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Lezioni Manuela De Carlo

Economia aziendale studia i bisogni delle persone che si muovono per seguire certe finalità, iniziando a
soddisfare i bisogni primari di sussistenza e sicurezza si passa poi a quelli maggiori. Attraverso il quale c’è
anche un apprendimento della personariflessione sulla persona, bisogni e nome cambiano nel tempo.
-produzione di beni (è solo un mezzo per l’impresa per arrivare a generare remunerazioni adeguate)= merci,
servizi, negoziazione di beni e/o mezzi monetari
-produzione di remunerazioni adeguate per gli interessati principali= che è il fine dell’impresa
Remunerazioni =fatturato e utili

Ricavi di vendita.
Se detraggo i costi Ottengo gli
di gestione utili

A chi vanno le remunerazioni? Ai soci, ai dipendenti o li ridistribuisco all’azienda (sostenere l’azienda nella
usa crescita e sviluppo). Finalità dell’impresaprodurre le remunerazioni adeguate. Produzione e consumo
di beni economici attraverso:
-operazioni di negoziazione di beni privati, capitali, lavoro
-operazioni di trasformazione tecnica di materie prime, dei dati, delle conoscenze
-operazioni di governo degli istituti, ovvero scegliere chi fa cosa all’interno dell’organizzazione
L’attività economica si svolge con l’impiego di condizioni/fattori di produzione:
-immobili, macchinari
-materie prime
-competenza e lavoro
-beni liberi che l’azienda può sfruttare ma che effettivamente non gli appartengono
-beni pubblici
Ci sono però due condizioni primarie: lavoro e capitale.
Dove si svolge l’attività economica? All’interno di istituti (impresa) ma non solo (es: all’interno della famiglia:
mutuo, assicurazione, investimenti, acquisto di sevizi come luce e gas); può avvenire anche all’interno dello
stato, istituti pubblici, istituto no profit (non generano utili per se stessi ma li riutilizzano nella loro attività.
Economia aziendale studia l’azienda che è l’ordine economico di questi istituti: azienda di consumo familiare,
azienda di produzione, azienda composta (ovvero sia produzione sia consumo) pubblica, azienda no profit.
I portatori di interessi economici possono essere:
-istituzionali= nella famiglia i componenti di essa
nell’impresa i soci e i lavoratori
nello stato i componenti delle entità politica (cittadini)
nelle no profit l’ente per la quale viene istituito
-non istituzionali= fornitori, clienti, conferenti di capitale di prestito

ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA POLITICA


Si focalizza sull’azienda, sull’entità Studia il sistema economico all’interno delle quali
economica all’interno dell’istituto. Ha lo le aziende vivono, come scopo l’equilibrio
scopo do studiare le condizioni per cui complessivo dell’azienda.
l’azienda può durare con successo.

L’innovazione economica è ricercare, individuare e sperimentare nuove cose per raggiungere nuovi obbiettivi
in modo migliore, con minimo mezzo e massimo risultato. Le condizioni di successo delle aziende sono:
-efficienza dei processialti rendimenti a bassi costi
-flessibilità (capacità di risposta veloce)adattarsi e rispondere alle esigenze sempre nuove velocemente
-innovativitàrompere con il passato per fare qualcosa che nessuno aveva pensato (es: low cost hanno
creato nuovi mercati)
-motivazione dei prestatori di lavorosoddisfazione di quelli che lavorano dentro l’azienda, l’ambiente
all’interno, il clima aziendale. Infondere fiducia, comunicazione interna all’azienda (es: Google). Sono
elementi centrali e fondamentali.
Ruolo delle aziende nelle società:
-produrre beni e servizi utili all’uomo
-generare e creare spazi di lavoro interessanti
-dare remunerazioni adeguatecosì che le persone guadagnino e spendano per contribuire poi allo sviluppo
economico dello stato
-rimunerare il risparmio
-azienda è il cuore dell’innovazione
-avanzamento, conoscenza e innovazione
-equilibrio bilancia commerciale (soprattutto se esportano all’estero)
-fonte di tributi per lo stato
-farsi carico di istanze sociali, responsabilità sociale;

Impresa è un soggetto privato ma di interesse pubblicofinalità dell’interesse collettivo. Azienda è privata


fino ad un certo punto perché quando i vertici non guardano al futuro e non tengono a mente la finalità
pubblica falliscono.

