Storia e civiltà
Geografia dell’Italia antica
L’Italia sarà per noi, che ci
troviamo a parlare di un popolo
che si collocò in un’area
geografica precisa della
penisola prima della conquista
di Roma, la regione naturale a
sud della linea del displuvio
delle Alpi, delimitata dalle
coste bagnate dal Mar
Mediterraneo.
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Il territorio dell’Italia
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Potenza e civiltà etrusca
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SOMMARIO
Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo
Le città degli Etruschi. Storia di un popolo
Il sistema politico federale
La civiltà orientalizzante nel periodo della
massima espansione
Il culto
L’alfabeto e la lingua degli Etruschi
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo
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Maria Giulia Poggi Etruschi. Storia e civiltà 6
Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo
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Degli Etruschi si sa ancora ben poco ed i testi sui quali oggi si basa la storia di questa civiltà
risalgono all'antichità greca e romana. Erodoto il grande storico greco offre una
ricostruzione sulle origini, ma gli Etruscologi e gli archeologi tendono oggi a limitare
fortemente la sola interpretazione di Erodoto; una teoria la sua, diffusissima fra tutti gli
scrittori classici. Il suo racconto sembra risentire troppo dei miti e delle favole, che
nell'antichità tendevano a far dipendere l'origine e la nascita degli Etruschi, questo
popolo occidentale, da una migrazione venuta dall'Oriente, dalla Lidia, a seguito di una
grave carestia in epoca mitica, e cioè poco dopo la guerra di Troia, guidata da un grande
condottiero: Tirreno.
Dionigi di Alicarnasso discutendo la tesi di Erodoto formulò un'altra ipotesi: quella
dell'origine autoctona degli Etruschi; mentre Livio in un discusso passo ha accreditato
una terza teoria, di una provenienza settentrionale di questo popolo, di cui i Reti e altre
popolazioni alpine sarebbero le antiche spoglie.
Avevano ragione in parte tutti e tre anche se le loro tre teorie sono errate.
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Le migrazioni dei popoli indoeuropei
Dal III al I millennio a. C.
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo
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Erodoto, Storie, I, 94, 3-7: l'origine lidia degli Etruschi
Al tempo di Atys, figlio del re Mane, ci fu in tutta la Lidia una tremenda carestia e i Lidi per
qualche tempo continuavano a vivere sopportandola, ma poi, poiché non cessava cercarono
rimedi e chi ne inventava uno, chi un altro. Allora furono inventati i giochi dei dadi e degli
astragali e della palla e ogni altra specie di giochi, tranne quello degli scacchi; l'invenzione di
questo infatti i Lidi non se la attribuiscono. (4) E, inventatili, agivano contro la fame nel modo
seguente: un giorno giocavano per tutta la giornata, in modo da non cercar cibo, e l'altro
mangiavano cessando i giochi. In tal modo trascorsero 18 anni. (5) Ma poiché la carestia non
diminuiva, anzi infuriava ancor di più, il re, divisi in due gruppi tutti i Lidi, ne sorteggiò uno
per rimanere, l'altro per emigrare dal paese e quello dei gruppi cui toccava di restare lì si
mise a capo lui stesso come re, all'altro che se ne andava pose a capo suo figlio, che aveva
nome Tirreno. (6) Quelli di loro che ebbero in sorte di partire dal paese scesero a Smirne e
costruirono navi e, posti su di esse tutti gli oggetti che erano loro utili, si misero in mare alla
ricerca di mezzi di sostentamento e di terra, finché, oltrepassati molti popoli, giunsero al paese
degli Umbri, ove costruirono città e abitano tuttora. (7) Ma in luogo di Lidi mutarono il nome,
prendendolo da quello del figlio del re che li guidava, e si chiamarono Tirreni.
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo
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Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I, 30, 1-2: l'origine autoctona degli Etruschi
Proprio in base a questo criterio [il criterio di affinità linguistica] io sono
convinto della diversità etnica esistente tra Tirreni e Pelasgi e non penso
neppure che i Tirreni siano coloni dei Lidi: non presentano infatti lo stesso
linguaggio, né si può dire che, pur non essendo più di lingua affine,
conservino almeno qualche ricordo della madrepatria. Non venerano
neppure le stesse divinità dei Lidi, né osservano leggi e costumanze simili,
sono anzi questi gli aspetti per i quali i Tirreni differiscono maggiormente
dai Lidi che non dai Pelasgi. (2) Sono forse più vicini alla verità quelli che
sostengono che i Tirreni non sono emigrati da nessun luogo, ma sono invece
un popolo indigeno, poiché in ogni sua manifestazione presenta molti
caratteri di arcaicità; sia per linguaggio che per modo di vivere non lo si
ritrova affine ad alcun altro popolo.
