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SPAZIO GEOGRAFICO E PERIODI DELLA STORIA ROMANA

Lo spazio geografico della storia romana coincide con l’intero mondo di cui siamo a
conoscenza che viene unificato e sottomesso da Roma sotto il suo dominio. E’ un mondo
che, da un lato presenta forti elementi di unificazione, ma anche vario e molteplice. ​I fattori
unificanti sono:​ il sistema amministrativo, la lingua (latino), il diritto e l’esercito. Ma è
anche vario perché lascia sussistere inalterati gli usi locali delle popolazioni che conquista.
Si distinguono ​tre periodi della storia romana​, i cui riferimenti sono i cambiamenti nella
forma di governo:
Età Monarchica (753- 509 a.C.): ​ha inizio con la fondazione di Roma nel 753 a.C. (questa è
la data canonica, dalla metà del VIII sec. fino alla fine del VI sec, cioè nel 509 a.C.) fino a
quando viene cacciato l’ ultimo Re: Tarquinio il Superbo
Età Repubblicana (509- 27 a.C.): ​dura fino alla fine del I sec. quando Ottaviano assume il
nome di Augusto dal senato. Augusto creerà una nuova forma di governo.
Età Imperiale (27 a.C. - 476 d.C.): ​fin quando crolla l’ impero Romano d’ Occidente.
Precedentemente l’impero viene diviso in Oriente e Occidente. Questa età viene divisa in
due fasi:
• ALTO IMPERO/ ​PRINCIPATO
Sono i primi secoli della storia imperiale, da Augusto al III d.C. È presente nelle fonti
antiche.
• BASSO IMPERO/ ​DOMINATO
Si passa dalla fare del Principato a quella del Dominato quando Diocleziano prende il
potere nel 285 (fine del III sec). Da Diocleziano in poi, il nome ha un’ origine antica: domus
= padrone, ma è stato coniato dagli studiosi moderni, il termine non è presente nelle fonti
antiche.

Cosa cambia nella storia Imperiale?


Il potere dell’ imperatore rispetto ai sudditi diventa sempre più assoluto​ e autocratico. È un
padrone rispetto agli schiavi (nel basso Impero).
Dal III sec non c’è più la collaborazione del senato con l’ imperatore, ma il suo potere
diventa assoluto.

ORIGINI DI ROMA
Sulla nascita della città di Roma vi sono moltissime fonti letterarie, però queste opere sono
molto più tarde rispetto alle vicende di cui trattano (secondo la data tradizionale, Roma
viene fondata nel 753 a.C.), e questo risulta un problema. Gli autori ai quali siamo debitori
di un esteso racconto sulla fondazione di Roma, vivono e scrivono tra la fine del I secolo a.C.
e l’inizio del I secolo d.C.
Questi autori sono Livio e Dionigi di Alicarnasso.
Livio scrive “dalla formazione” (è giunta a noi solo una parte), il primo libro è dedicato alla
nascita di Roma e alla sua storia più antica.
Dionigi è un Greco che viene da Alicarnasso, scrive “le antichità Romane” che comprende
20 libri dalla fondazione fino al 264 a.C. cioè la prima guerra Punica (metà III sec). la sua
opera è considerata un’ opera a tesi, scritta con un intento ben preciso, cioè quello di
dimostrare che Roma è una citta Greca, poiché fondata da antiche origini Greche, cerca in
tutti i modi di confermare la sua tesi. I due autori, comunque, hanno utilizzato fonti più
antiche per documentarsi, ma non si riesce ad arrivare oltre la seconda metà del IV secolo
a.C. per cui il problema continua a sussistere: i secoli delle fonti sono molto lontani rispetto
alle vicende descritte. Essendo questi autori molto più tardi della storia di Roma, tendono a
proiettare su questo lontano passato, la realtà che è a loro più vicina nel tempo, faticando a
comprendere una realtà così cronologicamente distante. Ad esempio, quando Livio parla
della fase monarchica, afferma la presenza di un Senato, ma sappiamo che non è
un’istituzione monarchica: allora, il Senato da lui descritto è il ​Consiglio del re​ formato
dagli anziani delle famiglie più importanti. È quello da cui prende inizio il Senato in età
Repubblicana.
Gli studiosi, nel corso del tempo, hanno adottato diversi orientamenti nei confronti di
queste fonti.
• Barthold Nierburh ​inizio 800 (IXX)
È un Danese che vive in Germania e sottopone a durissima prova tutta la tradizione
più antica di Roma giudicandola “inattendibile”: afferma che è impossibile ricostruire
una fedele storia di Roma da queste fonti. La sua opera influenza enormemente gran
parte degli studiosi del XIX secolo.
• Alla fine del 900 le cose cominciano a cambiare: da un totale rifiuto della tradizione si
passa ad una ​totale accettazione del racconto​. Questo avviene perché alla fine dell’
800 e inizio 900 ci sono nuove scoperte archeologiche che riescono a confermare
alcuni aspetti della tradizione.
• “​Orientamento della critica temperata” ​dato da GAETANO DE SANCTIS che
inaugura questa critica che dura ancora oggi, afferma di non dover respingere tutto,
ma neppure accettare in blocco ciò che ci viene riferito nella tradizione letteraria,
quindi avere una posizione mediana.
Sulla nascita di Roma entrano in gioco due modelli​:
• MODELLO FONDATIVO: ​cioè quello di chi parla di una ​FONDAZIONE​ della città, nata
in un terreno vergine, in preciso momento, da un eroe che ha fondato la città. Nelle
fonti letterarie vi sono molti racconti di fondazione di Roma, ma ce n’è uno che ha
goduto di maggiore fortuna ed è quello datoci da ​Virgilio​ nell’​Eneide.
tutto parte da Enea (è un profugo) è un Troiano che quando Troia viene distrutta,
parte col padre e con il figlio e arriva in Italia, sulle coste del Lazio dove fonda una
citta: ​LAVINIUM​. Nome derivato da Lavinia la donna che sposa. Lavinia è anche la
figlia di latino, il Re dei Latini, cioè la popolazione che abitava il Lazio.
Enea arriva col figlio ​ASCANO/IULIO ​il quale fonda una città, 30 anni dopo la
fondazione di Lavinium, la chiama ALBA LONGA (attuale Castelgandolfo). La città
viene creata a seguito di una profezia che diceva di fondare una città nel luogo dove
avesse visto una vacca bianca gravida. Ascano istituisce una dinastia reale: ​i re
Albani.
Dopo alcune generazioni c’ era il Re ​NUMITORE​ che però viene spodestato dal
fratello più giovane AMULIO. Numitore aveva una figlia, ​REA SILVIA​, la quale genera
due gemelli: ​ROMOLO​ e ​REMO​ nati dall’ unione con il Dio Marte (origini divine(. Rea
Silvia porta i bambini sulle rive del tevere e li abbandona poiché temeva per per un
attentato da parte di Amulio alla loro vita. Una lupa li trova e se ne prende cura;
successivamente il pastore Faustolo li trova e li alleva come se fossero suoi figli.
I due giovani, diventati adulti, decidono di fondare una nuova città; nascono dei
dissidi tra loro sull’ ubicazione di questa città che porterà ad un omicidio da parte di
Romolo verso il fratello Remo (Remo muore). Romolo fonda la città dove aveva
deciso, la chiama Roma. Si pensa che il nome derivi dal greco “​Rhome​”, forza; altri
pensano derivi da “​Rumon”​ , il nome etrusco del fiume Tevere. Certo è che il nome
della città è legato a quello del suo fondatore. Questo modello fondativo è comunque
stato messo in discussione, ed è stato proposto uno alternativo, che ha avuto
maggiore fortuna. È stato messo in discussione perché questa storia di fondazione
sarebbe stato molto influenzato delle storie di fondazione di altre tradizioni. In tutti i
racconti sulla fondazione di Roma l’ elemento che ritorna sempre è l’ uccisione di
Remo, perché è un elemento di cui si appropriarono i nemici di Roma e che useranno
contro di essa nei dissidi (tutto nasce da un omicidio, i Romani hanno innato il senso
della violenza). Romolo si rifà all’ elemento Albano. Ascano Iulio viene considerato il
capostipite della ​Gens Iulia ​che è la famiglia di Cesare e di Ottaviano (figlio adottato
da Cesare). ​Essere della Gens Iulia significa discendere da Ascano e di discendere da
Enea, collegarsi ad essa e anche potersi vantare di un origine divina, perché Enea è il
figlio di Venere. ​Per questo motivo con Cesare e poi con Augusto il culto di Venere
diventa principale (visto solo il suo aspetto materno e genitrice).
• MODELLO FORMATIVO: ​secondo cui Roma nasce gradualmente, si va formando dall’
aggregazione di villaggi situati sui colli sovrastanti il basso corso del Tevere. Non c’è
un atto fondativo, ma varie comunità che si uniscono e portano alla creazione di un
centro urbano: Roma nasce per ​SINECISMO ​(aggregazione dal greco)
Questi villaggi sono noti dal punto di vista archeologico già dal IX a.C, si trovano sui
colli, con un’ economia fondata sull’ agricoltura e pastorizia, abitazioni in capanne e
non doveva esistere la proprietà privata, lo si capisce dalle tombe dove si trovano
corredi omogenei. Queste comunità vanno a creare in nuovo centro urbano.
Un ruolo importante lo hanno avito i villaggi che si trovano sul ​monte Palatino. ​Gli
studiosi pensano che il Sinecismo sia un processo graduale presente già dal VIII sec e si
conclude nel VII sec poiché qui avviene la pavimentazione della Valle del Foro. Questo fa
comprendere che il processo è completo, e la città ha bisogno di un centro che trova
nella ​Valle del Foro​. Roma è in una posizione geografica molto favorevole, il che
determina uno sviluppo rapido:
• Si trova vicino al Tevere;
• Il sale estratto vicino alla costa, veniva portato nell’Italia centrale tramite una strada
non lontana dalla città di Roma;
• È al centro di una serie di importanti vie di comunicazione.
Un archeologo italiano: ​ANDREA​ ​CARANDINI​ ha rilanciato il modello Fondativo : alla fine
degli anni ’80, durante uno scavo alle falde del Palatino, trova i resti di una palizzata,
precisamente delle buche in cui probabilmente era stata issata questa palizzata. Ad una
certa distanza da questa, trova i resti di un muro, il quale può essere datato perché è stata
trovata anche della ceramica (che dà sempre la possibilità di datare): 730/720 a.C. Di
fronte a questi ritrovamenti, Carandini prende gli scritti di ​Varrone ​(che dà la data della
fondazione di Roma del 753 a.C.), un erudito che vive nell’età di Cesare. Questo personaggio
ci descrive come avviene la fondazione nel mondo italico: un vero e proprio rituale che
avveniva in due tempi: ​1)​ con un aratro si tracciava nel terreno la ​linea perimetrale
(​POMERIO​) della nuova città, la quale era sacrale e non poteva essere oltrepassata da
uomini in armi; la sua presenza veniva segnalata da pali infissi nel terreno. ​2) ​Costruzione
di un muro difensivo​ per il nuovo insediamento; questo muro non coincideva esattamente
col pomerio, e lo ​spazio tra i due​ era considerato ​sacro​.

ETÀ MONARCHICA
Roma nasce come monarchia con il primo Re: Romolo che è anche il fondatore. La
tradizione ci parla di 7 Re, anche se certamente ce ne sono stati degli altri poiché 250 anni
sono troppi per soli 7 Re, probabilmente questi sono quelli che la tradizione ha conservato
forse per importanza:
Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio,
Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo.
In questa lista si nota come molti di loro abbiano un doppio nome (non Tarquinio Prisco =
antico ;Tarquinio il Superbo e Romolo); il secondo nome è un ​patronimico​, cioè un
aggettivo che si crea con uno specifico suffisso a partire dal nome del padre. Il secondo
nome è l’effetto dello sviluppo che ha avuto la comunità, anche perché poteva esservi
un’omonimia tra varie persone ed era necessaria una distinzione.
Queste certezze vengono da indizi e un elemento di prova inequivocabile.
• REX SACRORUM​: è il nome di un sacerdote presente a Roma in età repubblicana che
vuol dire Re delle cose sacre, il cui nome si spiega immaginando una precedente fase
in cui era presente un ​rex.
• INTERREX​: un magistrato a tempo dell’età repubblicana, nominato solo nel momento
in cui i due Consoli (i magistrati più importanti della Repubblica), per ragioni varie,
erano impossibilitati ad esercitare la loro carica. Lui prendeva il potere fino a quando
uno dei due consoli tornava al suo compito. Il nome riporta di nuovo alla presenza
della monarchia precedentemente.
• REGIA: ​è un edificio presente nel foro nel quale risedeva il Rex Sacrorum, poi
successivamente il Pontefice massimo. Il nome si spiega con la presenza della
monarchia come età precedente.
• CIPPO DEL FORO:​ nel foro è stata trovata un’ iscrizione che è appunto chiamata
Cippo del Foro, a fine 800, scritta in latino arcaico sacra al Dio Vulcano (chiamata
anche iscrizione Volcanale, situata dove si praticava il rito al dio vulcano). L’
iscrizione pone molti problemi di traduzione e probabilmente era una legge sacra che
vietava l’ ingresso. Nel testo si parla di un Re più di una volta in modo esplicito
La fase monarchica si divide in due periodi:
• FASE LATINO SABINA: ​corrisponde ai primi 4 Re, chiamata così perché alcuni Re
come Numa Pompilio sono di origine Sabina e non latina. (Sabini, provenienti dalla
zona appenninica del Lazio, odierna Rieti).
Ci sono due possibili spiegazioni per la presenza di sovrani Sabini:
• Secondo alcuni studiosi ​Roma è nata come città latino-Sabina​ e quindi i Sabini ci
sarebbero stati da sempre; Roma sarebbe nata dall’ unione delle popolazioni ​latine
Palatino​ e ​sabine​ ​Esquilino ​.
Ci sono delle tradizioni sulla fase più antica di Roma: “Racconto del ratto delle sabine”
: Quando Romolo fonda la città rapisce le donne dalle popolazioni Sabine per
soppiantare questo tipo di mancanza nella popolazione latina; a seguito di ciò scoppia
una guerra tra Tito Tazio (Re Sabino) e Romolo fino a trovare un accordo dove i due
Re arrivano a governare insieme su Roma.
• Secondo altri studiosi i ​Sabini sarebbero arrivati in un secondo momento dalla
migrazione​ di una parte della popolazione Sabina che portano il loro insediamento
stabile a Roma fino al punto di influire su scelte della società dando anche dei Re
Sabini alla città.

• FASE ETRUSCA: ​gli ultimi 3 Re sono di origine Etrusca (VI sec a.C.), cioè la dinastia
dei Torquini poiché le fonti raccontano di rapporti di parentela tra gli ultimi tre Re:
Servio Tullio era genero di Torquinio Prisco; Torquinio il Superbo era il genero di
Servio Tullio, il quale gli tolse il potere. Roma è governata anche da re che non sono
Latini, all’ interno di questa comunità coloro che erano di altre origini potevano
raggiungere anche alti livelli (ricordando anche le origini Enea è profugo).

Per Roma è un grande momento di crescita e sviluppo, sia dal punto di vista ​economico​ e
politico​, che ​monumentale​ della città (hanno realizzato nel periodo Monarchico la “​VIA
SACRA​”: strada che parte dal Foro e arriva al Campidoglio, era la strada percorsa dalle
grandi processioni a partire da quelle trionfali in onore dei generali vittoriosi; avviene
anche l’ inizio della costruzione della “​TRIADE​ ​CAPITOLINA​” un tempio posto sul
Campidoglio dedicato a Giove- Giunone- Minerva che si concluse solo nei primi anni della
Repubblica); sviluppo ​tecnologico​: ​CLOACA MAXIMA ​è il primo sistema fognario di Roma
realizzato dai Torquini. Si devono innovazioni dal punto di vista ​religioso​: ​introdussero nel
Panteon Romano ​divinità femminili​, mentre prima era prettamente maschile. Gli Etruschi
introdussero a Roma l’ ATRUSPICINA: scienza con al quale si entrava in contatto con le
divinità, comprendendo quale fosse la loro volontà attraverso interpretazioni di viscere,
volo degli uccelli… è la scienza che insegna ad interpretare questi segni che sono chiamati
Auspicia, da qui il nome della scienza. A Roma prima di ogni atto pubblico bisognava
interrogare gli Dei attraverso gli Auspicia per capire il loro volere.
Chi sono gli Etruschi?
Una delle più grandi popolazioni pre- Romana con un elevato sviluppo, l’ Etruria era
formata da: Toscana- Umbria- Lazio settentrionale.
Si espandono verso Nord: Bologna con la Pianura Padana
verso Sud: Capua in Campania, Pontegagnano, Sala Consilina
Come gli Etruschi sono arrivati a Roma?
Alcuni parlano di una conquista di Roma, oggi però questa idea è superata perché Roma
non diventa mai una città Etrusca e lo dimostrano le testimonianze scritte, anche se ci sono
delle iscrizioni Etrusche ma anche Latine. A Roma esisteva una strada:” VICUS TUSCUS”
cioè la strada degli Etruschi, dato che gli Etruschi sono chiamati “Tusci”, si sottolinea la loro
presenza stabile.
NO conquista di Roma, SI fenomeno migratorio come i Sabini.
Anche qui esce fuori una città mista tra Latini, Etruschi e Sabini
IL RE A ROMA, CARATTERI GENERALI DELLA MONARCHIA
Fase Latino- Sabina: c’è la ​Monarchia Elettiva​ (quando muore il re se ne elegge un’ altro Il
Re viene eletto dalle famiglie più importanti e rimane in carica a vita (potere vitalizio)
Fase Etrusca: c’è la ​Monarchia Dinastica​ (il successore è un membro della famiglia)

Poteri del Re (vale per entrambi le fasi):


• È responsabile della politica estera e interna
• Ha poteri militari​, il Re è il capo militare
• Ha potere religioso​ (Re sacerdote)celebra sacrifici pubblici, è affiancato da
“​COLLEGI SACERDOTALI”​ cioè altri sacerdoti che controllavano che il rito si
svolgesse nel modo più opportuno.
(aspetto della religione: rituale ​il Rito ha una grande importanza. ​Aspetto della
mentalità: formalismo. ​Affinché un Rito abbia valore è necessario che venga
svolto nella maniera giusta e seguendo tutte le regole. Questo concetto non vale
solo per la religione ma per ogni aspetto della vita. bisogna rispettare le norme
perché garantisce la ​PAX​ ​DEORUM​ che è la concordia tra gli uomini e gli Dei, se i
riti non vengono fatti o sono fatti male non si rispetta la Pax.)
• Non governa da solo ma ​è affiancato dal “CONSIGLIO DEI PATRES”​ (antenato del
senato), è composto da anziani delle famiglie più importanti che aiutavano il Re
nella funzione di Governo.
“COLLEGI SACERDOTALI”
Presenti nella fase monarchica, quelli più antichi sono:
PONTEFICI: ​A capo c’è il Pontefice Massimo, sono i depositari delle norme orali, verso la
metà del V sec compaiono le leggi scritte (le 12 tavole). Sono sacerdoti quindi il diritto ha
natura sacrale.
AUGURI: ​sono sacerdoti che si occupano degli Auspicia, gli esperti in materia.
VESTALI: ​sacerdozio femminile, sono giovani donne che fanno un voto di castità
trentennale che devono garantire che rimanga sempre acceso il focolare presente nel
tempio di VESTA (divinità protettrice della famiglia e della comunità, il tempio era sul Foro
dove abitavano anche le sacerdotesse)

COMPETENZE GIUDIZIARIE
Il Re giudica i processi, almeno quelli più importanti. Il Re ha anche il potere legislativo(?)
Abbiamo molte fonti che parlano di LEGES REGIAE (Leggi del Re), questo ci porta a pensare
al potere legislativo del Re. Altri studiosi credono che queste leggi siano solo “leggi”
comportamentali molto antiche e che non possono essere considerate leggi, ma solo norme
comportamentali.
La questione è rimasta aperta.
ISTITUZIONI POLITICHE DELLA ROMA MONARCHICA
Le fonti che abbiamo, attribuiscono l’ inizio di queste istituzioni a due Re: ​Romolo
istituzioni Romule e ​Servio Tullio ​istituzioni Serviane.
Gli antichi non hanno il concetto di processualità (che si costruisce nel tempo), vanno a
dare l’ iniziazione a singole persone.
Servio Tullio: appare come un Riformatore di Roma, vengono attribuiti a lui molte cose non
solo in ambito istituzionale, ma molte di queste non sono attendibili. Es. avrebbe fatto
costruire le “Mura Serbiane” cioè le prime mura che circondano Roma, ma sono del V sec
Istituzioni Romule:
- ​CURIE: ​sono divisioni della popolazione maschile di Roma di condizione libera (esclusi gli
schiavi). L’ appartenenza alle curie qualifica i cittadini Romani che costituiscono i QUIRITES
(membri delle curie). L’ insieme dei Quirites forma il ​POPULUS ROMANUS​ che ha come
divinità protettrice Quirino (Dio di origine Sabina). Non sappiamo molto sulla loro
funzionalità, la loro natura, sappiamo però che sono alla base della più antica assemblea
(COMITIUM) presente a Roma che risale già alla fase monarchica chiamata ​COMIZI
CURIATI​ che ci basa sulle Curie. I cittadini partecipano all’ assemblea e votano divisi per
curie dove l’ unità del voto è della Curia.
Ai Comizi curiati venivano sottoposte le decisioni del Re
Sono i Comizi Curiati che conferiscono al Re eletto il potere: l’ IMPERIUM
I Comizi curiati esistono anche in età Repubblicana dove si occupano solo di diritto di
famiglia (importanza marginale). In età Repubblicana i magistrati, una volta eletti devono
presentarsi davanti ai Comizi Curiati che devono dare loro l’ IMPERIUM. Allo stesso modo
della fase monarchica dove il Re aveva l’ Imperium dai Comizi Curiati. Hanno una mentalità
conservativa in legame con la tradizione.
- TRIBU’: ​istituzione Romulea e Serviana: Romolo le crea e Servio le riforma. Sono una
suddivisione più ampia del corpo civico: una tribù comprende 10 curie.
Romolo avrebbe introdotto tre tribù: TITIES- RAMNES- LUCERES (queste ultime due forse
di origine etrusca). Alcuni studiosi credono che rappresentano le tre componenti etniche di
Roma:
TITIES – Sabini dal Re Tito Tazio
RAMNES- Latini
LUCERES- Etruschi

Funzioni​: esercito, organizzazione militare.


Ogni tribù doveva fornire un ceto numero di uomini: 1000 fanti(di terra) all’ esercito della
città;
100 cavalieri. Si combatteva divisi per le tribù di appartenenza.
Origine​: sconosciuta
Natura​: i nomi dal punto di vista linguistico sono plurali, sono tribù in base alla nascita:
GENTILIZIE (genetiche)

Servio Tullio modifica le tribù: ù


• da tre diventano 4 (corrispondono alle 4 zone divise da Servio Tullio- ​Roma
quadrata.
• Modifica la natura delle tribù trasformandole in ​tribù territoriali, ​cioè l’
appartenenza è data dal luogo dove si risiede.
• Si chiamano tribù urbane (hanno a che fare con la città di Roma), si distinguono
dalle tribù rustiche (sono quelle dove vengono inseriti gli abitanti dei territori
conquistati da Roma AGER ROMANUS)
• Le tribù rustiche sono introdotte da Servio Tullio. La notizia non è affidabile poiché
la conquista da parte di Roma inizia dal V sec.

