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STORIA

DEGLI

ANTICHI POPOLI
ITALIANI
DX

G I U S E P P E BUCALI

xs. m e decohda
ic c iitc m
Di ORA PREFAZIONE E DI ALCUNE ANNOTAZIONI DELL* EDITORE

TOMO T ER Z O

MILANO
DALLA TIPOGRAFIA DI RANIERI FANFANI

i 83C

NOTA: Alcune tavole del documento sono incomplete a causa di una cattiva scannerizzazione.

STORIA
DEGLI

ANTICHI POPOLI ITALIANI

PREFAZIONE
I ^ .n

I monumenti copiosi per me raccolti e pub


blicati nellAtlante, ed esposti in questo volam e, hanno principalmente per iscopo di arricchire e ampliare con documenti nazio nali, tanto la storia umana dei costumi, ohe quella dell* arte degli antichi popoli Italiani. Riuniti in centoventi tavole, e rappresen tati per copie fedeli, questi monumenti figun rati danno ragione di molte particolarit ri guardanti alla religione, e alle usanze civili e domestiche, che di luogo in luogo ho ri-, ferite nella storia. Pi particolarmente come esemplari delle, arti del disegno servono essi a dimostrare le diverse condizioni dell9arte italica da suoi principj sino all epooa del suo incremento e perfezionamento appresso gli Etruschi. Por gendo sotto gli occhi de9 miei lettori io tanta

IT

numero monumenti e documenti certi di una altra civilt, e di secoli da noi s remoti trover pure l'intelletto in questa serie di lavori quel solo genere di prova, che pu convenevolmente supplire tutte l*altre, e ap pagare insieme la ragione. La massiina parte di questi monumenti, potabili per arte di figura e di disegno, sono inediti : altri di non minore importanza sono ritratti di nuovo diligentemente sopra gli ori ginali. Molto numero ne han fornito gli scavi fortunati fattisi in questi ultimi anni per tutto il suolo etrusco, e massimamente nelle vici.nanze di Canino x o sia nella necropoli di V u lci, donde sono tratti fuori tutto giorno quei pregiati vasi dipinti, che hanno fatto giustamente la maraviglia del nostro tempo, e aperto il campo a nuove indagini^ cos per la storia civile, come per 1*antichit figu rata. Raccoglitore e alla volta editore di una serie numerosa, quanto scelta di cotesti m o-> Burnenti, mi sono tuttavia limitato a porre in luce soltanto quelli che pi direttamente *i riferiscono e si rannodano al mio argot mento di storia, o tendono a schiarire punti rilevanti di controversia. Si vedranno qui

dispoeti insieme , quanto possibile, secondo la ragione dei tempi, dello stile e dei sim boli : di tali simboli figurati; documenti molto importanti delle opinioni popolari e dei co stami , V officio di parlarne sar dei monu menti stessi. Per ci le mie interpetrazioni delle figure sono piane^ concise e brevi, dedotte per la maggior parte dalla qualit medesima e dall uso dei monumenti. Nello stato presente della scienza archeologica, i cui termini vanno ampliandosi di giorno in giorno, non pi tempo di far grossi vo lumi, come dettava l filologia di un altra et. Il nostro secolo vuol fatti, e non pi ragionamenti senza utilit. Contattoci io la scio aperta a bella posta agli archeologi eru diti la via a pi ampie e nuove illustrazioni. N prender in mala parte alcuno se le mi spiegazioni delle figure dissentono talora da quelle divolgate innanzi per altri sponitori. Il soggetto di non pochi monumenti pu essere dubbio, incerto, ed alle volte anche inesplicabile : questa sorte di disputazioni sono bens aliene al tema generale della mia opera: spettano all antiquario, non alTistorico. Non porter invidia a coloro che per
T om. III. a

iri

avventura spiegheranno diversamente i mo numenti stessi per me pubblicati, o andranno pi risoluti nelle loro opinioni. Tutti sanno oramai che chiunque adduce in queste ma terie sentenze assolute, e dottorali s corre gran percolo di doverle mutare. Il savio let tore on di meno mi sapr buon grado di aver tralasciato in questo volume non pure citazioni superflue, inutili e oziose, ma voci adoperate da un certo numero di scrittori odierni, che danno all erudizione un non so che di pedantesco, di ruvido e di strano : la voce italiana pi semplice, e di pi facile in telligenza, m * parsa ogni volta la migliore. Era mio debito usare per la pubblica zione di questi monumenti ogni pi attenta vigilanza, cura e diligenza. Ho adoperato a tal uopo, come si vede, artefici sperimen tati e valenti. Per, chiunque conosca le difficolt materiali che si hanno tutte volte a superare nella pubblicazione esatta e sincera di monumenti inediti, per lo pi raccolti in luoghi diversi e lontani, mi terr conto della mia instancabile sollecitudine. E vorr di pi mostrare indulgenza per le inevitabili sviste, che sogliono farsi anche dai buoni artisti nella non facile esecuzione di simili lavori.

A N T I C H I MONUMENTI
PER SERVIRE ALLA STORIA
DEGLI

ANTICHI POPOLI ITALIANI

Spiegazione delle Tavole in rame.

C a r ta geografica dell9Italia antica di DAnville, con la parte fisica notamente disegnata dal Sig. Poirson.
TAVOLA 1.

Pianta topografica di Volterra antica e moderna, misurata e disegnata nel 1809: le parli segnate a buono mostrano quella porzione di mura etnische, che rimane io piede: le punteggiate indicano l an damento delle rovinate. Vedi Tom. 1. pag. 129. i 3o. Tom. n. 294.
TAV. .

Pianta topografica di Populonia e suoi contorni sino al mare : non vi si trova altro vestigio di fabbrica

etnisca fuorch la porzione delle mura segnate a buo no: le altre poche vestigia antiche sono tutte dei tempi romani.
TAV. .

Pianta topografica di Roselle, misurata nel 1774 da L. Ximenes, e verificata sulla faccia del luogo nel 1809.
TAV. IV.

Pianta topografica di Gossa e suoi contorni sino al mare. Di tutte le citt in suolo etrusco questa la meglio conservata nelle sue opere militari. Oltre al cerchio delle mura, che sussiste quasi intero, vi si veggono parecchie torri interne ed esterne..Hanno esse i due fianchi retti, con sua fronte formata da una fac cia convessa inverso la campagna, e sporgono intera mente fuori delle mura : le torri interne s alzavano, come pare, a cavaliere, e poteano servire ad uso di specole. La mostra della porta num. 6. si presenta in squincio, o sia coi due petti obliqui: ben conser vato v9 1 incastro della cateratta, o saracinesca, che forse era doppia nel Iato opposto per la ragione ad dottane da Yegezio x. Mediante la forma presso che
x Quae annuiis ferreis , ac fiuiibus pendet, ut si hostes intraverini demissa eadem extinguantur inclusi, . 4*

circolare della citt poteva il nemico esservi da pi looghi scoperto. Nell interno, oggid luogo sai valico, si trova gran numero di conserve d'acqua, che vi supplivano la mancanza delle fonti. Fattura del medio evo sono i vestigi dell edifizio num. 3. fatto di pietre collegale con calce, che forse serviva ad uso di chiesa., quando Cossa risorse sotto il nome di Ansidonia : n paiono molto pi antichi i residui d un arco di pietra num. 4 di rozza costruzione.
TAV. V .

Pianta topografica di Fiesole. L arco d una porta num. a. di costruzione al tutto diversa a quella delle grandi mura etnische, e pu essere lavoro dei tempi romani. Opera romana sono certamente gli avanzi del teatro, di cui fu scoperta anni addietro ana parte della scalinata : credibile vi fosse edificato da poi che Fiesole vi tenne una colonia militare con dottavi da Siila.
TAV. VI.

Pianta topografica di Cortona, conforme al disegno originale di Francesco Marchi, esistente nella libreria Magliabechiana. Vi sono distinte le fabbriche etnische, e le principali moderne di pubblico uso della citt. Cortona sta esattamente dentro al circuito antico.

Nella porzione delle mura contrassegnate a buono si trovano salde ancora le grandi pietre del primo re cinto: la parte superiore inverso la fortezza tutta opera posteriore del secolo x m , e chiamasi il muro dei Senesi,, perch rifatto dalla repubblica di Siena, alleata dei Cortonesl, dopo che fu distrutto dagli Aretini. Le porte della citt credibile assai che sieno collocate tult* ora nell antico sito. Vedesi di pi una porta antica e due aperture num. 5 , oggid sfigurata, che serve ad uso di fogna. Vedi Tom. I. p. < 4K TAV. VIL Porta di Volterra, detta allArco, dalla parte della campagna. In questa tavola e nella seguente si vede delineata soltanto la fabbricazione antica, spogliata di quanto v ha di moderno. Di vera costruzione elrusca sono visibilmente i grandi macigni quadrilunghi sovrapposti ne9lati interni ed esterni , e nei pilastri sostenenti l arco: tre teste colossali parimente etrusche, bench sformate per lunga et, sporgono in fuori delle impostature e del mezzo dell arco, commesso di coni tirati a un centro: nelPinlerno si vede d'ambo i lati l incastro donde passava la saracinesca, come nelle porte di Cossa * I restauri che furono fatti a questa bella porta iti diversi tempi non han cangiato la sua forma antica ;
2 Uguali tracce delle saraciqesche hanqo le porte <Ji P om peja,

la qualit delle pietre dell'arco, o sia dei coni ben tagliati alla maniera romana, moelra bens che fu ri fatto per vetust ; e senza dubbio impostatura del 1* arco di quella foggia , s dissimile alla struttura di tutto l edificio , una giunta fattavi secondo lo stile romano, forse dopo l assedio calamitoso di Siila. Le tre teste collocate di prospetto si pu credere che rappresentassero etruscbe deit salvatrici della terra. Cos nella porta del Sarno in Pompeja vedesi in grande la testa d una dea incastrata di faccia nella chiave dell'arco. Vedi T. u. p. 333, e pi sotto il monumento tav< cvm.
TAV. V ili.

La medesima porta dalla parte della citt, annes savi la sua pianta.
TAV. IX.

Mora militari etnische di Volterra costruite di grandi pietre paralellepipedi, spianate e disposte per piani orizzontali, senza cemento alcuno. Il pezzo num. i. si vede nel luogo detto Menseri : l'altro num. 3. presso S. Chiara : le pietre che sporgono in faori ser vivano di gronda per l acqua. Vedi Tom. i. p. 139. Tom. 11. p. 394.

6
TAV. X.

i. Mora di Popolonia nel luogo detto i Massi. 3. Mura di Roselle. 3. 4 Mura di Coesa edificate di grosse pietre a fi gura poligona irregolare senza cemento. Cossa, terra o colonia dei Volcenti, si pu probabilmente credere, che fosse una delle cittk meno antiche dell* Etruria. Nove anni innanzi la prima guerra punica vi fu con dotta una colonia romana. Cossa e Saturnia, altra colonia nel 5 69, sono le sole, in tra lArno e il Te vere , che abbiano mura di s fatta costruzione poli* gona. Vedi Tom. 1. p. 144
TAV. XI,

Mura di Fiesole.
TAV. XII.

Mura di Fiesole, prese da un altro lato.


TAV. XIII.

Mura prossime a Terni. Sono due muraglioni esistenti presso la terra di Cesi, discosta tre miglia in circa da Terni. Formano on angolo retto nei due punti segoati a , b; e come ' pare in sulla faccia del luogo facevano parte di un

moramento molto pi grande. Le pitre Vi sono nette in opera rozzamente a solo martello: nella terza pie tra al lato a, vi si vede scolpito un Fallo a bassori lievo. Vedi Tom. il. p. ia i, 193. 1. Mora di Todi. Vedi. Tom. 1. p. 81. 3. Mara, di Segni, e porta detta la Saracineicm. Vedi Tom. 1. p. 333.

TAV XIV.
1. Viso d terra Cotta rossa ta forma di un Canopo con lesta muliebre sovrapposta) e braccia sollevate in atto di strpplicazioBe. Questa qualit di vasi si trova principalmente nei epelcri pi vetusti di Chiasi e sue adiacenze. V i si poneva dopo l abbrueiemeoio del corpo morto il eoo cenere, che alle volte si rio* viene ivi entro; ed affinch potesse esalarne il va pore si praticavano nella parte superiore del vaso due aperture laterali, o ver un ofo foro al sommo della testa. Questa era mobile rappresentativa, engabbelli mento, l'effigie del morto: le braccia / mobili aoch' etae, stavano fermate agli oreoehi del vaio fltf diente piccole caviglie di bronzo. - Nella Reile Gal* leria di Firenze s. 3. Vaso consimile-in terra cotta con testa virile, mancante per delle sAe braccia. Le cavit degli oc*
3 ,la giuda grandezza di ciascun monumento si trova segnata otto le respettive ligure: quelle che mancano di contrassegno numerale hanno la grandezza medesima degli originali (nella edt* itone di Firenze, in qcHa noUta ono Uftuhto' minori).

* bi ti ooo /ormale di due brecce naturali ; l una verdognola, l'altra di color roesigno. Galleria di Firenze. 3 . Vaso consimile io terra oera naturale non eolia, con testa o ritratto d un giovane imberbe. 4 Vaso in terra nera parimente a Canopo con co perchio mobile, dov rozzamente e quasi senz arte effigiato un volto femineo. Dalle due aperture ai fian chi del vaso pendono le braccia, che piegandosi con .giungono ambo le roani sul venire del vaso formante I petto, alquanto rilevalo daile mammelle : le bracci* i* polli sono gtiernite di armille : di dietro 1 vaso v i:* ; vggOna formate mediante un W co anebe 1 jb* , < rf>Padlozzi in Chiusi.
TAV. XV.

tv t: Testfc in terra rossa feminea presa di facci e 4 profilo, con capelli dinanzi separatamente raccolti 4:JuQ^Mbti intornio al capo: tiene alle orecchie due .pendenti di bronzo formati di quattro aoelletti l ano tarato nell altro. 5. Testa e ritratto virile al naturale. 4 - 5. Testa di femmina presa di faccia e in pro filo. Ciascuna di queste tre teste posta sopra d un vaso canopico, tralasciato nel disegno, forma da se un monumento compilo. Esistono nella Galleria di Firenze. 6. Vaso di terra rossa in forma di un Canopo con

9 testa o ritratto d uomo barbuto, capelli inanellati da vanti, e pendenti dietro alle spalle: posa sopra un seggio, fatto di dura querce, e ricoperto per tutti i lati d una superficie di materia calcarea di smorto colore gialliccio, che lo ha preservato da ogni guasto* Questo mobile decoroso aveva certamente convenienza di ooore proporzionata alla qualit e dignit del de* funto. Altri vasi cinerarj, della stessa foggia, posano meno degnamente sopra una specie di piedestallo in terra cotta, tav, u t . i. a. 7. Vaso consimile in terra nera con testa parimente virile di pi vetusta maniera e di notabile espressione ; posato aneh' esso sopra di un seggio conforme al pre* cedente. Ambedue nella Galleria di Firenze.. 8. 9. Altra testa virile barbata soprapposta a un vaso eanopico io terra rossa: le ciglia e la barba, ritoccate, eoo lo stecco dal formatore, serbano qual* che residuo di tinta oera: perci credibile molto che queste teste, modellate io creta ordinaria, fossero originalmente dipiote a vari colori secondo il costume

Mitico 4'
. XVI.

1. a. Testa in terra rossa d*uomo giovane con ca pelli inanellali, la quale sta posta sopra d un vaso

4 I monumenti che non hanno, come questo, indicatione certa di possessore o sono in mano di antiquarj trafficanti qual merce, o furono gi trasportati altrove secondo ventura: i presenti dise gni tuttavia tono stati presi diligentemente sopra gli originali stessi al momento in cui vennero a luoe.

to

canopico: presa di faccia e in profilo. Galleria di Firenze. 3 . 4 * Testa di doona in terra rossa, per mancante del solito vaso cinerario. I capelli vi sono fortemente graffiti con lo stecco : aveva agli orecchi due pendenti fttivi di due ghiande di terra cotta iofilate in uno spaghetto. 5 . Frammento di una testa virile in terra rossa. 6. Testa di giovane imberbe in terra rossa. . 8. Frammento di una bella testa virile al natu^ rale, tirata in lamina di bronzo sottile, e diligente mente rinettata col cesello. Museo pubblico di Pe rugia. Presso che tutti i descritti monumenti, e altri non pochi d uguale specie e figura, sono stati trovati in una necropoli di molta antichit, scopertasi casual mente nel i8a5 presso a Sarteano, terra distante sei miglia da Chiusi. I sepolcri vi stanno tutti scavati nella rupe, o pi tosto nel tufo: vi sono general mente di mediocr grandezza con una sola camera : nelle grotte pi grandi si trova alle volte tagliato nel masso anche un pilastro a sostegno della volta : hanno una sola porta senz altro adornamento esterno, n interno, e poco differiscono dagli altri sepolcri etru schi che possono pretendere a maggiore vetust. I vasi cinerarj in forma d un Canopo, di cui porgo in queste tavole alcune figure, vi si trovano di frequente, bench spezzati in gran numero per le frane. La imi tazione egizia in questi recipienti al tutto manife-

II sta, quantunque, secondo il rito funebre, ponessero soltanto gli Egizj le viscere del corpo imbalsamate nei loro Canopi, che per coperchio hanno la testa simbolica d alcuno dei quattro genj deUAmentL Dove che in E truria, dovunque esisteva il rito dell abbrudamento del corpo, si raccoglieva il suo cenere in quei vasi stessi ugualmente simbolici ; e la testa umana che haono per coperchio, figurava il ritratto del de funto, nomo o donna si fosse. La molta variet delle teste, 1 et diversa, le differenti capellature, laria tutta nazionale dei volti, la conformit dellangolo faciale, non lascian dubbio nessuno che dessi non sieno' veri ritratti : tanto pi importanti, quanto pi fedel mente, e senzabbellimento alcuno, ci mostrano il tipo fisico dei nostri padri. Desso lo stesso della grande variata razza del Caucaso. 1 1 diametro verticale corto, quindi il viso largo: il contorno della testa, vista di faccia, si direbbe come quadrato, atteso che il cranio v apparisce schiacciato alla sommit, e oriz zontale P estremit inferiore della mascella. La fronte bassa, il naso aquilino con base piana, il mento tondeggiante dinanzi, la posizione delle orecchie al quanto alta. (Vedi tav. xv. 7. 8. 9). Tali sono an cora i caratteri principali del tipo odierno in Toscana, e pi generalmente propri della universale razza ita liana. Vedi Tom. 1. p. 101.

14
TAV. XVII.

i. Coppa in terra nera naturale non cotta, retta da un fermo piede figurato con tre guerrieri fino a mezza coscia, che hanno volto barbato, grave armatura, e due aste nella destra (tav. xxn) : nella parte infe riore del piede si veggono quattro piccole teste di leone: all orlo del vaso pendono di fuori quattro te ste gorgoniche di truce sembiante; simbolo, come dir pi sotto, del dio infernale : al di sopra, nel circuito interno ricorrono altrettante testine di leone o di pantera che sia. Galleria di Firenze* a. Vaso in terra nera di singolare forma, ornato al basso di quattro teste feminee col capo velato. Tre mezze figurine ugualmente velate, bench di fat tezze diverse, e con le braccia congiunte sul petto, circondano il fusto del vaso, nel cui sotto piede sono effigiate teste leonine. S fatte maschere umane col capo velato si ripetono spesso in questa qualit di vasi funerei, e per concetto simbolico vi stanno come spi riti o larve della regione inferiore. 3. Tazza da bere a due manichi sporgenti in fuori: sono replicate in entrambi due sfingi colcate e alate, l'una di contro all altra guardandosi tra loro. 4 * Altra tazza simile, ne cui manichi una dea con scettro nella destra, sedente in trono dinanzi un mo numento di forma piramidale posto in sua custodia. 5 . Manico di una tazza consimile, dove un genio alato benefico rimuove da se, e preme forte con eia-

td

Senna mino il oollo d*un uccello acquatico di mala natura 5: in questa forma medesima, nei cilindri ba bilonesi, si vede Ized alato premere con ambe le mani uno struzzo, uccello di Ahrman. Vedi tav. xx. la. 6. Un leone alato e colcato sta di fronte a una sfinge alata. Ambedue questi animali simbolici, unione di forza e d 'intelligenza, teneano 1 ufficio di guar* diani e difensori dei sepolcri ; quindi si trovano spesso effigiati nei monumenti ohe hanno correlazione col sacro rito dei morti, cos in Etruria, come in Egitto : le figure che seguono ne porgeranno d ogni maniera frequentissimi esempi. 11 vasellame suddetto, con tutti quelli della mede sima specie, che seguitano figurali nelle tavole ap~ presso per mostra, sono stati ritrovati nella mento vata necropoli presso di Sarteano. Sono dessi abbon dantissimi in quei sepolcri, ed in molti altri del ter ritorio chiusino. La loro materia una terra nera pe sante di colore naturale, non cotta, bens prosciugata e lustrata con tal processo, che basta a dar loro suf ficiente solidit e non so qual vaghezza. Sono d* av viso che s fatto vasellame; anzich agli usi ordinari

5 Vi raffiguro il cigno, tristo animale duco af&tto dal nu mero degli uccelli augurosi, n tampoco mai nominato ne libri sacri. Multi tamen asserunt cycnos inter augurales aves non inve niri, neque auguralibus commentariis eorum nomen illatum. Seby. i . 398. Erasi questa, giusta ogni apparenza, un'antica dottrina etni sca; fine a causa dell istinto che attribuivasi al cigno di presa gire col tuo canto morte imminente.

4 della vita domestica, servisse unicamente ai riti fa nerei. Lo persuade cos la qualit dei simboli in essi figurati, allusiva alla dottrina dell' rebo, od ai mi steri , come la forma stessa dei vasi e la poco sal dezza loro. Tutto il figurato di basso rilievo vi fatto a stampa: quindi replicato pi volte sopra di uno stesso vaso : le parti pi minute di tante piccole im pronte erano all9uopo finite dal formatore con lo stecco la punta a terra fresca $ e similmente gli al tri fregi accessorj ed ornati. Bassissimi sono i rilievi delle figurine stampate nella creta, e rade volte si trovano bene visibili; atteso massimamente, che l'umi dit di che s imbevono sotterra ne ha corrosa e quasi cancellata la superficie. Vedi Tom. 11. p. a 49*
TAV. XVIH.

1. Tazza nel coi fregio a stampa una dea sedente^ e vestita di lunga tunica, porta nelle sue mani un bambino presentatole da una persona ritta in pi, che le sta davanti. Due altre figure divine, ugualmente se denti in trono, ricevono omaggio dagli offeritori. questa una scena religiosa d 'iniziazione o di consa crazione d un infante al sacro rito dei piccoli mi steri, la quale poteva farsi fino dalle fasce : i parenti solean porgere doni e offerte al dio e alla dea per celebrare s fatta iniziazione. a. Vaso a due manichi nel cui fregio fanno figura principale i due numi infernali sedenti in trono, con

iS predella sotto i piedi. Ricevono da quattro femmine offerta di bende sacre; mentre il dio sovrano dei morti, o Bacco che siasi, regge con ambe le mani il gi offertogli vaso da vino : la figura dietro il trono, vestita d1 ampio manto sciolto, potrebb essere un ierofante o ministro del dio. 3. Coppa nel cui fregio ambedue i numi, parimente sedenti in seggio con scettro divino nella destra, ri cevono dai supplicanti l usato omaggio dei rami sa cri. Due occelli di specie diversa, emblemi di quelle divinit, stanno desti sotto il trono di ciascuna. 4* 5. Coppe di foggia diversa ornate con piccole maschere velate e capillate.
TAV. XIX.

i. Vaso a due manichi: il nome scettrato assiso in trono vi riceve le sacre offerte: uno degli offerenti si vede mascherato in forma di Centauro dendroforo ; allusivo anch* esso al culto e alle processioni di Bacco. a. Vaso a due manichi: nomini e supplici donne vestite di lunga tunica si vedono in ordinata proces sione : i . primi portano freccia e non so quali aste o tirsi: le donne recano vitte sacre, e nella maoo de stra un pomo granato: offerta ben conveniente alla dea regina dei morti. I / originale esiste nel Museo di Cortona.
Tom. 111.


TAV. XX.

Porgo in questa tavola una serie di fregi ventano di figurine, tratti dai vasellamenti meglio conservati. Sono queste altrettante scene simboliche e liturgiche: cio supplicazioni, processioni, ludi sacri, e offerte di diverse sostanze ai numi infernali. Ordine di gente l uno innanzi all altro in regolata processione mo strano i num. a. 3. 5 . 6. . 3. i 4 i 5 . 18. Il dio e la dea, presidenti delle cose sotterranee, vi sono da per tutto sedenti in seggio accompagnati eon i loro uccelli sacri. Vi ricevono entrambi l offerta delle pri mizie della messe 6, e della vendemmia, ora in un an fora, ora nel cantaro (a. 4* *3)* e similmente l o maggio di supplici rami, di corone sacre e di tenie, emblema dei misteri (3. 5. 6. a. i 3. i 5 ). Una donna ( i 3) porge alla dea il vaso detto Plmocho, pi propriamente atto alle libazioni funeree 7. Genj alati di buona natura pregano riverenti per la salute del anima sotto loro custodia (7. 9. 17). Il transito di questa nell9altra vita viene simboleggiato dalla fi gura a cavallo (4): altrove si veggono epule sacre, corse di bighe, e altri giuochi confacenti a impetrare dai numi infernali grazia e riposo ai mani (8. 10, 19. a i). I volatili nel campo di varia natura v hanno re
fi Cos nelle feste d*Iside gli Egizj portavano per riverenza alla dea manipoli di spighe, o vasi ripieni di grano e dorzo* Diodob. 1. 14. 7 Athbw. xi. 3. p. 496. Pouuc. x. 74.

*7

fazione certa colle divinit, e vi stanno come signifi cazione di augurj (io. 16. 17) 8: finalmente i Centauri portatori di rami, la chimera, la sfinge, il leone alato, la pantera, e alcun altro animale del gregge bac chico ( f. to. i5. 16. 30 ) tengono tutti pi o meno convenienza tra loro, e col soggetto principale, per ch tutti s aggirano entro un determinato ordine d idee correlative al giudizio delle anime nella regione infernale. N mi par niente dubbioso, che qui ogni cosa non si riferisca alla dottrina acherootica degli Etruschi , tanto conforme all' egizia dellmenti. Il domma fondamentale del dualismo si fa manifesto con la presenza del dio e della dea, entrambi signori de gl inferni: aieno essi per figura Osiride, Bacco, Plu tone, o, secondo la mitologia etnisca, Manto o Ve dio 5 sieno Iside, Cerere, Proserpina, o l innominata moglie del malo dio 9. V apparisce ugualmente per via di simboli noti la dottrina primitiva de buoni e mali Genj ; grande la religione dei sepolcri 3 certa la buona speranza nelle pietose sapplicazioni ed offerte: potentissima in fine l efficacia dei misteri a tener viva nell* uomo P idea principale d* ano stato futuro di pre mio o di gastigo nella vita nuova. Vedi Tom. u. p. n 4> u 5* 2^9-351.
8 Per etnische dottrine gli uccelli augurosi erano di molto Damer, e variatissimi di specie. Arr. Claud. ap. F o t. Oscints ave*.

9 Vedi Tom. n. p. io5.

.8
TAV. XXI.

i. s. Coppa in terra nera retta da un piede in terno, e al di fuori da quattro sottili fasce arcuate. In ciascuna di esse si vede figurato un Genio alato agli omeri, che tiene con ambe le mani fortemente strette per le zampe due fiere : rappresentanza simbo lica che ha manifesta relazione col significato del basso rilievo tav. xvn. 5 , col bronzo perugino s x v i i i . 5 , e con molti altri monumenti etruschi. Galleria di Firenze. 3. Altra simile coppa nelle cui fasce un genio, o altro spirito divino, avente quattro ali dinanzi che si partono dal petto; due sollevale, le altre abbassate verso terra. Galleria di Firenze. Il re o giudice dellAmenti, sedente in trono, tiene nelle mani lo scettro adorno in cima d un fiore mistico, o altro fregio che sia: al di sotto del seg gio sta vigile il sacro uccello, come attenenza al nume. . La dea compagna del dio infernale ritta in piedi, vestita di lunga e stretta tunica, tiene anch ella in ambe le mani lo scettro, 0 asta pura. Ambedue le fi gure effigiate come sopra nelle fasce esterne di una coppa in terra nera. Galleria di Firenze. 5. Figura con quattro ali agli omeri, due spiegate in alto, le altre distese verso terra : tiene molto della forma raccolta dei Pateci e Gabiri di grosso ventre. Fu trovata con altre consimili a Cerveteri, ov era l antica Cere. Hanno tulte ugualmente superficie piana

al di dietro, e quattro fori nelle ali ; il che fa certo che stavano poste per decorazione in qualche sepolcro, tenutevi appese con chiodi alle pareti. Quanto manifesta imitazione egizia nei prece denti bassi rilievi descritti, altrettanto palese io questo l imitazione orientale. Di tal maniera i Fenici e Babilonesi effigiavano i loro dei maggiori con quat tro ali 10: e note a tutti sono le figure di simil fog gia ritratte nei cilindri persiani, e in altri antichi monumenti s dell'Asia occidentale come dellAsia me dia. Di misterioso significato in queste figure la po situra uniforme, e non dubbiamente simbolica, delle mani raggiunte l una all altra in sul petto: positura che si ritrova pur sempre anche nelle figurine egizie di Phtah riposte per entro le mummie, come im magini di grande divozione funerea. Vedi tav. x l v i . 1. 2. 3. 6. Coppa di forma rara con piede rotondo traforato, ne coi sodi sono replicate quattro figurine in piede con asta nella destra. 8. Una dea vestita di lunga tunica e peplo in te sta , ambo guerniti con ricca ornatura nel lembo. Mavico di un vaso simile al num. 1. tav. xxiv. 9. 10. Un uomo e una donna in piede, 1 uno di faccia air altro, in atto di abbracciamento ; entrambi vestiti con vestimento civile. Rappresentano il solito

io Duae expansaej duae demissae . . . eundem quiescente vo lare , et volantem quiescere, Suvcbohiat. ap. Eusbb. Pr. Ev. p. 3g.

20

congedo, o sia Pestremo a dio cooiogale per l'altra vita, s frequente nelle scultore delle urne sepolcrali. Vedi tav, xxvii. 4 Ambedue le figure impresse sopra manichi di vasi in terra nera.
TAV. XXII.

Vaso a un solo manico di notabile grandezza, le cui figure fatte a stampa vi sono replicate tre volte, e ricoprono tutto il ventre del vaso, La prima figura a barba cuneiforme coperta d elmo e di corrazza, con due lunghe aste in mano, si vede ripetuta pi volte in vasi della medesima specie (tav. XVII. i. Xxiv. i. l. 3 ), e vi sta certamente quale immagine d' una divinit potente e guerriera : la donna appresso colla testa ammantata pu essere la regina stessa dei morti : non saprei qualificare V uomo bar* bato ch'ella ritiene per un braccio, e che si mostra con elmo in testa di foggia singolare, e con spada breve nella destra. 11 mostro gorgonico che segue con lingua tirata fuori e lunghi denti sannuti, armato in fronte di corna, e con due ali distese che muor vono dal petto, Pimmagine terribile del gran dio4 infernale sotto figura d implacabile divoratore delle anime (vedi tav. cu ): la figura barbata che gli sta vicino, alata agli omeri, lo spirito conduttore delle anime, grecamente detto Mercurio Ctonio: Poca a' suoi piedi, sacra a Bacco, un simbolo di deit in fernale ; finalmente lultima figura mostruosa eoo testa

ai

Animalesca vi sta bene per mistica corrispondenza con Anubi, qnal compagno del dio sovrano dell1Amenti, e guardiano dei morti. L uccello volante e l acquatico che gli sono intorno fanno quivi allusione al domma dei due principj, come animali avversi l'uno all al tro, e di contraria natura: antipatici, al dire di Pli nio, teneansi appunto l aquila e Poca, o il cigno. Cos tutto nella singolare e unica rappresentanza di qoesto vaso si riferisce alle dottrine acherontiche: il serpente animale mistico, che cinge l imboccatura del vaso, un attributo noto del genio buono: le repli cate maschere gorgoniche con lingua distesa impresse nel manico e nel collo del vaso, la coi forma stessa spira fazione paesana, ripetono, come in altri monu menti, le tremende fattezze del dio infernale. Casuc* cini in Chiusi. Niente meno singolare la forma d un altro vaso assai grande in terra nera di Chiusi tav. cxvin. i. Vi si veggono figurate , come in altri vasi funerei, le solite immagini simboliche di mostri e fiere fram miste con teste velate. In cima del coperchio, forato per quattro aperture, sta inginocchiata una statuetta, alta quattro pollici, che tiene la mano destra sul capo 10 atto riverenziale: ha vestiario succinto all etnisca (tav. xxxvii. 8): n qui pu rappresentare altro che 11 sepolto supplicante gli iddi infernali} tema che frequentemente si vede ritratto sopra le stelo egizie. Molto gradita ha dovuto essere la forma di questo vaso ai Chiusini : cinque uguali, bench spezzati, ne conta la sola raccolta Casuccini.

TAV. XXIII.

i. Vaso a un manico, volgarmente detto Prefercolo, che nella sua integrit aveva per ornato del ventre due cervi pascolanti, e quattro leste feminee coperte d una cuffia di foggia particolare, e con ca pelli davanti inanellati : di stile rigido vetusto, non gi d'inesperto artefice, ma bens di scuola. Forse dessa immagine di una dea, la cui acconciatura poco differisce da quella del basso rilievo tav. xxi. 7. a. Vaso simile ornato nel corpo di tre figure uguali con barba aguzzata, chioma prolissa, e asta armata di punta nella mano sinistra: lavoro di antica maniera. 3. Vaso simile con doppia fascia di ornati : nella superiore quattro galli, nell inferiore quattro tigri e altrettante teste crinite di cavallo. Sopra i due qua dretti congiunti al manico da uno e l altro lato, sono effigiate due protome d uomo e di donna ; o sia in compendio lo stesso soggetto figurato tav. xxi. 9. 10.
TAV. XXIV.

1. Vaso a un manico, dov ripetuta l'immagine tav. xxii., l . 3. Nel corpo del vaso tre tigri divise l una dall altra per mezzo di un ornato fattovi dal formatore con lo stecco, e spesse volte replicato in queste figuline ( tav. g x v iii . 1.) 11 : la qual cosa noto
11. Vedi per confronto altri vasi chiusioi figurati della stessa maniera ap. Dempstero tav; 75. 76.

a3

espressamente per toglier via il supposto ideale, che s fatto fregio rappresenti un vero priapo con quattro a li, come dice un recente spositore Galleria di Firenze. a. Vaso con testa di faccia barbata, e con capelli lunghi e lucignolati, la quale reputo essere un Bacco : bench di maniera non troppo antica. Vedi tav. ci. 12. 3 . Vaso a due manichi perpendicolari, con sfingi capillate e alate tutt intorno.
TAV. XXV.

1. Vaso a due manichi orizzontali di non comune forma e grandezza ornato di maschere velate, e d una gran testa di faccia stranamente effigiata con doppie corna, che debb essere l immagine d'uno spirito delle tenebre: al di sopra del coperchio, sopra un lungo stelo, riposa un gallo, animale bene appropriato a deit infernale qual era Mercurio, avente s gran parte degli attributi d1 Anobi. 3. Vaso a due manichi ornato di maschere velate e di due file d animali simbolici : cio sfingi aligere tramezzate da ornati, e di sotto quattro corsieri alati volanti a tutta carriera. 3 . Vaso parimente a due manichi con quattro sfingi colcate, alate e chiomate, della solita forma egizia. Galleria di Firenze.
12

Doaow, Voyagc don ione. Etrurie. p. 34-

*4 TAV. XXVI,

i. Recipiente di forma quadrilunga con due aose o maniglie orizzontali, ornalo al di sopra di quattro maschere velate ; il lato di faccia lascia in mezzo una apertura semicircolare, per cui si ponevano le cose, che vi stavano entro collocate: cio vaselli, e altri piccoli arnesi, come nella tavola seguente xxvu. i. 3 . Vaso ornato di chimere con lingua distesa : nella sua integrit aveva quattro manichi. Paolozzi in Chiusi. 3. Vaso grande in forma di globo con quattro ip pocampi per ornato : simbolo di malo principio repli cato spesse volte in questi monumenti funerei, e ri tratto anche nei sepolcri di Tarquinia (tav. l x v h . 7.). Per gli Egizj ^ippopotamo, che di sua natura lenevasi per voracissimo, figurava il Genio malo, o sia Tifone l3 : e sotto quella specie era pure veneralo in Ermopoli *4. Galleria di Firenze. 4 Tazza ornata di un fregio di oche una dietro all altra: uccello proprio delle divinit notturne, e massime di Bacco. 11 fermo non isvelto piede ha teste velate e leoncini come nella tav. xvn. 2. 5. Vaso a quattro manichi con altrettanti cavalli aligeri o pegasei tratti a volo.

13 Tvfivtvx hv. Eused. Pr. Evan. 3 . 12. p. 116,


14 P luthch.

de Itici, p. 37 1.

*5
TAV. XXVU.

i. Recipiente sostenuto da zampe leonine ornato di faccia con sfingi colcate senz* a li, ed ai quattro canti con teste velate e alate. L apertura in mezzo semicir colare lascia vedere ci che v* era riposto : vaselletti, un piccolo pestello, on cucchiaino, e un figurato gallo, Questa singolare qualit di monumenti, che si trovano tali quali nei sepolcri etruschi di Chiusi, han dovuto estere puramente simbolici del rito funereo : il gallo, che si ripete cos spesso, v* aveva certamente allusione. 3. Faccia opposta del medesimo recipiente , dove tono ripetete le medesime sfingi : nel mezzo e da una delle branche animalesche sorge una figura feminea colle braccia aperte, e con due ali al petto distese in alto. 3. Vaso grande a un solo manico alquanto indi nato, dov scolpita una faccia umana, ed una figu rina in pi: sotto il piede del vaso si trova segnata con lo stecco 1 * etrusca lettera A. 4* Vaso d uguale forma ornato di maschere, o (cce umane allungate a guisa di larve : nel manico ai vede rappresentato il solito congedo di due coniu gati. tav. m 9. 10. Molti fono i vasi di questa medesima foggia num. 3 4. trovati negli scavi del Ponte alla Badia e di Ca pino, o sia nella grande necropoli di Vulci l5. Per la

*5 Vedi Tom. u. p. *5o.

forma, grandezza, e notabile pesantezza loro, ma nifesta cosa che non han servito ad usi domestici, ma soltanto per apparato e per servigio dei funerali. Ab bondantissimo il vasellame /iella stessa specie in terra nera non cotta, che ho veduto sul posto, tratto da quelle grotte, massime con i consueti simboli di sfingi, leoni e grifi : le figure delineate appresso in questa tavola sono prese da vasi col ritrovati: le forme vi sono generalmente vaghe, piuttosto proprie e nostrali, che d altra foggia : bench, a dir vero, nessuna di quelle figuline abbia importanza dei vaeell amenti istoriati chiusini, sia per la singolarit dei soggetti, sia per arte di disegno, che in questi ultimi non manca alle vo^te di buone proporzioni, n di naturalezza. 5. Vaso a un manico o Prefericolo con tre figure di baccanti: suona l uno la doppia tibia; tripudiano gli altri: il primo ascoforo tiene l otre vinaria in sulla spalla e un tazza in mno; l altro col rhyton , o corno potorio: la testa a rilievo interna congiunta al manico di Bacco. 6L Balsamario di foggia orbiculare molto simile ai Canopi. Museo del Collegio romano. 7. 8. Vasi di terra rosea ordinaria in forma di glo bo , con suoi coperchi ornati alla cima di mostruosi animali. Si trovano in molto numero tanto nei sepol cri di Vulci, che di Tarquinia. , 9. Vaso di terra nera a due alti manichi con etrusca iscrizione fattavi col graffio: vedi tav. ci. 16 Presso Feoli in Roma.

*7 10. Vaso da bere della solita forma antica a guisa di corno terminante in una testa di bne. 11. Vasello o recipiente a forma di culla retto da un piede, con testine crinite di cavallo a ciascun lato. 12. Fiala di collo lungo, facile all uso di versare il liquore. 13. Tazza da bere con svelto manico: entrambi di foggia tarquiniese. . XXVIII.

In questa tavola e nelle tre seguenti porgo delineati i pi grandi importanti bronzi etruschi trovali nel 1812 nel territorio perugino, i quali per la singolarit del significato, e per lo stile vetusto, che sente massimamente un fare egizio, debbono aversi tra i pi antichi e rari pezzi venuti finora a luce dell1arti italiche: monumenti tanto pi notabili, quaoto pi maggior mente confermano l identit di certe dottrine etnische colle simboliche orientali ed egizie. Il cootrasto e perpetuo combattimento dei due genj contrarj, o sia dei due principi di natura necessari all ordine dell universo fondamentale sentenza della teosofia, si vede assai bene rappresentato in queste kmioe sotto forma simbolica ed allegorica. Emanazioni o forme particolari del Demogorgoney o altrimenti della intelligenza demiurgica ,6 , erano
16 Vedi Ton, u. p. 101.

ugualmente per gli Etruschi tanto il genio buono, ctit il cattivo, generatori del bene e del male per tutta la macchina mondiale. La fgura primitiva dello spirito malo, divoratore delle anime, si ha tutta intera nel mostro gorgonico effigiato tav. xxu., ci. 6 ; e pi in compendio num. i. 2. 3. 8. 10. All opposto l1 altra figura gorgonica priva di zanne, e di pi placido aspetto, qui rappresentata nel mezzo del quadro princl pale num. 5, un simbolo dell autore stesso del bene reprimente il male. Con ambo le braccia distese al lontana da s, e preme fortemente per il collo due gagliarde fiere che raffrontano, simboleggienti pur esse, -fecondo il concetto popolare, genj perversi : quasi nel Ostessa forma che si vede effigiato uguale contrasto ne* vasi chiusini tav. xvii. 5., xxi. 1. 2; in un sepol* ero tarquiniese tav. lxiv. 4 5 itl scarabei funebri tav. xlvi. 8. ia. 17. 18. a 3. A destra di chi guarda sta fuggente un ippocampo, o cavai marino, altro sim bolo del perverso Tifone (tav. xxvi. 3 ): al di sotto di quello solleva il coll ritto in sulle gambe e risen tito un uccello parimente simbolico: pare della spe cie di quelli che si veggono appresso i numi benivo lenti tav. XX. Nel quadro episodico allato num. 1. vedesi un* grosso cinghiale selvatico, cui vien passata da un canto al1 altro la gola dal cacciatore armato di un verrettone, nell atto che due gran molossi gli stanno addosso ad dentati per fermarlo : segue un servo che mena le gato un altro cane per aiuto : vicino si mostra un ca-

*9

tal marino come nell altro quadro. ndi (2. 6.) una figura feminea con chioma prolissa, veste lunga e stretta al corpo, dove al dorso e sotto il ventre son collocate le pinne a guisa di pesce. Seguono appresso^ rivolti ad un altra impresa, due cacciatori arcieri in veste succiola: manca ivi ci che compiva la scena figurata entro la cornice intorno. Si pu presumere che per figura d allegoria la caccia qui rappresentata abbia correlazione alcuna col tema principale dei due principj, in cui sovrasta la facolt migliore. Il cinghiale selvaggio, considerato qual fiera nociva,' si ri presenta spesso in monumenti figurati etruschi d ogni maniera *7 : assalito nell'i17 II cinghiale o il porco, animale tenuto per impuro, im mondo , nocente alle campagne e ai luoghi colti, ha una signi ficanza notabile nell'antichit primitiva e religiosa. Un cinghiale, ministro di vendette divine, uccide Atti; mette in brani Adone; devasta la Lidia, le terre di Calidone, le selve di Erimanto ec. Gli Egizj non immolavano U porco se non se alla Luna ad Osiride, o sia il Bacco dei misteri ( H e b o d o t . 11. 47 ) : >Fenici e gli Ebrei non lo sacrificavano, n lo mangiavano mai: lo stsso facevano i preti della citt santa nella Siria (Luciah. De Dea Syr. 13). N porco, n cinghiale immolavano i Gelati di Pessi nunte (Pausas, vii. 17): infine cotesto animale abominevole era vittima pi specialmente atta ai sacrifizi di Cerere vendicatrice i beni suoi. Prima Ceres avidas gavisa sanguine porcae Ulta suas merita caede nocentis opes. Ovid. Fast, u 349-58., iv. 4 *4 E col medesimo intendimento il coltello vendicatore immolava a Silvano, ai Lari .

3o

stesso modo e sempre depresso da differenti animali di tutt altra natura e costume, vedesi il cinghiale nella lamina di argento ritrovata insieme con questi bronzi stessi ( tav. x l v . 2 ) ; nelle sculture di un sepolcro di Tarquinia ( tav. l x i v . 4 ) > fregio della patera a destra (tav. x t ix ) ; nel vaso dipinto all egizia (tav. l x x i v . 7 .); nel vaso tarquiniese (tav. x c v i i i . i . ) j in scarabei funebri ( tav. x l v i . 18., ex vii. 7 ) 5 ed in molti altri monumenti nostrali x9. 11 cacciatore barbalo vestito alla maniera antica con veste succinta) e in atto di uccidere la fiera dannosa , mostra far quivi alla volta opra di valore e di beneficenza. Di con-: cetto asiatico senza dubbio l immagine della figura mitologica partecipante della natura di donna e di pe sce: quasi come le favole sirie dicevano essere tergati la dea, o Derceto: il petto rilevato, la chioma prolungata alle spalle, la veste lunga, le maniche brevi, palesano in questa immagine s stranamente foggiata natura feminea. Quale si fosse il ministerio cui era diputato questo ente nella demonologia etrusca, e quale il titolo che portava, ignoto al pari per noi ; ma sicuramente^ egli aveva qui correlazione con la seconda scena episodica del presente anaglifo, ora mancante, in cui gli arcieri, attori secondari, fan

18 Ivi nel suo rovescio, non disegnato. 19 La caccia fonata di uno sterminato cinghiale si vede di pi replicata in pittura su le pareti di un sepolcro tarquiniese ulti mamente scoperto. Vedi alla tav. lxviii. n. 1.

Zi
giustamente presumere vi fosse rappresentato n sog getto conforme di venazione. 3 . Malamente io questo quadro bo creduto ravvi sare altra volta Ercole domatore dei leoni Giteroneo e Nerneo * : laddove qui pure simbolicamente si vede esposto il preminente potere del genio buono sopra il perverso Assai trasparente ili questa lamina l allei goria del domina : abborrito malo demone, simbo leggiato ; siccome altrove, da fiere indomite, sta quivi come incatenalo dal suo contrario agatodemone, ar mato per pi ostare di gladio. 11 soggetto, bench diversamente ritratto , lo stesso effigiato di soprS num. 5 . La variet dell'artificio e delle figurate for me , cosi in questo, come in altre rappresentanze del simbolo, proviene non tanto dalla diversa maniera dell9artista nel concepire uno stesso tema emblema tico, e in personificarlo, quanto dalla variet dei tem pi , di fgge e di stile nell9arte : cos di fatto qua lunque altra immagine concernente al dualismo ap* parir pi stto affatto mutata di sembianze e di forme nei monnmenti dell* Etruria latina. 4 Sfinge colcata e alata con lunga e copiosa ca pellatura di maniera egizia: nel rosico lato un leone ugualmente posato e desto. Entrambi custodi e vigi lanti guardiani delle cose sacre, si veggono figurali molto spesso nei monumenti sepolcrali. La sfinge,
io Antichi monumenti per servire a lt Italia ec. p. vii, ed. se T om. IH.

conda 1811.

3l

come simbolo nolo d intelligenza e di forza *f ; il. leone, qaal emblema di Bacco,, di cui rammentava le prodezze nella pugna contro i giganti M. 6. Sfinge similmente coricata e alata, con trecce molto studiate alle spalle. . Donna di giovanile aspetto, con capelli inanel lati , lunga veste, e peplo in testa ripiegalo sopra le spalle : porge con la mano destra un balsamario, e con la sinistra sollera alquanto la veste. Vedi appresso tav. xxxi. 3. I bronzi num. i. a. 3. 4 5. 7. esistono oggid a Monaco nella Gliltoteca dei re di Baviera : il num. 6 nel Museo pubblico di Perugia. TAV. XXIX. 1. Statuetta muliebre immota, che puossi presu mere una dea, con veste lunga e stretta al corpo, tutulo o berretta conica io capo, e al di sotto un velo o panno breve pendente addietro sopra le spalle, cal zari a punta rilevata : foggia di vestimento antico lutto nazionale. 4 Statuetta parimenti muliebre e immota, con braccia distese lungo le membra del corpo, tutulo in testa, capelliera prolissa, veste lunga fino alle cal
2 1 xot cuvtats. C le m . A le x . S tr o m . p . 2 ^ 2 .

22 R h o e tu m re to rsisti le o n is U n g u ib u s j h o rr b iliq u e m a la .
H o b a t . h. o d . i g .

23 .

