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SERIE CRONOLOGICA DI TUTTI

SOVRANI RI MILANO

COLLA DESCRIZIONE

DELLE MONETE CHE FURONO BATTUTE


OD EBBERO CORSO IN QUESTA CITT
DI

LUIGI REPOSSI
Cavaliere dei Ss. Maurizio e Lazzaro e della Corona dItalia

Membro

di varie Accademie,

ecc., ecc.

ROMA TORINO FIRENZE


-

ERMANNO LOESCHER
MDCCCLXXVII.

TIPOGRAFIA ROUX E FAVALE.

AL CONTE

LORENZO SORM ANI ANDREANI


LAUREATO IN LEGGE
CULTORE

DI SCIENZE

ED ARTI

CONSERVATORE

DELLA PREZIOSA RACCOLTA NUMISMATICA MILANESE


INIZIATA

DAL SUO PROAVO

CONTE PIETRO VERRI


CONTINUATA DALLAVO CONTE GABRIELE
LAUTORE

DEDICA QUESTO LAVORO


CON AFFETTO RIVERENTE

NOZIONI QENERALI INTORNO ALLA ZJECCA

MILANO

DI

E BIBLIOGRAFIA NUMISMATICA

primo scopo

avoro,
tutti

quando

Zecca, o

monete

da loro

al

battute

molte

presente

mente o indirettamente trattarono

di

che

avrei

non

essa non potesse riuscire

la

citt.

diretta-

biografia

monete.

volumi con oltre un migliaio

nella sua integrit se

nostra

con una

opere che

la storia nostra,

dei sovrani e la fabbricazione delle

pertanto lopera mia

nella

spese. Vi concorsi

e con tutte quelle

mia raccolta numismatica

sette grossi

mano

Storia metallica

la

che hanno avuto corso nella nostra

fatica di molti anni e di

Di

posi

fare

di

regnanti di Milano, illustrandola coi disegni

di tutte le

Fu

fu quello

affidata

fossi stato

di

disegni riusc

volontieri

alle

stampe

trattenuto dal timore che

perfetta per la perdita di qualche tipo

non stato conosciuto dagli autori, o fuggito

alle

mie ricerche.

Ho

voluto adunque per ora,

cronologico da

me

come saggio, presentare

lordine

tenuto nella serie dei dominatori, e la nomen-

clatura di tutte le monete loro che furono battute in Milano, o,

come

dissi,

che in questa citt ebbero corso.

Gli scrittori della numismatica milanese

lasciarono poche ed

ci

incomplete notizie senza un regolare e cronologico processo darte

bont,

della monetazione, valore, metallo,

medesima, quantit,

della

alla meglio quel

rimota

ai

Che

ecc.

poco che fu scritto

dagli

aggiungendovi

giorni nostri,

leghe

diverse,

adunque?

feci io

altri

dallepoca

ho

quanto

nomi

Riepilogai

pi

creduto

del

mio.

Prima che

Zecca avesse

la nostra

moneta correvano come

romano che a quasi tutto


che in Oriente

e cos

quando

Saulcy, che

Zecca, appoggiati
di

mdps

dettero, con

in questi ultimi

una

vi fosse

che presentano nel

o ncllesergo o nellarea, cos espresse

che

variate,

iniziali

non lontana ragione,

le

in Occidente

monete doro o dargento

di

suddetti

vederne

ammisero come battute

md

Nummofili creinterpre-

la verit,

tando per Mcdiolani o per Mediolani pecunia

conseguenza

Milano

dOccidente e dOricnte

lettere

o simili

Ducange, ed

il

allesistenza di alcune

pochi imperatori

rovescio delle

monete dellimpero

loro battute altrove.

le

iv secolo in

nel

gi

le

sovrani non batterono mo-

gli altri

Alcuni eruditi pretesero, come


il

privilegio proprio di batter

citt

mondo comandava

il

neta in Milano lasciavano correre

tempi

il

altre

nelle

signata; e per

nella nostra officina mi-

lanese.

Ma

non conoscendo

che illustrar possano

molta

con
fin

ragione

amerei

io

questo

di

che possano asserire la

attendere migliori

argomento

possa

si

da quellepoca rimota

netaria

documenti

altri

verit di tale assunto,

opinare

abbia

quando ne esistevano

in

con
che

nella

potuto esistere
altre di pi

notizie

sebbene

certezza,

nostra

unofficina

piccola

citt

mo-

rinomanza

istori ca.

per

la verit fui

io

medesimo

potesse essere dallanalogia

fatta

tratto dal

e dalla

pensiero che ci

osservazione

monete romane che nellesergo del rovescio presentano


ciate leggende di alcune citt,

come:

di
le

altre

comin-

Ant. per Antiochia

monete romane del

molte

in

Basso

Impero.

Aqp. per Aquileja.


Car. o Kar. per Carthago o Kartago.

Con. per Constantinopolis.


IIerac. per Hcraclea.

Kyz. per Kyzicns.


Lvg. per Lugdunum.
Nik. per Nikomedia.

Rav. per Ravenna.

ROM. per Roma.


Sirm. per Sirmium.
Sis. per Siscia.

Tes. per Thessalonica.

Tr. per Trevers.

Le
come

quali iniziali tutte

spiegano giustamente e senza

si

Taluno mi oppone dubbio


nellarea

lettere

sciolto simile

anzich

punto alla

in

sempre

dubbio dallosservare

tali

desempio in alcuni quinari dargento

lvgvdvnvm,

leggenda

la

come appunto

le

disposizione di dette

ma

neHesergo,

indicazioni

facilmente
di

nomi

monete greche e romane, come a

moltissime

citt nelle

vasi

difficolt

indicanti le Zecche suddescritte.

iniziali

delle

cagion

Marc Antonio ove

di

nellarea

scritta

delle

tro-

per traverso,

nostre supposte milanesi

mdps

loro variet.

Ci che mi farebbe emettere qualche osservazione sarebbe piuttosto 1esistenza di epigrafi di

due

citt

sopra un medesimo rovescio,

come presentano alcune monete dOnorio,


che nellarea offrono

dellanzidetto

costanza

argomento

a meno che non

tinopolis
il

Ma

si
si

vogliono

le

per

spiegare

Constan-

abbia voluto tenere in questa

primo posto per mostrar la prima

lasciando nellarca

tempo

dette cifre letterali, e nellesergo le altre

con., conob. o comob., o altrimenti, che collappoggio

iniziali

nome

le

di Yalentiniano II, ecc.,

altre lettere che si

citt

cir-

imperante,

suppongono indicare

il

della nostra citt.

lasciamo per ora questa pura


e

ipotesi

che

altri forse

con pi validi argomenti potr o sapr convalidare.

col

10
dotto Gio. Sitoni (1) riferisce sullautorit di Antonio Casti-

Il

e del

glioni,

Galvano che S. Ambrogio aveva ottenuto da Teo-

imperatore dOriente

dosio I

privilegio della

il

limmagine di S. Ambrogio

Longobardi

si

restitu la

a Milano, e soggiunge pi avanti che da un documento


che

si

Zecca
rileva

corso delle monete milanesi nei secoli dei Longobardi era

il

conforme a quello
ed

di

ci offre

quellepoca.

di

Carli ci dice che gi sotto

Il

ma

moneta;

quei tempi non conosciamo^ moneta sicura, n quella che

esistente

Genova. Tale

di

scritto

segna

la

Ambrosiano, e dice:

nellArchivio

data del 796

Regnantes

dom. Nostro Veri Excell. Carolo

et

Pippino regibus in Etalia

Anno Regni

et

sextodecimo octaba decima

eorutn vigesimo tedio

diae mense Punii Ini. quarta fliciter. Constat

me Johannes de

Vico Solomno fi. qd. Aretheo qui fuit Notarius accepisse sicut

Erminald argento dinarius Nonagenta


ut Ego Johannes vcl heredibus
meis ad anno Ccrcoli reddamus tibi Erminald aut ad tuis heretes
Argento dinarius Nonagenta legidimus bonus Mediolanenses aut
Genenses et valore eorum persolvamus vobis in vindimia proxime
veniente vino bono ad mensura juxta ad pieno urnas tres et si
et

in presenti accepi

Legidimus bonus

et

ad

te

promitto

nobis in antea indutia dare volueretes similiterque persolvamus


vobis

per singolis annis lautre in vino qualiter superius legitur


ad dies absolutione et de quale anno in ipso

cautiones usque

Vico per tempestas fato non fuerit persolvamus Vobis... Vino


quando in ipso Vico fato fuerit puro... ipsas tres Urnas et...

Aduni Mediolani.

Oltre questo documento osservato

monete

di

Desiderio col nome della

flavia MEDiOLA>ro; ed
de suoi antecessori ve

dal Carli abbiamo

nostra

avvi lusinga eziandio che alcune

ne possano esistere coniate,

non possiamo interpretare

pure

le

leggende per

il

le

citt cos espresso:

altre

e delle quali

barbaro modo con

cui son fatte le lettere.

Dopo i Longobardi abbiamo pure le monete dei re Franchi da


Magno in avanti, sebbene in tutte non si presenti il nome

Carlo

della nostra citt.

(1)

De

antiquis et moderni.? in Insubria monetis, pag.

11

Cos

gli

memorie

Alemanni venuti quaggi a signoreggiare

lasciarono

ci

della nostra officina monetaria.

Sassone

Lanalista

Ecardo parlando

da

edito

OttQne

di

Grande allanno 950, dice che soggiogando egli i Milanesi,


nov ad essi la moneta chiamata sino ad oggi (nellepoca
lautore)

nummi

Goldasto
di

( Cathal .

rei

monet Ut. 48 imper .),

comanda

rono la moneta doro e dargento che

Milanesi che

in

avvenire non

falsifica-

argenteam

et

abbiano
falsifica-

mandamus

et in-

imperiali,s nostra sententice condemnatione ut nulla

liac

moneta misi de

corio

fada

lasciando questo
il

del-

decreto

il

ai

Mediolanensibus qui

runt nostrani mondani auream

Ma

riferisce

quale

ad usare che quella di cuoio.

diamo

rin-

Ottelini.

Ottone Augusto col

jungibus

il

in

posterum utantur. Dat. ami. 966.


non troppa buona

scrittore di

di Ottone:

Gobellino (1) quanto scrive

fede, ve-

Deinde

cepit

Mediolanum. Sed Bege Ottone recedente Mediolanenses mondani


ejas respuerunt et a fidelitate ejus recesserunt. Quare rex Me,

diolanum regressus, coegit Mediolanenses de corio antiquo


dere,

Le

nummos

et illos

ab

Niem

stesse cose dice Teodorico de

argomentare che
dargento: anzi

Grande

gli

il

opina

Per

(2).

Milano

Ottelini battuti in

Muratori

sia stata la

inci-

mandavit.

eis recipi

che

la

che

il

siano

moneta

di

prima argentea moneta battuta

si

pu

stati tutti

Ottone
in

il

Milano.

Degli stessi Alemanni conosciamo pure che verso lanno 1155

Federico
ai

Barbarossa, altro dei tiranni della nostra

Milanesi la propriet

Cremona, come

risulta

tori (3), e riportato

da

della

l'uso

un

da quasi

documento

tutti

gli

Zecca in Milano dopo

la

restituita la

nel 1183, per

la

concordia tra

come possiamo vedere

(1)
(2)

(3)

dalle

In Cosmedron Act. YI, cap. 48.


In privil. et jur.
Ant. medii JEvi, t. II, pag. 302.
,

di

dopo

dal

Mura-

Milano.

di averci

ben

ro-

distrutta la citt, fu pure

pace

Federico e

monete

riportato

storici

Cessato quindi lodio del Barbarossa,


vinati nelle vite e ne nostri averi

tolse

citt

Zecca, trasportandola a

di
le

Costanza segnata
citt

stesse col suo

longobarde,

nome

da

12

un diploma di quel sovrano

conferma

che

tutte le regalie alla

Repubblica Milanese nel 1185, citato dal Puricelli

Da

unaltra

lArgelati (2),

colt di monetiere a Giacobino ed

vengono col

netieri

Filippi

Zecca del sacro

da tutto

il

44. Codesti mo-

di

tre classi, cio della

in

distinti

di Milano, della

Ambrogio

erano in numero

collegio dei monetieri che

comune

(1).

pergamena contenente un istromento riferito dalsappiamo che nel 16 ottobre 1385 fu data la fa-

Zecca del

imperio e della Zecca

del regno dei Franchi.

In
in

tempo Milano era

tal

gi sotto

questanno medesimo vi

rese

si

giogo dei Visconti, anzi

il

padrone

Giovanni Galeazzo

conte di Virt.

Da
la

ci si

vede che

prima per la

vi si facessero tre istituzioni della

Franchi, e ad essi spettavano quelle monete nelle quali


il

nome

del re col titolo

Eex Francorum

ratori tedeschi donde ebbero origine le

Sotto
s

Visconti e

moneta:

e questa fu la pi antica; la seconda dei

citt,

gli

legge

si

terza degli impe-

la

monete

imperiali.

Sforza florida comparve

la

nostra Zecca,

per ricchezza che per la bellezza delle monete.

Segue

al

governo

segnalato dun
tallo

sortita

Comparsi

di

questi

potere spagnuolo che esso pure

il

ammontare

abbondante

di

moneta dogni me-

dalla nostra Zecca.


di

batterono pure

Alemanni

nuovo

gli

la loro

moneta, e cos

nonch

Cisalpina e Italiana,

nel
le

regni

Veneto sino a noi continuarono

1706

sino al 1796, vi

susseguenti Repubbliche

dItalia e

del

Lombardo

fabbricar monete e medaglie

nella nostra officina.

Prima

di

dar

fine

per a questi preliminari sulla Zecca di Mi-

lano, credo dovere di ripetere almeno quanto fu detto intorno la

stessa da
Il

un dotto numismatico

conte Mulazzani trattando

patrio.
il

suo discorso

sullofficina

mo-

netaria di Milano asserisce non potersi fondare uno scrittore in


tale

(1)
(2)

materia con sicuro argomento

In Monum. Basii. Ami., num. 587.


Monetis Italia P. 111. p. 57.

De

che per

quattro secoli

cio

13
dalla met del secolo xvi al 1812 potendosi in questo lasso di

tempo camminar franco neHemettere


Divide per

1556

dal

1711, quando noi

al

gnuoli (sebbene io osservi che


nostri) che ci

dominavano

nota investitura di Carlo

1796, epoca

passando

bardia

La

1529 Carlo

seconda dal 1711

prov allora

Stati

stultimo dominatore che in soli sei anni

naio 1808

al

e di Bologna,

1805

non compiuti dal


le

Zecche

lodato

il

autore,

sebbene

somma

tutto

il

1814

e continuata

Dopo questepoca

fa egli

del governo austriaco


in

Porta

nome

sino al

Maria Teresa

che

qualunque moneta solita a coniarsi

monarchia, con

suo editto del 1786


al

solo giro di 29 anni si giunse a fabbricare (bench


fosse sotto la Signoria francese)

mezzo

385 crescenti

1813

eresse la nuova

naio; poich da un registro risultabile dal 1779

1796

del

1819.

nellanno 1778, favorita da Giuseppe II

del privilegio di coniare


altre zecche della

tal

mo-

delle

seguire in ragione di ricchezza quella

sotto

Nuova

con

il

prima come

moneta imperiale, n quelle qui battute nel rimanente

pari a

Venezia

di

impiegato di Zecca, non so

nete qui battute da Napoleone nellanno 1807, epoca

Zecca

1 gen-

di lire italiane, al raggua-

perch, non sincarica di annoverare la non lieve

in

1814.

al

la stabilisce sotto que-

1813, non computate

ha battuto 102 milioni

trat-

dAustria.

17 milioni aUanno.

glio di

Qui

al

Lom-

la

casa

della

maggiore della nostra Zecca


1 ottobre

fosse dei

duchi di Milano per la


la

terza riguarda Napoleone qual re dItalia dal

Lattivit

Eugenio di Savoia, coronate dal

1711, degli

del

prima

la

giogo degli Spa-

il

governo della Spagna a far parte,

dallinfelice

per le vittorie del principe


tato di Radstadt

di

imperatore;

cambiamento che

quel

di

in qualit

sotto

dal

epoche:

tre

in

fummo
gi

notizie di fatto.

le

suddetto

egli lo spazio

di

502 milioni

lire italiane,

in ragione

di

nelle

25 gen-

1807,
Milano

lire

nel

dal

milanesi,

di milioni

13 e

di italiane per ogni anno.

Sempre retrocedendo da questepoca annovera unaltra guida


sicura nelle tavole dellArgelati compilate sui registri di Zecca (1)

che fanno

(1)

ascendere

De Monetis

Italiae,

largento

t.

Ili,

a marchi di

ad Partem

III,

Milano

Appendice

p.

4,319 570,

31 e seg.

14
che costituiscono un valore di 201,161 324 di

computare

monete erose che

le

non annoverato
Loro

altres,

il

rame, per

ma

altri

pu

si

13 milioni

Non

rame puro stampato,

il

633

in

una misura

arbi-

monetazione totale aumenta a milioni 264,710 777,024.

traria, la

ticare

lire.

prima volta dopo limpero romano

dire per la

Milano dai governatori Spagnuoli nel

in

di

di lire.

quadro anche

per unire in questo

per quanto

senza

proporzione minore, monetato nella nostra

in

Zecca ascende a 48 e pi milioni

lire italiane

entrano in valore intrinseco,

vi

continua

questo,

per

floridezza

la

lo

autore, bisogna dimen-

stesso

Zecca

nostra

della

sotto

le

dinastie

dei

Visconti e degli Sforza nei secoli xiv e xv.

Volgendo lanno 1474 un ottimo e copioso sistema monetario


fu creato in Milano dal duca Galeazzo Maria Sforza sulle rovine
dellantico difettosissimo

Francesco

capitoli

padre

Visconti, e di suo

ultimi

degli

I.

di

Zecca del 4 gennaio 1474, pubblicati nel 2 vomarchi dargento e di

lume, pag. 179 dellArgelati, parlano di

103

biglione

marchi

meno

in

di

mille, che si

dovevano coniare

in tre anni,

quali

ragione del loro taglio per ogni marco portano a poco

16 milioni

numero

il

della

moneta che

conia.

si

detto Mulazzani fa notare in questa circostanza che la cifra

II

suddetta deve essere

aumentata

collenumerazioue

Testone

del

o Lira da 20 soldi non nominata dallArgelati in quella tavola,

ma

per accennata nel tom.

Se

in

tre anni, conchiude

3,
il

p.

49.

Mulazzani,

in

sole

monete minori

si

coniarono tanti milioni di pezzi dargento meno buono al titolo

di

0,896 e via discendendo sino allultimo biglione di 0,062,50,

quale poi non sar stato

teneva

il

comune a

il

valore del Testone del titolo di 962, che

posto a quellet dei nostri scudi, e che


rinvenirsi al

principe, delle quali

presente,

come

monete ve nha

il

il

pezzo pi

ducato doro

di quel

ogni

piccola

ricchezza

in

raccolta (1)?

(1) Il citato

conte Mulazzani

ci

fornisce nella sua

pezzo di proemio che ebbe la sorte di

avere

monetario dato da Galeazzo Maria Sforza del

fra

le

1474,

Memoria la copia dun


sue mani del sistema
dove

si

scorge

che

15

movimento impresso

Il

duca Sforza pel rimanente secolo sotto


Galeazzo (147G) e Ludovico

suoi successori Giovanni

Moro (1494)

il

anche pei primi anni del 1500,

dur dal secondo

Zecca

nostra

alla

dellistessa casa,

regnando Luigi XII re

(1499-1512), del che ne prova

la quantit

delle

di

ed

Francia

monete che

se ne hanno.

Se non che pi ricchi degli Sforza per certo furono per denaro e pi potenti e grandi i Visconti dei secoli xiv e xv anche
per lampio Stato che giunsero a fondare dalle radici delle Alpi

cuore dellantica Etruria o Siena.

al

Copiosissimi sono finalmente

per cui giusta

nummi

avanzi dei

gli

Viscontei,

parere sempre dello stesso Mulazzani, la Zecca

il

Viscontea di Milano dopo Venezia, Firenze e Genova,


pi famose dei secoli xiv e xv, la

le

tre citt

quarta Zecca dItalia

(1).

accennato fu affidato a due cittadini milanesi. Tale


non fu conosciuta dallArgelati, e qui si trascrive ad esuberanza di
cognizioni nummarie, e per dimostrare che il detto appalto ebbe veramente
lappalto triennale ivi

notizia

effetto.

Et

si

Cecha seu

Galeat. Maria, etc.

officina

monetarum hujus

inclicte urbis nostre

subastare et plus offerenti camere nostre deliberari

Melni

pr more solet tamen

commodo subditorum nostrorum quo melius et abunvolumus dictam Cecham absque ullo
monete fabricare possint
camere nostro emolumento viris idoneis et sufficientibus tradi debere, qui
quam majorem et meliorem possint quantitatem monetarum fabricare fapr majori bono et
dantius

ciant. Itaque

de consensu et ordinatione nostra nobile

tarum subastaverunt

viris

cives Mediolani nostros

omnis tribus prox.

viri

magistri intra-

Joanni Antonio de Castilliono et Tetro de Requis

dilectos

cum

fut. incipiendis

pactis et capitulis intraseriptus per

a Kal. Augusti prox.-fut. in antea, pactu

vero et capitula sunt hoc, videlicet.


u

Primo quod magistri

et socii incantatores fabrice seu

Ceche teneantur

et debeant solvere quantitatem argenti, etc. con quel che segue poi dallArgelati.
(1)

Nei diversi musei della nostra

citt esistono

monete

di

Como, Milano,

Cremona, Verona, Padova, decorate dellinsegna Viscontea e fornite del nome del principe ed aventi scolpiti

Piacenza, Bologna, Siena, Genova, Pavia,

santi protettori delle citt e mostranti le epigrafi:

Mediolani, Papiae,

Veronae, Paduae, Januae,

etc.

Dominus, oppure dux

16

Non

potrebbe per precisare per mancanza di documenti

si

la

quantit della massa metallica circolante fra noi riguardo la prima

1300

dinastia (dalla terza decade del

principalmente nella Zecca


lazzani

non teme

385 milioni

meno

di stimarla

Sforza che ne furono

alla

met

1400) coniata

del

ma

metropolitana di Milano;

Mu-

il

quanto fu assegnato

di

agli

immediati successori, corrispondente

gli

dalla line

di lire italiane

del

secolo

ai

scorso e prin-

cipio dellattuale.

Resta finalmente ad esaminare lultimo periodo,


sebbene

ma

sia

pi notabile, e

il

stesso

nello

memorie nostre

tempo

secolo

il

xm,

pi glorioso nei fasti monetari,

il

pi oscuro; e sebbene siano scarse

il

le

abbiamo nei musei magnifici nummi

in tal epoca,

non pu pi metterne

di quellet de quali lo storico

in

dubbio

1esistenza.

Per rivendicare intanto


Milano allora libera
imperiale di

cui

si

tempi dItalia e fuori

Barbarossa nel 11G3


durante

la

un

dovuta

La moneta

netti (2).

tutte le

in

al

conte
fu

restituiti ai nostri putrii lari iu virt

altri

di

pergamene dei bassi

Nata per comando


villaggio

imperiale

dallo stesso tiranno ridonato

con

Zecca

vicino

di Federico

alla

citt

nostra

distruzione che ne aveva fatto nellanno indietro, in-

scoperta

teressante

di essa.
in

la

viene in appoggio la famosa moneta

cenno

fa

onore a cui giunse

lalto

citt, ci

privilegi,

anche

il

Carli (1), seguito dal Za-

continuata da noi, allorch

Lombarda

della lega

trattato

col

diritto della

di

ci

fu

Reggio del 1185,

Zecca che

ci

aveva tolto

collanatema del 1155.

Conchiude da questo argomento

il

Mulazzani che per moneta

imperiale debba intendersi la moneta coniata a


nel nulla tutte le opinioni

intorno la sua origine,

(1)

Opere,

t.

il

messe

suo

fuori in

tipo, la

Milano, lasciate

proposito dagli autori

sua bont,

il

suo valore

(3).

V, p. 12.

Monete d'Italia, t. III. p. 10, nota il; t. IV, p. 417, nota 237.
quando dice moneta
(3) In una nota lo stesso Mulazzani aggiunge, che
imperiale intende lo stesso che moneta milanese, senza escludere che in
qualche altra citt. dItalia non vi sia stata moneta egualmente distinta
(2) Delle

tal nome. Il Zanetti ci parla di quella di Brescia circolante verso


met del xm secolo (t. IV, p. 418). Lo stesso, in quel tomo medesimo,

con

la

fa

17

ben degni sono pure della Zecca imperiale milanese

met

fabbricati alla

condi sparsi in ogni


rissimo

argento

primi ed a 900

se-

non che rAmbrosino doro pu-

collezione,

monete

zecchino),

(lodierno

Ambrosini

del secolo di cui parliamo, detti

quasi puro

grandi e piccoli di

nummi

coperte

tutte

semplici

di

emblemi repubblicani, senza nome dimperatore o re

e che perci

fanno fede di esser comparse in tempo di libert.

dal sin qui detto ne

ammontante ad

cristiana

monete

di diversi

Milano

in

per

come

da

rimontare lorigine

far

lettere che si

certe

Zecca

lopinione

parte

iv

al

leggono nelle

Romani che hanno soggiornato

imperatori

quellet,

lantichit della nostra

anni, lasciando

ne vogliono

di alcuni eruditi che

secolo dellra

argomenta

oltre mille

da me

fu

in

avvertito nel principio di

questi cenni.

Ecco pertanto quali furono

le

opinioni del dotto

conte Mulaz-

zani intorno allantichit della Zecca milanese, e quanto io potei


scrittori da

raccogliere su questo

argomento dallesame dei vari

me

nozioni, sebbene succinte, potr lo studioso

Con

studiati.

tali

partire da principii sicuri e

camminar franco

in

un

tale

numi-

smatico patrio aringo.


Il

Muoni

secolo

XV,

nella sua dotta

Barbarossa

Zecca
parole:

di

La

memoria,

Zecca

eli

Milano

nel

parlando delle monete battute allepoca di Federico


ci

d indicazione

del

luogo

Milano e dove fu poscia

ove esisteva allora

trasportata,

la

colle seguenti

Precedentemente od anche posteriormente a queste-

la

Zecca della

che ancora

poca

denomina San Mattia

sportata da Galeazzo Maria Sforza nellaltra via poco lontana

parola di quella di
Argelati,

t.

p. 332), dice

II,

Parma

p. 24).

citt

alla

era

posta

moneta

via

xv

si

poi

t.

V, p. 70,

scoperto dal Neri (Carli,

volesse introdurre

da

si

veniva tra

e molto di quella di Pavia (Zanetti,

Un documento

che nel 1254

nella

nel secolo

t. I,

sette citt confederate

una moneta uniforme col titolo d 'Imperiale. Il concordato per non


le monete relative e ristretta a proporzione del secolo xiit fu la durata della moneta imperiale altrove che in Milano dove
continu sino allimperatrice Maria Teresa che intitol nazionale la nuova
dItalia

ebbe effetto mancando

moneta del 1778 data

alla

Lombardia giusta

leditto

25 ottobre 1778,

5.

18

comunemente nota

sotto

nome

di

sere trasportata in tempi a noi pi

te

cora

della

darmi ed

trova, presso

si

Moscova che

al castello.

Zecca Vecchia, per

pubblici

grafia delle

opere

si

trattano
e

in

aggiungo una biblio-

Italiae

Azarius. Chronicon de gestis

modo

qualche

che furono da

trovano citate nel

De Monetis

Argelati.

alla piazza

Zecca e della nostra Storia,


alcune che gi

es-

an-

grande stradone

il

conduce

giardini

quanto ho esposto nel presente capo


che

nel luogo, ove

vicini

bastioni e lungo

ai

dai

il

me

della nostra

consultate, oltre

libro.

etc.

principimi

Vicecomitum ab anno

3ICCL usque ad annum 3ICCCLXX.


Numismata Imperatorum Romanorum

Banduri.

a Trajano Dccio

ad Palaeologos imperatores.
Barthelemy
Beccaria.

(de).

31anuel complet de la numismatique moderne.

Del disordine

dei rimedii delle

monete nello Stato

di Milano.

Beeldenaer of

te

vander munte

figuer

hook

dienende op

te

nieuve

ordonhntie

etc.

Dissertazione sopra varie antiche monete inedite

Beilati.

dell au-

striaca monarchia.
Bellini.

De Monetis

Italiae medii

aevi

hactenus non

evulgatis

disscrtationes quatuor.

Benaven. Le Caissier
Berg.

New

it alien.

miintz biieck.

Denaro Milanese di Ardoino re d'Italia.


Billon d'Aur et d'Argent de plusieurs royaumes ducs,
seigneuries, pays et villes.

Bertolotti.

Biondelli. Lettere inedite di Guid Antonio Zanetti sulle


e

conts

Monete

Zecche d'Italia.

La Zecca

e le 3Ionete di

Milano.

Bonneville P. F. Traile de Monnaies d'or

et d'argent.

Bonneville A. Encyclopcdie montaire.

Brambilla. 3Ioncta di Ardoino

re.

d'Italia battuta in 3Iilano.

Alcune annotazioni numismatiche.

Carli Rubbi. Delle 3Ionete e dell' Istituzione delle

Zecche in Italia.

19

un Amico sopra

Cavo. Risposta ad

le

Monete

Stato

nello

di

Milano.

compendioso di un dilettante

Ragguaglio del Viaggio

Carolini.

antiquario, ecc.

Carte
et

liste

ott

contenant

le

prix de chacun marq

once

esterlin

Vordonnance de mars 1G27.

as, etc., selon

Charvet. Origines du pouvoir temporei dcs papes prcises


la

peli-

numismatique.

Conbrouse. Catalogue raisonn des monnaies nationales de France.

Corder

di S.

Monete

Quintino. Sulle

dei

Longobardi in

Damoreau. Traitc des Ngotiations de banque

et

Italia.

des monnaies

trangres.

Dclaration du roy
tant de

et

nouveau rglement sur

de monnoyes

France qu'estr angeres.

Dechamps. Qulques monnaies de


pes en

le faict

la race Carlovingienne, frap-

Italie.

Ducange. Glossarium ad Scriptores mediac

Ebn-Taher. Lettre critique

M.

et

infimae latinitatis.

Scbwcitser touchant la premire

dcade.

Edict

rglement faict par

et

le

roi

sur

le

cours

et

prix

des

monnoies tant de France qu'estr angres.


Engelken. Neucre and neueste im Weltverhelir coursirende goldund-silber-miinzen cdler

Welttlieile

and

Staaten.

Ferrano. Tariffa del valore delle monete d'oro

d'argento dal-

l'anno 1359 a tutto l'anno 1673, ecc.

Fiorino cl'oro antico illustrato.

Fougres

et

Conbrouse. Dcscription des monnaies de la deuxime

race rogale de France.

Numismata medii aevi, inedita.


Memorie storiche di Monza e sua Corte.

Friedlaender.
Frisi.

Fumagalli. Vicende di Milano durante la guerra di Federico 1

imperatore.
Giubili.

Memorie

spettanti alla

Storia, al Governo ed alla de-

campagna di Milano.

scrizione della citt e

Harduinus. Opera varia.


lleiss.

Descripcion generai de las monedas llispano-Cristianas

desde la invasion de

los

arabes.

20
Histoire mtallique de Naplon.
Ilistoirc

numismatique de

la revolution francasse.

Huillard Breolles. Historia diplomatica Frederici II.

Genua Ligustica eiusquc

Imperii Germanici ias ac possessio in


ditionibus.

Indice delle monete d'Italia raccolte ed illustrate

Giannagostino Gradenigo
Joachin.

Das

da monsignor

vescovo di Ceneda.

neurbfnetc munzcabinet.

Klotzius. Historia

Kunz. Primo

numorum

obsidionalium.

secondo catalogo di oggetti di numismatica.

Miscellanea numismatica italiana.

Labouchre. Monnaies du

XVI

siede.

Leblanc. Dissertation historique sur quelques monnaies de Charle-

magne, de Louis

le

debonnaire, de Lothaire

de leurs suc-

et

cesseurs.

Lelewel.
Litta.

Numismatique du moyen-ge.

Famiglie celebri

Veggansi

italiane.

le

famiglie Visconti e

Sforza e la Casa degli Hohenstaufen.

Longprier (de) et P. Lambros. Monnaies de Jean Galcaz corate


de Vcrtus en Champagne.
Manni. Devariis ltaliae monetis medii aevi ratiocinationes
Classagli. Dissertation
les

XI

sur

les

empereurs de Germanie
et

XII

XLIV.

monnaies frappces Lucqucs sous


et

Ics

rois

d'Italic,

dans

le

X.

sicles.

Mazzucchelli. Il Monetario del commercio.

Morbio. Storie dei Municipii italiani.

Monete franco-italiche ossidionali.


Monografia storica delle Zecche italiane.
Delle monete battute da Carlo Magno.
Mulazzani. Della lira milanese dall'anno 1354 al 1778.

Sulla Zecca di Milano dal secolo

Discorso sulla monetazione della Spagna coniata in

XIII fino

ai giorni

nostri.

Milano dal 1556

al 1711.

Muoni. Collezioni di Autografi di famiglie sovrane.

La Zecca

di

Milano

nel secolo

XV.

Nipote del Vestaverde. Strenna popolare, ann.

XI.

21

Ordonnance pour

Commercio

di

un

intitolato:

libro

Dell' Origine e del

delle monete e dell'istituzione delle Zecche d'Italia.

Moneta

Pallastrelli.

Changeurs. Anvers, 1633.

Ics

sopra

Osservazioni

di

Bernab

Visconti.

Pembrochius. Numismata antiqua.


Pfaffenkoffen (de). Denier frappe

Otton

Milan au noni des empereurs

Otton II.

et

On a silber coin of Bercngarius II Tting of Italy


With his son Albertus as coregent 950-9G2.
Promis I). Monete di Zecche italiane inedite o corrette.
Pfister.

Promis V. Tavole sinottiche

monete italiane illustrate con

delle

note.

Robert. Lettre 31. de Longprier sur quelques collections

Pimont

de la Lombardie;

et

Deuxime

lettre

31.

du
de

Longprier sur des collections d'Italie.


Rosmini. Istoria di 3Iilano.
Sacchetti. Bella coniazione

Saulcy

monetaria

monete

delle

italiane

XIX.

del secolo

Dcniers

(de).

Carlovingiens

dterrs

Belvezet pr'es

d'Uzez.
Schiavini.

Observationes in vetcros

torio editos

Schlickeyseu.

Die

nummos a

diarissimo

Alma-

item de novo adiectis.

liis

stante

stereichischen

ini

standes in den jahren 1848

Vahrend des auf-

und 1849 geprdgten

miinzen.

Schweitzer. Indice delle Zecche italiane.

Zecchino doppio

Ugo re

di

Francesco II duca di 3Iilano.

d'Italia col figlio Lottario re d'Italia.

Berengario II re d'Italia

col

figlio

Adalberto

de-

naro di 3Idano.
Sensuit.

La forme

manire

et

de

toutes fonnes et

cognoistre

espces des monnotjes tant d'or que d'argent.


Sitone de Scotia.

De

antiquis et modernis in

Insubria monetis

elucubratio.

Touchon dAnnecy. Notice sur une mdaille de Philippe Alaria


Visconti

Due

de Alilan.

Trsor numismatique
Ughelli. Italia sacra.

et

de gliptique.

22
Verri A. Riflessioni in punto di ragione sopra
lato:

Del disordine

Milano P. P.

I. C.

e de'

il

libro

rimedi delle monete dello

(Pascolo per

cogl

intito-

Stato

di

Verri P. Dialogo tra Frontino e Simplicio sul disordine

delle

monete nello Stato di Milano.


Vimercati Sozzi. Sulle
colo

Zanetti.

monete della

citt

di

Bergamo

nel se-

XIII.
Tutte

le

sue opere di numismatica italiana.

Zardetti. Osservazioni su

due monete del museo Mainoni

Vana

dell'imperatore Lamberto e l'altra della regina Jolanda. Milano,

1822.

Zerbi. Discorso intorno al banco di S.

Giorgio.

23

X.

MILANO SOTTO

IL

DOMINIO DEI PALLI, ROMANI,

UNNI, ERULI, OSTROQOTI ED IMPERATORI DORIENTE,

DALLANNO DXC

A.

C.

uesto capo comprende

AL DLXVIII

la

de

storica di

raccogliere

nomi

Longobardi.

Non

regnanti duna

dei

principali

C.

dominatori

serie dei primi

della citt di Milano dallepoca

regno

D.

pi

remota

essendovi

sola

individui

fino

nazione mi limitai

che

al

una catena

ebbero

diretto

rapporto colla nostra citt o che quivi segnarono fasti meritevoli


di

menzione.
Si

presenta

prima

il

suo

supposto

fondatore od

ampliatore

Belloveso, duce dei Galli, qui venuto per cercar stanza co suoi

590

nellanno

Dopo

a.

C.

questepoca rimase Milano in uno stato di lenta progres-

sione per circa due secoli.

Non

si

parla di

lItalia nel

Brenno

390 avanti

altro duce

dei Galli

dicono che tale invasore abbia veduto Milano,

venne poco dopo scacciato

che conquist

C., poich gli atti storici di quei

dallItalia dal

ma

tempi non

soltanto che

gran Camillo.

24
Si tiene parola
Galli,

Viridomaro, altro avventuriero e capo dei

di

che pure simpadron dellItalia, e penetr sino a Milano,

allora in potere dei

Romani, nellanno 222 avanti G. C.

Impadronitisi di nuovo

Romani

del nostro suolo,

si

men-

fa

zione di Claudio Marcello, console nello stesso anno 222 avanti

G.

che ne scacci

C.,

Galli colla morte del

maro, e riduce Milano a capo

loro duce

Virido-

provincia.

di

Nellanno 191 pure avanti G. C. comparve in queste contrade


Cornelio Scipione Nasica
tale

epoca

Segue

Roma

altro console di

che unisce in

nostra Milano alla capitale del mondo.

la

nel nostro

quadro

il

Gran Pompeo,

comune

di cui

opi-

nione dei dotti che qui abbia dimorato. Tiene luogo avanti quindi
di lui figlio Sesto

il

onor

mezzo secolo prima

G. C.

di

vi

dett alcune leggi,

ma

non

ne conosce lepoca.
Crasso pure, che

il

circa

Cesare fu qui fra noi e

Giulio
se

Pompeo, che

nostra citt del titolo di seconda Roma.

la

si

asserisce

da alcuni

tempo, dimor per qualche tempo


Bruto, creduto

senza indicarci

storici,

Milano.

naturale di Cesare, ebbe

il

governo della

Cisalpina, nella quale epoca ferm stanza a Milano, ove

Gallia
gli fu

figlio

in

eretta

una statua di bronzo.

Fra gli altri magistrati romani Milano ebbe pure Cicerone.


La nostra citt diede sul finire del secolo il dellra volgare
i

natali

Didio

due

imperatori

Giuliano.

Da

romani, a Publio

questepoca

sino al

Pertinace

tiranno Aureolo non

si

Elvio

trova menzione particolare della citt di Milano.

Questo tiranno intanto


stato assediato

figura

nella

nostra

serie

per

essere

Milano dallimperatore Gallieno, legittimo so-

in

vrano, nellanno 268 dellra volgare e di aver qui

finiti

suoi

giorni di regno usurpato.

Gallieno, imperatore

aver vinti

Roma

comparve

nei nostri fasti per

Germani, che avevano assediata Milano. Questa

toria gli acquist

Da

di

il

titolo

di

Gallieno noi procediamo, seguendo sempre

adottati, collimperatore
citt di

mura

Massimiano Erculeo, che

e di torri nellanno

Si parla di Costantino

vit-

Germanico.

303

Magno, perch

di G.

nel

nostri principii
cinse la nostra

C.

313 pubblic da Mi-

25
lano la legge colla quale tollerava qualunque religione. Nella sua
divisione dellItalia

nomin Milano

nome

col

dItalia Settentrionale

nellanno 335 dellra volgare.

In Milano fu creato Cesare


il
'

Per

tiranno Decenzio nel 351, quando

il

Magnenzio usurp

di lui fratello

la nostra citt egli

era

la

porpora imperiale.

troppo giusto che

poi

si

facesse

qui menzione del nostro Patrono S. Ambrogio, vescovo e vicario

imperiale di Milano, cui andiamo debitori dellistituzione dei divini uffizi che

del

pur anco conserviamo

ci

accadde oltre

la

met

iv secolo dellra volgare.

Questo Santo poi comincia a figurare sulla nostra moneta gi


dal xii secolo incessantemente sino al

Qui cade

in

xvm.

acconcio di esporre anche

il

nome

di quegli

ratori dOccidente e dOriente che giusta la congettura gi


nella storia

della

battuta moneta

nostra Zecca,

nella

MDPS

espresse di

nostra

citt,

suppone

Saulcy di

Parigi

il

da loro stata

sia

sullappoggio

o simili; opinione, dopo

pure dal dotto

ciata

si

impe-

emessa

delle

sigle

ivi

Ducange, abbrac-

indefesso numismatista

della serie bizantina.

Questi imperatori incominciano da Valentiniano


invasori Unni, Eruli e Goti

e,

dopo

gli

ritornano a farsi vedere nella sola

persona di Maurizio Tiberio, del quale ultimo regnante dubiterei


alquanto, essendo salito al

trono nellanno 582 dellra volgare,

epoca in cui qui stanziavano gi


bero mai permesso che

si

re Longobardi, che non avreb-

battesse moneta agli imperatori orien-

n tampoco a Costantinopoli Maurizio avrebbe commesso la

tali,

ridicolaggine di esporre sulla sua

Di

imperatori

tali

non

si

moneta una

citt

non pi sua.

d che un semplice cenno depoca

per tenere la loro guida cronologica.

Verso

met

la

e devasta

il

lano sotto

del quinto secolo discende Attila re degli Unni,

nostro paese, segnando la prima distruzione di Mibarbari.

Milano cade quindi in potere degli Eruli comandati da Odoacre,


che

si

fa

nominare primo re

dItalia nellanno 476.

Teodorico, re degli Ostrogoti, la toglie ad Odoacre nel 493 e


se ne rende padrone e re.

Sotto Vitige, altro re degli Ostrogoti, col suo infame capitano

26
Uraja, vien notata
lanno 539

Dopo
niano,
rali

la

seconda distruzione della nostra

citt nel-

dellra nostra.

tale infortunio Milano

imperatore dOriente,

resta sotto

merc

il

dominio di Giusti-

destrezza dei suoi gene-

la

Narsete e Belisario, che riducono Milano suddita dellimpero

dOriente

553: dur

nellanno

in

tale stato

per anni 15, sino

allanno 568, epoca della discesa dei Longobardi sotto la condotta


di

Alboino; dal quale comincia

dominazione longobardica per

la

Milano.