Istituzioni Serviane:
-​CLASSI DI CENSO: ​Servio divide i cittadini in 5 classi in base al Censo, cioè il reddito. Non è
chiara la base di calcolo del Censo, molti cittadini non entrano nelle classi poiché il loro
censo è troppo basso, sono chiamati ​CAPITECENSI​ o ​PROLETARI​ ed hanno solo i figli
come bene.
Servio mette in rapporto il sistema delle classi di censo con l’ esercito, ogni classe è tenuta a
fornire all’ esercito un certo numero di uomini: CENTURIE che cambia a seconda della
classe di Censo a cui si appartiene (alla prima classe è richiesto un numero maggiore di
uomini).
I proletari vengono arruolati solo in casi eccezionali, altrimenti non sono arruolabili. Ogni
classe deve fornire dei fanti (uomini di terra), ci sono 18 centurie di cavalieri a cavallo=
1800 uomini forniti solo dalle prime classi di censo oltre a fornire un numero maggiore di
fanti. Dell’ esercito fanno parte anche centurie di Artigiani necessari all’ esercito (cuochi,
carpentieri, fabbri…) forniti dalle classi più basse.
Viene fuori l’ ​ESERCITO CENTURIATO​ poiché l’ unità fondamentale è la centuria e ha a che
fare col Censo.

PROBLEMA​: i numeri che le fonti ci danno viene fuori un esercito troppo grande per un
esercito del VI sec, questo fa dubitare il collegamento tra classi di censo e l’ esercito.

-Introduce il ​combattimento oplitico​ (crea l’ esercito cittadino) ripreso dalle città Greche
che prende il posto di eserciti privati. Prima di Servio Tullio in caso di necessità le famiglie
private avrebbero allestito eserciti privati e non cittadini.

PROBLEMA:​ oplita era il fante dotato di Panoplia. Nelle tombe del VI sec a Roma non sono
state travate questo tipo di armature. Le fonti quando raccontano episodi della storia
militare di Roma dopo Servio Tullio parlano di eserciti privati e non cittadini.
Es. dalla fine del V sec fino all’ inizio del VI sec Roma combatte contro la citta di ​VEIO
(​etrusca) la battaglia del fiume ​CRÈMERA ​forse 477 a.C. Le fonti dicono che questa bataglia
avrebbe visto opporsi gli abitanti di Veio ai Fabi (famiglia di Roma, Gens Fabia) con i loro
sostenitori e vincono, questo ci fa pensare ad un esercito privato.

Servio Tullio avrebbe istituito una seconda assemblea:


-​COMIZI​ ​CENTURIATI​ (in età repubblicana è la principale)
Si partecipa e si vota divisi per Centurie che costituisce l’ unità di voto. La Centuria prende
anche la funzionalità politica oltre ad avere a che fare con l’ esercito centuriato. Questa
assemblea non si poteva riunire nel POMERIO (il limite della città che non si può superare
se armati) e questo ci fa capire che fa parte dell’ esercito.

STRUTTURE SOCIALI ​(fase monarchica)


la base della società è la ​FAMILIA​ che non corrisponde alla nostra; ne fanno parte schiavi,
figli adottivi e il patrimonio. A capo della Familia c’è il PATER che ha il controllo assoluto
sul patrimonio e sui membri della familia (i membri della famiglia sono in una condizione
di inferiorità e hanno bisogno di una figura forte). Il Pater ha potere assoluto sui figli dalla
nascita, sceglie se riconoscerli o meno (rito dove il bambino viene messo a terra e il padre
sceglie di prenderlo o abbandonarlo). I figli erano sotto l’ autorità del padre fino alla morte
giuridicamente, ma nella pratica solo fino al matrimonio. Aveva il potere assoluto sulla
moglie: poteva essere uccisa se commetteva adulterio o ripudiata in ogni momento.
Accanto alla familia c’è la ​GENS​, un gruppo di famiglie che ritengono di avere un antenato
comune, erano clan aristocratici.
-​DIVISIONE TRA PATRIZI E PLEBEI​: Romolo fece la divisione.
Oggi si pensa sia il frutto di un evoluzione. Ci sono varie ipotesi:
• PATRIZI PATRES
I Patrizi sarebbero i discendenti dei primi Patres (del consiglio di Romolo)
PLEBEI GLI ALTRI
I Plebei sarebbero tutti gli altri in una condizione di inferiorità.
• IL LIVELLO ECONOMICO:
Patrizi erano grandi proprietari terrieri; i Plebei erano Artigiani o Commercianti
legati ad altre attività economiche.
• DATO ETNICO:
Patrizi discendenti dalle comunità latine del Palatino, i Plebei discendenti dalle
comunità Sabine dell’ Esquilino

ECONOMIA
Alla base c’è l’ agricoltura, si produce quanto di consuma
Le terre non sono divise in modo uguale.
L’ allevamento è subordinato all’ agricoltura, poichè gli animali producono concime e
aiutano nei campi, per questo è importante anche per il commercio.

Dall’ età Monarchica vengono fuori due tratti distintivi di Roma:


• Vocazione della città all’ espansione (conquiste date dai Re partendo da Romolo)
• Roma è una città aperta agli stranieri, li integra molto più di una Polies greca, fino a
poter diventare Re.

C’è una tradizione secondo la quale Romolo avrebbe istituito il ​DIRITTO D’ ASILO​: i
rifugiati dal resti d’ Italia potevano stabilirsi a Roma acquisendo pieno diritto politico.
ASYLUM​spazio sul campidoglio dove i rifugiati convergevano e ricevevano i diritti politici.
Il Diritto d’ asilo viene utilizzato dai nemici come pretesto di litigio incentivando il fatto che
alla base di Roma ci sono i malviventi.

LA FINE DELLA MONARCHIA – il racconto


È giunto a noi un racconto della fine della monarchia a Roma, da due fonti: Livio e Dionigio.
La vicenda comincia col figlio di Torquinio il Superbo, di nome Sesto Tarquinio che si
invaghisce dell’ aristocratica ​LUCREZIA​, sposata con ​LUCIO TARQUINIO​. Lucrezia rifiuta
Sesto Tarquinio e lui non accettando questa cosa la violenta. A seguito della violenza subita
Lucrezia confessa l’ accaduto al marito, al padre e a due amici del marito: ​LUCIO GIUNIO
BRUTO​ e ​PUBLIO​ ​VALERIO PUBLICOLA. ​Lucrezia si suicida. Questa morte diventa il
pretesto per una ribellione che vedeva come promotori il marito assieme ai due amici, la
ribellione porta alla ​cacciata nel 509 a.C di Tarquinio il Superbo,​ padre di Sesto
Tarquinio, senza grosse difficoltà.
Le fonti ci riferiscono che nel momento della ribellione il Re non si trovasse a Roma, ma ad
un’ impresa militare. Quando riesce a tornare viene cacciato immediatamente. ​Cade così la
monarchia dopo 250 anni.
L’ anno dopo il 509 Roma ha già una nuova forma di governo: la ​REPUBBLICA​.
Il potere del Re viene dato a due magistrati, i CONSOLI che sono eletti dal popolo. I primi
due Consoli sono: Lucio Giunio Bruto e Publio Valerio Publicola, cioè gli iniziatori dell’
insurrezione che ha portato alla caduta della monarchia. Successivamente la nuova
Repubblica viene subito attaccata da ​PORSENNA, ​Re Etrusco della città di CHIUSI, con l’
intento di riportar Tarquinio il Superbo sul trono, poiché appartenevano alla stessa etnia;
Roma però riesce a bilanciare l’ attacco. Nel ​508​ Roma viene nuovamente attaccata dal
figlio di Porsenna: ​ARRUNTE​ che a differenza del padre riesce a conquistare Roma, però
solo por pochi mesi, durante i quali Roma ritorna ad avere un potere monarchico. Arrunte
viene cacciato da insurrezioni delle altre città latine che agivano in difesa della Repubblica.

SOSPETTI DEL RACCONTO


Ci sono alcuni elementi nel racconto che non possono essere considerati storicamente
veritieri:
• LA VICENDA DI LUCREZIA
È una storia molto privata ed è poco probabile che possa arrivare addirittura a
cambiare l’ intero governo. Storie simili già in precedenza sono state raccontate
nella tradizione antica Greca, ciò porta a pensare ad un topos letterario (tradizione
letteraria) piuttosto che verità, inoltre si aggiunge la figura di Tarquinio il Superbo
descritta dalle fonti, molto simile alle figure dei tiranni Greci (lo si può capire anche
dall’ aggettivo che lo descrive “il superbo”)
• LA DATA DEL 510
Nel 510 Tarquinio viene cacciato, nello stesso anno viene cacciato da Atene anche il
tiranno Ippia, liberando così la Grecia dalla tirannide. È un sincronismo costruito, si
vuole creare un parallelismo tra la storia di Roma e della Grecia. Alcuni studiosi
hanno chiesto di rivedere la data della fine della monarchia e propongono un
periodo che va dal ​470/50 a. C​ (40 o 50 anni dopo la data originariamente data)
basandosi su una base archeologica, in queste date si nota archeologicamente una
brusca interruzione tra Roma e il mondo Etrusco, enfatizzato dalla cacciata di
Tarquinio il Superbo.
• TARQUINIO VIENE CACCIATO SENZA MOLTE DIFFICOLTÀ
Non riesce a spiegare l’ odio radicato che i Romani provano verso la monarchia
(​ODIUM REGNI ) ​se Tarquinio non oppone resistenza senza creare grandi problemi.
• TUTTO È TROPPO SEMPLICE E RAPIDO ​(vero problema)
In un anno si liquida una forma di governo e se ne crea una nuova dal nulla dopo
250 anni di monarchia. Oggi la critica pensa che ci sia stata a Roma una fase di
sperimentazione graduale dove si sono susseguite varie forme politiche intermedie
che hanno poi lasciato il posto alla Repubblica. La vicenda di Arrunte che conquista
Roma e fa ritornare la monarchia per pochi mesi ne è un esempio che sottolinea la
gradualità.

ELEMENTI ATTENDIBILI DEL RACCONTO


• L’ INSURREZIOCHE CHE PORTA ALLA CACCIATA DEL RE è TUTTA
ARISTOCRATICA
Non avviene anche da parte del popolo. È confermato dal fatto che la Repubblica
nascente è una ​Repubblica Patrizia​ dove a governare è l’ aristocrazia cittadina, se
ci fosse stata un’ insurrezione popolare si avrebbe avuto una Repubblica ben
diversa. Si immagina un’ aristocrazia che non sopporta più il potere del Re e per
questo decidono di cacciarlo, per poi costruirci sopra la storia di Lucrezia.
NB. L’ insurrezione non è data né da ragioni etniche (poiché Tarquinio il marito di
Lucrezia è anch’ esso etrusco), né da insurrezioni popolari
• PUBLIO VALERIO PUBLICOLA
Ha un ruolo centrale nella vicenda ed è anche uno dei primi Consoli di Roma; grazie
al testo di un’ iscrizione: ​LAPIS SATRICANUS ​trovata a Satricum, città del Lazio
meridionale, scritta in latino arcaico, può essere datata intorno al 500 a. C (509 fine
della monarchia), su di essa è scritta una dedica ad una divinità, probabilmente
Marte, da parte dei ​SODALES ​(amici/compagni) di ​POPLIOS VALESIOS​ che è il
corrispondente in latino arcaico di Publio Valerio Publicola.
Siamo a conoscenza di un’ impresa militare di Publio Valerio nella città di Satricum;
in questo modo si dimostra la consistenza storica di uno dei due personaggi
principali della vicenda, e per di più ritrovandosi anche con la data e il periodo
storico.
Nonostante tutte queste incertezze, bisogna essere consapevoli che è anche l’ unico
racconto sulla fine della monarchia che è giunto a noi.

NASCE LA REPUBBLICA PATRIZIA


Il potere è a carico di alcune famiglie aristocratiche, quali: ​GENS FABIA- GENS VALERIA-
GENS SENPRONIA.
Questo nuovo ordinamento viene sentito come opposto alla Monarchia.
Cosa differenzia il nuovo ordinamento dal precedente?
Secondo gli autori latini è la ​LIBERTAS​ che era assente sotto la monarchia.
Repubblica in latino si dice ​RES PUBLICA ​cioè il governo dello stato è cosa pubblica e non è
più prerogativa di un solo individuo, ma è responsabilità di tutti. Successivamente con l’ età
di Augusto diventerà identificativo di una forma di governo.

ORDINAMENTO REPUBBLICANO ​della prima repubblica, la più antica


La Repubblica si fonda su tre elementi:
• MAGISTRATURE
• SENATO
• ASSEMBLEE POPOLARI

MAGISTRATURE
Essere un magistrato nell’ epoca della prima Repubblica non vuol dire avere il potere
giudiziario, ma sono ​funzionari dello stato​ (sia in Grecia che a Roma), a differenza della
Grecia a Roma ci sono personaggi che hanno anche competenze giudiziarie; a Roma le
magistrature sono in numero limitato a differenza del numero esorbitante delle
magistrature Greche.
A Roma ci sono COLLEGI DI MAGISTRATI, aumentano il numero di magistrati ma non
il numero di magistrature.
Si suddividono in:
ORDINARIE- ​magistrati eletti ogni anno STRAORDINARIE- ​create solo in
determinate circostanze

• MAGGIORI/ SUPERIORI • INTERREX


• MINORI/ INFERIORI • DICTATOR

ORDINARIE- ​magistrati eletti ogni anno ​Caratteristiche comuni:


• MAGGIORI/ SUPERIORI ELETTIVE: ​i magistrati sono eletti dalle
• MINORI/ INFERIORI assemblee popolari
ANNUALI: ​i magistrati rimangono in carica
un anno tranne una- Censura
COLLEGIALI: ​c’è un collegio di magistrati per
ogni magistratura
GRATUITA: ​chi ricopre una magistratura non
ha alcun salario, quindi sono prettamente
benestanti

MAGISTRATURE MAGGIORI
CONSOLATO CONSOLI
PRETURA PRETORI
CENSURA CENSORI

CONSOLI
Sono i magistrati più importanti, sono due e sono dotati della ​funzione eponima ​(criterio
di datazione- danno il nome all’ anno). I Romani disponevano di liste di consoli:
FASTI CONSOLARI ​(liste dove ad ogni anno corrispondeva il nome dei consoli e in questo
modo si nominavano gli anni), sono giunti a noi attraverso le ​fonti letterarie​ (Livio)e
attraverso la ​tradizione epigrafica​ (iscrizioni su pietra). La più famosa versione della
tradizione epigrafica sono I
FASTI CAPITOLINI ​è un’ incisione su pietra conservata a Roma nei musei capitolini, da qui
il nome.
Problema​: non sempre tutte le versione di queste liste si corrispondono, soprattutto per
quanto riguarda la storia più antica.

I Consoli compaiono già dai primi anni della Repubblica e anche i Fasti epigrafici
conservano i nomi dei Consoli dal 509 a.C. altri studiosi invece non accettano la loro
presenza già in tempi così antichi e ripropongono la loro presenza solo dal IV sec, prima ci
sarebbero stati dei magistrati con poteri supremi e dopo la metà del V o dopo il IV
sarebbero comparsi i Consoli.
• Eletti da COMIZI CURIATI
• Restano in carica un anno
• Ereditano i poteri del Re

Poteri dei Consoli: Limiti dei poteri: ​per evitare che qualcuno
• CAPI DELL’ ESERCITO IN GUERRA possa far ritornare la monarchia
• MANTENIMENTO DELL’ ORDINE • RESTANO IN CARICA SOLO UN ANNO
NELLA CITTÀ DI ROMA • Entrambi i Consoli hanno il ​DIRITTO DI
• HANNO GIURISDIZIONE CIVILE E VETO​ su l’ altro, cioè uno dei due
PENALE Consoli può bloccare un provvedimento
• CONVOCANO IL SENATO E LE del collega se lo ritiene pericoloso per la
ASSEMBLEE; PRESIEDONO ALLO Repubblica
SVOLGIMENTO DELLE ASSEMBLEE • PROVOCATIO AD POPULUM​, cioè la
• POSSONO PRENDERE GLI AUSPICI possibilità del cittadino di fare appello
(unico potere religioso che hanno, all’ assemblea popolare contro una
rispetto all’ età precedente che i poteri condanna inflittagli da un Console.
religiosi erano divisi tra il Rex Valeva verso condanne a morte,
Sacrorum e il Pontefice Massimo) punizioni corporali, multa ingente;
inoltre valeva solo all’ interno di Roma.
In guerra questo non vale.
Diritto istituito probabilmente da
Valerio Publicola, ma più probabilmente
risale alla fine del IV sec quando viene
promulgata nel 300 a.C una legge
chiamata LEX VALERIA DE
PROVOCAZIONE

NB.​ Le leggi a Roma prendono il nome da colui che la popone, la “Lex Valeria De
provocazione” è stata proposta da un membro della gens Valeria, poi col “de” ablativo viene
indicato l’ argomento.

PRETORI
Secondo le fonti cominciano a comparire intorno al IV sec
• Eletti da COMIZI CURIATI
• Restano in carica un anno
• Il numero di pretori aumenta nel tempo ​fino ad un massimo di 8
Hanno poteri simili ai Consoli ma non sono allo stesso livello:
• COMANDO DELL’ ESERCITO ​(quando uno dei due consoli non può farlo)
• GCONVOCANO IL SENATO E ASSEMBLEE; PRESIEDONO ALLE ASSEMBLEE
• PROPONGONO LEGGI IN ASSEMBLEA
• GIURIDISTIZIONE CIVILE E PENALE​ (caratteristica tipica dei pretori)
Nel 241 a Roma ci sono molti stranieri e si decide di creare un apposito pretore che si
occupa di processi solo per gli stranieri. Da qui viene fatta una distinzione tra
PRAETOR URBANS (​romani) – ​PRAETOR PEREGRINUS (​stranieri)
CENSORI
Li conosciamo a partire dalla metà del V sec
• Sono due; eletti dai Comizi Centuriati
• Eletti ogni 5 anni
• Restano in carica 18 mesi
Funzioni a loro assegnatogli:
• Censimento della popolazione​: era un dovere da parte della popolazione Romana, i
Censori conteggiavano il patrimonio dei cittadini e li inserivano in una delle 5 classi di
censo; conteggio che veniva fatto ogni 5 anni
• Assegnano i cittadini alle tribù
• Stendono la lista dei membri del senato: ​devono controllare che i membri del
senato abbiano i requisiti per trovarsi in quella carica e cacciavano chi invece non li
aveva o chi li aveva persi; sostituivano i senatori defunti.
• CURA MORUM​: i censori devono vigilare sulla moralità​ ​(condotta morale) dei
cittadini possono entrare quindi anche nella vita privata dei cittadini

MAGISTRATURE MINORI
• EDILI CURIATI ​(Pag. 58)
• QUESTURA QUESTORI
Secondo le fonti risale ai primi anni della Repubblica.

• Sono due (​aumentano di numero nel tempo)


• Restano in carica un anno
• Vengono eletti dai Comizi Tributi
• Competenze di tipo funzionarie
A Roma si decide di stabilire un ordine per chi vuole intraprendere la vita politica, quindi
deve seguire un percorso: ​CURSUS HONORUS ​(ordine delle cariche, cioè in quale
successione le cariche devono essere ricoperte)

È introdotto dalle legge: ​LEX VILLA ​del 180 a. C (inizio II sec)


Segue però un periodo di incertezza fino all’ età di SILLA (I sec)
Che emana una nuova legge sul Cursus Honorus applicata stabilmente.

Poiché le funzioni da loro svolte da


loro sono più
importanti e controllavano il senato
che a Roma svolgeva la funzione
principale.
L’ ordine parte :
MAGISTRATURE STRAORDINARIE
INTERREX DICTATOR
• È nominato quando entrambi i Consoli • È nominato in casi di estremo pericolo,
per varie ragioni non possono prettamente di carattere militare
esercitare la loro carica • Ha potere supremo
• Ha poteri assoluti • Nessun magistrato può bloccare il
• Resta in carica fino a quando almeno Dicatator (No diritto di veto)
uno dei due consoli non può tonare ad • I cittadini non possono appellarsi al
esercitare la propria carica. PROVOCATIO AD POPULUM
• Si fissa una durata della carica: 6 mesi
ma può anche ritirarsi prima dello
scadere del tempo se la situazione di
emergenza si conclude
• È affiancato da un collaboratore:
MAGISTER EQUITUM ​il capo della
cavalleria che è nominato dal Dictator
stesso, può inoltre togliergli la carica in
qualsiasi momento (non sono colleghi
poiché non stanno allo stesso livello).

SENATO
È l’ erede naturale del Consiglio dei Re dell’ età Monarchica, i Senatori si chiamano
PATRES​, ma non ha lo stesso significato anagrafico come prima.
Fanno parte del senato i ​Magistrati usciti di carica, ​ inizialmente era composto di soli
Patrizi (i magistrati erano solo Patrizi). Tra la fine del III sec e inizio II sec, si stabilisce un
massimo di ​300 membri​ con determinati requisiti:
• Essere ​cittadino Romano
• Essere di ​condizione giuridica libera di nascita ​(no schiavi e schiavi liberati)
• Bisognava ​appartenere alla prima classe di censo
• Bisognava ​aver ricoperto una magistratura

Competenze dei Senatori:


• Finanziarie: ​controllano tutte le uscite di denaro dalle casse dello stato
• Giudiziarie:​ giudicano i processi più importanti sia di natura pubbliche che privata
• Politiche: ​ricevono le ambascerie di altri popoli e nominano gli ambasciatori

Elementi che ci fanno capire i poteri del Senato:


• SPQR: ​formula che indica lo stato Romano ​STATUS POPULUSQUE ROMANUS
• Può sanzionare le decisioni prese dalle assemblee: ​ le decisioni entrano in vigore
solo se sono approvate dal Senato
• La carica è vitalizia ​(facoltà d’ azione che nessun altro ha)
• Il Senato controlla le azioni dei magistrati: ​i magistrati non si metteranno mai
contro la cariche che poi ricopreranno, quindi il Senato controlla i magistrati.
Non ci sono limitazioni per il potere del Senato, perché il Senato non può diventare
Re, la paura dei Romani era che il singolo potesse prendere le redini in mano e
diventare Re.

ASSEMBLEE POPOLARI- Comitium


Fanno parte delle assemblee i ​cittadini Romani​: maschi, adulti, liberi, dotati del ​diritto di
cittadinanza
COMIZI CURIATI
COMIZI CENTURIATI
COMIZI TRIBUTI

CONCILIA PLEBIS (​vedi pag. 55)

Ci sono a Roma 3 Assemblee:


COMIZI CURIATI ​è l’ assemblea più antica presente già in età monarchica. In età
Repubblicana hanno importanza limitata, infatti bastava che per ogni curia ci fosse anche
un solo membro (l’ affluenza era bassa).
Di cosa di occupano?
• Diritto di famiglia
• Danno il potere ai magistrati eletti ​(l’ IMPERIUM)

COMIZI CENTURIATI ​è l’ assemblea più importante in età Repubblicana, i cittadini
partecipano divisi per classe di censo e ognuna di esse sono divise per centurie ( gruppi di
100 uomini). Il numero delle centurie diminuisce insieme al censo (i cittadini della prima
classe di censo hanno bisogno di avere più centurie nell’ assemblea come avveniva per l’
esercito). È la centuria che è l’ unità di voto, non avviene per testa. Le prime classi hanno
più voti perché posseggono più centurie. Di conseguenza, le prime classi controllano i
Comizi curiati.
Di cosa si occupano?
Competenze elettive e legislative: ​eleggono i magistrati maggiori, fanno le leggi che
rientrano nel diritto internazionale (le più importanti) Es. dichiarare guerra; firmare una
pace; stipulare un accordo…

COMIZI TRIBUTI ​ abbiamo notizie a partire dal V sec, ma secondo gli studiosi divennero
regolari solo nel VI sec. Partecipano divisi per Tribù e votano allo stesso modo; la tribù è l’
unità di voto.
Quante sono a Roma le Tribù?
4 tribù urbane​ (di Servio Tullio), basate sulla residenza. Con l’ espansione di Roma, il
territorio conquistato: ​AGER ROMANUS​, si creano delle tribù rustiche, nelle quali vengono
inseriti tutti gli abitanti dei territori conquistati che aumentano con le conquiste. Si arriverà
ad un massimo di ​31 tribù rustiche​ nonostante le conquiste vanno avanti.
Anche se le tribù rustiche sono in numero maggiore rispetto alle urbane non riusciranno
mai a prendere il controllo del Comizio, poiché per parteciparvi bisognare intraprendere
un vero e proprio viaggio, per le zone più lontane da Roma, per andare a votare, andavano
solo chi era più vicino, quindi le tribù urbane.