33 cagna, sopravveste o paramento, il cui estremo lembo ha forma semicircolare, e calzari con punta. a. Una dea fornita di quattro ali al dorso, due distese in alto, le altre verso terra: ha tutulo in cap o, capelli lunghi e intrecciati, anelli agli orecchi, calza mento a punta: nella destra tiene per simbolo una colomba. Non v* ha dubbio che il tipo primitivo di questa dea ignota non sia di concetto asiatico : n solamente le quattro ali, a quel modo conformale *3 , ma Li co lomba stessa un simbolo tutto proprio della reli gione fenicia *4. Per gli Assiri , reputa vasi il pi sacro di tutti gli uccelli *5 : la sua facolt divinatoria era ugualmente sacra agli Egizj. In quest1 idolo tuttavia , come in molti altri di maniera vetusta, a indubitati segni d origine aliena, si veggono appropriate vesti, caliamenti, acconciature del capo, e ogni altro ador namento di foggia etnisca. 3. Statuetta muliebre con due ali spiegate 9 che si muovono dal petto, braccia composte dinanzi, tutulo in capo, da cui pende alle spalle un lungo velo, ve ste ornata, e calzari con punta. La singolarit delle ali attaccate al petto non nuova in questi vetusti simboli degli Etruschi : sieno pur dessi, secondo mi tologia, rappresentativi di dei, di genj, o di qualun que altri spiriti della gerarchia celeste. Vedi tav. xxi. 3 . , XXII. XXVII. 2.

23 Vedi sopra p. 19. 24 B ora a r t, Phocnic. p. 813. 5 L u c ia , (te dea Syr.

34

Mostro marino, la cui parte superiore dal mezzo in su ha il petto, le braccia e il volto femminile, con capelli studiosamente inanellati dinanzi, e intrec ciati lunghi alle spalle: il restante del corpo io forata di pesce che si svolge in diverse sinuosit, con natatoie radiate dorsali e ventrali: un estrema pinna raddoppiata alla coda del mostro. S fatte fi gure mostruose della primitiva mitologia tanto virili, che feminee, terminate a coda di pesce, della specie dei cetacei, sono frequenti in monumenti etruschi, massime sepolcrali : V idea di distruzione o di cattivo principio vi suol essere connessa, quasi parli del maligno Tifone. Consimili mostri di natura maschile e femminile si veggono figurati qual confacente sim bolo nelle pitture dei sepolcri di Tarquinia; in scul ture di Chiusi (tav. lv i. i o ) ; in vaselli di maniera egizia; in altro bronzo perugino qui sotto esposto ( tav. xxxi. 4 ) e e* Pure negli snelli che pone vsnsi in dito ai morti (tav. x lv i. 1 9 ) : tanto era grande la cura per tutti di placare il possente genio melefico. Nelle urne sepolcrali etrusche di bassa et si tro vano con la stessa intenzione religiosa frequentemente scolpite Scille, Glauchi, e altri mostri marini di si mile natura, bench figurati secondo le idee mitologi che greche o romane: di che porgo esempi nelle tav. ex. cxi. *6.
26 Vedi per altri confronti i monumenti per servire a lt Italia ec. tav. xxin. h it.

5.

35

6. Leone sedente nella solita positura di guardiano e difenditore : piccola statua notabile pel corretto di seguo antico. 7. 8. 9. Tre facce d uguale foggia, dimensione, e ornato, che unite insieme formano un tripode o sot topiede, il quale sosteneva il fusto di un candelabro ad uso religioso. Nella prima faccia num. 7 sta effi giato Ercole giovane ed imberbe, coperto della sua leonina al di sopra d una veste succinta a mezza co scia: strigne con la destra non so qual cosa figurata, che ben potrebbe rappresentarvi 1 arco piegalo da saettare, come nella tav. xxxi. 1. NelPaltra faccia num. 8 si ravvisa chiaramente Giunone, salvatrice : vestita di lungp tunica, ella porla in capo una pelle di capra cornuta, che le pende gi da ambo i Iati lungo le membra del corpo : i suoi calzari sono a punta : nella sinistra imbraccia lo scudo *7. La tersa lamina num. 9 preseuta un altra dea co perta di ampio peplo, che le discende dalla sommit della testa fin quasi all* estremi l della tunica: sol leva con la mano sinistra la veste, mentre con la de stra distende alquanto il suo peplo: gesto non dissi mile a quello della diva efligiata nelle antiche figuline di Chiosi tav. xxi. 8. Non avendo simbolo suo proprio tengo per ignota questa dea. Tutte e tre le lamine descritte sono cesellale con
27 Iuno Sospita . . . asm pelle caprina, cum hasta, ctun scu tufo, ctun calccplU repandis. Gasa. de Div. 1. 29.

3G

molto artifizio, a causa dei sottosqoadri profondi che ne rendono la cultura assai rilevata: le due prime esistono intere nel museo regio di Monaco: la terza num. 9, che compie il tripode, nel museo di Peru gia. In entrambi i musei si trovano pure duplicate tulle altre statuette qui disegnate: meno quella se gnata num. 6, esistente nel solo museo di Monaco.
TAV. XXX.

. Frammento al naturale di una lamina di bronzo finemente cesellata a basso rilievo. Ercole giovane ed imberbe si rappresenta di nuovo coperto d una pelle leonina in atto di saettare: impugna l arco scitico piegato ad angoli acuti : il braccio sinistro, che regge l arco portante sue frecce, ornato di armilla: la clava, che vedesi sospesa in alto, poteva esservi retta dal suo fido compagno ed oploforo, mancante nel monumento. Di faccia ad Ercole stanno due guerrieri nobilmente armati di galea cristata, di giavellotto, e d ampio scudo rotondo: armatura propria dei fanti etruschi delle prime file. Le mancanze per rottura di questo singolarissimo basso rilievo, del pi antico e diligente tu stile, non permettono d iuterpelrare qual mito vi fosse esposto : bens tutto spira nazionalit di costume etrusco in cotesto pezzo, molto fedelmente disegnato. Museo di Perugia. 3. Frammento di altra lamina d uguale stile antico, in cui si veggono i vesligi di un ben formato eoe

37

chio a due ruote col suo timone ; in oltre quelli delle sole code dei cavalli e dell1 auriga. Museo di Pe rugia. 3. Una divinit con barba cuneiforme, e con ca pellatura prolissa, vestita d* una tonicella stretta alla vita fino a messa coscia, e armala di folgore nella destra : con la sinistra preme fortemente il capo d1 un uomo, al pari barbato, che a bocca semiaperta mo stra sentire il duolo del ricevuto colpo. Il dio offenditore certamente uno dei nove iddi, che secondo la dottrina etnisca avevano facolt di tirare il fulmi ne: la figura percossa, di tanto minore statura a petto del nume, debb* aversi per umana, anzich per divina: forse erasi questo un mito particolare etrusco. Lamina molto guasta nel Museo di Perugia. 4 Uomo ignudo curvalo colle braccia distese verso terra, quasi come in atto di chiamar fuori le anime per invocazioni e scongiuri: ha lesta giovanile, con acconciatura del capo inanellata a guisa di femmina. La statuetta di buon lavoro, e di stile non troppo rigido, indicante un9arte migliorala. In fatti per que sti bronzi medesimi, che vado esponendo, si pu ben conoscere, che l essere al tutto ignuda le figure non il carattere proprio dello stile etrusco il pi antica Museo di Monaco. 5. Lamina sottilmente tirata a martello, che rico priva il piede intero di un mobile. Museo di Pe rugia.

38 TAV. XXXI.

i. Ercole barbato vestito con tunica succinta oome nella tav. y x ix . 7, e parimente coperto di pelle leo nina; tiene l arco nella sinistra, mentre che in atto amichevole strigne oon la sua destra quella del nume similmente barbato, che gli sta dinansi. vestito d un largo e lungo manto : nella sinistra ha lo scettro di vino adorno alla cima d* un fiore, o altro fregio sim bolico, come nelle figuline di Chiusi tav. xx. 5 . 7 11. ia v xxi. 4 Lamina assai guasta, di forma e di mensione consimili alla precedente tav. xxx. 3 . Mu seo di Perugia. a. Figura umana con testa di toro in atto di muo versi, con la destra alzata, e la sinistra pendente: parto mostruoso molto simile a quello effigiato in vaso chiusino tav. x x u , rappresentante uno spirito ddlA* menti. Due lamine uguali ne* musei di Monaco * di Perugia. 3. Donna vestita di lunga tunica e breve soprav veste, ajubedue fregiate al lembo dei panni : ba lunga capellatura, e il capo coperto d una berrettina a punta bene ornata : si mostra in azione di camminare co? piedi scalzi: tiene nella destra un aupplioe ramo piegato sopra la spalla : oon la sinistra porge un va sello in forma di balsamario. Altri interpetri hanno creduto ravvisare in questa figura una Nemesi: io vi scorgo soltanto una supplichevole, che riverente reca alla divinit mistiche offerte: quali erano appunto i

3g rami sacri e preziosi unguenti. Il disegno di questa lamina sente sopra tutte le altre del fare egizio Museo di Perugia. 4. Lamina circolarey in coi sono effigiate sette fi gure tra mostri e fiere, tutte correlative alla dottrina del buono e malo geoio. Quasi eccitatore di pugna si. presenta il mostro con faccia umana barbata e coda di pesce. L ippocampo, il pegaso, il grifo vendica tore, sono tanti simboli che porgono a un di presso la stessa combinazione d* idee : le altre fiere gagliarde e nocive, replicate in moltissimi monumenti etruschi, sono anche elle per dottrina orientale ed egizia altret tante dannose attenenze di Tifone, potente di clien tele e di partigiani: sicch in questa lamina, che puossi presumere destinata al rito funereo, veggiamo uniti insieme gli aderenti maggiori del temuto artefice d ogni male. Museo di Perugia. Le stesse fiere voraci e mostri, simboli tutti del malo principio., si ripresentano ancora frequentemente in pittore sculture di sepolcri tarquiniesi e chiusini, col medesimo intendimento. 5 . Protome di Sfinge alata con lunga chioma, e con berretta in capo, a cuffia a punta, rivolta addie tro. Duplicata nel museo di Moneco e di Perugia. Tutti i bronzi finora descritti furono trovati alla volta, come ho detto di sopra, in un luogo del pe rugino, unitamente con molto altre lamine di me tallo istoriate, figure di lavoro rotondo, bassi ri lievi in argento cesellati, e pi sorta di belli arredi,

la massima parie de* quali and dispersa per P in curia e l avidit dei trovatori. Non pu esservi dub bio cbe tulli insieme questi oggetti preziosi non fos sero sepolti a cautela in quel nascoodiglio sotterra ; n pare tampoco dubbioso, che s fatti mobili ed arredi gi servissero all* uopo di un sacrario o tem pio. Per i vestigi indubitati d un carro votivo, cbe vennero alle mani de9primi indagatori, fu credulo che il tutto s appartenesse alla costruzione e agli ornamenti di quel carro. Io stesso tenni allora questa opinione *, e debbo adesso ritrattarmi, perch dopo nuovo e pi consideralo esame dei monumenti stessi sono d avviso, che nessuna delle lamine o statuette soprauimentovate s per la forma , si per le dimen* eioni loro, s pel soggetto, non abbia mai apparte nuto alla struttura d un cocchio qualunque. Ma piut tosto che, fermate con chiodi sopra ossature di legno, desse ricoprissero veri mobili istoriati e ornati ad ap parato di feste sacre : come lellisterni, altari porta tili, od altri acconci arnesi; di che in oltre fa buona prova il piede intero d uno di colesti mobili, che ho dato di sopra in disegno. Molto osservabile per la differenza di lavoro e di stile che apparisoe in queste opere d arte: diffe renza che opportunamente segue i passi e i progressi della statuaria pi antica ; perciocch quivi, per buona ventura, abbiamo monumenti di et diverse adunati 8 Antichi Monumenti por servire a lt Italia
ec. p. vii.

4 in lungo spazio di tempo o per le cure dei sacerdoti, o per la piet dei donatovi. Del pi antico stile, elio sente ancor molto dell orientalismo e dell1 egizio, sono infatti le figure i. a. 3. 4* 5. tav. xxvm e xxix : alquanto meno rigido e con pi movenza il bronzo lav. xxxi. 3: di maniera secca e dura toscanica le la mine tav. xxx. i. 3., xxxi. i: pi miglioralo e cor retto, bench partecipante di stile vetusto, il tripode tav. xxix. . 8. 9: di maniera quasi eginetica la figura tav. xxx. 4 * > n fine d un fare migliore, e con buoni panneggiamenti, il basso rilievo tav. xxyjii. 7.
. XXXII.

6. Una dea vestita di lunga tunica fregiata al Porlo, o coperta di un gran peplo, che dalla sommit della te sta le discende parte sul petto, e parte addietro fino alla estremilii della veste, ha in pi le suola guernite di coreggia *9 : colla sinistra solleva alquanto la tunica per muovere pi francamente il passo ; con 1a destra reggeva on simbolo mancante per rottura. Museo Venuti in Cortona. w Quest idolo in bronzo della pi antica maniera porge I1 immagine d'una delle pi principali deilk etruscbe femraioili, quale doveva essere venerata in sull1altare: forse Cupra o Giunone. La stessa dea,
ag I pezzi sporgenti in fuora de'piedi, che si veggono nel di segno, servivano a tener l'idolo fermo sopra una base.

4* ugualmente velata, si ripreseuta sovente in altri simu lacri etruschi d 'et e di artificio diversi. a. Una dea nell* azione medesima della precedente, vestita della sola tanica a maniche corte, strette con fermagli : ha in capo il tutulo, calzari in p ii, e con la destra mano regge, a quel che pare, un pomo. Museo Venuti. 3. Figura femminile o dea con petto e braccia nu de, e con vestimento sciolto, che le ricopre la parte inferiore del corpo. Ha capellatura diligentemente rac colta; pendenti agli orecchi, collana al collo; in pi stivaletti molto gentili ; nella mano sinistra tiene un fiore estivo appena sbocciato. Gi nel museo Co razzi di Cortona; oggid nel museo d*antichit di Leida. Non dubbiamente si vede quivi effigiata Venere, quale si concepiva nella mitologia etnisca. A lei stava il presedere a germi delle piante, e di quanto nasce in natura : ben dunque le compete quel fiore di belt e di giovanezza: simbolo consueto della dea. i. Statuetta che nella sua grande semplicit mostra 1* altitudine, il vestiario, e le forme spesso ripetute nelle immagini femminili pi antiche. Museo Dacci in Arezzo. 4 Idolo di uno de* maggiori dei etruschi, giovane e imberbe, armato della sua folgore nella destra. Vedi tav. xxx. 3. Museo pubblico di Cortona. 5. Statuetta nuda virile di maniera vetusta, col capo coperto di un galericulo fregialo all* intorno. Galleria di Firenze.

ta v .

xxxm.

i. a. Una dea coperta di alto tutolo, con vesti menti stretti e ornati con pi fregiature: tiene armille alle braccia, e calzari a punta : alza la destra con gesto di amoroso accoglimento : con la sinistra soleva la tunica quasi in atto di camminare. Museo regio di Berlino. Riproduco questa statuetta con etnisca iscrizione in cisa nel dorso 30, come un esemplare legittiftio del pi vecchio stile: forse uno dei primi passi fatti nelParte quando cominciava a dar forma e mossa alle figure. L immagine certamente di dea primaria del antico culto italico. L atto consueto di sollevare dai un lato la tunica un gesto puramente simbolico, che qualifica essere o natura divina: quindi s spesso replicato in idoletti etnischi muliebri, perch derivato da un tipo sacro originale della effigiata divinit!, cbe dagli artisti s andava ricopiando di et in et con va riato atile. Le vesti strette alla vita, e la molta sot tigliezza dei corpo sopra dei fianchi, 1 unione e Pim mobilit ne*piedi, sono bens contrassegni certi dello stile ieratico pi vetusto nel gittar di bronzo. 3 . La stessa dea effigiata in uno stile meno antico. Museo dell9Instituto di Bologna.

3o Lascio qui, come per tutt* altrove, intentata qualunque in* terpetrasione delle iscrizioni etnische che portano i monumenti esposti: argomento grammaticale alieno al disegno dli'opera presente.

<4
TAV. XXXtV,

3>4. Statuette in bronzo rappresentanti la mede* sima dea figurata nella tavola precedente, coperte entrambi del tutulo. - Bacci in Arezzo. 10. Statuetta onda virile di maniera toscanica* Museo di Cortona* 1. 5 . 6. 7. 9. 11. Statuette imitanti antico egizio. Le figure num. 1. 9. nella Galleria di Firenze; le altre quattro nel museo Bacci. 8. 1*2. Statuette di stile egizio rinnovato. Gal leria di Firenze e museo Bacci a. Idoletto etrusco di una deit agraria con falce nella destra. Paolozzi in Chiusi. Mostra questa tavola una serie di statuette in bronzo di foggia egizia, ritrovate presso che tulle nel terri torio di Arezzo, di Cortona e di Chiusi : non poche altre statuette consimili si sono trovate pi recente* mente a Vulci ( tav. xxxv. xxxvi ). qui palese 1 imitazione egizia, bench non tutti questi bronzi sieno, come si vede manifesto, per la fattura loro, di una medesima et. Alcuni, indubitabilmente molto antichi, sentono del fare pi vetusto adoperato nella scuola toscanica, a cbe vi dur lungamente: si direbbono modellati sopra un primo tipo originale, quasi come foggia dello stile ieratico di pura convenzione. Altri, meno antichi, appartengono allo stile egizio rinno valo, di cui ragiono nel testo. Tom. 11. p. 167. Questi saggi bastano all* osservatore intelligente come sinceri esemplari dell1 una e dell altra maniera.

45
TAV. XXXV.

io. Figura nuda virilo in bronzo daulico stile egizio-toscanico : ha in pi calsamenti di foggia etnisca Museo del Collegio romano. 8. Figura virile con lunga chioma alle spalle, di maniera antica imitativa egizia. Museo Venuti in Cortona. i. Figurina di uguale stile ritrovatasi nella necro poli di Vulci. - Museo etrusco del Sig. Principe di Canino. . Figora muliebre vestita di una lunga tunica con pieghe ondeggianti e regolari, breve sopravveste fino alla cintola, e maniche corte a mezze braccia : ha capellatura inanellata e piedi scalzi. Pr. di Canino. 5. Figura nnda virile, con pesante martello levalo in alto, simile a quello che si vede frequente in mano dei mali genj nelle sculture sepolcrali etnische (tav. l i x . 5 . 7., cui. i. 3 .)> Pu egsere Tanato, o il genio stesso della morte : cos Dispater vedevasi in Roma armato di un martello 3t. Statuetta trovata a Vulci. Presso dei Signori Coudelori in Roma. . Ercole giovane imberbe e nodo* coperto soltanto della sua leonina, con clava nella destra. Statuetta ritrovata a Tarquinia. 7. Ercole nella virilit, imberbe, coperto di pelle leonina al di sopra d un corta veste: tiene la clava 3i
T e r tu ia .

ad nat. 1 . 10.

46

alzata nella destra. Idoletto trovato a Vulci. Pr. di Canino. Questa grande divozione per Ercole, nel rito se polcrale, veniva forse dal mito che lo tiene per vin* citore della morte nella sua discesa agli inferni. Ma il vederlo s di frequente effigiato imberbe nei vetusti idoletti etruschi, anzich barbato, fa molto probabil mente credere, che in prima si volgessero gli artefici alla imitazione del solo Ercole Tirio, che di tal modo si trova sempre ritratto nelle medaglie fenicie. 11. Una dea vestita di sola tunica, con ali al dorsol e diadema radiato in testa 5 avente atteggiamento medesimo della figura tav. xxxtu. 2. Statuetta molto antica, e rozza d artificio, trovata a Chiusi* 1 2. Un' altra dea, o forse l stessa immagine; effigiala d* uno stile pi studiato e corretto : tiene in mano un simbolo equivoco. Galleria di Firenze. 3. 4. Immagine di una dea ammantata di nobile palla, con diadema radiato in testa: tiene ambo le braccia aperte, e in ciascuna mano un uovo : simbolo d espiazione, bene appropriato a Proserpina infernale. Figurina di semplice maniera cesellata finemente. Paolozzi in Chiosi. 1 3. Statua di un giovane di speciali fattezze: tiene in capo un alta copertura, o mitra che sia, avente la forma singolare di un oca dal busto in su. L oca non dubbiamente un simbolo dei pi notabili di Bacco e de suoi misteri : quindi non discredo sia un Bacco giovine e imberbe. Venuti in Cortona.

47

' l i Un dio indigete sembii quivi rappresentato sotto t' forme di rcole giovane e imberbe: con la sinistra gi distesa tiene per le zampe unaag nell ina. Potreblie credersi un Lare, cui ai conta bene per simbolo V agoella. Galleria di Firenze. 9. Figura nuda muliebre portante in capo il calcato, 6 paniere sacr; ha iscrizione incisa nel petto 1 0 -, Bfuthina. Il presente disegno stalo calcato sopra quello che fu tratto dall1 originale nel 1753, bench non troppo accuratamente , come si vede *. Il canestro sacro fa bens manifesto, eh* la 6gura qui simboleggiata te meva convenienza alcuoa coi misteri : l'iscrizione Afa ihina la stessa che si legge per titolo di sepolcri, e sopra le patere, arredi dell estqoSe ; formula, come pare, d*espiazione e di preghiera. Vedi tav.* xlvui. Tom. 11. p. 320.
TAV. XXXVI.

1. 2 .'Un giovane cinto del pallio con alti calcei; nel modo che suol esser messa comunemente la torba dei Lari in bronzi toscanici. Statuetta di bella sem plicit. * Galleria di Firenze.

3s Si trova nelle biblioteca del Fu Proposto Venuti di Cortona,


per entro un libro intitolato Conversazioni di Livorno, on questo nota: Statua trovata pochi giorni avanti del d a*. Marzo 17 che il detto giorno (u presentata neBa convertttone teputa in Li vorno da un celebre antiquario oltramontano, che .deprava da qualche mese in Firenze. (Abbiam gi avvertito . . n. 3. che in questa nostra edizione i disegni sono di minor dimensione). T om. III.

49 4* Figurft nuda virile, ( >r,se un Genio fluviale, in ciascuna roano tiene per distintivo di simbolo pesce. Statuetta posta su di un arnese a colonnetta a onte alla tav. cxm. < - Pr. di Canino, 5. Minerva: una lunga e sottile tunica la ricopre; l a una specie di manto breve disciolto e la gorgone in petto,. con galea cristata in testa. Sta in atto d| brandire sue armi o di ferire: atteggiamento in cui si ponevano per l ordinario gli dei guerrieri. Museo dell' Instituito di Bologna. 6. . 8. Figurine di vario stile, e in differenti at? tiludini, ritrovate a Vulci: la prima d imitazione egizia j le altre due di fire anzi toscaqica, Pr. di Canino. 9. io. Gruppo di due figure appoggiatesi piacevol mente l una all altra: la pi giovanile fecpinea ve? stila di tunica e manto; l altra virile cinta di solo pallio: hanno entrambi in capo la benda, segno di divina o d'orrevole stirpe: qual sia l'arnese che l'uomo tiene pendente nella destra non saprei dirlo. - Pr, di Canino. 11. Giovane cinto di un panno eoo cappelletto so pra i capelli : tiene le gambe incrociate, appoggia* tosi colla sinistra ad un bastoncello, come in atto di ,mestizia dolorosa. Pr. di Canino. 12. | 3. Figura virile con petaso o cappelletip i(i tsta, ammantata di un pallio listato e hene ornato, StlUtt finemente cesellata. Paulozsi Chiusi.. 3, Atlante pudo e barbato 4 IQA , sostiene sopra gK

49 omeri colle sue braccia il cielo sotto forma di un globo sparso di stelle raggianti. Ercole giovane ZXflAAfl coperto della sola pelle leonina allacciata al petto, e col capo cinto d'uno slrofio, tiene nella destra la cla va , e nella sinistra un pomo dell1 Esperidi : presso il primo una lancia fitta in terra, ed una pianta spe ciale , forse il silfio, denotante il luogo della scena: cio le parti della Libia vicina alle Sirti 9 dove re gnava Aliante padre e fratello d* Esper. notissima la favola primitiva d origine cosmografica , die faceva dAtlante il sostegno del cielo: era di pi tenuto dai poeti per invenlore dell1 astro nomia , che aveva esso stesso insegnato ad Ercole be nemerito 33. Assai rara la rappresentanza figurata dj questo m ito, e qui comparisce la prima volta di mano d etrusco artefice. Lo stile non accenna u n 'o pera antica : e il ramo d ellera che ricigoe intorno il disco, palesa senza pi un arnese appartenente al nuovo culto di Bacco 34. Notabile nel nudo lo sfarzo di parti anatomiche, pi singolare epiteto nuovo che porta Ercole (mostra intitolarsi Alceo) co munemente appellato behclb in altri monumenti etru schi, tav. z lv ii. xlix. cxvi. Patera ritrovata a Vulci. Presso de1 Signori Feoli in Roma.

33 Diodo, in. 5g ., . . 34 Vedi Tom. u. p. 348.

5o

TAV. XXXVII.
Porgo per mostra in questa tavola alcune'fogge e maniere usitate dell'antico vestiario civile. i. a. L immagine pu essere di dea: per si fatta foggia di stretta tunica e di manto in testa si trova spesso nei bronzi pi vetusti, quale ordinario vesti mento delle femmine di onorevole condizione. 11 num. i esiste nella Galleria di Firenze. 3. Vestimento femineo d inferiore condizione, con capelli rivoluti dietro e intrecciati a coda. Bacci in Arezzo. ' 6. 7. Vestimenta di nobili fanciulli d'ambo i sessi. 8. Vestiario degli uomini assai comune, composto di un semplice giubbone serrato a vita fino a mezza coscia. Bacci in Arezzo. 9. 10. 11. Vestiario volgare e servile, composto di una sola fascia stretta in su i fianchi, ond essere pi pronti e spediti nel faticare. Il num. 9. 10. presso Bacci. 4 5. Sacerdotessa in atto di fare libazione con una patera: bel rovesci epigrafe etnisca. Statuetta pi tosto rozza, cbe antica. Presso dell autore. ia. Subulo o tibicine etrusco in veste succinta,, con due tibie, e con certa coreggiola che lega vasi in giro al capo, e serviva d imboccatura, acciocch l'appoggio dei flauti non offendesse la bocca. Sono queste probabilmente le tibie dette turariae , s adope-

Si ravano soltanto nelle funzioni sacre 3S. Pr. di Canino. 13. Un fante armato alla leggiera , col nasale del elmo abbassato, e in atto di lanciare di sopram mano un asta velitare : altre aste tiene apparecchiate sotto il braccio sinistro. Statuetta presso dell au tore. 14. Soldato con breve camicia, armato di elmo, scudo, e spada di grossa costola a punta ; . di quella forma medesima che ha arme di ferro molte volte riposta nei sepolcri etruschi. Pr. di Canino.
TAV. XXXVIII.

1. Figura militare armata di grave armatura: elmo, corazza, e alte gambiere: un breve grembiale copre dinanzi la nudit : tiene la destra in atto di ferire : iscrizione etrusca, o dedica del monumento incisa nella coscia. - Statua molto antica di duro stile toscanico. Museo < F antichit di Leida. a. 3. Statua di un guerriero delle prime file, pa rimente fornito di grave armatura: nella sinistra im bracciava lo scodo mancante. Museo, dell Instituto di Bologna. 4. Guerriero similmente armato : sopra l elmo ha per cimiere la testa di un aquilotto. Museo di Leida. 5. Figura atletica solo con elmo in testa, e in ,

35 Soun. 5 : fatte di bosso dice Pmhio.

x v i.

36.

5a

azione di muovere alla pugna. Posa di un tripode, e serviva a reggere una lucerna. Museo del Pr. di Canino.
. XXXIX.

Una figura militare, ed creduto Marte, nobil mente armato di elm o, scudo rotondo, e corazza di squame, sotto la quale una tonaca cbe toccava la carne: coprono ambo le gambe alti schinieri. Statua di stile toscauico, disegnata con usata durezza, quasi eginetica. Galleria di Firenze.
TAV. XL.

Presento in questa tavola disegnati alcuni di quei celebrati candelabri in bronzo tirreni, che sf adopera vano egualmente per usi religiosi e domestici, e che il buon gusto dellAttica non isdegnava di trovare an che belli. Vedi Tom. il. p. 2 $j. Pougo in primo luogo num. i il candelabro con iscrizione etrusca gi trovato nel 1746 presso a Cor tona. Posa sopra tre fermi piedi leonioi, ed formato d'una colonnetta scanalata nella parte inferiore; li scia nella superiore; a questa sono adisse 1 una in sull altra tre girelle ornate di fogliami, che van de gradando di circonferenza: altre minori girelle doveano seguitare per tutta la lunghezza del fusto, alla cui cima pone vasi la lucerna. Museo di Leida.

53 Di maggiore eleganza il candelabro nata. 2, tro vato poco anzi a Voi ter ri, ed oggi esistente nella Gal lera di Firenze. Il suo fusto scanalato e svelto con bella proporzione posa su di un piede formato da tre cosce e gambe umane calzate, in mezzo alle quali si frammettono per ornato alcune palmette: una piccola volpe insegue un galletto lungo il fusto, terminato in cima da un grazioso catino, dove si abbeverano quattro colombe. Ecco Ik un giovine Satiro o Sileno armato del sno pedo pastorale, ohe il valente artefice fece servire di piede all arnese num. 3 : egli preme col suo baston cello un serpe comparso nell atto ch ei coglieva un fungo ; e per ucciderlo scaglia con tutta sua possa un sasso contro di quello. Posa sul capo del Satiretto no grazioso fusto fatto a spire, lungo il quale giace un cane, e alla cima del fusto sorge una Sirena alata al dosso, che sollevando le braccia reggeva il piatto dove ai metteva la lucerna. Pr. di Canino. A l di aopra di un carretto a quattro mobili ruote num. e di pi guernito d altrettanti leoncini gia centi, sta ritto in piedi un giovane ermafrodito di belle forme, o Bacco stesso, con armi He alle braccia e monile al collo. Egli regge sul capo a guisa di Te lamone una coppa, ove ardeva la lucerna. Pr. di Canino. Tre piedi leonini alati, posanti sopra altrettante tar tarughe terrestri, formano la base di questo arnese oum. 5. Al di sopra ua giovine androgino di fattezze

54

delicate e rotonde, o sia Bacco, con acconciatura ina nellata da femmina, porge colia destra un pomo : il fusto, distinto da due padellini bene ornati, termi nato nella sommit da una pianta acquatica ; l dove s adattava la lucerna. Gandelori. Questa grazia e variet di forme ; questa eleganza di belle allusioni, vera poesia dell arte, s frequente nelle opere degli antichi maestri, sopra tutto nota bile in questa specie di arnesi d uso s consueto all uopo religioso e al domestico : non potrei dire la vaghezza, la diversit, la leggiadria di tanti altri can delabri o lucernieri da me veduti, e tutti ugualmente tratti, come questi tre, dalla necropoli di VulcL L al lusione a Bacco ed a suoi misteri qui manifesta. Bacco ermafrodito lo stesso degli orfici coguominato Mjrss 36 : i Saliri ed i Sileni massimamente vi sono bene appropriali: il pomo anch esso un simbolo speciale di quel nume 37: perci non discredo che s falli candelabri servissero appunto all apparato e all uso de sacrifizi al dio datore di eterna beatitudine, eia nelle cerimonie iniziali, sia nelle funebri. Si tro' vano numerosi nei sepolcri con altri sacri arredi, per ch era debito di religione, e conforme al costume ohe ci aveva servilo alla iniziazione in vita, e alla espiazione dell* anima dopo morte, si avesse seco nella sepoltura.
36 Oura. Hymn. 4 37 TscaiT. ldyL 11. 120.

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Insieme eoo i candelabri, e certi arnesi di cui ra* giono pi sotto tav. c x m , si sooo ritrovati alle volte in quei sepolcri di Vaici tripodi, o sia are portatili io bronzo, di non minore vaghezza e leggiadria di forme, con simboli non ambigui parimente allusivi al culto di Bacco. Alcuni di questi attrezzi pi notabili si conservano nei museo etrusco del Pr. di Canino* Uno di essi sopra ciascuno dei tre piedi a traforo , che sostengono il recipiente, ha per ornamento sim bolico due protome di cavallo, come nei vasi di Chiusi tav. cu. 8 ; consueto emblema del transito delle anime all1 rebo. Nello spazio in tra uno e V al~ tro piede sono collocale tre distinte figure di alto ri lievo T una all'altra corrispondente: la principale capillata, barbata, e alata agli omeri, con veste corta, e calzari similmente aliferi, porta sulle braccia un giovane come estinto. La figura appresso che l in segne ha cimiero in testa, calzari alati, e gladio nella destra: indi vien dietro Ercole coperto della sua leonina, e con l clava sollevata in positura mi naccevole. Non pare dubbioso che l immagine primaria sia il buon Genio conduttore dell anime agli E lisi, o se vaolsi altrimenti Mercurio infernale, inseguito dal Ge nio m alo, contrastante alla beatitudine di una vita futura. Non discende Ercole al soggetto qual com battitore egli stesso e trionfatore della morte. Cos sempre pi si conferma che gli arredi, i quali si rin vengono nei sepolcri hanno precipuamente servito al sacrifizio e ad ogni altro rito funereo.

56 Non debbo penare sotto silenzio certo numero di pezzi di bronco molto pi singolari nel museo del Pr. d Canino. Per l unione di s fatti pezzi, trovati insie m e, si conosce obe dessi formavano come un gran cerchio, il quale, nella sua integrit, stava fisso per molte punte dello stesso metallo sopra una ruota, o disco di legno che si fosse : questo legno trovossi im putridito. I mentovati pezzi hanno di larghezza circa quattro pollici, quanto era la grossezza della mota: una fila continuata di piccole oche in rilievo ricorro luti*intorno alle due estremit laterali: nel mezzo stanno prostrate e confitte figure virili di mezzo palmo incirca nude e barbate, in attitudine di pena} e tra l una e l ' altra figura umana alternatamente stanno poste figure di due specie di quadrupedi : 1* uno di essi pu essere 1 * Ippopotamo \ l altro, parimente eaotico, mostra ugual natura feroce: entrambi tengono palancata Torrida bocca per indizio dell appetito loro divoratore. Niente meno angolare un lungo fregio alto forse a tre pollici di bronzo, il quale si piega da pi lati mediante acconci mastietti dello stesso metallo : il fre gio di getto fatto a traforo rappresenta pi file rad doppiate di piccole ocbe, sotto le quali sono poste altre file di piccole figurine in forma di larve. Il tutto assai rozzamente lavorato. cosa manifesta che i bronzi qui descritti non han potuto servire che per la sola mostra ed appa rato: il luogo dove furono ritrovati, con altre molte

57 suppellettili di maggior pregio, era pi tosto no naaoondiglio sotterra , clie un sepolcro. Che per il si gnificato loro si riferisca a Bacco ei fa palese per F uccello acquatico, simbolo speciale del nume, ripe tutovi le tante volte : Ippopotamo lo stesso Tifone ( vedi p. 24. ). Or dunque, divinando, pu aversi per cosa molto probabile, che cotesti strumenti d appa recchio abbiano servito alle celate iniziazioni dei mieteri, le quali, com noto, avevano una parte scenica o teatrale, in cui per ordigni e macchine si rappre sentavano tra V altre cose i futuri destini dell anima nel Tartaro e negli Elisi. Lo spettacolo degli inferni mostrava tutte le pene ed i supplizj, di cui gli uo mini potevano essere tormentati lfe entro. Quindi le figure soprarnmentovate sarebbono anime punite, che senza avere mai posa van girando su di una ruota; gastigo infernale ben cognito per la favola d Iasione : volgare poi il concetto acherontico dei mali Genj eolio figura di fiere insaziabili e crudeli. Cos pure le figurine, o sien larve del fregio, ivi acompagnate con altrettante oche, vi possono avere corrispondente significauza.
TAV. XLI.

Undici pezzi in bronzo di questa foggia, num. 1, ti trovarono insieme non guari tempo addietro in un sepolcro nobile scopertosi presso a Corneto, dov'era antica Tarquinia. Stavano essi da prima appesi alle

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pareti per ornato. Sooo fatti duna lamina sottile molto finemente cesellata. Nel messo di ciascun disco, inca vato tutt1 intorno , v apparisce chiaramente effigiato d alto rilievo in vario sembiante Bacco bicornigero barbalo, e porta le basette all antica, con orecchie di natura bovina num. i. a : la cavit degli occhi ripiena d una pasta gi lucida, nerissima nella pu pilla sopra un bulbo bianco: pareochi dischi hanno in cambio per ornato nel centro una testa leonina' con lingua distesa num. 3, e v appare anche in ta luni qualche vestigio di doratura. Il disegno della pi antica maniera : il dio grande vi si mostra in, et diversa, rigido e severo; grandiosa soprattutto espressione del pi senile num. i con grave so-, pracciglio. In questo medesimo sepolcro, gik frugato antica mente, fu trovata una base di pietra del paese* con. etrusca iscrizione. Vedi tav. cxx. 6. 4 Effigie di Bacco senile parimente bicornigero con orecchie bovine : bronzo il quale serviva di or nato a qualche attrezzo d uso bacchico. Pr. di Canino. 5. Statua in bronzo di Bacco, soltanto bicornigero, in et virile, ed imberbe: ha il capo cinto della mi tra, monile al collo, armille alle braccia: notabile assai in questa immagine il viso corto e schiacciato, con le ossa delle gote rilevate, e col mento arric ciato alquanto : indizi non equivoci di razza forestiera.* Sopra tutto singolare si la posizione elevata delle

% orecchie, e del foro auricolare a livello della linea media degli occhi; particolarit soltanto osservabile nelle statue egizie. Lo stile del disegno scuopre molta antichit : l atteggiamento, quale gli artefici, usciti ap pena del fare egizio, solcano mettere gli dei 38. Mu'aeo del Collegio romano. 6. 7. Statuetta in bronzo di un Sileno barbato, iti fallico, di finissimo lavoro. Presso del Sig. cav. Thorwaldsen in Roma. 8. 9. Statuette in avorio d imitazione egizia. Pr. di Canino. 10 Due figure di sesso diverso giacenti so cPu letto tridinario: costarne proprio d Etruria. Vedi Tom. 11. p. ao 3. 11. Una piccola figura virile con lancia abbassata in atto di gagliardamente affrontare uno smisurato leone: soggetto simbolico analogo al tema della tav. xxviir. 1. 2: nel rovescio due lettere intagliate etrusche. 13. i 3. Quadrupedi di varia specie giacenti in ri poso: nel rovescio lettere etrusche. Sono questi quattro pezzi sciolti in avorio figurti a basso rilievo, con vestigi di colori e di doratura, trovati nei sepolcri di V ulci: parecchi altri ne ho ve duti presso del possessore Sig. Pr. di Canino, pari* mente intagliati in avorio, o in osso, con simboli

38 Vedasi per confronto un altro bronzo etrusco di Bacco bicornigero barbalo, gi del museo Corazzi, ed ora in quello di Leida: statuetta molto antica figurata non malamente nel Mus. Corion, ta?. 7, e nel Mus. Etr, T . 1. tav. 53.

6o presso a poco uguali. Tengo opinione che fossero le facce laterali di quelle cassettne che pone vansi nelle tombe a lato del morto, per chiudere e custodire piccole suppellettili di donativo, o d atte nenza dell estinto: molte di queste cassettone in le gno figurate e dipinte, che servivano al medesimo uso, si trovano nelle ,tombe egizie frequentemente. TAV. XLII. i. Lupa esistente nel Campidoglio: alla palmi tre once cinque romani, lunga cinque palmi on. 6. questo il pi singolare e il pi raro monumento in bronzo dell arte vetusta : opera cbe sente molto del migliore stile toscanico, se non pi tosto di mafto d etrusco artefice. Molto verisimilmente la statua che gli O gulnj, edili curuli fecero Cir nel 45$ , e dedicarono in un area sacra presso il Lupercale, dove la vide Dionisio; che la qualifica di antichissimo la voro *9. Abbiamo in quella un esemplare sincero dello stile toscanico, quale correva circa la met del quinto secolo. Bella la simmetria, corretto il disegno, na turatissima espressione di fiera ammansita lattante i due gemelli, ma soprattutto ammirabile per iotelligenza di forma, e per la maestria con cui trattato il bronzo in tutte le sue parti. Mostra la gamba, distinta nella presente tavola,
39 Vedi Tom. 11. p. * 35. n. 5o.

6f quella tal fraltnra del bronzo che vedesi nell originale, e fa ripetere a molti esser dessa la medesima lupa, che fu colpita dal fulmine ai giorni di G. Cesare: tutlallra per era cotesta statua posta in Campidoglio, d ove, secondo che dice Cicerone, il fulmine non tocc la lupa, ma la svelse, e distrasse l immagine di Romolo 4 . a. Chimera, statua in bronzo alta due palmi ro mani, lunga quattro. Nella R. Galleria di Firenze. Fn trovata in Arezzo nel i 534 mancante della coda, la quale restauro moderno. La statua giu stamente lodata per la purit dei contorni, per la simmetra, e per la molta espressione del furore cor rispondente alle ferite cbe ha sul tergo, e su la testa di capra gi moribonda 4 . Lo stile nobilitato di tanto, come si vede, per forme corrette e grandiose, sente tuttavia non poco della maniera antica; soprattutto nei velli. Trattati nella stessa dura foggia sosservano nei bronzi perugini tav. xvm. 3., xix. 6, ed anco nelle figuline ordinarie di Chiusi xxvi. a : da ci si conosce senza fallo esser questa una maniera convenzionale tutta propria dell arte vetusta. Nel concetto pi antico la Chimera, parto della fantasia orientale, era un mostro divino del sangue di Tifone e d Echidna, altro mostro orrendo mezzo donna, mezzo serpente 4*. Composta delle forme del

40 Cica. CaliUn. in. 8., de Div. . 3 u. io. cf. D ior, xixvn. 4 1 Ripeto le parole del Lato citate Tom. ii. p. a36. 4i Hcnoo. Theogoru 3 ig.

6*

leone, di capra e di serpente, tre animali che e ap* partengono a Bacco primigenio, dovette la Chimera in origine trovar posto fra i simboli maggiori della demonologia, o sia della massima dottrina dei doe principj : dottrina in cui Bacco stesso, per virt del dualismo , ora comparisce ai mortali qual dio bene fico generatore della vita , ora spietato e tremendo qual signore delle regioni sotterra. Perci la Chimera cos ferita e languente, simbolo di malvagio spirito, pu aneli ella fare allusione alla dottrina del buono e malo genio, la quale non tanto si manifesta in tutte le idee religiose dell Etruria nella prima et , ma s trova pi specialmente dimostrata col sussidio dell an tichit figurata. La iscrizione Tinmcuil o Tinscuil, che porta incisa in una gamba, non dubbiamente una voce o formula rituale correlativa al tema, che si rin viene tal quale in altri monumenti analoghi. 3, Porco votivo. Uno dei pi bei bronzi etruschi per maestria, e per verit di. forme. Museo di Leida. 4 Griffone: animale mostruoso composto dell u nione del leone e dell aquila ; o sia dei due pi po tenti animali, della terra e dell aria. Era ano dei tanti animali miracolosi dell Iodie e deliAsia cen trale : si trova figurato anche nei bassi rilievi di Per sepoli; e da quelle regioni se ne propag notizia per le contrade occidentali, e quivi in Etruria massimamente. Come simbolo conveniente non pure ad Apollo, ma s ancora a Bacco, dappoich il culto loro

(SI s era mischiato prima a D elfo, iodi per altri paesi. P er ci non di rado si trova il Grifo effigiato in rap presentazioni bacchiche j e come sacro specialment al dio infernale spesso si vede nei monumenti funerei dell* Etruria-. Il-Griffone, dinotato per vendicatore 43, ben si confaceva in tal serie d idee altres a Nemesi ed a Plutone. L iscrizione etrusca simile a quella della Chimera. Statuetta in bronzo nel museo di Leida.
TAV. XLIIT.

Fanciullo ritto in piedi con la bolla sospesa al collo e armilla al braccio manco, tiene un'oca o anitrella nella sinistra. Bellissima statua in bronzo, con etrusca iscrizione nel destro lato. Museo di Leida. Ho detto di sopra ehe loca, delizia di Priapo 44 , un simbolo certo di Bacco e dei suoi misteri. Or questo bel fanciullo, che la bolla d'oro ci mostra di nobile prosapia, era probabilmente un voto siolto a Bacco. Quel dio potente che dava e toglieva salute a suo grado, e da cui l uomo sperava in tutte 1 et i mag giori beni di questa vita terrena e della fatura. An che per la sola tutela i fanciulli, secondo la primi tiva religione italica, si offerivano agli dei.

43 Kon. XLYin. 38. 44 Delicue Priapi. Pm oii. *. .

64

TAV. XL|V.
i. Fanciullo sedente, fregialo di bolla, in mossa di sorgere. Statua in bronzo con iscrizione nel braccio sinistro spezzato, gik trovata presso l io tici Tarqui nia. Museo del Vaticano. Pronta la mossa, vivace il volto, e scelto bene il momento clie accenna salute ristabilita, come no tava il Passeri, primo illustratore del monumento. Bench lodevole assai per magistero d arte, manca tuttavia a questa statuetta non so qual morbidezza, massime nella piegatura delle carni, indicatavi sol Unto con rozze linee : di tal maniera vi sono segnati un po grossamente ancora i capelli. a. Statua di A. Metello, volgarmente detta l Aringatore, nella Galleria di Firenze : gife trovata presso il Trasimeno circa Panno alta pi di sei piedi. , Questo insigne monumento dell arte etrusca meno remota, pubblicato pi volte per P innanzi, ormai nolo a tutti. Io lo ripeto con accoratezza maggiore di disegno per compiere quei termini di comparazio -n e , cbe mi sono prefsso di porgere all osservatore, cosi in questa, come nelle due tavole precedenti. La persona onorala Aulo Metello, figlio di Velio, nato di una Vesia: ha tunica e pallio, nel cui lembo la iscrizione. calzato oltre a mezza gamba : la sinistra mano ornata di anello, la destra eretta a modo di chi perora, o di chi supplica fi. Bene il Lanzi, a
45 L.izi T . 1 1. p. 547.

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cane della formola fm res : tkce: ripetuta in molti donarj , tiene che la iscrizione - corrisponda a dono sacro.
TAV. XLV.

t. Due figure a cavallo vestite di breve tunica eoo fimbria ornata, cavalcanti vtfloci corsieri con freno: hanno entrambi chiome prolisse, e calzamenti a mezza gamba. .Uno di essi stimola il suo corridore col putigetto. Al di sotto sta dimessa per terra una figura consimile, che direbbesi un altro cavalcatore, laggi buttato dal suo cavallo. Basso rilievo in piastra di argento finemente lavorato a cesello: le criuiere dei cavalli, e tutte l altre parti colorate in giallo, sono di foglie d oro sovrapposte. Questo pezzo faceva parte senta dubbio di una scena maggiore, rappresentante una corsa equestre. Fu Ir* veto nel medesimo ripostiglio, dove stavano i bronzi perugini di sopra descritti ed il solo di lu fa zione conservatosi unico insieme col fregio che porgo delineato in questa tavola: tutti gli altri pezzi d ar gento figurati furono distrutti. L arte vi sente ancora non poco dell antica durezza. Il eh. Sig. Millingen ha di gik esposto questo raro mooumento 4 ?. Io lo metto a luce nuovamente dell*

46 Vedi p.'3fjf*4.
47 AncenU itncdihrd m&mtmcnls. Set. . p. 17. ter. tnr.

66 grandezza medesima dell1originale M : quasi come un fa c simile di quello, che debbo al favore del suo ul timo possessore il fu R. Paine-Kuight. 2. Frammento di un fregio parimente di argento con lame doro sovrapposte, dovera rappresentata una zuffa di fiere; a mano destra di chi guarda si vede la parte inferiore di un griffone. Ambedue questi saggi dell1 arte toreutica etrusca esistono oggid nel Museo BriUannico per donativo del nominalo Paine-Knight 3. Grande affibbiatilo tutto in o ro , lavorato col cesello, con sua punta addietro. Nella parte superiore per entro di un'ornata cintura sono intagliate rozza mente due fiere ed alquanti uccelli : tutti simboli fu nerei della medesima specie che ho dichiarato pi volle: le due figure sottoposte armate sembrano a o coltellanti, che adempiono ufficio, come nelle pila ture di Tarquinia tav. lx v i , d onorare con giuochi o zuffe la memoria del defunto : il cui monumento, o sepolcro, si vede figurato da un edilzio di forma pi ramidale, che sta dinanzi i due combattenti. Questo singolare arnese fu trovato al principio del i 83o negli scavamenti fatti fare a Ponte Sodo dal Sig. Principe di Canino. Io lo tengo per uno di quei ricchi arredi che nei martorj ponevansi per paramento sul vestiario dei morti : della medesima specie di quelli che ho raccolto nella tavola seguente. La sottigliezza e fragilit loro non permette al certo di credere, che abbiano mai servito in vita ad uso civile.
(a) Y . lavvertenza a p. 7. n.