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo
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Tesi recente (a)
Oggi i recenti e continui progressi della ricerca archeologica, hanno portato gli
studiosi a poter concludere che tra le tesi dell'origine orientale e dell'origine
autoctona degli Etruschi non c'è un vero e proprio contrasto; ci si va sempre di
più orientando in una risoluzione più equilibrata del problema. Si deve cioè
concludere che se elementi orientali sono giunti sulle coste tirreniche, questi (poco
importanti numericamente - forse qualche migliaio) non hanno modificato in
modo sensibile e profondo gli insediamenti della civiltà delle popolazioni
preesistenti. Infatti, le basi della civiltà villanoviana trovano nella civiltà etrusca
uno sviluppo di certe sue caratteristiche essenziali: ma non viene superata né
tanto meno distrutta dagli Etruschi, bensì in una forma, spesso non manifestata
da entrambe le due civiltà, sviluppata ed ampliata. Così sviluppata e ampliata la
autoctona che sarà questa a influenzare l'altra.
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo
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Tesi recente (b)
Il problema che non era stato risolto fino a pochi anni fa, era invece la lenta comparsa (1800-1500 a.C.) e
la successiva improvvisa scomparsa (1300 a.C.) dei palafitticoli; prima nei laghi alpini, poi nella
Pianura Padana. Una civiltà questa che si pensava fosse giunta dal centro Europa. Invece oggi
sappiamo che era scesa dalle Porte di Ferro (confine Jugoslavia-Bulgaria-Romania), anche questa
proveniente dall'Oriente da dove era partita risalendo il Danubio; ma emigrata dalla Tracia mille
anni prima, e in alcune zone, anche duemila anni prima che emigrassero i Tirreni dalla Lidia e
approdassero in Toscana.
Questo popolo (noto anche come cultura detta dei "Campi di urne") prima occupò le Valli Alpine e
Prealpine, poi scese nella pianura Padana, in Emilia; infine intorno al 1100-1000 a.C. in Umbria e
nel Lazio. Nell'area dove Romolo farà sorgere Roma nel 753, alla base del Palatino, sono state
rinvenute inumazioni con il sistema della pratica incineratoria (sconosciuta ai latini dei Colli Albani)
databili 1100 a. C. - E anche più antiche, del 1300-1400 a.C. che fanno pensare che i palafitticoli
(questo popolo silenzioso e fantasma, ma con una grande cultura alle spalle) vi si erano già spinti
quattro-cinque secoli prima.
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5. Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo
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Tesi recente ©
Dai dati linguistici e dalla documentazione archeologica si ricava un'organica e logica sequenza di
fenomeni culturali, in cui é difficile, se non impossibile, fissare dei paletti, delle pause, alle quali
attribuire il valore di un salto qualitativo storico proprio di una sola migrazione orientale (Teoria
di Erodoto). E sulla base dei dati storici-culturali, linguistici e archeologici sono da respingere sia
quella autoctona (teoria di Alicarnasso) sia quella di origine settentrionale (teoria di Livio).
Più semplicemente quella Etrusca, va intesa come una migrazione avvenuta da diverse direzioni e in
tempi diversi, ma sempre con un'unica origine orientale, trace-anatolica. I palafitticoli del Nord,
come a Costanza o a Ledro (TN) ecc., 1000 anni prima, avevano con se' moltissimi oggetti della
cultura Tracia-Micenea, e altrettanto portarono con sé quelli sbarcati poi in Toscana, ma
portandosi dietro la cultura Elladica e Micenea di mille anni dopo, già assorbita ed in parte
evolutasi in quella Pre-Ellenica. (1000-800 a. C.)
Che i Tirreni-Etruschi provenissero dal mar Egeo non ci sono più dubbi. La scoperta a Lemno di
una iscrizione in lingua pre-greca (arcaica- Fenicia 1 - origine 1519-1220 a. C.) ha messo in luce,
strettissime e indubbie affinità, fra quella lingua e quella tirrenica-etrusca. E l'isola di Lemno
(nomo di Lesbo) era abitata da un popolo originario della..... Tracia.
