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SOTTO L’ALTO PATRONATO

DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


GIORGIO NAPOLITANO
La Magna Grecia
da Pirro ad Annibale
ATTI DEL CINQUANTADUESIMO CONVEGNO
DI STUDI SULLA MAGNA GRECIA

TARANTO 27 - 30 SETTEMBRE 2012

Istituto per la Storia e l’Archeologia


della Magna Grecia - Taranto
MMXV
Questo volume, che raccoglie gli Atti del LII Convegno di Studi sulla Magna Grecia, svoltosi a Taranto dal 27 al 30 settembre
2012, è pubblicato dall’Istituto per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia, con il contributo della Fondazione Taranto
e la Magna Grecia e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - DGBID. La cura scientifica del volume è di Aldo
Siciliano e Katia Mannino. La redazione è stata curata da Maria Margherita Manco e dalla MUSEION Soc. Coop.
Tutte le immagini presenti in questo volume sono consultabili, a colori, seguendo il link alla pagina: <www.isamg.it/
pubblicazioniatticonvegno.html>.
Magna Grecia e Sicilia da Agatocle a Pirro

Giovanna De Sensi Sestito


52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia

Magna Grecia e Sicilia da Agatocle a Pirro

U
na riflessione unitaria sui processi che disponibile, anche quando non frammentaria
interessano Magna Grecia e Sicilia o breviata; e ciò vale anche per la biografia
tra gli esordi di Agatocle e la morte plutarchea di Pirro6.
di Pirro è suggerita dalle stesse ambizioni, Al costante interesse per i due sovrani
imprese e strategie che essi dispiegarono in nelle opere di carattere generale si affianca una
entrambe le regioni. Dopo le due generazioni messe di studi antichi, recenti e recentissimi, di
a cavallo fra IV e III secolo in cui si colloca la tipo monografico o su aspetti specifici, sia di
loro attività, sullo scenario del Mediterraneo taglio storico-politico, sia di tipo storiografico e
occidentale nulla sarebbe più stato come prima; e numismatico, di cui è impossibile dar conto in
l’interdipendenza fra i due contesti, intrecciatasi questa sede. Per Agatocle basti ricordare la vasta
già a partire dall’età dionisiana, divenne a quel produzione di S. N. Consolo Langher, che la
tempo così salda, che se ne sarebbero protratti ripercorre tutta e ne prospetta l’interpretazione
gli effetti per tutto il III secolo. complessiva sotto i diversi aspetti7; ma sono
Diversissimi per origine, ma legati fra loro da tanti, come si vedrà, gli altri studi di carattere
interessi per un tratto convergenti e poi in parte storico, storiografico e numismatico di cui tenere
analoghi, hanno lasciato entrambi una vasta eco: conto. Quanto a Pirro, alle monografie ormai
Agatocle per la capacità innata di sfruttare ogni classiche8 si sono aggiunti numerosissimi studi
opportunità1, per l’audacia dimostrata nell’aver su aspetti specifici, dei quali hanno proposto
osato per primo attaccare Cartagine nel suo da poco un’esaustiva rassegna Xavier Lafon e
stesso territorio, dimostrando che lì poteva essere Sylvie Pittia nell’ampia sezione di Pallas 2009
vinta2; e per una cosa ancor più straordinaria di dedicata a Pirro in Occidente e alla rivisitazione
tutte, rimarcata da tutta la tradizione, l’abilità storica e storiografica dell’opera di Lévêque a
dimostrata nell’assurgere alla posizione di cinquant’anni dalla sua pubblicazione9. Anche
basileus da condizioni modeste3, per quanto non all’interno del Programma di ricerca di rilevante
tanto umili come Timeo volle far credere4. Di interesse nazionale su “La ‘terza’ Grecia e
Pirro risaltano la stirpe illustre e la fama precoce, l’Occidente” (2007) e di quello ancora in corso
le straordinarie capacità strategiche e soprattutto di svolgimento, ‟Sulle rive dello Ionio. Grecia
l’essere stato il primo sovrano ellenistico a occidentale e Greci d’Occidente” (2009) delle
misurarsi con Roma sui campi di battaglia e sul Università di Napoli, Cosenza, Venezia, Parma
piano diplomatico, non a caso elogiato e preso a e Roma “La Sapienza”, sono affrontate diverse
modello persino da Annibale5. E pur tuttavia è problematiche relative all’azione dei due basileis
pervenuta in frammenti la tradizione più antica e e alla tradizione ad essi relativa 10.
si presenta di complessa valutazione quella

6
  Marasco 1994, con la bibliografia ivi citata; Scuderi
1
  D.S., XIX 6,1; XXI 17. 1998-1999.
2
  Iust., XXII 4. 7
  Per una rassegna della produzione scientifica della
3
  Iust., XX 1,1-4; D.S., XIX 2,7. Consolo Langher su Agatocle cfr. De Sensi Sestito 2010,
pp. 22-25.
4
  Vattuone 2005, p. 291 e n. 18. 8
  Nenci 1953; Lévêque 1957; Carcopino 1961; Kienast
5
  Plu., Pyrrh., 8,5. Per altri contesti in cui ricorre il giudizio 1963; Garouphalias 1979; Franke 1989.
di Annibale cfr. Marasco 1994, p. 340, n. 27; per un
confronto tra l’azione di Pirro e Annibale in Italia cfr. Musti
9
  Lafon, Pittia 2009.
1995, pp. 367-369. 10
  De Sensi Sestito 2011; D’Alessandro, De Sensi Sestito

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Giovanna De Sensi Sestito

A fronte di tale messe di studi, non occorre Siracusa era polo importante11.
attardarsi in una minuta ricostruzione dell’azione Ne derivò un indebolimento complessivo
politica dei due protagonisti, anche se qualche della grecità italiota e siceliota12 su cui si
osservazione potrà risultare in qualche caso innestarono conflitti interni ed interetnici
opportuna, bensì fermare l’attenzione sui determinati com’è noto da molti fattori, tra i quali
processi in atto nelle due regioni su cui si uno certamente importante e che si protrasse
inserisce la loro azione e sugli effetti che ne fino al periodo che qui interessa, è la notevole
conseguono. Sulle trasformazioni che investono mobilità sociale che si registra all’interno delle
le due regioni in tale arco di tempo i dati sono due regioni e anche fra esse. Una mobilità
meno perspicui per lo stato e la qualità della che continua a dipendere in ampia misura
documentazione disponibile: pur nei limiti dall’afflusso di mercenari di varia provenienza
sopra indicati, la tradizione storiografica è meno e dai relativi processi di radicamento locale,
avara di informazioni sul contesto siciliano in con i conseguenti fenomeni di contatto e/o
cui opera Agatocle fino all’assunzione del titolo di integrazione, sempre meglio documentati,
regale; diventa frammentaria, discontinua e per soprattutto per la Sicilia13. Ma riguarda anche
lo più dispersa in opere tarde e breviate per la molte migliaia di Greci di entrambe le regioni,
Sicilia post-agatoclea come per tutto il contesto con un prevalente movimento dall’Italia verso
magnogreco; sul fronte italiota di qualche la Sicilia, ma anche in senso inverso sotto i
informazione meno vaga si dispone solo per le Dionisii e poi sotto Timoleonte, che ebbe un
iniziative in cui è coinvolta Taranto. Tuttavia impatto notevole anche sul senso d’identità delle
la riconsiderazione attenta in anni recenti della comunità coinvolte e sul loro equilibrio interno14.
documentazione numismatica e l’incremento Se ne possono cogliere taluni effetti nelle
significativo di quella archeologica vanno turbolenze sociali che caratterizzano il periodo
offrendo dati sempre più precisi per un più successivo. Migliaia di esuli avevano colto
articolato inquadramento del periodo in esame. l’opportunità offerta dai bandi di Timoleonte15
per tornare nelle loro città, ma anche Greci di
diversa provenienza erano andati a stabilirsi
1. Fra Sicilia e Magna Grecia: analogie e nelle principali città siciliane e gli stranieri che
fattori di interazione già vi risiedevano poterono allora iscriversi nelle
liste dei cittadini. Tra questi ultimi c’era anche
Nell’introduzione agli Atti del convegno la famiglia di Agatocle, il cui padre esule da
napoletano sugli aspetti di interazione culturale Reggio era andato a vivere a Thermae16 e da lì
tra Sicilia e Magna Grecia nel IV secolo, i doveva aver trasferito per tempo a Siracusa la
curatori Cesare Albio Cassio e Domenico sua attività artigianale di ceramista17. Proprio
Musti proponevano di misurare l’intreccio tra
la storia delle due regioni attraverso la guerra
e la circolazione di merci, facendo riferimento
con l’una all’affermazione della politica   Cassio, Musti 1991, pp. 5-9.
11

dionisiana di dominio continuo; alludendo con   Su questo processo, definito


12
e descritto in termini di
“decolonizzazione”, cfr. Asheri 1996.
l’altra alla riduzione dei territori disurbanizzati
o depoliticizzati a dependances, da cui drenare
13
  Tagliamonte 1994; Fariselli 2002; Fariselli 2011;
Peré-Noguès 2011.
risorse per il commercio “mediterraneo”, di cui 14
  Vattuone 2005, pp. 288-291; Lomas 2006, pp. 108 e sgg.
15
  Plu., Tim. 23; sul tema, da ultimo, Prestianni
Giallombardo 2011, con bibliografia precedente.
16
  D.S., XIX 2.
2011; Intrieri 2011. 17
  Vattuone 2005, p. 291, n. 18.

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52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia

Reggio offre un esempio in senso inverso: città greche controllati dai Brettii o nelle poleis
distrutta da Dionisio il Vecchio nel 386, nella cadute o tornate nelle loro mani, come Terina,
generazione successiva era stata rifondata come Ipponio, Sibari sul Traente23. Con tutti costoro
Phoibia dal figlio omonimo18, certo riportando in Agatocle tentò in appoggio degli esuli crotoniati,
patria quanto restava della popolazione calcidese ma senza successo, di abbattere l’oligarchia che
espulsa19, ma inserendo nella cittadinanza anche si era consolidata al potere in Crotone in virtù
coloni di origine siracusana, geloo-agrigentina del sostegno siracusano24, e, dopo un breve
e imerese, che hanno lasciato traccia nei dati ingaggio tarantino, intervenne con tutti gli esuli
onomastici e lessicali dell’epigrafia reggina di in difesa di Reggio attaccata da un corpo di
età ellenistica20. spedizione guidato ancora una volta da Eraclide
Una condizione diffusa di tensioni sociali e Sosistrato25.
all’interno di diverse comunità caratterizza in Di riflesso, analogo nei due contesti si presenta
entrambe le regioni l’ultimo trentennio del IV il comportamento dei gruppi oligarchici di
sec. a.C. In Sicilia l’esplosione in varie città di Siracusa e di Crotone allorché da lì a poco furono
lotte tra oligarchici e democratici (e forse anche espulsi dalle rispettive città: Eraclide e Sosistrato
fra vecchi e nuovi abitanti) minò rapidamente con i loro seguaci trovarono asilo e appoggio
la stabilità degli assetti da poco raggiunti; ne soprattutto in Gela e Agrigento, oligarchiche e
trassero origine un nuovo fuoruscitismo e una filo-cartaginesi, da dove continuarono ad opporsi
nuova conflittualità interetnica. Infatti, ancora fieramente ai concittadini e ad Agatocle26;
di esuli siracusani che stazionavano in Italia gli oligarchici crotoniati cacciati in esilio si
meridionale e in Sicilia si parla nel contesto delle rifugiarono a Thurii e tentarono da lì per più di un
prime azioni di Agatocle quando operava in anno il rientro armato in patria27.
entrambe le regioni in qualità prima di chiliarca La prassi delle fazioni in esilio di tentare
e poi di esule a sua volta21. il rientro in patria col sostegno di città amiche
Crotone, che aveva ritrovato dinamismo rappresenta una costante nella movimentata
economico e prosperità veicolando le risorse del vita politica greca. Fenomeno proprio del
territorio sulla rotta ionica fra Corinto e Siracusa contesto siciliano di quest’epoca è invece il
riattivata dalle spedizioni di Timoleonte e del ricorso ai Cartaginesi di un fazione cittadina
Molosso22, a Siracusa si rivolse per aiuto quando per tentare di prevalere sugli avversari, come
si ritrovò attaccata dai Brettii. Agatocle, che in fecero gli esuli oppositori di Agatocle28. Il
quella spedizione s’era distinto per valore, ma suo verificarsi comportò un salto di qualità
era venuto in aperto contrasto con i comandanti nel livello dello scontro politico29, in quanto
Eraclide e Sosistrato, esponenti dell’oligarchia consentì l’ingerenza dei Cartaginesi nella
siracusana, si rifugiò in Italia per scontare il vita politica interna delle comunità coinvolte,
primo esilio assieme a tanti altri fuorusciti
di sentimenti democratici sicelioti, ma anche
crotoniati, che come lui dovevano aver trovato 23
  D.S., XVI 15,2.
asilo e sostegno nei territori ai margini delle 24
  D.S., XIX 4,1; De Sensi Sestito 1985-1986, pp. 42 e
sg.; De Sensi Sestito, Intrieri 1992, p. 58; Mele 1993, pp.
268 e sg.
18
  Str., VI 1,6, C 258. 25
  D.S., XIX 4,2.
19
  Lucca 1995; e ora anche De Sensi Sestito 2013, pp. 26
  D.S., XIX 4,3-7; 8,2.
88-90. 27
  D.S., XIX 10,3-4. De Sensi Sestito, Intrieri 1992, pp. 58
20
  D’Amore 2011. e sgg.; Berger 1992, p. 82.
21
  D.S., XIX 4; cfr. Consolo Langher 2000, pp. 27 e sgg. 28
  Berger 1992, pp. 80 e sg.; 98.
22
  Mele 1993, pp. 266-268. 29
  Dreher 2010, p. 64.