Di cosa si occupano?
Competenze elettive e legislative: eleggono i magistrati minori, ​fanno le leggi su tutte
le materie su cui non legiferano i Comizi Curiati, tutto tranne il diritto internazionale.
Limiti delle assemblee:
• Non possono autoconvocarsi​, devono essere convocati solo dai Pretori o dai
Consoli e sono loro che fissano l’ ordine del giorno e che presiedono all’ assemblea.
Sono sempre i Pretori o i Consoli che presentano i candidati delle lezioni e
presentano anche le proposte di legge.
• Chi presiede l’ assemblea può interrompere in ogni momento se si presentano
fenomeni strani ​segnalati in qualsiasi momento dagli AURI (pretesa anche
strumentale se il risultato non era ciò che loro volevano)
• Le decisioni dell’ assemblea entrano in vigore solo se c’è il beneplacito del
Senato

Che tipo di costituzione è questa di Roma?


Bisogna prima rifarsi a Polipio, storico greco in età ellenistica. È un greco che viene fatto
prigioniero a Roma per molto tempo. Scrive un’ opera stoica che ha al centro Roma, si pone
una domanda:
(III sec a. C) come è possibile che in poco più di 50 anni un piccolo villaggio è diventato una
così grande potenza?
Risposta: è stato possibile grazie alla costituzione che i Romani si sono dati. Roma ha una
costituzione perfetta, perché è una COSTITUZIONE MISTA dove sono perfettamente
bilanciate le tre forme di governo fondamentali:
MONARCHIA CONSOLI
ARISTOCRAZIA SENATO
DEMOCRAZIA COMIZI

L’ importante è il perfetto bilanciamento di questi principi. Basta che si perda questo


bilanciamento anche si uno dolo di questi che la costituzione andrà inq2 crisi. Polipio è
convinto che questo prima o poi accadrà quando uno di questi elementi supererà l’ altro.

SACERDOTI
Molti Sacerdoti a Roma possono essere accompagnati anche da cariche pubbliche tranne:
REX​ ​SACRORUM​ – ​FLAMINI
FLAMINI: ​sono un collegio di Sacerdoti addetti al culto di specifiche divinità e il Flamine
incarna la divinità di cui si occupa (non tutte le divinità hanno un flamine) Giove- Marte-
Bellona è collegio molto antico, dovevano attenersi a rigide norme di vita che sono quasi
die tabù che provano l’ antichità del collegio e spiegano perché non possono ricoprire
cariche pubbliche (Es. non si può dormire fuori casa)

Tratteremo due collegi sacerdotali:


• DUOVIRI SACRIS FACIUNDIS (​due uomini addetti alle cose sacre)
Inizialmente sono due poi aumentano nel corso del tempo, consultavano i ​LIBRI
SIBILLINI ​(oracoli scritti in Greco dati dalla Sibilla Romana di Cuba e dati a
Tarquinio il Superbo, secondo la tradizione). Si consultavano gli oracoli quando c’
erano eventi stani e per trovare la soluzione e ripristinare la PAX DEORUM. Questi
oracoli sono conservati sul Campidoglio inizialmente, poi Augusto cambia la loro
posizione.
• FEZIALI
Sacerdoti che si occupano dell’ attività diplomatica, intervengono solo quando Roma
dichiarava guerra a qualcuno. Controllavano che la guerra sia stata dichiarata
secondo il rispetto delle norme per rendere la guerra GIUSTA (solo se la guerra era
giusto si poteva sperare nell’ aiuto delle divinità)
CONFLITTO TRA PATRIZI E PLEBEI
Avviene tra il V e il IV secolo a.C ,forse nel ​494​ in questo periodo avviene anche la
conquista di Roma di altre parti d’ Italia, quando finisce il conflitto.
È un conflitto tra due gruppi della popolazione cittadina di Roma: Patrizi e Plebei ci
condizione libera, nel conflitto non entrano gli schiavi. È un conflitto tra ​INGENUI ​(cittadini
nati liberi e non LIBERTI cioè schiavi liberati dal padrone). Il conflitto scoppia nel V sec in
una repubblica patrizia.

PATRIZI
• Sono gli unici che possono prendere gli AUSPICI (diritto di sangue)
• La vita politica è prerogativa dei patrizi
• Solo i patrizi potevano essere sacerdoti
• I patrizi hanno diritto ad una parte maggiore del bottino di guerra
Sono i grandi proprietari terrieri e hanno una serie di simboli esterni e visibili che indicano
il loro status che rimarranno fino al I secolo:
PLEBEI- PLEBS (​moltitudine/ folla/ massa)
È una realtà estremamente varia ed eterogenea, ci sono plebei poveri ma anche ricchi e
ricchissimi. Lo si capisce vedendo quali sono le richieste che fanno ai patrizi, le quali sono
molto varie e per questo rispecchiamo la popolazione. La plebe agisce in modo compatto,
questo li porterà alla vittoria.
Fanno due tipi di richieste:
• Richieste economiche: ​date dai settori poveri della plebe.
Nel V sec Roma conosce un periodo di difficoltà economiche che colpisce soprattutto i
contadini e i piccoli proprietari terrieri che tendono ad indebitarsi con i grandi
proprietari e quando non riescono a pagare nei tempi prestabiliti diventano
automaticamente dipendenti (schiavi) dei grandi proprietari. Questa forma di
schiavitù molto simile alla schiavitù per debiti di Atene data da Solone, a Roma è
chiamata ​NEXTUM.
• La plebe chiede che le leggi sul Nextum possano essere riviste e rese più morbide
• L’ altra richiesta è che il bottino di guerra possa essere diviso equamente

• Richieste politiche: ​date dai plebei più ricchi


• I plebei chiedono l’ accesso alle magistrature, chiesero gli stessi diritti politici dei
patrizi
• Richiedono anche le leggi scritte, perché in questo modo si sarebbero sentiti più
tutelati rispetto alle norme orli che sono più malleabili

I Plebei capiscono di essere necessari alla difesa della città perché fanno parte dell’ esercito,
questo vuol dire che una parte dei plebei ha il reddito necessario per entrare nell’ esercito.
Il conflitto inizia e i Plebei attuano la loro arma di lotta: la ​SECESSIONE

PRIMA SECESSIONE
I plebei lasciano la città in massa, la tradizione ci dice che si ritirano sul monte Aventino
(luogo legato alla plebe, mentre il Palatino è legato ai Patrizi). Altra tradizione più
probabile della precedente dice che si ritirano sul ​MONTE​ ​SACRO​. Una volta che se ne sono
andati decidono di darsi degli organi di governo propri. I Patrizi scendono a patti con i
Plebei e arrivano ad un accordo che è legato alla figura di ​MENENIO AGRIPPA​ un patrizio
che viene mandato a parlare con i Plebei, il discordo è riportato da Livio, il quale diche che
la città è come un corpo umano che per funzionare necessita che funzionano tutte le sue
membra.
Il discorso funziona e i Patrizi riconoscono gli organi che i plebei si sono dati diventando
così organi della Repubblica di Roma:
• CONCILIA PLEBIS ​(si aggiungono alle assemblee)
Valgono solo per i plebei, è l’ assemblea della plebe e si partecipa divisi per curie e in
un secondo momento divisi per tribù.
Funzioni​: ​legislativa​- votano i ​PLEBISCITI
COMITIA ​VS ​CONCILIA (​Ass. dei cittadini VS Ass. plebei)
VOTANO
LEGES​ VS ​ PLEBISCITA (​leggi VS plebisciti)
Elettiva​- ​ ​i Concilia votano i magistrati della plebe che anche qui restano in carica
un anno

MAGISTRATI DELLA PLEBE


TRIBUNI DELLA PLEBE: ​presiedono i concilia plebis
Sono​ ​due e sono i rappresentanti- garanti- esecutori della volontà della plebe riunita in
assemblea. Nome che rimanda alla sfera militare, i tribuni sono i capi dei reparti militari.
Hanno molti poteri:
• IUS​ ​AUXILI​: Diritto di venire in soccorso di un cittadino Plebeo contro l’ azione di un
Magistrato patrizio.
• IUS INTERCESSIONIS: ​Ha potere di veto, può bloccare qualsiasi provvedimento
preso dagli altri magistrati patrizi ritenuto dannoso per la plebe
• SACROSANCTITAS: ​sono inviolabili, chi fa violenza a un tribuno della plebe diventa
SACER, può cioè essere ucciso da un qualsiasi cittadino che non pagherà alcuna
condanna dal punto di vista giuridico, inoltre gli vengono confiscati i beni che
vengono donati al tempio di CERERE- LIBERO- LIBERA cioè il santuario della plebe
fondato con la prima secessione situato sull’ Aventino opponendosi al tempio della
triade Capitolina GIOVE- GIUNONE- MINERVA sul campidoglio.

EDILI: ​dal Latino AEDILES- AEDES (Tempio)


Sono due e aumentano nel tempo, restano in carica un anno, sono i Magistrati e vengono
eletti dai concilia plebis.
Funzione originaria​: erano i custodi del tempio di CERERE- LIBERO- LIBERA che era anche
un luogo di mercato e non solo di culto, conservava testi dei Plebisciti (centro economico e
archivio della plebe)
Funzione successiva​: magistrati che si occupano delle strade, manutenzione dei templi,
allestimento di spettacoli; si perde l’ essere i custodi del tempio.

CONCLUSIONE PRIMA SECESSIONE


Porta a trovare un accordo accettando gli organi dei plebei;
c’è la ​logica dell’ alterità​: i plebei si possono organizzare, ma devono rimanere fuori dallo
stato patrizio
devono rimanere separati nella repubblica, sono un corpo a parte dello stato
NB. Non vengono effettuati elementi di tipo economico

La tradizione ci parla di un intervento di natura economica da parte di SPURIO CASSIO,


console forse nel 486, quindi era un patrizio che avrebbe proposto una legge sui debiti e
anche una legge sulla redistribuzione delle terre, ricorda molto la legge agraria di Tiberio
(avvenuta due secoli dopo), c’è motivo di dubitare di questa legge.
C’era una rivolta verso Spurio Cassio contro le leggi, data sia dai patrizi che dai plebei.
Spurio viene accusato di aspirare alla monarchia e viene ucciso.
Si possono fare due considerazioni di ordine storico:
• La prima secessione ha un risultato di ordine politico e non economico, ci porta a
pensare che è una vittoria dei ​plebei ricchi ​che avranno sfruttato il malcontento dei
settori più deboli per ottenere dei risultati che loro volevano.
• Spurio Cassio propone delle leggi che andavano incontro ai problemi della plebe ma
viene ucciso da patrizi e plebei. La vicenda ci fa capire che la plebe non voleva un
cambiamento radicale del sistema di governo in questa fase storica, ma vuole una
sua correttezza dall’ interno, altrimenti avrebbe sostenuto Spurio Cassio.

451​ ​SECONDA SECESSIONE


I plebei chiedono questa volta ​leggi scritte​. I patrizi accolgono questa richiesta, viene
nominata una commissione di 10 membri: ​DECEMVIRI ​composta da tutti patrizi e viene
dato loro il compito di mettere per iscritto le leggi orali. Contemporaneamente si sospende
il funzionamento di tutte le magistrature ordinarie, perché si vuole che nulla interferisca
con il lavoro dei Decemviri, soprattutto di temono i Tribuni della plebe che avevano il
diritto di bloccare l’ azione. Inoltre si dice che nei confronti dei Decenviri non vuole la
PROVOCATIO AD POPULUM.
Nel giro di un anno si hanno le leggi scritte su ​10 tavole di legno ​che vengono​ ​poi esposte
nel Foro. Ci si accorge ben presto che mancano delle leggi, per questo si nomina una
seconda commissione di Decenviri dove secondo alcune fonti ci sarebbero stati anche dei
plebei (non certo) vengono aggiunte altre due tavole per un totale di ​12 TAVOLE DI
LEGNO ​esposte nel Foro sono fondamentali perché è il primo codice di leggi che Roma si
da.
Problema: i Decemviri della seconda commissione non se ne vogliono andare (una sorta di
colpo di stato), vogliono cambiare l’ ordinamento politico. C’è una rivolta dove sono
presenti soprattutto plebei, ma anche alcuni settori del patriziato.

450 TERZA SECESSIONE


La rivolta porta alla terza secessione, che come le volte precedenti è molto efficace tanto
che la seconda commissione di Decemviri viene cacciata e vengono presi una serie di
decisioni a favore della plebe per farli tornare (tutto è incerto, il racconto è alterato)

LEGGI DELLE 12 TAVOLE


• Queste leggi sono un paradosso, perché le vogliono i plebei, ma sono scritte da patrizi;
confermano solo il primato di supremazia dei patrizi.
Es. prevedono pene molto dure per debitori che non riescono a pagare il debito
(quindi va contro i plebei); c’è una legge che vietava i matrimoni misti tra patrizi e
plebei, ciò vuol dire che c’ erano dei plebei che potevano aspirare a sposare patrizi,
sottolinea la ricchezza anche di alcune famiglie ella plebe.
Nel ​445​ viene approvata la ​LEX CAMULEIA​ proposta da Camuleio che invece
autorizza i matrimoni misti.
• Non sono giunte a noi le 12 tavole, ma le conosciamo tramite autori successivi che le
citano. Queste leggi sono quasi tutte relative al diritto privato (rapporti tra cittadini)
e non a quello pubblico. Questo però non vuol dire che non esistevano leggi sul diritto
pubblico, ma quando degli autori citano dei testi, prendono solo le parti che a lor
interessavano, in questo caso del diritto privato.
• Molte di queste leggi ricordano una serie di leggi greche, non ci meraviglia poiché le
fonti ci riferiscono che i Decenviri prima di trascrivere le leggi sono andati ad Atene
per studiare le leggi di Solone, ma Roma ha anche vicino le città greche dell’ italia
meridionale dove già tempo prima le leggi erano state trascritte.

LEX CAMULEIA
Matrimonio tra Patrizi e Plebei.
Conseguenza​: nel giro di poco tempo, il sangue delle famiglie patrizie si va a mischiare con
quello delle famiglie plebee. Questo pone un ​problema​- gli ​AUSPICI​ potevano essere presi
solo da patrizi attraverso il diritto di sangue. Il problema aumenta quando i plebei chiedono
di accedere al consolato.
Opposizione:​ non si può aspirare al consolato se non potevano prendere gli Auspici, ma
questo elemento perde forza se il sangue era misto.
Come si cerca di risolvere la situazione?
Secondo Livio i patrizi non vogliono dare il consolato e decidono di attuare un espediente
che è stato messo in atto dai patrizi a cominciare dal ​444:
• All’ inizio di ogni anno il Senato poteva decidere 2 cose
• Che i consoli eletti fossero solo patrizi
• Che invece dei due consoli fossero stati eletti due magistrati chiamati ​TRIBUNI
MILTIARI CON POTERE CONSOLARE ​fino al 367
Questo quadro solleva molte problematicità:
• I patrizi comunque perdevano il potere sulla magistratura più importante
• Le fonti dicono che i patrizi sono stati messi alle strette dai plebei e hanno trovato
questo espediente nel 444. Il primo Tribuno Militare con potere consolare plebeo
appare però nel 440, 40 anni dopo, passa troppo tempo e qualcosa non torna.
NB​: Non si dubita della presenza di questi Tributi militari, perché abbiamo i nomi, ma il
problema sussiste se è veramente come ci racconta Livio; inoltre risulta in sospeso la
questione degli Auspici.
Oggi si pensa che questi Tribuni militari non fossero dei sostituti dei Consoli, ma degli
assistenti/ collaboratori dei Consoli, i quali potevano essere anche plebei.

All’ inizio del IV sec esplode di ​nuovo il conflitto​ e si cerca di arginarlo, da parte dei patrizi
ci sono vari tentativi:
• Nello stesso periodo Roma ha due conquiste militari: sconfigge la città di Veio (città
etrusca) e conquista Capena (città latina vicino Roma); i patrizi dividono il territorio
di Veio e Capena in appezzamenti di terra che vengono dati ai Plebei come
contentino.
• Il 387 è legato a ​MANLIO CAPITOLINO ​ che propone una legge di revisione del
sistema di debiti e sulla divisione delle terre su una base più ugualitaria. Il tentativo
fallisce, c’è una rivolta contro Manlio e viene ucciso accusato di voler diventare
monarca.
La tensione cresce e per molti anni non si riescono ad eleggere i Consoli perché ogni volta
che veniva eletto qualcuno i Tribuni della plebe bloccavano tutto. La città non può rimanere
in paralisi. La scelta cade si ​FURIO CAMILLO ​personaggio noto come​ ​l’ eroe della difesa di
Roma contro i Galli, e della vittoria di Veio. Furio Camillo trova la soluzione: fa approvare
un pacchetto di leggi- ​LEGGI LICINIE SESTIE​ che già tempo prima erano state elaborate da
due Tribuni della plebe (ricchi): ​GAIO LUCINIO STOLONE ​e ​LUCIO SESTIO LATERANO​,
ma che non riuscivano ad essere applicate perché venivano bloccate subito.
LEGGI LICINIE SESTIE ​del ​367 ​sono la svolta della storia, stabiliscono:
• Il problema dei debiti
Prima chi si indebitava doveva pagare anche degli interessi. La legge sui debiti
stabilisce l’ abolizione degli interessi e inoltre stabilisce che gli interessi già pagati
dovevano essere detratti dal debito complessivo e il debito poteva essere pagato a
rate.
• Per quanto riguarda la terra
Stabilisce che un cittadino Romano non può possedere più di una certa quantità di
terreno pubblico. Chi avesse superato questo limite avrebbe dovuto cedere queste
terre ai plebei.
• I plebei possono diventare Consoli
Alcune fonti stabiliscono che uno dei due consoli doveva essere plebeo, la non è
affidabile perché se guardiamo i Fasti, cioè le liste con i nomi dei consoli vediamo che
non necessariamente nelle coppie consolari troviamo almeno un plebeo. Il primo
console plebeo è SESTIO LATERANO
Bisognerà aspettare il II sec a. C prima di avere una coppia consolare tutta plebea.

Furio Camillo su preoccupa anche di compensare i patrizi, distribuendo nel ​366​ una nuova
magistratura riservata solo ai patrizi:
EDILI CURULI
chiamati così per distinguerli dagli Edili che erano Plebei, il come deriva dalla ​SELLA
CURULIS ​era una sedia particolare deve sedevano i magistrati che fino ad allora erano solo
patrizi. Sono eletti dai Comizi Tributi (fanno parte delle magistrature minori); si occupano
dell’ organizzazione di una delle feste più importanti di Roma: ​LUDI MAXIMI
col tempo la loro funzionalità cambia e diventano coloro che si occupano dell’
approvvigionamento alimentare della città.

NB. Le leggi Licinie Sestie sono un momento di svolta perché si aprono ai plebei tutte le
altre magistrature (300 a.C viene promulgata la LEX OGULNIA- la possibilità del sacerdozio
ai plebei; 326 viene promulgata la LEX PETELIA- che abolisce il Nextum)

Conclusione del conflitto: ​APPIO CLAUDIO CIECO


Personaggio molto importante e abile oratore, uomo di grande cultura, studioso di
grammatica e uomo politico ad alti livelli, ricopre la ​censura nel 312 a. C​ attua dei
provvedimenti molto importanti che portano verso la fine del conflitto patrizio- plebea.
Inoltre fa realizzare molte ​opere pubbliche​ tra cui: la costruzione del primo acquedotto di
Roma; avvia la costruzione della Via Appia il primo tratto da Roma a Capua che poi
successivamente arriverà fino a Brindisi.

Provvedimenti di carattere politico:


• Modifica la composizione del Senato
Ora per diventare Senatori non è più necessario aver ricoperto una magistratura,
questo favorisce i plebei ricchi che non potevano partecipare alle magistrature;
• Stabilisce che i cittadini Romani potevano entrare a far parte di una tribù
rustica
Per evitare che in sede di assemblea avessero avuto più peso quelle urbane;
• Il censo viene calcolato in base ai beni mobili e immobili
Quando il censimento veniva calcolato, ogni 5 anni, si calcolava solo in base ai beni
immobili, quindi terre e il bestiame, di conseguenza nelle prime classi di censo si
trovavano i patrizi che avevano più terre per il bottino di guerra maggiore.

GNEO FLAVIO
Gneo Flavio fa pubblicare le formule giuridiche, il diritto si distacca dalla sfera
religiosa
Uomo politico molto vicino ad Appio che prende un’ altra decisione importante che
riguarda le FORMULE GIURIDICHE che dovevano essere impiegate durante i processi, fino
a quel momento erano orali e conosciute solo dai pontefici (sacerdoti) che erano patrizi e
che quindi controllavano i processi.

Si va verso la ​fine ufficiale del conflitto 287 a.C ​(III sec) viene pubblicata la ​LEX
HORTENSIA​ che stabilisce che i plebisciti non hanno valore solo per i plebei ma per tutti i
cittadini di Roma, non c’è più differenza tra LEGES e PLEBISCITI. Quindi si annullano le
differenze tra patrizi e plebei.

Ora c’è la logica dell’ integrazione, a differenza di prima che c’era la logica della
separatezza.
287​ nasce la nuova Repubblica: la ​Repubblica patrizio- plebea ​. ora la classe dirigente
NOBILITAS​ è mista, ma i plebei sono solo quelli ricchi. Fanno parte della NOBILITAS coloro
che sono stati Consoli o Pretori; o coloro che hanno avuto un antenato console o pretore.
Anche il Senato cambia volto poiché ci sono anche i plebei.
Quali sono i valori della Nobilitas?
• Valore militare
• La partecipazione attiva alla vita dello stato
• L’ eloquenza /l’ oratoria
• La ricchezza
• Avere molti figli
Considerazioni:
quando Augusto diventa imperatore cerca di arginare la perdita della moralità, alla fine del
I sec dice di dover tornare alle origini e agisce sulla famiglia e sulla prole. Da notare che nei
valori della Nobilitas manca la cultura che si inserirà solo quando Roma conquisterà la
Grecia.
La Nobilitas mista si comporta allo stesso modo dei patrizi, è chiusa verso chi non ha
parenti pretori o consoli.
HOMINES NOVI: ​cittadini romani che pur non appartenendo alla nobilitas riescono a fare
la carriera politica a livelli alti. Ripropongono la stessa logica che utilizzavano i patrizi
verso i plebei.

LA CONQUISTA ROMANA DELL’ ITALIA


Segue una logica precisa: Roma conquista prima le aree limitrofe, il Lazio, e poi si espande-
LOGICA DELLA PROGRESSIONE
Quando​: dalla fine del V e all’ inizio del III sec, prescindendo dalle conquiste della fase
monarchica.
Due avvenimenti segnano questo periodo:
inizio- V sec ​GUERRA CON LA NUOVA LEGA LATINA
fine –III sec ​GUERRA CONTRO TARANTO​ (282- 272 a.C)
All’ inizio del III sec, Roma controlla un territorio che va dallo stretto di Messina fino ad una
linea che va da PISAE (Pisa) nel Tirreno, fino ad ARIMINUM (Rimini) nell’ Adriatico. Resta
fuori l’ Italia Settentrionale (la Pianura Padana che verrà conquistata solo nel II sec).
La politica interna (il problema patrizio-Plebeo) coincide con la politica estera (le nuove
conquiste) che si fa più veloce quando si risolve il conflitto cittadino. Un momento di
arresto della conquista avviene intorno al ​390 a. C​ quando Roma viene da una popolazione
celtica/gallica, cioè un’ insieme di popolazioni Sènoni: ​SACCO GALLICO​- Roma sarebbe
stata distrutta da questa popolazione secondo le fonti, ma nell’ archeologia non c’è alcun
risultato che testimonia l’ accaduto. La città viene colpita soprattutto da un punto di vista
psicologico (Roma ha paura, timore dei Galli).

P.S. AGGIUNGI AVVENIMENTI DAL MANUALE, LA STUDIA SOPRATTUTTO GLI EPISODI


CHE VERRANNO TRATTATI ORA.