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Etruria Regio14VII
Etruria
centro settentrionale
Etruria
centro meridionale
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Storia di un popolo
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Area di diffusione degli Etruschi 17
Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Storia di un popolo
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Nave etrusca recentemente scoperta a Pisa
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Storia di un popolo
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Come riprova del grande splendore della civiltà etrusca nel VII secolo e ancora nel VI, basterà
ricordare come gli stessi Re di Roma, cioè i Tarquini non fossero altro che Etruschi: quindi in
questo periodo gli Etruschi scendono a sud, espandendo il loro dominio e la loro potenza
militare ed economica in un "paese" ancora giovane, non ancora bene organizzato: quello
Latino. Nella seconda metà del VI secolo gli Etruschi vanno ancora oltre, scendendo nella
Val Padana fino alle foci del Po, istituendovi degli importantissimi centri di vita commerciale
e dei fondamentali punti d'appoggio (Uno addirittura a Melzo). Mentre a sud giungono fino in
Campania, a Capua, mentre i nuovi greci - i moderni - vi stanno sbarcando da sud)
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Espansione di Etruschi, Greci e Fenicio – punici nel Mediterraneo
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Storia di un popolo
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Storia di un popolo
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Nel 423, altro dramma: i Sanniti occupano Capua, avamposto della civiltà etrusca
nell'Italia Meridionale. Poi con l'inizio delle invasioni galliche in Italia, intorno al
400, la civiltà etrusca é colpita anche alle spalle, ed entra in agonia. Non solo non é
più in grado di fare conquiste, ma non è capace neppure di difendere il proprio
territorio. Per farlo avrebbe bisogno di uomini, e di un forte potere centrale, ma si
ritrova ad avere solo dei servi imbelli e dei contadini; che è poi quello che ha
prodotto la loro stessa società "chiusa".
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Storia di un popolo
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5. Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Storia di un popolo
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Le vicende della conquista romana si fanno più serrate: nel 310 Roma sconfigge gli Etruschi ad
Arezzo, Cortona e Perugia; nel 295 con la sconfitta dei Galli e degli Etruschi a Sentinum, Roma
sottomette i Volsini, Arezzo e Perugia; nel 280 Roma conclude un trattato di alleanza con
alcune delle città più importanti della confederazione etrusca: Volsini, Arezzo, Perugia, Vulci,
Rusellae, Vetulonia e Populonia.
Un potere centrale etrusco non é mai esistito; così ognuno risolve la sua questione in casa
propria. Altro non possono fare, una vera nazione Etrusca non é mai esistita, una coscienza
nazionale neppure. Il destino é uno solo: quello di sottomettersi a chi sta facendo nascere questa
coscienza: la romanità.
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5. Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. Storia di un popolo
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Da questo momento l'Etruria diventa romana; e così si concludono le vicende della gloriosa civiltà
etrusca, che però non muore culturalmente, anzi, riesce a sopravvivere ancora, fino influenzare
alcune importanti caratteristiche della vita sociale e pubblica, oltre che artistica, dei Romani
conquistatori.
Non nella lingua però. Ed è un problema avvolto anch'esso, come le origini, in un'atmosfera di
mistero. Una lingua impenetrabile e indecifrabile.
L'Etrusco non assomiglia né al latino, né al greco, né a nessun'altra lingua conosciuta.
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi. .
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Potenza e civiltà etrusca
Cerveteri, Necropoli
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi .
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi .
Agricoltura
Pastorizia
Commercio
Navigazione
Sfruttamento miniere
Lavorazione metalli Cerveteri, Bucchero
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Potenza e civiltà etrusca
Le città degli Etruschi .
L’etrusco è abile combattente per mare e per terra. Usa come armi
di offesa il giavellotto, la lancia e la daga. Indossa una corazza di
bronzo o di tela, lo scudo, forse di bronzo e l’elmo, che i capi
portavano decorato da una cresta
appuntita o piumato. L’insegna del comando
è un’ascia a doppia lama, come è disegnata
nella stele funeraria di Vetulonia, conservata
al Museo archeologico di Firenze, che rappre=
senta il guerriero Aule Feluske.
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Potenza e civiltà etrusca
Il sistema politico federale .
LE LEGHE
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Potenza e civiltà etrusca
Il sistema politico federale
.
LE LEGHE
•Non durarono a lungo
•Non se ne conoscono esempi prima del IV sec. a.C.
