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I BAGNI DELLA FICONCELLA OVVERO AQUAE TAURI

di
Glauco Stracci

Il Comune di Civitavecchia
sito allinterno del comprensorio
dei Monti della Tolfa, unarea
geologica di circa 75.000 ettari.
Lo strato di terra su cui viviamo,
un tempo, era un antico fondale
marino che emerse nel periodo
miocenico-pliocenico1 a causa
del vulcanismo tolfetano, provo-
cando la nascita dei nostri monti
e, successivamente insieme ad
altri vulcanismi, anche del Lazio.
Questo strato geologico di po-
tenza chilometrica di tipo
sedimentario e presenta ai suoi
piedi quellattivit vulcanica
suddetta non ancora del tutto
Veduta aerea dellarea archeologica della Ficoncella, dove un tempo esaurita.
sorgeva lantica Aquae Tauri. Lacqua viene cos riscaldata
dal sottosuolo e, ricca di sali mi-
nerali, emerge in superficie generando varie sorgenti idrotermali che depositano il carbonato
disciolto in nuovi strati geologici di tipo gessoso e travertinoso.2 Attualmente nel territorio
civitavecchiese sono presenti quattro sorgenti idrotermali: Terme Taurine o di Traiano,
Sferracavallo, La Ficoncella e I Montirozzi.3 Queste acque hanno delle peculiarit curative gi
conosciute sia nellantichit che nel secolo scorso4 e sfruttate fino ai giorni nostri. La Ficoncella
consta di due sorgenti di acqua
calda che si trovano sullomo-
nimo poggio che trae il nome,
secondo una tradizione ottocen-
tesca, dalla presenza di una gran-
de ficaia.5
La presenza di sorgenti calde
e fredde in questa zona ne com-
port lo sfruttamento fin dal-
lantichit: nellarea circostante
il poggio della Ficoncella sono e-
merse evidenze di vario genere Cavit naturale presente nel banco di travertino, rinforzata con materiali
che spaziano dalla preistoria- lapidei di epoca romana, sotto i bagni della Ficoncella, dove un tempo
protostoria, fino allepoca alto sorgevano le terme romane dellantica Aquae Tauri.

1
ANTONIO ALBERTI et al., Note illustrative della carta geologica dItalia 1:100000, Foglio 136 Tuscania; Foglio
142, Civitavecchia, 1970.
2
LUIGIA MANFRA et al., La composizione isotopica dei travertini del Lazio, Geologica romana, 15, 1976.
3
NERI SCERNI, I Montirozzi presso Civitavecchia, Bollettino Societ Geografica italiana, 1951, vol.4, pp.71-74.
4
DOMENICO MORICHINI, Sopra le acque termali di Civitavecchia, Giornale arcadico, vol.133, 1853, pp. 158-161.
5
GIOVANNI BATTISTA RAMPOLDI, Corografia dellItalia, vol. 2, 1824, p. 42.

18

medioevale. La presenza delluomo in questa zona in epoca neolitica confermata dal ritrovamento
di unascia di Pietra Verde levigata6 a scopo votivo. Le grandi cavit naturalmente presenti nel
banco di travertino furono verosimilmente utilizzate da queste popolazioni come semplici ripari,
prima di divenire veri e propri villaggi protostorici e, alcune di esse, verranno rinforzate in epoca
romano repubblicana con lo scopo di sostenere gli edifici connessi allabitato di Aquae Tauri. La
frequentazione della zona durante let del Bronzo finale testimoniata dalla presenza di due abitati
protostorici, scoperti nelle immediate vicinanze: il primo in localit Le Larghe7 (adiacente i ruderi
di S. Giovanni alle terme o campanile di S. Egidio), il secondo in localit Pisciarelli.8
I Monti della Tolfa facevano anticamente parte
dellEtruria (la regio VII romana) e il popolo
etrusco, esperto di idraulica e di cure medicali, non
pot non sfruttare le propriet termali delle sorgenti
della Ficoncella, edificando probabilmente, proprio
sul poggio di questa localit, un piccolo abitato
(pagus) di cui oggi non restano tracce in quanto
cancellate dal successivo insediamento di epoca
repubblicana. Della presenza etrusca rimangono
comunque importanti evidenze nelle vicinanze delle
sorgenti termali, come un piccolo sepolcreto9
composto da una decina di tombe, scoperto nel
1913, e una statua10 in terracotta che, ritrovata
Immagine della singolare struttura intagliata nel recentemente in modo fortuito in localit Scarti di S.
travertino ai piedi del Poggio della Ficoncella; si Antonio, testimonia la presenza di un tempio
noti limboccatura da dove un tempo sgorgava etrusco antecedente al IV sec. a.C.
lacqua.
Una probabile traccia di attivit termali in epoca
etrusca costituita dalla presenza di una struttura artefatta presente nel poggio sopracitato. Si tratta
di una sorgente idrotermale ormai esaurita,11 la cui acqua calda sgorgava anticamente da una piccola
protuberanza di travertino. Questa collinetta fu tagliata a met con una tecnica rudimentale che
prevedeva lutilizzo di una mazza e di uno scalpello.12 Il travertino fu intagliato in modo tale che
lacqua, uscendo dallimboccatura, andava a riempire una piccola vasca intagliata alla base della
struttura. Questultima presenta un andamento Nord-Ovest, mentre la bocca (dove un tempo
fuoriusciva lacqua) avendo un'orientazione Sud-Ovest viene illuminata quando il Sole tramonta.

