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storia romana

l’italia preromana

Il periodo di tempo compreso tra l’ETA’ DEL BRONZO MEDIO e la PRIMA ETA’ DEL FERRO si sviluppano nella penisola italica una
miriade di gruppi di piccole dimensioni e ci fu un importante incremento demografico. Inoltre, si iniziarono a sviluppare
insediamenti di capanne che poggiavano su una specie di impalcatura e questi villaggi avevano una forma trapezoidale. Nel
corso dell’ETA’ DEL BRONZO e’ documentata la circolazione di prodotti e persone di origine MICENEA, ed essendo quella micenea
una popolazione tecnologicamente e culturalmente piu’ sviluppata, favorì il formarsi di AGGREGAZIONI PIU’ CONSISTENTI.
La principale differenza tra le popolazioni italiche era il metodo di sepoltura che si divideva in cremazione, nella zona
settentrionale e tirrenica, oppure l’inumazione nelle restanti part idi penisola. Sicuramente una delle popolazioni piu’
importanti in questo periodo era quella VILLANOVIANA, da cui si pensa che sia nata in seguito la popolazione etrusca.
Anche la sfera linguistica nella penisola era molto variegata, infatti c’erano lingue INDOEUROPEE e lingue NON INDOEUROPEE.
Indoeuropee come il latino, il falisco, l’umbro-sabino e l’osco. Quelle non indoeuropee erano, invece, l’etrusco, il ligure, il
retico e il sardo.
A partire dall’8 scolo a.c. abbiamo la presenza nell’Italia meridionale anche delle prime colonie greche, e inoltre, in Sardegna
si sviluppa la civilta’ nuragica.
La prima testimonianza sull’origine delle popolazioni italiche ci viene fornita da DIONIGI DI ALICARNASSO, storico greco che scrive
a Roma durante l’epoca di Augusto, e parla dell’approdo in Italia degli Arcadi, il cui comandante Enotro fondo’ l’Enotria. In
realta’ secondo fonti archeologiche le popolazioni italiche avevano tratti INDOEUROPEI. Gli insediamenti descritti da Diogene,
invece, sono accertabili inquanto le popolazioni tendevano a creare villaggi tra le valli scavate dai corsi d’acqua.
Dopo un periodo di interruzione di circa 4 secoli dovuta alla crisi del mondo miceneo, nella prima eta’ del ferro riprendono
le prime importazioni greche sulle coste calabresi e vero l’8secolo ci furono le prime colonie greche. Nel frattempo, pero’, le
societa’ indigene si sono trasformate creando comunita’ piu’ popolose. Inoltre, tra l’8 e il 6 secolo assistiamo ad un
FENOMENO ESPANSIVO delle popolazioni dell’Appennino centro-meridionale sul versante tirrenico (Sabini, latini, Equi, Ernici, Volsci
e Sanniti); sul versante adriatico si sviluppa la civilta’ picena con una cultura simile all’Etruria e al Lazio. Le prime
testimonianze scritte che abbiamo mostrano come queste popolazioni fossero organizzate in gruppi etnici e capeggiate da re
e principi.
gli etruschi

Gli Etruschi rappresentano la più importante popolazione italica preromana. Si svilupparono tra l’8 e il 7 secolo nella regione
compresa tra i corsi dell’Arno e del Tevere e nella fase della loro massima espansione arrivarono a controllare gran parte
dell’Italia centro-occidentale. Non diedero mai vita ad uno stato unitario, ma erano organizzati in CITTA’ INDIPENDENTI
governate prima da un re (lucumone), poi da magistrati eletti annualmente (zilath). L’unica forma di aggregazione che
presentavano era la LEGA DELLE 12 CITTA’ più importanti che, pero’ , non aveva valenza politica ma religiosa. La societa’
etrusca, inoltre, si distingue per un carattere profondamente ARISTOCRATICO.
Le varie vicende che portarono all’indebolimento della civiltà etrusca furono: nel 530 la sconfitta contro i FOCEI, nonostante
l’alleanza con i Cartaginesi; la sconfitta a Cuma da parte dei GRECI DI SIRACUSA nel 474; la presa di VEIO da parte dei ROMANI
nel 396; e infine la perdita di possedimenti nella val PADANA per mano dei CELTI. Nel corso del 3 secolo l’Etruria passo’
progressivamente nelle mani dei Romani.
Gli etruschi li ricordiamo principalmente per i riti religiosi di cui possediamo scritti ben codificai contenenti tecniche
specifiche. Le divinità del pantheon etrusco sono molto simili a quelle greche, infatti, la divinità principale Tinia lancia folgori
ed è controllata dal Fato (come Zeus), invece le restanti divinità sono ordinate secondo un ordine gerarchico e divise in
collegi. Il piu’ lungo documento scritto etrusco e’ IL LIBRO DI LINO, contenente un calendario con giorni e mesi. La percezione
dell’aldilà prima vista come un prolungamento della vita del defunto poi inizia ad essere vista come una meta di un viaggio
che doveva compiere il defunto. Un altro aspetto importante della cultura etrusca era l’ARUSPICINA, ovvero l’esame delle
viscere animali per avere segni della volonta’ divina.
La LINGUA e’ un riadattamento dell’alfabeto greco, e principalmente del vocabolario etrusco ci sono giunti nomi propri trovati
in brevi formule funerarie.
Le tracce archeologiche che ci sono giunte sono principalmente NECROPOLI organizzate come abitazioni sotterranee divise in:
tombe a pozzo, tombe a camera e tombe a fossa. Utilizzavano sicuramente coperture come la volta e l’arco e ci sono
giunte testimonianze di edilizia sepolcrale, statuaria, terracotta, pittura (affreschi di scene quotidiane), oreficeria e
attivita’ ceramica. L’ATTIVITA’ ECONOMICA praticata era l’agricoltura, la metallurgia e l’artigianato artistico. Furono molto abili
anche nell’estrazione di minerali e nella lavorazione dell’oro e dei metalli nobili, soprattutto per produrre ornamentazione
personale (fibule, spilloni, collane, maglie intrecciate, anelli e orecchini).

roma (mito)
i romani conservano un mito relativo alla composizione della citta diviso in due saghe, quella di romolo e’ quella di enea.
entrambi i miti sono collegati con la citta di alba longa fondata da ascanio iulio, figlio di enea, ma l’ultimo re di alba longa,
ovvero numitore, illegittimamente privato del potere dal fratello amulio, e’ il padre di rea silvia, madre di romolo e remo
(figli di marte) che poi saranno cresciuti dalla lupa. (in questo antefatto trova origin anche il conflitto tra roma e
cartagine dovuto all’abbandono di Didone da parte di Enea). Questo mito peri i romani ha un senso profondo, non perche’
contenga fatti storici o provati, ma perche’ da un’ origine comune alla loro storia. I romani, inoltre, conoscevano il giorno di
fondazione di Roma, ovvero il 21 aprile, ma non l’anno esatto, che comunque si collocava nell’ 8 secolo a.c. Il nome di romolo
non ha dato il nome alla citta’ ma viceversa, perche’ “ruma” significa curva convessa come il luogo in cui sorge la citta’ e
al maschile
“rumor” veniva collegato il Tevere. i due gemelli prendono gli auspici nel luogo dove sono stati allevati, dopo aver ucciso
amulio, questo confermava la volonta degli dei per la fondazione della citta. A questo punto Romolo uccide Remo, che
incarna i valori del pre-cittadino (dopo che lui aveva profanato il pomerio tracciato da Romolo saltandoci sopra). Tutto cio’
che venne prima viene tramandato grazie al mito di Enea che, inoltre, faceva dei romani qualcosa di diverso rispetto agli
altri popoli perche’ li vedeva discendenti del popolo troiano, ormai estinto, ma che gli attribuiva antenati nobili. Con questo
mito poi i romani vengono nobilitati senza dover riconoscere ad alcun abitante dei privilegi di parentela perche’ i troiano
erano estinti. La fusione dei due miti fu fatta dai patres gentilizi (patrizi) che sono anche i capi clan della citta e che
hanno anche il compito di prendere gli auspici e detengono il potere che poi viene ceduto al re, ma che alla sua morte
ritorna a loro che sceglieranno un nuovo monarca (no successione dinastica dei regnanti) (loro creano il fondatore e hanno
il potere). la citta di roma viene fondata in un punto strategico di incontro tra etruschi, sabini, latini e la citta di cuma
e tutte mantengono la propria cultura senza esserci una superiorita di razza. la stessa cosa avviene con le citta che
roma conquista, che vengono governate ma non sottomesse, mantenendo la loro identita individuale e la loro cultura. (non
applicabile teorema di tocqueville).

cronologia:
il calcolo del tempo nel mondo antico e’ complesso perche’ esistevano metodi di datazione parallleli, con la nascita dei
consoli il tempo era scandito con i nomi dei due in carica ogni anno, ma nelle altre citta’ venivano utilizzati i nomi dei
magistrati locali. Prima del 509 a.c., anno dell’inizio della repubblica, la datazione e’ approssimativa e la data convenzionale
stabilità per la fondazione della citta’ e’ il 753 a.c. Questo perche’ tra il 390 e il 386 a.c. con la presa di Roma dei Galli
sono stati persi molti documenti che fornivano una datazione precedente. la scansione degli anni cambia poi con Giulio
cesare che aumenta i mesi da 10 a 12 e coin Dionigi il piccolo viene introdotto anche il metodo del “dopo cristo” (nel 6
secolo d.c.).

la storia romana viene divisa in tre fasi (ogni passaggio di fase e’ segnato da un cambiamento politico-istituzionale)
• monarchica 753-509 a.c.
• repubblicana 509- 31/27 a.c.
• imperiale 31/27- 476 a.c.

eta monarchica (753- 509 a.c.)


divisa in due fasi:
• monarchia latino sabina 753-616 a.c.
• monarchia etrusca (dei tarquini) 616-509 a.c.

romolo 752-716 a.c.: condivide all’inizio il potere con tito tizio ma alla sua morte rimarra’ solo romolo, che poi sara’ ucciso e
smembrato dai patres.
numa pompilio 716-653 a.c.: muore di morte naturale e viene ricordato per istituzioni religiose e la creazione del primo
calendario
tullo ostilio 673-641 a.c.: il primo re dei combattenti ricordato per la presa di albalonga e la cittadinanza romana dei suoi
cittadini
anco marzio 641-616 a.c.: ricordato per il controllo e la fondazione della prima colonia ad ostia per assicurarsi il controllo
delle sabine

tarquinio prisco 616-579 a.c.: primo re straniero con padre di corinto portatore di molta cultura etrusca . ricordato per la
creazione di curie a base gentilizia, per la lastricazione delle strade e la costruzione di case in mattoni e tegole, costruisce
la prima regia e nasce la plebe
servio tullio 578-539 a.c.: figlio di una schiava viene ricordato per la creazione di un esercito politico, addestrato e
autosufficiente perche’ per essere nell’esercito bisognava essere ricchi.
tarquinio il superbo 539-509 a.c.: sfida i patres e cerca di mantenere il potere per poi essere cacciato da Roma.

lo stato romano arcaico: alla base c’era la struttura della famiglia al cui capo c’era il pater che possedeva il potere
assoluto su tutti i componenti. Le famiglie che avevano un antenato comune costituivano una gens (organizzata
politicamente e religiosamente). la popolazione della roma arcaica era anche suddivisa in gruppi religiosi e militari, detti
curie che comprendevano tutti gli abitanti del territorio, tranne gli schiavi. in epoca più tarda ai comizi curiati rimasero
attribuite alcune funzioni di diritto civile e il compito di votare la lex de imperio che dava il potere al magistrato eletto.
esistevano anche le tribu la cui nascita e’ legata a romolo ed erano tre: tities, ramnes e luceres, poi in epoca piu tarda
lo stato romano venne diviso in tribu di cui ciascuna era formata da 10 curie e da ognuna erano scelti 100 senatori, da
qui si formera’ anche l’organizzazione militare perche’ ogni tribù dava un contingente di cavalleria e di fanteria
(100-1000).

monarchia romana: la caratteristica principale della monarchia romana era quella di essere elettiva e il re veniva nominato
dall’assemblea formata dai rappresentati delle famiglie più in vista e da un consiglio di anziani composto dai capi delle
famiglie più ricche (da qui nascera’ il senato). il potere del re aveva la funzione di essere una limitazione di quello
detenuto dai capi delle gens, il re era anche il supremo capo religioso.
eta repubblicana (509-31/27 a.c.)

si passa dai re ai magistrati annuali (consoli). Anche questa eta e’ suddivisa in tre fasi:
• alto- repubblicana 509-367 a.c.: eta delle lotte tra patrizi e plebei concluse con le leggi licinie sestie che garantiva
l’accesso al consolato anche ai membri delle famiglie plebee
• medio- repubblicana 367-133 a.c.: eta dell’imperialismo e periodo dell’espansione caratterizzata da un’enorme compattezza
politico-istituzionale
• tardo-repubblicana 133-27/31 a.c.: eta della crisi della repubblica che inizia con tiberio sempronio gracco e la questione
agraria nel 133 a.c. e si conclude con la proclamazione di ottaviano come augusto che sara’ detentore di alcuni poteri
specifici.

la cacciata dei tarquini da Roma viene tramandata da molte fonti che narrano la violenza subita dall’aristocratica
Lucrezia da parte di Sesto Tarquinio (figlio dell’ultimo re) che scateno’ una rivolta che porto’ alla caduta della monarchia
e il passaggio alla repubblica nel 509 a.c. con il potere nelle mani di due consoli, di cui uno era Lucio Giunio Bruto. dalla
cacciata dei tarquini all’istituzione della repubblica pere che sia passato un periodo breve in cui roma appare in balia di
re condottieri e che si sia arrivato ad una soluzione repubblicana solo dopo la sconfitta da parte dei latini di Aristodemo
di Cuma, figlio di Porsenna che aveva cercato di reinserire tarquinio il superbo, ad Arrunte, pochi anni dopo la cacciata
dei tarquini. c’e’ pero’ il sospetto che la data della cacciata dei tarquini sia stata scelta per creare un parallelismo con
la cacciata del tiranno ippia da Atene nel 510 a.c.
magistrati romani: i consoli erano eletti dai comizi centuriati e a loro spettava il comando dell’esercito, il mantenimento
dell’ordine nella citta, la giurisprudenza civile e quella criminale, convocare il senato e le assemblee popolari, curare il
censimento, compilare le liste dei senatori e dare il nome all’anno in corso. Alcune delle precedenti funzioni religiose che
svolgeva il re non sono state passate ai consoli ma ai rex sacrorum, che non poteva rivestire anche cariche politiche come
invece potevano fare altri ordini religiosi (pontefici e auguri). il potere dei consoli era comunque sottoposto ad un limite,
infatti, la durata della loro carica era di un solo anno e entrambi avevano eguali poteri e potevano opporsi alle loro
azioni vicendevolmente, inoltre, ogni cittadino poteva appellarsi al giudizio dell’assemblea a popolare per le condanne
capitali del console. Altre magistrature che presero alcuni compiti che prima spettavano ai consoli erano i questori che si
occupavano delle attivita’ finanziarie ed erano 2 in carica per un anno e venivano eletti inizialmente dai consoli poi dai
comizi centuriati. Dal 443 a.c. nasce la figura dei censori che si occupavano di tenere il censimento e poi iniziarono anche
tra il 4 e il 3 secolo a.c. a redarre le liste dei senatori e supervisionavamo la condotta morale dei cittadini, i censori
erano 2 e venivano eletti ogni 5 anni con una carica di 18 mesi dai comizi centuriati. altre cariche erano la pretura di
diverso genere (urbana 366- peregrina 242- provinciale 227) in cui erano eletti piu pretori (1+1+4 e poi aumentano) e la
loro carica durava 1 anno e venivano eletti dai comizi centuriati; poi abbiamo gli edili curule dal 366 e gli edili plebea dal
496 entrambi in numero di 2 e eletti per un anno dai comizi tributi e dai concilia plebis tributa;inoltre dal 496 nasce il
tribuno della plebe in origine 2 poi 10 eletti per una carica annuale dal concilia plebis tributa.
la dittatura: in caso di necessita’ i supremi poteri della repubblica erano affidati ad un dittatore che veniva nominato a
propria discrezione da un console su istruzione del senato. il dittatore era affiancato solo da un magister equitum
(comandante della cavalleria) da lui scelto e subordinato. contro il volere del dittatore non valev l’appello al popolo o
l’opposizione del veto da parte dei tribuni della plebe. la sua durata venne limitata ad un massimo di 6 mesi e solitamente
veniva nominato per fronteggiare una crisi militare
la sfera religiosa: la medesima persona poteva ricoprire sia una magistratura che un sacerdozio ad eccezione della carica
di rex sacrorum e di flaminio che rappresentavano la personificazione terrena del dio stesso (giove, marte e quirino =
flaminies dialis, martialis e quirinalis). poi abbiamo i collegi religiosi dei pontefici, degli auguri e dei duoviri sacri faciundis
che avevano poteri che sfociavano anche nella sfera politica. esistevano anche gli aruspici che chiarivano il volere divino e
i feziali che avevano la funzione di dichiarare guerra.
il sentato: nasce dal vecchio consiglio regione all’inizio della repubblica la sua composizione era decisa dai consoli e dai
censori. avevano un potere di sanzione sopratutto sugli atti legislativi (auctoritas patrum) e sui risultati delle elezioni
usciti dalle assemblee popolari. la carica del senatore e’ a vita e hanno quindi una continuita’ d’azione.
cittadinanza e assemblee popolari: le assemblee popolari erano formate da tutti i cittadini maschi adulti e liberi.
in eta repubblicana i comizi centuriati perdono importanza e la loro funzione di attribuire i poteri si magistrati rimane solo
una formula formale. quando votavano non prevedevano una maggioranza dei voti singoli ma per centuria. ultimi per datata
di creazione cono i comizi tributi in cui si riunivano tutti i cittadini di roma è ricordati per la prima volta nel 447 a.c., in
questa assemble a il popolo vota per triu (4 urbane - rustiche che crescono da 16 a 31), questa assemble a eleggeva i
magistrati minori. il potere della assemblee era quello di votare, ma non potevano modificare le proposte di legge e
ricevevano le sanzioni dal senato.
• cavalieri 18 centurie • comizi centuriati: 30
• 1 classe 80 centurie curie, 30 littori (nuovi
• 2 classe 20 centurie magistrati)
• 3 classe 20 centurie • comizi centuriati: 193
• 4 classe 20 centurie centurie (consoli, pretori
• 5 classe 30 centurie e censori, legislativa)
• + 2 centurie di fabbri e • comizi tributi: 35 tribu
2 di suonatori di corno e di (questori e edili, leggi)
tromba e 1 per chi ha censo • concilia plebis tributa: 30
inferiore curie poi 35 tribu (tribuni
per un totale di 193 centurie plebe e edili plebei, leggi)
conflitto tra patrizi e plebei:

