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Agosto 2007
Mosaico che ritrae il trafugamento delle spoglie di San Marco. Basilica di San Marco, Venezia.
Mentre trasportano il corpo alle navi, coperto di erbe e carni porcine, ai doganieri che chiedono cosa portassero, mostrano quelle; ma i Saraceni, inorriditi, vedendo la carne di maiale, gridano: Ganzir, ganzir [in arabo maiale]...
La leggenda omette per di menzionare alcuni dettagli piuttosto intriganti. Pare che il doge Partecipazio avesse dato precise istruzioni ai mercanti Bono e Rustico di portarsi a casa la salma imbalsamata di San Marco, quindi forse non fu unimpresa nata cos spontaneamente. Pare inoltre che i religiosi che custodivano il Santo siano stati convinti da Bono e Rustico con sagge parole ed adeguata somma di denaro contante. Comunque siano andate le cose, certo che, dopo aver rischiato il naufragio in una tempesta durante la traversata del Mediterraneo, le spoglie del Santo furono accolte trionfalmente a Venezia: la leggenda vuole addirittura che un delicatissimo profumo di rose si fosse sparso per la citt appena il Santo fu portato a terra. Nel 829 San Marco Evangelista divenne patrono della citt per volont popolare, sostituendo San Todaro; il Doge Giustiniano lasci disposizione che i suoi averi fossero utilizzati per costruire una chiesa granda: fu posata cos quindi la prima pietra di quella che divenne la splendida basilica di San Marco, che ancor oggi conserva le reliquie che tanto avventurosamente erano giunte in laguna. Il collegamento di San Marco a Venezia precedente allarrivo in citt delle sue spoglie. Secondo la tradizione, l'evangelista Marco viaggi fino a Roma per visitare San Pietro: qui gli fu chiesto di andare a predicare nella regione di Aquileia. Egli part, e fond la diocesi di Aquileia; durante un viaggio trov rifugio sulle disabitate isole di Rivolto per ripararsi da una minacciosa tempesta in arrivo. Durante la notte gli apparve nel sonno un angelo, che lo salut con le parole pax tibi Marce, evangelista meus, hic requiescet corpus tuum... (pace a te, o Marco, qui un giorno riposer il tuo corto) San Marco pens che langelo gli preannunciasse che di l a poco sarebbe morto su quelle isole sabbiose, invece sarebbe vissuto ancora abbastanza per scrivere un Evangelo e poi terminare la sua vita come martire ad Alessandria dEgitto. Non immaginava affatto in che maniera sarebbe tornato in quei luoghi
Icona di San Marco, Barletta Fonti: Enrico Martignon, Caltana dallanno 829 al 1936. Libropress, 2000 Maria Pia Pedani, Venezia fra mori, turchi e persiani. Vicenza 15/12/2005 Marco Zanetto, ESTO MILES FIDELIS: I Cavalieri di San Marco nella storia, Venezia, 2006 Alvise Zorzi, La repubblica del leone. Bompian,i 2001 www.wikipedia.org - San Marco Evangelista www.cronologia.leonardo.it - Anni 827 1118
San Marco in forma de lion un simbolo potentissimo di Venezia e indissolubilmente legato alla citt. Il logo della Serenissima ancor oggi centrale nei gonfaloni della citt e provincia di Venezia, e della regione Veneto. Ma come nato questo simbolo? Tradizionalmente ciascuno dei quattro Evangelisti era simboleggiato da un animale nobile e maestoso: San Giovanni dal Toro o Vitello, San Luca dallAquila, San Matteo dallAngelo, e San Marco dal Leone. Nel IV secolo San Girolamo consider il Leone simbolo di San Marco perch lapertura del suo Vangelo parla di San Giovanni Battista, la cui voce nel deserto si eleva simile a un ruggito, preannunciando agli uomini la venuta del Cristo, e questa interpretazione divenne quella definitiva. La simbologia dei quattro animali molto antica e fu citata per la prima volta da SantIreneo nel sec. II. Nella bibbia gia presente nelle profezie di Ezechiele, riprese poi da Giovanni Evangelista nellApocalisse: Il primo vivente era simile a un leone, il secondo essere vivente aveva l'aspetto di un vitello, il terzo vivente aveva l'aspetto d'uomo, il quarto vivente era simile a un'aquila mentre vola; i quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi. I fantastici animali alati citati prima dal profeta e poi dallEvangelista ricordano i Kribu assiri, (dal cui nome poi i cherubini): si trattava di esseri dalla testa umana, corpo di leone, zampe di toro e ali d'aquila, le cui statue custodivano i palazzi di Babilonia. La tradizione cristiana alto-medioevale raffigurava i Santi in figura umana, e Venezia dal IX al XIII secolo non fu da meno. Gi attorno al 1060 le monete veneziane raffiguravano lEvangelista a mezzo busto, e la prima citazione di una raffigurazione di San Marco sugli stendardi del 24 luglio 1177.