C'KOXOL.OftlA.

GALLI
A.

(!.

590.

Belloveso, duce

dei Galli. In questepoca edific

od ingrand Milano.

222.

Di lui non si conoscono monete.


Viridomaro duce dei Galli. Conquistatore
,

di

Milano.

Anche

di lui non si conoscono n monete , n

medaglie.

ROMANI
A.

C.

Claudio Marcello,

console romano. Toglie Mi-

lano ai Galli.

Rimangono a
tuti in

Roma da

di lui

bat-

opinione del Riccio


nelio, figlio di

memoria due denari

Marcellino che, giusta l'ultima


,

si

crede esser stato P. Cor-

P. Lentulo Marcellino, triumviro

monetale circa l'anno 43

a. C.

In questa moneta

vien figurata la stessa sua effigie, dietro cui vedesi


la Trinacria, simbolo delle sue conquiste in Sicilia.

La

leggenda offre

il

nome

di

MARCELLINVS,

che batt questa moneta. Nel rovescio lo stesso


conquistatore colle spoglie opime del vinto Viri-

27
RUMAVI
A.

domavo

sta

per entrare nel tempio di Giove.

L'iscrizione indica

MARCELLVS

suo nome

il

collannesso suo quinto consolato. Tale


l'alta

memoria

moneta per

che in s contiene, venne

tuita dall' imperatore Traiano,

dare alla posterit

due monete sono

pur

resti-

per meglio traman-

gesta di Marcello. Queste

le

pregiate dai dotti.

assai

Sebbene non mi sia prefisso di ragionare della


moneta romana, pure dir di volo soltanto sull'argomento di essa, che

il

denaro dargento

di quei tempi valeva IO assi di bronzo-,

Tasse

era diviso in 12 onde, la met dell'asse ne valeva sei e si diceva SEMISSE; la terza parte ne

valeva quattro e si chiamava TRIENTE; la quarta

parte
la

dell' asse, di tre

parte

sesta

STANTE
nome

STERZIO;

quadrante;

onde,

nominava SE-

QUINARIO;
venti

la

quarta

terza

e la

parte di SE-

dargento formavano

denari

DENARO DORO

si

ONCIA. Il mezzo denaro aveva

e lunit

di

onde, si diceva

di due

il

parte di quest'ul-

timo, QUINARIO.

190. P.

Cornelio Scipione Nasica,

console. Unisce

Milano a Roma.
S'ignorano
82.

le

sue monete.

Gneo Pompeo Magno,


Le
e

triumviro. Visita Milano.

sue monete appartengono alla serie

non contengono

romana

fasti a noi risguardanti.

60-43. C. Giulio Cesare, imperatore. Dimora per qualche

tempo a Milano, ove dett alcune

Non ha moneta

citt e la conosciuta

Marco

appartiene alla romana.

Licinio Crasso

da alcuni

storici

leggi.

che segni fasto per la nostra

triumviro.

Si

assicura

che Crasso abbia fatto dimora

nella nostra citt.

Le sue monete per appartengono


romana.

alla serie

28
ROMANI
A.

C.

50.

Marco Giunio Bruto,

console. Quale governatore

della Gallia Cisalpina fiss stanza a Milano, ove

una statua

fu eretta

gli

come ne fanno

di bronzo,

fede Svetonio c Plutarco.

Non
44-35.

vi

ha moneta di

Sesto Pompeo,

romana. Onora

marittima

a noi

lui che

spetti.

prefetto della flotta e della spiaggia

Milano

col

titolo

di

seconda Roma.

Le sue monete
D.

i'.

spettano alla serie romana.

253-268. P. Licinio Gallieno, imperatore. Mor assassinato dai congiurati allassedio di Milano, ove
era chiuso

si

tiranno Aureolo.

il

Molte medaglie esistono di quest'imperatore

ma

neppur una segna una leggenda

che ripeter si possa alla nostra citt

un fasto

o
,

sebbene

qui morto.
268.

Manlio Acilio Aureolo,


in

assediato

Milano dallimperatore Gallieno.

Le monete

d'oro e di bronzo di questo tiranno

appartengono alla serie romana

menzione in esse della nostra


286-310.

Fu

tiranno.

Massimiano Erculeo,

non essendovi

citt.

imperatore. Nellanno 303

cinse la nostra citt di torri e di mura.

Sebbene abbia qui dimorato per molto tempo


occupato

e che si sia

di

rendere

magnifico

il

soggiorno di Milano , tuttavia non trovossi finora


nella

molta sua suppellettile numismatica una

moneta che
il

306-337.

nome

ci

indichi anche nelle sole iniziali

della nostra citt.

Costantino Magno,
in

Milano

la

imperatore. Nel 313 pubblica

tolleranza di qualunque religione.

Divide nel 335 limpero fra suoi tre


nipoti. LItalia viene divisa in

nando Milano,

figli

due parti,

due

desti-

nella Settentrionale, sede e resi-

denza di un vicario e quindi anche degli imperatori.

Da

questa divisione

si

pu argomentare

29
Pi (IM

D. 0.

M
che vi fosse anche stabilita a Milano una zecca,

306-337

ove

battute quelle monete

saranno state

forse

che vedremo in appresso.

Nullameno nessuna moneta milanese

ha

si

a Costantino.

attribuibile con certezza

351-353. Decenzio, tiranno. Creato Cesare a Milano nel 351.

Le

sue monete appartengono alla sola serie

romana.

374-397. S.

Ambrogio,

Compone

vescovo.

lufficiatura, ren-

dendosi capo della Chiesa milanese.


nostro

patrono

tuta

suoi

non

Di questo

moneta propria bat-

esiste

per a comparire

tempi. Comincia

su quella di Enrico VI, imperatore tedesco e re


dItalia, nel

secolo

xn

per non cessare che

xvm

principio del secolo

La sua

re spagnuolo per noi.

al

sotto Filippo V, ultimo


effigie

per

si

trova

frequenti volte sopra tessere o segni di pubblico


o privato diritto.

Valentiniano

sua dimora

364-375.

375-383. Graziano, imperatore. Dicesi sepolto a Milano.

383-392.

I, imperatore.

Nella

Milano compose alcune

fatta a

Valentiniano

II

leggi.

da

imperatore. Allevato

sua

madre nelParianismo a Milano. Assassinato a


Vienna nella Gallia,
a

Milano

posto

SantAmbrogio

379-395.

Teodosio

I,

lano ebbe

recit

il

suo corpo fu trasportato

nella
il

tomba

lui

Graziano.

imperatore dOriente. Recatosi a Miconferenza con

S.

rimprover severamente per

da

di

suo elogio funebre.

ordinata a Tessalonica,

della basilica

Ambrogio
gli

che lo

chiuse le porte

mentre era per entrarvi e

lo

a severa penitenza.

Magno Massimo,

la strage de cristiani

383-388.

383-388. Vittore, tiranno dOccidente.

392-394. Eugenio, tiranno dOccidente.

395-408. Arcadio, imperatore dOriente.

imperatore dOccidente.

obblig

30
ROMANI
C. 395-423. ONORIO, imperatore (lOccidente. Trovavasi nel 423

D,

in

Milano nellepoca dellinvasione

Teodosio

>

408-450.

455-456. Avito, tiranno dOccidente.

457-474.

461-465.

II,

di Alarico.

imperatore dOriente.

Leone I, imperatore dOriente.


Severo III, imperatore dOccidente.

472. Olibrio, imperatore dOccidente.

474-491. Zenone, imperatore

474-475. Nipote, imperatore dOccidente.

582-602. Maurizio, imperatore dOriente.

(lOriente.

Magno Massimo

Sulle monete di

Eugenio

Onorio

MDPS,

Maurizio leggonsi

MDOS,

oppure

ad alcuni

porre

Vittore

dotti

che

esser

le

sigle

lasciarono

sup-

battute

state

in

Milano.
INNI
II.

434-452. Attila, condottare degli Unni. Nel 452 entra

(!.

Milano

ovunque

spargendo

stragi

terrore

in

morte, e la sua venuta segna lepoca della prima


distruzione di Milano.

La sua moneta non


nostra

segna epoca per la

citt

n appartiene alla nostra Zecca.

ERMI
IL C.

476-493. Odoacre, governa

titolo di patrizio ot-

lItalia col

tenuto da Zenone, imperatore dOriente.

Il

Carli suppone che di

battuta

una moneta

esiste noi

non

Odoacre sia stata

in Iavenna;

ma

se questa

la conosciamo.

OSTROGOTI
0.

('.

497-526. Teodorico, re degli Ostrogoti

La
alla

moneta
serie

di

degli

e dItalia.

questo re d'Italia appartiene

imperatori

Anastasio c Giustino

7, coi

romano-orientali

quali trovasi unito.

31

II.

OSTROGOTI
C. 537-550. Vitige, re degli Ostrogoti
unita a
le

armi

gran

soffr

al

Vitige

e Novara, aveva prese

da

fu

lui

miseri

abitanti. I

donne ridotte

gognoni e

assediata e

penuria di viveri, per cui si arrese

nemico senza alcuna condizione

suoi
le

contro

Milano, che

e dItalia.

Bergamo, Como

gli

vendute

in ischiavit e
tutti

edifizi

in favore dei

maschi furono scannati,


vennero

ai

Bor-

distrutti.

Tale

barbara distruzione, che la seconda per


perfido Uraja,

condotta dal
nellanno 539.

noi, fu

capitano di Vitige,

Se crediamo a Procopio

in quel-

leccidio perirono pi di trecento mila persone.

Le

sue

Giustiniano

monete

sono

fregiate

imperatore e di

del

nome

quello di

di

Ilona,

epperci appartenenti alla serie romana.

IMI*.

irORMTE.

D. 0.

527-566. Giustiniano I, imperatore.


sario e Narsete riducono

suoi

generali

Milano

Beli-

suddita degli

imperatori dOriente.

Noi manchiamo di monete milanesi che segnino


sebbene molte ne abbiamo di
quest' imperatore
1

lui appartenenti alla serie romano-bizantina.

memoria Monete di Zecche


Nota.
Il Comm. D. Promis nella sua
italiane inedite o corrette, Torino 1867, a pag. 33, fa risalire lorigine
della Zecca di Milano alla met del terzo secolo dellera volgare, conoscendosi, egli scrive, appoggiato a non so quale autorit, monete di Salonina moglie dell' imperatore Gallieno in essa battute. Collappoggio del Cohen
per troviamo per la prima volta comparire le lettere
sulle
o
monete di Valente dopo la met del iv secolo. Dallo stesso autore e dal
Sabatier risulterebbero appartenere alla Zecca di Milano le monete dei seguenti imperatori: 1 d 'Occidente, Valente, Valentiniano I, Teodosio I,
Eugenio, Onorio, Valentiniano II, Avito, Maiorano, Libio Severo, Antemio,
2 A'Oriente, Arcadio, Teodosio II, Leone I,
Glicerio, Giulio Nepote
Zeno, Maurizio Tiberio, sulle quali tutte si vede il
ad ecceo
zione di quelle di Maurizio Tiberio che hanno ML.
:

MD

MD

MED

MED

32

ZI.

DOMINAZIONE LONQOBARDA

MILANO

IN

dallanno dlxviii al dcclxxiv

>arsete per vendicarsi dei

ferto in grazia di

che condotti dal loro


sede a

bassa a quei tempi. Per

la qual

per

sof-

Longobardi,

i.

duce Alboino, fissano

tesserne

citt

la

per

la

loro

la

dignit

Milano

essere

cosa nella storia


trova

di particolarit si

dovetti

citt;

diceva aver

chiam

regno dei Longobardi.

Longobardi quella

poco o nulla

clic

c.

Pavia, che da quellistante veste

di capitale del

Scelsero

torti

Belisario,

d.

di

riguardo

assai

questi

della

re

nostra

cronologia come nostri assoluti

dominatori.

Devo

pur

questi

re

che

notare

precisa

lepoca

del

variando

principio

Longobardi

io

gli

autori

nell'assegnarci

della fine di regno di molti di

mi attenni

alla

opinione dei

pi ac-

creditati.

Da

comincia

Alboino

una

serie

non interrotta

di

25 re

di

questa schiatta, e una regina reggente nella pia Teodolinda, dei


quali

si

vedr

il

prospetto nel seguente quadro cronologico.

33
Sotto

proprie

un corpo

estese ne suoi dominii, ebbe

si

dovunque

ornata

fu

nome

loro governo la nostra Italia, allora conosciuta col

il

Lombardia,

di

monumenti

di

di leggi

pubblici, chiese,

conventi, villeggiature, che pure esistono anche al d doggi.

Dopo

secondo re

il

governo

il

prese

un

collelezione di

bracciato

che ebbe fine

nella persona dAutari

che quindi spos Agi-

primo re che abbia ab-

re, e gi duca di Torino e

quarto

cristianesimo

il

essendo

stati

primi

seguaci

del-

di Ario.

leresia

re,

di repubblica

longobardo

altro re

successe qual regina reggente,

gli

lulfo,

torma

allora la

anni

dieci

di

suo regno dinaudite crudelt:

il

per terzo re e primo sposo della regina Teodolinda,

che figura

che

un interregno

Cleti successe

per avere questultimo macchiato

questi successe Adoloaldo, quinto re, quindi Arioaldo, sesto

gi duca di Torino

celebre per

ottavo

re

il

suo codice

ed

Ariberto

di leggi.

nono

I,

mento notabile accadde per


succede

settimo

ltotari,

una divisione del

colpevole

brama

il

in

questi succedette Rodoaldo,


sotto

quali nessun avveni-

nostra patria: spento Ariberto ne

la

regno nei due suoi

Godeberto, decimo ed undecimo

mora a Milano,

re,

gi duca di Brescia,

re,

re,

fissando

il

Pertanto e

figli

primo

la

sua

di-

secondo nellantica sede a Pavia. Nata quindi

Godeberto di regnare da

tanto costretto salvare

la vita colla fuga,

solo,

il

Per-

fratello

ed essendo Godeberto

assassinato dal duca di Benevento, siede questultimo a duodecimo


re,

quale usurpatore: succede nel regno

altro usurpatore, col

titolo

sul trono questultimo,

il

di lui figlio

di tredicesimo re.

Garibaldo,

Non ancora

ricompare Pertanto, che viene

assiso

ristabilito

sul soglio cogli antichi suoi diritti; a questi tien dietro Cuniberto,

quattordicesimo

re,

e figlio di Pertanto; succede quindi

usurpatore in Alachi, duca di Brescia, a quindicesimo

re.

un

altro

Liut-

berto, sedicesimo re, tien dietro altro usurpatore in Ragimberto,

duca
di

di

Torino e diciasettesimo re

Torino

usurpatore

poscia Ariberto

diciottesimo

re.

qual dicianovesimo re, Liutprando, vigesimo re, ed

Ildebrando

vigesimoprimo re

Rachis

duca del Friuli; Astolfo, vigesimoterzo


e per

ultimo

Desiderio con

suo

figlio

II, altro

Ansprando
il

lo

segnano

di lui

vigesimosecondo re
re,

duca

figlio
,

gi

altro duca del Friuli,

Adelchi, vigesimoquarto

34
e vigesimoquinto re

che

chiudono

regno dei Longobardi,

il

sciandolo ai Franchi, chiamati dal papa Adriano


di

la-

sotto la scorta

I,

Carlo Magno, nellanno 774.


Dallesposto

206 anni,

cio dal

terminare

con

il

regno dei Longobardi dur per

563 sino

al

774, incominci con Alboino per

Desiderio

non avendo da solo regnato

il

di lui

Adelchi.

figlio
I

che

vede

si

re

Longobardi facendo ogni sforzo per opprimere

usurpare

Adriano

principato al Papa,

il

fu quello che

si

che

dirsi,

prepararono la loro rovina, ed

scarsissima moneta

lungo

nel

spazio

di

stanza di dominio, quando troviamo di


patori
sciuti

effimeri
,

che

la

facil

moneta. Io penso

attribuire con

non poche

fatti

usur-

nummi

cono-

intelligibile leggenda,
le altre loro

sia

monete,

queste che sentono queste-

di

perch non

incerte,

le

in-

che

regnanti ed

pochi

dai

sconnessa e spesso non

poca e collocate fra

Sembra quasi

tempo che ebbero qui

altri

causa che noi non abbiamo notizia di tutte


poich esistono di

non abbiano avuto

Longobariii

re

ed

distolse daU'Icalia.

li

Notizie sulle monete longobarde.


credibile

Roma

buon argomento a taluno

si

possono leggere, n

di questi

re,

constando

le

loro leggende di tante linee indeterminate rette o curve senzaltra


cifra

che

ci

mia sentenza,

tranne

il

dei

il

che conviene, a

ancora nella classe delle monete incerte,

lasciarle

pr non correre rischio


Intanto

un nome; per

lasci interpretarne

di

emettere una falsa attribuzione.

primi tredici re nessuno

ci

ha descritto moneta

una

in

oro dAlboino, se pure

Zanetti che ce ne present

legittima; ne furono pubblicate alcuue pure in oro di Cuniberto,


altre di Luitberto,

Desiderio,
II

non

ma non

cav. V.

di

Ariberto

tutte

Promis (Tav.

Longobardi, cacciati
si

II,

di Liutprando, d Astolfo e di

possono meritar fede.

sinott.

delle

Zecche italiane) dice

Greci, fondarono in Italia

ma

conosce alcuna moneta di questi re battuta a Milano an-

teriormente

Desiderio.

falsa in argento col

nome

Di
di

questa

esistono

dei

conosco una moneta

citt

Cuniperto. Quella poi pubblicata dal

Carolini erroneamente fu detta dargento.

Cos

un regno,

medesimi

in

bronzo

restituiti

a questi in

35

tempi posteriori, alcuni dei quali vennero trovati fuori


occasione degli scavi

in
il

fatti

negli anni

di

Pavia

1817-1818 per prolungare

naviglio sino al Ticino.

monete desse sono

In quanto alle descritte

tutte in oro fino.

In queste spesso compare la regia testa sempre coronata.

Formano

tipo del loro rovescio la vittoria,

una semplice croce

tettore dei Longobardi, o

La

fabbrica

loro

rozza

Michele, pro-

S.

il

nellarea.

barbara. Esimia la rarit di

nummi.

questi

Del resto molti autori parlano di queste monete,

vennero scoperti documenti che

ci

stabilita nella nostra citt. Intanto

silenzio che, in tutto

il

ma

finora

per non da passarsi sotto

regno dei Goti

conservata la forma

si

monetaria degli imperatori greci. Nelle 32 lettere del libro


Teodorico scritte ad Atalarico

si

comanda

cuna nel peso e nel numero dei denari gi


per cess sotto
lItalia,

e cos

nuova forma
Quindi
de

la

Longobardi, che posero

di

in corso.
la

al-

Tale costanza

confusione in tutta

computo.

parola

menzionata

soldo
si

leggi e documenti

nelle

sa se sia doro o dargento.

che significasse largento, appoggiato alle immense

si

II di

non fare novit

nacque anche lalterazione delle monete istituendosi

di

Longobardi non

per leggieri

nou

narrino della Zecca longobarda

delitti

Il

Carli opina

somme

inflitte

incompatibili colle finanze private, se creder

volessero quei soldi doro.

Rotari impose la pena


cesse insulto ad

in

una donna

una multa
libera o

di

900

soldi per chi fa-

ad una fanciulla, e 1200 a

chi o luna o laltra uccidesse.

Da

altri

volevano
d'oro;

documenti

esprimere

tale,

Carli osserva che

loro,

non curandosi

quando era

il

di

ne indicavano

esprimere

il

Longobardi quando

nome

intiero di soldo

lindicazione

dicendolo semplicemente soldo.

dellargento

36

(KO\OLOG1A DEI

RE.

LOMBARDI
D. C.

568-573. Alboino. Nel

settembre

569 pass a Milano

per fuggire a Genova.

Sua moneta

medaglia.

Nella

raccolta

Calogieriana (T. 28, p. 479) trovasi pubblicata


una moneta d'oro, che dal suo dotto illustratore
viene attribuita

gere

ad Alboino perch credette legil


nome IIALPVI (per Al,

nell' iscrizione

Ver averne

boinus).

intiera notizia di tal fatto

credo opportuno di riprodurre

il

suo dettato in

proposito. Eccolo:

La moneta

d'oro

VOngaro, alquanto
caratti

largo
il

pure

e di quelle dette bracteate in

Dal

finire

loro

grandezza, cono

fu ritrovata l'anno 1740

campo ha una

diritto nel

virile di rozzo disegno,

quello di

del peso di

nell'essere sottile con l'orlo

disegno fa vedere

in Oderzo.

non ostante

come quella di Wallia a

sette (veneti)

cui sinforma

in circa della lega del-

rotta,

testa

non pero strano quanto

Wallia; con una capigliatura che va


in

due lunghe

aggruppate ed

treccie sull estremit di

all' occipite rivolle ,

scoperto l'orecchio; acconciatura che

lasciando

vedemmo da

Isidoro nelle sue origini denominarsi Cirros Ger-

manorum

scilicet

capili i

in

nodum

coacti.

Alla

fatta appunto

testa

una corona

come

quelle di Wallia, e con gli stessi barbarici

congiugnesi

ornamenti. Dietro ad essa testa sembra vedersi

qualche vestigio di lettere

ma

parte la moneta, non lascia ben

rotta in quella
tutte discerncrlc.

37
LONGOBARDI
II.

5(38-573

Bens avanti

la faccia della testa si vede

di luogo, o perche sia trascorso

il

fuor

conio, o

per

mala facitura del medesimo una lettera II


mal accennata, piuttosto che espressa, che tocca
la

il

concavo dell'orlo interiore delia moneta.

campo dello stesso dinanzi


testa, camminano circolarmente

nel

lettere

per dar

alla quale

conda lettera che sembra

le

qui sotto poste

l'intiera

HbPPVI

predetta si unisce

leggenda ZH

IXIbPPVI.

Ma

alla faccia della

La

se-

nostro b piccolo

il

IL, come appunto vedemmo in Wallia, con

la

sua parte inferiore rivolta lV insti

e dalla su-

poi sono

li due PP,
HLPPVI, la

pcriore attaccata. Visibili


l'V e

Il che

I.

lettera

assieme dice

tutto

contenendo in se l'A

II

che da' Longo-

bardi pronunciavas con aspirazione,

mente

guttural-

siccome caricavasi nel pronunciarla la

per

lettera P, e

si

vede replicata; replicazione

pur vedemmo su la lettera L, che compone


nome di Wallia, HALPPVI, dunque il nome

che
il

della

con

testa

HALPPVI

quella

affinit

ALBV1NVS, ma

clic

spicca tra

con quella diffe-

renza che in Wallia osservassi passare tra la pronunciazione ed ortografa delle nazioni settentrionali

la

nostra

impossibili riescono

guida
le

senza di cui quasi

scoperte di consimili mo-

numenti. Il rovescio della moneta


quello della

nel

moneta di Wallia

campo egualmente conforme

lo stesso

cio la

che

figura

della Vittoria

con all'intorno lettere non intelligibili fuorch al,

cune che indicano Victoria

storum

deve esservi Augu-

Conob come in Wallia. Tanta confor-

e l'altra
mi fa credere
Alboino volesse nella sua quella di Wallia

mit tra una moneta


clic

imitare;

poich siccome quello

nell' Aquitania, cos esso

un

fond un regno

altro ne fondava in

38
LONGOBARDI
D. C.

56S-573

Italia;

luno e l'altro nel darsi a ve-

concordi

dere nel rovescio delle monete successori ne loro

romana potenza

regni

novelli

Roma,

vittoriosa delle nazioni. Vero e

il

jus di por

dellantica

su

l'effigie

clic

di

a Wallia

fu conferito, quale

l'oro

Alboino usurpossi. Lanno li, che fu quello in


cui con l'asta alluso longobardo fu inaugurato
al regno d'Italia Alboino, deve credersi tal

mo-

neta stampata con quella rozzezza che portavano


il

La

secolo e la nazione.
il

Goti

de'

calata di essa in Italia

feroce suo procedere molto diverso


in

Lagune a

VIsole

si

quello

con

fece correre per la terza volta

glitaliani , gli
alle

da

modo famigliar igeatisi

certo

stabilirvi

popolarono

il

domicilio

talch

alcune di esse con-

e di

tigue e dagli edifizi poi congiunte, in progresso


la citt di Venezia formossi, e questo quanto

occorre

ci

dire intorno alle monete del

qua

re longobardo di

Questa
(T.

moneta

dall' Alpi.

fu

HI. app. pag.

primo

riprodotta

dall Ar gelati

11), che opina esser stata bat-

tuta nella Zecca di Verona.

Finalmente
tav.

dal

e 2, nelle

Zanetti

monete

(T. IV,

dubbia V attribuzione di

esser

per

paq. 52

il

quale pensa

tal

moneta per

incerte),

gran rozzezza del conio

Alboino

somma

difficolt dell' intelligenza dei caratteri.

Dal

canto

la

mio

volli

e la

nuovamente mettere

luce questa moneta, perch

in

possa esser meglio

studiata ed in confronto di qualche altra simile,

che

la

fortuna

ci

conservata, dedurne

facesse

scoprire

una pi chiara

e meglio

interpreta-

zione a persuasione del fatto, o abbandonarla,

come

si

fece

da alcuni

nella

serie

delle in-

certe.

L'altro pezzo che si ritrova un medaglione

39
LONGOBARDI
D. C.

568-573

forma oblunga, rinvenuto a Pavia


nel 1817 negli scavi intrapresi fuori di Porta Milano, in occasione dell'erezione del nuovo Borgo
di bronzo di

in riva al naviglio che mette foce al Ticino.

Questo medaglione lavoro

ad Alboino

riori

alla

di

lui

pi

memoria

di tempi poste-

a noi

vicini

restituito

non raro esempio nella

ragione numismatica.

La

sua fabbrica discreta

il

disegno corretto

e l'incisione fa sentire dell'arte del

573-575. Clefi.

o 5 *d85.

Di
/

questo tiranno non si conosce moneta.

Interregno, con 36
un

Di

si

duchi. In questo interregno

Alboino fu duca di

altro

nulla

X VI secolo.

Milano,

ma

di lui

racconta.

questa repubblica s'ignora ancora la mo-

neta.

585-590. Autari.

Non

si

sa ancora se questo re abbia avuta

moneta.

590-625. Teodolinda, fu moglie dei re Autari ed Agilulfo.

Non

conosce ancora

si

principessa

se

591-615. Agilulfo, duca


trono suo

figlio

pure

la

moneta di questa

esiste.

Nel 604

di Torino.

Adaloaldo

in

si

associ al

una radunanza

te-

nuta in Milano, epoca del suo battesimo.

Ignota pur anco la moneta di questo

re.

Adaloaldo.

615-625.

625-636. Arioaldo, duca

636-652.

La
Di
Rotari

sua moneta non


di

si conosce

ancora.

Torino.

questo re non si conoscono ancora monete.


,

duca

bardo che

si

di

Brescia.

Fu

il

primo re longo-

applic allo studio delle leggi, che

compil in 386

editti

e rese di pubblico diritto

Lombardia nellanno 644.


Ignota per noi e la sua moneta.

in tutta la

LONGOBARDI
D. C.

RODOALDO.
Manca la sua moneta.
G53-GG1. RIBERTO I. Suo padre Guadoaldo
G52-G53.

era

fratello

della regina Teodolinda.

Le monete

GG1-GG2. Pertarito,

G61-GG2.

Godeberto
sua sede

GG2-G72.

nome pare che

Ariberto

di

figlio

Ebbe

I.

la

sua sede

Milano, che abbandon forzato.

in

che portano questo

debbano attribuire al secondo.

si

altro

figlio

di

Ariberto

I.

Ebbe

la

in Pavia.

Di questo secondo non conosciuta la moneta.


Grimoaldo, duca di Benevento usurpatore. Nel
,

6G8 aggiunse undici

leggi al codice di Rotari e

ne tolse alcuna.

Non

ci

sua moneta.

ilota la

Garibaldo, figlio di Grimoaldo, usuipatore.


Non si conosce moneta di lui.
G72-G88. Pertarito di nuovo. Nomina Milano col titolo
G72.

grande

Si associa

citt.

il

di

figlio.

G88-700. Cuniberto.

Le monete

di questi due re appartengono alla

Zecca di Paria.

Il

comm. D. Promis

nella

Monete E MEDAGLIE ITALIANE,

sua memoria:

Torino 1873, pag.

pubblica una moneta

9,

di

Cuniberto per Milano avute nel diritto in giro


-t-

DN

(per dominus)

HVNIPERTVS

(perlex), e nel rovescio una stella

con attorno

-+-

FLA

e nel centro

ad

otto

raggi

MEDIOLANO.

(Flavia)

G90. Alaciii, usuipatore.

700-701. Liutberto,

figlio

di

Cuuiberto.

memoria del Promis trovasi pure


descrizione di una moneta appartenente a

Nella citata
la

Liutberto o Luitperto
niberto
>

col

Ragimberto,

Non

figlio e

successore di Cu-

Flavia Mediolano.
usurpatore, poi duca di Torino.

esiste

moneta di questo

re.

41

LONGOBARDI
D.

(].

701-712.

Ariberto II, figlio di Ragimberto,


Le sue monete appartengono

usurpatore.
alla Zecca di

Pavia.

ASPRANDO.
Mancano ancora le sue monete.
712-744. LlUTPRANDO.
Le sue monete appartengono alla Zecca
712.

di

Pavia.

744.

Ildebrando.

Manca

questo principe di moneta.

744-749. Rachis, (luca del Friuli.

749-750. Astolfo,

Manca

la di lui moneta.
fratello di Rachis.

Le sue monete appartengono


Lucca, Pavia, Pisa

750-774. Desiderio

gi

duca

Longobardi. Nel 759

alle

Zecche di

Ravenna.
di
si

Brescia
associa

ultimo re dei
figlio

il

759-774. Adelchi.

Le monete
citt

di

Treviso.

di Desiderio portano

Lucca

Milano

Pavia

il

nome

delle

Piacenza

42

Zi.
MILANO

SOTTO

DOMINIO

IL

DEI

FRANCHI

TOLO DIMPERATORI E RE DiTALIA,


DINASTIE

BORQOQNONE

ITALIANE,

DALLANNO 774 ALLANNO

essato

il

VCT

di altri

ALTRE

DI

TEDESCHE,

961.

prigioniero da

cominci

dominatori

per

Carlo

Magno

Milano e per

e spedito in

lItalia

una

toglierci dal giogo

dei

serie

di origine francese, detta dei Carlo-

da Carlo Magno, qui chiamato da Adriano

vingi,

TI-

regno dei Longobardi collultimo loro re Desi-

derio, fitto
-k, Francia,

COL

per

Longobardi e metterci sotto quello dei

Francesi.
Ilesosi padrone,
fe

incoronare a

neiranno 774, Carlo Magno dei nostri

Monza

(1)

dapprima

col titolo

di

re dei

Stati, si

Longo-

bardi, quindi con quello di re d'Italia, fissando egli pure la sua

sede in Iavia.

Carlo

Magno primo

nostro re

succedettero suo

figlio

Pi-

pino (Il re), che mor in Milano; Bernardo figlio di questultimo


(III

(I)

re); Luigi

il

Pio, figlio di

Taluno pretende essere

Carlomagno (IV

ci accaduto a Pavia.

re),

uomo

odioso,

43
tanto a regnare quanto disgraziato per parte de suoi

inetto

Lotario

che furono:

(V

sportato a Milano fu sepolto in

guerriero

principe

Carlomanno

il

Pio (VII re)

il

Bavaro (Vili

manno

(IX

Carlo II

re),

Ambrogio;

S.

Calvo

il

ultimo

Carlo III

con

cui

Grosso,

il

termina

Carlo-

di

fratello

dei

Luigi

di

figlio

Luigi

di

figlio

dinastia

la

tra-

Luigi II (VI re)

gi re di Baviera

re);

figli,

mor presso Brescia, donde

re) che

Carlovingi,

cominciandone una nuova nellanno 888 detta dei Marchesi

Ita-

re);

Berengario,

sotto

liani

Guido, duca

gi duca

Spoleto (XI

di

Friuli (per noi

del

Lamberto,

re)

che regnano insieme (XII re); Arnolfo,

manno (XIII
Rodolfo re

re)

re);

Lotario

II

berto

(XIX

Provenza (XIV

Ugo, duca

II, figlio

col

di

Beren-

re);

Adal-

figlio

lui

di

imperatori Francesi

dominio nei nostri Stati nellanno 9G1.

domin

dinastia dei Carlovingi

774 all888;

re);

marchese

Ugo (XVII

di

re), coi quali finisce la serie degli

dItalia col loro

La

re);

Guido,

naturale di Carlo-

figlio

re di

dIvrea (XVIII re)

marchese

gario

dal

Cieco

il

Borgogna (XV

di

Provenza (XVI

e re

Lodovico

il

di

figlio

114

noi per

fra

anni, cio

e quella dei marchesi Italiani, investiti del

tolo di re dItalia, per altri

73 anni, dall888

al

9G1

ti-

in totalit

anni 187.

Magno radun

Carlo

dandovi

pero,
e

tutte le nazioni cristiane in

reprimendo

ununiformit,

un

solo im-

potenza dei duchi,

la

favorendo quella dei conti e dei marchesi.

Figurano

in questo periodo e

Continue guerre tormentarono


tone

il

Grande
e

dellItalia

eccetto

fatto

da

stesso Ardoino

Anche

nostro suolo

prigioniero

quellepoca

Ardoino

Francesi e Italiani ed Alemanni.


il

Tedeschi ne

Napoleone, e

Berengario

sempre

ma
II,

alla fine Ot-

rest

padrone

furono sempre

imperatori, tranne

re
lo

e Lotario.

sovrani che figurano in questa sezione fissarono la loro

sede in Pavia.

Moneta.
la nostra

cessato,

Carlo

Dal principio del dominio

Zecca prese un vigore che,

anzi

Magno

si

and sempre aumentando


fino

ai

giorni

nostri

si

dei

pu
nel

conta

Franchi

una

Italia

ha

pi

progresso.

Da

dire

suo

in

non

serie

infinita

44
dimperatori e di altri principi minori, che per

tengono

luogo

nella storia italiana.

risparmiare

quando

non

consacrare
delle

un

ripetizioni nel seguito della Cronologia,

inutili

sia

caso di particolare menzione, ho creduto di

il

capo

apposito

Monete milanesi

sotto

il

titolo di

Denominazione

nel quale tratter particolarmente di cia-

scuna moneta che fu battuta in Milano, o che qui ebbe corso,

nome, valore,

col

ecc.,

disponendolo a comodo di

tutti

ordine

in

alfabetico.

(ROXOLOCIA.
(ARLOVIMil

774-814.

Carlo Magno,
Sotto

il

imperatore d'Occidente e re

suo regno la nostra citt di

presenta gran cosa di notabile, tranne che

imperatore cerc

romano a

rito

il

quello

metropolita

scovo
dei

di sostituire nella

sommi

S.

stabilito

d'Italia.

Milano non
il

nuovo

Chiesa Milanese
tra noi

Ambrogio con

dal ve-

approvazione

pontefici.

cav. Lalms nelle sue note all' opera del


Rosmini vorrebbe asserire che le monete finora
attribuite a Carlo Magno non siano di quel mo-

Il

cav.

ma

narca,

di Carlo

monetografi,

il

Calvo.

il

Zanetti,

il

Ma gli

approfonditi

Zardetti e tant' altri sono

pi assennato parere di considerarla appartenente a Carlo Magno, come venne gi dal chiarissimo Le Diane con giuste ragioni opinato e

del

che ripeter pi avanti.

Carlo

Magno

tosto

p>ens di assegnare
e del

il

salito

sul trono di Francia

valore della libbra d'argento

denaro per rendere l'unit della moneta. Ta-

luno sostenne che costui ed altri sovrani non avessero fatto battere la loro moneta che nel solo

pa-

lazzo, appoggiato all'editto dello stesso Carlo, che


dice:

Volumus

ut nullo alio loco

moneta

sit nisi

45
(lRLOYI.\(;i

774*814.

in palacio nostro

Ed

(editto dell'anno 805,).

trove in altro editto dice lo stesso,

ma

al-

cos espresso:

ut in alio loco moneta percutiatur nisi ad Curtem;

laonde

Carli giudica a dovere su questa espres-

il

che

sione

Palazzo

il

Corte erano la stessa

e la

cosa e che la Corte dicevasi nel medio evo quella


,

fabbrica ove

si

facevano

placiti e si amministrava

la giustizia;

per conseguenza Milano, Pavia Lucca

Poma

saranno

ecc.,

stati i luoghi

per V amministrazione
quindi anche per

il

da

lui destinati

de' suoi affari nell'Italia e

conio della sua moneta.

10 credo per che nelle dette citt vi sia stata

apposita Zecca

gnata

e clic la

moneta battuta in questo

Palazzo o Corte sia quella contrasse-

luogo detto
colla

moneta

leggenda Palatina

cade di vedere sotto Carlo


Lotario I e Carlo

Magno

Calvo;

il

che

Luigi

poggiato al Le Piane, esser stata battuta

in

Pio,

il

suppongo

e che

ac-

ap-

Francia

anzi che in Italia.

Nei
la

Magno

decreti di Carlo

parola di

ginaria

la

soldi,

sola

ma

questi erano

moneta reale era

cui si trovano alcuni esempi coi


citt

11

vede adoperata

si

moneta immadenaro

il

nomi

di

delle esposte

1 ).

Le Piane (pag. 80) fa osservare che Carlo


in un decreto inserito nei suoi Capitolari

Magno

del 779 stabilisce che non si debbano tagliare

pi

di 20 pezzi o soldi d'argento per ogni libbra di

peso. Palla qual cosa si vede pure che

era

fatto

grani 576

sull'oncia

romana

si troverebbero

le altro

il

computo

divisa in

a 512 grani del peso franSe adunque questi grani 512 ve-

nivano divisi per 20 (che era

Tacendo

era

( equivalenti

cese di marco).

(1)

che

grani 25

monete degli

12

/ s0

Stati di Carlo

il

valore del soldo)

per ciascun denaro.


Magno

fuori dellItalia.

4G
CARLO VINCI
774-814.

Il che prova dal confronto delle monete di

monarca che gi dal principio

qt(esto

impero

suo

del

rinforz la moneta.

Osserva

Magno

lo

stesso

tralasci di

Le Blanc

(pag. 83) che Carlo

romana

servirsi della libbra

per prendere quella dei Galli che pesava 12 delle


onde di marco francese laddove la libbra romana
,

non pesava che onde 10

Ed

*/

allora tagliandosi sempre 20 pezzi d'argento

per ogni libbra di peso, necessariamente dovevano


sortire

Magno da 27

denari di Carlo

e fino a

28 grani traboccanti per ciascheduno come si trovano difatti, e 28 */. fanno precisamente la vente,

sima parte dell'onda francese di marco ; ed


doveva pesare 345 grani

il

soldo

del peso di marco.

/5

Nel 794 Carlo Magno fece un nuovo regolamento sulle monete che dal 779 in avanti erano
decadute in peso

e in

bont a motivo delle grandi

spese di guerra: ed allora opina

un'espressione

aggiunto

non

falsami

ai

la

si

Le Blanc da

il

decreto

stesso

monogramma

il

prima

che

dello

che sia stato

di Carlo sulla

usava

ma

continuando nella loro frode ,

il

impedire

di

affine

contraffazione;

moneta

questi tuttavia

re nell 805 e poi


'

ncU'808 ordin che la sua moneta non

si dovesse

pi battere che nel suo palazzo. Dalla quale espressione poi


che

Carlo

monetografi superficiali hanno dedotto

Magno non

mai

avesse

battuto moneta

se non che nel suo palazzo.

Il diritto e
le

il

rovescio di questi denari offrono

leggende del suo

citt

ove

nome

furono battuti,

il

Le Blanc

e quello della

nome

parte nel centro trovasi un

composto delle parole


Il

semplice tipo d'una

col

croce dal lato dove si trova


l'altra

grado

del re, e dal-

monogramma

CAROLVS.

(pag. 88, n.

\2) ed altri ne of-

47
CARLOVIMI
774-814.

frono una di Lucca d'oro bassissimo colla leggenda

FLAYJA LUCA,
re e

di

nome di Carlo

e il

dominus noster

titolo

il

d'un astro

col tipo

parte una croce

e dall' altra

colla qualit

raro a trovarsi

in queste monete.

Di Carlo Magno

Doma

battuto a

un denaro d'argento

esiste

da una parte

in cui

vede

si

il

busto del re coronato e di fronte, armato di spada


nella destra e di
,

genda non

una croce

del tutto conservata ci offre

CAROL
di S. Dietro
di

terzo

di

dritto

di

mezzo

e nel

altri

Grimoaldo

coll'obbligo

di

difatti

si

clic

vi

nome

il

lasci

duca di Benevento

possesso

il

mettere

di quel

a cui
ducato

trova nel rovescio con questa legR. VII. e col tipo d'una

duca in busto di fronte

Di

suo nome sulla moneta,

il

DOMS CARLVS

diadema

mono-

in

espongono pure un

ci

croce sui gradini fra le due lettere


del

di

soldo cl'oro coll'effigie e la leggenda nel

Magno

genda

nome

Doma.

Le Blanc ed

Carlo

il

la leg-

Il rovescio porta la leggenda

gramma
Il

nella sinistra

si

Altri denari esistono

V. L'effigie

GRIMOALD.

crocifero e la leggenda

(questi tipi indubitabili

vede nel diritto con

non ne ho ancor veduti.

pure

col

nome

di Carlo

ma

non potendosi precisare se ve ne siano di spettanti al Carlo di cui parliamo


si tralasciano
,

per non confondere

Magno
Il

colle incerte.

titolo

di

d' attribuzione

Magno;

monetazione vera di Carlo

la

Rex francorum
che

e chi volle

(questi

il

non osserv che quando

dubbio

siano di Carlo

assurdamente dire

attribuendoli a Carlo

citt

toglie ogni

denari

il

Calvo, o a Carlo

contrario
il

Grosso,

questi re possedevano queste

erano di gi imperatori ne avrebbero sofferto


,

che si avesse a mettere sulla loro moneta

il

solo

48

cmovurci
774-814.

di re

titolo

andavano
Il

quando erano imperatori

il

Calvo.

poi di Ilex francorum dato a Carlo su

titolo

queste monete non


che fu

di cui

titolo
,

specialmente Carlo

s gelosi ,

padrone

pub convenire che a Carlo Magno

di queste quattro citt molto tempo

Le Blanc
pure che Carlo Magno nelle sue moneti
battute in Italia non prende che il titolo di Rex

prima

d' esser staio eletto imperatore. Il

osserva

francorum. Il peso di

tali

all' emessa

denari superiore a quelli

pure di grande appoggio

degli altri Carli viene

opinione.