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Giovanna De Sensi Sestito

attribuì loro la possibilità di condizionarne le In Italia un’analoga solidarietà s’era venuta


scelte, di esercitare una minacciosa pressione a creare tra i fuorusciti democratici crotoniati
a favore di una fazione, di svolgere un ruolo e i Brettii del retroterra circostante; tant’è che
di detonatore nella degenerazione della stasis in quando la ripristinata democrazia espresse come
polemos, che l’intervento del corinzio Acestoride strateghi due di quegli esuli, Parone e Menedemo,
avrebbe dovuto bloccare sul nascere30, di per fronteggiare più efficacemente i tentativi
giocare addirittura più tardi una funzione di armati di rientro degli esuli oligarchici vennero
intermediazione tra le parti31. stipulati coi Brettii degli accordi che consentirono
Il secondo esilio di Agatocle, questa volta tra l’altro di bloccare e annientare sul confine
in Sicilia, produsse anche qui l’effetto di brettio l’ennesimo attacco oligarchico, reso più
consolidare rapporti trasversali in funzione anti- pericoloso dal concorso di truppe mercenarie36.
oligarchica. L’obbligata permanenza nei centri Per la prima volta in Sicilia e in Magna
siculi dell’interno e a Morgantina in particolare Grecia contro gli assetti proprietari controllati
gli aveva consentito di crearvisi una solida base dalle consorterie oligarchiche aveva preso corpo
di potere e di arruolarvi milizie private con una sorta di blocco interetnico, pronto a fare da
cui risultò pericoloso per le città greche non sostegno alla tirannide di Agatocle a Siracusa, a
meno che per i Cartaginesi32; e così, una volta quella dell’emulo Menedemo a Crotone.
richiamato in patria e reintegrato in funzioni Nel segnalare l’importanza di questo fenomeno
di comando militare per una spedizione contro per la stasis agatoclea, la Consolo Langher37
Erbita, colse l’opportunità di inserire legalmente invitava ad indagarne la genesi nel contesto città-
nell’esercito siracusano quelle sue milizie33, ma campagna, nelle rivendicazioni economiche
soprattutto di canalizzare a proprio vantaggio la dei centri siculi, limitrofi o “interni” e del
forte ostilità nei confronti di tutti i Siracusani di mondo contadino urbano, sfruttati dalla polis e
queste città dell’interno34 dalla composizione dall’oligarchia post-timoleontea. Analizzando i
etnica largamente mista, legandole stabilmente sintetici riferimenti diodorei ai dissidi fra le varie
a sé con una prospettiva di affrancamento da fazioni in lotta che precedono e accompagnano
vincoli tributari nei confronti di Siracusa. Proprio la stasis, all’origine della tirannide di Agatocle,
i centri siculi dell’interno e Morgantina diedero Vattuone rileva una frammentazione sociale
ad Agatocle sostegno e milizie fidatissime con ancor più diversificata e la riconduce ai limiti
cui riuscì a realizzare nel 317 il colpo di stato a e alle contraddizioni della politica timoleontea,
Siracusa35. che nelle varie città, non solo a Siracusa, aveva
creato fratture insanabili tra antichi e nuovi
possidenti, fra coloni diventati proprietari di terre
30
  D.S., XIX 4,3-7; 5,1. Cfr. Plu., Tim., 38, 4 per la e case38 e vecchi abitanti “poveri” restati tali; la
disposizione in tal senso fatta approvare da Timoleonte.
31
  D.S., XIX 5; Iust., XXII 2,1-7.
32
  D.S., XIX 5,4. siracusana di Agrigento, Gela e Messana, disposte per
33
  D.S., XIX 6,1-2. abbatterla ad affidarsi allo spartano Acrotato prima, agli
stessi Cartaginesi poi, e si sottrasse all’assedio navale
34
  D.S., XIX 6,3; per il relativo inquadramento tra gli punico di Siracusa portando temerariamente la guerra in
effetti dell’assetto timoleonteo e della sua rapida crisi cfr. Africa .
Vattuone 2005, pp. 288-291. 36
  D.S., XIX 10; per l’inquadramento del contesto e degli
35
  D.S., XIX 5 e 6,1-3. A quel punto, ad andare in esilio effetti della dialysis fra Crotone e i Brettii cfr. De Sensi
furono gli oltre seimila oligarchici riusciti a mettersi in Sestito 1985-1986, pp. 42-45; De Sensi Sestito, Intrieri
salvo con la fuga dalla strage del sinedrio dei Seicento e 1992, pp. 58-60.
dei loro sostenitori, e cercarono asilo nelle città isolane e
soprattutto in Agrigento. Da allora in poi Agatocle dovette
37
  Consolo Langher 2000, pp. 63-64.
combattere, assieme alla fiera opposizione dei fuorusciti 38
  Secondo i dati forniti dalle fonti,
nella sola Siracusa
siracusani, l’ostilità irriducibile alla risorgente egemonia Timoleonte avrebbe insediato quarantamila coloni greci

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52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia

considera causa di divisioni sociali profonde e di caratteristiche analoghe come l’Epiro, di


interessi in conflitto39. recente formazione come compagine statale
Nella presentazione idilliaca in Diodoro di tipo federale con rari e piccoli insediamenti
della ricolonizzazione timoleontea sono assenti urbani le popolazioni italiche avessero potuto
i risvolti sociali forieri di tensioni, mentre sono trarre stimolo per un’organizzazione territoriale
magnificati gli esiti economici del ripopolamento e per una costruzione di identità sociale e
delle città e dell’avvento di una pace durevole: la religiosa intorno a culti comuni è una proposta
rimessa a coltura di terre da tempo abbandonate; interpretativa prospettata a suo tempo da
la grande prosperità per l’abbondanza dei raccolti Lepore43 e approfondita nel convegno tarantino
e il rifiorire del commercio40. In effetti nei livelli sui “condottieri”, in riferimento all’incidenza
dell’ultimo trentennio del IV secolo si riscontra della spedizione del Molosso sui processi di
una trasformazione profonda del rapporto città- strutturazione sociale all’interno del mondo
campagna che vede i territori popolarsi di indigeno e di primo riconoscimento della realtà
insediamenti produttivi a maglie sempre più di Roma44. Ma la strutturazione dei siti d’altura
fitte, di cui è per lo più arduo riconoscere tratti con i relativi sistemi di fortificazione è stato
identitari, e vi registra la nascita di nuovi poli giustamente considerato fenomeno da inquadrare
insediativi41. nei complessi processi di organizzazione
politico-territoriale delle popolazioni indigene
in una prospettiva cronologica più ampia45.
2. Fra Sicilia e Magna Grecia: territori e Qualche traccia delle modificazioni
risorse intervenute nelle modalità di occupazione dei
territori si è conservata anche nella tradizione
Il fenomeno in realtà non si registra solo in letteraria. Tra i Brettii la nascita di parathalattia
Sicilia; è presente anche in Grecia ed è sempre choria è fenomeno indipendente e già in atto in
meglio documentato in Italia meridionale. età timoleontea, come dimostra l’episodio dei
Qui il più diffuso radicamento territoriale e il mercenari greci di Trasio annientati dai Brettii,
sistematico sfruttamento delle risorse economiche quando tentarono di impadronirsi di uno di
accertati attraverso l’analisi del paesaggio essi nel 33946. Fino alla fine del IV secolo la
nei decenni finali del IV secolo attestano formazione progressiva di una serie di piccoli
la trasformazione degli assetti insediativi insediamenti nelle zone pianeggianti o collinari
con l’ampliamento e la diversificazione costiere (ktiseis parathalattiai)47 andò nella
delle produzioni nei diversi contesti, apulo, regione di pari passo con il rafforzamento (in
lucano e brettio42. Che da una regione dalle

ad esempio, Barra Bagnasco 1999, pp. 39-57 per la


oltre agli abitanti della greca Leontini e delle sicule Agirio Lucania; Carter 2005, pp. 225 e sgg., per la chora di
e Centuripe, tutte ripopolate con nuovi coloni: D.S., XVI Metaponto; Gualtieri 2001, pp. 296 e sg. per l’area di
82,4-7; il siracusano Atanide riferiva che Timoleonte aveva Roccagloriosa; Mollo 2009 per il Tirreno cosentino;
insediato a Siracusa sessantamila neocittadini provenienti Carafa, Luppino 2011 per la Sibaritide.
dalla Grecia, dall’Italia e dalla Sicilia distribuendo fra loro 43
  Lepore 1985, p. 13 e p. 49.
le terre e vendendo le case: FGrHist 562 F 2, ap. Plu., Tim. 44
  ACT 43, e in particolare Zevi 2004.
23. 45
  ACT 43, in particolare i contributi di G.-J. Burgers, H.
39
  Vattuone 2005, pp. 310 e sg. Tréziny, J.-L. Lamboley, R. De Gennaro alla tavola rotonda
40
  D.S., XVI 83,1; cfr. Plu., Tim., 23. finale e le conclusioni di M. Lombardo. Per sistemi di
41
  Per un quadro sintetico cfr. La Torre 2011, pp. 220-224, fortificazione d’altura in Epiro cfr., da ultimo, Dausse 2011.
con la bibliografia ivi citata. 46
  D.S., XVI 82,1-2 (si tratta di notizia derivata dal
42

Ved. in generale Lombardo 1996; Burgers 2004; La contemporaneo Atanide!).
Torre 2011, pp. 127-130; in relazione a singoli territori cfr., 47
  D.S., XXI 8 = fr. 17 Goukowsky. Ved. infra, n. 51.

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Giovanna De Sensi Sestito

alcuni casi anche con cinte murarie) dei siti in rapporto sia al modello dionisiano che
d’altura, spesso in connessione visiva l’uno con Giustino espressamente attribuisce all’azione di
l’altro48, che si ripopolarono in una evidente Agatocle in Magna Grecia53, sia agli altri ambiti
funzione difensiva a carattere cantonale, nel egemonici con cui quello agatocleo entrò allora
clima di pace relativa che la regione sembra in competizione o che poi ad esso si ispirarono.
aver conosciuto mentre le guerre sannitiche S’individua di solito nella conquista di
impegnavano i Tarantini e (a fasi alterne) i Lucani Lipari del 304/30354 il primo manifestarsi della
a contrastare come potevano l’avanzata romana spinta espansionistica di Agatocle verso la
nel Sannio e nell’Apulia settentrionale49. Magna Grecia o se ne ravvisa, al più presto, il
Infatti, quando la Magna Grecia verso la disegno già nelle parole del suo ambasciatore
fine del secolo entra direttamente nell’orizzonte ad Ofella di Cirene, cui aveva promesso di
egemonico siracusano, il doppio processo è lasciare tutte le conquiste nella Libye, per lui
ormai completato; lo dimostra per i siti d’altura difficili da controllare dal mare oltre il canale di
l’attacco di Agatocle alla munita Ethai dopo il Sicilia, quando aveva a portata di mano l’Italia
suo rientro da Corcira, clamorosamente respinto per un’espansione fuori dell’isola55. In realtà è
dai Brettii che si mobilitano in massa50; e lo solo la conquista militare di alcuni territori e la
dimostra la missione di distruggere la rete di liberazione o protezione di altri a cominciare
insediamenti (o possedimenti) costieri brettii dopo l’assunzione della basileia da parte di
affidata da Agatocle al navarco Stilpone qualche Agatocle, ma il drenaggio occasionale di risorse
anno più tardi, mentre egli stesso guida l’esercito materiali e di mercenari dall’Italia meridionale
di terra all’assedio di Ipponio51. aveva già ampiamente sostenuto il suo impegno
L’analisi puntuale dei pochi episodi di cui è bellico in Sicilia e in Africa.
rimasta traccia nella tradizione antica, affrontata Gli Ateniesi per primi56 e poi Dionisio il
del resto da molti autori52, esula dallo sguardo Vecchio avevano fatto ampio uso di quei materiali
d’insieme che intendo qui proporre; qualche essenziali di uso bellico che erano legname e
riflessione mi sembra tuttavia opportuna per pece, disponibili in abbondanza nell’entroterra
chiarire quando e perché siano entrati a far
parte dell’orizzonte egemonico agatocleo le
singole comunità e come si possano inquadrare
altri fenomeni noti attraverso la documentazione   Iust., XXIII 1,2: in Italiam transcendit, exemplum
53

Dionysii secutus, qui multas Italiae civitates subegerat.


archeologica per il medesimo orizzonte temporale, 54
  D.S., XX 104: cfr. Consolo Langher 2000, p. 257.
55
  D.S., XX 4. Speculare a questa motivazione della
difficoltà di controllare dal mare una terra a una certa
48
  Come il sistema presente nel comprensorio brettio tra il distanza è quella che avrebbe indotto più tardi Agatocle
Traente e il Neto, su cui cfr. Taliano Grasso 2000. a coinvolgere Pirro prima, e Demetrio poi, nella tutela di
49
  Musti 1995. Corcira, in quanto bene dotale della figlia Lanassa.
50
  D.S., XXI 3,1 = fr. 9 Goukowsky.
56
  Th., VI 90, 3: Alcibide riferisce agli Spartani che gli
Ateniesi avevano in animo di sottomettere i Sicelioti e poi
51
  D.S., XXI 8,1= fr. 17 Goukowsky; con Vattuone 1987- anche gli Italioti e che avrebbero armato molte altre triremi
88, p. 67, n. 2, preferisco la lezione conservata da Oeschel, oltre a quelle che già possedevano, poiché l’Italia dispone
ktiseis, piuttosto che kteseis ora riproposta da Goukowsky di una quantità sconfinata di legname (aphthona xyla), e
2006, p. 18 e nota complementare 41: la devastazione ha poi di chremata e sitos; Nicia, del resto, faceva affidamento
senso in riferimento a villaggi e gruppi di fattorie dislocate su tali rifornimenti: VI, 103,2; VII 14,3; e legname dei
lungo la costa, ben documentati lungo il Tirreno cosentino Cauloniati preparato per gli Ateniesi venne dato alle
da Mollo 2009, ma certo presenti anche fra Taureana e fiamme nel 413: VII 25,2; d’altro canto, al profilarsi dello
Terina. scoppio della guerra gli Spartani avevano mandato l’ordine
52
  De Sensi Sestito, Intrieri 1992, pp. 58-63; Mele 1993, agli alleati italioti di allestire ed armare moltissime navi per
pp. 268-273; Consolo Langher 1995; Consolo Langher raggiungere, con quelle che già possedevano, il numero di
2000, pp. 283-319; De Sensi Sestito 2013-2014. 500: Th., II 7,2.