• LA GUERRA CON LA LEGA LATINA


Alla fine dell’ età monarchica (fine VI sec), Roma possedeva tutto il Lazio, tutte le città
Latine del Lazio. Le città latine formarono una Lega della quale faceva parte anche Roma
con una posizione maggiore, Roma come potenza egemone. Quando la monarchia cade e
nasce la Repubblica, le città latine sfruttano il momento di difficoltà e scelgono di sottrarsi
all’ egemonia di Roma formando la ​NUOVA LEGA LATINA​ (fine IV sec) con un ​carattere
Anti Romano. ​Secondo la fonti un ruolo centrale lo aveva Tarquinio il Superbo che
precedentemente era stato cacciato. All’ inizio del V sec c’è una guerra tra la Nuova lega
Latina e Roma. Si conclude con la Battaglia del Lago Reggillo forse nel 496 a.C. Roma vince e
sancisce il controllo di Roma sul Lazio. Abbiamo per la prima volta nella Battaglia del Lago
Reggillo l’ istituto EVOCATIO.

EVOCATIO​: alla vigilia di una battaglia il comandante delle truppe Romane invoca la
divinità protettrice avversaria, ne chiedeva la protezione con la promessa che se Roma
avesse vinto la battaglia, si sarebbe stabilito un culto a Roma nel Pantheon. Dietro l’
evocatio c’è la volontà di integrare i nemici (città aperta), la sconfitta non vuol dire la
perdita dell’ identità, passava attraverso la religione, poiché la divinità tutelare verrà
affidata al Pantheon di Roma.

Nella Battaglia del Lago Reggillo vengono invocati i DIOSPURI (una coppia di gemelli)
protettori della Lega Latina.
Roma stipula un trattato di pace con la Lega: ​FOEDUS CASSIANUM 493
Secondo le fonti è stato Spurio Cassio l’ artefice dell’ accordo che resterà in piedi poco più
di un secolo, fino al 340, quando Roma si troverà a combattere nuovamente con la Lega
Latina: ​LA GRANDE GUERRA LATINA 340-338 Roma vince​ nel 338 e la Lega Latina
comincia a tramontare.
I Latini godono di una situazione di riguardo che ha origine proprio con il Foedeus
Cassianum.

• GUERRA CONTRO VEIO


Secondo le fonti è divisa in 3 guerre, ma molto più probabilmente sono ​3 fasi di un’ unica
guerra​ che attraversano ​tutto il V sec​ e si concluderà forse nel 397/6 a.C con la sconfitta di
Veio.
Veio è una città Etrusca che si trova a nord di Roma, è una città potente e la sua conquista
ha un grande valore, poiché faceva concorrenza a Roma per il controllo delle Saline situate
alla foce del Tevere e costituiva una minaccia per quanto riguarda il controllo delle vie di
comunicazione dell’ Italia centrale.
La vittoria avvenne con Furio Camillo che riesce a prendere la città.
BATTAGLIA DEL FIUME CREMERA (​prima fase/guerra)
Combattono la Gens Fabia contro gli abitanti di Veio (Roma ancora non ha un esercito
cittadino ma degli eserciti privati formati dalle famiglie più importanti del patriziato)
Novità:
• Introduzione dello ​STIPENDIUM
La paga che viene data ai soldati, introdotta per la lunga durata della guerra
• Istituzione del ​TRIBUTUM
È la tassa che le centurie dell’ esercito devono versare
• Viene invocata ​UNI ​(Evocatio)
Divinità Etrusca protettrice di Veio che viene accolta nel Pantheon Romano col nome
di Giunone Regina
• GUERRE SANNITICHE
Le fonti parlano di 3 guerre, ma anche qui si tratta più probabilmente di 3 fasi di una lunga
guerra che va dalla ​metà del IV sec all’inizio del III sec​. Avviene la conquista dell’ Italia
meridionale.

C​hi sono i Sanniti?


Sono un insieme di popolazioni, che abitano l’ appennino centro meridionale, accomunati
da una stessa lingua: l’ ​OSCO​. Alcune popolazioni si trovano anche in Campania: ​IRPINI
(Avellino).

Queste guerre segnano una trasformazione dell’ impero Romano, quasi imposto. In questo
periodo Roma ha un esercito cittadino che combatte con una tattica Oplitica. Quando Roma
combatte contro i Sanniti si accorge che una tattica del genere è poco utile nelle zone
montuose, era necessario cambiare strategia.
Non sappiamo a chi si deve, probabilmente questo cambiamento è avvenuto nella seconda
fase della guerra Sannitica (viene conquistata Napoli 326). Roma subisce una grande
sconfitta nel ​321​ a.C a ​CADIUM​- ​BATTAGLIA DELLE FORCHE GAUDINE​; si pensa che sia
durante questa guerra che capiscono di adottare una nuova tattica di combattimento (non è
certo).

Nascita dell’ ​ESERCITO MANIPOLARE (dalla 2° fase della guerra fino al I sec)
L’ unità di base dell’ esercito Romano è la Legione che combatteva con la tattica Oplitica;
adesso la Legione si divide in unità più piccole: 120 uomini per unità ​MANIPOLI​.
Ogni Manipolo è autonomo e questo vuol dire che l’ esercito ha maggiori possibilità di
movimento.
Lo schieramento tutto è diviso su 3 file: 10 per ogni fila= 30 Manipoli
1° fila- i combattenti migliori (avevano l’ armatura completa ed erano più abili)
2° fila- i soldati di esperienza (fungono da sostegno alla prima fila)
3° fila- la riserva, i membri appartengono ai ceti inferiori (inseguono i nemici nell’ ultima
fase)
Ai due lati c’è la Cavalleria: due squadroni ai lati dell’ esercito che però non entrano nel
sistema Manipolare che invece riguarda solo i soldati di terra.

A lungo andare si presenterà un ​problema​: ​la difficile coordinazione dei Manipoli


GAIO MAIO ​nel​ I sec, ​attua una nuova riforma dell’ esercito Romano eliminando il sistema
Manipolare.

• GUERRA CONTRO TARANTO ​282/ 272


Taranto è una città Greca fondata da Sparta e diventa nel IV sec il punto di riferimento delle
città Greche dell’ Italia che sono esposte ad un continuo attacco da popolazioni indigene.
Taranto quindi difende le città Greche dell’ Italia.
Alla fine del IV sec a Taranto si capisce che la vera minaccia per la Magna Grecia è Roma e
non le popolazioni indigene. I Tarantini si avvicinano alle popolazioni Italiche per far fronte
contro l’ avanzata di Roma. Si crea una situazione di tensione tra Roma e Taranto (​VERA
CAUSA DELLA GUERRA​)
Roma e Taranto raggiungono un ​ACCORDO​: ​le navi di Roma non dovevano entrare nel
golfo di Taranto
ad un certo punto, una nave Romana entra nel golfo, ma non è chiaro se secondo un piano o
casualmente, così scoppia la guerra poiché l’ accordo è stato infranto. (​CAUSA
SCATENANTE​)
Taranto chiama in aiuto ​PIRRO​ re dell’ Epiro (albanese) che arriva con un esercito formato
anche da Elefanti ​(aggiungi altre vicende)
La guerra si conclude con la sconfitta di Pirro nella battaglia di ​MALEVENTUM​, la città
successivamente cambierà nome e si chiamerà Beneventum, grazie ai Romani.
Taranto ora è senza alcuna difese e viene sconfitta facilmente da Roma.

ORDINAMENTO DELL’ ITALIA ROMANA


Come Roma organizza da un punto di vista amministrativo i territori conquistati in
Italia
Tradizionalmente nell’ antichità quando una città sottomette delle comunità le considerava
automaticamente un suo possedimento e i cittadini erano dei sudditi ai quali venivano
imposti dei tributi. A Roma era ben diverso e da all’ Italia un ordinamento molto più
complesso che si basava su soluzioni giuridiche diverse tra di loro (non si adotta sempre la
stessa soluzione).
Differenza con i Greci:
I Greci avrebbero cercato di trovare una soluzione rigida e autoritaria da applicare; invece
Roma si serve di ​soluzioni giuridiche che sono diverse caso per caso​, non c’è uno
schema preciso che applica. Di conseguenza si ha un dominio politicamente omogeneo dell’
Italia, ma le forme di dipendenza sono diverse.

Da questo si può capire il ​PRAGMATISMO​ dei Romani, non amano le grandi soluzioni
teoriche , ma hanno un grande rapporto con la realtà; la duttilità non può imporre una sola
soluzione per dei così vasti e variegati territori, hanno una visione maggiore sulla realtà dei
fatti.
Questo tipo di ordinamento regge per molto tempo, vacilla con la guerra contro ​Annibale
(seconda guerra punica 218), poi si riprende e rimarrà in piedi fino alla fine del II sec. ​Dura
dal V fino alla fine del II sec​ quando i cittadini dell’ Italia vogliono la cittadinanza Romana.

Ci sono tre fattori che influenzano la scelta della soluzione migliore da adottare:
• Che atteggiamento hanno avuto i territori sottomessi verso Roma
Roma trattava meglio quei territori che non hanno opposto particolare resistenza;
soluzioni rigide per coloro che hanno opposto resistenza.
• Fattore etnico
Soluzioni più morbide verso quelle popolazioni che i Romani sentono a loro più
vicini, prima di tutto i Latini, il contrario per coloro che sente più lontano, ad
esempio i Galli.
• Livello di civiltà raggiunto dalle popolazioni sottomesse
Gli Etruschi e i Greci avevano una civiltà più elevata rispetto ai Sanniti per cui Roma
non si può comportare allo stesso modo.

Tutte le soluzioni trovate si possono collegare a due principi di fondo:


• ANNESSIONE ​(i territori conquistati diventano territori di Roma)
• FEDERAZIONE ​(Roma stipula un accordo con i territori conquistati, è il principio
più morbido e si usa per favorire il popolo che corrisponde alle caratteristiche prima
elencate.

LOGICA DELL’ ANNESSIONE


Le terre dei nemici sono confiscate dai Romani, normalmente Roma non confisca tutto il
territorio, ma solo una parte e l’ altra è lasciata alla popolazione. Quando però c’è un
intento punitivo non lascia nulla, per esempio Veio.
Logica= Confisca
• Il territorio confiscato diventa ​AGER ROMANUS
• Gli abitanti quando non vengono sterminati o venduti come schiavi diventano
CITTADINI ROMANI ​e vengono inseriti nelle tribù rustiche.
Come si amministra un Ager Romanus?
• Il territorio resta territorio dello Stato: ​AGER PUBLICUS​ amministrato dal Senato
che può decidere di fare una serie di cose:
-​ASSEGNAZIONI VIRITANE ​cioè dare parti del territorio in proprietà a cittadini
romani singoli (VIRTIM), soprattutto quelli dell’ elite oppure lo affitta a cittadini d’
elite anche se ad un costo molto basso, questo avveniva quando c’ era difficoltà
economica.
-​LA COLONIZZAZIONE ​cioè il Senato può dare il territorio non al singolo cittadino
ma ad un gruppo di cittadini che va a formare una comunità che si insedia su questo
territorio. Ci sono colonizzazioni ​ROMANE ​o ​DI DIRITTO LATINE /LATINE
- I MUNICIPIA ​cioè comunità autonome che Roma conquista militarmente ma che le
lascia autonome, ingloba queste comunità facendo diventare gli abitanti cittadini
romani sottoposti al diritto Romano
COLONIE ROMANE
Il gruppo di cittadini che si insedia nel territorio dato dal Senato, restano cittadini Romani
anche dopo la nascita della colonia.
Sorgono in ​luoghi strategici​, lungo le coste : OSTIA- ANZIO- TERRACINA.
Sono piccoli​: 300 famiglie
Hanno un ​rapporto di dipendenza con Roma​ (Paragone con le colonie greche) politica e
d economica; quando c’è il censimento i cittadini delle colonie Romane vanno a Roma e
partecipano alle assemblee; versano a Roma un tributo.
Funzione: ​fungono da presidi militari di Roma sul territorio dell’ Italia, controllano
militarmente i territori Italiani (per questo si trovano in punti strategici)
Forma di autonomia:​ sul piano amministrativo hanno le loro istituzioni (proprio senato-
assemblee- magistrati…) mantengono gli stessi tipi di organi di governo romani.

Come scelgono i cittadini?


-sono volontari, ​appartengono al proletariato e una volta arrivati nel luogo, otterranno un
appezzamento di terreno
-devono essere idonei a portare le armi ​per svolgere il compito di vigilanza; sono però
esentati dal prestare servizio militare a Roma, poiché sono in missione perennemente.
COLONIE DI DIRIRTTO LATINE/ LATINE
Sono numericamente di più delle colonie Romane ​(30 Latine e 10 Romane al tempo
della guerra punica- LIVIO)
Sono più grandi: ​2000 cittadini che si spostano; le colonie nascono a seguito dell’
espansione di Roma
Sono cittadini Romani ​che si spostano e ricevono nella colonia un appezzamento di
terreno maggiore rispetto alle colonie Romane.
Da un certo momento sono ammessi anche i LATINI e gli ITALICI
Provengono da ​classi sociali più basse ​stinti dall’ appezzamento maggiore per
compensare la perdita della cittadinanza Romana; ad un certo punto si faceva fatica trovare
persone che fossero disposte a rinunciare alla cittadinanza romana solo per un
appezzamento di terra maggiore, questo perché la cittadinanza portava alcuni privilegi,
quindi si decide di aprire la possibilità di far entrare anche cittadini latini e Italici
Differenza con le colonie Romane:
i cittadini Romani(2000) rinunciano alla cittadinanza Romana e ricevono in cambio la
LATINITAS /IUS LATII ​dal punto di vista giuridico, acquistano la condizione giuridica
particolare che Roma dà ai Latini, comunque di favore.
LATINITAS:
statuto privilegiato dal punto di vista giuridico; i Latini godono di 3 diritti rispetto alle altre
popolazioni Italiche:
1)​IUS CONNUBII- ​hanno il diritto di sposare cittadini Romani
2)​IUS COMMERCI- ​hanno il diritto di commerciare con i cittadini Romani con valore legale
3) ​IUS MIGRANDI- ​hanno il diritto, nel caso in cui decidono di trasferirsi a Roma, durante il
primo censimento di chiedere e ottenere la cittadinanza Romana
P.S​ l’ Ius Migrandi diventerà un problema perché più Roma acquista importanza più le
città Latine vanno a Roma, questa cerca di far fronte al problema imponendo di lasciare un
erede nella comunità di provenienza, però non era sempre rispettata. Roma agisce in modo
diverso e espelle periodicamente i Latini da Roma per evitare lo spopolamento delle città
Latine.

Anche le colonie Latine sono:


indipendenti​ dal punto di vista amministrativo, ma ​dipendenti,​ in forma minore,
politicamente ed economicamente, devono dare a Roma soldati e pagare un tributo.
(Sono diverse dalle Apolikie greche che invece sono del tutto indipendenti)
Inoltre il numero di soldati e dei tributi che le colonie devono versare a Roma è stabilito
dalla ​legge di fondazione​ che segna l’ atto di nascita della colonia.
PROCEDURA DI DEDUZIONE (Fondazione) DI UNA COLONIA
• La promulgazione della legge di fondazione/ deduzione
La promulgazione è fatta dai Comizi a Roma dietro un pronunciamento del Senato
fino alla fine del II sec a. C; dopo a doversi pronunciare sono i Tribuni della plebe; poi
ai grandi generali nell’ ultima fase della vita di Roma Repubblicana; con la nascita dell’
impero il compito di promulgazione spetterà all’ Imperatore. Quindi, affinchè ci sia la
colonia ci deve essere un organo che si pronuncia per la sua creazione, questo vale sia
per le colonie Romane che per quelle Latine.

COSA VIENE DETTO NELL LEGGE DI FONDAZIONE?


• Lo statuto della colonia (Romana o Latina)
• Viene indiato il luogo dove sorgerà la colonia
• Il numero dei coloni e l’ estensione dei terreni che i coloni devono ricevere
• Vengono indicati i nomi di coloro che dovranno occuparsi della procedura di
fondazione: un collegio di Magistrati appositi che si occupano della procedura di
fondazione:
TRESVIRI DEDUCENDAE COLONIAE ​(i magistrati che devono occuparsi della
procedura delle colonie)

Restano in caria dai 3 ai 5 anni


Sono eletti dai comizi Tributi
Sono per la maggior parte ex Consoli

Una volta che la colonia è fondata i Tresviri diventano i ​PATRONI ​ della colonia, cioè
sono gli intermediari tra la colonia e Roma.

• I coloni partono ​guidati dai Tresviri


• Giunti sul posto avviene​ il rituale di fondazione, ​il quale ha probabile origine Etrusca
secondo le fonti

In questa spedizione/ gruppo ci sono anche dei ​tecnici specializzati ​chiamati


AGRIMENSORI ​che hanno il compito di:
-bonificare il terreno dove si insedierà la colonia
-attuare la ​CENTURAZIONE ​che è il segno della presenza di Roma sul territorio

LA CENTURIAZIONE
Gli Agrimensori utilizzavano uno strumento apposito: la ​GROMA
C​omposto da un asse verticale dove alla sommità c’erano due altre assi che ci andavano ad
incrociare formando così 4 braccia, ad ogni braccio pendeva un filo di piombo che serviva
per tracciare sul terreno delle linee diritte.
• Si tracciavano sul territorio con la Guroma due assi principali perpendicolari tra di
loro chiamati:
DECUMANO MAXIMO ​direzione Est Ovest (orizzontale)
CARDO MAXIMO​ direzione Nord Sud (verticale)
• Il punto d’ incontro tra Decumano e Cardo era il luogo dove sorgeva il ​FORO​ della
colonia (la piazza principale) che anche urbanisticamente parlando tende a
riprodurre quello di Roma
• Successivamente si iniziano a tracciare una serie di parallele agli assi principali e
equidistanti tra loro, sempre con la Groma, andando a formare un reticolo
perfettamente ordinato con forma di quadrati (una sorta di scacchiera). Tutti questi
quadrati sono chiamati ​CENTURIE
• Nelle Centurie gli Agrimensori dividevano il terreno da dare ai coloni
• Il processo si concludeva con l’ elezione dei primi Magistrati e dei primi Sacerdoti
della colonia nominati dai Tresviri
• I Tresviri inoltre si occupano di far trascrivere su di una tavola in legno o di metallo,
di solito bronzea, il testo della legge di fondazione e vengono aggiunti anche i nomi
dei coloni. Successivamente la tavola verrà posta nel Foro della nuova colonia.

In alcuni casi la colonia sorge su di un territorio disabitato, ma più frequentemente sorge su


un precedente insediamento. in molti casi la popolazione precedente viene cacciata con un
espulsione violenta, ma in altri la colonia non si sovrappone al vecchio insediamento ma
diventa solo subordinato con un atteggiamento di prevalenza da parte della colonia. Il
modo in cui ci si comporta con l’ insediamento precedente dipende da come si era
comportato nei confronti di Roma.

I MUNICIPIA
Origine: MUNIA CAPERE- assumersi dei doveri
Sono comunità autonome che Roma conquista militarmente, dopodiché le lascia esistere
come comunità autonome però agli abitanti viene data la cittadinanza Romana e quindi
sono sottoposti al diritto Romano. Roma ingloba questa nuova comunità dando loro la
cittadinanza, ma facendole rimanere autonome; nel caso delle colonie sono i cittadini di
Roma a spostarsi per andare in un altro luogo, con i Municipi Roma mette su altro territorio
una sorta di “colonie “ sempre romane, ma senza sfasciare la precedente popolazione, ma
piuttosto dando loro la cittadinanza.
A volte viene data la cittadinanza completa, alte volte invece la cittadinanza è limitata, tutto
dipenda da come si sono comportati nei confronti di Roma (fattori).
I Municipia si dividono in:
• MUNICIPIA OPTIMO IURE
I cui abitanti hanno la cittadinanza completa
• MUNICIPIA SINE SUFFRAGIO ​ (senza diritto di voto)
I cui abitanti non hanno una cittadinanza completa , ma ridotta, di solito non viene
concesso il diritto di voto. Questa però non è una condizione permanente, si può
cambiare e diventare primo iure sempre dietro pronunciamento del senato.
PROCEDURA CON LA QUALE NASCE UN MUNICIPIO
Ci sono due possibilità:
• LEX ​– c’è una legge data da Roma che segna la nascita del Municipio (atto voluto da
Roma)
• FOEDEUS​- c’è un accordo tra Roma e la comunità in questione (usata molto
raramente)

COME SI GOVERNANO I MUNICIPIA?


Sono politicamente autonomi da Roma, ma non hanno tutti la stessa autonomia. Alcuni
sono totalmente autonomi, altri sono autonomi ma Roma impone loro l’ uso del diritto
Romano; ad altri Roma impone di darsi Magistrature di tipo Romano; ci sono anche dei casi
estremi dove anche se sono Municipi e quindi di natura dovrebbero essere autonomi, non
hanno alcuna forma di autonomia (Es. Capua).
Gli abitanti dei Municipia hanno l’ obbligo del censimento che è dato dai Magistrati locali e i
risultati vanno mandati successivamente a Roma.

COME VIENE AMMINISTRATA LA GIUSTIZIA NEI MUNICIPIA?


Giustizia penale: amministrata dai Magistrati locali
Giustizia civile: amministrata da Magistrati mandai da Roma- ​PRAEFECTI IURE DICUNDO
Cioè prefetti che devono amministrare la giustizia, sono nominati dal Pretore urbano a
Roma, ognuno in un preciso distretto territoriale (divisione del territorio Romano)-
PREFETTURE

LOGICA DELLA FEDERAZIONE


Roma conquista un territorio, ma non c’è un Annessione territoriale, viene stipulato un
accordo con la comunità conquistata.
Città federata: ​è una ​città conquistata militarmente da Roma​, ma che raggiunge un
accordo con Roma
Socii: ​abitanti​ della città federata

Un esempio di città federata è Taranto, ma le condizioni dell’ accordo sono dure, deve avere
un presidio militare Romano nella città. Un altro esempio è Napoli, ma le condizioni dell’
accordo sono molto morbide poiché si consegna senza molte difficoltà a Roma.
In ogni caso l’ accordo che viene preso non è mai di natura paritaria a deve essere sempre
Roma a prevalere. Non c’è un accordo prestabilito, ma cambi a seconda dei vari fattori che
sono stati individuati.

Le città Federate sono :


Autonome​ dal punto di vista amministrativo- conservano le proprie magistrature, ma tutto
deve essere conformato a Roma;
hanno inoltre l’ ​obbligo di fornire a Roma tributi in denaro e contingenti militari
(AUXILIA).
I contingenti militari forniti dagli alleati vanno a costituire nell’ esercito Romano, le truppe
ausiliarie, quindi combattono in ranghi separati.
Roma cerca di evitare che tra le città federate si stabilissero dei rapporti, perché si
potrebbe rivelare una minaccia per l’ egemonia di Roma, solo essendo divisi si poteva ben
governare “DIVIDE ET IMPERA” (dividi e comanda) .

SINTESI ORDINAMENTO DELL’ ITALIA DA PARTE DI ROMA


TERRITORIO PERSONE
ROMANO ALLEATO CITTADINI DI PIENO DIRITTO ​Municipi
Ager Romanus Città Federate optimo iure
Colonie Romane
CITTADINANZA PARZIALE ​Municipi sine
suffragio
LATINITAS ​Colonie Latine
ALLEATI/SOCII ​Città federate
LA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO E DELL’ ORIENTE
(studia le varie vicende)
Nel ​III sec​ Roma controlla l’ Italia con la fine della guerra contro Taranto, questo controllo
fa avere a Roma un controllo sul Mediterraneo; ciò provoca lo scontro con l’ unica potenza
Mediterranea che poteva fronteggiare: ​CARTAGINE ​(prima le potenze del Mediterraneo
erano: la Grecia, gli Etruschi e Cartagine)

Era una colonia Fenicia nell’ Africa del Nord, che a sua volta fonda una serie di colonie nel
Mediterraneo. Il suo ordinamento politico non è molto diverso da quello Romano, ha una
costituzione mista.
Ha due Magistrati supremi; Un Senato; Un assemblea popolare come Roma.
Le differenze con Roma sono:
Cartagine ha un consiglio dei 100 accanto al Senato e inoltre non ha un esercito cittadino,
ma si avvale di Mercenari (debolezza).