3 , e p. 47 n 3.

6y
..

i. Idolett egizio in pasta verde rappresentante1 Phtahf ricoperto di iaminette d oro con figurine dianimali simbolici ed altri fregi fattivi stampa. Il-pici- cofocertehietto ftetl'alto della'ioMnagiftetta mostra chia ramente che vi passava un nastro per tenerla pensile/ I/idoletto *propriamente e g i z i o l figure stampate aoHa lammella d oro, che giisrv'e'di'Ticca veste, sono piuttosto lavdro etrusco- imititte l gizio. a. Faceta latetale ideila tnedrtinia' immagine. 3. Idotetto staile parimente guarnito di' laminette d* or 'figurate come- sopra stampa. 4 Mostra del guprai mento d oro ohe fasciava in torno per veste1 un altro; idolo di Phtah alquanto pi grande,' trovato* ideicele, coi precedenti, bench infante pei I fragilemateria. Pr. di Canino. 5. Fibula, o eia fermaglio, di Qntoima lamina d O r o c o o u n -finge grande Goleata; capillata e alata, ed altre due sfingi minori : il' tutto fatto a stampa. D i -sotto ib pntale o spillone elastico, che s* in contra 'in un cavo per fermarlo. Pr. di Canino. fi. Fibula parimente oro a stampa con una Chi mera per ornato sitnbofkio, e due piccole sfingi co perte di -berretta aguzzata a loggia di tutulo. Vedi' tav. xxvin. &., xxxi. 5 * Feoli. ' 7. Collana muliebre di filo d oro a guisa di nastro fatto a maglia, dov appeso ano soarabeo di onie legalo in oro. Feoli.

68 8. Incisione figurata del medesimo scarabeo. 9. Collana d'oro, dove aono appese sei piccole im magioetle di Phtah iu pasta verde, e sei msso di esse uno scarabeo pendente eoo geroglifici della stessa materia 4 *. Pr. di Canino. 10. Geroglifici ripetuti dietro ciascuna delle mento vate immagineUe. 11. Bolla d 'o ro , fregio distintivo dei fanciulli d i' nobile condizione. Vedi tav. xliii. * liv . u FeoKk la. Pezzo d oro figurato fallo a stampe; v rap presentato il solito Genio buono d i e tiene fermi col freno due mostri a lunga coda di peace, variati sitoboli di maligni spiriti: lateralmente due masuberci umane, o larve cbe sieno. Pi pezzi uguali <serb il Pr. di Canino trovati nei sepolcri di Volci: un altro pezzo doro affollo simile, venuto del traode, esiste da lungo tempo nella R. Galleria di Firenze. Gi moatta cbe s fatti lavori a stampa d oreficeria si replicavamo con facilit dagli orefici, e si spandevano egualmente per commercio da un ltogo all' alino. 1 3. Pezzo di una lunga collana d oro composta1 di tante pallottole alternatamente lisce e ornale , 00 una tejla di montone all'-estremitk. Pr. rdi Canuto. 14. Arredo in oro di superficie convessa ali' esita no , e concava all interno, atto a contenere, a ci che pare, preziosi aromi o profumi: lo regge tra
48 Nello scarabeo ti legge tsi, vaia a dire la figlia, giusta jolciprUzioae fattane dal Sig Roswj.uh.

<9 mobile manichette : quelle piccole figurine che vi si veggooo effigiate di uomini e di animali di varia natura contrastanti in tra toro, palesano un soggett simbolico,-pi tosto che un semplice ornamento. Son esse fatte di minutissime granelline d oro saldale t fuoco, per buon artificio dell' oreficeria. Pr. di Ca nino. 15. 16. Altro piccolo arnse in oro di uguale forma ed oso, visto al di fuori e all'interno: vi manca il pic colo maniche Ito. Pr. di Canin. 17. Figura mostruosa, mezzo fiera mezzo uomo, avente faccia gorgonica con serpi al crine, che sta combattendo con tutta sua possa contro a un leone. Scat-abeo in corniola. 18. Lo stesso mostro gorgonico -domatore di un cin ghiale. Scarabeo in corniola! 19. Mostr marino barbato, dal cui dorso sorge lai Chiinfera, rappresentatavi dalla testa di leone, di ca pra e di serpente. Anello <f oro a stampa della forma nnm. a 4> trovato- a Chiosi. >o. Auriga vincitore condotto n! Suo carro da ca valli aliferi* con palme attorno, imbolo di - vittoria.' Anello d'oro intagliato a cesello. -Pr; di Canino. a i. Sfinge e leone ambedue alati. Anello d oro di basso rilievo a stampa. aa. Due mostruosi Animali1 ugualmente alati. Anello Toro intagliato. Pr. di Canino. a 3. Genio alato che rattieue per le zampe una ufioge un leone. Anello d'oro a stampa.

79

a 4 Cerchietto d ororcou piccolo aearahsp diooic*, dov figurata una maschera gorgonir,a: ella portar yasi di tal foggia dito anche; per amuleto j onde preservarsi dall invidia e da mali accidenti* ' Can* delori. . a5. Scarabeo, il cui lavoro pare d' iqaitasiqne egizia^ V i si rappresenta un adorazione a Phro ( il sole ). 11 dio sedente, eoo.testa di sparviere^ .stara la quale un disco. P/.. di Canino.. 36. Pendente di pasta verdognola cqn.testadi.lopnn cino nell alto, c^ove. pa^a. un ce rd iie^ d oro: al, di Sotto si vede figuralo all egizia un oggetto inperto.; - Candejori. ]. Scarabeo egizio di pasta uguale,, con, ;geroglifi ci te. .7' Candelori. a 8. Diadema d oroJf ^Ue cui e?tremiti, .dove stanno, i. gancetti per f e r i r l o , sono , e^giali 4ue en^tii alali con balssmario appresso, p?r .contrassegno, loro ffieio funebre., Pf, 4* Caniryj,, Ho riunito in questa tavpja up nqerlQ .numero..,di suppellettili..pre^iofse. Ritrovate, tutte . sppoJcjti d^lla necropoli di Yujci. MoU? pi n e . consprvafo: i| ;Prv di Canjno nel uo museo, e gli altri, stftvajprj,diqqfi sepolcri 3 senza -parlare di; taote altrp ,cose notabili d uguale specie gik distrutte, o, passate n^^cp^u^cn^e in commercio. Una paste, ;di esse servivano ad uso 4g 11 primo.carattere inciso,.nello eambeo (Papa} ignifica il Ite; l'ultimo carattere esprime l idea signore. RosaiWl.;

f* civile, altre, e sona le pi copioee, ad uso pupa? nente funereo. Queste ultime, fatte d* ordinario a lampa difioUsima foglia d oro, si riconoscono facile mnte alJa loro fragilit, come i pezzi num. 5. 13,; e , siccome par certo, aervivano nel mortorio 3 dei oorazine dei corpi morti, che si recavano con appai rato grande dalla magione .alla sepoltura (tav. xcyi. 1) innumerabili frammenti di foglie d'oro finissime a stampa e di variatissime forme, in cui si trova# ? \ bucherelli che le fermavano sul drappo p?r opera di ricsm o, hanno servito, fuor di dubbio, a orpafelq vestimenta del morto con pi o meno di, soutuositbr*, tanto nef mortorj dei facoltosi era grande e magnifica la pompa. La figurazione stessa di coteste /suppelleVj tali fa conoscere con evidenza che unicaapeftte ne vano al rito funebre. Qui tu vedi replicato pift volley come in moltissimi altri monumenti di siftile. nqtunff il perpetuo contrasto del Genio buono col m ale^ of sotto una aemhisnza, ed ora sotto un1 altra. eeeopdfe che portava il concetto pi o meno significativo idei* 1*artista (num. 8. ia. 17. i 5. 23): vi ritrovi al pari e Gorgoni, e Sfingi, e Grifoni, e Chimere, e mostri fieri, e qualunque altra figura di simbolo concernente alla dottrina acherontica e al dualismo: in Gommai le elesse identiche rappresentanze, che abbiamo vddolQ ripresentarsi di tante maniere in tutti i monumenti figurati etruschi di rito sepolcrale. Alludeva senza fallo Virgilio alla dottrina medesima degli Etruschi po nendo alla porta degli inferni gran numero di s fette

Tariate fiere, mostruose di forme e di sembianze &>: e tra queste la Chimera stessa x Gorgoni e Scille. Quanto poi fosse grande per -taluni la divozione alle divinit egizie, lo dimostrano con tutta certezza quelle, figurine di Phtah s nobilmente fregiate di oro eoa emblemi analoghi, gli scarabei anulari, gli adorna menti muliebri e tanti altri capi di superstizione o propriamente egizj, od imitati a quella foggia. Di tal modo sempre pi si conferma come in una certa eU gli Etruschi studiassero ad imitare nelle loro tombe, e nel rito sepolcrale le usanze medesime degli Egizj, mescolandovi all uopo le proprie cerimonie etrusche. ; Non essendosi fioora osservato nei monumenti egizj trovati a Vulci alcun nome regio, non facile deter minarne l epoca} n lo stile loro ha caratteri tanta decisi da poterne dare indizio corrispondente. Bens al parere del Sig. Roselliui, giudice competente, quei monumenti che sono veramente originali egiziani debbono ascriversi ad un epoca anteriore al dominio dei Lagidi.
TAV. XLVII.

i. Castore e Polluce amo-, revolmente abbracciati da un altra figura virile d 'i gnoto nome Tutti e tre hanno cinto i l 5o MuUaque praeterea variarunt monstra ferarum. V ib g il. t i . a&5. Cos pure la religione greca poneva negli inferni consimili fiere t mostri. A&iston, in Ram i i 43. 280. 47^ sqq.

7 & capo d'imo trofio. sinistra Minerva udnte* coperta dell'elm o, a eoa Pasta appoggiata all1omero (manca per la fratiora il solito (itolo divino): a destra ufna. figura femminile MHOVt alca il coperchio di uno stipo m atto di considerarvi entto alcuna cosa. Patera tro vata in un sepolcro chiueipo nel i8a6L
Non discredo che questo soggetto abbia conveoieaeaj col sacro mito dai Cabiri, quale si concepiva^* un tem^ p, in coi amarrile le idee della religione prim itiva, ciascun tema misterioso s* interpetrava per simboli usiti grefll noto come i potenti Cabiri1 dlta Sa motracia , o di fe n ic ia , bpn cogniti airfitruria indi s i. tramutarono in Castore1e Polluce, cm unvs^ un altro dio chiamato Casoario o oontpagii^/ greM mente Mercurio $000 altres nte le relationi che'**" condo quei misteri passavano in tra le diviniti* Gabiricbe e Venere s* , o sia queir ente generatore che figurava Axiokersa. Or dunque Tuntn la dea (siasi pur Venere stessa, o alfra deit) sembra quivi" rtfpsentata come Custode deli1 arca mistica, cbe faoohlu^ dera il misterioso deposito che Cerere tfitya7dafo fa' guardia ai Cabiri, a sopra di oui ertto* fondati g ir

t * t r 5 i Vedi Ton. w, p 106. 107. 5a Fenerem eie. . . . qui Samothrace sanctissimis caerimoniis coluntur. P u r . u i v i . 5. 53 Pausa*, m 1 9 ., . a 5. 54 Pausas. L c.; Cum. A&bju Proitsp. X. l p. ia

alessi toro misteri cio ai dire il Fallo sitatolo, materiale di Dionisio *4^ cognominata anobe.il rabo*

7* i*p5?: cotesto w n M o /ACere p<erte eMtfraWiaaiui-ddjk qerwQQnie, arcane dei baccanti; allusive alla motte del pi giovine dei Cabiri, messo ia ,b(?hi , cbe. gl' in* iati, ave vano, per fede essere Bacco..

- st Arcale 3 O fl 3 S vineHore di Cino,del cm titota restano due sole, lettera sopra ,la scada.. Soggetto <b*y (dicalo in scarabeo <tev. qxvl i. Una! figora ali tarata va sedente, ve il rame, consunto; Js isrtziuoee trust a j'disopra i . la pi. lrtoga ohe scabbia; in questa qua->| lila ;di. ;arredi. r-r Museo Yefwti, io. Cortona.
-1.3. Ur:auriga in latto di (guidane Ja aaa biga :pio* ^lo^bffPiOAo, ma.unico, perpb;iaijuest la.form ai dejLcocchios intende meglio, che ne , nella biga e*> stanata .del Vaticano,< e . in base rilievi che nppre sentano corse di cocchi, tot. 4v ,L*4 sao > di, JUida.
TAV. XLYIIL i

il, c^val^o di Troja

4 Z3&4 ciftto^di caaapiv ch glij

ei(ripiegane! intorno al c o llo s e itone alenai , an elli di' q^tem.:al pm l perintU earne i l ricin o-trasporto .1E p ed mantello levato io alto neetcelera i li o ^ .p ilo ta ta : .Ytdcdno * 3 cott una iaasaa,dl pece,. eicCAOidipftte,.iSt inchinato ja j quanto qiidsi.la ieapegor lam e le commissure. Ivi accanto una tavoletta votiva eoo cornice, ove leggesi 2 1

x.

Patera con m anico

55 kievpnmt. 56 Descriv di. L**u T u .p . a?3.

*5
alquanto concava, nel cui rovescia^ grandi caratteri si legge l epigrafe /IfffOYMf: come nella tftv u x t . 9. Museo regio di Parigi. TAV. XLIX. Ercole S'PQ ^B barbato in piede colla deetra ap poggiata alla clava: a lato di esso.Minerva vestita di un' ampia tunica, tu cui aoprapposta l egida col capo di Medusa: ivi appresso una dea nuda lo tutto il corpo eccetto le gambe, col braccio destro ripiegato aul petto, e un ramo di mirto in mano, la quale si riconosce per Venere : al fianco di essa unal tra dea, o sia Giunone, con diadema e peplo in te sta : Apollo . sedente sopra una sedia pieghe vole, involte le parti inferiori nel suo pallio nobil mente ornato : e con predella sotto i piedi : strigae colla sinistra un lungo scettro, .che termina in ramo <f alloro. Nella fascia all* intorno rappresentata una auffa di fiere, tra le qoali anco il grifone : le pi fe roci urtano e offendono le pi mansuete: figurazione molto significativa dell'inevitabile contrasto dei d a principj ; quindi replicato tal quale spesse volte alla sponda di altre patere. Abbasso, per adornamento del manico, e per allusione a Bacco, s adagia un Sileno. Patera di fino graffilo gih trovata nel 1830 nel viterbese. Attualmente presso il Sig. B. Beugnot. Bench' le patere etrueche in generale, monumenti non troppo antichi, sien pera di artefici etnischi,

7* nondimeito um ifM ti cosa eh1 elle furono figurate fecondo le idee cbe ormai predominavano al tempo f in coi Tennero intagliate; epoca che non pu credersi anteriore al sesto e settimo secolo. Quindi rappresen tanze e miti di foggia ellenica , anzich propria etru sca. Poco pi restava in allora di nazionale oltre a certe credenze , radicate molto a Pondo nell' animo del popolo. Cos; senza moltiplicare gli esempi, veggi amo mediante questa patera stessa conservatosi per tradi zione il doinma fondamentale del dualismo, bene ap propriato alla religione dei sepolcri ; perci sotto mille forme ritratto nei monumenti funerei. Di tale specie sono per certo questi arredi, cbe chiamo espressa mente patere, veri istrumenti dei funebri ufficj e at trezzi dell* esequie, come li teneva anche il giudizioso Lanzi: essendo mera vaniti il nominarli oggid con lezioso vocabolo -specchi mistici. Pare ugualmente oerto che I1 uso di queste patere si facesse molto co mune in Etruria dopo l'introduzione del rinnovatosi culto di Bacco nel sesto secolo, poich tutte ai tro iano nell* interno dei sepolcri allato del morto, o per entro le ciste mistiche: il lavoro stesso, il disegno, la forma dei caratteri, mostrano assai chiaramente 9 che tali suppellettili sappartengono ad un'epoca stessa, e furone fatte non lontanamente una dall'altra. Ot timamente queste patere con luogo manico, non gfo destinate a versar liquidi, ma bens atte a porgere qualunque altro libamento, come mole salse, granella, bacche, aromati incenso, si confacevano per pr-

prio rito a Bacca o Libero Padre 57: a n zi, non ve b ha forse albuna che ood presenti qualche aimbolo manifesto dei nume invocato! sia nella sua figurazione principale, sia ne* suoi fregi, medesimi o di ellere, di alloro, o di teste di cavriuolo e simili cose, del pari sacre e dilette a Bacco. S fatti arredi, come tutto ci che serviva all'uopo dei mortorj, era una merce. Funerali occorrevano tutto giorno per ufficio di pa renti: chi sceglieva a suo grado un m ito, e chi un altro : obi bramava uniti o questi o quegli altri numi tutelari della sua famiglia : chi adoperava, come mo strano le iscrizioni, ora una formula rituale di pre ghiera, e chi un9altra. Tutto per si riferiva al]e dot trine acherontiche, e al grande mistero, ognor pre sente nelle menti degli uomini mortali, di dover transire lo spirito per nuova vita dinanzi al dio infernale Noto per ultimo che i sepolcri volcenti han dato a luce un genere nuovo di monumenti : voglio dire patere in bronzo cesellate con figure di basso rili/evo: altre indorate ad ambo le facce. Minerva alata * Er cole , e qualche altro mito . consueto, compariscono tra quelle che conserva nel suo museo il Sig. Prin cipe di Canino. Tanto pi notabili, quanto che la
Sy Jpse gravi patera sacri libamina Bacchi. Bite ferens, umbram vocat, et sic fertwr ad aras.

Vales. F lc. . > 93-94; Ovto. Fast. iu. 733. qq.


Nomine ab auctoris ducunt libamina nomen, Libaque: quod sacris pars datur M e focis.

,8 pitter rilivo nel museo dell* Instituto di Bologne rappresentante Fi lotte te e Maearao, gi edita e illu strata per le stampe, un getto evidentemente mo derno per chiunque lo vede.
TAV. L.

Per pi recente scoperta posso aggiungere adesso eoh la descrizione anche la figura di un' altra patera del Pr. di Canino a rilievo, molto finemente cesel lata e intera : unica quanto rara. ~ i. Prometeo 3 ofl*lVQ/| laureato a barba aguzza si vede sedente, involte le ginocchia nel suo manto: a* suoi piedi nn aquila bramosa o un avoltoio che sia: a destra ha Castore <|Y1*2A3 ; alla sinistra Poiluce con la leggenda HlCg 58: appresso loro due stelle. Entrambi sollevano per le braccia Prome teo' 1liberato : nell altra mano uno e l altro dei ge melli ha per suo proprio simbolo un uovo. A pi di Poliuee sta posta per terra una clava e l'arco: sim boli maggiori d rcole liberatore del figlio di Oiapeto. TiitV intorno alla patera un fregio di ellera. Frequente . l immagine dei Dioscuri sopra le pa-

58 Qui l'iscrizione procede da sinistra a destra: la voce af fatto nuova in cambio di f u l t u c e come in altre patere. S que sta, che l'altra epigrafe di Castore sono graffite: all opposto la terza leggenda, posta nel luogo pih visibile, i in lettere a ri lievo , comt sono tutte le figure ed loro acoessorj.

79

tere, .qual significalo volgare del superiore.e'deif in feriore emisfero, o della vita e della (porte : unica questa di Prometeo. N fa specie il ritrovarla uu monumento degli Etruschi* Nell ordine dei demoni ai teneva quel prudentissimo per il pi sublime: dicevasi in oltre, che egli avesse insegnato agli uo mini la scienza della flgore h . Quindi molto bene addice il.soggetto, per dottrine etnische tanto alla credenza comune del dualismo, che all1 arte domestica fulgurale., , Portava il nome di Prometeo, secondo mitologia , anche il Cahiro ospite di Cerere, cui la dea confid il misterioso deposito mentovato di sopra pag. 3. Or 9 se mai si fece allusione alcuna tale omonimo, non disdice la compagnia dei Dioscuri tenuti essi stessi per Cabiri; e coli eguale propriet il figurato sog getto della patera avrebbe pure correlazione col cullo di Bacco. 2. Patera io bronzo concava circa un pllice, con gentile cornice dintorno per ornato a , e con suo ma nico formato < Tuna figpra muliebre vestita di tunica e sopravveste cinta mezza vita : porta calzari : il diadema che tiene in capo la palesa per uoa dea pri maria ; direhbesi una Giunone. La conveniente positura, il. bel panneggia mento. Paria dignitosa della testa) la finitezza e squisitezza del lavoro mostrano
59 Deprehendit praeterea rationem fulminum eliciendorum, et hominibus indicavit* Sea?, ad ecL . 4? T om. III. 7

8o
con evidenza, che il monnrtlenfo spetta all epoca mi gliore dell* arte di gettar di brnzo. La figura principale num. a. mostra il rovescio detti patera nella sua superficie convessa, ridotta due terzi dell originale: la figura separata- num. 3 qui disegnata al naturale (a). Questa bella patera fu trovata unitamente colla pre cedente in un piccolo sepolcro presso la Castellina nel piano di Canino: non eravi entro nessun vaso, n altra suppellettile qualunque. Per esse abbiamo manifestamente dimostrato l uso d* entrambi queste specie di patere nell esequie : 1 una serviva a versar liquidi sull ara nelle consuete libazioni} l'altra ad offerire, come dissi di sopra, o mole salde, o qual sivoglia sorte di materie aride, secondo che portava il sacrifizio.
TAV. LL

i. Una-figura militare, don capelli prolissi, stri gne l asta con la dettra ; nella sinistra tiene per simbolo uft fiore di ninfea loto, su cui posa un vo latile : significati mistici della risurrezione o rigenere zione dell anima. Scnhura sopra d una stele in pietra arenaria nostrale, che fa trovata vicino a Fiesole. Esemplare unico dell antica maniera etrusca, che
(a) Abbiam gi avvertito il Lettore che in questa edizione le figure sono di una dimensione alquanto minore.

8*

pi ti rassomigli* aN* egizia. t caratteri bislunghi, il nome dico , la desinenza di esso1 , sono altri indizj non ambigui di grande antichit. Nl cortile del papasso Bonrroti in Firenze. a. Una figura militare barbata , coperta di' armatara, con asta'nella deetra e spada Cinta. Altra scul tura anticlrisrim* di maniera pi nazionale ih tufb giallognolo. Museo pubblico di Volterra.' S. Una fgiiro parimente militare con barba cneiform e, armata di elmo con alta cresta, di criza :0 corsaletto, e di due htnghe aste. Bast rilievo a stampa replicato pi 'volte nelle grandi aitee dei vasi in terfa chiusini, dove sta per figura di un nume guerriero, di Marte stesso. < tav. xxu. xxiv. 1.
TAV. Ln.

i. Due guerrieri a cavallo forniti della consueta armatura imbracciano la panna, scodo proprio della cavallera, come nei bassi rilievi volsci tav. u i . a. 3. Scultura replicata quattro volte su le facce di un ara quadrangolare in tufo, o pietra tenera del paese di color gialliccio. V i restano, come nel disegno, ve stigi di colorito. Casuccini in Chiusi. Questa scultura con le oltre ch seguono nelle tavole appresso porgono esemplari < T nuo etile speciale di maniera toscanica. Sono senz alcun dubbio opere paeaaot pw m ciali, e lotto in loro dimostra nazionale costume. Si trovano mbsvtaiameMt nella vai di Chia-

8a ,pa , nel territorio di Chiosi, e nel prostiamo perugine; Vnolsi notare in queste, sculture antiche maggiore semplicit , e atteggiamenti assai meno rigidi e sfer zati che eoo io quelle di una.et posteriore; conte sono le sculture volterrane io alabastro. a. Frammento di simile scultura, dove per figura .principale si v^le on guerriero combattente, -* Gal leria di Fireose. Qui l ' artista pare che abbia condotto il lavoro con quella maggior perfezione ohe poteva .darle; ancora che lo stile vi mantenga quei metodi di durezza di uniformit, che pi specialmente sono propri delle opere antiche. 3. Frammento di scultura ov era figurata-uqa sacra funzione: vi si veggono donne che riverenti portano rami sacri: le seguita appresso un sacerdote: un ti bicine accompagna col suono il cantico delle supplcbevoli. 4 Altro frammento notabile per la iscrizione etni sca: o v ' un giovane prostrato oon testa velala. Casuccini.

TAV.

un.

1. Un Sileno barbato con petaso in capo tien die tro tripudiando ad una femmina, o dea, che ha pe plo e diadema in testa: nell'altra faccia due figuro sedenti sopra una sedia .portatile, coperta di pelle lanosa, stanno a parlamento insieme: ima di *as* ha

83 per distintivo lo scettro uncinato, e dietro a se on araldo io piede con la eoa verga levata in alto: indi succede un altra'figura in piede ammantata di pl lio. Frammento'di un ara, plesso Paolozzi in. Chiusi . s. Un Sileno Barbato a lunga coda: Frammento io pietra. 3. Altro frammento-, dove apparisce un Sileno ed una femmina ammantata: lo stesse soggtto'figarato di sopra num. i. 4. Frammento di un urna sepolcrale, dove si rappresentava un mortorio: i vestigi del carro funebre, degli accompagnatori e .delle accompagnatrici, del tibi cine, e delle prefiche, vi eono manifesti. Vedi tav. lvi.' 1. a.
T A V .L 1V .L V .

Quattro facce di un'ara alquanto rastremata nella sommili dove si veggono le vestigie di animali cori cati , come nella tav. lviii. a. quivi istoriata una pompa sacra, con esitazione al suono delle tibie e della cetra. Un coro di femmine ' danzatili, e come pare cantanti, tripudiano solenne mente per feste : guidano la dansa ministri del aanr toario **. - Casacci ni.
60 Questo basto rilievo era stato da me pubblicalo gi nel t8 io : qui lo ripresento ptit fedelmente disegnato. 61 Questi disegni insieme con altri molti di antichit chiosine, fitti cavare anni addietro per le sole mie cure sopra gli originali,

8* TAV.LVL Quattro &qce di u om on umento funereo quadran golare, in. cui ai vede Ja religione dpgli Etnischi nel morire. V i si figura il letto e la donna poco aozi apirata, eoa la famiglia dattorno -rattristata e dpi ente al mesto suono delle tibie : il fanciullo, che allato del tetto piange la spenta madre ,. ha tutta 1! espressione del dolore i nutn. i. Ivi appreso aluuiie . ^oaoe fumigliari con chiome prolisse si mostrano , io. atteggia * menti di vivo cordoglio, tmtn, a. I tre tqgpti con fastose augurale'vi tengono luogo di e*cre. p^r^one, num 3. Nell* ultimo quadro, il pi malconcio per 1# fratture due figwre sedessi di e*so divetep, vi gu^piono in famiglia non so quale ufficio, num. 4t r Paolozzi in Chiusi *..
erano di gi intagliati, e pronti per la pubblicazine, allora <jban6o, sulle mie orme te*$e> vntierd'a lude^i {iriml itecieoli ckt- oasi detto Mkseo Chiosino , dove /veggono replicati/i^ stessi monumenti. Altri dir se fu oqesta la stiw ea gai? dqgU Certo cbe da mal seme roietesi mal frutto. I presenti disegni tutta volta essendo sfati diligentemente don ciotti in* sulla faccia del luogo da valente artista, presso che al tno^ mento in cui si trassero di sotterra g(i originali, ci* mi d U vantaggio di poterne presentare al pubblio c^pie fedeli, ***** alterazione nessuna, senza mancanze 3 e in fot-afe tale * he pt>fi&| meglio soddisfare agl*intelligenti. 63 Vuol essere , qui confrontato il cippo sepolcrale perugino di teina uguale, Mus. Etr. tav. ao-a3, notabile per grande evidenza di affetti; e ancora lurna volterrana bench non molto amica e di artificiata mamgra, Mus* Eir* Tom. m, tav. *3. i.

85

TAV. LVII.
Come nella precedente tavola si vede, esposto il co sturpe domestico, quale si praticava nell* ultim ora elei moribondi^, cos in questa veggiamo ci che s uaava dopo la morte, q nei funerali. i. Un gran carro funebre a quattro ruote con due cavalli, guidalo dal suo auriga, trasporta il corpo Worto alla sepoltura : allato di quello sopra del carro yi stanno i congiunti addolorati e. piangenti. L anima deir estinto vola a compiere il suo futuro destino otto la forma di Un uccello: simbolo di buon augu* rio pu essere il quadrupede cbe vien presso al carro: aj confronti la tav. l i l 3. e xcvi. i. . . Segue una compagnia di Prefiche velate, eoa capelli disciolti, .la cni funzione, era di cantare di coro in coro le lamentevoli neuie a) suono, come si vede, delle iitie, , Entrambi sculture rozze sopra le facce principali di u* mpnufnento sepolcrale in forma di tempietto, phfii ha il tetto disposto 4 due acque. Poche e rare sono le opere di scultura trovate., come le presente, negli scavamenti fattisi a V a ici, dove al contrario abbon dano di tanto i vasellami dipinti. 3. 4 5 * Prospetto e pianta del monumento tesso, il cui materiale una pietra di specie vulcanica del paese, alquanto forte e di colore cinereo, chiamatavi nenfiro. Presso Feoli in Roma.

. Frammento di una statua Malta grossamente, le

86

cui braccia sembra ohe fossero distese lungo le membra del corpo alla maniera egizia. Trovato come sopra a Vulci. Feoli. . Animale mostruoso scolpito io nenfro: ano di quelli cbe insieme con sfingi stavano per figura di guardiani e custodi al sepolcro detto la Cucumella. Vedi tav. lxii. i **. 8. 9. Due frammenti di uno stesso monumento , dov era ripetuta sopra ciascuna faccia due volte la figura di Bacco tauriforme colcalo in riposo. Tutti sanno in quale e quanta venerazione si tenesse Bacco toro , emblema del sole, nei misteri, consideratovi come una forma particolare dell anima del mondo. Scultura in pietra di basso rilievo, gik trovata a Chili si. Presso del Sig. 0 . Gerhard in Roma. ' 10. Due mostri con faccia barbala e braccia amane; il restante del corpo, che si svolge in grandi sinuo sit , d pesce cetaceo con pinne dorsali e ventrali. Basso rilievo in pietra su di una lastra, che proba bilmente formava la fronte di un urna sepolcrale: fa trovato a Chiusi. O. Gerhard.
TAV. LVin.

1. Un triclinio, dove si figura un convito funereo: la persona di sesso virile, colcat all estremili, regge
63 Con lo stesso ufficio di guardiani del sepolcro si veggono convenevolmente effigiati'consimili animali mostruosi sopra unurna perugina ap. Demftto ; tav. SS. a.

*1 ia niano una v e r g e e o r i t t in altri itioflb nistiti' tf agaale soggtto. Scultura ehiusma di rilievo basso so pra di oda lastra bislunga Casuccini. a. Qojrttto faqce 'di. d'ara alquanto rastremata alla sommit , dove sono coricati animali. Tutte insieme rappresentano una solennit sanf, come nelle taV. u t. u . A meglio ignificare il r i t o tutto religioso, v ' di pl una figura che porta il ramo sacro, simbolo di lustrazione. Nel palazzo1Contestabile in Perugia. In ambedue i monumenti si riscontrano i metodi tessi della soaola antica : durezza di contorni ; cari calura soverchia nelle mosse; estremit oltre misura prolungate; poca o niuna variet di volti; occhi di (aglio obliquo; panneggiamenti uniformi con pieghe eadrggianti e regolari: tuttavia nella scultura che spi espongo lo stile V appare pi corretto cbe nel aaooumeoto provinciale di Chiusi : qualitk che suole mantenersi costante negli altri bassi rilievi perugini: massime n e l. cippo sepolcrale che ho mentovato di aopra pag. 84 n. 6a. 3. Frammento di acultura chiusioa. Non dubbioso poeto il suo significato religioso: la prima figura vi rile , cbe apriva l ordinata precessone, reca seco nella destra il supplice ramo : gli sta appresso una femmina che portava un smbolo ora cassato per la rottura : indi due ministri del santuario : uno di essi 64 Oggi questa (cultura vede incompleta, perch ne fu tolto via inettamente un pezzo per adattarla al posto, dov collocata.

98

lift jp m*Bp 1 w rg a65, c e ai il Mistagogo dava cenno doverti teuere diecpsto i profeoi:66,) oon le sinistra levala io allo- tiene ,* vista iun m o : aimboloj he si opnfa bene Ila F eb rm , o (MitgaaianideUe anime. . 4. Altro frammento idi cultura cbiusinaj, in .qui spi tanto si Veggono i .vestigi d\un cocchio a da# caYilli guidai dallaurigai Vedi per compattatone ili di segno le tav. xxx. a ., lxi. i. 5. Grande buo rilievo 1 in peperino, trtw to tempo addietro in prossimit dell antica Volsinio, ed ogg* esistente in Bolseua alessa fuori della parta. 1 II vittimarlo, p' Popa che siasi, conduce all1ara con laccio al collo un torello per vittima f nella dei atra levata in alto tiene. il coltellp aacrificatorio : q m seconda vittima'destinala ai vede iviiappresso: m deetra di .chi guarda, un uomo senile barbala, vestita alla. rustica, ed appoggiato al suo pedo, sta in aitai di aspettare penaoso Tesilo del aacrifizitt In questa rozza antica scultura, bench di eOrnposizione s seraplice, ai volle eSigiato un sacrificio a: Cerere , . onde renderla; poppisi all agricoltore offerente : gratissimo ostie alla dea .erano appunto- Cori e buoi $7. , 11 presente, monumento fu pei- a ra n ti. pubblicai dall7Adami, o pi tosto traviaato affati# nella stampa
65 Commenlacula.
F e s t. s

. r. de Anifud.

66 Cum. A lix. Protrep. p. ; Akhob. p. y5. 67 Plutabcb. de Genio&ocr, T. il p. 586.; Attuti,

. 4

annessa 1 1 Storia di Bohemi, p. 33. Io lo porgo


disegnai? di nuovo e o o , quell* ' maggiore accuratezza che si potuta ottenere, atteso i guasti del tempo y e la grande altezza in cui ai trova posta al presento

1 # pietra.
TAV. LDL

i . a . Grande urna sepolcrale, in travertino, estratta.' dagli scavamenti del fondo Marzi presso a Corneto. Sul coperchio sta disteso il morto con vestimento e simboli di sacerdote di. Bacco. Vi si vede decorato di ricco monile, di aroiille, di: fibule e d altri fregi: s o d o questi gli adornamenti coi quali si parava il defunto *ei njQrlorj, e quindi si poneva sotterra :' perci 'molto frequentemente uguali suppellettili si trovano addosso al cadavere entro i pi .nobili seftol-r cri ( v e d i lav. x l v i ) . Il morto qui efiigiato era certq tu baccante: notabilissimo i il oostvune d, essere stato seppellito eob divise sacerdotali del suo dio. A guardia difesa dell1 estinto ai. veggono scolpite entro nn ton-> detto, alle due fronti della cassa mortuaria, teste gorgonichjt. . U n altro, monumepto consimile della lunghezza di nove, palmi incirca ho veduto a Musignano presso del Sig. Pr. di Canino: in esso la giacente femiqina,, con lunga veste a grandi pieghe > che si .di? rebbe a prima giunta una scultura sepolcrale del- e? dio evo j tanto te rassomiglia. Io sono d'avviso he

9 questa specie di cassie marinerie , cotanto singolari tra i monumenti deif Etruria, non sreno d* etk troppo antica. Me lo persuade non meno la forma dell avel lo , che lo stile fella scultura. 3. Ornato di una cassa mortuaria della forma e grandezza della precedente, senza figura sul coper chio : cio testa gorgonica intrecciata di serpi , posta in mezzo di due animali, con qualche vestigio di co lorito : simboli consueti di sepolcro. 1 * Pr. di Canino in Musignano. 4 Scultura in alabastro <f una piccola urna volter rana , esistente nella Galleria di Firenze. Du figli compiono ultimo pietoso ufficio di chiu dere gli occhi al vecchio padre moribondo. Il genio buono con ali distese, come in procinto di menar anima alle genti beate, conforta entrambi: il genia malo, armato di gladio, sta in dietro inoperoso e im potente. ' 5. Urna in marmo cP alto rilievo. V i si vede figu rato un tombattimento, soggetto di volgare signifi cato, assai comune nelle sculture delle urne meno antiche : a deatra la figura nuda di troee aspetto, che tiene levato in alto con ambe le mani un grosso ma glio, il genio della morte o Tanato, rappresenta tovi secondo il concetto etrusco. Nel corpo dell* urna, al momento in cui fu tratta fuori di terra, leggevasi a neri caratteri l epigrafe, oggi estinta, die si vede iscritta nel disegno : al di sopra sta collocato il suo vero coperchio , bench molto danneggiato, con fi gura Tirile oleata.

S M 6L 7. Facce laterali della medesima orna., ove sodo effigiati aotto figura virile e femminile i due consueti genj buono e m alo, entrambi custodi delle porte in fernali, per cui dehbono transitare le ai^ime nelle di more tenebrose. Casuccini.
TAV. I X

Urna sepolcrale in marmo di straordinaria grandezsa. Vi rappresentata la scena consueta del con gedo di due coniugati della famiglia Apponia, /HfV nobile casato di Chiusi, attorniati con i loro pi prossimi parenti. Il genio buono alato tira a se dol cemente la donna al momento, in cui ella d l eatremo addio al marito : dall* altro lato il genio malo, posto a guardia della porta infernale, ha nella destra le forbici, colle quali recide il capello fatale 68 : non so dire qual significato possa avere l altra figura sim bolica ivi presso, n quale arnese ella tenga sotto braccio. Molto ragguardevole il coperchio per la qualit e copia degli adornamenti, che fregiano il collo e il petto delia defunta: simili affatto ai veri gioielli e alle leggiadre suppellettili in oro finemente lavorate che si trovano alle volle nei sepolcri etru schi , per rara ventura non frugati. Casuccini. Qualora si paragoni questo bel monumento colle terre nere di Chiosi, dov pi volte figurato lo
68 Vioa. nr. 698-99.; S tai. 1 1 <Syty. 1. 147.

9* fetesso aaggetto (lar. xxt. 9. t o ) , ben ai vede qual corso avesse fatto arte provinciale nello Spazio df pi secoli. S quest* urna, come la precedente del pari chiusine, ma di stile romano, piuttosto che etrusco, spettano ad un et , in cui gi .erano presso che tutte cancellate nell Etruria, fattasi latina, le costumanze, e le fogge auliche. Solo per tradizione ai conserva vano 9 come ho mostrato anche di aopra, certe ere denze popolari, concernenti massi reamente ai fati del anima. Pure i simboli di queste credenze {stesse sotto la mano degli artefici vi pigliavano tuli*altre form e, che non le antiche , le quali troppo male avrebbero corrisposto al genio del secolo. Qui reg giamo in fatti simboleggiati, come anticamente, i due contrari gen j, non pi sotto mostruose sembian z e , ma umane: il * femminile, rappresa nlato vi coll accesa teda, ha il costume grecizzante delle dee vendicatrici; ci che induce pur sempre certi enti quarj sistematici a tener falsamente queste figure, s Costanti nei 'monumenti funerei degli etruschi, per altrettante Erinni. Ugualmente tolto dal mito grec delle Parche la forbice destinata a troncare 16 stame o il capello della vita: laddove di pura antica dottrina etrusca sono tuttavia quelle porte delle ani m e, per le quali in passando elle doveano giungere dopo purgazione af riposo della beatitudine. Vedi ap presso. tav.^txv. Altri esempi di queste trasformazioni ne1 miti anti chi, e quindi nell a r t e , traggo dalle scolture volter rane tav. chi. e sqq.

TAV. LXI. Sono* ormai noti a tutti i bassi rilievi volici irt terra cotta dipinti a vari colori, gi trovati nel 1734 presso Velletri; e'pubblicati dal Becchetti. Tutta volta, per farne qui paragone, presento in questa tavola ut aggio di quello stile s naturale e s semplice, tratto dagli drigiaali atessi oggid esistenti nel ' Museo Bor bonico di Npoli. Vedesi num.. 1 una corsa di brghe altre corse di giovani armati a cavallo sono rappre sentate num. a. 3 , del pari allusive ai ludi festivi. Una testa feminea al naturale con singolare accon ciatura di cpelli num. 6 , aneh ella dipinta a co lori', e di aguale fattura volsca. Al contrario la pic cola testina votiva in terra cotta, num. 4* , fu ri trovata nell interno della Sabina.
T A Y. LXI1 .

i. Vedota del monumento sepolcrale detto la Cucatnella , posto nel piano di Canino, come appa riva uel Giugno i 83o. La torre quadrata tutta di odo ha di presente-cirea quarautacinque palmi ro69 CucumeHa e Cucnunelletta (cacumen), chiamano volgar mente i paesani qualunque prominenza di terra, p monticello, cbe cinnalzi alquanto sul piano delle loro maremme: queste

masse coniche di terra, il piti delle volte ammontata sopra dun sepolcro sotterra, erano tanti tumuli di memoria : rito consacrato
fino dai tempi pi rinatiti.

J#
inani d altezza, ma di costruzione irregolare, bench morata a secco: la torre laterale rotonda di , forma contea, vuota al dentro , fabbricata con massi pi regolari e pi grandi, e di costruzione migliore; credibile molto che un altra torre consimile esista coperta, nel lato opposto del montichilo, non per an cora scalzato attorno. Il sepolcro spttoposto di buon: fabbricato eon grandi pietre paralel(epipedi e. con ingresso fatto a sesto acuto: il suo basamento, e il basao scaglione appresso, sono cavati nella rupe. Tutt intorno alla base, di questo singolare difizio si veggono qua e l avanzi d un muro di grandi massi, che probabilmente ricingeva totto il fabbricato. Vedi Yom. i. p. i 4$ . Pianta del sepolcro inferiore suddetto. 3. Frammento listato m pietra, detta nenfro, grosse un palmo, ritrovato con altri pezzi uguali sul posto. 4 Piccolo frammento d'un fregio fatto a stampa di sottilissime foglie di oro aderenti a un forte stucco nericcio, trovate in molta quantit nelf interno stesso del monumento: le quali, come par certo, vi adorna vano le pareti d nna cella sepolcrale: le foglie, d ellera e di mortella sono indizj manifesti, che .v era usato rito bacchico. 5. Prospetto di tre grotte o sepolcri etruschi inca vali nella rupe , non molto lngi da Canino. . Pianta dei soddetti sepolcri. 7. Monumento etrusco circolare costruito di grossi pezzi di travertino senza cemento, nel ljM Pgo detto

95

fonterozzi, distante un miglio e mezzo in circa da Corneto, dov era la principale necropoli di Tarqui nia : la parte superiore dell' edilizio vi manca del tulio. 8. Altro monumento consimile edificato come sopra, nel luogo stesso. g. Pianta della cella interna sepolcrale del medesimo edilizio. 10. Prospetto di un monumento etrusco con porta ingresso, i cui stipiti reggono l'architrave sporgente in fuori alla maniera egizia : di pi due pilastri late r a li; il tutto intagliato nella rupe. Esiste fra Monte romano e Corneto. 11. ia . Pianta e spaccato del medesimo sepolcro. i 3. Prospetto di un altro monumento , nel luogo istesso.
TAV. LX 1II.

i. a. Pianta e veduta interna di una grotta sepol crale etrusca situata all oriente di S. Maria dell Oli v o , nn miglio circa distante da Toscanella, antica mente Tuscania: chiamata dai paesani Grotta della

regina. A. Ingresso della grotta esposto all oriente. a. Pilastro, la cui cimasa formata di una gola, rovescia assai rozza, come nel dettaglio. c. Colonna di diametro palmi a once 4 romani: alta, compreso l abaco, palmi 8 once 7. d . Colonna di diametro pai. a. once 6 : alta, com preso abaco, pai. 3 e 1/2.
T oh. III. 8

96

Queste colonne poggiano in terra sene* alcuna base': sono di peperino, piuttosto rozze, con gti abaclii di altezze disuguali : cio la colonna pi bassa ba labaco pi allo ; e viceversa la pi alta ha l1 abaco minore. e. Cunicolo attualmente interrato, per ove si passa strisciando il ventre : l acqua che vi penetra e il fango hanno impedito di visitare oltre il punto r. G. Luogo interrato, il quale era forse una camera sepolcrale. h. Punto nel quale stata disegnata la veduta in terna. Il basso della grotta incavato in una pietra te nera detta tufo : lo strato superiore, cbe forma la volta , all* opposto di pietra calcarea, volgarmentechiamata scoglio a libretto. 3. 4 Alzato e pianta di un sepolcro a due celle con vestibolo. 5. Pianta di un sepolcro di forma pi semplice con suo vestibolo : di prospetto alla porta d ingresso nella seconda cella si alza uno zoccolo. 6. Pianta di un sepolcro maggiore atto a contenere dieci corpi: tutt intorno vi sono sedili, su i quali, come in tanti cataletti, collocavansi i corpi morti : la testa riposava sopra piccoli rialti, a guisa di origlieri, dove sono incavate a tal uopo acconce cavit di forma ovale. . 8. Alzato e pianta di un altro sepolcro mollo singolare. Nel luogo dell ingresso a aveva forma cir colare: indi per linee rette pigliava -figura quadran-

polare r seguono due faccie circolari, nel cui mezzo si trova una specie di pilastro b , che le divide io due regolari sparlimenti, i quali si presentano appunto a rincontro dellJantico ingresso. Da imo a sommo ricor rono per tulli i Iati Unti ordini orizzontali di piccole cavit quadrate e aguzzate alla cima, fattevi a scarpello, Puna sopra dell1altra. Presso Toscanella, dalla parie di levante e mezzo giorno, una valle cinta di alte rupi, per cui scorre il fiume Marta. In queste rupi stesse si veggono in* cavate grandissimo numero di grotte, quasi che tutte d una medesima forma. Variano soltanto Puna dal l altra nella grandezza; n pu esservi dubbio alcuno, che desse non facessero insieme uqa sola necropoli. Molti sepolcri sono umili d* una sla cameretta , con basso zoccolo attorno: altri si compongono di due, tre e quattro camere, bench senza ornamento interno. I untn. 3. 4 6 mostrano la forma pi consueta di cos falli sepolcri della necropoli di Tuscania, molto simili a quelli che si trovano da per tutto nel terri* torio adiacente. La natura della rupe, eh1 un sasso tenero e poroso, chiamato tufo , facilitava non poco questi scavamenti. Il monumento num; 7. 6 unico, ai per la sua formai come per la bizzarria dell ador namento interno: il disegno lo rappresenta tal quale esisteva nel 1808 quando io lo visitava. Non tengo questi sepolcri per molto antichi: forse Tuscania ella stessa, me lo perdonino i paesani, non potrebbe pre tendere alla primitiva antichit dell Etruria.

9
TV. LXTV.

Sepolcri di Tarquinia. la prima grotta num. i scavata come tutte l*af~ tre nel tufo, lunga e larga in quadro 72 palmi romani per ogni lato, e alta palmi nove: il num. 2 ne m o stra la pianta. Il soffitto piano, diviso in tanti casaettoni quadrilateri, con lunghe liste e pitture di or nato: ed sostenuto da quattro piloni quadrati eoa impostatura, lasciati nel sasso medesimo per fortezza, ciascuno de9 quali ha nove palmi per ogni lato. Sopra una grossa intonacatura di stucco bene spia nata, ricorre al sommo delle pareti una linea di dentelli dipinti in prospettiva, che ne fingono la cornice. Sotto a questa si vede una fascia, in cui sono dipinti genj alati preposti al passaggio e alla purgazione delle anime dopo morte. A pi delle pareti s alza uno zoccolo che rigira tuli in torno, sopra cui si ponevano le casse sepolcrali, simili a quella che si vede figurata nella favola in rame. Sopra uno dei muri sono scritte a neri ca ratteri molte epigrafi mortuali della famiglia tarqui niese, Velcia, 4/1 0 ^3 8 } oggid per la mas sima parte perite. L altro sepolcro num. 3 di forma quadrata, non solo incavato, ma tutto scolpito a rilievo nel sasso. In questo il soffitto tagliato in volta piramidale, con apertura al centro quadrata che va diminuendo a forma di cono. Sotto il soffitto ricorre all intorno un fregio,

99 dor sono scolpite fiere azzuffatesi in tra loro, e altre figure simboliche num. 4 > della natura di quelle gi esposte in altri monumenti funerei. Le. pareti sono ugualmente istoriate con figure a ri lievo di grandezza naturale, ma non pu ravvisarsene in verun modo il soggetto, per essere oggid quelle sculture oltremodo danneggiate e guaste.
TAV. XLV.