I denari

Magno

Carlo

di

particolarit, gi osservate dal


sta nel
e

non

vedersi

col

il

offrono inoltre due

Le Blanc:

la

prima

suo nome cominciato con un

K, come negli altri re di questa seconda

razza; la seconda

si

vede nella maggior bellezza

di fabbrica e regolarit di forme nelle sue monete

dopo la conquista.

battute

colle anteriori

d'Italia, fatto confronto

sempre rozze

e con

leggende barba-

ramente simmetrizzate.

Dal
dagli

fin qui detto

conosciamo quanto fu scritto

autori francesi

niamo

presente quello

al

pronunciato

intorno

Magno per

quella

italiane

da

che

che

Carlo

moderni hanno

monetazione

alla

offre

il

nome

Curio

di

delle citt

lui conquistate.

II Carli (T. v, pag. b)


di

materia. Espo-

su questa

Magno

del

ci

dice che

peso di

il

denaro

grani 34, ed ha

d'argento fino per marca circa carati 1032

peggio

cio

carati 120, che vuol dire contenente d'in-

trinseco grani 30

5
/

u per ogni denaro. Per

seguenza la lira di soldi di denari di Carlo

con-

Magno

era del peso d'argento fino grani 7300 (1) e cor-

(I)

Che

dato offre

al
la

T. vii, pag. 332

corregge

suddetta corrispondenza.

in

7309

e su questo

secondo

49

CAMOIINGI
774-814.

a L. 105. 7 in moneta milanese del

rispondente

Filippo

a L. 124.

gento fino 609

9 in moneta di parpaiole,

8.

denari sar stata di grani dar-

e cos la lira di

corrispondenti a

valuta del Filippo ed a L. 10.

Lo

Carli (al T.

stesso

tavola espone

Milano

di

4.

/ lr

pag. 338,) nella

Magno

denaro di Carlo

il

intrinseco

detto

vii

L. 8. 15. 7 in
7.

grani 30

di

al sud5

/ u , che

valuta soldi 8, don. 10 alla riduzione del Filippo


dargento di L.

10

7.

e soldi

zione della parpaiola. Il

pag.

Milano

uniforme

6.

di

cio

Pavia

e in

carati 8

Magno

di Venezia

/2

bat-

asserisce di peso

li
4

alla ridu-

Carli (T. IV,

fa cenno dei denari di Carlo

48,)

tuti in

9.

ripetuto

ossia

grani 34. Se per 264 di essi ve ne volevano per

formare

peso della libbra di soldi 22

giusto

il

risulter questo di carati 2244.

Bernis nella sua carta calcol

Magno a

Carlo

di

Secondo

Magno

il

lira di soldi

la

L. 66 correnti di Francia.

Le Blanc

stata valutata

lira di soldi di

la

a franchi 76

puto su esposto per del Carli


convalidato dai calcoli di

Du

il

*/,.

Carlo

Il com-

piti esatto

ed

Tot.

781-810. Pipino, re dItalia. Associato dal padre nel regno,

muore

in Milano.

Non

si

non ne
812-818.

conosce la sua moneta

esiste ,

Bernardo,

probabilmente

avendo mai regnato da

figlio

di

solo.

Pipino e re dItalia.

Anche di questo infelice principe manca la moneta. Circondato da tanti nemici ne suoi congiunti

medesimi gelosi d'ogni potere


,

non

gli

avranno

e delle virt di lui ,

lasciato agio di far uso de suoi

acquisiti diritti.

814-840. Luigi il Pio, altro

In

tanti

figlio

di Carlo

anni di regno

e di

Magno.

giuocata ambizione

necessariamente doveva egli esser corredato di molte

50

MKLWIUI
81 4-'

Ansi il Le Biave ci fa notare essere egiprimo che abbia voluto che sulla moneta i fosse

monete.
il

impressa

sua

la

effigie.

Si occup egli al pari di suo padre nel fermare

regolamenti

dei

intorno alla moneto

ordinando

che fosse ripristinata nella sua bont come si tro-

vava nei primi tempi del regno di' Cerio Magno.

denari, dice

Le Biave, ben

consce roti che

restano di questo imperatore provano che s*i erano


del

di

medesimo peso di

Jlagno

Carlo

quelli della

>M

fine
4

grani 28

cio di

francese, che pesava 12 once di marco.

.....

grani, perch 20 soldi moltiplicati

1 _

damo, 240 denari,

/--

regno

del

pcs
ov 2
1

quali moltiplicati per

daranno COI 2 grani.

Lo

Le Blanc soggiunge

stesso

allo /mg.

t*i*.

denari di questo imperatore -ers

alcuni

del suo regno erano

pi pesanti,

non ne sortivano che 216.


fossero di argento

Fra

le

eh-!--

la

da u, libbra

ma

opina

in

Italia

eh - non

/>er-<

fitto.

monete

coniate

nono

-/

Luigi, ve ne possono essere alarne di Indugi

d-

Ud-

ini nipote, che ben difficile di poter distinguere.

Intanto

di

imperatore non

questo

Pana

scono finora che di Milano di


,

Le monete

di Luigi

coniate in

**
-

-e >>>o-

Homo.

d-

sono

Tt-d,.,

bello stile e corrette leggende.

Sono

La

tutti

denari d'argento.

sua testa, quando compare,

reato: in

mancanza

la leggenda offre

Per

il

di

nome

il

tipo del rovescio vi

nome

titolo d<

una

nome

Luigi

chiesa.

>

la

le-

c quest s.gna

della citt ove fu coniata.

Quelle di Bont
il

scmjc lau-

questa vi un /<;

genda occupa Tarea della moneta :


il

t<el

dritto presenta- all' intorno

dell' imperatore

nel

centro

51

CIRLOVIKGI

814-840.

gramina indicante
citt stessa

Le monete
nei

Lotario
ci

Musei sono due di Milano

diversi

una di Pavia.

del precedente.

figlio

I,

di S. Pietro c nel centro

di Luigi 1 battute in Italia che si

con tipo diverso

840-855.

pontefice o della

d'tin

e nel rovescio la leggenda

il

offre

altro

trovano

Roma

di

nome
monogramma.

circolare

un

quello

dice che sotto Lotario

Un

atto autentico

regno d'Italia compren-

il

deva: Milano, Favia, Lodi, Como, Vercelli, Torino,

Albenga, Vado, Alba, Cremona, Modena, Parma,


Piacenza, Mantova, Bergamo, Brescia, Verona, Vi-

cenza

Padova

Treviso

Reggio e tutto

Milano Pavia Venezia


,

Trento

Ceneda, Asolo,

foro Giulio.

il

Roma

furono

le citt

italiane che diedero la moneta a Lotario, sempre

mancante

effgie.

esiste

il

peso

asserisce del

potido

sua

della

Di Milano

soldo d'oro che


,

di 40

riscontrare uno identico ne'

conosciuti), e

denaro d'argento

il

il

Le Diane

grani (non essendosene

il

Musei da me
cui peso varia

d'assai nei molti esemplari esaminati, dai 24 sino


ai

40 grani.
Di Pavia

naro

e di

dargento

Venezia non conosco che

di

peso

vario

coin

il

de-

quello

di

Milano.
Il denaro d'argento battuto in

Roma

gli

credo,

dello stesso peso.

Il tipo dei denari delle prime tre citt sempre


la croce colla

leggenda del nome e del suo

titolo

imperiale espressa con leggiere variet d'ortografa.

Nel rovescio

leggesi

il

nome, nell'area, della

solo

citt.

Il denaro di

nome

e la

gramma

Roma

presenta nel diritto

dignit in giro

e nel

mezzo

il

il

silo

mono-

di Pius, di che non si saprebbe conoscere

52

CARLOYIMI
840-855.

V argomento. Nel
offre il nome di

Fra

rovescio la leggenda circolare ci


S.

Pietro.

monete battute in Francia avvi un de-

le

naro d'argento, ove si trova espresso da un lato il


nome di suo padre Luigi I il Pio e dall'altro il
suo proprio ci che prova l'assodamento al trono
operato gi dall'anno 817 da suo padre stesso.
,

Bella
e la

trovo

la

855-875. Luigi

di molti esemplari

fatto

Milano

di

fabbrica in generale di questi denari,

dopo

loro esimia rarit scem d'assai

II,

ri-

il

nome

fregiati del

Pavia.

di Lotario.

figlio

Nessuna moneta milanese abbiamo che si attribuisca a lui. Il Le Blanc (pag. 108,) crede appartenere a questo principe due denari d'argento

Poma,
primo offre

battuto a

Il

e dignit , e

R0

la

leggenda circolare

dall'altro

fronte fra

per leggenda circolare

Benedetto

uno

a Benevento.
col

per tipo una mano aperta

Poma),

(per

di S. Pietro di
e

l'altro

lato
le

si

suo nome

colle lettere

vede

busto

il

lettere iniziali

vi

il

nome

che, all'epoca di questo re, era

I',

papa

del

terzo

il

di questo nome.

Il secondo denaro fu coniato a Benevento come


,

indica la leggenda nell'area.

lo

Un appoggio

che

moneta di Benevento sia fatta per Luigi II,


sta in un atto dello stesso re, steso in quella citt
tal

nel XVII del

mese di marzo

dell' indicazione

XV, e

nell'epoca in cui si era reso ptadrone.

875-877.

Carlo

il

Calvo,

figlio

minore di Luigi

il

Pio.

Questo re fece alcuni regolamenti sulla moneta, ma


dessi non riguardano che quella di Francia, non co-

noscendosi finora denari italiani di questo principe.

877-884.

CARLOMANNO.
Per riguardo
lasci moneta.

alla

citt

nostra questo re non

53

MUOVIMI
884-888.

Carlo

Grosso. Con

il

termina la dinastia dei

lui

Carlovingi incominciata con tanto splendore e ter-

minata con disprezzo.

Anche di questo intruso re

dItalia non esiste

moneta battuta nella nostra Zecca.


Durante

il

regno degli ultimi Carlovingi Ansperto

da Bissono, nostro
in

Milano; rialz

arcivescovo, acquist

mura

le

un ospedale pei poveri ed

della

potere
eresse

citt, vi

pubblici

altri

stabili-

menti, e fece costruire latrio avanti alla chiesa di


S.

Ambrogio, come

epitaffio

detta basilica nell881

Larciprete Dateo nel

787 fu

eretto in

contrada

I,

888-894. Guido, duca


894-898.

Lamberto,

894-890.

Arnolfo

un

Milano

ricovero

(1).

primo che abbia

il

pei trovatelli nella

duca del

Friuli.

di Spoleto.
di

figlio

Guido, associato

al padre.

di Carinzia, figlio naturale di Carlo

chiamato in

Lodovico

posto

Salvatore.

di S.

NUOVE DINASTIE
888-924. Berengario

900-904.

un

legge in

si

sul suo sepolcro nella

Manno,

aiuto di Berengario.

Italia in

il Cieco.

Nellanno 888

prelati e primari signori

brati a Pavia eleggono Berengario,

assem-

duca del Friuli,

re dItalia, e viene incoronato colla corona di ferro

a Monza;

ma

quegli

stessi

signori

che avevano

chiamato Berengario, eleggevano poco dopo Guido,

duca

(1) Il

di Spoleto.

Da

ci

Verri, Storia di Milano, scrive che

nacque acerbissima guerra

nomi

dovrebbero essere assai pi conosciuti dai Milanesi


rono per lo addietro;

affinch

richiamandoci di

lorrendo eccidio con cui lo spietato generale


la

disperazione e la morte fra gli avi nostri,

la riconoscenza verso di

Ansperto che tanto

a trarne dallangoscia e dallavvilimento

di

Ansperto

di

e di

quanto mai

Uraia
lo fu-

frequente alla memoria

dei Goti port lo spavento,


ci si ridesti

si

sempre maggiore

adoper con affettuose cure

tardi nipoti.

54
NUOVE DINASTIE
900-904.
civile, ed

due emuli non potendosi sostenere

domand

ricorse a Francia e Berengario

colle

Guido

forze proprie invocano laiuto dello straniero.

aiuto ad

Arnolfo, duca di Carinzia e re di Germania. Invece

due sono quattro

di

due

zionali e

pretendenti dItalia, due na-

stranieri. Arnolfo riesce vincitore,

ma

invece di riconsegnare lItalia a Berengario, la tiene

per

s.

Morto Guido

Berengario e Lamberto
Berengario

riaccende la guerra tra

si
il

quale muore nell898.

era gi liberato da tre competitori,

si

quando

glitaliani fecero venire in Italia

re della

Bassa Borgogna,

Berengario

tore.

abbandonato da

Lodovico

crearono re, poi impera-

lo

tutti

fugg in

Baviera. Presto singelosirono glitaliani del nuovo


e

re,

come avevano chiamato Lodovico per abbatrichiamarono Berengario per ab-

Berengario,

tere

battere Lodovico.

Berengario

Ritornato

Lodovico

Penisola, e

Nel 921
cotti)

non

acciec

lo

in

Italia

il

re

per sempre dalla

cacci

sorprese

fece incoronare imperatore.

si

signori

Italiani

bramosi

sempre
obbedire

veruno

(come scrive

aver due re

di

tramarono

di

il

Ri-

affine

di

nuovo

in

favore di Rodolfo, re dellAlta Borgogna, che pro-

clamarono
Berengario

re

dItalia.

perdon

venne ucciso da un
a

tradimento

alla

ai
tal

La congiura
congiurati

fu scoperta

ma

poco dopo

Flamberto, suo famigliare,

mentre recavasi

come era

solito

messa, nel marzo del 924.

Avrebbe
forte,

lItalia sotto

Berengario potuto divenire

unita ed indipendente,

la traviarono,

Le monete
sarebbero

ma

intestine discordie

e furono causa di nuovi guai.

di

Milano appartenenti a Berengario


anteriori al
il cav. V. Promis

secondo

Dcchamps riporta una moneta di questo


principe anche a nome d Arnolfo re di Germania,
915. Il

55
\l rtVK

IH.USTIK
sotto la cui

gario non
t-'.'jM.

92G-'.M7.

fMI

Uodolfo

Ugo

I,

protezione erasi

si

re dellAlta

Dopo Beren-

posto.

hanno pi monete

a Rodolfo.

fino

Borgogna.

Provenza.

(li

otario,

Mor a Torino

di Rodolfo.

figlio

e fu tra-

sportato a Milano e sepolto nella chiesa di S.

Am-

brogio.

f50-!Ml.

Berengario
Adalberto,

marchese dIvrea.

II,

Berengario

di

figlio

Dalla morte di Berengario

Ottone
e

da

rozia,

I lItalia

vilt

II

regna col padre.


alla venuta di

I fino

contristata da torbidi, da delitti

commesse

MaErmen-

da suoi pretendenti e da

vedova del marchese

di

Spoleto, da

garda. marchesa (Livrea, e da Berta, marchesa di

Toscana, donne

di

mal costume

che la signoreg-

giavano.

A Rodolfo, scacciato, fu sostituito Ugo signore di


Provenza, che tiranneggi con angherie, spogliazioni,
stragi, spie, sospetti. Si cercarono inutilmente dagli
Italiani altri principi stranieri.

Finalmente Berengario
stessi Italiani

II

ad

istigazione degli

Germania

cal dalla

ove tenevasi

nascosto, ed Ugo, esecrato dagli Italiani,


in

di

si

ridusse

Provenza e mor in un convento. Lotario, figlio


Lgo ma danimo ben diverso dal padre fu
,

dallAssemblea dei signori Italiani chiamato a succedergli sotto la guida di Beiengario.

Lotario mor di veleno dopo cinque anni e Be-

rengario

dopo

si

II

proclamato re

fu

associ

il

figlio

dItalia,

950. Poco

Adalberto.

Gli strazi e la prigionia fatti soffrire

da Beren-

gario ad Adelaide, vedova di Lotario, chiamarono


in Italia

spos

Ottone

Adelaide

il

Sassone

assunse

il

re di
titolo

Germania
di

che

re dItalia

ritorn in Germania.

Berengario ed Adalberto portatisi

alla

Dieta

di

56

NUOVE DINASTIE
950-961.
Augusta,

si

presentarono

al

re,

ed

resero omaggio pel regno dItalia e


vassalli

di

lui.

in ginocchio gli
si

riconobbero

Vilt per la quale lItalia divent

una seconda volta feudo della Germania.


Berengario fu poscia
Traditore tradito
,

prigioniero dOttone e colla moglie Villa


prigioniero in Germania, ed

a morire in esiglio

il

figlio

Iodolfo, di

mandato

Adalberto and

(1).

LItalia rimase soggetta al re di

Appartengono

fatto

Germania.

alla Zecca milanese le monete di

Ugo, di Ugo con Lotario e di Beren-

gario Il con Adalberto.

La

Zecca dei vescovi di

Milano fu da Lotario arricchita di molti privilegi


i quali furono in vigore fino alla venuta di Federico I di Svevia. Abbiamo inoltre monete pavesi
di Iodolfo e di Berengario con Adalberto, pavesi
e lucchesi di

Ugo con Lotario,

e veronesi di Lo-

tario.

(1) Durante il regno di Berengario li Milano fu in preda ad uno scisma.


Manasse, arcivescovo dArles, che aiut Berengario ad impossessarsi della

Formigara, ebbe dal re in promessa larcivescovado di Milano.


Ora essendo morto larcivescovo Arderico, Berengario vi pose Manasse. Il
clero ed il popolo malcontenti di lui elessero Adelmanno, per cui la Chiesa
fu involta in uno scisma.
fortezza di

57

IV.
MILANO SOTTO

DOMINIO

IL

TITOLO DIMPERATORI

DALLANNO

DEQLl

daLEMAGNA E RE

ALLANNO

961

ALEMANNI

COL

DITALIA,

1240.

abbiamo veduto nei capi precedenti, che

nostri

non

volendo, o non potendo mai fare da s per la prepo-

tenza dei loro monarchi, dovettero sempre, dopo certo


fatidico periodo, chiedere

colarsi

sotto

La
in

dalle

loro

il

soccorso altrui per isvin-

oppressioni,

ma

sempre cadendo

un dominio straniero.
fertilit colla

ricchezza delle nostre deliziose contrade stanno

causa prima di tanta

nostra sventura; e quei sovrani oltra-

montani gavazzando in cose non loro e non avvezzi a tanto,

mente inebriandosi nei


in

uomo

male

dedito al vino

piaceri,
si

il

facil-

tempra, come

spiega la morale tendenza al bene o al

il

suo potere fra noi con Ottone

Grande, qui chiamato per riparare

regnante Berengario
o di

la loro

diretta.

LAlemanno or qui comincia


detto

mostrarono

II, e

le atrocit dellultimo

che viene coronato a Pavia a re d'Italia

Lombardia nell'anno 961.

58

Tengon dietro
Corrado

1039 riconosce

nel

per

(III

II

trovasi

(e

per

Alemagna)

Dopo questo sovrano

il

ma

capitano Lanzone,

il

potere sovrano. Quindi sale

guerre

crociate.

per

le fazioni

cittadini

Dopo

Enrico IV (V per l'Alemagna).

Milano

allimpero

monta

sovrano

Milanesi sbandati

tosto

sfrenate dei preti

sottraggono

si

qual

il

e
si

trono En-

il

in

civili

1004

nel

nostra citt

la

Alemanni) nel 1056. In questepoca

simoniaci e concubinarii.
alle

gli

immersa

e vanno

973, Ottone III nel 983.

II nel

II

Repubblica nel 1037 sotto

erige in

rico

Enrico

1024.

nel

Ottone

a questo,

Ardoino nel 1002

trono

al

inferociti

distruggono Lodi e Como, nel 1111.


Nellanno 110; riceve la corona Lotario
nel

1138, per dar luogo

rossa, neHanno 1152, sotto

distruzione
pei

villaggi,

perseguitati

quindi Corrado
I,

detto

il

li,

Barba-

quale Milano conosce la sua terza

il

vengono

cittadini

conducono

ove

I,

tiranno Federico

al

qua

sparsi

e l

raminga ed oppressa per ben

vita

cinque anni.

Nel 1167 Milano viene rifabbricata. Nel 117G Federico rimane


vinto a Legnano.

Nel 1190 compare

Enrico

noi

fra

(VI

per lAlemagna);

quindi Ottone IV nel 1197, e chiude questa sezione Federico II,

che salito
suo zio

distruttore

1213, sfrenato

pari

di
di

al

farne strage.
tuti

trono nel

Barbarossa, piomba sulla Lombardia collintenzione


I

Milanesi assaliti,

dispongono

si

al

alla difesa, e bat-

dapprima a Cortenova, trovano poscia un difensore

in

Pagano

della Torre, collaiuto del quale ritornano in patria e ne scacciano


i

nemici nellanno 1239, epoca

in cui

comincia

la

quinta serie.

Sotto questi dominatori, che stanziavano sempre lungi da noi,


la nostra

non

le

interna,

citt

fu

aveva per

sempre tormentata da vessazioni


parte di

mantenuta dal

essi

era

vi

clero, che

il

germe

compiva

Gli per ci che ad illustrazione

il

quando

della discordia

nostro

malessere.

anche della storia mi estesi

assai pi in questo periodo che altrove.

Moneta.
buzione circa
lasciano

Questo capo presenta molte

le

una gran

monete
lacuna

dei

incertezze dattri-

suoi regnanti. Quelle degli Enrici

per agire

con

certezza: e sebbene

il

5 ?)

Rosmini

si

monete

sia affaticato nellassegnare le

speciali a cia-

scuno degli Enrici, vi rimangono ancora dei dubbii

gono

di tenerne sospeso

il

giudizio definitivo.

ma

dargento;

dordinario in denari

che impon-

Le monete consistono

questepoca

in

purezza

la

del metallo di rado si riscontra.

Le

neta: vi

vede

non figurano mai nella nostra mo-

teste dei quali regnanti

il

si

vede

Le leggende

una

ora unaquila, ora

nostro S. Ambrogio, od

esprimono

latine

nome

il

sulla fine

croce, e

Gervaso

Ss.

si

e Protaso.

e la qualit del regnante

o quello della citt.

La

fabbrica ancor rozza, le monete

Sono queste monete piuttosto

sottili e

spesso bracleate.

ricercate.

CKO\OIiOC!ll.

ALEMANNI
961-973.

Ottone

Sassonia, incoronato

di

re

dItalia

in

Milano dallarcivescovo Valperto. LItalia deve ad


Ottone listituzione del Governo Municipale.
Voltaire

Carlo
si

merit

Grande.

Ottone

che

dice

Magno

assai

Timpero

ristabil

Sismondi asserisce che

in Italia, e

pi che Carlo

Magno

il

nostro storico Bernardino Corio

Il

che Ottone edific

il

Monastero Maggiore

nome'
ci

in

di

egli
di

narra

Milano

nella porta Vercellina, dotandolo di grandi possessioni. Istitu a ciascuna


in P.

Romana,

porta

suoi capitani, p.

e.,

Visconti; in P. Nuova, quelli della

Torre; in P. Vercellina, quelli dArluno, ecc. Esalt


larcivescovo sopra tutti

gnore

di

Milano nel

prelati, istituendolo Si-

temporale e nello spirituale.

Alcuni ingiustamente pensano che Ottone sia stato


il

primo

Il

Corio invece propende per Corrado

Di
gento

questo
,

che

farsi

incoronare colla

monarca
variano

si

di

conoscono

corona ferrea.

I.

denari d'ar-

peso da quelli di Carlo

co

ALENAMI

Magno

961-973.

di circa quattro grani ciascuno, in meno,

deteriorando nel

titolo.

cronista sassone

Il

rinnovata

subjugans, dice egli

nummi usque
questo

asserisce che Ottone abbia

moneta in 31ilano

la

Mediolanenses

innovavit

iis

ottelixi

hodie

nome alcuno

monetarli

qui

dicuntur. Sotto

interpreto, senza

fondamento

che la nuova moneta fosse di cuoio;

ma

(1),

dessa era

d'argento come quelle di Ugo e di Lotario.


Il

denaro dOttone giusta


,

il

dettame del Carli

(2),

era di grani 30, per cui aveva d' intrinseco grani

23 /n (3)i c per conseguenza la lira di soldi


dei denari di Ottone sar stata di grani 474 c/u
di argento fino.

973-983.

Ottone

II.

questo

Sotto

imperatore nulla avvi di

notabile per la nostra citt e

si

pu

dire,

che per

22 anni rimase tranquilla.

La moneta

di

fu battuta tra

il

periale ed

983-1002.

Ottone

il

Milano che a

973 anno della morte del padre.

Sotto di lui gli Italiani in generale co-

III.

minciarono a mostrarsi dispiacenti


a monarchi

bramata

tal

stranieri

di

obbedir sempre

e tendevano a quella tanto

libert cui giunsero in progresso di

Milanesi non

lui si attribuisce

967, in cui ebbe la corona im-

furono

gli

tempo.

ultimi a palesare un

sentimento, e sdegnati con Landolfo da Carcano,

eletto dal

vado

di

sovrane senza

il

loro voto allarcivesco-

Milano per mezzo delloro

col discacciarlo dalla sua- sede con

scorrer facendo

poi fra non


delitto.

non poco sangue

cominciarono

suoi partitanti,

cittadino. Questi

molto ritorn fra noi, per

mezzo

d'altro

Col cedere alcuni beni della chiesa a favore

(1)

Goldast. Cathol. rei monct.,

(2)

T. v, p.

(3)

Lo

tit.

48.

6.

stesso Carli, T. vii, p. 338, lo dice di grani 25

/3i .

,,

Gl

ALENAMI
983-1002.

dei laici, col fondare

monastero

il

Celso, e

S.

di

col rifabbricare quella chiesa, che riccamente dot,

e cos credette riparare tutti

Di

suoi

falli.

Ottone 111 non si conosce finora alcuna mo-

neta battuta in Milano.


nete di Ottone

Abbiamo per ancora moVerona, di Ottone III

battute a

a Pavia.

battute a Lucca, e di tutti e tre battute

1002-1015. ArdoinO. Morto

Ottone III

ma

signori

Pavia elessero re Ardoino, mar-

riuniti a

Italiani

Germania

signori di

elessero re Enrico II di lui parente,

chese dIvrea, ardito guerriero, gi fattosi potente

tremende

con

contro

lotte

durarono per dieci anni fra


alimentate

vicini

dallincostanza

dalla discordia e

che

due principi
degli

Finalmente Ardoino stanco dalle fatiche e

Italiani.

da disgusti,

stero di

vescovi

questi

si

chiuse spontaneamente nel mona-

San Benigno nel Canavese, da

Le sue monete,

fondato.

lui

battute in Milano, vennero illu-

strate dal Bertolotti e dal Brambilla.

1004-1024. Enrico

II,

Durante

ultimo imperatore del ramo di Sassonia.

regno

il

Enrico

di

riguardo della nostra citt


re

signori

nostri

pretendenti

II

deve notare a

si

che la lontananza dei

dall'Italia

gare dei diversi

le

insorti per possederla

e pi

di tutti

mali che soffriva

nostri Italiani ingigantissero nel pensiero di go-

incessantemente

fecero

che

vernarsi da s.

A
che

questo scopo non deve passarsi sotto silenzio,


il

vescovo

dAsti

partigiano

quando vide a trionfare Enrico,

si

a Milano. Enrico per vendicarsi di

vacante
Olderico

il

lui, fa

suo posto in Asti e nomina


fratello di

Arnolfo che favoriva

giudicar

in

sua vece

Manfredo marchese

di Susa.

le parti del rifuggito,

nulla quellelezione, che


tante, negando di

Ardoino

di

era ricoverato

si

credeva a

consacrare

il

lui

nuovo

dichiar

solo speteletto.

01-

G2

ALENAMI
1

004-1024.

speranzoso nel potere del

clerico

si

Larcivescovo

allora

and a

re,

Roma

Papa.

fece consacrare dal

doppiamente

un Concilio

suoi diritti infranti, provoc

nei

irritato

de vescovi

suoi suffraganei, scomunic Olderico, e quindi alla


testa di

un

dassedio,

and a stringere

esercito

nuovo vescovo Olderico

Il

non potendo

tello

la citt dAsti

ponendo a sacco quei dintorni.

zione, che

il

marchese suo

una

resistere, chiesero

fra-

capitola-

loro concessa, in forza della quale

fu

vennero ambedue a Milano, e quando furono a tre


miglia della citt, coi piedi nudi andarono fino alle

porte della basilica di S. Ambrogio, ove alla pre-

senza dimmenso popolo, confessarono

chiedendone perdono. Entrati poi


depose suHaltar maggiore

rico

che dallarcivescovo per

marchese
che

dono

fece

di S.

Olde-

insegne vescovili,

vennero

gli

loro errore,

restituite.

Il

alla chiesa duna grossa doro

una croce. Dopo

fu investita in

proseguirono

fratelli

le

il

in chiesa,

loro

il

cammino

di che

due

sino alla chiesa

Tecla, ove dallarcivescovo, dal clero e da!

popolo furono ricevuti come amici.


Si narrato tale

dere

il

primo

incidente storico

esempio

arcivescovi di Milano di

sero

assoluti

signori

dellarbitrio

per far vepreso

dagli

muover guerra, quasi

anzi

contro

sovrano.
Il

la

fos-

volont del

Promis riporta

dal Rosmini

(1),

la

moneta milanese illustrata


,

che attribuisce

ad Enrico

II, per-

ch uguale nel tipo e bont a quelle degli Ottoni


e superiore

1024-1039.

Corrado

a quelle degli

di

altri Enrici.

Franconia, chiamato in Italia dall'ar-

civescovo di Milano Eriberto.

Non appena giunse


(I)

Storia di Milano, pag. 214, n

3.

in

Italia

la

notizia della

G3

ALEMANNI
1024-1039.

morte

di Enrico,

nostro arcivescovo Eriberto (1)

il

and con onorevole accompagnamento a Costanza,


ove

le

re

invitandolo a venire in

per ricevere la corona del regno.

Non

tardo

102G

nel

quel

trovava

si

Italia

mura

si

mostr Corrado a

Pavia

di

pass

tale invito;

Alpi con un esercito, ed arrivato sotto

le

trov che

erano fatte

si

di-

le

sposizioni per resistergli per lungo tempo: trovando

ne venne a Mi-

inutile allora dassaltarla, se

egli

ove

lano,

dallo

Ambrogio

nella basilica di S.

Pavia non
pens

arcivescovo fu incoronato

stesso

desistendo

saccheggiare

castelli e chiese,

massacrare

far

coi

Pavesi.

dice che

Corrado

seguito.* Tali

Lo

furono

per noi
nostro

per

ci

oltramontano

Eriberto

Corrado

i*e

sempre

parti

col

Roma,

volta di

alla

imperatore

Canuto

di

al-

di

Nel 1027

incoronare

presenza

erano

Yippone (tedesco)

dOccidente

papa Giovanni XIX. Lincoronazione


alla

si

primi segni di paterno affetto

straniero.

farsi

miseri citta-

Pavesi per due anni

storico

monarca

arcivescovo

magnati che

afflisse

mostrati da quel

re

il

territorio, a incendiarne

il

dini, perseguitando quei


leati

(2).

suo proposito

dal

dal

ebbe luogo

dInghilterra e di Rodolfo

re di Borgogna.

Corrado per compensare


togli

privilegio

nominare

di

Lodi, quando
colla

Da

vacante. Venuto a

fosse

diritto, vi

il

vescovo della chiesa di

punto

tal

diede

del-

consacr a quella
si

sempre Heribertns.

Marimonti

Corio scrive che fu


sia stato

mostra-

concedette

alcuni detto Ariberto impropriamente, poich nei suoi diplomi

sottoscrisse
(2) Il

il

gli

morte del suo vescovo, Eriberto usando

lacquistato

(1)

lo strisciamento

Eriberto

dallarcivescovo

Ottone

I.

aggiunge
il

che

fu

primo a usare

anche
la

incoronato a

corona ferrea,

Monza

bench

anzi

il

altri pensi

G4

ALENAMI
1024-1039.

sede uno de suoi proprii cardinali, che cos chia-

mavansi

allora

canonici regolari della Metropo-

litana.

Rifiutata

Lodigiani

dai

elezione, Eriberto

tale

pens dindurli colla forza,

radunato un esercito,

entr nel Lodigiano e mettendo a ferro e fuoco


terre e

dei dintorni,

castelli

Lodi. Quel popolo che non


si

adatt a ricevere

si

aspettava tale violenza,

proposto vescovo, detto

il

brogio. del quale ebbero poi a lodarsi;

ristante ebbe origine

un

odio

due

ne

vedremo

citt

quale

del

le

accamp presso

si

ma da

implacabile

Amquei-

fra

le

suoi

eserciti di

Cor-

avanti

tristissimi effetti.

Pi tardi Eriberto comand


rado nella guerra
di

Champagne,
Ritornato

gli

Corrado contro Oddone duca

di

e fu vincitore.

Eriberto a Milano, av-

larcivescovo

venne cosa che disturb

la citt tutta, agitandola

per molto tempo.


Si era stabilita

dini

nel

conti
steri:

primo

Milano gi da circa un

in

una gerarchia

colo

di Vassalli

vi

erano

composta

duchi

se-

di tre or-

marchesi

vescovi e gli abati dei pi distinti mona-

chiamavansi Ottimati o Magnati, e dipende-

vano immediatamente dal re o imperatore. Questi


per estendere

le

loro relazioni potevano concedere

in feudo castelli e terre

prendevano

nome

il

di

ad alcuni

nobili,

che allora

Valvassori maggiori o Ca-

pitani o Cattaui e Militi e questi potevano inve,

stire

a vicenda altri

vano Valvassori

nobili minori che si appella-

minori

Premessa

Valvassini.

questa necessaria notizia e venendo al nostro storico sunto si deve aggiungere che Eriberto
di

Germania

tenuti

quando

ritorn a Milano superbo per gli ot-

privilegi

cominci a governare

assoluto padrone, trattando duramente

la
i

citt

da

valvassori

65

ALENAMI
1024-1030.

sottoposti, opprimendoli con gravezze, e cos

lui

per scala

altri

gli

magnati ad imitazione

vescovo non cessavano

di vessare

dellarci-

loro valvassori.

Questi ultimi, vinti dallo sdegno e gi avvezzi alle


armi, colta loccasione che uno di loro fu privato

con violenza dun feudo importante, convocata una

adunanza, ed unitisi ad un gran numero

1035

finire del

sul

ed armati

ribellarono

si

di servi,

loro signori

ai

fecero contro larcivescovo, accusan-

si

dolo principale motore della loro oppressione. Eriberto alla vista di ci, tentata inutilmente la dol-

cezza per calmarli,

si

arm

egli

pure

co suoi par-

tigiani, e la zuffa si accese nel centro della citt


colla peggio dei

primi;

quali, fuggiti da

Milano

ed unitisi coi Lodigiani vogliosi anchessi, pei noti


motivi, di vendicarsi dellarcivescovo, vollero rientrare

che

in

ma

citt;

aveva

lastuto ed

ingrossato

avveduto Eriberto,

suo esercito

il

con

nuovi

armati speditigli da Olderico, vescovo dAsti, and


loro incontro in

Motta

fra

un luogo detto Campo Malo o

Milano e Lodi. La

accanita e non

cess

che

lotta fu

la

lunga ed

colla notte senza deci-

sione di vittoria da nessuna parte, tranne la morte

dOlderico stesso.

Larcivescovo

allora,

temendo un

esito sinistro

per s, ricorse sollecitamente a Corrado, pregandolo


di

voler venire in

Italia

con forte esercito a

poi-

freno ai tumultuanti, che colle loro sedizioni ave-

vano offesa

la reale

sua autorit.

mosse nel 1036, e fermatosi per poco


a Verona, se ne venne a Milano, ove fu onorevolCorrado

mente

si

accolto. I

magnati e

valvassori non furono

tardi a presentare le loro doglianze contro Eriberto.

Corrado rispose che sarebbe stata loro resa giustizia nella

Poco dopo
5

Dieta che
si

si

sarebbe a ci tenuta a Pavia.

sparse la voce che Corrado avesse

6G
ALEMANNI

1024-1039.

tolto

ad Eriberto

scovo

privilegio dellelezione del ve-

il

Lodi: una

di

notizia

tale

cambi

nemici

ed ade-

del nostro arcivescovo in tanti suoi fautori


renti,

per cui limperatore lebbe a sdegno. Radu-

nata

pertanto

provocata Dieta

la

accusatori

gli

tanti e parlarono

erano

dellarcivescovo

forte da

persuadere Corrado, che impose ad Eriberto di scolparsi o di restituire

cusato

questi

il

mal

tolto di cui veniva ac-

rifiut allobbedienza

si

il

re lo

fece arrestare e condurre prigione in Piacenza in-

sieme

ai vescovi di

cenza.

Quando Milano ebbe

mise a

libert dellarcivescovo.

Ma

lutto,

lui

un

di Pia-

questo fatto

che era stato condotto nelle prigioni

questi

Il

Tutta

trionfo.

ad

fortificarsi

modo

il

guardie tedesche.

le

Cremona

notizia di

ordinando preci e processioni per

si

la

di Piacenza, trov

di fuggire,

suo ritorno a

la citt si

introdurvi

ubbriacando

Mdano

arma

e si

fu per

dispone

vettovaglie

dogni

qualit.

ftl

J)'j

li

Furioso Corrado mosse lesercito suo

-bob l
aborri

tale fuga, e

mtairii?.

oli

coste
[ni
),'/;

contro

Trovandosi

sotto

Corbetta

villaggi e

al

sentire

Ma

vistala

and a
i

sione di

inoijcili'i

sfogar-

castelli

del

per nel giorno della Pente,

un

terribile temporale con

grandine ed impetuosi venti sconcert, con

iiji-ji'

difesa, lev lassedio e

rabbia

solita

territorio.

accamp presso Milano.

lo

ben munita e

r.l

la

Vercelli, di

lucci-

molti soldati, tutto lesercito di Corrado,

per cui credette allora conveniente di ritornare in

oooq ioq

'Germania.

ico

-[ovvio no

ift

sar per

Ma

Roma

strada facendo, avendo voluto pase

per

la

Puglia, nata una grande

h 'epidemia ne suoi, perdette il fiore dellesercito.


Nutrendo egli sempre un odio fierissimo contro
.(Ondivi ormo
-ni nvi <no[ larcivedcovo di Milano gli sostituiva Ambrogio, uno
ono-n/ non

:;7r,l

"

ir

/;

nino'br/rio

dei /cardinali ordinarli della metropolitana, che per


i

cittadini

non vollero mai conoscere, e sollecitava

67

ALEMANNI

1024-1039.

principi e vescovi a far guerra alla citt di Mi-

un possente

lano, promettendo intanto di allestire

onde venire

esercito

suo raddoppi
assedio

le

sue cure per sostenere un lungo

chiamando

Eriberto dal canto

in loro aiuto.

sua diocesi

alla

dogni condizione atti alla guerra e

gli
li

abitatori

arm.

In questoccasione Eriberto invent quellinsegna

che commossi Carroccio, che consisteva in un carro

a quattro ruote coperto dun tappeto rosso o colore


proprie di ogni citt con frangio in

delle insegne

mezzo

oro: in
si

un albero

vi era

pomo dorato

un

trovava

sulla cui estremit

donde svolazzavano

due bandiere. Alla met dellalbero stava una croce


collimmagine

di

G. C.

un

braccia distese,

colle

campanello serviva di tamburo, sul davanti

tro-

si

vava un altare per la celebrazione dei divini

uffizi

o misteri. Alla difesa di questo carro, guidato

da

quattro paia di buoi riccamente addobbati per met


di

alla destra e

rosso

color

sinistra,

eran

posti

met

in bianco alla

pi valorosi soldati dedicati

alla custodia e alla difesa del sacro vessillo, affinch

non venisse

tolto dallinimico, evento

ad accadere. Su questo carro


di

guerra e

si

amministrava

pure un sacerdote pei


bettieri; ivi
lesercito.

divini

eran deposte

le

si

il

pi infausto

tenevano consulte
era

la giustizia e vi
uffizi

ed otto trom-

cose pi preziose del-

Vicino ad esso trovavasi sempre

il

coman-

dante generale.

Tutta
lesercito

quando

la

Lombardia trovavasi gi

sullarmi e

nemico stava nelle vicinanze di Milano


arriv

la

notizia

che

Corrado

nel

di

giugno del 1039 aveva cessato divivere in Utrecht,

donde

fu trasportato a Spira.

nemiche schiere
loro

Stati,

ritirata.

non

si

questa

novella le

ritirarono precipitosamente nei

senza soffrir

sconcerti

nella loro

68

ALENAMI
Corrado

1024-1020.

regn

anni

lasci

15, e

trono ad

il

Enrico III che segue.

Per
caglia

Roncome autore del

nella Dieta di

lui fatte

Corrado

fu

da

leggi

le

considerato

diritto feudale scritto.

Vi sono di Corrado monete battute a Lucca, a

Milano

a Favia ed a Venezia.

1039-1046. Repubblica.

Durante

torbidi che dilaniavano la Germania, la

Milano

citt di

era dichiarata contro Corrado

si

e contro larcivescovo della nostra citt, Eriberto.

guerre

Dalle insorte

mase

vincitore e

nendole quindi

La guerra

civili

basso popolo

il

ri-

nobili sortirono dalla citt, po-

blocco.

il

civile

blocco durarono per tre

il

anni, ed alla fine un certo Lanzone, capitano del

adoper

popolo

allora

una pace

si

modo onde

in

stabilire

per

e concordia, che fu poi ristabilita

allarrivo di Enrico III in Italia,

1039-1056. Enrico

III.

Milano

civile

tra

1046.

lanno

trovava in preda alla guerra

si

nobili e

era

in

videro prodigi di valore

in

plebei

la

citt

potere dei secondi.


In questo tempo

ambo

partiti,

si

sebbene

plebei bloccati fossero in

peggior stato, massimamente sulla


in cui

mancavano

pure non

sentiva fra loro discorrere di accordi.

si

loro capitano, Lanzone, per

Il

veder tante vittime

Enrico

per

soccorso

gli

citt

and

fedelt

in

il

Germania da
di

soldati in

che promise a

accondiscendesse a ricevere

che

cavalli

mal comportando

buon numero

bloccata Milano

per

4000

giurasse

lanesi,

soffrire,

chiedergli

della

condizione
in

fine del triennio

delle cose pi necessarie alla vita:

che

tosto gli spedirebbe e

proprio e a

nome

dei Mi-

che poi sarebbe venuto con numeroso eser-

cito per ricevervi la

corona del regno.

