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Miti e Leggende di

Roma

Antica: le Origini

Venetus
Questo articolo tratta l'origine delle leggende di

Roma

antica, nel contesto anteriore al-

l'ellenizzazione che avverr solo successivamente; al contrario di molte altri miti e leggende,
quelli relativi a

Roma

antica sono molto basati su fatti realmente accaduti, contrariamente

ad altri ambienti culturali, come dimostrano recenti ritrovamenti archeologici.

I. Introduzione
n questo lavoro si tratter l'argomento delle origini di miti e di leggende di Roma antica, e i loro riscontri

Istorici.

II. I Miti e le Leggende


La mitologia romana riguarda il corpus di credenze e rituali esistenti dalla fondazione di

Roma, avvenuta

ad opera di Romolo, no all'avvento del cristianesimo nell'et antica. La religione venne a tal punto modicata dall'assimilazione di culture esogene ed, in particolar modo, della mitologia greca da rendere impossibile
ogni precisa ricostruzione della sua origine prima che si instaurasse una vera e propria tradizione letteraria.
Molti scrittori classici dovettero fondere nelle proprie opere elementi della mitologia greca per far fronte alle
lacune della tradizione romana, uno di essi fu proprio il grande poeta Ovidio.
Essenzialmente gli dei romani si possono classicare sotto due categorie: gli dei indigetes e gli dei novensiles,
che furono assimilati successivamente. I divi indigetes erano gli dei romani autoctoni, dalle loro qualit e
festivit si pu dedurre facilmente che gli antichi romani, pur facendo parte di una comunit sostanzialmente
agricola, erano amanti della guerra e del combattimento. Essi rispondevano alle necessit della vita di tutti
i giorni, alle pratiche quotidiane ed ad essi venivano oerti in sacricio principalmente animali, ma non solo,
in precisi rituali adempiuti meticolosamente. Appartenenti al gruppo delle pi antiche divinit romane vi
erano, oltre ai divi indigetes che potremmo considerare le divinit maggiori, anche una serie di dei denibili
come ausiliari o custodi.

Essi venivano invocati in occasioni speciche dalle quali derivavano i propri

nomi ed in cui esaurivano le proprie funzioni. Alcuni divi indigetes erano: I Lari, che proteggevano i campi
e la casa; Pale, che proteggeva i pascoli; Giano, che vegliava le porte ed i passaggi; Vesta, che vegliava il
focolare; Cerere e Pomona che proteggevano rispettivamente la crescita del grano e la frutta; Saturno, che
proteggeva la semina; Opi e Conso, che vegliavano il raccolto.
Giove, padre degli dei, era considerato il regolatore di ogni attivit umana oltre che per il suo enorme potere,
anche grazie alla sua arma, la folgore. Egli era venerato per le sue indispensabili piogge e come protettore
delle attivit militari ambientate al di fuori del conne. Quirino era considerato il protettore delle milizie
durante i periodi di pace. Marte era il dio della guerra e della giovent.
In origine il pantheon era formato da Giove, Marte, Quirino, Vesta e Giano.

Non tardarono comunque

ad aggiungersi ad essi altri dei, molti dei quali appartenenti ad i territori che lo stato romano man mano
conquistava. In ci risiedeva una delle pi grandi qualit del futuro impero e probabilmente una delle ragioni
Andrea Tasinato, membro di www.signainferre.it dal 19/01/2005.
Articolo rivisto e modicato da Traianus, membro di www.signainferre.it dal 26/10/2002.

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della sua incredibile longevit. Non solo gli antichi romani permettevano la continuazione dei propri credi
religiosi alle popolazioni dei territori inglobati, ma anzi accettavano le nuove divinit tra le proprie originarie e riservavano ad esse i medesimi onori. Cos si aggiunsero Minerva, Castore, Polluce, Diana, Venere,
Ercole e numerose altre. Col tempo risalt in importanza il pantheon antropomorco greco che insieme alla
losoa ellenica port al declino dei riti e delle funzioni politiche minori originarie della

Roma

pi antica.

Fra quelle che resistettero all'innovazione si possono annoverare la carica di pontece e di augure, sempre
molto ambite.