Vedesi in questa tavola, da me per l innanzi pub blicata, ci che di pi conservato appariva Tanno 1808 nel fregio dipinto del soprammentovato ipogeo num. t. Ritornato sulla faccia del luogo nel i 83o ho ritrovato quelle pitture stesse quasi cbe affatto cadute e smar rite a cagione della umidit : quel eh* peggio anche involate a pezzi da vagheggiatori oltramontani, che por si dicono iQtelligenti. Data opera non di meno a rivedere e ritoccare il primo disegno dinanzi agli ori ginali, lo produco nuovamente non solo pi accurato, ma colorito altres come vidi dapprima il dipinto: tutto i vero, salvo un po troppo di studiato nei con torni delle figure. In tutto questo fregio si vede chiaramente espressa per via di simboli la dottrina etrusca circa Io stato delle anime separate dai corpi. I G en j, custodi del uomo in vita, e conduttori delle anime dopo morte, v i sono rappresentati alati, ed hanno tutti una parti colare foggia di calzari alti sino a mezza gamba con

pendagli, simili a quelli che si veggono ritratti nelle sculture delle urne (tav. evi. civ. cv.): n senza ra gione poich il colurno, nell* antichit classica figurata, per Io pi usalo in un senso correlativo alle diviuil infernali, alle tenebre, al sonno e alla morte I buonj Genj, che aveano per ufficio condurre a g li' Elisi le auime pure, hanno veste succinta, e tengono un sottile bastone nella destra : simbolo del loro mi nislerio sotterra : quella stessa verga con cui Plutone, in Pindaro, pigne oltre 1 ombre nelle dimore Stigie 7. Al contrario i Genj cattivi vi sono effigiali tutti neri, armati di grossi martelli micidiali, coi quali spingono e percuotono le anime impure, che debbono conse gnare nel Tartaro alle Furie. Uno di essi siede guardiauo di una delle porte purgatorie, per le quali do vevano passare ombre nel corso della loro purifica zioni: secondo un antico erano otto porte: ultima di esse ingresso alla vita beata 7*. Le ombre quivi figurate veslite di bianco, cio congiunte a un corpo lucido, esili e magre, come le chiama Ovidio, recano seco stesse la somiglianza dei loro corpi, e vi sono tutte assoggettate alla medesima legge, senza distin zione alcuna di grado : perci l immagine del grande personaggio, che siede sopra un cocchio tirato pel li>/o P in d a r. Ol. x . a . v . 8 . sq q . 71 Cels. ap. Or igei*, vi. p. 2 9 0 . Diverse altre porte si distin guono ancora chiaramente nel dipinto: cosi, per conformit no tabile di dottrine, si veggono nei papiri egizj porte purgatorie, ivi guardate dagli SchacaL

mone dai due genj contrari, non ha miglior sorte de* gli altri fantasmi che vanno a piede, e portano seco certi attrezzi di basso mestiere, per segnale della loro volgare condicione in vita. Tutta la scena nel suo intero, composta di oltre cento figure, rappresentava cos seguitamente i fati dell anima nellAmenti.
TAV. LXVI.

Combattimenti funerali dipinti in un fregio, che ricorre nella parte superiore dei piloni dell anzidetto sepolcro, di stile pi corretto delle altre pitture: in alcuui luoghi i contorni delle figure vi sono graditi sopra un campo nero : tal il saggio, dato in mostra nella tavola presente, colorilo siccome vedevasi nel 1808.
TAV. LXVII.

Sepolcri di Tarquinia aperti nel 1827 nella collina adiacente chiamata di Monterozzi, a causa delle som mit, o tumuli di terra ammassata, che vi si veggono in molto numero. Quivi era la principale necropoli di Tarquinia, distante circa un miglio dalla citt, si tuata sulla cima del colle pi eminente. Questa necro poli s estende pel tratto di due miglia almeno, e com prende parecchie centinaia di sepolcri, che vi si tro vano quasi tutti aperti per l innanzi, frugati e vuotati : sicch rarissimo rinvenirvi vasi dipinti, o altri ar

103 redi di vaiata, come nei sepolcri di Vulci. Buon com penso danno bens le pitture di alcuni di questi , ipo gei : un saggio delle pi notabili, colorite secondo gli originali, porgo in questa tavola e nella seguente. i. Facciata principale dirimpetto alla porta del se polcro, la cui pianta delineata num. 4 * H num. a d in dimensione maggiore una parte del fregio at torno. V i si vede un uomo barbato, cinto di pallio sul nudo, in atto di porgere alla dea regina dei morti una coppa a due anse che conteneva il liquido preparalo a libazione : un giovanetto tibicine accompagoa col suono di doppia tibia il rito della sacra offerta. La dea., nobilmente vestita e calzata alla ma niera antica, fa gesto propizio d accoglimento. Le te nie, emblema dei misteri, appese intorno sotto la cor nice, indicano fatto sacro: ed i cavalieri ben mon tati , cbe si ripetono pi volte, apparecchio di giuo chi festivi. Nel doppio frontone tra il fregio e la volta, luno dov l ingresso, l altro di fronte all*ingresso num. i. 3, vi sono figurati mostri e fiere di pi nature uni tamente con pesci mostruosi : rappresentanze di senso simbolico sepolcrale gi dichiarato di sopra, p. 34 39. Num. 5. Faccia di fronte all ingresso di un altro sepolcro, la cui pianta si vede num. 8.
71 Cio di forma affatto simile a quelle tazze, che si trovano in tanto numero nei sepolcri medesimi. Vedi tav. c. a.

3 Le figure vi sono ritratte la met io circa del natarale. Due scene differenti danno tema a tutto il di pinto: cio un tripudio bacchico, ed un apparato di ludi festivi. Una porta rastremata dipinta, posta in mezzo, divide in due parti eguali la faccia qui dise gnata. A destra di chi guarda, due figure di sesso di verso danzano tripdiando, accompagnate col suono di un tibicine : la donna, presso cui sta bramosa una cagna levriera, tiene in mno un nappo da bere : se guono nella parete laterale, del pari tramezzata da una porta finta, altre sette figure in piede, e in variate at titudini , con vasi e tazze e vitte e palme in roano : tra esse fa mostra principale un uomo barbato con doppia benda in capo, palliato sul nudo : rappresen tanza non dubbia di un festeggiamento baccanale. Nel lato opposto del sepolcro a sinistra, distinto eoo uguale simmetria di parti, si rappresentano giuocbi consacrati a Bacco stesso. Il disegno num. 5 mo stra due cavalieri gi disposti alla corsa : vengono dpo altre due figure equestri: indi due gruppi di lottatori al suono di un tibicine palliato. finalmente nei due sodi a lato dell iugresso si veggono quattro figure nude, che hanno simboli bacchici parimente. Or questi giuo chi equestri e ginnastici sono appunto i medesimi che Bacco aveva egli stesso instituiti, secondo la favola, in facendo celebrare i funerali .del Suo diletto Ofelte. Corsa di carri, corsa a piedi, pugilato col cesto, lotta, disco e tiro 7*. D orgine dunque funerea, e sacri par73 Non. Dionys. xxxvu. v. io4-75o.

< > 4 ticolarmente al dio delle anime, si coanpreode bene perch s fatti ludi sogliono essere la consueta deco razione non pure dei sepolcri, ma dei rasi stessi di pinti, che si ponevano nelle tombe allato ai corpi morti. Nei due frontoni tra il cornicione e la volta num. 5. 6 sono dipinte coricate eerte figure itifalliche, paniere, leoni, cerbiatti, e altri quadrupedi e volatili, lutti al lusivi al tema principale. Quindi non sembrami niente dubbioso, che in tutto questo dipinto siasi voluto rap presentare l'apparato di una preeipua solennit in onore di Bacco, qualificato dio supremo dei morii. Questa tomba la meno disegnata a paragone delle altre due tarquiniesi, che qui espongo insieme j ma le ?ince d assai per la singolarit delle iscrizioni etruche sovrapposte a ciascuna figura, come si vede nel disegno, bench ivi trascritte in caratteri troppo mi nuti per necessit di proporzione. La vara forma delle lettere di cotali leggende si ha nel facsim ile iscritto a pi della tavola. Per mio avviso elle sono per la massima parte prenomi e cognomi.soltanto degli in dividui della famiglia 74 , cui atteneva il defunto quivi sepolto, e che il sovvennero dei dovuti suffragj: potrebbe essere il nome stesso della cagna diletta che si volle pitturata nel sepolcro. U ingresso di questa tomba era chiuso da una gran pietra num. 7, sopra la quale in tanti quadretti sono
74 U gentilizio meno dubbio QYO'JiH , Fclthur: Volturia.

5 scolpili alquanto rozzamente animali feroci di varia natura, cavalli marini, sfingi, geo] alati, ed altre dif ferenti figure simboliche ; le stesse che il lettore ha veduto replicate s sovente nei monumenti funerei, o che ottimamente si confacevano quivi alla porta del, sepolcro, come tanti emblemi di quei tremendi spirili infernali, a quali era affidata, a spavento dei malvagi viola tori, la buona guardia. TAV. LXVIII. Sepolcro tarquiniese, la cui pianta si vede num. 7. Facciata a fronte dell ingresso num. 15 parete laterale num. a. Ricorre intorno sotto la volta un fregio dipinto, alto 18 pollici incirca, in cui sono ritratte forse a cento figure. V i si rappresenta uno spettacolo con la corsa delle bighe, il pugilato, la lotta ed altri esercizi atletici, in presenza di spettatori dell uno e dellaltro sesso, parte sedenti sopra dun tavolato, parte colcati di sotto a quello. N vi manca il direttore o regolatore dei giuochi, cinto del pallio, e con bacillo ginnastico in. mano, solita insegna, degli agonoteti. Nelle pareti la terali sotlo il fregio, lo spazio occupato con figure d ambo i sessi danzanti al suono dei flauti: danze precipuamente comandale dal culto bacchico: di fac cia si vede rappresentata la cena funebre, dove i commensali, coricati sopra triclinj, tengono corona in capo e veste cenatoria N vi sono tampoco tralasciati

i famigli serventi al convito, e il consueto tibicine 7 5. Da un lato si veggono apparecchiate sopra un desco le anfore convivali. Le oche sotto i letti triclinarj danno quivi a intendere simbolicamente che il convito consacrato a Bacco, il gran dio delle anime. Nel frontone superiore fanno ornato altri due commen sali , e due serventi alla cena A I dettagli num. 3. 4 mostrano in maggior propor zione alcuna delle figure del fregio. Il lato interno, ov* l ingresso del sepolcro, si vede disegnato in pic colo num. 6. Tutta la volta disposta, ornata, e co lorita quale si mostra num. 5. Questa la tomba pi bella, e la pi ornata : di maniera piuttosto semplice, bench vi si trovino mo tivi, atteggiamenti, e forme, che sentono di opere mi gliori. S fatte pitture tarquiniesi non possono certo pretendere n a molta antichit, n a bellezza di forme, n a nobilt di stile: si facevano da artefici provin ciali ; vi si cercava un certo effetto d'armouia nel colorito, anzich propriet e verit : per ci si veg gono i cavalli promiscuamente o di color turchino, o rosso; le unghie loro sono verdi; le criniere d altro colore. Uguali bizzarrie mostrano le figure umane, per solo fine di accordare e armonizzare le tinte a talento del colorista 77 .
75 Vedasi per confronto la scultura volterrana tav. cri. 76 II vaso che si vede abbozzato di sotto le figure ritratte un pentimento del pittore. 77 I pittori adoperavano corpi coloranti del paese, dove ab

fa tj I disegni che qui espongo sono stati diligentemente condotti nel i 83o dal signore Labroust e suoi com pagni, abili alunni dellAccademia di Francia in Roma, alla cui gentilezza io ne sono debitore. Gli stessi tre ipogei furono per avanti disegnati in pi acconcia proporzione dal sig. Barone di Stackelberg, per le cui diligenze ne aspetta il pubblico la promessa pubblica zione: e, per cosa certa, avendone io stesso veduto i disegni colorati, ella sar degna di quel valente ar cheologo, non meno che del suo intelligente coopera tore sig. Gav. Kestner. Per la cortesia di questo ono revole signore posso intanto dare un saggio dello stile il pi corretto preso dal fregio di quelle pitture nel sepolcro tav. lxviii, ed esattamente conforme al suo originale: rappresenta un cavalcatore a piede, che tiene colle lente redini il suo cavallo. V . tav. lxxiii. 3. A
bondano ocre, ossidi, e altri composti metallici, che danno grande variet di colori minerali osservabili in questi dipinti. Massimamente ne fornisce il Monte Amiate e la Montagnola Senese: sono valutabili soprattutto il cinabro nativo di Seivena; la Sinopia o siliciato di ferro del Gastei del piano ; la terra gialla finissima e qnella d'ombra dello atesso paese} il bianco di creta di Pian Castagnaio; il nero di graffite ec. 78 Veggo poco ansi pubblicate per le cure dell* Instituto Archeologico tav. x x x i i . x x x m . le pitture di altre due tombe tarquiniesi pi recentemente aperte. La rappresentanza loro in tutto analoga e corrispondente alla tav. txvm. di sopra sposta. S nell*una, come nell* altra, vi sono figurati uguali Cridinj con la cena funebre t i commensali uomini e donne

io# TAV. L i f t . Sepolcro di Chiusi scoperto nel 1826. Questo ipogeo incavato, come tutti gli altri se polcri chiusini, nel tufo: diviso in tre stanze distinte,
parimente incoronati; sonatori di tibia e di cetra; serventi alla cenat e* per pi dimostrazione vera del costume, un mobile ani quale stanno apparecchiati in bell'ordine t vasi da vino , le coppe, e altre stoviglie ad uso del convito. Qui pnre sono replicate, come nella mentovata tav. t t v u i, consimili figure ammantate d* ambo i sessi, che saltano e ballano tripudiando a modo dt baccanti: v*appariscono al pari tigri, pantere, e altri animali bacchici : di pi la volta del sepolcro xxxii forma come nn solo pergolato intrecciato d'edere e di corimbi. Tutto ci evidentemente conferma significare queste pitture sepol crali un apparato di festivit e di'convito sacro a Bacco: al legrezze manifestanti agli iniziati la beatitudine delle anime belle nella vita eterna. Anche Io stile del dipinto si rassomi glia all antidetta tav. lxviii; se non che assai maggiore P o m a to , ed i vestimenti v'appaiono molto pi guerniti di meandri e di fregi d ogni maniera. La mossa delle figure sempre artificiata e forzata ; i volti caricati ; estremit so verchiamente allungate : non poco si rassomigliano in questo alle sculture chiusine sav. nv. lv . lviii. a, 11 che non era in capacit di artista, s bene nn fare imitativo di maniera an tica , mantenutosi gran tempo nella scuola paesana. Non oc corre il dire che di pennello etrusco, e non greco, io tengo onninamente st fatte pitture tarquiniesi e chiusine. Nel fregio inferiore del sepolcro xxxm si vede inoltre figu rata la caccia di uno smisurato cinghiale inseguito da parec chi cacciatori : tema che pu aversi per allegorico , siccome ne* bronci perugini tav. xxvm. i. Vedi p a8. 39.

100
come mostra la pianta tav. l u i . i . Un vestibolo di pinto, qui rappreeentato in prospettiva, db ingresso per due porte rastremate a doe camere sepolcrali eoo banchine intorno, sopra le quali si trovarono- poste con ordine te urne cinerarie. Una porta finta pitturata sta di fronte a quella ehe introduce nella camera la terale. Un fregio all intorno con liste rosse e nere, e nel mezzo di ciascuna parete una maschera grande gorgonica con lingua distesa ( tav. cu. 4 )> fanno l orna mento di una di queste camere mortuali. 1 opposto il vestibolo, s bene ornato di pitture allegoriche, era la sala del funebre convito, dove i parenti e gli amici solevano celebrare i dovuti ufficj, e l anniversario anche della morte dei loro pi cari congiunti. TAV. LXX Fregio dipinto intorno l anzidetto vestibolo, le cui figure maggiori hanno di altezza quattordici pollici in circa. Nella prima scena si vede una corsa figurata di tre bighe, una delle quali spezzata e riversata nella corsa, gittato capo volto l auriga: il vincitore oltrepassa la meta. Seguono i giuochi minori, o pedestri, inco minciando da due pugilatori in azione eccitati alla pu gna, secondo costume , col suono delle tibie : viene dopo la corsa figurata per quattro giovani, appresso de quali si vede il ginnaste o pedrotiba, cinto di pai

no

lio 9 con doppio bacillo in mano. L azione che degne il salt del cavalletto formato di due bastonj posti in bilico. Indi succede il giuoco, detto delle ascolie, in cui il giuocante doveva saltar ritto sopra di un' otre gonfiata, che avea levigata e sdrucciolante superficie: il saltatore vi si mostra caduto a terra. Vengono di poi nel cospetto di altri due instruttori, l uno de*quali distinto pel suo bacillo nodoso, gli esercizi del salto con gli alterj; il lanciar del disco e la lotta: ivi presso, sopra d una colonnetta, posa una tazza, entro cui ponevasi l olio col quale i lottatori s ungevano le membra. Finalmente, in preseoza di un altro so natore di tibie, si vede il giuoco armigero della picca, cbe facevasi votare lontano. Se in questo luogo non mancasse parte della parete e del dipinto si avrebbe una continuazione di altri giuochi usitati: tutti a un modo esercizi di destrezza, di forza e di valore. Nelle due lunette al di sopra delle porte si vede compendiosamente figurata la cena funebre : due com mensali vi tengono in mano, a quel cbe pare, il rhyton y o solito corno potorio: ben distinto vi il so natore di lira; in un angolo sono visibili due mense, una apparecchiata con vasi da vino, e presso a quelle il servente alla cena. Il guasto del dipinto non per mette di riconoscervi altri dettagli certi. Le pitture di questo sepolcro, molto meno valevoli per disegno delle tarquiniesi, in luogo di essere di stese sopra un piano di stucco, sono semplicemente dipinte a fondo secco sopra il tufo naturale: quindi

Iti
ora mai ai trovano presso che annullate ani posto. Il disegno che porgo, fallo al momento della scoperta , ne mostra una copia fedele 79 .
TAV. LXXI.

i. Pianta dell anzidetto sepolcro chiusino. i 3. Pianta e alzalo di un altro sepolcro* presso. Chiusi scopertovi nel 1810, fabbricato di pietre tra ertine tagliate io figore regolari , commesse insieme senza semento. All* intorno ricorre uno - zoccolo con tinualo, largo un braccio e alto la m et, su etti sono posale otto urne cinerarie di travertino istoriate, con epigrafi etnische mortuali. La porta era chluK Ja due imposte, parimente di travertino, che giravano sopra cardini lasciati nelle imposte medesime , e che ioca- 1 atra vano nella soglia e nell'architrave. 4. Nuraghe A'Isili; luogo aentrale dell* isola di Sar degna. Veduta, pianta e spaccato del monumento. Questo Nuraghe d/*///, costrutto in pietre calcaree di medioete grandezza, semplice e eoo fiancheggiato da altre torri, sieo 'cni laterali, come si veggono*iiW quello di' Bofg/iid, e- parecchi ahri sparsi qUa f per l isola. Per entrare nel Nuraghe dall'unia -a'
79 Un altro sepolcro dipinto, non molto dissimile al presente, fi aperto nel 1734 presso di Chiusi. Mus. Etr. Tom. in. tav. 6 . Malgrado le deformit della copia 'appariscono nondimeno fi gunti uguali giocfii alici io: singolarmente S I pugilato al suono ddlf tibie , e la ktUr in presnza Ai-. rikpMtWi^gfonosta.

T om. III.

ut apertura o pori, che trovasi inverso mezzogiorno, fa d* uopo coricarsi a terra e strascinarsi cos tatto il lungo della pietra d'architrave: passai* questa l'uomo pu reggersi in piedi. L entrala, fatta in guisa di cono, va allargandosi, ed di grandezza e altezza sufficiente per potere senza ostacolo penetrare nella camera interna. Questa camera ha figura di cono , e .termina presso a poco come un uovo preso nella parte pi acuta. I sassi che formano questa camera vi sono di sposti |ier linee orizzontali, e le pietre diminuiscono d volume a misura che vanno verso la cima. N os vedasi in questo camerone nessuna di quelle cellette; che si osservano negli altri Nuraghi, ma v ' Contro ls parete, ed all altezza di pi d* un' umo* un per tugio, ne) quale si penetra da principio colla massima: diiBcolik: cangiasi poi questa.apertura in und scalai aspirale di grandezza ed elevazione bastante da permet ter* all'Domo, di salire facilmente sino alla .cima at tuale del monumento, dove veggoasi vestigi di uni camera superiore, oggi distrutta quasi totalmente. , 1 1 disegno di questo Nuraghe d'Itili, alata! preso dal. vero nel i 83o dal sig. Cav. Alberto della Marmora ^ io lo debbo al favore Ielle atesso, mio pregiato amioQj Vtii Tom. li. p. 43.
T A V . LX X 1 I.

3. 3 Facciata e fianco di uu urna cineraria iq terra colla difwols a colori, ebp ha la, formi di. u tm ->

3 piatto. Quivi ti distingue bene la parte sa|ieriore d legno, aecondoch dice Vilruvio, e come posano 'a-> sineilo, i puntoni, e le m i , in modo cbe lo scolo del tetto penda a Ine acque. Vedi Tom. u. p. a$4 l. Urna cineraria parimente in terra cotta dipinta a vari coleri , ma di forma pi ideale e capricciosa. Furono entrambi trovate negli scavi aperti presso la Cecina nel volterrano; oggid esistno nella Galleria di Firena. TAV. LXXtff. 1. Vaso in terra cotta dipinto a forma di balsama rio: figura nere in campo di colore cbe nel giallo rosaeggia : vestimenti > ornati parte porporini, parte giallo acori. Il colorito s di questo, come degli altri vasi appresso, indicato a suoi lughi nel dise gno, -conforme agli originali, per met2o di piceoK numeri, corria] ondanti alla1 nostra posta in pi di ciascuna tavola. D tal modo non solo si dimostrano al vero i diversi colori dei vasi, ma possono i dise gni alesai colorirsi al naturale da chi na abbia talento. In questo singolarissimo vaso, gi del museo Vivenato, ed ora nel museo Borbonico di Napoli, si vede figurato il medesimo soggetto simbolico, esposto pi volte nelle antiche figuline a stampa di Chiusi (tav. xvii. 5)j e pi variamente in altri montHnenli etruschi. Qui apparisce il Genia buono chiomato, mi trato ; e alato, vestito d una lunga tunica : rimuovi

Ii4
da s , strigqe violentemente con ambe le mani per il collo due cigni quasi comprer, emblemi delle spirito malp. Le ali del benefico ente, che ai disten dono |>er tutta la circonferenza del vaso, possono di pi significare sotto simbolo, eh1 egli abbraccia di sua propria esseuza ogni parte del sistema creato. * Tulli i vuoti nel campo del vaso hanno fiori ed altri' ornali, che vi prendono-variatissime e ideali fi gure. QueMa foggia di adornamento cosa .tutta pro pria di tale specie di vasi antichissimi, che i mercanti sogliono chiamare comunemente 'egizj, da poi che la stessa impropria denominazione fu data loro quando vennero la prima volta iti luoe. a. Vaso balsamario dipinto come di sopra. Abbiamo per avveutura in questo vaso la pi an tica immagine di Bacco, quale si concepiva innanzi die la poesia e l arie no abbellissero le sembianze e le forme. V rapprasentyto senopogone, o sia a barba cuneiforme, e chiomato j cinto il capo d.uno strofi: tiene in maoo il corn potorio, forma primitiva del nappo sacro : pu muoversi fatica tanto panciuto e grosso; figura rozzamente tondeggiala del corpo, e pressoch orbiculata, quale soleva darsi da (rima, per qoricello simbolico, alle immagini elesse di Paleci e Cabiri, Iu qesto dipinto, Bacco, Cabirico egli stesso, se ne sia in messo a due oche riite in piedi uocellq onninamente .sabro^ ed emblema del nume. Tulio il ritoiiuente di <pairo: ornamento. . Pfvnao ' Feoli ia Kootauii

TAV. LXXIV.

7. Vaao gratulo a in e aow, figure nere e rosse in campo gialle. QiiaUra i n e distinte oocpaao la superficie intera del vaao: n e l la u h m inferiore sono figurale di verno qualrth di 6t#r : nelle Superiori sfingi alifete tramez zate da Vicariti a y q H o amano, emblemi dell anima, quali ybggnsi. di frequente pitturati sopra le mummie egisie. Parfeccbi capponi mostrano ancor quivi manifesutmeuteuntero aKuaivo al culto e ai misteri di Baoco. Pcesao Caudatari in Roma. 8. Vaso a un solo manico, figure nere, con rosso c biano, in campo di color giallognolo. Gli stessi animali, l ' o ca, P emblema deH afaima , cooif nel vaso attxidetto: Gandelori. 5 . Bilsaajario, io cui dipinto un animale mo* struoso alato eoa testa d irco : simbolo non pi ve duto in quatta specie di antichi vasi emblematici. * Candelora 6 A ltra balsemario d uguale antica maniera, in cm saoo -ritratte due fiere, una di contro ali* altra. F m trovato in, 00 sepolcro chiusino, dove non di rado si rinvengono vaselli con emblemi della stessa naturai Paolozzi in Ghiusi. 1. 2. 3. 4 Pitture di quattro vasotti d uguale ma niera : le parti tratteggiate nel disegno iadicano i l co lor rosso sovrapposto al nero.

Questi vasi dd museo Blacas furono eoo altri molli

116

somiglianti trovati negli *ca vantanti aperti, son pochi anni, presso di Nola. Per cotiHescendeiiza del pr prietaro gli do esattamentadelineati si m taralt dal Sig. Dubois Wf disegnatore del regio museo egizio in Parigi. Sooo della medesima -specie 'fitta n dei vasi, cbe ai trovano in numero entro i sepolcri del Etruria di messo , esposti di sopra : ha ano i mede simi emblemi, e certamente s* appartenga* tutti ht sieste a uo jjieM serie d ide religiosa. R d s o is if etrusco nella Campania; certe afetmencb di famiglie tra l ' uno c altro paese ; k usata fimqeenlazieau del popolo 8 0 ; erano di fatto tonte c i use pdtenti^ eh incorreva 00 a rendere coi>forme il pi .aero e pi universale costume delle genti c iv ili, qual il santo ^itO'della sepoltura. Noter per ultimo, che non .tutti vasi .dipinti di questa foggia tanto in Etruria, ohe. neUa ;Canapa b , non sono ugualmente antichi r;pflrd>&' ritornate in mezzo pi secoli dopo le suprslisiooi e g izi, si fe cero in copia vasi di stile imitstivo aulico 1 ieieou quelli appunto che ai trovano io molto uuakro di terra grossa e pesante, e di.tal goffo dipinto, else non potrebbe n pure ingandare i ' menu aperti1Vedi Tom. 11. p. 167. 367. 266.
(< 2) Abbiam pi volte avvertito il Lettore che * disegni di que sta edizione sono di minor dimensione dc- edizione firijntiua.

80 Vdi Tom. 1. p. 117- 1 2 2 ,

TAV. LXXV.

Vaio grande intero a due manichi; figure nere porporine in campo g ia llo .P e k s o . Sua Era. ilCar dittale P n cb in Roma : segnato nei catalogo d e l : Pr. d i'C e n in o , num. 1.540. Primo quadro A. T ra personaggi ricca mente Toltili d ilu n g a fuoibA e di paNia.fierilo, con benda in capi) grati dipoer linrinta e d^anni, muvono u.givane feroe e gtor riosa impresa. Uno di essi per simbolo del. premio eterno d ett a t o g l i dai fa li, gli porge innanzi bai* aanonfio* palla ('vedi tav. lxxxu -. 4 ) L ero arnaatf d cfauo, idi catan a , di. gambali, di. spada e scudo^ cbe ka ! per (divisa un serpente fallo vi a tutto rilievo^ a inoqtnaiioa con atto e .passi di spedltb guerrcerei a M a pogK'i^] dufe itgtire virili, cbe h a breve .tuento* compagni1di guerra o araldi suoi,, tngno dietro con peri^im|i;to<e ffawiliezta al- guerrieia. Second quadro fcinai fovescio dei vaso: tv. iaxv% Ritorna vittorioso l eroe coperto della medesMN armatura : deposto lo scudo egli tiene in cambio im pugnato il giavellotto, cbe port il colpo fatale. Viaue accolto dagli stessi tre personaggi, l* uno dei quali presenta in guiderdne la cotona, emblema della glo ria acquistatasi col valore. 1 due seguaci del guerriere ai ripresentauo aneli essi in iscena. I due minori quadri.sopra il colio del va so , cia scuno con tre ligure, souo episodici. Nello spazio

iS

eolio i manichi vederi aitai sRrtge alata da un lato, conveniente simbolo di prudenza e di forza : nell al tro tina piccola figura virile. Sotto il piede del vaso i graffila la-fra delineata. II'ptem io dovuto alla virt, ao*l in fucata vita, come nell* al ira , sembra dunque, sotto forata mito* logica e simbolica, easeve il tema di questo dipintoa. Che erae effigialo ( pooo rileva tadivUnairl per nom e) sia quiviona sola e unica persona, io ipoatra n tanto la medesinmes dell arm atola, -quanto la cenrvetla, dhe > nell* uno a nell1altro quadra il preoom m o , simbolo'.della divinidi sep rap taiai a* f**eam b o i capi introdotti nell'asione hanno*dovuta avervi, secondo eoslume, senso simbolico.! Per aug-* giare kienliU di latto si ripetono al paci -o|ristesso ' scrii 'una e n&JI qllr scena iti re peno* uaggi ainiuni |otori dell impresa. L i pu|gnastN c* , a Cui s alludevedeai rappresentata Qcl va di* segnato appresso tav, l^xvux: la palesa . iosego* atessa <del serpente poeta eopta'Jor aetido di' uno dei ohm battenti.

8t II soggetto medesimo j teppreaetaio afejuanto diversa diente iu altro vaso del Pr. di Canino-- L'eroe ( riceve l am a* tuia intera, asta, corazza, eLtpo e gambiere dalle qiani degli tessi personaggi ; due di loro .gli presentano il balsamai-io d i*. guaio f<inn;i ; un terzo la corona. Nei rovescio si vede tuli' ac* nato il guerriere, che imbraccia lo scudo colla stessa divisa del serpente, in otto di fare partita; Uguale anehfe la foggia ' dei vestimenti e del dieegao.

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i. V a e un manico, figere pere e rosse, Pr. di Casino. Ercole barbalo, coperto di pplle' leonina sqpra, breve tunica, e con gladio al fianco, tiene nella si niatra Parme sua pi Q o o rifca a rco e saetta: esso porge in alto riverente la destra mano a Euristeo, capiate leieue glorioso fatilie, || ge.diM jcety?ha benda purpurea in capo, *, iti & , scettri adwfiot oh qn 'tsta di naototqne alla , cUna. Diedro Ercple ed Euniaiao atbnoo aetnaU ir loro respirivi Wguaei dorifori 'o lancieri, Roma dellautore ^t^A^IfEJlO^BSEft % . Vasof A manichi, figure Mwe..e r#sje, lu-. eidissima .vernice Ja4eU>ri. in Uoqu*. MeiCueto chiomato e r b a t o ,, 8SPi**to ,de|) ptotaso, oon caduceo d* asta lunga nella detlrq , je alti calcari . a la t i,. epatiche ipr hracciq ravvolto nel suo meato . Ercole infante HEPAK4JES, eh egli soUnje dal vieentimanto. di. Giunone. Da un lato, l us*tfi scrittone 4 : pi otto il gentil saluto ( x*f* *> ). X Vaso grande a due au*e, figure nerqe rosse ,

carnagioni dcll donne biacche.


Due guerrieri pedoni astati combattono tra di , lerp: nn terso guerriere caduto trra vi giace moribondo, percosso dalla dea assistente colui , ebe per impresa multo scudo.beolieo porta un Itone, una.tasta di Me* dota j e un serpente. Uo altra dea astata, aocqqrrc al*

fio
l'opposto combattente: ohi in mezzo uccello se gnale dell* augurio. ' Nel rovescio di questo bellissimo Taso sono dipnte due Amazzoni combattenti contro di un guerriere 4 avalo. Candeiori.

TkV. LXXVn. LXXYIII.


Vaso grande i due manichi, figure'neroi, f)hia ha purpuree. Perii in Rotea.

: Bacco,-barbate;e chiomato, tato 4i nobile pallio fittie-'ttella meno dstra il entavo a dbe ake ab. La sua tsta cotonata di pampani: la cellari fo^gn1drgtftoia con labbri ripiegati sufi eri. Fanno corteggio al burrrt le dee fignr ammantile j Nf^aci duoi. Bacco mstra di togliere rn protezione l indiViduo,-Che sta riverente nel suo cospetto, e m odq l sacr parole: la cervetlh, fui fedele campa gna , e animale gratissimo a quel dio , il fa ricotto scefe per f stesso personaggio -eroico figurato nella tav. lxxv. Lxkvi. Una da non quaglicela da simbolo speciale, sta rivolta inverso il lato, dove pugnano dile guerriri astati: l uno imbraecra scado beolieo; Peltro, il favorito dei numi, porla scudo mede
simo' che ' l ' distingue nelle due precedenti tavole. Gli ucclli'volanti intorno, qui stanno'per presagio di veritum ; lddove i g a lli, collocati sull arnato ch<? ricorre irit&fott le m e, vi simboleggiano il contra sto e h gara. Nello spazio di eolio ai manichi una

Ili dell figure ritrattevi in pnpnioee mfoom Iiene < dmdo la corona di premia Nell* opposte hto altri due' individui corrispondenti y socio fo m caldi' pubbli ca lori'della vittoria. Le due figure virili ritte in piedi palliate sul nudo, e in attitudine ansiosa dietro * ciasctsno dei combatterti, possono qui /appresen-" tare altri ohe i loro .compagni* Ha esposta nel lesto Tom li. p. 359. 1 mia ope*, s io * intorno a questi skogolamsimi tasi di stile :,ar-i , tanto maggiormente premiabili per atte, quanto pi rari. Forse sono essi altrettanti esemplari di qpei; asoilaacDti vetusti per uso di sepolcri, che Strabone chiamava neorcorintj. Il vaso tav ixxy. 1, si pu& avelie per .uno de1pi antichi saggi della. piUera. fleg Greci. Jl pittore Amasi era forse desso ua oHbtio o di quella scuola. Lo stile secco, rigido, eirome? trico, tutto convenzionale, fa pieoamente conoscere quanto nel secondo o terso scolo di Roma si fosse ancora lontani nell Ellade dall idea del bello. Afqusfnto pi franco lo stil dei fast ttx v -tx x v u i: le figure in generale vi hanno pi mto e 1pi axio ne , bench violenta oltre il naturale. L occhio co sta n temente formato nelle figure virili circolare, tfon due linguette laterali, indicanti la cttd dell* occhio e 1 1 canto lacrimale ; nelle figure femminili attuo gato e schiacciato oltre misura ; mstra' un metodo, un far convenzionale proprio di uria* scuola anche pi antica} la quale fu norma allo stile di questa sorta pitture che reggiamo nei vaai, ; Nessuna delle

IM scultore etrasehe, -n i boemi tosoaaici pi vetusti, hanno gli cbi di quella Fatta. Un neo so cbe di asiatico apparite ancora odia forma, nella ricchezsa, e nella pompa delle vest: il manto o pallio vi Suol essere quadrato alla marner lidie *, o pi tsto orien tale: le aeconoiatnre del capo, la singolari tir dei fregi, la foggia stessa delle armature m finemente abbellito, che mostrano essere 4lati lavori 4 i toreotica, indicttao pare m opere f arte speiatttk di maniera, al tatto dtMoeta dl gusto propriamente ellenico deH et pfrAriore. Sopra'tutto notabile olla pktara dei vasi di tale specie si la finezza e equini lessa del lavoro in Ogni qualunque dettaglio: nulla vi omesso, n pare le pi il minime cose. Contrassegno finalmente non dub bi della; maniera antica -sono i cntorni a graffito aMi diligetftau e leggiero. .^AV. LO JX . Minerva esce.pipata dal capo di Giove,. 9 impu gna Pasta slanciandosi fuori con impeto., gri^laodo terribil grido di; guerra*5. Giove sedente io trono % con predella,pot^p.i p ie d itie n e il folgore nella destra.; con la siniplrq; rpgge ' lo . scettro. Dietro a Giove Qiunooe con rollata corona in testa, e dietro a questa Vulcano. Dinanzi al nume sovrano Diana llizia rac coglie il ,, p^rto: JU Vittoria, gi destinata a 83 tlO N YS. III. 61. 83 Cosi la Jescme Fduo omerico xxvni. g; e Pmbabo OL vii. 69.

n3 occorrere Minerva n*Ha pugna contro.i giganti, t i e f in anno coroaa reggiani : ivi assisteste Marte *4 . TAV. LXXX. Lo iie u o soggetto io t u o a dne manichi trovato a Vulci. Feoli. i. La dea gik venuta a luce si posa armata in grembo a Giove. Nel cospetto del nume Diana Ilisia, e n dio maschio, cinto del pallio, ina non qua lificato d a, strabalo. D^ll allro lato Apollo citaredo e Vulcano. La sedia, q sia il trono di G iove, si vdp ornalo di piccole statuette. a. Lo stesso soggetto in altro vaso parimente tro vato a Vulci. Campanari in Roma. Esce Minerva dalla testa di Giove: la civetta suo proprio simbolo si (iosa sul braccio sinistro di Giove;, cbe qui si mostra disarmalo della saetta. Apollo .ci taredo, Hi zia 9 .Marte stanilo presenti alla, nascita misteriosa: manca per la rottura Vulcano, .di cui fin84 II presente disegno i tolto al naturale aspra i frammenti d 'u o vaco di Chiusi, ivi trovalo nel i 8a6 (< *). Quando vennero di sotterra a luce noto v appariva, in Altma visibile, il braccio si Distro alla Vittoria, forse per esservi estinto, come mostra la tavola qui davanti agli' occhi, e nessuno, fra taqti eurpi opservalori, ve lo vide. Per lo contrario in altri disegni fatti tempo dopo, e dati fuori in istampa, quel braccio vi si trova supplito a caprccio. Debbo perci avvertire, che con i rottami antichi i tato di poi malamente raffaizoaalo un vaao di fantasia , quale si vede nella raccolta Casuccini.

(a) V. ravmleu a pag. u6.

4 aero i poeti, ohe apriste il capo Giove eoa la n * scure per comando del H. trono di Giove aucor quivi fregiato eoa statuette e teste di leoocini .
TA V . LXXXI.

Vaso o idria ire maniebi Museo del Pr. di Caoino. Giove laureato e armato di folgore siede iof trono allato di Giunone, ornata in capo della corona, e con 'asta lunga nella destra. Dietro a quelli, ritto in piedi, sta Mercurio col solito petaso e caduceo ; indi Bacco coronato di pam pani col cantaro a due anse nella destra. Di faccia alle diviniti principali, le sole sedenti in questo concilia divino, si riconosce Pro serpina che mostra nn fiore d granato coll' usato rezzo; l altra dea, priva di simbolo, pu essere Diana. Questo bel vaso cos colorato al naturale porge, quanto all* arte, una giusta idea delle pitture le pi consuete nelle Ggulioe di Vulci.
TA V - LX XX 1 I.

Vaso a due manichi, trovato a Chiusi. i. Achille imberbe, riverente nel cospetto della
. 85 II medesimo soggetto della nascita di Minerva, finora s raro, (i vede ripetuto con maggior numero di figure in un grande eylix, ugualmente trovato a Vulci; oggid esistente nel musco Blacas. V . Pasofka , Mutt Bieca p. 4 Pari* 1809.

5 madre, riceve da eua l armatura fattagli da Vulca no. Il giovine eroe con gladio o parazonio, al fianco gik tiene in sue titani la corazza : Tetide gli presenta l elm o, fa s ta , e h) seudo poggiato in terra, di cui tocca l'alto con le somme dita della destra. Dietro A ch ille, il vecchio padre P elea, ciato il capo di beada purpurea, s appoggia allo scettro. a. Nella faecia opposta del vaso si ripete il mede simo soggetto, fuorch. Achille vi comparisce barbato : Peleo vi porge gli schinieri. Vedasi per confronto

U f.

lxxxvui.

i. a.

3. Altro vaso parimente trovato a Chiusi. V i sono, rappresentale quattro figure consimili, 1 una dietro,
all' altra, in sito di andare a gran passo co|la chioma sventolante : sembrano genj infernali, armati di aste a punta, colle quali inseguono i malvagi. S fatte fi gure sono molto frequenti eneo nei vasi di Vulci di terra grossa, di grafito profondo, e di cattiva vernice, segnali tetti di decadensa nell'arte e di non molta antichit. Tal anche il. vaso che qui espongo per saggio. 4- Balsamerio a palla figurato oon i soliti animali emhlematioi r anch esso di Chiosi.
TAV. LXXXHL

Anfora a due manichi, trovala negli acavi di Sari treno presso. Chiusi. Nella, tona superiorejsul ventre del vaso sono fi-

!(! gtirali combattimenti di guerrieri pedestri: nella facciadpposla si vede una danza di baccanti : era qualche reliquia d iscrizione in lettere greche. Le due soae inferiori hanno tutt intorno per ornato fingi, galli, e quadrupedi di varia natura, che sogliono accompe gnare qualunque tema allusivo a Bacco ed a1 suoi misteri. Di tal qualit vasi, vere- anfore Diooisie, moltissimi ne sodo venuti fuori della aeeropoli di V oi c i , e tutti con dipinti di tema bacchico, molto so miglianti a questo di Chiusi. Della medesima forma, e d uguale pittura di pennello grosetto, sono altres quei vasi volcenti, in coi si veggono ritratte notturne orgie, che haaoo congiungimenti carnali di ogni ma-' niera: vasi come dir pi sotto, non troppo antichi, n di buono artificio, quatito al dipinto.
TA V . LXXXIV.

i. a. Vaso grande a due manichi, figure: nre e biauche con tinte purpuree. Sotto il piede v dipinta in rosso la sigla delineata. S. Era. Fesch. Vedesi nel primo quadro Apllo citaredo Diana coperta del m o d io e o a areo scitico e due frecce nella sinistra : altre saette porta la dea nel suo tur casso , che tiene scoperto e' sospso dietro la schiena per mezzo d una coreggiola, che le passa sul petto. Questa nOa ' * crtamente la. Diati*' CecrMPhse ben nota, di cui prgo per comparazione l immagine ritrotta in altro itile ( (v. d. i )> ma Diana Artemide,

ii? coltivata ma*eimameote pel l'Asia minore j ovvero, se pi aggrada, la Diana antica di Deio. Il vestiario si tanto speciale dei due divini gemelli, e la stessa loro positura immota, non possono essere fantasie dei pit tore : bens 1 imitatione vera d un qualche idolo molto antico di quelle deit medesime di foggia ieratica; appunto come fi vede effigiato il vetusto idolo di Mi nerva nei vasi panatenaici. La tunica candida cbe ve ste Apollo poteva essere di porpora bianca Nell altra faccia di questo singolarissimo vaso du bito del tema. Bench siavi stato un Apollo barbato, venerato nella Siria, come dice Luciano *7 , au tore pi antico che ne porta il nome, pure Tessere quest* unica figura priva della benda divina; quei ve stiario s molto singolare e di foggia nuota fi nalmente questa particolarit, certo non casuale, che la lira quivi figurata tanto diligentemente dal pittore ha nove * corde , laddove quella che tocca Apollo ne ha sette soltanto, mi ha fatto pensare ad altro soggetto, non male confacente all'argomento princi pale dei misteri, n punto disdicevole a quello del quadro pitturato nell altro lato. Mi pare dunque rico noscervi Orfeo, il figlio d Eagro e della musa Cal liope, che per altra tradizione di volgala da poeti di* cevasi pure genito di Apollo. Alunno di questo iddio medesimo nella musica e nella poesia, n ebbe in dono la lira, coi aggiunse due corde alle sette che
8 6 V. Amati, De restii, purpur. p. a.

87 De dea Syr.

T om. IH.

10

ta8 ver per 1 innanzi. Ministr e interpetre degli d e i, come lo chiama Orazio 88, si vede quivi nella sua . qualit di Pontefice parato delPamraanto sacerdotale *9. Come insegnatore dei misteri di Bacco, e massima itiente della dottrina dell* rebo ai Greci, la sua presenza in questi vasi di rito funereo nn simbolo convenientissimo delia istituitone di quei sacri arcani, che aveano per iscopo espiare i peccati, purificare i colpevoli, e placare insieme gli dei sdegnati. Le sfingi finalmente, situate sul capitello delle due colonne doriche, simboleggiano bene la recondita sapienza dei comunicati misteri. 3. 4 Vaso grande a due manichi bene ornato, otto il cui piede sono graffite le due lettere segnate. S. JSm. Fesch. Nel quadro primo Mercurio, Apollo musico col cavriuolo appresso, e Diana Artemide, vi sono ot timamente simboleggiati con i suoi propri smboli. In mezzo di loro due grandi uccelli a testa umana virile e femminile le cui ali hanno la forma emble matica di due smisurati occhioni. Questo strano simbolo s'osserva frequentissimo nei vasi di Vaici : pi volte lo vidi anche in frammenti di vasi chiusini. La frequenza n'addita per certo l'importanza. S fatto emblema, o geroglifico che 88 Saeer interpretque deorum. De or. poet. 3g i.
89 E senza dubbio cosa accidentale, ma tuttavia notabile, che i preti della Chiesa orientale adoperino per proprio rito pa ramenti quadrati di quella foggia.

is j aia, esser lettipre composto di Aie grandissimi occhi noi gtfe umani, na mostfoosi e spaventosi, con popi Ila nerissima sopra un batto corrispondente bianco, talvolta come turchiniccio } e con lunghi sopraccigli levati. Alle volte le due sopracciglia gli occhioni st veggono bene afltgurati insieme co| tratto del naso ( tav. xcix. a. ) , sicch non pu dubitarsi che il tutto non sia emblema di nn volto spaventevole 9 . Per mio avviso con cotesto geroglifico figurativo si rap-* presentava eompeodiosament*%acco infernale: o siisi quell* stessa immagine gorgonica mostruosa e ten i bile cbe s vede figurata le mille volte si nei vasi dl* pinti, nelle figaline di Chiusi, s nei bronzi etru schi , e sempre con allusione evidente al dio signore e giudice delle anime. Vedi tav. cn. Or cotesto emblema convenzionale degli occhioni ponevasi dagli artisti, come si vede, nel vasellame quale acconcia ornativa, ovunque lo spazio il permettesse: soprattutto nelle pittore cPogni maniera di vasi che hanno tema allusivo a Bacco ed ai misteri, siccome ciascuno pu riconoscere da se per queste mie tavole, cbe ne mostrano saggi s soffiotenia. Nella pittura per tanto del vaso qui sotto gli occhi, le due principali figure di doppia natura, portanti corona entrambi, sono il dio e la dea: Bacco e Libera: ot timamente gli sono compagni Mercurio, Apollo e Diana. Il primo gili benemerito di Bacco infante, e
90
p i *.

Vedasi per confronto Vasct Etrutques du Ph. db Carino

i 3q

legittimo conduttore delle anime , per pi mostrare le eoe aderente a quel dio, tiene nella destra un trai ci di vile insieme col caduceo. Bacco e Apollo ger mani aveano. tra loro anche maggiore appartenenza > tosi medeeimessa tale per coafdrmit di attribnti, che sei tentipo antico questo due divinit non ne facevano propria mente che una: sola, ed aveano culto comune, sul Parnaso *. Che pi ? Canta Nonnio, che Bacco, ai collocava egli stesso in cielo allatoi di .Mercurio e di Apollo 9. Cos Diana, la quale ritenne seco Arianna ia Nasso alla; preghiera del nonne, come narra Ome tti 9*, ben s addice al Ganco della dea compagna di Bacco. Aggiungo che Diana Artemide, secondo la dottrina orfw*> era ella stessa Proaevpma In oline Diana e Bacco, per uguale convenienza di religioni, avevano ciascuno templi contigui a Egina, e a Fello iu Achsia e5. Nella faocia opposta del vaso si ripetono .i duo grandi emblemi divini. Nel messo Peleo rapitore di Teli. II.capro, le pantere, i leoni, effigiati nei due fregi superiore e inferiore attorno il ventre del vaso, confermano l argomento bacchico del dipinto con que sti notissimi,emblemi di episodio.

91 V ed i T om . 11. p . a 56. 9 1 N om . Dioniys. xlviii. in fin.


y

3 Odyss.

x i.

3 a 3. Theog.
v ii. 2 6 . a d . v . 2G8.

9 4 S c u o l. H esio d., g P a u s a . 11.

3o . ,

TAV. LXXXV. ' i. s. Vaso grande a due manichi, figure nere e bianche con tinte rosse: di sollo il piede sono dipinte in grande a color rsso le tre lettere segnate. . . Feseb. Narra distesamente Nonnio 9 come Aura , figlia di Lelanle e Peribeo 97, affaticatasi nella caccia viene a dissetarsi ad una fontana di vion, che Bacco ha fatto scaturire dai massi : quivi' sorpresa dall ebriet e ad dormenta la ninfa bella di Diana, che presa nel lac cio pone finalmente al mondo due figli. Or qui ve desi Aura, cinta di diadema purpureo, che sostiene nelle sue braccia i due pargoli, e li presenta a-Bacco coronato di pampani, e qualificato insieme pel rimo di vite e il corno potorio che regge in mano. Il gio vine Sileno sar ano de pi favoriti del dio ; o Leneo, o Cisso ; Ampelo era gik morto innanzi la spe dizione di Bacco nell Indie. La storia riferita da Nonnio 9 * porta al contrario che A ura, messi al mondo i due geaielli, ne uccide otto, iodi si precipita nel fiume, ed convertita in fonte. Diana placata prende cura del figlio lasciato da Aura : egli Eritteo, ordinatore e capo dei misteri di Bacco in Eieusi. Beo dunque il tutto si riferisce al Bacco primigenio o Zagreo dei misteri.
96 Dionys. x l t i i i 61 4* *<H 97 Idem v. g8 uviu. T, ga3*935.j v. 943-968.