Le imprese vengono classificate secondo diversi criteri in base al:


 Settore: agricoltura (allevamento, coltivazione)
industriali (edili, energetiche..)
commerciali (ingrosso, dettaglio, grande distribuzione organizzata..)
 Proprietà: privata (cooperativa, di persone, di capitali)
azionariato misto, ovvero pubblico più privato, società con quota di partecipazione
rilevantelo stato è l’azionario prioritario
pubblica
il grado di concentrazione è differente:
- Molto privata: unico azionista e massima concentrazione della proprietà
- Proprietà concentrata: con soci di minoranza
- Public company: ma con nocciolo duro di azionisti che la controllano
- Poco privata/public company: società quotate con azionati diffusi (molto pubblica)

 Grado di autonomia: totalmente autonoma/proprietà familiare: produce i propri servizi e li spedisce


Accordi informali: fra impresa di una stessa destinazione che hanno
servizi complementari. Nessi e collegamenti con altre aziende che incidono il
modo in cui l’azienda persegue i propri progetti soprattutto nel turismo il grado
autonomia è relativo; tante aziende si accordano con hotel o altro per
proporre attività ai turisti che convogliano nel benessere completo della
vacanza
Accordi formali: utilizzo del marchio, livello di alcuni standard che devono
essere raggiunti (es: Holiday Inn)
Appartenente ad un gruppo: tema di proprietà dell’azienda (famiglia unica che
possiede più alberghi ceduti ad una azienda.

Le forme di gestione di una struttura alberghiera possono essere:


ATTRAVERSO CONTRATTI DI
MANAGEMENT
DIRETTA
CONTRATTO AFFITTO Il proprietario la cede in gestione a
Chi è proprietario la
D’AZIENDA: gruppi che sono in grado di gestirla
gestisce in prima
(es: Marriott). I rapporti gestiti
persona su tutto il proprietario consente attraverso management fee (quota
all’affittuario il diritto di utilizzare fissa+ variabile rispetto a quanto
l’azienda (senza cambiare la ricavano 5/10% MOL). Proprietario
Elementi che caratterizzano l’azienda in funzione sono:
destinazione d’uso della ha garanzia rendimento.
1.Risorse da cui si parte
proprietà) sotto canone.
2.Attività/processi svolti grazie alle risorse
3.Risultati

1 risorse: primarie come il lavoro dato dai lavoratori e il capitale dato dai finanziamenti oppure derivate che
nascono dall’impiego delle risorse primarie: patrimonio tecnico (tecnologia, software, beni che si acquistano
a esempio per arredare..); patrimonio commerciale (comunicazione dei servizi, distribuzione, marketing…).

Condizioni di produzione delle risorse:


INPUT= flussi di ricavi che entrano, elementi che l’azienda trae dall’ambiente per alimentare le combinazioni
economiche
STOCK= rimanenze, beni immobili e fisici che ho a disposizione, frutto dell’impiego per gli input

Patrimonio aziendale: assieme di condizione di produzione che appartengono all’impresa che possono
essere acquistate come input o generate da me