,,

69
ALEMANNI

1039-105G.

Lanzone allora promise tutto

Il

c giur, e sollecito

nuova

ritorn a Milano a recar questa

che

ricevette con

la

gioia

al popolo,

sentendosi nel tempo

stesso risvegliarsi lindebolito coraggio.

Lanzone per, dotato duna rara antiveggenza,


maturando

suo operare, giudic che collammet-

il

aveva promesso

quanto

tere

nuovo

di obbedire

re, sarebbero

al

di

vergognoso giogo

ridotti a quel

cittadini

ad un monarca straniero, per cui can-

giato pensiero, divis pi conveniente di accordarsi

sempre nostri

coi nobili,

concittadini, anzi che de-

turparci cogli Alemanni.


Infatti abboccatosi
di

combinare

con uno di

essi, gli fu

preliminari di pace e

facile

nobili furono

bentosto ricevuti dal popolo, terminando cos quella


pericolosa discordia, che aveva prodotto tanto spar-

gimento

di sangue.

In quel torno,
il

1G gennaio 1045,

alli

perdette

si

nostro arcivescovo Eriberto, lasciando di s buona

fama

di

valoroso guerriero anzi che di zelante pa-

store.

Milano

nella

chiesa

Tosto

dopo

una

pianse
di

il

clero

da

nobili e

Fu

morte.

tal

S. Dionigi

lui fatta
il

sepolto

edificare.

popolo scelsero

quattro dotti cardinali della nostra chiesa, che an-

darono dal

re

perch facesse
la nostra

Ma

in

Germania

la scelta

giusta

il

costume

a suo piacere di uno per

sede arcivescovile.

quel re, nostro signore, sempre ascoltando

sentimenti di barbara nazione e di despota oppressore

di

ma uno

nostra

libert

zotico

di

nessuno

scelse

infima

dottrina, nella persona di

di quelli

condizione e di

scarsa

Guidone da Velate, che

nessun altro merito aveva che

di essere

nobili, circostanza favorevole pel

nemico dei

sovrano onde man-

tenere la discordia fra noi.


I

nostri cittadini per

mostrando maggior senno

70

ALENAMI
1039-1056.

di

quanto

il

monarca mostrare doveva maggior de-

ma

ferenza in paese di non suo sangue,

succhiava

tesori

sopportarono

ricevettero in pace quellarcivescovo

in carica.

ponendo

la

calma

promossa da Lanzone, capitano del

di gi

in citt,

Italia,

che per spese

gran quantit doro per mantenersi


Discese quindi Enrico in

ne

di cui

affronto

tale

popolo, nel 1046. Tenne un Sinodo a Pavia, ove

Guidone
1056-1106.

Enrico

del certo lavr incoronato re dItalia (1).

per

IV. Celebre

sommo

Gregorio VII,

lotta

la

sostenuta contro

pontefice, a cagione delle

La prima

investiture che venivano date ai vescovi.

temporale
lone

uno scettro o

di

che mediante

nel vescovo
la

titolo di

il

consegna di un confa-

la

una spada

di

due

riconosceva

conte e vassallo dellimpero

seconda spirituale che colla consegna dellanello


,

e del pastorale venivano posti al possesso dellautorit ecclesiastica.

Milano durante questo

riguardo alla nostra

In

regno dobbiamo dire


concerne.

La poca

che la

e ripetere in esteso ci

et del

nuovo

re,

il

nessun timore

che dalla Germania venissero eserciti per sostenere


suoi

diritti,

di

dItalia

spinta

il

cominciato costume di alcune citt

erigersi a

mantenerne

mo
il

di repubblica

diedero

pensiero ed aumentare

progressi. Milano e Pavia furono intanto le prime


citt

mazia

mostrare

un

abbandonandosi

tale

per

divisamento di suprequesto

titolo

ad una

atroce guerra che dur per ben tre anni.


I

Pavesi furono

1061, dandosi
lano

in

li) Il

due

primi ad uscire in campo nel


il

territorio di

ritegno a sesso o ad et.

senza

allora uniti

a saccheggiare

ai

parti:

Lodigiani, divisero
luna

investi

il

Mi-

Milanesi

loro esercito

Parasio (lodierna Pa-

Marimonti assicura essere stato incoronato anche a Monza.

,,

71

ALEMANNI
1056-1 1 00.

lasio),

grossa terra

e la distrussero

(lei

Pavesi fra Treviglio e Crema,

marci

laltra

che dapprima vinti

contro

Pavesi

e posti in fuga, quindi aiutati

da soccorsi retrocessero, ed ebbe luogo unostinata


battaglia, in cui giacque estinto

ma

luogo

di

fior

il

dei militi;

rimangono padroni del campo.

Milanesi

questa atroce zuffa fu detto quindi

Il

Campo

Morto, ed situato presso Setezano, confinante coi

due

milanese e pavese.

territorii

Pavia dopo un

ma

pace,

cominci a gustar della

tal fatto

Milano continu ad essere bersagliata da

crude dissenzioni

civili,

per

le

gi brevemente addotte

ragioni sui disordini del clero tutto

due

immerso nei

simonia e di concubinaggio, o nico-

delitti di

laismo. Per togliere questi due vizi gi condannati

da

tanti

Concilii

sorsero

Arialdo da Alzate ed

ed Erlembaldo,

tre

due

valenti

cittadini

fratelli Cotta,

Landolfo

quali, muniti delle bolle pontificie,

cominciarono a parlare dal pergamo contro

tali sa-

cerdoti delittuosi.

Dalleloquente

cquero due

parlare di

questi

zelanti ne

na-

tali

disordini

alla cui testa vi era lo stesso arcivescovo

Guidone,

laltro

Ed

partiti:

uno, dei fautori di

di chi difendeva la

intanto la nostra vasta diocesi per molti anni

trov in preda a tutti


sioni, ruberie

ogni

causa degli oratori.

ed altre violenze.

modo per metter un

la fazione dei

tente,

ebbe

tra

martini

I pontefici

la crudelt persino di

due

tentarono

freno a tanti disordini

malvagi che sempre

si

gli eccessi delle fazioni, ucci-

la

ma

pi prepo-

mettere a morte

apostoli della

buona causa

Arialdo ed Erlembaldo, che furono poi canonizzati


il

primo un anno dopo

secondo da Urbano
(1)

Questi era

assunse

il

nome

il

di

da Alessandro

II (1),

il

II.

nostro arcivescovo Anseimo da Baggio che, divenuto papa,

Alessandro

II.

72

ALESAMI
105C-110C.

tumulti di Milano

calmarono colla morte

si

Erlembaldo. Ottone successo

Guidone

non venne

Gotifredo

riconosciuto

Mandati

espulso.

di

defuuto arcivescovo

al

allora

il

scismatico

dalla

citt

ad

Enrico quattro distinti candidati per la scelta dellarcivescovo, egli, ad imitazione del padre suo, ne

elesse

uno a suo modo,

pellano di

corte

lapprovazione

per

in

un certo Tedaldo, cap-

di

Milano. Questi chiesta

Gregorio VII giusta lordinario

di

procedere delle gelose autorit

non viene ricono-

sciuto, anzi ne viene minacciata la


chi

lo

consacrato.

avesse

minando

prelati nostri e

delle minaccie pontificie,

La sua

elezione viene

gorio deposto,

Ma

Tedaldo non curandosi

venne intanto consacrato.

vicenda

delle
,

condannata

quindi

come abbiam veduto; ma

ricambia la scomunica contro


dalosi

somme

il

danno origine a mali

il

re.

autorit che

finiscono col disordinare la

Durante

scomunica per

pari passo cam-

di

Gre-

il

Sinodo

(Giuochi scan-

deturpandosi a

interminabili

mente

che

dei sudditi).

regno di Enrico segna Milano unaltra

epoca, cio quella della sua prima crociata contro

Turchi, guidata dallarcivescovo Anselmo da Boisio,


e

provocata da Urbano

nuto a Piacenza nel

II

in

un suo Concilio

te-

marzo 1095.

In questa crociata, a cui concorsero tutte

le po-

tenze cristiane, che nel 15 luglio 1099 simpadron


di

Gerusalemme

che nel 14 successivo agosto

sconfisse pienamente in Ascalona


si

distinsero molti Milanesi, fra

ticolare

il

Soldano dEgitto,

quali meritano par-

menzione Ottone Visconti, Giovanni da Rho,

Benedetto llozio da Cortesella, Pietro de Selvatici


e molti altri.

Anseimo, arcivescovo
gnalarsi in unaltra

di

Milano, volle pure se-

impresa cogli stessi suoi cro-

ciati Milanesi, coi quali part nel

13 settembre 1100

73

ALENAMI
105G-110G.

onde

Infedeli del regno di Babilonia;

privare gli

non

ina la sorte

poich tradito dallim-

gli arrise,

peratore greco Alessio Comneno, inteso coi Turchi,

vennero

suoi tagliati a pezzi, ed egli stesso ferite

e trasportato a Costantinopoli, dovette morire per


nel

ferite

le

30 settembre 1101. Quei pochi che

ritornarono dalla Palestina con Angilberto

trada dei Pattari

ed

pio luogo delle Quattro Marie,

il

chiesa di S. Sepolcro.

altri la

Non dobbiamo
della nostra

passare sotto silenzio a riguardo

patria storia

che in questa guerra

che suole nominarsi Santa,

erano 7,000, avevano

Ottone Visconti,
di

P ustoria

Senatore Settala, fondarono in Milano nella con-

croce

colla

per

loro

duce

particolare

Eliprando Visconti, uomo

figlio di

gran coraggio ed

vessillo

nostri Milanesi, che

esperto nellarte militare.

rossa

Il

stato assegnato a

era

Giovanni da Ilho, che quindi fu per questo nominato della Croce, e che fond poi questa famiglia

ancora fra noi vivente.


Ottone nel calor della mischia uccise
tenzone un feroce

in singoiar

principe saraceno detto Voluce.

Questi aveva un elmo fregiato duna biscia a sette


evoluzioni

eternare

il

con
suo

un

fanciullo in bocca. Ottone

nome adott questimpresa

venne poi mantenuta sino a noi

questepoca Milano e

rono

di

conoscere anche

le

generale di

credenza per

il

di guerra, ecc.
il

(1)

che

(l).

altre citt si rifiuta-

messi imperiali, e crea-

rono due consoli, che ne facevano


siglio

per

nobili e plebei,

le

veci,

un con-

un consiglio

di

segreto ed altri ministri di giustizia,

il

re

non

si

riconosceva che per

tributo o fodro.

Ottone spos una principessa francese detta Lucrezia, da cui nacquero

Andrea ed Ottone

II,

dal qual ultimo sort Uberto

Giovando

(Corio).

ALENAMI

Un

1056-1106.

monumento

prezioso
di

latrio

Ambrogio

S.

marmo

in

mostra

ci

esistente nellautorit

del

modo seguente:
ad ejus honorem

nostro arcivescovo e dei consoli nel

+
et

In nomina sonda Trinitatis


Ss. Protasii et Gervasii martirum statatimi
,

ab archiepiscopo Anseimo

ribus sub nomine excomunicationis


cilio totius

eorum

in

tres

per dies

festivitate,

postea

curtadiam

et

comuni con-

hominum

ut non liceat alicui

civitatis,

est

postea successo-

et ejus

per

tres antea et

tollere, et in

jus sibi pro-

prium usurpare. Iterimi con fir mani pacem omnibus


hominibus ad solemnitatem et redeuntibus Adam
buie bono opem dantibus anno doet Pagano
mini MI1C.
:

Questo decreto del 1098 fu emesso per favorire

una

onore

in

fiera

dei

tre giorni

prima e
che

gabella

la

molestasse

Corrado

mercanti

in giudizio, colle

II.

si

stabilisce che

tre giorni dopo,

non

si

per

esigesse

solevano avere; n

si

guerre private, comuni

va o viene in mercato.

in quei tempi, chi

1100-1101.

santi compatroni

nostri

Gervaso e Protaso, nella quale

Quando

la

contessa Matilde

si

trovava

intenta a suscitar nemici contro Enrico IV, indusse


il

di lui figlio Corrado, gi eletto re dei

ribellarsi al

Romani,

padre e viene incoronato re dItalia

a Monza, quindi a Milano dall'arcivescovo Anseimo


nella basilica

un

di

S.

Ambrogio.

Il

suo regno dur

solo anno.

Nessuna moneta milanese fu battuta che

lo ri-

cordi.

1106-1125. Enrico V. Volendo ridurre

le notizie di

questo prin-

cipe a quanto riguarda la nostra citt, diremo che

nel

1107

libert,

Milanesi

non

coutenti

pensarono a toglierla

altrui,

della

propria

dilatandone la

giurisdizione col soggiogare le citt vicine, e sotto

pretesto che

Lodigiani, uniti ai Cremonesi e Pa-

75

ALENAMI
1106-1125.

mosse

avevano

vesi,

alleata,

armi contro Tortona loro

le

Cremaschi dichiararono loro

unitisi ai

tempo

guerra, e in un

si

videro

La prima a

struggersi a vicenda.

sei

la

citt

di-

Tor-

soffrire fu

tona, saccheggiata dai Pavesi, che le incendiarono

uno dei sobborghi.

Mentre

discese in Italia

punire

per

riale

numeroso

cose succedevano in Lombardia,

tali

Enrico

re

le

il

per la corona impe-

citt

mosso un

ribelli;

esercito, simpadron senza contrasto di

Ivrea e di Vercelli e giunto a Novara, la incendi

per essersi opposta alle sue ordinazioni.


I

Milanesi intanto che da quattro anni assedia-

vano Lodi, finalmente

espugnarono nel 24 maggio

la

1111, coHabbatterne le mura, incendiandone


e costringendo

borghi

miseri

le

case

cittadini a rifugiarsi

nei

vicini, soggetti alle

durissime leggi che dai

Milanesi furono loro imposte.

a classare con esattezza

Difficili sono

denari di

questi tre Enrichi figlio, nipote e pronipote di Cor,

rado, epperci anche

1125-1137.

Lotario

III

il

nominato

Promis

Augusta nellanno 1125 dopo


Durante
fra
i

regno

il

Milanesi e

Lodigiani e

e le due valli

Comaschi
dei

li

imperatore

di Lotario

la

colloca insieme.

Dieta di

nella

morte

Enrico V.

di

continuava la guerra

Comaschi. Coi primi

di

S.

intrepidi

il

che ostinandosi

nel loro proposito di volere la rovina di

che era
fecero

loro costata tanto

venire

lanno

le colline

Martino e di Lugano.

rintuzzavano sempre

loro nemici, per

unirono

si

Cremaschi ed occuparono

tempo

le

Ma

offese

Milanesi

una

citt

e tanto sangue,

1127 da Genova e da Pisa

degli artefici atti a fabbricar navi, castelli di legno,


baliste

ed

ed altre macchine per abbatter la piazza

unitisi altri alleati e disposto loccorrente con-

vertirono

il

blocco in istretto assedio.

7G

ALENAMI
1125-1137.

un

Visto

tale apparato,

Comaschi scorgendo

non poter a lungo sostenere un


loro

sulle

salire

vecchi e

impeto fecero

navi di nottetempo le donne

fanciulli,

tale

quanto avevano

unimpetuosa sortita sopra

e quindi fatta

per distrarre la

loro attenzione

nemici

ritirarono nel

si

di prezioso,

castello di Vico, fermi di difendersi sino allultimo

sangue.
senza

Milanesi

ma

Vico

di

castello

al

alcuno entrarono

ostacolo

27 giugno del 1127

Como, e

in

munito

due grandi

di

essere ancora una

accortisi

il

avviarono tosto

si

difficile

torri

impresa

1abbattere quei nemici, pensarono di venire a proposizioni

pace; e didatti vennero queste inta-

di

Le

volate.

condizioni

beni, di

pagare

obbedire

loro

ai

furono di conservare

loro

Milanesi un annuo tributo, di


atterrare

di

loro

le

mura

e le

fortezze.
1

Milanesi indiscreti per, sortendo dai loro patti,

vollero che fossero atterrate anche case, seco con-

ducendo quantit

di prigionieri.

Questa guerra fratricida dur 10 anni

(1), e di-

sturb gran parte della Lombardia, la quale nutriva

una smodata ambizione.

nel suo seno

1128-1138.

Corrado
trono

al

III.

Dopo aver

per 10 anni

disputato

il

suo predecessore venne eletto in una Dieta

tenuta in Coblentz nel 1128. In causa dellelezione


di

questo effimero re dItalia

carono cinque

citt, cio:

Milanesi sinimi-

Novara, Pavia, Cremona,

Piacenza e Brescia.

1152-1190. Federico I, detto Barbarossa dal colore della sua


barba, imperatore e

Riguardo

(1)

Corio.

La guerra

dei Milanesi

coi

re.

questo

personaggio

diversamente

Comaschi fu ampiamente descritta dal

ALENAMI
giudicato dagli storici, per non estendermi quanto

1152-1190.

il

che

ricorda

la

dire

clic

per la terza volta,

dominazione Sveva

periodo della

pi gloriosa pagina della nostra storia,

in confronto

perfidia e crudelt

dellefferrata

imperatore

barbaro

limito

di lui fu distrutta

lungo

il

mi

richiederebbe,

soggetto

Milano sotto

che

tedesco

Legnano

disperazione. Pontida,

Costanza

del

ridusse alla

ci

inse-

ci

gnano quanto valga una nazione unita che combatte


per

propria indipendenza (1).

la

quanto ho gi detto nel capo I intorno alle

vicende della nostra Zecca ai tempi di Federico I,

aggiunger quanto scrive


sertazione
lanesi

XVI

Fumagalli nella Dis-

Antichit Longobarde e Mi-

delle

Dopo V eccidio

il

di

Milano

oo

Per

denari con questa differenza per che la dire-

zione della

ad un tedesco

amministrata dai

da Ottone Morena,

afferma che nel borgo di Noceto o Noceta (detto

oggi anche Noseto), luogo

di

distanta, dove

altro

continu come

essa

Milanesi

di

ufficiale

laddove era in addietro

Siamo

nostri.
il

riedificano
I

dopo

il

di ci assicurati

quale, sotto lanno

il

monastero

il

Milano

citt loro alleata, rovinata

detto Barbarossa, chiamato in Italia dai nemici


sigillo ai Tortouesi.

Nella

sole e la luna, simboli luno della citt di Milano,

quella di Tortona. Siccome la luna riceve la luce dal

Tortona riceve

1163,

miglia da Milano

distruzione di

la

Tortona,

presso

tre

Mandano pure una bandiera ed un

prima stavano dipinti


laltro

medesima venne dal principe affidata

Chiaravalle, a circa

dallimperatore Federico
dei Milanesi.

diami a coniar

Nel

mag -

nostri

furono privati del privilegio della Zecca.

glori

(1)

suo essere da Milano

tali

erano

le

sole,

cos

espressioni usate dai

Milanesi, scrivendo in questa occasione ai Tortonesi. Nel sigillo erano scolpite le

due

Nel 1168

citt
i

per indicare la stretta loro unione.

Milanesi

fondano

la citt

di

Alessandria nel luogo dove la

Bormida sbocca nel Tanaro. Questo nome gli venne dato


Alessandro III, promotore della Lega Lombarda.

in onore del

papa

78

ALENAMI
1152-1190.

ridotti

erano molti de' suoi abitanti

si

pure

riale ministro

che

vi

dove

era stata formata una Zecca

danaro

il

aveva un palazzo per risiedervi l'impc-

ivi coniato

custodivasi in quella

grandissima torre

sfoZa in gneZ 6or#o innalzata dal tedesco sovrin-

tendente alle di lui monete Rodolfo di nome.

in onore

c/ie

(Zi

Federico era

1190-1197.

Enrico VI,
crudelt

erede

per

Milano.

di

malamente da
cilie

contro

dellodio

specialmente

cui

ambizione, della

paterna

della

citt

le

Dopo

Due

operate nel regno delle

lui

dItalia

sue imprese per

le

dovette fuggire a

Genova

Si-

ritorn

quindi a Milano senza poter mettere allora in ese-

cuzione
nostre,

Ma
suo

suoi perversi disegni contro le repubbliche

mancando di un regolare e numeroso esercito.


se non pot farlo colla forza, spieg lanimo
verso di noi collaccordare

cattivo

sempre nostri nemici,


danno

lanno

quando

ridusse

si

appresso 1192

con cui concedeva loro

Crema

paesi

dei

ai

Pavesi,

degli ampli privilegi a nostro

ai

in

Germania sped

Cremonesi un

il

privilegio,

possesso del castello di

vicini

stati

gi

assegnati a

Milano da Federico suo padre, stringendosi inoltre


lega con essi, coi Comaschi, Pavesi, Lodigiani,

in

Bergamaschi
e

maligno

il

marchese di Monferrato, collastuto

pensiero di dar esca a guerre parziali

e civili onde indebolire poi

Milanesi;

trionfando sempre nei provocati

navano

le

fatti

quali per

darmi, distor-

mire del sovrano.

Bonaparte Faba era podest

di

Milano.

Enrico continuando sempre nelle sue turpitudini,


pose allora

al

bando dellimpero Crema, Brescia

Milano per essersi unite contro di


I

lui.

Milanesi, gi resi esperti nellarmi, provocarono

un Congresso in Borgo S. Donnino, onde far rivivere la Lega Lombarda. Questo difatti ebbe luogo

79

ALENAMI
1190-1107.

1195,

nel luglio
citt di
(i

col concorso

deputati

dei

delle

Verona, Mantova, Brescia, Faenza, Milano

messi della quale ultima citt furono Giordano


rettore

Litta,

Corrado, giudice, e Manfredo Poz-

zobonello), Bologna, Reggio, la Terra di Gravedona,

Piacenza e Modena. Formata cos


si

disposero a far

fronte

la

nuova Lega,

monarca

allardito

che

entrando in Milano

il

fnse ipocritamente

disapprovare latto del suo mi-

nistro

che

12 agosto 1196, quale amico,

messo

aveva

al

bando

dell

impero

quelle citt.

Reduce

re per le dette guerre nella Puglia e

il

morto a Messina, serv


lindipendenza

lidare

rinnovare

1197-1213.

Ottone

le

avvenimento a conso-

Lega

Lombarda

guerre di partito.

Baviera.

di

tale

della

Morendo Enrico VI

solo figlio danni tre.

La minor

lasci

un

et di questo prin-

cipe diede pretesto ad Ottone di Baviera ed a Filippo di Svevia a contrastargli la corona.

Ottone venne poi incoronato re

Milano

dItalia in

dallarcivescovo Uberto ed imperatore in

Roma

dal

pontefice Innocenzo III.

1213-1250.

Federico

II.

Succede ad Enrico VI suo padre sotto

la tutela della

madre

c del pontefice Innocenzo III.

Con questo imperatore terminano


sopra Milano, che allora

Pagano

Riavuta
riale col

rico

regnanti tedeschi

erige in Repubblica sotto

si

della Torre.

regalia,

quello

col trattato di

Costanza

la contrastata

Milano continu a battere moneta impenome stesso del vinto Enobarba poi con

degli imperatori

e re

Enrico VI

Il che ebbero nominalmente

questa contrada.

l'alto

Fede-

dominio di

80

V.
MILANO

IN

REPUBBLICA RETTA DAI TORRIAN

DALLANNO 1240 AL 1277

da principi stranieri

Ijempre dominata la patria nostra

nostro sangue, non poteva questa fiorire,

al

fecero alla lor volta tutte

ressero da

si

se stesse, e

difficile

benefico di quel popolo, e


i

tenga

suoi privati

il

prepotente impero dei


laltrui

Stanchi pertanto
II,

nostro,

si

faccia a padre

scopo

unico
il

di quegli

il

che non sar mai da me-

sempre oppressi dal

barbari chiedessero di quando in quando


il

proprio

stato

o per reggersi

che non pot mai durare a lungo mancando sempre

di salde e continuate

Federico

il

nostri concittadini

soccorso per migliorare

in repubblica,

proprii regnanti.

potere colla bilancia dAstrea

diritti:

proprio interesse e non laltrui; per


ravigliarsi se gli infelici

trovare un conquistatore o usurpatore

di

che entri in bel paese e ricco, qual

proteggendone

gi

reggono tuttora anche

si

ai giorni nostri colle proprie leggi e

Egli pure

come

altre citt che a vicenda

le

si

guide.

Milanesi

ribellano

del governo tedesco, oppressi

contro di lui

nel

1239, e

da

trovano in

Pagano della Torre, signore della Valvassina, un protettore che

81

eleggono a loro

capo

nel 1240.

ne vengono scacciati

Col di

lui

braccio e

Alemanni, e Milano

gli

destrezza

erige in

si

Repub-

che dura 37 anni.

blica,

Durante

governo

loro

il

Milanesi ritolsero ai barbari molte

che vi avevano usurpato.

di quelle terre

Alla morte di Pagano da alcuni detta al 1247 e da altri al 1253,

ma

dal suo epitaffio esistente in Chiaravalle accennata al G gen-

naio 1241, succedette Martino della Torre,

pote a Pagano, al quale

Jacopo e

figlio di

Milanesi conferirono

il

ni-

An-

titolo di

ziano della Credenza di S. Ambrogio, carica equivalente al tribuno


della plebe degli antichi

Romani.

Dimenticato questi dal popolo per nuove discordie insorte fra


i

nobili e

durarono 5 anni, viene nominato in sua

plebei, che

vece signore di Milano Manfredi Lancia, quindi Obcrto Pallavicino.

1257

Risorto nel

Leone

Perego,

di

scacciati

il

partito

arcivescovo

di Milano,

da Milano.

nobili col loro capo

ne vengono a vicenda

Nel 1258 succedette


nobili e

di Martino,

la

pace cos detta di S. Ambrogio fra

plebei.

Nel 1259 Martino vien fatto signore di Lodi.

Nel 1261

in

Milano vien creato larcivescovo Ottone Visconti.

Alla morte di Martino, accaduta nel 1263,

gli

succedette

Fi-

come signore, podest perdomimi dei Milanesi a Como,

lippo della Torre, fratello di Martino,

petuo di Milano,

quale estese

il

Bergamo e Vercelli.
Nel 1265 egli muore

e gli succede

Napoleone

della

Torre

Pagano, che nel 1274 viene eletto Vicario imperiale

di

figlio

da Ro-

dolfo dAbsburgo.

Nel 1277 vinto

e sconfitto

alla battaglia

di

Desio vien fatto

prigioniero dal prevalente partito dei Visconti guidati da Ottone.

valsero

continui tentativi fatti da Guido della Torre per

ri-

pristinare lantico dominio dei Torriani.


Il

dominio dei Torriani

Moneta.
dei Torriani,

Non

ma

si

si

in

Milano dur anni 37.

conosce finora la moneta milanese col

conosce bens

la

repubblica che fu denominata Ambrosiana.


6

nome

moneta battuta da questa

VI.
DOMINAZIONE DEI VISCONTI PRIMA COL TITOLO
5

QN 0 RI E POSCIA DUCHI

essato

MILANO DALLANNO

REPUBBLICA DAL 1447 AL

AL 1447.

1277

DI

DI

1450.

potere dei Torriani sul popolo Milanese suc-

il

cesse quello dei Visconti dopo la loro vittoria riportata

a Desio sopra Napoleone della Torre nel 1277 da Ottone


Visconti arcivescovo e signore di Milano.

Comincia

egli

il

suo dominio nello stesso anno dopo

Prima

di aver passato molte vicende di varia fortuna.

nomin successore suo nipote Matteo Visconti


del popolo di Milano, Vercelli e

Novara, e nel 1294

scere Vicario imperiale da Adolfo di Nassau,


di Milano.

Succeduto Matteo

di morire

col titolo di capitano


lo fa ricono-

quindi

signore II

1295 ebbe a

a suo zio nel

soffrir

sventura per la risorta Repubblica guidata da Alberto Scotti che

dur pi

di

7 anni

e nel successivo

disfatta

Matteo

dei

riprese quindi

anno fu

Torriani,

alla vecchiezza

il

suo potere

in

ristabilito signore di

Milano nel 1320,

Milano

condotti da Guido della

chiama erede suo

figlio

collintiera

Torre.

Ridotto

Galeazzo nel 1322.

e ritiratosi nel convento di Crescenzago vi mor poco dopo.

Galeazzo Visconti

III signore sub varie fortune e

mor nel 1328:

83
sua signoria, Luigi Duca di Baviera passa per Mila no

durante

la

acclamare Re dItalia nel

fa

si

Azzone IV signore che per non

1327.

Galeazzo subentr

non nel 1330.

fu riconosciuto se

Questi assassin suo zio Marco, e non

regnante: mor nel 1339 lasciando

il

acquist fama di buon

si

governo a Luchino,

signore

svari dal carattere de suoi antecessori, ed avvelenato

che non

questultimo dalla propria moglie Isabella del Riesco mor nel

349,

succedendogli Giovanni arcivescovo e VI signore. Morto questi nel

1354 occuparono

signoria di Milano

la

Matteo

tre fratelli

II,

Galeazzo II e Barnab, come VII, Vili e IX signori di Milano.

e quindi

Duca di Milano nel 1395. Giovanni Maria

Duca

a li Duca nel 1402, e Filippo Maria III


il

comeX

1378

Estinti questi, sorse Giovanni Galeazzo nel

dominio dei Visconti

gli

signore

successe

1412 chiude

nel

Milano che dur 170 anni.

in

Milano dopo la morte di Filippo Maria, accaduta nel 1447,


che dura sino

erige in Repubblica,

al

1450 e che

detta

fu

si

la

Repubblica dei 30 mesi.

Sebbene
per

il

il

in

monumenti

Questa

ma

Milano pei suoi dominatori,

Ottone

La

ben anche nelle altre zecche


Matteo

le

fa vedere sulla

moneta Viscontea: quella

monete.

Del resto

la loro

di

Maria. S. Ambrogio

Milano: ora col di

effigie

Galeazzo
si

lui

presenta

al

non ha che

il

Pisa,

Como.

Visconti non

sola di

si

co-

in

di

si

Azzone compare

primo Duca

non scorgesi che a


II,

Gian Ga-

cavallo,

Gian Galeazzo,

come

di Filippo

molte foggie sulla moneta di

busto mitrato di fronte, ora a cavallo; ed

da notarsi a questo proposito che sino

egli

testa di questi regnanti di rado

sopra una di Cremona, e quindi sino

alcune monete

mo-

di

quelle battute

come Pavia. Genova, Verona,

noscono ancora

numero

sezione offre un discreto

ogni metallo, e qui pure notai non solo

Dei primi due signori

in

Milanesi

altri edifizi.

dItalia loro spettanti,

leazzo.

loro dominio venne esteso,

Duomo, la Certosa di Pavia, lOspitale e tanti

Moneta.
nete in

il

suoi dintorni vennero abbelliti di insigni

e Milano ed

come

governo dei Visconti abbia fatto inorridire

inaudite loro crudelt, tuttavia

le

bastone

armato anche della sferza.

al

dominio

di

Galeazzo II

pastorale e quindi innanzi inoltre

84

Fra

da annoverarsi

sacri pure

tipi

Vergine e

due santi Gervaso e Protaso

protome

il

di

Nella moneta dei Visconti battuta nelle varie citt


tano pure

loro santi protettori,

Zenone

tronio di Bologna, S.
I

di

croce semplice o gigliata

Abbondio

S.

Verona,

di

presen-

si

Como,

S.

Pe-

ecc.

sezione non

secondarii di questa

tipi

come

Maria

in piedi.

consistono che nella

nel serpe divorante

stemma

fanciullo,

il

Visconteo, neHelmo anguifero, nellaquila, nel leone, nelle chiavi


di S. Pietro, ecc.

Oltre

nei suddetti santi, o nelle figure dei duchi

tipi figurati

armati a cavallo, questi vanno talora accompagnati da tizzoni accesi

da cui pendono due secchi, impresa

La leggenda, sempre

nomi

particolare; ci presenta

Galeazzo

II.

nulla di

offre

dei regnanti, dei santi e della citt

o di qualche particolare impresa o


I

di

latina e talora scorretta,

titoli del

regnante.

caratteri sono latini, ordinari, ed in alcune si

vedono

ca-

ratteri gotici aperti o chiusi.

La

fabbrica

monete Viscontee

delle

spesso rozza, alcune di esse per

ci

sorpassano lidea che se ne farebbe

Le

varie qualit di

In questa serie

battute col

pure

nome

comune,

dordinario
il

bello

dellarte,

tempi.

cominciano

dalle

prime,

I.

si

trovano delle

1327 fu qui

Bavaro, che nel

di quei

monete

queste

comparse sotto Galeazzo

offrono

monete

di presenza, e per

di
il

Lodovico

il

quale furono

della citt.

Alcune medaglie furono battute o fuse

ai detti regnanti, e talora

ancora restituite in tempi posteriori.

Chiude

queste serie la

comparsa

di alcune

monete

milanesi

battute durante la Repubblica dei 30 mesi dal 1447 al 1450.

Sebbene coniata nella nostra

non tanto comune come

si

citt la

moneta

di questi signori

potrebbe credere: Pesterna pi

rara ancora.

La

storia di questa famiglia fu sapientemente

lustre nostro storico


lettori,

il

conte

Pompeo

trattata dallil-

Litta, al quale

rimando

restringendomi alla semplice cronologia de varii personaggi

che ebbero o

si

disputarono la signoria.

85

C'ROZVOliOC- IA.

VISCONTEI

1277-1295.

Ottone Visconti, arcivescovo


Milano. Fu principe guerriero,
litico;

fico.

primo signore

di

moderato e buon po-

suo governo fu saggio, imparziale e bene-

il

Lautore per della storia di Milano in com-

ha lasciato

pendio

che

scritto

governo sospettoso e crudele

Ottone

col

sia tirata la

si

suo

ma-

levolenza dei Milanesi.

Finora non

nome
1295-1322.

di questo

Matteo
ma fu

si

scoperta moneta

primo

nipote di Ottone. Estese

I,

che porti

suoi dominii,

assai bersagliato dalle fazioni e dalla risorta

Repubblica che dur 7 anni.

Fu

di

carattere or-

goglioso e finto. Se non fu virtuoso, non


di

il

signore.

si

macchi

nessun delitto.

Non

conoscono monete che gli appartengano.

si

REPUBBLICA

1302-1310. Repubblica. Ritiratosi, per lavversa fortuna nelle


armi, Matteo Visconti nel castello di San

dopo

la vittoria

Milanesi

si

Guido

della

cenza.

Ma

dei

Torriani,

Colombano

15 giugno

1302,

eressero in Repubblica sotto la scorta di

Torre e

di

Alberto Scotto signore

nel febbraio del

di Pia-

1310 tornata contraria

la

fortuna ai Torriani, la Repubblica cess desistere.

Se non

confusa la moneta con quella della

prima Fepuhhlica non

si

hanno dati per cono-

scere la presente.

ALEMANNI

1310-1313. Enrico VII imperatore. Con diploma

1311 Enrico VII concesse larghi


di Milano.

16 novembre

privilegi alla zecca

86

ALENAMI
1

310-1 3 J

3.

Fra

vene
nome suo e con quello
Ambrogio seduto da

varie monete che gli appartengono

le

ha una di puro argento

col

della citt, coll'effigie di S.

una parte

e con quello dei Ss.

Gervaso

Protaso

dall'altra.

VISCONTEI

1322-1328.

Galeazzo

Matteo

di

tglio

I,

I,

nato

nel 21

gen-

naio 1277 nella notte della famosa vittoria di Desio,


riportata da Ottone Visconti sui Torriani; chiamato

Galeazzo perch sua madre

venne disturbata dal

canto di un gallo mentre stava per darlo alla luce.

Fu

III signore di Milano della famiglia Vi-

il

sconti.

La

sua moneta appartiene alla zecca di

Piacenza.

ALEMANNI

1327-1329.

Lodovico

il

Bavaro, imperatore

Re

dItalia

incoronato in Milano.

suo nome Milano conio moneta.

VISCONTEI

1330-1339. Azzone,

figlio

di

Galeazzo

minato da Lodovico

il

I,

Bavaro

vicario

imperiale no-

nel 1329, signore di

Milano nel 1330.

1339-1349. Luchino,

fratello

gliere della

morte

di

Matteo,

di

Marco Visconti ebbe a

consapevole e consisoffrire

congiure per parte dei Pusterla e degli Aliprandi.

1349-1354. Giovanni, arcivescovo

Milano, fra-

tello del precedente, fu principe assai

moderato nel

suo governo

(1)

VI signore

di

(1).

Nel 1350 comper per 200 mila

fiorini doro

Bologna dai

fratelli

Pe-

ne erano i dominatori, e viene riconosciuto signore al 23 ottobre


dello stesso anno con rincrescimento di molti cittadini. Minacciato dinterdetto per questacquisto, prese la croce nella sinistra e la spada nella
poli che

destra, dicendo al popolo che colluna avrebbe difesa laltra, e sped quindi

87
VISCONTEI

Le monete di questi due principi si trovano tanto


nome di Luchino o di Giovanni, quanto

1349-1354.

col solo

due nomi

coi

1354-1355.

Matteo

1354-1378.

Galeazzo

uniti.

II,
II,

1354-1385. Barnabo,

Matteo

di Stefano e nipoti di

tigli

fu-

I,

rono chiamati alla successione dallarcivescovo Giovanni.

Di Matteo I non
partenga;

ma

conosce moneta che gli ap-

si

Bollati (pag. 10,

il

ce ne

17)

una che segna unite le iniziali dei nomi dei


fratelli M. B. G. VICE COMES. Morto Alatteo

offre

tre

due tennero Alilano indivisa

gli altri

rono moneta a nome

eli

ambedue

batte-

e vi

separatamente.

Alilano ricorda con spavento la terribile quaresima


di Galeazzo

Roma

II

(1).

papa di preparargli un alloggio per s,


papa sgomentato da tale avviso lo preg
di non andarvi, accordandogli tutto quello che domandava, assolvendolo dalla
scomunica ed investendolo del vicariato di Bologna mediante la somma di
ambasciatori a

per dire

per 12,000 cavalli e 6000

al

fanti. Il

mille fiorini doro.


(1)

Ecco come descrivono

nel 1362 contro

questiniqua legge fatta da Galeazzo

Lintenzione del signore che dei capi traditori sincominci

a poco a poco.
Il

secondo

si

riposi. Il

primo

Il

si riposi.

Il

di cinque tratti di curio

terzo d similmente cinque colpi di curio.

similmente cinque colpi di curio. Lottavo

dia loro a bere acqua,

si

lasci

riposi. Il

ciano camminare

camminino sopra
gano sopra

il

levi loro la pelle della

sopra
i

ceci. Il

ceci. Il

cavalletto.

Il

decimo ottavo
si

sgocciolare

pianta di ciascun piede poi

decimo sesto

vigesimo

nono

Il

si

si

si ri-

si riposi. Il

si

Il

quarto

Il

sesto

decimo quarto

quinto giorno

il

Il

taglino due correggie di pelle sulle spalle o

sopra (forse acqua od olio bollente).

sopra

Il

castigo

decimo si riposi. Lundecimo


duodecimo si riposi. Il decimo terzo

aceto e calcina.

d similmente acqua, aceto e calcina.

giorno

il

(probabilmente di corda).

quinto giorno similmente cinque colpi di curio.

posi. Il settimo
si

gli storici

rei di Stato:

si

si riposi. Il

si

fac-

decimo settimo

decimo nono

riposi. Il

riposi. Il

decimo

vigesimo primo

si

si

pon-

pongano

cavalletto, Il vigesimo secondo si riposi. Il vigesimo terzo giorno

tragga loro un occhio dal

capo.

Il

vigesimo quarto

si

riposi. Il

si

vigesimo

88
VISCONTEI

1378-1402. Giovanni Galeazzo,

Fu

conte di Virt.

detto anche

Gian

Fu

dele ed esperto nella simulazione.

duca

e I

Galeazzo

principe avaro, sospettoso, cruil

signore

Milano creato nel 1305 dallimperatore.

di

Oltre Milano batterono moneta a nome di lui


Padova Pavia Siena e Verona.
1402-1412. Giovanni Maria, II duca, figlio di Giovanni Galeazzo.
,

inetto a regnare, oltre ogni

Principe

dire crudele

ed inumano, fu ucciso dai congiurati nella chiesa

Gottardo

S.

di

(1).

Le sue monete appartengono

alla sola zecca di

Milano.

Ettore e Gian Carlo.

1412.

Alla morte di Gio. Maria,

Ettore, figlio di Barnab, fu proclamato signore di

Milano

col nipote

quinto

tronchi loro

si

il

si

nono

tagli loro laltra

si

primo
terzo

tagli loro

si

si tagli

quinto

trentesimo settimo
d trentesimo

Il

piede.

si

un

pongano

nono

si

trentesimo secondo

11

Il

il

siano

Il

riposi. Il

vigesimo
vigesimo

trentesimo

si riposi. Il

riposi. Il trentesimo
riposi. Il

si

giorno

trentesimo sesto

membro

Monza.

riposi. 11

si

si

si

trentesimo quarto

Il

tagli loro

primo

trentesimo

si

trentottesimo

virile. Il

attanagliati su di

riposi.

quarantesimo

un carro

Il

si riposi.
si ri-

e poscia

si

sulla ruota .
il

Verri, convien dire che

rimedi per prolungare la vita e

un cronista contemporaneo

di

trentesimo giorno

Il

testicolo.

questo proposito, pensa

cando

vigesimo ottavo

Il

mesi dopo

ritirarono a

si

recida loro laltro testicolo.

quarantesimo

posi. Il

un

mano.

Maria

giorno vigesimo sesto

Il

mano.

loro laltro piede.

recida loro

si

naso.

recida loro una

settimo

ma pochi

Gian Carlo,

assediati da Filippo

il

si

andassero appli-

tormento; poich a testimonianza

le atroci esecuzioni

vennero praticate sopra

molte persone negli anni 1372-73.


(I)

Educato

fra gli odii delle fazioni, scrive

canimento di un animo inferocito. Invano


dolcezze coniugali la sua ferocia.
gli

uomini.

bellini,

uno steccato

Girami

ma
.

il

il

Litta, spieg tutto lac-

era tentato di

fatto

ammaestrare

ammansare
i

castellano Pusterla, calunniato di aver ceduto

e Bertolino del

tacolo in

mastini,

Il

Aveva

si

Maino furono
al

popolo.

