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Atti e

Memorie
109 (2011)
Le Marche e loltre Marche tra levo
antico e il moderno.
Rapporti di varia natura alla luce
della documentazione numismatica

Deputazione di storia patria per le Marche


Ancona 2013

DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LE MARCHE

ATTI E MEMORIE
109 (2011)
Le Marche e loltre Marche tra levo antico e il moderno.
Rapporti di varia natura
alla luce della documentazione numismatica
2o Convegno di Studi numismatici marchigiani
(Ancona 13-14 maggio 2011)

a cura di

Roberto Rossi

ANCONA
PRESSO LA DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LE MARCHE
PIAZZA BENVENUTO STRACCA, 1
2013

PRESIDENTE

DELLA

DEPUTAZIONE

Gilberto Piccinini
COMITATO

DI

REDAZIONE

Riccardo Ceccarelli, Rossano Cicconi, Gilberto Piccinini, Carlo Pongetti, Roberto


Rossi, Sandro Scoccianti, Riccardo Paolo Uguccioni
SEGRETARIO

DI

REDAZIONE

Riccardo Paolo Uguccioni


IN REDAZIONE

Stefano Graziosi

Il volume stato realizzato con il contributo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona.

DIRETTORE

RESPONSABILE DI

ATTI

E MEMORIE

Gilberto Piccinini
Reg. n. 10 del Tribunale di Ancona, del 3 aprile 1974.
Iscritto al Registro Nazionale della Stampa con il n. 01818 vol. 19 fg. 137 del 28
gennaio 1986.
ISSN: 1128-2509
N.B. Gli scritti firmati rispecchiano le opinioni degli autori; la pubblicazione non
implica adesione, da parte della rivista, alle tesi sostenute.

Tutti i diritti riservati

Lucia Travaini
LE ZECCHE MEDIEVALI E MODERNE DELLE
MARCHE NELLA STORIA DEGLI STUDI

Desidero innanzi tutto ringraziare per linvito al secondo convegno di Studi numismatici marchigiani con una premessa: non sono io
lesperta di zecche marchigiane, e i veri esperti sono qui presenti. Mi
capitato, tuttavia, di occuparmi di zecche italiane fin dai miei primi
studi sulla collezione di Vittorio Emanuele III, e le zecche marchigiane sono state ovviamente sempre ben presenti.
Le zecche sono alla base delle monete ed importante cercarne
la storia, una storia che storia del diritto, delle istituzioni oltre che
della tecnologia. Spesso sono state studiate e pubblicate monete senza una particolare attenzione alla comprensione della zecca e di chi
avesse effettivamente il diritto di produrle, ed per questo che da
tempo mi sono dedicata allo studio delle zecche in generale.
Solo fino al maggio 2011 chi avesse dovuto avviare uno studio ex
novo su tutte le zecche marchigiane forse avrebbe cominciato ancora
con il Corpus Nummorum Italicorum del 1932, e con uno sguardo alla
1
bibliografia dei fratelli Gnecchi del 1889 , cercando poi ulteriore bibliografia nei Survey of Numismatic Research, nelle riviste nazionali e
locali, negli atti di convegni, non sempre accessibili a tutti. Ora esiste
unopera di insieme, quasi una enciclopedia delle zecche italiane, che
permette per ciascuna zecca di trovare molte informazioni e la bibliografia da Muratori 1739 al 2009 in ununica sede: per superare lostacolo della dispersione delle informazioni sulle zecche italiane, infatti,
circa dodici anni fa cominciai a pensare allutilit di realizzare un libro
che raccogliesse in sintesi le notizie, con tutta la bibliografia e le fonti,
su tutte le zecche italiane medievali e moderne fino allUnit, in Italia
e allestero. Tanti sono i colleghi ed amici italiani e stranieri che hanno
aderito fin dallinizio scrivendo voci di zecche, e solo pochi di quelli
invitati non hanno potuto accettare: questo libro stato pubblicato nel