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52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia

calabrese57. I nomi stessi dei centri Enotri conservati scudi di ogni genere, soprattutto quando di queste
da Ecateo erano in parte nomi parlanti, ispirati risorse poté disporre direttamente o tramite Locri
alle tipologie arboree dei relativi boschi58, e dopo la prima guerra italiota. A oltre vent’anni
identificavano le aree da cui si sarebbe potuto dalla sua morte, quando Timoleonte entrò in
importare il legname occorrente per ogni uso. Gli Ortigia, trovò l’arsenale ancora pieno di ogni
alberi di alto fusto e il legname per fiancate, cunei genere di armi e proiettili e di oltre settantamila
e travi sarebbero stati in gran parte importati panoplie64.
dall’Italia ancora sotto Ierone II, non solo per la Il legname di grosso taglio era comunque
grandissima Syrakosia59, ma sistematicamente materia prima indispensabile anche per tutte le
per la costruzione di navi per la flotta siracusana attività edilizie impegnative, come fortificazioni,
già dai suoi primi anni di attività come ufficiale edifici pubblici e religiosi. Non meraviglia
di Pirro e dopo Pirro, come appare lecito dedurre, trovare un imprenditore di Crotone dal nome mal
con Castrizio60, dall’abbondante presenza dei conservato Di[ocle]s nei registri dei naopoioi di
bronzi con Toro cozzante e la sigla IE in ripostigli Delfi aggiudicatario dell’appalto della fornitura
calabresi e siti prevalentemente brettii61. Per di metà del legname necessario alla ricostruzione
l’esigenza poetica di far figurare provenienti da del tempio di Delfi, mentre l’altra metà venne
tutte le regioni dell’ecumene i materiali utilizzati fornita da un acheo della madrepatria65. Già
per la Syrakosia, Moschion dichiara importate prima dell’arrivo di Pitagora66 Crotone doveva
dall’Iberia le gomene di sparto, dal fiume Rodano essere uno dei principali mercati per l’acquisto
la canapa e la pece62; ma è del tutto evidente che del legname e delle altre risorse della Sila,
anche tali prodotti erano disponibili ampiamente come lo era Caulonia per quelle delle Serre; ma
e più a buon mercato nel vicino Bruzio. Crotone disponeva di un porto migliore sullo
Dalla Sicilia il ricorso sistematico al mercato Ionio che era fonte di ricchezza per la città,
italiota per tali generi di forniture era cominciato nonostante non fosse capace di accogliere grandi
almeno con Dionisio il Vecchio, che aveva navi da trasporto alla pari di quello di Taranto,
importato metà del legname occorrente alla come rileva Polibio67; perciò il suo controllo fu
costruzione della sua prima flotta di duecento sempre ambito da quanti intendessero sfruttarne
navi63; ma dalla vicina Italia avrà importato, ad
integrazione di quanto reperibile nell’isola, anche
tele, cordami, ferro, cuoio, pellami e quant’altro
necessario ad armare allora e in seguito tutte le
64
  Plu., Tim., 13.
sue flotte e i metalli necessari a costruire armi e
65
  FD III 25 B. Cfr. ora Nocita 2012, p. 74.
66
  Cfr. Iamb., VP, 72-73 sulla proficua gestione comune dei
beni dei pitagorici, che ne presuppone l’utilizzo per attività
commerciali.
57
  Th., VII 25,2; Ar., frg. 638 Kassel-Austin; Str., VI 1,9 67
  Plb., X 1,4-6; Taranto non era un mercato per il
261 C. legname e i prodotti della selva, anche se poteva fungere
58
  Cfr. Poccetti 2000, pp. 94-98. da porto di raccolta e di transito. Il legname era di solito
trasportato dai luoghi di provenienza su grandi chiatte con
59
  Moschion in Ath., V 40-44, 206d-209e. navigazione di cabotaggio fino ai grandi porti che potessero
60
  Castrizio 2004, p. 298. veicolarlo verso mercati lontani: cfr. Marasco 1988, pp. 21
61
  In particolare il vecchio ripostiglio di Campana, IGCH e sgg. Oltre Crotone, e Caulonia, svolgevano un ruolo di
2029, e, per le alte percentuali di esemplari di questa intermediazione e/o fornitura per il mercato del legname
serie a Castiglione di Paludi, Strongoli, Crotone, Oppido anche Thurii (per la fornitura di legname dell’entroterra
Mamertina e Locri, cfr. ora Castrizio 2004, pp. 296-299 e silano nel 408/7 a.C. su commissione degli Eleusini: IG I3
grafici relativi. 387, l. 111), e poi Locri ed Eraclea (Marasco 1988, p. 23).
Per Meiggs 1982, p. 354 erano le foci del Crati per Thurii
  Ath., V 206 f. Per un’interpretazione recente cfr.
62
e del Neto per Crotone i porti d’imbarco del legname della
Lehmler 2005, pp. 210 e sgg. Sila; sul problema del trasporto a mare lungo i fiumi, cfr.
63
  D.S., XIV 41,4 e 42,4. Giardina 1981, pp. 100 e sgg.

45
Giovanna De Sensi Sestito

a proprio vantaggio le potenzialità, compresi proprio nei decenni finali del IV sec., da dove
Annibale e poi i Romani. potevano essere veicolati sulle rotte commerciali
Ebbene, quando Giustino, nel contesto per il tramite di quelle città costiere, che i Brettii
delle vicende agatoclee, presenta i Brettii come avevano precocemente conquistato; sullo Ionio
fortissimi et opulentissimi, attesta non solo c’era Sibari sul Traente, ma non sappiamo se
che le risorse della selva erano ormai entrate disponesse di un qualche approdo alla foce del
nella loro disponibilità (conclusione implicita fiume; certo la dialysis con Menedemo73 doveva
nel controllo pieno delle aree interne da essi aver aperto ai loro prodotti il porto di Crotone
acquisito dopo la secessione), ma anche che ne a condizioni vantaggiose, prima che Agatocle se
controllavano la commercializzazione, la quale ne impadronisse e lo utilizzasse in proprio. Forse
ne costituiva l’attività più redditizia, quando in mano ai Brettii c’era già a quel tempo anche
non soggetta a pesanti dazi portuali. I prodotti Caulonia74. Sul Tirreno c’erano, oltre a Temesa,
prevalenti della loro economia erano certo quelli Terina e soprattutto Ipponio.
della selva e della pastorizia, legname, pece, Quest’ultima aveva assunto un ruolo
derivati dall’allevamento68. Come giustamente commerciale rilevante da quando nel 379 era stata
osserva Cornell69, non bisogna sottovalutare la sottratta a Locri dai Cartaginesi e riconsegnata
varietà di prodotti che tale economia metteva agli Ipponiati riportati in patria: da allora era
a disposizione per le attività artigianali e diventata il principale porto di appoggio sulla
commerciali localizzate nelle città costiere. rotta siculo-punica del Tirreno meridionale75.
Inoltre sono da prendere in considerazione Anche dopo la conquista brettia, Ipponio aveva
anche la pesca e la commercializzazione del mantenuto questa funzione lungo la rotta che dai
pesce salato, che finì per diventare una loro centri siculo-punici raggiungeva le coste lucane
attività peculiare70, che metteva a frutto la grande e campane e viceversa, una rotta utilizzata come
disponibilità di sale fornita, ad esempio, dalle canale di raccolta e distribuzione non solo di
miniere di salgemma, alcune tuttora esistenti a derrate, ma anche di forze militari76. Ciò deve aver
cielo aperto nel territorio di Cirò e di Belvedere agito da stimolo per la proliferazione di piccoli
Spinello71; nè bisogna dimenticare infine le
risorse metallifere (soprattutto ferro, stagno,
rame, piombo) presenti nelle aree interne72. 73
  D.S., XIX 10, 3-4.
Tutti questi prodotti dovevano affluire in 74
  Per la presenza brettia a Caulonia e nel suo retroterra
centri di raccolta in prossimità delle coste, quali montano cfr. ora Facella 2001; Iannelli 2001. Per la
dedica alla “Venere” osca ritrovata nell’area del tempio
Petelia e Macalla, Temesa e i tanti altri piccoli urbano cfr. Ampolo 2007 e Poccetti 2009.
insediamenti vicini al mare che si consolidarono Non è più possibile pensare, con Musti 2005, pp. 338 e sg.,
che solo su Crotone e tutt’al più su Ipponio si esercitasse la
spinta espansionistica dei Brettii e si ponessero problemi di
convivenza; la realtà archeologica che ora sempre meglio
68
  Per essi cfr. Giardina 1981, pp. 87 e sgg. emerge impone di prendere atto del radicamento dei Brettii
già prima della fine del IV secolo ben al di sotto dell’istmo
69
  Cornell 1995, p. 124. lametino, su tutto l’entroterra fra Caulonia e Ipponio, nel
70
  A mercanti brettii come intermediari abitualmente attivi retroterra collinare e montano sui confini di Reggio e
assieme a mercanti campani nel commercio del tonno, da di Locri. I presidi romani posti in queste due città dopo
Cadice o da Taranto, faceva allusione Eutidemo di Atene l’intervento a Thurii del 282 a.C. rappresentano anzitutto
nel trattato Sul pesce salato: Athen., III 84, 116 a-b. la risposta al bisogno di recuperare sicurezza e quella
71
  Esse sono tutto sfruttate. Eloquenti le stesse denominazioni capacità di controllo del territorio, che era stata ristabilita
di Coste di sale e Salinelle presenti nell’area (F. 237 IGM: cfr. da Agatocle e che la sua morte aveva improvvisamente
De Sensi Sestito 1999, p. 49, n. 48). La presenza di antiche fatto venir meno.
miniere di salgemma in località Salinara sulla via tra Crotone 75
  De Sensi Sestito 2008b, pp. 40-44; De Sensi Sestito
e Strongoli è segnalata anche da de la Geniére 1993, p. 90. 2013-2014.
72
  Cfr. Cuteri 1999. 76
  Fariselli 2002, pp. 321 e sg.

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52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia

insediamenti costieri e per quella disseminazione coincidenza temporale fra la pace concordata fra
di fattorie brettie sui terrazzamenti marini Agatocle e i Cartaginesi nell’isola e il rinnovo
della regione tirrenica che ricognizioni e scavi per la terza volta del foedus romano-punico
recenti sempre meglio documentano77. Analoghi registrato da Livio sotto l’anno 306, il cosiddetto
fenomeni sono noti e ben documentati fino al trattato di Filino83: esso andava a ridefinire
golfo di Policastro78. fra Romani e Cartaginesi le aree di libera
Durante il conflitto punico-siracusano, circolazione di persone e merci, riservando ai
avevano attinto frequentemente a queste risorse primi l’Italia e ai secondi la Sicilia, con una
umane e materiali italiche tanto i Cartaginesi indicazione complessiva che andava ben oltre
quanto Agatocle. Quest’ultimo aveva tentato sul il reale controllo politico e/o militare delle
principio delle ostilità qualche ritorsione, come aree rivendicate da ciascuna delle parti come
potrebbe indicare la cattura di una squadriglia pertinenza esclusiva84. Un trattato di “carattere
punica davanti alle coste del Bruzio nel 31279, programmatico”, dunque, che poteva essere
ma non era certo riuscito ad impedirlo. La concluso in questi termini solo in una fase
compresenza di monete di elettro cartaginesi e di incertezza sulla reale capacità di Agatocle
agatoclee in alcuni siti brettii80, ed anche nella di vincere le resistenze autonomistiche e di
Crotone di Menedemo81, dimostra che mercenari mantenere il potere in Sicilia, e di ormai debole
brettii avevano militato sia nell’esercito egemonia tarantina all’interno del frammentato
cartaginese che in quello agatocleo, e forse contesto italiota. E’ stato riconosciuto da tempo
anche in entrambi, secondo le circostanze e i che proprio l’esistenza reale di accordi di tal
tempi; la consegna ai Brettii da parte di Agatocle genere giustifica la modifica registrata da Polibio
delle fanciulle e dei giovani della distrutta nel trattato διὰ τὴν τοῦ Πύρρου διάβασιν del
Segesta nel 307 sembra un compenso per servizi 278 a.C., per consentire limitate forme di
prestati o corrispettivo per forniture necessarie reclutamento e aiuto reciproco85.
alla guerra82. Per quanto riguarda il contesto siciliano,
merita sottolineare la centralità del tema
dell’autonomia, che attraversa come un filo rosso
3. Fra egemonie e autonomie tutto l’ampio resoconto diodoreo sulle vicende
di Agatocle fino all’assunzione della basileia;
Finita però la guerra in Africa e in Sicilia, il tema si ripropone poi puntualmente dopo la
né Agatocle né Roma, per ragioni distinte e sua morte. Come aspirazione o come motivo
concorrenti, potevano tollerare interferenze
cartaginesi nell’Italia meridionale, anche solo
di tipo commerciale, e non può essere casuale la 83
  Liv., IX 43,26: foedus tertio renovatum. Per quanto
Polibio imputasse a Filino di averlo inventato di sana
pianta (Plb., III 6,3-4), è ormai prevalente l’opinione della
sua autenticità, presupposta del resto anche dal successivo
77
  In particolare Mollo 2009 per il Tirreno cosentino. trattato del tempo di Pirro (ved. oltre). Status quaestionis in
78
  Gualtieri 2001. Ulteriori dati sono offerti, in questo volume, Scardigli 1991, pp. 129-162.
nei contributi dello stesso Gualtieri e inoltre di G. Aversa, M. 84
  A quel tempo il pieno controllo romano non andava
Osanna, G. Volpe. ancora oltre la Campania, ma la preclusione ai Cartaginesi
79
  D.S., XIX 103, 4-5. delle coste dell’Italia poteva tutelare le attività commerciali
degli alleati di Roma e porre freno al ricorrente ingaggio
80
  Pennestrì 1986, pp. 127-137; Tagliamonte 1994, p. 177; di truppe mercenarie; la xenologia sarà poi espressamente
Castrizio 1995, pp. 129 e sgg.; Fariselli 2002, pp. 328 e vietata nella pace di Lutazio del 241: Plb., III 27,2.
sgg.; Manfredi 2009; De Sensi Sestito 2013-2014. 85
  Plb., III 25; altre fonti, discussione del problema e
81
  Arslan
2005, p. 103; Arslan 2006, pp. 22-24; Ruga bibliografia precedente in Scardigli 1991, pp. 161 e sgg.;
2006, p. 28. aggiornamento bibliografico e ulteriori argomentazioni in
82
  D.S., XX 71,5. De Sensi Sestito 2013-2014, pp. 13 e sg.. Serrati 2006.

