Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
linguaggio
by Madalina Sandu, on 01/02/19 11.39
Molto probabilmente, non più di 20 anni fa, questa frase avrebbe fatto accigliare la
maggior parte delle persone. Oggi la terminologia dei social media è entrata a far parte
del nostro modo di comunicare tanto da creare un vero e proprio linguaggio a parte.
Facebook, Twitter, Instagram Whatsapp, chi più ne ha più ne metta !! I social media
sono considerati dei veri e propri organismi vivi. Miliardi sono le persone che, in media
giornaliera, spendono all’incirca 1 ora e 30 della loro giornata sulle reti di
comunicazione. A questo punto il mutamento linguistico è inevitabile.
Le dinamiche linguistiche utilizzate per i social sono ben diverse da quelle utilizzate nei
contesti reali, quindi l’avvento di neologismi è più che normale. Possiamo paragonare il
linguaggio ad un vero e proprio essere vivente che cresce, muta e si adatta alle
condizioni circostanti. Spetta alla società adattare al meglio il linguaggio ad ogni
situazione senza mai perdere di vista la correttezza della sintassi, e di ciò che si vuole
comunicare.
I primi “social
media”
Ritornando al mutamento della
lingua italiana dovuto al avvento dei social, possiamo volgere uno sguardo al passato
per comprendere il perché ci si è imbattuti in nuovi metodi comunicativi.
Forse ricorderai solo vagamente, o probabilmente non avrai idea di cosa siano i
famosi SMS (short message service) che dilagavano al inizio degli anni 2000. Le
abbreviazioni erano il loro punto di forza, divenute talmente comuni da essere
considerate una vera e propria moda. XK invece di perché, cmq al posto
di comunque, asp, risp e tvb abbreviazioni comuni di aspetta, rispondi e ti voglio bene.
Alcuni dei motivi che spingevano teenagers e non ad utilizzare sigle o abbreviazioni
erano: la fretta di comporre un messaggio e la celeberrima limitazione di 160 caratteri
strettamente legata alla tariffa mensile che si pagava per poter effettuare gli SMS.
E se abbreviare le parole per esprimere rapidi concetti non sembrava essere abbastanza,
la società ha elaborato un modo per comunicare virtualmente in maniera breve ma
diretta le emozioni. Tutto ciò è stato possibile grazie all’era di Messenger, rete di
comunicazione caratterizzata dalle famosissime emoticons. Dalle più sbarazzine faccine
gialle, ad animaletti, oggetti di vita quotidiana e gif (immagini animate di brevi
secondi).
Non è un caso, quindi, che sin da subito si siano affermate nuove metodologie di
comunicazione. Gli SMS non sarebbero stati tali senza le abbreviazioni e Messenger non
avrebbe riscosso un tale successo senza le emoticons.
Anche sigle come LOL (Laugh Out Loud), OMG (Oh My God), BTW (By The Way),
ROTFL (Rolling On The Floor Laughing) e IMHO (In My Humble Opinion) sono
esempi di sigle anglofone che la maggior parte dei teenagers utilizza quando messaggia
in lingua italiana. Adoperare queste terminologie inglesi è anche il risultato della loro
fonetica e orecchiabilità. Sembra che le parole anglofone in ambito tecnologico suonino
meglio rispetto a quelle italiane; Basti pensare al termine Socia Network, che non solo è
più orecchiabile del corrispondente italiano Rete Sociale, ma è anche un termine molto
più commerciale.
E’ bene però tenere a mente quelle che sono le corrette regole morfologiche, sintattiche
e fonetiche della lingua italiana. La rete è popolata da miliardi di persone che hanno il
potere di postare (cioè pubblicare se vogliamo utilizzare il termine italiano) ciò che
vogliono e come vogliono rispettando ovviamente i limiti imposti dalla legge. In questo
mare di persone è inevitabile la diffusione dell’errore. Secondo una ricerca dell’Istituto
di Brandwatch il 0,58% delle parole su Twitter (una parola ogni 179) è errata. Gli errori,
oltre che alla fretta sono anche dovuti a linguaggi giovanili e giocosi (gli slang) e al
potere mediatico degli influencers. Persone, film, artisti, e mode influenzano il modo di
comunicare dei teenagers, i quali, provando ammirazione per questi ultimi voglio
assomigliargli in tutto e per tutto.