Bianco scodellato, doge Lorenzo Tiepolo (1268-1275)
Solo a partire dal 1261-63 inizi la raffigurazione di San Marco in forma di leone. Cosera cambiato? LImpero Latino dOriente era caduto, e i mercanti bizantini ritornati in patria avevano
cacciato i mercanti veneziani da Costantinopoli. I profughi andarono a cercare nuova fortuna ad Alessandria dEgitto, ove il sovrano Baybars aveva per insegna araldica un leone passante (cio in cammino). La prima testimonianza del Leone di San Marco come simbolo dello Stato veneziano risale agli anni 1262 e 1263, e verso la met del XIV secolo il Leone apparve sul gonfalone di Venezia, per non lasciare mai pi il suo posto. Il Leone di San Marco solitamente raffigurato con una zampa su di una Bibbia. Inizialmente il libro era sempre chiuso, poi inizi ad essere raffigurato aperto con visibile la scritta PAX TIBI MARCE EVANGELISTA. Non si sa con certezza se il libro aperto o chiuso avesse un significato preciso; sta di fatto che sorsero molte leggende e interpretazioni, probabilmente non autentiche, ma sicuramente interessanti. La pi diffusa dice che in tempi di pace il libro fosse aperto, e che fosse chiuso in tempi di guerra (non si leggeva pi la parola PAX). Altri dicevano che il libro chiuso fosse consuetudine dei luoghi di confine o comunque di pericolo; altri ancora pensano che le citt in cui il leone teneva il libro chiuso fossero originariamente esentate dal pagare le tasse, mentre le altre dovessero tirar fuori i soldi In realt probablimente non c un significato preciso, se non cronologico: nelle raffigurazioni pi antiche il leone teneva il libro chiuso, mentre a partire dal Rinascimento inizi a mostrare le pagine aperte della Bibbia. Spesso il Leone brandisce una spada (come per esempio nel gonfalone di Venezia), o in alcuni casi un ramo dulivo o una palma: larma per non allude tanto alla guerra, quanto alla giustizia, virt ritenuta cardine nella Repubblica di Venezia Sovente il leone raffigurato con due zampe sul mare e due sulla terraferma, di cui una su di un monte, a rappresentare il dominio veneziano sullo stato da mar e sullo stato da terra. Fatto piuttosto curioso, la Serenissima Repubblica non fiss mai laspetto del Leone, la cui iconografia ebbe perci nel tempo infinite variazioni di forma e stile, in campo artistico e numismatico si contano oltre 120 varianti! Tale lidentificazione di Venezia (e per estensione del Veneto) con il Leone di San Marco che ancor oggi il Gonfalone rimane simbolo della moderna regione Veneto e, va da s, della citt di Venezia.
Fonti:
Giorgio Aldrighetti, Araldica Ecclesiastica Sacra Bibbia, Vangelo di Giovanni, Apocalisse Maria Pia Pedani, Venezia fra mori, turchi e persiani. Vicenza 15/12/2005 Silvano Furegon, Il leone sulle monete di Venezia, Circolo Numismatico di Monticello Conte Otto La Padania, 19 gennaio 2003
Attorno al 1202, visto laccrescimento della sua potenza mercantile, militare e politica, Venezia inizi a coniare monete di maggiore valore: il grosso matapan in argento, che per quasi due secoli fu lequivalente del dollaro doggi. Nel 1284 fu emesso il primo ducato doro, poi chiamato zecchino: su entrambe le monete San Marco raffigurato in piedi accanto al doge.
2. In forma di Leone San Marco in forma di Leone appare per la prima volta nel XIV secolo, ed un simbolo talmente popolare e potente della Serenissima da diventare una presenza permanente su quasi tutta la monetazione successiva. Il leone sulle monete di Venezia in tre forme diverse, cronologicamente successive luna allaltra: rampante, in maest o in moleca, e infine andante o in marcia. Leone rampante: introdotto sotto il dogado di Francesco Dandolo (1328-1339) con lavvento del soldino dargento. Si trattava di una raffigurazione prossima al classico leone araldico comune ad altri Paesi (ancor oggi lInghilterra e la Finlandia). Il leone rampante si
vide sul soldino per pochi anni, e fu successivamente utilizzato solo raramente, soprattutto per emissioni destinate alle colonie di Levante.
leone in maest o in moleca (detto anche in soldo o in gazzetta): sotto il doge Andrea Contarini nel 1369, dopo solo 40 anni dalla prima raffigurazione in modulo rampante, il leone sul soldino diventa in maest, cio visto frontalmente e seduto. La definizione in moleca in lingua veneziana: la moleca il nome che prende il granchio comune Cancer Moenas nel periodo in cui cambia la corazza e si presenta con il dorso molle. Lespressione el leon in moleca quindi vuol dire letteralmente il leone a forma di granchietto: descrizione fantasiosa ed irriverente, ma tanto efficace e popolare da diventare praticamente ufficiale.
Leone andante o in marcia (detto anche passante o gradiente): la raffigurazione pi classica e conosciuta del Leone Marciano, quella di pi recente introduzione. La sua prima apparizione risale al dogado di Girolamo Priuli (1559-1567) con una nuova serie di ducati dargento, ma questa raffigurazione fu usata con successo anche per i soldi ed i bezzi in mistura di rame e argento, che nel XVIII sec. erano gli spiccioli di pi basso valore nel sistema monetario veneziano. Lultima emissione di monete recanti il Leone di San Marco fu quella del Governo Provvisorio di Venezia, che nel 1848 coni monete da 1, 3, 5 e 15 centesimi, da 5 lire in argento, e 20 lire in oro. A 520 anni dalla prima emissione, termin definitivamente luso del simbolo evocativo e potente del pi longevo Stato preunitario italiano.
Fonti:
www.wikipedia.org, Leone araldico. Raffaele Paolucci, Le monete dei dogi di Venezia. Padova, 1990 Vittorio Rosso, I leoni di San Marco
Fonti:
Pierantonio Gios, Il graticolato romano nel quattrocento. Biblioteca di Santa Maria di Sala, marzo 2005 Clauco Benito Tiozzo, Le chiese nella centuriazione romana del comune di Santa Maria di Sala. 2006 Il Veneto paese per paese - Le Regioni del Nord Est", Bonechi Ed., 1999 Quatrociacole, anno XVII n12 dicembre 1999. www.wikipedia.org, Veneto.