1
F. e E. GNECCHI, Saggio di bibliografia numismatica delle zecche italiane medievali e moderne, Milano 1889.

303

LUCIA TRAVAINI

maggio 2011 con il titolo Le zecche italiane fino allUnit per i tipi
2
dellIstituto Poligrafico e Zecca dello Stato SpA . Il titolo originale
era Guida per la storia delle zecche italiane fino allUnit, titolo
cambiato dalleditore per abbreviarlo: per me e molti autori rester la
guida, e con tale nome vi far riferimento in queste pagine. Non la
storia compiuta delle zecche, ma una base, una guida appunto, per
avviare un lavoro comparativo generale e per continuare. Per molte
voci vi si trova ricerca nuova e materiale inedito; per tutte le voci si
elencano i nominali emessi, le sedi, il personale. Vi sono in totale 545
voci: in Italia 248 zecche certe, probabili o incerte e 117 mai esistite,
creazioni storiografiche spesso basate su falsi; allestero 78 zecche certe, probabili o incerte e 25 mai esistite; 45 ossidionali, ed infine 32
zecche clandestine, solo un piccolo campione, tra cui nelle Marche anche Staffolo, paese di mia madre. Lidea originaria della guida stava
proprio nel gran numero delle zecche italiane e nella grande dispersione della bibliografia; per questultima un esempio un bellarticolo sui
conii della zecca di Massa Marittima pubblicato da Massimo Sozzi in
3
una rivista dal titolo Studi per lecologia del Quaternario : quanti
numismatici penserebbero di cercare in quella rivista?
Gi nelle due giornate di questo convegno la ricerca proseguita
e si sono aggiunti nuovi dati e materiali, ma almeno il libro Le zecche
italiane fino allUnit potr essere una base. Per quasi tutte le zecche
marchigiane lautore principale Roberto Rossi, autore delle voci
Ancona, Ascoli, Camerino, Fabriano, Fano, Fermo, Macerata, Matelica, Montalto, Pergola, Recanati, San Severino Marche, Tolentino
(progetto di zecca mai realizzato) e Caldarola (zecca quasi di sicuro
mai esistita); per Pesaro, Urbino, Fossombrone e Casteldurante lautore delle voci Andrea Cavicchi; io ho scritto le brevi voci per Loreto e Senigallia. Alcuni contributi sulla monetazione di fine Settecento si devono al compianto Neri Scerni.
Per delineare la storia degli studi sulle zecche marchigiane non intendo fare un elenco di studi e di studiosi, che sarebbe oltremodo
tedioso, ma cercher dei punti fermi principali nel percorso di studio.
Comincio con Lodovico Antonio Muratori e il suo De moneta sive jure
condendi nummos, Dissertatio XXVII, in Antiquitates Italicae medii aevi,

L. TRAVAINI (a cura), Le zecche italiane fino allUnit, IPZS spa, Roma 2011.
M. SOZZI, M. FIORI, Torselli della Zecca Massana al Museo Civico di Siena, in
Studi per lEcologia del Quaternario, 20, 1998, pp. 139-144.
3

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LE ZECCHE MEDIEVALI E MODERNE DELLE MARCHE


4

tomo II, Milano 1739 . Qui si ricordano monete di Ancona, Ascoli,


Camerino, Fermo, Macerata, Pesaro, Recanati, Senigallia, Urbino. Di
ciascuna moneta muratori indicava la collezione o il museo dove era
conservata ed i nomi di chi gli aveva comunicato lesistenza del pezzo. I
disegni sono poco fedeli ma grosso modo le monete sono riconoscibili.
Delle zecche marchigiane tratt anche Gian Rinardo Carli rubbi
nel 1754 nel primo volume del Delle Monete e dellIstituzione delle
5
Zecche dItalia , e qui con maggiore attenzione ad un tentativo di organizzazione cronologica globale; per Ancona propone giustamente un
inizio nel XII secolo; per Ascoli cita un privilegio sfuggito allocchio
del Muratori rilasciato da Corrado nel 1037 al vescovo; di Camerino
conosce le monete con santAnsovino o san Venanzio ma non sa datarle ed inoltre colloca la zecca tra quelle del IX e X secolo; riporta
Fano che Muratori non aveva segnalata, riproducendo il disegno di
una moneta di Gregorio XIII (1572-85); per Fermo riporta il privilegio
del 1220 riferito da Muratori, e dubita del suo disegno della moneta di
Martino IV che deve essere in realt letta per Martino V; per Pesaro
scrive che si hanno monete a nome di Alessandro Sforza ma con lungimiranza scrive che secondo lui ci devono essere monete dei Malatesti;
senza qui citare tutto vorrei ricordare che trattando di Malatesta
Carli Rubbi incluse una discussione su monete e medaglie precisando
che: Bisogna certamente distinguere le monete dalle medaglie, perch
altrimenti il numero delle zecche dItalia andrebbe allinfinito, ma quel
ch peggio in vece di rischiararsi, si confonderebbe sempre pi la pur
6
troppo inviluppata materia delle zecche e delle monete .
Erano i primi passi, continuati da Fililppo Argelati e soprattutto da
guido antonio zanetti nei suoi cinque volumi della Nuova raccolta delle
monete e zecche dItalia, pubblicati a bologna tra 1775 e 1789, di cui
Michele Chimienti nella rivista Italiana di Numismatica ed in un libro recente ha tracciato un completo profilo biografico e scientifico:
7
tra laltro, la qualit dei disegni delle tavole di Zanetti eccellente .