questo periodo di tensione si sviluppa dalla nascita della repubblica fino al 287 a.c.
alla caduta dei Tarquini il clima di continua guerra con le popolazioni circostanti e difficolta’ interne postarono a
fenomeni come carestie ed epidemie che crearono una crisi economica che ando’ a colpire sopratutto i piccoli proprietari
terrieri che per ripagare i creditori , poi, dovevano mettersi al loro servizio per ripagarli (anche venduti o messi a
morte). la richiesta dei plebei era quella di istigare le norme sui debiti e un’equa distribuzione del terreno dell’ager
publicus, e sopratutto un codice scritto di leggi cosi che i patrizi non usassero le leggi arbitrariamente.
il conflitto tra patrizi e plebei si apre nel 494 a.c. anno in cui la plebe ricorse per la prima volta a quella che sara’ la
sua arma di rivolta anche successivamente, ovvero la secessione (sciopero generale). In questo caso si ritirarono
sull’Aventino e in questa occasione la plebe si diede i propri organismi: un’assemblea generale (concilia plebis poteva
prendere provvedimenti (plebiscita), furono scelti anche due tribuni della plebe come rappresentati, che successivamente
arrivarono ad essere 10. i tribuni avevano diversi poteri: soccorso ad un cittadino contro l’azione di un magistrato, veto
sui provvedimenti di un magistrato e fu accordata la loro inviolabilita’ personale (sacer al tempio di Cerere, Libero e
Libera sull’Aventino)., avevano anche il potere di convocare e presiedere l’assemblea della plebe e di sottoporre ad essa le
proprie proposte.
la prima secessione porto’ un risultato essenzialmente politico in cui venne riconosciuta l’organizzazione interna della
plebe, ma il problema dei debiti rimase irrisolto. Nel 486 a.c Spurio Cassio, console, propone una legge per la distribuzione
delle terre (anticipa i gracchi), ma visto come interessato alla tirannide venne eliminato.
la plebe inizio’ a premere per la creazione di un codice di leggi scritto finche’ nel 451 a.c. venne nominata una
commissione composta da 10 uomini (decemviri) scelti tra i patrizi che furono incaricati di mettere per iscritto un codice
giuridico, anche se la loro funzione era solo legislativa in qual periodo venne affidato loro il totale controllo dello stato.
Il primo anno di lavoro porto’ alla stesura di 10 tavole scritte che vennero esposte nel foro, successivamente pero’, nel
450 a.c., venne creata una seconda commissione di decemviri che rappresentava questa volta anche i plebei e furono
aggiunte altre due tavole di leggi arrivando cosi a 12 tavole appese nel foro (aggiunta nel 450 fu la legge che vietava il
matrimonio tra patrizi e plebei). Nella commissione il patrizio Applio Claudio cerco’ di prendere tutti i poteri e questo
porto’ ad una seconda secessione dei plebei in cui i decemviri furono costretti a deporre il loro potere e fu ripristinato il
consolato con Marco Orazio e Lucio Valerio che fecero approvare delle leggi in cui si riconosce l’aiuto della plebe nel
tentativo di tirannide dei decemviri. Gia nel 445 venne abrogata la norma che vietava i matrimoni tra patrizi e plebei con
il plebiscito canuleio.
[le 12 tavole furono influenzate dal diritto greco perche’ come ispirazione fu presa la legislazione di Solone del 454 a.c.]
con il plebiscito canuleio il sangue plebei e quello patrizio poteva unirsi e divenne difficile escludere i plebei dal consolato,
nel 444 a.c. il senato decise che a caso dello stato ci sarebbero dovuti essere due consoli oppure un certo numero di
tribuni militari con poteri consolari che potevano essere sia patrizi che plebei (no auspici) e questo fu valido fino al 367
a.c., pere pero che in questo lasso di tempo i consoli non siano mai stati sostituiti ma solo affiancati dai tribuni
consolari.
Marco Manilio Capitolini propose, dopo il 387, la cancellazione dei debiti e una nuova legge agraria, ma venne eliminato.
Pochi anni dopo la sua proposta torno’ con Caio Licinio Stolone e Lucio Sestio laterano e con la dittatura di Marco Furiò
Camillo le loro proposte diventarono legge nel 367 a.c. con il nome di leges liciniae sextiae (no interessi e debiti pagati a
rate+ massima estensione di terreno per cittadino+ abolizione tribunato militare+ uno dei due consoli plebeo). Nel 366
Sestio Laterano fu il primo console plebeo e nel 342 fu introdotta con un plebiscito la legge che entrambi i consoli
potessero essere plebei (visto sono nel 172 a.c.). Nel 300 a.c. con il plebiscito Ogulnio i plebei potevano avere accesso anche
ai due grandi collegi sacerdotali. tra il 326 e il 313 a.c. venne abolita la servitu’ per debiti.
con il censore Appio Claudio Cieco (via appia roma-capua) tra il 312-311 a.c. nella lista dei senatori vennero aggiunte anche
persone abbienti che non avevano ricoperto alcun ruolo nella magistratura e propose che la plebe si potesse inserire in
una tribu a scelta e non solo nelle 4 urbane, ma questi provvedimenti caddero nel vuoto. Da questo momento il censo
venne calcolato anche in base al capitale mobile. 287 a.c. fu il punto di arrivo per la guerra tra patrizi e plebei dopo che
fu utilizzata per l’ultima volta la secessione, in questo momento la legge Ortensia stabiliva che i plebisciti votati dalla
plebe avessero valore per tutta la citta di Roma. In questo momento al posto del patriziato si venne a creare una nuova
aristocrazia detta nobilitas (carriera politica almeno 10 anni di cavalleria o patronato politico famiglia nobile).

conquista dell’italia:

alla caduta della monarchia etrusca cadeva anche l’antico lazio, come vediamo nel primo trattato tra Roma e Cartagine
(primo anno di repubblica) in cui e’ stabilito che i cartaginesi non postessero attaccare le citta’ latine soggette a roma
e, invece, se avessero attaccato quelle non soggette le avrebbero dovuto consegnare a Roma. In questa occasione le
citta’ latine si unirono in una lega. La lega tento’ di attaccare Roma nel 496 a.c. e venne sconfitta e nel 493 a.c. venne
stipulato un trattato, detto foedus cassianum, dal nome di Spurio Cassio, che prevedeva un accordo bilaterale secondo
cui roma e i latini si impegnavano a mantenere tra loro la pace e prestarsi aiuto se una delle due parti veniva
attaccata (bottino in caso di guerra diviso). Vennero fondate anche delle colonie sul territorio. nel 486 a.c. i romani
strinsero un’alleanza anche con gli ernici e fecero un trattato simile al precedente.
l’alleanza di roma con i latini e gli ernici fu molto utile per fronteggiare i sabini, gli equi e i volsci. nel 5 secolo a.c. ci
furono una serie di conflitti con gli equi e i volsci con spesso esito favorevole per Roma, caratterizzati da razzie che
impegnavano una piccola parte di uomini armati. Verso la fine del 6 secolo a.c. i volsci iniziarono a scendere verso Roma
occupando la pianura pontina e alcune citta latine, invece, nella parte dei colli Albani si unirono con gli equi che presero i
monti pretestini, Tivoli e preneste. I latini e gli ernici, alleati di Roma, riuscirono a fermare queste due popolazioni nel
431 a.c.. Nella parte piu a nord, invece, i Sabini minacciavano direttamente Roma.
Roma, invece, dovette fronteggiare da sola la citta etrusca di veio (rivale nelle vie commerciali del basso tevere e nelle
saline). il contrasto con Veio durera’ per circa un secolo e si divide in i tre guerre:
• prima guerra contro Veio 483-474 a.c.: veio occupa la riva latina (sx) del tevere e Fidene e la reazione di Roma fini’
con l’abbattimento di circa 300 soldati sul fiume Cremera
• seconda guerra contro veio 437-426 a.c.: i romani vendicano la sconfitta con Aulo Cornelio Cosso che uccide il tiranno di
Veio e fidene venne presa e distrutta dai romani
• terza guerra contro veio 405-396 a.c.: il conflitto si sposta lungo le mura di Veio, che verra’ assediata dai romani per
10 anni e Marco Furiò Camillo f viene ricordato per questa missione, la citta’ venne presa e distrutta.
la presa di Veio e’ significativa per i romani che introdussero un tributo per centuria da versare all’esercito non piu’
aristocratico e conquisto’ una parte molto fertile di terreno.

improvvisa fu l’invasione dei galli senoni del 390 a.c. in cui la citta di Roma venne presa e saccheggiata, ma la citta si
riprese quasi subito riorganizzando il territorio di Veio in 4 nuove tribu e costruendo le mura serviane che abbracciavano
un’estensione vastissima della citta. Grazie a Marco Furio Camillo furono sconfitti prima gli Equi e poi i Volsci (358
cedono la pianura pontina e gli ernici i territori del fiume sacco), annettendo nel 381 a roma la citta di Tuscolo; nel 354
cessa anche la resistenza di Tivoli e Preneste e anche Tarquinia e Cere.
roma aveva stipulato un trattato con i sanniti nel 354 a.c. in cui sancivano il limite delle loro zone egemoniche (quella dei
sanniti molto ampia, ma non abbastanza forte per una crescita demografica). nel 5 secolo a.c. delle porzioni di sanniti si
staccarono e occuparono delle ricche regioni costiere della Campania e alcune di queste so erano riunite nella lega campana
che aveva come centro la citta di capua. i problemi tra i sanniti e i campani sfociarono in una guerra nel 343 a.c. quando
i sanniti attaccarono la citta di Teano che si rivolse alla lega campana, ma quest’ultima non essendo in grado di dare una
mano chiese a sua volta aiuto a Roma. Roma cosi ando’ contro all’accordo stipulato con i sanniti e si apri’ la prima
guerra sannitica 343-341 a.c. che si risolse rapidamente con un parziale successo dei romani che sconfissero il nemico a
Capua, ma non fu in grado di proseguire a causa di una rivolta dell’esercito impegnato in campania e acconsenti’ alle
richieste di pace avanzate dai Sanniti nel 341 a.c. rinnovando l’alleanza del 354 a.c. riconoscendo a Roma la Campania e ai
Sanniti Teano.

l’accordo del 341 a.c. porto’ ad un ribalta,entro delle alleanze costringendo Roma con i Sanniti a fronteggiare i Campani, i
Latini e i Sedicini, con anche i Volsci e gli Aurunici. il conflitto noto come guerra latina 341-338 a.c. fu durissimo e si
concluse con la vittoria dei Romani. La lega dei latini venne sciolta e create varie colonie alleate. I latini divennero socii di
roma con diritto di voto e dovevano fornire delle truppe alla madrepatria in caso di necessita’. i trattati stipulati da
Roma in questo periodo prevedevano l’autonomia interna delle comunita’ alleate, ma erano legate alla potenza egemone per
la politica esterna ed erano obbligate a fornire un certo contingente di truppe in caso di guerra. In questo modo Roma
poteva mantenere il suo impiego finanziario per le truppe limitato. Per i volsci e i Campani la cittadinanza fu parziale
perche’ non ottennero il diritto al voto.

ci fu una. uova crisi tra i sanniti e i romani detta seconda guerra sannitica 326-304 a.c. a causa della divisione interna
della citta di Napoli in cui le masse popolari erano a favore dei sanniti, invece, le classi agiate erano a favore dei romani.
i romani riuscirono velocemente ad abbattere la guarnigione di sanniti posta a Napoli e a prendere la citta, ma nel 321 gli
eserciti romani vennero circondati alle forche caudine e sconfitti dai sanniti. per qualche anno ci fu l’interruzione delle
operazioni militari e i romani si concentrarono a rinforzare le proprie posizioni in Campania creando nuove tribu e
stringendo rapporti con l’Apulia e la Lucania. l’ostilita’ si riaccese nel 316 a.c. quando i romani attaccarono Saticula,
inizialmente vinsero i sanniti, poi i romani iniziarono ad utilizzare una strategia a lungo termine e la citta fu presa nel
315 e fu creato il primo trattato tra Roma e Capua creando anche la Via Appia. Roma preparo’ il suo esercito al conflitto
finale con i Sanniti perche’ lo schieramento a falange usato fino a qual momento non funzionava nel territorio Sannio, le
legione venne quindi suddivisa in 30 manipoli (120 uomini ciascuno) e schierati su tre linee, l’ordinamento manipolare
assicurava una maggiore flessibilita’ dell’esercito per le regioni montuose, vennero cambiate anche le armi usando scudi
rettangolari e giavellotti. In questo modo riusci’ a gestire una minaccia su due fronti, quello sannitico è quello etrusco
(nord) con cui venne stipulata una tregua nel 308 a.c.. Lo scontro con i sanniti venne coronato dalla conquista di Boviano e
dalla pace del 304 a.c. che rinnovo’ ancora il trattato del 354 a.c.

lo scontro decisivo tra Roma e i Sanniti si aprira’ nel 298 a.c. con la terza guerra sannitica 298-290 a.c. quando i sanniti
attaccarono i Lucani e i romani accorsero in loro aiuto. qui il comandante dei Galli Gallio Egnazio mette in piedi una
coalizione anti romana che comprende anche etruschi, galli e umbri. lo scontro decisivo avviene nel 295 a.c. a Sentino in cui
gli eserciti dei consoli romani Quinto Fabio Rulliano e Publio Decio Mure riuscirono a prevalere sui galli e sui sanniti. i
sanniti furono battuti anche nel 293 a.c. ad Aquilonia e fu fondata poi la colonia latina di Venosa. Nel 290 si video
obbligati a chiedere la pace a Roma. il tentativo dei Galli di prendere di nuovo l’italia centrale venne bloccato nel 283 a.c.
nella battaglia del lago Vadimone. nella marcia verso l’adriatico del 290 a.c. vennero sconfitti anche i Sabini e i Pretuzzi e
il loro territorio conflui’ nella colonia di Atri. Fu annesso anche il territorio che era sei Galli Senoni e nel 268 a.c. fu
fondata Rimini. I piace i, circondati, tentarono una guerra contro roma nel 269 a.c. e furono poi costretti alla resa.

nella parte meridionale dell’italia la situazione era piu’ fluida, i sanniti erano prostrati e alcuni popoli come i Lucani e i
Bruzi erano indipendenti, cosi come anche taranto. secondo un trattato della fine del 4 secolo a.c. Roma si era impegnata
a non oltrepassare con le navi da guerra il capo Lacinio, quindi di non penetrare nel golfo di Taranto. Nel 282 a.c. la citta
greca di Turi, sulle coste calabresi, era minacciata dai Lucani e chiese aiuto a Roma che insedio’ una guarnigione nella citta
e mando’ una flotta davanti alle acque di taranto, che a questo punto marcio’ su Turi e attacco’ le navi romane. Taranto
ricorse poi all’aiuto di pirro re dell’Epiro, che imposto’ la spedizione come una crociata per proteggere la Grecia essendo
lui discendente di Achille e i Romani discendenti dei Troiani, inoltre Pirro era marito dal 295 a.c. di Lanassa, figlia del re
morto
morto di Siracusa e questo spazio libero era per Pirro un vuoto che voleva colmare con il suo potere. nel 280 a.c. Pirro
sbarca in Italia e Roma per la prima volta arruola anche i capite censi. La prima sconfitta subita da Roma fu ad Eraclea
per l’impatto psicologico che ebbe sui soldati la visione degli elefanti di Pirro. I Lucani e i Bruzi si chimerarono dalla parte
di Pirro, come anche i Sanniti, anche se l’esercito epiro tra non era sufficiente per assediare Roma circondata da mura.
Pirro cerco’ quindi di intavolare trattative di pace con roma chiedendo la liberta’ per le citta greche dell’italia meridionale
e la restituzione dei territori presi ai Sanniti, Lucani e Bruzi, ma queste richieste vennero respinte da Appio Claudio Cieco.
Nel 279 a.c. ci fu un’altra vittoria di Pirro, ma non riusciva a concludere la guerra e i rapporti con i suoi alleati
andavano a sfaldarsi a causa delle ingenti richieste di denaro che chiedeva per mantenere il suo esercito mercenario. Per
questo motivo Pirro interruppe questo fronte per dare aiuto a Siracusa contro Cartagine, sposto’ il suo esercito a
Siracusa lasciando a Taranto solo una guarnigione. nel 279 a.c., pero, Roma e Cartagine avevano stratto un’alleanza che
prevedeva la mutua collaborazione contro il nemico comune. In sicilia Pirro ebbe molte vittorie costringendo i Cartaginesi a
chiudersi a Lilibeo, dove pero ricevevano costanti rifornimenti via mare. Pirro per vincere cerco’ di invadere l’africa ma
non ci riusci’ per le continue richieste di denaro per sostenere l’esercito agli alleati che iniziarono ad allontanarsi da lui. Lo
scontro decisivo con Roma avvenne sotto il comando del console Manio Curio Dentato nel 275 a.c. quando fu fondata
Benevento al momento del,a vittoria romana, Pirro torno’ in epiro con la maggior parte del suo esercito e mori’ nel 272
a.c., anno in cui Taranto si arrese entrando nei socii di Roma. guerra taranto/pirro 282-272 a.c. (280-275 a.c.)

la conquista del mediterraneo:

nel 264 a.c. gli interessi di Roma entrarono in conflitto con quelli di Cartagine a causa della questione dei Mamertini che
presero con la forza messina. subirono una grave sconfitta da parte di Ierone di Siracusa che cerco’ di occupare Messina,
ma furono aiutati dai Caraginesi. Presto si stancarono del loro aiuto e si rivolsero a Roma. i romani, avendo un accordo
con i carataginesi, portarono la questione al voto dell’assemblea popolare che, per fini economici, voto’ a favore dell’aiuto
per i mamertini. inizio’ cosi la prima guerra punica 264-241 a.c. di cui i primi anni furono decisivi, i romani riuscirono a
respingere da Messina sia i Cartaginesi che i Siracusani e, grazie al cambio di fazione dei Siracusani e il loro appoggio a
roma, riuscirono a prendere Agrigento, base dei Cartaginesi nel 262 a.c. Roma creo’ sanche una flotta navale e, con il
comando del console Caio Duilio, vince nelle acque di Milazzo nel 260 a.c. A questo punto i romani volevano tentare un
attacco proprio in territorio cartaginese e nel 256 approdarono in Africa dove , pero, non seppero sfruttare i loro
successi, perche’ il console Marco Attilio Regolo impose delle condizioni troppo dure che non fecero andare a buon fine le
trattative di pace e nel 255 venne battuto dai cartaginesi. inoltre, i romani persero le flotte nel 249 a.c. nella battaglia
navale di Trapani. La flotta romana venne ricreata con l’aiuto di prestiti di uomini facoltosi e con Caio Lutazio Catullo
vinsero a Trapani e a Lilibeo . la vittoria decisiva su ebbe alle isole egadi nel 241 a.c. arrivando a stipulare una pace.

a seguito della prima guerra l’unica Roma conquisto’ il territorio siciliano (tranne alcune parti che rimasero autonome), la
sicilia divento’ una provincia che pagava un tributo in raccolto a roma (1/10 del raccolto) e la giustizia, l’ordine e la difesa
dall’esterno venivano amministrate da un magistrato domani inviato annualmente. Dal 227 a.c. vennero eletti due pretori per
affiancare quello urbano e quello peregrino per la Sicilia è la Sardegna.