Nel secondo quadro rcole col mostruoso cinghiale d'Erimanto in sulla spalla lo presenta ad Euristeo, d ie si nasconde .per la paura nel doglio. Adornano il fregio superiore sei cavalcatori nudi a cavallo, e io messo di quelli lanciatori armati di giavellotti. 3. 4* Vaso grande a due manichi, mollo adorno di fregi, ligure nere e bianche eoo tinte rosse : sotto il piede le due lettere segnate a rosso. ; S. Em. Fesch. Nel messo del primo quadro si vede ripetuto il medesimo personaggio citaredo rappresentato tavo la l x x x i v . 99. Se non dispiacque 1 * ihterpetrazione cbe ne ho data di sopra, potrebbe qui raffigurarsi di anovo, per altro tema simbolico, Orfeo, ammaestrato dagli stessi numi inferuali nei misteri dell' rebo, allora ch ei fece sua discesa agli inferni ,O Q . Il primo a sinistra di chi guarda sicuramente Mercurio Cto n io, coi piedi calzati, e con la sua ?erga in mano. Non lia petaso in caj>o, il cbe suol essere frequenta nelle pitture pi antiche : bens, qual conduttore delle anime, si vede qui alato , dove che per tult* altrove facente funzione o di semplice messaggero, o di com pagno dei numi 9 si troya effigiato senz' ali. V altra divinit a destra, bench simboleggiata col tridente
99 Non troppo diligente il graffito di questo vaso descritto)

per ci indeterminato anche il tminero delle corde nella


lira. 100 Ermesujiax ap. A to v . xui. p. 597. conf. lUuottftius, EpisL

crii in fio.

1.33

io cambio d altro scettro, pu essere lo stesso re dei morti Bacco Zagreo o Plutone : finalmente le due donne acedrate saranno Ecate e Proserpina, cbe le auliche teogonie ben distinguono per divinit sepa rate I*una dall .altra, a causa dell origine diversa. Cbe desse sieno dee, come le altre figure descritte n o veri dei, lo dimostra il diadema, distintivo sacro, col quale beano cinta la testa; laddove Orfeo, uoaoo mortale, il solo iu questo colloquio che siavi privo di bende. Ercole in quadriga retta da Iolao il bel soggetto nobilmente dipinto nell1altra faccia del vaso. Nel fre gio superiore da una banda si vede figurato Ercole stesso combattente con l aiuto di Minerva: dall'altra parte una pugna tra guerrieri pedoni e altri combat titori .in quadriga. Ciascuno dei vasi posti fin ora dinanzi agli occhi debbe aver mostrato agl' intelligenti con quale e quanto buon gusto siavi trattata sempre la parte ornativa. Non parlo delle forme nobili, semplici, corrette e alle volte grandiose del vasellame. L arte sola di compartire a proposito gli ornamenti accessori quanto aia propria, elegante, adorna, e vestita di belle fautasie, il vede Ognuno per questi e altri moltissimi esemplari de* vasi di Vulci, tutti pi o meno fregiati con pari diligenza e squisitezza di belli ornali.

34 TAV. LXXXVI. i. 3. Vaso grande a due manichi , figure nere con tinte purpuree : carnagioni delle donne bianche : sotto il piede le tre lettere segnate toltevi a graffito. S. Em. Fesch. Bacco ammantato della sua veste basearide, e col isolo corno potorio nella sinistra, coixfafoe seeo Li* bera coperta d un ampio velo, simbolo della sua unione col nume. La corteggiano tripudiando donne baccanti e un coro di Sileni, taluni a lunga coda, gli altri senza. Nel rovescio del vaso con bella e bricca composizione di dodici figure si Vede rappresentato Ercole trionfale in quadriga, retta dal suo indivisi bile compagno lolao : sei guerrieri pedoni, che im bracciano scudo rotondo, stanno attorno la quadriga : in uno degli scudi dipinta in rosso per impresa la lettera A. 3. 4 Vaso grande a due manichi, figure nere e bianche con tinte porporiue. Feoli, Libera nobilmente ammantata , chiomata, e coro nata di pampani sale au di una quadriga, cbe regge ella stessa. Bacco ugualmente ammantato e coronato di pampani, con tralci di vite in mano, apre egli stesso la via dellOlimpo alla sua compagna, assistente Mercurio con petaso e calzari. Un satiretlo o sileno tibicine, e altri due Sileni tripudiatori fatino festa, e danzano il cordace per letizia intorno al dio e alla dea. Nel quadro opposto si ripresentauo ugualtneule Bacco,

1 35

Libera e Mercurio, in messo a due Sileni, uno de* quali suona la doppia tibia.
TAV. LXXXVII.

. Coppa grande mollo profonda a due anse di fi nissima terra, figure nere e purpuree ; carnagioni delle donne bianche. Feoli. Da un lato Peleo porta nelle sue braccia Achille bambino per commetterne l ' educazione al centauro Cbirone , che tiene sua preda appesa ad un frassine. La donna ammantata e velata, che segue P eleo, debb essere Tetide: altre tre femmine parimente co perte del peplo, e , siccome pare, compagne di Te tide! stanno appresso a Chirone : una di esse ha nella destra la corona radiata, simbolo della futura gloria immortale del pargolo. Nell*altro lato Bacco, maturo d anni e di consi glio , siede in sedia d onore, incoronato di pampani, e col corno potorio nella sinistra, qual datore agli nomini dell'almo liquore,
Per cui parte tristezza, e spente riede.

Gli fanno corteggio quattro seguaci suoi, ammantati e astati, e due ninfe Nisee, cbe tengono ambe le vata in alto una corona. Un serto dellera ricigne in torno per ornamento orlo della coppa : sotto i ma nichi , per altro fregio corrispondente, vi sono collo cati i soliti uccelli acquatici attenenti a Bacco,

36 a. Nell interno della medesima coppa di disegno arcaico, lavorata con diligente cura, si vede figurato; all1 aulica Ercole vincitore di Cicno : per poveri? d in venzione nell arte, il pittore non ha omesso n pure di mostrarvi il sangue gocciolante dalle ferite del domato figlio di Marte. 3. Coppa a due anse di minore grandezza , figure nere e rosse sopra fondo di color biancastro: trovai* a S. Pier rotto presso di Canino. L eroe quivi effigiato a cavallo, e armato di asta, volge il passo alla meditata impresa. Lo segue il suo buon genio colle volanti a li, portando in ciascuna vano una. corona, qual pronostico di fama gloriosa e di grande ventura : li due uccelli intorno vi stanno per significazione di favorevoli augurj ; cos pure il serpente, attributo caratteristico del genio venefico un emblema noto di quella nuova vita felice e beata, di cui gode il virtuoso per bene opraro al di Ib della tomba. Questo soggetto s confacente alla dottrina etrusca, quanto al senso misterioso e morale, si trova ripetuto spesse volte in vasellami consimili, che potrebbono essere, com io li reput, manifattura propria del paese, bench d artificio,, a dir vero, non troppo studiato.
TAV. LXXXVIII.

i. a. Vaso grande a due manichi, figure nere,, bian che e rosse di bella vernice: sotto il piede le due lettere segnate. : Pr. di Canino.

i3jr Tetid*! presenta a suo figlio due lunghe aste e lo scudo, che ha per impresa il sacro tripode. Nel co* petto di lei Achille, con parozonio al fianco, alca la gamba sinistra, onde applicare ad essa con am bedue le mani una delle gambiere : I1 elmo di grave armatura si vedo posato in terra. Appresso Achille , tutto coperto dell armi e impaziente dell' indugio , gi si muove il compagno di guerra dell' eroe, ohe mostra per impresa sopra lo scudo una protome di tigre. Vedasi a comparazione della tav. l x x x i i . i . a, q u a l e progresso avesse gi fatto Parte del disegno, e in* sieme quella dell1 ornato. 3. 4* Grande anfora con ventre spatioso e due brevi manichi che toccano il collo del vaso: figure nere, biaoche e purpuree, Museo del Pr. di Cauiuo; num. 1767 del catalogo. Porgo in questo disegno ano de' pi belli esemplari dei vasi di premio, detti panateuaici, trovati in buoa numero per entro i sepolcri di Vulci IQ I. L imma gine , idolo stesso antico di Miuerva egidarmata, sta in positura di vibrare la lancia: atteggiamento in cui l arte vetusta soleva mettere i numi guerrieri. 1 serpenti dell egida divina vi sono iu grande movi
101 Se ne contano finora forte a 5o di pi grandezze tra sani e spezzati Vedi intorno a questi singolari vasi accurata notizia che ne ha data il diligente e dotto Sig. Prof. O. G m u o egli Annali dclTIttii. ArchcoL T. 11. p. 309. xjfj. j con le figure aq* Desse tav, 1x1. sxu.

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mento. Tiene la dea per impresa dello scudo una Gorgone, la quale noti ho visla mai ritratta iu questi osi sopra dell egida. L'immagine posta io mezzo di due colono e doriche, sopra le quali si posa un gallo; simbolo ben confacente alle gare degli atleti: beps per la pittura di nn vaso istoriato del museo Borbonico si vede che cotesti g a lli, situati sul capi tello d una colonna, erano anche veri bersagli appa recchiati per il giuoco del dardo IO *. tal era in fatti uno dei certami di premio. Fra i giuochi che Bacco instituisce, e fa celebrare in onore del defunto Ofelte, ultimo il tiro alla colomba posta nel pi alto d un grande albero La iscrizione di premio sem pre uniforme, come in questo vaso. - Nel rovescio quattro atleti barbati e nudi scorrono lo stadio a tutta corsa : il primo di essi, gi vinci tore , oltrepassa col pi sinistro la meta. Altri vasi hanno parimente istoriati altri giuochi atletici : corsa delle quadrighe, corsa a cavallo, pu gilato, salto, ed altri esercizi del pentatlo. Tutti giuo chi originalmente di rito funereo, che si dicevano ioSlituiti da Bacco io4. Ed ecco il perch taluni di s fatti vasi hanno anche figure e simboli manifestameute allusivi al culto di Bacco, e a'suoi divini misteri: talvolta Bacco stesso, e Bacco e Libera vi sono ef Mus. Borbonico. Voi. vii. tar. i li . io3 Noni., Dionys, ixviu 705 - 745. jt>4 Vedi sopra p. iq3.

i 39

fig ati in mezzo delle due colonne con sovrapposti galli: talora in luogo di galli vi sono collocate pan tere, col solo idolo di Minerva nel mezzo: diino stranza che il culto medesimo della dea , tutrice dei virtuosi, aveva non dubbiamente corrispondenza mi stica con quello di Bacco; ci che si conferma an cora per altri monumenti. Questa sorte vasi erano probabilmente doni di private persone, che si face vano per le feste di Bacco solennizzate nell1 Etru ria ,o5. Chi vorrebbe credere in fatti cbe a V u lci, etrusca citili, fossero tanti vincitori alle feste attiche di Minerva, quanti sono i vasi finora trovati ne1 suoi sepolcri, e tulli quelli che forse in maggior numero etmano riposti ancora sotterra ? A me pare pi ragio? nevole cosa , che questi vasi di premio, simbolo di virt e di valore, fossero posti unicamente nelle tombe per motivo di religione, e insieme per onoranza dell estinto, siccome ho detto nel testo Tom. a. p. *54 * 55. *. 5. Vaso grande a due manichi, figure nere, bianche e rosse, di bellrf e ricca composizioue. Caodelori.
105 Vedi le pitture de* sepolcri di Tarquinia e di Vulci tav. lxvu. lxviu. LX1 X. 106 Ci era scrtto quando mi cadde sotto gli occhi la disseti, del Prof. Boxata, unita al programma della Universit di Beo fino per l'anno i 83 i- i 83a. Ed ora io mi compiaccio di trovarmi nella sostanza delle cose di uno stesso avviso con qu?l grande maestro, che altaraeute onoro. Per la di lui sagace penetrazione si fa di pi manifesto, che questi nostri vasi, detti panatenaid, non corrispondono in tenuta alla misura attica, u potevano con tenere l olio minervale secondo il rito dAtene.

f4o

Minerva astata tiene avviota in lacci la Gorgone di* batteiitesi colle ali, bench prostrata, al momento in cui Perseo coperto del petaso, o cappello da viaggio, le ha reciso colF arpe il capo, g ii riposto entro la cibisi, che esso tiene sospesa al braccio sinistro. 6. Nella faccia opposta del vaso, Enea per la ca duta di Troja prende la fuga tntt armato col vecchio padre Anchise in sulle spalle. Lo precedono la mo glie Creusa e il figlio Ascanio : un altro giovinetto tien dietro a Eoea, al momento eh1 ei sta |>er sepa* rarsi da un altra sua donna, e dirle a dio. Ho veduto questo medesimo soggetto replicato pi volte in altri vasi 'di V u lci, ma sempre ritratto con qualche diversit di personaggi: il cbe non fa mara viglia , sapendosi cbe il fatto della fuga d* Enea era stato narrato molto diversamente da Aretino di Mileto poeta ciclico, da Stesicoro, da Sofocle nel Lacoonte, e da altri ancora xo7. Perci nel vaso pubblicato dal eh. Sig. Panofka ,o9 si veggono bens due figli d Enea con A cale, ma non due spose : all1 opposto in quello per avanti edito da Tiachbein ( iv. tav. 60 ) vv appa riscono le due donne insieme, e di pi Acate. 7. 8. Vasello a un mauico perpendicolare, o sia un Procoo, figure nere, bianche e rosse, di bella ver nice e di fino graffito. Candelori. Combattimento d rcole e di Apollo disputanti! tra loro i1 sacro tripode : simbolo della gran lotta fra
10 7 D io it ts . 1.

48 .

108 Vosi di premio, tav. iv.

<

1 vecchia e la nuora religione solare. Nell altro lato


Minerva e Mercurio assistono a quel contrasto divino, <ftmi eccitatori e partigiani : la prima annata di lancia e scudo, dov figuralo per impresa il tripode stesso: Mercurio. vi barbato, coperto del pelaso, cinto della clamide, e con la sua verga o scettro polente in roano.
T V . L XXXIX.

Grande idria a tre manichi, figure nere, bianche purpuree, di bella vernice, e di molto fine gradito. S. Em. Fescb. Catalogo del Pr.di Canino num. i 635. Quadro mitologico principale. Ercole barbato, cinto il capo dello atrofio, si riposa semicolco col destro ginocchio rialzato opra di un adorno triclinio: tiene dinanzi la mensa apparecchiata di ciba e del cantaro a due anse. Mi nerva regge con ambe le mani una co rotta, che va ponendo ella stessa in capo d Ercole, qoal premio della meritatasi immortalili! : al fianoo di Minerva Mercurio , uguale proteggitore dell' eroe tebano. Incontro a lui sta ritta in piedi la madre AIcmena , che mostra compiacersi della beatitudine del figlio. Come fatte inutili si veg gono posate in terra la clava e il carchesio; appese la pelle leonina e la spada. S fattamente il pittore, intendeva di rappresentare Ercole divinizzato. Nel quadro episodico superiore, Ercole

^
uccide il leone neitieo con l assistenza di Minerva Dall' altro lato, lolao sedente tiene levata in alto la clava del domator dei mostri, il cui turcasso e il gladio stanno ivi preparati al bisogno. La caccia d un cervo inseguito da due cacciatori a cavallo, e da due pedoni, fa il soggetto accessorio del vago quadretto inferiore. Non occorre dire cbe tutto greco nella pittura di questo bellissimo vaso : il cui stile mostra un' arte gi molto avanzata migliorata, bencb ritenga ancora non poco del disegno aspro e secco della prima ma niera. Ercole nelle pitture pi antiche dei vasi, come nei bronzi etruschi, si vede sempre armalo di gla dio : qui comparisce anco la clava, la quale, codi* noto, gli fu data primieramente ne suoi versi da Stesicoro, che mor intorno al 200 di Roma. E questo aucora , se male non m appongo J esser pu norma a ben. giudicare questo vaso fattura del terzo o quarto secolo.
TAV. XC.

1. Coppa a due anse, figure gialle sopra fondo nero. S. Em. Fesch. Catalogo del Pr. di Canino num. 572. Nell esterno da un Iato Ercole, gi ferito nel pet to , per insidia, dinanzi al sanguinoso altare, uccide con la sua clava Busiride, eh* ei tiene stretto per la gola, e col capo intriso di sangue. Quattro assistenti

1 a fe , incoronati e [tarati coll'abito di dllOfstrr crtSoalorl, fbggono veloci presi da spavento cogli orredi del sacrifizio: Fimo tiene il coltella sacro, | tro il vaso da libazione: il sonatore di cetra in fug gendo ba gettato V istrumento per terra : dalFaltra parte s'allontana il tibicine portando alla bocca F u sata coreggiola dei flauti Di sopra sta scritto il ttoine del facitore 2 . N dF altro lato esterno, tre figure virili riposano colcate ciascuna sopra iin triclinio distinto: presso di loro un giovanetto mesce da b ere, ed una vaga aenatrice suona il flauto. Di pi la iscrizione TOX . A l di dentro la c o p p a , una sonatrice di crotfl sta danzando insieme oon un giovane nudoj che suona la doppia tibia. Questo sicuramente uno dei pi belli e rari vasi; in cui si trovi unito insieme il nome di dite artefici: cio del disegnatore o pittore, e de) vasaio. Il nome di quest ultim o, P ito , si trova di rado, laddove quello di Epitteto si rinviene frequente, e tutte volte qualificato nelFisteeao modo come disegnatore, sia che il suo nome apparisca unico, sia congiunto con quello d un altro artefice *9. 11 quadro di sopra espo sto pi che sufficiente a dar buon noriie agli au tori. Bene scelto il momento detrazione, vivo il* movimcuto delle figure, significante espressione dei 109 Nd catalogo del P i. 0 1 Cavwo questo mcdaiuo si trova socio di un Hischuius f num. i i i 5. To. 111. 11

>44 volti; soprattutto di grande effetto vi il contrasto della fisionomia ideale del Tebano con i profili delle tfpte egizie , o piuttosto etiopiche. < a. Vaso a tre manichi, figure rosee In.tfampo gialloj $qij un quadro unico mitologico. r Gandeiori. . , Lo stesso mito di Ercole punitore di Busiride; 1} Tebano, coperto de(la sua leoniua e. armalo di gladio, di morte allinsidiatore egzio, che invano si fa schermo di. un. arnese del sacrifizio: ferito in |lie parti del fq rp o , i'.ara di gik.tinta del suo proprio angue} figgono sbigottiti due ministri sacrificatomi un terzd Cqdpjtl terra per morto. Notabili Sono <aocor qaivi le fisionomie egizie, bench pi assai caricate, che oell'Ititi;quadro pM vero il. postum* sacerdotale egigiftUQ ; ci& poi capo ru^o e acoperto ,e eon semplice veste di lino: agli orecchi hanno ciascuno, cerji pen* d^nV di, forgia: circolare. Per .nelluno e nei!'altro quadro ivon si ravvisano per nessun, distintivo il tiglio, di Busiride. Anfidamo ,. n I araldo Gaibes, u n bedut nominati speoialmente da (Apollodoro ,to. J l,m ilo d i Ercole, e di Busiride prese la Sua ori gine, secondo Zocga I(I, dai riti e. d ille cerimonie (VufWi gj}i 'praticate in Egitto dinanzi il sepolcro di Qiiifid?. .Da ci si comprende perch pienamenteV ad dica quel tema, alle pitture deHe figuline, destinate, tpim.le presenti t all'uso sepolcrale
f o o W W :' il:

5.

i l . PnF.nrcYn. Fr^m. p.

^ i.

r i i J)e Oln\lif>c, p. 288. 112 Vedaci per confroulo d uoo stile di dreadenw* mcdesiipo

i45

TAV. XCI. 1. Vaso a un manico, figure nere, bianche e rosse. Pr. di Canino, num. 1755 del catalogo Due giovani Amazzoni a cavallo, armate di scudo e di doppia lancia, col capo coperto dell elmo , e con schinieri alle gambe : sooo seguitate entrambe da due cagne ETOTME la ben odorante, la brava. 3. Altro vaso simile. Pr. di Canino, num. 1796 del catalogo. Uu citaredo nobilmente ammantato , cot capo cinto dello strofio, tocca le corde della lira col plettro in mezzo a tre femmine vestite di tunica e mauto fisse ad ascoltarlo. Una di esse OINTOH (*?) E, sta tutta intenta ; la sua compagna ( forse Vtfetas la nivea ) s* accosta un fiore al naso con vezzo proprio delle ninfe : la terza donna ( la ben amata bella ) tiene anch? ella un fiore nella eoa destra inchinata. Ecco esempi di quelle tali iscrizioni in greco carat tere, molto frequenti nei vasi di V u lci, e tuttavia ai oscure per insolito adunameoto di note, che resi stono a qualunque tentativo sia nel pronunziarle, sia nell interpetrarle colloso grammaticale : iscrizioni non
soggetto pitturalo sopra un vaso edito da Milligen ( Peinl. de
vases grecs, xxvni). D*assai peggiore disegno, e di esecuzione

pessima, un frammento di vaso nel Museo Borbonico travato

in Basilicata col mito stesso di Busiride. V. lutuo, Ctitalogo . r)tf.

46

pertanto mescolale alle volte con voci di significato cerio, come in queste leggende medesime , *

?
TA V . XCII. J

Vaso a due manichi, figare nere, bianche e rosse. Ercole col parazonio sospeso al fianco sinistro porla lo smisurato cinghiale d1 Erimanlo al re di Micene, che per lo spavento si cela nell orcio. Il fedele com pagno lolao, facente ufficio di aploforo, tien seco arco scitico e la clava. Miuerva armala assiste il suo protetto. Nel rovescio due rustici, coperti di pelle lanosa battono un albero con lunga pertica: un terzo ne raccoglie i frulli per terra. Parecchie volte ho visto ripresentato questo tema rustico nel rovescio di altri vasi. Quello che ora espongo fu ritrovalo circa quindici anni addietro nelle viciuanze di Toscanella, e fu come la primizia dei vasellami che indi appresso si sono trovati in tanto numero nella prossima necropoli di Vulci. Io lo feci pubblico nella seconda edizione della mia Italia tav. l x y . Quftudo venne a luce la prima volta cotesto vaso qua in suolo etrusco, parve cosa s rara che fu venduto a caro prezzo dal proprietario: pass nella raccolta Barlboldy: di poi nel museo regio di Berlino. TAV. XCIII. Vaso a due manichi, figure nere, bianche e rosse. Trovalo, come Tallio vaso descritto di sopra, circa lo stesso tempo.

47 Diomede combattente coir assistenza di Minerva. Nrl rovescio soggetto incerto. Queste due tavole insieme con la precedente, danno oo saggio dello stile pi consueto che vedesi nel maggior numero dei vasi ritrovatisi a Vulci: stile non mollo coltivato, a paragone delle pitture pi pregiate. Sicuramente questi erano arredi di sepolcri meno di spendiosi: quindi pi di frequente adoperati all1 uopo.
TAV. XCIV.

Vaso a tre manichi, figure gialle in campo nero. Feoli. Apollo, insignito de*suoi simboli maggiori, qui rappresentato come il dio della luce surgente dal mare, assiso sopra il suo tripode alato, che lo solleva maestoso fuori dell onde. I delfini attorno il sacro tripode non male lo farebbono qualificare per Apollo Delfinio, ugualmente venerato e in Egina e in Atene ll3. Semplice, bella, e insieme graziata la composizione di questo vaso di fina terra, e di lucentissima ver nice, molto somigliante a quelli di Nola.
TAV. XCV.

Vaso grande a due manichi, figure nere, bianche e rosse in campo giallo, tutto pitturalo all iotorno e spartito in cinque zone. Candelora.
u 3 ScgoL. Piud. Ifem. v. 81.; Pausai, i. 19.

Da ciascuna banda due uccelli a volto nroano, emblemi consueti dell anima, tramezzali da Bori di loto campanulare, simbolo della risurrezione di quella. . b. Da un lato (grandezza deli* originale s ) (a) Ercole sterminatore dei Centauri: gli alberi e sterpi indicano ivi e selve intorno Malea , dove segu il fiero com battimento. Nel lato opposto, Ettore armato sale con rapido impeto sopra la sua quadriga impugnando la spada. Andromaca e il figlio Astianatte gli dan ul timo addio. Parie il cocchio di guerra guidato dal suo auriga per la pugna fatale, preceduto da due pedoni armati. Gli vola intorno un uccello di funesto augu rio. Il vecchio Priamo, in atto di pensieroso , siede in sedia simile alla curule degli Etruschi, presente alla partenza del figlio. c. Due sfingi alate, due grifoni, un ippocampo, e la zuffa di una tigre contro una vacca , formano il tenia principale: e precisamente sono questi i mede simi simboli del dualismo, che si ripresentano pi di frequente nei monumenti propri degli Etruschi, e che pi volte ho esposti ftil. V appariscono in oltre due guerrieri coperti del elm o, e con ocree alle gambe, armati di clipeo e d asta in atteggiamento di vibrarla. Voglio notare, che queste due figurine sono molto si mili per fogge particolari a quelle dei militi che si veggono intagliate nei celebre vaso etrusco di argento
a.

{a) la questa edizione di dimensione alcjuauto minore*


1 4 Vedi pag. 3 ^ 3g.

'4o gi trovato in Oltiusi, ed oggid esistente nella (3al*^ leria di Firenze " 5. D. Corsa di sette hi "h e , guidate dai loro cocchieri. Piena di fuoco e di movimento azione : ben espressa l'ansiet e la destrezza d ogni auriga a go vernare il suo cocchio: naturale la velocit t la gara di cavalli: notabile la loro bardatura; Tutte le figure nel disegno ono 4a met dlf.ori*^ ginale, salv la sezione e disegnata al viO, accioc ch 1* osservatore posia fardi una jii giusta idea dello' alile i. Questo vaso forse uno de* pi singolari, e pfcJ rari, non gi per bellezza di disegno, ma per pr jrriel di stile, che a me pare tutto etrusco: come senza dubbio alcuno sono di foggia etrusca i simboli rappresentativi. Questo dunque sdirebbe un vaao di ar tefice paesano, dipinto al tempo in cui Parte etni sca gi principiava a trattare istorie greche, come mostra il fatto iliaco introdottovi' per solo episodio: il qoale, se non ha eleganza ellenica, non manca tut tavia di' verit, n di certa espressine d affetti. Mol tissimi altri vasi di uguale creta, e di fattura e stile conforme, se non di pi accorato disegno, ho veduto tra quelli ritrovati a Vulci: il carattere pronunziatissimo di stile etrusco che hatinb tutti quanti, e la ttt-, tura stessa dei simboli ritratti, nn (hi faotio poeto
115 V . Dempstbr! ta*. 77. 78. () V. l avvertenza a pag. 1

ifo diftftiire, che dessi non sieoo geaeraliaeMe veri vasi etruschi di manifattura locale.
TAV. XCVI.

I. In questa rarissima tazza del museo privato dei Sig. Pr. di Canino, figure nere, bianche e pavonazse, si rappi esenta al vero un convoglio funebre. A sinistra di chi guarda si vede la porta della terra, d* onde uscito il convoglio per accompagnare il morto alla destinatagli sepoltura. Cinque 6gure miti* tari armate d'elm o e di clipeo, con lancia abbassata, seguono mesti il carro funebre tirato da due mule. Sul carro sta disteso il defunto barbnlo coperto di una coltre con volto scoperto, e con acconcio orna mento in lesta, che pu essere il serto funebre. Due giovanetti d1 ambo i sessi > che vogliono aversi per figli, stanno sedenti dall'uno e dall'altro lato* sopra il feretro custodi del corpo, seguitato appresso da uo de' pi prossimi parenti cinto del pallio e in at* teggiameuto di duolo. Cli va dietro il tibicine con due tibie alla bocca, consueto accompagnatore dei fune rati. Due prefiche fanno il tribolo piangendo. Ivi presso .il luogo della sepoltura*, vi si vede bene figurata la porla stessa della grotta con alberi attorno, indicanti sito campestre., Vedi tav, ivi. i. 2. a. Vaso grande a due manichi a colonnelle, forma nou consueta tra i volcenti; figure nere, rosse e bian che. Pr. di Canino.

? Sacrifizio di vera costume a Priapo. Dinanzi lErme del dio, uno dei sacrificanti taglia col coltello le vi cere della vittima apparecchiate sopra un desco: al di sotto si vede messo per terra il capo reciso di un capro, e il calino entro cui raccoglieva*! il sangue dell'ostia: le due cosce divise dell'animale immolato stanno appese io alto alla parete insieme con una viUa o benda, simbolo di rito e luogo sacro. L altro sacrificatore di feccia all'ara solleva tra fiammante fuoco con una lingula il viscere dejla vittima per me glio esplorarlo, vietando la religione il toccai lo colle mani. Nel rovescio due guerrieri pedoni combattenti. Questo vaso, il quale conteneva le ceneri del morto, fu trovato chioso dentro una cassa di pietra del paese o sia di neofro, che formava da per se una tomba. V erano chiusi parimente un solo balsamario di ala basir e una coppa di.terra da libazione, che ave ano servito ambedue al rito funereo. 3. Vaso a due manichi, figure gialle in cam|>o nera Pr. di Canino. Ritto su di un altura in-sito campestre vedesi un Erme di Priapo^ custode dei luoghi colti. Un Fauno barbato gli passa dioanzi, avente un ligone o altro strumento rusticule in mano. Vedi tav. exiv. a. 3. 4. Tazza senza manico, figure nere, bianche e pavonazze. Pr. di Canioo. Due figure giovanili alate, con un ginocchio pie gato a terra combattono l ' una conlro altra armale

d1 arco e di clava. AI loro fianoo una sfinge alata e un Icone. ' > 5. Piccolo balsamario , figure nere e rosse. Garidelori. Genio alato con ali distese, e un' oca da presso. Vedi tav. xcix. io. Produco in questa tavola altri esemplari di vasi che possono aversi meno dubbiamente per etruschi Tal per fermo la tazza ov figurato il convoglio funebre : scena al tutto locale e conforme al costume etrusco. Le figure virili ben barbale mostrano di pi con certezza, che I* uso della barba era tutt ora Co mune in Etruria all epoca di quel dipinto : uso che si mantenne anche in Roma fino alla metk del quinto secolo ,l6. * Il dipinto figurato num. 4 ripresenta la solita scena dei due genj buono e inal contrastanti fra loro: bench quivi si veda bene a proposito come il simbolo andava alterandosi dalle sue primitive fgge per fatto degli artefici, pigliando forme che sentono s visibilmente della maniera secondaria dellarte. Quella clava, n quell arco scitico , non sono affatto del priroo mito. Mostrer appresso quanto pi maggiormente l arte grecizzante cangiasse di poi in opere di scul tura le forme antiche.
TAV. XCVII.

Coppa grande a due anse di argilla piuttosto grave


116 Vedi Tom. u. p. 206. in oltre p. 266. 267.

153

color biancastro : figure dipinte a pi color ; bianco, rossigno, e verde olivastro. Uu gran tendone sospeso e legato con funi mostra che la scena qui rappreseotata si passa allo scoperto In campagna aperta. Siede il padrone Arcesilao su di una sedia, che ha per ornamento abbasso una pantera bacchica. Desso barbato, con capelli in sulla fronte inanellati e chioma prolissa: tiene il capo co perto di un cappello di forma singolare, e nella de atra uno scettro o bastone cbe termina a guisa di Gore (T e d i tav. xx^ 4)* Per veste una lunga tunica e manto posato sulle braccia ; con calzari a punta (tir renici) d' alte suola. Un ministro principale sta da presso al pa drone favellando seco lui: un altro ministro (mancano due lettere per rottura al piede ; forse ) guarda al bacino della stadera, dov posto il frumento insaccato per pesarlo ; due servi, uno OPTXO ( ) sta legando con funicelle un sacco gik ripieno del frumento, che si vede ammontato qua e III per terra: altro porta in spalla un altro sacco legato per porlo sulla stadera. Un pesatore 2 1 0 0 bada al peso, guardando attentamente alla linguetta. Sul bacino sinistro della stadera sono i pesi sovrapposti Puno all altro: paiono pezzi di pietra, usanza antica, per essere nel dipinto figurati informi e di colore biancastro. La lucertola ritratta a sinistra di chi guarda mostra cbe la scena ha quivi luogo in stagioue estiva: coat

i54 e. : la natura degli uccelli, e animali dipinti nella parte superiore, indicano bene la qualit del paese marem mano dove si fatta la messe. Nel piano inferiore si vede rappresentato il gra naio. Il custode . siede alla porta : due servi, Testiti come tutti gli altri con veste corta sino alle ginocchia, portano un sacco ciascuno in spalla per ammontarli nel granaio: uno di essi ha per nome MAEN o Maes: nome proprio servile, che si ritrova frequente in lapidi greche e latine >f7. Si osservi an che in questo al costume: i servi, miiystri principali del signore, portano in capo un berrettino, forse di cuoio ( galericulum ) : i servi inferiori ne sono senza. Tutti bens hanno i capelli corti, eccetto il padrone che porla lunga chioma : segno precipuo d* ingenua nascila. Quanto degna per il soggetto raro la pittura di questo vaso, tanto n rozza l esecuzione e negletto il disegno. Puossi probabilmente presumere, che siasi qui figurata una scena locale e domestica: forse cos volle quel ricco possidente Arcesilao, (uhi sa s ei non era nn greco stabilitosi in V u lci, o in altra parie delle nostre pingui maremme s feconde di biade? Ecco tutta volta un nuovo esempio di vaso fabbricato sul luogo, di speciale fattura, che sente ancor molto del costume e del fare antico. 2. Coppa a due anse, figure gialle' in oampo nero. Pr. di .Canino; num. n 85 del catalogo.
117 . Gbuteb. mcxivu. 8 . et al.

ss

Nell'interno un giovane sacrificatore tiene in eolie fiamme delP altare una lingula, dov* infilzato il vi scere della vittima, eh* egli va esplorando attenta^ mente. Sulla faccia dell* altare figurato un serpente: rettile profetico, e simbolo insieme di buon augurio. Le due palette e la capedine sono altri arredi del sa cri Gzio. Da un lato ( per metatesi Niafxe): altra iscrizione incerta **. All* esterno una saltazione bacchica di dieci gio vani parte nudi, parte col manto gettato in sulla palla, e tutti incoronati di fiori, portano in mano o cantaro, o corno potorio, o altri arredi del rito bac chico: so no vi attorno parecchie iscrizioni trascritte nel citato catalogo tav. xxvn. 1 185 bis Pare cosa certa che il tema della figura esposta sia il sacrificio stesso augurale, che facevasi tutte volte nelle orgie bacchiche. 3. Altra coppa a due manichi, figure gialle in campo nero. Pr. di Canino. Un giovane di contado vestito e calzato alla rustica, regge sopra un bastone due panieri appesivi coll* un c in o , e eh ei va posando a terra : quel bastoncello a* suoi piedi senza dubbio il pedo viatorio del gio118 Non bisogna maravigliarti troppo delle frequenti transposiziooi, mutazioni, e omissioni di lettere, notate nelle leggende dei vasi: l uso della regolata scrittura non era comune antica mente: n si fa gran torto a chi poneva tali epigrafi., fesse pure il pittore o il vasaio, credendo eh ei scrivesse come parlava, senza molto curarsi delle regole dei grammatici.

if6 vinetto: sta appeso in alto nn arnese villesco. Intorno la solita leggenda , aggiuntavi Tattica esclamazione NAIXI. TAV. XCVIII. i. Vaso a due manichi, figure nere in campo giallo: trovate a Tarquinia gib nel 1809. .Zuffa simbolica di animali, di stile etrusco, molto simile ai bronzi perugini esposti disopra. Vedi pag. 3o., 66. n. a . , 75. a. Frammento di una tazza senza piede -umile a quella figurata tav. xcix. a. Fu trovato presso Arezzo. Vi dipinta di etile vetusto una caccia a piccole figore nere e rosse in campo giallo di finissima creta. 3. Vaso di fina creta, figure nere, bianche e rosse. . Candelori. Il toro, per la massima parte dei popoli antichi, era un emblema di gran momento, come simbolo del sole o della forza fecondatile. Qui ne sono figu rati tre: due bene membruti , e un torello. Uno dei maggiori, posto sopra fa lla re in quell1 atteggiamento misterioso di cozzare, vi simboleggia I essere suo ge neratore. Come vittima compete ugualmente il bove a Bacco, Minerva, Mercurio e altre divinit: la giovenca ad Apollo **9. 4 Piccolo gotto ( cyathus ), in cui parimente sono
1 1 9 A l caeu s np. P
ausasi. v ii .

20.

57
*

effigiati tre to ri, con altrettante figure< virili roteate, dipinte a nero io fondo gialletto. Pr. di Cauino.

tav.

xax.

In qaeeta tavola mi sono proposto dare una serie di vasi folcenti uniti iosieme con lo scopo principale di porre 90U0 gli occhi dell osservatore le forme o pi uHtate, o pi rare, cbe finora siensi vedale in quei vasellami di recente Scoperta : mostrare in olire la relazioni che queste forme hanno col soggetto del di pinto , e coll oso stesso dei vasi : ed in fine perch pose* farsene paragone con i vasi dipinti che vpngono della Mgna Grecia, di Sicilia, e della Campania tuessima mente. 1. Ciotola , o piccola tazza a due alte anse di fi* nissima argilla, con volto umano da ciascun lato. Gandelori. Le rettezze giovanili e delicate, che sentono della femmina, il lipo fisico, piuttosto forestiero, che no strale, la corona d'edera cbe tiene in capo, i del* fini figurati nel fregio interno, lo fanno subito rico noscere per un Bacco ancora adolescente. Gli orecchi forati fa pensare cbe vi fossero appesi due piccoli pendenti. Non pu vedersi vasello pi leggiadro di qiteato: il volto del nativo color della creta roseipeio : gli occhi, le ciglia, la corona d eli era, i del fini , vi sono dipinti finemente a nero soltanto. a. Ciotola a due manichi terminata di aotto in

iffi puuf. Figure nere in campo rossiccio di fini creta. Pr. di Cauino. I d mezzo di tralci di vile con pampani attentamente disposti, due grandi occhioni, con corrispondenti so pracciglia e tratto del naso, sono quivi un emblema di Bacco, come dissi di sopra pag. 139. Due Stiri in atto di correre furibondi compiono la pittura del vaso , che si ripete tal quale dall altro lato. Le anse che hanno ambedue queste oiotole, e pa recchie altre di simile forma da me vedute, mostrano bene eh'erano fatte per servire a bere, bench man canti di piedi per poggiarle in tavola A questo si suppliva mediante certi piccoli cerchielli in terra eolie della forma che qui si vede num. 4) sopra i quali g posava la tazza : e sicuramente, atteso la finezsa ed eleganza estrema di questi vasi, erasi questa una delle fogge di bere usala alle mense convivali pi squisitej col prescritto rito di dover vuotare fino all* ultima gocciola il recipiente. 5. 6. 7. Tazze da bere a nn manico leggerissime, di forma e tornitura tutta eleganza : figure nere, bian che e rosse con cotorni a graffilo molto fine. Pr di Canino. Nella prima, Bacco barbato orientale cinto delle sue bassaride se ne sta colcato in riposo sotto un per golato di v ili, con due femmine baccanti intorno. Nell* interno , all attaccatura del manico, si vede efiigial a rilievo., con qualche lineamento dipinto, una Leila teslinala di Bacco loro incoronalo.

i 59

Nella seconda e terza tazza si ripetono per simbolo principale i due grandi occhioni, e )>er episodico pe* gasi e uccelli a volto femineo , come in altri vasi. Spesse volte il pegaso si trova effigiato anche nelle fi guline di Chiusi (tav. xxv. a., xxvi. 5 ): e vi sta bene, da per tutto come parto gorgonico. 7. Vaso grande a due manichi, ovvero anfora Dionisia, figure nere, bianche e rosse, di creta e di stile molto simile a quello della tav. x c v . Ia0. * Can delora Vedesi l idra a dodici teste in gran movimento, bramosa del cibo di vivi animali, che le porge un gio vine , cinto di breve tunica. Nel rovescio Centauri. dendrofori, ciascono dei quali porta nell altra mano un cerbiatto. Nella zona inferiore sfingi, leoni, tigri e altri ani mali simbolici. Intorno al collo del vaso fiori di loto caropanulare. 9. Anfora simile, figure nere, bianche e rosse. Candelori. Due smisurati occhioni in mezzo dei quali Ercole coperto della sua leonina, con turcasso sospeso agli omeri, e colla sua clava nella sinistra, prende il vino entro il doglio di Folo Centauro. Nel rovescio lo atesso simbolo degli occhioni, e due centauri con zampe

120 Entrambi i vasi possono servire di norma all osservatore per riconoscere le altre stoviglie d*uguale maniera, che porgo nella presente tavola ed altrove. T om . III.

12

cavalline : tutt intorno rami di vite portanti grappoli d uva. Sotto il piede la cifra delineata. io. Anfora sim ile, figure come sopra. Gandelori. Un Genio bacchico con le ali volanti agli omeri ed ai calzari, e con rami d ellera in mano. verisimile che egli sia il Genio stesso che s invocava a quelle cerimonie di baccanti. 10. bis. Nel rovescio, Ulisse legato con funicelle sotto il ventre d un montone fugge Tira di Polifemo. In altre pitture di vasi volcenti vedesi Ulisse non pi legato , ma giacente sotto il ventre del montone, ab bracciandogli con ambe le mani il dorso, come lo de scrive Omero. 11. Idria, figure nere, bianche e rosse. Feoli. Nel primo fregio sfingi alate con rami d* ellera: nel fregio sottoposto pegasi, e in mezzo di quelli figure nud virili in azione di baccanti. 8. Grande idria con quadro mitologico unico prin cipale, figure nere, bianche e purpuree: sotto il piede la sigla contrassegnata. - Candelori. Ercole citaredo sedente, coperto di pelle leonina, col auo carchesio e la clava sospesa dietro all omero sinistro, tocca le corde della lira col pletlro; fra Tarm i d rcole qui notabile anche lo scudo pog giato in terra, che ha per impresa la testa d un toro. Stanno ad ascoltarlo da un lato Bacco barbuto ritto in piedi, che tiene in una mano il cantaro, nell al tra rami di vite che ombreggiano il tebano eroe : le altre sue deit protettrici Mercurio c Minerva sono dall altro lato.

6
Nel quadro episodico superiore una quadriga di guerra, con altre figure di pedoni armali. . Vaso grande a un manico della forma dell'olpe con ampio ventre ; figure nere, rosse e bianche. Candelori. Nelle sue zone superiore ed inferiore leoni, tigri, c a p r o n i , volatili, e altre specie animali, come nei vasi tav. l x x i v . 7. 8, cui molto rassomigliano per lo stile, e per la qualit del dipinto. L ornato a squame, nel corpo del vaso, si ripete molto spesso in questa spe cie vasellami, anch essi Dionisiaci. i 3. Vasello a un manico, figure nere in campo biancastro, di stile antico: sotto il piede una sigla. Candelori. Bacco, Apollo citaredo, e Mercurio, con tralci di vite intorno. Altro vaso a un manico, figure nere e rosse: aotto il piede la sigla disegnata. Candelori. Bacco barbato con cantaro a due alte anse, e il suo capro diletto a' piedi : tutt intorno per fregio tralci di vite con grappi d uva, e rami d ellera. 15. Coppa a due manichi, figure nere, rosse e bian che. Candelori. In ambo 1 lati all esterno due occhioni, e nel mezzo una testa barbata con capelli prolissi, che atteso il petaso che porta in capo ben pu essere quivi Mercurio Ctonio. Tralci, e grappoli d uva fanno tutto Tornato. 16. 17. Coppe a due anse, figure come sopra, della forma e figurazione la pi consueta, e con dipinto volgare.

i6a
Al di fuori due grandi occhioni da ciascun lato , simbolo che ei trova sempre accompagnato con ani mali appartenenti a Bacco in questa specie numerosa di cy lix : pi raro il genietto alato e la doppia sfinge, come nel num. 17. Nell interno ciascuno di questi vasi porta dipinta a pi colori la mostruosa testa gorgonica disegnata tav. c i i . 1 0 . TAV. C. Vaso a due manichi alto un palmo circa, figure rosse in campo nero. Pr. di Canino. Diana e tleone. 11 pittore ha qui seguito la nar razione d1 Euripide, che fa divorato Atteone dai cani di Diana, per aver avuto I arroganza di chiamarsi pi valente cacciatore di lei. La casta dea vi tiene pronte e preparate all uopo le sue proprie armi. At teone assalito con furore da tre veltri, si difende da quelli col suo pedo pastorale. Si paragoni lo stile, e in un le fogge elleniche di questo quadro con lo stile arcaico della tav. l x x x i v . i . 3. a. Tazza da bere di finissimo materiale con allo sottopiede, da porgersi gentilmente con le due dita : il vaso di color nero dentro e fuori, eccetto i due quadretti con figurine delicatissime in campo rosso di stile arcaico. Pr. di Canino. Nel primo quadretto, con iscrizione, vedesi Ercole armato del solo gladio vincitore di Cicno, assistente Mercurio: nell altro Ercole combattitore di Acheloo gli schianta dal capo uno de* suoi corni.
1.

163

3. Vaso a un manico di bella vernice, figure nere,


bianche e rosse. Candelori. Creole con la eoa leonina posta ani braccio manco a difesa, e col gladio nella destra, assale furiosamente una figura con lunga barba cuneiforme, capellatura pro lissa , e benda, in testa, la quale tranquilla, se ne sta colcata ed immobile. Un genio colle ali spiegate ap parisce librato in allo, e si frappone ai colpi di Ercole. Non saprei a qual fatto delle Eraelee attribuire il mito con s viva azione rappresentato in questo bel vasello. I tralci di vite per adornamento fanno solo pensare che desso possa avere relazione alcuna colle storie di Bacco. 4* Piattello di fina creta, figura nera in campo giallo : finissimo . il graffito : sull1 orlo dei piatto cor done nero, e simile cordone nel piede. Feoli. Un sonatore con lunga tibia di foggia particolare. Tiene per appoggiarla usata coreggiola alla bocca : in testa porta una berretta fatta a punta con due pendagli da ciascun lato, dove passa orecchio : tiene cinta al fianco sinistro una teca, entro cui stanno riposti altri strumenti da fiato: il vestiario stretto alla vita si direbbe tutto fregiato in sul drappo con rabe schi: non ha calzari in piede. Sicuramente questi un Subulo, o sonatore di tibia : coll istesso vestiario da festa ho veduto ritratto in altro piattello anche un sagittario. Parecchi piattelli consimili trovausi nel privato mu seo del Sig. Pr. di Canino con una sola figura, tra

164

le quali talune di bizzarro significato: altre con ma nifesta allusione alle orgie dei baccanti : per esempio una femmina in positura molto agitata, che in cia scuna mano tiene l ' organo della generazione 1,1 : fun zione rituale che usavasi nelle cerimonie iniziatorie. Voglio pure mentovare un uomo che vi sta evocando due robusti Falli. Questi piattelli servivano, com' io credo , ai ban chetti notturni delle o rg ie , dappoich per allettare maggiore moltitudine, s aggiunsero alla religione di

Bacco anche i piaceri de cibi e del vino ***. Altri piattelli, che si rinvengono parimente nei sepolcri, o avevano servito come arredi della cena funebre, o s'adoperavano a ll uopo per fare le dovute oblazioni. Di tale specie sono quelli disegnati nella tavola ap presso ci. 7 -1 1 . e tav. cu. 5.
T A V . CI.

1.

Balsamario di alabastro: certamente un vaso

egizio di forma funebre : la testa pu essere d'Iside o di Alyhr ambedue divinit infernali. Candelori. 3 . Balsamario in terra cotta pitturato e graffito di forma animalesca, cbe mollo si rassomiglia a un Ci nocefalo, grossa specie di scimmia egizia, che sim boleggiava il dio Thotk: regge con le due zampe d al a i Tf ytrnmas pj. conf. P io ti . Ennead. 111. 1 . vi. 19. p. 3a i ' 3? 2.
3X 2. LlV. XXX'X. 8 .