L. A. MURATORI, De moneta sive jure condendi nummos, Dissertatio XXVII, in


Antiquitates Italicae medii aevi, tomo II, Milano 1739 (anche in P. ARGELATI, De Monetis Italiae variorum illustrium virorum dissertationes, vol. I, Milano 1750, pp. 1-98).
5
G. R. CARLI RUBBI, Delle Monete e dellIstituzione delle Zecche dItalia, vol. I,
LAja 1754.
6
CARLI RUBBI, cit., p. 215.
7
G. A. ZANETTI, Nuova raccolta delle monete e zecche dItalia, Bologna: vol. I,
1775; vol. II, 1779; vol. III, 1783; vol. IV, 1786; vol. V, 1789. M. CHIMIENTI, La
figura di Guido Antonio Zanetti, numismatico e uomo dellIlluminismo, Rivista italia-

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LUCIA TRAVAINI

Nel I volume di Zanetti troviamo la monografia Delle monete di


Gubbio e delle altre coniate nelle zecche d duchi dUrbino, un testo
di Rinaldo Reposati modificato dallo stesso Zanetti e pubblicato sen8
za nome dellautore a causa della dura polemica sorta tra i due . Nel
I volume anche la monografia di Annibale degli Abbati Olivieri
9
sulla zecca di Pesaro .
Nel II volume si pubblica il testo di mons. Gianagostino Gradenigo che descriveva la collezione di suo fratello Senatore Jacopo, or10
dinate per zecca, seguendo lantico esempio di Muratori .
Nel III volume sono le Memorie della zecca fermana, illustrate da
Michele Catalani (o Casalani) accademico etrusco cortonese, di cui
11
tratta in questo convegno Marco Callegari .
Nel IV volume la Notizia della zecca di Macerata di mons. Pom12
peo Compagnoni .
Si devono poi segnalare tra 1755 e 1779 i contributi di Vincenzo
13
Bellini con la pubblicazione di nuovi esemplari, zecca per zecca .
Ottimi i materiali e i disegni della monografia di Monaldo Leo14
pardi su Recanati del 1822 .

na di numismatica e scienze affini, CIX (2008), pp. 355-433. M. CHIMIENTI, Guido


Antonio Zanetti. Un numismatico allepoca dellilluminismo, Bologna 2011.
8
[G. A. ZANETTI], Delle monete di Gubbio d secoli bassi e delle altre coniate
nelle zecche d Duchi dUrbino, in Zanetti (a cura), vol. I, pp. 1-177 (testo di R.
Reposati modificato da Zanetti: cfr. CHIMIENTI, La figura cit.).
9
A. DEGLI ABBATI OLIVIERI, Della zecca di Pesaro e delle monete pesaresi dei
secoli bassi, in ZANETTI (a cura), vol. I, pp. 179-243.
10
G. GRADENIGO, Indice delle monete ditalia raccolte ed illustrate dal fu monsignor Gianagostino Gradenigo vescovo di Ceneda che si conservano presso Sua Eccellenza il Signor Senatore Jacopo di lui Fratello, al presente Provveditore Generale della
Dalmazia e dellAlbania, in Zanetti (a cura), vol. II, pp. 57-208.
11
Per le varianti del nome che si trovano nelle diverse edizioni si veda Callegari in questo volume.
12
P. COMPAGNONI, Notizie della zecca di Macerata, in Zanetti (a cura), vol. IV,
1786, pp. 491-510.
13
BELLINI V. 1755, De monetis Italiae medii aevi hactenus non evulgatis quae in
suo muso servantur una cum earundem iconibus dissertatio, Ferrara; pubblicato anche in Argelati V.
BELLINI V 1767, De monetis Italiae medii aevi hactenus non evulgatis quae in
suo muso servantur una cum earundem iconibus dissertatio, Ferrara.
BELLINI V. 1774, De monetis Italiae medii aevi hactenus non evulgatis quae in
suo muso servantur una cum earundem iconibus dissertatio, Ferrara.
BELLINI V. 1779, De monetis Italiae medii aevi hactenus non evulgatis quae in
suo muso servantur una cum earundem iconibus dissertatio, Ferrara.
14
M. LEOPARDI, Notizie della zecca e delle monete recanatesi, Recanati 1822.