47
Giovanna De Sensi Sestito

propagandistico, l’autonomismo ha animato le Agrigento a fare dell’autonomia una bandiera,


coalizioni e i frequenti cambiamenti di fronte con l’ambizione di crearsi una propria egemonia
delle poleis siceliote che, riconosciute libere nel sfruttando il desiderio di libertà delle città
trattato timoleonteo86, rinvigorite nel loro tessuto isolane92: un progetto bellissimo, commenta
sociale e produttivo dall’inserimento di migliaia Diodoro, frustrato dalla sconfitta del loro stratego
di nuovi coloni87, sostenute nelle loro aspirazioni Xenodoco93, ma fatto proprio e perseguito
di indipendenza e di rivalsa dagli oppositori di con successo dal capo degli esuli siracusani
Agatocle accolti nel loro seno88, avevano difeso Dinocrate94 fino alla sconfitta di Torgio95. Dopo
con le armi la loro autonomia a più riprese, la riappacificazione con Agatocle, toccò proprio
cercando appoggio persino nei Cartaginesi. a Dinocrate assoggettare per suo conto nei due
Avevano così determinato lo scoppio di un nuovo anni successivi phrouria e città ancora ostili96.
conflitto punico-siracusano e lo avevano alimentato Già nel corso delle ultime operazioni ormai
prima, durante e dopo la stessa temeraria spedizione guidate da Dinocrate, Agatocle doveva aver
di Agatocle in Africa, impedendogli di cogliere i conseguito la sottomissione di Leontini e di
frutti di vittorie straordinarie, costringendolo anzi a Messana97. Solo a questo punto poté considerare
rientrare in Sicilia, abbandonando esercito e figli in spenta ogni velleità autonomistica e salda la
Africa, per salvare Siracusa89; e poi a concordare nel propria egemonia nell’isola. La pacificazione
306 coi Cartaginesi un trattato di pace onorevole ma generale della Sicilia nel 304 coincise con
insoddisfacente90, che paradossalmente consolidava l’assunzione formale della basileia e con la fine
l’epicrazia punica lasciandola potenziale catalizzatore dei comportamenti “crudeli”, come Polibio gli
di rigurgiti di dissidenza e autonomismo. Ma quella riconosce98.
pace gli diede le risorse finanziarie e la sicurezza L’unico episodio successivo riguarda
necessaria per chiudere la partita con l’estrema l’assoggettamento di Lipari nel 304/30399,
resistenza degli esuli capeggiati da Dinocrate91. necessario a prevenirne un possibile avvicinamento
Sin dall’inizio, e a più riprese, era stata a Cartagine e a mettere totalmente sotto controllo
siracusano lo Stretto, presidiato dall’altra sponda
da una Reggio che dopo la rifondazione, per usare
la definizione di Lucia d’Amore, era diventata
86
  D.S., XVI 82,3; Plu., Tim., 34, Ampia analisi della
problematica in Consolo Langher 1996, pp. 323 e sgg.
87
  In particolare le due città che più si sarebbero opposte
alla rinascente egemonia siracusana di Agatocle, Agrigento 92
  D.S., XX 31-32
e Gela, erano state rispettivamente ripopolate da una colonia 93
  D.S., XX 56,1-3.
di Elei guidata da Megello e Feristo la prima, e di Cei guidati
da Gorgo l’altra: Plu., Tim., 35; dunque furono due gruppi
94
  D.S., XX 57.
omogenei con un’identità forte ad integrarsi nelle due 95
  D.S., XX 89.
comunità, a quanto pare rafforzandone la compattezza nella 96
  D.S., XX 90,2.
volontà di autonomia da Siracusa. Quanto ai mercenari dei
tiranni abbattuti, Timoleonte lasciò che si cercassero una
97
  Consolo Langher 2000, pp. 256 e sg.
sede nella Sicilia cartaginese (Plu., Tim., 24), il che non 98
  Plb., IX 23,1. Diodoro riferisce che Agatocle aveva già
esclude il loro coinvolgimento nei conflitti successivi. assunto il titolo regale sull’esempio di Antigono, Demetrio,
88
  Degli oltre seimila oligarchici sottrattisi con la fuga al Cassando e Lisimaco nel 307, mentre era ancora in Africa,
massacro conseguente al colpo di stato agatocleo, la maggior sull’onda delle vittorie conseguite: D.S., XX 53,2-4; 54,1-
parte era stata accolta in Agrigento: D.S., XIX 8,2. Sulla 2. Ma poi conobbe vari rovesci di fortuna e solo dopo la
diaspora di esuli siracusani anche verso Gela, Messana e pacificazione generale nell’isola (304) poté qui assumere
Tauromenio cfr. Consolo Langher 1996, p. 337. stabilmente il titolo. Queste diverse fasi si riflettono
puntualmente nella titolatura della sua monetazione durante
89
  Puntuale analisi di ogni fase di queste lunghe e intricate e dopo la campagna in Africa: cfr. Carroccio 2004 e pp.
vicende in Consolo Langher 2000. 259 sg. in particolare. Per un recente riesame della regalità
90
  D.S., XX 77,2; 79,1-5. di Agatocle cfr. Zambon 2006, pp. 80-84.
91
  D.S., XX 89,1-5; 90,1-2. 99
  D.S., XX 101.

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52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia

una “città siceliota di Magna Grecia”100. Al tempo era andata crescendo nella prima metà del IV
di Pirro e della battaglia navale nello Stretto, a secolo.
presidiare le Eolie c’erano infatti i Cartaginesi101. La lotta alla pirateria nel Canale d’Otranto
Ma per rinnovare la guerra contro di essi, che e in Adriatico assicurata dalla presenza delle
rimase sino alla fine l’obiettivo sotteso anche alle colonie dionisiane103 aveva reso sicure e fatto
sue campagne in Italia, Agatocle aveva bisogno sviluppare tutte quelle attività di scambio
di assicurarsi il controllo delle tradizionali proprie di un porto capace di accogliere molte
aree di approvvigionamento di risorse e uomini navi di grande tonnellaggio, che costituivano per
del Bruzio, di inglobarle nell’area di egemonia Polibio la fonte principale della eudaimonia di
siracusana precludendone l’utilizzazione da parte Taranto104.
dei Cartaginesi, di consolidare il proprio ruolo Così homoiotropos di Siracusa era a sua
nel Mediterraneo occidentale. volta diventata Taranto nel corso del IV secolo:
La conclusione di conflitti d’area, quello il suo ruolo egemonico in Magna Grecia è
punico-siracusano-siceliota nell’isola e la seconda fatto risalire nella famosa pagina di Strabone105
sannitica nella penisola, aveva modificato i al tempo di Archita, ed è connotato appunto
due contesti e metteva a confronto diretto le in senso democratico e in termini di potenza
egemonie che ne erano uscite consolidate, cioè militare soprattutto navale: la flotta più grande
quella siracusana, quella cartaginese e quella della regione; polis megiste dell’Italia la
romana, e ancor più minacciata quella tarantina. definisce Ps. Scymno 106; democratica, e quindi
Una breve riflessione sulla parabola al riparo da staseis interne secondo il criterio
dell’egemonia tarantina sembra utile a questo tucidideo; con una grande flotta e dunque con
punto e mi piace prendere spunto dall’acuta un grande potere sul mare sostenuto da varie
esegesi fatta da Marta Sordi sull’uso tucidideo categorie sociali, dagli armatori agli artigiani, ai
del termine homoiotropos per qualificare la mercanti, comprese le più umili, come marinai e
capacità di Siracusa di esercitare l’egemonia pescatori107; con un grande porto in una posizione
come Atene102; il dato essenziale messo in di passaggio obbligato per la navigazione nello
evidenza dalla studiosa è come nella riflessione Ionio e nell’Adriatico e di mercato per tutta la
dello storico ateniese Siracusa fosse riuscita a varia produzione agricola, artigianale e tessile
prevalere su Atene proprio perché diventata, dell’entroterra greco e indigeno, fonte di grandi
sotto la guida di Ermocrate, sua homoiotropos prosodoi108.
in quanto città democratica fornita di una grande Ma dalla vicenda di Neapolis (326 a.C.)
flotta. in poi, tutti gli sforzi di Taranto erano stati
Indubbiamente era stata questa capacità orientati a salvaguardare la propria posizione di
allora acquisita di esercitare l’egemonia, che egemonia in Magna Grecia solidarizzando con
aveva fatto della Siracusa di Ermocrate e poi i Sanniti nella speranza che riuscissero a fare
dei due Dionisii il più valido alleato di Sparta argine all’erosione progressiva portata avanti
in Occidente per tre generazioni. Più lentamente,
all’ombra e dapprima sotto la tutela di Siracusa,
impegnata a sostituire Atene in Adriatico come 103
  D.S., XV 13-14; sul tema Lombardo 2002.
interlocutore commerciale privilegiato delle 104
  Plb., X 1-8, col commento di Marasco 1988, pp. 13
varie popolazioni locali, l’economia di Taranto sgg.
105
  Str., VI 3,4 C 281.
106
  Ps.Scymn. 330.
100
  D’Amore 2011, p. 514 e sg., 520. 107
  Arist., Pol., IV 1291 b,23; per il commercio del pesce
101
  Plu., Pyrrh., 24; Paus., I, 13. salato ved. supra, n. 69.
102
  Th., VII 55,2; cfr. Sordi 1992. 108
  Marasco 1988, pp. 23-34; Mele 2002, pp. 90-92.

49
Giovanna De Sensi Sestito

dai Romani ai loro danni anche con l’espansione allora di Metaponto114, come più tardi di Thurii115,
nell’Apulia settentrionale109. Persino l’avvento di riconoscerne l’egemonia e aprì una falla, di
della tirannide di Agatocle, smanioso di ricreare cui Agatocle era già pronto a trarre profitto.
le condizioni per una nuova egemonia siracusana,
con un forte seguito in Italia e con ambizioni di
controllo di una parte della regione, era stata 4. Fra egemonie e autonomie: Agatocle in
avvertita da Taranto come una minaccia, tanto Magna Grecia
che nel 314 aveva accordato il sostegno di venti
navi allo spartano Acrotato chiamato in aiuto 4.1. Agatocle fra Ionio e Adriatico
dalla lega di Agrigento, Gela e Messana per
combatterlo110, e non si può escludere che avesse Dalla tradizione non emerge quale pretesto
incoraggiato il proposito di Cleonimo di andare avesse offerto al re siracusano l’occasione per
in Sicilia ad abbatterne il potere, posposto dal intervenire contro i Brettii. D’altra parte, non
principe spartano all’impresa per lui più facile risulta che Taranto si fosse mai fatta carico
e proficua di impadronirsi di Corcira111. Già la di tutelare gli Italioti dalla minaccia brettia,
richiesta a Sparta nel 303 dell’intervento di mentre lo aveva fatto Siracusa, la quale anche
Cleonimo per fronteggiare una nuova offensiva in questo nuovo contesto non si era sottratta
dei Lucani alleati dei Romani112 è spia eloquente ad una specifica richiesta116; è difficile però
di una egemonia in pericolo, che teme un ammettere, con i più, che a farla fosse stata
abbraccio mortale col re siracusano e si rifugia Taranto117. Almeno non credo fosse maturata
nel più rassicurante appoggio di un comandante allora la svolta nelle relazioni reciproche, per di
venuto dalla madrepatria. E che, nonostante le più per combattere i Brettii, che Agatocle aveva
cospicue milizie arruolate per l’occasione, la in parte già vinto sul principio del III secolo,
principale preoccupazione di Taranto fosse di comunque prima del 297, terminus ante quem
salvaguardare il nucleo storico della sua area per l’intervento in extremis in difesa di Corcira,
di egemonia è dimostrato dal rapido accordo che liberò dall’assedio di Cassandro e mise sotto
raggiunto da Cleonimo con i Lucani, che impose tutela118.
di accantonare l’ostilità contro di essi, e dal I riferimenti alle operazioni di Agatocle in
limite posto alla navigazione dei Romani a tutela Italia trasmessi da Giustino sono troppo fugaci e
solo del proprio spazio marittimo113. Entrambe per nulla circostanziati119. Tuttavia l’epitomatore
le soluzioni intaccavano, però, la stessa ragion
d’essere della Lega italiota, e facevano venir 114
  D.S., XX 104, 3.
meno l’interesse politico e il vincolo morale 115
  Ved. infra.
116
  Iust., XXIII 17: Ad postremum inploratus Agathocles
spe ampliandi regni a Sicilia in Italiam traiecit.
117
  Secondo la tesi di Ciaceri 1927 (III), p. 228, come, da
ultimo, di Musti 2005, p. 312 e Dreher 2010, p. 68, che
109
  Ved. in particolare Musti 1995, pp. 355 e sgg.; Musti hanno ritenuto di dover attribuire a Taranto la richiesta
2005, pp. 315 e sgg; Mele 2002, pp. 94 sgg. Sulla fragilità di aiuto ad Agatocle subito dopo Cleonimo, sulla base
politica dell’egemonia tarantina in questa fase cfr. Bettalli di Strabone (VI 3,4 C 281). Affronta il problema ma per
2004, p. 133. lasciarlo aperto Giannelli 1974, pp. 371-374. Concordo
con lui, come con Vattuone 1987-88, pp. 65 e 70 e sg., e
110
  D.S., XIX 70, 4-71, 1. Bettalli 2004, p. 131, nel ritenere che Taranto non c’entri
111
  D.S., XX 104,4. affatto con le prime operazioni italiote del re siracusano. Il
112
  D.S., XX 104,1-2. Anche per Cleonimo cfr. ACT 43. problema si pose in seguito: ved. oltre.
113
  App., Sam.,7,2. Ormai da tutti condiviso l’inquadramento   D.S., XXI 2 nell’interpretazione proposta in De Sensi
118

al tempo di Cleonimo, ampiamente argomentato da Santi Sestito 2011.


