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Lezione prof Vassere

Studio sulla toponomastica che è lo studio dell’origine dei nomi di luogo, intrattiene rapporti con geografie e
studio di varie lingue. Si occupa più precisamente dei nomi di luogo (città, paesi, regione, monti, fiumi, laghi,
mari, stadi, stazioni ecc..). Esiste anche la toponomastica urbana caratterizzata dai quartieri, dalla
popolazione che vi si insedia nel territorio, nomi locali (es: foppa).
Scoprire il momento in cui questi nomi erano trasparenti e comprensibiliLa sfida della toponomastica è
questa. Un toponimo è sempre all’inizio un nome comune che diventa poi nome proprio, alcuni toponimi
rimangono però comuni. Possono esser classificati in base a categorie che sono una sorta di universale
toponomastico: vegetali che caratterizzano la zona (Cornaredo, Loreto, Rovereto), animali (Asinara,
Capraia); caratteristiche del terreno (es: Milano quartiere isola perché si tratta di una parte di terra che giace
tra corsi d’acqua); professioni e attività che si svolgono o si svolgevano (Ferrara); caratteristiche
insediamento; consuetudini e questioni politiche, giuridiche e istituzionali; nomi di persona (es: sesto san
giovanni o nomi che finiscono in -arte come Baranzate sono nomi da ricercarsi in nomi di persone).
I nomi hanno origine pre-latina, anche se abbastanza complicato risalire all’origine esatta perché non sono
ben conosciuti I sistemi linguistici relativi. La maggior parte e dei nomi di luogo italiani derivano dal latino con
a volte anche la mediazione dei dialetti.
Il nome di luogo ha come virtù il fatto di essere conservativo, è abbastanza improbabile che un nuovo di
luogo venga cambiato. Quindi permette di essere una sorta di fossile che costituisce anche un pregio per la
storiografia. Per dentifricie l’origine di un luogo si può far riferimento alle ricerche della forma antica del nome
(analisi dei documenti) o comparandoli con nomi simili. Altri nomi di luogo sono ancora disponibili come ad
esempio fra gli anziani. Può essere utile anche conoscere queste lingue antiche in modo da poter ipotizzare
possibili etimologie. Ci sono problemi di sostegno a questo genere di ricerca. Metodologie di ricerca sono:
forme scritte con accesso a documenti, archivi, repertori; oppure forme orali raccolte sul campo.
L’interazione tra le due forme fa raccogliere più dati utili possibili.
Seminario il Lazio arcaico

Roma è importante perché ha tanti patrimoni dell’UNESCO tra cui il Colosseo (illuminato solo a pasqua e
Pentecoste). Mito di Edipo insegna che c’è qualcosa contro la legge ovvero l’incesto, i romani al contrario dei
greci non hanno i miti ma la storia, ovvero hanno tutta un’eredità. Roma e Grecia provengono dalle stesse
persone, I romani hanno il ricordo di questa unità comune. C’è un presagio che dice al re che sarà
ammazzato da un discendente, egli nasconde la vestale Rea Silvia per far si che non abbia figli, una notte
Morte arriva e da li nasceranno poi i gemelli Romolo e Remo che vengono abbandonati in un fiume; (così
anche Edipo verrà abbandonato su un monte credendo che morirà di fame ma verrà salvato), i gemelli
vengono salvati da un pastore e vengono cresciuti. Sotto la figura del pastore si cela la figura di un alto
funzionario nel momento in cui le capre e gli animali rappresentano alte cariche e ricchezze. I due ragazzi
crescono e sono salvati da una nutrice. Romolo e Remo vengono però sempre rappresentati neonati che
vengono allattati da una lupa- riconducibile ad un’altra storia dove un custode gioca con un dio, tramite una
scommessa ild io vince e come ricompensa il custode gli porta una prostituta la quale viene ricompensata
con molto denaro che lei alla sua morte cederà alla città. Prostituzione viene anche chiamata come lupa così
che la storia si ricollega con i due gemelli. Ordinati da oro padre Romolo e Remo da Albalonga vanno e
fondano Roma e Romolo uccide Remo, la coppia si scinde, emerge la parte buona perché Remo invade la
linea di confine della parte di città di Romolo. Nel passato esisteva la figura della prostituta sacra, una donna
che si metteva fuori dai tempi e ciò che guadagnava lo dava per la manutenzione del tempio. La prostituta
sacra la si ritrova anche in India, c’era una tradizione che quando una donna non riusciva ad avere figli
maschi andavano al tempio pieno di tanti uomini finche non ottenevano figli maschi.
La donna romana era confinata in casa, non poteva bere vino e soprattutto in caso d I adulterio veniva
lapidata. Con l’adulterio erano molto più restrittivi, anche essere violentata da qualcun altro significava aver
tradito. Romolo però cambia la società e dopo aver fondato la città di Roma organizza giochi e invita le
popolazioni vicine, urna sera ad un certo punto Romolo ordina ai romani di rubare le donne sabine, e fonda i
matrimoni per ratto (per rapimento) ratto delle sabine. Da qui si enucleano le cinque caratteristiche che
deve avere la perfetta matrona romana: casta, pia, pudica (riservata), lanitica (che fa la lana) e domiseda
(che sta in casa). Romolo e Remo erano discendenti da una famiglia importante, deducibile perché furono
mandati a Gabri per imparare le lettere greche; riconoscevano già la grandezza del mondo greco.
Educazioni principali erano scrivere, musica, grammatica. Cosa la Grecia lascia come eredità principale a
Roma? L’alfabeto per saper poi scrivere. L’alfabeto si è mantenuto per duemila anni con la stessa sequenza,
le lettere sono fisse. L’alfabeto sarà anche usato come decorazione. Secondo la tradizione Romolo sarebbe
o misteriosamente scomparso dopo essere stato colpito da un fulmine vicino a un fico nei fori imperiali
oppure fatto fuori dai senatori stanchi della sua tiranni. Dopo Romolo ci saranno i sette re di Roma a
governare, la città cambierà e delle capanne si evolverà con palazzi e fori.