6
SALVATORE BASTIANELLI, Gli antichi avanzi esistenti nel territorio di Civitavecchia, St.etr., vol.XIII, 1939, pp.
385-402.
7
AA.VV., Repertorio dei siti protostorici del Lazio, Province di Roma, Viterbo e Frosinone, 2007, p. 92.
8
Il toponimo I Pisciarelli deriva probabilmente dai piccoli rivoli di acqua generati dalle sorgenti termali della
Ficoncella che un tempo si riversavano nel fosso Nome di Dio conosciuto anche come fosso Fiumaretta
(ALESSANDRO NASO, Architetture dipinte, Decorazioni parietali non figurate nelle tombe a camera dell Etruria
meridionale (VII-V sec. a. C.), 1996, p. 224)
9
RANIERO MENGARELLI, Necropoli etrusca nella localit detta Pisciarelli nel territorio di Civitavecchia, NSc.,
vol. II, 1941.
10
VINCENZO ALLEGREZZA, Le Fattorie romane nellArco del Mignone, un sistema territoriale economicamente
organizzato (IV sec. a. C.- III sec. a.C.), Rivista di storia dellagricoltura, anno XLVIII, n.1, 2008.
11
Questa sorgente, nei millenni, deposit carbonato di calcio lungo le pareti della cavit scavata nel terreno dallo
scorrere dellacqua e cos formando il cosiddetto travertino idrotermale, tanto presente nella zona della Ficoncella. Il
calcare depositandosi in strati sovrapposti crea una struttura cipollare che col tempo restringe il diametro della cavit
creando cos delle piccole montagnole superficiali. Questa sorgente dacqua attualmente esaurita, a dimostrazione che
in passato nel territorio cera una pi marcata attivit termale.
12
Questa tecnica della spaccatura per fessure prevedeva lutilizzo di piccoli fori dove il cavatore inseriva dei cunei di
bronzo o ferro che, percossi sequenzialmente con una mazza, creavano una spaccatura longitudinale nella roccia. Cos
facendo, il blocco usciva gi squadrato (anche se grossolanamente) e, se la roccia lo permetteva, era sufficiente uno
scalpello che incuneandosi nel foro creava ununica spaccatura longitudinale.

19

Questa tecnica di cavatura13 era solitamente


impiegata dagli etruschi ed bene ricordare
anche che tale civilt era caratterizzata da un forte
misticismo tanto da non riuscire sempre a
discernere il mondo terreno da quello celeste.14
Ci li leg sempre ad un culto di tipo ctonio che
li port a suddividere il cielo in sedici parti
(templum celeste), poste alla base della cosiddetta
etrusca disciplina.15 proprio per questa
visione religiosa che lentrata dei sepolcri
etruschi presentava un orientamento Nord-Ovest,
corri-spondente al quadrante celeste delle divinit
infere. Lo stesso orientamento si riscontra anche
nei monumenti sacri di epoca arcaica (VI-V sec. Dettaglio della vasca intagliata nel travertino ai piedi
a.C.), oggi denominate are votive. Questi altari della struttura battezzata Ara della Ficoncella
erano intagliati nella pietra soltanto parzialmente
e avevano una forma tronco-piramidale a gradoni
con un foro (bothros) per le offerte, scavato sulla cima. Necropoli etrusche16 e are votive17 che
rispettano la gi citata etrusca disciplina sono presenti anche sui Monti della Tolfa. Queste
peculiarit indiziarie ci inducono pertanto a supporre una probabile origine etrusca della struttura
sopra citata. Ultima presenza etrusca nelle vicinanze , come gi detto, un piccolo sepolcreto che
consisteva in una decina di tombe, conosciuto con il nome di Necropoli dei Pisciarelli e situato a
circa 1500 m a N-O della Ficoncella. La scoperta delle tombe avvenne per puro caso nel 1913 a
causa dellapertura di una cava di travertino che veniva impiegato presso il cementificio di
Civitavecchia. Una serie di interventi di scavo furono eseguiti fino al 1916 da parte di Raniero
Mengarelli18 insieme a Salvatore Bastianelli.19