Un

le

Monza

prime vittime che servirono

figlio

del

castellano

colle

cani a lacerare
ai

Ghi-

di spet-

trov piet nei

principe infuriato lo fece scannare dal suo favorito Squarta

89
VISCONTEI

Le monete

1412.

semplice

di questi effimeri signori portano

1412-1447. Filippo Maria, conte


Giovanni Maria

marono

il

di signori c non di duca.

titolo

Pavia. Morto assassinato

di

di lui fratello,

congiurati procla-

come abbiamo veduto,

signori di Milano,

Ettore e Gian Carlo Visconti

ma

larcivescovo Bar-

tolomeo Capra, daccordo con Antonio Bozero co-

mandante

trov

il

modo

nemici di Filippo Maria,

il

quale fu

del castello di Pavia,

trionfare dei

acclamato signore e III duca


Egli fu

XII ed ultimo

il

il

16 giugno

signore

della

di

1412.

sua

fa-

miglia la quale regn per 170 anni sopra Milano.

Le sue monete appartengono


nova, Milano

Pavia

alle zecche di Ge-

Savona.

REPUBBLICA
1447-1450.

Repubblica Milanese
Ambrosiana. Morto

detta

Aurea Repubblica

Filippo Maria Visconti senza

prole ed essendo escluse

femmine

le

dalla succes-

aveva

sione, per

forza del decreto

ducato di

Milano a Giovanni Galeazzo, restavano

senza diritto alcuno

istituito

il

ducato tanto Valentina Vi-

al

dello stesso Filippo Maria, sposata

sconti, sorella
al

clic

duca dOrleans,

quanto Bianca

Visconti, figlia

naturale di Filippo Maria data in moglie a Francesco

Sforza. Spenta cos la linea dei

Repubblica

cui la

Milano aveva dato in mano

di

la signoria gi dal

1277,

blica ritornava sovrana,

ristaurazione.

ducato,

Ma

duca

il

di

ed

il

sua natura

la

popolo richiam

Republa

sua

muovono pretesa su questo

tosto

di

Visconti, a

Savoia,

il

duca dOrleans, Ve-

nezia e Francesco Sforza. Questultimo per dissi-

mulando

le

ed accetta
tere

comando

si

finge

amico

delle loro

con

essi

dei Milanesi

armi per abbat-

Veneti. Li sconfigge tre volte in

fa lega

sue mire
il

un anno, poi

perch laiutino a pigliar Milano

9U
REPUBBLICA

1447 - 1450

che va a stringere dassedio. Domati dalla fame

Milanesi

si

sollevano, gli aprono le

colgono festevolmente e
Illustrarono la

ratori nel voi.

acclamano duca.

moneta della Repubblica

brosiana V Argllati,
II,

lo

il

porte, lo ac-

Bellini,

Antiquitates

il

Muoni,

Italia;

il

AmMu-

Medii iEvi.

VTX.
MILANO {BOTTO

ALTERNATO

COI

IL

DOMINIO DEQLI

{Bf

QUALIT

DI

FRANCESI

IN

DALLANNO 1450 AL

Ila tirannica

infelice citt.

DUCHI

1553.

e crudele signoria dei Visconti subentr

'quella degli Sforza,

l> figlio

OR^A

non meno disastrosa per

la nostra

Cominci dessa con Francesco Sforza

naturale di Jacopo Muzio Attendolo, nativo di

Cotignola, gran connestabile di Napoli, qui chiamato


gi dallanno

1420 da Filippo Maria Visconti, ultimo duca

questa famiglia, per combattere contro

Francesco spos nel 1441 Bianca Maria,

Sebbene imparentato con

Visconti.

conte di

il

figlia

lui gli

di

Carmagnola.

di Filippo

Maria

divenne nemico.

Insorta quindi la nuova Repubblica nel 1447, che dur fino al

1450, per 30 mesi

Francesco

accinse a domarla

si

nel suo intento, entra vittorioso in

coronare per duca, IV di questo

Morto
Maria
se

non

egli

Francesco

duca

nel

1466

fa in-

titolo.

gli

succede suo

assassino di sua

assassinato nella chiesa di

a questo santo del 1476.

si

figlio

Galeazzo

oper a beneficio della nostra

che nulla

la oppresse vieppi

c riuscito

Milano nel 1450 e

S.

Stefano

madre

nel

citt

venne pur

giorno dedicato

92
Successe a VI duca Giovanni

che mal resse

suo

il

che a tuttaltro mirava


stesso

Francesi

subentrarono

dellassassinato,

figlio

Avvelenato

re

loro

dallo

Milano

di

che

Moro,

il

quindi

dominio

nel

guidati da Carlo Vili

qui

sua tutela.

la

1494,

zio, nel

Galeazzo,

governo sotto suo zio Lodovico

fa

si

nomi-

nare sulla moneta duca di Milano nello stesso anno 1494. Ritornato

quindi

Lodovico

ducato

il

Moro

il

Milano

di

anno 1494: superate alcune


Luigi XII
co suoi

nelle

mani

del

ostilit,

governo

il

Italia

si

Berry, cessa

di vivere

il

mani

dopo

dieci

anni

patimenti. Nel 1513

di

di

titolo

IX

1515

Nel

duca.

Luigi

1521

XI

che

XII,

fu ripreso

il

duca, soccorso

ombra

sola

del

si

da

Milano

ducato

di

dalla

Lega

titolo,

nominare pel

fa

potere ducale

nelle

sino al

per la terza volta

duca

Sforza,

II

mani rimane

per passar quindi

1535,

mani

genero

I,

Milano. Nel

di

Francesco

cui

dominio, per testamento da lui fatto, nelle

di

colla

il

suo

Carlo V, re

Spagna.

di

governo degli Sforza unitamente a quello dei tre re Francesi

Il

dur 85 anni, cio dal 1450

Monete.
che

ci

Di
anche

Le

Questa serie

1535.

al

ci

offre la

numismatica degli Sforza,

signoreggiarono interpolatamente con alcuni re di Francia.


tutti
le

Sforza

gli

medaglie

conoscono

si

le

monete

Ambrogio.
I

tipi

oltre

di alcuni

ben

spesso in ogni metallo.


regnanti

nostri

dei

teste

si

fanno pi comuni in questa

classe che nelle precedenti serie, oltre quella


S.

il

Francesco

Francesi discendono in Italia col loro re

di

nei-

degli Sforza, e Massimiliano, figlio del Moro, riprende

ducato col

il

disceso

Milano

intanto, chiuso nel castello di Loclies nel

Luigi XII perduta la battaglia a Novara, torn


nelle

che

nominare Vili duca di

fa

Moro

ranno 1500,

vien tolto da

gli

re di Francia e cugino di Carlo Vili

in

detestabile

chiamato VII duca nello stesso

vien questi

del

nostro patrono

soliti

sortono

pure dallordinaria monotonia

cominciano quindi a comparire alcune composizioni.

Comuni sono
aquilctte,

la croce,

il

spesso

il

palili,

serpe visconteo, lelmo


giglio

di

Francia,

per

anguifero, le
la

ricercata

93
alleanza con quel regno; lo

stemma

di

Milano comincia a

farsi

complicato.

Questa sezione

offre

pure

monete e

delle

delle medaglie delle

duchesse di Milano.

Le monete
riguardo

dei re di Francia presentano le stesse vicende

che

alle teste

Le leggende sono
nomi e i titoli dei

niate,

ai

tipi.

discretamente corrette: desse spiegano

latine,

regnanti, e quelle delle citt ove furono co-

con qualche plagio nelle medaglie; spesso precede la leggenda

una piccola testa

La

di S.

Ambrogio.

fabbrica delle monete di (mesta sezione dordinario bella,

ed alcuni conii sorpassano lidea che se ne farebbe di quei tempi.


Meravigliosi sono
il

rilievo,

per

che sente lo
e

per

testoni

II,

del

Mantegna

dei

stile

bello

il

III

IV duca

sforzesco per

purit del disegno e per lespressione tanto forte

la

ideale

e dei Leonardi nelle teste adulte

raffaellesco dei

ritratti

giovanili e

di

donne.

nummi

Rarit: sebbene ricca di

codesta sezione, pure vi hanno

dei tipi estremamente rari e ricercati.

La

biografia

Litta, dal

mito,

degli

Sforza

fu

Muoni, dal Rosmini, e

come ho

ampiamente
da

dal conte

trattata

altri dotti, per cui mi

li-

fatto dei Visconti, alla sola tavola cronologica.

CRO.\OL06II.

SFORZESCHI
1450-1 4GG.

Francesco Sforza,
Attendolo, fu
celebre
e

le

stumi.

IV duca

naturale di Jacopo Muzio


di

Milano. Egli fu

capitano de suoi tempi; favor

lettere,

ogni nazione
offese

il

figlio

talora

chiamando

le

pi

il

scienze

fra noi oratori e poeti di

fu clemente, benefico e religioso

senza scrupolo la

decenza

ma
co-

94
SFORZESCHI

1450-1460.

Milano

Abbell
castello

in

Porta Giovia

(li

luoghi,

molti

palazzo

il

cadeva in ruina, diede mano

fabbric

vi

Ducale

che

al naviglio della

il

Mar-

tesana, che da Trezzo conduce a Milano le acque


dell

Adda

rentino

costru

Maggiore

gran

la

fabbrica dellOspitale

con disegno di Francesco Averiino Fi-

che

lo

stesso

accennato

Filarete

col

dal Vasari.

Di

questo

serne

la

principe

storia

si

occuparono a

vicende di

somma

con

lui

tes-

buon

sta a

delle quali

Giovanni Simonetta, che

diritto quella di

scrisse le

molti

prima

la

in 31 libri

precisione e

diligenza.

Nel fabbricare nel 1774


alla

cui

la casa Delfinoni, vicino

colonna di Porta Nuova, scavossi un sasso, su


leggeva:

si

FKANCISCVS SFORTIA VICE COMES DVX ET ANIMO IXVICTVS ET CORPORE


.

ANNO MCCCL AD
.

IIII

CAL MARTIAS DORA XX DOMINIO VRBIS


.

MEDIOLANI POTITVS.

Nel 1466, trovandosi

vita, la moglie

in fin di

Bianca Maria Visconti radun di notte un Consiglio


Stato

di

per manifestargli

duca, onde

si

limminente morte del

pensasse ai modi di impedire

lunque tumulto in

Milano e nelle altre

qualom-

citt

barde.

Nello stesso tempo sped lettere al

che
al

si

trovava allora in Francia

figlio

Galeazzo,

ed ambasciatori

re di Napoli, ai Veneziani, ai Firentiui, al Papa,

pregandoli di

prendere in protezione

e perseverar costanti nellalleanza colla

il

suo

figlio,

Casa Sforza.

Conferm Cicco Simonetta a primo segretario

di

Stato e consigliere segreto.


Il

duca

di

Milano, suo

zione delle sue nozze con

figlio,

Bona

dopo

di

la celebra-

Savoia,

si

cir-

95
SFORZESCHI

1450-14GG.

cond

giovani

di

golfarono

viziosi

che

poco tempo

in

La madre procurando
comper

cipizio, si

toglierlo dal suo pre-

di

lodio suo, per

cui divis di

allontanarsi dalla citt per terminare

in-

debole loro signore in ogni disordine.

il

Cremona

luogo di suo dominio

suoi giorni

giunta per a

Melegnano, presa da subito malore mor

il

23

ot-

tobre 1468, non senza sospetto di propinatole veleno dal proprio figlio, che per colorire viemmeglio

suo

il

suo

delitto

cadavere

quello di

finse

piangerla,

Milano

che

condurre

fece

colloc

canto

il

suo marito Francesco Sforza nel tempio

Maggiore, ed ebbe persino

coraggio di assisterne

il

ai funerali.

Milano deve a questa principessa lerezione del


tempio

di

Nostra Signora detta lIncoronata, e

pure di quello

1466-1476.

di S.

Agnese

Galeazzo Maria Sforza,

ma

ben diverso da

furono causa di

morte

il

chiesa di

lui

figlio

di

Francesco

una congiura, che

Stefano. Capi

Fu

lo

condusse a

pugnalato nella

della congiura furono

Girolamo Olgiati, Gian Pietro Lampugnani


Visconti.
allistante

11

Lampugnani ed

il

e Carlo

Visconti vennero

ammazzati: e

presi ed

stesso

lOlgiati,

arrestato nel terzo giorno, dopo mille tormenti

sua vita

la

Di

I.

per virt. Le sue crudelt

26 dicembre 1476.
S.

cos

(1).

in et di anni

fin

23.

questo duca esistono monete battute col solo

suo nome; una ha nel rovescio la testa di Galeazzo

Maria
di

1476-1494. Gian

Visconti (2); e altre battute cl

Bianca Maria

Galeazzo,

(1)

Che poi fu soppresso.

(2)

V. Peomis, Tavole sinottiche.

nome anche

reggente.

che

regn quattro anni sotto

la

96
SFORZESCHI

1476-1494.

vico

Alla

(I)

zio

Lodo-

per succedergli. In

avvelenare

fece

lo

Savoia (1) e circa

di

dellambizioso

quella

sotto

che

Bona

madre

della

tutela

quattordici

morte del duca suo marito, Cicco Simonetta fece eleggere la


trovandosi il di lei figlio primogenito Gian

duchessa a tutrice e reggente


Galeazzo Maria di

Tosto salita

8 anni, incapace perci a governare da solo.

soli

supremo potere allevi i cittadini delle pi gravose imuna carestia di grani, si sollecit di farne

al

poste, e trovandosi in quellanno

venire da tutte le parti dItalia e di Germania.

Sped quindi nei paesi confinanti delle squadre armate a difesa dei sudditi,

temendo movimenti

rivoltosi nei limitrofi popoli.

ma

Milano era tranquilla con un saggio governo,


leva tale, poich

defunto duca

fratelli del

affrettarono tosto cost

e cospirando

suo fato non la vo-

il

saputa la di costui morte

loro ed alcuni dei

fra

si

malcontenti,

misero ben presto la nostra citt in angustie, e pronta ne sarebbe stata

la

guerra se la venuta di Lodovico Gonzaga, marchese di Mantova, non avesse


sua

colla

mediazione

24 febbraio 1477 fra

tolte

differenze

le

cui ella assegnava ad essi

e stabilita

duchessa Bona ed

la

un appannaggio,

una convenzione nel

fratelli dellestinto

marito, con

collobbligo che si ritirassero da

ogni pretesa al governo dello Stato.

Milano con questa ritorn alla calma.

Costretta alla

neggio di
guise

fine

Lodovico

il

del

rinuncia la tutela

vembre 1480,

nellottobre 1480

sottoscrivere

Sforza

potere venne

suo

figlio e della

preghiere di suo

Piemonte

in

figlio,

ma

una carta per mae vessata in mille

reggenza dello Stato nel 2 no-

per abbandonare Milano.

nellistante istesso che stava

Voleva rifugiarsi

meno

giunta ad Abbiategrasso fu per le

per forte insinuazione di suo

zio,

indotta a fermarsi

in quel borgo.

Dai documenti Trivulziani poi impariamo, che a quella duchessa furono


tolte le gioie, delle quali

come

detto, con pubblico istromento le era

si

stato accordato luso, sua vita durante, e

non

le

furono tampoco pagate

le

assegnatele pensioni e tutto ad istigazione del perfido Lodovico.


Il

perch sdegnata

la

duchessa

riusc a scrivere al re di Francia, suo

cognato, Luigi XI, una lettera, narrandogli tutti

Quel re nel 10 settembre 1482, sped a


il

signor Di Ligny

torti ricevuti.

ordinandogli di ricondurla da Abbiategrasso a Milano

nella sua abitazione, ove difatti

Listruzione reale che seco


tuire alla

qualit di suo ambasciatore

lei in

giunse nel 30 ottobre dello stesso anno.

portava

principessa le gioie,

il

Ligny,

lo

denari e tutte

le

autorizzava a far resticose furatele per ordine

dellingordo Lodovico; ed esigere che le fossero assicurate e pagate le con.

venute

pensioni

e che

come prima

fosse

nominata nelle

lettere ducali

97
SFORZESCHI

147G-1494.

questi diciottanni

dello spento

fratelli

duca con-

tristarono Milano con turbolenze c guerre interne.

Gian

vivendo con
avesse

quella

Galeazzo

stessa

spos

libert e decoro di

diritto di ingerirsi nelle persone

il

Isabella

d Aragona

prima

componenti

dalla

senza che nessuno

sua corte.

la

documenti posteriori vediamo che listruzione di Luigi fu


esaudita, fuorch nel nominarsi duchessa nelle pubbliche lettere.
Dai

in tutto

Nellanno 1483 nacque in Milano una congiura di molti per uccidere nel

giorno

di

Ambrogio Lodovico Sforza. Fra i complici si trovarono uno


duchessa Bona e frate Ugo dei Minori Osservanti di lei convoleva con tal congiura introdurre di nuovo in Milano Roberto
S.

staffiere della

fessore. Si

Sanseverino e restituire

la

tutela e lamministrazione dello Stato alla du-

chessa.

Scoperta

la

congiura

complicit, istituirne

duca

Il

di

Lodovico ebbe giusti pretesti

un

accusare Bona di

di

processo, e riformare la corte di

Savoia informato di ci

invi al giovane

lei.

duca

suoi

amba-

lagnandosi delle minaccie di voler subordinare ad un processo una

sciatori,

principessa incapace di aver avuto parte in quella congiura, soggiungendo

che se

volesse allontanarla da Milano lavrebbe ricevuta ne suoi domimi,

si

come dolcissima madre, purch il duca suo figlio concome era suo dovere, a ci che gli spettava.
processo non fu incoato, ma la duchessa non pot partire da Milano.

e lavrebbe trattata
corresse,
Il

Di
suo

pi nulla

lei

figlio

spos

si

parla nei citati documenti, che nellanno 1489, in cui

Isabella d Aragona

Bona and ad incontrare

la

figlia

di

Alfonso duca di Calabria.

sposa sino ad Abbiategrasso e con essa venne

a Milano.

La duchessa Bona
fu

lanno

sorpresa

stette a

di

Milano sino

al

febbre; ristabilitasi

1493; nel settembre di queldalla quale annunci di voler

partire per la Francia, ove era invitata dal re Carlo Vili.

Lodovico Sforza allora divenuto duca di

Milano (per

lassassinio

da

lui

operato sul nipote Gian Galeazzo) sent gran dispiacere di tale sua deliberazione, e cerc ogni via per dissuaderla.

Ma

sue istanze non valsero ad impedire quellidea; e alla fine di di-

le

cembre

149ii la

con tutti

Le

vediamo a Moulins, ove era

il

re di Francia, che laccolse

gli onori e lalloggi nelle vicinanze del

suo appartamento.

fu assegnato quindi per luogo di sua residenza la citt di Tours, con

12,000 franchi allanno di provvisione; per verit scarsa pensione per

il

suo

lignaggio.

Nellagosto 1490 la troviamo ad Amboise, ove eravi pure


cia,

ma non

il

re di Fran-

pot aver udienza dal re.

Adoper Gian Giacomo Trivulzio per ottenere una commendatizia per


7

98
SFORZESCHI

1476-1494.

ebbe

quale

1490 un

nel

cesco (1). Sotto

di

lui

per nome Fran-

figlio

fabbric

si

in

Milano

il

lazzaretto con disegno del Bramante.

Oltre

monete battute

le

madre da un
che

il

lato e quello del

Promis

V.

cav.

suo nome, se ne

col solo

trovano altre col suo busto e col

nome suo
padre

e della

dall'altro,

Gian Gaad onore del padre

classifica sotto

leazzo, perch le crede battute

dopo la sua morte. Esistono esemplari falsi del


testone colla fenice.

FRANCESI

Carlo

1494.

Vili

Lodovico

Di

re

Francia. Chiamato

di

Moro

il

fa salutare

si

di Milano.

moneta milanese abbiamo

nessuna

lui

da

in Italia

duca

tro-

vato, sebbene ve ne siano appartenenti alle Zecche

di

Aquila

Cliieti

Napoli

Ottona

Pisa, Sora,

Sulmona.
SFORZESCHI

1494-1500.

Lodovico Sforza
Francesco
il

detto

il

Moro,

altro figlio di

Vili duca di Milano. Per assicurarsi

I,

ducato di Milano con un potente alleato mentre

reggeva a nome di Gian Galeazzo, chiam Carlo Vili


in Italia.
si

fece

Temendo

promotore

ricacciarlo
di

in

Filippo duca di Savoia, onde avere

il

Dopo questo
Bona

il

fu

fatto pi

rapidi progressi di costui,

Ma

duplice

si

di

lui

pag ben presto

per

il

Successo

tradimento.

permesso di

quel duca la consigli a rimanere dove

lepoca e

una lega contro

Francia.

suo

questo

poi
di

trasferirsi a Lione;

fio

ma

trovava.

non troviamo menzione

di lei, e

neppure sappiamo

luogo di sua morte.

una principessa

di

talento

ma

poco atta per a conoscere

gli

astrusi intrighi duna corte.


(1)

Condotto nel 1499 in Francia da Luigi XII, fu posto

di Benedettini, ed ivi mor in ancor tenera et per

in

un monastero

una caduta da

cavallo.

99
SFORZESCHI

1494-1500.

Carlo Vili sul trono di Francia Luigi XII e col-

Papa

legatosi col

piomb su Milano

e coi Veneti,

ed obblig Lodovico a fuggire in Germania co suoi


Francesi

tesori.

bardia

Lodovico

scende

cenari

lano e

fecero tosto odiare

si

Lom-

in

assoldato un esercito di mer-

Alpi e rientra festeggiato in Mi-

le

muove ad assediare Novara. Tradito da suoi,


in mano ai
Francesi
che lo condussero

fu dato

dopo

prigioniero nel castello di Loches, dove mor

10 anni. Spos Beatrice dEste, che


di

Massimiliano e Francesco

II,

lo fece

padre

che seguono dopo

Luigi XII (1).

FRANCESI

1500-1513. Luigi XII, re di Francia

IX duca

di

Milano.

SFORZESCHI

1512-1515. Massimiliano,

figlio

Lodovico

di

il

Moro. Dapprima

chiamato Ercole poi Massimiliano, per gratitudine


allimperatore che lo accolse dopo la disgrazia di

suo padre. Raming dodici anni nella Svizzera ed

Germania

in

formata da

Milano
rese

(I)

poi

chiamato

Giulio II

contro

in
i

patria dalla

Francesi

29 dicembre 1512. Salito

il

odioso

colla

al

lega

entr in

trono

si

sua depravata condotta nellop-

Leonardo da Vinci intraprese per ordine del duca tre opere

insigni

il

Cenacolo del Redentore, dipinto nel refettorio della chiesa delle Grazie

il

gran colosso equestre in bronzo rappresentante

il

duca, che fu distrutto

dai Francesi condotti da Luigi XII; e la terza opera fu, di aver uniti

i due
mezzo di un canale di comunicazione insuperando con sei conche la differenza di livello di

navigli dell Adda e del Ticino col

trodotto

in

Milano

15 braccia.
che Lodovico abbia introdotto per il primo in
Il Rosmini ci accenna
Lombardia la coltivazione del gelso o moro, per cui si vuole che dato gli
fosse il soprannome di Moro
che altri dice assegnatogli per il suo color
bruno ed altri (Giovio), della sua divisa che era lalbero moro simbolo
,

della prudenza, di cui egli

si

diceva professore.

100
SFORZESCHI

primere quelle

1512-1515.

duta

Lombardia

la

erano

citt che gli si

1815

nel

Per-

ribellate.

battaglia di

colla

Melegnano, combattuta dagli Svizzeri, contro FranI

re

Milano,

ma

cesco

di

anno

stesso

dello
diritti

Francia

5 ottobre

il

a quel re

cedette

ritirandosi

chiuse nel castello di

si

fu costretto a capitolare ed

tutti

suoi

con una pensione di

Parigi

trenta mila ducati, ove mor nel 1530.

FRANCESI

1515-1521.

Francesco I re di
Fu lundecimo duca

Francia

sostenuta con

lotta

per circa sei anni

Carlo

ducato

il

Luigi XII.

di

figlio

Milano. Memorabile la

di

da questo
,

re.

Tenne

fu costretto ce-

poi

nuovo agli Sforza.


Durante il governo di Francesco fu pubblicato
suo
nel 1520 una grida del conte di Lautrec
derlo di

monetazione. In essa
1 Il

metodo

legge sopra
di tutti
,

in

generale

luogotenente

allora

monete

riguardante

ricavano tra

si

tenuto

le

Italia

cose:

per assicurare una

cio di sentire

il

parere

tribunali , di tutti gli ordini della citt

persone pi intelligenti in

delle

le altre

la

2 Il disordine di gi introdotto di

monete con monete


nell introdurr e

tal

mercanteggiare
cambia-valute

e lindustria dei

monete

di

particolarmente in piccoli

minor valore
feudi

tasi

una proporzione comune

delle

Zecche maggiori ;

ccc.

V.

materia ;

coniate

ove non serba-

livellata sul corso


il

Carli, Tom. v.

pag. 52.

SFORZESCHI

1521-1535.

Francesco
Moro,

fu

periali

ed

II

Sforza,

lultimo
i

altro figlio di

Lodovico

il

duca della sua dinastia. Glim-

pontifcii,

scacciano da Milano

condotti da Prospero Colonna,


i

Francesi nel novembre del

101

SFORZESCHI

1521-1535.

1521

Francesco

port questo
contrastato

II

venne proclamato duca e

per circa tredici anni

titolo

sempre

da Francesi e Spagnuoli. Mor senza

lasciando per testamento


1535
Lombardia allimperatore Carlo V.

prole lanno

la

102

VIIX.
DOMINIO

RE DI 3PAQNA

DEI

DEL RAMO AUSTRIACO

E DEL BORBONE FILIPPO V COL TITOLO


DI

DUCHI

olla

morte

'^} pass
-s^-^-j{,.(I

v
con
altn

MILANO, DAL

DI

di

per di

Francesco

II

535 AL 1706

Sforza

testamento

lui

all

qual re di Spagna), primogenito

stria e di

Giovanna

d Aragona, nel

1535. Questi, durante

Francesco

I,

stanco del

gran

potere
figlio

ducato

rinunci

il

Milano

Carlo

di Filippo I

dAu-

novembre dellanno
ebbe a lottare

con molte altre

Filippo

di

imperatore

suo dominio,

il

re di Francia, e

ducato di Milano a suo

il

trono

nazioni;
il

titolo

ed
del

nellanno 1556, e mor nel

II,

1558. Filippo di carattere diverso assai da quello di suo padre,


era vendicativo, inflessibile, sanguinario

ed

ipocrita

nellistesso

tempo.

Morto questi

nel

1598,

gli

successe

Filippo III nel suo do-

minio col solito titolo di duca di Milano, che gli fu contrastato


dal duca di Savoia.
figlio

Morto Filippo

III

nel

1621

gli

subentr suo

Filippo IV, di carattere generoso, molto affabile e dotato di

qualche talento politico e militare. Cess questi di vivere nel 1661,

103
per lasciare
avuto

corona a suo

la

Carlo

figlio

maschile dopo di s

prole

successione fra molte potenze d'Europa

mento

1700

Borboni

della stirpe dei

come Filippo V, re

sul trono

Questo

il

quale non avendo

sebbene con suo testa-

F rancia

lasciato erede del suo trono Filippo di

avesse

duca dAngi

li,

diede origine alla guerra di

sovrano

ebbe

di

Spagna

del 1706.

Il

duca

movimenti

sostenere dei

lAustria e mor sul fine

che difatti compar nel

VI

contro

dominio della Lombardia

pass quindi nelle mani deHimperatore Giuseppe


tantosto a suo fratello Carlo,

di Milano.

ostili

che cedette

I,

questo nome per lAustria e

di

qual re di Spagna e nostro duca.

III

governo degli Spagnuoli e del Borbone sopra Milano dur

Il

anni 171, dal 1535 al 1706.

Moneta.

regnanti

Spagna che ebbero qui potere

della

in qualit di duchi di Milano non offrono gran studio

oltre

tico:

monete loro

le

ogni

in

metallo, vi

numisma-

hanno alcune

medaglie.

Le

che

teste

non

zione

offrono

le

monete

alcunch

presentano

e le medaglie di questa se-

straordinario: in

di

alcune di

Carlo II va unita quella della sua tutrice-madre Anna.


tipi dei

presentano S. Ambrogio

rovesci

talora in atto

di

benedire, talora sferzante gli ariani, talaltra la Salute col fiume

Po

fra

oltre altri della croce gigliata. Il

due rami

il

serpe visconteo

il

nome

del regnante coronato

giglio coronato

lo

stemma

ducale di Milano solo, o inquartato col reale di Spagna.

Le leggende

latine

espongono

ora

si

trova nellarea, ora sotto

in

caratteri

di

metter

La

solito

al

testina di S.

titoli

dei

testa, ora nel rovescio, ora

la

cubitali e qualche volta

lepoca sulle monete

nomi e

accompagnate dallepoca, che

regnanti, quello della citt, talora

si

fa

appena

visibili.

comune

Ambrogio che precede

la

Luso poi

in questa sezione.

leggenda,

continua

pur anco a comparire.


Fabbrica: riguardo

ai

tempi

fezione nellarte; la figura

Rarit: piuttosto

comune

si

dovrebbe vedere maggior per-

non mai uniforme.


la

moneta degli Spagnuoli, tranne

alcuni pochi tipi speciali. Rare sono le medaglie in generale.

104
Del resto

la

numismatica di questepoca nulla presenta

teressante allocchio artistico, se


Irregolaritc di conii

forma

di

eccettuino alcune di Carlo V.

si

disposizione nelle leggende

di

d'in-

negli anni e spesso nei pesi, ci che presenta la monetazione

spagnuola.

Prima

di

dare

la

cronologica dei

serie

regnanti

non sar

discaro ai lettori laccennare quivi quanto fu detto dagli eruditi,

intorno

al

monetaria

governo spagnuolo per ci che riguarda la ragione


di quel

a questa e con

tempo

epoche anteriori

fatto confronto colle

a noi vicina dellultima met del secolo

quella

xviii e principio del xix.

Governo Spagnuolo.

Se

tutti

domimi

stranieri furono

per noi infausti sotto ogni rapporto sociale, quello degli Spagnuoli

gode dei primi

posti in tal genere, sebbene dallaura insensata

Spagna

del vulgo e da alcuni venduti scrittori siasi detto che la

avesse arricchita la Lombardia

Muratori nei suoi annali allanno 1500

Il

che

co suoi tesori.

lItalia

era stata

ci

xv

pi ricca dal xii al

dice chiaramente
secolo,

quello

di

che fosse mentre scriveva, volgendo la met dello scorso secolo.


conte Mulazzani, dotto in tale materia,

Il

lasci scritto

ci

una

sua memoria sulla monetazione della Spagna (1), dove ci racconta che il benemerito Argellati
bolognese ci fece conoscere
,

la quantit delloro e dellargento

che sort dalla nostra officina

monetaria- nel lungo spazio dei 157 anni del dominio spagnuolo
fra

noi.

Seguendo

Dissertazione 27,
Ital.

Tom.

il),

egli

limpulso

De Moneta

dato

dal Muratori

sive jure cudcndi

raccolse gli scritti e

allappendice, pag. 21

Ant

documenti numismatici del

De

suo tempo. Nel Tom. in della sua opera, dove parla


Italice,

nella sua

nwntnos

lArgellati

pubblic

Monetis

registri di

Zecca di tutta lepoca suddetta; registri riveduti quindi dal Carli.


Dice egli pertanto, che loro battuto fu di 49 milioni di

lire ita-

biglione per altri 13

compo-

nenti la sua fina parte, e tutta la monetazione dataci dalla

Spagna

liane,

largento di 201, e computato

ammonta
(I)

perci a 263 milioni,

il

come

risulta dalle sue tavole.

Milano, presso Redaelli, 1818. Opuscolo in-8 di sole pag.

1(1.

105

Ma

sebbene

sembrare

questa cifra

considerevole

autore, mostra che nel

2G3 milioni

di

solo

anni 29

ad

si

ammonta

385 milioni

italiani

avr

indotti

agli

unisce lo stesso

ci

giro di 29 anni la cifra del

rario stampato nella nostra Zecca


nesi, pari

possa

tavola che

unaltra

nume-

a 502 milioni mila-

crescenti,

quali divisi per gli

ragguaglio di 13 milioni circa allanno, mentre

il

non conta che un milione e

nella vantata ra spagnuola

*/

per

ogni anno.
Si vede

dopo

che

adunque che

Lombardia era diventata pi danarosa

la

cessato di partecipare alle ricche miniere del-

aveva

lAmerica.

Sotto

governo

il

computate quelle

di

italico poi nella sola

Bologna e

lioni di lire italiane nel

breve corso di

sei

anni dal 1805

102 mial

1813

regola prodigiosa di 17 milioni per anno.

in

Mulazzani prende lassunto a questo proposito

Il

che
i

Zecca di Milano, non

di Venezia, si batterono

deirAmerica fossero trasportati sul nostro suolo nei se-

tesori

xvi

coli

Comincia

e xvii.

Federico Barbarossa
per

citt dItalia unera


si

nuova

trov fondata nel mezzo del

vedendosi ridotto

di grandezza.
1

200.

fabbriche innalzate in quellet, e


talli

pace di Costanza del 1183.

egli dalla

in quel trattato

armi valorosamente impugnate contro

le

spiegare

di

pi ricca ancora, prima che

lInsubrja nostra era

lItalia e

oro

argento

ed

che

ci

La

di lui,

alle strette,

procur

alle

prosperit nazionale

Ne fanno prova le sontuose


nummi nei due me-

prelibati

restano di quel secolo sortiti da

tante Zecche italiane.

Per testimonianza
si

Tomaso Mocenigo,

di

Il

200 mila
Villani

ci

argento, oltre ad 800 mila soldi.

in

assicura, che

400 mila zecchini

e pi di

Crebbe con questi mezzi

mondo

istruito sa

quanto

industrioso sotto tutti

in

Firenze ogni anno sortivano

20 mila libbre
la

siasi

peso dargento.

in

potenza commerciale dItalia, e

torno dalluomo

operato in quel

finire del

dalla

malvagit

degli

uomini

xv

per

come

dice

secolo

avvenimenti fatali nellordine di natura accresciuti,

Mulazzani

il

rapporti darte e di scienza.

Tale prosperit per scompare col

il

doge nel 1421,

batteva un anno per laltro per un milione di zecchini in oro

e per

gli

eletto

nel passaggio del

106

Capo

di

Buona Speranza

commercio

di

divenir

fecero

Milano,

dalla

per

calata di Carlo Vili

di Carlo

contrade

nostre

tolse qual fulmine

la

il

successione del

gran signore Solimano. Le miserie nostre

soggetti al

immense

ci

antico; e le guerre che per

ridussero al segno di desiderare persino di

ci

1494 allabdicazione
nelle

mondo

Aragonesi da Napoli,

lespulsione degli

ducato

nel 1497, che

le ricchezze (lei

le

re di Francia

si

del

imperatore, percorrendo ovuuque

indisciplinate e feroci soldatesche spa-

guuole, tedesche,

francesi

e rovine, e tutti

terribili

di

nuovo

e svizzere,

portando dietro s stragi

disordini e violenze dei

governi mi-

litari.

Carlo

reso

stre piaghe, continua

simo governo

padrone del ducato

di

Milano dopo

Casa Sforza, avrebbe potuto rimarginare

lestinzione della

fin

sempre

lo stesso

Mulazzani,

ma

il

le

no-

suo pes-

invece coHimpoverirci del tutto. Congrega di

perversi uomini decidevano tirannicamente dellattitudine di tutti,


la

tanto rispettata podest consolare resa, avvilita ed annichilita

dalla facolt dispotica concessa daUappello al Senato.

popoli per tal

modo

caduti nellignominia, rimasero per la

inerzia del commercio, dellagricoltura e per le terribili imposte


nella pi orribile miseria, carichi di tanti debiti, dei quali se ne

rese impossibile lestinzione.

CKO\OMHJIA.

SPAGMJOLI

1535-1556.

Caklo

V, imperatore dAustria, re di Spagna e duca

di Milano.

Sebbene con Carlo

abbia incominciato la di-

nastia spagnuola per noi


senta

egli

pero non

sulla nostra moneta come duca di

si

pre-

Milano

avendo venduta rinvestitura del ducato a Francesco

II Sforza. Nel 1535 torn duca,

ma

questo

107

SPAGNOLI
non comparve mai

titolo

sulle sue

monete qui co-

di Carlo V, re di

Spagna e duca

niate (1).

153G-1598. Filippo

figlio

II,

di Milano.

1598-1021. Filippo III,

duca

di

1621-1065. Filippo IV,

duca
1605-1700.

precedente, re di Spagna e

del

(2).

figlio

Filippo III, re di

di

Spagna

di Milano.

Carlo
la

figlio

Milano

II,

nato nel 1661. Succedette al padre sotto

reggenza di sua madre Maria Anna dAustria.

Mor a 39 anni, lasciando erede del trono

di

Spagna

Filippo di Francia, duca dAngi.

Le prime sue monete portano col suo il busto


nome della madre. Uscito di tutela portano

e il
il

solo suo busto e nome.

V Borbone,

1700-1706. Filippo

Nel 1701

lano.

Madrid

sciuta nei Paesi


di

il

Spagna

suo

duca

di

Mi-

ingresso solenne

in

sua sovranit venne quindi ricono-

la

re di

fece

Bassi

nel

Napoli. Dal 1706 cessa

Milanese e nel regno


il

suo potere assoluto

sul ducato di Milano, rimanendogli solo le pretese.

Finalmente

il

30 aprile 1725 sottoscrive

con cui rinuncia

ai

il

trattato,

regni di Napoli e di Sicilia, ai

Paesi Bassi ed al Milanese, che viene assicurato a

Carlo
alla

(1)

Durante

il

III

lImperatore dal canto suo rinuncia

Spagna ed

governo

di

Carlo

alle Indie.

Milano conosce

il

suo primo censi-

mento.
(2)

In quest'anno venne da D. Juan Velasco, contestabile di Castiglia e

governatore dello Stato di Milano, pubblicata una grida generale sopra

monete.

le

108

IX.
DOMINIO AUSTRIACO ED AUgTRO-LORENESE

IMPERATORI DOCCIDENTE
DUCHI

MILANO, DAL

DI

RE

E
1

ROMANI

DEI

706 AL 1796

mpadronitosi del ducato di Milano Giuseppe


tore

Romani,

dei

Eugenio, poco

lo

nel

godette, passando questi nel 1711 a

Carlo VI. Sotto questi

uno

Spagna
di

scopo

due principi

Milano fu sempre

di negoziazioni fra loro e Filippo V,

per duca di Milano. Finalmente poi cadde

Carlo VII,

impera-

I,

mezzo del principe

per

1706,

nelle

re di

mani

che protestando contro la Prammatica Sanzione,

non voleva riconoscere

Maria Teresa, facendosi nominare nel


1740 a sovrano. Spogliato poi quegli de suoi Stati, lo scettro

imperiale e ducale

pass nel

Carlo VI, la quale

si

Francesco

figlio

I,

scelse nel

Maria

chiam a compagno

di

duca

Leopoldo

questi felicemente, sinch


si

1745

di

di

morendo Francesco

1765 a successore

il

figlio

Teresa,

I,

trono

sino

al

1790

in

di

di

trono

Regnarono

la di lui

vedova

Giuseppe II, con cui

regn insieme, finch morta anchessa nel 1780,


al

letto

Lorena.

figlia

egli solo

cui mor. Succedutogli

rimase

Leopoldo II.

109
altro

stesso

Maria

di

figlio

Nel 1796 nate

II,

Giuseppe

di

fratello

figlio

di

Leopoldo

II

nello

e Cisalpina ossia

Francesi in Italia sotto la scorta

Bonaparte, Francesco costretto a ritornare in Germania,

sciando a costui

Ricompare

dominio

il

di

Milano

la-

e delle limitrofe citt.

fra noi nel 1799, per ritornare tosto

nuovo

egli di

il

li.

Repubbliche Transpadana

le

la discesa dei

Cispadana, per

soltanto sino al 1792, trasferendosi

anno, dur questi

dominio a Francesco

di

Teresa

a casa sua per listituzione della Repubblica Italiana; e con lui


cessa allora

Francesco

Francesco

duca

di

titolo

il

riebbe

II

di Milano.

Lombardia

la

nel

1815

in

di

regno Lom-

imperatore dAustria e re del nuovo

qualit

bardo-Veneto.

Mano

Moneta.

mano che

la storia

monetaria dei

golarit

nella

non

si

forma

ci

avviciniamo

tempi nostri,

si aumenta e prende della renummi; laddove nei secoli precedenti

regnanti

dei

presentano che masse informi

lanello

ai

di metallo

(non conoscendosi

che ne d loro la perfetta forma circolare) e spesso

di

inegual peso e di varia bont.

Maria Teresa
la
i

fra le tante

monarchia e specialmente
gravi

disordini

sulla nostra

lei

operate su tutta

Lombardia, conoscendo

insorti nello Stato per linesatto sistema

netario circolante e per


golarit, ed a tal

provvidenze da

li

abusi

insorti

pens

di ridurlo

moa re-

uopo ne ordin unapposita grida, emessa uel

25 ottobre 1778.
Questa serie

ci

offre

in quantit sia

monete che medaglie

in

ogni metallo.

Le monete
I

tipi

stemma

di questa sezione in generale offrono quasi

rovesci

dei
di

sempre

regnante, spesso laureata.

la testa del

delle

monete consistono dordinario

Milano inquartato con quello dellimpero

pare di nuovo

il

S.

nellarea circondata

Ambrogio

e talora

nello

talora com-

una semplice leggenda

da un fregio ne occupa

il

rovescio.

Le me-

daglie poi offrono tipi diversi allusivi alle circostanze dei tempi.

Da Maria

Teresa in avanti sulla costa delle grosse monete

legge la divisa del regnante.

si

110

La leggenda

sempre

regnante e della citt


dalla

lira

in

gi

si

esprimente

latina,

spesso vedesi

espresso

trova

nomi

lepoca. Negli

del

titoli

ultimi anni

valore della moneta in

il

lingua italiana e colle cifre romane od arabiche.

La

fabbrica

monete

delle

questa serie in generale ordi-

di

naria, spesso sente la perfezione,

massimamente quando

mo-

la

neta fu sottoposta allanello.


Rarit: non difficile

formare una

il

serie

completa delle mo-

nete di questa serie; ricercate sono per alcune medaglie.

no\oi,or;ii.

AUSTRIACI

1700-1711.

Francesco
di

I, imperatore e

Leopoldo

duca di Milano,

figlio

I.

La moneta

che esiste di questo principe non fu

battuta in Milano, n quella coniata in

od altrove parla del nostro ducato,

Germania

per cui non

viene annoverata nella moneta patria.

1711-1740.

Carlo
tello

VI, altro

figlio

di

Leopoldo, successe

neHimpero e nel ducato

di

fra-

al

Milano. Sostenne

guerre con varia fortuna e morendo lasci alquanti


imbarazzi per la successione.