Enea è un eroe troiano, parte da Troia intraprende un viaggio incredibile arriva sulle coste del Lazio
sconfigge i latini; suo figlio sposa una donna del posto e sarà colui che darà il via alla stirpe Giulia.
Lezioni Erika Notti

Primo millennio ritroviamo i luoghi del mito, luoghi dove affondano le memorie di Omero e i miti della
tradizione. Scoperta del mondo EgeoMar Egeo bagna la Grecia passando per Grecia, Anatolia, Cicladi,
mediterraneo orientale (molto importante). Mare tramite dei rapporti economici e scambi di merci e idee
attraverso la navigazione. Nell’età del bronzo per la sua posizione privilegiata Creta conoscerà una fioritura
eccezionale, commercio tra oriente e occidente dominato dalla regione a nord-est della Grecia vicino allo
stretto dei Dardanelli. Dopo la rivoluzione neolitica l’uomo può finalmente produrre di più e si gettano le basi
per i grandi commerci, diventa più autosufficiente e liberoqueste rivoluzioni saranno sviluppate durante
l’età del bronzo. 2200-1200 saranno gli anni che ci interesseranno di più. Man mano che si va indietro nel
tempo è sempre più difficile ricorrere cronologicamente perché non esistono molti scritti a documentare, le
cronologie utilizzate sono relative e ordinate tramite sistema ternario e sistema dei periodi struttivi. Sistemi
complementari e si basano su parametri diversi: sistema ternario introdotto da Arthur Evans (antico fino al
2000-medio fino al 1150 -tardo minoico da Minosse e antico-medio-tardo ellalico).
Alle fasi di distruzione seguivano le fasi di ricostruzione dei palazzi, e ogni qualvolta che i palazzi venivano
ricostruiti si aggiungeva qualcosa con delle evoluzionesi identifica un sistema cronologico anche
attraverso i palazzi chiamati periodi struttivi divisi in epoca prepalaziale, primi palazzi, secondi palazzi e
postpalaziale.
2200-1450 a.c. Minoici cretesi, civiltà che si sviluppa a creta nell’età del bronzo, non parlano greco e usano
per scrivere I geroglifici cretesi e Lineare A.
2000-1530/1625 a.c. Civiltà cicladiche a Santorini, basavano la loro economia sul commercio e la
navigazione, non utilizzavano lingua greca ma il Lineare A.
1450-1200 a.c. Greci micenei a Creta, vivono nel Peloponneso, utilizzavano il Lineare B.
Questa linea cronologica è stata possibile solo alla fine dell’800 con il tedesco Heinrich Schliemann che
attraverso i suoi studi ha riscoperto le civiltà prima dei greci.

Primo itinerario viaggio fra Troade (Peloponneso con Micene) e Argolide. Viaggio dell’oro perché sono stati
scoperti dei reperti in oro tra i più importanti della Grecia. Schliemann personaggio eccentrico, si p scritto
tantissimo su di lui e lui stesso ha scritto una sua autobiografia, che pare un romanzo di fantasia (lui era
dotato di tantissima passione, creatività e fantasia). Guidato da una fortissima motivazione che aveva ragioni
personali, sofferenza enorme conosciuta durante l’infanzia. Era ossessionato dalla ricerca dell’oro, caparbio
e tenace; si dedica alla scoperta del mondo greco e delle sue origini senza risparmiarsi mai. Nato in una
cittadina della Germania del nord, Germania profonda in una terra molto povera nel 1822. Bambino tenace,
con gli amici andava a cercare tesori. Figlio di un pastore protestante, ha perso molto giovane la madre e il
padre non aveva una condotta irreprensibile e perde il lavoro, la famiglia cade in disgrazia e il padre porta a
casa anche una matrigna. Schliemann mandato a vivere con gli zii, trauma di perdere gli amici e deve
abbandonare gli studi a 10 anni per andare a lavorare tutto il giorno come garzone di bottega, Schliemann
soffre tantissimo di questa condizione e di sera studiava da se perché soffriva di non poter andare a scuola
come tuti gli altri. Studiava i classici del mondo latino prima e la letteratura greca poi. Un anno a Natale il
padre gli regala un libro “la storia universale per noi ragazzi”, trova una pagina che rappresenta una città in
fiamme che è Troia con Enea che porta il padre in spallada qui Schliemann si interesserà perché il padre
gli rivela che sono città immaginarie e eroi non veramente esisti quindi lui promette di voler dimostrare a tutti
che si sbagliavano e che le avrebbe trovate. Ci consegna attraverso la sua bibliografia la sua motivazione:
voleva dimostrare la veridicità delle storie raccontate da Omero. Schliemann continua tenacemente ad
andare avanti, vuole risollevare al condizione della sua famiglia, cambierà parecchi lavori, tenta il viaggio
verso l’America fa naufragio, si salva e finisce a Rotterdam, qui cercherà lavoro (sempre studiando classici e
linguearriverà a parlare 8-9 lingue). In Olanda una famiglia di imprenditori commercianti all’ingrosso gli da
un lavoro in una succursale a san Pietroburgo ha circa 30 anni. Qui dirige e diventa un imprenditore
affermato, si mette in proprio e costruisce un’enorme fortuna (anni guerra di Crimea 1850 circascontro
impero ottomano e potenze d’Europa). Schliemann si mette in testa di vendere l’indaco e diventerà
ricchissimo (sarà vero?) (molti dicono che durante la guerra Schliemann vende armi e acquisisce credito
presso l’intelligenza russa). Secondo i suoi racconti possedeva un magazzino che sarebbe stato secondo lui
l’unico a rimanere in piedi e non essere disturbo durante la guerra. Già adulto e arricchito non aveva più
bisogno di lavorare, dispone di mezzi sufficienti e economici per partire e cercare i luoghi cantati da Omero,
si lancia nell’itinerario dell’oro. Schliemann si reca ad Itaca (seguendo le tracce di Ulisse nei racconti di
Omero). Utilizza l’Odissea come fosse un vangelo, per indicarsi la strada, la userà come guida turistica.
Prima di partire per Itaca però è andato a Parigi per darsi delle basi archeologiche che non aveva studiato.