Cartagine e Roma prima che iniziasse il conflitto sono legate da degli accordi, ci sono giunti
da Polipio 3 trattati. Il Primo trattato secondo le fonti è stato stipulato nel 509, quando si
conclude la monarchia a Roma; lo stesso trattato viene rinnovato due volte fin quando si
arriva allo scontro per aggiudicarsi il controllo sul Mediterraneo. Scoppiano le ​3 GUERRE
PUNICHE. ​I Romani chiamano i Cartaginesi POENI da qui deriva in nome delle guerre.
La Prima guerra Punica 264-241
scoppia nel 264 e dura fino al 241, lo scontro avviene in Sicilia, scoppia per un motivo
preciso, ma già prima c’ era un clima di tensione tra Roma e la Sicilia. Roma prima di
entrare in guerra esita perché non aveva una tradizione di guerre sul mare, ma solo su
terra; trovano una via di uscita a questo problema e dotano le proprie navi di ​CORVI
(passarelle), arpionavano le navi nemiche e attraverso i Corvi i soltati Romani si
spostavano nulle navi nemiche, quindi avveniva una sorta di guerra di terra sulle navi.
Vince Roma.
La seconda guerra Punica 218- 202
È chiamata anche guerra Annibalica data la presenza di Annibale che è consapevole della
potenza militare di Roma e la vuole sconfiggere rompendo il sistema dell’ ordinamento
dell’ Italia cercando di portare a se gli alleati colpendo in questo modo Roma. Importante è
la ​Battaglia di Canne 216​ dove Roma viene sconfitta e molte città Romane passano sotto il
governo di Annibale. Roma sposta la guerra in Africa e nel 202 sconfigge Annibale.
La terza guerra punica 149-146
Scipione l’ Africano. Vince Roma.

Una volta concluse le guerre Puniche si presentano davanti a Roma le terre dell’ Oriente, si
dà così inizio alle ​Guerre ILLIRICHE 229- 216​; gli Illiri sono popolazioni dell’ attuale
Albania, erano pirati e infestavano l’ adriatico, Roma li sconfigge in due battaglie.
GUERRE MACEDONICHE- ​sono 4 contro Filippo V di Macedonia
GUERRA SIRIACA- ​contro Antiloco III
GUERRA ACAICA- ​contro la lega Achea (la Grecia) si conclude nel 146, lo stesso anno nel
quale si conclude anche la Terza Guerra Punica. Viene distrutta Corinto e viene conquistata
la Grecia.
I regni ellenistici sono ormai di Roma.
Il regno di Bergamo viene sottomesso dai Romani senza guerra, era alleato di Roma. Attalo
III il Re muore e lascia al governo i cittadini romani.

Contemporaneamente Roma è impegnata contro altre popolazioni su moltissimi fronti di


guerra. La città è coesa al suo interno.
Quando Roma combatte contro le tribù barbare o contro l’ occidente aveva azioni brutali,
mentre ​in oriente Roma avverte la superiorità culturale ​e non presenta episodi di
massacri e di violenze.

COME ROMA ORGANIZZA I TERRITORI CONQUISTATI FUORI DALL’ ITALIA


I territori conquistati dati dalla vittoria di molte guerre al di fuori dell’ Italia, non potevano
essere organizzati allo stesso modo dei territori nella penisola. La ​Sicilia​ fu il primo
territorio conquistato al di fuori dell’ Italia che comprendeva le isole Eolie e Cicladi.
• Impone il ​versamento di un tributo annuale​ che consiste in una parte del raccolto
di grano (la Sicilia diventa il granaio di Roma)
• Manda in Sicilia un Magistrato Romano​ che ha il compito di amministrare la
giustizia; riscuotere il tributo; mantenere l’ ordine interno al territorio; difendere il
territorio da eventuali problemi esterni. Il Magistrato Romano governa la Sicilia.
Dal ​227 il Magistrato è un Pretore​, prima di questa data la soluzione che era adottata era
molto confusa.
A Roma c’ era il Pretore cittadino e pelegrino, ora viene creato un nuovo Pretore che ha
come compito solo di governare la Sicilia (Roma non crea nuove magistrature ma ne
aumenta solo il numero).
Alla conquista della Sicilia segue la Sardegna e si crea un quarto Pretore che andrà a
governare la Sardegna, successivamente anche la Corsica e la Spagna.

La Sicilia è la prima PROVINVCIA dell’ Italia

Che cosa è una PROVINCIA?


È un territorio al di fuori dell’ Italia sottoposto all’ autorità di un Magistrato Romano.
L’ ordinamento Provinciale introdotto nel 227 viene applicato da Roma abitualmente,
questo però non avviene, almeno inizialmente, in Oriente a causa della sua superiorità.
Dal ​146​ l’ ordinamento Provinciale viene generalizzato e applicato sia in Occidente che n
Oriente; questo comporta un ripensamento sulla creazione sempre di nuovi Pretori.
Soluzione: si vanno a creare dei ​PROMAGISTRATI
Magistrati ai quali viene prorogata​ ​la carica, sono quindi ex magistrati CONSOLO e
PRETORI che hanno finito l’ anno di carica e vengono mandati a governare le provincie.
(PROCONSOLI e PROPRETORI)

Come si costituisce una Provincia?


La procedura può essere avviata se:
• Il territorio è completamente conquistato militarmente
• Non c’è alcuna forma di governo
PROCEDURA:
• Il Senato indica il nome della nuova provincia e l’ assegna ad un Promagistrato
tramite sorteggio perché si vuole evitare che vada a comandare qualcuno che aveva
interessi economici del luogo.
• Il Promagistrato si reca sul luogo e inizia l’ organizzazione del territorio​, le
decisioni che prende devono essere sempre confrontate col Senato.
• Il Senato registra la nuova provincia e contemporaneamente viene redatta la
FORMULA PROVINCIAE​ che deve contenere la descrizione del territorio e dei
confini; l elenco delle comunità che costituiscono la provincia con indicato il
rispettivo statuto (non esiste un unico statuto nella provincia poiché dipende dall’
atteggiamento della comunità verso la conquista di Roma)
Ci sono provincie che sono obbligate a dare un tributo a Roma, altre che invece sono
esentate ma sono tenute a rispettare degli accordi, ci sono comunità che sono
completamente libere senza avere limiti e tributi.

La figura del governatore della Provincia


Funzione politico militare​: è responsabile della sicurezza del territorio della provincia
esterna e interna, deve difendere ma non può dichiarare guerra, questo compito spetta a
Roma.
Funzione giudiziaria
Funzione fiscale​: riscuote i tributi della comunità che sono tenuti a versare tributi a Roma.
Dato che non è regolamentato molto spesso richiedono molto di più al popolo rispetto al
dovuto.
I Governatori delle provincie hanno un potere enorme​, poiché il loro potere non è
sottoposto a limitazioni: non ha un collega; non vale il diritto di veto dei tribuni della plebe,
per questo commettono crimini di natura finanziaria in modo da arricchirsi ancora di più.

Il cittadino della provincia può accusare un governatore a Roma​, ma dato che i


governatori erano sempre membri della Nobilitas e quindi avevano conoscenze e di
conseguenza le accuse decadono; le accuse vanno avanti quando a porle è un cittadino
nobiliare della provincia che aveva a Roma altrettante conoscenze.

Ci si rende conto del grande potere dei governatori e all’ inizio del ​II sec a.C​ viene stabilito
con una legge che il popolo si possa avvalere della ​PROVOCATIO AD POPULUM​ cioè i
cittadini romani della provincia possono fare appello all’ assemblea contro il governatore;
inoltre si stabilisce che per diventare Proconsoli e Propretori ​dovevano passare 5 anni.

LE GUERRE ILLIRICHE

​ e quattro guerre combattute dai romani in Illiria, tra il 230 a.C. ed il 33 a.C. Gli Illiri si
L
erano fatti più pericolosi e furono sollecitati i romani dai mercanti italici. Vinse Roma con il
trattato del 228 gli Illiri si impegnavano a versare un tributo e a non far navigare a sud di
Lisso più di due navi e disarmate. Una decina di anni dopo la violazione del trattato del 228
portò alla seconda guerra illirica 228 Demetrio di Faro che fu vinta nuovamente dai
Romani. Nel 220 ci fu la cosiddetta guerra sociale.

LA PRIMA GUERRA MACEDONICA

La guerra sociale o guerra degli alleati, fu combattuta dal 220 al 217 a.C. tra la Lega achea,
comandata da Filippo V di Macedonia, e la Lega etolica, guidata da Sparta ed Elis; si
concluse con la pace di Naupatto. Le cause reali dei problemi che intercorrevano tra le due
leghe, quella etolica e quella achea, non erano le occasionali alleanze o dispute, ma avevano
radici profonde di diversa visione politica e di diversi metodi attuativi. Laddove la Lega
Achea era solita utilizzare politiche intimidatorie e l'uso della forza bellica per ottenere i
propri scopi, la Lega etolica era più propensa ad utilizzare vie più diplomatiche e prudenti,
sostanzialmente non violente, nella maggior parte dei casi. Essi ebbero un solo conflitto sin
dal 278.Filippo V sconfisse ancora la Lega etolica e Roma nella Prima guerra macedonica
(214-205 a.C.) dopo che costoro si strinsero in un'alleanza contro di lui nel 211. Questa
guerra terminò con due trattati: uno con la Lega etolica nel 206; l'altro con Roma nel 205.
Conosciuto come la Pace di Fenice, il trattato permise a Filippo V di conservare le terre che
aveva in Illiria. Questo conflitto sostanzialmente manteneva gli stessi casus belli della
Guerra degli Alleati e ebbe la stessa conclusione, ossia con una seconda guerra tra la Lega
degli Etoli e la Macedonia, con i primi ancora sconfitti.

La prima guerra macedonica (214 a.C.[1]-205 a.C.) venne combattuta da Roma, dal 211
alleatasi con la Lega etolica e Attalo I di Pergamo, contro Filippo V di Macedonia alleato con
Annibale per indebolire Roma, nel momento in cui era impegnata a combattere la seconda
guerra punica (218 - 202 a.C.) contro Cartagine. La Macedonia era il più forte stato
ellenistico e vedeva con preoccupazione l'ingerenza romana sulla Lega Etolica e sulla
Grecia in genere. Filippo temeva soprattutto l'espansione di Roma lungo le coste illiriche.
Gli Etoli accettarono di trattare con Filippo questa decisione per Roma fu considerata come
una violazione del trattato del 211 poi nel 205 ci fu la pace di Fenice e permise a Roma di
riaffermare la sua presenza a est dell’Adriatico.

LA SECONDA GUERRA MACEDONICA

La seconda guerra macedonica (200 a.C.-197 a.C.) venne combattuta da Roma, alleatasi con
Attalo I di Pergamo e Rodi, contro Filippo V di Macedonia. L'esito della guerra fu la sconfitta
di Filippo, costretto ad abbandonare i possedimenti macedoni in Grecia. Sebbene i romani
concludessero la guerra dichiarando la restaurazione della libertà della Grecia, di fatto si
trattò di un importante passo dell'intervento romano negli interessi della regione, e della
sua successiva conquista. Ci fu un trattato di pace dove Filippo fu costretto ad accettare il
ritiro delle truppe macedoni ed abbandonare la Grecia.

LA GUERRA SIRIACA

Fu uno scontro che vide contrapposti i romani e i loro alleati contro l'impero seleucide e la
Lega etolica tra il 192 e il 188 a.C.

Uno dei motivi che indussero Roma concludere rapidamente la pace con Filippo fu l’attività
di Antioco III della dinastia seleucide in Asia Minore, poiché cercava di espandersi in Siria E
RICOSTRUIRE L’IMPERO DI Seleuco I. Ma Antioco con il suo espansionismo metteva in
pericolo l’ordine romano ed era chiaro che non intendeva riconoscere a Roma il ruolo di
garante privilegiato della libertà. Alla fine di tutto chi si presentò liberatore delle città
Greche fu Antioco quando precedentemente fu Roma a dire che non dovevano attaccare le
città libere. Il conflitto arrise nettamente a Roma, che divenne sempre più padrona dell'Asia
Minore. Poiché Antioco fu definitivamente sconfitto nel 189 e muore nel 187.

LA TERZA GUERRA MACEDONICA

Gli anni successivi al 188 furono anni di frantumazione e di crisi per il mondo ellenistico. La
terza guerra macedonica (171 a.C. - 168 a.C.) è stata una guerra combattuta tra Roma e il
regno di Macedonia governato all'epoca dal re Perseo, che aveva un esercito più preparato
di Roma. accusò Perseo di violare leggi di altri stati e le condizioni di pace tra Roma e la
Macedonia. I romani erano preoccupati per i delicati equilibri politici della Grecia e
dichiararono così guerra alla Macedonia. Alla fine Perseo venne sconfitto. Lega Achea fu
costretta a consegnare 1000 persone di lealtà sospetta, tra cui il famoso storico Polibio.

LA GUERRA ACAICA

La guerra che si combatte tra i Romani e la lega Achea nel 146. Gli Achei erano in contrasto
con Sparta infatti entrambi chiesero aiuto a Roma che decise di dare aiuto a Sparta così la
Lega dichiarò guerra a Sparta. La lega Achea fu sciolta a Corinto e fu distrutta con una
decisione politica voluta dal Senato. la parte della Grecia che era con gli Achei furono
costretti a pagare un tributo.

IMPERIALISMO ROMANO
Come si spiega l’ impulso alla conquista di Roma
(Vedi appunti stampati)

I GRACCHI

Nella seconda metà del II secolo si parla di due fratelli: Tiberio e Gaio Sempronio Gracco,
rispettivamente membri dei tribuni della plebe nel 133 e nel 123.
Nelle fonti che ci sono giunte si parla della vicenda dei Gracchi come l’ inizio della crisi della
Repubblica che poi avrebbe portato alle guerre civili, causando il naufragio della repubblica
e la nascita dell’ Impero. Però le fonti che abbiamo sono di tipo Senatoriale, molti degli
autori sono essi stessi Senatori, e dato che i Gracchi con la loro azione politica colpiscono
principalmente il Senato queste fonti sono di parte.
Molto più veritiera è la versione che con i Gracchi esplodono una serie di problemi latenti,
questa crisi è il prodotto di una serie di cambiamenti dati dalle varie conquiste da parte di
Roma.
Conseguenze delle conquiste:
• CRISI DELL’ AGRICOLTURA
I cittadini sono continuamente impegnati in guerre e di conseguenza abbandonano il
lavoro della terra
• SI ABBANDONANO ALCUNE COLTIVAZIONI
Come i cereali, perché ci si riesce a procurare questi prodotti dai tributi che devono
dare le provincie
• ARRIVANO A ROMA MOLTI SCHIAVI
Gli schiavi sono i prigionieri di guerra, Roma cambia il modo di trattare i prigionieri di
guerra, mentre prima se qualcuno pagava il riscatto lo schiavo veniva liberato, ora
invece venivano venduti, questo avviene perché Roma ha bisogno di schiavi.
Nonostante ciò Roma se messa a confronto con i Greci tende molto di più a liberare gli
schiavi, manomissione​ ​soprattutto se in età avanzata, dato che venivano comprati da
nobili, quindi coloro che si potevano candidare alle varie cariche dello stato, era anche
un motivo in più per essere ben voluti da questi schiavi liberti che diventano
automaticamente cittadini Romani, in modo da potersi assicurare il voto nell’
assemblea.
• CAMBIAMENTO CULTURALE
L’ arrivo della cultura Greca a Roma, alcuni schiavi greci che erano intellettuali
diventano precettori di figli di nobili
• ARRIVO A ROMA DI ENORMI RICCHEZZE
Tra denaro, opere d’ arte e beni preziosi, produce un cambiamento della struttura
economica di Roma: fino a quel momento era fondata sull’ agricoltura, ora è diventata
un economia fondata sulla ricchezza mobile/ di tipo monetario (la moneta compare
all’ inizio del III secolo)
Quest’ economia monetaria porta alla nascita di nuove professioni che agiscono sulla
sfera sociale: il commercio su larga scala, grandi imprese artigianali, attività bancarie.
Queste professioni sono svolte da alcuni Senatori che svolgono la carica ricorrendo a
dei prestanome, quindi ricorrendo ad altre persone e non facendolo in prima persona
, poiché a Roma c’è una legge che vieta ai Senatori di svolgere queste professioni
ritenute incompatibili con la loro carica.
Dietro questa legge c’è un forte pregiudizio ideologico contro il commercio che era
considerato un attività economica instabile e l’ attività politica a Roma pretende una
stabilità economica ingente; è stabile quando si basa su beni immobili cioè la terra.

Chi sono i cavalieri?


Sono i grandi uomini d’ affari che hanno patrimoni molto ingenti, in molti casi sono più
ricchi dei Senatori, questi patrimoni sono basati sul denaro e non sul possesso di terreni
(questa è la differenza). Sono chiamati ​equites​ perché hanno il reddito necessario per
potersi mantenere un cavallo.
Tutti questi grandi patrimoni li investono comprando terre, la ricchezza finanziaria diventa
fondiaria, in questo modo diventa solida e possono partecipare alla vita politica anche ad
alti livelli (hanno sia la ricchezza mobile che solida cioè quella richiesta).
Aumenta il fenomeno degli ​Homines novi ​cioè coloro che non hanno alcuna discendenza,
ma che arrivano a cariche elevate: i cavalieri.
Questo fenomeno spiega perché da un certo punto si decide di mettere ordine alle cariche
politiche.
Nel 180 a. C viene promulgata la ​Lex Villia c​ he rappresena il primo tentativo di mettere
ordine: stabilisce l’ ordine delle cariche,l’ età che bisogna avere per accedere ad una
magistratura,quanto tempo deve passare tra una carica e l’ altra.
Questa legge però non è sempre rispettata. Solo successivamente Silla la regolarizzerà la
legge ed amplierà.
Anche i cavalieri hanno dei segni esteriori: la toga bordata di porpora con uno spessore
minore rispetto a quella dei Senatori; portano l’ anello d’ oro al dito.

Cosa succede contemporaneamente all’ agricoltura?


Oltre alla sua crisi c’è una trasformazione radicale. Prima l’ agricoltura Romana era di
sussistenza, cioè ogni famiglia produceva giusto il necessario per vivere, era basata
principalmente sui cereali; ora invece si va verso l’ agricoltura che porta a produrre beni
pregiati olio, vino e alberi da frutto, quindi è legato ad un consumo non strettamente
personale ma con il fine ultimo dell’esportazione. Questo nuovo tipo di agricoltura richiede:
terre estese, grandi disponibilità economiche e grande manodopera a disposizione
(schiavi) .
Tutto ciò porta alla trasformazione della proprietà terriera tradizionale, evolvendosi nella
Villa rustica, ​una grande azienda agricola, dove non vivono i proprietari, ma gli schiavi che
vi lavorano. Ci sono, però, anche gli artigiani con le loro botteghe, che producono stoviglie,
vasellame da tavolo. Questa grande azienda è una comunità economicamente autonoma.
Dall’altra parte, i piccoli proprietari terrieri con piccoli appezzamenti di terra non
subiscono cambiamenti per assenza di capitale e impossibilità di trasformazione: ciò porta
alla crisi.
Qualcuno prova a portare avanti gli appezzamenti di terra, ma deve farlo andando a
lavorare come bracciante nelle grandi ville rustiche: la conseguenza è che le loro proprietà
sono lasciate a se stesse, e quindi le vendono ai grandi proprietari terrieri.
Nasce così il fenomeno dei latifondi; coloro che hanno venduto, vanno a Roma sperando di
trovare un nuovo lavoro, e questo porterà ad un nuovo proletariato urbano con problemi
annessi, non possono neppure arruolarsi nell’esercito perché non hanno un censo. È così
che si vede la forte spaccatura tra i ricchi e i poveri che rompe l’equilibrio presente fino al II
sec, davdo vita ad un problema di ordine sociale.

Come reagisce la ​Nobilitas​? ​(la classe dirigente)


La Nobilitas si divide in due fazioni:
-​Optimates:​ i settori più conservatori, contrari ad ogni tipo di trasformazione;
-​Populares: ​: i settori più favorevoli al cambiamento e sensibili ai problemi del popolo.
Loro patrocinano l’approvazione delle ​Leggi tabellarie ​nel II secolo a.C , a Roma, che
rendono il voto scritto su tavole di legno per evitare i condizionamenti e i brogli.

TIBERIO SEMPRONIO GRACCO


Egli è una figura di spicco dei Populares, appartenente ad una famiglia della plebe molto
ricca: il padre era un politico, la madre era la figlia di Scipione l’Africano. I suoi precettori
erano greci. Nel 133 a.C. diventa tribuno della plebe ed elabora una legge agraria: ​Lex
Sempronia Agraria​ con la quale vuole bloccare la crisi della piccola proprietà terriera e
risolvere quindi il problema della terra, del proletariato e quello militare (Roma perde
alcune battaglie perché i piccoli proprietari non potevano arruolarsi e di conseguenza i
soldati erano di meno).
La legge stabilisce che :
-​ una famiglia non può possedere più di una certa quantità di terreno pubblico​;
Tiberio non tocca le terre private (non è rivoluzionaria perché c’ erano già le Leggi Licine
seste)
-​ogni anno deve essere eletta una commissione di tre Magistrati​ per misurare le terre
pubbliche e, se il limite veniva superato, lo stato ne riprendeva l’eccesso;
-​ lo Stato divideva le terre confiscate in piccoli appezzamenti che venivano date ai cittadini
poveri dietro un affitto basso-simbolico​, e si stabiliva che queste terre potevano essere
trasmesse ai propri figli ma mai vendute, per cercare di non riproporre la situazione che si
stava cercando di risollvere. Chi moriva senza avere figli le terre ritornavano allo Stato;
- ​ si sarebbe utilizzato il tesoro lasciato dal re di Bergamo per coprire le spese della legge
dato che l’ attuazione della legge richiedeva molte spese.
L’Assemblea approva la legge, ma gli Optimates si oppongono subito, corrompendo ​Marco
Ottavio ​(altro Tribuno della plebe) che blocca la legge del collega attraverso il diritto di
veto. Tiberio fa un discorso in assemblea che diventerà famoso (ricordato da Plutarco) che
si basa sul principio che Marco Ottavio non fa il bene della plebe bloccando la legge e quindi
dev’essere rimosso dalla sua carica: così accade e la legge viene approvata nonostante le
continue opposizioni.
Intanto si arriva alla fine del 133, quindi alla fine della carica di Tiberio, egli è convinto che
una volta finita la sua carica la legge non sarebbe più stata applicata e inoltre comincia a
temere per la sua incolumità fisica, mentre con la carica era inviolabile per legge.
Nel 132 si ricandida e questo scatena ancora di più l’ opposizione e anche una disputa per
capire se la sua ricandidatura era fattibile e secondo la legge oppure no; ancora oggi la
situazione non è ben chiara.
Scipione Nasica ​(pontefice massimo) è uno dei maggiori nemici di Tiberio e lo accusa di
voler instaurare una monarchia, data la sua richiesta di ricandidarsi a Tribuno della plebe
alla scadenza del suo mandato. Si arriva alla votazione dei Tribuni della plebe che lascia
intuire l’orientamento dei cittadini a favore di Tiberio. A questo punto i consoli sospendono
l’Assemblea in qualità di presidenti, questo provoca una reazione violenta e scoppia lo
scontro armato, per la prima volta c’è un assaggio delle guerre civili, nel quale Tiberio verrà
ucciso insieme a molti dei suoi sostenitori.
La legge non viene abrogata e resta in vigore fino al 129 a.C. , lo sappiamo grazie ai CIPPI
GRACCANI, delle strutture messe nel terreno che dovevano segnare i nuovi confini del
terreno misurati dalla commissione, i cui nomi venivano scolpiti su questi cippi.
Nel 129 a.C. la legge viene abrogata perché, contro la legge, insorgono anche gli alleati, è
attaccata sia dagli Optimates che dai Socii
Nel 123 a.C. viene eletto Tribuno della plebe ​Gaio Gracco ​, il fratello di Tiberio. In questi
dieci anni viene promulgata una legge che permetteva di ricandidarsi ad una carica senza
aspettare cinque anni.
Gaio riprende l’attività legislativa del fratello, mettendo in atto un pacchetto di leggi per
avere un numero ampio di sostenitori provenienti da vari ambienti. Le leggi sono:
- ​Legge agraria
Egli riprende quella di Tiberio, con poteri maggiori rispetto a quelli della precedente; crea
nuove colonie per risolvere il problema del proletariato per i nullatenenti (avrebbe
mandato nelle nuove colonie il proletariato). Vengono formate fuori dall’Italia perché non
vi era più spazio all’ interno della penisola: la prima è fondata sulle rovine di Cartagine, e
ciò significa la diffusione della cultura romana nelle province.
- ​Legge militare
​Stabilisce che possono arruolarsi anche giovani con meno di 17 anni ai quali sarebbe stato
lo Stato a pagare loro l’ uniforme.
- ​Legge frumentaria
Questa stabilisce che i cittadini plebei, residenti a Roma, avrebbero ricevuo ogni mese una
quota di frumento ad un prezzo agevolato. Questa legge appare però in contraddizione con
la legge agraria e con l'opera politica di Tiberio perchè avrebbe favorito il fenomeno del
proletariato che si riversava a Roma. La legge, in realtà ha lo scopo di colpire il sistema
clientelare che legava la classe dirigente alla plebe, con l'elargizione di grano e beni di
consumo.
-​Leggi giudiziarie
Le leggi sono due. La prima legge ha un precedente : nel 149 a.C a Roma venne istituito il
tribunale permanente riservato ai senatori che giudicavano i processi contro i governatori
delle province . Gaio, modifica la legge attribuendo la gestione del tribunale ai cavalieri
anzichè ai senatori. , ottenendo così l'appoggio della plebe . I cavalieri che operavano nelle
province non venivano denunciati dai governatori poichè questi temevano delle
ripercussioni in tribunale. La seconda legge giudiziaria invece stabiliva che un cittadino
romano poteva essere condannato a morte solo dietro pronunciamento del comizio .
Entrambe le leggi vengono approvate.
Gaio proporrà un'altra legge ancora che però non verrà approvata, la legge stabiliva che i
latini avrebbero avuto la cittadinanza romana, mentre i socii italici la latinitas poichè gli
italici premevano per la cittadinanza ma i romani erano contrari perchè non volevano
concedere i benefici.