2 Le risorse mi aiutano a svolgere le attività per far crescere l’impresa; attività di:
2.1 Attività di gestione:

 Caratteristica (cuore del mestiere dell’azienda): il grosso della ricchezza generata viene da qui (es:
hotel  food&bar, room service, sales & marketing). Dovrebbe essere una gestione attiva, ovvero
che produce ricchezza e valore che lo si vede dal reddito Gestione attiva poiché quando ben
condotta produce reddito positivo;
 Finanziaria: si occupa di coprire il fabbisogno monetario per avviare l’impresa. Reperire fonti di
finanziamento per sopperire ai bisogni finanziari: capitale proprio o di rischio, individuare investitori,
finanziamento delle banche o capitale di prestito (però si pagano gli interessi passivi della banca).
Gestione passiva poiché genera oneri finanziari che sono redditi negativi;
 Patrimoniale: reinvestire le eccedenze di ricchezza che l’azienda produce e che non sono reinvestite
in niente. Prendere le risorse e investirle in altre attività produrre nuovi utili. Gestione attiva poiché
genera proventi che sono ricavi ulteriori e positivi, in più gestione accessoria che permette di
ottenere eccedenze patrimoniali nuove;
 Assicurativa: copertura di rischi particolari d’impresa. Gestione passiva poiché genera costi
(indennizzi e premi assicurativi);
 Tributaria: calcola e paga le tasse, liquidazione, valorizzazione, pagamento dei tributi dell’azienda. Si
può ottimizzare la liquidazione dei tributi, differenti scelte d’impresa determinano differenti livelli di
tributi da pagare. È una gestione passiva.

Tutti i ricavi e costi che nascono dalle gestioni diventano il risultato dell’esercizio dell’azienda. Tutte le
gestioni generano costi e ricavi ma anche entrate ed uscite. Ricavo di vendita (trasferimento al cliente dei
servizi) genera entrate di cassa (moneta che entra) azioni contemporanee ma parallele. Gestione
monetario (entrata-uscita moneta) diversa da gestione reddituale (input-output).

2.2 Attività di organizzazione:

 Progettazione dell’assetto organizzativo, ruoli, compiti, chi fa cosa


 Sistemi operativi, pianificazioni, programmazioni
 Gestione del personale

2.3 Attività di rilevazione: raccolta, elaborazione dei dati, diffusioni di informazioni, contabilità

3 Risultati:

 Redditoriali/economici: differenza tra ricavi-costi e input-output. Li misuro attraverso la differenza tra


entrate e uscite flusso di cassa positivo, guardo l’utile i margini e cash flow
 Competitivi: la mia forza sul mercato rispetto ai concorrenti a servire il fabbisogno dei miei clienti. Li
misuro con questionari, reputazioni, social network (tripadvisor), ricerche si mercato, tasso di ritorno
della clientela, numero di crescita clientela, durata media del soggiorno, quante stanze sono
occupate, andamento dei prezzi (quanto riesco ad aumentare  average daily room, prezzo della
camera e come evolve sia annualmente o anche rispetto ai miei avversari)
 Sociali/istituzionali: la soddisfazione degli stakeholder importanti. Stakeholder= lavoratori e
dipendenti (se non si licenziano, rendimento, produttività), finanziatori e banche, fornitori di servizi
(relazioni commerciali durature)

Sistema aziendale: costruire sistemi di offerta efficaci a rispondere ai segmenti di coerenza della clientela.
C’è una coerenza tra le scelte a livello di struttura, prodotto e mercato? L’azienda è in grado di creare un
sistema di offerta e prodotto unico e superiore rispetto ai concorrenti?
SI= si crea un circolo da cui nascono risultati positivi ù

Sistema di offerta/prodotto:
-immaginare sia aspetti tangibili (arredi, location..) che intangibili (reputazione, stile, marca..). Tante
componenti creano il sistema di prodotto
-caratteri materiali (qualità, gamma..)
-caratteri immateriali (immagine, sicurezza, prestigio..)
-livello di servizio (assistenza pre e post vendita, tempi di consegna..)
-condizioni contrattuali (prezzo, margine, termini e modalità di pagamento…)

Ben collegato, convenzioni con attività del luogo;

Palestra, garage, spa;