•Lapiù importante ha il suo centro al Fanum Voltumnae, presso Volsini e
comprende dodici città
•Ha carattere eminentemente sacrale e soltanto in alcuni periodi si
trasformò in organismo politico (ad es. durante la guerra contro i Sanniti)
•L’organo più importante era il Concilio presieduto dal Sommo sacerdote
•Non limitava l’autonomia delle singole città aderenti
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Potenza e civiltà etrusca
La civiltà “orientalizzante”
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Ciò che gli Etruschi possono
Tombe a Tholos
Cerveteri
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Ciò che gli Etruschi possono
Tombe a camera
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Ciò che gli Etruschi possono
Metallurgia
Populonia
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Ciò che gli Etruschi possono
Decorazione geometrica
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Ciò che gli Etruschi possono
Statuetta votiva
Approfondimento: urne cinerarie al Museo archeologico di Firenze 40
Ciò che negli Etruschi è “orientalizzante”
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Ciò che negli Etruschi è “orientalizzante”
Marzabotto
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Ciò che negli Etruschi è “orientalizzante”
E’ indicato dal tempio a triplice cella dedicato alla triade Giove, Giunone e Minerva.
La colonna usata è quella tuscanica, colonna dorica non scanalata e poggiante su una
base. 48
5. Potenza e civiltà etrusca
Il culto .
Il tempio
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Potenza e civiltà etrusca
Il culto .
Quasi impossibile una rappresentazione sicura ed univoca dell’Olimpo etrusco delle origini, in
quanto vari influssi li hanno modificati in un vero e proprio sincretismo etrusco – greco – italico.
Triade capitolina di Tinia, Uni e Mnerva (Giove, Giunone e Minerva) imposta da Tarquini a
Roma in sostituzione della triade di Numa (Giove, Marte e Quirino)
Tinia è la divinità folgoratrice, assistita da altri 12 dei (dei consentes secondo Varrone). Al di
sopra di loro dei misteriosi ed impenetrabili (dei involuti, opertanei)
Voltumna, divinità importante (Voltumnus per i Romani)n il cui santuario era il centro della
lega delle città etrusche
Nortia impersonificava il destino (per i Romani divenne la Fortuna)
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Potenza e civiltà etrusca
Il culto dei morti .
La Religione degli Etruschi secondo Tito Livio (Ab urbe cond., V, 1)
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Potenza e civiltà etrusca
La lingua .
La lingua etrusca è giunta sino a noi attraverso le iscrizioni realizzate con le tecniche più varie:
parole e frasi potevano essere scritte, incise, scolpite, graffite, impresse, stampigliate, coniate e
fuse nei più diversi materiali:
scolpite su pietra (edifici funebri, stele funerarie, sarcofagi, urne cinerarie, cippi di confine...)
incise su piombo, bronzo, argento e oro (lamine, coppe, statuette, specchi......)
graffite o incise su ceramica, bucchero (ceramica nera), e avorio (vasi, anfore, tavolette, suppellettili ....)
dipinte su ceramica, pareti, vasellame, bende (vasi e suppellettili, tombe, rivestimenti
architettonici,mummia di Zagabria ...)
stampigliate o incise su terracotta (anfore e suppellettili, tegole ....)
coniate su monete
fuse nel bronzo di statue
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Potenza e civiltà etrusca
La lingua .
Dalle iscrizioni dei reperti archeologici è stata ricavata una lista di circa 600 termini in lingua
etrusca accompagnati da un significato certo o probabile.
Sono nomi di persona e di rapporti di parentela, nomi di figure mitologiche e divinità, nomi di 32
città molte delle quali ancora esistenti, nomi di cariche pubbliche e religiose, nomi di alcuni
mesi dell'anno.
E ancora: numerali, ossia numeri scritti senza usare le cifre, e quindi con lo stesso loro nome:
6=sei 3=tre
Riguardano il possesso di beni, regole per le offerte votive, cerimonie e ricorrenze rituali.
La lingua etrusca a noi pervenuta è articolata: comprende nomi, aggettivi e pronomi, verbi e
locuzioni. Descrive la realtà nei suoi aspetti liturgici ossia relativi a cerimonie sacre, esprime
sentimenti e stati d'animo.
Il patrimonio linguistico che ora conosciamo è importante se si pensa che fino a circa 30 anni fa
era opinione diffusa (e i libri scolastici lo ripetevano...) che la lingua etrusca fosse un mistero
indecifrabile, in quanto non si riusciva a stabilire una relazione fra il segno linguistico di una
parola e il suo significato.
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