Per cartagine i primi anni dopo la sconfitta furono drammatici e i mercenari si ribellarono coinvolgendo anche alcune
popolazioni africane (241-237 a.c.) ma furono soffocate da Amilcare Barca, cercarono inoltre di recuperare la Sardegna ma
incontrarono l’opposizione di Roma che conquistarono una nuova provincia, insieme alla Corsica, nel 237 a.c.
Roma intervenne anche nell’adriatico in aiuto alle citta’ greche contro gli Illiri a cui dichiararono guerra nel 229 a.c. (guerra
illirica). si risolse rapidamente per Roma e agli illiri fu proibito di navigare con piu di due navi disarmate e le citta greche
della costa adriatica divennero un protettorato di Roma. Demetrio, un collaboratore della regina degli illiri, era passato
dalla parte di Roma e venne ricompensato dandogli l’isola di Faro. Pochi anni dopo Roma intervenne nuovamente per paura di
un’alleanza tra Demetrio e Filippo 5 di Macedonia. anche la seconda guerra illirica duro’ poco e nel 219 a.c. Faro entro’ nel
protettorato di Roma e si gettarono cosi le premesse per l’ostilita’ tra i romani e i macedoni.
piu’ difficile risulto’ la conquista dell’italia settentrionale che si concludera’ solo nel 2 secolo a.c. l’attenzione di Roma per
questa zona venne richiamata da un’invasione dei Galli che si fermo’ dalla colonia latina di Rimini nel 236 a.c. Pochi anni
dopo Caio Flaminio (tribuno della plebe) decise di distribuire ai cittadini romani l’ager gallicus cosi da controllarli meglio e la
legge Flaminia desto’ l’allarme dei Galli Boi e la guerra gallica inizio’ dopo poco. Si unirono i Galli boi+ Insubri+ Gesati,
invece, i Cenomani e i Veneti si schierarono con Roma. Nel 225 vennero annientati a Telamone e vinsero sugli Insubri a
Casteggio nel 222 a.c. Vennero create molte strade come la via Flaminia ( roma- rimini 220 a.c.), la via Emilia (rimini-
piacenza 187 a.c.) e la via Postumia (Genova-Aquileia 148 a.c.).
Nel frattempo Cartagine cercava di prendere una base in Spagna, anche se sembrava un affare privato della famiglia
Barca (amilcare, asdrubale, annibale). Nel 226 a.c. il senato fece un trattato con Asdrubale per cui i cartaginesi non
avrebbero potuto superare a nord il fiume Ebro, ma un elemento di contrasto poteva essere il trattato di Alleanza che i
romani avevano con la Citta di Sagunto a sud dell’Ebro.
la questione di sagunto venne utilizzata da Annibale nel momento in cui riteneva favorevole e attacco’ la citta che chiese
aiuto a Roma. i romani si prepararono concretamente alla guerra solo quando annibale aveva gia espugnato Sagunto nel 218
a.c. nella precedente guerra la vittoria romana era stata data dal grande quantitativo di uomini per l’esercito cosi i
cartaginesi cercarono di staccare da roma i suoi alleati. Annibale parti’ nel 218 da Nova Carthago, in Spagna, e valicati i
Pirenei evito’ lo scontro con l’esercito romano di Publio Cornelio Scipione. il primo scontro si ebbe sul fiume trebbia
( seconda guerra punica 218-201 a.c. ) dove annibale sconfisse Scipione e Tiberio Sempronio Longo. L’anno dopo (217) le
truppe di Caio Flaminio vennero annientate al lago Trasimeno e Flaminio mori’. Quinto Fabio Massimo, capendo che in campo
aperto era impossibile battere Annibale, consigliava di limitarsi a controllare le mosse di Annibale e impedire che gli
giungessero altri aiuti, per questo venne detto “ il temporeggiatore”. Questa strategia avrebbe portato alla vittoria a
lungo termine, ma a breve termine bisogna assistere alla devastazione dell’italia da parte del nemico.
Per questo motivo allo scadere della dittatura di Auinto Fabio Massimo, Roma passo’ di nuovo all’attacco e nel 216 a.c.
Annibale sconfisse gli eserciti congiunti dei consoli Marco Terenzio Varrone e Lucio Emilio Paolo nella piana di Canne.
Numerose cominita’ dell’Italia meridionale abbandonarono l’alleanza con roma, come anche Siracusa dopo la morte di Ierone e
la successione di Ieronimo. I romani vennero anche a conoscenza di un’alleanza tra Annibale e Filippo 5 di Macedonia. Gli
alleati dell’italia centrale, invece, rimasero fedeli a Roma e il ritorno della strategia di Quinto Fabio Massimo consenti’ di
recuperare alcune posizioni perdute nel mezzogiorno, infatti, taranto nel 212 a.c.. passo’ dalla parte di Annibale, ma Roma
nel 211 riprese Capua. Anche in Sicilia le Forse romane con Marco Claudio Marcello nel 212 presero Siracusa. Nell’adriatico
una flotta di 50 navi furono sufficienti per fermare l’invasione di Filippo 5 nella prima guerra macedonica (i romani
furono coinvolti solo in parte) e si affrettarono a concludere una pace nel 205 a.c. che lascia a immutato il quadro
territoriale. La svolta decisiva di ebbe in Spagna dove Publio Cornelio Scipione era andato con il fratello Cneo e riuscirono ad
impedire che Annibale ricevesse aiuti dalla Spagna, ma nel 211 si ritrovarono a dover affrontare i cartaginesi e vennero
uccisi. Fu nominato comandante delle truppe in spagna Publio Cornelio Scipione, figlio del precedente, poi denominato
“africano”. nel 209 a.c. si impadroni’ della base principale Nova Carthago e nel 208 sconfisse Asdrubale, fratello di Annibale,
a Baecula. nel 207 sul fiume Metauro Asdrubale cadde in battaglia contro gli eserciti dei consoli Marco Livio Salinatore e
Caio Claudio Nerone. Scipione nel 206 sconfisse i cartaginesi nella battaglia di Ilpia. Nel 205 Scipione fu eletto console e inizio’
i preparativi per l’invasione dell’Africa alleandosi con Massimissa re dei Numidi. Lo sbarco avvenne nel 204 e vinsero nella
battaglia dei Campi Magni. La battaglia finale del conflitto avvenne nel 202 a.c. a Zama e il trattato di pace del 201 a.c.
prevedeva la consegna a Roma della flotta cartaginese, il pagamento di una fortissima indennita’, la rinuncia dei suoi
possedimenti in Africa e l’obbligo di chiedere a roma prima di dichiarare qualsiasi guerra.

pochi anni dopo Roma inizio’ la seconda guerra macedonica contro Filippo 5. Nella prima guerra macedonica grazie alla loro
coalizione con gli stati greci i romani avevano limitato il loro sforzo militare nel conflitto, aveva inoltre creato una rete
di relazioni con alcuni stati greci, come la lega etolica, il regno di Pergamo e Atene che fini’ per coinvolgere Roma nelle
vicende politiche dell’oriente ellenistico. Causa della guerra fu l’attivismo di Filippo 5 nell’area dell’Egeo e dell’Asia minore
dove si scontro’ con il regno di Pergamo e con Rodi. nel 201 Filippo 5 fu battuto in una battaglia navale da Pergamo e
Rodi a Chio, ma riusci’ a battere Rodi a Lade. Divenne logico rivolgersi a Roma, dove i comizi centuriati voltarono a favore
della guerra, ma si decise anche di mandare un ultimatum a Filippo 5 (strategia propagandistica) che lui ignoro’ ma fece
guadagnare a Roma il sostegno di alcuni stati greci, come Atene. nel 200 a.c. i romani sbarcarono ad Apollonia, ma la
svolta avvenne nel 198 a.c. quando Tito Quinzio Flaminio chiedendo la liberazione della Tessaglia e con questo fece schierare
dalla parte dei romani sempre piu stati greci. Nel 198 filippo cerco’ di intavolare delle trattative di pace interrotte da
Flaminio per il prolungamento di un anno del suo comando in Grecia. successivamente anniento’ l’esercito di Filippo a
Cinocefale in Tessaglia e Filippo fu costretto ad accettare le condizioni di pace. La grecia rimase libera, ma doveva versare
un tributo e ospitare le guarnigioni dell’ex esercito di filippo.

erano iniziate le trattative diplomatiche con Antioco 3 re di Siria che stava estendendo la sua egemonia sulle citta greche
dell’asia minore ovest. Le proteste di Roma furono respinte da Antiocoo. Nonostante Scipione Africano volesse tenere un
presidio in grecia per un’eventuale conflitto con Antioco Flaminio riusci’ a imporre il rispetto per il patto preso nel 196 a.c.
perche’ l’esercito romano si era trattenuto fin troppo in grecia da alimentare l’ostilita’ della lega etolica. la guerra vera e
propria con la siria inizio nel 192 quando la lega etolica invito’ antiocoo a liberare la grecia dai Romani, ma venne battuto
l’anno dopo alle Termopili dai romani. nel 190 Licio Cornelio Scipione, fratello dell’Africano, si lreparo’ ad invadere l’Asia
minore per il sostegno di Filippo 5 di macedonia. La flotta romana sconfigge i siriani nell’Egeo e lo scontro decisivo si ebbe
a Magnesia in cui Antinoo venne sconfitto. La pace di Apamea del 188 confermo’ che roma non voleva impegnarsi in oriente
al momento, infatti i possedimenti siriani vennero divisi tra Pergamo e Rodi.

il veloce ampliamento di orizzonti di Roma tra il 3 e il 2 secolo a.c. porta anche dei cambiamenti nell’assetto politico e
sociale interno. la prima vicenda e’ ricordata come “il processo degli scipioni” con l’acuirsi del contrasto nella classe
dirigente romana e i nuovi scenari di lotta politica che si stavano aprendo. nel 187 alcuni tribuni della plebe accusarono
lucio Cornelio Scipione di essersi impadronito di parte dell’indennita’ di guerra versata da Antinoo 3, solo con il veto di uno
dei tribuni della plebe impedi’ che nel 184 fosse condannato a pagare una pesante multa. Nello stesso anno lo stesso
attacco venne rinnovato contro Acipione Africano per aver condotto trattative personali con il re di Siria, Scipione non
rispose alle accuse e si ritiro’ in esilio politico e l’anno dopo mori’. Questo processo fu certamente ispirato da Catone ed
era nato come un attacco contro una personalita’ eccezionale per le cariche che aveva rivestito e per il suo carisma
personale, colpendo l’africano colpiva una spinta verso l’individualismo che rischiava di mettere in pericolo la gestione
collettiva della politica da parte della nobilitas. Anche la legge Villa del 180 introdusse un obbligo di eta’ minima per
rivestire le diverse magistrature è un intervallo di due anni tra una carica e l’altra.

nel 179 mori’ Filippo 5 di macedonia e fu succeduto dal figlio Perseo, la parte democratica e nazionalista nelle citta
greche, non ascoltati dai romani mandando gli ambasciatori, iniziarono a volgersi verso questa nuova fazione. le paure
dei romani furono alimentate da Eumene di Pergamo che nel 172 a.c. si presento’ a roma con un lungo elenco di accuse
contro perseo. i preparativi per la terza guerra macedonica iniziarono lo stesso anno, nei primi anni di guerra i
comandanti romani si distinsero per il genio strategico, ma la svolta di ebbe solo nel 168 a.c. quando il nuovo comandante
romano Lucio Emilio Paolo costrinse Perseo ad una battaglia campale a Pidna e vinse. La macedonia venne divisa in 4
repubbliche che dovevano pagare dei tributi a roma, cosi come l’Illiria che venne divisa in 3 stati, inoltre, venne creato
un porto franco a Delo che indeboli’ economicamente Rodi.

in pochi anni era evidente come la sistemazione data da Roma alla parte greca fosse inadeguata, infatti c’erano rapporti
molto tesi con la lega achea e i tentativi di secessione di Sparta dalla lega coincisero con una quarta guerra
macedonica , ma venne fermata eliminando Andrisco per mano di Quinto Cecilia Metello nel 148 a.c. il sento poi si occupo’
della questione degli achei ordinando che oltre sparta fossero staccate dalla lega altre citta importanti, determinando la
fine della lega. da qui inizio’ la guerra acaica voluta dall’assemblea della lega, ma fu brevissima, infatti, il console Lucio
Mummio sconfisse definitivamente l’ultimo esercito acheo e nel 146 a.c. Corinto venne saccheggiata e distrutta. la. a edo ai
divenne una provincia romana e il suo governatore poteva intervenire per regolamentare le questioni in Grecia.

dopo la second guerra l’unica Cartagine si era ripresa molto velocemente e nel 196 a.c. Annibale fu eletto ad uno dei due
posti di massimo magistrato. Un’ambasceria giunta da Roma lo accuso’ di preparare un’alleanza con Antioco 3 e fu
costretto ad una fuga in Oriente. Iniziarono delle dispute di confine con i Numidi e nella prima meta’ del 2 secolo a.c.
avanzarono pretese piu ambiziose sui territori del vicino. Cartagine, dovendo chiedere a Roma il permesso per fare guerra
e avendo ricevuto molti no, attacco’ comunque perche’ prevalse il partito della guerra. l’esercito cartaginese fu sconfitto
subito e , rompendo uno degli accordi della pace del 201, inizio’ la terza guerra punica con roma. Qui prevalse il partito a
favore della distruzione di Cartagine (catone) e nel 149 a.c. sbarcarono in africa chiedendo ai cittadini di andare via dalla
citta, non essendo ascoltati assediarono la citta per anni, finche’ nel 146 a.c. (stesso anno di corinto) con Publio Cornelio
Scipione Emiliano la citta venne rasa al suolo e divenne una nuova provincia d’Africa.

durante queste vicende roma non era ancora riuscita a venire a capo della situazione in spagna, infatti, dopo la seconda
guerra punica, aveva possedimenti solo in due zone della penisola iberica, a nord e a sud, che vennero organizzate nel 197
a.c. come spagna citeriore e spagna ulteriore. la conquista della spagna avra’ nun percorso talmente lungo che finira’ solo
con augusto. si sollevò’ il malcontento per una guerra senza gloria e bottino e iniziarono a presentarsi molti episodi di
resistenza alla leva, per questo nel 149 a.c. venne creato un tribunale apposito permanente che si occupava dei casi di
abuso di potere da parte dei governatori provinciali. la varieta’ di approccio nella regione sono individuabili in Marco
Porcio Catone e Tiberio Sempronio Gracco padre, due governatori della spagna. Catone fu governatore nella spagna citeriore
nel 195 e procedette alla sistematica sottomissione delle tribu della valle dell’ebro. Tiberio sempronio Gracco padre, invece,
fu governatore nella spagna citeriore dal 180 al 178 e riscontro’ molti successi militari cercando di rimuovere le ragioni di
ostilita’ verso Roma, stipulando trattati di pace con alcune trubu. La lotta si concentro’ nella citta di Numanzia dove nel
137 a.c. il console Caio Ostilio Mancinl fu sconfitto è costretto a firmare una pace vergognosa, la guerra numantina fu
poi affidata a Scipione Emiliano che prese la citta e la distrusse nel 133 a.c.

dai gracchi alla guerra sociale:

la tradizione colloca nell’eta’ dei gracchi l’origine della degenerazione dello stato romano e l’inizio del tempo delle guerre
civili perche’ in questo periodo sono venuti a maturazione fenomeni e problemi tra loro connessi che affondano le radici in
squilibri creati dall’estensione del dominio romano.

la guerra contro Annibale aveva portato problemi nell’agricoltura romana, ma allo stesso tempo le conquiste avevano
portato un grande afflusso di ricchezze nelle mani di pochi ampliando anche orizzonti di mercato. i romani e gli italici
erano introdotti nel grande commercio e i negotiatores si stabilivano nelle province da poco acquisite, venne anche favorita
l’ascesa dei cavalieri. In questo periodo, inoltre, si diffuse a roma l’ellenismo.

lo sviluppo commerciale aveva modificato la fisionomia dell’agricoltura italica e i piccoli proprietari terrieri si erano
trovati nella condizione di vendere le loro propieta’. viene accelerata la tendenza verso l’agricoltura finalizzata al
commercio e non all’auto consumo e le propieta’ si configuravano come aziende agricole. i piccoli proprietari terrieri si
trasferivano cosi nelle citta e roma inizio’ a crescere di dimensioni.

il moltiplicarsi delle grandi tenute a personale schiavile creo’ il presupposto per la diffusione di rivolte servili, la maggior
parte in sicilia, come quella del 140-132 a.c. portata avanti da Euno a Enna, oppure quella del 104-100 a.c., queste rivolte
vennero frenate inviando consoli sul territorio.

nella classe dirigente romana si iniziarono a delineare due fazioni:


• optimates: richiamavano la tradizione degli avi e cercavano di ottenere l’approvazione dei benestanti ispirandosi ai
buoni principi per il bene dello stato
• populRes: si consideravano difensori dei diritti del popolo e vedevano la necessita’ di riforme in campo politico e
sociale.

le guerre di conquista avevano fatto crescere l’ ager publicus e la crisi dei piccoli proprietari terrieri aveva fatto
confluire il controllo di questo terreno nelle mani dei proprietari terrieri ricchi e potenti, di qui nasceva la necessita’ di
norme che. mirassero a definire quanto agro pubblico al massimo si poteva controllare, una prima proposta era stata
fatta da Caio Lelio, ma si ritiro’ per la troppa opposizione riscontrata.

nel 133 a.c. Tiberio Gracco durante il suo mandato come tribuno della plebe tenta di operare una riforma agraria con
norme che limitassero il possedimento di agro pubblico. il progetto di riforma agraria da lui proposto ai comizi tributi
fissava l’occupazione di 500 iugeri, con l’aggiunta di 250 per ogni figlio fino ad un massimo di 100 per famiglia. un collegio
di triumviri aveva poi il pompilio di ripartire i lotti e recuperare i terreni in eccesso che sarebbero stati distribuiti in
lotti da 30 iugeri ai cittadini piu poveri, i fondi necessari a questa riforma sarebbero stati presi dal tesoro del re di
Pergamo Attalo 3 che era morto quell’anno e aveva lasciato tutto in eredita’ ai romani. l’oligarchia dominante ritenne
opportuno opporsi e lo fece tramite un altro tribuno della plebe Marco Ottavio me pose il suo veto alla proposta. Tiberio
Gracco propose di essere destituito perche’ non era riuscito nel suo intento, ma decaduto Ottavio, la sua proposta venne
approvata. l’opposizione non si placo’ e tiberio di propose di nuovo come tribuno, per paura di aspirare a un potere
personale, pero’, un gruppo guidato da Scipione Nasica lo uccise.
la morte di tiberio gracco non pose fine alla commissione triumvirate, ma fu ben presto chiaro il malcontento degli alleati
latini e italici le cui aristocrazie dei ricchi proprietari avevano seguito la prassi dei maggiorenti romani di occupare larghe
porzioni di agro pubblico e si trovavano a dover restituire le parti in eccesso, le loro lamentele furono ascoltate da
Scipione Emiliano che pero mori’ nel 129 a.c. Fulvio Flacco console del 125 a.c. allora propose che tutti gli alleati che ne
avessero fatto richiesta avrebbero ottenuto la cittadinanza romana per appellarsi al popolo,ma ci fu una grandissima
opposizione. come conseguenza nel 125 a.c. ci furono rivolte di citta come Asculum e Fregellae.