165
vanti un vasello circolare , sa cui dipinta una pic cola oca. 3. Balsamario d* uguale fattura avente la forma me desima di una scimmia etiopica o egizia. 4 Balsamario a base rotonda in terra cotta dipinta a colori, e in foggia di una testa feminea, cbe ha lunghe ciocche di capelli legati con piccole vilte o fettucce. Le sembianze della donna , o dea che siasi, sentono molto del tipo fisico egizio. 5. Balsamario egizio in terra cotta verniciata e di pinta a colori. La figara pu essere di Serapide. 6. Balsamario in terra cotta pitturato con ornati a pi colori j avente la forma d* una gamba umana con piede calzato. I mentovati cinque balsamari nel museo del Pr. di Canino. 7. 8. 9. Vaselli in terra cotta un poco greve, a similitudine di piattello alquanto concavo, con liste circolari nere sul foudo giallo. Hanno iscrizioni ab breviate etnische di nomi e cognomi gentilizj, come mostrano queste quattro leggende. La pi notabile quella della Gens Spurinna, casato etrusco di rag guardevole prosapia, gi cognito per molte altre iscri zioni etru&che e latine. Pr. di Canino. 10. 11. Piattelli in terra nera non colla con etrusclie iscrizioni graffite, ambo trovali di recente a Chiusi. < 13. Vaso da bere della forma del Rhyton , imi-, tante una coscia, gamba e piede umano, con testai di Bacco barbato sotto l1 orlo del vaso. La correla*

66

zione simbolica della coscia con la nascita misteriosa del nume, secondo mitologia, qui manifesta. lo terra nera di Chiusi. Vedasi per coufronlo tav. xxiv a. 1 3. Piccola tazza in terra nera parimente di Chiusi, con iscrizione etrusca graffita nell interno n. i 3. bis. 14. Gullo in terra rossa con iscrizione etrusca sul manico fattavi a stampa in mezzo a due marchi : no me e contrassegni del vasaio. Questo vasello di fina creta fu trovato a Chiusi. Nel mauico di un gatto si mile del museo di Volterra, e col trovato, si legge la medesima iscrizione etrasca Atranemi: all opposto in due altri manichi epigrafe stessa vapparisce scritta alla latiua da sinistra a destra: indizio certo di bassa et, manifestata ancora dalla forma quadrata delle let tere. Tutti vengono da una fabbrica stessa, che po* leva essere aretina, e mostrano come il commercio spandeva per un paese e l altro queste cercate figu* line nostrali. 15. Iscrizione etrusca intera, graffita nel vaso ta vola xxvii. 9. 16. Iscrizione etrusca graffita nel sottopiede dun vaso rotto gi dipinto ritrovatosi a Vulci. Candelori. 17. Iscrizione sull'orlo di un anfora Dionisia di rozzo dipinto, con diverse figure di uccelli a volto umano, simbolo consueto dell anima. - Feoli. Non posso citare fuori di questa epigrafe altre iscri zioni per me vedute scritte a caratteri etruschi nel corpo del vaso. Il nome di Arunte Artuhe si legge bens graffito nel manico di un altro vaso di volgare

67 pittura ( Museum Etrusque, num. i 5o o ) , e scritto pure alla latina sotto il piede di un' anfora ( idem, num. 17io ). Le iniziali etnische di altri non pochi prenomi e nomi si veggono per frequentemente o graffite, o dipinte sotto il piede di queste stoviglie: le mie tavol* ne danno parecchi esempi, e in pi gran numero il citato Museo Etrusco del Pr. di C a nino. Sono esse mollo probabilmente le iniziali del nome stesso dei proprietari de vasi : pi sovente que sti nomi sono segnati con pure cifre , o con nessi e monogrammi : talvolta vi sono contrassegni e marchj che paiono dei vasai 5 come per esempio una tazza, una cuspide , un serpe, o altro segnale. Per mera singolarit del fatto voglio qui notare, che le sigle di alcuni nobili vasi (vedi sopra tav. xxv. xxiv. 2. e Museum Etrusque num. 172. 3o 4. 338. ) sono presso che simili a quelle che si veggono figu rate sopra le pietre messe in opera nelle mura di Pompeja in questa forma l% \

x ^
tav .

a i.

1. Testa gorgonica effigiata nel centro di una coppa a due anse, figure nere le virili, bianche le muliebri,
i a 3. V ed i M izo it,

Ruittes de Pompei.

tav. xui. p.

35.

iG8

con tinte di color pavonazzo scuro': diametro un palmo e

4 once. Presso Candelori.


1 esterno due grandi occhioni da ciascun lato, in

mezzo de quali Bacco barbato porge il corno potorio alla sua dea per simbolo d unione. Nell interno, al centro, vedesi la figurata testa gorgonica num. 1. Le stanno intorno sette gruppi di maschio e femmina nudi, accoppiati tra loro in diffe renti positure e atteggiamenti. T re piccoli bambini, nati di quelle unioni, sono situati al lembo del vaso in giaciture infantili. Sei figure barbate, cbe paiono androgini, cinto il capo d uno strofio , stanno in pi frapposte fra 1 una e l altra coppia, come incitatori di quelle unioni carnali : eccetto un di loro inchinato alla sommit della testa gorgonica in atto di suppli cazione. In questo vaso, unico per rarit, abbiamo da un lato chiaramente simboleggiata 1 unione di Bacco con la d e a , e il geroglifico stesso figuratovi di quel gran nume del paganesimo, o sia li due grandi occhioni. Nell interno i replicati accoppiamenti, e il prodotto di quelli, mostrano Bacco autore supremo della forza generativa della natura, il cui mistero convenevol mente simboleggiato dagli androgini presenti. La testa gorgonica sannuta porge non dubbiamente il simbolo stesso di B a cc o , ivi qualificato iddio degli inferni. Questa doppia e opposta natura del nume potente si trova qui figurata sotto attributi suoi propri : cio qual generatore della vita, e distruttore insieme di

i6g quella: domma principalissimo dei misteri di Bacca In altre coppe somiglianti, che non vado ram* mentendo, ho veduto dipinti uguali accoppiamenti di maschio e femmina, sempre accompagnati col sim* bolo terribile della testa gorgonica j o con quello de gli occhioni: qaindi di concetto allegorico uniforme, significativo del dio della natura intera, produttore e rigeneratore di tutti gli enti. Una grande coppa del Pr. di Canino, unica di tal foggia, ha per suo piede Porgano stesso della generazione di tutto rilievo \ per dipiuto in ambo i lati ha gli occhioni ; e in mezzo a questi Bacco con Libera e due congiungimenti sul letto. IP opposto in parecchie anfore Dionisie della forma tav. xctx. 7, si trovano alle volte figurate vere rappresentazioni d orgie bacchiche con mescolanza di maschi con femmine, e con accoppiamenti s nefandi tra l ' ebbrezza del vin o, cbe non pare di troppo in-* famata la narrazione che ha data Livio di quelle not turne superstizioni, gi tanto radicale in Etruria, prima cbe in Roma ,a4. Sopra questi vasi medesimi, di cui ragiono, si trovano pure iscrizioni grecamente scritte di costruzione inviluppala e di suoni inusitati, che dq trascritte tav. cxvm. 3. 4* Sono esse tante invocazioni e acclamazioni al d io, voci rituali e liturgiche, che i baccanti gridavano con clamori grandi durante le cerimonie del sacrifizio : voci che qui nel dipinto de scritto si tengono per esclamale dalle figure poste io
124 Ilv

1U 1 X. 8. sqq.

170

azione. Cos per la pittura di questi vasi abbiamo sotto gli occhi rappresentate al vivo quelle turpi sce n e, insieme lussuriose e malvagie, che di tanto in fettarono i domestici costumi. Per ultimo debbo no tare , che il disegno non corretto, e la qualit del di pinto nei vasi soprammentovati, accennano decadenza notabile nell arte: circostanza di molto momento, la quale viene in prova che i vasi stessi, come dissi per avanti nel testo, non possono essere pi antichi del quinto e ssto secolo. Vedi Tom. u. p. 266-67. 3. 3. Testa della Gorgone con la lingua tirata fuori, effigiata sopra due vasi in terra nera di Chiusi. 4. La stessa testa dipinta in grande a colori sopra le pareti (F une camera interna del sepolcro chiusino
ta v . l x i x .

5. Piattello in terra nera trovato a Chiusi, ov


graffita la testa gorgonica, con etrusca iscrizione at torno di tema notabile: avverto soltanto che la voce S/ll2HVtfD, Qlunsiax, o Clusinus, gentilizio mani festo dalla patria Clusium : pi anticamente Camars : quindi altri titoli etruschi chiusini danno il casato dei Comari: 6. Figura intera del mostro gorgonico tratta da un vaso chiosino in terra nera, con ali distese che si muo vono dal petto , come nella tav. xxu. 7. Lo stesso mostro diversamente effigiato in altro vaso chiusino. 8. Testa gorgonica sannula con due corna in fronte, tratta da un frammento di vaso chiusino.

? 9 Testa della Gorgone con due ali al capo ; fram mento in bronzo di un arnese sacro. Pr. di Ca nino. 10. Testa gorgonica dipinta a nero, bianco e rosso, quale si trova effigiata nel centro della massima parte delle coppe 6gurale tav. xcix. 16. 17. 11. Foglia d'oro coll impronta di una Gorgone fat tavi a stampa : fu trovata con altre foglie simili in un sepolcro etrusco presso di Orbitello, per ornato di nna corona funebre in capo del morto. Galleria di Firenze. ia. Foglia d oro con piccola testina gorgonica tro vata in un sepolcro chiusino. 1 3. Altra foglia d oro con testa di Gorgone col ali spiegate. Galleria di Firenze. 14. Parte di nn fregio fatto a stampa in lamina di rame argentato che ricorre intorno a una cista mi stica di bronzo, senz altro ornato : i mostri gorgonici si seguono l uno dietro l altro intrecciati con serpenti al crine. Pr. di Canino. 1 5. Testa della Gorgone con serpenti in movimento alla chioma, frammento in bronzo. Pr. di Canino. La lesta della Gorgone tiene un gran posto nei monumenti sepolcrali dell Etruria. Ella vi compari sce come un simbolo primario non solo nelle opere pi vetuste, ma in quelle di minore antichit, si eoo desse senile o dipinte. Questa tavola stessa c u , che pongo davanti agli occhi, mostra come il simbolo gorgonico dalle sue prime forme spaventose e ter

172

ribili, pass a lineamenti cbe sentono di gusto elle nico , come il num. 9. i 5 , e pi visibilmente an cora in altri monumenti di pi bassa e t , quali sono massimamente le sculture delle urne volterrane, o quelle in terra cotta dipinte a pi colori della re gione di Chiusi ra5. Questa testa mostruosa ha dovuto essere in origine un simbolo orientale, come tanti altri d uguale natura. La sua propria sede era ne gli inferni X ft6 . I Greci la chiamarono, yo^yno*, indi yofYvtnrj come a dire un volto terribile, o altrimenti uno spauracchio. Come tale i guerrieri la portavano effigiata sopra gli scudi, per infondere spavento nel cuore dei nemici : l arte figurativa l appropriava coll istesso concetto alla guerriera Pallade Tritonia, po nendo la terribile immagine o sopra l egida divina, o sopra lo scudo : poscia , in et meno antica, la fece servire alle sue ingegnose fantasie, ri presentan dola d ogni maniera con forme ideali, anche nelle opere elleniche le pi perfette. All opposto in Etru ria, sempre tenace nelle sue antiche credenze, si mantenne con poca o niuna alterazione il mito pri mitivo: e la Gorgone infernale sannuta continu pur sempre ad esservi V immagine simbolica la pi popo lare del dio malo, di Manto o Vedio , eh quanto dire grecamente di Bacco Ctonio o Zagreo. Sotto
i *5 Vedi D em pster. Tav. 82. 2. 83. 5.; Mus. Elr. T. 1. ta vola 157. 5. Tom. m. tav. 3. et al. 126 Homer. Odyss. xi. 632 ; conf. Abistopu. in Ranis 480.; Apollod. 11. 5. 12.; Virgil. vi. 289. j Sil. xiii. 587.

73
quest1 unico aspetto lo abbiamo veduto figurato in tulli i monumenti fin1 ora esposti : non diversamente nelle medaglie di Populonia

ia7 la G orgone, anzich per

una immagine del disco lunare, come opinava l'E c k e l , si vuol riconoscere per un emblema di B a cco , il dio grande, venerato in Elruria altamente, quanto almeno Osiride era riverito in Egitto la8. Ambedue nature dell'anima universale del mondo, e dello spi rilo motore delle sfere; rappresentazioni della su prema forza generativa della natura ; divinit insieme celesti ed infernali ; ora generatori d ogni eccellenza v ita le , ora distruttori inesorabili; in somma s pieni di attributi e buoni e malvagi, che sopra tulli gli al tri iddi dell etrusca ed egizia mitologia venivano col tivali dai mortali.

Qui torna a proposito ripetere ci che dissi nel lesto Toro. li. p. 353-54 L 1 uso dei vasi dipinti sotlerrati nei sepolcri appresso al morto esser derivato dal culto e dai misteri di Bacco. L osservatore imparziale, non preoccupato didee sistematiche, ne trova esso stesso la prova, e insieme la conferma, negli esemplari dei vasi,
127 Vedi tav. cxv. n . 128 Al momento di porre in torchio questo foglio viene a mia notizia opportunamente, che in una patera del Sig. Pr. O. Gerhard, dov Bacco e Semele, e in un frammento di altra patera del Cav. Thorwaldsen, Bacco vi porta il soprannome etrusco, ignoto per innanzi, di 8 Y8> Phuphliuis: dal qual titolo divino, uno dei tanti che competevasi a Bacco, non male si pu presumere che pigliasse il suo nome Populonia.

*74

ed altri monumenti per me pubblicati, cbe pur sono menomissima parte di quelli venuti a luce pi re centemente. Tutti gli altri vasi dipinti finora editi per le stampe , tulli i musei dell Europa , fanno in oltre certissima dimostranza che la religione ed i riti di Bacco eono il tema pi principale e frequente delle pitture dei vasi* Ho detto altrove, Tom. 11. p. a ia . 254*9 perch gli argomenti eroici e gli atletici s addicono anch essi molto bene alle onoranze che facevansi ai m orti, come simboli della sperata beatitudine degli eroi. N solamente le pitture dei vasi, ma i dipinti medesimi dei sepolcri, le sculture delle urne, i bronzi, le patere, in breve ogni altro arredo figurato dell esequie, dimostrano una medesima unica serie d idee religiose, conservatesi fino all ultimo pe riodo deir etrusca nazione. Che poi molta parte delle stoviglie che si rinvengono nei sepolcri avesse servito ai conviti funerei, e per religione si lasciasse entro la tomba lo fa vedere la qualit stessa di certi va* sellamenti, tanti piattelli, tante tazze da bere, tanti nappi bellissimi, ed altre sorta vasi puramente convi vali. Splendide e costose assai erano colesle cene fu nebri. Luciano diceva satireggiando, che i morti vi vevano in inferno di quel che i parenti e gli amici dissipavano nella di loro sepoltura. Ai monumenti finora esposli mi sono ingegnato di dare, meglio die per me si poteva , una spiegazione piena, semplice e ragionevole, ammaestrato da lunga esperienza, e dai molti naufragj degli sponitori, che

i ?5 le interpretazioni pi dottoraii non sono le migliori Bench io riferisca buon numero delle mie spiegazioni alla dottrina dell Erebo o sia alle popolari credenze circa lo stato di una vita futura, non sar gi tacciato per questo di essere caduto nelle fantasie di un si stema prefisso: il senso allegorico lo traggo da sim boli evidenti, e dall uso stesso funereo dei monu menti, tutti ritrovati entro i sepolcri allato dei corpi m orti, o contenenti il cenere di quelli. Perch tutto in cotesti monumenti, come pi volte ho mostrato con evidenza, s* attiene a un solo e unico ordine <?idee predominanti, religiose insieme e morali. In quella forma che le pitture delle mummie, le tavole dei papiri, le stele istoriate, e generalmente i monu menti funebri degli Egizj, porgono tutti insieme sotto variate immagini una medesima significanza d idee, ed un figuramento conforme. Altri esporranno forse diversamente con dichiarazioni pi soddisfacenti. Io sar lieto se di tal modo potr ottenere la scienza avanzamento e profitto. Aggiungo per ultimo che nel numero presso che innumerabile di vasi fin ora trovati a Vulci non vi mancano n pure di quelli fregiati con belle dorature, come si veggono talvolta in vasi della Magna Grecia. Una coppa bellissima a due anse di tal sorta fu ri trovata mentre io era sul posto , ed appartiene oggid al Pr. di Canino, fortunato possessore di parecchie altre stoviglie d uguale maniera. Nell interno vi dipinta in campo bianco una Giunoue in piede con la Tom. III. i3

y6 leggenda , vestita di una tanica candida con pe plo purpureo, il cui lembo fregiato a palme co lore su colore : il volto incarnato della dea vago e bello : il suo diadema, il monile, e lo scettro che tiene nella destra sono a rilievo indorati con grossa foglia d oro. Non pu vedersi lavoro pi ben finito : inu tile il dire che lo stile del dipinto e il gusto di s fatti vasi mostrano un'arte lussureggiante non cor retta , n troppo antica.

TAV. e r a .
i. Tazza a un alto manico, figure rosse in fondo nero, della forma medesima num. 6. tav. xcix. Pr. di Canino. Molto singolare, quanto nuovo e gradito, dovr parere all osservatore il tema di questo dipinto. Vi si vede un uomo sedente , involte le ginoc chia nel suo manto, che sta leggendo un volume o papiro. Due giovani uditori, cinti del pallio, ed ambo appoggiati a un nodoso bastone, attentamente lo ascol tano. Dinanzi al leggitore uno scrigno atto a con tenere i volumi, sul di cui coperchio leggesi il titolo . Gli arredi appesi in alto possono essere thecae, denotative la professione del maestro. A lato dei due Efebi uditori la solita epigrafe : nel mezzo dello scrigno . nota la sapienza di Chirone instruttore de pi famosi eroi. Medico, astronomo e musico, quel savio

*11 tessalo vuoisi che superasse nell et sua tulli gli nitri uomini in rettitudine e in bont. L autore della T i tanomachia asseriva aver Chirone insegnato al genere umano a vivere secondo la giustizia, mostrando con savi ammaestramenti quanta fosse la forza del giura* m ento, quali e quanti 1 sacrifizi graditi, ed i segni celesti ta 9. Or non havvi dubbio alcuno che il voluti' che mostra di leggere Panezio, non sia uno de1 libri Chironici o Chirofiei : cio uno di quelli che conte neva gl* insegnamenti scientifici attribuiti allo stesso Chirone ,. a. Coppa a due manichi, figure rosse in fondo nero, della stessa forma num. 16. tav. xcix. >Pr. di Canino. Nell interno della coppa tutta nera dipinta al cen tro una maschera gorgonica simile a quella delineata tav. ciL 10. A ll9esterno sono figurate le navi che qui si vedono ritratte conformi all originale : le une con albero e vela distesa a due ordini di remi, venti per ciascun lato, hanno forma di galee armate del rostro : le altre sono navi da carico senza remi : tutte guarnite de suoi timoni > di scale, e d altri diversi attrezzi e arnesi navali. Per la qualit della terra , della vernice e del di* pioto, io tengo non dubbiamente questo vaso di fat129 C lem . A lex . Stromat. 1. p. 4^ 130 Soprattutto della medicina. Xtt^veiov, Chironius vulnus, Jterbac Chironiae etc. s*aveano per farmachi efficacissimi.

178

tura paesana etrusca: quindi abbiamo la rappresenta zione vera e completa della forma di varie specie di navi tirrene, le pi usitate dai nostrali. Vedi Tom. n.

p. ai4 3. Frammento di un vaso molto grande trovato a


Tarquinia, in cui si vede figurata parte di un grosso naviglio: il disegno della grandezza medesima del originale. La testa scolpita di rilievo in sulla poppa quella figura che ponevasi per insegna della nave. I Fenici portavano alla prora i1 immagine di alcuno dei loro iddii Pateci o Cabiri l3z, come numi tutelari della navigazione e apportatori di ricchezze: i Frigj vi po nevano leoni, sacri alla madre Iddea z3* : qui si vede una testa di Bacco toro. La figura sedente con verga nella mano si direbbe il padrone della nave; l altra figura, che gli sta appresso ugualmente sedente, non pu essere se non il piloto, che governa il doppio timone e guida la nave.
TA V . XCIV.

1. Figura equestre rappresentante il passaggio di nn9anima nei soggiorno dei morti. La larva effigiata montata a cavallo, simbolo del suo transito, ed guidata per le redini dal Genio buono sotto la figura d un giovine alato, con veste succinta , calzari ed
i 3 i Herodot. 111.

37.

i 3a V ir g o , x. i 5j .

*79 una face rovesciata in mano, significante estinzione o morte: il Genio malo che seguita l anima, e va die tro al cavallo, parimente alato con occhio nel mezzo dell a li, orrido in volto e barbato, avente orecchi di fiera, e con veste corta e calzari: porta un grosso maglio appoggiato all omero, e nella destra un gla dio rovescialo. Urna in alabastro nel museo di Volterra. a. Lo stesso Genio buono effigiato come sopra sim bolicamente sotto le sembianze di un bel giovine : nella destra tiene la face inversa. 3. Il Genio malo di truce aspetto, con ispida barba, naso adunco, orecchie di fiera : tiene nella de stra il solilo maglio micidiale rovesciato. Facce laterali di un urna in alabastro nel museo di Vol terra. 4. Umetta cineraria in terra cotta. V i figurato il letto co suoi piedi, sopra cui giace la defunta : nel mezzo si vede la porta delle regioni infernali, dove sta per entrare 1 anima della donna all istante in cui dice al marito a dio.
TAV. CV.

Urna in alabastro volterrana, di soggetto incerto : una delle due figure principali assalisce l altra pro strata percuotendola con la ruota della quadriga rove sciata a terra : ambedue sono incitate da Genj alati agli omeri e al capo , uno de quali barbato, che

ferma con forza i cavalli per le redini, ha di pi un occhio in mezzo dell' ali : simbolo di celeril e di previdenza nell azione. Nel coperchio si vede colcata una figura muliehre ammantata, e riccamente adorna di be' gioielli, che mantengono vestigi di doratura : tiene nella destra uno specchio fatto a libretto, e nella sinistra un pomo granato, frutto particolarmente sacro a Proserpina. Per cotesto simbolo la defunta, giovane di venticinque anni del grande casato dei Ce cini, come porta la iscrizione, mostra essersi posta sotto la protezione della dea regina dei morti. Mu*1 seo regio di Parigi,
TAV. CVI.

Urna in alabastro di buono stile, il cui soggetto mostra aver'correlazione col precedente. Un geuio si frappone al colpo mortale che sta per iscagliare con ruota della quadriga infranta 1' uomo che porta cinea frigia, o sia avversario del guerriero prostrato, in citatovi dall altro Genio con ali al capo, armato di gladio. Gli stessi due G e n j, buono e malo, sono ri petuti nelle facce laterali dell urna. Racchiudeva le ceneri di due coniugi, effigiati 1 uno presso altro ip riposo sopra origlieri: il vaso da libamenti vacuo, che l nomo tiene in mano, vuol qui denotare, come altrove la patera, il sacrifizio debitamente offerto per la salute dell* anta dei sepolti * Musco Pio-die^ mentine.

8 Gli esemplari di sopra esposti sono sufficienti a dare una giusta idea del buono siile delle urne cinerarie istoriate : sculture s di artefici etruschi provinciali, ma per la massima parte lavorale nell epoca dell Etruria latina, e per conseguenza non molto antiche. Come ognun vede l arte qui cangiata affatto : nulla pi sente, n d egizio, n di toscanico : la maniera tutta propria dello stile greco-romano: le favole pi comunemente vi sono di tema ellenico, secondo il genio dell et. Non per di meno per questi monu menti ben si conferma quanto fosse gi propagata, e internala negli animi del popolo per tuita Etruria la credenza antica dei due principj: i genj o demoni famigliari, che aveano la custodia e il governo di ciascuno individuo, si trovano sempre simbolicamente ripreseotati sopra 1 urne sepolcrali, e posti iti azione dagli artisti quasi in ogni mito : ora inspiranti furore e delirio (tav. cv. e v i): ora intenti alla protezione di colui che avevano in loro guardia durante la vita : ed ora (tav. civ) quali conduttori delle anime l33.
T A Y . CVII.

Nel convito figurato apparisce manifesto il costume etrusco d assidersi le donne a mensa insieme cogli uo mini sul medesimo triclinio l34: vi sono introdotte so133 Vedi in oltre * monumeru per servire all Italia ec. tnvo). XXXVI. xlv . 134 Vedi Tom. u. p. ao3.

8>
natrici di flauto e di lira ; due ancelle conducono un nudo giovanetto, cbe pu essere un mimo: tutti vi sono al pari coronali. credibile assai che per sola figurazione del godimento delle anime dopo la morte siasi rappresentata in questa scultura nna cena fune bre: per non senza qualche capriccio dell artista. Urna in alabastro nel museo di Volterra. Vedasi per confronto del costume e di uno stile pi antico tav. lviii. i.
TA V . CVIII.

Capaneo nudo armato dell elmo e di clipeo rovina dalla scala gi morto, fulminato da Giove. Altri guer rieri chi a cavallo, chi a piedi, si veggono tulli im pauriti dello spaventoso fragore del tuono. In luogo della porla Elettride ha qui figurata lo scultore la porta medesima di Volterra (tav. vu). Urna in alaba stro di buona scultura nel museo di Volterra : vi si mantengono vestigie di pittura e doratura: gli occhi delle figure sono di smalto commessi nella pietra. Vedi Tom. il. p. 3^7 Figura virile in alabastro colcala riposantesi sopra due guanciali, l quale serviva per coperchio di un ur na. desso non dubbiamente il ritratto del defunto, adorno di corona, che si direbbe con le parole di Catullo un corpulento etrusco ,3S. Per mostra di sua

35

Obesiu Etruscus.

83 nobile condizione si vede insignito tP una collana o torque pendente sul petto, e dell1 anello nella sinistra, con cui strigne un rotolo mezzo spiegato, dov era scritto a neri caratteri un etrusco epitaffio. Museo di Volterra.
TA V . CIX.

Urna in alabastro molto danneggiata, nel museo di Volterra. < A destra Pilade si vede in atto di uccidere Egisto prostrato in terra. Di poi Oreste 3 +QY trafigge con la sua spada, l dove il collo s* annoda alle spalle, Clitennestra A ttM fh Y O . Nel gruppo appresso Oreste 8 i 2 <lY e Pilade, compariscono di nuovo col ginocchio sulP ara e col ferro rivolto al proprio petto, facenti espiazione. Al basso vedesi un serpe ritto sulla coda, una figura con face ardente ed unal tra figura di truce aspetto , armata di grosso martello. Per questi emblemi uniti di martorio, arsura, e morsura di pena, si conosce aperto che l artefice in tese a rappresentare le stesse Erinni secondo le idee nazionali etnische, anzich alla maniera ideale dei Gre ci: perci la principale figura, ministra di punizione, vi tiene le iattezze istesse del Genio malo, e vi porta come quello, per simbolo di tormento, il maglio mi cidiale: pi notabilmente ancora quel genio della morte vi riceve il nome ellenico del nocchiero degli

84
inferoi Charun. Di questa maniera gli artefici etruschi in figurare storie di tema greco vi mescolavano spesse Tolte personaggi e simboli della mitologia popolare etrusca, appropriando loro gli attributi di quegli enti, che nel sistema ellenico adempiono le stesse funzioni. Nel lato destro dell urna medesima, bench molto guasto, si distingue un grappo episodico di tre figure, che poteva aver relazione col soggetto principale: al di sotto leggesi AfHJMVKM: 2lfo/?. Io posi a luce la prima volta questo singolare basso rilievo gi nel 18to. Altri 1 hanno pubblicato dipoi, e pi recentemente il Sig. Raoul-Rochette ne* suoi Monumento indits tav. xxix. t. p. 180, con queste parole le bas relief a t dj publi par M . Micali, mais dune manire trop peu fidl, sans comp ier que Von r

a runi un fmgment de bas relief

qui provieni dune autre urne, et qui appartieni une composition differente.

Ali duole dover qui fare di nuovo le mie difese. Ma bisogna bene che il Sig. Raoul-Rochette non ab bia veduto il monumento per asserire cos francamen te , che la faccia laterale dell urna da me pubblicata, e tutt' ora esistente s appartenga ad un1 urna diversa, mentre che dessa parte integrale di quella. Salvo un po' d abbellimento nei contorni fattovi dal primo disegnatore, ognuno pu vedere in oltre, che il disegno gi edito non era tanto infedele quanto il Si gnor R. R. vorrebbe darlo a credere. Non questa la prima volta cbe il professore archeologo mostra palpa-

85
bilissimo non aver mai veduto, o non bene osservato, i monumenti nostrali eh7ei va pubblicando, porgendo lezioni e correzioni a tutti, ristoratore unico della scienza. Lo hanno fatto palese, per tacer d altri, gli accademici di Napoli l36. Fa poi maraviglia grande che il dotto professore chiami il monumento di cui ragiono, bas relief de stjle ei de iravail proprement irusque: laddove nulla vi ha quivi propriamente di etrusco, fuorch il simbolo mentovalo dal malo genio sostituito alle Furie. Tutto il resto, come mostra originale, di maniera imitativa greca non corretta, qual era lo stile rinnovato che adoperavano gli arte fici provinciali nell9 ultimo periodo deir arte. Quindi che l'urna^ bench porti iscrizioni etrusche, non pu essere molto antica,
TA V . C .

Deit marina femminile con ali al capo e agli ome* r i , e con mostruose gambe terminate in coda di pe* sce: regge un ancora bidenlata in ciascuna mano. Basso rilievo in terra cotta sopra di un urna cinera* ria. Nella Galleria di Firenze,
TAV. CXi.

Deit marina virile alala con serpenti avvolti in torno al crine e al collo, e con un ancora sola di
i 36 Iamelli e Avelliho, Osservazioni sopra una pittura Pom poiana Napoli i 83q.

86 altra foggia nelle due mani. Basso rilievo in terra cotta aopra di un urna cineraria di Chiusi. Ho detto altrove p. 34 > che questa qualit di enti mitologia sogliono dare simbolicamente idea di malo principio, di distruzione o di morte: il veder quivi che il mostro se ne va notando minaccioso nell onde marine, mi fa pensare che il senso allegorico sia la felice navigazione dell1 anima, impetrata dal malo spi nto placato, mediante soddisfazione delle funeree of ferte.
TA V . CXII.

i. Magistrato municipale in funzione. I quattro sono preceduti da due littori, che in ciascuna mano por tano mazze, o verghe di quella specie che latina mente diconsi bacilli: quattro servi pubblici portano la sedia curule, lo scrigno delle scritture, ed i pu gillari o tavolette da scrivere. Urna in alabastro nel museo di Volterra. a. Bench il basso rilievo di quest urna, anch essa esistente nel museo di Volterra, sia molto danneg giato, pure vi si distingue molto bene il luogo dove risedevano i giudici a render ragione, la sella curule, e gli altri mobili de) tribunale. Qui pare compito F uffizio del magistrato. I quattro, uno de quali tiene involta una scrittura nella destra, se ne vanno con ordine l uno dietro altro preceduti da pubblici maz zieri. Ivi appresso vedesi una matrona, coperta del suo

187

manto, insieme con due adolescenti e due piccoli fan ciulli: seoza dubbio questa la famiglia della mesta donna intervenuta per indurre a compassione i giu d ici, secondo il costume.
TA V . CXIII.

1. Arnese di bronzo a colonnetta retta da un piede formato di tre zampe leonine : alla sommit sporgono in fuori quattro uncinelli o rampini della forma a ; sopra il capitello collocata una figura militare. Vedi tav. x ix v n . 14. Pr. di Canino. Questa qualit di arnesi si trovata di frequente nei sepolcri di Vaici insieme con i candelabri, le aro portatili, e altri arredi in bronzo. L uso di essi era unicamente di reggere attaccati a quei rampini gli strumenti minori necessari al sacrifizio; come a dire la lingula, la epatoletta, l aspersorio e simili cose. Ci fatto manifesto per la pittura di alcuni vasi stessi volcenti, dove ho veduto figurati eguali mobili, annessivi i mentovati attrezzi del sacrifizio. La forma loro a maniera di tripode, onde occupare minor luogo possibile, sempre uniforme: variatissime poi sono le statuette di ornato alla sommit ; ora un discobolo al momento di disporsi al tiro j ora due figure aggrup pate come alla tav. xxxvi. 9. 10; ora un cavaliere che regge pel freno il suo cavallo, atteggiati quasi come i gruppi del Quirinale ; in fine altri non pochi soggetti di enologo tema.

*88

. Tanaglia in bronzo, a cui manichi sono connesse due mobili ruote, mediante le quali potevansi cautamente prendere e tirare dal fuoco le viscere della vittima esplorate sull1 ara senza toccarle. Pr. di Canino. 3. Arnese in bronzo di gentil forma ripiegato a guisa di manina, con la quale potevasi ugualmente attizzare il fuoco sull* ara, o ministrare le debile cautele nel sacrifizio. Pr. di Canino. 4 Arnese di altra forma all1 uso medesimo. Pr. di Canino. Vedesi fazione di un sacrifizio ta vola xcviii. 2. 5. Striglie di fino metallo nel cui manico, dov replicato il bollo d una stella, si legge letrusca epi grafe Serturius. * Museo del Collegio romano. . Altere o peso di piombo adoperato dagli atleti nell1 esercizio del salto ; pesa libbre tre e tre once. * Pr. di Canino. 7. Tuba tirrenica di bronzo. Non questa certa mente la fragorosa tuba militare s nota: bens una tuba minore diritta e ricurva, come quella che gli Etruschi usavano nelle ceremonie sacre i37 . Feoli. 8. Piccola tibia o flauto di bronzo : aveva all im boccatura un residuo della sua linguetta in osso: pare della specie di quelle tibie diritte che si chiamavano pertugiate o semipertugiate *38. Feoli.
Ijty POLltJC. IV. I I . 87.
38 <*<; . P o llu c . iv. 10. 77.

9. Casside etrusca di bronzo. Feoli.


10. Schiniere di bronzo alto a difendere la gamba intera dal malleolo fino alla parte superiore del gi nocchio. Per la pieghevolezza del metallo armadura cingeva la gamba senza anelletti agli orli per fer marla, i quali si Veggono in altri gambali. Feoli. Non pochi altri schinieri consimili si sono ritrovati entro sepolcri di persone militari : due conservatissimi ne possiede il Pr. di Canino. 11. ia. Ghiande missili di piombo, trovate ambe due nellAbruzzo. La prima colla leggenda fih ha do vu toappartenere ai militi di Fermo: Taira porta nell1epigrafe Italia un contrassegno certo che appar tenne a Esernia, o sia alla nuova Italia nella guerra sociale.
TA V . CXIV.

Aratore etrusco in bronzo, grandezza delloriginale, trovato per l addietro in Arezzo. >Nel museo del Collegio romano. Si vede la vera forma dell aratro etrusco con la stiva comodamente traversata da una caviglia, dove si potevano apporre le due mani. D ' uno stesso pezzo col temo il buris, fatto per pi solidit d una grossa radica dell albero : il vomer vi s'incastrava per mezzo de suoi orecchi. I buoi a corna corte sono di quella stessa bella razza picena, che oggid si chiama della Marca.

tgo

4 5. Vomere di ferro co*suoi orecchi tirati fuori:


pesa quattordici libbre e mezzo. Museo di Cortona. . 3. Strumenti rusticani in bronzo trovati a Chian ciano: tutti insieme erano cinquanta pezzi, riposti entro nn gabbione di paglia e fieno impastato con bi tume, indi coperto da una pietra. Una porzione di quelli sono vere scuri ; le altre znarrette o ligoni, che servivano a triturare e spia nare la terra dopo l ' opera dell1aratro. i. Altro ligone consimile in bronzo. Museo Ve nuti io Cortona.
T A V . CXV.

Etruria.

i. Testa femminile cinta di corona a destra. Due circoli entravi due linee attraverso l una dell altra ad angoli retti : di sopra lo stesso segno senza circoli. Arg. a. Nella raccolta del fu Dolt. Puertas. a Testa di Giove barbato e laureato a sinistra. Arg. a. Museo I. e R. di Milano. 3. Cinghiale selvatico a destra. Arg. a. Puertas. 4 Testa femminile laureata a sinistra, con pendenti e monile : dietro x. Arg. 3. Puertas. 5. Testa di donna cinta d'una benda a destra : die tro x. Arg. 3. Puertas. . Testa virile barbata a destra. Arg. 3. Puertas. . Lepre colcata a destra. Arg. 3. Puertas. 8 . Testa imberbe coperta di una pelle vellosa a destra.

9'

Tridente a freccia con due delfini : vicino due glo buli: leggenda etrusca J t i l l : FATLun, o Petiuna, per consueto scambiamento della vocale in. e . Ae. a Puertas. 9. Testa barbata e laureata di Giove a destra : ap presso xx. Aquila volta a destra incusa, e un' pccolo segno. Ae. 3. Puertas. 10. Testa d rcole barbato coperto della sua leo nina a destra : dietro xx. Aquila volta a sinistra incusa , e un piccolo segno. Ae. a. Puertas. 11. Testa di Gorgone cinta di una benda; di sotto xx. Due linee attraverso l una dell altra, segno ripetu tovi tre volte. Arg. a. Tipo nolo di Populonia. ia. Testa di donna galeata di faccia, con doppio monile: pesce a sinistra: due xx. Arg. 3. Altro tipo di Populonia. 13. Testa virile barbata a destra : dietro x. Incavo senza tipo. Ae. 3. Puertas.
Sannio.

14. Italia. Testa di donna coperta di galea a de stra : corona a sinistra. > > c. PAAPi. c. Dioscuri con i cavalli voltati dalle due bande. Arg. a. Nella raccolta Reynier in Losanna. 5. 3 3 V iteliv. Testa virile galeata. Tom. III. i4

102
> > c.
.

c. Un Feciale inginocchiato

sostiene una troia : quattro ligure militari in piedi pre stano giuramento , toccando la vittima con un bacillo. Arg. 2. Museo del Sig. Principe di San Giorgio in Napoli.

Campania.
16. Testa di Giove laureata a destra. SflRX c a p v . Aquila volta a destra che tiene un fulmine negli artigli. Arg. 2. Mus. del Pr. di S. Giorgio. 17. Testa di Diana galeata a destra. S f llW c a p v . Cerva lattante un bambino: tripode alla destra. Ae. 3. Mus. det Pr. di S. Giorgio. 18. Testa di Giove laureata a destra. c a l a t . Tridente a freccia. Ae. 2. Nella raccolta Reynier. Spetta alla Calazia osca di qua del V o ltu rn o , oggi detta le Galazze. 19. Testa di Giove barbata e laureata a destra : die tro due globuli. con due lettere rivoltate, e una mutata P in cambio di 9 . a d e r l > Atella. Due figure in piede, il pallio alle spalle, aventi ciascuna nella destra un ba stoncello adunco, e sostenenti entrambi con la sinistra una troia: vicino due globuli. Ae. 3 . Puertas.

Magna Grecia.
20. Testa di Minerva galeata a destra.
BAPtrer Ercole uccide il leone : clava a destra. Arg.

Puertas.

93

2 1. Cinghiale a destra fuggente, fra due circ o li, luno semplice , l altro a granelline. A O M Lo stesso tipo incuso a sinistra. Arg. a. Puertas. Una simile medaglia per avanti edita venne attri buita a Palinuro e Mei pi i3 9. Io credo che possa me glio convenire a Palinuro e Posidonia, le cui lettere iniziali si trovano nella leggenda AOM., col solo b al quanto inclinato dal monetalo : caso, come ognun sa, molto frequente in medaglie. Posidonia e Palinuro , poste s vicine sopra lo stesso mare, potevano bene essere congiunte l una all1altra non meno per con cordia , che per parentele. Il cinghiale tipo proprio della Lucania, d onde veniva la specie pi grossa : si riscontra spesso nelle monete di Pesto mutata in colonia. II Signor Duca di Luynes, intelligentissimo sopra tutto della numismatica, possiede nel suo gabi netto un esemplare legittimo di questa rara medaglia: avendo qualche dubbio su la sincerit di quella cbe ora espongo, la produco a disegno in istampa perch possa farsene il paragone. ss. Testa di donna laureata, volta a sinistra. M ETA Spiga di grano, tripode alla sinistra: alla destra : nome di magistrato che non trovo per ancora notato tra i conj di Metaponto. Ae. 3 . Puertas.

i3 g S estoh, CUuses gener, urbium, p. 16.

>94

TAV. CXVI.
1. Ercole 3 vincitore di Cicno Sca rabeo in corniola del Museo Blacas. 2. Giasone HY 2-fl dinanzi la nave Argo, col pal lio al braccio e un malleo appoggiato all* omero de stro. Scarabeo in corniola presso Don Francesco Ca relli in Napoli. 3. Tideo 4 1 - armato di clipeo e di gladio con l elmo a terra. Scarabeo in corniola trovato a Vulci. Moseo del Pr. di Canino. 4 Ercole prende le acque vive al fonte dell* Oeta per la sua lustrazione, con la leggenda flMOIA. Sca rabeo in corniola ' 4 . col turcasso agli omeri, clava rovesciata nella sinistra e l arco a terra, siede pen soso dell'oracolo sopra un masso del monte Oeta di cntro al fonte, disponendosi alla sua fine. Scarabeo in corniola. 6. Atleta saltatore con gli alteri : e per leggenda tA M iQ/l'f. Scar. in corniola. Carelli. . Ercole prende il vino con un orciuolo dal doglio nella spelonca di Folo. Scar. in corniola di fine intaglio.
i 4o Questa gemma, il cui disegno tratto con alcune altre dalle impronte gemmarie di Cades, fu gi edita dal G o b i, Mus. Flor. T. li. tav. i 4 Assai diverse sono le interpetrazioni che ne hanno dato e Goni stesso e Vuickelmaim, Pierre* de Stosch, num. 1767, e V isconti, Eposiz. delle impronte ec. num. 227. Io m attengo a pi piana spiegazione del soggetto.

5. Ercole

195 8. Guerriero compitamente armato in atto di pren dere commiato dall' eroe sedente con la destra appog giata a un bastone, o scettro, adunco in cima. Sca rabeo in corniola di finissimo intaglio trovato a Vulci. Pr. di Canino. 9. Tantalo cbe va tentando di approssimarsi alle onde. Scar. in corniola. 10. Capaneo fulminato da Giove. Scar. in corniola. Del Sig. Cav. Kestner. 11. Lo stesso soggetto. Scar. in corniola. 12. Guerriero ferito sollevandosi da terra col clipeo appoggiato all asta. Scar. in corniola. 13. Peleo presso una fontana in atto di farvi espia zione. Scarabeo in corniola del Sig. Cav. Thorwaldsen. 1 4. Uomo barbalo sedente , con le ginocchia in volte nel suo pallio, e la destra appoggiata a un ba stone o scettro uncinato. Scar. in corniola trovato a Chiusi. 15. Alipte che tiene un vasetto da olio nella de stra., e una striglie nella sinistra. Scar. in corniola, nel Museo Blacas. 16. Saltatore con gli alteri. Scar. in corniola, nel Museo reale di Parigi. 17. Ercole conducente Cerbero fuori degli inferni. Scar. in corniola trovato a Chiusi. 18. Vittoria, o una Telete. Scar. in corniola. Cav. Thorwaldsen. 19. Lustrazione d* Ercole. Scar. in corniola. Carelli. 20. Giovane che porta un anfora nella destra e un

196

basto ocello nell altra mano. Scar. io corniola trovato in Egitto: gi nella collezione di Salt, oggid nel Mut seo reale egizio in Parigi. 21. Giovane che regge con ambo le mani un vaso. Scarabeo in corniola. 22. Uomo barbato con zappa appoggiata all omero sinistro, e non so quale attrezzo a terra. Scarbeo in corniola. Cav. Thorwaldsen. 23. Due guerrieri barbati e armati l uno di contro all altro, con un ginocchio a terra. Scar. in corniola,, nel Museo reale di Parigi. s 4 Figura di uno scarabeo al vero. Tutti gli sca rabei nella presente tavola sono disegnati il doppio degli originali : eccetto il num. 17 al vero.
T A V . CX VII.

1. Biga guidata dal suo cocchiere. Scarabeo in cor niola trovato a Vulci. Museo del Pr. di Canino. 2. Quadriga rovesciata nella corsa coll1 auriga sbal zato a terra. Scar. in corniola. Carelli. 3. Biga con cavalli aliferi, guidata dall auriga. Scar. in corniola. Museo reale di Parigi. 4. Uomo con ghirlanda in mano, presto a incoro narne un porco destinato per ostia . Scar. in cor niola. Carelli.

l 4 i Hostiaquc e plena 'mystica porcus hara. Tibull. i . 2. 7,6 .

97

5. Quattro Sileni, poste a terra le otre vinarie,


tripudiano in tra loro ; un altro Sileno sedente suona le tibie. Scar. in Corniola. 6. Leooe che assalisce un capriuolo. Scar. in cor niola trovato a Orbitello. 7. Leone assalitore di un cinghiale. Scar. in corniola. Carelli. 8. Zuffa tra uo leone e un loro. Scar. in corniola, trovato a Vulci. Pr. di Canino. 9. Griffone. Scar. in corniola, trovato a Chiusi. 10. Mostro armato di un'asta, cn due teste ani malesche all estremit inferiori. Scar. in corniola tro valo a Chiusi. 11. Leone di antica maniera. Scar. in corniola tro vato a Vulci. Pr. di Canino. ia. Uccello a testa feminea. Scar. in corniola. Pr. di Canino. 13. Chimera formata della proiome di uo leone, e di quella di un gallo. Scar. in corniola trovato a Vulci* Pr. di Canino. 1 4 . Giovane appoggiato al suo pedo viatorio. Scar. io Corniola trovato a Vulci. Pr. di Canino. 15. Ercole armato di clava e d arco. Scar. in cor niola. Carelli. 16. Due figure militari in piede, con un bacillo nella destra, prestano giuramento sopra d una troia sostenuta dal Feciale con un ginocchio piegato a terra. Corniola trovata in Sannio. Carelli. Vedi ta?. cxv. i 5. 19.

ig8

17. Lo stesso soggetto di stile romano. U Feciale quivi a ginocchio sopra un rialto: le due figure militari vi prestano giuramento col gladio. Diaspro verde. Vedi Tom. u. p. 86. 87. 18. Sileno barbato sedente su di un masso, suona la lira dvanti una edicola di Priapo. Corniola di stile romano trovata a Chiusi. Paolozzi. 19. Guerriero armato di elmo e di scudo con la leggenda i l a v . Scarabeo in corniola di stile romano trovato a Chiusi *4 . ao. Congedo di due coniugati, ordinario soggetto funerale. Scar. in corniola di Chiusi. Vedi tav. xxi. 9. 10., xxvii. 4 Tutti i pezzi sono disegnati al doppio degli origi nali, salvo i num. 5. 6. 8. In queste due tavole ho unito insieme il maggior numero di gemme elrusche tuttora inedite, die mi Sono sembrate le pi importanti o pel loro soggetto, o per l arte. Buona parte di questi scarabei trovali nei sepolcri di Vulci e di Chiusi sono propriamente funerei. Altri d uso civile, bench lutti a un modo, all' usanza degli amuleti, si portassero addosso col medesimo fine superstizioso 4 3. Massimamente i nu meri 6 - 1 3. ao. tav. cxvii. non lasciano dubbio sul

i4? 11 nome degl'ilari si trova giustamente in epigrafi etni sche e latine di presso Chiusi. L in i T . 1. pag. 168., T . u.
p. 460.

>43 Vedi Tom. 11. p. 11 5. 116.

*99 loro significato funebre. Parecchie gemme di tema eroico esposte nella tav. cxvi. sono assai notabili per Parte dell* intaglio, la quale si vede portata a grande perfezione nei num. 7. 8 : indi declinata o trascu rata fino a forme irregolari e gibbose. Lo scarabeo num. 19. tav, c x v ii, se fu scolto a Chiusi, dove si rinvenne, mostra quale stile praticavasi in Etruria fatta latina : stile romano che si riscontra anche nelle sculture delle urne chiusine e volterrane. Qualora la gemma num. 16 sia lavoro di artefici Oschi, o Cam pani, come le medaglie tav. oxv. i4~i9) avremmo un paragone dello stile di altre genti italiane; ciocch pu dare qualche maggior lume alla storia delle belle *rti,
TA V . CXVHI.

1. Vaso in terra nera di Chiusi, descritto per avanti pag. a i. a. Pezzo di ambra della forma a , in cui si vede intagliata a rilievo basso la figura intera di un Sileno ' barbato, con un9anfora da vino, e un tralcio di vite con grappoli d9uva pendenti. Questo raro pezzo di ambra, il \)i notabile che siasi fin9ora veduto, fu trovato anni addietro insieme con altri pezzi minori, parimente intagliati, entro pn sepolcro pugliese. Esistono per la maggior parte presso del principe di S. Giorgio in Napoli. Non di rado, specialmente in Puglia e in Basilicata, luoghi di

200 grande mercatura nel tempo antico, si rinvegono per le tombe pi ragguardevoli simili pezzi d ambra la vorati di molte fogge. Ne furono ritrovati non pochi anche nei sepolcri di Vulci e di Tarquinia ; in specie pezzi rotondi, o fatti a oliva forati , ad uso di col lane. La Signora Principessa di Canino ne custodisce buon numero. 3. Frammento di un vaso egizio in terra colta ver niciala , trovato in un sepolcro a Vulci. Nei gerogli fici si legge il nome di Ammone e di Phath. Questo vaso dovette servire al culto : se fosse di quelli che sogliono chiamarsi Canopi avrebbe un altra iscrizione speciale *44. Candelori. 4. Iscrizioni di un anfora Dionisia d escri Ita in ge nere pag. 169 : presso Candelori. 5. Iscrizioni di un altro vaso di tema uguale: inu-r seo del Pr. di Canino. La voce ETOEI de tiasi di Bacco ci dimostra chia ramente che le trascritte epigrafi sono tante esclama zioni e invocazioni bacchiche di forma ditirambica. Per la composizione licenziosa di pi nomi uniti insieme,
i 44 Non questo il solo pezzo egizio tratto fuori della stessa necropoli di Vulci; altri ne ho veduti: in specie parecchi vasi delle consuete forme egizie in terra smaltata di color verdognolo, alti circa un palmo: v era 1 *immagine in rilievo del bue Api e di Osiride, con fiori di loto e altri simboli noti. Non mi dato di pubblicarne, coda*io bramava, il disegno, perch i possessori immeritevoli tengono oggid indegnamente celate si queste, corno altre molte cose di pregio, per farne danaro.