Fallimento iniziale perché a Itaca troverà poco nulla, ma proprio di Itaca lascerà le pagine più belle nei suoi
diari, troverà il metodo stringerà amicizie particolari, parlerà con loro di Omero, lascia Itaca con malinconia e
volgerà la propria attenzione verso Micene (abitanti diffidenti), quando Schliemann cerca di comprare terreni
diranno no, volge verso Troia. Esisteva la convinzione che la città di Troia mitica omerica si trovasse vicino
ai Dardanelli, Schliemann indica che. Stato lui a trovare il posto esatto dove scavare ma in realtà non sarà
proprio lui, offere una collaborazione con un americano che aveva già avviato alcune trincee ma non
espandeva le ricchezze di Schliemann, così quando lui gliele offre l’americano accetta. Esisteva secondo
alcuni la convinzione che la città dovesse sorgere su un paese vicino al marelegge attentamente l’Iliade e
utilizza il metodo empirico, si sposta verso il mare sul colle di Hissarlik, qui Schliemann apre le trincee con
scavi scellerati, in maniere poco ortodosse. Scava molto in profondità, distrugge la montagna fino a trovare
una rampa che gli appare come una grande via principale di accesso all’acropoli, trova anche delle ceneri
(ricollegano all’incendio della città di Troia). Trovando i tesori si fece aiutare dalla moglie a portali via (li
trafuga): scudo di rame con delle borchie. Ma in realtà la moglie secondo altre testimonianze non era a troia
ma ad assistere il padre malato, quello che è vero è che Schliemann ha trafugato si i tesori facendosi aiutare
da qualcuno che viveva ai margini della legalità. Tesori finiscono ad Atene nella casa di Schliemann.
Immagine Sofia che indossa il diadema di Priamo
Immagini di diademi, coppe, salsiere, armi in bronzo ricoperte di argento e oro, scudo emerso per primo a
sinistra della rampa, bracciali e gioielli lavorati in maniera finissima.
1870 Karl si era reso conto che tuta quanta l’area su cui si torva il colle di Hissarlik era disseminato di reperti
e aveva consigliato a Schliemann di scavare con cautela, ma lui scava ferocemente in maniera poco
ortodossa, distrugge tutto quello che trova (vasi, monumenti) finché non arriva in profondità sicuro di aver
raggiunto la città di Troia. Prima di tutto Schliemann fa un sondaggio per individuare la zona di scavo, con
Frank Calvert e dal 1871 al 1873 cercano la città cantata da Omero con gli scavi. Prima ancora di aver
scoperto il tesoro decide di annunciare alla comunità scientifica di aver trovato la città di Troia, cosa che lo
rende poco credibile agli occhi di tuti perché comunque ancora non aveva trovato prove concrete della sua
affermazione. L’area che lui aveva individuato era piccola, giustificato da Schliemann che omero avesse
aggiunto immagini iperboliche della città nei suoi racconti (Schliemann mai totalmente sicuro di aver trovato
la città di Troia veramente proprio per le dimensioni ridotte che non erano compatibili con quelle raccontate
da Omero). 1873 Schliemann trova il tesoro di Priamo (lo fa indossare alla moglie Sofia).
Trovato il tesoro Schliemann lo porta ad Atene nel 1843 e comincia ad avviare una serie di numerose
trattative per cercare di venderlo, contravvenendo a qualsiasi carta prima firmata con i turchi (Troia è città
dell’attuale Turchia quindi gli impedisce di portare via dal terreno di scavi qualsiasi tesoro ma lui ignora).
Schliemann offre il tesoro a Francia, Inghilterra e Prussia (tedeschi perché aveva sempre la sensazione di
non essere mai stato accettato dal suo paese e lo voleva cedere ai tedeschi per ritornare in patria come
vincitore e glorioso), lo offre anche all’Italia paese che guardava con favore perché culla di numerosissimi
patrimoni. Il suo obiettivo primario era venderlo alla Grecia perché voleva guadagnare un certo vantaggio per
poter andare a scavare a Micene. Non riesce a vendere il tesoro perché i turchi vengono a sapere presto
che egli aveva portato via il tesoro, lo denunciano e tutti i paesi che volevano comprarlo fanno un passo
indietro. Schliemann nasconde il tesoro, torna in Turchia paga una multa salatissima per accontentare le
autorità (non scappa ma affronta e li calma perché voleva ritornare a Troia). Non era convinto di aver trovato
la vera città perché le dimensioni non rientravano, la città doveva essere molto più grande; inoltre anche se
non si sapeva bene come fosse la ceramica dei popoli perché prima di lui nessuno aveva indagato e non
erano molto conosciuti ma comprende subito che le ceramiche da lui trovate dopo gli scavi erano molto
primitive e semplici.
Il tesoro si compone dii collare d’oro, braccialetti, orecchini, vasi di diverse dimensioni, armi (pugnali e
spade), scudo, salsiera tutto in oro purissimo, un pomello in cristallo di rocca/quarzo. Ritorna in Grecia e si
dirige a Miceneporta dei leoni vuole scavarci dentro. Come si era fatto guidare da Omero per gli scavi a
Troia per Micene si fa guidare dagli scritti di Pausania che aveva raccontato molto della Grecia e di Micene,
raccontando di Agamennone e delle sue sorti (sepolto con altri 5 regali quindi tombe piene d’oro dentro le
mura della cittadella, solitamente venivano sepolti fuori). Schliemann crede a Pausania, deriso ancora una
volta dalla comunità scientifica, non ascoltano nessuno passa sotto la porta dei leoni/leonesse. Come passa
la porta apre subito sulla destra le prime trincee a qualche metro sotto terra trova infatti 5 tombe, circolo A
trova delle stele funerarie verticali e capisce immediatamente che li ci saranno delle tombe. All’interno trova
corpi di due bambini con una donna e uomini, compreso Agamennone (la sua tomba la riconosce perché la
più bella e più adornata). Trova numerosi tesori, tra cui la maschera d’oro di Agamennone. Nei suoi racconti
Schliemann afferma che una volta trovati i corpi ne solleva le maschere, i primi due corpi si disintegrano ma
quando solleva la terza maschera il volto rimane intatto riesce a vedere cavità nasali e oculari (raccontato
con toni solenni dice di aver esclamato di aver trovato il volto di Agamennone [vero? falso?]). Scrive un
telegramma al re di Grecia per evidenziare di aver scoperto le tombe e i tesori. Tutti questi ritrovamenti
finiscono esposti al museo nazionale di Atene. Dopo la morte di Schlieman, Blegen nel 1932/36 scava con
archeologi americani poi a loro segue una equipe turca, successivamente tedesca. Tra il colle di Hissarlik e il
mare si espandeva tutta la città di Troia, Schliemann aveva trovato solamente la cittadella (quindi aveva
trovato veramente la città solo non tutta). Alla fine Schliemann non vende il tesoro ma lo cede come dono
alla città di Berlino (diventa cittadino onorario) stringendo un accordo con Bismarck, rimane qui fino 1939.
