socii
avevano gli stessi doveri ma non diritti.
Roma si trova a combattere con soldati preparati e addestrati allo stesso modo dei soldati
Romani non si prospetta una guerra semplice.
I soldati italici si coalizzano e danno vita ad una federazione, fondano una capitale,
Corfinium (in Abruzzo), coniano moneta con immagini di valore simbolico molto forte: il
toro come simbolo italico che uccide la lupa simbolo Romano. (lega italica)
A capo dell’ esercito Romano c’è Mario che si porta dietro Silla che lo aveva seguito in
Africa.
Gli Italici oppongono resistenza e i Romani capiscono che si deve risolvere la cosa
politicamente: danno la cittadinanza. Ci si arriva per gradi, ma alla fine viene data a tutte le
popolazioni italiche tranne alla Transpadania che ricevono la Latinitas, essi divennero
cittadini solo con Cesare.
Parallelamente Roma continua a combattere contro gli Italici e li vincono militarmente, la
guerra si conclude a Nola nell’ 88 perché era rimasta l'unica roccaforte italica.
La Guerra Sociale è un paradosso, militarmente la vince Roma ma politicamente vincono gli
Italici perché ottengono la cittadinanza. Roma continua a combatterli perché vuole
affermare la sua superiorità.
Silla si preoccupa della sua posizione, viene votata una legge Lex Valeria con la quale Silla
viene nominato Dictator con l'incarico di scrivere leggi e riorganizzare lo Stato
Nell’ 81 a.C viene introdotto un nuovo ordinamento: DITTATURA COSTITUENTE
È illimitata non dura 6 mesi come le dittature precedenti
È dato da una legge e non dai Consoli dietro il consenso del Senato solo se c’ era lo stato di
emergenza
Carattere costituente la stesura delle leggi e la riorganizzazione dello Stato non erano
compiti che spettavano al Dittatore. Una volta assunta la carica, Silla inizia a riorganizzare
lo stato con una serie di provvedimenti. Ripristina le due norme che aveva varato prima di
partire che poi erano state cancellate da Mario e Cinna secondo cui le proposte di legge
potevano essere discusse dall'assemblea perevia l'approvazione del senato e l'altra che a
votare le leggi sarebbero stati solo i comizi centuriati. Egli aumenta il numero dei senatori
da 300 a 600, sono ammessi in senato: i cavalieri ed anche gli italici; aumenta il numero dei
magistrati : i pretori vengono portati ad 8, i questori diventano 20; i tribunali permanenti
aumentano, ognuno si occupava di uno specifico reato, le giurie sarebbero state formate da
senatori; inoltre vara una serie di provvedimenti contro il lusso per limitare l'ostentazione
di questo da parte della nobiltà. Nasce il cursus honorum , un ordine delle cariche con cui si
distinguono le magistrature minori e maggiori e stabilisce a quale età ci si può candidare .
Una volta ricoperta una carica , bisogna attendere 10 anni per ricandidarsi e ricoprire la
stessa carica. Inoltre limita il potere dei tribuni della plebe, il veto viene fortemente
limitato, chi diventa tribuno della plebe non può ricoprire altre cariche, elimina la
distribuzione di grano a prezzo agevolato di cui beneficiava la plebe. Inoltre allarga il
pomerium , portato fino al Rubicone . Nel 79 a.C , Silla lascia la carica e muore nel 78 a.C ,
non si conoscono i motivi della sua decisione ma ci sono varie ipotesi: forse Silla lascia il
potere perchè non aveva ancora pensato alla creazione di un potere personale o il suo
disegno politico era creare una repubblica degli optimates ed egli è uno dei conservatori
piú accaniti della classe dirigente. Dopo la morte di Silla, inizia lo smantellamento
dell'ordinamento da lui stesso creato . Questa operazione viene intrapresa da Marco
Emilio Lepido, console nel 78 a.C, avversario di Silla. Egli elimina le liste di proscrizione e
chiede che vengano ripristinate le distribuzioni di grano a prezzo agevolato per la plebe.
Propone di togliere le terre ai veterani di Silla e di darle ai legittimi proprietari. I sillani
cercano di bloccare le proposte di Lepido, questo provoca una rivolta in Etruria , una delle
zone piú colpite dall'espropriazione. Nel 77 a.C ,Lepido si unisce ai ribelli e va in Etruria ,
marcia su Roma (terza marcia su Roma) reclamando l'attuazione delle sue proposte. Il
senato proclama lo stato d'emergenza , manda un esercito in Etruria per sedare la rivolta;
nell'esercito c'è Pompeo, che era diventato propretore ( violazione della norma perchè non
era mai stato pretore) . La rivolta viene sedata, Lepido fugge in Sardegna, i suoi uomini
fuggono in Spagna dove si uniscono a Sertorio, seguace di Mario e governatore.