201

propria del ditirambo, nascevano espressioni inusate e ampollose, metafore ardite, traslati inviluppati, ar monia o modulazione di voci che stordivano udi tore : tutto si riscontra benissimo nelle anzidetle iscri? zionj.
T A V . CXIX.

i. Scena di commedia. Antica pittura alta, pal mi 2. on. 4 ; larga palmi 2. on. 2, trovata a Pom peja nella casa detta della Fontana, presso a quella della Follonica. Due principali attori mascherati si veggono in que sta scena : 1 uno in atteggiamento grave, e con asta lunga in mano, ascolta il discorso dell9altro, che fa vellando s inchina. Tre giovani senza maschera ascol tanti stanno indietro ai primi. Questa medesima pittura stala per avanti pubbli cata nel Museo Borbonico Voi. iv. tav. xviii. Io la produco di nuovo lucidata sopra il disegno fattone dal Sig. Zantb gi nel 1826, e dal medesimo fino < 1 allora donatomi. Parve al valente illustratore rico noscervi una scena del soldato millantatore di Plauto. A me sembra al contrario una scena osca burlesca del Maccus miles, notissima favola ateliana : per la qual cosa s avrebbero in questo dipinto le maschere di quel famoso Macco e di Bucco, legittimi progenitori del Pulcinella e del Zanni. Vedi Tom. 11. p. 194* 195. 2. Bella maschera scenica in bronzo, gi trovata in vicinanza di Cortona ; oggid nel museo di Leida.

202

TAV. CXX. i. Capitello in peperino con etrusca iscrizione nel l'abaco P A N X A i: lettere grandi e ben for mate. Trovato nel i 83o con altri vestigi di un edifizio entro il ricinto di Tarquinia. Vedi Tom. u. p. 225. a. b. Sezione e pianta del capitello, a. Capitello in pietra di maniera egizia ornato di fogliami e fiori di loto campanulare, trovalo a Tuecolo. Si vede oggid neir atrio della Rufinella. Era forse ricoperto di quel fino stucco, col quale gli an tichi davano ultima mano a siffatti membri architettonici in peperino, in tu fo , o in altra rozza ma teria del paese. 3. Iscrizione osca in marmo bianco a grandi let tere: (quelle della prima riga hanno a i linee di al tezza, le altre 18 linee) ritrovata a Pompeja nel i 3 t 3 allato alla chiave della volta di una porta della citt, che menava al Sarno, dove si vede scolpita a tutto rilievo una grande testa femminile, alquanto danneg giata , con lunghe trecce che le cadono in sulle spalle: pare essere una Cerere, Iside pompeiana. Cos pure nella porta di Volterra (tav. v ii.) , e negli archi dell anfiteatro di Capua , si veggono teste colossali di altre deit tutelari collocale nella medesima maniera. Bench la lapide sia rotta , iscrizione gi edita dal Sig. de Clarac r45 , e da Mazois *46 ? si trova intera e completa.
i 45 Pompej p. 84. tav. 14. v 146 Ruines de Pompei tav. xxxvi-xxxvir.

*o3
C. PDBIDIIS. G. MED. JATTED. TUC. PAMANAPHPHED. ISIDU. PRU-

Caius Popidius Caii Filius , Meddix restituit et Isidi dedicavit.

Tucticus ,

4. Iscrizione osca in marmo, trovata nel portico dorico contiguo al tempio d Iside in Pompeja. Museo Borbonico. Per la interpetrazione datane dal eh. Sig. Guarini insegna la lapide essere stata comandata la costruzione del tempio d Iside da G. Adirano nel suo testamento, ed effettuata da G. Vicinio *47. Diversamente interpetra il dotto di lui collega Don Francesco Garelli : per la permissione ottenutane posso qui esporre la spiegazione medesima eh* egli ne ha data. V. AADUIANS. v. E 1T 1UVAM. PAAMVEREIIAI. PVMPAIANA.
T E 1STAAMEIIDUD. DEDED. EISAK. EITIURAD. V. VIIKIICIIS. MR. KUAISSTUR. PUMPAIIANS, TRI (BUM. EKAK. KVMBENIIIEIS. FATTED. TANCINOD. UPSNNAM. DEDED. ISIDIJM. PRU-

Velius Adiranus Felii Comitium Universi Collegii Pompeiani Testamento dedit Huc stare. Velius Vinicius Marci Quaestor Pompeianus Tri bulium Hinc Convenientibus ad Epulum Porticum dedit Isidi ( vel Isiacis ) Dedicatum.

5. Iscrizini a caratteri bislunghi e m agri, scritte


a nero e rosso sul muro delle strade dette di Mercu*
>47 R . G u a r is i,

in Osca epigrammata nonnulla. Comm. xi.

Neap. i 83o.

24 Ho e del Teatro in Pompeja : Come si lggevano sul luogo nel Maggio i 83o. L una di esse (iorge il nome osco di Erennio.
. N. HERENNI. IIII. . . . DENDED.

mi . . . dediti dove nella voce d e n d e d (dedit) si vuol notare idiotismo della n soprabbondante. Vedi iscriz. 4* 1 * 3. 1 . 7. L altra epigrafe osca.
Marcus N . Herennius
V. MENS MELISS1I.

Velius Menius (Manius) Melissaeus, replica

un

gentilizio noto per altre iscrizioni pompeiane. Ambedue le leggende confermano, che all1 epoca di sua catastrofe l osco s usava in Pompeja volgarmente quanto il latino. 9. Frammento d1 iscrizione osca rinvenutosi nel i 83 i a Pompeja nella casa detta del Fauno. Nella prima linea leggesi p v r i i s ( Furius o Furinius) : nella se conda si riscontra 1* ufizio del Questore k v a i s s t v r , come nella iscrizione num. 4 1* 4 : l'ultima voce a a m a n a f f e d si ha nella iscrizione num 3. 1. 3. 10. Frammento di un'ara ritrovata nella stessa casa del Fauno con iscrizione osca f l w s a i : nome, a quel che sembra , di deit tutelare della famiglia. 6. Iscrizione etrusca tarquiniese, ritrovata entro il sepolcro dov erano i bronzi tav. x l i . i . 7. Cippo sepolcrale in pietra del paese con etrusca iscrizione, trovato in luogo detto Nova, mezzo miglio distante dalla Rocchetta al confine del genovesato. Le lettere sono di forma antica in questa stele: il

ao5

nome mexunemunius pare unico, siccome nella ta vola l . i. *4* 5 consueta la foggia etrusca del mo numento *49, che termina a guisa di sfera, dove ma lamente altri ha creduto vedervi effigiato un volto nmano, o sia anima del sepolto a causa di certi se gni di corrosione nel sasso non troppo duro. 8. Iscrizione etrusca in pietra scopertasi nel peru gino nel 1822, ed oggi esistente nel museo di Peru gia: la pi grande e copiosa che fin ora si conosca, con quarantacinque linee di caratteri colorati di mi nio; per saggio si vede appresso un facsim ile dei caratteri stessi. Di questa grande iscrizione abbiamo due tentativi d interpe trazione ,5: si vuol rendere la dovuta lode agli eruditi spositori; ma il vero , che dalle loro elaborate fatiche non altro pu trarsi se non che una conferma certa della insufficienza del metodo di espli cazione. La palma potr forse lodevolmente ottenersi un giorno, quando le radici vere della lingua etrusca sieno meglio conosciute per nuovi monumenti, e per nuovi studi: non debbesi disperare di nulla in un se* colo che ha ridonato la vita ai geroglifici.
148 Ovvero antinome e cognome : Mexu Nemumus. 149 Mus. Etr. T . m. tav. 24* *6 1 50 VntMiGLioLr, Saggio sulla gr. iscr. etnisca. Perugia 1824. Cam pa*a h i , sopra la grande lapide etrusca. Giorn. Arcadico. Tom. xxx.

p. 293. eqq.
FIN E

TAVOLA ANALI TIC A


DELLE MATERIE

mula e bellina, citt della Campania. I , *83. loro epulo sacro, 282.

Botioan, nome generico degli indigeni, o eia paesani. I, 19. assegnato ai primi abitatori dItalia, 20. 65. Anuzzo, antichi suoi abitanti. I, a43. A ceh eh a, citt della Peucetia. I , 3 i 3.
A gsrra ,

citt della Campania. I, 283.

{82. S24. 325. 3a6. dottrina etrusca. Ili, 16. libri detti Acherontici. II, i 38. 176. A chille bambino. III, 135. col parazonio, 137. riceve le armi da Tetide, 125. Acom niu, o Aquilonia citt degl Irpini. 1, 262. A ddio coniugale. , 21. 91. 198. A dria Veneta, colonia dei Toscani. I, 110.
A chei, loro colonie. I , A cherohtica Adua

Picena. I , 122. ripopolata da Dionisio il vecchio, 123. suoi assi con pegaso volante. II, 3io.
distretto nel Piceno. I, 206. (Mare), co chiamato dal nome d'Adria. I, 110.

A dbiavo , A driatico

A ssa i,

II, 36o. appellatione generica in lingua etrusca diddio. II, 104.


antico popolo della Sardegna. 11, combattuto per mare dagli Etruschi
e

A esaboveksi, A gatoclx ,

Cartaginesi

A gi i l a

II, 55. antica e trafficante citt dell Etruria. I , 43. vedi Cere. A g illesi, loro combattimento navale contro i Focesi.II, 49 messaggio a Delfo, 155.

Tom.

III.

i5

.ao8 Agiteli.a, simbolo del Lare. HI, 47 A g r ic o ltu r a , pone i fondamenti della civilt in Italia. I , 22. congiunta colla prima mstituzione dett Etruria, 106. del San* nio, 260. e generalmente degli altri italici. II, 269. s tr e tta mente unita colla religione, 96. 180.
A la t r i , citt degli A lba, Alba

Ernici; avanzi delle sue mura.

1, 231.

citt del Lazio. I, 214


dei.Marsi. I , 249. vestigi delle sue mura, ivi.

Albebi indigeni in Italia, atti alle costrazioni civili, militari e navali. I, 126. II, 277. materia di traffici. II, 2o 3. Albunsa, Sibilla di Tivoli. I I, 34 Albbia, citt della Corsica, fondata dai Focesi dell Ionia. II, 49 A lessammo Molosso, re d Epiro, fa querla ai Romani contro i pirati Volsci in pr dei Tarantini. I, 237. Alfideiia, o Aufidena, citt nel Sannio. I ,
i 9 5. 26 8.
A liptb, con vasetto e A llite ,

263. sue mura,

striglio. I l i , 195.

citt nel Sannio. I , 162.

Alpi, loro estensione. I , 3 i. sconosciute ai Greci antichi, valicate dai Galli al tempo di Tarquinio prisco, ivi. Alpini (Popoli), incerti; io parte di razia celtica. I, Amazoni. III, 120, i 45. A mbra (Lavori, d) trovati nei sepolcri. I li, 199.

32.

32.

Amenti (Dottrina deir) cognita agli Etruschi. I, 38. II, 177. monumenti relativi. Ili, 16 e seg. Ameria, citt dell'Umbria, sua antichit.
Amiterno,

1, 77.

prima sede dei Sabini. I , 193. 247 sue rovine, ivi. A mucla, citt degli Aurunci. I , negli Ernici. I, 23. sede dei paria menti nazionali, ivi. antichit e avanzi delle sue mura, 231.

Anacni

Arassila,

signore <li Reggio. II, 55. fortifica Y Istmo Scilleo, ivi.

A ncaria, divinit venerata in Fiesole. II, 112.


Ancona

, fondata dai Siracusani fuggenti la tirannide di Dioni sio il vecchio. I, 123. 20 5.

aog A*co*a bidentata, e Sprone delle navi, intenzioni attribuite agli Etruschi. II, 3oi. Boa. Anelli A*oro ne* sepolcri etrinchi. HI, 69.
Arra p b b ir i , itiadr di fecondit. H , 1 ^ .

Amo Magno toscano. II, t j 5 * 191. solari degli Ctrusuhi, e sue divisioni, 191. A nsano, citt dei Frentani; sue rovine. I, 164. AifSiimnr, popoli nella confederazione dei Marsi. I / 1 ^ . A ntemna , citt della Sabina. 1 , 199. quindi del vecchio L a zio, ivi.
A ntichit*. tedi ,

Monumenti.
9 ^

popoli confederati dei Marti. I ,


scrittore

A n tio co , siracusano,

diligente delle antichit italiche.

I, 4*
A nxub. vedi

Trtocina.

Ara , loro pirateria, f , a38. navigatori, 337. A nzio , citt marittima dei Volsci. I, * 35. avanzi dell'antico porto, 237. A pollo, non meritovato neH Tavole Engubie. Il 1 3o. dett dagli Etruschi Aplu, con voce grecizzata, # W . figurato m pa* tere. IH, 76. Apollo Delfinio, <47* Apollo e Diana* ( bar buto venerato nella Siria, 137* ApolU ad Ereole, 140. A ppennini, loro estensione geografica. I, 169.
Appitli, popoli della lapigia. I ,

3n .

loro industrie e ricchez

za, 3 i 8.
Apkusto, citt di A puani ,

Luoania. I , 3 n . popoli della Liguria marittima. II ( r3. A q uila , col fulmine negli artigli. I li, 192. A quilege toscano, sue finzioni. I l, 189. A quilonia, vedi Auttunnia
Aquino,

citt

dei

Volsci.

I , ? 34

A im o , sua prima forma. II 274 degli Etruschi, ivi. figuralo in bronzo. Ili, 189. Arcuia, di Corinto, edifica Siracusa. I l, 39.

210
trionfa pi volte dei Messapi. I , 3i 6t promotore di prosperit e di scienze nella Magna Grecia, 3a8. 33& Ar ch itettu r a dei Toscani, o Etruschi. II, 222 e teg. Edifizj, 3 e seg. ordine toscano, 225. Portico, invenzione etrusca, 227. Tedi Portico, Capitello' con etruma isamioae. Ili, 202. di foggia estrusca, ivi, Abdea, citt capitale dei Rutuli, I , 224*-so* pitture, > W * ric chezza, * 25. Ardeati, una loro colonia fonda Segnato in Upagaa. I, 224 II, 57. A rdiei, o Yarei, popoli attenenti agli Illiif I , 178. A rezzo , citt Etnisca, f , 233. sue mura, ivL anfiteatro, 234* A ricia, citt del Lazio. I , 2 14 . tempio di Diana. I , 21& sua costruzione. II, 224. Arimho, Lucumone toscano. II, 67. sua sedia reale in Olim pia, 39. Armatura grave e leggiera dei diverti popoli d'Italia. I I , 282 e seg. in broozo. Ili, 189. Armi e scudi degli Etruschi e d*altri popoli d Italia adottati
A r c h it a ,

poi dai Romani. II, 284 e seg.


m bronzo ad uso dei. sacrifizj. Ili, 188. A rfi, citt della Puglia. I , 3 (2 . A lm o , citt dei Volsci.'I , 234 antichit mentovate da Cice rone, 23i. Arte del disegno in Italia. II, 221 e seg. stile toscaaico imi tante legizio e greco antico, 229. a 3 i. A rte della guerre. II, 280 e seg. A rte fici Etruschi. II, 265. A rti dell' Etruria in particolare;1 perizia degli Etruschi nell'ar chitettura. II, 222. nella statuaria, 229. nella plastica, 234. nella toreutica, 239. nella pittura 241. nell'intaglio in gemme, 244* m lavori a graffito, 248. in figuline e pitture di vasi, 249 e seg. del disegno coltivate dai Campani. I, 288. A rti liberali in Italia. II, 221. 238. vedi Belle girti. A rti marine degli Etnischi. , 3ot e seg.
A rresi

an Arusratss, titolo etrusco di alcune comunit nel Veronese. II, 3a. A ruspici , loro instituto. II, i 3y. i 53. 175. Aruspici fulgurato ri, . loro celebrit, i 43. Aruspichia , ectenia propria degli Etruschi. II, 139. notioni na turali nascoste otto questa dottrina, e loro rapporti colla po litica, i 4o e seg. sua. grande autorit e durata in Italia. I, 160. II, J 34. Aausncm (Libri). I I , i 38. Arvali, Collegio sacerdotale; utilit del tao Stabilimento. II, 137. < 49 53. 270. Ascou, citt del Piceno. I , ao5. Asc o l i, citt dell Puglia. I, 3 )s. Assi, antica moneta italica. II, 3og. delTAdri Picena col pegato, 3 10. A stronomia, coltivata in Italia. II, 190 e seg. A toaa, citt della Campania. I, 284. eoe medaglie. Ili, 193. Atbllahb Favole, tedi Favole, A to r ia ti, sacerdoti ITmbrj. II, i 54. , terra marittima dei Marracini. I, i47* *49 3 7* Atuia , citt dei Volsci. 1, * 35. A tla n ti, figurato in patera etrusca con Ercole. Ili, 48. Aititi . DI, 128. lodi atletici. 194. At H ori assalito dai veltri. Ili, 169. Automa. vedi Alftdena. Aulo Metello, detto lArrngatore. I l i , 64. Aura, Ninfa seguace di Diana. HI, i 3 i. . vedi Satrnia, Aururca, detta dipoi Setta; tua situazione. I, 240. Auburo, abitatori dell alto Appennino. I, 29* ^7 a^9 * vinti dai Romani, . vedi Osci. Ausori, abitatori della parte inferiore d'Italia. 1 , 162. vedi Oxci Ausonia, antico nome di una parte dell'Italia meridionale. I, 59. 63. 216. vedi Opicia. A usonio (Mare). I, 162.

ai a

B
B

divinit grande degli Etruschi; euo culto e misteri. II, i8. iaa. 161. I li, 6a. tSf. dotto V*aia% 108. con altro soprannome Pkuphiuas. I li, 17X altrimenti Bacco Zagreo, Ctoaio, e Sabazio. II, 109. aS^. HI, j 53. istitutore dei Ludi equestri, ginnastici e funebri. I li, io 3. identificato col dio malo, o Bacco infernale. II, 109. a5. suo tariate formo nei tnaeiuneotL 108. 56. , 34 rappresentato mas simamente nelle pitture dei tasi, a5y. Ili, 174. sue imma gini. Ili, 58. 59. 86. n 4* iao. j 34 >58 e seg. suo culto in Sabina. II, la i. sue relazioni con Apollo, Diana e Mer*
acio ,

curio. HI ia$t *61. B a l a b i , antichi popoli della Sardegna. II, 4 1" B alsamabj. Ili, 164. Barzu, terra della Lucania. I , 3o3. 3 i 3. 317. Basi, citt della Peucezia, e d'origine greca. I, 3 i 3- sue me daglie. I li, 193. Barba cuneiforme III, aai. frequente ne* monumenti etruschi. Ili, aa. 37. 55. 58 i 5a. Barba, terra principale degli Orobi. II, 3o. Bassi rilievi Volsci. I, a 38. Ii, a 3 .o > 1U, 93 B atulo e Rurao, Castelli costruiti sul Sarno dai Sanuiti. I, a68. Belle A sti, loro stato antico e florido in Italia. II,. a a i. a 38. Bica co'cavalli aliferi IU , 196L Bolla d'oro, nobile ornamento presso gli Etruschi. II, a08. I li, 63. 64, 68. B ologna, detta Fflsioa, una delle dodici citt deli Etruriaset tentrionale. I , n o . Bolsbra. tedi Polsini*. B o ia , Dea, H, i$$. tramutata in Eoate, Semele e Giuecea, 159.

Itoseli acri I

17.

Boti d'Italia. I l, 376.

ai3
capitale dei Sanniti Pentri. 1, 261. vestigj di sue mu ra, 263. B id diii, citt della Messapia, I, 3 > 4 tuo porto, ivi. B rini , popoli della Liguria mediterranea. I I , 10. i3 . B ronzi etruschi figurati di varie specie. IH , 28 e seg. Bnuzzi, popoli della stirpe dei Lucani. 1, 299. loro sollevazione contro di quellit ivi. nuovo stato politico, 3oo. dettr bilin gu i, ivi. Boga, terra dei Frentani sul mare. I, 264* Bvcco. tedi Macco. Busserto, o Pisso, colonia di Reggio fondata da Midto. I, 168, 297.
B o v ia n o ,

c
C jariri, introducono in Etruria i misteri di Bacco. 1 126. U , 107. I li, 73. C agliari, vedi Cardi. Calam i, popoli dellMtelia meridionale. I, 3o6 . 3 n . C alasarna, citt deila Lucania. I, 3o i. C a la ua , dtl della Campania. I, 283. sue medaglie. I li, 192. C alcidesi, u n iti agli Eretriesi occupano Pitecuea, o Ischia. I , 279. indi Nola, 280. loro colonie nella Campania ed in Cu ma, 323. C aleno, citt della Campania. I, 284. C amars. 1 , 81. edi Chiusi. Camene, Ninfe propizie ai vati. II,. ig 3. C amertmjmrri , cos detti da Camars. I , 81. C amesena , sorella e moglie di Giano. II, 6 . C ampani (Nuova repubblica dei). I , 278. inventori dei giuoebi gladiatorj, 287. 3o8 . loro lusso, 287. 289. arti del disegno da essi coltivate, 288. vasi dipinti io terra colta, 288. II, 265. monete. I, 289. III, 192. tnge osta. I, 289.

3(4
C ampania, tifila*gi Opida, tua estensione. I* 371* posseduta dagli Osci, ed in parte dai Greci dell*Eubea, 373. 175. oc cupata dagli Etruschi, 118. 273. I li, 116. suoi cambiamenti politici, 276.
C ampi Fiegre. I , 1 7 1 . C amuv,

popoli degli Euganei. II, 3o.

Cahdblabki tirreni, pregiati anche neHAttica. I I , 1 3 7 . figure di essi. III, 53. Gufopi (Vasi in forma di). 1, 38. II, 110. a5 i. Ili, 8 e seg. Casosa, oilt della Puglia. I, 3 ( 3. C abusivi, bilingui 1, 317. Cip ambo fulminato da Giove. I li, i8a. 195. Capeva, colonia di Veio. I , 4 C apillati, popoli della Liguria marittima. Il, ia. C apua, detta in avanti Vulturno. I, tt8. 278. suo nome oscq, 378. descrizione, a8a. medaglie. I li, 194. CapoAm. vedi Campani. Cahacdi, Sariceni, popoli confederati dei Sanniti. I, 260. a63. Cabali, o Cagliari, citt della Sardegna. II, 4 C abm Arvali. , 126. dei Fauni e dei Vati, 193. Salj, .Sa liari, 116. Saturnj. I, a 5. II, 193. SibilUni. II, i 44* Cahovda, Legislatore di Reggio. 1, 3a6. C absbou , citt degli Equi. I , aa8. CABTAonresi, loro conoordia cogli Etruschi. II, 53. combattono insieme, con essi i Focesi dell Jonia, 49* ** fanno emuli alla potenza navale degli Etruschi. I, ia 5. primo trattato con Roma, a* 4 lro colonie in Sicilia. II, 38. in Sardegna, 4 invadono la Corsica, 49 C aso, o prischi Latini. I, 175. 2 ( 3. Casilmo, citt della Campania. I , a 83. Casmobati, popoli della Liguria mediterranea. II, i 3. C asside etnisca di bronco. III, 189. C assito ; citt dei Volsci. I , 3 tolta dai Sanniti ai Volsci, e quindi da essi recuperata, 234. * 35.

ai5
C irrosi e Polluce. I l i, 72. C avallo, simbolo dei paesaggio dell*anime alla regione dei morti. H I, 16.*55. 178. Cavallo di Troja. IH. 74. Caudini-Sanniti. I, 348 261. C audio, citt del Sannio. I , 201. vallate divenuta celebre. vedi Forche Caudine. Cauloma, sua origine Aphea. I, 3* 5 . C avalli, loro razze rinomale in Italia. II, 276 Cechia, cognome gentilizio di famiglia Volterrana. 1, 141*111,180. Cbcma, Filosofo etrusco. II, 209. Cecina, Scrittore di storie Etnische. 1, io 3. n 3. di dottrine ful gurali. , i 83 . Cecina, Fiume neUEtruria. I , i 4 > * C ellelati, popoli della Liguria mediterranea. I I , i 3. C im elio , citt della Liguria. II, 18. Cote Etnische. I l, ao4* Sabelle, 201. ferali. III. io 5. 182. Centauro. , 159. CEftDiciATi, popoli della Liguria mediterranea. II, i 3 . Ceke, vedi Agilla. Cebbeb, suo eulto in Italia. I, 17 in Etruria. U , io 5 . divinit componente la sacra triade etrusca, 107 detta Panda 121 Cerimonie funebri. II, t 49 * 187 e seg. , 85 . i 5o. e riti di Bacco. II, 161. 164. proscritti per tutta Italia, 164 C i b i t i , o Agillesi. I , t 43. II, 155. C erva, simbolo di propizia deit. , 118. 192. Canna*, statua in bromo. I li, 62. vedi p. 72. 197 Cnono annale, segno numerico presso gli antichi Toscani II, 179. 180. Carusi, o Cornar, citt Etnisca. I, 4 antichi monumenti in essa scoperti, i 4 t IH, 6 e seg. sepolcri. II, * 45 . HI, 108-113. Ckxopes, Ciclopiche (Mura dette); costrmioni poligone irre golari. I, 194*198 II 296. Ciosau nevmonumenti etruschi. I li, 29. rgo. ig 3 . G hocstalo, d ii sim boleggi. I l i, 164. Citaredo toccante la lira. Ili, i45.

?6
C itt principali dell*Etruria. I , i 5 i e seg. citt confederate, loro condizione. I, i 3 i - i 33. Civilita', suoi progressi naturali cause del tuo avanzamento

in Italia. I , 36 e seg. Cetano, Imperatore, scrittore di storie etnische. I , io 3. ora* zione al Senato, ivi.
Clientela presso gli Etruschi, Sabini, Latini, Volaci e Sanniti.

II, 7* Cutbbjvio, terra dei Frentani. I , 364* C ollare muliebri trovate negli scavi etruschi. Ili, 67. C ollasu, citt della Sabina. I , 199. C ollegio, degli Arvali e dei Salj. II, 137. 149 270. dei F* ciali, 86. C olomba , simbolo proprio della religione fenicia ed etnisca, III, 33 . Golori* sacre. I 33. II, 6. CoMisno, citt degl Irpini. I , 362. C ommedia, scena di essa in antica pittura. I li, 30. Commercio degli Etruschi e d'altri popoli d ItaHlu II* 3o3-3o9 CoMFLiof e Concenti, nomi dei grandi Dei d* Etruria. l i , 103. Cohpucteria, citt della Campania. 1 , 383. Gozirabraziorh , rito simbolico. li, 83 . vedi MatrimomiL Cchfedbaauorb italica su* antichit. I, i 43 Etnisca *4 *46 e seg. Latina. II, 3o4 C ori, antichi abitatori dell'Italia meridionale. I, 393. derivazione egizia supposta del loro nome, 395. cacciati dalla loro sede dai Sanniti, C oria, territorio ne!) Enotria. I, 395. Corsa, citt degPkpini. 1 , 363. Conserti vedi Complici* C o n im vedi Giamo. Corvito sacro annuale degli antichi popoli Campani* 1 , 384 dei Lucani,3o 3. pubblico o Sodata, 396*. lunereo figurato in monumenti di scultura, III, 87. 182. in pitture di sepol* cri io 5 e seg.

317
Convoglio funebre* III, i 5o.

CoiFimo, metropoli dei Peligni. I, 348.


C orn eto, sue grotte o sepolcri, xedi Tarquinia. Corona d oro dei Lucumoni. II f 67. fregio d onore dei lin e i

tori, 391. Comica (Isola di), sua deemione. Il, 48 in possesso dei To* scani, iW. occupata dai Cartaginesi * 49* carattere dei suoi abitanti. II f 4 1* 49* C orton a, citt etnisca. If . II, 309 sue mura. It 4 .pianta della citt. III, 3. C o se n z a , citt dei Bruzsi. I 3o3 .

Cosmogonia degli Etnischi. I I , 174

Cossa, sue fortificationi. I , i 44 colonia dei Yolcenti, e quindi dei Romani* > 45. i 47 Ta^ ed altre antichit ivi scoperte, > 48. antichi edifizi sepolcrali, ivi. mura, 196. II, 309. Ili, 7, pianta topografica. H I, a. Costruzioni etnische, loro carattere. 11, 33 1. Costumi ed usi in Italia. II, 378*. 388 e seg. C otu rno , ia qual .senio fosse mieto H I, 10. C re te s i, loro colonie nella Iapigia.,1, 3p6 . C ro to n e, fondata dagli Achei. I, 395. 3o8 . 334. Crustum eria, citt del Lazio e gi attenente all Etruria. I, a i 7,
C u c u m e lle . vedi

Tumuli.

C u lto degli Etruschi, vedi Religione.

Cuma, fondata dai Calcidesi d Eubea. I, 378. suo assedici impreso dagli Etruschi, 376. Battaglia navale sostenuta con Ir degli Etruschi, 381. C umani, loro inimicizie cogli EtruschL I, 3 7 citt da essi fab bricate, 379.
C upra
montana

marittima*

colonie

toscane,

loro situazione.

1,

133.

Cura*. vedi Giunone-

Cure, terra della Sabina. I, 300. luogo dadunanza dei con

3(8

D
D r u bacchica* 111, \S5 . D ardi e T bicalli, trib dell'alta Albania. I, 179. e Monadi, trib della Puglia. I , 179. Dauki, popoli della Iapigia. I , 3o6 . Dauhu, parte considerevole della Iapigia. I , 3 n . Dmicm sepolti co* simboli dei nomi. 1, 89. D o maggiori deH'Etniria. II, 102 e seg. differenti da quelli della Grecia, 11 3. Indigeti. II, 11 5. figurati nei monumenti. I li, 33 . 5 (. 184. Fatidici, vedi Oracoli, vedi Divinit. D xlvbtoo, divinit tutrice di Gassino. II, 124. D emiurgo, supremo Ente. II, 101. Demoni. vedi Gemi. Dia** col modio. , 126. Diana Artemide, i 3o. e Atteone, 162. galeata, 192. D u u t t i italici antichi. II, 3 i 8 e seg. vedi Lingua italica DicEABOQAy Q Pozzuoli , citt fabbricata dai Cumani. I, 379. D istrica , a Medichila ginnastica esercitata in Italia. II, 188. vedi Medicina. Dusfatkb, come rappresentato. I li, 4^ 49 Dionsio Cabirico. vedi Bacco. D ioscobi. l l l r 7 e. 191. D iritto Feciale. II, 86. D i t t a t o r e , sommo magistrato dei prischi Latini. I, a i 5. II, 7 9 . D ivdiauovb. II, 129 e seg. Divoiita* proprie degli Etruschi. II, to 3. dei Sabini, it8 . degli Umbri, '121. dei Latini, 127. Domns, austerit dei loro costumi presso i Sabini, i Sanniti ed altri popoli d'Italia. II, oi. costumi di esse pi liberi presso i Toscani, 204* vestiario presso gli Etruschi, ao5, 206. pre rogative onorevoli, 128. Dorici, loro colonie nella Puglia. I, 3 ia. citt da essi fondate,

a*9 3 ts. introducono in Italia certo rito di vergini che vestivano a foggia di Furie, wL
Doairoai. Ili, 119. .D ottoa fulgurale degli Etruschi. II, io 3. i 4*. 181 e seg. teo* logica, 173 e seg. Pitagorica in Etruria, 174* D ualismo , principio sommo della mitologia etrusca. II, ioa; u 4 - 117 178

EeumuTi, popoli della Liguria mediterranea. II, i 3.


E can m , mostro onendo. II!> 61 Eclajio, citt degli Irpini. I , afa. vestigi delle sue mun, Mi E m , antica magistratura. II, 80. Bornio, Tusculano, dittatore dei Latini. I , 3 6 . II, 79. E gitto, sua influenza nella civilt delTEtruria. I, 57. 137 nelle arti, a 3Q. * 5g. E gh azu , citt della Peucetia. , 3 i 3. Elba (Isola dell9), posseduta dagli Etruschi. I , ia& II, 5o. miniere di ferro. 1 , ia& II, 3o4E lba, vedi Velia. E uxma e mortella indizj di rito bacchico. I li, 94. E mahativo (Sistema), si rappresenta nel panteismo degli E tra schi e nella loro filosofia. , ioa. 173. E mbaatub (Imperatore), nome osco del generale supremo delle arm i D , 78. E hba con Anchise, Creusa e Ascanio. , 4 . E i m vedi Veneti. Ehotei, antichi popoli d Italia; loro situazione. I , 60. 83. 282 cacciati dalle loro sedi dai Sanniti, a8a. E motbu, antico nome d una regione d'Italia. I, 62. i 64* detta terra del vino, 57 H, 375. E hotbxdi (Isole dette). I , 60. E rA sm u, popoli della Liguria marittima. II, n i

*2 0

E n o u n (Spinte. IH, go. E qui, o Equicoli, popoli indigeni d Italia. I , a Roma nei primi suoi secoli, 328.

2 17 .

formidabili

Eque Wrrcus, citt del Stranio. I , 364.


E s c a ti, popoli E boolb.

della Liguria marittima. , i 3. Ili, 35. 36. 45 . 74* 75.inerbate, tgr. citaredo, 160. colla clava e l'arco, rg7. col turcasso, ig4- col gldio, v4^. con ducente Cerbero. ig 5. vincitore di Cicno, i 63 . 19$ uccide il leone Nemeo, i 4 * ig* H cignale d Erimanto, 3. 146. e Busiride, ifyi.. stermina i Centauri, i 48 . combatte con Apollo pel tripode, i 4o. sua lustrazione, ig 5. deiBcato, 1 4 r* Ercolaho, citt della Campania, oocupata dagli Etnischi. II, t u . 375. tolta loro dai Sanniti s 5g. sue dovizie 279. Ebdorra in Puglia. I , 3 13 .
Ebdorea , citt degli Irpini. f, 163.

E ritreo , capo de9 misteri bacchici in Eieusi. Ili, i 3 i. Ebioci, loro situazione e territorio. I , 238. originari degli Osci, 239. Esbbnia, citt del Sannio. I , 261. sue mura, 363. E sfebia , nome antico d* Italia. I , , 5 g. E ttore, Andromaca e Astianatte. I l i, 148. Etruria antica. I, divisa in dodici popoli, ro8. 10. sua potenza e costituzione politica 136. arricchita dall agricoltura e dal commercio i 53. Etruschi, Toscani popoli originari d Italia. I, 44 * 98 denominati per innanzi Ra^eeni, 44 I01 detti dai Greci Ti/+ seni o Tirreni, e dai Romani Tusci o Etrusd, 103. creduti originari della Lidia 96. 100. guerre con gli Umbri, 79. io 5. potenti in Italia e formidabili ai Greci'prima ohe fosse Roma, 102. Annali etruschi, 3g. 108. II, 384. antichi scrittori delle loro istorie. I, 103. governo politico 108. II, 75 e seg. governo federativo. I , 3 . II, 66. lavori idraulici fatti alle Paludi Adriane. I, p ii. 335. II, 379 soggettati i Volsci si estendono al di l del Garigliano, e si fermano nella Cam pania. I, 117. 376. occupano i litorali di Corsica e vi fab-

mi
bricano Nicea i s 5. II, 4^ potenza esterna ed inferna. I , 128. 137. colonie da essi fondate, i 3?. 1^6. istituzione sa cerdotale, 3 U , 172. Dignit. II, 104 e seg. tentativo di navigazione in una delle isole Canarie, i 43. assediano Clima. I , 276. guerre coi Liparioti. II, 55. Legislazione, 60. g 3Li bri sacri citati, i 38. 273. Medicinas 188 e seg. Anatomia, 189. Astronomia, 190. Poesia*, rg 3. Mugica, ig 5. Storia, 197. Letteratura, 198. Giuochi e spettacoli, 210 e seg. usi e costumi, 200 e seg. riti funebri, 214 e seg. Arti deldise gno, 22r. Pittura, 245. Statuaria, 233. Architettura, 222. ar chitettura militare, I , 3. II, 2o5 e seg. arte della guerra e leggi militari. I , <33. II 181 e seg. Agricoltura, 269 e seg. potenza navale. I, 149. i 5 i . navigazione commercio, i 52. 153. , 5 i . 58. 298 e seg. piratera.A , 124* , 299. Monete, 309. Lingua, 3i2. 3 i 8. Euganei, antica loro dimora. , 24* discacciati dai Veneti, *iW. incertezza della loro origine. , 24. popoli del loro nome, 3o. Colli Euganei, 25. EtTGU BuvB (Tavole), monumento d antica liturgia. I, ro2. 129. 137. i 55. 329. origine della loro denominazione. II, 124. N. 106.

F F abio Pittore, primo annalista di Roma, segue le narrative


F alesia ,

greche. I, 47 sede antica dei Siculi. I, 69. indi degli Etruschi. II, 106. 129. F a l l o , suoi celati misteri introdotti in Etruria. , 108. fattiv i s i licenziosi; i6 r. s 5 i. introdotto m Sabina e sculto in 100* munenti, 121. I li, 7. 73. Famiglie Etnische conosciute per iscrizioni lapidarie. II 323. F atali (Libri detti). II, i 38. i 83. F a tu a , vedi Fauna.

i
F F
auna auno ,

, Fatua moglie di Fauno; antica divinatrice. , 147divinit misteriosa del Lazio, e suo oracolo. 1 , 216.

n , 134.
F
avole

introdotte nelle istorie dei popoli Italici. I , 44 e 8eg Favole Atellane, cos dette da Atella citt della Campania. , 194.

Februb, purgazioni dell anime. I l i

9 88.

F dbuo , Ministro della morte. II, 122. F a cu u (D iritto), in che consistesse, e da quali popoli osser vato. II, 86. F acuu (Collegio dei). , 86, ano capotivi, vedi III, 192.197. F elsina. vedi Bologna. F o n a , loro colonie in Sicilia. II, 37 in Sardegna, 4< > F erentini, popolo degli Ernici. I , 228. avanzi delle sue mu ra, 23 t. F erentino (Luco d i), luogo d adunanza dei popoli Latin. I , 216. F erento , citt delia Peucezia. I , 3 13. F erie Latine. 1 , 216. , 147 F ir m o , citt del Piceno; suo navale. I , 2o5. Feronia, citt marittima della Sardegna. II,. 46 F eronia, divinit indigena venerata dagli Etruschi, Latini, S a bini e Volsci. I , 142. II > n o . F escennia, antica sede dei Siculi. I, 69. F escennini (Canti), cos detti da Fescennia. I , 200. F e ste , cerimonie e pompe sacre. II, 147 e seg. F este Palilie. II, 148 278. Lupercali, /Vi. F ibule d oro trovate ne sepolcri etruschi. I l i , 67. F idene, citt del Lazio* e colonia degli Etruschi Veienti. I, 116. i46. 217. F iere e mostri, simboli del malo principio, figurati in monu menti. II, 116. 255. III, 39. 57 e seg. F issole , citt etrusca. I , i 45. avanci delle sue mura* e di an tichi edifizi, 146. I li, 7 suo circuito. II, 209. pianta topo grafica. Ili, 3. 6.

ai3
Filosofia politica, divina e naturale degli ElmcbL , 170. e seg. P u h h , o figlio di Giove, della religione Sabina e degli Um b ri n , n 3.

Fiacco (Valerio), scrittore storie etnstfbe. I, mh ii3 . Pochi della Ionia, stabiliti in. Corsie: II, 49- loco battagliti navale contro i Toscani i i Cdrtagaieai, m. fendano Alari in Conica, ttf* indi Velia in Lucania. I, 169. ^3L Foiooai (Scienza dai). I l, ?83 e seg. vqdi Pttrmm FutgunAi/ Fool, citta dagli amaci. 1, a fi. suo lago ed isola gaM eg
gianti, M. Foitn sacri. V, Lajfti...

Foacu cm tm

alle odici del Tabacco*!, 'et. II,,87 .

Foasrra sacre, vedi Fobicia citt degli Aurunci. I, i | t . FoaTVKUxtom degli Etrltchl d'altri popoli d iUlia. U a g l.

3ea. di jir*hi(eUnra mUkare*


F otd h divinit deli saera Uriad* tftmaca. .Iti*, denani-

Dajaffuitia, 169,; detta primitira ftancstte <18> w i i ia in Aakio dai Voteci,,! 34*. ^ FoMB riufTua, ppme degb Etr9<cli. l i it t . Fw m u*,, citt; d aiSidicini,. conquistata dai VoM . I, a34, F io tta, popoli Sanniti. I, a56. loro situazione c joiit a63. a64- lingua, ivi. monete, 264 . 65 . .
Fami, popoli della Liguria marittima,!! .ifr Firoso (Lago) ne Mersi. I , a4^ Foicvaui (Libri detti). II , 3.

F unbeau presso i Toscani. II, ai4 9 o. Ili, i$0. rappresetftati in monumenti. III, 85. i5o. Fumoni e Pompe sacre istoriate in monumenti di Spwllwr*. }II,

8a. 84. 88.

v t a b i o , citt de) Lazio. I ,

2 4

G iitirf citj dagli/taratoci; I, a f f . ,Qammalo* tia,<ii .^tortet* 1, i54-

fjr*H<H m*r Proment .* '3o 5 * :


G a b u li,

popoli delb* Liguria tueri Rina . *i 1

Gkaau fatuarie. IT, o43 0 eegx III^ ,194* ' 199.

Gtii bueiteinalir figurati ei mdmtaMMitituefe. fl) 11S ! 18I


III, 12. 19. 91. 100. 179-180.
G e n o a ti , popoli della Liguria marittima.-,

m iav*,jd u della LigiinA. it / 3b6* luogo A Mealo * 807; *


G e b a b cb ia sacerdotale etnisca. II* i& t,

Geiunio, citt della Puglia. I, 2 *4 .CptAjijfe miK Mi 1pitnbo. i l , 5.

48g.

Giano e Saturno, riguardati p ff (M itt^^clbion^ MWe 'M m i e regi dfgM aWrfrt tfIta,JIv *& > voraftfome institutori M fiviciyilfiiW lIIi, #o* dftfuM ^riDtiTe d ltb fii) ivi. 23). II, 98. Giano bifrnte veterUtfegR **59. 129. quadrifroat voiiert^o fa flerk, ^rWJCoflfciVk*, opr* pagatoli -Mi* ftnfcriv gtfete; 15 itovuotate tll arti ergrariej 97* 2 7
G iasone dinanzi la liavfc Argo HI* 9$ G innastica usala m ^ tmrii W x1 Gioino civile presso gli Etrutehi e g l i Umbri! il * t g i j Giove, divinit primaria degli Etruschi.', *tera. , 2ft. dett Ai nirtmt: H j i 4 (A^iHtur.. I; a ^ II, t*5. 1Apjtetmftio* i * 3. Cacuno, 1V1. Laziale, 127. Lucezk). tf, rtg . Titm , 112. Imjxv ttM / 127 bhrftt teuretaf. IH, 196; 193. Giove, Giunone, Mercurio ed altre deit, 124. Giunone. I l i , 79, divinit primaria degli Etruschi. II, io{. 118. detta Cnpra, ivi. Curiti, 120. Lanuvina o Sospite, 129. come effigiate ne' monumenti etruschi. Ili* 35.

Gntocm gladiator), inventali dai Campani. I, 287. I I , 257. At letici, 213 . Circensi* 211. Scenici, 188. G iuochi e Spettacoli pretto gli Etruschi. I , 216 e seg. Giudici raumfkll m u t bassorilievo. H I, 18& 1

Gualcali vedi ScUe. Gcmaom, immagini deMf figurate in1vdsied fa tti ttiorionintt. Ili, 168. 174 191 loro signifittito* 170 e seg. rirfljgtmino il Dio infernali, io , a8. La iW ^ooe flou mai ed r egida A Minerva ne monumenti ettttecltf, 1 3: Governilo politico degli antichi ItaUanl. Ily 6. g 3; M ite dodici cittprincipali dell'Etmri, jS^ di Campni & oltH phpofi dell* hai meridiewl, 77 $eg.
GftAmro (Opere di pitture dette di). , 2/f8.
GtAvaacif, UatioM n aW fed T W p m rieei. l y Gaaer, ih vle d estri dWttlgfrte olle storie d'Italia. I , 4 f' 4 ^ loro vomita, e M t M di coforti in qttfcsttt dontHadt, %o e seg. vi trvari atitioh nasoni indigene gi coUegatc in so ciet, 19. 30.' 92: G M if HftKd:*vdi

Itlit.

'

Guroire. Ili, 197. simbbfb delgetifotfel niate ssladi Tffotic, 39. 62. Grifi, Sfingi e Ipocampi, 148. GiuMMtto, citt deit Letteriirt.;-1* 3o x 1 Gum o, citt dell* Umbria. I , 77.

Gubbxieao compkiatrtetrtltifcto. HI*

iq $ .

198/

H n s c a o s , pastori rabi Ita lic i: di essi ^laR^EgMo; ', t 34*

epoca di spesse migrazioni

2?6
I

Iapigia, antica deiHupiQazioBg di noli farle d'.bpU*. I,6 o . abi tata dagli Ausoni, Opici e Aurunci, i 64 ..etta Mfoeione, 3o 5. tanti ii^Sw^agnqu II, i 36 in Cottia** 48 * Idi v vocabolo etrusco, I I ,, 19 1. h^oii etpiscbi ;figpi$ti in monumenti. III, 3a. 43 e **8trovati nei sepolcri di V q ld , 67.,
IjfltA fi d o ^ c i tpste. IIIj, 1 %

k>BAunq (Layri) es^gMii d|gl* troschi. I 9 H l a 35. I I ,279. Iebohb, primo re di Siracusa joQoom Cima * onhfltte V ar mata navale toscana; II, 54*
Iliensi* antichi abitatori ^ c lia ^ r U q g n * , U j

4*

fiavetis

Illirici e L ib u r q is ta b U iti all' imboccatura d el Trovila/< 1, 76* i , s ta p p o qejle p arin e deH^Mriatipo, i y 3. 177^ donno *o ca-

sipnp a grandi mutazioni d *.p ep a li, 173 I lv a t i, popoli della J+%ujn*m ecJ^errao^ II,, i 3^

I ncantatori * ^ 2$9. II* $ & , . Indigeni. vedi m ani* ivi.

A b o rig en i.

Ingauni, popoli della Liguria nfur^ma^ I , 97 via^ dai Ro*

Iniziazione d un infante ai sacri, misteri. III, Inni Arvali e Saliari. II, 126. vedi Carmi. Intemelii, popoli della Liguria marittima. I I , 12. Intehamna, citt dei Pretuzi. I* 206. Inuo, Deit del Lazio, trasformato in Pane. II* 127. Ippi, antico scrittore delle origini italiche. 1, 4 J
I ppocampo, simbolo del m alo principio. I l i , > 4. 39% Ipponio, citt dei Greci venuta in potere dei Bruzzi. I , 3oo. Ippopotamo* figura Tifone, il genio malo degli Egizj. IH,

24. 56 . Ibia , fondata dai Cretesi 1, 3oo. Irpi, progenie sacerdotale. II, 135

Itm n, popoli confederati.dei Sanniti. I, * 56. loro citt tabili, 362, I r a * {hola d '), o Pitcusa, suo circuito. I , 279. abitata dai' Calcidesi ed Eretriesi, rW . eruzione vulcanica s p Ventosa ivi1 avvenuta, a80. Iscsixiosi della C&tnpanfa.f, 111. Etnische in utonumenti. IT, n . 3aa. I li, 6a. aoa; *o 3. io 5. in snfott diomsi, a i i . Osche; m , aoa~?o5. grande iscrizione etrusca perugina, i 5. Itau primitivi congregati in triltfk' finzioni. I ; tg. 34Italia, sua feitiKtb. I , f 7. situazione1favorevole al progresso della sua civilt, 37. favelle introdotte nella stia storia; scrittori delle cosc d Italia, 4 > euo* confini descritti da Antioco Siracusano, 60. antiche e differenti 'denomina zioni di essa, 61 e seg. estenfeieifce sotto tl gotemo der RoMtti, 4* sotto Augusto, bri. pttv ristretta ai tempi di' Mas simiano , 64. Iraueti, o C M nativi d Italia* t> 44 * 4 traditioni favolose sulle loro citt, 3 3 i. " Italo , potente re dell Enotria. I , ag6. institutore dei sodafWi, iW. suppsta demkfciofte da esso del nonte d* Ualia, 61. ig6. Izbd alato ne cilindri babilonesi. I li, n .

p\h no

Labico, citt del Lazio. I, 4 i 4Laghi, d^Alba no. I, a i 4* dAnsanto, tenuto in vieraziotie dal* Sanniti, a 63 < K Ifondi, Fucino; o di Celano, 2^9 Salpi, 3 i 1. Laiso, colonia di Sibari sul lido thVeno. T , 3i 5. L anciavo, citt dei Frentani. I, 064. L argarsi, popoli della Liguria meditetranca. II, t 5. L argasco, citt della Liguria. Il, 18. L arotiOj citt del Lazio antico. I , 214. Laticmi, popoli della Liguria 'marittima. I I i 3.