Allo scoppio della guerra il tesoro viene portato via per salvaguardarlo e viene nascosto (una copia rimane a
Berlino da esposizione). Non si sa più dove sia il tesoro e nel 1945 al termine della guerra, l’armata rossa è
entrata a Berlino e conquista la città, la Germania è in ginocchio. Russi arrivano vicino allo zoo di Berlino
dove c’era un torre con accano un bunker con porta di bronzo spessa che i russi fanno saltare in aria e
dentro ci trovano tre casse con all’interno il tesoro di Priamo trovato da Schliemanntesoro in mano ai russi.
Da qui non si saprà più nulla del tesoro che scompare. Inizio anni 80 del 900 voci insistenti che il tesoro è
stato distrutto in un bombardamento e irrecuperabile, altri sospettano che sia stato smembrato e venduto al
mercato nero. Altri ancora credono alle parole di un antiquario americano che afferma di possedere il
tesoro si crede ciò sulla base di un orecchino che pare identico a quelli trovati a Hissarlik da Schliemann.
Colpo di scena anno 93 e il presidente russo è a cena con altri politici ad Atene, annuncia che il tesoro si
torva in Russia e presto potrà essere visibile mie musei più importanti. Mantiene la parola e oggi giorno si
trova metà a Mosca e metà all’Hermitage di San Pietroburgo.
Definizione di patrimonio un bene tangibile o non che appartiene per cultura a tutta l’umanità (bene
culturale/spirituale/materiale). Cenno all’UNESCO organizzazione che nasce all’interno delle nazioni unite
con lo scopo della tutela dei patrimoni, operativo dall’anno 1945. Il patrimonio culturale viene definito con
monumenti e siti. Rientrano le seguenti tre entità: monumenti (opere architettoniche classiche ovvero statue,
pittoriche, monumentali, strutture di caratteri o archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore
universale eccezionale (elemento di unicità che contraddistingue qualsiasi bene dall’aspetto storico, artistico
e scientifico). Agglomerati ovvero gruppi di costruzioni isolate o riunite che per la loro architettura unità o
integrazione nel paesaggio hanno valore eccezionale e universale sempre dal punto di vista dell’aspetto
storico, artistico o scientifico. Siti, si tratta delle opere dell’uomo (hanno anche particolare e importante
rapporto con la natura), siti archeologici con valore universale ed eccezionale sempre dal punto di vista
dell’aspetto storico, scientifico e artistico. Criteri:
-uno: deve rappresentare un capolavoro della creatività umana
-due: criterio è che deve rappresentare un importante interscambio dei valori umani in un lungo arco
temporale o in una certa area del mondo
-tre: criterio è che deve essere testimone culturale di una civilizzazione esistita o ancora esistente
-quattro: costituire un esempio straordinario di un’edilizia, di un’architettura
-sesto essere materialmente associati con eventi o tradizioni collegati a idee della tradizione
Opera rivoluzione di Schliemann, al culmine della sua carriera ha introdotto un capitolo nuovo negli studi
dell’archeologia. Prima di Schliemann era nota solo la Grecia classica con i moduli di Winckelmann,
archeologia era strettamente legata all’arte con interesse per la bellezza, dimensioni (non era mia sta
possibilità di ricostruire il passato perdutoSchliemann introduce questa mentalità e questo obiettivo).
Schliemann ha anche dimostrato ciò che oggi è un’ovvietà ovvero che i miti greci possono contenere dei
nuclei di verità storica.
1)Imprese di Schliemann contrassegnate:
-abbellimenti letterari moglie lo aiuta a portare via i tesori nascosti avvolti in una sciarpa, bacio al cadavere
di Agamennone sollevando la sua maschera, il fatto che nella sua infanzia aveva affermato che voleva
rimettere in discussione tutto e dimostrare che i tesori di Troia esistevano (ma se non era questo il motivo
della sua ricerca allora quale? Essere riconosciuto e apprezzato dai tedeschi, dai russi, denaro?, inoltre della
Grecia non si sapeva nulla mentre l’Egitto era già stato scoperto)
-ingannitrafugare l’oro e contravvenire agli accordi con le autorità turche
-errori prospettici (di interpretazione dei dati)aver calcolato male il perimetro della città di Troia
-errori metodologicievidenti negli scavi scellerati senza regole
-conquistetesori e patrimoni
2)tappe itinerario dell’oro: (Itaca dove però non ha trovato oro), Hissarlik, Micene, Tirinto, museo nazionale di
Atene (conservato il tesoro di Micene), Mosca, San Pietroburgo, Museo di Berlino ci sono ancora le repliche
fatte negli anni di guerra
3)significato storico dell’oro trovato a Troia e Micene: Micene è definita la città ricca d’oro dal punto di vista
storico e così è ricca d’oro anche Troia. Micene definita come la città d’oro perché esso arrivava dall’oriente
e quindi la città era il polo economico, culturale e politico più importante dell’età del bronzo. La città di Troia
invece era nel mirino di molti perché aveva l apposizione più strategica per chi voleva controllare sia oriente
che occidente
4)concetto più importante dall’itinerario dell’oro: eredità culturale, spirituale e legata alla scienza perché dal
momento in cui Schliemann trova questi tesori, coloro che prima lo avevano criticato partono alla scoperta e
a scavare nelle aree dei luoghi del mito raccontato da Omero
Geografia omerica: studiosi che si lanciano alla ricerca dei luoghi del mito, descritti solo in alcuni libri
dell’odissea dall’1 al 4 e dal 13 al 24incappano in disgrazie perché è una disciplina molto controversa e
mai trovati. Tenere sempre a meno che Omero scrive del secondo millennio del secondo secolo ma lui vive
durante il primo secolo.