Gli optimates fecero pressione dunque sull'altro tribuno della plebe : ​Marco Livio Druso ​e
approfittando dell'assenza di Gaio proposero leggi di carattere demagogico e bloccò la
legge sulla cittadinanza avvalendosi del suo diritto di veto. Gaio quando torna a Roma, nel
122 a.C si ricandida al tribunato per l'anno seguente ma non viene rieletto ( poteva
ricandidarsi perchè la legge lo consentiva) ciò farà scoppiare scontri armati tra i suoi
sostenitori e gli oppositori . Il senato ricorre dunque per la prima volta ad una procedura
chiamata ​Senatus consultum ultimum​ ( delibera del senato) cioè proclama lo stato di
emergenza. Uno dei consoli in carica degli optimates, ​Lucio Opimio​, organizza il massacro
dei sostenitori di Gaio. Quest'ultimo si farà uccidere da uno schiavo per non finire nelle
mani degli avversari. Dunque nel 121 a.C si conclude l'esperienza graccana. Il senato non
deroga le leggi di Gaio perchè non ha il potere politico per farlo, ma le rende inoffensive:
viene abolita la commissione che doveva misurare le terre ed inoltre stabilisce che le terre
risulteranno essere alienabili .
Per quanto riguarda la politica estera, in età graccana (133-123 a.C) ci sono due
avvenimenti importanti: nel 126 a.C viene istituita la provincia d'Asia e nel 125 a.C ,
Marsiglia ( alleata storica di Roma) chiede aiuto ai romani contro le popolazioni celtiche. I
romani intervengono perchè la Gallia meridionale rappresentava la zona di passaggio
dall'Italia alla Spagna. La Gallia verrà dunque conquistata con il nome di Gallia narbonense ,
chiamata così perchè Roma fonda nel 118 a.C la colonia di Narbonia.

GAIO MARIO

Egli era un ​homo novus,​ è un cavaliere che viene da Arpino ( municipio). Riesce ad entrare
in politica anche grazie al matrimonio con Giulia , zia di Giulio Cesare .
E' tribuno della plebe ma la sua ascesa politica è legata all'opera militare, in particolare alla
guerra ​Giugurtina​ ( 111-105 a.C) . La guerra prende il nome da Giugurta , figlio adottivo di
Micipsa, re della Numidia ( Africa del Nord) , regno molto ricco , motivo per cui i cavalieri
romani avevano forti interessi economici. Nel 118 muore Micipsa e lascia tre figli :
Giugurta, Aderbale ed Iempsale, senza lasciare disposizioni riguardo il regno. Giugurta
dunque fa uccidere Iempsale e caccia Aderbale, impadronendosi dunque del potere .
Aderbale dunque va a Roma e chiede l'intervento del Senato, il quale stabilisce che il regno
venga diviso tra Giugurta e Adebole. Giugurta nel 112 a.C mette sotto assedio la capitale
della parte del regno di Aderbale ( Cirta, centro commerciale di primaria importanza).
Giugurta conquista la città, fa uccidere Aderbale e fa massacare i romani presenti a Cirta.
Roma allora nel 111 a.C dichiara guerra a Giugurta e sono soprattutto i cavalieri a volere
questa guerra, il senato è titubante ma dichiarerà guerra dopo essere stato accusato di
cospirazione . I romani subiranno sconfitte fino al 109 a.C , fin quando non viene inviato in
Africa a combattere ​Cecilio Metello​, uno dei due consoli con Mario come legato e vince su
Giugurta. Questa vittoria non conclude definitivamente la guerra e ciò provoca tensioni a
Roma, per questo motivo quando nel 107 a.C, Mario verrà eletto console, il senato gli darà il
comando militare della guerra e da qui inizierà la sua vera e propria ascesa. Mario darà vita
ad un ampia riforma dell'esercito : secondo alcuni è iniziata prima di partire per l'Africa,
secondo alcuni, dopo le vicende Africane. La riforma militare mariana prevede che : i
proletari possono arruolarsi regolarmente nell'esercito quando volessero ( arruolamento
volontario). Questo perchè Mario capisce che per i proletari l'arruolamento poteva essere
un occasione di riscatto sociale piochè, chi combatteva, percepiva un salario ed aveva
diritto a parte del bottino di guerra ( politica simile a quella di Tiberio che però distribuiva
terre). Questa riforma ha delle conseguenze: si supera l'esercito censitorio introdotto da
Servio Tullio, il soldato diventa un vero e proprio mestiere, ad armare i proletari doveva
essere lo stato . Mario va in Africa nel 107 a.C come console e comandante delle truppe, si
porta Silla come suo legato. La guerra si conclude nel 105 a.c con Mario eletto proconsole e
riesce a vincere definitivamente Giugirta. Mario sfilerà a Roma come trionfatore
trascinando Giugurta in catene, ma non è stata una vera e propria vittoria militare ma
diplomatica poichè Giugurta venne consegnato a tradimento ai romani da suo suocero
Bocco, re della Mauretania. La Numidia verrà nuovamente divisa in due parti : una data a
Bocco e un'altra ad un discendente di Micipsa fedele a Roma.
Nel 104 a.C, Mario viene rieletto Console mentre era ancora in Africa , cosa che non era
possibile, ciò rappresenta la prima di una serie di infrazioni dell'ordinamento istituzionale.
Gli viene dato il comando per la guerra contro i Cimbri e i Teutoni, popolazioni originarie
della Germania che scendevano verso Sud minacciando i confini di Roma.
Gaio Mario approfitta di una pausa e continua la propria riforma dell’esercito attuando dei
nuovi cambiamenti:
• Addestramento dei soldati ​estremamente duro “i Muli di Maio” così chiamati per
indicare la durezza a cui erano sottoposti
• Equipaggiamento dei soldati
• Introduce un’unica insegna per tutte le legioni: l’aquila con le ali spiegate ​(
Prima l’esercito era formato da 4 legioni e ognuna aveva il proprio simbolo) ha un
obiettivo molto forte, quello di rafforzare l’identità legionaria, creare uno spirito di
corpo tra i soldati.
• Organizzazione della legione ​prima ogni legione era composta da 30 Manipoli
piccoli, ora Maio sostituisce i Manipoli con le ​COORTI ​sono 10 e ognuna è formata da
600 uomini con al comando un Centurione. I Manipoli essendo piccoli erano difficili
da coordinare e non avevano autonomia, con le Coorti si risolve il problema.

Elemento pericoloso della riforma:


si crea un rapporto tra i soldati e il generale che è addirittura più forte di quello tra soldati
e Repubblica, tanto che i soldati combattono per il comandante, lo seguono. Di questo
aspetto Clientelare ne guadagnano entrambi, i soldati ricevono dal proprio generale dei
benefici in termini di terre dal bottino di guerra e il generale si assicura il voto
dall’assemblea composta anche dai suoi soldati.
Dal 104 al 100 a.C la guerra contro i Cimbri e i Teutoni continua, Maio viene eletto
continuamente e vince la guerra.
102 Battaglia di ​Aquae Sextiae​ ​colonia fondata da Roma in Francia, vittoria di Roma sui
Teutoni
101 Battaglia dei ​Campi raudii​ ​in Italia settentrionale, i Cimbri vengono sconfitti da
Roma.Mario è uno dei Populares, che contemporaneamente a queste battaglie tiene
d’occhio anche la politica interna di Roma, sostiene ​Lucio Apuleio Saturnino, ​Populares
anche lui, e Maio grazie alla sua influenza fa eleggere Santorino tribuno della plebe nel 102.
Santorino fa approvare 3 leggi:
• Distribuzione di terre in Africa Settentrionale per i veterani di Maio
VETERANI: soldati che prestano servizio militare per molti anni a seguito di un
generale, una volta finito il servizio vanno a formare un corpo, appunto i Veterani che
potevano essere richiamati in caso di necessità.
• Legge frumentaria
Fatta anche da Gaio Gracco, Maio abbassa ancora di più il costo del grano
• Lesa maestà
Ideata per punire il reato di attentato lesione all’ autorità del popolo Romano da un
Magistrato in carica, non sono chiari i contorni.
Nel 100 a.C Saturnino viene rieletto Tribuno della plebe grazie a Mario e crea la legge
agraria che ricorda molto quella dei Gracchi. Saturnino si ricandiderà anche per l’ anno
successivo il 199, allo stesso tempo presenta la candidatura per il Consolato sempre per l’
anno 199 un altro personaggio molto legato a Mario, ​Gaio Servilio Glaucia​ ​ ​e Mario viene
eletto un'altra volta Console.La posizione delle cariche della repubblica più alte formate da
soli Populares fa scoppiare una reazione da parte degli Optimates e durante le votazioni
per il Consolato viene ucciso l’ avversario di Glaucia, membro degli Optimates, venne ucciso
perché Glaucia rischiava di non essere eletto. Scoppiano i primi disordini nella società. Il
Senato proclama lo stato di emergenza e Maio, dato che è Console, non può non applicarlo
anche se vuol dire andare contro i suoi stessi sostenitori.
Saturnino e Glaucia vengono uccisi dato che nello stato di emergenza i Magistrati potevano
fare ciò che volevano.Da notare che la politica a Roma viene fatta senza alcun rispetto verso
le norme, quello che conta è il potere personale di coloro che stanno a capo fino a sfociare
in delle guerre civili.

LA GUERRA SOCIALE
È la guerra tra gli alleati (socii) italici e Roma. Dietro questa guerra c’è il problema della
cittadinanza chiesta dagli alleati a Roma con insistenza, volevano avere i privilegi che essa
comprendeva, ovvero:
privilegi economici- i cittadini Romani avevano maggiore bottino di guerra
privilegi politici- i cittadini potevano partecipare alla vita politica e i socii invece no e
neanche essere eletti nonostante versassero a Roma tributi e procuravano i soldati, i socii
avevano gli stessi doveri ma non diritti.

Come reagisce Roma


Nalla città ci sono politici che comprendono il problema e sono propensi a dare la
cittadinanza, tra cui abbiamo Gaio Gracco e MARCO LIVIO DRUSO (figlio di Marco Livio
Druso che si espone contro Gaio Gracco e ​Marco Livio Druso ​è eletto Tribuno della plebe
nel 91 a.C, non ha una linea politica ben definita e lo si capisce dalle leggi che propone:
legge agraria e frumentaria ​di carattere popolare
legge che ridà ai senatori il tribunale permanente
legge che prevede la cittadinanza dei socii italici ​(non arriva alle votazioni)
Quest’ ultima legge provoca una grande opposizione sia dai Plebei che non vogliono
condividere i propri privilegi con altri, sia dalla classe dirigente perché teme che il grande
numero di cittadini potesse produrre dei cambiamenti sull’ ordinamento della società. La
legge non arriva neanche ad essere votata.
Livio Druso muore in circostanze misteriose, probabilmente ucciso, gli Italici a seguito degli
eventi capiscono che non hanno speranza di ricevere la cittadinanza e decidono di
attaccare Roma.Scoppia la guerra sociale dal 90 all’ 88 a.C a seguito di un episodio che
avviene ad ​A​usculum​,​ ​l’attuale Ascoli- Piceno: Roma manda un Pretore con un compito
esplorativo poichè si sparge la voce che gli alleati erano pronti a scendere in campo, ma il
pretore viene ucciso e con esso tutti i cittadini Romani che vivevano nella cittadina.Quasi
tutte le popolazioni Italiche partecipano alla guerra tranne: ETRUSCHI- LATINI- UMBRI-
GRECI DELL’ ITALIA MERIDIONALE​.
Ci sono anche delle singole comunità, che fanno parte di popolazioni che entrano in guerra,
ma loro non entrano perché hanno ricevuto dei benefici da Roma. Capita anche che all’
interno delle comunità si vadano a creare delle fratture tra chi vuole e chi non vuole
entrare in guerra, le posizioni sono sempre uguali: la classe dirigente, composta da singoli
che avevano la cittadinanza e non volevano condividerla, è contro, mentre la classe meno
abbiente era a favore della guerra.

Roma si trova a combattere con soldati preparati e addestrati allo stesso modo dei soldati
Romani non si prospetta una guerra semplice.
I soldati italici si coalizzano e danno vita ad una federazione, fondano una capitale,
Corfinium​ ​(in Abruzzo), coniano moneta con immagini di valore simbolico molto forte: il
toro come simbolo italico che uccide la lupa simbolo Romano. (lega italica)
A capo dell’ esercito Romano c’è Mario che si porta dietro ​Silla​ che lo aveva seguito in
Africa.
Gli Italici oppongono resistenza e i Romani capiscono che si deve risolvere la cosa
politicamente: danno la cittadinanza. Ci si arriva per gradi, ma alla fine viene data a tutte le
popolazioni italiche tranne alla Transpadania che ricevono la Latinitas, essi divennero
cittadini solo con Cesare.
Parallelamente Roma continua a combattere contro gli Italici e li vincono militarmente, la
guerra si conclude a Nola nell’ 88 perché era rimasta l'unica roccaforte italica.
La Guerra Sociale è un paradosso, militarmente la vince Roma ma politicamente vincono gli
Italici perché ottengono la cittadinanza. Roma continua a combatterli perché vuole
affermare la sua superiorità.

CONSEGUENZE DELLA GUERRA SOCIALE


• REVISIONE DELL’ ORDINAMENTO DELL’ ITALIA
Bisogna rivedere tutto l’ ordinamento dell’ Italia dal punto di vista amministrativo,
poiché sono tutti cittadini. La soluzione che viene adottata è di rendere tutte le città
dei Municipi, avviene la ​MUNICIPALIZZAZIONE DELL’ ITALIA
È un processo molto lungo che si concluderà solo con Augusto, l’Italia è unificata
politicamente (unità italiana), mentre prima era unificata solo territorialmente.
Esistevano vari tipi e gradi di Municipi e con la municipalizzazione si richiede lo
stesso assetto costituzionale solo per quelli nuovi, quelli vecchi rimangono colo lo
stesso assetto che avevano in precedenza.
• I Socii ormai cittadini hanno diritto a partecipare ai Comizi e possono essere eletti alle
magistrature, ma sono solo gli Italici membri della classe dirigente che hanno questi
privilegi. L’elezione delle cariche avviene dopo aver fatto una carriera politica nei
Municipi.
• Tutti gli Italici ora possono partecipare ai Comizi Tributi, ai quali si partecipava e vi
votava divisi per tribù (le urbane e le rustiche) gli italici dovevano andare nelle tribù
rustiche, ma erano troppi e si sarebbe trovata una maggioranza alle votazioni. Si
decide che si sarebbero dovuti iscrivere solo in 10 tribù, in questo modo erano la
maggioranza nelle tribù, ma questo non contava perché l’ unità di voto era la tribù (1
tribù= 1 voto)

LUCIO CORNELIO SILLA


Egli appartiene ad una famiglia patrizia economicamente decaduta, prende parte alla
guerra sociale al seguito di Maio ed è colui che riporta la vittoria a Nola. È legato
politicamente agli Optimates a differenza di Maio, la sua ascesa politica è legata alla prima
guerra mitridatica (88-85 a.C).
Roma che combatte contro ​Mitridate VI​, il Re del Ponto (Mar Nero, è uno dei tanti piccoli
regni all’ interno della provincia d’Asia, gli unici che Roma non distrugge perché già
avevano tra di loro un rapporto ostile e quindi non si creavano rapporti tra di loro).
Mitridate diviene Re nel 112 a. C e mette in atto una politica espansionistica che però
preoccupa Roma. Nel 100 a.C Mitridate si impadronisce del regno di Cappadocia (altro
regno d’ Asia) e Roma manda una prima missione esplorativa con Mario,, poi nel 92 manda
la seconda missione esplorativa con a capo Silla che ha l' obiettivo di ridare il trono al
sovrano legittimo di Cappadocia. Nel 90 a.C scoppia la guerra sociale e Mitridate ne
approfitta per riprendere la sua politica espansionistica e invade nuovamente la
Cappadocia, raggiungendo anche la Bitinia destituendo il suo sovrano ​Nicomede IV​ .
Roma manda nel 90a.C una nuova missione in Oriente per restituire i regni ai legittimi
sovrani.. Nicomede sicuro dell’appoggio di Roma a sua volta compie dei disturbi nel
territorio del Ponto, a questo punto Mitridate chiede aiuto ai Romani contro Nicomede, ma
Roma non interviene in suo aiuto e Mitridate nell’ 88 dichiara guerra a Roma presentandosi
come una vittima. Mitridate chiede aiuto ai Greci nella battaglia facendo leva su un forte
risentimento che avevano i Greci verso Roma, si presenta come colui che li avrebbe
vendicati. La sua retorica ha successo e tutta la Grecia combatterà al fianco di Mitridate
tranne l’ isola di Rodi.
Roma da il comando della guerra a Silla che però nell’ 88 era impegnato nella guerra a Nola.
Si iniziano a mettere in movimento anche gli avversari di Silla che gli vogliono togliere il
comando della guerra e fanno affidamento a ​Publio Sulpicio Rufo​ tribuno della plebe, il
quale approva dei provvedimenti che uno dei quali toglie l' incarico della guerra a Silla
danda a Mario. Silla reagisce e uscito vincitore dalla guerra a Nola con il suo esercito torna
e marcia su Roma, nell’ 88, ​1° MARCIA SU ROMA ​(è la prova del rapporto che c’era tra
soldati e generale). I Sillani si impadroniscono di Roma e Sulpicio viene ucciso e i suoi
provvedimenti abrogati. Mario fugge in Africa.
Silla, console nell'88 a.C e poi proconsole, si prepara a partire per l’ Oriente contro
Mitridate, ma prima di partire fa due norme:
• Che le proposte di legge possono essere presentate in assemblea solo se hanno
ricevuto l’ approvazione prima dal Senato;
• Le proposte di legge possono essere votate solo dai Comizi Centuriati
Caposaldi di Silla: il Senato e l’ elite dirigente, vuole una Repubblica Senatoria.
Silla parte e arriva nell’ 87 in Epiro (città dell’ Albania), riprende il controllo della Grecia e
si impadronisce anche di molte opere d’ arte Greche e le porta a Roma, assediando Atene
nell'86 a.C.
Nell’ 87 a Roma approfittando della mancanza di Silla dalla città viene fatta una ​2° MARCIA
SU ROMA ​da parte dei nemici di Silla guidati da ​Lucio Cornelio Cinna ​e ​Mario ​che intanto
ha fatto ritorno dall’ Africa. Prendono Roma e Silla è dichiarato nemico pubblico, i
sostenitori di Silla vengono massacrati e sono aboliti i suoi provvedimenti. A Roma viene
messa in piedi una nuova spedizione contro Mitridate: spedizione Mariana, il cui comando
è affidato a Cinna poichè la spedizione di Silla non è piú legittima.
Mario si candida al Consolato per l’ 86, ma pochi mesi dopo essere stato eletto muore.
Viene eletto console Cinna approva la legge che che tutti gli Italici potevano iscriversi in
ogni tribù.