Reception, ristorazione, camere hotel

Valutare la clientela:
-ampiezza del mercato (n° clienti, quota di mercato, dimensione del mercato)
-segmenti (tenere a mente i criteri diversi e valori diversi per ogni cliente, capire le caratteristiche specifiche,
distribuzione per canali)

Assetto istituzionale (equilibrio tra le ricompense che l’azienda da a chi conferisce risorsegoverni locali,
autorità locali, fornitori..) e scelte di governo: offerte di collaborazione che l’azienda propone agli
stakeholder: ai lavoratori, ai fornitori, dipendenti, banche, azionisti, rapporti di fiducia con i locali.
-formula cooperativa/scelte di gestioneviene dai risultati reddituali e competitivi
-assetto istituzionale e scelte di governo viene dai risultati sociali/istituzionali.

Come facciamo a dire se l’azienda produce risultati positivi nel tempo? 2 aspetti:
 Equilibrio struttura clienti: risultati competitivi, ovvero quota sul mercato, concorrenza, sorgono flussi
di ricavi (n° clienti, tempo medio permanenza, prezzi..). Perché aumentano i ricavi? Porto clienti ad
altri concorrenti
 Risultati istituzionali/sociali: capacità di tenere in equilibrio gli investitori, gli azionisti, i prestatori di
lavoro dando loro offerte molto interessantinascono i costi

La sintesi delle due sono i risultati economici= utile che ha dentro la dimensione dei ricavi e costi è il
valore di sintesi a cui tendere.

Il principio di economicità= quando l’azienda riesce a generare e mantenere per un po’ di tempo i risultati
positivi, costituito da equilibrio economico e istituzionale.
Equilibrio economico: istituto in grado di attrarre risorse sufficienti per remunerare le condizioni di produzione
(stipendi, acquisti fornitori, lavoro..), condizione adeguata per svolger la propria attività senza accumulare
perdite. Generare ricavi sufficienti a coprire i costi di produzione;
Equilibrio istituzionale: tutti gli stakeholder condividono i valori lungo termine, logiche di gestione, modalità di
governo e ricevono ricompense soddisfacenti e interessanti rispetto al contributo che forniscono all’azienda,
ciò genera un forte equilibrio e adesione degli stakeholder, fiducia nell’azienda.
Sono entrambi interessi interconnessi ma non sincroni. (es: 2009 azienda in crisi, stakeholder in sincro
decidono di dimezzare il loro stipendio per non licenziare una parte di organo aziendale)
Economicità è quindi il corretto funzionamento dell’azienda, la condizione di funzionamento e
raggiungimento dei fini (ovvero remunerare adeguatamente i conferenti di capitale di rischio e del lavoro).
Equilibrio economico
Durabilità: attitudine dell’azienda a Autonomia: Capacità di non ricorrere
durare nel tempo stabile, durare in un sistematicamente a fonti esterne per coprire le
ambiente che continua a mutare. perdite, produrre utili in maniera sufficiente in
Capacità di mantenere gli equilibri modo tale da coprire ogni perdita senza
fronte ai mercati che cambiano. ricorrere a interventi di sostegno o di copertura.
Concetto per cui accumula patrimoni e Ricorrere sistematicamente a banche vuol dire
competenze che vanno al di la della anche perdere la propria libertà, autonomia
presenza del fondatore (es: Apple) perché la prende chi ti sta aiutando

Economicità si fonda quindi su equilibrio economico, equilibrio istituzionale, durabilità e autonomia.