nel 123 a.c. caio gracco fu eletto tribuno della plebe, fratello di Tiberio, nel corso di due mandati consecutivi riprese e
amplio’ l’operato del fratello. la legge agraria fu ritoccata e aumentati i poteri della commissione triumvirale e, visto che
la maggior parte delle terre era gia stat distribuita, propose l’istituzione di nuove colonie di cittadini romani in italia e nel
territorio della vecchia cartagine. una legge frumentaria mirata a calmierare il mercato ed evitare fenomeni speculativi da
parte dei detentori del frumento assicuro’ ad ogni cittadino risiedente a roma una quota mensile di grano a prezzo
agevolato. con una legge giudiziaria venne limitato il potere del senato in questo campo integrando dei cavalieri nel corpo da
cui si attinge per la formazione degli albi dei giudici e riservando in esclusiva su cavalieri il controllo dei tribunali
permanenti a cui erano affidati i processi di concussione e che seguivano i casi di estorsione dei magistrati ai danni dei
provinciali, così i senatori governatori non sarebbero stati giudicati da giudici senatori, ai cavalieri furono affidati anche
gli appalti delle riscossioni delle tasse nella provincia d’Asia. un provvedimento che sopravvisse fino alla fine della repubblica
era quello per cui i senatori dovessero decidere prima delle elezioni consolari quali province dovessero essere classificate
consolari. Al problema degli alleati rispose con una legge piu moderata di quella di Fulvio Flacco che dava ai latini la
cittadinanza romana e la cittadinanza di diritto latino agli italici, ma anche questa trovo’ opposizione. l’oligarchia senatoria
per opporsi si servi’ di un altro tribuno Marco Livio Druso e approfittando dell’assenza di Caio gracco e Fulvio Flacco (in
africa) Druso fece molte proposte. Al ritorno a roma nel 122 a.c. si rese conto che la situazione politica era mutata e si
candido’ di nuovo al tribunato nel 121 a.c., ma non venne rieletto. alla fondazione della colonia cartaginese furono legati
presagi funesti e la sua deduzione doveva essere revocata, Caio gracco e Fulvio flacco cercarono di opporsi, ma non ci
riuscirono e entrambi morirono (gracco si fece uccidere dal suo servo).

dato che le riforme dei gracchi rispondevano a dei problemi reali gli optimates non le revocarono, ma le ridussero.

la deduzione di una provincia per roma si trattava di assumere la diretta gestione di un territorio a volte solo in piccola
perte assoggettato e larghe zone del quale erano ancora al di fuori del suo controllo , a questo si deve aggiungere la
natura istituzionalmente composita delle nuove acquisizioni che comportava una molteplicita’ di condizioni e implicazioni con
cui era indispensabile confrontarsi. in un lasso di tempo ragionevole il magistrato fissava le linee generali di riferimento
che erano dette lex provinciae (non obbligatoria). Nel 133 a.c. il regno di Pergamo viene lasciato ai romani da Attalo 3, ma il
figlio Eumene 3 fece partire una rivolta che duro’ 3 anni e fu repressa nel 129 a.c. dal console Manio Aquilio che organizzo’
poi il nuovo territorio nella provincia dell’Asia, terminata nel 126 a.c. La gallia meridionale attiro’ poi l’attenzione di roma e
nel 125 fu inviato Fulvio Flacco, poi Caio Sestio Calvino nel 123 a.c. e fondo’ Aquae sextiae. nel 122-21 a.c. Cneo Domizio
Enobabrbo e Quinto Fabio Massimo posero le basi per la nuova provincia narbonese che fu organizzata nel 118 a.c. nel 123
a.c. furono conquistate anche le Baleari.

in Numidia alla morte del re Massimissa era passato al potere Micipsa e nel 118 a.c. alla sua morte il figlio Giugurta aveva
eliminato gli altri due contendenti per prendere il potere di la forza dando il via alla guerra giugurtina. nel 116 a.c. uno dei
suoi contendenti si rifugio’ a roma e il senato decise di dividere la Numidia tra Giugurta e Aderbale. nel 112, pero, giugurta
volle impadronirsi della parte del fratello e ne assedia la capitale e fece uccidere Aderbale. nel 111 roma scese in guerra e
le operazioni militari furono condotte fino al 109 a.c. quando al comando fu messo Quinto Cecilio Metello, del cui seguito
faceva parte Caio Mario. Metello riusci’ a vincere varie volte su giugurta ma mai a sconfiggerlo definitivamente. Caio mario
(homo novus) venne eletto console nel 107 a.c. e gli venne affidato il comando della guerra contro giugurta.

in questo periodo c’erano difficolta’ nel reclutamento legionario a causa dei pochi cittadini iscritti nelle 5 classi censitarie,
tanto che si diminui’ il censo minimo per accedere alla quinta classes fino a cifre irrisorie. Mario apri’ l’arruolamento
volontario per i nullatenenti e dopo di lui divenne una pratica regolare. con questo nuovo esercito torno’ in africa e dopo
tre anni mise fine alla guerra contro giugurta, grazie a trattative diplomatiche che servirono a rompere l’alleanza tra
Giugurta e il suocero Bocco (re di mauretania) che lo tradi’ e lo consegno’ ai romani nel 105 a.c. grazie all’opera di Lucio
Cornelio Silla, legato di Mario. Giugurta fu portato prigioniero a Roma e mario rieletto console nel 104 a.c.

nel frattempo i cimbri e i teutoni, due popolazioni germaniche, avevano iniziato un movimento migratorio verso sud e
furono affrontati al di la delle alpi dal console Cneo Papirio Carbone, ma ricevette una grave sconfitta presso noreia nel
113 a.c. e nel 110 i cimbri e i teutoni arrivarono in Gallia sconfiggendo i romani ad Arausio nel 105. nel 104 quando mario
divenne di nuovo console gli fu affidato il comando di questa guerra e riorganizzo’ l’esercito toccando quasi tutti gli
aspetti dell’attivita’ militare. I germani ricomparvero nel 103, i teutoni avanzando dalla gallia meridionale, i cimbri, invece,
dalle alpi centrali. Mario vince i teutoni nel 102 e i cimbri nel 101.

mario si appoggio’ a Lucio Appuleio Saturnino nel 104 approfittando dell’aumento del prezzo del grano lo aveva sostituito
come soprintendente frumentario, l’aveva poi aiutato a diventare tribuno della plebe nel 103 e in cambio si era fatto
approvare una distribuzione delle terre in africa ai suoi veterani. aveva anche proposto una legge frumentaria che
riducesse ulteriormente il preso del grano e fece approvare la lex de maiestate che puniva il reato di lesione dell’autorita’
del popolo romano. nel 100 mario venne eletto al suo sesto consolato e saturnino era stato rieletto tribuni della plebe e
Caio Serbilio Glaucia pretore. Saturnino fece una legge agraria che obbligava i senatori a giurare di osservarla, ma Metello
Numidico si rifiuto’, per i tumulti Glaucia fu ucciso e anche Saturnino, cosi’ mario si allontano’ da roma per occuparsi di
Mitridate re del Ponto.
l’installarsi di roma in Anatolia la introdusse al problema della pirateria e nel 102 si decise di intervenire mandando Marco
Antonio a distruggere le principali based anatoliche dei pirati, questa missione ando’ avanti per un paio di anni creando la
provincia costiera di Cilicia. tra il 101 e il 100 fu fatta la lex piratica.

il decennio successivo al 100 si apri’ con tensioni politiche e sociali. per creare ordine nel 98 venne fatta una legge che
obbligava il passaggio di tre giorni di mercato tra l’affissione di una legge e la sua votazione ed era anche vietata la
formulazione di una lex satura (con piu argomenti non connessi). nel 95 a.c. la legge licinia mucia aveva istituito una
commissione per verificare le richieste di cittadinanza romana. nel 91 fu eletto tribuno della plebe Marco Livio Druso che
promulgo’ una legge agraria e restitui’ ai senatori i tribunali per le cause di concussione proponendo l’ammissione dei
cavalieri in senato (600 membri) e , inoltre, la concessione della cittadinanza romana agli italici. l’opposizione pero fu
vastissima e le sue leggi furono dichiarate nulle, poi venne misteriosamente ucciso.

la condizione di essere cittadino romano era diventata vantaggiosa, per esempio delle distribuzioni agrarie beneficiavano
solo i cittadini romani. l’assassinio di druso fu per gli italici fu il segnale per una rivolta armata per difendere le proprie
rivendicazioni, la guerra sociale. il segnale dell,ostilita’ parti’ da Ascoli nel 90, dove venne ucciso un pretore e tutti i
romani residenti, l’insurrezione poi si estese verso l’adriatico, nell’ appennino centrale e meridionale. poi si aggiunsero anche
Apuli e Camoani, lasciando fuori etruschi, umbri e le citta’ della magna grecia. la guerra fu lunga e sanguinosa perche’ i
soci erano addestrati e abituati a combattere esattamente come i romani. i consoli si divisero le zone di azione, a nord
Publio Rutilio Lupo (che cadde in battaglia) e a sud Lucio Giulio Cesare. da roma partirono vari provvedimenti, come la l’ex
iulia de civita te che dava la cittadinanza agli alleati rimasti fedeli e a chi avesse deposto in fretta le armi, nell’89 la l’ex
plautia papiria estendeva la cittadinanza a tutti gli alleati che in 60 giorni si fossero registrati presso il pretore romano.
quando divenne console cneo pompeo strabone si estese la il diritto latino agli alleati a nord del po, poi riusci’ sad
espugnare Ascoli e Silla riusci’ a riconquistare alcune terre di resistenza.
primi grandi scontri tra fazioni in armi:

nel 112 a.c. era diventato re del ponto mitridate 6 e dal 104 il senato era diventato molto attento alle sue mosse.
Approfittando della guerra sociale in italia, mitridate aveva ripreso la sua politica espansionistica e verso la fine del 90
a.c. roma mando’ luna legazione comandata da Maio Aquilino, ma mitridate dichiaro’ guerra a roma, prima guerra
mitridatica. mitridate riusci’ a portare dalla sua parte molti stati greci attuando una propaganda anti romana (delo,
atene) e massacro’ molti romani e italici. solo l’isola di rodi rimase fedele a roma. verso la fine dell’88 un esercito del
ponto invase la grecia centrale e l’attica, roma decise cosi di reagire e dare il comando della guerra a lucio cornelio silla
console dell’88.

a roma nel frattempo il tribuno della plebe publio sulpicio rufo si adoperava per privarlo del comando della guerra e
riprendeva il problema dell’inserimento dei nuovi cittadini nelle tribu romane ( furono immessi solo in un numero limitato di
tribu per non farne valere i voti). propose anche una serie di provvedimenti per risolvere i problemi economici che avevano
portato la guerra sociale e la guerra mitridatica. inoltre, fece approvare il trasferimento del comando della guerra
mitridatica sa silla a mario. Silla a questo punto non esito’ a marciare su Roma (riforma mariana dell’esercito rimanevano
fedeli al comandate) e fece dichiarare i suoi avversari nemici pubblici, sulpicio fu eliminato e mario riusci’ a scappare in
africa. Prima di tornare in oriente Silla fece approvare alcune norme:
• ogni proposta di legge doveva avere prima l’approvazione del senato e poi poteva essere messa al voto popolare
• comizi centuriati erano la sola assemblea legislativa legittima
nell’87 pero vinsero dei consoli a lui non favorevoli.

sbarcato in epiro nell’87 assedio’ Atene e sconfisse le truppe di mitridate a Cheronea e a Orcomeno nell’86.

uno dei consoli dell’87 Lucio Cornelio Cinna fece iscrivere i cittadini italici in tutte le tribu e cacciato da roma si era
rifugiato in Campania con Mario. Si ebbe cosi una nuova marcia su roma e Silla venne dichiarato nemico pubblico, mario e
Cinna diventarono consoli per l’86 a.c. un nuovo corpo di spedizione era stato inviato in oriente per combattere con
mitridate. Cinna venne rieletto nell’84 e verso la fine dell’anno cerco’ di anticipare il ritorno di Silla mettendo delle forze
ad Ancona, ma fu ucciso in una rivolta dei suoi stessi soldati.

nell’86 c’erano in grecia due armate romane di fazioni opposte, che pero non si scontrarono mai tra loro. Con mitridate si
giunse ad un trattato di pace a Dardano nell’85. Alla morte del loro comandante Silla ingloba le truppe della fazione
opposta alla sua e si trattiene in grecia per l’84 per restaurare l’ordine. nell’83 poi sbarca a Brindisi. dopo la pace con
mitridate Lucio Licinio Murena, governatore, accusa mitridate di star preparando un altro attacco e fu fermato con un
intervento personale di Silla, seconda guerra mitridatica 83-81.

Cneo pompeo raggiunge silla a Brindisi e riprese alcuni possedimenti come Aprilia e Campania, poi nell’82 ,marcio’ su roma e
Marco Licinio Crasso distrusse le ultime resistenze. Cneo pompeo si occupo’ di eliminare i marinai rifugiati in Africa e
Sicilia. Silla introdusse le liste di proscrizione modificando completamente la composizione dell’aristocrazia romana,
continuarono fino all’81. venne nominato come interrex Lucio Valerio Flacco che nomino’ a sua volta, con la lex valeria, silla
come dittatore a tempo indeterminato, cosa che poteva convivere con il consolato a cui Silla fu eletto nell’80. Attuo’ alcune
riforme come:
• senato portato a 600 membri di cui numerosi partigiani, 300 cavalieri e esponenti italici
• pretori diventarono 8
• tribunali al senato e competenze suddivise
• limita spese per banchetti e funerali (legislazione santuaria)
• regola ordine di successione alle magistrature, eta minima e 10 anni tra le varie cariche
• ridimensiona poteri tribuni plebe, limite al diritto di veto e annullato quello legislativo
• abolite distribuzioni frumentarie
• pomerio ampliato fino al rubicone
nel 79 silla abdica la dittatura e si ritira a vita privata, nel 78 muore.

nello stesso anno uno dei consoli, Marco Emilio Lepido, tento’ di ridimensionare l’ordinamento sillano proponendo:
• richiamo dei proscritti in esilio
• ripristino della distribuzione frumentaria a prezzo politico
• restituzione agli antichi proprietari le terre confiscate per i coloni portati da silla
l’opposizione incontrata fece scoppiare una rivolta in etruria e Lepido fece causa comune con i ribelli nel 77 marciando poi
su Roma reclamando un secondo consolato e la restituzione dei poteri ai tribuni della plebe. Dato che ancora non si erano
tenute le elezioni venne dato a Pompeo l’imperium (contro norme di silla perche’ non aveva ricoperto altre cariche). la
rivolta venne fermata e Lepido mori’ di li a poco e il suo luogotenente Marco Peroerna si trasferi’ icon l’esercito in
Spagna.

Quinto sertorio si era distinto contro i Cimbri e i Teutoni e anche nella guerra sociale. nell’82 aveva raggiunto il suo posto
di governatore della Spagna Citeriore e li aveva creato una sorta di stato mariano in esilio. verso la fine del 77 si erano
congiunte le truppe di Lepido con marco perperna e costituirono un senato di 300 membri. corsero a roma voci di sue
alleanze con i pirati e con mitridate e il senato decise di ricorrere di nuovo a Pompeo affidandogli la Spagna citeriore con
un imperium straordinario. arriva in spagna nel 76 e subi’ alcune sconfitte contro sertorio bilanciate un parte da progressi
di metello del 75. chiese a roma dei rinforzi e ottenutili nel 74 la situazione miglioro’, alla fine Perperna pensando di
trarne vantaggio uccise Sertorio nel 72 e venne poi giustiziato da Pompeo nel 71.

nel 73 era iniziata la terza rivolta di schiavi a Capua comandata da Spartaco e Crisso, questa si estese subito a tutto il
sud italia e poi anche ad altre zone. il senato consegno’ un comando speciale a Marco licinio crasso che riusci’ a isolare e
battere spartaco in calabria nel 71, dove spartaco mori’, i superstiti tentarono la fuga ma pompeo li sconfisse in etruria.

Pompeo se ne fece titolo di merito per ottenere il trionfo e per presentare la candidatura al consolato del 70 a.c., anche
Crasso si presento’ come candidato ed entrambi furono eletti. fu smantellato l’ordinamento sillano e restaurarono i pieni
poteri per i tribuni della plebe. furono rieletti i censori e il pretore lucio aurelio cotta fece modificare la composizione
delle giurie dei tribunali permanenti, togliendo l’esclusiva ai senatori.

negli anni tra l’80 e il 70 a.c. si erano consolidate le minacce dei pirati e di mitridate. tra il 78 e il 75 si rafforzo’ la
presenza romana in cilicia e nel 74 fu inviato contro i pirati con un comando soeciale marco antonio che vinse a creta
nello stesso anno e nel 69 quinto cecilio metello finira’ le operazioni e sara’ resa provincia romana. nel trattempo diventa
inevitabile una terza guerra mitridatica perche’ nel 74, alla morte di nicomade di bitinia il regno venne lasciato in eredita’
ai romani, mitridate decise invece di invadere la bitinia. contro di lui furono mandati i due consoli del 74 Marco Aurelio
Cotta e lucio licinio lucullo fino al 67 lucullo ebbe molti successi, sgombro’ la bitinia, occupo’ il ponto e mirtidate si ritiro’
in armenia dal genero tigrane nel 71. lucullo invase poi l’armenia e ne prese la capitale nel 69. i suoi soldati pero si
ribellarono e i suoi comandi furono revocati e mirtridate ne approfitto’ per riprendere le ostilita’ nel 67. quest’anno il
tribuno della plebe aulo gabinio propose misure drastiche contro i pirati dantonper tre anni a pompeo un imperium
infinitum sul mediterraneo con pieni poteri anche sull’entroterra. pompeo cosi caccio’ rapidamente i pirati dal mediterraneo
occidentale. nel 66 il tribuno della plebe caio manilio chiese che venisse esteso a pompeo anche il comando della guerra
contro mitridate che si fece trafiggere nel 63 per non cadere in mano romana. nel 62 pompeo rientro’ a roma decretando
il trionfo.

a roma si era verificata una grave crisi, lucio sergio catilina non venne eletto alle elezioni consolari del 65, ma ci riprovo’
nel 63, ma al suo posto venne eletto l’homo novus cicerone. Catilina organizzo’ la famosa congiura per prendere il potere
con la forza, ma nel 62 venne scoperto.