328
Dei Penati, loro culto ppesso gli EUpratebi, I I , 1 1 7 . . I I , 121. . , ,*, pronpmc virile degli, Etruschi; I*HTM, di doojwi. JI* 7*. Larujda, divinit dei Sabini. II , i2 o .
L
a b i, o

I li ,

47* presso i Sabini.

Latini prischi, detti Casci. I , 2 1 3. chiamati dei Qvaei gente troiana,

5q.

l^ro. e itdigionf,.,& & . I , sm 5,

L iir a w p o , ^ itt jip r iU u iw d ^ l^ a iio r L a v u iio , p tl dpi

Lazio. I , * , i 5, T e p ip io ia * q e ^M orata, destinato frll^.Piete Latine, 2 rt. t ,

L\vow

etru^hi d wg9V> *-ceelto. l U , G 5,t S . Lasio, abitato d*i S/cuJi. I, 67,. * \ Agrari^ I , % . II, 269..

L^ogv F w p le . I I ,

9 $. 3 %

LfOfB
L *w

*57 *59. Il* 145. 289-

e .S fa tu tt fiivijli d f g l U ali a n tich i.! I I / Cwu 804 E t r o t c k e

s u lle p ro p rie t e so p ra i d e b it o r i, 8 0 . 8 4 272^*

Leoni eSfogi.JlJ, Ji. 35. Alati obe sigflifiobio* *> * * 5


d*antico stile, 197.
Lprn^ cojeafc, H I, 190,

Lbtrigow, popodj favolosi, collocarti da O o lite a d f o l f o di


Gaeta. II,

233.

L etteratu ra presso gli Etruschi ed altri antichi Italiani. II, 198. Leucotea. vedi Matuta. Levi-Liguri, popolo stanzialo presso al Ticino. II, 5. Libarne*!, popoli della Liguria mediterranea. II, i 3.

LincnA, compagna di Bacco. I); u q j Libri Liutai I , 4*

*97'
tfadki dette Alpi. 9 $tobilisce#a

L ibui, popoli d 'origine ligone, a it a n t i II, 6. L iburni, loro incursioni in Ifalip, I> 90

all imboccatura del Tronto, 176. pivati e pppdaijtfrij 74** ciati dal Piceno dagli Umbri, j8(
L i g u r i , lo r o p ro v e n ie n za . I I ,

s itu a li n p llp LigPPW m e d ite r r a g io g a ie di (J o ttro , jp y n

n e a e m a r ittim a , 2 2 . p ta n zifti .g u erre c o g li E tn isc h i- f i ,

10. m , p oi ^ U f> iijesi9 v , lo r o $ 4^

cattare e eottumi> *3* pastorizie, i 5 . ostinata guerre W l l o ^ a>oni, *7 trasportali n parte a c l Sannio^ A*, toro ' leggi** ere, 19. lingui; 3a*

LiGuaiA, suareflteftfbne; 1 , 14/ a** Ligariainicdfctttaafea c aeteii dai suoi pbpat. li ; i3 . Lingua italica, sua ooM !o r i^ ie ;ly , Sta.efrusea. I , . >{. 3 i& oeeay>3<f& rimana etilica rarit M. Locai, colonia di C alcid e.l, 164^ df. ^Mrgotib da ssa t A ie colonie d ipponio e Meditai i fy/. sua prosperit per te atte istituzioni di Zalebo lgfcUtore di #say*W8r L u c a n i , colonia dei Sanniti. I, 34 3 *> 6 . 2<yit 39^ ^Itvra ler^' l educkaioae> Sot^'ow^ilstaiM P m d n ^ Tiirfo ed al Irti citta dei Greci Italioti: 398. eccitati da Diouisio vecchio cntro i Greci, 399. LwAmfcifimi stearine, e seg; divisa poi-ia Lucani e Bruzsi, 398. abbondante nella pastorizia, 3o4- Ili 376; L ve rn i, popo*>dct Masi; 1 , oifg.
Lscemu^ ciU dlia Paglia.- 1 * >fri*. 3 i 3. L tft T o u oe^vaer-elftiaAi cbe significhi. UT, i 53l LecinoiS# ptiimi isegirtrati elttivi deg B lriw A i: Ludi aliatici, te5* 1 to, la & ily ttS .

Mimi <da Bacco. : III r 38. Ifvd faobri, io 3 .


** e e o ^ ir tb . I , n 4 -

l4 n * ,. u fagli JBtnwM ^iv

i 5 i. Lupa del Cat^pi4bgUo, tauain bso^ Ai sAc 4ccaap. Ifly 6 Luato degli Etruschi eccessivb. i l,* a 4 Ldei Campa*'<379. 38d>

Mm o a Bocca delle JUdlaw, figarkir ia ipitidw i pouspeiatt.


I li,
301

M aoo U) popoli delhi Liguri mediterranea.* I l,

ii. <

M iG tm rro mtiuieipale figurato in monumenti etruschi. <111, !f#6.

t*3 o
Maona Gaacu, io n e dalo dai Greci all*Italia inferiore.

l\

44*

183. 33, u conditioae 3a 1 citt principali ivi edifigate da* gli Italioti, 3ai e seg, medaglie, 1) 341 UI 19B, Muto, o aie Gieve, ditinitdei Tusculani* * M7* M alvento (oggi Benevento), citt degl'lrpia. 1 * *S,
M4M E&6, nome osco di Marte, vedi

Marie*,

, popoli armigeri di sHtigue osco* I; 384* 3*4 M ^ au tq, sede dei Mamertipi, II, 18, M umomq, citt della Liguria. II, 181
M
antova ,

citt settentrionale deU'Blroria,

I,

ito . i 32 :

MawTu. vedi

f%tono.

M aschia, citt sul golfo di Salerno* posseduta dai Toaob I y 118 385. presa dai Sanniti, 067 M a r ic a , divinit tutelare di Minturaa. II, 135. M arivcuii, loro situazione e c a p ile . I , z fa oanJaderat* dai Vestini, 1V1. : Mamuvio, capo della nazione Marsica. I, 349 s vmjtigia, M*' Marsi9 popoli attenenti i Sabini e gli Ertd. I^ 346. loro var lore, 349 Ut 389. danno origlile a ia gnerra sedale, detta Mettioa, ivi. vkt attribuita ai lro secordati ndUarte di sa* Dare le'ferite serpieoline, 344* modici incannatori, m r M a r te , Dio della guerra, detto pure Mamers. I, 3 o 4- II *o5, I 3 i. 3 & eediaator dfeUa pativa i l i v^ratoidai I*u* cani, 139.
MaItUo portate da Dispne ie da Tenete, M i i -

MAtcaqas uman^i cl vch)td. i l i , 13. M astarna , indi Servio Tulio, secondo riferivano le storie etruscbe. II, 67. 389, M a tr im o n ii, Legislazione degli Etruschi a loro riguardo. II, 8 9 e seg. matrimonii sanoitici, iw. M a tu t a , divinit dei Sabini e deiVobm*; U, 130- tramutata in Leucotea, iSg. Medaglib, o Moneta dei popoli Italiani* II, 3 if* du(l Etruria III, iqq. cW l Sannio. }, 355. IU, 193/della Campanie, *7 della Magna Grecia. I , 3 4 8 . Ili, i$ 3,

a3f
Mmeitynmcus, titolo oeeo denotante supremo Magistrato. f , 3oa. 389. II, 78. in iscrizioni. I li, ao3. H m c o i presso gli Etrusohi ed ahii popoli ditali*. H, 8.' i^ i.. affatati i Mli tM erd tli,11^ 1 M o w i, oelonia d L m I ) U h m , citt'deli'Etniria setteatrioAele. ; u t ; Msacoaio Ctonio, III, 90. 55. i 3 t . i 6. Mwcurio ed' Eratl h fin te , 119. Mercurio, ApoUo e- Diana, 118: ' Messap^, popoli diMessdpia, o della Iapigia. ;I, .; inicnki^ di era eoi Greci, 3 i 4* vinti da Archita, 3 i 6. M esstru, sua situazione e cuoi confini. I , 3 06. 3 i 3; M k t a t o b t o , edificata dagli Achei, I, 3 n . 3i 5, sua opulenza, 3a8. medaglie. I li, ig 4 > M t r o n , citt dell'Umbria. I, 77. H noitW i Lucumone, o re di Cere. I , 137. II, 67. M k i t o , edifica Piseo naia Lucani*. I , '16 9 . 3 9 7 . Moia* degli Etruschi ed altri popoli d Italia;; II, 388 < eg-.5 aedi Arte <Uit| Guerra. H m iT i, o Meoerva, Dea del consiglio, reo orata dagli E tra Sci, S eb iiec. B , io 5. 1*0. figurala,. fcfnaozo. i l i , 48. in patere, 7.5. in Tasi dipinti 119 e seg. Minerva egidirm ata, 137. galeata, 193. astata cbe tjne iarifctsila. Gergone^ 1:39.' Monna abundanti in.' Italia. U , 2 4 3 i<l. Murruaiu, citt degli A u io c L I, 44*. M irrali di Bacco. I I , io 8 ,Q rficir Inani intedods ip Ita" lia, 167. Mitologa Italica astica. II, 9 i . gnee. * anelaea, t r i ,tin< alita d dottrine orientali ed egisie, 97: greche, *58 . .petticolare degli Etruschi, 103, 118. dei Satynr,:Ji8. dagli Dmbri, 131. MoastA e Osata, 4ribft della Puglia*.di origine illirica. I,. 79M o i k t a . Tedi Medaglie; ;t* invenzione attribuita al G ia n o .^ 3ogt MoRUNom sepolcrali degli Etruschi, i l , *7> 3I.7. 345. vedi Architettura, aedi Medaglie. Monumenti funebri. Ili 34? Tedi Urne. Monumenti. eUnsdu poft epigrafi,dipinte. H I, 90. .

3
Mobgetti, popoli deU'Enolm I , <fo. scacti dalla tetro in Sicilia, 71. MotTOBff sur un'urtia sepofofata IU , t3 . Mostbi marini virili e femdriajli cfe fniikiMivK i l i , 34- . 1 M ulta, voce sabina, esprimente***, pefta. Il,8& Mura, fortiGcaziopi e tta r i fegli Etaucfci. I, 129. II *g>, delle Cilopie.il i 3o> 5, tsfcig# . II, a9Murgb, colli petroti d^iTlUrila jm*ridjnale.< li > 8t>5< Musica, suo.oso presso Etruschi I I , tt)4

N a p o l i , fondata dai Calcidesi <klT n H n .i!,1 *79; ac^ratohri:

dagli Ateniesi,

ivi*

Nasso, cittii nella Sicilia , fondate <ki Calcidesi. I, 1 1 1 Navi tirrene da guerra e da carico. II 3 o3 . IH , 177. 479.
Navigazione, sua importanza e suoi progressi paerto ..gli tru~

sebi, l i , 4 e eg.

Nucbqpou di Taryaiaia,tdi Vufc i, di ToscanJb,<li ftarteioa, U, 249. 1U <0. *3 . c. vedi Sepocri citt degli CJesbrL I* 77 ; Neaisn, divinit dei Sabini ompaga kliM rt**iivS34 Nerulio, piccola citt della, Ludam . 1 , 3 o t. NactA., citt 4oN* Cestita, fondata! 4gfi Etrusfcbi* I , a a5. > H >4& N ocera, citt degli Umbri. I , 68. Nola, tftt d origse tresca, sftoatd nella a&tieaO}iicii, u 8 / .971, suo notte ia lingua o sca ,* 8 , occupata A i >OAlcidesi , 380. aae monete, n\ Nomi Etruschi in Famiglie Romane. II, a i 3 . fiteea, 0 Nura, citt marittima della Sardegnfe. II, { 44 Noracc, capo d*una ootonia d'Iberi. II, 44 Noma, citt dei Volfcci. I, 3 aotiebe sue e re , 196. JieatiA,.o Ifurria, dea veoettota dai Vofemiesi. II, t iv 179. N ovew li, Dei maggiori dei Sabiai. Il, io 3* lo culto, uH,

233
Nuceria^hfatbba, citta < detta Campani*: , 87. bue ediglie, a84Noma, Sabino d'origine, pruikftioM io legkJaJjotfe. H , 179. i oggetti di. gpan rilievo ntelFoHia* biv^e *e religip per gli Etneobi. 1, tfv i H , 191. *iffoe 4ttufobe4 Mftt^nom* di mimeri roafcani 93, Ndcumnr, ciU dei Bhitu\ l , 3 3t . * tftracioifio, Epidio, antico eroe onorato a Nuoetia!'>fr, *84.

, 1
N u b i . vedi

Nora,

Nimicai, nbtecbi edifiij espienti i f Sardegni^Hj* 4^ 1 *> 4 i i B fm u, II, t u . 267. vedi 2Vor$/i*. vedi Fortuna,

O ca sacra

a Bacco. Ili, ao.* 6. 36. 63. 6 4 O ca di patta lucida, teUe'ttC rii bnkteo etrtisclielH , 58V Qccbteni, ; ebe ludano; 1(09*. r5& t6 n 466^ ' . - v u o n , fiume nella Totcana; derivazioneprbafiile del nome. I, 75 vedi Osci. O n cu , provincia detta poi Campania. I 9 O rm o , Tavola ivi ritrovafe 1 , I3 d8; 3 O w , divinit unita con dalirtfb ^i) ti^r. O bacoli di Marte* Ut, iJ 5/d l Gtovti AtnOMHij 4 4 ^ * 4 * aveva OiracoK parianti eoaae m G rada, i d i OaatvB matricida <gum> h **m+ drodea* IH , rtfoi O rno. I li, 127. i 3a. Oaeeart, sm k grnde influente Qttta cMll dkM'trttrtafJ I, &f. t 3a tdboli orientali figurati in M ontim oiiti,*36.' HI' *9. 39. 33 e teg. O u A ia m d^oraficeHd ad im oivili e dei lortorL III? 6& 68 e teg; O boju, antichit di loro orgine, e paem da4ts*i abitato, II, (5 J

*34
O stom , okt dei Frentani'e eUo porto. I , iQ 4- U r 307. O sa , Oschi, Opici, antichi popoli indigeni dell Italia inferiore. I , 63 . 7 i- 164. poeseggMO qul traUo dett Opicia drtU poi Canpeniat 117. detti pure A uranici e dipoi Ausoni* i 63. 4erritorioda assi occupato, i64* loro costume e ita pastorale, 184. derivano da essi i pi potenti popoli d* balia # 84 . loro armi e armature9 i 83L II, a86 ttogua. 1,18,7. M * 3 i 8. M oi dialeUi ^ tVi. Ospitalit' presso i Lucani, Calabri ec. I , 3o?. pressori Etausdii. II, ?o 3. Otio, simbolo d espiasioM approprialo* Proserpito. UI, 88.

P adova, citt della Venezia. II, 3o.

Padri Libero U , 109. vedi Bacco. P adro**to , antica institutione d Italia. II, 71P ale, divioit conponente la sacca triade ftrusd*. U t i7, 3tr3. Dea della pastorizia, 127. Palsmovb. vedi Portiamo. Palkpou. vedi Napoli. Paida. vedi Cerere. . Paydosu, colonia di Crotone. I, 3 a4 * P av, altrimenti Inuo. i l i **>*, Ljegislataittudi Elea o V elte. i* 36 < P artekopb (o Nap^ti), ditt, faMHriatla da* Cupiant*: 379. P a*tobiza qoUkvata dagli iEtiutebi, Apput, S^aatt e Luoaei. I , 3o4* 3 18. II, 375.
P atera figurate arnesi d*U e e q u ie .U , 14 . ,*. JH , ,73*40; denom iittzieae del capo t d e L lf a i a i it I I , 86. i 54 . P jltw i p Plebei, distiftuone ci vjl^eute stabilite ia,. Etruria & altrove. II, t 5 . Pm cvLi, popoli dei Pewesi. I, 3 i 3 . E atbato ( P a d r e ) ,

a35
Pelasgi, Prtistai, popoli d incrta origine, I, 83 . esonvsiotri o migrazioni questi popoli, ivi. scorrerie la modo di U n furieri in Italia. I , 90. io 5. 176. detti Tirreni, 86. appren dono la mariniefa dagli Etruschi. II , 399. P edoni, popoli affini dei Sabini. I, totfedenati, d a i:Mor si, a4g. P e u r a divinit;dai Ffentani. P eleo, Chirone e Tetide. Ili; iML Polem pittMO ufe* folte, *9^. PcaUTi: (D ei), discti:presso gli Etruschi ih quaUrpap?^. I li 105. 110. loro culto^:i5oi P esti, popli confederati del flaatftiv I , 17*. P tanp recide il capo alla Gorgone. I li, i 4o Pebuoia, citt Etrusca principale. 1, dicevea. (buttata dai Senimli^ P e s titi* vedi Potklonia. Ptucszi, popoli della Iapigia. I, 3o6u IdmmagisImli^.AiIIf 79PatrcnU, ragione della Puglia; sua itUanione^ Pisvfa gettai* alimentari, Iof0 specie ooWvjAe In' Italia*, Wi 372. 275. Picaai colonia dei Sabini* I > 82

Picsao, sua situasene geografica. 1,, *


Piaarruii, popoli del Piceno, trasportati nella Caasp^lie. 1 P asca e Orette. I li, i 83* Pun a , citt forte dei Vestini. 1* * 38 . PmiTEaiA, professione esercitala dai Tpicftni. I, 11 $ l i, 399, dai Vohci. I , dai Liparioti. II , 54 P an o, navale e luogo di a e r a to del comd^e di Cere. I> l i , 3o5. tempio m venerato. I, 147 PiaoMJum, loro dmuatiene. II, 33 PsaoMMoiA, miracolo in Egoazia. 1 , 3 | 3 .
P isa , d tl marittima dell' Etruria ; tradizioni circa la sua origine.

I, 154- Mia forza nqvle l i , 58. Piseo V . Dwiento. Pii>hx>*a# suc mstitnzioni nella Magna Grecia. J, 3^6 c pef.

36
P iT A M itO f, lo r d itiflu e n fa su lla p r o s p e r it i d e lla M a g n a G r a d a . I,

3^ 6;

a g ric o ltu r a d a essi iiu e g Q M i g l 'h a l i b ^ 3 * 8 . distru *

zk fffe d e lla lo r o s o c ie t ,

33m

PiT B cu s ( I s o la d i ) , o f o l l i a ; a v o c ir c u ito , l s %< m in ie r e e

1v u lc a t ii,

i t f ; Wedl Ischia*

antico stato in Italia. II, e seg. P itture dArdea e di Cera aitfWori a Romeni* , di Tartufata ^ d l A f.; U!> 99 e s c g i Plastica *ppi>ss0 gli EboscW. II, ? 3. mfcle ttriboita in ha* lia ad Euchira ed Eugratnmo, iW .ll, *6.
P it t u r a , suo
Plbmocboe, vaso fro p ri delle Rbftzioni funeree.' D i, ^ P i u t o w , divinila infrnal, dette pn i M a n li o V e d iti

11,

5+

IH ^ P o , anticamente detto Eridano. II, 3o. sue antiofie imboeesMre. I, 109. II, 7. lavori jdraulici fattivi dagli Etnischi per incaHalre le ue acque. I, u t . 3 I I ,17 9 1
Politeism o italiot m e divinit smibolickei

11^ t i &

14 I

i 5 i*

Pomo, simbolo 4 Bacco IH, 54 granato saero> ai Proserpina. 1 5 . 180. Pompeia, citt della Campania. I , ft8 possa sotto il dominio dei Sanniti, 167. sue mura, i 85 . sua porto, III^ 5 . inseri* doni. Hi, w . )a 5 i* Pontefice degli Etruschi, nominato pi suftUgi-deii^dodici po poli. I I , i 5 i. di Preneste,1 i 53 . < Pontifici (Cdlegio def, insUturiedM religiosa. Ily ^44 i 53. Pontificali (Libri), non tanno menfciooe & Apollo. Il, 129. PowTinte (Paludi), bonificate dai Votasi,' e citt W v edificate* I, i 34- 235. Ponza, isola dei Volsci prssima i- capo Cirdelkrj l , ; 87. Ponilo, Erennio, Sannite, istraito clie dottrine < Pitagoriche* I , 396 . P opolazione copiosa dell antica Italia. II a 79. P opulonia, citt marittima dell Etruria. I , 98. i/f& colaniadei Voitetrani, ^9* antiche sue* mura, i 3o < III, 5 . pianta topo grafica, 1. medaglie, 173. 174* 19T.

orco

d e s tin a to

per o stia. HI, r 36.

P orrim a, deit divinatrice. I l , i 35. Porsenna, occupo Roma. I , 67. suo sepolcro, o labcrinto, in

Chiusi II, 227. proibisce ai Romani uso d el ferro ftm i nelle opere d'agricoltura* 274* P o tr di Volterra in un monumento etrusco invece dettar (berta Elettride di Troja. I l i , i 5i .
P o r tic o , invenzione etru&ca. IIf 210. 227. vedi Posidonia, colonia di Sibari. I j 298, 3o i .

Architettura.

Postum o, o Palemone, antica divinit. II, i 5g

3a 5. conquistata dai Lucani ^

P o s v o t a , antica divinatrice. II, i 35.

P o m f i, piccola citt detta Lucania. I y 3oa. Poauou. vedi Dicearchia. Prakfucus, Prefetto, o Rettane dei Brun e Lucani, ! >3> h gistratura d altri popoli* II* 88* P ip ic r t, -donne prenotate, che accocffpagoavafco asepoioro, cantando inpi al don A 2281 efBgiotein monumenti. Ili, 83. 85. i 5o. PKtifttTM ,* sa ^situatine- e sn dipnderne. P r e t o r e , sommo magistrato d e i p risc h i Latit i . Il, jg. dei'San niti, 80. PRiTfzj, popofc del Piceno., 1 , ao5. rinomatila di loro v h
n i, 207. P r ia p o , sacrifcio * questo N u m i III, i 5 t.
Prim avera sa g ra. 1 , t e .1 204; 2S4.
P rin c ip io m a l a , su o i

simboli. I I I , 3^

Priverno# eittH d ei; Volsci. I , :294


Prom eteo figurato in pqteife e t t a r a coi S io a c n ri I I I

4781

P u g lia , sua situazione. I, i 2 i colonieintrodottevi (fai D o m i,

M. sue pcodupoDk II, $* lingua vipavtatow ^ 3ir 7J


P u lcin ella e Zanni, forse sono il Macco e il Buoo detta fa t le

Atellane. I li, 201.

238

Q iM

Q uestore,

^ s c ia ta ih orno.* I li, uficio di tnagistralu^i qmvkipale. I, 289. , 80. i l i , ao3 . 2o5.


da

R i-s e ri} antica denominazione degli Etruschi. I, 44 .nedi fial idi/ Reggio, fondata dai Calcidesi, e Mesaeai. I , 3 a3 . sua pvospc* rit, 3a6 . Rm iu o i c i t i deit SbinAl 1 * 1 9 ^ . Religione, suo carattere presto g li 1 a t k ) , popoli i d i l t a l k II, 94 e seg .1 legata a lla p o b lic a e allp *gm riqi, attirali, 990
seg. n ovit-int^idoilte Bel riio tra i l colo di R o m a, 159 e sg. qttnl i l je ttim se

Repubbliche h^licli*. w b G M 'e CmfittbmUam Jkubbiic* Ra* otto** jeditfioflMNi' R eti, popoli alpigiani abitatori della Rezia. I, . R acu, pccupaMdfitfU Etruschi. 1 ^ ua.vestigu <felip dimora dpgli Etruschi in quelle contrade, 11 4 R ieti, citt della Sabina. ! , 192. sede d i b o r igeai, v. Rithov a forma di coscia con testa di Bacco barbato. 1U, 65 Rtn etruschi. II, 214 e seg. rUi:fmebr^ IU, 84 . Rituali, Codici di questo nome presso gli Etruschi H 73. pre-, ceni e ordinazioni a ssi oortepute., 85 , io 5. Roma, origini, nome e fomlazione di essac i , .219. %%t.
R omani* fermatosi d a i k n*e#golaoza di pih genti italiane.

II, %i5 , 3 i 8 Roseli*, citta etnisca. I, 144- H, 210. I li, 6 piatita topogra fica. I li, 2. sue mura, 5 . Rupia , citt dei Sallentini. I, 3x7.

39
A nno
e B a t ia o

castelli

costruiti dai

Sanniti

presso

al Samo.

I, *59.
R u tu li, popoli consaguineied alleati dei Latini, I, a i 3.

Sabazi, popoli della Ligaria marittima. II, 12. S amixi, o Seaniti, colonia sacra d Sabini. 1 , 255. loro co stumi, a 58. vedi Santit. Saboi sua situaane antica. I , 192. al tempo di Roma 193. abitala dagli aborigeni, 193. S abbi, popoli indigeni d'Italia. I , 189. 199. d* origioe osca, 173.189. nome osco, 193. antica loro sede neU'brazzo supe riore. 1 19. vita pastorale, a o i. valore marziale, aoa. reli gione, ivi. II, 118. colonia nel Piceno. 1, 204. colonia sa. era nel Sannio a55. loro divinit, venerate poi dai Romani.

II, ini.
S aio , nume primario dei Sabini. I , 191. permutato poi in Gio ve. II, 118. coltivatore della vite, aa. S ackbdoti Etruschi, loro fona sull'opinione dei popoli. II, 147. Irpi. i 35. M ani, i 36. Tarquiniesi, 146. Salj, 53. Ateriati, i 54 libri sacri da essi compilati 186. loro perizia nella medicina, a58. maestri di negromanzia nella Campa nia, 178. S acerdozio, sua influenza e suoi diritti presso gli Etruschi ed altri popoli d Italia. Il, 69. 168 e seg. depositario d'inse gnam ento, i 5a. 170. sua decadenza al quinto secolo d Ro
m a , >57.

Sacavicio a Priapo. I li, i5 i. a Cerere. HI, 88.

citt della Puglia, edificata dai Greci I , 3o5. nuova Salapia ivi. S a la ssi, abitanti la Valle d'Aosta e il Canavese. 1 , 32. S alj , loro instituzione. I l , 137. 14?.
S a ia p u , T
om .

HI.

2/(
S a l l e n t i n i , popoli della Iapigia. I ,

3 io. 3 i 4* congregati in tre

genti e dodici citt, 4.

S a n c o , altrimenti Fidio o Semone. I , 201. , 118. Dio nazio

nale degli Umbri, ia 3. cognominato Ercole, alla greca, i 5g.


S a n n io ^ sua estensione. I, 260. popolazione, 2 6 5 . S a b b i t i , colonia dei Sabini. I,

34 254 l ro religione e leggi sacre, a5g. educazione, 260. confederazione sannitica, ivi. forza militare, 265. tolgono agli Etruschi Pompeio, Marcine
ed altre citt della Campania, 267. costruiscono a loro difesa id u e castelli di Rufro e Batulo, 268. pastorizia, 269. II, 307. ricchezza. I, 269. armature, ivi. II, 284. s impadroniscono per

tradimento di Capua. I , 268. di Cum a, 282. Sanniti-Cau dini. I , 261.


S a n z io , terra della Lucania. I ,

3o 3. 4< >

S a rd e g n a (Isola d i) , occupata dai Fenici e Cartaginesi. II,

e seg. dagli Etruschi. I , 126. II, 46 sue produzioni, 129.


S a r d i, abitatori della Sardegna, che ritenevano il nome d Ilien

si, Corsi c Balari. , 4 1 Sariceni, o Caraceni, popoli confederati dei Sanniti. I, vedi

263. 265.

Caraceni.
popoli che abitavano nei piani intorno al Sarno.

S a rra s ti,

I, 284.
S arsina, citt degli Umbri. I , 77. S a r s d t a ti , popoli originari degli Umbri, fondano Perugia. I, 7 5. S.vsox, oggi Sazeno, isola all imboccatura dellAdriatico. I, 180.
S a t i c u l a , comune dei Sanniti-Caudini. I , 261. S a t u r n a l i , Feste anteriori alla loro instituzione in Roma. I, 25 .

II, 89.
S a t u r n i a , nome dato all Italia nei tempi favolosi. I , 24.

58.

S a t u r n i a , citt etrusca, detta per innanzi Aurinia. I, 144* avanzi

delle antiche mura, 146. 196. S atubnia, villaggio sul Palatino, che fu poi prima sede di Roma. I , 211.
S a tu rn ii

(Versi). I, 25. II, 193.

A
Satubno e Giano, numi e regi degli aborigeni. I , 23 . 21 5. II, 98. institutori del vivere civile, ivi. Divinit propizia-alla col tivazione. II, 99. 127. tenuto per fondatore della nazione la tina, 127. coltivato principalmente nell occidente, 98. sim boleggiato come potere universale della natura, ivi. Scababeo, capo superstizione etnisca. II, 243 . scarabei figu rati in gemme. Ili, 194. 199. Scarabeo egizio, 70. S cena di commedia. Ili, 201. Scene simboliche e liturgiche re lative alla dottrina acherontica ed alla religione dei sepolcri. 16. 17. S cbikiebe di bronzo. Ili, 189. Schipat abi, o Schippetars, popolo dell'alta Albania. I, 172. conservano nell'idioma rdici e temi dell antico illirico, ivi.

II, 3i8.
Sctoho, sul lido tirreno, colonia di Sibari. I , 325. S cille , C lauchi ed altri Mostri marini figurati in monumenti. Ili, 34. i85. Scrittura rara negli antichi tempi. II, 179. 3 i 5 . tenuta dagli Etruschi come cosa sacra, ivi. Scudi degli Etruschi, dei Sanniti ed altri popoli d Italia. I I, 281. 287. V . Armature. Scultube dipinte. H I, 93. replicate quattro volte sulle quattro facce di un'ara, 81. S cuola Pitagorica, o Italica. I, 81. 326 e seg. sacerdotaled'Etruria. II, 179. Segni, citt dei Volsd. I , 234* suoi avanzi, ivi. mura e porta. I li, 7. S ella Curale dei Lucumoni. II, 67. Selve Sacre, vedi Boschi sacri. S en tino , citt dell'Umbria. I, 77. S e p o lc b i di Tarquinia. I , (43 . II, 2^5. IIIJ 98-107. di Chiu si. II, 273. HI, 108. 112. di Vulsci. I , 149. H , 233. I li, 94 di Castel d Asso e di Norica. II, i 44* di Toscanelta. I li, 96. Sepolcri etruschi, come costrutti. Ili, 94. Sebpente, rettile profetico e simbolo di buon augurio. Ili, i 55.

l4 l
S e ss a Aurunca, citt degli Aurunci. I, 240.

Setolai. vedi
Sezze, citt

Vulcano, dei Volici. I , ^ 34 3 i. 3g. 86. 118. 148.

Sfingi figurate in monumenti. I l i , 12.

160, e altrove. S i s a r i , sua edificazione. I , 169 3* 4 colonie. 3a 5. sua gran dezza c fertilit del suo territorio, 3* 8. S ic a n i, o Sicolensi, popoli indigeni di Sicilia, o secondo altri di origine Iberica. I , 71. II, 35.
S ig im i,

tradizioni sulla sua separazione dalla Calabria.

1,

16.

passaggio in essa dei Siculi, 70. occupata dai Fenici, Carta ginesi e Greci. I l , 35 e seg.
S icn jA ifi s c ritto ri d i c o s e ita lic h e . I , S ic u li,

4?

o Siceli, popoli che abitavano gran parte dell'Italia di mezzo. I , 66. indigeni del L azio, 67. diramazione degli Au runci, ivi, loro guerre cogli Umbri, Osci ed altri popoli dIta lia , 70. passaggio e stabilimento in Sicilia, 71. Sicu loti, o Siculi, abitanti nel Piceno. 1, 178.

Si dienfi, popoli di sangue osco. 1, 289. loro situazione, daglie, ivi,


S ila

ivi, me

, selva della Bruzia

1, 299. 3o 3. abbondantissima di pece.

I I , 307. S ile n o

itifallico. I l i , 89. col petaso, 83. collotre a terra, 196. avanti u u edicola di Priapo, 198. S ilv a n o , deit del Lazio. 11, 129. 1 5g. orientali ed egizj.

Sim boli

1, 5 *j, i 38. 11, 116. effigiati in mo

numenti. Ili, 16. 19. 29. 33 e seg. Simboli di Bacco, 59. S ip o n to , citt della Puglia, edificata dai Greci. I , 3 12 . su e r o vine, ivi. edificata da Archia di Corinto. II , 39. 3? 5. SoD A Lizii, in & tituziooe italica. I , 296.
Siracusa,

S i r i , citt fondata dagli Ionii. I ,

S o l d a t o d i g r a v e a r m a tu r a fig u r a lo in m o n u m e n ti. a c a v a llo , 8 1 .

Ili,

52. 8 0 .

343
Sorano, o Summano, deit onorata al pari di Giove. , m * Sobti Preneetne. II, i 33.
S o s tra to ,

scrittore dei fatti dei Tirreni. I, 4^ io 3. civili e religiosi. II, 149 vedi Giuochi. Spina , citt alle foci del Po. I , 85. 96* 1 7 2 .
S p e tta c o li

delle navi., invenzione attribuita agli Etruschi. II, 3o t. S t a t i e l l a t i , popoli della Liguria mediterranea. II, i3. S t a t u a r i a , arte antichissima e familiare all* Italia. II, 233 e seg.
S p ro n e S ta tu e

suo avanzamento in E truria, ivi. in bronzo etnische di buono stile. III,

63. 64. di siile

egizio, 44* S t i l e Toscano. II,


S to n i,

223. i 3 i

e seg.

popoli d origine Ligure. II, 6 . situati nei monti del T i roto presso Trento. I , 3x con nome etrusco. I li, 188. musicali p re sso gli Etruschi. II, i g 5< III, 18 8. rusti

S tr io ile

S tr u m e n ti

cani, 19 0 .
S u b u lo , m e li ti.

o Trombettiere Toscano. II, 19 6 . figurato in m o n ti I li, 5 i . i 63.

S u essa - P o m e z ia , S u lc i,

citt dei Volsci. I, 235.

citt e porto della Sardegna. II, 38. Sum m ano, antica divinit, vedi Sorano. S u b e r E q u u m , citt dei Peligni. I, 239. S u p p e l l e t t i l i preziose trovate nei sopolcri di Vulci. I l i , 67 e seg. S u tri, suo anfiteatro. I, i 45.

T
T a g e t e , sovrano maestro di civile e religiosa dottrina in Etra-

ria. I, 10 6. II, 1 3 7 . 18 2. Libri d insegnamenti ad esso at tribuiti , 180.


T a n a g lia di b ro n zo . T a n a to ,

Ili, 188.

genio della m o r te a rm a to d i m a rtello . Ili,

4^>

T a n t a l o c h e c e r c a d a p p ro ssim a rsi a l l o n d e . I l i , T a r a n t i n i , c e le b r it d e lle lo ro la n e . I , 329.

i 9 j.

*44
T a b An t o , ridotta in colonia da Falanto. I , 3 *4 T a r c o n t e , condottiero degli Etruschi. I , i t 3. fenolo per fon

datore di diverse citt, 142. di Pisfc, i 53.

Tarquinia, citt Etrusca. I, i { 3. tuoi ipogei, ivi. II, 245. Ili, 98-107. sua opulenza, ivi. T arsinati Toschi j popoli partecipanti ai sacrifizj degli Umbri.
I , 8 1.

militare dei Toscani, imitala dai Romani. II, 288 e seg. T aurasia, citt degl'Irpini. I, 362. T a u rin i , popoli del Piemonte d'origine Ligure. II, 5 . 6. T avole E ucubine . vedi Eugubine Tavole. Tavole d'Eraclea- per la coltura dei campi. II, 3 18. di Lione I , io 3. d' Op pido, o Banzia. II, 29?. 3 18. T av o le (Dodici), m onum ento di civile legislazione dellantica Italia. II, 83 . insussistenza del fatto della legazione di Roma in Grecia, ivi. Teagene, da Reggio, antico istoriografo dei fatti Italici. I, 4 1* Teano, citt dei Sidicini. 1 , 289. vedi Sidicini. T eano , o Tianud, citt della Puglia. I, 3 12. Tegulii, popoli della Liguria marittima. 11, i 3.
T
attica

T e la m o n e , su o p o r to . I ,

1 47*

citt marittima dell Italia meridionale. I, i 65. viene in potere dei Bruzzi. I, 3oo. Temfj , loro costruzione presso gli Etruschi. II, 223 e seg. de stinati alle pubbliche adunanze dei Latini. 1 , 167. II, 223. Terina, colonia di Crotone. I, 325 . viene in potere dei Bruzzi 1 , 3 oo. T erm ine , deit originata dalle instituzioni toscane. II, 7 4 . 181
T
emesa ,

T e r n i , m u r a p ro ss im e a q u e sta c itt . I , 8 1 . II, 12 2 . 124* IH & T


er racin a ,

d e tta

Anxur

in lin g u a v o lsca .

I , 20 0 . a v a n z i

d e l

l 'a n t i c o p o r t o , 2 3 7 .

virili e femminee sovrapposte ai vasi cinerari canopici. Ili, 10. tipo fisico degli antichi Etruschi. I, 101. gorgoniche, sim bolo del dio infernale. III, 12. T e s t r m a , villaggio nei contorni di Amiterno. I, 190. di qui prese origine la nazione dei Sabini, 193.
T
este

45
T stim presenta Tarmi ad Achille. UT, 137. T iati , citt dei Marrucini. ! , 247. T i b i a e flauto di bronzo. Ili, 188. Tideo (Gemme incise di). II, 244 armalo di clipeo e gladio.

IH, 194.
Tisico di Grecia, scrittore inesatto di cose italiche. I , i3. fyi., rimproveri ad esso fotti da Polibio, e da altri antichi scrit tori, ivi. Tuia, Giove, divinit degli Etruschi. II, 102. vedi Giove. Tibia. vedi Bacco. TiBBin, popoli d'Italia; chiamati pi propriamente Etruschi anzi che Pelasgbi. 1, 64. 120. loro perizia nella navigazione. I , i 54* l i , 55 . 3oo e seg. Tirbemia, nome dato dai Greci a una gran parte deir Italia di mezzo, ed in specie alla costa occidentale. I , 5 g. 64. Tibreso (M a re), con chiamato dagli Etruschi, o Tirreni. II, 3oo. T iv o l i , citt del Lazio, I , 214 ' Tom , citt degli Umbri. I, 70. sue mura, 65 . IH, 7. T oga Pretesta, antico vestimento toscano di nobtl condizione. II, 208. ToftEtmcA (Arte), presto gli Etruschi. , 23g> monumenti. I l i , 65 . 66. T010, simbolo del sole 6 della forza fecondante. , i 56. Tose a h e l l a , vedi Tuscama. Toccasi, e Toschi, vedi Etruschi. , o Trebula, citt degli Equi. I , 228. TuauLA. vedi Treia. T adula, comune dei Sanniti-Caudini. I, 261. Tbebula-Suiteba, citt dei Sabini. I , ig 4* sue mura, M. T b icalll vedi Dardi. Tam nm a freccia. Ili, igs. Tbivacua, antico nome della Sicilia. II, 3g. T biobvo toscano. II, 292. TniuxnLon e Camuni, popoli degli Euganei. II, 3o.

*46
Teonto, castello nel Piceno, posseduto dai Liburni ed Iltirici.

1 , 178. T uba tirrenica. II, 391. di bronzo. III., 188. passata di Tkrenia in Grecia. Il, 393. Tumuli, detti volgarmente Cucumelle. I, i5o. I li, 9 4 . Turi aho, da Fregelle, statuario, sue opere. II, 334
Turno, citt nella spiaggia lucana. I , 398. Tuscania, Toscanella, suoi sepolcri. I l i, 9 7 . Tuscolo, citt del Lazio antico. I, a i 4 di nome tosco, n i sue

vestigia, a 18.
T u tu lo , usato dalle matrone. I l, 306. figurato in monumenti. H I, 33 e seg.

u
U ccelli a testa umana virile e femminile. I li, 11 5. ia8. i4#< 197. emblemi dell anima, 11 5.
U lisse U m bri,

legato con funicella sotto il montone. III, 160. popolo antichissimo d Italia. I , 73. elevatisi a gran dezza per la rovina dei Siculi, 65. 66. antica loro dimora in Rieti, y 3. si fimno possessori di gran tratto di paese fra il Mediterraneo e l'Adriatico, 74. si dilatano nel Piceno ra sino al promontorio del Gargano, in. e in altre parti del l Italia superiore tra lAppennino e il Po, 7 5. varcato il Te vere si avanzano verso lArno, ivi. \ loro citt principali. 77. inimicizie coi Sabini, 78. vinti dai Ila-seni, o dagli Etruschi, che li tolgono gran numero di terre, 79. ristringono il loro dominio fra il Tevere e la Nera, ivi. divengono confederati degli Etruschi, 80. 81, assoggettati ai Romani, 84 dotati di fortezza, 76. sorta di duello, o giudizio di Dio. l i , 330 giorno civile, 192. auguri. I , 81. lingua. II, .aa8.
p r in c ip a li, 77 fer tilit , 8 1 .

U m br ia , su a e ste n sio n e . I , 7 3 e se g . c itt

*47
U r n e se p o lcra li istoriate.

11,

2 4 6 H I 9 0 9 1 .

17 9 . 1 8 7 . 0 d o a v a rj c o lo

r a t e , 18 2 . scritte a n eri c a r a tt e r i, 9 0 . r i. 1 1 9 . U r se n to ,

d ip in te

citt dei Braxzi. I, 3o3. Usi e Costumi ia Italia. I l , 200 e seg.

V V acuna, Vadimonb Vagienni, V alenzia, divinit dei Sabini. I , ig 3. II , 120. (Rotta degli Etruschi al Iago di). I , \5 . II , 265. popoli della Liguria mediterranea. II, i 3. divinit tutelare dOtricoli. II, 124. V a l l e C a u d in a . I , 261. vedi Forche Caudine. Siciliana, nome d i una contrada interna del Piceno. I , 178. Varbi. vedi Ardici. V a s a i e Pittori (nome d e ') sopra i vasi dipinti. II, 2 6 4 . HI, l 3 * V a saio ( Arte del) antichissima in Italia. II, 266. Vasi in terra cotta dipinti., ritrovati nei sepolcri di Nola. I, 122. Ili, 100. 116. nellItalia superiore. I , 112. a Tuscolo > 218. a Vulci, Tarquinia e altrove in suolo etrusco. II, 249 chia mati egizj, 252. di stile arcaico attribuiti alla scuola di Co rinto, 259 e seg. di fattura propria degli Etruschi, 265 e seg. disegni dogni qualit vasi dipinti. III, 117-179. vasi figurati a stampa di Chiusi. Ili, 12 e seg. cinerarj a foggia di Canopi. I li, 7. egizj ne* sepolcri etruschi, 200. necrocorintj. II, 259. I l i , 121. Panatenaici o di premio, 137. Vasi etruschi perch posti nei sepolcri, 173. V egetabili ed altre piante indigene dItalia. II, 2 7 2 . 274. V e i e n t t , p e riti n ella p la stic a . II, 234* Veio, citt Etrusca. I, i 4 ? suo Foro. II, 29. antico circui
to, 209. V eleu , su e ro v in e . II, i 3. Veleiati, popoli detta Liguria mediterranea. II, i 3 . longevi, 379.

248
Y e lu , citt deUEnotria fabbricata dai Focesi della Ionia. I , j 6 8 . 393. detta anco Elea, ivi. 3* 5 . ottime leggi i?i restituite da Parmenide, 326. medaglie, M. V e liti presso gli Etruschi, loro armatura. U , 282. V e lle t r i, citt dei Volsci. I , ^34 V e n e n , popoli della L isin a mediterranea. II, i 3 .
Venere nei monumenti etruschi. IH,

fa. 75.

V en eti, o Eneti, loro situazione. I, 5g. favole sulla loro ori

gine. II, 25. confusi con gli Enotri ed Euganei, bri. 3i . loro citt, iv i. rinomati per le ottime razze dei cavalli, 276. anti che costumanze, 32. Tinti dai Romani, 34 sepolcri nel pe rugino della famiglia dei Veneti, o Eneti, 33. Venezia, suoi confini naturali. II, 3o. celebrit delle sue lane e dei suoi cavalli, 33. Venosa, citt sul confine della Puglia. I , 3 i 3 . Verrugine, citt dei Volsci. I, * 34* Vehsi. vedi Carmi. V e r t u n n o moltiforme. II, 11 2. divinit campestre, ivi. protet trice del commercio presso gli Etruschi, 3o 5. V ebulani, popoli Ernici. II, 221 V e s c i a , citt degli Aurunci. I, & 4 1 V e s t i a r i o degli Etruschi. II, ao 5. muliebre, 206. tululo, ivi. vestiario rusticano, 207. urbano, 208 sandali tirreni, 209. rappresentanze figurate. III, 44 * 4& So. V estini , popoli attenenti ai Sabini. 1 , 246. loro territorio, 247 unione coi Marrucini, ivi. vita pastorale, 249* V e t u l o n i a , citt Etnisca. I, i 44 w e insegne di sovranit, iv i. medaglie. III, ig i. V eturio, luogo della Liguria. II, 18.
V ia g g ia to r i, guastano le antichit per esportarne frammenti.

, 99 V ie, o Strade costruite dagli Etruschi. I , 5 . II, 3o8. Vale ria e Salaria. I , 196. II, 3o8. Vibbio, eroe venerato in Arida. II, 125. trasformato io Ippo lito, ivi.

V iktu premiatarin questa e nell* altra vita, tema raffigurato nei vasi etruschi. Ili, 48 Visidiano, divinit tutelare di Nani. , ia4* '
V ite , coltivata da tempo immemorabile oeUa Toscana e al~

49

trove. II, 375. sua propagazione nell'Italia meridionale, iW.


V iteliu, nome d'Italia in lingua osca. I, x 5 i. sua leggenda in

medaglie. , 192.

VrmiiA, citt degli Equi I , 337.


V m n i, popoli della Liguria jnediternmea. , x5. V itto ria o Telete. Ili, 195. V o lg e r ti , pongono una colonia a Cosse. I, loro attenenza coi V olsd, i 5o. vinti insieme cor Vohiniesi dai Romani. I , > 47* II * 65.
V olsci, anticamente detti Vulci, o Vulsci; loro situazione. I ,

a3a. guerre cogli Etruschi e coi Romani, 333. marineria, 237. II, 55. 3o5. lingua. I, 333. arti, 338. VoLsunesi, vinti dai Romani insieme coi Volcenti. I , > 47VoLsuno, o Bolsena, citt etnisca. I , lfyi. alla sua espugna zione vi predarono i Romani due mila statue, ivi. Il, i 5 i. V o lte rra, citt dell Etruria; sua situazione. I , >4i. suo d r cuito. II, 209. avanzi delle sue mura. I , i 4 i* antica porta degna d osservazione. I li, 5 . 6. pianta topografica. II, 333. 394. 1, 1. resiste alle armi di Silia. I, x4 i V olterrani conducono una colonia a Populonia da essi fabbri
cata. I , 9 9 .

146.

Voltumna, divinit degli Etruschi. I, i 5 f. I l, 113 suo tem pio destinato ai parlamenti nazionali. I, i 56.
V o ltu ri, vulcano antichissimo e dei pi terribili. I , 1 6 7 . Volturno, vedi VuUumo.

Vomitino, scrittore di tragedie toscane. II, 193. V o m ere di ferro antico. III, 190. Vulcano, divinit degli Etruschi, II, io 5. denominato Seihlans, 161. mentovato in una iscrizione trovata nel Tirolo. I , 11 5. figurato in patere. I l i, 75.

%5o

11, a^7- wpolcrij veti e altro antichit, ivi coperte. I I , *5 j.


I l i , 94 e eeg.

V in ci, antica citt delTEtruria. I , i^S. eoa necropoli, ivi. 1 Sg. TutTOBSo, o YoUonwv citt d origine etnisca, detta dipoi Ca pua. I , 117. 378. Fum e della Campania, *7?., divinit Uv eale. , ia 5 .

Z Z w o o ) legislatore di Locri. I , 3a5. .


Z ijfc u , detta dipoi Messina, fondata dpi Cum ini. I , 379 Zjbjodoto, Krittore d fotti degli Umbri. I ,

45 74

FINE DELLA TAVOLA

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