Economicità piò essere vista come rispetto simultaneo di alcune condizioni:

1. Equilibrio reddituale equilibrio tra i ricavi e costi= capacità gestione di remunerare con i ricavi e
condizioni di mercato i fattori di produzione (capitale prestito e rischio). Valutato in funzione del
tempo (es: azienda appena aperta può essere in negativo però magari dopo un po’ di tempo di avvio
sarà in pieno regime) e dell’oggetto (es: Accor paga le lezioni di formazione per dei suoi gruppi
interni, ma non è in perdita perché investe nella formazione di un suo ramo d’azienda)
2. Efficienza e flessibilitàefficienza= relazione tra i risultati che consegue e mezzi impiegati.
Rapporto input e output. Valutato in diversi reparti dell’azienda: food and beverage, room service,
produttività marketing… in certe situazioni (es: monopolio) avendo un monopolio sul mercato ha
fatto crescere inefficienze all’interno della società (salari più alti della media) ma quando il monopolio
salta non sei più protetto. Situazione temporanea a scapito dei clienti che pagano prezzi più alti.
Flessibilità= essere capaci di adeguarsi ai mutamenti
3. Congruità delle remunerazioni azienda deve durare nel tempo per remunerare adeguatamente,
congruamente e correttamente rispetto alle condizioni del mercato, remunerare il lavoro, il capitale
risparmio ovvero azionisti(in base al capitale conferito, l’interesse che essi mettono). Come faccio a
dire che la remunerazione è congrua? Rispetto all’andamento dei rendimenti di altri concorrenti sullo
stesso mercato o anche come remunerano altre aziende su altri settori. È congruente quando è
simile/maggiore ad altre aziende dello stesso settore o di altri settori ma con grado di rischio
comparabile. Per i dipendenti sono congrue quando vedo qual è la remunerazione di un lavoro
simile nello stesso settore e deve essere uguale/superiore
4. Equilibrio monetario capacità di far fronte momento per momento agli impegni i pagamento,
avere abbastanza denaro corrente in cassa per far fronte alla scadenza di pagamento. Nel momento
in cui non si copre la spesa si far ricorso al prestito. Fabbisogno finanziario è il costo di cassa che si
genera quando c’è squilibrio monetario, gestione finanziaria ricerca la copertura di questo bisogno di
soldi e quindi fa da cuscinetto tra l’equilibrio reddituale e monetario, operazioni che sono parallele
ma non in sincro (Es: lavoro e devo pagare l’affitto al 20 del mese devo fare la spesa ma non ho
soldi però so che al lavoro mi pagano il 27io sono in equilibrio reddituale perché so che devono
arrivare i soldi ma non li ho ora per pagare la spesa quindi non sono in equilibrio monetario).

Fine dell’azienda non è massimizzare il profitto ma remunerare adeguatamente. C’è un sacco di gente
interessata a capire i risultati e le prospettive economiche di un’azienda, ovvero chi fornisce i contributi
(/lavoratori, conferenti di capitale, banche, fornitori, clienti, stato..) ma anche chi esercita il governo
economico (amministratori, direttore generale, direttore commerciale..)esigenza di avere un modello del
bilancio di esercizio: 2 tavole che danno informazioni complementari:
TAVOLA DEL REDDITO DI TAVOLA DEL CAPITALE
ESERCIZIO

Input utilizzati Output prodotti Attività, investimenti, possibilità o altre


fonti di finanziamento. Capitale proprio.

“Come un film”, racconta cosa “Come una fotografia” ci dice cosa c’è
succede dal 01/01 al 31/1 (bilancio quel giorno al 31/12, cosa è disponibile
solitamente annuale)

Il bilancio di esercizio: Quantità economiche: rilevate con certezza,


operazioni di vendita o acquisto che nascono da
operazioni di scambio azienda-terzi
SISTEMA DEGLI
ACCADIMENTI: ciò
Quantità stimate: calcolata/stimata basandosi su previsioni (es:
che accade
merce in magazzino) si stimano in base a quanto è rimasto e
nell’azienda e nel
quanto si è usato (quantità che potrei verificare e non è certa
mercatoda queste
azioni nascono tre
tipi di sistemi: Quantità congetturata: basata su delle ipotesi-finzione dei calcoli
fatti per rispettare il principio economico. (es: investo
nell’acquisto di un forno e stimo quanto mi possa durare e quindi
su quanto tempo posso spalmare quell’acquisto)