306

LE ZECCHE MEDIEVALI E MODERNE DELLE MARCHE

Nel corso dellOttocento si veniva ad avere un quadro in grado


di delineare per somme linee la produzione delle zecche italiane, e
ovviamente di quelle marchigiane, fino al fatidico anno 1869; in quellanno comparvero il libro di Vincenzo Promis, Tavole sinottiche delle
monete battute in Italia e da italiani allestero dal secolo VII a tutto
lanno 1868, illustrate con note, Torino, ordinato per zecca, ed anche
il libro di padre Tonini Topografia generale delle zecche italiane stampato a Firenze, dove si criticava lordinamento alfabetico per zecche,
proponendo un tentativo di presentazione storica. Proprio nello stesso anno quindi i due possibili sistemi di ordinamento delle monete
15
italiane venivano presentati e discussi . Nello stesso anno 1869,
inoltre, nasceva Vittorio Emanuele III.
Vittorio Emanuele III, nato nel 1869 e morto nel 1947, fu re dal
1900 al 1946. Fin da bambino collezion monete e queste costituirono la pi grande passione della sua vita, come espressamente dichiar egli stesso nel donare al popolo italiano la sua collezione nel 1946,
16
prima di partire per lEgitto .
Il suo primo manuale di numismatica fu il Vade-mecum del raccoglitore di monete italiane, ossia repertorio numismatico che ne contiene i motti e gli emblemi, i signori, i feudatari e le loro zecche,
17
pubblicato a Camerino da Bazzi e Santoni nel 1886 . Sul frontespizio della sua copia personale (conservata presso il Medagliere
del Museo Nazionale Romano a Roma) egli scrisse un sommario
per suddividere le monete italiane, quasi una premessa al Corpus,
databile tra 1889 e 1891, date da lui scritte allinterno del libro.
Nel 2010 si ricordato il centenario della pubblicazione del
primo volume del Corpus Nummorum Italicorum, opera concepita e
seguita personalmente dal re, in venti volumi pubblicati tra 1910 e
1943. Il titolo completo dellopera Corpus Nummorum Italicorum,
Primo tentativo di un catalogo generale delle monete medioevali e

15

V. PROMIS, Tavole sinottiche delle monete battute in italia e da italiani allestero dal secolo VII a tutto lanno 1868, illustrate con note, Torino 1869; ristampa
anastatica Forni, Bologna 1970. F. P. Tonini, Topografia generale delle zecche italiane,
Firenze 1869.
16
L. TRAVAINI, Storia di una passione: Vittorio Emanuele III e le monete, Salerno 1991; seconda edizione Quasar, Roma 2005.
17
BAZZI G., SANTONI M. 1886, Vade-mecum del raccoglitore di monete italiane,
ossia repertorio numismatico che ne contiene i motti e gli emblemi, i signori, i feudatari e le loro zecche, Camerino (Macerata).

307

LUCIA TRAVAINI

moderne coniate in italia o da italiani in altri paesi, e non mi sembra inutile ricordarne qui i titoli e la data di stampa:
I, Casa Savoia, Roma 1910.
II, Piemonte. Sardegna e zecche doltremonti di Casa Savoia, Roma
1911.
III, Liguria. Isola di Corsica, Roma 1912.
IV, Lombardia (zecche minori), Roma 1913.
V, Lombardia (Milano), Roma 1914.
VI, Veneto (zecche minori). Dalmazia, Albania, Roma 1922.
VII, Veneto. Venezia (parte I). Dalle origini a Marino Grimani,
Roma 1915.
VIII, Veneto. Venezia (parte II). Da Leonardo Don alla chiusura
della zecca, Roma 1917.
IX, Emilia (parte I), Parma. Piacenza. Modena. Reggio, Roma
1925.
X, Emilia (parte II), Bologna. Ferrara. Ravenna. Rimini, Roma
1927.
XI, Toscana (zecche minori), Roma 1929.
XII, Toscana (Firenze), Roma 1930.
XIII, Marche, Roma 1932.
XIV, Umbria. Lazio (zecche minori), Roma 1933.
XV, Roma (parte I). Dalla caduta dellimpero dOccidente al 1572,
Roma 1934.
XVI, Roma (parte II). Dal 1572 al 1700, Roma 1936.
XVII, Roma (parte III). Dal 1700 al 1870, Roma 1938.
XVIII, Italia meridionale Continentale (zecche Minori), Roma
1939.
XIX, Italia meridionale continentale. Napoli (parte I). Dal ducato
napoletano a Carlo V, Roma 1940.
XX, Italia meridionale continentale. Napoli (parte II). Da Filippo
II alla chiusura della zecca, Roma 1943.
Il volume dedicato alle Marche fu pubblicato nel 1932 e fu molto
importante per queste zecche, ma prima di questo vi furono altre
cose. Innanzi tutto cito gli studi di Giuseppe Castellani, e fondamentale nel 1906 il suo Numismatica marchigiana pubblicato negli Atti e
Memorie della Deputazione di storia patria per le Marche, saggia308

