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Nel panorama della letteratura italiana dell'Ottocento, l'opera di Giacomo Leopardi emerge

come un faro critico che dissoda le fondamenta della fiducia cieca nell'ottimismo
progressista encomiato dai suoi contemporanei. Nel celebre componimento “la Ginestra,"
Leopardi si erge contro l'illusione di un destino magnifico e progressivo, sottolineando il suo
scetticismo nei confronti di un ottimismo insensato e puerile. Mentre il suo tempo era
permeato da un fervore per le "magnifiche sorti e progressive," Leopardi, con la sua
penetrante analisi, offre una prospettiva critica che si sottrae alla retorica dei suoi coetanei.
Attraverso la Ginestra, l'autore manifesta una profonda consapevolezza dei limiti umani e
della precarietà delle aspettative ottimistiche, delineando un pensiero che sfida le illusioni di
un progresso inarrestabile. In questa trattazione, esploreremo anche grazie al
componimento del filosofo Zygmunt Bauman, questo senso di angoscia e inadeguatezza nei
confronti del progresso che viviamo nella nostra età contemporanea.

Dalla rivoluzione industriale di fine ottocento l’umanità ha assistito alla possibilità della
tecnologia e delle macchine di sostituire il lavoro dell’uomo, all’epoca della seconda
rivoluzione questo avvenimento si riservava solo a quelle mansioni più meccaniche e
ripetitive, prima eseguite da operai specializzati.
L’introduzione delle macchine all’interno delle fabbriche ha portato con se una riduzione
delle spese per le aziende, dato che una macchina ha un efficienza estremamente maggiore
rispetto a quella di un operaio, e quest’ultimo richiede una retribuzione salariale molto
maggiore rispetto ai costi di mantenimento di una macchina.
Questa situazione inizia a diffondere la paura che le macchine sostituiscano la manodopera
umana, a discapito dell’arricchimento di pochi e la rovina di molti, ma in questi anni di primi
sviluppi tecnologici le mansioni lavorative colpite risultavano ancora poche, o comunque non
ancora abbastanza da colpire l’intera popolazione.

Andando avanti col tempo, più l’avanzamento scientifico e tecnologico si è velocizzato e ha


espanso i suoi confini, mutando in modo irreversibile le vite di tutti noi.
Dagli anni 70 in poi con l’introduzione dei primi computer e l’avvento di internet, operazioni
lavorative e di comunicazioni si sono velocizzate in tutti gli ambiti, mutando i ritmi e
favorendo la globalizzazione.
L'introduzione degli smartphone ha dato la possibilità alla persone di poter essere sempre
connessi con il mondo, portando a una vera e propria rivoluzione dei rapporti sociali umani,
a volte migliorando le nostre vite e agevolando alcune operazioni, ma molte altre creando
situazioni problematiche.

Come abbiamo visto le parole chiavi del progresso tecnologico sono velocizzare e
ottimizzare, e da questo si comprendono bene le parole di Bauman :“Il progresso
tecnologico è diventato una sorta di gioco delle sedie senza fine e senza sosta, in cui un
momento di distrazione si traduce in sconfitta irreversibile e esclusione irrevocabile”.
Ormai la velocità a cui scorre la tecnologia inizia a starci stretta, succede tutto sempre più
velocemente e questo tempo si accorcia giorno dopo giorno, portando la mente umana a
abbassare la sua capacità di concentrazione nelle cose, e rimanere indietro in questa
continua corsa può provocare molti disagi.
A dimostrazione di questo è l’estrema popolarità di un social come tiktok, che in un mondo
che corre sempre di più, propone tantissimi contenuti, per la maggior parte leggeri e beceri,
della durata di pochi secondi.
Ovviamente quello che si trova sul web non è solo contenuto spazzatura, ma c’è da dire che
negli anni, proprio per questa richiesta del pubblico di contenuti su contenuti su contenuti, ha
portato irrimediabilmente porta a un abbassamento della qualità dei contenuti, e
specialmente questo fenomeno si può rivedere nei contenuti per bambini.

Vedendo tutto ciò si inizia a comprendere come l’angoscia espressa da Leopardi ai suoi
tempi, si stia diffondendo sempre a più persone, e come l’uomo sia alienato e dipendente
dalla tecnologia per sempre più operazione della sua vita.

E a questo proposito volevo fare una piccola parentesi su una delle ultime tecnologie
introdotte nel mercato consumistico, una delle più rivoluzionarie degli ultimi anni:
l'intelligenza artificiale.
Open ia, l’azienda creatrice di Chat GPT, un anno fa ha lanciato sul mercato questo software
che in pochissimo tempo si è espansa non solo alla creazione di testi o alla ricerca di
informazioni, ma anche alla creazione di immagini, alla produzione di musica, di video o
addirittura alla possibilità di modificare la voce e farla sembrare quella di qualcun’altro,
inizialmente con risultati scarsi, ma giorno dopo giorno con l’utilizzo di milioni di utenti, grazie
a un algoritmo di machine learning (possibilità dei computer di imparare dai dati e a
migliorare con l'esperienza) l’IA sta raggiungendo risultati davvero impressionati e allo
stesso tempo spaventosi.

Ad oggi la paura che le macchine un giorno saranno in grado di ricreare processi creativi ed
emozioni simili a quelle umane è sempre più concreta, questo spaventa molti, mentre altri
sono ancora convinti che la mente umana sia irraggiungibile.

Personalmente credo che oggi viviamo in un mondo nel quale veniamo continuamente
bombardati da migliaia di informazioni (giornali, video, post su instagram, fake news su ogni
canale social ecc…), ciò porta inevitabilmente ad immaginare che le generazioni future
saranno ancor più esposte alle eventuali ripercussioni negative.
Ad esempio, l’abbondanza di informazioni di cronaca di diverse testate e autori, porta di
conseguenza a leggere molte versioni della stessa storia da punti di vista diversi, e spesso
mai oggettivi.
Perciò avremo una visione del mondo, sia vicino che lontano da noi, molto distorto
Un epilogo negativo della nostra storia è rappresentato nel film d'animazione
"Wall-e", che ho rivisto recentemente, che descrive un futuro distopico nel quale gli esseri
umani si sono ritrovati costretti ad abbandonare la Terra a causa dei numerosi
danni che loro stessi hanno causato al pianeta.
Spero ovviamente che questo non sia il futuro riservato all'umanitá.
Il film lascia spazio sul finale a una presa di coscienza collettiva, che porterà gli umani a
tornare sul pianeta e a cercare di ricostruire ciò che hanno distrutto.
Però io nella mia quotidianità, vedo ancora troppa incerta e debole questa voglia di prendere
coscienza dei problemi e affrontarli veramente, e la risposta che spesso i politici danno
(soprattutto in italia) è “ma non è compito mio”

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