13
S. CAMPOREALE , C. MASCIONE, Dalle cave ai cantieri: estrazione e impiego della calcarenite a Populonia tra
periodo etrusco e romano, in Arqueologa de la construccin. II. Los procesos constructivos en el mundo romano: Italia
y provincias orientales. Anejos de AEspA , LVII, 2010, pp. 153-172.
14
Diversa era tra il mondo etrusco e il mondo romano la lettura dei fenomeni naturali: mentre questultimo crede infatti
che i fulmini siano la naturale conseguenza di uno scontro tra le nuvole, gli etruschi invece riconoscono nelle nuvole un
potere divino e ritengono quindi che si scontrino appositamente per far cadere i fulmini. Infatti, poich credono che ogni
cosa provenga dalla divinit, essi sono convinti che le cose non abbiano un significato naturale quando accadono, ma
piuttosto accadano perch debbono avere un significato divino (Seneca, Nat. Quaest., 2, 32).
15
MASSIMO PALLOTTINO, Etruscologia, 1984, pp. 323-338.
16
EUWE BEAUFORT J., Due singolari monumenti rupestri nel Braccianese, Deel, 47, 1987, pp. 40-51.
17
Il terreno dove esisteva la cava era di propriet del marchese Benedetto Guglielmi che, su richiesta di Mengarelli, non
esit a rinunciare alla parte dei reperti archeologici rinvenuti nello scavo, che gli spettava per legge, donandoli poi al
Museo Nazionale di Villa Giulia. La cava invece apparteneva alla Societ Anonima Fabbrica Calce e Cementi di Casale
Monferrato che apr nel 1896 un suo stabilimento a Civitavecchia. Nel 1918 fondendosi con la Societ italiana dei
cementi e delle calci Idrauliche di Bergamo dar origine alla Societ anonima fabbriche riunite cementi e calce,
conosciuta in seguito come Italcementi (C. FUMAGALLI, La Italcementi: origini e vicende storiche; per il centenario
della societ 1864-1964, 1964).
18
Raniero Mengarelli (1863 - 1943), ingegnere e archeologo, fu Direttore dell Ufficio Scavi di Civitavecchia e Tolfa
dal 1908 al 1933, fu uno dei pi assidui collaboratori del Museo Nazionale di Villa Giulia a tal punto da risollevarne le
sorti. A livello storico e internazionale ricordato come colui che oper il disseppellimento della Necropoli della
Banditaccia a Cerveteri. Fu tra i primi in Italia ad utilizzare riprese cinematografiche (fatte con lIstituto Luce) per
propagandare gli scavi, mostrando i filmati alle conferenze a cui prendeva parte.
19
Salvatore Bastianelli (1885 - 1975), archeologo autodidatta di vecchia scuola, ricopr la carica di ispettore onorario
alle antichit e fu direttore del Museo Civico di Civitavecchia. Nel 1911, insieme a Francesco Scotti, fond
l'Associazione Archeologica Centumcellae. Il suo lavoro di ricerca in parte pubblicato su periodici di settore quali le
Notizie degli Scavi di Antichit dellAccademia dei Lincei e gli Studi Etruschi.

20

Planimetria della Necropoli dei Pisciarelli


(da Mengarelli R., NSc., vol.19, 1941).

Lutilizzo di esplosivi nella cava aveva danneggiato alcune tombe che furono in parte depredate,6
ma i danni furono tuttavia arginati grazie ad un tempestivo intervento che permise il recupero di sei
tombe a camera e di una tomba a fossa. Il materiale fu edito soltanto un ventennio dopo6,20 e tra i
vari ritrovamenti ci furono gli interessanti lacunari21 bronzei a protome animale raffiguranti un
leone o un ariete (dodici esemplari che sono attualmente esposti al Museo Nazionale di
Civitavecchia) che permettono di far risalire le sepolture tra il 530 e il 470 a.C.;22 questi umboni
sono tipici dellarea culturale tarquiniese. Le tombe erano a camera ipogea scavate nel travertino
con un ingresso (dromos) orientato ad Ovest, un tetto spiovente dotato di columen e, al loro interno,
presentavano due banchine laterali. Poich questa architettura funeraria tipica della cultura
ceretana, limportanza della necropoli dei Pisciarelli sta nel fatto che rappresenta, secondo la
bibliografia passata e recente, la zona di confine tra Caere e Tarquinia etrusca. Attualmente delle
strutture funerarie non resta nulla perch andarono distrutte a causa dellattivit della cava, motivo
per cui Mengarelli ingaggi il pittore Alessandro Pigna per redigere alcuni disegni realistici23 delle
tombe in modo da lasciarne traccia nei ricordi futuri e ad oggi restano infatti lunica testimonianza.

Lacunari (umboni) a protome animale, da R. Mengarelli NSc., vol. 19, 1941.

20
RANIERO MENGARELLI, Pagi e necropoli etrusche nella zona litoranea tirrena tra i fiumi Mignone e Arrone: La
necropoli dei Pisciarelli, NSc., vol. 19, t. 2, ser.7, fsc.7,8,9, 1941, pp. 344 369.
21
Va precisato che esiste una terza tipologia di protome, quella del toro androprosopo che rappresenta la divinit
fluviale di Acheloo. Sul discorso dei lacunari la questione ancora aperta, per alcuni erano utilizzati soltanto come
pulvino nel letto ligneo, altri ritengono che fossero anche utilizzati come umboni (parte centrale dello scudo).
22
A. NASO, Architetture dipinte, cit., 1996, p. 227.
23
Mengarelli nella pubblicazione del 1941, pi volte citata in questo testo, riferisce che i disegni furono ispirati
vivamente al vero.