Le sue monete portano laleggenda di CAROLYS 111

HISPANIARVM REX ET MEDIOLANI DVX


esser stato acclamato re di

bre 1700, e dopo

doppia

corona

il

di

monete s'intitolava:

Spagna

il

per

12 settem-

1711 port come Carlo

V
.

HISPANIARVM REX MEDIOLANI DVX ET


1740-1745.

Carlo

VII,

Occup

il

figlio

di

C.

Massimiliano duca di Baviera.

trono per essersi opposto alla

tica Sanzione.

la

Spagna ed imperiale e nelle


CAROLVS VI D. G. IMI1 ET

Pramma-

Ili
AUSTRIACI

Durante

1740-1745.

terregno

nostra citt

per

suo governo Milano conosce

il

in-

tin

nel quale non si coniarono monete nella

continuando

VII non

Carlo

cui

Germania sebbene

corso delle anteriori,

in realt fosse re de '

ed imperatore

il

figura che su quella di

Domani

d Occidente.

AUSTRO-LORO.
1745-17G5.

Francesco
Regn
Per

I, figlio

Leopoldo duca di Lorena.

di

augusta sua consorte Maria Teresa.

colla

moneta non

nostra

sulla

si offre

mai

il

suo nome.

1745-1780.

Maria Teresa,
fino allanno

figlia

Carlo VI. Regn col marito

di

17G5 e

col figlio sino

Questa imperatrice scorgendo


insorti

tario

E
di

nello

Stato per un cattivo sistema mone-

ne ordin uno nuovo nel 25 ottobre 1778.

gi

di

rame una

mane

1780.

al

grandi disordini

1777 mostr

nel

all'Italia nel soldo

bella testa cavata dalle greche e ro-

produzioni. In

ogni

moneta

altra

d'oro

d'argento e di biglione present dei tipi bellissimi

per nitidezza d'incisione

per

per disegno castigato

sufficiente rilievo.

Ordin dessa con quel primo decreto il richiamo


monete nazionali di rame sostituendone al-

delle

maggior peso e valore facendo batnuova moneta d'oro e d'argento erigendo


una nuova Zecca per uso e vantaggio di questa
provincia. Fece pertanto coniare la nuova moneta
trettante di

tere la

nazionale in oro consistente in doppie alla bont


di carati 21. 20, e zecchini alla bont del gigliato
cio di carati 21.20. In argento
lo scudo
il
,

mezzo scudo alla bont di denari 10


e lire alla bont di
i

soldi ,

1780-1790. Giuseppe

mezzi
II,

denari 6

soldi,

figlio

di

grani 18,

grani 15. In rame

quarti e

Francesco

sesti di soldo.

e di

Maria Te-

112
MJSTRO-LOREN.

1780-1790.

resa.

Regn

colla

madre

dal

1705

fino al

solo sino al 1790, lasciando di s gran

Durante

il

1780 e

nome.

suo governo continu in Milano

il

sistema monetario da Maria Teresa introdotto nel

25 ottobre 1778. Nel 1786 venne pubblicata una


nuova grida collaumento delloro.
1790-1792.

Leopoldo
regnante

II, fratello
la

al

precedente. Sotto questo

rivoluzione francese, che scoppi nel

1789, sconvolse tuttEuropa, rovesciando quasi


i

tutti

troni.

Continua anche

sotto questo

regnante

il

sistema

monetario di Maria Teresa sua madre.


1792-1796.

Francesco
di

imperatore e duca di Milano,

Leopoldo IL Nel 1796 per

politici

abbandona

Anche
di

II,

Maria

la

sconvolgimenti

Lombardia.

sotto di lui continua

Teresa.

gli

figlio

il

sistema monetario

13

X.
REPUBBLICA

DALLANNO

CISALPINA

FRANCE3CO

NUOVO

DI

II

DAL

799

REPUBBLICA ITALIANA DAL 1800 AL

CON NAPOLEONE

D ITALIA

DEL NUOVO REQNO

/<L

1S05.

799.

1800.

y\L

MILANO

796

REQN 0

CAPITALE

1805-1814.

governo alternativamente francese colla repubblica Ci-

mm^
y

salpina, austriaco collimperatore Francesco II, di

francese colla repubblica


dItalia

primavera

le

Lombardia
1796

al

Alpi dalle montagne di Nizza,

I79G. Nella

del

tutta,

Lombardia

che

ai

Russi con

ritorn

cesco II nel 1799.

Fran-

di

Montenotte data

Austriaci, Francesco II

si

in potere dei francesi

in repubblica Cisalpina

1799.

uniti
,

gli

Milano fu eretta

Richiamato quindi Napoleone


Austriaci

battaglia

anno fugati

Germania, lasciando

ritir nei suoi Stati di

dal

nuovo

finalmente regno

condotta del generale Bonaparte entrarono in Italia

nellaprile dello stesso

la

con Milano capitale.

Superate

cesi sotto la

nella

Italiana

Ma

di

in Francia,

ritornarono quivi gli

poderose squadre

allora

nuovo

dominio
i

imperiale

e ripresero la

sotto

Fran-

Francesi qui reduci nel 1800

114

Bonaparte

collo stesso condottiero

nuovamente

tere

pubblica

Italiana

parte.

la ritirata, e

sotto

cui fu stabilito

di

Austriaci dovettero bat-

presidenza del primo console Bona-

la

questa forma

gli

nostro governo fu eretto in re-

il

governo dur sino allanno 1805,

regno dItalia con Napoleone

il

I.

regno di Napoleone, sebbene di pochi anni, ha prodotto un

Il

cambiamento generale nel mondo, molti vantaggi, molti

La

sempre calcolato dal

La

progresso

saument nel

civilt

per

in

delle scienze

disastri.

delle arti

monarca.

filosofo

fortuna per non sempre fu propizia alleroe! Inimicatesi,

sue molte azioni guerresche tante nazioni,

le

forma contro

si

di lui unalleanza

che lo riduce nel 1814 ad abdicare le corone:

dopo

spedito

di

che vicn

per favore di

alcuni

prigione allisola dElba. Di l fugge

suoi

dito ancora nellultima

ma

soltanto per cento giorni. Tra-

sua battaglia di

Vatcrloo,

per simpatica tendenza allInghilterra, che

manda

10

allisola di S.

granduomo,

del

seramente

abbandona

si

tiene prigioniero, e

lo

Elena, ove daccordo colle altre nemiche

non senza sospetto

finisce,

suoi giorni, dopo

20 marzo

e ritorna a Parigi nel

fidi

1815 per regnare di nuovo,

di lento veleno, mi-

un tormentoso

esiglio

di circa sei

anni nel 5 maggio 1821.


LItalia occupata dagli

Francesco

II,

Alleati

torna per convenzione loro a

imperatore dAustria, divenuto

nuova

nella

I,

costi-

tuzione fatta del regno Lombardo- Veneto nel 1815.

Moneta.
a circolare

vembre 1797
Bonaparte

Durante

il

primo periodo in Milano continuarono

monete austriache

le

il

che

di

Francesco IL

Direttorio esecutivo ordin in


la

Nel

nome

nostra Zecca dovesse prestarsi

14 no-

del generale

premesso

il

servizio per la repubblica Cisalpina, anche ai bisogni dellarmata

francese. Alle
11

30

di

titolo.

Duca
Con
del

monete gi

soldi coi

Con

in

corso di Francesco

II, si

riprodusse

due anni 1799-1800 senza alterazione


questimperatore

cess

sulle

monete

il

di tipo
titolo

di

di Milano.

ordinanza

governo di

nazionale

si

26

luglio

1800

Milano ordin

la

Commissione straordinaria

che oltre allavere una moneta

offrisse alla repubblica

Francese un attestato per-

115
jietuo

pubblica riconoscenza; perci venne ordinato

di

dello

scudo di Milano

tasse

remblema

in argento,

il

conio

quale da una parte presen-

il

della Riconoscenza della repubblica verso la

gran

Alla Nazione Francese la Repubblica


Cisalpina riconoscente dallaltra
mezzo ad una corona di

quercia:
27 aprile anno Vili e nel
Scudo di Lire
contorno Unione e Virt.
nazione colla leggenda:

in

sei,

Nel 9 marzo 1801

Consulta legislativa della repubblica Cisal-

la

pina ad oggetto di tramandare alla memoria dei posteri la nazionale


esaltazione per lepoca della celebrazione della pace congiunta a

quella della fondazione del Foro Bonaparte, decret

nuova moneta nazionale dargento


m

soldi

30

di Milano, che

Pace celebrata
dallaltra

la

donna coronata

soldi

10,

inoltre

Cisalpina

spiche a sinistra

in

in basso

questo

il

conio di una

peso e valore di

fondato anno
in

effigiata

IX

un busto

collepigrafe in alto

di

Re-

Soldi 30.

turno

soldo

5 e del

di soldi

titolo

avesse da una parte liscrizione seguente

Foro Bonaparte

repubblica
di

pubblica Cisalpina

Ebbero

del

corso

le

monete erose

di

collindicazione dellassedio di

Mantova.

Con decreio 26
neta

uniforme

aprile

per

vice-presidente Melzi ordina

il

tutta

la

una mo-

repubblica Italiana. Credo merito

dellopera di qui riportarlo.

LEUUE SELLE MOVETE.


Milano, 26 aprile 1804, anno
II

Governo

III.

proclama legge della Repubblica

il

seguente De-

creto del Corpo Legislativo, ed ordina che sia munito del sigillo
dello Stato, stampato, pubblicato ed eseguito.
Il

30 aprile 1804, anno


Finn.

III.

MELZI,

Vice-Presidente.

Il Consigliere Segretario di Stato

Finn. L. Yaccari.

116
Milano,

26 aprile 1804, anno

il

IL

Radunato

nel

111.

CORPO LEGISLATIVO

numero

Membri

di

prescritto dallalt.

84

della

Costituzione, intesa la lettura di un progetto di legge sulle Monete,

approvato dal Consiglio Legislativo


trasmessogli dal Governo

Camera

nicato alla

sua

seduta

del

il

III,

giorno 24 del mese suddetto, comu-

degli Oratori nello stesso giorno, intesa nella

26 dello stesso mese

progetto, raccolti

23 aprile 1804, anno

il

la discussione sullistesso

suffragi a scrutinio segreto,

DECRETA.
Titolo

I.

Disposizioni generali.
Art.

Vi sar una moneta nazionale che avr corso e valore

in tutta la Repubblica.

Art. 2. Quattro denari dargento del nuovo peso della


stabilito dalla legge

blica,

tino,

costituiscono

lunit

27,

1803

al

titolo di

monetaria, che

Repub-

nove decimi di

comprova

il

nome

di

Lira.

Titolo II.
Formazione

delle

Art. 3. Si faranno tre monete di

una centesima parte della

lente ad

tesimo.
della

La seconda

lira,

equivalente

rame puro:
lira,

Il

lira,

e sar

la

prima equiva-

denominata cen-

a due e mezzo centesime parti

sar denominata mezzo soldo.

cinque centesime parti della


Art. 4.

Monete.

e sar

La

terza equivalente a

denominata soldo.

peso del soldo di denari dieci; quello del mezzo

soldo di denari cinque; quello del centesimo di denari due.

117
Art.

rame non

Nelle monete di

5.

tolleranza di

vi

peso in

meno.

Non potranno

Art. 6.

somma

due milioni

di

somma

zione di questa

rame che per

esser fatte monete di

mezzo

di

rompono

si

Terminata

lire.
i

la

la

fabbrica-

punzoni.

Art. 7. Si faranno cinque monete dargento, la prima equivalente


lira.

quarto di

al

La

terza la

equivalente a cinque
Art. 8.

loro

Il

La seconda equivalente alla met della


La quarta equivalente a due lire. La quinta

lira.

lira.

lire.

nove decimi di

di

titolo

fino e

un decimo

di lega.

Art. 9.

Il

peso del quarto di

un denaro;

lira di

Quello di mezza lira di due denari;


Quello della lira di quattro denari;

Quello delle due

lire

Quello delle cinque


Art.

10.

La

di otto denari;
di venti denari.

lire

tolleranza del titolo per le monete dargento sar

di tre millesimi tanto in pi

Art.

il

La

due

di

lire

quanto

tolleranza del

millesimi, per la

dieci

11.

mezza

in

meno.

peso sar per

il

quarto di lira di

lira di sette millesimi,

cinque millesimi e per

il

cinque

lire

per la
di

lira

tre mil-

lesimi tanto in pi quanto in meno.

12. Si far una moneta doro al taglio di centoventicinque

Art.
in

una libbra
13.

Art.
e

del

un decimo

peso nuovo

titolo

Il

di

questa

(1).

moneta

di nove decimi di

fino

di lega.

Art.

14. Il peso di denari otto.

Art.

15.

La

tolleranza del

titolo

sar di due millesimi tanto

quanto in meno.

in pi

16.

Art.

La

tolleranza del peso sar di due millesimi tanto in

pi quanto in meno.
Art.

17.

Il

valore legale della

per autorizzato

il

moneta doro

di lire trentuna.

Governo a dichiararlo diverso

dallatto

dellemissione delle monete fino alla prima susseguente convoca-

li)

La

marchi

1,

libbra nuova giusta

once

1,

carati 78

il

regolamento

*21

dicembre 1807 equivale a

ed 8 decimi di grano.

118
Corpo Legislativo,

zione di

gento e delloro nei

sulla proporzione del prezzo dellar-

mercati

pi influenti

dellEuropa. Tale di-

chiarazione dovr essere sottoposta alla sanzione della legge nella

suddetta convocazione.

Titolo III.
Tipo delle Monete.

dente

moneta

18. Nella

Art.

doro sopra una superficie vi sar la

Bonaparte colla leggenda

testa di

stemma

Sullaltra superficie lo
in giro

giro

in

Bonaparte Presi-

e lanno della fabbricazione.

della repubblica colla leggenda

Repubblica Italiana

e nellesergo lindicazione del

peso della moneta.


Art.
ficie

blica

lo

19. Nelle

stemma

monete dargento e

Italiana e

Sopra

Art. 20.

Il

una corona

mezzo

di quercia collindicazione

e del peso nellesergo.

Governo prescrive

segno

il

lanno della fabbricazione.

laltra superficie

del valore nominale nel

torno e

rame sopra una superRepub-

di

della repubblica colla leggenda in giro

il

diametro,

della Zecca nelle monete:

forma del con-

la

il

contorno sar es-

senzialmente diverso doro, dargento e di rame.

Titolo IV.
Verificazione delle Monete.

Art. 21.

Non potranno

monete

le

nazionali

corso se prima non sia stato verificato


Art. 22. Questa verificazione

si

fa

il

alla

titolo

essere poste in
e

presenza

il

peso.

di

una Com-

missione composta di tre membri del Consiglio Legislativo e di

due membri della Contabilit Nazionale.


Art. 23. I campioni

mangono per
Passati

tre anni

tre anni

Art. 24.

che
in

avranno servito

deposito per

campioni

Le monete che

il

si

la

mandano

alla verificazione ri-

Commissione medesima.
alla fusione.

Governo credesse

di

far fabbricare

119
nelle

Zecche fuori del luogo della propria residenza, non potranno

esser poste in circolazione che dopo la verificazione dei campioni

da

farsi

Comune dove

nel

risiede

Governo.

il

Art. 25. In caso di frode nella scelta dei campioni gli autori,
fautori e complici

di

questo delitto sono

puniti

come monetari

falsi.

Titolo V.
Disposizioni dordine.
Art. 26.

Da

porteranno alla Zecca materie doro o

quelli che

dargento per essere monetate, non

si

potr esigere che un mezzo

per cento per loro e due per cento per largento.


Art. 27.

Se

le

materie sono di titolo inferiore al titolo mone-

tario, la Zecca esige altres


zione.

Lammontare poi

di

la spesa di

raffinazione e di parti-

questa Spesa sar calcolata sulla por-

zione delle materie medesime che raffinate basti ad innalzare la


totalit al titolo monetario.

Art. 28. Essendo


delle circostanze, di
le

impedito

al

Governo

attesa

la

specialit

proporre alla sanzione del Corpo Legislativo

Tariffe provvisorie e le

misure che giudicher necessarie per

lesecuzione della presente legge, potr egli presentarle col solo

voto del Consiglio

Legislativo attribuitogli dallarticolo 76 della

Costituzione.
Art. 29.

chiarer

corso

il

Quando sar emanata

la

nuova moneta

ragguaglio fra la medesima e

repubblica

nella

le

la

rispettive

legge di-

monete

precedentemente seguiti.

Finn. S.

Sott.

F.

in

onde regolare lesecuzione dei contratti

BOLOGNA

Gambara

A.

Presidente.

Cedrelli, Segretario.

Il Consigliere

Segretario di Stato

Finn. L. Yaccari.

120

Durante

monete

regno

il

Napoleonico

medaglie disposte con ordine storico e cronologico. Le

medaglie comprendono

tutti

Abbandonata
materia

monotonia tenuta da suoi antecessori

fredda

la

Napoleone dalla sua du-

fasti di

morte ed apoteosi.

plice incoronazione alla sua

nella

Zecca presenta molte

la nostra

monetaria

numismatica

adulazione in

linsulsa

quelle poche medaglie coniate dai loro plagiari, sotto questo eroe
il
modo di consegnare i fasti del regnante nei nummi,
come gi fecero gli antichi romani e grechi.
Con questi pezzi storici possiamo tessere una ben compita

rimase

storia delle gesta di questo regnante granduomo, tanto temuto,

e tanto invidiato e perseguitato da tutti

lunga

inferiori, e

monarchi a

barbaramente perduto per

le loro

gran

lui di

infami brighe

di gabinetto.

Venendo

vediamo dapprima che Na-

particolarit, intanto

alle

giugno 1805 ordin che fossero stabilite

poleone nel 28

Zecche del suo nuovo regno una a Milano,


Nel 21 marzo 1806 Napoleone
netario

che qui

trascrive

si

decret

come

si

laltra
il

le

due

a Bologna.

nuovo sistema mo-

fece per quello della re-

pubblica Italiana.

NAPOLEONE
Per

la

grazia di Dio c per le Costituzioni

Imperatore de Francesi

Considerando che a togliere


deformit

delle

monete

gli

Re

dItalia.

inconvenienti

derivanti dalla

corso nel nostro regno dItalia ne-

in

una nuova moneta uniforme nel

cessario introdurvi

peso,

titolo

e tipo;

Considerando che
stri

diversi

Stati

le

relazioni politiche e commerciali fra

esigono

che dovendosi

moneta, sia questa uniforme

alla

moneta legale gi

nostro impero di Francia;

Abbiamo

no-

fabbricare una nuova

decretato e decretiamo quanto segue:

in

corso nel

121

Titolo

I.

DellUnit monetaria.
Art.

1.

Cinque denari dargento del peso

27 ottobre 1803 (cinque granimi),

nove decimi di

di

titolo

al

stabilito dalla legge

costituiscono lUnit monetaria, che conserva

nome

il

di

fino,

Li) a.

Titolo li.
Della fabbricazione delle Monete.
Art.

2.

Le monete dargento saranno dun quarto

una mezza

lira,

cinque

di

di tre quarti di lira,

una

lira,

di

di

lira,

due

lire

lire.

3.

Il

loro

titolo

Art. 4.

Il

peso

del

Art.

di

di

di nove decimi

di

fino e

un decimo

di lega.

gramma

quarto (un
Art. 5.

Il

quarto

di

e venticinque

peso della mezza

lira

sar di un denaro e un

centigrammi).

lira sar di

due denari e mezzo

(due grammi e cinque decigrammi).


Art.

6.

quarti (tre
Art.

7.

Il

peso di tre quarti di

grammi
Il

peso

lira

sar di tre denari e tre

e settantacinque centigrammi).
di

una

sar

lira

di

cinque denari (cinque

grammi).
Art. 8.

Il

peso di due

Art. 9.

Il

peso di cinque

lire

sar di dieci denari (dieci grammi).

lire,

ossia dello scudo, sar di ven-

ticinque denari (venticinque grammi).

Art.
di

0.

La

tolleranza del titolo per le

tre millesimi tanto in pi quanto in

Art. 11.

La

tolleranza del

dieci millesimi, tanto in pi

e per

per

la

peso per

quanto

in

monete dargento sar

meno.
il

quarto di

meno

tre quarti, di sette millesimi tanto in pi


lira

per

le

quanto in meno; e per

due
le

lire,

di

cinque

lire,

sar di
lira

quanto in meno

cinque millesimi

lesimi tanto in pi quanto in meno.

lira

per la mezza

tanto in pi

ossia lo scudo, di tre mil-

122
Art. 12. Vi

quaranta

una moneta doro

sar

venti

di

lire

ed una di

lire.

Art. 13.

suo

Il

titolo

fissato a nove decimi

di

fino

un

decimo di lega.
Art.

14. I

pezzi da venti

saranno

lire

quanta per libbra (chilogramma) e

ranno

di settantacinque

al taglio

Art.

15.

La

tolleranza del

due millesimi tanto


Art.

16.

La

mezzo per

nella

titolo

quanto

in pi

taglio di centocin-

al

pezzi da quaranta

sa-

lire

libbra.

moneta doro sar

di

meno.

in

tolleranza del peso sar di due millesimi tanto in

pi quanto in meno.
Art.

simo

17.

Vi saranno delle monete

due centesimi

di

di

rame pure di un centeun soldo (cinque

di

tre centesimi e di

centesimi).
Art.

18.

peso

Il

del

centesimo

sar

due

di

(due

denari

grammi).
Art.

19.

peso

Il

del

due

del

tre

sar

centesimi

di

quattro denari

(quattro grammi).
Art. 20.

peso

Il

sar

centesimi

di

sei

denari (sei

grammi).
Art. 21.

peso del soldo (cinque centesimi) sar di dieci de-

Il

nari (dieci grammi).


Art. 22.

La

tolleranza del peso nelle monete di

un cinquantesimo

rame sar

di

in pi.

Titolo III.
Del
Art. 23.

Il

tipo delle

sopra

luna

genda:

Napoleone

delle

monete

superficie vi

del

del regno colla

Monete.

regolato nel

modo seguente:

sar la nostra effigie colla leg-

Imperatore e

cazione e lindicazione

stemma

tipo delle

nome

leggenda:

Ile

della

e lanno della fabbri-

citt

sopra laltra

Regno d'Italia

lo

e l'in-

dicazione del valore nominale della moneta.


Art. 24.

Il

contorno delle monete doro e delle monete d'ar-

gento di cinque

lire

protegge l'Italia.

e di

due

lire

porter la leggenda:

Dio

123
monete d'oro

Art. 25. Nelle

rame

e di

guar-

la nostra effigie

der la sinistra dello spettatore e in quella dargento la destra.


Art. 26.

ner

Un

regolamento di pubblica amministrazione determi-

rispettivo diametro delle monete.

il

Titolo IV.
Della verificazione delle Monete.
Art. 27. Le monete fabbricate a termini del

non potranno essere poste


cato

titolo e

il

La

Art. 28.

verificazione

sia verifi-

Regia Contabilit.

I direttori

immediatamente dopo larrivo

fa

si

una Commissione composta

nostro Consiglio di

del

prima non ne

in corso, se

peso.

il

dei campioni, alla presenza di

membri

presente decreto

Stato

della

e di

di tre

due membri della

fabbricazione

potranno

assi-

stere in persona o per procuratore alla verificazione.

Art. 29.

operazioni

processo

al

La Commissione former un processo


relative

alla

verificazione

verbale alle

trasmetter

copia

del

ministro delle Finanze e a quello del Tesoro pubblico

colla sua decisione.

Art. 30. I

campioni che avranno servito alla verificazione

marranno per

tre anni in deposito presso la

sima. Passato

il

triennio

campioni saranno

ri-

Commissione medefusi.

Art. 31. In caso di frode nella scelta de campioni, gli autori,


fautori

complici

in

questo

delitto

sono puniti

come monetari

falsi.

Titolo V.
Disposizioni d'ordine.
Art. 32.

materie

La Zecca non

doro o

dargento

esiger, da coloro che

per

essere

convertite

le

porteranno

nelle

monete

portate dal presente decreto, che la spesa di fabbricazione. Questa

spesa fissata a nove

lire

per ogni

libbra doro (chilogramma)

a tre lire per ogni libbra dargento.

124
Art. 33. Se
netario, la

le

materie sono di titolo

Zecca esiger

inferiore al

zione. Questa

spesa sar

medesime che

raffinata

ad

parti-

porzione delle materie

calcolata sulla

basti

mo-

titolo

altres la spesa di raffinazione

innalzare

monetario, e verr precisata a norma

la

della

totalit al
tariffa

titolo

da pubbli-

carsi.

un

Art. 34. Allepoca in cui verr con essa la nuova moneta,

regolamento di pubblica amministrazione fisser


la

medesima e
Art. 35.

le

monete

ragguaglio fra

il

in corso nel regno.

ministro delle Finanze del nostro regno dItalia

Il

incaricato dellesecuzione del presente decreto, che sar stampato,

pubblicato e inserito nel Bollettino delle leggi.

Dato dal nostro Palazzo Imperiale

delle Tuilleries

questo

giorno 21 marzo 1806.

Firm.

NAPOLEONE.
Per lImp. e Re
Il Ministro di Stato
A. Aldini.

Nel

successivo

24 maggio vennero

stabiliti

lo

stemma

il

diametro delle nuove monete.


Nelle monete dargento di un quarto di
di

tre

quarti

fiss la testa

di

lira e

sulle

lira, di

una mezza

lira,

monete di rame da una parte

nuda dellimperatore

e la

si

sua leggenda e dallaltra

la corona ferrea e lindicazione del valore. In tutte le altre

nete doro ed argento la solita testa e lo

stemma

mo-

del regno nel

rovescio, invece della corona ferrea.

La dimensione

fu

regolata colla

nuova misura portata dalla

legge 27 ottobre 1803, cio per:

Atomi

Oro.

Per

Da

il

pezzo da

lire

20

40

lire

...

26

21

125

Argento.

Atomi

Da lire 5
Da lire 2
Da lire 1
Da tre quarti
Da mezza lira
Da un quarto

37

.27
23
21

18
15

Rame.
Soldo ossia cinque centesimi

27

Tre centesimi

25

Due

Un

centesimi

22

centesimo

19

Successivamente nello stesso 24 maggio 180G vennero con decreto


laltra

imperiale stabilite

Zecche del regno: una a Milano,

tre

le

a Venezia, la terza a Bologna.

Nel 12 dicembre dello stesso 1806 fu messa

in pratica lattua-

zione della nuova legge monetaria pel regno.

Nel 12 gennaio 1807

monete del regno

pubblicarono

si

impronte delle nuove

le

dItalia.

Nel 6 maggio 1808 venne ordinata

in

Milano

lerezione del

Gabinetto Numismatico.

Nel 17 luglio dello stesso 1808 venne stabilita per la nostra

Zecca sola
al

titolo

la

di

fabbricazione della moneta erosa di

200 millesimi

di

fino e

del

centesimi 10

peso di 2 denari, colla

tolleranza del titolo di 7 millesimi tanto in pi quanto in meno,

millesimi tanto in pi quanto in

e colla tolleranza del peso a 7

meno.

Da una
mezzo

parte col tipo di

una

ad

sormontata della corona ferrea in

corona dalloro

e dall'altra in

mezzo

nominale della moneta, lanno della fabbricazione e


cativi della Zecca, colla

Fin qui

decreti.

leggenda

il

Napoleone Imperatore

Rimangono alcune cose

valore

segni indie

Re.

a rischiarimento di

12G
tali

ordinazioni che non sono ivi comprese, e che in questo lavoro

non

si

deve tralasciare di manifestare.

Interessando pertanto tutta la serie monetaria delle tre Zecche

non

del regno sotto questo monarca, devesi avvertire, che

batterono monete per

si

anni, n in

tutti gli

tutti

in tutte

metalli; la

nostra sola di Milano conta una serie completa dalle sue prime

prove del 180G sino a tutto

1814

il

Krrra

metalli.

Jlilaiio.

li

Nella nostra officina pertanto

e in tutti

cominci a battere per prova

si

In rame.
Nellanno 1806,

il

centesimo,

il

2 centesimi,

il

3 centesimi ed

soldo o 5 centesimi (che non ebbero corso).

il

Quindi dal 1807 a tutto


3 centesimi e

il

1S13

il

coniarono:

si

centesimo,

il

il

soldo o 5 centesimi.

In biglione.
Dallanno 1808 a tutto
Nellanno 1808
parte

si

legge

25 centesimi,
dallaltra

e nel

la

mezzo

31

disotto

si

fecero

per prova

allintorno

leggenda
la

1813

il

coni

si

il

liegno

fra

10 centesimi.

quarto di lira; da una

(l'Italia

nellarea

unanfora e un melagrano;

Napoleone Imperatore

Re. 1808

corona ferrea. (Questa moneta non ebbe corso,

ed assai ricercata dai raccoglitori).

In argento.
%

Dal 1807 a tutto

il

1814

si

coniarono

Dal 1807 a tutto

il

1814

si

batterono

Negli
di lira.

anni 1808, 1809, 1810 e 1814

quarti di lira

le

mezze

lire.

si

fecero

tre

quarti

127

Nel 1S07 a tutto


5

lire o

1814 sortirono

il

Nel 1810 sort pure dalla Zecca una

NATOLEONE

nella leggenda di

In
Dal 1807 a tutto

40

lire

le

due

le

lire

e le

scudi.

il

1814

si

monetale

lira collerrore

invece di Napoleone.

oro.

coniarono pezzi di 20

lire

e di

lire.

Zecca di Venezia.
\

In rame, in argento

in oro.

In questa Zecca non furono battute monete doro col

nome

di

Napoleone.

Zecea di Bolusna.
In rame,

questa

in argento , in oro.

Zecca coni monete in oro di questo regno a Na-

poleone.

Di

tutte queste

monete riescono

difficili

a rinvenirsi

prove in rame della nostra Zecca dellanno 1806,


in biglione e la lira collerrore

La monetazione
essere

dente
Il

battuta
al

le

prime

25 centesimi

monetale di Natoleone.

Napoleone nella nostra Zecca continu ad

di

sino

il

allanno

1819,

ma

non mai collanno ecce-

1814.

conte Mulazzani, dotto numismatico nella patria moneta,

offr nella

ci

sua memoria inserita nella Itivista Europea (gennaio

1844, pag. 14) un prospetto delle monete nazionali coniate nelle


tre

Zecche del regno dal 1 gennaio 1808

presentando
officine, e

il

numero

dando

dei pezzi delle

in fine

un sommario

al

ottobre 1813;

monete battute
di

quelle.

Ma

nelle dette

con questa

tavola, sebbene interessante in qualche parte, pure incompleta,

non

si

conoscono esattamente

quando

si

Zecche

(1).

cominci

Da

quelle

tutti gli
si

somme

anni in cui furono battute, n


codesta

operazione nelle dette

risulta che

complessivamente nelle

fin

tre Zecche si batterono pezzi N. 157,435,070, del valore di ita-

liane lire

Ma

117,129,733 82.

lo storico

patrio non

monete molte coniate

La

in

ammise

storia metallica generale di

pare

il

(1)

in queste indicazioni quelle

tempi posteriori sino

al

1819.

Napoleone dovrebbe pur occu-

pensiero di qualche dotto!

tale

mancanza procurai, non senza faticagli supplire

necessarie, fatte in tutte le raccolte.

colle indagini

129

XI.
REQNO

LOMBARDO-VENETO

CON

MILANO

QLI AUSTRIACI 1814-1848.

J50TT0

VISORIO

LOMBARDIA

DI

AUSTRIACI 1848-1859.

,on

appena Napoleone

1848.
IL

il

QOVERNO PROVRITORNO DEQLI

NUOVO REQNO

Grande ebbe abdicato,

tiche, si distribuivano intanto gli Stati a

geografici

interessi

DITALIA.

la

seconda dei

Corte germanica dal

canto suo adocchiava bramosa di nuovamente


in

venire

possesso delle nostre terre, della bella e ricca Lombardia.

Riguardo

alla nostra

cazione di Napoleone
il

gabi-

continuando nelle loro mene poli-

netti degli Alleati

loro

CAPITALE

Milano, non appena qui

Consiglio municipale, ove

dun governo provvisorio

si

seppe labdi-

ottimati della nostra citt ricomposero

I, gli

il

D urini

podest

o reggenza

il

nomin a membri

generale Pino

conti

Verri Carlo, Mellerio Giacomo, Borromeo Giberto, Litta Alberto,


Giulini Giorgio e

il

giudice di cassazione Bazzetta. Stabilitasi la

loro residenza nel palazzo del Broletto, venne riordinata la guardia


civica,

per

gli eventuali bisogni,

a favore dei nostri cittadini.


9

ed emessi decreti di moderazione

130

Fu

richiamata in

nome

del Senato la deputazione solenne, che

questo medesimo magistrato, qual rappresentante del cessato governo, aveva spedito in favore del principe Eugenio al quartiere

generale degli Alleati, e scioltosi con ci

sua vece

in

Intanto poi che

stavano fra loro

Senato,

riunirono

si

gli Alleati,

nemici della Francia e nostri, aggiu-

proprie bisogne, venne stabilito pure

le

dovevamo obbedire,

a cui

il

collegi elettorali.

il

sovrano

ben inteso sempre, fuori della nostra

e,

nazione.
7 aprile

Infatti nel

1815

erettosi

nuovo regno Lombardo-

il

Veneto, ne fu scelto Francesco II, gi imperatore di Germania,


quindi divenuto dAustria, col titolo di Francesco

scene nel 1792 e nel 1799

nostre

gi comparso

I,

come

detto

Nel nuovo regno Lombardo-Veneto furono proposti a vicer

gli

sulle

si

suo luogo.

arciduchi Carlo ed Antonio,


il

ma

il

primo

rifiutato

un

tal titolo e

secondo rinunciatolo poco dopo, fu quindi eletto larciduca Ra-

nieri, altro fratello dellimperatore, a quella dignit, nella quale

rimase finch sopravvenne

Morto

Ferdinando
1

3 anni

che dopo

I,

per noi

cess

movimento

il

Francesco

quindi

1835,

1848.
successe suo

gli

aver occupata

di
il

nel

del

la

tiglio

sovrana sede per

potere al comparire dei torbidi

suo

del 1848.

Reduci

stesso anno, Ferdinando stanco del-

gli Austriaci nello

laltrui operare a suo riguardo, abdica la corona nel 2 dicembre

1848 a favore

Francesco Giuseppe

di

I,

dellarciduca Fran-

figlio

cesco Carlo e di lui cugino.

Moneta.
Zecca

continu

ma

1819,

Alla nuova comparsa tedesca fra noi,

battere

potere di

novembre

la

istitu

guente
destra

il

I,

con sua ordinanza

nuova monetazione del regno Lombardo-Veneto.


i

soliti

progetti di monetazione: per

tallero in argento proposto nel

tipo:
,

nostra

Dapprima non mancarono


esempio,

la

del regno dItalia fino al

per colle date anteriori contemporanee al

Napoleone. Quindi Francesco

1823

monete

le

colla

da una

parte

leggenda

la

italiana

81 G portante

testa laureata di

Francesco

il

Francesco

seI

Impcrator d'Au-

131
stria,

unito

del

sotto

di

due serpi viscontei

coi

famiglia

della

Fu

nellarea

pure progettata

Opera

portano

stemma

lo

corona imperiale

nel cui centro quello

Re

di

Lombardia

6.

mezza

la lira e la

lira in

argento col titolo

stemma, come nel rovescio del suddetto

solo

Opera

pubblico

non trovandosene che

tallero, e

Mezz'opera.

e di

approvate e non ebbero perci

queste monete non furono

corso

alati,

leggenda

dallaltra la leggenda nellarea di

Ma

L.

rovescio

Mezz'opera. Ambedue queste monete da una parte

e di

il

Al

su cui la

due leoni

imperiale e la

Venezia. 1816

di

(Milano).

regno Lombardo-Veneto

rari esemplari nelle rac-

colte di alcuni privati.

Le qualit

speciali delle sue

monete approvate e correnti sono:

sovrana e la mezza sovrana in oro.

la

tallero,

Il

argento.

Il

fiorino,

il

mezza

la lira, la

15 centesimi

in

biglione.

lira,

il

quarto di

5 centesimi,

Il

il

lira, in

3 ed

il

centesimo di rame.
Tutte

niate

le

sopra indicate monete, dice

nel contorno la
Il

Lo scudo ed

nellanello.

leggenda

il

il

decreto, saranno co-

mezzo scudo avranno incavata

Jvstitia

regnorvm fvndamentvm.

contorno delle altre monete dargento e di quelle di rame sar

liscio.

Le monete

<

doro e dargento avranno sul diritto la Nostra

effigie rivolta alla

ciscvs

doro, lo scudo,
riale

giro

il

mezzo scudo

Sul

e la lira

rovescio

Fran-

le

monete

avranno laquila impe-

sormontata dalla corona imperiale. Nel petto dellaquila vi

stemma
Le monete

sar lo

parte sinistra, colla leggenda in giro

I D. G. Avstriae lmprator.

la

del Nostro regno

leggenda

Lombardo-Veneto.

doro, lo scudo ed

Hvng.

Boli.

il

mezzo scudo avranno

Lomb.

et

in

Ven. Gal. Lod. II.

Rex A. A.
La lira avr in giro la leggenda
Lomb. et Ven.
Rex A. A.,
Lira Austriaca.
e nellesergo si legger
La mezza lira ed il quarto di lira avranno sul rovescio soltanto
lo stemma del regno Lombardo-Veneto
colla corona di ferro

sormontata dalla coroua imperiale,


a quella
i

jK

della

Lira. Le

lira.

monete

Nellesergo vi
di

e colla

leggenda in giro eguale

saranno

rame avranno

sul

le

parole

Lira,

diritto la corona di

132
ferro sormontata dalla corona imperiale

Regno Lombardo-Veneto,

3 centesimi ,

loro valore, cio 5 centesimi,

in

giro

centesimo.

Oltre di ci, tutte le monete avranno nellesergo del diritto

la

leggenda

colla

rovescio lindicazione del

e sul

Zecca nella quale furono coniate, e

lettera iniziale della

lesrgo del rovescio lanno della loro fabbricazione.

Ferdinando

non

cangi

sistema da Francesco

I,

tranne

monete con qualche variazione


progett

Si

monetazione

nella

leffigie

di

pure sotto di

lui

il

gi introdotto

Le

e le leggende.

diametro e di

un nuovo

nel-

stesse

titolo.

tallero dargento,

il

quale da una parte offre la testa laureata di Ferdinando a destra; colla

sotto

lano

leggenda
il/

Ferdinandvs I D. G. Avstriae imperator


Nel
leggenda Mi-

(Milano).

i*ovescio la sola

sopra

nellarea

cui

una corona imperiale. Questo non

ebbe corso.
Oltre le monete, la nostra Zecca batt

o per commissione o

per interesse, varie medaglie a Ferdinando in tutti

metalli.

In seguito alla gloriosa rivoluzione lombarda, Milano


sotto la reggenza di
al G

trov

agosto stesso anno. Questo Governo, con decreto del 27 maggio,

ordin

il

conio di monete in oro ed

peso corrispondenti a quelli che


si

si

un Governo Provvisorio dal 22 marzo 1848


in

argento del titolo e del


lidentica denominazione,

sotto

battevano nella Zecca di Torino, ed eccone

il

tenore:

Or<r.

Pezzo da 20

lire italiane del

peso legale di

grammi G,452

titolo 900, calcolato nella vigente tariffa a correnti (1) lire 22

Pezzo da 40
al titolo

lire italiane del

peso

legale

di

al

75.

grammi 12,903

900, calcolato nella vigente tariffa a correnti

lire

45 50.

Argento.

Pezzo dargento

di

5 lire italiane del peso legale di

grammi

al titolo 900, calcolato nella vigente tariffa a correnti lire 5

Vi

(1)
il

dovevano

essere

Con ordinanza

del 29

pezzi

da

lire

marzo 1818 venne

due e da una

stabilito questo

quale sintendeva lespressione di lira austriaca.

lira,

25,
74.

dei

nome, sotto

133

Le monete

quali esistono alcuni rari campioni.

rame non ven-

in

nero messe in corso.

Queste monete, tutte scanalate


nello

hanno

Piemonte

del

una figura

e del

un

suo capo

gi

regno

dItalia.

consimili

delle

dritto del conio offre

Il

(Milano).

Nel

cio nelloro

nellargento

5 lire

sotto

40

cui

in

si

il

20

lire

lira italiana.

Riguardo

disegno desso alquanto discreto

al

Carlo Zardetti, dimenticando

ma

fu scelto

per

la

tesimi

si

colle

rinnovarono

norme

fecero nel 1849.

forme

stesse
il

1852

10 centesimi,

Il

fu

il

Zecca

Nel 1859

doro

il

5,

il

nome

3 ed

il

3 ed

ripetuto

dargento e di

del

cen-

1850

volute grandezze. Nel

le

si

centesimi colle medesime

il

solo

nalmente nel luglio 1852 vennero da Vienna

nella

Francesco Giuseppe

rame, che non porta

centesimi

peso. Nel

monete

signor

monetazione come sotto Ferdinando collanno 1848

loro e per largento; pel

sovrano,

migliori.

Ritornati gli Austriaci nello stesso anno

continu

rame che

centesimi. Fi-

campioni di tutte

si

dovevano battere

di Milano.
la

Lombardia

Piemonte pel

fu unita al

Zurigo, in seguito alle gloriose vittorie riportate sopra


dallarmata Sarda, alla quale sunirono

da

in

italiane

lire

per fare la corte al direttore del gabinetto numismatico

le

legge

1848

vi

lo

allintorno

lire italiane e

italiane

sul

Dio

Italia libera

rovescio

dalloro e di quercia

valore della moneta

e la sinistra alzata

leggesi

astro: allintorno

sotto

Governo Provvisorio di Lombardia

e coniate alla-

peso e valore

con asta nella destra

mezzo una corona


italiane ,

contorno

nel
,

in piedi, rappresentante lItalia turrita volta a destra

dello spettatore

vuole

diametro

preciso

il

tuttItalia, sotto

il

comando

il

primo Parlamento

per grazia di Dio

col titolo di

Emanuele

Napoleone

II,

III.