ItacaOmero la descrive, Stradone racconta.
Schliemann ha visitato la sua parte meridionale e alcuni luoghi famosi ancora visitabile ma ha trovato un
piccolo altare in pietra e basta. I moderni stanno scavando a nord nella regione di Exed? Con un sito e fino
ad ora sulle pendici del monte è stata trovata una necropoli micenea. Ad Itaca oggi ci sono dei luoghi molto
suggestivi che sono gli stessi visitati da Schliemann come la rupe del corvo (chiamata cos’ dalle
caratteristiche fisiche). Un altro luogo è la fonte Aretusa (citata nell’Odissea), per arrivarci c’è un sentiero.
Ancora oggi si trovano delle indicazioni per arrivare in certi luoghi. Non si sa in quale momento della storia
certi poemi siano stati associati ai luoghi ma si arriva nel periodo ellenistico. Infatti ad Itaca è stato trovato
tanto di ellenico e poco i minoico. Il nome di Itaca da sempre è stata chiamata cosi, e conserva il nome di
Samo. Ma resta il problema a chi associare gli altri nomi. Stradone pensava I conti o non tornassero
pensava che avessero voluto indicare la più a nord, risposta in chiavetta legata alla navigazione. Perché
Iliade e Odissea sono fatte delle memorie degli antichi naviganti.
Arte micenea si distingue dalla presenza di alte e forti mura, il monumento più famoso è la porta delle
leonesse (alta circa tre metri, formata da conci con architrave e una parte triangolare che serve per scaricar
il peso). Tombe a Tolos, tumuli sepolcrali con lungo corridoio prima di entrare in cui i svolgevano le
processioni.
Schliemann aveva cercato di andare a Creta e comprare un terreno per aprire un altro dei suoi scavi
scellerati in cerca di Cnosso, del palazzo del re Minosse. Non si sapeva molto di Creta, solo le notizie degli
antichi. Dopo Schliemann la cartina si colora sempre di più. Lui verso la maturità dopo aver scoperto il tesoro
di Priamo tornerà più volte sul sito di Hissarlik. Aveva fatto anche un altro viaggio cercando di andare a Creta
per comprare il terreno vicino a Heraklion per aprire un altro scavo per cercare il palazzo di Cnosso del re
Minosse. Tucidide ci aveva lasciato una memoria alla quale quale Schliemann credeva: ovvero lui dice che a
Creta c’era il regno di Minosse che aveva figli e aveva fondato il primo grande impero dell’antichità grazie a
una potente flotta che governava il mare Egeo e che aveva confitto la pirateria (scorribande frequenti nelle
acque pericolose). Schliemann sa che a creta c’è un mondo nuovo da portare alla luce che è andato
completamente dimenticato. Anche Omero la menziona parlando di un’isola grande in mezzo al mare,
popolata da tante genti che parlano lingue diverse. I greci del primo millennio hanno un ricordo annebbiato di
questo mondo, ricordano solo la figura di Minosse. Schliemann si mette in viaggio e va a Creta
settentrionale, si fa guidare dagli abitanti; va Amlison luogo di miti, si reca qua perché la tradizione vuole che
si trovasse spiaggiata la flotta di Minosse, cercai fissare un prezzo per acquistate i terreni ma non riesce a
farseli vendere lasciando la gloria di trovare il palazzo di Cnosso ad Arthur Evans. Egli era di famiglia
benestante, studia archeologia, è accademico e professore universitario stimato, ha tute le carte in regola
per aprire uno scavo a Creta e lo farà. Il padre di Evans lo crede immergendolo in un’atmosfera dove gli
studi antichi erano in voga, fin da bambino quindi assorbe tutta la conoscenza. Contratta con i locali di Creta,
acquista il terreno della collina di Kephala che voleva acquistare Schliemann, sonda il terreno e trova indizi
tra la vegetazione che lo convincono che sia il punto giusto dove dar inizio agli scavi. Apre uno scavo
sistematico accompagnato da molti uomini (almeno 150 operai), porta avanti 8 campagne di scavi
impegnativi ma che gli daranno enormi soddisfazioni. Trova sterminati magazzini con vasi, trono in pietra
perfettamente conservato (rinominato da Evans trono di Minosse). Palazzo di Cnosso copre un’area
sterminata, quasi una città, dal ritrovamento di immensi magazzini si deduce che il palazzo avesse una
funzione economica e di conservazione dei beni, politica (dal ritrovamento de trono di Minosse), rituali
(ritrovati dei tempi all’interno del palazzo, colonne hanno il fusto della colonna che si restringe verso la base),
amministrativa. Palazzo molto articolato, suddiviso su più piani: in quelli più bassi strutture contenitive come
magazzini, sopra le camere e le strutture abitative e funzionali all’economia del palazzo; al centro la corte.
Struttura dedalica caratterizzato da una apertura centrale, assenza di mura difensive nei palazzi minoico-
cretese, varie porte d’accesso.
Nel particolare: scalinata che si trova al centro di uno spazio teatrale (avevano anche una funzione rituale),
le colonne sono colorate ed il fusto era più stretto verso la base, le corna del toro erano d’oro, simbolo del
potere dei Cretesi e aveva una sua importanza nella società e nella sfera religiosa cretese (simile a quelle
trovate a Micene), il balzo sul toro rappresenta un elemento distintivo della cultura minoica. Importante era il
pozzo di luce ha la funzioni di far passare la luce attraverso tutti i piani per illuminare le stanze. (elemento
della genialità di Dedalo) Ci sono spazi sotterranei: bacino lustrale dove avvenivano attività rituali. I reperti
più famosi sono le dee dei serpenti che hanno in testa un gatto (collegamento con l’Egitto: culto del gatto,
amatissimo perché mangiava i topi).