alla morte di tolomeo 8 evergete nel 116 il regno d’egitto per i problemi di successione si rivolse piu volte a roma. nel 96
venne lasciata a roma la cirenaica. poi roma venne legata per testamento a roma. il problema dell’egitto divenne attuale
per roma nel 64-63 con pompeo che si era affacciato sui confini dell’egitto e del mar rosso. nel 63 con la legge agraria di
publio servilio rullo anche l’egitto venne incluso nel progetto di assegnazione fondiaria.
dal primo triumvirato alle idi di marzo:

nel 62 pompeo sbarco’ a brindisi e smobilio’ il suo esercito convinto di ottenere dal senato la ratifica degli assetti
territoriali e provinciali da lui decisi in oriente, e e concessioni di terre ai suoi veterani. in senato pero i suoi avversari
politici lo umiliarono opponendosi. cosi pompeo si riavvicino’ a crasso e al suo emergente alleato cesare creando nel 60 a.c. il
primo triumvirato, un accordo privato e segreto di sostegno reciproco. secondo il loro piano cesare sarebbe dovuto
diventare console nel 59 per varare la legge che sistemasse i veterani di pompeo e crasso avrebbe tratto vantaggio per le
sue compagnie di appaltatori e cavalieri. l’accordo tra i tre fu anche suggellato dal matrimonio tra pompeo e giulia, figlia
di cesare.

l’accordo funziono’ e nel 59 cesare fu console. stipulo’ due leggi agrarie che prevedevano la distribuzione ai veterani di
pompeo di tutto l’agro pubblico e per i fondi necessari sarebbero stati usati i bottini di guerra di pompeo. furono poi
ratificate tutte le decisioni assunte da pompeo in oriente e, come desiderava crasso, fu ridotto di un terzo il canone
d’appalto delle imposte della provincia d’asia. fu poi approvata la lex iulia de repetundis per i procedimenti di concussione e
un altro provvedimento che prevedeva la pubblicazione dei verbali delle sedute senatorie e delle assemblee popolari. sul
finire del consolato il tribuno della plebe publio vatinio fece un provvedimento che attribuiva a cesare per 5anni il
proconsolato della gallia cisaplina e poi anche della gallia narbonese.

perti’ per le probince nel 58 a.c., come tribuno della plebe fu eletto publio clodio pulcroche nel 62 era stato vittima di uno
scandalo ed era potuto accedere in politica facendosi adottare da una famiglia plebea. clodio fece approvare una serie di
leggi, ta cui auella che riabilitava i collegia (precedentemente aboliti nel 64), clodio sfrutto’ le funzioni di queste
associazioni per avere delle bande armate al suo servizio. poi introdusse con un provvedimento l’esilio per chiunque avesse
condannato a morte un cittadino romano senza farlo appellare al popolo (frecciatina a cicerone).

quando cesare arrivo’ in gallia era in atto una migrazione di elvezi verso occidente, ma cesare gli sconfisse nel 58. intant
un gruppo di svevi era passato a sinistra del fiume e gli edui chiesero aiuto ai romani che intervennero e risolsero il
problema nel 58. cesare ritorno’ in cisalpina, ma a nord si ebbe una reazione dei belgi che furono battuti nel 57. intanto il
legato di cesare publio lucio crasso sottomise le tribu della nromandia e della bretagna. i successi di cesare, oltre per la
sua abilita’ militare nell’adattarsi a ogni situazione, fu anche grazie alla disunione delle tribu galliche. nel 57 cesare
comunico’ al senato che la gallia poteva ritenersi pacificata.

alla fine del suo tribunato claodio era tornato provato cittadino ma continuava a usare le sue bande organizzate e i supi
avversari fecero rientrare a Roma cicerone e misero come tribuno della plebe tito annio milone. un bersaglio di clodio
divenne pompeo per aver appoggiato il ritorno di cicerone nel 57. contro cesare veniva chiesto che si revocasse la legge
dell’agro campano e uno dei candidati alle elezioni consolari per il 55, lucio domizio emobarbo, lascio’ intendere che se eletto
avrebbe posto la revoca del mandato di cesare in gallia. cesare si riuni’ con crasso a ravenna e poi anche con pompeo a
lucca. il comando di cesare in gallia fu allungato per altri 5 anni e raddoppiate le legioni. nel 55 pompeo e crasso furono
consoli e fu assegnata a pompeo la provincia di spagna e a crasso la siria. al ritorno di cesare in gallia trovo’ una rivolta
in bretagna e sul reno anniento’ gli usipeti e i tencteri. nel 54 ci fu una vera e propria campagna militare in britannia. la
bramde crisi si verifico nel 52 al centro della gallia con la guerra contro vercingetorige che fu battuto e portato a roma e
decapitato 6 anni dopo nel 46.

crasso giunse in siria nel 54 e aveva cercato di inserirsi mella contesa dinastica nel regno dei parti. nel 53 invece di
invadere il paese si rimise in marcia in mesopotamia e venuto a contatto con i parti a carre furono battuti. le aquile di
sette legnioni furono catturate, la vendetta di questo fatto sara’ portata a termine solo con augusto. crasso in questa
occasione fu ucciso.

dopo l’anno del consolaro comune pompeo era rimasto a roma, na tra il 54 e il 53 i suoi vincoli nei confronti di cesare
erano diminuiti per la morte di crasso e della miglie giulia. nel 53 a roma non si era riuscito ad eleggere nessun console,
cosi venne nominato dittatore Pompeo. all’inizio del 52 si affrontarono sulla via appia le bande di clodio e milone e clodio
rimase ucciso, pompeo venne nominato console senza collega e fece votare una legge repressiva in materia di violenza e
broglio elettorale. approfittando di questa occasione gli avversari di cesare cercarono di destituirlo in anticipo dalla sua
carica per farlo tornare a roma come privato cittadino per poterlo poi mettere sotto accusa. Cesare, come proconsole, era
stato sempre assente da roma dal 58 e il suo mandato sarebbe scaduto, ler i suoi avversari nel 50, per lui nel 49. per
evitare ogni procedimento contro di se cesare si trovava nella posizione di dover rivestire di nuovo il consolato senza
interruzioni, nel 52 pero pompeo aveva proposto una legge che prevedeva che tra due magistrature dovesse trascorrere un
intervallo di tempo di 5 anni (anche se lui si era fatto gia prorogare il mandato in spagna fino al 47). una seconda legge
poneva l’obbligo a tutti di presentare la candidatura di persona. dal 51 iniziarono le discussioni suoi poteri di cesare. nel 50
il tribuno della plebe caio scribonio curione consiglio’ per uscire dalla crisi di abolire tutti i comandi straordinari. all’inizio
del 49 cesare mando’ al senato una lettera in cui si dichiarava disposto ad abbandonare il comando qualora anche pompeo
l’avesse fatto, ma non fu cosi. cesare varco’ in armi il rubicone (pomerio) e diede inizio alla guerra civile, pompeo
abbandono’ roma e si diresse a brindisi con il suo seguito per imbarcarsi verso oriente. cesare torno’ a roma per un breve
periodo e poi inizio’ a battersi cin le forze di pompeo in spagna e li sconfisse a ilerda. negli ultimi anni del 49 a roma
rivesti’ la carica di dittatore per convocare i comizi elettorali che lo elessero console per l’anno 48. pompeo intanto aveva
posto il suo quartier generale a tessalonica, ma cesare nel 48 riusci’ ad assediare durazzo. lo scontro decisivo di ebbe a
farsalo nel 48 dove le truppe pompeiane vennero sconfitte e pompeo fuggi’ in egitto dove fu assassinato (contesa tra
tolomeo 13 e cleopatra 7 che vinse col fratello tolomeo 14). nel 47 cesare stette per breve tempo a roma, ma riparti’ in
africa per battere i pompeiani a tapso nel 46, creando la provincia di africa nova. tornato a roma cesare celebra il
trionfo.
mentre era in egitto nel 48 cesare era stato nominato dittatore per un anno e nel 46 fu eletto al terzo consolato. a meta’
del 46 divenne dittatore per 10 anni, nel 45 ricopri’ il quarto consolato e nel 44 divenne dittatore a vita. gli vennero assegnati
molti poteri straordinari , come vegliare sui costumi e controllare le liste di senatori, cavalieri e cittadini, aveva la potesta’
tribunicia e il potere di fare trattati di pace o dichiarazioni di guerra senza consultare il senato o il popolo, poteva scegliere i
candidati alle elezioni magistratuali. nel 49 aveva creato molte riforme:
• richiamare in patria esuli e condannati politici
• facilitazione ai debitori
• cittadinanza romana agli abitanti della transpadana
• dal 46 al 44 il senato passa da 600 a 900 membri
• da 20 a 40 questori
• da 4 a 6 edili
• da 8 a 16 pretori
• abbassa le qualifiche censitarie per essere cavalieri
• giurie dei tribunali permanenti sia senatori che cavalieri
• sanzioni severe ai colpevoli di malversazione e viene rivisto il sistema tributario provinciale
• un anno carica di pretore, due per i proconsoli
• cittadini tra i 20 e i 60 anni non potevano stare lontani dal paese per piu di tre anni consecutivi, i figli dei senatori
potevano allontanarsi solo per incarichi statali
• disciolte associazioni popolari
• distribuzione gratuita di grano per aventi diritto a numero chiuso
• distribuzione terre a veterani di cesare
• ristrutturazione urbanistica, edilizia, lavori pubblici
• 46 a.c. calendario civile

l’eccessiva concentrazione di poteri in una sola persona aveva creato allarme nello stato e prima di partire nel 44 per una
grande campagna militare contro i parti, cesare venne ucciso alle idi di marzo da una congiura organizzata nella curia
pompeiana.

agonia della repubblica:

i cesaricidi non avevano eliminato i suoi collaboratori come Marco Emilio Lepido e Marco Antonio che cominciarono a
riorganizzarsi. antonio riusci’ ad imporre una politica di compromesso che venne ratificata dal senato, l’amnistia per i
congiurati e la convalida degli atti del defunto dittatore e il consenso ai suoi funerali di stato. fu pero abolita la
dittatura dalle cariche dello stato. antonio approfitto’ del possesso delle carte private di cesare per passare una serie di
progetti di legge che sosteneva di averci trovato. alla lettura del testamento si scopri’ che il dittatore aveva nominato un
erede, caio ottavio che in quel momento si trovava ad Apollonia per la campagna partica. alla notizia si diresse in italia
per reclamare la sua eredita’ e pose come principale obbiettivo politico la celebrazione della memoria del padre adottivo e
la vendetta verso i suoi uccisori. per controllare piu da vicino l’italia antonio si era fatto assegnare le province della
gallia cisalpina e della gallia comata. quando pero antonio si mosse verso la cisalpina il governatore a cui era stata
originariamente assegnata, becimo bruto, rifiuto’ di lasciargliela e si rinchiuse a modena che antonio assedio’, guerra di
modena nel 43. venne quindi affidato ad ottavio l’imperium e antonio fu battuto.

poiche’ entrambi i consoli dell’ anno ( aulo irzio e caio vibio pansa) erano morti, ottavio chiese il consolato per se e
ricompense per i suoi soldati, ma dopo il rifiuto, marcio’ su roma e nell’agosto del 43 venne eletto console insieme a
quinto pedio. fecero revocare tutte le misure di amnistia e istituirono un tribunale speciale per perseguire i cesaricidi,
fece anche ratificare la sua adozione dai comizi centuriati prendendo il nome di caio giulio cesare ottaviano. antonio in
gallia si era congiunto con lepido. eliminando il provvedimento senatorio che dichiarava antonio nemico pubblico, antonio,
ottaviano e lepido nel 43 crearono il secondo triumvirato di durata di 5 anni (fino al 38 a.c.) stipulando l’accordo a
Bologna (rei publicae costituendae). questo accordo attribuiva ad antonio la gallia cisaplina e comata, a lepido la gallia
narbonese e le due spagne e ad ottaviano l’africa, la sicilia, la sardegna e la corsica. ad ottaviano venne data la parte
peggiore perche’ in sicilia si poneva il problema di Sesto Pompeo. vennero riaperte le liste di proscrizione, di cui una
vittima nota fu cicerone. i triumviri rivolsero le armi verso oriente dove bruto e cassio si erano creati una base di
potere e li sconfissero a filippi nel 42. nello stesso anno venne divinizzato cesare e ottaviano prese l’appellativo di divi
filius. con questi provvedimenti avevano decimato l’opposizione senatoria e avevano creato una nuova aristocrazia.

rafforzato il presidio militare di antonio si riservo’ il comando su tutto l’oriente, a lepido fu assegnata l’africa e a
ottaviano le spagne e il compito di sistemare i veterani delle legioni, aggiunto al problema cin sesto pompeo a cui si erano
uniti i superstiti delle proscrizioni e di filippi. la sistemazione dei veterani fu difficile perche’, non essendo rimasto piu
agro pubblico, si doveva procedere con delle espropriazioni per ricompensare i veterani e ne risentirono i piccoli e medi
proprietari terrieri (virgilio). il tutto sfocio’ in una protesta nel 41 comandata dalla moglie di antonio fulvia e dal fratello
lucio antonio a perugia dove furono sconfitti. temendo allora un’alleanza tra antonio e sesto pompeo, ottaviano decise di
sposare scribonia nel 40, imparentata con sesto pompeo. a questo punto antonio e ottaviano si incontrarono a brindisi nel
40 dove venne sottoscritta un’intesa che attribuiva ad ottaviano l’occidente e ad antonio l’oriente e il tutto fu sugellato
dal matrimonio di antonio con ottavia, sorella di ottaviano. per una rivolta di sesto pompeo per non essere stato preso in
considerazione nell’accordo di brindisi blocco’ le forniture di grano che arrivavano via mare, cosi ottaviano ed antonio si
incontrarono di nuovo nel 39 dove fecero l’accordo di miseno che vedeva il comando della sicilia,sardegna, corsica e
peloponneso in mano a sesto pompeo. l’equilibrio pero duro’ poco e sesto pompeo riprese le rivolte nel 38 cosi ottaviano
sposo’ livia drusilla nel 37 ( da tiberio claudio nerone aveva avuto tiberio, futuro imperatore, ed era incinta di druso).
la sardegna e la Corsica vennero riconsegnate ad ottaviano, ma inizio’ uno scontro per il possesso della sicilia.
nel 37 ottaviano ed antonio fecero il patto di taranto in cui venne rinnovato fino al 32 il triumvirato, intanto, marco
vespasiano agrippa, console del 37 e amico di ottaviano, creo’ il porto militare di pozzuoli dove furono addestrate l e
flotte che sconfissero sesto pomepo. lepido aveva partecipato con ottaviano a questa spedizione e pretendeva il possesso
dell’isola, ma ottaviano lo dichiaro’ decaduto e si ritiro’ nella sua villa del circeo con il solo ruolo di oontefice massimo,
fino alla sua morte avvenuta nel 12 a.c. al ritorno a roma ottaviano fu riempito di oneri e ricevette l’inviolabilita’ come
tribuno della plebe e l’imperium. per coronare anche la gloria militare, con l’aiuto di agrippa, porto’ avanti una campagna
contro gli illiri 35-34 a.c.

antonio nel frattempo aveva concentrato tutte le sue attenzioni sull’oriente comprendendo anche l’egitto, dove aveva
soggiornato nel 41-40 e in cui aveva avuto due figli con cleopatra 7. porto’ avanti anche una campagna contro i parti nel
40 e nel 39 si diresse ad atene. nell’autunno del 37 si ritrovo’ con cleopatra e nel 36 inizio’ una seconda spedizione
partica. visto il tradimento di ottavia con cleopatra, ottaviano si vide offeso, cosi nel 32 allo scadere del triumvirato,
quando i consoli chiesero la ratifica delle decisioni prese da antonio in oriente ottaviano si oppose e ottenne che nel 31
venisse privato di tutti i poteri come difensore di roma. inizio’ cosi una seconda guerra civile non dichiarata perche’
scatenata cin verso antonio, ma verso cleopatra. lo scontro decisivo di ebbe ad azio nel 31 dove antonio e cleopatra
scapparono e nel 30 si suicidarono entrambi in egitto. ottaviano entro’ con le truppe ad alessandria e proclamo’ l’egitto
nuova provincia romana.
augusto:

nel 31 a.c. ottaviano si trovo’ padrone assoluto dello stato romano. la soluzione adottata da ottaviano, restauratrice nella
forma ma rivoluzionaria nella sostanza, segna una cesura fondamentale nella storia di roma. dal 31 si fa iniziare
convenzionalmente il periodo del principato, in cui il regime istituzionale era incentrato nella figura di un reggitore unico del
potere (primceps). arriva cosi a compimento il processo della personalizzazione della politica. la razionalizzazione
dell’amministrazione attuata da augusto e dai suoi successori, l’integrazione in senato delle elites delle diverse regioni
dell’impero e il ruolo politico e sociale degli eserciti dislocati nelle province, faranno si che la storia romana, da augusto,
divenga sempre piu storia dell’impero (storia del rapporto e dell’integrazione di territori e popolazioni rispetto al centro del
potere).

il ritorno di ottaviano in italia nel 29 fu celebrato con il festeggiamento di tre trionfi:


• delle campagne dalmatiche del 35-33 a.c.
• della vittoria di azio 31 a.c.
• dell’ egitto 30 a.c.
il processo di riconoscimento giuridico della nuova forma istituzionale inizio’ in realta’ solo nel 27. all’inizio dell’anno
Ottaviano entro’ nel suo settimo consolato avendo come collega il suo amico Agrippa. in una sua famosa seduta del senato
ottaviano rinuncio’ formalmente a tutti i suoi poteri straordinari accettando solo un imperium proconsolare per 10 anni
sulle province non pacificate (spagna, gallia, siria, cilicia, cipro, egitto). qualche giorno dopo il senato lo proclamo’ auguto
che lo proiettava in una dimensione sacrale. nelle sue “res gestae” Ottaviano si definisce con auesto potere come “superiore
a tutti per autorita’” (primo uomo dello stato). l’architettura istituzionale da lui adottata si rivela ispirata alla prudenza
e al compromesso con la tradizione senatoriale repubblicana. la nuova organizzazione dello stato rappresentava il definitivo
superamento delle istituzioni della citta’ stato. il principe si poneva come un punto di riferimento e di equilibrio fra le
diverse componenti della nuova realta’ che poteva ormai dirsi imperiale. il benessere materiale di roma dipendeva anche dalla
prosperita’ delle province.

tra il 27 e il 25 a.c. augusto si reco’ in gallia e poi in spagna settentrionale dove combatte’ contro gli austiri e i cantabri,
in questo modo dimostra di provvedere con solerzia alla pacificazione dei territori provinciali che gli erano stati assegnati
dal senato e nello stesso tempo rafforzava il contatto con l’esercito e con i veterani insediati nelle province. nel 23 a.c. si
verifico’ una grave crisi, in spagna augusto si era seriamente ammalato e si pose il problema della successione del principe.
il regime imponeva che al vertice dello stato ci fosse una sola persona, ma la mancanza di precedenti e di una prassi per
la successione creava i presupposti per un vuoto di potere. nel nuovo regime furono introdotte delle correzioni che
definirono in modo pressoche’ definitivo la sostanza dei poteri imperiali, augusto depose il potere consolare (che deteneva
ininterrottamente dal 31) e ottenne un imperium proconsolare che gli consentiva di agire con i poteri di un promagistrato
su tutte le province, anche quelle che nel 27 furono assegnate al senato. questo potere fu definito imperium maius che non
consentiva pero ad augusto di agire sulla vita politica a roma. per questo motivo gli venne anche attribuito il ruolo di
tribuno della plebe ed ebbe il diritto di convocare il senato. le elezioni, invece, furono riprese in modo regolare nel 27 , ma
erano controllate da augusto attraverso la nominatio e la commendatio.