Italiano, con voto una-

nime, acclam Vittorio Emanuele re dItalia con


cessione ne suoi discendenti

Austriaci

volontari Italiani, accorsi

del valoroso Vittorio

alleato allesercito francese guidato dallimperatore

Nel 1861, 14 marzo,

trattato di
gli

Vittorio

diritto

per volont della Nazione De

popolo tenendo conto della fermezza de suoi

di

suc-

Emanuele li
d'Italia.

propositi

Il

pel coni-

134
pimento dellunit

chiama tuttora

dellindipendenza

Per questa unione venne con due


stesso anno pubblicata una

ed

in

bronzo da

2 e

5,

dicembre 18G0

venne

Con

caratteri generici.

distinti

tariffa

austriache colla lira italiana e

monete

si

R. decreti

ragguaglio

di

tempo del

il

altri

due

Heathon

Con
al

pubblicando

Birmingham

Milano nel 1860-61

in lire

il

il

specie

le

titolo,

il

nuovo regno

la

relativo

il

assunta dalla ditta

Rolf

venne eseguita nella Zecca

12,000,000

di

modo

di

(1).

con

dItalia,

ammessa

tariffa tran-

ragguaglio della medesima colla moneta non decimale

sitoria di

dei diversi ex-Stati Italiani, fu ordinato

monete

il

approv

ne

concorso ed

R. decreto 17 luglio 1861 la moneta decimale fu

corso legale in tutto

monete

R. decreti del 15

distinti

fabbricazione che,

doneri;
et Fils di

delle

proporzione fra

la

delle vecchie specie, e se

ritiro

settembre

1 1

centesimo, determinandone limpronta

stabilita

fabbricazione per appalto,

quaderno

lo

decret la coniazione di nuove

bronzo, se ne precis limpronta, la leggenda ed

ed

chiam e

italiana, lo

Re Galantuomo.

il

bronzo ed

di

il

Descrizione

Ielle

il

corso legale delle nuove

delle antiche.

ritiro

nuove Vlonete

italiane.

Oro.
Diritto: Effigie del

EMANUELE
(1)

delle

Re

volta a sinistra colla leggenda

VITTORIO

II.

V. lopera del cav. Giuseppe Sacchetti, Della Coniazione Monetaria e

Monete

Italiane

del

Secolo

XIX,

a cui andiamo debitori di queste

ultime memorie. Questaureo volume, che possiamo qualificarlo tecnico-politico-storico,

comprende quanto necessario a

allufficio di zecchiere;

dalleconomista

commercio, e dal numismatico per


cronologiche
inoltre

colpo

necessarie

lodato autore

il

di Savoia,

tanto

un Quadro

docchio

le

alla

importanti note storiche e per le serie

sotto gli auspici di S. A. R.

sinottico della

da chi vuol dedicarsi


il cambio e il

Pubblic

principe

Umberto

formazione delle raccolte.

Moneta

il

italiana, nel quale

si

veggono

tutte le particolarit che riguardano la monetazione nei

venne approvato dalla CommisMonete ed autorizzato dal ministero dagricoltura,

tre diversi metalli. Questimportante lavoro

sione permanente

sapersi

per quanto riguarda

delle

industria e commercio.

135

La Croce Sabauda circondata

Rovescio

dine della SS. Annunziata e da un

sormontata dalla Corona Reale

ramo

colla

dalle insegne

dellor-

di

quercia,

leggenda Regno

d'Italia,

dalloro e

lindicazione del valore e le marche caratteristiche della Zecca e


della

Banca Nazionale.

Contorno

Scanalato.

Argento.
Diritto: Simile a quella delle monete doro, salvo che
del

Re

leffigie

rivolta a destra.

Rovescio: In tutte

monete dargento coniate

le

fino alla

emana-

zione del R. decreto 2 agosto 1863, N. 1392, simile a quello


delle

monete doro salvo nella indicazione del

Nei pezzi da L.
nazione
riore

2,

1,

del precitato decreto,

la

met

teristiche della Zecca e della

ema-

marche carat-

di alloro e le

Banca Nazionale.

FERT

Contorno: Le lettere

la

met supe-

centro lindicazione del

nel

due rami

inferiore

valore.

20 coniati dopo

rovescio porta nella

il

d Italia

Regno

leggenda

valore, nella

50

centesimi

col nodo,

oppure

liscio.

Bronzo.
Diritto

Effigie del

EMANUELE
Rovescio-.

II

Re volta a

sinistra colla

leggenda

Un ramo

dalloro

base da un nastro con

al

ed

uno

sommo una

di

quercia

stella

5 punte, nel centro lindicazione del valore


la sola

marca

VITTORIO

RE DITALIA.

caratteristica della

Zecca

in

legati

alla

fiammeggiante

millesimo

e del

venne

cui

coniata

moneta.

la

Contorno: Liscio.
Ciascuna moneta poi deve portare la marca caratteristica delle
tre

Zecche del regno dItalia e della Banca Nazionale

trice della fabbricazione ordinaria.

per Torino e

Dal 1861

al

BN
1870

per Milano,

appalta-

N per Napoli,

per la Banca Nazionale.


si

coniarono nella Zecca di Milano in ar-

gento, pezzi decimali da L.

5 e sottomultipli

m. 900;

pezzi

13G

da L.

1,

centesimi 50 e 20 a 835 per L. 151,271,369

in bronzo, pezzi decimali

Nel 1864

la

da centesimi 10,

5, 2, 1

ed

10;

per L. 22,149,999.

repubblica di S. Marino fece coniare nella nostra

Zecca monete decimali di bronzo da centesimi 5

identiche alle

italiane per peso, diametro, valore e materia.

Da

circa

due anni essa inoperosa, ed ora

vive

nella

spe-

ranza che possa essere riattivata per coniare una parte dei diciotto
milioni in pezzi da lire cinque che la conferenza sedente
rigi

ha per questanno decretato per

Pare per dalle nuove disposizioni


fino

ad ora

sia stata la

provveduto

ministeriali,

Zecca milanese

Roma

sacrificarla per favorire quella di

la
,

prima

che

sebbene

dItalia, si voglia

per la quale

si

di considerevoli posti amministrativi e tecnici,

per Milano non

si

Sarebbe un grave

pens che
errore,

al

tondini al giorno,

mentre

quando quella

di forza idraulica e

gi

mentre

direttore, segretario ed ufficiale.

questo stabilimento potrebbe

all'uopo per le sue grandi macchine coniare pi di

cali,

a Pa-

lItalia.

di

un milione

Roma, per mancanza

di

di lo-

macchine, non sarebbe in grado di co-

niarne pi di 30 mila al giorno.

137

XII.
DENOMINAZIONE DELLE MONETE

moneta
zioni
'

lui

sempre

fu

passa

egli

memoria

inventarono

sebbene

Disponendo
tutte le

il

ad

pi

in questo

posteria

onore

delle volte

capitolo

la

che,

potere

in corso presso le na-

tramandando

nome. Oltre

medaglie,

le

la

moneta

coniate

gli

la

di

uomini

o fuse, vennero

memoria di illustri
per mera adulazione.
e

per-

molteplice denominazione di

monete battute nella nostra Zecca

teile in oidine alfabetico,


allo

alla

col suo

pur sparse nella societ


sonaggi

primo argomento del

il

Con questa, ponendola

sovrano.

ho creduto di met-

affinch possa riuscire facile la ricerca

studioso.

Agostale.

Agostale, Agostaro, in latino Augustalis e

Au-

gustarhis, era cos chiamata una moneta doro e dargento.

Riccardo

monete
peratore

di S.

Germano

in Brindisi ed in
( Clir .

Riguardo

dice,

che nel 1231 furono coniate

Messina per ordine

di

tali

Federico II im-

T. vii).

valore dell Agostaro doro da una carta del Muratori allanno 1253 si rileva che valeva 10 soldi (grossi)
del Senato.
Il

al

Borghini crede che

Costantino Augusto.

il

nome

di

Agostaro traesse origine da

138
Agostaro
gento, che

si

moneta

Agostano o Agontano era pure una


batteva particolarmente in

Ancona

dar-

Rimini

in

in

Firenze ed in Siena.
Collocai qui la

moneta Agostale perch rappresenta un nostro

dominatore, non perch sia stata battuta nella nostra Zecca.

Ambrosino.

Gi

nel

23 novembre 1298 troviamo menzione

in

Milano. Di questi se ne coniarono due

degli Ambrosini battuti

prima semplice, come quelli

specie, la

Lombardia,

di

seconda

la

primo pesava 24 grani, il doppio 48.


Gli Ambrosini grandi a 80 per marco sono nominati in una carta
del 1256, pubblicata dal Lattuada nella sua Guida di Milano
doppia, del doppio valore.

(T. IV, pag.

dal

11

178), negli Statuti di Brescia

Doneda (Zanetti,
Ambrosini

nati gli
di

1316

grossi doppii del

si

agli

legge da

dal Sitoni al N. 91, che vuol dire in ra-

riferito

soldi 4 terzuoli

di

luno

Ambrosini grossi crescessero


i

1257 pubblicati

T. iv, pag. 431 e 432), sono pure accen-

Milano. Ora

di

del

novembre valevano 24 denari dargento, come

uno istromento
gione

Il

n da

ma

di peso,

terzuoli decaddero tanto da equivalere

credersi che codesti

anzi dir dobbiamo, che

ognuuo

essi

di

a due

denari vecchi, cosicch dun terzuolo se ne fecero tre.

La dimostrazione

xm

del secolo
di

ricava dal valor del

si

valse in Milano soldi

fiorino.

Da

principio

10 imperiali, cio 20 terzaroli; alla met

valse in Brescia soldi 12 di imperiali, e grossi 32

4 denari luno. Nel secolo xiv

suddetto fiorino doro valse

il

imperiali 32, o terzaroli 64.

Al

N. 105 del

12 dicembre

Sitoni

trova

si

spettante a Petrolo e

un

istromento
di

fratelli

del

Sarono

1360

ai

che ven-

dettero a D. Ardico Maltahato lutile dominio del sedimento gia-

florenorum 64 auri bonorum

et

ac justi ponderis valoris librarum trium

et

in

S.

Protasio

legalium

et

recti

cente

pretto

solidorum quatuor tertiolorum pr quolibet floreno.

Da una

carta del

1300

rileva che

si

una marca, 10 Ambrosini c

nellArchivio Ambrosiano

80 Ambrosini facevano

unoncia.

Argento falrito o figurato.


stente

allanno

Da un documento
807

si

esi-

ha cognizione

139
che un certo Dragone di
falrito tutti

che

il

Milano vendette per 8

lire

argento

in

suoi beni. In altro luogo della stessa carta

si

legge,

valore dun pezzo di terra era in argento falrito o figurato.

Dallesposto emerge che in quellepoca vi erano due specie dargento, luno figurato e laltro no.
di tre libbre dargento figurato,
di

240 denari (come

sono

lo

al

Da una

di

rame, equivalente

si

parla

ciascuna delle quali era composta


d doggi).

Ma

denari di quel-

quali valevano

lepoca erano moneta ideale, tre dei

moneta

carta del 799

al quattrino,

una piccola

che allora era dargento.

V. Quattrino.

Bissola.

Nome

dato a una moneta milanese

lanno 1409, tre delle quali valevano due denari

Centesimo della Repubblica Italiana.


Repubblica

Una

Corio alla Parte iv, fog. 303.

tale notizia labbiamo dal

della

battuta nel-

imperiali.

Italiana del 26 aprile

1804

Col decreto

fu coniata questa

moneta detta Centesimo che equivaleva a due denari nuovi e


cento dei quali formavano la lira nuova della Repubblica Italiana.
,

Dieci denari facevano

Furono

il

soldo e 5 la sua

coniati pochi esemplari,

Centesimo di Napoleone.

ma

met

detta

mezzo soldo.

non ebbero corso.


Colla monetazione italiana di

questo sovrano comparve questa frazione, che valeva la centesima


parte di una lira italiana: era di rame.

V. Regno di Napoleone.

Centesimo di Francesco I, di Ferdinando I e di FranMoneta di rame che equivaleva la cencesco Giuseppe I.

tesima

parte

Francesco

I.

della

lira

sore Ferdinando I e nel

seppe

I.

Ma

ne diminu

austriaca della monetazione istituita da

Continuata con egual

forma sotto

principio del regno di

il

di lui succes-

Francesco Giu-

questultimo sovrano per nella nuova sua monetazione


il

peso, rimanendogli legual valore degli antecedenti.

Cento di questi formavano

la lira austriaca

Centesimo del Regno dItalia.


peso di un gramma,

come

sopra.

Moneta

di

vale la centesima parte della lira.

rame

del

140

Cinquino.

Moneta che ebbe principio nascendo

secolo xv.

il

Ogni cinquino valeva 5 denari.

Denaro dArgento.
moneta milanese

stra

La

parola Denaro applicata alla no-

conosceva gi

si

conservata nellArchivio Ambrosiano


dargento; ci prova
dei quali

che

fa

si

denari erano moneta dargento, 240

di

Magno

Carlo

(1).

battuti a Milano e a Pavia sono di

un peso uniforme e ciascuno di essi pesa carati 8 */ s


V. quanto si detto sotto Cario Magno.

grani 34.
II

dover distinguere

Carli crede

commerciale provando che


,

ticolari

la libbra

gli antichi

ossiano

monetale dalla lira

usavano delle forinole par-

per distinguere luna dallaltra.

Succedono
trattandosi

in

appoggio

documenti e

commercio

diplomi che aggiungono,

numero

compo-

dei denari

di

lire

di

nenti ciascuna

lira,

cio denari 240; per esempio: libras

habcntes pr

vigiliti

nariis

unaquaque

(Murat. Ant.

pergamena:

altra
bilis

Magno

30 giugno 796,
menzione di 90 denari

formavano una libbra dargento

Denari

tempi di Carlo

ai

anni 774 all800. Anzi da una carta del

dagli

Est. T.

i,

il

an.

centum

ducenti quadraginta de-

libra

1011, pag. 119).

de moneta de Lucca habcnte pr unaquaque libra denarios

ducentos

quadraginta (Ivi, ann. 1011, pag. 194). Per tacer

tantaltri

documenti.

in

de denarios libras centum, bonis expendi-

pur nota altrove

la

forinola

di

lire dei

di

soldi computati a

12 denari luno, e questa pure significa la lira di soldi 20 luna


e la lira commerciale.

Provata cos
scere

commerciale, passa

la lira

il

Carli a farci cono-

documenti che parlano della libbra monetale e

la libbra

peso giusto, formata dalle monete poste sulle bilancie e non

di

numerate come
libra

di

auro

nel

o di

primo

caso.

Trova

argento monetato

difatti

cio

lespressione di

libbra

di

peso di

argento monetato o in monete.


(1) Si

dei

osservi bene che

il

valore dellargento ai tempi antichi in paragone

come uno a dodici, perci la differenza che passa tra un DeMilano doggid e un Denaro antico circa come
a 10,80, e cos

nostri

naro di

dicasi del soldo e della lira.

141
Codice di Volturno allanno

Nel
T.

si

p.

i,

CMXCVI ( Kex

pag. 486) esiste un documento che

il,

script.

Ita.

cos incomincia:

In Dei nomine scriptum Precarice, ecc. ed in seguito: et


pcena obbligata
ipsum censum annualiter non dederimus

componerc promittimus

XCVI

quia

et

In altro documento del


cos

CMXCVIII

Quomoclo suprascriptum

obbligamus de argento monetato libras

talis fuit nostra convenientia.

est

{Ibidem, pag. 474)

si

legge

constitutum pcena obligamus

nos vel nostris hceredibus de auro monetato libras VI.


Il

un altro documento per esprimere

Carli ci fa pur vedere

peso dei soldi 100 in argento monetato; desso del


(Ibid., pag.

e cos spiega:

488)

In Dei nomine,

promittimus de argento monetato solidos centum.

Dopo

le libbre

fa vedere

anche

c soldi di

le

oncie

metallo monetato

il

etc.,

componere

lodato Carli

e ci offre in tal proposito

il

CMLXXXIX

il

ci

documento

Ambrogio dellanno 826 In nomine Domini et Salvatoris


Nostri Thu Xpri Hludovicus et Lutharius divina ordinante
Providentia Magni Imperatori Augusto, anno Imperii eoram
Tertio decimo et septimo duodecima die Mense Martii
Indi di S.

>

xtionc

Quarta. Constat

Nos Arifred A.

et

Germanis

Alfred

Mausonaco id. venditori adeepisse


sicuti et in presenti adeepi ad te sunderario Presbitero et Preposido Monasterii S. Ambrosii de Mediolano lmptorc meo hoc
pr quibus suprascripto
est Argentimi denariis uncias decem
argento vendali tibi Imptori meo idest Territoria juris nofilii

qd. Tadeberti de Vico

stri,

etc.

Acto Scojalo.

In un documento del 997 del nominato codice di Vulturno,


legge pure once quaranta doro monetato (Ber. Ital.

componere obligamus nos

Ecco dal

di

240

documenti

si

p.

si

491):

proposta della

lira

com-

denari, e della libbra monetale di de-

nari posti a peso e a bilancia. Per

che nei

XL.

sin qui detto la distinzione

numero

c.

vel nostris hceredibus, aut tuis sue-

cessoribus de auro monetato uncice

merciale a

1.

il

che bene osserva

vede spesse volte espresso

il

il

Carli,

numero

dei

denari 12 per un soldo e 240 per una lira, per la necessit di


distinguere la lira di numero, che era in commercio, dalla libbra
di peso,

che era in arbitrio dei contraenti.

Denaro Imperiale.
venne accennato

Da Acerbo

nome

tal

Morena per

Federico Barbarossa trovandosi in Lodi regal


libras

(finta

dcnariorum imperialium

ove da Lodi Vecchio

novembre

di

Denaro acquist

si

trasport

1163. Per

del

lepiteto

la

prima volta

moneta, narrando che limperatore

di

ai cittadini tri-

per fabbricare la chiesa

corpo di S. Lassano ai primi

il

che

il

conosce che

si

il

gi vecchio

d 'Imperiale, col qual nome solo spesso

chiamavasi nelle pergamene.

Denari Terzuoli, o Terzaroli.


nelle antiche
lire di

detti

pergamene, che

la

Nellanno 1254

lira imperiale

si

trova

equivaleva a due

denari terzuoli, che cos vennero chiamati, perch

sud-

erano composti di due terzi dargento e di un terzo di rame.

Furono pure nominati Terzaroli


che questa moneta fu

Nel secolo

xv

di

Milano.

Medaglia.

In una carta milanese dellanno

accennata una moneta detta Denaro d'oro


di

Balducci dice,

1008 trovasi

che corrispondeva a

denari dargento milanesi, 20 dei quali denari dargento

formavano unoncia, come dodici costituivano un soldo.


regola

si

fu detto anche Sesino.

Denaro dOro.
5 soldi

Il

pure chiamata col nome di

comprende che 5

nari, equivalevano

soldi, che

contenevano 60

a tre oncie dargento;

ma

di

con

tal

quei de-

nellepoca suddetta,

sia

perch Berengario abbia latto battere dei denari dargento misto

al

rame,

sia

perch Ottone

abbia fatto dei cambiamenti alla

nostra Zecca, le monete fra noi erano ridotte ad un terzo del loro
antico valore. Ci supposto e supposto pure che 12 denari continuas-

sero sempre a formare un soldo e 20 soldi la

due necessarie conseguenze:


non bastavano pi
nari

a
l

20 denari,

ma

appunto componevano 5 soldi

moneta doro;
la libbra

2 e

lira,

ne emergono

che per formare unoncia dargento


ve ne volevano 60, e 60 de,

che equivalevano alla detta

che allora cominci una notabile diversit fra

dargento e la

lira.

In altro documento del 1014

si

parla del Denaro doro piccolo

che equivaleva a due mancosi, cio a 5 soldi, che poi

lo stesso

del suddetto.

Nei tempi ancora pi antichi

si

dice,

che 20 denari in moneta

143

formavano unoncia
lira,

12 onde, cio 240 denari, componevano

laonde la libbra dargento e la

Ma

essendosi diminuito

il

lira

la

appaiono del tutto eguali.

valore intrinseco dei denari, ed es-

sendosi ridotto ad un terzo, ne avvenne, che per formare unoncia

dargento puro

ma

volevano non pi 20

vi

GO denari,

pro-

in

porzione invece di 240 denari ve ne volevano 720 per formare una


libbra,

quando dodici

quelle monete, bench di minor valore

di

continuavano sempre non pertanto a formare un soldo e 20


cio

240 denari

una

ideale, che valeva allora

and poi

mano

di

Quindi

lira.

la

un terzo duna libbra dargento

mano sempre scemando

in

una

lepoca nostra, in cui, per equivalere ad

richiedono in Milano pi di 90

lire,

naro doro, di cui

che

libbra dargento si
7 lire e

di

metallo, sebbene

tratta nella detta carta,

si

di pregio sino al-

come pi

per equivalere ad unoncia dello stesso

soldi,

divent una moneta

lira

mezzo
il

De-

non valesse pi che

unoncia dargento in quei tempi, e non ci che vale al presente.

Allora tanto
si

il

paragonavano

mentovato Denaro d'oro, quanto loncia dargento


valore di 5 soldi, e ciascun soldo corrispon-

al

deva a 3G0 denari, cio a 18

Laonde

Non

lire

milanesi

dei

nostri

dire 5 soldi era lo stesso che dire in oggi

il

pu negare per che una

si

dente ad una

sola

oncia

dargento, dovesse

Dessa non pesava che

quel

metallo era ridotto alla maggior

dati

certi

che

la

tempi.
lire.

moneta doro corrispon-

tal

cola.

90

essere

assai

dodicesima parte di unoncia

purezza

pic,

se

perch abbiamo

unoncia di un tal oro componevasi anticamente

con 12 oncie dargento.


Il

Muratori (Ant. T. n, pag. G00)


Carlo

stro, ordina

il

ci

reca

In ovini regno no-

Calvo, non amplius vcndatur libra auri pu-

rissimi codi visi duodecim libris argenti.

Denaro
Italiana

di Rame.

del

lira.

dieci dei quali

Non ebbe

Denaro Grosso
questo nome.

sistema monetario della Repubblica

26 aprile 1804 venne approvata

moneta detta Denaro,


una

Col

coniata questa

formavano un soldo

e cento

corso.

Denominazione data

alla

Mediana.

Vedi

144

Dodesino.

Sinonimo del

Soldino

Galeazzo Visconti nel 25 gennaio 1391 alter

Giovanni

neta, riducendo

33

12

36

La

il

di fino grani 21

DorpiA o Dobla dOro.


donde divulgata

suo valore.
*/

17

Il

suo peso era

Moneta doro oriunda della Spagna,

Francia, in Italia e altrove.

in

si

ha da un Diario

Dufresne alla parola Augustarius, cio dellanno 1292.

Nel 1579

si

coni la Doppia di Milano del peso di denari

grani 10, e del titolo di carati 22 (secondo


carati 21

mo-

pi antica menzione di questa moneta

citato dal

la

soldo di 24 denari a 12 soltanto, perci detto

il

Soldino o Dodesino per esprimere


di grani

chiamato allorch

cos

e 21

5,

saggi di Torino di

o meglio), la qual moneta fu detta doppia, perch

equivaleva a due scudi doro. Questi scudi per erano gi a quellepoca diminuiti di due grani del loro peso.

Nellanno 1580 sino


di valore,

al

1723

la

dodici e soldi 10 imperiali,

lire

Doppia doro crebbe talmente

che essendo nella prima di detta epoca corrispondente


si

aument nel 1773 a

lire

24

imperiali.

Da

quellepoca in poi, essendo ridotta la lira imperiale eguale

alla lira di Milano,

quando

negli istroraenti

le

monete avevano

Milano una nuova Doppia e

stola

il

valore

nel corso abusivo.

Nel 1778 colla nuova monetazione


in

parla di lire im-

onde escludere

periali sintendono lire milanesi di grida,

che

si

il

di

Maria Teresa fu coniata

suo duplicato, detta anche Pi-

doppia e semplice.

Ducato dOro o Scudo dOro.

Il

Ducato doro, che

diceva anche Testone dalla testa del principe che

ed anche Scudo doro, valeva 50

Gi dal

secolo

vi

si

era effigiata

soldi.

xiv venne coniata questa moneta

in Milano,

ed

Musei diversi ne contengono di quelli di Galeazzo Maria.


i
Per decreto deUll agosto 1413 di Giovanni Maria Visconti il
valore di questo fu portato a soldi 49 della nuova moneta. Lo
infatti

stesso Visconti nel


il

1426 facendo un nuovo conio

di

monete, port

valore del Ducato doro a soldi 59 e nel seguente 1427

valore retrocesse a soldi 55.

il

suo

145
Nel decreto di Giovanni Galeazzo Sforza del 1474
zione dei Ducati doro del di lui padre ed avo.

decreto

simpara

che

detto Ducato

il

si

Da

fa

si

men-

questo istesso

diceva anche Testone

doro, per la testa del principe che vi era delineata, ed era dellistesso

sempre

peso e valore di quello di Venezia, essendo camminati


del pari.

un errore

Carli fa vedere

Il

Ducato doro

Milano

di

19, perch cos valeva ai

di lire 4, soldi
I

quel peso

130 grani, cio

di

poteva poi esso darsi

tipo delle

grani 10,

di

due

che facendo

di Giovanni Galeazzo
di

Maria Sforza

grani G5, corrispondente

Ducato di Venezia.

al

giunto per anco

il

questo.

Sitoni pretende pure erroneamente, che nel

Il

prezzo

tempi di Luigi XII, di

medesimo prezzo

al

al

il

doppio del Ducato di Venezia, non

due armettc del peso

presso a poco

da

il

una moneta doro

Si conosce

5,

pone nel 1499

Francia e dei duchi di Milano; per

Francesco

col

del Sifoni, che

peso di denari

al

il

1521 non fosse

Ducato doro

al

prezzo delle L. 4 13, mentre

1520

si

trovano stabilite a L.

gride del 1519 e

5.

Vedi altre cose qui spettanti all'articolo Scudo d'oro.

Ducatone.

Il

Ducatoue era una moneta dargento che co-

minci a comparire fra noi col

Da
in

principio

il

epoca posteriore fino a

Da una

nome

suo valore era di


lire

di

lire

Ducatone

di

Filippo

II.

8 10 di quei tempi, ed

8 12.

grida del 17G2 conosciamo che aveva desso quattro

frazioni proporzionate.

FiLirpo.
di Carlo
le

La

moneta chiamata Filippo, da Filippo

V, era dargento e valeva a quei tempi

sue frazioni, la met e

Fiorino dOro.

il

Aveva

antica milanese che in origine va-

valore della moneta pel concordato

Zecca di Pavia del 1400 (F. articolo Soldo), anche

Fiorino doro non pi valse 32 soldi,

uno statuto

del

Maria Visconti
10

II, figlio

7 10.

quarto.

Moneta

leva 32 soldi. Alterato poi


fatto colla

il

lire

1403, e
del

fino a

ma 48

e 50, come

56 soldi per decreto

18 gennaio 1409.

si rileva

di

il

da

Giovanni

140
Alterato cos
nei quali

da molto tempo valutavasi

(bench

periali

sistema monetario

il

natura e

la

per salvezza dei contratti


Fiorino a soldi 32 dim-

il

la qualit di

questi soldi avesse cam-

biato di aspetto passando dai quattrini ai terzaroli e dai


roli
si

un Fiorino immaginario

ai soldi), si fece

mantenne

ginario

uso per molto tempo, e con tale Fiorino imma-

in

pagavano

debitori

per quanti

terza-

di soldi 32, e questo

loro creditori,

dando

coglie dal decreto di Giovanni

Maria Visconti

1409. Nel 1538

Fiorino doro

si

sostitu

al

peso di denari 2 e grani 18 e del

titolo

puro

del
lo

ossia di carati 24.

si

rac-

16 settembre

scudo doro del

di carati

questa moneta era inferiore di 2 carati dal


ritenevasi doro

tanti di questi

32 luno erano debitori, come

di soldi

fiorini

22; cosicch

titolo del Fiorino,

che

Vedi altre notizie

sul Fiorino d'oro all'articolo Ambrosino.

Fiorino DArgento.
1823 venne

Col sistema monetario austriaco del

anche questa moneta dargento, che equiva-

in corso

leva a lire tre austriache.

Grosso.
in Milano

la

Nel concordato del 1254 venne

nari 4 imperiali ed ecco

leva 24 denari,

come

si

del valore di

de-

terzo del soldo.

il

Grosso doppio battuto

Il

stabilito di coniare

moneta dargento detta Grosso,

in

Milano

nell

11

novembre 1316

Sitoni al N.

rileva dal

91;

il

va-

che vuol

dire in ragione di soldi 4 terzaroli.

Da

altri

documenti leggiamo, che gi nel secolo xiv

il

Grosso

era moneta dargento del valore di 24 denari luno, cio di soldi 2.


Sulla fine

stesso

dello

secolo

xiv, per

Galeazzo Visconti del 25 gennaio 1391,


crebbe a 32.

la

decreto di

nuova moneta che quindi

Giovanni

Grosso dai denari 24,

il

si

fabbric venne cam-

biata di peso e di valore. Si coniarono nel principio del secolo


dei Grossi di soldi 3, 4,

5,

Col tempo fu dato questo nome alla


lira

al

quarto di

lira, dicendosi

lira

imperiale, alla

Grosso da 20

da 10, Grosso da 5 e Grosso anche da tre soldi.


Nel 1474 per decreto di Galeazzo Maria Sforza
che

xv

6 e persino di soldi 8 ciascheduno.

soldi,

si

mezza
Grosso

stabilito,

Grossi dovessero essere alla lega denari 11, grani 13, ed en-

147

24 per marca, corrispondenti alla peggio


peso grani 192 e dintrinseco grani 182 5 /ir

trassero
al

Un

esempio

di questo Grosso, o,

testa

la

del

principe.

Al

peso

Grosso peggio carati 58 e

di

/i

per dir meglio, lira da 20 soldi,

Maria Sforza

quello di Galeazzo

57

di carati

col

globetto nellarea dietro

Venezia

di

si

trovato questo

peso grani 182.

Grossi da 10 soldi, da 5 detta anche mezza lira o quarto

di lira, e quelli di 3 soldi, furono stabiliti alla lega di denari 6,

e in

numero 84,

di grani

54

72

Imperiale.

Con

tal

nome

carati 576, del

peso

27

27

e dintrinseco

/g4

marca

cio a peggio per

solo,

/ 42

come scorgiamo

moneta milanese veniva chiamato talvolta

denaro.

il

naro imperiale. Dicevansi anche imperiali

le

monete

dalla vecchia

V. De-

Barnab

di

Visconti sul cui rovescio trovasi la leggenda Imperialis.

Molti

Libbra o Lira dArgento.

autori usarono indistin-

tamente delle due parole Libbra o Lira, come se fossero una mede-

sima cosa, quando

in realt

hanno diverso

Libbra vuol dire peso, che dividevasi


fica

moneta

reale,

significato ed essenzialit.
in

12 oncie, e

lira signi-

o immaginaria, del valore di 20 soldi. Queste

due voci derivano dal latino

libra.

Ci sintende pel solo senso

delle parole libbra o lira.

Libbra di Metallo in massa.

In

seguito alla lira com-

merciale e alla libbra monetale se ne andava anche la libbra di


metallo in massa o in verga.
cui si
di

Sono osservabili

le

forinole

con

annunciava questa libbra. Nellanno 870 Andono, vescovo

Verona, lasci nel suo testamento (1) cinquanta libbre di ar-

gento buono. Altrove nel 1209 (2) argento esaminato

ed anche

argento cotto in un documento del 953, argentum ponderas duas


coctuvn (3).
di peso

La

come

voce

pondus

et

Argentum bonum,

(1)

Ughelli. T.

(2)

Ibidem

(3)

Delle Paludi Adriane. pag. 40.

pondera corrispondeva

nei tempi degli antichi Romani.

v,

pag. 714,

pag. 297.

etc.

alla libbra

148

La Libbra
(T.

dargento

massa dallUghelli

in

si

stabilisce cos

pag. 532), allanno 954, Argentimi bonum, ciner astiami

i,

libras undecim.

Libbra dOro.

Allorch

contrattava a libbre doro di

si

peso, si adoperavano queste espressioni. Nell875 in un diploma

Lodovico imperatore

di

seicento

libbre

dell!anno

995

d'oro

mondo

leggono

si

doro ottimo

Nella Cronica di Vulturno

(2).
(3).

libbre d'oro

Presso

purissimo

leggono once sei

si

lodato Ughelli allanno 1004

il

(1),

leggono in documenti di Lunigi

si

si fa

men-

zione doro provatissimo. Si parla di libbre doro cotto di oro obriso


,

o obriziato. Obrizo significa puro, purgato, cotto.

Se le libbre di metallo in massa fossero in corso.


Il

Carli non dubita che loro e largento puro segnato nelle antiche

carte fosse anche

in corso e

ficherebbe

dubbio

il

commercio

in

quente menzione che di esse


di quelli

fa

si

che dissero la

lira

peso,

moneta

coniata, confondendola colla libbra

commerciale o

si

fre-

veri-

essere reale e di

con questa differenza per, che essi

giusto

11

appoggiato alla

diplomi; quindi

nei

credettero

la

monetale e colla

lira

legale.

lodato Carli la giudica semplicemente peso di metallo in massa

senza distinzione di prezzo o di conio, e dai documenti trova nel


testamento di Andono, vescovo di Verona
parole:

(4), dell8G0, le

seguenti

Argentimi bonum libras quinque, ut ipsi Rogatores mei

ipsum prcthim distribuant


prezzo di

e in

dargento,

libbre

questo senso

vuol

il

distribuirsi

il

che dette

dire (soggiunge)

libbre si trafficavano.

In altro testamento di Noterio

922

(5), si

dispone:

vescovo di Verona

argenti libravi

unam

et

ipso

dellanno

ipsos de-

narios inter monachos dividant ad vestimento, comparando.

Codesto passo

per meglio sintende

spiegandolo per libbra

monetale, anzich per libbra di metallo in massa.

(1)

Ughelli, T.

(2)

T. ni, pag. 1461.

vili,

pag. 44.

(3)

Rer. Ital. script. T.

(4)

Ughelli, T.

(3)

Edit.

Rom.

v,

T.

i,

P.

li,

pag. 727.
i,

pag. 233.

pag. 473.

149

Ma comunque

peso in metallo era in corso;

sia, la libbra di

ed Anastasio bibliotecario assicura, che Adriano

mura di Roma spese fino a 100


Tal modo di computare particolarmente a

zione delle

nella ristaura-

libbre di peso doro.


libbre doro

ma

tavano 100 zecchini;


cotto, obrizo,

ma

non

allora

si

man-

si

tenne anche nei secoli posteriori, allorch per ogni libbra

con-

si

diceva gi oro puro, ottimo,

semplicemente libbra doro, e volevasi intendere

libbra di monete doro composta, e questa era la libbra monetale


dei tempi di cui parliamo.

Esposte quelle notizie, che pi meritavano dessere qui consi-

moneta

derate, intorno alla


di noi

col

nome

documenti

antichi

Lira

di

trovano

si

immaginaria chiamata presso

reale o

giova lavvertire, che nellesame degli

pure espresse

moneta immaginaria, che valeva

met

la

le lire

immaginaria, e cos chiamata nel secolo xil, quando

trovavano in guerra con Federico

Milanesi

si

cos la lira di mediani, la

I;

lira di denari, la lira di soldi, la lira di grossi.

Lira Imperiale.

terzuoli

di

della lira imperiale, pure

questi nomi).

La Lira imperiale era composta

di

20

soldi,

ciascuno dei quali dividevasi in 12 denari. Nel secolo xii quando


i

Milanesi

sori,

si

Federico

trovavano in guerra con uno dei pi


I

detto

Barbarossa,

il

Lira imperiale e

cio, la

vi

Lira di terzuoli,

la

fieri

oppres-

erano due qualit di Lire,


la

quale ultima cor-

rispondeva precisamente alla met della prima, cosicch 20


imperiali valevano

Non

vi era

40

il

soldo,

naro, dodici dei

per
nari

il

lire

terzuole.

per una moneta effettiva che corrispondesse alluna

o allaltra delle dette

erano

lire

lire,

poich

monete milanesi

le

di quei

tempi

duplicato di esso e le sue frazioni sino al de-

il

quali

fiorino doro,

formavano

moneta

il

soldo istesso.

effettiva di

Nel 1254

Milano del peso di de-

2, grani 21, corrispondeva a soldi 20, ossia ad una lira


moneta di denari terzuoli, i quali

imperiale, e quindi a due lire di

chiamavano

cos si

denari suddetti, perch composti di due terzi

dargento e dun terzo di rame.

Da
in

quellepoca in avanti

il

valore del fiorino doro crebbe sempre

modo, che da quello duna

valore di 5

lire

lira

imperiale giunse nel 1532

e 4 soldi imperiali.

al

150

Lintrinseco dogni moneta milanese

Lira del secolo xv.


nellanno 1474 si ricava dai
di

capitoli

De Monetis

Zecca (V. Schiavini,

20

Allarticolo Grosso, o Lira di

imperiale, che

grani

alla

Italica, P.

soldi,

in

pag. 29).

vede realizzata la Lira

si

illumina dellintrinseco di essa nei secoli ante-

ci

cedenti, osservato

Lira Reale.

detto anno del maestro

di

valore delle altre monete.

il

La Lira

bont

reale

era

peso di denari 3

del

11 carati e dintrinseco dargento de-

di

nari 2. 19. 9.

Le sue

come

frazioni in proporzione,

la

mezza

lira,

il

quarto

di lira.

Lira Legale o Legittima.


la

Il

Carli

ci

fa osservare, che

Lira numeraria autorizzata dai regnanti fu detta pure col

approvata.

di legittima, legale,

Copiosi esempi di

trovano nei documenti dellArchivio Ambrosiano di


quali se ne offre qualcheduno. Nellanno

vano semplicemente

In Xpti

col

nome

tal

nome

fatto si

Milano, dei

848 queste lire si nominaEccone un documento:

legittime.

di

Nne Hlutarius divina ordinante Providentia ImAnni Imperli ejus Vigesimo nono et Domini

perato)- Augustus.

Hludovici Iiegis

FU

ejus anno Quarto Quintadecima die mense

Martio Indict. undecima. Constat me Gunzius

Allamannorum

genere

qd. Ironi ex

fil.

qui avitare r idear Vico Glassiate accepisse

sicuti et in prcesenti accepi

te

Andreas n n (venerabili

viro)

Xpti confessoris Ambrosii in qua ejus

Abati Monasteri Beati

sanatimi corpus quiescit fondatimi prope civitatem Mcdiolani Ar-

gentimi LIHRAS

LEGITTIMAS

nobis convenit pr casis

Da

pretium

triginta finitimi

etc.

sicut inter

questo documento conosciamo, che Lodovico non fu cono-

sciuto

giorno

centro

per re nel
in

cui

fu

unto da

Basilica Vaticana, e

Pagi e

il

dellItalia

prima del 15 giugno 844,

papa Sergio

li

e riconfermato nella

non nell843 come vogliono

il

P. Astesati,

il

Muratori.

Codesto documento parla della Lira legittima. Ora che queste


fossero le lire numerarie vien provato da altro
estratto dallo stesso Archivio

documento dell849

Ambrosiano, che

il

seguente:

151

In Xpti Nomine Hlutarius divina

ordinante Providentia

Imperator Augustus Anni Impervi ejus trigesimo

Boni. IIlu-

et

FU. ejus anno sexto mense Augustus Indictione duodecima. Constat me Theodorus Munetario de Civitate Ticinenses

dovici Regis

m. Richeperti accepisse sicuti et in presenti accepi ad te


Seprienses Argento pr denarius bonus
Gumbertus B. de Vico
LIBRAS LEGIDIMAS, numero duodecim abente pr unaquaque libra
Fil. b.

denarius duocentus quadraginta fnitum pretium sicut inter nobis


convenit pr omnibus universis rebus,

Da

ci

vede che

si

Aduni Mediolani.

Lira legittima significava Lira numeraria

la

240

o commerciale di

etc.

denari.

Lira della Repubblica Italiana.


Col decreto 26 aprile
1804 fu decretata la Lira nuova, composta di 100 centesimi, o
200 denari,

di

del

titolo

nuovo a 9 decimi

un denaro nuovo pari a vecchi carati

di

Vi era

pezzo di 2

il

Lira Italiana.
netario decimale
italiana.
9

e di 5 lire.

Regnando

cui

il

fino

fra noi

il

il

peso

4. 3. 3.

Non ebbero
Napoleone

corso.

I in

qualit

di

istitu

100 centesimi, ed era

anche a 900, pari allantico

21. 14.400, ed aveva

decimo

un nuovo sistema moelemento primo prese il nome di Lira

Era dessa composta

di fino, detto

/ 10

lire

21 marzo 1806

di re dItalia, nel

di

di

pari allantico titolo di denari 21. 14.400, aveva

di lega

alla

stile

peso nuovo di 5 denari, pari

bont

a denari

al

vecchio

carati 24. 0. 6 o denari 4. 2 del peso di marco.

Venti
del

lire

quale

formavano

vi

era

anche

il

Napoleone doro detto anche Marengo,


il

doppio

che aveva leguale bont e

titolo.

Nelle monete dargento vi era

lire

il

Napoleone o Scudo, che valeva

italiane.

Il

due

Il

pezzo da una

Il

pezzo da 75 centesimi, o tre quarti di

Il

pezzo da 50 centesimi, o mezza

Il

pezzo da 25 centesimi, o quarto di

Altro

lire italiane.
lira.

pezzo da 25 centesimi,

ma

lira.

lira.
lira.

eroso, che non ebbe corso,

152
cui

il

era

titolo

di

di

10

pari

fino,

al

vecchio denari

titolo

600.

2. 9.

pezzo eroso da 10 centesimi, delleguale

Il

Nella moneta di rame vi erauo

titolo.

da

pezzi da 5, da 3 e

cen-

tesimo.

prime 6 monete era eguale, cio a 900.

delle

titolo

Il

Questa Lira dal suo principio equivaleva

valore di soldi na-

al

Maria Teresa 26 e un quattrino, e verso

zionali di

1853

il

sal

allabusivo valore di soldi 30.

Lira Austriaca.
peratore Francesco
tazione

Con decreto

chiamata Lira austriaca,

Dessa era del

novembre 1823

venne approvato

nuovo sistema

il

Lombardo-Veneto

regno

pel

s5

30

di

/S 7

unitaria fu

decimi di fino e un decimo di lega

titolo di 9

21.14.400; aveva

mone-

pure coniata nella nostra Zecca.

e fu

900

del sistema metrico italiano, detto anche a


rati

parte

cui

la

dell'imdi

millesimi, a ca-

peso di denari 4, grani 3, centesimi

il

un grano, pari a denari 3 e grani 15 del peso

inarco: valeva 100 centesimi di questa nuova moneta.

di

Cominci

a coniarsi nel 1822, seguendo nel 1823, 1824, 1825.

Vennero

fatte le di lei frazioni

di lira, dellegual titolo

Tre
lire

lire

40

In

formavano

la sovrana e

rame

La Lira

poi

si

il

20

fiorino

il

mezzo,

lira

del quarto

sei

tallero

il

5 centesimi

in
,

pure in argento

oro.

il

3 e

il

centesimo.

sino a soldi

a re del

25

al

corso abusivo.