21

Con la conquista delle citt etrusche di Veio (396 a.C.) e pi tardi di Caere e Tarquinia (273 a.C.)
comincia la romanizzazione dellEtruria.24 Per controllare il territorio costiero dei Monti della Tolfa
vengono dedotte delle colonie marittime che inizialmente avranno natura di veri centri fortificati
(castrum); si tratta delle citt di Gravisca (ca. 273 a.C.), Castrum Novum (ca. 273 a.C.), Pyrgi (ca.
264 a.C.) e Alsium (ca. 247 a.C.).25 Con il rafforzarsi del controllo territoriale comincia la
ripartizione agraria delle terre ai nuovi coloni romani e la nascita delle prime ville rustiche (fattorie)
la cui espansione toccher lapice gi nel II sec. a.C. per concludersi con la nascita delle domus
marittime nel periodo tardo imperiale. Questa colonizzazione porter alla nascita delle prime strade
nel territorio, necessarie per collegare le varie cittadelle, mentre le ville saranno servite da
diverticoli che le univano alla via principale. Inizialmente nel territorio di Civitavecchia, compreso
tra Gravisca e Castrum Novum, non vi erano insediamenti e per tale motivo, a scopo coloniale,
sorsero le prime ville rustiche lungo larco del fiume Mignone. E in questo momento che nellarea
della Ficoncella fu edificata una grande fattoria sul Poggio di Sferracavallo26,27 e, successivamente,
la cittadella di Aquae Tauri dotata di un piccolo centro termale. La data di fondazione di questo
piccolo centro urbano pu essere individuata tenendo conto che Plinio28 cita la popolazione degli
aquenses cognomine taurini 29 come aventi il diritto municipale 30 e, accanto a questa, la data di
nascita31 delle prime terme romane.

Necropoli dei
Pisciarelli e
disegno della
cosiddetta Tomba
degli Ori, da R.
Mengarelli, Nsc.,
vol. 19, 1941.

24
Gli etruschi manterranno comunque una loro indipendenza attraverso i municipi romani e saranno considerati
cittadini sine suffragio fino allinizio del I sec. a.C.
25
Corrispondono alle odierne Tarquinia lido, S. Marinella, S. Severa e Ladispoli.
26
ANTONIO MAFFEI, La ricerca topografica e la carta archeologica, in AA.VV., Caere e il suo territorio da Agylla
a Centumcellae, 1990, pp. 238-239.
27
La villa rustica fu edificata su di una collinetta (215 m s.l.m.) artificialmente modellata con una serie di terrazza menti
a scopo contenitivo/difensivo. Posta in posizione strategica, confina a Nord-Ovest con le vicine terme di Aque Tauri e a
Sud con le Terme Taurine (o Terme di Traiano). Fu scoperta nel 1939 da S. Bastianelli e indagata dalla Sovrintendenza
S.A.E.M. La pianta perimetrale della costruzione quadrata (14 m di lato) e occupa unarea di circa 2000 mq. Mura a
secco in grandi blocchi di pietra arenaria (tipo Macigno) costituivano le fondamenta su cui fu edificata. La ricognizione
di superficie mostra vari frammenti fittili (tegole, ceramica a vernice nera, ceramica sigillata) che permettono di
affermare che la fattoria fu abitata da poco prima del II sec. a.C. fino poco dopo il V sec. d.C. Nelle vicinanze del
poggio c una sorgente idrotermale, sopracitata, che prende il nome dallomonimo toponimo di Sferracavallo.
28
Plinio il Vecchio (lat. C. Plinius Secundus), scrittore latino (Como 23 d. C. - Stabia 79), scrisse una grande
enciclopedia in 37 libri conosciuta come Naturalis Historia che pubblic nel 77 d.C. in onore dell imperatore Tito.
29
PLINIO, Naturalis Historia, III, 52.
30
I municipi (lat., municipium), nella Roma repubblicana erano le comunit cittadine italiche annesse ormai al governo
romano che mantenevano una certa autonomia amministrativa, ma erano prive dei diritti propri dei cittadini romani
(sine suffragio).
31
H. KHLER , Enciclopedia dell' Arte Antica, 1966, s.v. terme.

22

Veduta dei resti della villa rustica di Sferracavallo e dellara di spremitura olearia adiacente l edificio.

Possiamo quindi ipotizzare la data di fondazione del municipio con le terme tra poco prima del II
sec. a.C. e non oltre la prima met del I sec. d.C. Storicamente pu essere considerata la prima
Civitavecchia di epoca romana: Centum Cellae verr fondata dallimperatore Traiano soltanto nel I
sec. d.C. La scoperta del municipio romano ufficialmente avvenne nel 187732 quando lispettore
Domenico Annovazzi, nel ripulire le sorgenti termali della Ficoncella per convogliare lacqua nella
condotta che la portava al nuovo albergo termale allinterno di Civitavecchia, ne scopr la vasca
ovale del caldarium) che oggi resta ancora scavata. In realt da un antica carta33 del 1695 in cui
segnalato il tragitto dellacquedotto che portava lacqua alla citt, ci rendiamo conto che le vestigia
di Aquae Tauri erano gi conosciute perch ben visibili allepoca, come daltronde i ruderi delle
Terme di Traiano. Il nucleo abitativo sorse in cima al Poggio della Ficoncella. Aprendo delle cave
locali di travertino furono creati dei terrazzamenti con muratura a secco di grandi blocchi allo scopo
di contenere la collina che in parte fu anche artificialmente modellata. Sulla cima intagliando dei
canaletti nella roccia sedimentaria fu convogliata lacqua termale nella grande vasca34 (dim. 15,75
m x 8,90 m). Questa formata da cinque ellissi concentriche in modo da formare una gradinata
continua ed ha una profondit di 143 cm. Una seconda struttura muraria, con paramento in opus
mixtum costituito da ampie specchiature di reticolato interrotte da sottili fasce di laterizio, ci fa
supporre35 che nella prima epoca imperiale la vasca era circondata da un edificio in cementizio.
Riferendoci a quello che dice Vitruvio36 la copertura del tetto doveva essere una volta a botte.
Sempre a tale epoca riferibile la costruzione di alcuni edifici ,esterni alle terme della Ficoncella, in
opera vittata mista i cui resti sono probabilmente individuabili nelle ammorsature utilizzate come
rinforzo della parte angolare della muratura. Il piccolo municipio romano ebbe sicuramente una
fervida vita fino a tutto il I sec. a.C. quando, a causa dellormai avvenuta romanizzazione dell