LE ZECCHE MEDIEVALI E MODERNE DELLE MARCHE

mente ristampato nel volume 100 della stessa rivista della Deputa18
zione .
Dopo linterruzione dovuta alla prima guerra mondiale il re torn
agli studi numismatici e nel 1919 si dedic allo studio comparativo
delle zecche italiane dal 1000 al 1900 cercando di fissarne il periodo
di attivit. Produsse dei grafici che sono stati il primo studio del genere in Italia e forse senza paragoni anche allestero, cos come senza
paragoni il Corpus Nummorum Italicorum: anche i grafici, con altri
manoscritti autografi del re, sono conservati presso il Medagliere del
Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo, dove si trova anche la
collezione del re. Nel grafico VI relativo a Toscana e Marche le zecche erano suddivise per province: provincia di Ancona (zecche di
Ancona, Fabriano, Loreto, Senigallia), provincia di Ascoli (zecche di
Ascoli, Fermo, Montalto), provincia di Macerata (zecche di Camerino, Macerata, Matelica, Recanati, San Severino) e provincia di Pesaro
(zecche di Casteldurante, Fano, Fossombrone, Montefeltro, Pergola,
Pesaro, Urbino).
FIG. 1 Le zecche marchigiane del grafico VI di Vittorio Emanuele III: i periodi di attivit certa sono campiti in nero, quelli di attivit incerta sono campiti in grigio 19.

I dati a disposizione di Vittorio Emanuele nel 1919 erano imprecisi, i periodi di attivit delle singole zecche erano spesso dei tentativi
18

G. CASTELLANI, Numismatica marchigiana, in Atti e Memorie della Deputazione di storia patria per le Marche, n. ser. 3, fasc. 3, 1906, pp. 237-277; ristampato in Atti e Memorie della Deputazione di storia patria per le Marche, 100,
1995 [ma 1996], con il titolo Tardo medioevo nelle Marche, saggi di V. Aloisi, G.
Castellani, B. Feliciangeli, L. Rossi, V. Vitale, pp. 837-877.
19
Grafico realizzato da Marco Bazzini che desidero ringraziare.

309

LUCIA TRAVAINI

e in qualche caso erano determinati da veri e propri errori, come si


dir oltre; Montefeltro, elencata come zecca, una regione storica
legata alla signoria omonima e non certo una sede di zecca.
Provincia di Ancona:
Ancona: periodo di attivit da met Duecento al 1315 circa; inizia
poi un periodo incerto tra 1372 e 1435 circa e poi certo dal 1471 a
fine Settecento: si tratta di un errore basato sul libro di Tonini dove si
20
legge per le monete dei pontefici un periodo dal 1471 al 1796 ; lultimo periodo di attivit anconetana indicato da un breve tratto a met
Ottocento, corrispondente alla Repubblica Romana del 1849.
Fabriano: breve attivit dopo la met del 400 e poi in momenti
separati nel 500;
Loreto: incerta attivit a met 300;
Senigallia: attivit nella prima met del 500.
Provincia di Ascoli:
Ascoli: inizio incerto nel Duecento prima di Ancona, e poi attivit certa come Ancona da met Duecento fino al 1510; ancora a fine
Settecento;
Fermo: attiva prima di Ancona, dal 1220 circa al 1526 circa; ancora a fine Settecento;
Montalto: breve attivit nel periodo del pontificato di Sisto V e
ancora a fine Settecento.
Provincia di Macerata:
Camerino: periodo incerto nel Trecento e poi certo dal 1456 al
1535 circa e poi brevemente nella seconda met del Seicento;
Macerata: attiva dal 1384 al 1585 circa e ancora a fine Settecento;
Matelica: fine Settecento;
Recanati: dal 1387 circa a inizio Seicento;
San Severino: fine Settecento.
Provincia di Pesaro:
Casteldurante: circa 1570-1595;
Fano: attiva nei periodi 1375-1518, 1530-40, 1560-1610, e ancora
a fine Settecento;
Fossombrone: 1475-1510;

20

310

TONINI, Topografia generale cit., p. 61.

FIG. 2 Il grafico visualizza comparativamente i dati del grafico di Vittorio Emanuele III del 1919, quelli del Corpus e quelli nelle
voci del libro Le zecche italiane fino allUnit, 2011 21.