Lombardo-Veneto

fu

conti-

fabbricazione della Lira austriaca e sue frazioni.

la

pure

la

nome
Con altro

Nella rivoluzione del 1848 fu

nuova monetazione. Con decreto 29 marzo

si

abol

di lira austriaca, sostituendovi quello di lira corrente.

del

27 maggio

pezzo dargento detto 5


quelli

e sal

Lira Italiana del 1848.


il

mezza

mezza sovrana,

la

coniarono

Regnando Ferdinando

fatta

della

austriaca dapprincipio equivaleva a soldi nazionali di

Maria Teresa 22
nuata

e peso in proporzione, in argento.

di

lire

Napoleone. Cos

italiane, dellegual

titolo,

la

nostra

italiane,

due

Zecca nazionale coni

il

del peso, titolo e valore di

pezzi doro di

40

peso e valore come sopra.

e di

20

lire

153

Furono

anche

fatti

conii della lira e delle

due ultime monete non furono messe


campioni

in

Ristabilito

due

in corso, e

lire

ma

queste

non esistono che

rame.
il

governo austriaco,

si

continu a battere la

lira

austriaca.

Francesco Giuseppe
netazione, nella quale

I nel luglio
si

1852 decret una nuova mo-

abol lespressione del regno

Lombardo-

Veneto.

Mancosa.

Moneta milanese

fanno derivare

la

cusa.

ma

dagli

continuatori di

di

Anglo-Sassoni

incerta etimologia. Alcuni


,

dicendola moneta

manu

Dufresne dicono non esser stata moneta

peso. Altri la conobbero per reale moneta doro e dargento.

una marca.

GlInglesi talora la vollero per

Lecard lesse sempre maneusa per mancusa.


LUghelli scrisse manculos per mancusos.
Il Mansi
forse per errore
mancusos auri.
,

Altri

dissero

la

Lucca;

altri

moneta

stamp monachos auri invece

di

Roma

di

di

dei

bassi

tempi;

altri

di Francia.

Mancoso era moneta

tributo

di

in Costantinopoli;

ma

per

mancosi erano soldi coniati dagli imperatori dOriente ed erano


di

oro

fino.

La pi

antica carta che parla di questa moneta, giusta


(T. n, pag.

ratori, dell857

793), che

pergamena essere equivalente a due


cio a

si

Mu-

mezzo

soldi e

di quei tempi,

30 denari dargento.

Nel Cronico Augusto

di

Farfa

Carli ne trov

si

veggono gi menzionati

794.

cumento

fatto nel gennaio di questanno, nel

Il

Magno. (Per
Marca Trevisana).

riacquisto deHAustria fatto da Carlo

sintende

il

altro

Friuli e la

documento dell808

man-

un doterzo anno dopo il

uno anteriore del 778

cosi nel

Un

il

vede poi da unaltra

fa parola dei soldi

in

lAustria qui

mancosi

e di

libbre.
Il

Muratori ed

del peso
in

il

Carli sospettarono che

il

mancoso non fosse

degli antichi soldi imperiali doro, per trovarli marcati

gran numero

in

molti monumenti.

154
Pi avanti
dotto
le

Carli, dallargomento che nei

il

valore

il

tempi fu

bassi

moneta, e dal trovare

della

in altre

ri-

pergamene

due espressioni solidus mancus e mancusus, dice che questa

pu

parola

derivare

mancanza

dalla

peso che

del

esso

in

si

ritrov.

Parlando del

Mss. dell848

Ducange e da due documenti


mancoso era del peso di due soldi e

loro valore, dal

vede che

si

sei denari, cio del

il

valore di 30 denari.

Ora

denari dItalia erano

eguali a quelli di Francia, ed avendo dimostrato che

questepoca avevano
i

denari di
*/

cos

denari 30, prezzo del mancoso, avranno dato grani 860, e

come

allora la proporzione delloro collargento era di circa

oppure come
circa 8
la

argento fino grani 28

dintrinseco

met

/s

a 10

*/

s,

cos

soldo doro,

del

vato da noi

il

mancoso verrebbe a grani doro

il

Supposto vero un

tal

tempi

ai

sic-

a 10,

computo
di

il

mancoso riusciva

Carlo Magno; poich pro-

peso della libbra di questi tempi, e provato pure

che 72 soldi doro entravano allora in detta libbra, ne viene che


il

soldo doro di Carlo

quasi

il

Magno

pesasse allincirea grani 130

doppio del mancoso.

cos

abbiamo

nomenclature corrispondenti del soldo doro,

*/

cio

tutte le divisioni e

la cui

met

dicevasi

sentisse , la terza fremisse o triente , la quarta parte tetrarturon ,

e le

due terze parti mancoso, che era lignota voce a conoscersi.

Dal Cronico
pure

in

di

argento

Vulturno

ma

del

si

rileva, che di

mancosi ve nerano

peso e valore nulla

loro

si

pu con-

getturare.

Da una

carta

trovavansi in corso

finalmente
i

detti

del

1014

si

rileva, che in Milano

mancosi, 20 dei quali corrispondevano

a 50 soldi, per cui un mancoso valeva due soldi e mezzo. Nella


stessa carta
cosi, ossia

si

osserva, che un denaro piccolo doro valeva 2

Marca DArgento.
nosciamo

man-

5 soldi.

che

Da

una Marca

un documento dellanno 1300 co-

dargento valeva mezza libbra o sei

oncie dargento.

Ottanta ambrosini facevano una marca. Tredici ambrosini e un


terzo formavano unoncia.

155

Medaglia.
rivata

Questa voce dallo Scaligero

Arabi

dagli

neta ponevano

il

Cristiani

ai

volto dei loro

perch

si

questi

sovrani,

pretende

de-

loro

mo-

sulla

perci

dicevano

la

methalia.

Ma

Ducange suppone pi ragionevolmente che

il

tal

voce sia

da noi passata agli Arabi.


Antiche carte del 1103 e del 113G parlano di Medaglie senza
indicare a quale moneta ragguagliassero.

Molte monete furon pur chiamate


medaglie sterline

le

le

anche cos nominati

terzuoli di

Nel concordato delle

nome

col

medaglie segugine

citt

medaglie,

di

ecc.

come

furono ben

Milano.

lombarde del 3 giugno 1254

si

ha

notizia della Medaglia lombarda, la quale si dice essere al fino


di oncie 1 */ 8 P er libbra e in numero di 816, che equivale al
peso di ciascuna di grani 8 8 / 45 c di fino grani 1 y che viene

a riuscire meno del denaro imperiale.


Lautore della notizia delle monete di Brescia (pag. 18) prova

che

alle

volte si usavano per unottava parte di denaro.

Nel 1295 equivaleva a un asse, cio

alla parte quarta.

Nello Statuto di Tortona del 1573 (pag. 177)

Medaglia doro

odo

solid.

et

in

Ma
doro

meno

37

/s

imperiali e

si

dargento

fa nota della

Medaliee auri justi ponderis

il

fiorino

il

ducato doro

36, cos la Medaglia

della quarta parte del fiorino e del ducato.

generalmente parlando
,

denarii trcs imperiali e siccome

posto a soldi

doro era

questo modo:

di

rame o

per Medaglia sintende un pezzo


di altro metallo

indeterminato

di

peso e dimensione, fatta a memoria di un personaggio qualunque.

Mediana.
di

Mediana, Mediatino, o

Milano, accennata dal

denaro grosso, era moneta

Neri, e tratta dal pi volte ripetuto

concordato del 1254, e che valeva la met del soldo imperiale.


Ivi si dice che era

peggio per marca 198, a peso in

47 denari per oncia:


carati 240.

Ma

qui

la lega

corrispondente

al

fino

regna confusione di computo

agli scrupolosi indagatori

il

decifrarne

il

vero

ragione di

per marca
che

valore

si
,

di

lascia

poich

per ridursi alla ragione bisogna fare delle riduzioni immaginarie

senza fondamento.

15G
Della met del soldo imperiale o mediano

si

trova cenno in un

documento del 1193.


Col tempo questi

vendo

Mezza
Mezza

furono chiamati

Mediatini

Lira.

marca 120,

ordinati

26

alla

per marca 44

del peso di carati

scri-

/4

/m

lega

di

denari 10,

che viene peggio

ossia grani

104 */u

/ 67

Pi modernamente parlando poi questa denominazione

met

tutte

di

le

nostre

per
e di

,8

argento intrinseco grani 93

alla

Grossi di soldi IO luno, chiamati pure la

imperiale, furono

lira

grani 18 e in numero

fino

terzaruoli

Corio, che la lira di terzaruoli valeva 10 soldi imperiali.

il

lire

la nazionale

fu

l'italiana

data
lau-

striaca, ecc.

Trattando della mezza


o

Introdotto

moneta

10

equivaleva a 4 parpaiole,
soldi.

sistema decimale, la mezza

il

Moneta Milanese.
la

lira nazionale

quattrini, che si diceva pure

40

Fu

colladdiettivo del

lira vale

50 centesimi.

gi costume generale di chiamare

nome

della

citt

ove

si

batteva

perci anche quella di Milano fu detta Milanese o Mediolanense


sino dal secolo vili.

Un
le

tal

monete

costume
Carlo

di

si

mantenne anche dopo lanno 1200. Perci

Magno

e di

Ottone devonsi chiamare Monete

milanesi.

Maria Teresa volle chiamarla Moneta nazionale.

Moneta Imperiale.
provano che

nome
La

in

Alcuni

Milano e altrove

di Imperiali (2)

si

documenti

1176 (1) ci
stamparono delle Monete col

comuni a tutta

del

l'Italia.

giusta ragione del perch siauo state cos chiamate tut-

tora ignota.
Il

Muratori lazzarda o per essere coniate

periale, o dal
in

nome

di Federico

I,

ristauratore del

Italia.

(1)
(2)

in Pavia, citt im-

Muratori, Ant. Est., P. I, pag. 318.


Muratori. Diss. XXVIII.

nome

cesareo

157
Antonio Castiglione presso
acquistarono

nome

il

dimperiali dal vedervi la faccia di quellim-

peratore che regnava;


limperatore non
vico

il

Pare
coniati

ma non

che

in

nome ed

Lodo-

di

Le Blanc.

Pio, riferite dal

piuttosto

osserv che monete col volto del-

conoscono in Milano, se non quelle

si

monete

Sitoni asserisce, che tali

il

denari

in

fossero detti

Imperiali

perch

propriet dellimperatore Federico nella

propria Zecca eretta in Noceto nel 1163 dopo la da

ordinata

lui

barbarica distruzione di Milano.


Si accenna pure nelle antiche carte, che la

per marca.
di

che forma

Il

59

ciascuno era di grani 8

dopo

tanto la moneta

d'oro di 20

vi

era

pezzo di 20
taglia vinta
in

Piemonte.

la

questa denominazione abu-

lire

Napoleone dargento o doro;

distinzione

come quella

Marengo,
i

e per questo

semplice e doppio.

di

da quelleroe sopra

al

peso

Il

di grano.

regno di Napoleone e qualche tempo

il

memoria

in

Tedeschi nei campi

Cos

il

della bat-

di

Marengo

V. Lira Italiana.

Oncia dOro e dArgento.


anticamente

/ 465

italiana dargento di

fu detto anche

lire

288

fino

il

aggiungendosi a maggior intelligenza la quali-

lire,

ficazione metallica di

ultimo

Con

Napoleone o Marengo.
siva sintese dire, durante

72 per marca.

tino di carati

il

detta Impe-

18 e in numero 465

ossia denaro, aveva la lega di grani

riale,

Moneta

denaro doro

e si

Unoncia dargento equivaleva


paragonava

360

e ciascun soldo corrispondeva allora a

al valore di 5 soldi,

soldi, cio a

18

lire

milanesi dei tempi presenti.

Unoncia antica doro componevasi di oncie 12 dargento, come


si

argomenta da un

ratori (T. n, pag.

editto di Carlo

600), ove dice:

il

Calvo, riportato dal

In

ornili

amplius vendatur libra auri purissimi codi nisi duodecim


argenti.

Mu-

regno nostro non


libris

Ambedue

queste monete per erano immaginarie.

Ottolino 0 Ottino.

Non sar

patrio che qui si tenga parola

discaro allo studio numofilo

sebbene

di volo

di

questa mo-

158
neta battuta in Pavia, di cui

pergamene

per

trova soventi cenno nelle antiche

si

essere quella citt in piena relazione di

Zecca

colla nostra.

Giulini allanno 964, dove parla che

Il

moneta

re

tori

cambi

Lo

dItalia

si

epoca del governo misto di

degli impera-

leffigie

costume cess finch questo governo

tal

per

autore

denari

si

non sa addurci

se in questo

Milano

in

tempo

a battere degli Ottolini.

sia continuato

Pi avanti, allanno 1008, per, dice che Enrico


i

di battere la

una quasi perfetta repubblica.

in

stesso

misto

regno di Ottone

il

continu a battere sulla moneta

si

diritto

Milano spettava da qualche anno allarcivescovo, dice,

in

che durante

Milano

il

forma

di antica

introdusse

cessando allora luso degli

Ottolini.

LOttino poi
trini

del

si

valore

cominci a battere nel 1409 (1); valeva 2 quated era della lega di denari 4 e
di 8 denari
,

grani 12, cio peggio per marca 720, ed entrandone per marca 148,
il

loro peso era di grani 31

Parpajola.
i

*%4

il

loro intrinseco di grani 10

Partiti e scacciati

Francesi dopo

gli Sforza,

Milanesi adottarono questa moneta in memoria del loro dominio.

La Parpajola era una moneta

di biglione, o

una miscela dar-

gento-rame. Ve ne furono di due specie, la pi piccola o


valeva due

soldi e

mezzo

di

rame, cio 10 quattrini,

la

met

e la par-

pajola di 5 soldi o 20 quattrini.

Le parpajolc da due
alla

bont di denari

argento grani 7

*/

soldi e

145

1.

7 14J /us>

18 per libbra, perci contenevano di fino

2.
.

mezzo pesavano denari

Cos dicasi

in

proporzione della parpajola

doppia.

Le parpajole segnano spesse

volte lanno 1608, epoca del regno

di Filippo III.

Dal 1749
in

al

ragione di

1753
145

il

si

batterono marchi 3025 in tante parpajole

marco,

col

peso in pi di

grani 2, colla

pasta delle parpajole vecchie, ridotta alla bont di denari 2. 18

per ogni mezzoncia.

(I)

Schiavini,

De Monetis

Italiae, P. ni, pag. 6i.

159

Pigione.

Moneta milanese

la cui

xiv

origine rimonta al

secolo.

Valeva un soldo

Prima

mezzo, cio denari 18 di rame.

terminare

di

giunse

detto secolo

il

24 denari

valere.

diminuendo

conditionis

et

debeat recipere

consequens expendere grossnm qui nunc valet


perialibus

XXIV pr

XVIII pr

valet Imperialia

VI pr

Imperialia

IV

divisioni

sentis Incantus

seguenti

possit et debeat

facere pr Imperialibus decem

Della

lega

Qui Pigioni

granos

del

si

odo pr

peso di essi

sic

valori

fecero collimpre-

Pigiones expandiles

si

quolibet.

stabil nel

sint et esse debeant de liga

duodecim

onde col

stabiliti

Primo quod conductor prce -

fabricari

et

pezzi

gli

4.

6,

patti:

colluso nei

dovette ordinare

si

suaccennati

che nella citt di Pavia nel 1400


i

moneta

essa,

ragguagliassero

per rapporto a denari di 24, 18,

di

quei

di

indebolimento

sario della Zecca

pigionum qui nunc


sexinum qui

la relazione della

una nuova battitura anche

il

per

Imperialibus Vili quatrinum qui valet

contratti e delle consuete

Per

et

expenditur Im-

et

XXIV;

Imperialibus

pr Imperialibus VI.

Quindi per tener ferma

proporzionato

XXXII

Imperialibus

valet Imperialia

il

XXV prce-

dignitatis et prceminentioe exstat a die

mensis Januarii in antea teneatur

uniuscumque gradus,

tenore (1): Secundo quod quelibet persona

sentis

moneta

la

per decreto di Gio-

ci

gennaio 1391, di cui eccone

Galeazzo Visconti del 25

vanni

rame; e

di

seguente modo:

ad denarios septem

quod teneant onsias quinque argenti

fini

intrari

marca ipsorum Pigionorum et ex iis intrent et


possint Pigioni numero nonaginta quinque pr qualibet

marca.

pr qualibet

La

lega corrisponde a peggio per marca carati 432, e

di

ciascheduno a grani 48

Il

fino

48

/ 95

o per dir meglio a grani

poi di ciascun Pigione risulta di grani 30

Se pertanto

il

Pigione corrispondeva

mezzo, ne verr che

il

detto soldo

al

Schiavisi,

De Monctis

non avesse

Ituliae. P. in, pag.

valore di

lore intrinsico, ossia di argento fino che grani

(1)

39.

il

peso

48

*/,.

un soldo

in s pi di va-

90

*/

95

160

Nome

Pistola dOro.

dato ad una moneta doro, chiamata

comunemente Doppia.

pi

Quarto
Quarto

Lira Imperiale o da Cinque Soldi.

di

di

Il

anche da 5 soldi o grosso da

imperiale, detto

lira

cinque soldi, era alla lega di denari 9 e in numero di 75, cio


30

peggio per marca carati 288, di peso grani 61


seco 46

Col
sotto

e dintrin-

/ 75 -

vennero pur fabbricati

successivo

tratto
i

/,.,

quarti di lira

governi spagnuoli, tedeschi, nazionali, italiani e lombardo-

veneti, dei quali tutti veggasi larticolo Lira.

Quattrino.
di

una specie

Non

si

Nellanno 853

di

sa per

minazione: solo

si

trova in una carta la

moneta detta Quattrino


quanto

valesse

memoria

denarius quatrinus.

n donde traesse

tale

deno-

da una pergamena del 799, che un

conosce

si

quattrino, allora dargento, equivaleva a tre denari, che in quellepoca erano


Il

sei di

moneta

ideale.

V.

Quattrino sul finire del

Argento falrito

secolo

xiv

e figurato.

col valere denari

fin

rame.

Col tempo

il

Quattrino fu una moneta di rame puro, computato

mentalmente per denari

un soldo

di

3,

ed allora quattro quattrini formavano

rame puro.

Quindicesino o Quindicino.
nelle antiche carte e fra noi

Questa corrispondeva

Scudo.

al

Di questa moneta

compare

si fa

cenno

sul principio del secolo

xv.

valore di quindici denari.

Moneta dargento qui pure introdotta con questo

nome.
In Milano

grida

del

di carati 22.

bont

di

furono coniati anche

1538 5 ottobre

Nel 1548

carati

22

e in

si

vi

gli

Scudi del Sole

quali in

valutarono a L. 5 IO, alla bont,


furono

doppi scudi in Milano alla

peso a numero 34

/4

al

marco

del

valore di lire 5 12.

Quello dargento
del valore di L.

si

coni nel 1551, alla bont di denari 10. 22,

12, che fu poi detto Filippo.

161
Nellultima guerra colla Spagna sostenuta da Carlo VI,

niarono in Milano per

degli scudi dargento colle sue frazioni. Largento era

peso conveniente,

medesimo, per

ma

ii

si co-

re di Sardegna, che vi teneva presidio,

il

buono

il

prezzo assegnatogli era inferiore allargento

cui in breve

tempo limmensa copia della moneta

battuta scomparve per lavidit innata dellinteresse nelluomo.

Maria Teresa nella sua monetazione del 1778

fece

pure coniare

scudi e sue frazioni.

gli

Cos la Repubblica Cisalpina ebbe

il

Nella monetazione del regno dItalia


era

pezzo da 5

il

che equivaleva a sei

Di

pure

vi fu

lo

Scudo, che

lire italiane.

denominazione

Tale

suo Scudo.

tutti questi scudi

data anche

fu

al

tallero

degli Austriaci,

austriache.

lire

veggansi

le particolarit

marcate a ciascun

regno e allarticolo Lira.

Scudo dOro o Ducato dOro.

Moneta d'oro milanese,

che da principio valeva 50 soldi.

Per decreto delFll agosto 1413


valore

Scudo doro era

dello

di

Giovanni Maria Visconti

di

soldi

il

52, denari 2 di moneta

nuova.

Nel 142G facendosi dallo stesso duca un nuovo conio


nete,

si

entrate

57

mo-

una

nuova

grida

colla

quale

lo

scudo

doro

valeva

soldi.

Lanno
di

di

pubblic dal magistrato camerale, cio dai maestri delle

seguente 1427

si

diminu

il

corso della detta moneta

4 soldi per ogni scudo.

Per conoscere per


considerare

il

lintrinseco delle suddette

punto a cui giunse

il

cando di appoggi, bisogna prendere

monete convien

soldo in questi tempi, e


le

man-

parole di Pietro Accettanti,

ragioniere della ducal camera, in una sua scrittura fatta ai 4 di


giugno del 1474 che dice: Nella ducale Cecha de Milano si

moneta che vale un soldo per cadauna, e gliene va


uno marco 1G4, e tengono dargento tino per cadun marco onze

fabbrica

denari 20 (1).

(1)

Schiavisi,

11

De Monetis

Italiae

P. hi. pag. 47.

in
2.

,,

1G2
Fatto

met

calcolo risulta la lega

il

peso

il

/ i0 circa

fiorino

al

venne sostituito

grani 18 e del

moneta era inferiore


doppia

la

Sesino.

prezzo di soldi 50

al

due

di

di

Scudo

lo

22

di carati

titolo

del peso

doro,

per cui questa

fiorino, che ri-

carati dal titolo del

tenevasi doro puro, cio di carati 24.

mavano

valuta soldi 90.

si

denari 2

744;

che vuol dire la

principiar del secolo.

Ducato o Scudo d'oro, che era

il

1487,

Nel 1538
di

peggio per marca carati

grani 28

soldo

dellintrinseco del soldo coniato al

Quindi
nel

ciascun

di

Due

scudi doro for-

Milano, perch valeva due scudi doro.

Antica moneta

che ebbe origine nel

milanese

se-

colo XIV.

Valeva mezzo soldo, cio denari 6

di

rame.

Sul finire del secolo istesso indebolendosi

moneta giunse a

la

valere denari 8.

Nel concordato

Pavia

fatto colla citt di

dei Sesini nella seguente

forma

1000)

(an.

Itcm possint

et

si

parla

dbeant fairi-

pr imperialibus sex pr quolibet


debeant de li<ja ad denarios sex sic quod

cari facere sexinos expendiles

qui sexini sint

et esse

marca ipsorum, intrent onzice quatuor argenti fini et


ex iqysis intrent sexini ducentum triginta duo numero pr quadire peggio per marca 57G, e il
libet marca. Ci che vuol
in qualibet

peso di ciascuno di essi di grani 19


tanto (Fogni sesino sar di grani 9

siccome

e questi

nari G

cos

si

vuole che non

/ 55

si

parla ancora dei

pi 232 entrino in una

proviene che

fino

il

marca

di essi sia di

circa.

Sesino fu detto anche terzarolo o terzuolo.

Soldino.

La moneta

tere in Milano nellanno

Nel 1622
di

allincirca. Il fino per-

fissano alla lega antecedente di de-

si

soltanto 220, dal che ne

grani 10
Il

il

/ s9 .

osservabile per, che in altro concordato

sesini

ma

*/
s,

si

detta Soldino per

1550,

alla

bont

di

cominci a bat-

denari

3. 1.

coniarono a numero 240, e riducendoli alla bont

grani 20 soltanto a numero 108. Risultano

380 per marca.

si

perci a

numero

163
Per

25 gennaio 1391
nuovamente alterata

decreto

nominato soldino e dodesino


nari,

ma

moneta,

il

soldo

fu

24

de-

non pi

valeva

12.

*/

21

Giovanni Galeazzo Vi-

la

perch

Nel principio del xiv secolo


fino

di

del

venendo

sconti

97

la

4a

soldo pesava grani 23

il

/ 77 e di

V. Soldo,

lega peggio per marca carati 108.

Soldino, Dodesino.

Soldo.

Gli storici antichi dicono, che sotto

Longobardi

conservata

Goti

degli

imperatori Greci e della repubblica

dei

siasi

dei

regni

forma monetaria

la

tuttavia

esistente

dei

Romani.
Quindi

la

parola Soldo menzionata nelle leggi e nei documenti

Longobardi,

dei

non

si

sa se

doro

sia

dargento.

Carli

Il

opina che significasse prezzo dargento, appoggiato alle immense

somme

inflitte

per

finanze, se credere

delitti
si

leggieri

incompatibili

volessero quei soldi doro:

colle

private

Rotali

impose

900 soldi per chi facesse insulto ad


pena in una multa
una donna libera o a una fanciulla, e 11200 a chi o luna o
di

la

laltra uccidesse.

Carli trov poi documenti per confermare la

Il

sua opinione.
I

Longobardi daltronde esprimevano

nominando soldo doro quando era

la quantit

tale;

e ci

si

del metallo

vede

in

un

ca-

pitolare di Sicardo, principe di Renevento nell836.


II

Carli trov

pure da un documento manoscritto, che

Soldo non esprimeva soltanto


il

moneta,

la qualit della

peso; dicesi in essa alla parola Mancusa, che:

pondus duorum solidorum ex denariorum.


Il

la voce

ma

bens

Mancusa

est

Soldo anticamente era per Milano una moneta doro effettiva,

composta

Era

di

12 denari dargento.

poi divenuta una moneta ideale di un maggiore o minor

prezzo, secondo luso delle nazioni.

In una pergamena dellanno 857 pubblicata dal Muratori (Ani.


ilI.

AEV

T.

il,

gento,

211),

p.

dette ad Adelberto

si

legge, che

un certo Angelberto ven-

200

soldi in buoni denari dar-

suoi beni per

computati 12 denari per ciascun soldo.

Nei paragrafi 66 e 91 dei decreti

di

Carlo

Magno

si

vede, che

164
la legge salica

secondo

soldi erano

appunto composti

comprende che sebbene

nari, quindi si

una moneta doro

il

12 de-

di

Soldo anticamente fosse

come

era poi divenuta moneta ideale,

effettiva,

abbiamo disopra enunciato.

Da

carta e da altre consimili

questa

poi in quei tempi

come

sa che una

si

si

conosce

che fra noi

Soldo era composto di 12 denari. Ora,

il

libbra dargento era formata di

cos si

vede che dessa era composta

denari

formavano

di

20

soldi

sic-

240 denari,

e siccome 20

unoncia dargento a 10 paoli, cos un soldo

conteneva 12 vigesime parti duiioncia dargento, corrispondenti


a 6 paoli, cio a 12 denari dargento.

Per

che

il

soldo era tra noi ben diverso e decaduto dallan-

il

vedemmo

tico valore, poich anticamente

meno

valeva poco

che

il

soldo era doro e

uno dei nostri zecchini, o per

di

lo

meno duna

mezza doppia.

La corrispondenza che passava tra il prezzo delloro e quello


modo seguente: con 12 oncie dargento si

dellargento stava nel

comperava unoncia doro


Sebbene

il

pi puro.

come abbiamo

poi,

detto pi sopra

Lira,

allarticolo

nulla fosse pi effettivo del valore duna libbra dargento, anche

questo

per divenne una moneta

sempre decadendo
cui le lire milanesi

20

and

ideale chiamata lira, che

sino a ridursi al presente stato, in

di pregio,

come

sono bens

soldi e ciascun soldo in

le antiche libbre

12 denari,

ma

divise in

valore dei denari,

il

dei soldi e delle lire in ragione delle nostre citt in qual pi,

meno

in qual

valore

ma sempre

tenue e meschino a paragone

del loro antico pregio, e del

pari meschino e tenue

dellargento a confronto

suo valore primitivo.

la

gran differenza che

stri

si

del

trova tra

tempi con quelli dellantica

Per

il

che

dargento
valore

un

antico

come

del

Da

prezzo

ci nasce

denari, soldi e lire dei no-

et.

doggigiorno in riguardo a un denaro

denaro

a 90

il

peso di un mezzo paolo


poich 90

dei

corrisponde nel

denari

nostri

formano un

mezzo paolo.
11

valore

poi

dellargento dei tempi antichi in paragone del-

come
un denaro di

lepoca presente

passa

tra

12,

Milano

perci

doggid

la

un

differenza

denaro

che

antico

165
circa

come da

a 10,80,

cos in proporzione del

soldo e

della lira.

Ai tempi di Carlo Magno 264 denari entravano in una libbra


dargento,

dunque

22* parte,

la

La

ma

soldo non era la 20* parte della libbra,

il

era divisa in 20 soldi e 200 denari, e

metallo

libbra di

questi soldi significavano

duna libbra, e
lira

ma

quei soldi erano immaginaria

peso, cio circa la 20* parte del peso

il

dicevano anche legittimi, come appartenenti alla

si

commerciale legittima.

Non prima

dcllxi secolo

denari acquistarono

moneta

allorch sindebol la

il

nome

di soldo,

dimentic la ragione delle an-

si

tiche relazioni di essa.

Nellanno 1031 un Codice Itatisbonese dice:

III

annualiter persolvendce sunt

librce

ed ecco che

chiamavano

denari

leggono anche

Da

non

in

scheduno. Eccone

il

sic,

hanno notabili osservazioni a

si

tenore:

pr

prcesentis

expendiles

et

granos viginti

qu. vel teneant oncias septem et denarios sex argenti

pr qualibet marca ipsorum grossorum

4s

grosso grani 47

nome, che

quolibet grosso, qui grossi

de liga ad denarios decem

marca mediolanensi.
La lega peggio per marca
/97 e

il

carati

fino grani

soldi finalmente

ltem possit

et

si

et in eis intrent Mi,

cum dimidio pr

42

soldo era di grani di fino argento 21


I

tal

e dodesini di 12 denari cia-

trare debcant grossi nonaginta septem,

il

decret la fabbrica

si

chiamati con

Primo quod conductor

viginti quatuor

sint et esse debcant

fini

non

debeat fabbricari facero grossos

et

pr Imperialibus

unum,

poi

ma non pi
meritavano, ma soldini

ineantus possit

solidi denarii

soldi; e pi avanti si

Soldo. Nellanno 1400 poi

grossi e dei soldi

di fatti

extro sitis ruribus

mezzi denari soldi.

quellepoca

farsi intorno al

dei

reali si

VI

et

108,
6

*/

97

31

/ 97

il

qualibet

peso di ciascun

incirca.

Per

il

che

allincirca.

prescrissero della lega e del peso seguente:

debeat idem

conductor fabricari

xinos sire soldinos expendiles pr Imperialibus

facere dode-

duodecim pr

quolibet soldino, qui soldini sint et esse debeant de liga

narios septem

cum dimidio

argenti fini pr qualibet

ad dequod teneant onzias quinque

sic

marca

et

ex eis intrent

et intra/re de-

166
beant soldini ccntum triginta sex pr marca.

marca

452.

carati

.11

21

fino grani

peso

Cio peggio per

che vuol dire corrispondente

circa,

/ 17

grani 33

soldino

dogni

1I0

/
al

e il

rapporto

dei grossi.
Il

soldo imperiale adunque nel 1400 aveva dintrinseco grani

dargento

ma

21

fino

/ l7

siccome

1300 era un terzo pi

nel

s5

forte, cos doveva essere allora di grani 31

era nel soldo

allorch

fiorino doro

il

Ma

soldi 32, cio a terzaroli 64.


zaroli 32 valeva

grani 63

che

17 ,

il

xm

tavola del secolo

Dal

suddetto

il

qui detto

fin

prezzo medio tra

vede

ma 48

Maria Visconti

ed

di

anche

fiorino doro

il

rileva

si

dellintrinseco

non valse pi

da uno Statuto

50 per decreto

soldi

del 18 gennaio

di

Como

di

Giovanni

1409.

ciascun soldo grani 28

c * rca

*/o

soldo coniato al

poi si rileva, che

altre notizie

il

che vuol dire

>

principiare del

la

secolo.

soldo o soldino alla lega

4, grani 6 e in numero 70 per marca, cio a peggio

di denari

65

carati 774, di peso

monete,

cosicch

come

dellintrinseco del

credette

cambiamento

il

calcolo poi risulta la lega peggio per inarca carati 744,

il

peso

e 50,

dopo lanno 1403

Da

che

milanesi del secolo xiv e del prin-

monete alter per necessaria conseguenza

di

prezzo delloro

il

32 soldi,

il

due valori posti nella

del Carli.

si

Codesta decadenza

met

ter-

soldo aveva dintrinseco

il

xv.

cipio del

Fatto

valutava in Milano a

quando soldi 16, ossiano

fiorino

valore delle diverse monete

anche

si

e tale intrinseco

/ }4

trovarvi un errore

poich dato

ove

21

e diutrinseco

/ ss

il

Carli

lintrinseco delle altre

soldo non poteva ascendere a tanto: quindi invece di

il

70 per marca,

lo
5!

sar di grani

stabilisce a

160

e cos

/ t60 e lintrinseco grani

questi soldi corrisponderanno alla

peso proporzionato

il

75
/4

lira, dieci

60 ,

alla

e cos venti di

met, cinque al

quarto di essa.

Da una
neta

grida poi

detta

grani 9

Soldo

,5

/ 460

ranno grani 10

Si

del

di

1498

Milano

si

in

rileva di

conferma che

questepoca

aggiunga a questo un

la

mo-

aveva dintrinseco

quinto del valore, sa-

4,

/ 16

Del numero dei soldi componenti la libbra

di peso

167

E dei soldi numerarii E legali.


che esisteva tra libbra e

Conosciuta la

differenza

ne viene di conseguenza la cogni-

lira

zione anche dei soldi componenti la stessa.

Gi

disse che questi erano immaginarii di 12 denari luno;

si

dunque

la

numeraria o commerciale era formata di 20 di

lira

questi soldi, e perci

La

si

monetale indicava un

libbra

a bilancia, e formanti
di

questa

disse lira di

il

tal

denari.

numero

minor numero delle monete o dei denari che

mare

di

monete poste

giusto peso della libbra: dunque

il

soldo

incostante in proporzione del maggiore o

era

libbra

240

ci

volevano a for-

peso di libbra.

il

Magno

Ai tempi di Carlo

una libbra

ma

di essa,

vide che

si

conseguenza

e per

2G4 denari entravano

Codesti erano

la ventiduesima.

in

soldo non era la vigesima parte

il

tutti

immagi-

soldi

narii e numerari.

Finalmente la libbra di metallo era divisa

in

20 soldi

e questi

soldi indicavano peso, cio la vigesima parte del peso intero della

La quale cosa

libbra.

duino (1), ove

si

triginta libras

summam
Le
peso.
il

provata

vien

tenuto

Tricassino

Concilio

nellanno

comanda che

878

pubblicato

dallAr-

sacrileghi siano condannati in

examinati argenti

iest sexcentorum slidormn

argenti purissimi. *

libbre dargento esaminato e purissimo significano libbre di

Ora

30 libbre

se

di

peso facevano soldi 600, ne viene che

peso della libbra fosse diviso

ma

erano reali

questi

20

in

Per una legge di Carlo Magno


doro

anche colla legge VII del

soldi.

la libbra

quando

si

doro era di 72 soldi

parlava di questi

si

diceva semplicemente libra auri, senz'altra aggiunta.

Siccome poi
legittima
stinti

col

la

nome

commerciale

lira

anche

cos

di

di

denari 240

componenti

soldi

legittimi.

si

diceva lira

la detta lira

erano di-

Tanto sintende da un documento

dellanno 941 dellArchivio Ambrosiano, in cui sono chiaramente


espressi

Filius ejus

In nomine Dni Jlm Xpti

Hugo et
Lotharius Gra. Bei Reges anno Regni predicto Bui

soldi legittimi.

Hugonis Quintodeeimo Lotharii vero decimo mense Januarii In.

(1)

Cond., T.

vr,

P.

i,

pag. 178.

168
dictione Quartadecima. Manifesta

Accepmus ad

etc.

Argentimi Denari boni solidi legitimi

finitimi

questo documento

pretium,

ricava inoltre, che nel gennaio del

si

era di gi re dItalia, con che


chivio de Canonici di

Modena,

...

te

etc.

Da

926 Ugone

accorda un istromento dellAr-

si

riferito

dal Muratori negli Annali

del 926.

Dal

qui

sin

detto

si

rilevano due cose: 1 che lespressione

un

del peso nella lira di monete, ossia nella libbra monetale,


indizio sicuro che

monete non erano ferme

le

peso; 2 che

nel

il

metallo in massa o in verga

il

metallo nelle monete non era di quella purit che ritrovavasi

posto in commercio, mostra che

nel metallo fino.


Infatti Carlo

della Zecca,

Calvo comand che quelli che avevano

il

non approfittassero sopra

meno

denari con mistura e

Ma

La

il

il

diritto

non coniassero

Magno cominci

denari di Milano e di Pavia col

e poi si vedr che essi assomigliano


di Carlo

la

moneta

nel peso che nella lega?

Si osservino

monete

pesanti del solito.

a qual pr se sino da Ottone

a deteriorarsi

le

nome

quelli di Carlo

di

Ottone

Magno

qual cosa fu osservata dallannalista sassone, soggiungendo

che questi

mavano

denari di Ottone per distinguerli dagli altri

si

chia-

sino ai tempi suoi Ottolini.

Dalla moneta per di Ottone coniata nella Zecca di Verona

potrebbe argomentare, che non tutte


nel
Il

Calvo.

tempo
Carli

istesso
ci

il

Zecche

le

si

dItalia soffrissero

peggioramento della moneta.

la divisione del

Soldo imperiale nel modo se-

guente:
Il

Soldo era composto di denari XII.

La sua met
Il

di denari VI.

terzo di denari IV.

Il

quarto di denari

Il

duodecimo

Il

ventiquattresimo di denari 5, ossiano

Il

quarantasettesimo di III piccoli.

La moneta Soldo
lore

fu

III.

di denari I e piccoli dodicesimi.

VI

piccoli.

col tratto successivo vari di

sempre di rame.

Vedi

peso e

le specialit

di

va-

nei regni di

160

Maria Teresa
liana ne?
,

nella repubblica Cisalpina

m o

nella repubblica Ita-

d'Italia sotto Napoleone e nel regno

Lombardo-

Veneto sotto gli Austriaci.

Sovrana dORO.

Col sistema

di

monetazione

di

Francesco

vembre 1823 venne introdotta questa moneta doro

40

del valore di

20

e di

Tallero DArgento.

lire

I,

1 no-

imperatore dAustria e re del regno Lombardo-Veneto, del

e la sua met,

austriache.

Nome

dato ad una moneta dargento

del valore di lire 6 austriache, col sistema di monetazione dato

da Francesco
Veneto.

I,

imperatore dAustria e re del regno Lombardo-

Fu pure chiamato

Moneta

Terlina o Treixa.

milanese la cui origine rimonta

del secolo xv.

al principio

Valeva denari

3,

il

quarto del soldo: era alla bont di de-

numero 245, cosicch era peggio, o per


teneva dargento fino per ogni marca 126 carati, e

nari 1, grani
dir meglio

scudo.

10, e in

pesava grani 18

,9

*/s 45

>

e lintrinseco era di grani 2

Terzarolo o Terzo.

Signora

lepoca

114

/ s45

in cui la

moneta

detta Terzo o Terzarolo siasi introdotta in Milano. Dapprincipio

corrispondeva a una terza parte del soldo imperiale


ridotta in epoca indeterminata alla

met

di esso

quindi venne

per cui venne

detto anche mediano o mediatino.

Dal 1254

al

1289 sindebol

invece di 24 terzaroli

ve

ne

tanto

la

moneta milanese, che

volevano 32 per

grossi bresciani; o, per meglio dire,

il

equivalere a 12

valore del Terzarolo da

denari decadde a due.

sei

Testone.

Nome

d'argento, e che

si

dato a una moneta milanese

crede cos

doro che

chiamata dalla testa del principe

effigiata.

ivi

Quello dargento del duca Galeazzo Maria Sforza e continuato


dal

successore

riale.

Giovanni

Gale azzo Maria valeva una

lira

impe-

170
vecchio Testone a torchio pesava denari

Il

denari 11, e di

denari

fino

G.

scenti; e a tenore del progetto

Testone

li

fasce

delle

11, di fino denari

nari

ducato

Il

1474

doro

fu

/3 ,

pesava denari

6.5

/ 12 ,

7. 4, alla

vale a dire lire

varrebbe

bont

2.5

di

cre-

2. 5. 11

lire

Ve19, alla bont di de-

6.

nella grida

chiamato Testone doro

Galeazzo Sforza,

Giovanni

di

13

di cui

non ammesso.

in

un decreto del

portava

leffigie

de-

lineata.

Zecchino

Moneta

doro

milanese

fiorino doro, successivamente detta

anticamente chiamata

anche Zecchino.

Vcggansi

specialit agli articoli Lira, Fiorino d'oro, Ambrosino.

le

Maria Teresa
ci

che

Qui ha
dalla

suoi successori fecero battere codesta moneta,

vede alla sua grida del 1778

si

fine la

denominazione

presso

scrittori,

gli

che col tempo vengano


lo

riesca un

studioso

mi

fu

milanesi

dato di

e nei pubblici e privati Musei.

caso che altre se ne possano

istruire

suo regno.

monete

delle

nostra officina monetaria, che

al

in

chiaro.

patrio

nome qualunque

trovare

da

me non

Intanto valga

nummofilo

affinch

della nostra moneta.

aAAAAAA/VVVv^--

il

sortite

riscontrare

Pu

darsi

il

conosciute,

gi detto per

nuovo non

gli

171

iistidi

oe

Nozioni generali intorno alla Zecca di Milano e bibliografia nu-

mismatica
I.

Milano sotto

Pag.
il

dominio dei

Galli,

Romani, Unni, Eruli,

Ostrogoti ed Imperatori dOriente

IL

Dominazione Longobarda

III.

Dominazione dei Franchi e

di altre dinastie

italiane,

V.
VI.

dominio degli Alemanni

57

Milano in repubblica retta dai Torriani

80

Milano sotto

il

Dominazione Viscontea, signori poi duchi, repubblica am-

Milano sotto gli Sforza e dei Re di Francia

IX.

Dominio austriaco ed austro-lorenese

X.

Repubblica Cisalpina, Repubblica

XII.

....

Dominio spaguuolo, austriaco e borbonico

Italiana,

con Milano capitale


XI.

32

42

Vili.

23

brosiana
VII.

bor-

gognone e tedesche
IV.

Regno

82

91

102

108

dItalia

113

Regno Lombardo-Veneto, Governo provvisorio di Lombardia,


ritorno degli Austriaci, il nuovo Regno dItalia

...

129

Denominazione della moneta milanese

137

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