32
DOMENICO ANNOVAZZI, NSc., 1877, p. 265.
33
La carta ha il titolo di Pianta del nuovo acquedotto che conduce lacqua a Civitavecchia. Fu realizzata per illustrare
la realizzazione del nuovo acquedotto fatto costruire da papa Innocenzo XII e stampata dalla tipografia De Rossi nel
1695 per inserirla nell opera Mercurio Geografico di Domenico De Rossi, Giacomo Cantelli da Vignola et al.
34
Questa vasca fu scavata nel travertino in maniera ovoidale concentrica cos da avere una gradinatura continua. Tale
tecnica e stile sono tipici dellepoca repubblicana. Viste le dimensioni ridotte del centro termale a rigore si dovrebbe
parlare di Balnea pi che di Thermae, in quanto mancano tutte le strutture connesse alle attivit sociali, oltre che le altre
tipologie di vasche (tepidarium, frigidarium etc.).
35
Gli strati di opera reticolata interrotti da sottili fasce laterizie vengono datate tra la prima met I sec. d.C ed il III sec.
d.C. (cfr., Marta R., Sintesi schematica di tecnica edilizia romana, 1981).
36
VITRUVIO, De Architettura, lib. V, cap. X.

23

Etruria e dellaumento della popolazione, vengono edificate delle altre terme a S-E di quelle di
Aquae Tauri dove c una sorgente identica a quella della Ficoncella. La tecnica costruttiva37 ricorda
le terme di Cales, motivo per cui si fanno risalire al I sec. a.C., ovvero all epoca sillana. Con la fine
dellet augustea e la nascita della nuova citt di Centum Cellae,38 voluta dallimperatore Traiano
nel I sec. d.C. per dare un nuovo porto a Roma, Aquae Tauri perder sempre pi dimportanza
soprattutto con lampliamento delle terme sillane cominciato appunto sotto Traiano e terminato
sotto Adriano. Il territorio circostante, vista limportanza storica, manterr comunque la locuzione
taurini, tauri o tauriani. Con la riforma di Diocleziano (285 d.C. 293 d.C.) e limpero
suddiviso in dodici diocesi si assistette alla rinascita dei piccoli insediamenti locali39 e
probabilmente il mantenimento del toponimo tauri comport lappellativo alle terme imperiali di
Thermae Tauri.40 La presenza abitativa nel territorio intorno le Terme Taurine testimoniata, oltre
che da un riscontro archeologico41, dallopera di Rutilio Namaziano per quanto riguarda il IV sec.
d. C. e, almeno fino al VI sec. d.C., da San Grego-

Particolare della carta di Civitavecchia del De Rossi del 1695,


V = Ruderi della Ficoncella, T = Ruderi delle Terme Taurine anche dette di Traiano (collezione G. Stracci).

37
IDA CARUSO, Civitavecchia ed il suo territorio,1991, p. 60.
38
La data di fondazione di Centum Cellae molto precisa, tra il 103-107 d.C., poich si basa sulla fonte storica di Plinio
il Giovane (Plin.Iun., Epist., VI, 31) e su delle varie medaglie ritrovate riguardanti il consolato di Traiano ed il porto
traianeo (Muratori L.A., Annali dItalia dal principio dellera volgare sino allanno 1500, tom. I, 1744, pp. 300-301;
ANTIGONO FRANGIPANI, Istoria dellantichissima citt di Civitavecchia, Roma, 1761, p. 230; VINCENZO
ANNOVAZZI, Storia di Civitavecchia dalla sua origine fino all'anno 1848, Roma, 1853, p. 93.
39
FRANCO CAMBI, Paesaggi d Etruria e di Puglia (in Giardina A., Schiavone A., (a cura di), Storia di Roma, vol.
3.2, 1993, pp. 229-254).
40
Nosse iuvat Tauri dictas de nomine thermos, RUTILIO NAMAZIANO, De reditu suo, vv. 237.
41
Con lo sterro delle terme sul Poggio della Ficoncella, nel posare una conduttura, furono trovate diverse tombe alla
cappuccina (Annovazzi D., NSc., 1877, p. 265). Tale tipologia di sepoltura inquadrabile in un lasso temporale che
spazia dal II sec. d.C. al VI sec. d.C.