Amantini 1975.   Iust., XXIII 1-2.
119

50
52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia

conserva due chiavi di lettura che si rivelano lasciata a presidio, la tutela necessaria anche ai
utili per provare a ricostruire il quadro della sua possedimenti assegnati alla figlia; gli consentiva
azione politica in Italia meridionale. soprattutto di riattivare la rete commerciale tra
La prima chiave di lettura riguarda Ionio e Adriatico e ridare sostegno alle colonie
l’obiettivo perseguito e, pare, conseguito120: siracusane in Adriatico sfruttando allo scopo
l’assoggettamento di “tutti” i Brettii, per quanto l’alleanza con gli Iapigi (nome collettivo che per
segnato via via da qualche battuta d’arresto e da lo più include i Dauni) e con i Peucezi ai quali
qualche smacco121. Per quanto già detto, in chiave avrebbe fornito le navi necessarie all’esercizio
anti-brettia possono essere lette le modalità della (vale a dire al controllo) della pirateria125.
conquista di Crotone del 295, con l’inganno È possibile che alcuni dei comportamenti
dell’amico, con un attacco a sorpresa, un assedio antiromani di Apuli, Peucezi e Lucani nel
non solo navale, con un teichos costruito da primo decennio del III secolo siano da mettere
mare a mare, che fa pensare ad un vallo sul in relazione con questa alleanza stretta con
terreno per accerchiare la città anche dall’interno Agatocle126; anche nel rilievo dato da Duride
e impedire un possibile intervento di aiuto dei nella sua Storia di Agatocle alla vittoria
Brettii dall’entroterra122. E una volta conquistata romana di Sentino sembra possibile cogliere
la città, anche il possesso diretto di Crotone la percezione agatoclea del pericolo che
potrebbe sembrare necessario al controllo da una rappresentava l’espansione romana in Apulia
posizione di forza delle roccaforti brettie della anche per gli interessi siracusani127. Certo la
Sila crotoniate e delle sue propaggini ioniche, lotta alla pirateria trovava ragion d’essere nella
istmiche e tirreniche, con le relative risorse. protezione del commercio navale soprattutto
Tuttavia Crotone appare centrale nella in momenti di carestia che richiedevano un
strategia di Agatocle anche per altri più afflusso straordinario di grano, situazione che
ambiziosi disegni: gli consentiva di disporre, dal sembra soggiacente a un lacunoso decreto attico
versante italiota dello Ionio, di un buon porto, del 302/301 a.C. in cui si menziona un grosso
distante dai Monti Cerauni, vale a dire dall’Epiro quantitativo di grano fatto arrivare dalla Sicilia,
e dall’antistante Corcira, esattamente quanto probabilmente grazie ai buoni uffici di Agatocle
Capo Iapigio123, prima di cedere a Pirro come per la fornitura e di Demetrio Poliorcete per la
pegno di alleanza e reversibile dote Corcira e committenza128. In una Sicilia ormai pacificata
le adiacenti isole ioniche124. Il porto di Crotone la sovrabbondante produzione granaria doveva
gli permetteva di esercitare, con la flottiglia trovare in Grecia il suo principale mercato, e

125
  D.S., XXI 4 = fr. 12 Goukowsky. Che nei barbari confinanti
120
  Pomp. Trog., Prol., XXIII: Omnibus (Bruttiis) subactis, siano da intendere i Lucani pensava già Mazzarino 1966, II,
rex, seditione filii exeredati ac nepotis oppressus, interiit. p. 267; così anche Mele 1993, p. 271. Per l’interpretazione
121
  Ad esempio la ritirata cui lo costrinsero dopo la conquista dell’azione di Agatocle in Magna Grecia in funzione anti-
di Ethai (D.S., XXI 3); e la ribellione contro il presidio romana e anti-cartaginese cfr. De Sensi Sestito, Intrieri
agatocleo nei pressi di Ipponio (D.S., XXI 8). 1992; Consolo Langher 2002; De Sensi Sestito 2013-2014,
122
  Spadea 2011, p. 115, dall’espressione ricostruisce una pp. 16 e sgg.
linea fortificata anche dalla parte della costa. Lungo la linea 126
  Mele 1993, p. 272; Consolo Langher 2000, p. 308. A
di costa, dal Lacinio al porto-canale sull’Esaro, bastavano finalità antiromane dell’alleanza con Apuli e Peucezi dopo
le sue navi da guerra a tenere la città sotto tiro. Il teichos il 295, e in sintonia con Taranto, pensava già Giannelli
da mare a mare cui fa riferimento Diodoro doveva servire 1974, p. 19; così anche Nedu 2010.
a isolare la città dal suo entroterra e prefigura quell’estesa 127
  Douris, FGrHist 76 F 56: su cui cfr. Marasco 1984,
cinta muraria che Livio (XXIII 3) attribuisce alla città pp. 102-105 e Landucci Gattinoni 1997, pp. 158-162. Cfr.
prima di Pirro: ved. infra n. 167. anche Mazzarino 1966, II, pp. 57, e Consolo Langher
123
  Str., VI 3,4 C 281. 2000, p. 308.
124
  Plu., Pyrrh., 9,1. 128
  IG II-III2, 499; cfr. Landucci Gattinoni 1999, p. 130.

51
Giovanna De Sensi Sestito

tornava a rivelarsi indispensabile il controllo 4.2. Agatocle, Locri e Ipponio


del Canale d’Otranto, cui l’alleanza con Apuli e
Peucezi mirava. La sovrapposizione delle esperienze
Soprattutto dopo aver dimostrato con la egemoniche di Dioniso I e di Agatocle in Sicilia
vittoria su Cassandro a Corcira, di potersi e in Italia, segnalata anche da Polibio131, trova
battere alla pari con gli altri basileis, Agatocle puntuale conferma nella seconda chiave di lettura
non aveva interesse alcuno a lasciare ad altri re fornita da Giustino con l’espressione exemplum
macedoni (come già Alessandro Magno e come Dionysii secutus132, un modello che, al di là della
Demetrio al suo tempo), di intervenire per via riproposizione di interventi ed interessi nelle
diplomatica sui Romani129 affinché ponessero medesime aree (Crotone, Ipponio, lo Ionio e
freno alle azioni di pirateria ai danni dei Greci l’Adriatico), per essere prospettato dalla fonte
da parte di popoli loro soggetti. Col possesso di comune, il contemporaneo Timeo, deve aver
Corcira e di Crotone e forte dell’alleanza con fatto perno sull’alleata Locri come base del suo
Apuli e Peucezi, era ormai in grado di assumere potere in Italia133. Del resto è del tutto plausibile
in proprio il compito del controllo delle rotte fra che proprio da Locri fosse stato inizialmente
Ionio e Adriatico, calandosi, come già Dionisio inploratus134, e non fa certo ostacolo il silenzio
il Vecchio aveva fatto, nei panni di un novello sulla città nei frustuli di tradizione superstite,
Diomede: un accostamento avallato sul piano tutti incentrati su attacchi militari. Al contrario,
ideologico da lui stesso o dalla storiografia di diversi sono gli elementi che concorrono a
corte, come suggerisce la notizia ripresa dallo dimostrarlo.
Pseudo-Aristotele che Agatocle re dei Siciliani Che Locri fosse sempre più accerchiata dai
aveva consacrato nel santuario di Zeus il collare Brettii e minacciata nei suoi interessi vitali è
di bronzo con la dedica «Diomede ad Artemide», ormai documentato da ricerche archeologiche
che aveva trovato nel santuario della dea che registrano nei decenni finali del IV e a
presso i Peucezi130. Nel contesto del rinnovato cavallo del III secolo il radicarsi di una presenza
interesse siracusano per l’Adriatico, ostacolare osca tutt’attorno o persino all’interno dei
le interferenze romane in Apulia non era più territori controllati da Locri nel recente passato,
un problema solo di Taranto ed è su questa ma che via via le erano sfuggiti di mano e ormai
convergenza di interessi che deve essersi saldata non erano più sotto il suo controllo. Una diffusa
allora, nel 295, la cooperazione fra Agatocle e presenza osca si era strutturata già nella seconda
Taranto. metà del IV secolo nel cuore delle Serre, nel
retroterra montano di Caulonia135 e in Caulonia
stessa136, sconfinando ben presto anche nel

131
  Plb., XV 35,3-4.
132
  Iust., XXIII 1,1-3: Agathocles, rex Siciliae, ... in Italiam
129
  Per la documentazione sulle due ambascerie cfr. Canali transcendit, exemplum Dionysii secutus, qui multas Italiae
De Rossi 1997, pp. 409 sgg. e 411 sgg. Quella di Alessandro ciuitates subegerat. Primi igitur hostes illi Bruttii fuere,
Magno risale al 334; per quella di Demetrio la data più quia et fortissimi tum et opulentissimi uidebantur, simul et
plausibile è intorno al 304: discussione del problema e altra ad iniurias uicinorum prompti.
bibliografia in D’Alessandro, De Sensi Sestito 2011, p. 133
  E ne dà conferma la scelta di Pirro di lasciare a Locri
478 e n. 129. il figlio Alessandro, nipote di Agatocle, all’avvio della
130
  Ps.Ar., Mir., 110; sul valore della tradizione ved. De spedizione in Sicilia: ved. infra.
Sensi Sestito 2013, pp. 103 sgg. L’area daunia, con le isole 134
  Iust., XXIII 1,17.
antistanti (Tremiti e Palagrûza) era il fulcro del mito e del
culto di Diomede in Adriatico: fonti e documentazione ora
135
  Facella 2001.
in Castiglioni 2008. 136
  Iannelli 2001. Ved. supra, nota 74.

52
52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia

retroterra montano di Locri137. in tante tabelle dell’Olympieion locrese145.


Nei decenni finali forme d’insediamento La corrispondenza di ben quindici sigle di
diffuso risultano già consolidate sulle falde autorità monetarie presenti sulle serie locresi
dell’Aspromonte, sugli altipiani interni e costieri di sicura attribuzione al periodo agatocleo con
delle vallate del Petrace e dei suoi numerosi i nomi dei magistrati in carica nelle tabelle
affluenti, come emerge dalle ricerche sia sui dell’archivio che menzionano la synteleia col
territori di confine tra Reggio e Locri, sia quelli basileus, recentemente rilevata da Filocamo e da
del versante ionico, come Monte Palazzi sul Castrizio146, sembrerebbe offrire una conferma
Torbido138, o affacciantesi sul Tirreno come decisiva alla sua identificazione con Agatocle, e
i vari siti individuati nei territori di Oppido comunque riapre il problema147.
Mamertina139, di Castellace140, di Taureana Indipendentemente dalle registrazioni
di Palmi141, tutte aree in cui, tra l’altro, la dell’Olympieion, il coinvolgimento profondo
monetazione di Agatocle ha lasciato tracce di Agatocle nella vita di Locri si riflette nei
consistenti La concentrazione eccezionale frequenti ritrovamenti di monete siracusane
nella zona di Oppido Mamertina142 ha fatto della sua epoca148 e ha lasciato vistosa traccia
anche pensare allo stanziamento di un presidio archeologica nella raffigurazione al centro di un
agatocleo di mercenari campani, possibile pavimento in cocciopesto del santuario di Zeus
nucleo originario della comunità dei Tauriani143. Saettante di una grande triskeles con inserti
Di questa minacciosa pressione offensiva decorativi ad onde lungo il bordo, realizzata a
dei Brettii ai danni di Locri si coglie il riflesso mosaico di pietre bianche, secondo uno stile
poetico nell’epigramma di Nosside, che fa suo e una tecnica caratteristici della Sicilia di III
l’orgoglioso disprezzo dei concittadini per i secolo149.
Brettii che da vili hanno abbandonato gli scudi Merita in proposito richiamare la
ora deposti come trofeo nei templi urbani144. testimonianza di Diodoro sull’utilizzazione
Ancor più significativa è la ricorrente di questa tecnica da parte di Agatocle per
necessità di prelievi dal tesoro del tempio per l’iscrizione del suo nome sulla torre che aveva
procedere al rafforzamento delle mura, registrata

145
  Alla pyrgopoia si fa riferimento nelle tabb. 3, 6, 10-12;
137
  Per il sito di Serro Mandi nel comune di Palizzi: 15-19; 24, 26, 29, 36, 37 dell’Olympieion, dell’edizione di
Cordiano 2004, pp. 92 e sgg.; Cordiano 2006, pp. 61 e De Franciscis 1972 e di Costabile 1992. Merita rilevare
sgg.; per Palazzi di Grotteria: Agostino, Sica 2009, II, p. che nella tab. 25 il prelievo di quasi 2000 talenti e di grano
117. è motivato dalla pyrgopoia e dalla costruzione di proiettili
138
  Visonà 2013, con la bibliografia ivi citata. da lancio.
139
  Costamagna, Visonà 1999; particolarmente rilevante,
146
  Filocamo 2012; Castrizio, Filocamo 2014, testi letti
qui, il sito fortificato di contrada Palazzo su cui, da ultimo, ancora in bozze per la cortesia degli Autori.
Agostino, Sica 2009, III, pp. 109 e sgg. 147
  Il basileus figura nelle tabb. 1, 8, 13, 23, 25,30, 31, 34,
140
  Agostino, Sica 2009, II. 35, ma gli eponimi sono sei. L’ipotesi dell’identificazione
del basileus con Agatocle è stata considerata plausibile,
141
  Agostino 2005; Agostino, Sica 2009. tra gli altri, da Musti, ma scartata da De Franciscis, Van
142
  Ben 300 pezzi agatoclei di 25 litre in elettro a Torre Compernolle, Bravo, a favore di Pirro (ripresa anche
Cillea (Visonà 1999, p. 391) e monete coeve nella necropoli da Marchetti 1992, p. 61 e sg.); per l’ipotesi di carica
di Torre Inferriata (Costamagna 1999, pp. 254 e sg.). magistratuale: Costabile 1992, pp. 143 e sgg., al quale si
143
  Cordiano 2004, pp. 101 sgg.; sulla possibile comunanza rimanda per la discussione di tutte le altre ipotesi, pp. 132
d’origine tra Tauriani e Mamertini adombrata dal noto sgg.
frammento di Alfio sulla Sila Silva (Alph. 316 Peter ap. 148
  Per un quadro aggiornato sulla presenza di moneta
Fest. (150 L) ancora Agostino, Sica 2009, III, pp. 145-154 agatoclea a Locri cfr. Barello 1992; Vitale 2004 , p. 450,
(con la bibliografia ivi citata). n. 47.
144
  AP VI 132, su cui cfr. Gigante 1983, p. 610. 149
  Agostino et Alii 2012, p. 38.