Uno degli affreschi troviamo la Parigina, l’acconciatura tipica delle donne minoiche (riferimento alla Belle
Epoque di come si acconciavano i capelli all’epoca). Altro affresco, riguarda l’uomo , che Evans chiama
Etolomeo , principe che governava a Troia durante la guerra: lo ricostruisce attraverso fonti egiziani. Inoltre
citiamo la grande sala della regina, affrescata con dei delfini; i Grifoni. L’arte micenea ha come oggetto la
guerra invece l’arte minoica è molto più pacifica (non protetta da mura, rappresenta delfini, donne che
ballano). Evans costruisce la sua teorie, una Creta dominata dal re Minosse , che a un certo punto nel 1850
a.C. i minoici vengono conquistati dai micenei e dunque all’arte minoica si vedrà rappresentata l’arte
micenea.
Evans quando arriva a Cnosso viene colpito dalla pittura e dalle raffigurazioni molto più dolci e delicate, città
senza muratutto più pacifico. Costruisce la sua teoria di una Creta durante l’era dell’oro che viveva in pace
e dominava i mari, però nel 1850 a.c. I minoici vengono alcuni stati dai micenei quindi la sostituzione dell’arte
e arrivo di un re miceneo. Si ha in tutto e per tutto un trapasso culturale. La scrittura rimane l’unico mezzo
per poter decifrare ogni cosa. Evans quando rilegge i dati forniti da Schliemann si convince che un mondo
come quello di Micene così ricco e complesso non poteva fare a meno della scrittura (motivo principale per
cui va a Cnosso trovare la scrittura). Viaggio della scrittura. Come ha fatto a convincersi? Ha creduto molto
in una sua idea, caparbio ha perseguito fino a che un giorno vede una pietra sulla quale sono raffigurati dei
segni e capisce di aver avuto ragione dell’esistenza di una scrittura. Per trovare le pietre con le scritte prima
va ad Atene, Heraklion, poi si convince che si trovino a Creta. Il tesoro di Evans non è in oro come quello di
Schliemann ma è fatto da scrittura. Geroglifico cretese (nome dato da Evans) è il primo sistema di scrittura
che trova, lo situa nel periodo pre-palazziale e palazziale. Trova poi tavolette d’argilla che portano un altro
tipo di scrittura, chiamato Lineare A (fase neo-palaziale momento più fiorente per la scrittura), scopre poi un
terzo sistema di scrittura che chiamerà Lineare B (usata dai micenei greci). Queste ultime due si somigliano
parecchio, e la Lineare B è un risultato della A che è un archetipo.
Il disco di Festo si trova a Heraklion è un disco di terracotta molto informarne scoperto nel 1908 durante un
giro di ricognizione.
Disco di Festo resiste a ogni tentativo di decifrazione. Ma cosa si può dire e fino a dove ci si può spingere
nel processo di decifrazione? Trovato a nord-est del palazzo di Festo in un ripostiglio scavato nella terra nel
vano 101 nel 1908. Inattaccabile perché non abbiamo altri tipi di documenti analoghi con cui compararlo, ma
s possono fare delle ipotesi: rigo di scrittura a spirale, il testo inizia in basso in centro dove c’è una linea
netta, ma il senso di lettura è dal centro all’esterno o viceversa? Ci si orienta magari guardando il verso in cui
sono disegnati i simboli, si notano anche delle sovrapposizioni di segni e osservandole possiamo dedurre
che il verso di lettura è dall’esterno all’interno. Disco di argilla, con due caratteristiche che l’hanno reso
famoso: disco di argilla intenzionalmente cotto il che risulta sorprendente perché tutti gli altri documenti che
provengono dalla Grecia e sono dello stesso periodo non sono mai stati cotti per volontà, ma solo magari
attraverso incendi; questo invece è stato proprio cotto intenzionalmente il che porta a dedurre che abbia un
certo valore con un testo importante; secondo elemento è che questo è il più antico documento della storia
stampato. Anticipa la stampa perché su questo disco i segni sono stati impressi e non incisi. Stampato con
dei punzoni d’oro (come dei sigilli). I segni rappresentano ideogrammi perché somigliano un po’ a quelli
egiziani, sono segni iconici è rappresentato qua la cosa che immediatamente si può riconoscere (pesce,
omino, panino con uvetta..)non sono ideogrammi però poiché in totale sono 242 segni (alcuni anche
ripetuti) quindi in notale sono 45, troppo pochi per esprimere dei concetti innumerevoli. Sono segni su base
fonetica, alla base di questi simboli ci sono dei suoni. Disco composto da due facce: quale delle due devo
leggere prima? Godard (professore) ha notato che una delle due facce ha forma più convessa quindi
impressa con più energia, la seconda faccia risulterà meno concava (faccia A è quella con la rosetta in
mezzo), inoltre nella prima faccia A i segni sono molto più ravvicinati, la scrittura è più fitta perché all’inizio
non sappiamo quanto spazio ci occuperà il testo quindi tendiamo a scrivere più attaccato ma mano che ci
avvicinavamo alla fine ci allarghiamo come spazio. Le linee geometriche che si vedono sono gli spaziatori tra
una parola e l’altra. Non c’è nessuna traccia di numeri quindi probabilmente sono tutte parole: 31 nella faccia
A, 30 nella faccia B per un totale di 61 parole scritte sul disco. Questo disco può essere considerato una
scrittura cretese? Si guarda la stratigrafia del palazzo che in genere aiuta, ma qui nel ripostiglio dove è stato
trovato c’erano reperti di vari anni quindi non si può essere sicuri della datazione precisa; ma accanto al
disco è stata trovata una tavoletta scritta in Lineare A. Alcuni segni inoltre possono essere associati a dei
segni cretesi si può dire che quindi l’oggetto molto probabilmente è originario proprio di Creta, dove si
situa anche del palazzo in cui è stato trovato. Ascia di Arkalochori presenta una scrittura che somiglia a
quella del disco ma non si può essere per niente sicuri dell’analogia. Condizioni necessarie alla decifrazione
di un testo antico sono 5 e devono essere presenti tutte:
1-individuare il sistema grafico: conto i segni se sono migliaia sarà una scrittura ideografica/logografica
(come quella cinese) (ideo gramma= segno idea /logogramma= segno parola); se sono centinaia di segni
(es 90 come la Lineare A e B) allora è una scrittura sillabica, sillaba è una pausa fra dei picchi di sonorità,
sistemi sillabici più intuitivi per l’uomo; quando ci sono 30/40 segni si ha una scrittura alfabetica, l’invenzione
alfabeto richiede all’uomo astrazione per questo arriverà molto tardi grazie a i greci verso il primo millennio
a.c con l’introduzione delle vocali nell’alfabeto fenicio
2-idea del contenuto
3-punto di partenza
4-bilingue: Jean Francois Champollion decifrò geroglifico egiziano grazie alla bilingue (Stele di Rosetta che
presentava uno stesso testo scritto in egiziano, greco e demotico)
5-quantità di segni deve essere sufficiente/notevolmente elevata per decifrare un testo, altrimenti non ho
abbastanza ipotesi da avanzare

Come ha fatto Michael Ventris a decifrare la Lineare B? Ottenuto il punto 1 e 5, non c’è una bilingue per la
lineare B (punto 4), idea sul contenuto l’aveva (punto due)? Si aveva una mezza idea, inoltre la maggior
parte degli scritti lasciati erano dei rendiconti del palazzo usati per amministrare il palazzo.