LE ZECCHE MEDIEVALI E MODERNE DELLE MARCHE

21
Loriginale del grafico redatto da Vittorio Emanuele III riprodotto in L.
TRAVAINI, Le zecche italiane, in Le zecche italiane cit., pp. 31-122, figura 10 a p. 89.

311

LUCIA TRAVAINI

Montefeltro (esempio delluso di dare a una zecca il nome di una


regione storica): attivit incerta nel 1560-1635;
Pergola: fine Settecento;
Pesaro: 1348-1630 circa;
Urbino: circa 1424-48, 1495-1520, 1610-18, 1700-1730.
Quanto sopra elencato rispecchia i dati del grafico di Vittorio
Emanuele III, ma gi nel 1932 il volume del Corpus dedicato alle
Marche modificava molte delle datazioni proposte nel 1919. Oggi,
con le informazioni di insieme disponibili nelle voci della guida
delle zecche, secondo le proposte di Roberto Rossi e Andrea Cavicchi, possiamo ulteriormente perfezionare le cronologie.
Il grafico qui a Figura 2 illustra comparativamente i periodi certi
e incerti di attivit delle diverse zecche affiancando i dati del grafico
del 1919 (tratto nero per i periodi di attivit certa e grigio per quelli
di attivit incerta), quelli del Corpus (tratto grigio campito da righe
orizzontali per i periodi di attivit certa e grigio pieno per quelli di
attivit incerta) e quelli della guida delle zecche italiane (tratto grigio campito da righe verticali per i periodi di attivit certa e grigio
pieno per quelli di attivit incerta).
La prima linea di ogni zecca corrisponde al grafico del 1919 ed
gi stata commentata. La seconda linea corrisponde ai dati del Corpus e la terza ai dati della guida.
Per Ancona nel Corpus il re corresse la lunga linea di attivit disegnata per tutto il Seicento fino al settecento ma fece riprendere la
produzione con Pio VI gi nel 1778 mentre in realt inizi nel 1796.
Nella guida Roberto Rossi segna la data di apertura al XII secolo
22
come confermato da ricerche recenti , e come profeticamente proposto di Carli Rubbi, sopra ricordato.
Il Corpus conferma per fabriano i dati quattrocenteschi ma amplia lattivit anticipando il periodo di produzione cinquecentesco,
come ulteriormente confermato da Roberto Rossi.
Per la presunta zecca di Loreto, segnalata come incerta nel 1919,
il Corpus dichiarava la falsit delle monete: vi si legge che loreto
ebbe chirografo di autorizzazione pontificia ad aprire zecca ma nulIl grafico qui a fig. 1 la realizzazione digitale del grafico del re, gi pubblicata, con
le zecche toscane incluse, in M. BAZZINI, Cartine e grafici: le zecche italiane dal V al
XIX secolo, in Le zecche italiane cit., pp. 127-156, figura 4 a pagina 133, dove per i
periodi di attivit incerta non risultano visualizzati.
22
R. ROSSI, Ancona, in Le zecche italiane cit., pp. 469-475.

312

LE ZECCHE MEDIEVALI E MODERNE DELLE MARCHE

la coni, e le monete pubblicate per questa zecca sono volgari falsifi23


cazioni ; il chirografo non noto e i prodotti di questa presunta
zecca sono falsi moderni creati verosimilmente dal falsario Luigi Ci24
goi e pubblicati per lui da Federico Schweitzer .
Per Senigallia vi sono monete del duca di Urbino Francesco Maria I della Rovere (1501-38): si tratta di quattrini a suo nome con San
Paolino, e di monete anonime, anche esse verosimilmente attribuibili
allo stesso duca; lo studio dovr essere approfondito date le numerose incertezze che restano.
Per tutte le produzioni di fine Settecento di Ascoli, Montalto,
Macerata, Matelica, Fano, Pergola, San Severino, nel 1919 lavvio era
datato al 1775, anno di inizio del pontificato di Pio VI, poi corretto
nel Corpus in modo pertinente dato che le zecche attive per la produzione di monete sia papali e sia delle repubbliche giacobine si collocano tra 1796 e 1799. Delle zecche di questo periodo si occupato
Roberto Rossi e in qualche caso Neri Scerni. Una collezione importante di queste monete si trova nel Museo dei Bronzi Dorati di Per25
gola pubblicata da Renzo Bruni nel 2007 .
Per Ascoli il Corpus delimita meglio la produzione quattrocentesca, ma nella guida Rossi posticipa di alcuni anni lapertura della
26
zecca rispetto al Corpus .
Per Fermo, lattivit che nel 1919 e nel Corpus fatta iniziare nella prima met del Duecento, nella voce della guida inizia dopo la
27
met del Trecento, e si tratta di una importante rivalutazione .
Per Montalto la datazione invariata in quanto si tratta sempre
di monete di papa Sisto V con data ai suoi anni di pontificato.
Per Camerino nel Corpus e nella guida lattivit risulta progressivamente anticipata nella prima met del Duecento rispetto al grafi28
co del 1919 .
23

Corpus cit., vol. XIII, p. 344.