53
Giovanna De Sensi Sestito

fatto costruire al porto piccolo a guardia di locrese, il simbolo agatocleo compare, infatti,
Ortigia150 e convenire che solo al tempo di come bollo di produzione su materiale fittile in
Agatocle si può giustificare a Locri il ricorso un sito fortificato notevole, come Piano della
così appariscente alla iconografia della triskeles. Tirena nel comprensorio di Temesa155; ma a
Se l’utilizzazione della triskeles in Sicilia e stimolare la riflessione di Seltman era stata la sua
talvolta altrove è documentata anche in epoca comparsa come simbolo accessorio su monete di
più antica e con valore meno pregnante151, è Ipponio, Terina, Velia, Metaponto, Neapolis, su cui
sulle serie agatoclee in oro e argento che figura torneremo.
in maniera sistematica: vi fa la sua comparsa L’analisi delle poche notizie pervenute
già durante la prima fase di coniazione ancora a sulle iniziative prese da Agatocle in relazione
nome dei Siracusani dopo il colpo di stato (317- ad Ipponio offre lo spunto per una riflessione
310) ed esplicita il valore da lui attribuito alle di carattere più generale. Dal frammentario
vittorie riportate in Africa per la sua egemonia excerptum di Diodoro si evince che ne pianificò
nell’isola, in particolare nella serie emessa a a Siracusa la conquista con una strategia di
suo nome con Kore/Nike alata che incorona il attacco a tenaglia per terra e per mare: quindi
trofeo152. diede alla flotta comandata da Stilpone il
Nonostante tutte le riserve espresse nel tempo compito di devastare le zone costiere tirreniche
sulla tesi di Seltman, si è fatta definitivamente per impedire una mobilitazione dei Brettii in
strada la convinzione che questo simbolo sia soccorso della città, mentre egli stesso andava ad
stato scelto da Agatocle come suo emblema attaccarla col suo esercito di trentamila uomini e
personale153, sufficientemente esplicito e dunque trecento cavalieri evidentemente dall’interno (da
particolarmente utile per l’ingaggio dei mercenari Locri o da Caulonia), la stringeva d’assedio, ne
in concorrenza con Cartagine154. Rappresenta, bombardava le mura e se ne impadroniva.
infatti, una sorta di “manifesto programmatico” I Brettii atterriti dovettero venire a patti e
delle sue ambizioni imperialistiche sull’intera consegnare seicento ostaggi in pegno per ottenere
Sicilia, e mantiene tutto il suo significato la pace, sicché Agatocle lasciata una guarnigione
simbolico anche quando compare in vari siti e fece rientro a Siracusa. Dopo qualche tempo
su vari materiali in contesti italioti e italici fra però i Brettii, con una mobilitazione in massa
IV e III sec.; qui concorre ad indicare il raggio sarebbero riusciti a sopraffare i soldati agatoclei,
d’azione o di interesse di Agatocle e fornisce a riprendersi gli ostaggi e a liberarsi della sua
un preciso elemento di datazione di tali contesti dynasteia156.
al decennio circa della sua presenza attiva Nel testo estrapolato di cui si dispone non
nella regione come basileus alleato delle (o di è detto che la guarnigione fosse stata lasciata
alcune) città italiote. Oltre alla grande triskeles all’interno di Ipponio, né dopo quanto tempo
fosse stata attaccata, né che la sua eliminazione
avesse comportato il ritorno della città in mano
150
  D.S., XVI 83; sul valore di questa testimonianza per ai Brettii: ciò che il testo evidenzia è il mancato
la Sicilia cfr. Lehmler 2005, pp. 108-111; Portale 2011, rispetto della dialysis da parte dei Brettii di quel
pp. 286 e sgg. (che rileva la mancanza di confronti con cantone e la loro temporanea emancipazione
iscrizioni musive analoghe).
dal dominio agatocleo. Ciò avrà certo richiesto
  Bruneau 1987; Borba Florenzano 2007.
151
un ulteriore intervento militare siracusano, che
  Per il censimento della presenza della triskeles
152
nella
monetazione siracusana del periodo agatocleo cfr. Carroccio
2004, pp. 78-81; e ancora Péré-Noguès 2011, con riflessione
sul valore e altra bibliografia. 155
  De Sensi Sestito 1999, p. 110 e fig. 16. Qualche bollo
153
  Seltman 1912. Cfr. Wilson 2003, p. 728. analogo emerso altrove mi risulta ancora inedito.
154
  Péré-Noguès 2011, pp. 154 e sgg. 156
  D.S., XXI 8 = fr. 17 Goukowsky.

54
52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia

potrebbe anche riflettersi nell’unico episodio alleata fedele.


presente in Giustino e per troppa sintesi Ma c’è anche un’altra riflessione da fare.
collocato alla vigilia della malattia e della morte Alla liberazione di Ipponio dal controllo
del re157. Comunque il riferimento di Strabone brettio la madrepatria Locri era certo interessata
al consolidamento del porto di Ipponio ad almeno quanto Agatocle. Nel 387 Dionisio
opera di Agatocle158 attesta il suo straordinario ne aveva deportato gli abitanti a Siracusa
interesse a sottrarne stabilmente ai Brettii il prima di consegnare il territorio ai Locresi,
controllo, certamente funzionale ai suoi progetti che ne avevano preso possesso probabilmente
e preparativi di guerra contro Cartagine159, e impiantandovi una cleruchia, ma ne erano stati
conferma che la città in virtù della sua tutela scacciati dai Cartaginesi appena otto anni più
poté conservare abbastanza a lungo la propria tardi164. Agatocle potrebbe aver perseguito un
autonomia. Tornò infatti a emettere moneta, col risultato analogo, ma più duraturo, favorendo
tipo agatocleo della Vittoria sul verso, la scritta l’invio, più che di una cleruchia, di un rincalzo
ΣΩΤΕΙΡΑ e la triskeles 160, ma a proprio nome, coloniale locrese per rafforzare la componente
come città libera dunque, che aveva trovato la sociale greca nella città; e di un analogo
salvezza nella vittoria e nella tutela di Agatocle. potenziamento locrese in questa fase potrebbe
Una tutela assicurata dalle guarnigioni sparse essere frutto anche la ritrovata vitalità economica
sui confini e all’interno dello stesso territorio di Medma, che sembra ugualmente protrarsi fin
brettio, ma soprattutto dalla fortificazione della verso la metà del III sec.165. La ricolonizzazione
città e del porto: la notizia di Strabone richiama timoleontea in Sicilia e le stesse vicende
quella diodorea sulla fortificazione del porto personali di Agatocle avevano dimostrato
piccolo di Siracusa, e sembra trovare conferma quanto la capacità di difesa delle singole città
nell’antemurale di III secolo individuato sulla dipendesse dalla rivitalizzazione del loro tessuto
fiumara Trainiti a Bivona, nel sito dell’antico sociale e dall’incremento della popolazione.
porto161. D’altra parte è stato suggerito162 di L’innesto nella rifondata Reggio di coloni
ricondurre alla sua presenza ad Ipponio il nuovo di provenienza siciliana l’aveva trasformata in
tracciato della cinta muraria di fine IV- inizio III una valida alleata di Siracusa sin dai tempi di
sec., rafforzata da quattro grandi torri capaci di Timoleonte166. L’inserimento nella cittadinanza
ospitare macchine da guerra e catapulte. Misure di Ipponio di una rinnovata componente locrese
in ogni caso opportune, in vista di quella guerra può avere allora rappresentato agli occhi di
contro i Cartaginesi che stava preparando anche Agatocle una misura idonea a renderla capace
con l’allestimento di una flotta di duecento di resistere alla pressione brettia (anche quella
navi163, e per affrontare la quale era indispensabile ormai integrata nella società ipponiate) e
che Ipponio fosse in grado di resistere e restargli soprattutto di contrastare la consolidata tendenza
autonomistica e filo-punica della città.
Un documento epigrafico che appartiene
agli anni tra la fine del IV e i primi decenni III
157
  Iust., XXIII 2,13. Cfr. Consolo Langher 2000, pp. 309
e sg. sec. a.C., è da sempre considerato importante
158
  Str., VI 1,5 C 256. per capire quale fosse la relazione esistente
159
  Consolo Langher 2000, pp. 308 sgg. e, con più ampia
argomentazione, De Sensi Sestito 2013-2014, pp. 20 e sgg..
160
  Carroccio 2004, p. 80, n. 2. 164
  D.S., XIV 197,2 e XV 24,1-2; riesame recente di tutta la
161
  Lena 1989, pp. 601-607. vicenda in De Sensi Sestito 2008b, pp. 33 e sgg.
162
  Iannelli 2000, pp. 43-49.   Per le serie medmee di età agatoclea cfr. Taliercio
165

163
  D.S., XXI 16 = fr. 29 Goukowsky; cfr. De Sensi Sestito Mensitieri 2008, pp. 329 e sgg.
2013-2014, p. 21. 166
  D.S., XVI 66, 5.

55
Giovanna De Sensi Sestito

fra Ipponio e Locri in questa fase: il decreto mercenari.


delfico di prossenia a favore di Demarchos Del resto, la tradizione gli riconosce
figlio di Filota, qualificato come Λοκρὸς ἐκ τῶν indiscusse qualità strategiche e il ricorso
Ἐπιζεφυρίων Ἱππωνιεύς167. Le interpretazioni sistematico a presidi di mercenari, apprestamenti
proposte per il doppio etnico oscillano tra un difensivi e di attacco proprî della poliorcetica
rapporto federale di sympoliteia e un rapporto del suo tempo, ancor più avanzata di quella di
di sostanziale dipendenza del territorio ipponiate Dionisio I, già nei contesti bellici in Sicilia e
da Locri168. in Africa169. Tuttavia nei confronti degli Italioti
A me sembra che in un fenomeno di rincalzo era obbligato dal suo stesso ruolo a comportarsi
coloniario locrese ad Ipponio dopo la conquista da basileus amico e alleato, garante della
agatoclea della città possa trovare adeguata loro sicurezza con presidi sui confini e con
spiegazione il doppio etnicο, anche qualora si cinte murarie più adatte a respingere eventuali
accettasse per il decreto delfico la data del 268 attacchi170. Nel clima di ritrovata sicurezza nelle
a.C., che sarebbe ancora sufficientemente vicina varie città bene si possono inquadrare anche
agli anni finali di Agatocle per poter considerare forme di rinnovamento edilizio, di potenziamento
il personaggio insignito della prossenia delfica di attività artigianali171, di costruzione di nuovi
un locrese trapiantato ad Ipponio, ma memore e edifici pubblici, qualcuno dei quali poteva
fiero della patria d’origine. conservare segni tangibili della sua presenza
nella tipologia o attraverso elementi decorativi
allusivi alla sua persona, come il mosaico con
4.3. Agatocle e gli Italioti: alleanza o la triskeles nel tempio della fedele alleata Locri:
dominio? in fondo sono queste le sole tipologie edilizie
e decorative che caratterizzano in Diodoro i
Valutare l’impatto esercitato da Agatocle sul
contesto magno-greco sulla base dei pochissimi
dati storiografici pervenuti è difficile; nel 169
  Cfr., ad es., la descrizione in D.S., XX 54,2, delle varie
provare a farlo occorre tener conto della natura macchine da guerra utilizzate nell’assedio di Utica, sulle
e della qualità dei suoi interventi attestati. Il quali erano montate catapulte e si assiepavano frombolieri
carattere prevalente che è dato cogliere in essi è e arcieri.
la presenza militare di un re che distrugge mura
170
  Oltre a quelle di Ipponio, di cui s’è già detto, si può
fare riferimento alle mura ellenistiche di Locri (supra, nota
ed edifici pubblici per conseguire la conquista 145) e di Caulonia (Iannelli 1992; Treziny 2004, pp. 596-
e/o la liberazione delle città (Crotone, Ipponio, 598, che ne precisa il consolidamento a protezione della
Terina?, Caulonia?), e che presidia i cantoni zona portuale). Ma anche il grande circuito delle mura di
brettii assoggettati con tante guarnigioni di Crotone, di cui la città era dotata al tempo di Pirro a detta
di Livio (XXII, 3) e che la rendeva imprendibile senza il
ricorso all’inganno, doveva essere esito del potenziamento
agatocleo. Per i dati più recenti sulla cinta muraria ellenistica
di Crotone e l’apporto della poliorcetica siracusana che
167
  FD III,1, 176, ll.1-2; cfr., da ultimo, Nocita 2012, pp. presuppone (ma senza riferimento ad Agatocle), cfr. Spadea
75 e 210, che fa propria la data del 268 a.C., proposta a 2011, pp. 109 e sg.
suo tempo da Bourguet in riferimento all’anno dell’arconte 171
  Per il possibile inquadramento al tempo del Molosso
Xenóchares. Ma sull’incertezza della cronologia cfr. del quartiere ellenistico di Terina di recente individuato
Rougemont 1992, p. 182 e n. 59. cfr. Spadea 2008; della successiva presenza agatoclea
168
  Dunbabin 1948, p. 165, aveva prospettato entrambe fa fede l’alta percentuale di moneta siracusana (seconda
le ipotesi, lasciando emergere una certa preferenza per la solo a quella terinea) restituita da questa porzione di
seconda, poi ampiamente argomentata da Musti 1977, pp. abitato ancora nota per un piccolo lembo, (ivi, pp. 412 e
114 e sgg., e di recente ripresa da Domínguez Monedero sg.), nonché la ritrovata capacità di attrazione delle altre
2006, p. 166 e sg. e da Nocita 2012, p. 210. Per l’analogia serie magno-greche di questa epoca e la circolazione delle
proposta con il doppio etnico degli stati federali cfr. invece monete di Terina nel resto della regione e persino in Sicilia
Savalli 1989. (Taliercio Mensitieri 2008, pp. 329 e sgg.).