24

Immagine dei primi anni Venti in b/n del caldarium (da AA.VV., Guida di Civitavecchia e dintorni compresi i due
importanti centri archeologici di Tarquinia e Cerveteri, 1925) e immagine odierna.

Ruderi di epoca romano imperiale in opus quasi vittatum sul lato Est del Poggio della Ficoncella.

rio.42 La discesa dei goti di Alarico con il sacco di Roma nel 410 d.C., il passaggio43 di Totila nel
528 d.C. a Centum Cellae e dei Saraceni nell814 d.C. segneranno labbandono definitivo del borgo
taurino e delle terme di cui non rimane traccia per un lunghissimo tempo tanto che ancora nel primo
Cinquecento Bacci44 nella sua opera non cita le Terme Taurine. Dovremo aspettare la visita del
medico Mercuriale45 per leggere di nuovo il loro nome e gli scavi condotti da Gaetano Torraca46 nel
Settecento per vederle tornare alla luce. Comunque il distacco temporale ormai tale che si
identificheranno47 le Aquae Tauri con le Terme Taurine.

42
San Gregorio Magno (ca. 540 d.C. 604 d.C.) ovvero Papa Gregorio I, ma passato alla storia come Gregorio, fu il
64 papa della Chiesa cattolica, dal 3 settembre 590 fino alla sua morte. In un passo dei suoi dialoghi (Dial., IV, 55 )
scrive: in diocesi Centumcellensis urbis habitabat atque ecclesiae beati Iannis, quae in loco qui dicitur Tauriana sita
est, praeerat.
43
GIUSEPPE CAPPELLETTI, Le Chiese dItalia, vol. I, 1844, pp. 529-530.
44
ANDREA BACCI, De Thermis, 1571.
45
GIROLAMO MERCURIALI, De variorum lectionum in medicinae scriptoribus et aliis libri sex, Venetiis, Juntas,
1588.
46
TORRACA GAETANO, Delle antiche terme Taurine, 1761.
47
Nei secoli scorsi si confuse Aquae Tauri con le Terme Taurine, denominate nell800 anche Bagni dei Palazzi
(FILIPPO CLUVERIUS, Italia Antiqua, lib.II, cap.2, 1658, p.289; GIULIO FERRARIO, Il costume antico e moderno,

25

Prima di affrontare lorigine del nome


Tauri premettiamo, per stupire il lettore,
che non esiste una citata Aquae Tauri ma
solo il municipio taurino citato da Plinio30 e
il termine Aquas Tauri viene citato nella
Tabula Peutingeriana48 copia medioevale di
una carta dell epoca imperiale. Col termine
aquas, accompagnato da una generica
vignetta standardizzata, in questa mappa si
vuole indicare la presenza di localit termali
Aquas Tauri (Terme Taurine) e Centumcellae; Tabula o vere terme dove il viaggiatore poteva
Peutingeriana (IV, 3) (fonte: wikipedia, license public sostare, come nel caso specifico di Aquas
domain) Tauri.49 Ora questa antica mappa essendo di
epoca tardo imperiale non poteva che
indicare le grandi terme di Traiano che mantenevano lappellativo Tauri del luogo, poich le
terme della Ficoncella erano gi in disuso per le motivazioni riportate in precedenza. Namaziano,
nel suo viaggio compiuto nel 417 d.C., ci dice inoltre che le terme sono distanti circa tre miglia50 da
Centumcellae (proprio la distanza delle Terme
Taurine). Questi due notizie erano conosciute agli
storici dei secoli passati che, come accennato
precedentemente, utilizzarono indifferentemente51 il
termine Aquae Tauri (volgarizzato di Aquas Tauri) e
Terme Taurine per indicare le stesse grandi terme
imperiali (le uniche ancora visibili alla loro epoca),
mentre le acque della Ficoncella erano conosciute e
ben distinte geograficamente, come mostra la carta di
Giacomo Filippo Ameti52. Per porre fine a questa
confusione bisogner attendere i primi del Novecento
con Salvatore Bastianelli53,54 che basandosi sulle
proprie ricerche topografiche e scoperte archeo-
logiche, ipotizz per primo che sul Poggio della
Ficoncella ci fosse stata una piccola cittadella
chiamata Aquae Tauri, di epoca repubblicana, e che Carta geografica di Filippo Ameti del 1696
prendesse il nome dalla popolazione etrusca citata da (Fonte: Heidelberg University Library), license
Plinio30 e distinta dalle terme imperiali che invece creative common CC-BY SA 3.0.

vol. 5, 1826, p. 46)