nel 22 augusto rifiuto’ la dittatura offertagli dal popolo e assunse la cura annonae, l’incarico di provvedere
all’approvvigionamento di roma. nel 19 e nel 18 divenne anche censore. anche agrippa aveva ricevuto nel 23 l’impero
proconcolare di 5 anni e si reco’ in oriente, mentre augusto stava a roma. tra il 22 e il 19 augusto si porto’ sul confine
orientale dove sistemo’ la questione partica e armena. attraverso una trattativa diplomatica riusci’ a recuperare le insegne
delle legioni perse da crasso e marco antonio e furono trasferite nel tempio di marte ultore. nel 18 scadeva il mandato di
19 anni delle province non pacificate di augusto e anche quello di agrippa, ma entrambi si fecero rinnovare il mandato per
altri 5 anni, ad agrippa venne anche attribuita la tribunicia potestas e inizio’ ad avere una posizione sempre piu vicina a
quella del princeps. da questo momento in poi non ci furono ulteriori variazioni al potere di augusto, tranne nel 12 a.c.
quando alla morte di lepido acquisto’ il potere di pontefice massimo. nel 2 a.c. gli venne dato anche il titolo dinpater
patriae.

l’attribuzione dell’imperium proconsolare e del potere tribunizio crearono un potere personale non riconducibile alla somma
delle magistrature repubblicane da cui esso era costituito, creando cosi una duplice sfera di competenze, quella tradizionale
repubblicana e quella specifica del princeps. il senato negli ultimi anni della repubblica aveva visto una profonda
trasformazione nella sua composizione tradizionale con un notevole aumento dei membri in seguito all’ingresso massiccio di
sostenitori di cesare e poi dei triumviri. inoltre augusto favori’ l’accesso nel senato delle elites provinciali piu fortemente
romanizzate. le misure prese da augusto furono adottate principalmente in due occasioni, nel 29/28 e nel 18 a.c., prima si
fece conferire la potesta’ ce soria e procedette alla lectio senatus espellendo dall’assemblea le persone indegne. nel 18 a.c.
condusse una piu radicale revisione, riportando il numero di senatori a 600 come previsto da silla, augusto, inoltre, rese la
dignita’ senatoria una prerogativa ereditaria. per essere senatori bisognava intraprendere una magistratura, ma augusto
si riservo’ la facolta’ di intervenire designando a una carica propri candidati. augusto designo’ una distinzione netta tra
ordo equester (non vincolato alla partecipazione effettiva al senato ma formato dalle famiglie senatorie) e senatus. si
definirono cosi in modo rigoroso i due raggruppamenti da cui veniva reclutata la classe dirigente dello stato romano, gli
amministratori militari e civili. i senatori detenevano tutte le piu importanti magistrature a roma e le maggiori posizioni di
comando civile e militare in provincia, poiche’ il loro numero non era sufficiente vennero impiegati anche dei membri
dell’ordine equestre.

a roma l’azione di augusto poteva essere valutata su due piani: quello monumentale e quello della razionalizzazione dei
servizi. in coerenza con l’ideologia della restaurazione repubblicana augusto non diede alcun rilievo particolare alla sua
residenza e una parte di essa era diventata edificio pubblico, ospitandovi un focolare di vesta e vicino alla sua casa sul
palatino fece costruire il tempio di apollo, si concentro’, inoltre, sul foro romano dove completo’ i programmi edilizi
iniziati da cesare. fece anche costruire il tempio di cesare, restauro’ la sede del senato, il foro di augusto e il tempio di
marte ultore. trasformo’ anche l’aspetto del campo marzio e fece edificare il pantheon. nella carestia che colpi’ roma nel
22 augusto introdusse la cura annonae e con i suoi mezzi finanziari riusci’ a fronteggiare l’emergenza con distribuzioni
gratuite di grano. verso l’8 d.c. per un’altra grave crisi augusto istitui’ un servizio stabile che doveva provvedere al
rifornimento di grano nelle province (praefectus annonae). il governo di roma era attribuito ad un praefectus urbi,
appartenente all’ordine senatorio, ma non ci furono grandi riforme amministrative. tutti gli abitanti dell’italia erano
diventati cittadini romani e augusto divise l’italia in 11 regioni. l’amministrazione delle province, invece, vide un
cambiamento di natura politica, infatti, le province che ricadevano sotto la responsabilita’ diretta di augusto erano quelle
in cui si trovavano una o piu legioni, queste province non pacificate erano 13 alla fine del suo principato, queste venivano
governate da appositi legati (legati augusti pro praetore) scelti tra i se atori di rango pretorio o consolare, i legati
avevano il governo della provincia e il comando delle legioni, ma non il potere di riscuotere le tasse (affidate a
procuratori di rango equestre). nelle altre province, 10 all’inizio del 1 d.c., i governatori erano sempre senatori, ma scelti a
sorte tra i magistrati che avevano ricoperto la pretura o il consolato, restavano in carica un anno solo ed erano assistiti
da questori. anche nelle province del popolo augusto poteva intervenire in virtu del suo imperium maius. un’eccezione a
questo ordinamento era costituita dall’egitto che era stato assegnato ad un prefetto di rango equestre, una soluzione
adottata per le particolari circostanze in cui la provincia venne creata e dalla sua importanza per gli approvvigionamenti
di grano per roma. fu inoltre necessario creare un sistema razionale per l’esazione di imposte e tasse, augusto stabili’
nuovi criteri per determinare l’ammontare dei tributi meglio commisurati alle capacita’ contributive dei provinciali.

i veterani ricevettero sopratutto terre poi, invece, iniziarono ad ottenere sopratutto denaro, infatti, la creazione di una
cassa speciale nel 6 d.c., eranio militare, finanziati con i proventi di una tassa apposita sulle eredita’ e garanti’ al soldato
che avesse ottenuto l’honesta missio, un premio di congedo. con augusto il servizio militare nelle legioni fu riservato in
linea di principio ai volontari, che erano per lo piu italici, ma iniziarono anche ad esserci dei provinciali. l’esercito era
quindi formato da professionisti che restavano in servizio per molti anni e che ricevevano un soldo di 225 denari all’anno,
si costrui’ cosi una forza permanente effettiva composta da 25 legioni, ognuna designata da un numero e da un nome. fu
anche istituita una guardia pretoriana permanente e si trattava di un corpo militare d’elite composto da 9 coorti che
reclutavano principalmente cittadini romani residenti in italia, che guadagnavano un soldo piu alto rispetto agli altri soldati
e migliori condizioni di servizio. augusto creo’ anche dei contingenti regolari di truppe ausiliarie di fanteria e cavalleria
reclutate tra popoli soggetti all’impero e comandate da ufficiali romani ma anche da capi di tribu locali. augusto ebbe
molti soggetti anche nella politica esterna, anche se le acquisizioni di nuovi territori furono limitare perche’ si affidava
prevalentemente alla diplomazia.l’unico insuccesso fu la mancata sottomissione delle popolazioni germaniche.

i particolari poteri che aveva ricevuto augusto dal senato e che avevano creato la sua auctoritas non costituivano una
vera e propria carica a cui dopo la sua morte qualcuno potesse succedere, ne potevano essere trasmessi secondo un
principio dinastico. la prima preoccupazione di augusto fu quella di integrare la sua famiglia nel nuovo sistema politico e
nella propaganda ideologica celebrando l’ascendenza divina. l’erede scelto all’interno della famiglia avrebbe ricevuto, non
solo il patrimonio privato, ma anche una sorta di orestigio che gli garantiva un accesso privilegiato alla carriera politico-
militare e un ruolo singolare nella res publica. per la successione augusto si rivolse verso i figli della terza moglie livia
che aveva avuto dal matrimonio con tiberio claudio nerone, tiberio e durso. tiberio dovette divorziare dalla sua prima
moglie e sposare giulia nel 1 a.c., ricopri’ due volte il consolato e celebro’ il trionfo pe rle sue campagne germaniche nel 7
a.c., nel 6 a.c. ricevette anche la potesta’ tribunicia ma si ritiro’ dalla vita politica e si autoesilio’ a rodi. augusto pretese
che tiberio adottasse germanico nel 4 d.c. e tiberio fu contemporaneamente adottato da augusto, poi gli furono attribuiti
la potesta’ tribunicia e l’imperium proconsolare, nel 13 d.c. celebro’ il rrionfo sui germani e gli venne conferito un
imperium al pari di quello di augusto.

la celebrazione della pace e della figura provvidenziale di augusto si manifesto’ andhe in cerimonie, nella monetazione,
nella letteratura e nel generale coinvolgimento di intellettuali nella promozione del consenso al suo programma di
restaurazione morale all’interno dello stato e di pacificazione all’estero. come esempio vediamo le opere di Virgilio, orazio,
properzio, ovidio, grazie all’azione di mecenate. non bisogna pero’ pensare che gli intellettuali aderissero totalmente al
programma augusteo.augusto usava anche celebrare ricorrenze particolari, come i ludi seculares del 17 a.c.
i giulio claudi:

la morte di Augusto avvenne in campania nel 14 d.c., tiberio a questo punto non volle subito tutti i poteri che aveva
augusto, ma propose al senato di suddividerli in piu persone, il senato pero lo spinse ad accettare i poteri e le prerogative
che erano state di augusto e Tiberio accetto’. qui si rivela l’impossibilita’ del senato di tornare indietro alla forma
repubblicana senza la presenza di una parallela autorita’ di un singolo che ereditasse l’auctoritas e l’iniziativa politica di
augusto. tra il 14 e il 68 d.c. il potere rimase all’interno della famiglia giulio-claudia. alla morte di tiberio. on abvenne
quanto previsto da augusto che aveva previsto come successorr Germanico perche’ quest ultimo mori’ nel 19 d.c. e la
successione ando’ a favore di gaio, detto caligola. prescindeva quindi dalla carriera politico-militare, da un’adozione e anche
dalla preparazione istituzionale, caligola, infatti, non era stato adottato da tiberio e non aveva condiviso poteri con lui,
ma era solo in linea familiare. alla morte di caligola il potere rimase nella famiglia di germanico passando ad un membro
della generazione precedente, claudio (fratello di germanico), quindi estraneo alla famiglia giulia. l’ultimo esponente della
dinastia sara’ nerone com cui entrera’ la famiglia dei domizi, infatti, era figlio di un aristocratico esterno alla famiglia di
augusto, cneo domizio enobarbo e fu erede della famiglia giulio claudia da parte di madre (agrippina minore) e fu adottato
da claudio.

tiberio 14-37 d.c.: il suo governo fu una positiva prosecuzione di quello augusteo, ma emerge il problema del rapporto tra il
princeps e il senato, i tratti negativi del carattere di tiberio oscurano il fatto fondamentale della sua volonta’ di
rispettare le forme del governo repubblicano gia valorizzate da augusto, come il rifiuto degli oneri divini per dimostrare
uno spirito tradizionalista. tiberio fu un amministratore accorto dello stato e ha portato a definitivo compimento la
modifica del sistema elettorale, con il passaggio della votazione dai comizi a partecipazione popolare al senato. tiberio si
trovera’ anche a fronteggiare una opposizione che rivendicava l’autonomia decisionale e la libertas del senato. all’ inizio del
suo regno si ebbe la stabilizzazione della frontiera renana, ma non prosegui’ ampliando i territoriali in germania. la morte
di germanico si puo considerare un caso di delitto politico, infatti, tiberio mando’ germanico in siria dove condivise il
comando dell’esercito con il proconsole calpurnio pisone, tra i due nacquero gravi contrasti e germNico mori’
improvvisamente mostrando segni di avvelenamento. a Roma si trattava di affrontare il problema della successione alla
quale erano canditati druso minore e uno dei tre figli di germanico e agrippina. la svolta nel regno di tiberio si ebbe dal
23 d.c. quando il prefetto del pretorio Seiano inizio’ a crearsi un forte potere personale e aspiro’ alla successione, a
questo punto antonia la madre di germanico risveglio’ in tiberio i sospetti su seiano che fu arrestato e giustiziato. gli
ultimi anni del regno di tiberio furono colpiti da una grave crisi finanziaria e da contrasti con il senato. al momento
dell’adozione tiberio segno’ come eredi congiunti tiberio gemello (figlio di druso minore) e caligola, ma nel 37 d.c. il senato
riconobbe come unico erede caligola.

caligola 37-41 d.c.: l’impero di caligola fu relativamente breve e ricordato per le sue stravaganze. fu accolto con grande
entusiasmo dall’esercito e dalla plebe e inauguro’ una politica di donativi, spettacoli e ambiziosi piani edilizi che esaurirono
le risorse finanziarie lasciate da tiberio. molto piu freddo era l’atteggiamento del senato, infatti, le fonti riportano una
malattia mentale di caligola e la sua inclinazione verso un dispotismo orientale e un’ondata di esecuzioni. in politica estera
caligola si curo’ di ripristinare in oriente un sistema di stati cuscinetto con i cui sovrani aveva relazioni personali di
amicizia ereditate da marco antonio. con gli ebrei nacque uno dei conflitti meglio documentati del periodo di caligola,
perche’ l’imperatore volle collocare una propria statua nel tempio di Gerusalemme per instaurare la propria divinita’. nel
gennaio del 41 d.c. caligola cadde vittima di una congiura organizzata dai pretoriani e la sua morte evito’ che scoppiasse il
conflitto in giudea e pose fine ai dissidi nelle citta orientali.

claudio 41-54 d.c.: suo zio claudio che prese il potere ormai cinquantenne viene definito dalle finti come sciocco e inetto,
dedito alle manie erudite, ma in realta’ il suo regno sembra contraddire questa presentazione. claudio introdusse una
significativa riforma per cui l’amministrazione centrale fu divisa in quattro uffici, un segretariato generale e altri tre di
cui uno per le finanze, uno per le suppliche e uno per l’istruzione dei processi da tenersi davanti all’imperatore (tutti con
a capo dei liberti). creo’ anche nuove soluzioni ai problemi di approvvigionamento granario e idrico, fece anche costruire il
porto di ostia, un nuovo acquedotto e bonifico’ la piana del fucino. diede anche il diritto di accedere al senato ai notabili
della gallia comata e si mostro’ interessato alle province con una politica di integrazione, fondazione di colonie,
cittadinanza ad alcune popolazioni alpine. dovette anche risolvere delle questioni lasciate aperte da caligola, come la guerra
in mauretania e la questione orientale. fece anche un provvedimento di espulsione degli ebrei da roma nel 49 d.c., ma
l’impresa piu rilevante di claudio fu nel 43 d.c. quando conquiso’ la britannia meridionale rendendola provincia. il regno di
claudio e’ caratterizzato anche dagli intrighi di corte e, inoltre, lui nel 48 sposera’ Agrippina che nel 54 d.c. non esito’ ad
avvelenarlo per assicurare al figlio nerone la successione al trono.

nerone 54-68 d.c.: il principato di nerone fu impostato su premesse diverse da quelle augustee. il mutamento della
concezione del potere del priceps e’ evidente gia nel “de clementia”, opera del 55 d.c. di Seneca (manifesto teoretico e
programma di governo per nerone), l’ideologia augustea appare completamente superata e la res publica e’ nelle mani di
una sola personalita’. in un primo tempo nerone assecondo’ l’influenza che seneca esercitava su di lui, insieme s Afranio
Burro prefetto del pretorio, creando una forte collaborazione con il senato. progressivamente, pero, se ne distacco’
inclinandosi verso un’idea teocratica e assoluta del potere imperiale, provocando l’opposizione senatoria e quella delle
antiche famiglie repubblicane. si macchio’ di gravi delitti come l’assassinio della madre nel 59 d.c. il suo dispotismo culmino’
nell’incendio di roma del 64 d.c. di cui furono incolpati i cristiani e che fece molte vittime tra i senatori e mise in mostra
tutte le motivazioni che portarono alla sua eliminazione. i costi per la ricostruzione dopo l’incendio furono talmente alti da
alimentare una forte perdita di consenso. nelle province nel 60 d.c. ci fu una grave ribellione delle popolazioni che aveva
come causa il duro comportamento dei procuratori imperiali che prendevano le tasse, in giudea nel 66 il motivo della
ribellione fu il furto di una parte del tesori nel tempio di Gerusalemme. per ripristinare l’ordine nerone uso’ molto processi
e confische . nel 65 venne minacciato dalla congiura dei pisoni che venne scoperta e in cui mori seneca.
in politica estera nerone ottenne qualche successo ad oriente come la vittoria sui parti in armenia. nerone poi parti’ per la
grecia per partecipare agli agoni periodici nelle polis. in giudea era scoppiata una ribellione contro cui nerone aveva
mandato muciano e vespasiano, mentre vespasiano riusciva a riportare sotto controllo la situazione in palestina nell’inverno
tra il 67 e il 68 giunse a roma la notizia della ribellione del legato della gallia lugdonensis giulio vindice, questa fu
rapidamente domata ma fu l’inizio di una catena di sollevazioni, come quella di galba (spagna). anche i pretoriani
abbandonarono nerone e il senato lo dichiaro’ nemico pubblico e riconobbe galba come nuovo princeps, nerone allora si
suicido’. la sua fine segna anche quella della dinastia giulio claudia.

l’anno dei quattro imperatori e i flavi:

si erano create le condizioni per una nuova guerra civile che vide contrapporsi senatori, governatori di provincia e
comandanti militari, che forti dei loro eserciti assumevano il titolo di imperatore. l’esito finale con la proclamazione ad
imperatore di vespasiano mostro’ come il principato potesse essere rivestito anche ds un uomo di origini modeste ed e’
chiaro come l’impero non poteva essere piu appannaggio di una sola famiglia, l’alternativa che si poneva tra successione
dinastica o successione per adozione e’ tipica del 2 secolo d.c.

galba: anziano senatore proclamato dal suo esercito ma all’inizio rifiuta, poi viene riconosciuto dal senato e accetta.
otone: imperatore nel 69 era amico di nerone ma contemporaneamente fu proclamato imperatore anche vitellio
vitellio: senatore di rango consolare, poi si ribellarono le legioni e proclamarono vespasiano
vespasiano: 21 dicembre vitellio ucciso e vespasiano proclamato dal senato.

i flavi: vespasiano inizia la nuova dinastia dei flavi che continuera’ con i figli tito e domiziano. l’idea della trasmissione
dinastica del potere sara’ celebrata attraverso l’esaltazione della aeternitas imperii. la dinastia finira’ nel 96 d.c. perche’
la politica di domiziano creera’ molta opposizione da portare alla sua uccisione.