Indicavano le unità con una linea verticale, le decine linea orizzontale, centinai con un pallino, migliaia con
un rombo, dieci migliaia con lo stesso simbolo delle migliaia con un dieci. Prima di Ventris molti si sono
cimentati su questi testi (es: Evans) e altri prima di lui avevano fatto scoperte sostanziali su queste scritture
(si ricorda solo Ventris perché è lui che l’ha decifrata per intero). Prima di lui un certo Crowley aveva notato
che su delle tavolette ricorrevano spesso delle coppie o terne di segni simili, e si accorge che c’era una
figura di donna con gonna con dei segni dietro che rappresentavo i figli se maschi o femmine. Inoltre si
scopre che diversi segni che si ripetevano denotavano il diverso genere maschile o femminile.
Ventris utilizza il metodo combinatorio per decifrare la Lineare B, utilizza come elemento più importante nelle
sue intuizioni il modo in cui gli elementi si combinano e la posizione che hanno gli elementi nelle parole; egli
capisce che un determinato segno che veniva ripetuto in posizione finale poteva essere una congiunzione
(identifica per primo la parola latina que; il segno di scrittura che somiglia ad un’ascia invece si trova spesso
in posizione iniziale quindi poteva essere la lettera A). Alla fine compila un immenso piano cartesiano con
tutte le sue ipotesi. Ventris e Schliemann hanno in comune di essere dei dilettanti e principianti e di non aver
mai studiato nulla riguardo le loro ricerche. Ventris si innamora delle scritture perché una volta a 16 anni la
madre lo portò a Burlington Houston dove Evans teneva una conferenza e da lì Ventris inizia il suo scopo. Il
punto 3 quello di partenza, gli serve una chiave per attribuire dei valori certi ai segni che ha ipotizzatousa il
sillabario cipriota classico (già decifrato), erede del sistema Lineare B , quindi hanno segni in comune in
buona percentuale. Da qua Ventris va a dare dei suoni certi ai segni. Nel giungo del 1952 Ventris ha già
decifrato gran parte del sistema, scopre inoltre che alla base di quella scrittura appena decifrata c’era il
greco e ne rimane incredulo.
Comunità scientifica di fronte all’annuncio di Ventris, si è divisa: chi ha mantenuto una posizione più cauta,
chi ha approvato fin da subito la decifrazione. 1952 Ventris super la teoria cretocentrica (teoria di Evans per
cui i cretesi avevano avuto la prima scrittura), ma in realtà i greci in realtà avevano già preso il vocabolario
fenicio e aggiunto le vocali. Superamento della teoria riporta alla tavoletta di annotazioni di cavalli (KN Ca
895). John Chadwick, linguistica che lavorerà con Ventris e insieme compileranno dei documenti che
contengono i testi trascritti dalla Lineare B; Carl Blegen archeologo (ha lavorato anche alla Troia 7), famoso
per la scoperta del palazzo di Pilo o di Nestore (Grecia continentale) nel 1939, importante perché il palazzo
miceneo scoperto è forse una delle memorie che più confermano le memorie di Omero; inoltre scopre anche
centinaia di tavolette della Lineare B che Blegen decifrerà anni dopo grazie al codice di VentrisBlegen
scopre così la tavoletta della decifrazione PY Ta 641.
Palazzo di Pilo si trova in Messenia, non è stato ricostruito, scavato con metodi ortodossi e conservato.
Palazzo miceneo, con caratteristica tipica della presenza della sala centrale del re, presenta ancora tracce di
pittura visibili; vi si trova anche una vasca che conserva tracce di pittura. La scoperta del palazzo da
confermare anon solo a Ventris con le tavolette di Lineare B ma anche a Schliemann dimostrando che i
luoghi omerici esistevano veramente, tavolette amministrative trovate dentro al palazzo riportano la divisione
amministrativa delle varie città che era come la ricordava Omero.
Lineare B fatta di simboli che formano parole, ma vi si trovano anche ideogrammi (lancia, anfora, carro,
donna, uomo, maiale…). Testi trovati e decifrati parlano di: personale ovvero il re aveva tutto sotto controllo,
animali, prodotti aromatici, metalli, vasi, lingotti, armi.
Itinerario la via dell’arte: dedicato interamente al mare e alle acque più pericolose dell’Egeo. Ci si basa sugli
studi di Spyridon Marinatos. Personaggio che ha avuto una vita politica e durante il suo periodo la Grecia ha
conosciuto i suoi anni peggiori, colpo di stato dei colonnelli in cui Marinatos ha giocato un ruolo, faceva parte
di gruppi politici di estrema destra. Non fu solo politico ma anche un grande studioso e archeologo, ha
studiato tombe toloi si è messo sulle orme di Schliemann e ha scoperto una Pompei dell’età del bronzo.
Marinatos prende una certa geografica e si mette a ragionare sulla posizione di Creta e sulle possibili cause
che possano aver determinato la scomparsa della civiltà minoica d a un momento all’altracerca le cause
nel territorio e nella geografia.