48
La carta conservata presso la Biblioteca Nazionale di Vienna una copia medioevale del Trecento di una carta
dellet imperiale (III - IV sec. d.C.). La pergamena lunga 6.745 m e divisa in undici segmenti.
49
F. MORANDINI, Le acquae termali nella Tabula Peutingeriana (in AA.VV., Aquae Salutiferae Il termalismo tra
antico e contemporaneo, Antenor Quaderni 29, Atti del convegno internazionale (Montegrotto Terme, 6-8 settembre
2012).
50
Nec mora difficilis millibus ire tribus, R. NAMAZIANO, De reditu suo, cit., vv. 238.
51
Molti autori del Seicento, Settecento e Ottocento utilizzano indifferentemente Aquae Tauri o Terme Tauri per indicare
le Terme di Traiano; a volte utilizzavano altri soprannomi come Bagni di Traiano o Bagni dei Palazzi.
(Ph.Cluverius, cit ; Dempsteri Th., Etruria Regali,1723, p.95 ; Frangipani A., op.cit. ; Torraca G., cit. ; Annovazzi D.,
cit.)
52
GIACOMO FILIPPO AMETI, Patrimonio di S.Pietro, con le sue pi cospicue strade antiche e moderne e principali
casali e tenute di esso descritto da Giacomo Filippo Ameti Romano, e data in luce da Domenico De Rossi in Roma
lanno 1696.
53
SALVATORE BASTIANELLI, Gli antichi avanzi esistenti nel territorio di Civitavecchia, St.etr., vol.13, 1939, pp.
385 402.
54
SALVATORE BASTIANELLI, Centumcellae Castrum Novum, Italia romana: municipi e colonie I, XIV, Roma,
1954, pp. 64 67.

26

presero lappellativo di Taurine in ricordo del primo insediamento romano.


A questo punto veniamo al significato dellappellativo Tauri. Il Solari55 ipotizza che
deriverebbe da Tito Statilio Tauro (consul suffectus nel 39 a.C.) che finanzi diverse opere
pubbliche in Roma, ma nessuna menzione56 fatta nel territorio, ne fu mai trovato un riscontro
archeologico.54 Le conoscenze attuali ci inducono a scartare lipotesi dei Taurini del nord Italia e i
Taurisci della Germania (entrambi erano di cultura celtica) confermando cos gli storici57
dellepoca. Singolare lipotesi di Mazzocchi58 secondo cui Tauri derivi dal Caldeo Tor (pron.
taur, indagatore), ma priva di ogni fondamento filologico e storico come gi a suo tempo gli fece
notare il Bini59,60 ribadendo lorigine latina del termine. La spiegazione viene invece data
dallautore pi antico cio da Namaziano61 che visitando personalmente nel 416 d.C. le Terme
Taurine ci racconta che una leggenda vuole che Giove tramutato in toro (lat., Taurus, -i) raspando il
terreno abbia fatto sgorgare queste acque termali. In passato alcuni storici62 ipotizzavano che questa
leggenda fosse in parte inventata dallo scrittore,63 ma bene
sottolineare che potrebbe trattarsi di una supposizione
dovuta anche alla scarsit di riscontri archeologici posseduti
allepoca. Infatti che lappellativo Tauri sia riferito al toro
ha avuto dei riscontri gi allepoca del Torraca che nel 1769
riferisce di una testa di toro in marmo bianco rinvenuta sul
Poggio di Sferracavallo64 e c un frammento di fregio
architettonico conservato presso il Museo Nazionale di
Civitavecchia dove vi rappresentato un toro, che sulla
groppa ha un manto (dorsuale) e sulla testa dei nastri
(infulatae hostiae), legato al guinsaglio e trainato da un
giovane che sorregge con la mano unasta con un fiocco in
punta. Si tratta di una chiara rappresentazione del rito del
Protome di Acheloo tarquiniese da R.
suovetaurilia65. Va ricordato a questo punto che limpe-
Mengarelli, NSc., vol. 19, 1941. ratore Traiano che dette inizio ai lavori delle Terme Taurine
esegu una sola volta tale sacrificio per celebrare la
conquista della Dacia (testimonianza il bassorilievo sulla colonna traianea). Se quindi, come
logico supporre, tale leggenda riferita inizialmente al municipio di Aquae Tauri, pi difficoltoso
stato in passato trasferire tale racconto ai taurini che, come sappiamo da Plinio, erano etruschi o
comunque assimilabili culturalmente ad essi.
Attualmente possiamo invece dare una possibile interpretazione e cio lintroduzione66 in Etruria

55
ARTURO SOLARI, Topografia storica dellEtruria, vol.I, 1918, pp. 213 - 214
56
Le tre epigrafi trovate a Castrum Novum (CIL XI, 3560, 3572, 3574) spesso traggono in errore alcuni autori, perch
gli Statili nominati non sono il nostro Lucio Statilio Tauro ne alcun legame mai stato dimostrato. Inoltre alla loro
epoca le Aquae Tauri esistevano gi da almeno un secolo.
57
Taurini Semigalli proxima gens erat in Italiam degresso, TITO LIVIO, Ab urbe condita XXI, 38 ; quondam
Taurisci appellati, nunc Norici, PLINIO, Naturalis Historia, III, 133.
58
ALESSIO S. MAZZOCCHI., Sopra l origine de Tirreni, Saggi di dissertazioni accademiche, tom. 3, 1741, p. 47.
59
GIUSEPPE C. BINI, Lettere gualfondiane, 1744, pp. CCL-CCLI.
60
GIUSEPPE C. BINI, Novelle letterarie, tom.6, 1745, pp.73-74.
61
R. NAMAZIANO, De reditu suo, cit.,vv. 249-276.
62
Ad esempio, V. ANNOVAZZI, Storia di Civitavecchia, 1848, p. 99.
63
I riscontri archeologici negli scavi del porto di Civitavecchia (Centumcellae), delle Terme Taurine, di Pyrgi e delle
domus marittime del litorale hanno sempre validato litinerario descritto da Rutilio Namaziano compresa la descrizione
dello stato di abbandono del territorio dovuto al passaggio del re goto Alarico. Per tale motivo non si capisce perch
avrebbe dovuto inventare una favola.
64
Novelle letterarie vol. 30 1769, p. 91-92.
65
Il sacrificio del suovetaurilia consisteva in un rito di purificazione di carattere apotropaico praticato nell'antica Roma,
di solito era rivolto a Marte ma anche a Giove; in questo ultimo caso gli animali erano di colore bianco.
66
MARIA R. CIUCCARELLI, Acheloo ctonio dalla Magna Grecia allEtruria?, Mediterranea, III, 2006 (2007), pp.
121-140.