56
52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia

suoi interventi architettonici a Siracusa172 e non diversificate: Reggio, di recente rifondazione


saranno state diverse nei dominî siciliani e nelle siracusana risulta in sintonia con Agatocle
città alleate dell’altra sponda dello Stretto. già dai tempi del suo giovanile intervento in
Pur nella frammentarietà della tradizione, aiuto; la sua piena integrazione nell’orizzonte
essa consente dunque di riconoscere alla siciliano è un dato acquisito e documentato dalla
presenza di Agatocle in Magna Grecia una decisa circolazione della sua moneta. Locri doveva aver
azione di contrasto alle interferenze puniche e di ritrovato ancora una volta grazie al supporto
controllo militare di centri e territori brettii della siracusano sicurezza sui confini, insidiati ormai
Crotoniatide, di tutta l’area dell’istmo (Tiriolo, non più dai Reggini ma dai Brettii, ed anche una
Piano della Tirena) e delle Serre (l’area interna certa ricompattazione politico-territoriale con le
fra Caulonia e Ipponio), dell’area aspromontana sue colonie tirreniche. Thurii, mai menzionata
di confine fra Locri e Reggio. Lascia inoltre nella tradizione storiografica per il trentennio
intravedere una decisa azione di polizia dei mari a cavallo fra IV e III sec., aveva senza dubbio
nel Canale d’Otranto, funzionale al controllo beneficiato doppiamente della politica agatoclea
delle rotte e dei flussi commerciali in Adriatico e di pressione militare sui Brettii e di alleanza coi
sulle due sponde dello Ionio. Lucani, mentre da questa alleanza avevano tratto
Ciò che risulta meno chiara dalla tradizione indubbio beneficio entrambe le città greche di
storiografica è la natura dei suoi rapporti con le area lucana, Velia e Metaponto174, e rinnovata
città greche della regione. Della maggior parte sicurezza la stessa Taranto.
di esse per questa epoca si sa molto poco; certo Queste valutazioni di contesto sembrano
è che costituivano una realtà molto frastagliata avvalorate da quanto l’indagine numismatica
e complessa, assolutamente non riconducibile ha potuto documentare: una rinnovata centralità
al denominatore comune di una generalizzata della moneta siracusana nella massa del
dipendenza da Agatocle173. Le posizioni appaiono numerario circolante in tutta la Magna Grecia,
in Lucania e nell’area di Neapolis con influenze
evidenti anche sul piano ponderale; la capacità
172
  D.S., XVI 83,2. Qui, oltre alle torri col proprio nome di Reggio, Locri, Medma, Ipponio, Terina
del porto piccolo di Ortigia (in cui aveva riedificato dimore di tornare ad essere presenti in un quadro di
e fortificazioni dionisiane distrutte da Timoleonte), Diodoro circolazione allargata anche alla Sicilia175;
gli attribuisce tra l’altro la costruzione dell’edificio più
grande dell’isola, una sala per banchetti comunitari con
insomma, un rilancio delle loro economie con
ben sessanta letti, più imponente di un tempio, che fu drenaggio delle risorse verso i più ampi mercati
colpita da un fulmine a dimostrazione che aveva attirato e commerci controllati da Siracusa.
su Agatocle il biasimo degli déi. Sugli analoghi edifici di
A fronte di ciò, occorre dunque ammettere
Ege e negli altri regni ellenistici cfr. Von Hesberg 1998,
pp. 189-195; per quello di Agatocle cfr. Lehmler 2005, che Agatocle avesse loro garantito un buon grado
pp. 106 e sgg. e Portale 2011, pp. 271 e sgg. Forse in di autonomia, pur all’interno di un innegabile
relazione con la presenza di Agatocle si potrebbero valutare rapporto egemonico, diversamente da quanto
le ristrutturazioni a Caulonia di grandi edifici pubblici
(Casamatta, Casa del drago, altri edifici dell’Insula 1) che
presentano rifiniture di pregio, intonaci dipinti, pavimenti
con inserti di pietre, sale con letti, ambienti termali, che
trovano i riscontri più stringenti in ambiente siciliano e a a quello della città di Cirene «aggregata al regno di Tolomeo
Morgantina in particolare; per la documentazione relativa Soter con vincoli che la collegavano direttamente alla
cfr., da ultimo, Iannelli, Cuteri 2013. persona del sovrano». Una tale condizione si può postulare
solo per Crotone (come per Corcira e Leucade), dopo la
173
  Che l’obiettivo perseguito da Agatocle fosse «un conquista, ma Crotone a quel punto non monetò più. Non
solido stato comprendente tutti i Greci d’Occidente» mi sembra sostenibile per tutte le altre città italiote, neanche
pensava Manni 1966, p. 161; seguito da Giannelli 1974, quelle che esibiscono la triskeles su qualche serie.
p. 380. Sbilanciata nel senso del dominio diretto è anche
l’interpretazione della Consolo Langher 2000, p. 312, che
174
  Taliercio Mensitieri 1999; Caccamo Caltabiano 2000.
ipotizza un rapporto di Agatocle con le città italiote analogo 175
  Cfr. Castrizio 1995, pp. 125-134; Castrizio 2004.

57
Giovanna De Sensi Sestito

aveva fatto con le città siciliane, nessuna delle lasciò di colpo le due regioni impreparate e
quali continuò a monetare a proprio nome, e da incapaci a mantenere in piedi rapporti di forza
quanto aveva fatto con Crotone e con Corcira, ed equilibri di potere faticosamente raggiunti.
rimaste entrambe sotto il suo controllo diretto.
Anche il simbolo della triskeles che compare
su alcune serie di talune città176, per quanto da 5. Fra egemonia e autonomia: Pirro in
intendere come inequivocabile riferimento ad Occidente
Agatocle, può essere considerato un segnale di
relazione, non di dominio, che trova di per sé In Sicilia con la rapida disgregazione del
giustificazione caso per caso nei pochi dati noti: regno di Agatocle scoppiarono le rivendicazioni
per Ipponio e forse per Terina, nell’indipendenza di autonomia da parte delle varie poleis e si
dai Brettii e nella crescita economica; per riaccesero dappertutto contrasti sociali interni.
Metaponto e Velia, nella ritrovata sicurezza L’espulsione da Siracusa dei mercenari
e nella circolazione dei loro prodotti in tutto campani naturalizzati da Agatocle diede origine
l’ambito lucano e nell’area magnogreca fino a alla trasformazione violenta di Messana in città
Terina177. Per la triskeles su monete di Neapolis178, Mamertina182. Emerse una nuova generazione
basta ricordare che la città era stata e restava la di capi militari e tiranni in lotta reciproca per
partner privilegiata di Agatocle per la xenologia ritagliarsi più ampi dominî territoriali, di alcuni
di Campani, nerbo delle sue milizie mercenarie dei quali tramanda il nome Diodoro: Iceta a
su tutti i fronti. Siracusa, Finzia ad Agrigento, Tindarione a
Una malattia mortale colse Agatocle a Tauromenio183. Tornò a farsi minacciosa per
preparativi ultimati, con una grande flotta Siracusa l’avanzata cartaginese184. Del tutto
pronta tra l’altro a impedire ai Cartaginesi realistico è il quadro che Plutarco ne fa tracciare
ogni possibilità di rifornimento dalle regioni a Pirro, nel famoso dialogo con Cinea: στάσις,
tirreniche179, per la nuova guerra che ormai ἀναρχία πόλεων καὶ δημαγωγῶν ὀξύτης dopo la
poteva affrontare dalla posizione di forza morte di Agatocle rendevano l’isola una facile
raggiunta nel Mediterraneo occidentale: una preda185.
posizione di forza che, nove anni più tardi, Pirro La scomparsa di Agatocle aveva lasciato
tenterà di ricostituire intorno a sé per affrontare un improvviso vuoto di potere anche in Magna
Roma. Spento nel sangue dal nipote Arcagato Grecia, dove le città meridionali si ritrovarono
il suo disegno di lasciare erede della basileia esposte alla controffensiva dei Brettii mentre
il giovane figlio omonimo col sostegno di Thurii venne presto attaccata da Lucani e Brettii
Demetrio diventato nel frattempo suo genero e insieme. Evitando di sottomettersi all’egemonia
alleato180, con la decisione repentina di restituire tarantina e per il timore della sorte toccata a
la “democrazia” al popolo siracusano181 Agatocle Metaponto al tempo di Cleonimo186, l’oligarchica
Thurii fece ripetuti appelli a Roma che intervenne

176
Seltman 1912; Taliercio Mensitieri 1993, pp. 148 182
  D.S., XXI 18 = fr. 32 Goukowsky. Per un recente
e sgg.; Consolo Langher 2000, pp. 311 sgg.; Borba riesame, con opportuno raffronto col caso di Alesa, cfr.
Florenzano 2007. Prestianni Giallombardo 2006, pp. 115 e sgg.
177
  Taliercio Mensitieri 2008, pp. 329 e sgg.   D.S., XXII, 2, 1 = fr. 3,1 Goukowsky. Sui tiranni di
183
178
  Cantilena et Alii 1986, pp. 127 e sg.; Taliercio questo decennio cfr., da ultimo, Zambon 2004.
Mensitieri 1999; Consolo Langher 2000, p. 313. 184
  D.S., XXI 18,1 = fr. 32, 1 Goukowsky.
179
  D.S., XXI 16 = fr. 28 Goukowsky. Ved. supra. 185
  Plu., Pyrrh., 14, 8; cfr. Billault 2001, p. 24;
180
  D.S., XXI 16, 1 = fr. 29, 1 Goukowsky. D’Alessandro, De Sensi Sestito 2011, pp. 468 e sg.
181
  D.S., XXI 16, 4 = fr.29, 4 Goukowsky. 186
  D.S., XX 104.

58
52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia

alla fine nel 282 e lasciò una guarnigione a tutela sua improvvisa spedizione nel Peloponneso
della città alleata187. Un presidio romano si contro il re macedone fece annunciare agli
affrettò a chiedere Reggio188, seguita da Locri189 Spartani che andava a liberarli194. Pirro era del
e Crotone190, anche per mettere al riparo la resto il sovrano di un popolo al quale doveva
propria autonomia da possibili “macchinazioni” annualmente prestare il giuramento di rispettarne
tarantine. Per riaffermare la propria egemonia le leggi, dunque l’autonomia, e capo di un
in Magna Grecia Taranto reagì con un attacco composito koinon da tenere saldo attraverso il
improvviso a una piccola squadra navale romana rispetto dei patti195. Pertanto, nell’accettare il
sorpresa oltre il Lacinio e con una spedizione ripetuto invito di Taranto ad assumere il ruolo
punitiva contro Thurii191. di hegemon, di comandante supremo della vasta
Anche per la breve riflessione che si può a coalizione di italioti e italici, che era stata messa
questo punto dedicare alla spedizione di Pirro in insieme anche su sua pressione per affrontare i
Italia e in Sicilia torna utile adottare la chiave di Romani196, sapeva di non andare a conquistare un
lettura del rapporto egemonia/autonomia. regno, anche se la tradizione a posteriori gliene
E merita anzitutto ricordare che Pirro era attribuisce la ferma intenzione fin dal primo
re per diritto dinastico in Epiro, ma sapeva per momento197. Il regno cui aveva sempre mirato
esperienza che l’autonomia dei Greci era un per la contiguità all’Epiro e la stretta parentela
principio riconosciuto per necessità da tutti i con Alessandro Magno, (alla cui imitatio aveva
sovrani, e che sul grado di autonomia promessa spesso improntato le sue azioni) era quello di
o concessa si erano annodati o recisi i rapporti Macedonia, che aveva parzialmente conquistato
con le comunità elleniche e si vincevano o si e poi perduto, ma che avrebbe tentato sino
perdevano le guerre192. Quale campione della all’ultimo di riprendersi198.
libertà dell’Ellade, Pirro stesso, nella dedica a Libertà e autonomia presumevano di poter
Dodona delle armi macedoni sottratte al nemico conservare intatte tutti i Tarantini, e non solo
Antigono Gonata, avrebbe poi dichiarato che con la fazione oligarchica che aveva fatto di tutto
quelle armi i successori di Alessandro Magno per impedirne l’ingaggio e finì per essere
avevano procurato la schiavitù dei Greci193. Nella esiliata199. Come inaccettabile limitazione
sono rappresentate nella tradizione, anche non
pregiudizialmente ostile, le misure di austerità
imposte da Pirro con la chiusura di palestre
187
  Plin., nat., XXXIV 6,32; Liv., Per., XI; D.H., XIX 13,1. e ginnasi, l’abolizione dei sissizi, la leva
188
  D.H., XX 4,2. obbligatoria, un ferreo addestramento delle
189
  Iust., XVIII 1,9.
190
  Si ricava da Zon., VIII 6.
191
  App., Sam., 7, 1-3.
192
  Sin dal 308/7 Tolemeo si era incaricato di liberare dalle
194
  Plu., Pyrrh., 26,21.
guarnigioni macedoni isole e città elleniche convinto che la 195
  Plu., Pyrrh., 5,4. Sulla struttura del koinon epirotico cfr.
benevolenza dei Greci sarebbe tornata utile ai suoi progetti : Funke 2000, pp. 203-211.
D.S., XX 37, 1-2. Campione dell’autonomia dei Greci si era   Plu., Pyrrh., 13,12; Plb., I 6,5; Iust., XVIII 1,1; D.H.
196
sempre dichiarato Antigono, e il figlio Demetrio utilizzò la XIX 9; App., Sam., 7; Paus., I 12,1; Zon., VIII 2.
leva propagandistica dell’autonomia, anche con l’effimera
ricostituzione della Lega di Corinto, per presentarsi ai Greci
197
  Plu., Pyrrh., 14, 6-19; Iust., XVIII 1,1.
come il liberatore dal dominio macedone: D.S., XX 100, 198
  cfr. Zodda 1997, pp. 72 e sg.
6; 103,3; 105; Plu., Dem., 18-25. Pirro a sua volta andò in 199
  Sugli impegni in tal senso previsti secondo Zon., VIII
aiuto dei Greci contro Demetrio e diede consigli ad Atene 2 nell’accordo fra Pirro e Taranto cfr. Urso 1998, pp. 123
su come difendere la propria autonomia da “tutti” i basileis: e sg. e n. 32. Sulle complesse dinamiche economiche e
Plu., Pyrrh., 12,7. sociali sottese alle fazioni in lotta a Taranto prima e dopo
193
  Paus., I 13,3, su cui ora esame esaustivo in Zizza 2006, l’arrivo di Pirro cfr., ad es., Marasco 1988, pp. 40 e sgg.;
pp. 128-134. Mele 2002, pp. 92 e sgg.