vespasiano 69-79 d.c.: il suo principato rappresenta un sensibile progresso nella razionalizzazione dei poteri dell’imperatore
e nel definitivo consolidamento dell’impero come istituzione .nel 71 d.c. il figlio tito assunse il titolo di cesare indicandolo
cosi come successore. l’autorita’ di vespasiano fu definita in un decreto del senato in cui si elencavano tutti i poteri
dell’imperatore. vespasiano dovette fronteggiare un grave deficit nel bilancio provocato dalla politica di nerone e dalla
guerra civile, per questo ha acquisito la fama di imperatore tirchio e esoso, ma fu un ottimo amministratore riuscendo a
risanare con diversi provvedimenti il bilancio dello stato. estese ai cavalieri la responsabilita’ di alcuni uffici della
burocrazia togliendoli ai liberti e fece fronte alla crisi di reclutamento dovuta al peggioramento delle condizioni sociali ed
economiche dell’italia favorendo l’estensione della cittadinanza ai provinciali e reclutando sempre piu spesso i legionari
delle province. la politica di integrazione delle province si manifesto’ anche con la concessione del diritto latino alle citta
peregrine della soagna e con l’immissione in senato di numerosi esponenti delle elites delle province occidentali. il denaro
per la ricostruzione del campidoglio, per la creazione del colosseo e del foro della pace fu preso dal bottino di gierra,
specialmente di quella giudaica. nel 70 d.c. tito si impadroni’ di gerusalemme. stabili’ definitivamente l’ordine delle zone di
confine lasciate sguarnite dalle truppe che avevano partecipato alla guerra civile. in oriente abbandono’ la politica dei
regni clienti. vespasiano riusci’ a godere di u certo consenso.

tito 79-81 d.c.: per la successione vespasiano uso’ il sistema di augusto facendo ricoprire a tito alcune cariche insieme a
lui per facilitarne la successione, infatti nel 79 fu molto fluida. il breve regno di tito fu colpito da gravi calamita’
naturali, come l’eruzione del vesuvio che distrusse pompei ed ercolano e uccise plinio il vecchio. la popolarita’ di tito era
data da una oolitica di munificenza.

domiziano 81-96 d.c.: domiziano si distingue dai suoi predecessori per un governo autocratico. dopo una campagna condotta
nell’83 in germania il territorio conquistato fu controllato attraverso l’impianto di accampamenti fortificati inaugurando
cosi un sistema di difesa dei confini che da adriano verra’ applicato in tutto l’impero (limes). nell’85 si ando’ profilando
il problema della dacia perche’ il re decebalo era riuscito ad unificate le varie tribu e a guidarle in varie incursioni
contro il popolo romano. una prima campagna ando’ a buon fine, la seconda no a causa della rivolta di saturnino,
governatore della germania superiore, che fu domata dal legato della germania inferiore e da domiziano in persona.
questo avvenimento porto’ gravi ripercussioni sulla politica di domiziano che i auguro’ un periodo di persecuzione ed
eliminazione di perone sospette. nel 96 d.c. cadde vittima di una cingiura e fu colpito da damnatio meloriae.

il cristianesimo nasce dall’ebraismo e si configura come una religione autonoma nel corso del 1 e 2 secolo d.c. scaturita
dalla predicazione del suo fondatore Gesu nato al tempo di augusto e morto in croce sotto tiberio. il cristianesimo
primitivo inizia come un movimento all’interno del giudaismo. le comunita’ cristiane si organizzarono in un primo tempo in
forme diverse nelle diverse citta, dal 2 secolo invece in una comunita’ guidata da un singolo responsabile detto episcopus.
augusto: garantisce alle comunita’ ebraiche di conservare i colo costumi e i propri culti
tiberio: ebrei espulsi da roma insieme ai seguaci dei culti egizi
caligola: culto dell’imperatore vivente crisi dei rapporti con i giudei
claudio: come augusto, ma nel 49 espelle gli ebrei da roma
nerone: considerati sovversivi e pericolosi, accusati dell’incendio
vespasiano e tito: stroncano rivolta giudei in palestina
doiziano: ostilita’ verso cristiani ed ebrei
traiano: scambio epistolare con plinio il giovane parlano dei cristiani, non ricercati ma puniti se espressamente denunciati
nel 2 secolo il cristianesimo mette le radici in tutto l’impero, antonini moderati verso i cristiani, ma avvengono anche
crimini, nel secondo secolo ci sono anche scritti in difesa dei cristiani (tertulliano).
il 2 secolo:

il 2 secolo d.c. e’ tradizionalmente considerato il periodo piu prospero dell’impero romano che pote’ godere di un notevole
sviluppo economico e culturale. ci fu una rinnovata stabilita’ grazie al regime instaurato da nerva che contribui’ alla
ordinata amministrazione dell’impero. l’adozione di traiano da parte di nerva avvenne in uno stato di necessita’ quando la
dichiarata fedelta’ dei pretoriani a domiziano sembrava far si che nel 97 d.c. si ripresentasse a roma la guerra civile del
69 d.c.

nerva 96-98 d.c.: il breve principato di nerva, durato due anni, vide la restaurazione delle prerogative del senato e un
tentativo di riassetto degli equilibri istituzionali interni. la prima preoccupazione di nerva fu quella di controllare le
reazioni all’uccisione di domiziano e di scongiurare il pericolo dell’anarchia. fece in modo di ottenere i giuramenti di
fedelta’ dalle truppe provinciali e si preoccupo’ di abolire le misure piu impopolari di domiziano, richiamando gli esiliati e
avallando in senato la damnatio memoriae del tiranno. garantito l’ordine interno si volse ad un’opera costruttiva di politica
finanziaria e sociale a favore di roma e dell’italia, fu votata una legge agraria per assegnare lotti di terreno ai cittadini
nullatenenti e probabilmente fu durante lo stesso regno di nerva che venne varato il programma delle cosiddette
“instituzioni alimentari”. nerva trasferi’ alla cassa imperiale il costo del cursus publicus (mantenimento delle strade e delle
stazioni di cambio per messaggeri imperiali), riorganizzo’ anche il sistema idrico di roma. nel 97 d.c. si manifestarono
alcuni sintomi di crisi che minacciarono questa politica di buon governo e di restaurazione delle prerogative senatorie,
erano problemi sia economici che politico-militari. sul versante politico i pretoriani, che in un primo momento erano stati
tranquilli, chiesero la punizione degli assassini di domiziano e nerva acconsenti’. l’unico sistema per impedire di nuovo la
disgregazione dell’impero e lo scoppio di una guerra civile era quello di designare un successore che fosse in grado di
affermarsi anche militarmente contro i pretoriani, cosi nerva adotto’ e associo’ immediatamente al potere il senatore di
origine spagnola traiano. nerva visse ancora solo tre mesi e nel gennaio del 98 d.c., alla sua morte, traiano gli succedette
come imperatore.

traiano 98-117 d.c.: traiano ricevette la notizia della sua adozione mentre si trovava come governatore nel,a Germania
meridionale e a roma trono’ solo nel 99 d.c.. uni’ nella sua persona le caratteristiche di esperienza militare e il senso di
appartenenza al senato che erano state proprie della tradizione repubblicana ed erano state incarnate da Augusto,
rendendolo cosi un optimus princeps. nei suoi programmi ha un posto di rilievo l’espansione territoriale e le campagne
daciche, svolte nel 101-102 e nel 105-106 d.c., sembrano godere di particolare sostegno da perte del senato. la dacia fu cosi
ridotta a provincia (vediamo avvenimenti nella colonna traiana) e una notevole importanza per roma assume il bottino
ricavato dalla comquista e l’oro che arrivava a roma dallo sfruttamento delle miniere in dacia, questo servi’ a finanziare
le imprese militari e le spese per le opere pubbliche. l’imperatore mostro’ grande interesse anche per la frontiera
prientale dove si ebbe l’annessione del territorio dei nabatei infine, nel 114 d.c. traiano organizzo’ una grande campagna
contro i parti. traiano fu chiamato a fronteggiare una rivolta di ebrei in mesopotamia e mori’ in cilicia dopo essersi
ammalato sulla via del ritorno a roma. le truppe acclamarono come imperatore il governatore di siria elio adriano
(adottato su letto di morte o dalla moglie). il regno di traiano e’ caratterizzato anche da un grande interesse per i
bisogni dell’impero e dell’Italia.

adriano 117-138 d.c.: adriano subito dopo la proclamazione da parte delle truppe e il riconoscimento da parte del senato
decise di abbandonare la politica di controllo diretto delle nuove province orientali create da traiano e preferi’ affidarle a
sovrani clienti, inaugurando in tal modo una politica di consolidamento interno e mettendo fine alle guerre di espansione
volute dal suo predecessore. trovo’ cosi l’opposizione degli uomini che erano stati fedeli a traiano. per acquisirsi la
pubblica benevolenza adeiano si preoccupo’ di alleviare il malessere economico, cancellando i debiti arretrati contratti a
roma e in Italia con la casa imperiale facendo distribuire al popolo, reintegrando il patrimonio dei senatori che avevano
perduto il censo e proseguendo il programma alimentare traianeo. la scelta di abbandonare la politica espansionistica di
traiano non deve far pensare che adriano si fosse disinteressato dell’esercito o delle province, al contrario, fu un
amministratore attento e un riformatore della disciplina militare, ne rinvigori’ la disciplina e favori’ il reclutamento dei
provinciali per far fronte alla riduzione del numero di reclute italiche creo’ delle nuove unita’ (numeri). Adriano fu anche
uomo di grande cultura e favori’ in ogni modo l’arte, la letteratura, le tradizioni e i culti dimostrando una spiccata
predilezione sopratutto per la civilta’ ellenica. fu un appassionato costruttore di palazzi e di nuove citta’ (castel
sant’angelo, villa a tivoli). il principe volle restituire splendore ad atene e alle polis greche, sia dando impulso alla
trasformazione urbanistica sia contribuendo alla rivitalizzazione delle istituzioni. si impegno’ nel controllo della situazione
finanziaria e dell’amministrazione e incoraggio’ la promozione delle elites orientali nel senato di roma. adriano passo’ gran
parte del suo tempo a viaggiare tra le province. durante il secondo dei grandi viaggi, nel 132 d.c., scoppio’ in Palestina una
gravissima rivolta provocata dall’intenzione di adriano di assimilare gli ebrei alle altre popolazioni dell’impero. la ribellione
ebraica dovette essere avvertita coma una grave minaccia per l’esistenza dell’impero che vide quasi mille villaggi distrutti
e piu di mezzo milione di morti. adriano trascorse dodici dei ventuno anni del suo regno fuori da roma e dall’italia
acquisendo una conoscenza dettagliata non solo delle diverse situazioni locali ma anche dei meccanismi del funzionamento
finanziario e amministrativo dell’impero. si preoccupo’ personalmente di dare una forma definitiva alle competenze
giurisdizionali dei governatori provinciali, incaricando il giurista salvio giuliano di stilare la pubblicazione definitiva
dell’editto del pretore, riorganizzo’ il gruppo dei propri consiglieri, introducendovi sia dei giuristi, sia i due prefetti del
pretorio e assimilandolo a un organo di governo. adriano si adopero’ per una efficiente amministrazione della giusticia e
l’italia fu divisa in quattro distretti giudiziari assegnati a senatori di rango consolare. introdusse una distinzione tra
carriera civile e militare, una scelta di rango definita sulla base del compenso e allo stesso tempo estese il campo
d’azione dei cavalieri con l’impiego di procuratori equestri. come successore Adriano scelse il console del 136 d.c., lucio elio
cesare che adotto’. morto prematuramente la sua scelta si indirizzo’ verso un senatore della gallia, arrio antonino, che
adotto’ a sua volta lucio vero. insieme ad un nipote dell amoglie che poi diventera’ marco aurelio.
antonino pio 138-161 d.c.: all’insegna della continuita con quello del suo predecessore fu il regno di antonino pio, ma
rinuncio’ a grandi viaggi attraverso l’impero. nella sua cartiera precedente aveva privilegiato gli incarichi amministrativi
piuttosto che militari e aveva trascorso gran parte della sua vita in Italia, dove possedeva grandi tenute agricole. si
tratta di un periodo privo di grandi avvenimenti e il principe ebbe buoni rapporti con il senato e riusci’ a far divinizzare
il suo predecessore, fu anche un coscienzioso e parsimonioso amministratore. non furono nemmeno recate minacce alla
sicurezza del regno, solo in mauritania ci fu una ribellione. per sua volonta’ il vallo di adriano in britannia fu avanzato
nella scozia meridionale.

nell’impero di antonino pio si raggiunse l apogeo del proprio sviluppo e del consenso presso le elites delle province e delle
citta. il processo di integrazione dei ceti dirigenti provinciali avvenne attraverso il conferimento della cittadinanza romana
e il valore attribuito alla vita cittadina nella quale la cultura greca trovava la sua piu compiuta espressione. al tempo
c’erano una grande varieta di citta:
• citta peregrine divise in stipendiate, libere e libere federate
• municipi
• colonie
si realizza cosi una gerarchia tra citta tale da favorire uno spirito di emulazione. le citta costituivano anche il lunto di
riferimento delle attivita economiche e i nuclei della vita culturale.

marco aurelio 161-180 d.c.: marco aurelio succedette ad antonino secondo quanto era stato preordinato. appena salito al
trono divise il potere con il fratello lucio vero ed e’ il primo caso di doppio principato. all’inizio del regno di marco si
riapri’ la questione orientale con il potente vicino partico. la guerra, condotta da vero, si concluse vittoriosamente nel 166
d.c. ma fu causa indiretta della crisi che travaglio’ l’impero negli anni successivi, l’esercito tornato dall’oriente porto’ con
se la peste. inoltre lo sguarnimento della frontiera settentrionale creo’ le condizioni perche’ i barbari del nord si
facessero pericolosi. marco aurelio e lucio vero furono allora prevalentemente impegnati nella difesa della frontiera
danubiana. morto lucio vero nel 169 d.c. marco aurelio riusci’ a ristabilire la situazione preesistente e a respingere i
barbari a nord del danubio solo nel 175 d.c. un sintomo del malessere che l’impero stava conoscendo e’ dato anche dalla
rivolta del governatore di siria avidio cassio che nel 175 d.c. si autoproclamo’ imperatore. il fatto che fosse ucciso dalle
sue truppe preveni’ il conflitto armato. marco aurelio seguace della dottrina stoica e’ passato alla storia come
imperatore-filosofo. il fatto che con lui si ritorni alla prassi della successione dinastica non puo essere imputato a una
sua debolezza, anche se il caso volle che il figlio commodo, da lui nominato nel 177, risultasse del tutto indegno di carica.
durante il regno di marco nel 177 a lione avvenne un episodio di cruenta persecuzione contro i cristiani.

commodo 180-192 d.c.: commodo divenne imperatore a 19 anni e si dimostro’ la perfetta antitesi del padre. il suo primo
atto fu quello di concludere definitivamente la pace con le popolazioni che premevano sul danubio. le sue inclinazioni
dispotiche, la sua stravaganza, le sue stesse innovazioni in campo religioso determinarono inevitabilmente la rottura con il
senato di cui egli perseguito’ numerosi membri. dal 182 al 185 il governo fu di fatto in mano al prefetto del pretorio
tigidio perenne. quest’ultimo fu ucciso nel 185 e il suo ruolo fu preso da cleandro. la necessita’ di rimpinguare le casse
dell’imperatore fu anche alla base di processi di tradimento, con conseguente confisca di beni di illustri senatori e
cavalieri. furono inoltre sospese le somme per i sussidi delle istituzioni alimentari e per i donativi ai soldati. una grave
carestia colpi’ roma nel 190 d.c. fece cadere il potere di caleandro e il potere passo nelle mani di eclecro nel 192. commodo
non dimostro’ cura assidua per le province come i suoi predecessori, il consenso interno era fondato sulla plebe di roma e
i suoi pretoriani. sotto commodo ci furono importanti fenomeni di integrazione della cultura provinciale e l’accoglienza di
molte divinita straniere.

la crisi del 3 secolo e le riforme di diocleziano:

gia durante il regno di marco aurelio e di commodo si erano manifestati diversi fattori di crisi che divennero ben presto
veri e propri elementi di disgregazione. in campo politico il senato si trovo’ esautorato a vantaggio dei militari e in capo
fiscale la svalutazione della moneta impoveri’ i ceti medi portando con se la decadenza economica delle citta e quella
morale. tali elementi di crisi, aggravatosi nel corso del 3 secolo, condussero rapidamente lo stato romano ad una situazione
difficilissima. l’esercito all’interno e i barbari all’esterno e l’accresciuta impotenza dell’esercito si trovo’ nelle condizioni di
nominare imperatori a suo piacimento. va messa in relazione con l’accentuata pressione dei popoli barbari al confine, un
fenomeno che divenne drammatico a partire dalla meta del 3 secolo. ci fu una grave crisi economica per finanziare un
esercito sempre piu esigente il mantenimento delle legioni determino’ la crescita della pressione fiscale e il fenomeno
dell’inflazione.

e’ al nuovo ruolo dell’esercito che si deve la trasformazione dell’ideologia del potere imperiale verso forme sempre piu
marcatamente assolutistiche. cambia anche il rapporto tradizionalista tra l’imperatore e il senato, ormai l’imperatore
riconosce al senato solo la funzione di organismo burocratico soggetto alla propria autorita’ assoluta, che dipende sempre
di piu dall’appoggio dell’esercito come base essenziale di potere. gli imperatori militari di origine illirica cercarono di far
fronte alla bravita’ della situazione, ma risultarono totalmente estranei alla tradizione del regime senatorio.

d’altra parte e’ la crisi morale dell’impero romano nella quale si diffonde una progressiva sfiducia nei valori religiosi e
civili tradizionali che faboriscono il manifestarsi di nuove tendenze religiose che si propongono di soddisfare i bisogni
esistenziali dell’uomo in quella che e’ stata definita un’epoca di angoscia. il 3 secolo e’ l’epoca definitiva per il costruirsi
delle strutture primitive della chiesa cristiana. nel 250 il pericolo barbarico si manifesto’ in tutta la sua gravita’, il potere
imperiale decise di scatenare, per reazione e per paura, la prima grande persecuzione sistematica dei cristiani.
la situazione confusa che segue l’uccisione di commodo avvenuta nel 192 presenta forti analogie con quella del 69 d.c. ci fu
un periodo di regni effimeri, come quello di pertinace e di didio giuliano. la vera lotta per il potere riguardava chi aveva il
controllo delle forze militari piu ingenti. la competizione era ristretta fra il legato della pannonia settimio severo e il
governatore della siria pescennio nigro e il governatore della britannia clodio albino. settimio severo ottenne la vittoria sui
rivali nel 197 d.c. e mosse con i suoi soldati direttamente alle volte di roma. diede vita ad una dinastia che resse le sorti
dell’impero fino al 235 d.c. grazie ad i successori caracalla, elagabalo, alessandro severo, con il breve intervallo del regno
di macrino. ha inizio con settimio severo quella che viene definita monarchia militare. settimio rivolse subito la sua
attenzione verso la frontiera orientale nuovamente minacciata dai parti ed ebbe successo. con questo successo prese
forma il suo progetto dinastico e l’esercito proclamo’ augusto il figlio maggiore caracalla che fu cosi associato al padre.
allo stesso tempo il minore geta fu proclamato cesare. negli anni successivi non si segnalarono nuove campagne militari
rilevanti ma nel 208 fece una spedizione in britannia e non si erano ancora concluse quando nel 211 settimio mori’. il
carattere assolutistico del regime instaurato da severo ci viene confermato dall’enorme estensione raggiunta dai suoi
possedimenri personali. a settimio severo i figli marco aurelio antonino,Caracalla, e geta, elevato anche lui al rango di
Augusto gli succedettero. questa diarchia ebbe breve durata perche’ caracalla fece uccidere il fratello. ne 212 fece
emanare la constitutio antoniniana (editto di caracalla) che concedeva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti
dell’impero. anche caracalla condusse una campagna in oriente contro i parti, durante questa spedizione nel 217 fu
assassinato durante una congiura. fu acclamato imperatore il prefetto del pretorio macrino (prima volta che qualcuno del
rango equestre veniva nominato imperatore). la progressiva sfiducia nell’aristocrazia muove gli imperatori a potenziare il
ruolo dei cavalieri, ma l’opposizione del rango senatorio e la scontentezza dell’esercito che lo aveva mandato al potere
fecero si che il suo regno durasse solo un anno (217-218). nella dinastia dei severi le donne ebbero un ruolo di rilievo,
sopratutto giulia domna e giulia mesa, che fece in modo che come successore fosse scelto nel 218 suo nipote elagabalo.
questo periodo segna il periodo piu buio della storia imperiale del 3 secolo d.c. e l’imperatore e’ ricordato per il suo
misticismo e per il tentativo di imporre come religione di stato un culto esotico. a lui fu associato al potere bassiano ma
fu comunque organizzata una congiura nel 222 e bassiano divenne imperatore con il nome di severo alessandro. per i primi
anni il governo fu nelle mani del giurista ulpiano e a lui si deve, dopo un lungo periodo, il ritorno dello spirito di
collaborazione tra imperatore e senato. nel 224 in persia si scateno’ un’offensiva contro i romani e severo riusci’ a
bloccarla. nel 235 fu assassinato da una ci giura. finiva cosi la dinastia dei severi e si accentuo’ la forza dell’esercito che
diede il via a cinquant’anni di lotte militari e civili.