L. TRAVAINI, Loreto, in Le zecche italiane cit., p. 785.
25
R. BRUNI, Catalogo della raccolta numismatica Don Giovanni Carboni, Museo
dei Bronzi Dorati e della Citt di Pergola, Repubblica di San Marino 2007; questo testo
stato pubblicato anche in inserti separati nei seguenti numeri della rivista panorama
Numismatico: 219 , 2007, pp. 1-16; 220, 2007, pp. 17-32; 222, 2007, pp. 33-48; 223,
2007, pp. 49-64; 225, 2008, pp. 65-80; 226, 2008, pp. 81-96; 227, 2008, pp. 97-112.
26
R. ROSSI, Ascoli, in Le zecche italiane cit., pp. 497-499.
27
R. ROSSI, Fermo, in Le zecche italiane cit., pp. 659-661.
28
R. ROSSI, N. SCERNI, Camerino, in Le zecche italiane cit., pp. 557-559. il Corpus elenca sotto Camerino anche le monete a nome di papa Clemente X (1670-76)
bench venga precisato che furono in realt coniate a Roma.
24

313

LUCIA TRAVAINI

Per Macerata il Corpus anticipa lapertura pur indicandola discontinua nel Trecento, mentre Rossi nella guida riconosce unatti29
vit continua dopo un periodo di inizio incerto .
Per Recanati i dati del Corpus posticipano lapertura alla met del
Quattrocento e nella guida il periodo di attivit viene molto ridot30
to con anticipazione della chiusura .
Per San Severino, oltre alla nota attivit di fine settecento, la
guida permette di visualizzare una breve attivit documentata nel
31
1724, e due progetti mai realizzati nel 1512 e nel 1747 .
La zecca di Casteldurante presente nel grafico del 1919; il Corpus elenca sotto questa zecca i quattrini emessi con riferimento a tale
localit da Guidobaldo I di Montefeltro, pur precisando che furono
prodotti a Urbino; la voce nella guida riporta la storia degli studi
32
confermando che Casteldurante non fu sede di zecca .
Per Fano nella guida la data di inizio di attivit, incerta per
qualche tempo, posticipata rispetto a quanto proposto nel 1919 e
33
nel Corpus .
34
Per Fossombrone la guida conferma i dati del Corpus . Montefeltro, che era una zecca nel grafico del 1919, non compare nel
Corpus n tanto meno nella guida.
I periodi di attivit della zecca di Pesaro risultano identici nel
1919 e nel Corpus, e molto simili nella guida, con qualche disconti35
nuit e con lieve differenza nella fine dellattivit, pi precoce .
Per la zecca di Urbino il grafico del 1919 indicava periodi di attivit molto frazionati, con una punta nella prima met del settecento
del tutto ingiustificata; il Corpus compattava la produzione in modo
continuativo nel Quattrocento e Cinquecento, mentre la guida ne
36
anticipa la chiusura di circa venti anni .
Questa una visualizzazione rapida dei lunghi passi della storia
degli studi, e invito alla consultazione delle voci nella guida.
Molti altri sono gli studi da ricordare. Tra questi la prima giorna-

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314

R.
R.
R.
A.
R.
A.
A.
A.

ROSSI, Macerata, in Le zecche italiane cit., pp. 815-819.


ROSSI, Recanati, in Le zecche italiane cit., pp. 1059-61.
ROSSI, San Severino Marche, in Le zecche italiane cit., pp. 1134-36.
CAVICCHI, Casteldurante, in Le zecche italiane cit., p. 582.
ROSSI, Fano, in Le zecche italiane cit., pp. 655-657.
CAVICCHI, Fossombrone, in Le zecche italiane cit., p. 714.
CAVICCHI, Pesaro, in Le zecche italiane cit., pp. 1008-1013.
CAVICCHI, Urbino, in Le zecche italiane cit., pp. 1211-14.