59
Giovanna De Sensi Sestito

milizie urbane, la punizione degli oppositori200. volta unificati sotto il suo comando e la sua
Efficace l’espressione di Zonara che i leadership: in quel che resta delle trattative di
Tarantini si resero conto di aver chiamato non pace, Pirro sembra aver rivendicato per sé solo
un alleato ma un despota201. Si era già allora reso un ruolo di protettore e di arbitro205, un ruolo di
manifesto lo scarto tra le hyposcheseis (vale a intermediazione206, che Roma - dopo l’intervento
dire i logoi di Cinea) e gli erga del re, cioè la sua in Senato di Appio Claudio Cieco – rifiutò di
attitudine autoritaria nei confronti degli alleati202. riconoscergli, almeno fin tanto che non avesse
In ambito italiota Pirro sapeva di non poter lasciato il suolo dell’Italia207.
aspirare ad altro che all’ampiamento del raggio Giustamente per definire la tipologia di
d’azione della sua egemonia, all’interno della queste fallite trattative è stata richiamata la
quale lo strumento della Lega italiota - come prassi di una koine eirene208.
in patria il koinon degli Epiroti - rimaneva Una posizione di piena autonomia e di
essenziale per far cooperare tutti gli altri Italioti rinnovata centralità nello scenario italiota - come
con Taranto203. Per quanto controversa sia la ai tempi di Agatocle - aveva certo prefigurato
rappresentazione pervenuta delle trattative di per sé Locri nel liberarsi del presidio romano e
pace, il rispetto della libertà e dell’autonomia schierarsi col re dopo Eraclea209. Crotone aveva
di Taranto e degli Italioti e la restituzione delle fatto altrettanto e persino i Reggini avrebbero
terre tolte a Lucani, Sanniti e Brettii sono le defezionato, se la legio campana non li avesse
richieste attribuite a Pirro, fin dal presunto prevenuti massacrandoli210.
scambio epistolare col console Levino prima Il regno gli sarebbe stato offerto in Sicilia;
della battaglia di Eraclea204. Tutto ciò non ma anche qui il pressante invito dei delegati di
prefigura un regno, ma l’inserimento dell’Italia Agrigento, Siracusa e Leontini era stato di aiutarli
all’interno della sfera della sua egemonia, come a cacciare i Cartaginesi e “liberare” l’isola dai
area protetta dal suo nome e dalle sue armi, in tiranni 211, come aveva fatto Timoleonte. Tuttavia
un rapporto di stabile alleanza fra grecità italiota
e mondo italico su essa gravitante, per la prima
205
  Variamente esplicitato nei contraddittori riferimenti alle
trattative rimasti nella tradizione antica: Liv., Per., XIII; Iust.,
XVIII 1,10; 2,6; D.H., XIX 13-19; App., Sam., 10-11; Plu.,
  Plu., Pyrrh., 16, 2-3; App., Sam., 8,1; Paus., I 12,1;
200
Pyrrh., 18-21; D.C., IX fr. 40, 29; Zon., VIII 4-5; Flor., I
Zon., VIII 2. Altri riferimenti a fonti e bibliografia in 13,15; Eutr., II 12,3; Val. Max., II, 7,15; Cic., off. I, 38. Cfr.
D’Alessandro, De Sensi Sestito 2011, pp. 470 sg. e n. 71. per esse Lévêque 1957, pp. 364 sgg. Per la centralità della
201
  Zon., VIII 2 b. restituzione dei prigionieri senza riscatto nelle trattative:
202
  App., Sam., 10,1-2; D.C., fr. 40, 26, su cui Schettino D’Alessandro, De Sensi Sestito 2011, pp. 475 e sgg.
2009. 206
  Bettalli 2004, p. 133.
203
  Per l’esistenza della Lega ancora al tempo di Pirro cfr. 207
  Questa condizione è messa in particolare risalto in
Intrieri 1987-1988; De Sensi Sestito 1994, pp. 214 e sgg. App., Sam., 10,6 Plu., Pyrrh., 19,5; 21,6; e fatta oggetto di
Diversi studiosi la considerano dissolta col Molosso: ancora acuta riflessione in Carcopino 1961, pp. 65 e sg. Sul valore
di recente Lombardo 1998, p. 180; Mele 2008, p. 487. geopolitico del termine ‘Italia’ in tale contesto cfr. Humm 2009,
204
  D.H., XIX 9,1-10; Plu., Pyrrh., 16, 4-5; Zon., VIII 3,4. pp. 204 e sgg.
Plausibile per Franke 1989, p. 467, come per Urso 1998, 208
  Cfr., ad es., Clemente 1990, p. 37; Urso 1998, pp. 131
p. 131 (con ulteriore bibliografia), lo scambio epistolare è e sg.; Schettino 2009, pp. 180 e sg.
considerato frutto di inventio da Levêque 1957, pp. 319- 209
  Iust., XVIII 1,9.
321. In ogni caso anticipa le argomentazioni presenti nelle
trattative di pace, nelle quali la condizione della libertà
210
  Dionigi d’Alicarnasso offre gli elementi più chiari per
e dell’autonomia per Tarantini e Italioti e l’autonomia l’interpretazione in tale senso, in una delle due versioni
persino di Sanniti, Lucani, e Brettii è esplicitata soprattutto della vicenda che presenta a XX 4. Per un raffronto critico
in Ined. Vat., FGrHist 839, F 1,2 (= von Arnim, p. 110) e in fra le contrastanti versioni dell’episodio nelle varie fonti
App., Sam., 10,3. Per le altre fonti sulle trattative ved. nota cfr., ad es., Goukowsky 1996.
seguente. 211
  Plu., Pyrrh., 22,2; D.S., XXII 7,3.

60
52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia

l’esperienza della regalità nell’isola era stata già meno dopo il prolungato e inutile assedio
fatta con Agatocle212 e la situazione di estremo a Lilibeo e le fallite trattative di pace con i
pericolo in cui era precipitata dopo la sua morte Cartaginesi218; nonostante i successi contro i
ne poteva alimentare in tanti il rimpianto. Mamertini219, si trasformò in odio feroce quando
Per di più, l’intervento in Sicilia gli offriva l’esercizio inflessibile delle sue prerogative
la possibilità concreta di rivendicare in maniera regali per l’avvio dei preparativi della spedizione
del tutto legittima l’eredità del regno siracusano in Africa sull’esempio di Agatocle lo portò ad
per sé o quanto meno per il figlio Alessandro, adottare pesanti limiti all’autonomia con leve
nipote di Agatocle213, e fu forse per coglier obbligatorie, reclutamenti forzosi di marinai,
un’opportunità irripetibile e a portata di mano, prelievi fiscali, processi e condanne capitali per
che rinunciò ad andare a riprendersi la corona i capi e i rappresentanti delle città inadempienti
macedone, che la morte in battaglia di Tolemeo o riottose220, atti che trasformarono agli occhi
Cerauno conto i Galati gli offriva concretamente; dei siciliani il suo potere regale in una egemonia
ma rinunciò a malincuore e maledicendo la sorte despotike che ricordava quella durissima di
che lo costringeva a scegliere fra due obiettivi Agatocle tyrannos221.
altrettanto importanti214. Anche la decisione di Con Pirro lontano e la coalizione affidata
lasciare Alessandro a Locri215 si spiega bene in alla guida dei Tarantini e di Milone, Roma aveva
questa dinamica, e prefigura per lui un regno potuto intensificare le operazioni contro Sanniti,
in Sicilia, saldamente ancorato ai territori Lucani, Brettii e su di essi i Fasti registrano i
meridionali della penisola e qui facente perno trionfi concessi ad alcuni consoli del 278, 277
sulla fidata Locri, come era stato quello del e 276 a.C., sebbene non sia rimasta traccia
nonno. di alcuna battaglia campale nella tradizione
All’arrivo in Sicilia, com’era già successo storiografica.
col “liberatore” Timoleonte, l’aspettativa di Nei confronti delle altre città italiote,
conservare l’autonomia alimentò quella homonoia la strategia perseguita per farle defezionare
che anche lì Cinea aveva saputo creare intorno a da Pirro, sollecitando le fazioni filoromane
Pirro216 e che gli assicurò accoglienza, sostegno in esse presenti, era stata quella di offrire il
corale e adesioni per lo più spontanee di città medesimo privilegio assicurato a Neapolis nel
greche e sicule, di tiranni e maggiorenti locali 326: il pieno rispetto dell’autonomia con un
diventati suoi collaboratori e accolti nel consiglio trattato aequissimo iure222. Così stava forse
dei philoi man mano che le città si consegnavano tentando di fare Crotone, prevenuta dall’arrivo
a lui e lo acclamavano re217. Il favore gli venne tempestivo di un presidio epirota223; così dovette
defezionare Eraclea, che conservò nel tempo

  Dopo di lui il titolo regale aveva assunto anche Finzia di


212

Agrigento, su cui cfr. ancora Zambon 2006.


213
 Iust., XXIII 3,3, anche se qui Giustino, cadendo e
218
  D.S., XXII 10 = fr. 22 Goukowsky; Plu., Pyrrh. 23,2.
facendo cadere qualche studioso in equivoco, parla di Eleno 219
  Plu., Pyrrh., 23,1; Pomp. Trog., Prol., XXIII; per un
come figlio di Lanassa destinato al regno di Sicilia. recente riesame: Santagati 1997, pp. 75 e sgg.
214
  Plu., Pyrrh., 22,2 220
  D.H., XX 8,1-4; Plu., Pyrrh., 23, 3-5.
215
  Iust., XVIII 2,12. Per la traccia lasciata dalla permanenza 221
  D.H., XX 8,1-4; App., Sam., 12, 1-2; D.C., IX fr. 40,
di Alessandro a Locri nella tradizione mitica cfr. Intrieri 46; Zon., VIII 5, 11; cfr. Zambon 2006, p. 86. Sulle ragioni
2011, pp. 198 e sgg. economiche del mancato sostegno dei Sicelioti cfr. anche
  D.S., XX II 8 = fr. 17 Goukowsky; cfr. D’Alessandro,
216 Santagati 1997, pp. 69 e sgg.
De Sensi Sestito 2011, pp. 472 e sg. 222
  Liv., VIII 26,6-7; Cic., Balb., 8, 21.
217
  Plb., VII 4,5 (hegemon kai basileus); Iust., XXIII 3,2 223
  Zon., VIII 6; Front., III 6,4; per un’analisi recente
(rex Siciliae sicut Epiri); cfr. De Sensi Sestito 2011, p. 380. delle due tradizioni cfr. Mele 1993, pp. 279 e sgg.

61
Giovanna De Sensi Sestito

tale privilegio224; così tentò di fare, non è ben Roma, come sarebbe stato il rispetto della
chiaro quando, persino Locri225. A guerra finita, i propria autonomia e la salvaguardia del porto
Romani si sarebbero affrettati a restituire libertà con le sue entrate la garanzia che Locri avrebbe
e autonomia anche ai Reggini, sacrificando alla preteso da Annibale per consegnarsi nelle sue
ragion di stato Decio Vibellio e la sua legio mani, a riprova dell’importanza che questa leva
campana, con la comprensibile cooperazione conservava nella grecità occidentale ancora alla
siracusana del giovane stratega autocratore fine del III sec. a.C.
Ierone226, in guerra contro i Mamertini che dei
Campani di Reggio erano stati modello e sodali.
Con un quadro sociale ancor più radicalizzato, Giovanna De Sensi Sestito
sarebbe stato Annibale nella seconda guerra
punica a utilizzare ancora una volta la bandiera
dell’autonomia per staccare i vari popoli da

224
  Cic., Arch., 4,6. Ma ci sono forti perplessità ad
accettarne la datazione al secondo consolato di Fabricio.
225
  App., Sam., VII 12, 1; Zon., VIII 6.
226
  Zon., VIII 6 d.

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52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia

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