anarchia militare: al posto di alessandro severo l’esercito proclamo’ imperatore un ufficiale di origine tracia massimino il
cui regno inizia il punto considerato di massima crisi che viene comunemente definito come anarchia militare 235-284 d.c.
massimino ottenne dei successi nella sua campagna contro i barbari e la durezza del suo regime spiega la ritrovata forza
di coesione del senato che lo dichiaro’ nemico di stato e proclamo’ gordiano che si associo’ al figlio. quando la rivolta fu
soppressa dai soldati fedeli a massimino i due gordiani morirono e il senato affido’ il governo a venti consolari al cui
interno furono nominati augusti pupieno e balbino. nel 238 massimino mosse alla volta dell’italia ma cadde assassinato dai
suoi soldati. pupieno e balbino furono uccisi dai pretoriani e fu proclamato imperatore gordiano 3, ma fino al 243 il suo
regno fu retto da timisiteo prefetto del pretorio, alla morte di gordinao nel 244 fu acclamato imperatore filippo l’arabo
che nel 248 d.c. celebro’ il millenario di roma, alla sua morte, pero, fu acclamato imperatore messio decio il suo breve
regno, 249-251, e’ caratterizzato da un’evidente voglia di rafforzare l osservanza dei culti tradizionali e ci fu una forte
discriminazione di cristiani. alla sua morte venne acclamato valeriano 253-260 che arrivo’ al potere dopo una serie di
effimeri imperatori militari, valeriano accosto’ subito al potere il figlio gallieno che regno’ dal 260-268 che impose delle
riforme destinate ad avere sviluppo in seguito, sottraesse il comando delle legioni ai senatori e lo affido’ ai cavalieri e
introdusse delle innovazioni nella concezione strategica di difesa dei confini.

all’uccisione di gallieno 268 il potere ando’ a claudio 2 268-270 che sara’ il primo di una serie di imperatori detti illirici
alla sua morte avvenuta a causa della peste gli successe aureliano 270-275 che inizio’ la costruzione di un imponente conta
muraria introno a roma che sara’ finita da probo e riusci’ a sottomettere gli stati autonomi che si erano costituiti negli
anni precedenti (siria, gallie) e impose l’inquadramento delle associazioni professionali, introducendo anche una riforma
monetaria creando l’antoninian. alla sua morte ci fu il breve regno di tacito 275-276 e poi quello di probo 276-282 con cui
si ebbero vari pronunciamenti militari e una rinnovata pressione barbarica, ma lui ebbe significativi successi e fu ucciso
mentre preparava una campagna in persia. il suo successore caro ma anche egli fu ucciso come anche i figli numeriao e
carino. nel 285 il potere passo’ in mano a diocleziano che riorganizzera’ lo stato romano per farlo sopravvivere.

diocleziano 285-305 d.c.: chiude definitivamente il periodo buio dell’anarchia militare e apre un eta di riforme e novita
dando una diversa organizzazione al potere imperiale centrale. da qui finisce il principato e inizia il dominato (tarda
antichita’). per garantire una migliore difesa delle regioni piu minacciate diocleziano stabili’ la sua sede in oriente a
nicomedia e riorganizzo’ la compagine imperiale si basi diverse dalle precedenti. il sistema imperiale venne modificato
introducendo la tetrarchia, ovvero il potere condiviso tra due augusti e due cesari, che si dividevano il terriotrio e
garantivano una successione ordinata, infatti i due augusto cooptavano in favore dei due cesari che prendevano il loro
posto e venivano nominati due nuovi cesari. nel 285 diocleziano nomino’ massimiano cesare e l’anno dopo lo elevo’ ad
augusto. i due cesari erano costanzo cloro e galerio proclamati nel 293 d.c. roma cesso’ cosi di essere la residenza
abituale dell’imperatore. l’esercito fu potenziato e aumentarono le province riducendo la loro estensione territoriale,
riorganizzo’ anche il sistema economico fiscale e impose una nuova tassazione il cui calcolo si fondava sul reddito agricolo.
per facilitare il prelievo delle tasse l’impero fu diviso in diocesi di cui faceva parte anche l’italia (perde antico privilegio).
per bloccare la continua ascesa delle merci e dei servizi impose nel 301 un calmiere con il quale indicava il prezzo massimo
che non era consentito superare (edictum de pretiis). nel 305 diocleziano e massimiano abdicarono e al loro posto
subentrarono costanzo cloro e galerio che nominarono come cesari severo e massimino daia. ma alla morte di costanzo
cloro nel 306 il piano mostro’ le sue debolezze perche’ venne proclamato imperatore il figlio costantino, e rivendico’ il
potere imperiale anche massenzio, figlio di massimiano.
diocleziano aveva promosso un intensificazione del culto imperiale e ci fu una violenta repressione cristiana nel 303-304
quando la chiesa cristiana stava consolidando le sue strutture.

da costantino a teodosio magno


la tardo antichita’ e la cristianizzazione dell’impero:

il periodo che inizia con costantino e che arriva fino a giustiniano merita un posto a se stante nella periodizzazione
storica, ricordato come “basso impero” o come “tarda antichita’”, due concetti valgono ad esemplificare gli aspetti che
piu di altri sembravano caratterizzare in senso negativo la tarda antichita’, quello di:
• dominato: con riferimento alla posizione dell’imperatore rispetto al sistema
• stato coercitivo: con un riferimento a una societa’ in cui la divisione tra poche categorie privilegiate, gli honestiores e
la grande massa dei deboli, humiliores.
oggi il pregiudizio negativo sulla tarda antichita’ puo considerarsi superato perche’ si e’ riconosciuta la vitalita’ e la
ricchezza culturale di questo periodo. al suo interno si distingue una fase che inizia con il regno di costantino e arriva
alla morte di teodosio 1 (395) e che coicide grossomodo con il 4 secolo d.c. con il definitivo affermarsi del cristianesimo
come religione ufficiale dell’impero. l’impero uscito dalle riforme di diocleziano e costantino e’ un impero che si organizza
secondo un preciso cerimoniale ruotante attorno alla persona dell’imperatore. il governo dello stato e’ diretto dai
detentori delle alte cariche civili e militari secondo ordini gerarchici. in questo periodo si assiste inoltre alla scomparsa
dell’ordine dei cavalieri che viene inglobato in quello senatorio, che non possiede piu i suoi vecchi poteri, come il consolato
che e’ ora i solo un titolo onorifico. il rapporto con la plebe urbana e’ delicato ed e’ una carica della prefettura urbana.
la societa che si forma e’ in continuo cambiamento perche’ le possibilita’ di ascesa sociale sono date dalla cultura e dalla
scuola.

costantino 306-337 d.c.: con la proclamazione imperiale di costantino e di massenzio si hanno degli anni confusi. costantino
condusse una politica prudente fino al 310 quando abbandona i legami ideologici che condivideva con la tetrarchia, da
questo momento si mostra propendente per una religione monoteistica. nel 311 galerio mori’ e nel 312 costantino vince su
massenzio nella battaglia di ponte milvio riuscendo cosi’ ad impadronirsi di roma. questa battaglia fu condotta in nome di
cristo , da qui l’imperatore dichiara di aver abbandonato il paganesimo in favore del cristianesimo. la sua conversione fu
un evento di portata rivoluzionaria che determino’ l’insediamento delle strutture della chiesa all’interno dello stato
romano. nel 313 licinio e costantino si incontrarono a milano dove si accordarono sulle questioni fondamentali di politica
religiosa, noto come l’editto di milano i contrasti tra i due pero iniziarono ben presto e lo scontro finale si ebbe nel 324
quando costantino vinse nella battaglia di adrianopoli divenendo cosi il solo imperatore. gia nel 314 costantino convoco’ ad
arles un sidono con 33 vescovi per sanare il contrasto che si era aperto in africa tra i rigoristi e i moderati e proposito
dell’ atteggiamento da tenere nei confronti di coloro che avevano abiurato nel corso delle persecuzioni diocleziane.
costantino fu sempre preoccupato di salvaguardare l’integrita’ interna della chiesa, come mostra la convocazione del
consiglio di nicea del 325 per far trovare un accordo ai due contendenti (alessandro e ario). nell’amministrazione
provinciale le diocesi furono raggruppate in quattro grandi prefetture (gallie, italia, africa, illirico, oriente) rette da un
prefetto del pretorio, le diocesi, a loro volta, riunivano un numero grande di province. nel 330 costantino fondo’
costantinopoli, nuova roma, in oriente e fu dotata di tutte le strutture che si trovavano a roma. costantino rese inoltre
legittima la sua sepoltura nella chiesa di santa sofia a costantinopoli come isoapostolo. fece anche una riforma per
l’esercito creando un cinsistente esercito mobile (comitatis) che accompagnava l’imperatore e questi soldati ricevevano una
paga piu alta rispetto agli altri. poi c’erano i soldati collocati sulle frontiere, limes, che erano di secondo ordine, il
comando era affidato a due generali uno per la cavalleria e uno per la fanteria. l’esercito pero mancava di soldati e
venne rafforzata l ereditarieta’ della professione militare e furono concessi molti privilegi ai veterani. la minaccia dei
barbari era grave e non ebbe una soluzione definitiva e ci fu una barbarizzazione della societa’.
in punto di. orte costantino ricevette il battesimo poi mori nel 337 durante la Pentecoste. nonostante si sia molto
impegnato per organizzare la sua sepoltura non aveva lasciato indicazioni chiare per quanto riguarda la successione e la
soluzione sembrava quella di distribuire il potere delle varie prefetture ai figli e nipoti, ma questo non sembrava
plausibile visto vista la missione di costantino di ristabilire l’unita dell’impero attraverso il governo di un solo individuo
dopo la tetrarchia. alla morte dell’imperatore i nipoti furono eliminati e fu diviso il potere ai figli:
• costantino 2: gallie, britannia, spagna
• costante: italia e africa
• costanzo: oriente
gia nel 340 costanino 2 fece un incursione nei territori di costante e fu ucciso e a sua volta costanzo mori’ nel 350 per
mano dell’usurpatore magnenzio. costanzo rimase unico imperatore e cerco’ un collega al quale affidare l’occidente, la
scelta ricadde sul cugino giuliano che venne nominato cesare nel 355 e la sua proclamazione imperiale avvenne nel 360 da
parte dell’esercito gallico che sembrava condurre l’impero verso un nuovo conflitto fratricida, ma questo non avvenne
perche’ costanzo mori’ poco dopo nel 361. giuliano regno’ come imperatore unico solo nel 361-363 e il suo regno e’
sopratutto ricordato per un effimero tentativo di riportare il paganesimo, infatti viene ricordato con l’appellativo di
postata.

per quanto riguarda la storia politica l’impero del 4 secolo d.c. presenta una relativa stabilita’ dal punto di vista interno.
fino alla morte di teodosio nel 395 l’unita’ dell’impero e’ preservata, anche se non mancano le crisi di usurpazione, anche
se l’unico episodio veramente grave rimane la proclamazione di giuliano in gallia nel 360. il problema dei barbari fu a
lungo tenuto sotto controllo. la morte di giuliano in territorio persiano richiese una rapida nomina nuova e ci fu il breve
regno di transizione di gioviano che fu sostituito nel 364 dalla proclamazione ad imperatore di valentiniano che si associo’
subito al fratello valente a cui affido’ il governo dell’oriente.
valeriano si distingue per la tolleranza religiosa e il sostegno delle classi piu umili, ma anche per l’efficace contenimento
dei barbari, tra il 365-375 riusci a difendere il confine renano danubiano contro varie popolazioni germaniche. alla sua
morte nel 375 successe sul trono il figlio graziano e fu poi proclamato augusto anche il fratello minore valentiniano 2,
intanto valente portava avanti una politica meno positiva del fratello. l’eiropa centro orientale si trovava sconvolta dall
incursione degli unni, a loro volta pressati dai goti. valente li affronto’ in una battaglia campale e fu sconfitto ad
adrianopoli nel 378 e segna una cesura di grandi proporzioni in cui si vide il declino della capacita dell’esercito romano,
dopo adrianopoli la convivenza cin i barbari rimane un tema di dibattito. l’inesperto graziano come aiuto chiamo’ un
generale spagnolo, teodosio, per condividere con lui il governo dell’impero e il suo compito principale era quello di far
fronte alla drammatica situazione che si era creata in oriente e con i goti concluse un accordo nel 382 per cui potevano
vivere all’interno dell’impero come popolazione autonoma (foederati). in occidente la cosa si andava complicando, infatti,
nel 383 ci fu l’usurpazione della britannia da parte dell’ufficiale spagnolo magno massimo e quando invase la gallia
graziano abbandono’ l’esercito si tolse la vita. massimo regno’ per qualche anno sulla gallia e la sua invasione dell’italia
provoco’ la risposta di teodosio che lo sconfisse nel 388. nel 382 il generale abrogaste fece assassinare velentiniano 2 e
fece nominare imperatore un retore eugenio teodosio cosi intervenne nuovamente nel 394 e sconfisse eugenio. teodosio
mostro’ una particolare preoccupazione sul punto di vista religioso e fu stipulato nel 380 un editto in cui la religione
cristiana veniva eletta religione ufficiale dell’impero e l’anno convoco’ un concilio ecumenico a costantinopoli che promulgo’
una legislazione sempre piu severa per i seguaci del paganesimo. un protagonista di questo periodo e’anche il vescovo di
milano sant’ambrogio che intreccia religione e politica, fu eletto nel 374 mentre era governatore d’Emilia.

tra il 2 e il 3 secolo d.c. c’e’ un cambiamento nel sistema di gestione delle aziende agricole e le incursioni barbariche
provocarono la chiusura dei circuiti commerciali nel mediterraneo. nelle campagne compare una nuova figura (colono) libero
ma vincolato dalla sede in cui lavora.

il popolo poteva fornire un sostegno diretto all imperatore ora che non era piu importante il rapporto con l’elite
senatoria. in questo periodo l’imperatore diventa un riflesso della divinita’ per il popolo e aveva l’esigenza di una
dimensione sacrale. diventa importante la fisiognomica, infatti costantino viene sempre rappresentato come ispirato dalla
divinita’, va invece contro corrente giuliano per andare contro agli ideali di costantino.

la divisione dell’impero , stilicone:


alla morte di teodosio nel 395 l’impero viene diviso territorialmente:
• oriente: arcadio
• occidente: onorio
il principio unitario doveva essere mantenuto vivo dal generale stilicone ma si rivelo’ impossibile per il costante
aggravarsi della situazione militare. nel 402 e nel 406 l’italia fu invasa dai goti guidati da alarico e da radagaiso e in
entrambi i casi il generale riusci’ a fermare la loro avanzata, ma nel 406 la frontiera renana fu attaccata da
numerose popolazioni germaniche. stilicone cerco’ una soluzione di compromesso con i goti e il suo oiano suscito’ la
violenta reazione di una parte della corte imperiale che nel frattempo si era trasferita a ravenna con lui si schero’
anche onorio che fu messo a morte nel 408. alarico nel 410 prese roma e la saccheggio’ portando con se nella discesa
verso sud come ostaggio galla placida, sorella di onorio. un ruolo importante lo ricopre il generale flavio costanzo che
nel 417 sposa galla placida e nel 421 diventa imperatore, ma mori’ poco dopo. nel 425 l’impero passa nelle mani di
valentiniano 2 che essendo bambino era retto dalla madre galla placida, ma faceva controllare il potere dal generale
ezio.

fine dell’impero romano d’occidente:


la situazione dell’impero rimaneva precaria e nel 454 ezio fu ucciso, valentiniano 3 fu ucciso, invece, l’anno dopo, stesso
anno in cui roma fu nuovamente saccheggiata dai vandali. fu eletto imperatore eparchio avito e poi dopo di lui
maggioriano dal 457 al 461, ultimo detentore del potere in occidente. sul trono di ravenna si succedettero molti
imperatori effimeri e nel 474 zenone, imperatore d’oriente, nomino’ imperatore giulio nepote. la fine dell’impero romano
d’occidente viene collocata nel 476 d.c. quando romolo augustolo fu scacciato dal capo barbarico odoacre e rimise le
insegne del potere a zenone. nel 568 poi in italia subentreranno i longobardi, e da questa data si fa convenzionalmente
iniziare il medioevo.

regno di teoderico in italia:


dall’oriente zenone cerco’ di porre rimedio alla situazione attraverso l’intervento di popolazioni barbariche amiche e il re
dei goti teoderico scese in italia nel 488 con il titolo di patricius per eliminare odoacre, che fu ucciso nel 493 e iniziava
cosi una sorta di regno ostrogoto in italia, grazie al quale ci fu anche una ripresa economica della penisola. nel 526
teoderico mori’ lasciando il regno alla figlia amalasunta ma fu assassinata nel 535.

bisanzio:
dal 395 le vicende dell’oriente si separano dall’occidente. la storia bizantina si fa andare dal 330 (creazione di
costantinopoli) fino al 1453 e possiede caratteristiche proprie. una delle personalita’ piu importanti di questa storia e’
giustiniano 527-565 che viene ricordato per la creazione nel 533 del corpus iuris civilis. inoltre, con l’aiuto del generale
belisario e del suo successore narsete, riusci’ ad avere molte conquiste (africa nord, sardegna, corsica). nel 554 emano’
anche un provvedimento, prammatica sanzione, con cui stabiliva le modalita’ attraverso le quali andava ristabilita la
vita politica ed economica della penisola italica dopo il periodo di guerra.

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