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Analisi della società tecno liquida

Da sempre l’ uomo ha cercato di spingersi sempre più lontano nello sviluppo delle
tecnologie, una continua ricerca di soluzioni che rendessero la vita umana più
semplice, delegando sempre più attività faticose a macchinari, rendendo più facili i
contatti fra persone e facilitando la ricerca di informazioni; è evidente che le nuove
tecnologie abbiano modificato di molto la nostra vita e sicuramente continueranno a
farlo, ma si può dire che l’essere umano sia alle soglie di una mutazione riguardante
il sistema cervello-mente?

Molti studiosi dicono di si, un esempio è Tonino Cantelmi , professore di cyber-


psicologia, il quale afferma che questa grande modifica sia già in atto ; definendo i
tre punti cardine di quella che viene definita società tecnoliquida*:

 la velocità: infatti osserva, in una società in cui tutto scorre velocissimo, in cui
tutto viene consumato velocemente o si è veloci o non si è;

 La tecnomediazione della relazione: altro fattore importante della società


tecno liquida è la tecnomediazione della relazione, infatti i social network
ci permettono si di accorciare le distanze con persone a noi lontane ma hanno
anche la grande colpa di farci spesso chiudere in casa chattando con qualcuno
che magari avremmo potuto vedere di persona; sarebbe secondo me
importante capire che i social network andrebbero considerati come una
seconda scelta per rapportarsi con qualcuno e non come unico mezzo.

 Il narcisismo digitale: nella società tecnoliquida l’ immagine di se proiettata


nei social network spesso risulta più importante di quella reale, per cui spesso
frequentatori assidui dei social network sviluppano una sorta di dipendenza
dai social stessi, hanno bisogno di postare sempre per paura di essere
“dimenticati dalla rete”.

Ma l’informatica non sta modificando soltanto i rapporti sociali e le nostre relazioni,


sta cambiando anche il mondo del lavoro; di fatto adesso molti lavori faticosi
vengono svolti da macchinari che costano meno e che non reclamano diritti, le
catene di montaggio, ormai animate solo da complessi macchinari che sostituiscono
decine di persone, ne sono il perfetto esempio. molte ricerche affermano che nel
futuro la rivoluzione non si fermerà, si pensa infatti che in circa 20 anni dal 30 al 45%
dei lavori che adesso vengono fatti da umani verranno svolti da intelligenze
artificiali Ma l’informatica non sta modificando soltanto i rapporti sociali e le nostre
relazioni, sta cambiando anche il mondo del lavoro; di fatto adesso molti lavori
faticosi vengono svolti da macchinari che costano meno e che non reclamano diritti,
le catene di montaggio, ormai animate solo da complessi macchinari che
sostituiscono decine di persone, ne sono il perfetto esempio. molte ricerche
affermano che nel futuro la rivoluzione non si fermerà, si pensa infatti che in circa 20
anni dal 30 al 45% dei lavori che adesso vengono fatti da umani verranno svolti da
intelligenze artificiali, sia lavori pesanti, faticosi o noiosi sia lavori che richiedono un
contatto umano, come per esempio un receptionist o il conduttore del tg: ecco vi
presento Erica, un umanoide che parla e si esprime come un umano. Creata dal prof.
Hiroshi Ishiguro, (direttore del lab. di intelligenza artificiale di Osaka) Erica è stata
creata rappresentando una ragazza di circa 25 anni che ha capacità discorsive
avanzate, ossia che riesce per esempio a capire se è il caso di cambiare discorso e
che modifica il registro in base all’ umore della persona con cui interagisce. Inoltre
Erica ha la capacità di modificare i suoi algoritmi ad ogni interazione con un umano,
quindi di evolversi col passare del tempo; È facile capire dunque che nel futuro
sicuramente le I.A. inizieranno a far parte sempre più della nostra vita e saranno
sempre più facili da vedere in giro.

I computer si evolvono… e l’uomo? Li segue.

Tutti viviamo nello stesso posto, con le stesse opportunità derivanti dalle nuove
tecnologie, eppure c’è chi le sfrutta meglio.

Di fatto, oggi si può parlare di nativi digitali e di immigrati digitali. i termini (inventati
da Marc Prensky) stanno a indicare le due tipologie di persone che si approcciano ai
computer: il ragazzo/bambino che cresce utilizzandole e che quindi ne ha il pieno
controllo e che le da per scontate e l’ uomo più grande, che si approccia alle nuove
tecnologie, spesso con una punta di diffidenza. Alcune ricerche dimostrano che i
nativi digitali hanno un cervello diverso dagli immigrati digitali, infatti tendono ad
avere una memoria per un certo tipo di informazioni minore, ma in compenso
tendono ad avere una memoria più elastica, che facilmente elimina un
informazione per accoglierne un’ altra, questo cambiamento viene spiegato dal fatto
che i nativi digitali sono costantemente bombardati da informazioni spesso inutili
che il cervello elimina . D’altronde c’è sempre meno bisogno di sapere qualcosa,
tanto c’è Wikipedia che sa tutto…

Tornando alla competizione sui social, negli ultimi anni si è creata una fascia di
persone che semplicemente non accetta la competitività della società e si isola,
come facevano gli eremiti, ma nella propria cameretta. Sono gli hikkikomori,
solitamente ragazzi fra i sedici e i venticinque anni che rifiutano la società
chiudendosi in se stessi senza avere contatti con l’ esterno, spesso rifiutando anche
qualunque aiuto esterno.

In conclusione, si può dire che la mutazione stia già avvenendo, fa parte della natura
dell’ uomo evolversi. Ma con una vita così veloce, così piena di stimoli credo sia
importante cercare dei momenti per fermarsi a guardare e godersi un tramonto,
senza postarlo.

*società tecnoliquida: per società tecno liquida si intende quella società in cui l’uso
dei social network e delle nuove tecnologie digitali fa parte della vita quotidiana;
inoltre in questo tipo di società risulta molto importante essere apprezzati dalla
rete.

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