ORIENTE ​( situazione paradossale)


In Oriente ci sono due eserciti che combattono contro Mitridate: Silla e il nuove esercito.
Questi due non si scontreranno mai, sono diretti verso Mitridate che subisce duri colpi. Alla
fine si decide per la pace: Pace di Dardano in Troade nell'85 a C​. ​Si arriva alla pace perché è
voluta da entrambe le parti. I Romani lasciano Mitridate al suo posto, nel Ponto, però deve
rinunciare alle conquiste, consegnare le flotte e pagare un ammenda ingente.
Silla riesce a portare dalla sua parte gli uomini della 2° spedizione, rimette ordine in Grecia
e Asia, vengono fatte delle concessioni alle città rimaste fedeli e massacra chi vi aveva
rinunciato.
Silla si avvia per tornare in Italia nell’ 84.
A Roma intanto si comincia a diffondere la voce che Silla stia ritornando e Cinna crea un’
altra spedizione verso la Grecia per bloccare Silla prima che parte, ma la notte prima della
partenza, dei membri della spedizione uccidono Cinna .. Nell’ 83 a.C Silla sbarca a Brindisi
portandosi dietro un grande bottino di guerra.
Scoppia una guerra tra Silla e i suoi avversari seguaci di Mario: è guerra civile, ​ ​alla quale
partecipano anche soldati italici provenienti da fronti contrapposti.
Lo scontro finale: a Porta Collina nell’ 82 a.C una delle entrate per Roma, segna la vittoria
definitiva di Silla che si impadronisce della città. I seguaci di Mario si disperdono tra Spagna
e Africa, Silla manda Pompeo per stanarli, al quale gli viene dato il soprannome di ​MAGNUS
per l’ abilità che dimostra nell’ eseguire il compito.Come prima cosa Silla,p ubblica le ​LISTE
DI PROSCRIZIONE ​erano elenchi composti da membri della classe dirigente che erano
avversari politici di Silla, chiunque si trovava su queste liste poteva essere ucciso senza
avere nessuna condanna o alcuna conseguenza, i loro beni erano confiscati e i loro figli e
discendenti espulsi dalla vita politica
CONSEGUENZA: RADICALE CAMBIAMENTO DELLA CLASSE DIRIGENTE, c’è la scomparsa
di intere famiglie e vengono create subito delle nuove che appoggiano Silla.
Silla si occupa degli Italici e attua sempre la stessa politica:
colpiva- chi non lo sosteneva, toglieva loro i territori e li dava ai suoi veterani, inoltre viene
avviata un’ opera di colonizzazione tra cui troviamo anche Pompei- Spoleto- Arezzo-
Fiesole, nascono le colonie Sillane.
beneficiava- chi lo sosteneva

Silla si preoccupa della sua posizione, viene votata una legge ​Lex Valeria​ ​con la quale Silla
viene nominato ​Dictator​ ​con l'incarico di scrivere leggi e riorganizzare lo Stato
Nell’ 81 a.C viene introdotto un nuovo ordinamento: ​DITTATURA COSTITUENTE
È illimitata ​non dura 6 mesi come le dittature precedenti
È dato da una legge ​e non dai Consoli dietro il consenso del Senato solo se c’ era lo stato di
emergenza
Carattere costituente ​la stesura delle leggi e la riorganizzazione dello Stato non erano
compiti che spettavano al Dittatore. Una volta assunta la carica, Silla inizia a riorganizzare
lo stato con una serie di provvedimenti. Ripristina le due norme che aveva varato prima di
partire che poi erano state cancellate da Mario e Cinna secondo cui le proposte di legge
potevano essere discusse dall'assemblea perevia l'approvazione del senato e l'altra che a
votare le leggi sarebbero stati solo i comizi centuriati. Egli aumenta il numero dei senatori
da 300 a 600, sono ammessi in senato: i cavalieri ed anche gli italici; aumenta il numero dei
magistrati : i pretori vengono portati ad 8, i questori diventano 20; i tribunali permanenti
aumentano, ognuno si occupava di uno specifico reato, le giurie sarebbero state formate da
senatori; inoltre vara una serie di provvedimenti contro il lusso per limitare l'ostentazione
di questo da parte della nobiltà. Nasce il ​cursus​ ​honorum​ , un ordine delle cariche con cui si
distinguono le magistrature minori e maggiori e stabilisce a quale età ci si può candidare .
Una volta ricoperta una carica , bisogna attendere 10 anni per ricandidarsi e ricoprire la
stessa carica. Inoltre limita il potere dei tribuni della plebe, il veto viene fortemente
limitato, chi diventa tribuno della plebe non può ricoprire altre cariche, elimina la
distribuzione di grano a prezzo agevolato di cui beneficiava la plebe. Inoltre allarga il
pomerium​ , portato fino al Rubicone . Nel 79 a.C , Silla lascia la carica e muore nel 78 a.C ,
non si conoscono i motivi della sua decisione ma ci sono varie ipotesi: forse Silla lascia il
potere perchè non aveva ancora pensato alla creazione di un potere personale o il suo
disegno politico era creare una repubblica degli ​optimates​ ed egli è uno dei conservatori
piú accaniti della classe dirigente. Dopo la morte di Silla, inizia lo smantellamento
dell'ordinamento da lui stesso creato . Questa operazione viene intrapresa da ​Marco
Emilio Lepido​, console nel 78 a.C, avversario di Silla. Egli elimina le liste di proscrizione e
chiede che vengano ripristinate le distribuzioni di grano a prezzo agevolato per la plebe.
Propone di togliere le terre ai veterani di Silla e di darle ai legittimi proprietari. I sillani
cercano di bloccare le proposte di Lepido, questo provoca una rivolta in Etruria , una delle
zone piú colpite dall'espropriazione. Nel 77 a.C ,Lepido si unisce ai ribelli e va in Etruria ,
marcia su Roma (terza marcia su Roma) reclamando l'attuazione delle sue proposte. Il
senato proclama lo stato d'emergenza , manda un esercito in Etruria per sedare la rivolta;
nell'esercito c'è Pompeo, che era diventato propretore ( violazione della norma perchè non
era mai stato pretore) . La rivolta viene sedata, Lepido fugge in Sardegna, i suoi uomini
fuggono in Spagna dove si uniscono a Sertorio, seguace di Mario e governatore.
Si capisce come l’ordinamento Repubblicano è in crisi e si fa avanti sempre di più l'idea di
un potere personale. Con Silla siamo all'inizio di un processo che porterà poi a Cesare e ad
Augusto.
Silla misteriosamente abdica,Pompeo cerca di salvaguardare la Repubblica con poco
successo,Cesare lo uccidono ed Augusto crea l’ Impero.

GNEO POMPEO ,CESARE, CRASSO.


Fino a questo momento , la politica a Roma era vista come un'azione collettiva, ma in
questo periodo c'è un profondo cambiamento: l'azione dei singoli individui che hanno
grandi patrimoni e una grande rete di sostenitori. Uno di questi uomini è Pompeo, uomo
legato alla tradizione. Nel 76 a.C , Roma dichiara guerra a Sertorio ( Spagna) poichè girava
voce che quest'ultimo stava organizzando un attacco contro Roma attraverso un'alleanza
con i pirati e Mitridate . Al comando fu posto Pompeo con la carica di proconsole , durante
la guerra Roma ha difficoltà , a tal punto da dover inviare rinforzi nel 74 a.C , Sertorio viene
ucciso dai suoi stessi uomini, quindi Pompeo vince la guerra. Nel 73 a.C, Spartaco guida una
guerra servile ma viene sconfitto da Crasso nel 71 a.C ma un gruppo di sostenitori di
Spartaco riesce a scappare in Italia settentrionale, però in Toscana incontrano Pompei che
li annienta. Nel 70 a.C viene eletto console insieme a Crasso e smantellano quindi
l'ordinamento di Silla, nonostante Pompeo fosse stato un suo sostenitore. Egli vuole che
vengano espulsi dal senato i sostenitori compromessi con Silla, vengono ripristinati i poteri
dei tribuni della plebe, nei tribunali permanenti si stabilisce che la giuria e i membri
sarebbero stati divisi in maniera eugualitari tra senatori e tribuni. La carriera di Pompeo
prosegue con due operazioni militari : la guerra contro i pirati ( 67-66 a.C) che vince e la
terza guerra mitridiatica (74-63 a.C). Quest'ultima scoppia perchè Mitridate invade di
nuovo la Bitinia che è ormai possedimento romano Sostanzialmente il comando viene dato
ad ​Aurelio Cotta ​ e ​Licinio Lucullo​, quest'ultimo era molto ricco, riporta varie vittorie su
su Mitridate . I cavalieri però spingono affinchè il potere venga dato a Lucullo ma
nonostante questo il comando passa a Pompeo che sconfigge definitivamente Mitridate ,
che alla fine si uccide. Pompeo riorganizza la provincia d'Asia (poteva farlo perchè aveva un
imperium​ straordinario) poichè era molto estesa: indipendenza Armenia, Tigrane ma forma
la provincia di Siria. Occupò la palestina e Gerusalemme lasciandola libera ma rendendola
tributaria.
La congiuria di Catilina ​(63 a.C)
Catilina era un aristocratico seguace di Silla. Si candida console per il 64 a.C spendendo
tutti i suoi beni per la campagna elettorale. La candidatura viene respinta perchè ritenuto
non adatto. Si ricandida nel 63 a.C con l'aiuto economico di Crasso, ma viene eletto
Cicerone. Si ricandida di nuovo creandosi una schiera di sostenitori formata da famiglie
decadute ma non viene eletto nemmeno questa volta. Allora decide di mettere in piedi un
colpo di stato ma il piano viene scoperto da Cicerone . Catilina allora fugge da Roma con i
suoi sostenitori e quelli che rimangono a Roma vengono giustiziati senza processo (
motivo per cui Cicerone verrà esiliato). Catilina viene sconfitto e ucciso a Pistoia e fu in
questo contesto che Pompeo nel 62 a.C sbarca a Brindisi, vuole concedere delle terre ai suoi
veterani come ricompensa per le vittorie ma il senato rifiuta. Pompeo allora si avvicina a
Crasso e Giulio Cesare, il piú giovane che aveva iniziato la carriera politica tra i ​populares.​
Decidono di siglare un accordo privato noto come ​primo triumviriato ​ (60 a.C) , con una
durata di 5 anni e attraverso il quale si ripartivano segretamente il controllo della
Repubblica tramite la convergenza delle rispettive clientele. L'accordo prevedeva inoltre
l'ascesa di Cesare al consolato e la ratifica dei provvedimenti presi da Pompeo in oriente.
Cesare nel 59 a.C viene nominato proconsole e governatore della Gallia. Nel 58 a.C fanno
eleggere Clodio come tribuno della plebe che doveva attuare una politica anti-senatoria. I
provvedimenti che prende sono: limita la possibilità di sciogliere l'assemblea, ripristina i
collegia, le distribuzioni di grano diventano gratuite , condanna all'esilio chi manda a morte
un cittadino senza processo. Cesare è impegnato nella conquista della Gallia settentrionale
tra il 57 e il 58 a.C, la conquista completamente. Cesare ha una grande capacità militare ed
un legame fortissimo con i suoi soldati. Nel 57 a.C Pompeo richiama Cicerone dall'esilio
preoccupato dal potere di Cesare, poichè Pompeo in quell'anno non ricopre alcuna carica
politica. A Pompeo quindi viene affidata la ​cura annonae o ​ ssia l'approvvigionamento della
città per 5 anni. I triumviri si riuniscono a Lucca nel 56 a.C e l'accordo viene rinnovato a
queste condizioni: a Cesare sarebbe stato rinnovato il governo della Gallia per altri 5 anni
per terminare la conquista, Pompeo e Crasso sarebbero stati eletti consoli nel 55 a.C, dopo
il consolato Crasso sarebbe diventato governatore della Siria e Pompeo della Spagna . Il
tutto avviene secondo l'accordo ma Pompeo non andrà mai in Spagna. Quando Cesare va in
Gallia deve sedare delle rivolte appoggiate dalla Bretagna. Nel 52 a.C scoppia un'altra forte
rivolta guidata dal re ​Vercingetoringe​ , il quale però evita lo scontro con Roma a causa
della loro superiorità militare ma bloccano i romani nella fortezza di Alesia, Cesare
sconfigge il re ed istituisce una nuova provincia . Il regno dei parti (Siria) è attraversato da
una lotta dinastica : si contendevano il regno Orode e Mitridate. Crasso appoggia Mitridate
ma vince Orode. Crasso allora invade il regno nel 54 a.C , nella battaglia di Carre (53)
l'esercito romano viene sconfitto e Crasso muore in battaglia.
La morte di Crasso nel 53 si trasforma in anarchia con la morte di Giulia moglie di Pompeo,
egli si avvicina agli Optimates.
Nel 53 non si riescono ad eleggere i Consoli per l'instabilità presente a Roma che
aumenterà poi nel 52, quando scoppia uno scontro armato tra i seguaci di ​Clodio
(candidato alla Pretura) e i seguaci di ​Milone​ (candidato al Consolato). Durante lo scontro
Clodio viene ucciso e ai suoi funerali scoppiano nuovi disordini, viene data alle fiamme la
Curia, sede del Senato (nel foro).
A seguito di questi scontri viene eletto Pompeo come Console senza collega (​sine collega)​ .
Di tutta questa situazione ne approfittano gli avversari di Cesare che chiedono a Pompeo di
destituire Cesare dalla carica di Proconsole in Gallia e di farlo tornare a Roma per
sottoporlo a processo con l'accusa di aver istituito la ​callia comata​ (una nuova provincia)
senza però essere passato prima dal Senato. Cesare per tutta risposta si candida al
Consolato per il 51a.C e Pompeo fa promulgare una legge che stabilisce che devono passare
5 anni tra una Magistratura e una Promagistratura (legge ideata a posta per bloccare
Cesare).
Nel 50 a.C si trova questa situazione di estrema tensione; un tribuno della plebe per uscire
da questa crisi presenta una proposta di legge che verrà approvata, dove sia Cesar che
Pompeo devono rinunciare alle loro cariche.
Intorno al 50 sono gli anni dove Cicerone scrive due opere: ​De repubblica ,​ ​De legibus​ nelle
quali si fa interprete di questa esigenza di pacificazione e teorizza la necessità di ristabilire
la “​Concordia ordinum​” tra le diverse componenti della Repubblica e i promotori devono
essere i componenti della classe dirigente (senatori). La cosa interessante è che Cicerone
ammette che a garantire la Concordia possa essere un personaggio al di sopra degli altri, un
princeps​. Ipotizza un regime personale, era un conservatore ma non parla mai di impero..
Nel 49 a.C Cesare lascia la Gallia e arriva in Italia con l'esercito fino al fiume Rubicone
(rappresentava il Pomerio che non poteva essere superato da truppe militari) e si dichiara
pronto a rinunciare ai suoi poteri se Pompeo avesse fatto altrettanto. Il Senato (controllato
dai nemici di Cesare) ordina a Cesare di rinunciare ai poteri senza avanzare alcun tipo di
richiesta. Cesare allora varca il fiume Rubicone e punta su Roma. Pompeo lascia Roma e
fugge a Brindisi assieme ai seguaci con l'intento di andare in Grecia per evitare lo scontro.
Alla fine del 49 Cesare arriva a Roma e si fa nominare DITTATORE con il compito di
organizzare i Comizi elettorali (carica inedita), viene eletto Console per il 48. Parte, si reca
in Grecia per scontrarsi con Pompeo, la battaglia avviene a Farsalo​ ​in Tessaglia nel 48​ ​a.C,
Cesare ne esce vincitore ma non riesce a catturare Pompeo che fugge in Egitto dove si
contendono il regno Tolomeo XIII e sua sorella Cleopatra, in questo clima i funzionari
Egiziani ritengono rischioso appoggiare Pompeo e lo uccidono. In Egitto intanto arriva
anche Cesare, non sapendo che Pompeo fosse stato ucciso, ma giunge anche per seguire più
da vicino le vicende Egiziane (l'Egitto è uno dei grandi granai di Roma). Cesare resterà in
Egitto fino al 47 e intraprende la storia d'amore con Cleopatra, la quale grazie anche al suo
appoggio riesce a diventare sovrana d’ Egitto. Dalla loro unione nasce un figlio: ​Tolemeo
Cesarione ​e in questo modo Cesare ritiene di essersi conquistato l'appoggio dell’ Egitto.
Dal 47 a.C per Cesare inizia un periodo che lo tiene impegnato in una lunga serie di guerre e
campagne militari, eccone alcune:
• Spedizione Contro Farnace: (Re del Ponto e figlio di Mitridate) Farnace riprende la
politica espansionistica del padre, ma è subito sconfitto da Cesare.
• Spedizione contro l’ Africa dove si trovano i suoi oppositori (Pompeiani) che si sono
alleati con il Re di Numidia, famosa è la battaglia di Tapso dove vince Cesare e la
Numidia diviene provincia Romana
• Spedizione In Spagna: È accompagnato da Cleopatra, è anche l’ ultima battaglia che
intraprende. La Spagna era un altro covo di Pompeiani, c’è una vittoria militare nel
45: battaglia di Munda; per questa vittoria il Senato decreta per Cesare il trionfo che
veniva dato solo su nemici esterni a Roma e non sugli stessi cittadini Romani come è
accaduto ora.
Cesare rientra a Roma e gli viene data la carica che precedentemente era di Silla: Dittatore
con il compito di riorganizzare lo Stato per 10 anni. Nel 44 la carica viene modificata e
Cesare viene nominato: ​Dictator Perpetus​ (illimitata)
Si è così giunti ad un regime personale, contemporaneamente a lui si danno varie cariche
ed onorificenze che rendono la sua posizione straordinaria che poi sarà successivamente
anche Augusto.

Poteri che gli vengono dati:


• Controllo dei costumi dei cittadini e della lista dei senatori ( compito che prima era
dei censori)
​ engono dati i poteri dei tribuni della plebe. Cesare prenderà i
• Tribunicia Potestas: V
poteri delle varie cariche ma non la carica (punto centrale per i poteri che avrà
Augusto), perché era di sangue Patrizio.
• Facoltà di dichiarare guerra e stipulare trattati di pace senza il consenso del Senato
• Facoltà di presiedere all'elezione dei magistrati: comizi elettorati
Onorificenze:
• Primo Posto In Senato:;Cesare ha diritto ad un posto in senato e può tenere un
discorso per primo così da influenzare le altre opinioni
• Imperator:​ Con un significato diverso da quello che aveva la parola, generale
vittorioso in età Repubblicana; ora è colui che è dotato di comando. Il titolo è lo stesso
ma con significato diverso.
• Pater Patriae:​ padre della patria

Il nome di Cesare è legato ad una lunga serie di provvedimenti legislativi messi in atto tra il
49 e il 44 a.C sono anche contraddittori tra di loro, ma sono a favore della plebe:
• RICHIAMO A ROMA DEGLI ESULI PER MOTIVI POLITICI per assicurarsi i sostenitori
• VIENE CONCESSA LA CITTADINANZA ROMANA ALLA TRANSPADANIA
L’ unica che ancora non l’ aveva ricevuta ma che aveva la Latinitas. Ora l’ Italia è
realmente unificata
• AUMENTA IL NUMERO DEI SENATORI
Da 600 a 900 facendo entrare persone a lui fidate
• AUMENTA IL NUMERO DEI MAGISTRATI
Diventano 40 questori e 16 pretori perché in questo modo crea posti di carica per i
suoi sostenitori
• TRIBUNALI PERMANENTI
Quelli che si occupano di reati specifici, li distribuisce equamente tra Senatori e
Cavalieri
• FRUMENTATIONES GRATUITE
Distribuzioni gratuite di grano per gli aventi diritto, bisognava accettare che coloro
che richiedevano ne avevano realmente la necessità
• DISTRIBUZIONE DI TERRE AI VETERANI
In molti casi vanno a formare colonie
• PROMUOVE MOLTI LAVORI PUBBLICI
Programma di lavori edilizi a Roma, si da più possibilità di lavoro
• RIFORMA DEL CALENDARIO
Introduce il calendario Giuliano che si basa sull’ alternanza tra anni ordinari (28
giorni a Febbraio) e bisestili che resterà in uso fino al 16° sec quando viene introdotto
il calendario Gregoriano.

Talvolta possono essere contraddittori perché è come se Cesare avesse voluto dalla sua
parte settori diversi della società Romana,prevalentemente la plebe. C’è anche una forte
ostilità all interno di Roma contro Cesare perché si teme il ritorno del potere monarchico.
Cesare fa un errore: si mostra come un sovrano monarca di epoca Ellenistica; fa addirittura
entrare delle monete dove compare il suo ritratto. Nel 44 a.C Cesare progetta una
spedizione contro i Parti con l’inenzione di vendicare la morte di Crasso e riprendersi le
insegne. Viene organizzata una congiura nei suoi confronti viene messo un giro un falso
Oracolo che diceva che i Parti sarebbero stati vinti da un Re. Questo scosse le coscienze
popolari e crebbe sempre di più l’ ostilità verso di Cesare. A metà Marzo del 44 durante una
seduta al Senato Cesare viene ucciso dalla congiura indetta contro di lui che vedeva a capo
Giuno Bruto E Cassio Longino.

LA REPUBBLICA DOPO CESARE : GLI ANNI DELL'AGONIA.


Dopo la morte di Cesare si svolgono gli ultimi anni della Repubblica con una lunga fase di
Guerra Civile:
Prima fase : scontro tra i ​Cesarini​ (seguaci di Cesare) e i ​Cesaricidi​ (nemici di Cesare) che
si conclude nel 42 a.C con la sconfitta dei Cesaricidi a Filippi.
Seconda Fase: scontro all’interno del partito Cesariano, lo scontro avviene nella città di
Azio​ ​nel​ ​31/30 a.C tra ​Marco Antonio​ (accompagnato da Cleopatra) e ​Ottaviano​. Marco
Antonio viene sconfitto e fugge con Cleopatra.
Nel 43 c’è il ​Secondo Triumvirato ​che nasce alla vigilia della battaglia di Filippi, nasce
vicino Bologna dove si incontrano ​Ottaviano- Levido- Antonio,​ i tre stipulano un accordo
ufficiale tanto che viene promulgata la ​Lex Titia. ​Questo era un accordo molto diverso dall’
accordo precedente del 60 a.C tra Cesare- Crasso- Pompeo.
Si dividono i poteri sulle province Occidentali, quelle Orientali erano governate da Bruto e
Cassio. Dopo la sconfitta dei Cesaricidi , Antonio si prende l’ Oriente e l’ Occidente va nelle
mani di Ottaviano​. ​I Triumviri si danno il potere di convocare il Senato e i Comizi , di
promulgare gli editti e scegliere i candidati per le magistrature.
Ritornano le ​liste di proscrizione ​e circa 2000 persone vengono uccise a causa di queste
liste, c’è un totale cambiamento della classe dirigente. Cicerone è uno fa parte delle liste
poichè attacca Antonio con lo scritto delle Filippiche.
Uno dei primi atti dei Triunviri, nel 42 a.C è la ​divinizzazione di Cesare, ​imperatore
divinizzato, l'imperatore quando muore diventa ​diuus.​ (divinizzato non dio)
Viene istituito un culto e mette in una posizione particolare Ottaviano che è stato adottato
da Cesare. Ottaviano diviene ​divi filius​ ​(figlio di un divinizzato). Nel 39 a.C i triumviri
stringono un accordo con Sesto Pompeo (breve) : Pompeo ha: Sicilia,Sardegna, Corsica e
Peloponneso ma nel 36 a.C ci sarà uno scontro con Sesto Pompeo che verrà sconfitto a
Messina da Agrippa, legato di Ottaviano.
La guerra di Perugia
Ottaviano raccoglie somme di denaro per ricompensare i veterani che avevano combattuto
nella battaglia di Filippi, compiendo anche confische in Etruria , avremo la reazione di
Lucio Antonio​ che sarà seguito fino a Perugia da Ottaviano ed il suo esercito. Di lí avremo
un assedio lungo che terminerà con la resa di Lucio Antonio e la popolazione (a causa della
fame).
Le conseguenze di questa battaglia saranno : l'aristocrazia condannata a morte e la città
incenerita
La battaglia di Anzio​ (31-30 a.C)
Antonio e Cleopatra impadronitisi dei possedimenti orientali di Roma ma si scontrano con
Ottaviano il quale vince.
Antonio e Cleopatra muoiono e l'Egitto diventa una provincia romana.
OTTAVIANO
Con la vittoria di Ottaviano su Augusto e Cleopatra (lei si uccide), la dinastia Tolemaica si
estingue e con essa l’ultimo regno Ellenistico che decade.
Inizia la fase del Principato​, ​nuovo regime incentrato sul ​princeps​ che regge tutti i poteri.
Princeps è uno dei titoli di Augusto,che vuol dire il migliore tra pari. Il Principato è l’
impero Romano tra il I e il II sec d.C, quando parliamo invece di ​dominato​ si parla di
Impero di dominato​ che è coniato dagli studiosi moderni a partire dal termine latino
domus​ (padrone), termine che dal II sec d.C è usato per parlare degli Imperatori, con l’
espressione ​dominus noster.
Si parla di dominato a partire da ​Diocleziano​ (III e IV sec). Questa distinzione si fa perché
si registra una svolta con la dinastia dei Severi, qui il potere dell’ Imperatore assume un
carattere autocratico. Il Senato, nel frattempo, perde il suo peso. L’ Imperatore rispetto ai
suoi sudditi ha un po’ il ruolo del padrone sullo schiavo, può decidere dove questi devono
vivere, che lavoro fare, anche se questi sono liberi cittadini. L’esercito acquista una
predominanza tale da assumere capacità di decidere chi li rappresenterà in quanto
imperatore.
È introdotto a Roma da Ottaviano dopo la vittoria di Azio, il problema che si pone è dare
una veste legale al suo potere assoluto, la soluzione è un cambiamento della realtà
istituzionale. Il ​Principato​ doveva essere rivoluzionario nella sostanza e non nella forma,
ossia si impegna per far risultare l’ordinamento nuovo come restaurazione della
Repubblica. Tutto cambia, ma bisogna dare impressione che non sia così ma tuttavia allo
stesso tempo la Repubblica è arrivata al capolinea ed è quindi inadeguata.. Si deve evitare
l’errore di Cesare che si presenta come un sovrano, perché Ottaviano sa bene
dell’avversione dei Romani verso la monarchia. Roma nasce come una città stato, è
diventata capitale mondiale, troppo grossa per essere gestita dalla Repubblica.
Possibile che i Romani non si rendevano conto del cambiamento in atto?
Probabilmente si, ma tutto ciò che era accaduto coi Gracchi (guerre civili) fa si che essi
abbiano bisogno di stabilità e cadono contro la loro stessa avversione.
La politica è opera di grande individualità, è fatta di grandi personaggi e non dal ​populus​ .
Enorme ricchezza, esercito, sono gli elementi che fanno di queste persone degl individui
capaci di crearsi un potere individuale
Come avviene la liquidazione della Repubblica​ : Avviene tutto molto gradualmente e
per tappe. Ottaviano lascia passare qualche anno dalla Battaglia di Azio del 31 a.C ,infatti
inizia nel 27 fino al 2 a. C. Nel corso di una seduta del Senato (13 gennaio) nel 27a.C,
Ottaviano con grande solennità rinuncia a tutti i poteri straordinari conferitigli prima della
battaglia di Azio, e li restituisce al Senato (​restitutiocrei publicae​). L’ unico potere al quale
non rinuncia è quello del Consolato poichè gli dava comando sull’esercito e quindi sulla
situazione politica di Roma.
Come Reagisce Il Senato?​ Facciamo riferimento a ​Cassio Dione​ (tempo dei Severi), greco
di nascita, ma scrive una storia Romana in 20 libri, che cominciava da Enea fino ai sui
tempi. Cassio parlando della seduta del Senato, ad Ottaviano il Senato gli avrebbe conferito
un governo decennale delle province non ancora del tutto pacificate, poiché non erano
ancora del tutto sotto controllo Romano : esse al loro interno presentavano delle legioni
(Es. Spagna, Gallia, Egitto). Gli studiosi moderni hanno avanzato dubbi sulla notizia di
Cassio Dione riguardante il controllo decennale che gli dava il potere di console e
proconsole, fattore anomalo e in contraddizione con l’idea politica di Ottaviano. Inoltre ,
Ottaviano, in quanto Console comunque aveva il controllo delle legioni. Il Senato dà ad
Ottaviano il titolo di ​Augustus​ ​che diventa il suo cognomen (​Cesare Ottaviano Augusto​).
Cassio Dione dice che c’è tutto un dibattito sul nome da dargli, perché alcuni volevano
chiamarlo ​Nuovo Romolo​ (nuovo Sovrano), Augusto deriva da ​augeo​ = accrescere-
innalzare, quindi colui che è in una posizione di superiorità sugli altri. Questo nome ha una
dimensione sacrale, i Greci infatti traducono il termine in Greco ​sebastos​ ​venerabile:​
degno di Venerazione. È lui stesso a riconoscere che la sua posizione è dovuta al nome che
il Senato gli dà. Augusto scrive un autobiografia: “​Res Gestae”​ ovvero : imprese . Nel suo
testamento stabilisce che il testo della sua opera doveva essere copiato su di un mausoleo
che si era fatto costruire. Augusto muore nel 14 d. C e il Senato stabilisce che una copia
doveva essere esposta in tutte le province, (la copia pervenutaci non sono i pilastri o la
copia principale, ma una delle copie di Angara in Turchia, scritta in latino con accanto la
traduzione in Greco). In un passo lui dice di essere stato superiore a tutti per ​auctoritas,​
laddove invece il suo potere era identico a quello dei suoi colleghi nell’ esercizio delle varie
magistrature. Il termine ​autoritas​ è lo stesso della radice di Augustus . Il principato inizia
nel 31-30 a.C.Nel 27 a.C, prima tappa del principato, il Senato gli conferisce altre
onorificenze​:
• La ​corona civica ​fatta con le foglie di quercia che in età Repubblicana veniva data ai
cittadini adoperatisi per salvare altri cittadini;
• Decorazione con foglie di alloro​ degli stipiti della porta della sua casa. Pianta legata
alla divinità di Apollo;
• Scudo d’oro appeso​ nell’ aula del Senato sul quale sono elevate le virtù di Augusto
“​Clemenza- Giustizia- Pietas"​ (Rispetto verso dei e famiglia; queste diventarono
parole d'ordine del regime Augusteo ). Lo scudo non si è conservato, ma sono a noi
giunte delle copie marmoree.
Subito dopo , Augusto parte per andare prima in Gallia e poi nel Nord della Spagna contro
alcune popolazioni locali che si opponevano al dominio Romano. Le operazioni durano dal
27 al 25.
Perché lascia Roma che non è ancora stabile?
Le ragioni:
• Se accettiamo la notizia del governo decennale, Augusto dimostrava che egli teneva
alle province affidategli.
• Vuole stringere i rapporti con le truppe;
• Lui vuole dare a intendere forse che tutto è tornato come prima, dove a governare
sono i Magistrati, Comizi e Senato. Augusto alterna sempre periodi di presenza a
periodi di assenza.

