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Luciano CATALIOTO, Il Vescovato di Lipari-Patti in età normanna, 1088-1194.

Politica, economia,
società in una sede monastico-episcopale della Sicilia, editore Intilla, Messina 2007.

Serie: Collana di testi e studi storici -- 12


Lingua: Italiano
Descrizione
345, [5] p. ;
fisica:
LCCN: 2008355935
LC: BX1548.P365 C38 2008
Patti (Italy) — Church history.
Oggetto:
Lipari Island (Italy) — Church history.

La vicenda di Patti in età medievale, attestata in modo considerevole da una ricca documentazione non del tutto
esplorata, rappresenta una spia di importanti processi di lunga durata che interessarono il regno di Sicilia a partire dagli
anni precedenti la conquista normanna e costituisce, pertanto, un tassello prezioso per la ricostruzione del quadro
politico, economico e sociale della realtà mediterranea nell’età di mezzo. Siamo di fronte, infatti, ad un importante
laboratorio per condurre un’indagine a tutto tondo della vita di un centro vescovile del Mezzogiorno medievale, il cui
percorso si discosta, per molti versi, dalla dimensione locale e, nello specifico, costituisce dal punto di vista politico un
capitolo significativo delle fasi di assestamento della monarchia siciliana, avviata con una crescente latinizzazione
dell’isola e proseguita, soprattutto negli anni della crisi con la Chiesa romana per lo scisma anacletano, attraverso
un’attenta attività di consolidamento di consensi e solidarietà. Il territorio del Valdemone, in particolare, custode quasi
esclusivo nell’isola della tradizione greca, costituisce per l’autore il banco di prova di nuove forme di integrazione
etnica e culturale, ove si realizzano i quadri di ristrutturazione dei poteri locali e della nuova società basata sulla
coesione di espressioni diversificate anche da una prospettiva linguistica e religiosa. In tale ambito assumono rilievo i
modi e gli strumenti della gestione rurale del patrimonio monastico, l’evoluzione dei rapporti villanali e delle variegate
forme di dipendenza, il percorso economico e l’esercizio di forme di autogoverno da parte del centro urbano pattese,
condizionato dagli orientamenti di volta in volta assunti dal potere centrale e dalla costante tendenza della chiesa locale
a concretizzare un ruolo egemone, sia entro che fuori le mura, attraverso l’esercizio di prerogative amministrative e con
gli strumenti dell’inquadramento signorile.
In tale specifico campo di indagine la documentazione del ricco fondo archivistico capitolare, raccolta nell’Arca
Magna del palazzo vescovile di Patti, ha offerto allo studioso un insieme di dati essenziali per proporre una chiave di
lettura significativa del complessivo disegno della conquista normanna, ha cioè consentito di chiarire il significato dei
serrati rapporti intrattenuti dagli abati e vescovi di Patti con gli Altavilla ed i pontefici romani, portandoci peraltro a
contatto con altre realtà, distribuite nell’intero territorio isolano ed a loro volta collegate con i più consistenti poteri
locali incardinati nei centri di Palermo, Catania, Mazara, Vicari, Butera, Paternò ed altre civitates. Un microcosmo, in
definitiva, al cui interno si riflettono le scelte adottate in seno ai vertici del potere laico ed ecclesiastico, ma dove
peraltro si realizza soprattutto una sorta di sperimentazione economica e demografica, cioè una riorganizzazione della
società rurale ed urbana che rappresenta, per molti aspetti, il modello cui si sarebbe uniformato il Mezzogiorno
normanno dopo l’unificazione regia.
Luciano Catalioto

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