LE ZECCHE MEDIEVALI E MODERNE DELLE MARCHE

ta di studi numismatici marchigiani di Ancona del 10 maggio 1997 i


cui atti furono pubblicati a cura di Roberto Rossi negli Atti e Memorie della Deputazione di storia patria per le Marche, con con37
tributi per il medioevo di Andrea Saccocci e di Roberto Rossi ; segu nel 2001 il convegno di Trevi in Umbria dedicato allagontano,
ideato inizialmente dallamico scomparso Angelo Finetti, e i cui atti
38
furono pubblicati nel 2003 .
Le liste di monete nei libri di matematica e di mercatura hanno
dato nuove fonti sulle monete marchigiane e specialmente sugli agontani, citando altres denari detti danesmarche che sono stati identificati da Roberto Rossi come denari di Ancona e probabilmente anche
39
di Ascoli .
Posso citare oggi due nuove liste di monete da trattati di algorismo che sto studiando; si tratta di due liste databili intorno al
1410-20 contenute in due trattati di aritmetica manoscritti appartenenti alla stessa famiglia di testi: entrambe le liste, con poche varianti, indicano agontani di Ancona a 11 once e 10 denari, agontani
di Rimini a 11 once e 9 denari, e agontani di Pepoli di Bologna a 9
once e 20 denari. Gli agontani di Ancona qui hanno un contenuto
inferiore a quello indicato nelle prime liste di inizi Trecento quando
il fino era dato a 11 once e 15 denari. Il contenuto degli agontani di
Rimini coincide con il valore dato nella lista di pseudo-Chiarini del
1380 circa. Gli agontani di Pepoli si riferivano ai grossi che Taddeo Pepoli (1337-1347) introdusse a Bologna ad imitazione del gros40
so agontano ma con lega inferiore .
Molto rilevante per la monetazione marchigiana la pubblicazione del
grande tesoro Ceccarani da Perugia, pubblicato a cura di Dorica Manconi e Fiorenzo Catalli, con 3782 pezzi di cui 1702 di zecca marchigiana

37

R. ROSSI, (a cura), Monetazione e circolazione monetale nelle Marche: aspetti,


confronti con lesterno, proposte, Atti della prima giornata di Studi numismatici marchigiani (Ancona, 10 maggio 1997), in Atti e Memorie della Deputazione di storia
patria per le Marche, 102, 1997 (pubblicato 2001).
38
L. TRAVAINI (a cura), Lagontano. Una moneta dargento per lItalia medievale,
Atti del convegno in ricordo di Angelo Finetti (Trevi, Perugia, 11-12 ottobre 2001),
Perugia 2003.
39
R. ROSSI, Marca e danesmarche: un nesso tra storia economica e valutaria, in
Proposte e ricerche, 57, 2006, pp. 155-168. L. TRAVAINI, Monete mercanti e matematica. Le monete medievali nei trattati di aritmetica e nei libri di mercatura, Roma
2003, p. 93.
40
Per le altre liste citate si veda TRAVAINI, Monete, mercanti cit., passim.

315

LUCIA TRAVAINI
41

studiati da Valentina Fornaci : si tratta del 45% dellintero tesoro, con


importanti dati per le produzioni delle zecche di Pesaro, Ancona, Camerino, Fermo, Macerata, Recanati e in minor misura Ascoli.
La ricerca non finisce mai e molti sono ancora i punti da chiarire
nella monetazione marchigiana, per esempio il ruolo del controllo
pontificio sulle zecche signorili, o le datazioni delle emissioni definite
autonome o pontificie autonome.
Vorrei infine concludere con alcune osservazioni che riguardano la
simbologia delle zecche. Molte zecche inventate, o ingigantite nel loro
ruolo dalla storiografia, lo sono state perch la zecca era un importante
simbolo di autonomia. Nelle marche si arriva perfino a dare alla zecca
un ruolo quasi provvidenziale. Cito qui una testimonianza messa in
luce da Roberto Rossi nella guida delle zecche alla voce Camerino.
Dopo il terremoto di Camerino del 28 luglio 1799 un imprenditore
richiese ed ottenne nel settembre dal governo della Repubblica Romana la concessione alla Municipalit di Camerino di aprire una zecca e
di battere moneta di rame... per incoraggiare lindustria dei cittadini
dopo le devastazioni. La zecca non fu mai aperta, ma anche se oggi le
zecche non possono pi essere invocate come risorsa dopo i terremoti,
sono certamente punto di incontro di tanti studi e studiosi.

41

V. FORNACI, Le zecche marchigiane documentate nel tesoro Ceccarani, in D.


MANCONI, F. CATALLI (a cura), Un tesoro monetale di et medievale da Perugia, Perugia 2008, pp. 61-66, 97-124.

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