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del culto di Acheloo67 attraverso scambi commerciali, a partire dal VI sec. a.C. con la Magna
Grecia. Questa divinit, oltre che essere guardiano delle sorgenti, verr dal V sec. a.C. assimilata
mediante un processo sincretico al culto ctonio etrusco e rappresenter il punto di mediazione tra il
mondo dei vivi e dei morti. Il culto di questa divinit androprosopa era presente nel nostro
territorio: in particolare a Pyrgi palese68 il suo ruolo di protettore della sorgente potabile.
Nellambito funerario tarquiniese vengono prodotti dei protomi bronzei di Acheloo che,
rispettando la regola dei balsamari dimportazione greca, sono sempre accompagnati da quella del
leone.69 La sopracitata necropoli dei Pisciarelli, di influenza tarquiniese, nei pressi della Ficoncella
presenta il protome leonino mentre quello di Acheloo assente verosimilmente a causa della
devastazione della necropoli.70Possiamo quindi ipotizzare che i taurini fossero dediti al culto
funerario di Acheloo imputandolo custode e genitore delle sorgenti termali della Ficoncella e
dintorni. Le guerre con Roma avevano reso disabitati71 i Monti della Tolfa, cosi quando nel III sec.
a.C. comincia la colonizzazione romana il culto di Acheloo aveva lasciato forse solo delle tracce.
Questo abbandono territoriale, e forse anche lomofonia con letrusco aure72, fece assimilare nel
culto romano quello di Acheloo, adattandolo e sostituendolo nell iconografia col culto di Giove
conosciuto anche in forma di toro73 e in tale modalit archetipa, secoli dopo, arriver la leggenda di
Giove taurino allattenzione di Rutilio Namaziano.

67
Acheloo (in greco , -, in latino chlus, -i) una divinit fluviale della mitologia greca, corrisponde al
fiume Aspropotamo in Grecia. Era il padre delle ninfe poste a guardia delle fonti di Pirene di Corinto, Castalia di Delfi e
Dirce di Tebe. Virgilio rifacendosi al greco antico lo usa come sinonimo dacqua dolce (poculaquae inventis Acheloia
miscuit uvis, Virgilio, Georgiche, lib.I ). Viene rappresentato con laspetto di volto umano barbuto, ma con le orecchie e
le corna di un toro. Lott contro Ercole per la mano di Deianira e perdette un corno che diverr la cornucopia (simbolo
di fertilit). Divenuto anziano volle tornare dalla sua madre Tetide e apri una breccia nel suolo, ma la madre per non
farlo cadere nelloblio fece sgorgare da quella breccia un fiume. Racconta Strabone (Geografia, lib. X) che le ninfe per
aver sacrificato nel suo fiume dieci tori ad altri dei, ma non a lui, le puni inondando il terreno (G. POZZOLI, Dizionario
di ogni antichit, vol. I, 1819, p.19 ; Enciclopedia italiana,1929 s,v, Acheloo).
68
Ritrovamenti della rappresentazione di Acheloo sono a Cerveteri, Gravisca, Populonia, a Pyrgi in particolare sembra
legato alla presenza di una sorgente di acqua dolce oltre che al contenimento delle acque (M.R. CIUCCARELLI, cit.,
pp.133-135).
69
Ad esempio nella necropoli etrusca di Monte Quaglieri a Tarquinia in una tomba venne trovato un protome di Acheloo
e uno di Leone, attualmente sono esposti ai Musei Vaticani (inv.no., 12623 ; inv.no., 12461)
70
R. MENGARELLI, Pagi e necropolicit., si pone il problema della mancanza, ma scrive anche della depredazione
delle tombe e della loro parziale distruzione, per tale motivo pone limmagine di un protome di Acheloo rinvenuto a
Tarquinia.
71
ENRICO BENELLI, I monti della Tolfa: brevi cenni storici, Geo-Archeologia 1995, pp. 93-102.
72
(etr., taure, sepolcro) M. PALLOTTINO, Etruscologia,1987, p. 410.
73
Nel mito greco-romano Giove, tramutato in toro bianco, seduce Europa (ANGELA CERINOTTI, Atlante dei Miti,
2003, p.104).

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