In questo lento, ma costante processo intervenne l'imperatore Augusto, il quale riform il

sistema religioso valorizzando la devozione agli dei in modo anche da assicurare una certa stabilit sociale.
Non vi dunque da stupirsi se proprio in questo periodo che, grazie anche alla divulgazione dell'Eneide di
Virgilio torn in auge la leggenda della fondazione di

Roma

da parte del troiano Enea.

III. Riscontri Storici


Ricostruire in modo certo le reali origini di

Roma

cosa non facile, ma sicuro che questa citt nacque

e si svilupp in modo progressivo, attraverso una serie di alleanze tra villaggi presenti n dall'anno 1000
a.c. su alcuni colli della sponda sinistra del Tevere, ed in particolare il Campidoglio, il Palatino, l'Esquilino
e il Celio. La maggior parte di questi villaggi era di origine latina, ma non da escludere che ci fosse gi
una presenza sabina e, addirittura etrusca (Roma era la centro delle rotte tra l'Etruria e la Magna Grecia
e non bisogna dimenticare che al sud esistevano anche colonie etrusche quali Volturnum, l'attuale Capua).
Del resto sembra che il Celio derivasse il suo nome dal nobile etrusco Celio Vibenna e lo stesso nome di

Roma

potrebbe derivare dal termine Romun con cui gli etruschi identicavano il ume Tevere.

fonti fanno risalire l'origine del nome

Roma,

Altre

al termine latino Rumis che indicava la mammella, con

chiaro riferimento all'allattamento dei gemelli da parte della lupa o addirittura al latte dei chi del famoso
Fico Ruminale che forn loro il nutrimento. Un'altra ipotesi ancora attribuisce l'origine del nome al termine
greco Rhome che indicava la forza ed il coraggio dei suoi primi abitanti. Molti anni pi tardi, attraverso
calcoli complessi e non esenti da errori, si stabil in modo convenzionale che
del 753 a.c. La leggenda sulla fondazione di

Roma

Roma venne fondata il 21 aprile

per opera di Romolo vuole che egli sul Palatino abbia

tracciato un solco quadrato sul terreno per costruirvi una fortezza. Recenti scavi hanno confermato che sul
Palatino era presente una forticazione quadrata risalente all'VIII secolo a.C.; in questo la storia leggendaria
di Romolo che traccia un solco quadrato per poi edicare una forticazione trova, di fatto, una conferma
nell'archeologia. Inoltre, pare che il mito sulla fondazione delle Urbe dica il vero. A sostenere questa tesi il
professor Andrea Carandini, docente di archeologia classica all'Universit La Sapienza di

Roma,

nonch

archeologo e studioso di fama mondiale di storia romana antica.


Egli sostiene:  Dopo oltre un ventennio di ricerche da me dedicate alla

Roma

delle origini- spiega Carandini

- emerso che molti dati archeologici relativi alla fondazione dell'Urbe convergono con le notizie che ci
vengono dalla tradizione. La leggenda, come molti sanno, situa la nascita di

Roma

nel 753 a.C.; adesso le

scoperte confermano che la fondazione sarebbe avvenuta proprio intorno alla met dell'VIII sec. a.C. Dalle
ultime indagini si appreso che il santuario di Vesta, all'interno del Foro, risale all'VIII sec. a.C. e non al
VII o VI come si era sempre creduto. Inoltre, sotto quello che un tempo veniva considerato l'unico pavimento
del Foro, datato al VII sec. a.C., ne abbiamo rinvenuto un altro pi antico di un secolo. Di fatto l'enorme
quantit di materiale archeologico che ci spinge a proseguire in questa direzione.

Riferimenti bibliograci
1  La religione dei Romani, del Ponte Rizzoli.
2  Roma un millennio di sacralit , Settimo Sigillo,

Roma.

M. Vigna.

3  Dizionario di Mitologia classica.


4  Miti e leggende dell'antica Roma

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Figura 1.

Resti di un tempio dedicato a Quirino, rinvenuto nell'area Toscana che rappresenta Romolo che

ascende tra le divinit, prendendo il nome di Quirino (16 a.C.).

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