SECONDA TAPPA DEL PRINCIPATO 23 a.C.​ : Iniziano a definirsi meglio i poteri di


Augusto. Egli in una battaglia si ferisce e rischia di morire a causa di una malattia contratta
dalla ferita. La paura di tornare alle Guerre Civili è forte per il popolo.
Augusto provvede:
• Gli viene conferito l’ ​imperium proconsulare maius​ sulle province. È argomento di
grossa discussione. Maius maggiore potrebbe significare che è un potere che non ha
confini è su tutte le province dell’ impero. L’ altra ipotesi è che l’ impero di Augusto è
superiore a tutti gli altri governatori delle province. Augusto quindi in corso di
conflitto contro i governatori provinciali, avrebbe avuto l’ ultima parola.
• tribuna potestas​ vitalizia ma ogni anno andava rinnovato il potere, non la carica. Lui
prende il potere di alcune cariche, ma non assume la carica in modo formale, se
avesse preso le cariche avrebbe dovuto prendere la carica per un solo anno (non può
perché è imperatore). Lui lo fa perché vuole ancora presentarsi come restauratore
delle Repubblica, quindi assume il potere dei tribuni delle plebe, ma non la carica.
• Gli viene data la possibilità di convocare il Senato
Nel 23 a.C Augusto rinuncia al Consolato.
Gli viene conferita la ​cura annonae.​ Parte ancora e va in Oriente con lo scopo di risolvere la
questione con i Parti (questione delle insegne nella battaglia legionale contro Crasso).
Augusto riesce a riprendere le insegne riportate a Roma e collocate nel tempio di Marche
Untore (vendicatore), messe li perché ha vendicato l’offesa che i Romani hanno ricevuto dai
Parti. Augusto con i Parti raggiunge un'intesa diplomatica, ma fa passare questo successo
come fosse stato un successo militare. Viene poi eretto nel foro un arco trionfale come fosse
stato un trionfo militare (​ARCO PARTICO​). Nelle opere Augustee dove sono rappresentati i
parti questi sono rappresentati come supplici.

TERZA TAPPA 19- 18 a.C


In questi anni viene attribuita la:
• Potestas Censoria​ cioè il controllo del senato
• Imperium Consulare​ gli vengono dati i poteri dei consoli, ma non la carica oltre ai
poteri gli si conferiscono anche i simboli dei poteri.
Ci sono due magistrature a Roma dotate di Imperium (potere) e hanno un simbolo: i ​FASCI​:
un fascio di verghe con una scure, ripresi poi nel fascismo. Simboleggia le verghe :diritto
dei magistrati di fustigare gli oppositori; la scure: possono decapitarli.
È un simbolo dedicato ai Consoli e ai Pretori.
Perché si fa dare anche l’ Imperium Consolare?​Gli dava il controllo della politica interna
di Roma. Nel 19- 18 viene data ad ​Agrippa​ (amico di Augusto) la ​tribuna potestas (​motivo
di successione dopo la morte di Augusto)

QUARTA TAPPA DEL PRINCIPATO


Nel ​12 a.C Augusto​ è nominato ​Pontefice Massimo​, colui che controllava la vita religiosa
di Roma; altro aspetto di incompatibilità perché a Roma politica e religione erano sempre
stati distinti come poteri. Da questo momento è sempre raffigurato col capo velato (​capite
velato)​ indica il ruolo di capo religioso.

TAPPA FINALE 2 a.C.


Viene nominato ​pater patriae​ ​con la fine della costruzione del Principato. Da Cesare in poi
nascono i Fori imperiali dedicati agli imperatori. Lo fanno per sgravare il foro Repubblicano
da una specie di incombenza e poi per propaganda.
Augusto ha altri due titoli propri della tradizione Repubblicana: ​imperator- princeps.​ ​Sono
cariche che lui​ ​assume stravolgendole. L'​Imperator​ lo ha stravolto Cesare: è il generale
vittorioso dell’ impero (in età repubblicana); mentre il ​Princeps​ sotto il governo
Repubblicano era il primo del Senato e chi la deteneva aveva il diritto di parlare per primo
(​princeps senatus)​ questo dava influenza nei confronti degli altri. Augusto toglie la parola
Senatus e il titolo vorrà significare il primo in assoluto.
Cosa ne sarà delle cariche dell’ istituzione Repubblicana?
Restano in piedi i Comizi, magistrature e senato, ma le svuota di senso:
Magistrature restano in vita, ma svuotate perché molte delle funzioni proprie dei Magistrati
rientrano nei poteri di Augusto. A proposito della Censura, Domiziano è l’ ultimo eletto
come Censore. Augusto crea una serie di nuove cariche non previste dall’ ordinamento
Repubblicano: i funzionari dello Stato ​(corocrala)​ e in molti casi questi hanno il potere
delle cariche Magistrali (per questo i magistrati vanno ad estinguersi. I funzionari con
cariche Magistrali: ​prefetti​ eletti da imperatore e presi tra senato e cavalieri, ognuno con il
proprio compito, l’ imperatore può togliere la carica. Il consolato continua ad avere un
certo prestigio: continua ad essere necessario per diventare governatore delle province,
non è il caso che molto spesso l’ imperatore si fa eleggere Console (viso che la carica ha
forte prestigio). Nonostante ciò la carica viene indebolita con la figura dei ​consules suffecti
(Augusto viene incarica i consoli ordinari per alcuni mesi, dopo di che indica una seconda
elezione per eleggere i ​consoli suffecti.​ A dare il nome dell’ anno sono i consoli ordinari,
non i Suffecti, ma hanno tutti gli altri poteri- si indebolisce la carica perché non hanno
possibilità di incidenza politica )
Le assemblee​ ​restano in vita ma prive di senso, hanno funzioni: legislativa ed elettiva.
Lentamente il processo parte dall’ Imperatore che con i suoi consiglieri fa le leggi, per un
certo periodo di tempo vengono portate alle assemblee, i Comizi votano le leggi, ma mai si
permettono di bocciarle (carica formale) . Il tutto fino a ​Nerva​ con la dinastia degli
Antonini, dove la cosa non verrà più fatta. I Comizi eleggono i Magistrati, ma dietro
proposta dell’Imperatore che l'influenza. ​Commendatio: ​ l'imperatore si presenta in
Comitio, raccomanda un candidato che poi viene eletto.
Destinatio​ ​V sec d. C è piú complessa e rimane solo pochi anni; vengono nominati dei
comitati formati da cavalieri e senatori che scelgono i candidati per il Comitio. Il tutto
avviene tra un insieme di candidati preferiti dell’Imperatore.Nel corso del I sec d.C non si
eleggono più i magistrati perché tanto anche questa carica era formale.

IL SENATO​ conserva maggiore prestigio, continua a decidere di una serie di prerogative


tradizionali. Augusto ritiene che il Senato debba mantenere un suo prestigio, per questo
interviene in varie occasioni:
• Da 900 membri del Senato si passerà a 600 membri. Sono espulsi quei Senatori
considerati indegni.
• Filtrano in Senato i principali abitanti delle province con cittadinanza, solo Elite che
hanno ricoperto una magistratura.Lo fa soprattutto con province ampiamente
organizzate.
Viene stabilito un censo minimo per entrare in Senato (non è chiaro se fosse stato dato già
prima e poi lui lo ha aumentato, o se invece è stato stesso Augusto che lo ha introdotto).
Bisogna avere un reddito di un milione di sesterzi per entrare in Senato. Invece per i
Cavalieri il censo richiesto era di 400000 sesterzi. Il fatto di alzare tanto il censo dei
Senatori è un provvedimento retrattivo, cioè vale anche per chi era già presente, chi non
aveva quel patrimonio e faceva parte del Senato, sarebbe dovuto uscire, ma li mette nella
condizione di permettergli di rimanere così che Augusto li può controllare.
Adlectio​,l'imperatore ha la facoltà di scegliere i membri del Senato anche in assenza dei
requisiti necessari per entrarvi. . Nel XIX secolo ​Mommsen​, il più grande storico di Roma
dà un'interpretazione dell’ Impero come una ​diarchia: ​princes+ senatus​, ma non è un
interpretazione convincente, piuttosto Diarchia vuol dire che c’era una situazione di
uguaglianza e parità. A dirci il contrario è proprio l’ Adelectio:
• L’ Imperatore controlla il potere dei Senatori, ha poteri Censori e può espellere dal
Senato
• L’ Imperatore presiede le imprese del Senato, ha il diritto di essere il primo a dare il
voto e quindi influenza il voto degli altri.
A fare concorrenza ai vecchi luoghi della politica è la ​corte imperiale​ , luogo dove si
concentra la politica, composta da Imperatore, la sua famiglia, i funzionari, gli amici. La
cosidettà famiglia ​Domus Augusta​ ​.

POLITICA INTERNA
A causa di governatori delle province corrotti Augusto attua una riforma per la
riorganizzazione delle province, ovvero divide le in due gruppi:
• PROVINCE SENATORIE​ ​(del popolo Romano)
Sono governate da ​proconsoli​ o ​propretori​ (esponenti dell’ordine senatorio) e le
assegnazioni delle province avvengono per sorteggio. L’ imperatore indirettamente
controlla tutto. Ora ai governatori di queste province vengono tolte le competenze
finanziarie (dove c’era una maggiore corruzione) date invece ai ​questori​ presi dall’ ordine
dei cavalieri, che hanno il compito di affiancare il governatore.
• PROVINCE IMPERIALI
Sono le province più turbolente, quindi non ancora pacificate e per questo motivo sono
stanziate al loro interno delle Legioni. Il compito di governare queste province spetta all’
imperatore che utilizza dei ​LEGATI​, funzionari nominati dall’ imperatore stesso, egli può
toglierli dalla carica in qualsiasi momento.
Elemento di distinzione: ​le province pagavano i tributi, quelli pagati dalle Province
Senatorie vanno a finire nell’ ​ERARIO DEL POPOLO ​(casse dello stato); quelli pagati dalle
Province Imperiali vanno ad alimentare il ​FISCUS​ ​cioè la cassa dell’ Imperatore che
comprende il suo patrimonio personale (questo aspetto è molto simile all’ imperatore
Orientale)
L’ ​Egitto ​costituisce un’ eccezione poiché è considerato patrimonio personale dell’
Imperatore, è governato da un prefetto per l’Egitto, è un cavaliere che governa l’ Egitto, è di
nomina Imperiale e fa le sue veci. Sull’ Egitto l’ Imperatore addirittura vieta che i Senatori vi
entrino senza il suo consenso.

POLITICA ESTERA
È considerata da Augusto “ambito di sua diritta competenza”. In questo ambito Augusto
ricorre spesso nel principio della ​delega. ​Organizza cioè delle spedizioni militari o politiche
e poi si tira indietro e nomina altri che possano portare a compimento l’ impresa. Ricorre a
questa tattica per non esporsi troppo​.
Le campagne militari che intraprende non sono molte, la sua politica è più di carattere
difensivo ​piuttosto che espansionistico, portato avanti anche dai suoi successori (l
espansione la si avrà solo con Traiano).
Perché sceglie questa linea politica?
• Vuole limitare i costi delle spese militari
• Si presenta come colui che ha portato la ​pax augustea​ a Roma, è un cardine della
propaganda Augustea, non si poteva contraddire
Differenza tra Oriente e Occidente nella politica di Augusto​: verso l’ ​Oriente​ viene
privilegiata la ​via diplomatica​ (stipulando accordi, protettorati ,stati che si mettono sotto
la protezione di Roma, vicenda dei Parti, Es. la Palestina dove c’è il regno giudaico al potere
ci sono Filo-Romani: Erode); Verso l’ ​Occidente ​ ci sono delle ​operazioni militari ​con
valore soprattutto difensivo.

Operazioni militari di Augusto in Occidente:


• Campagne Militari In Spagna (Difensivo)
• In Africa (Difensivo)
• Contro Le Popolazioni Alpine (Difensivo)
• Europa Centro Orientale (Carattere offensivo) nell'attuale Austria, Ungheria e
Bulgaria.
Sono le uniche azioni militari sulla Rezia e Nordico, Pannonia e Mesia (Espansione).
Augusto da avvio alla conquista della Germania, ma abbandona questo progetto dopo che
Varo​ che era stato delegato, subisce una disastrosa sconfitta nella ​battaglia di
Teutoburgo​ dalle truppe tedesche.

AUGUSTO E L’ ESERCITO
Procede ad una riorganizzazione dell’esercito,crea un esercito : diventa​ stanziale​: è
distaccato, è messo da parte e situati in una serie di luoghi dell’ impero, ciò è valido sia per
lì’ esercito che per la flotta (divisa tra Miseno e Ravenna)
permanente ​: quello del soldato diventa sempre più una professione e lo dimostra la sua
durata di carica: 20 enni l’ esercito e 25 la flotta.

Interventi di Augusto legati all’ esercito:


• Sistemazione dei veterani
Vengono sistemati dando loro terre nelle province (al di fuori dell’ Italia) e molte
volte fondano colonie; oppure l’ Imperatore dà loro denaro (compensi in denaro)
presi o dai bottini di guerra o dal suo patrimonio personale.
• Riduce il numero delle legioni
Erano 60 e Augusto le riduce a 28, anche perché i costi erano eccessivi, ogni legione
era formata da circa 5.500 uomini divisi tra Fanti e Cavalieri. Augusto mantiene il
sistema delle Coorti utilizzato da Gaio Mario, ogni legione ha un numero d’ordine e un
nome.
• ERARIUM​ MILITARE
C’erano 3 casse:
ficus​: il patrimonio personale dell’Imperatore
erario:​ cassa dello Stato sovraggiato dalle province senatorie
erarium militare​: ​casse specifiche per le spese legate all’ esercito​, è alimentato da
nuove tasse introdotte da Augusto sull’eredità e sulla vendita degli schiavi.
Si pagava ai soldati soprattutto la ricreazione, la liquidazione è data solo ai soldati che
portavano a termine il servizio militare onorevolmente, se così non era non era data
loro nessuna liquidazione soprattutto a chi per volere superiore si doveva ritirare per
forza ad esempio chi si ritirava per malattia o ferita.
• TRUPPE AUSILIARI
L’ esercito si distingue in reparti militari formati da cittadini e quelli formati da non
cittadini, cioè i ​truppe ausiliari​. I provinciali che combattono nelle truppe Ausiliari e
si congedano autorevolmente ricevono la cittadinanza Romana.
• CORTI PRETORIE ​(i Pretoriani)
È il corpo scelto, rappresentano l’elite dell’ esercito, sono le ​guardie del corpo
dell’Imperatore​ e percepiscono la ricompensa più alta durante il servizio e la
liquidazione più alta, il loro mandato dura 16 anni. A capo delle Corti Pretorie c’è il
Prefetto del Pretorio che viene dall’ordine dei Cavalieri ed hanno un potere enorme.
COORTI DEI VIGILI: ​ ce ne sono 7 perché Augusto divide Roma in 7 ​regiones​ e in
ognuna di queste c’è una Coorte. Si occupano degli incendi a cui Roma è soggetta, ma
hanno anche il compito di difesa notturna. A capo dei Vigili c’è il Prefetto dei Vigili​.
COORTI URBANE: ​sono le forze di polizia e si occupano dell’ ordine pubblico. A capo
delle Coorti Urbane c’è il Prefetto urbano​.
Nell’ esercito c’è una severa gerarchia che si riflette durante le parate militari. In prima fila
ci sono i Pretoriani, gli ultimi sono i componenti delle flotta.
Che tipo di esercito era quello di Augusto?
È un esercito cittadino, con Augusto si supera la fase degli eserciti privati, ma il legame, i
soldati lo sentono di più verso il Princeps e non verso lo Stato.

PROBLEMA DELLA SUCCESSIONE


Augusto non aveva figli maschi, ma il suo vero problema dipende da altre cose:
• Augusto aveva enormi poteri che però non si traducevano in una carica ben definibile
• Come trasmettere questi poteri, non poteva trasmetterli scegliendo solo il suo
successore, perché questo voleva dire ammettere che la Repubblica non esisteva più e
che c’ era il governo Monarchico, ma sappiamo che era proprio questo che Roma
temeva di più.
Augusto deve fare in modo che i poteri vadano nella sua famiglia, senza andare ad
intendere che Roma si è evoluta verso la Monarchia e ciò voleva dire smentire tutta la sua
carriera.

Soluzione: ​bisognava individuare nella sua famiglia qualcuno che gli potesse succedere e
fargli attribuire gradualmente tutti i suoi poteri mentre lui era ancora in vita, così che
quando fosse morto si fosse trovato qualcuno che era già pronto a succedergli senza però
designarlo ufficialmente.
• Inizialmente individuò il nipote ​Marcello ​figlio di Ottavia, sorella di Augusto, però
muore .Precedentemente la sua morte era stato dato in moglie alla figlia di Augusto:
Giulia .
• Successivamente individua ​Agrippa ​, allo stesso modo lo dà in sposo a Giulia per
creare il legame di parentela ma anche Agrippa muore.
• Poi pensa ai figli nati dal primo matrimonio tra Agrippa e Giulia: ​Gaio ​e ​Lucio
Cesare​, ma anche loro in tenera età muoiono. Precedentemente erano stati adottati
da Augusto.
• Rimangono solo i figli della terza moglie di Augusto, Livia, donna di grande potere
che viene da un precedente matrimonio con ​Tiberio Claudio Nerone​ membro della
gens Claudia. Da Livia e Tiberio nascono due figli: ​Druso Maggiore ​e ​Tiberio. ​La
scelta cade su ​Tiberio, ​Augusto lo costringe a divorziare e lo fa sposare Giulia, la
quale commette adulterio e viene rilegata a Ventotene per rispettare la legge.
Nel 4 d. C Tiberio viene adottato da Augusto; è l’ ultima scelta e ne è consapevole anche
Tiberio tanto che la maggior parte della sua vita la passa a Capri, non vuole governare.
Quando Tiberio è adottato, Augusto gli pone la condizione secondo la sua successione:
Tiberio avrebbe dovuto adottare e preparare a succedergli Germanico ​che è il
figlio di Druso Maggiore e Antonia Minore (figlia di Marco Antonio e di Ottavia sorella di
Augusto). ​Vuole Germanico perché è legato alla gens Julia, è figlio di Ottavia, Livia
invece difende il ramo della gens Claudia della famiglia.
Tiberio accetta il vincolo (poi se ne dimentica e fa uccidere Germanico), nel 13 d. C ha
effettivamente tutti i poteri di Augusto. Nel 14 d. C muore Augusto e si realizza il suo
volere.

La prima generazione dell’ impero è la dinastia Giulio/Claudia: Tiberio- Calligola- Claudio-


Nerone

PROPAGANDA DI AUGUSTO ​(file)


Cerca di assicurarsi il favore dell’ opinione pubblica, utilizza ogni mezzo possibile perché si
guadagna l’ appoggio del ceto intellettuale
IDEOLOGIA AUGUSTEA
Parole d’ ordine /punti fermi
PACE- FAMIGLIA
DISSENSO AD AUGUSTO ​esiste ma si fatica a trovarla perché occulcata dalla sua forte
propaganda

ETA’ IMPERIALE
PREMESSA AGLI APPUNTI
Noi abbiamo un' immagine degli Imperatori Romani prevalentemente negativa (Tiberio è
debole- CalIgola è pazzo- Nerone è un tiranno sanguinario) ma ci sono anche degli
imperatori visti positivamente come Tito e tutta la generazione degli Antonini.
Abbiamo questa immagine perché è quella che ci giunge a noi dalle fonti antiche, ma non
dobbiamo dimenticarci che le fonti sono di tipo Senatorie (gli autori sono senatori o a loro
vicini). Abbiamo due fonti principali: ​TACITO ​(senatore) e ​SVETONIO ​(scrive delle
autobiografie degli imperatori da Cesare a Diocleziano, è legato agli ambienti senatori). Il
loro parere non è oggettivo, né nel male che nel bene, ma esprimono mancanza verso la
Repubblica e ancora di più verso quegli imperatori che non hanno avuto un rapporto
sereno con il Senato.

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