Esistono diversi documenti egiziani legati a Creta e dove appaiono informazioni riguardo a essa, fino all’età
di Amenofi III (tarda età del bronzo) da qui in poi informazioni riguardanti Creta non appariranno più nelle
fonti. Gli egiziani vanno a cambiare e modificare anche i disegni, aggiungendo e togliendo dettagli micenei
significando che qualcosa sia palesemente cambiato. Si pensa che un terremoto nel 1700 a.c sia la causa
della distruzione della civiltà minoica, ma sembrerebbe semplice e i conti non tornano. Un terremoto solo
non può distruggere una civiltà intera, anche perché Dedalo famoso architetto non avrebbe non potuto
pensare a strategie per tenere in piedi i palazzi contro intemperie. Architetto di Minosse costruisce il sistema
anti-sismico. 1939 Marinatos guarda la cartina e pensa che una catastrofe dal mare sarebbe potuta essere
la causa di distruzione, infatti vicino a Creta c’è l’isola di Santorini che oggi ha una caldera quindi non poteva
non esserci un vulcano. Pubblica un articolo sulla rivista Antiquity, dove esponeva l’idea che un terremoto
solo fosse troppo poco e secondo lui era stato uno tsunami prodotto dal vulcano dell’isola di Santorini. Ma a
sostegno di tutta la teoria non aveva prove concrete, condizioni per trovare sostegno della sua teoria
arrivano nel 1967–>indizio trovato all’emporio di Amniso (accanto a Cnosso) dove trova massi enormi divelti
(buttati giu da una forza inaudita), tracce di pietra vulcanica pomice e tracce di allagamento. Si convince del
tutto che quando il vulcano di Santorini è esploso le onde anomale (tsunami) hanno spazzato via tutti i
palazzi a nord di Creta. Marinatos studia le dimensioni dell’isola e dell’altro caldera (comparato con il grande
e famoso vulcano di Krakatoa catastrofe del 1883 in Indonesia). Arriva sull’isola e inizia a chiedere alle
persone se può fare ricerche e vedere terre. Incontra un ricco signore che aveva una cava di pomice a
Tirasia, un altro uomo aveva un campo vicino ad akrotiri che rivela di aver trovato anche lui rocce di pietra
pomice. Giugno 1967 Marinatos apre i cantieri e trincee, scava un canale per 6/7 metri nella pomice, trova
così una Pompei egea del 2 millennio, città totalmente conservata dove non manca nulla, letti, vasi, cestini di
vimini, cibi conservati. Trova anche delle corna e da qui capisce che era una città minoicizzata.
Incontro con Flouda Georgia dell’Heraklion Archeological Museum
Limiti eulistici e possibilità di studi sulle scritture. Esempio della scrittura di Archanes interessante perché si
trova una formula che può avere una connessione religiosa. Ci sono segni che hanno aspetto iconico e
bisogna ragionare se si tratta di segni con valore logografico oppure un valore fonetico. Presenza di
strumenti musicali, simboli mondo egiziano, perché quando nasce la scrittura l’uomo prende spunto da
oggetti quotidiani per inventare segni che non necessariamente stanno ad indicare tale oggetto ma prendono
solo la fonetica. Mettevano una X dove si doveva iniziare a leggere, era il segno del verso di scrittura. Siamo
noi abituati a una scrittura orizzontala, ma nel passato c’era più libertà accadeva anche che fosse verticale o
da destra verso sinistra. È stato trovato uno scettro d’avorio che porta la più lunga iscrizione di Lineare A mai
vista. La Lineare A è molto più diffusa della B sono state trovati molti più supporti con la A che la B. Lineare
A a differenza della B usa oggetti che vengono da tesori è dedicatori (anelli oro, supporti argento e oro, vasi
di pietra con formule ripetitive), mentre la Lineare B si trova prettamente su tavolette.
Lezione Erika Notti
Città completamente conservata da un fenomeno che si chiama nube ardente, oggi è possibile vederla con
le case conservate e arredate, strade, vasi con frumento e semi. Come fosse tutto fotografato all’istantanea.
Differenza evidente: a Pompei sono famosi e conosciuti i corpi pietrificati, qua invece non ci sono corpi
perché: prima ipotesi, e più probabile, erano tutti fuggiti per il terremoto avvenuto prima dell’eruzione,
seconda ipotesi è che siano ancora sotterrati e non ancora stati trovati. Non p stato trovato oro, in poche
percentuali, e visto che la parte scavata era la più ricca della città il fatto di non aver trovato oro, metalli o
ricchezze spiega e sostiene ancora di più l’ipotesi che la gente sia stata evacuata in tempo. In oro si è
trovato solo un oggettino che rappresenta un’antilope, trovato in un cofanetto messo sottoterra per ragione
propiziatoria (pregare un dio per scongiurare la catastrofe). Il tesoro che ha trovato Marinatos nella città di
Akrotiri sono affreschi a tutta parete, con arte miniaturistica; sono un tesoro perché conservati pienamente, si
osserva il 90% delle conoscenze dell’arte minoica (poco restaurato). Affreschi di scimmie azzurre, pescatori
con il pescato, casa dell’ammiraglio. Marinatos dunque pensa di aver risolto l’enigma ovvero la città di Creta
è scomparsa in conseguenza al terremoto di Santorini. Probabilmente la distruzione della flotta può aver
agevolato un’incursione armata da parte dei micenei e la conquista della città di Creta. Lineare A= Creta
minoica, non c’è nulla di Lineare B. Il sito passa poi nelle mani dell’allievo di Marinatos, Dumas che è un
attentissimo studioso di ceramiche, e nota che a Creta è assente lo stile marino (soggetti di mare e animali,
in particolare il polpo, conchiglie), visto che lo stile marino non c’è vuol dire che tra la creduta dei palazzi e
l’esplosione in mare del vulcano c’è un’altra fase. Probabilmente c’è connessione tra esplosione del vulcano
e caduta dei palazzi minoici, ma è una connessione indiretta, il gap tra i due eventi va da 80 a 150 anni
(ancora da verificare).

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