Si capisce come l’ordinamento Repubblicano è in crisi e si fa avanti sempre di più l'idea di
un potere personale. Con Silla siamo all'inizio di un processo che porterà poi a Cesare e ad
Augusto.
Silla misteriosamente abdica,Pompeo cerca di salvaguardare la Repubblica con poco
successo,Cesare lo uccidono ed Augusto crea l’ Impero.
Il nome di Cesare è legato ad una lunga serie di provvedimenti legislativi messi in atto tra il
49 e il 44 a.C sono anche contraddittori tra di loro, ma sono a favore della plebe:
• RICHIAMO A ROMA DEGLI ESULI PER MOTIVI POLITICI per assicurarsi i sostenitori
• VIENE CONCESSA LA CITTADINANZA ROMANA ALLA TRANSPADANIA
L’ unica che ancora non l’ aveva ricevuta ma che aveva la Latinitas. Ora l’ Italia è
realmente unificata
• AUMENTA IL NUMERO DEI SENATORI
Da 600 a 900 facendo entrare persone a lui fidate
• AUMENTA IL NUMERO DEI MAGISTRATI
Diventano 40 questori e 16 pretori perché in questo modo crea posti di carica per i
suoi sostenitori
• TRIBUNALI PERMANENTI
Quelli che si occupano di reati specifici, li distribuisce equamente tra Senatori e
Cavalieri
• FRUMENTATIONES GRATUITE
Distribuzioni gratuite di grano per gli aventi diritto, bisognava accettare che coloro
che richiedevano ne avevano realmente la necessità
• DISTRIBUZIONE DI TERRE AI VETERANI
In molti casi vanno a formare colonie
• PROMUOVE MOLTI LAVORI PUBBLICI
Programma di lavori edilizi a Roma, si da più possibilità di lavoro
• RIFORMA DEL CALENDARIO
Introduce il calendario Giuliano che si basa sull’ alternanza tra anni ordinari (28
giorni a Febbraio) e bisestili che resterà in uso fino al 16° sec quando viene introdotto
il calendario Gregoriano.
Talvolta possono essere contraddittori perché è come se Cesare avesse voluto dalla sua
parte settori diversi della società Romana,prevalentemente la plebe. C’è anche una forte
ostilità all interno di Roma contro Cesare perché si teme il ritorno del potere monarchico.
Cesare fa un errore: si mostra come un sovrano monarca di epoca Ellenistica; fa addirittura
entrare delle monete dove compare il suo ritratto. Nel 44 a.C Cesare progetta una
spedizione contro i Parti con l’inenzione di vendicare la morte di Crasso e riprendersi le
insegne. Viene organizzata una congiura nei suoi confronti viene messo un giro un falso
Oracolo che diceva che i Parti sarebbero stati vinti da un Re. Questo scosse le coscienze
popolari e crebbe sempre di più l’ ostilità verso di Cesare. A metà Marzo del 44 durante una
seduta al Senato Cesare viene ucciso dalla congiura indetta contro di lui che vedeva a capo
Giuno Bruto E Cassio Longino.
POLITICA INTERNA
A causa di governatori delle province corrotti Augusto attua una riforma per la
riorganizzazione delle province, ovvero divide le in due gruppi:
• PROVINCE SENATORIE (del popolo Romano)
Sono governate da proconsoli o propretori (esponenti dell’ordine senatorio) e le
assegnazioni delle province avvengono per sorteggio. L’ imperatore indirettamente
controlla tutto. Ora ai governatori di queste province vengono tolte le competenze
finanziarie (dove c’era una maggiore corruzione) date invece ai questori presi dall’ ordine
dei cavalieri, che hanno il compito di affiancare il governatore.
• PROVINCE IMPERIALI
Sono le province più turbolente, quindi non ancora pacificate e per questo motivo sono
stanziate al loro interno delle Legioni. Il compito di governare queste province spetta all’
imperatore che utilizza dei LEGATI, funzionari nominati dall’ imperatore stesso, egli può
toglierli dalla carica in qualsiasi momento.
Elemento di distinzione: le province pagavano i tributi, quelli pagati dalle Province
Senatorie vanno a finire nell’ ERARIO DEL POPOLO (casse dello stato); quelli pagati dalle
Province Imperiali vanno ad alimentare il FISCUS cioè la cassa dell’ Imperatore che
comprende il suo patrimonio personale (questo aspetto è molto simile all’ imperatore
Orientale)
L’ Egitto costituisce un’ eccezione poiché è considerato patrimonio personale dell’
Imperatore, è governato da un prefetto per l’Egitto, è un cavaliere che governa l’ Egitto, è di
nomina Imperiale e fa le sue veci. Sull’ Egitto l’ Imperatore addirittura vieta che i Senatori vi
entrino senza il suo consenso.
POLITICA ESTERA
È considerata da Augusto “ambito di sua diritta competenza”. In questo ambito Augusto
ricorre spesso nel principio della delega. Organizza cioè delle spedizioni militari o politiche
e poi si tira indietro e nomina altri che possano portare a compimento l’ impresa. Ricorre a
questa tattica per non esporsi troppo.
Le campagne militari che intraprende non sono molte, la sua politica è più di carattere
difensivo piuttosto che espansionistico, portato avanti anche dai suoi successori (l
espansione la si avrà solo con Traiano).
Perché sceglie questa linea politica?
• Vuole limitare i costi delle spese militari
• Si presenta come colui che ha portato la pax augustea a Roma, è un cardine della
propaganda Augustea, non si poteva contraddire
Differenza tra Oriente e Occidente nella politica di Augusto: verso l’ Oriente viene
privilegiata la via diplomatica (stipulando accordi, protettorati ,stati che si mettono sotto
la protezione di Roma, vicenda dei Parti, Es. la Palestina dove c’è il regno giudaico al potere
ci sono Filo-Romani: Erode); Verso l’ Occidente ci sono delle operazioni militari con
valore soprattutto difensivo.
AUGUSTO E L’ ESERCITO
Procede ad una riorganizzazione dell’esercito,crea un esercito : diventa stanziale: è
distaccato, è messo da parte e situati in una serie di luoghi dell’ impero, ciò è valido sia per
lì’ esercito che per la flotta (divisa tra Miseno e Ravenna)
permanente : quello del soldato diventa sempre più una professione e lo dimostra la sua
durata di carica: 20 enni l’ esercito e 25 la flotta.
Soluzione: bisognava individuare nella sua famiglia qualcuno che gli potesse succedere e
fargli attribuire gradualmente tutti i suoi poteri mentre lui era ancora in vita, così che
quando fosse morto si fosse trovato qualcuno che era già pronto a succedergli senza però
designarlo ufficialmente.
• Inizialmente individuò il nipote Marcello figlio di Ottavia, sorella di Augusto, però
muore .Precedentemente la sua morte era stato dato in moglie alla figlia di Augusto:
Giulia .
• Successivamente individua Agrippa , allo stesso modo lo dà in sposo a Giulia per
creare il legame di parentela ma anche Agrippa muore.
• Poi pensa ai figli nati dal primo matrimonio tra Agrippa e Giulia: Gaio e Lucio
Cesare, ma anche loro in tenera età muoiono. Precedentemente erano stati adottati
da Augusto.
• Rimangono solo i figli della terza moglie di Augusto, Livia, donna di grande potere
che viene da un precedente matrimonio con Tiberio Claudio Nerone membro della
gens Claudia. Da Livia e Tiberio nascono due figli: Druso Maggiore e Tiberio. La
scelta cade su Tiberio, Augusto lo costringe a divorziare e lo fa sposare Giulia, la
quale commette adulterio e viene rilegata a Ventotene per rispettare la legge.
Nel 4 d. C Tiberio viene adottato da Augusto; è l’ ultima scelta e ne è consapevole anche
Tiberio tanto che la maggior parte della sua vita la passa a Capri, non vuole governare.
Quando Tiberio è adottato, Augusto gli pone la condizione secondo la sua successione:
Tiberio avrebbe dovuto adottare e preparare a succedergli Germanico che è il
figlio di Druso Maggiore e Antonia Minore (figlia di Marco Antonio e di Ottavia sorella di
Augusto). Vuole Germanico perché è legato alla gens Julia, è figlio di Ottavia, Livia
invece difende il ramo della gens Claudia della famiglia.
Tiberio accetta il vincolo (poi se ne dimentica e fa uccidere Germanico), nel 13 d. C ha
effettivamente tutti i poteri di Augusto. Nel 14 d. C muore Augusto e si realizza il suo
volere.
ETA’ IMPERIALE
PREMESSA AGLI APPUNTI
Noi abbiamo un' immagine degli Imperatori Romani prevalentemente negativa (Tiberio è
debole- CalIgola è pazzo- Nerone è un tiranno sanguinario) ma ci sono anche degli
imperatori visti positivamente come Tito e tutta la generazione degli Antonini.
Abbiamo questa immagine perché è quella che ci giunge a noi dalle fonti antiche, ma non
dobbiamo dimenticarci che le fonti sono di tipo Senatorie (gli autori sono senatori o a loro
vicini). Abbiamo due fonti principali: TACITO (senatore) e SVETONIO (scrive delle
autobiografie degli imperatori da Cesare a Diocleziano, è legato agli ambienti senatori). Il
loro parere non è oggettivo, né nel male che nel bene, ma esprimono mancanza verso la
Repubblica e ancora di più verso quegli imperatori che non hanno avuto un rapporto
sereno con il Senato.