Queste tre quantità diventano il sistema dei valori, ovvero la somma delle quantità tutte espresse in una
valuta che confluiscono nelle tavole del bilancio:
 Conto economico= tavola del reddito di esercizio, dinamica costi e ricavi
 Stato patrimoniale= tavola capitale di funzionamento, dove si vede l’attivo (beni, diritti a
disposizione dell’azienda nel preciso istante) e passivo (debiti, obblighi verso terzi). I costi non ci
sono perché stanno tutti nel conto economico

Valore numerario: valore in cassa, flussi di cassa (es: conto corrente, aumento di cassa, debiti e crediti di
regolamento) soldi che abbiamo a disposizione
Valore non numerario: tutti gli altri valori (es: rimborso di debiti di prestito se accendo un mutuo aumenta il
mi conto corrente quindi è un valore numerario positivo ma allo stesso tempo sorge un debito nei confronti
della banca di valore negativo)
Quando si rileva? In due momenti: prima al ricevimento della fattura, rilevo i costi per acquisto di servizi
(valore non numerario, va nel conto economico e contemporaneamente regolazione di conti con i debitori); il
secondo momento è quando pago il credito verso il fornitore)
(es: riduzione della cassa valore negativo, annullamento del debito valore positivovalori
numeraripermutazione numeraria)
-debito di regolamento= regola uno scambio debito verso i fornitori e di breve termine (entro l’anno va
saldato). Regola lo scambio al posto della moneta
Debito finanziario/di prestito= servizio che la banca mi da mettendomi in cassa a disposizione del denaro a
condizione che accetti la scadenza e di pagare indietro con degli interessi.

Come faccio la rilevazione dei valori? Ogni operazione di scambio genera due valori uguali in valore
assoluto, opposti nel segno:
A. Operazione acquisizione input/vendita output, uno un valore numerario l’altro non numerario (es:
acquisto servizio di alloggiovalori uscita di cassa, debito di regolamento che è valore negativo,
sorge anche costo servizio alloggio valore positivo non numerario
B. Pagamento debito commerciale, meno cassa che è valore numerario negativo e diminuzione debito
valore numerario positivo.
I valori si rilevano tramite il metodo della partita doppia, ogni valore sorto per effetto delle operazioni di
azienda si rileva due volte con segno opposto in opposti conti.
Principio di competenza=da rispettare tassativamente, dice che nella tavola del reddito devono andare solo
prodotti output prodotti nell’esercizio e prodotti input usati per produrre gli output. Dice che la
rappresentazione degli utili e dei ricavi deve essere perfetta.
Un ricavo è di competenza dell’esercizio se è stato ottenuto con input i cui costi sono stati sostenuti tutti o in
parte nell’esercizio.
Un costo è dell’esercizio se è relativo a fattori produttivi utilizzati per la produzione dell’esercizio o quando le
condizioni di produzione acquisite non saranno più utilizzabili in futuro.

Bilancio redatto sull’esercizio che è un periodo di calcolo annuale ma può essere anche semestrale, bilancio
solitamente fatto dal 01/01 al 31/12. Bilancio regolamentato dal codice civile, che regola cosa ci va dentro:
 Stato patrimonialesituazione patrimoniale e finanziaria, indicato anche il patrimonio netto alla data
di chiusura dell’esercizio. Somma capitale sociale + riserve di utili accantonati
 Conto economicoevidenzia la somma dei ricavi e costi
 Rendiconto finanziario dinamica finanziaria di cassa
 Nota integrativanota di accompagnamento
Al 31/12 chiuso il bilancio, lo stato patrimoniale lo chiudo mettendo il valore della perdita sottratto con
capitale netto, valore dell’utile positivo sommato al capitale netto.

Il reddito di esercizio:
Valori input (negativi e considerati componenti Valori degli output (componenti positivi di
di reddito) reddito)
-Rimanenze iniziali, ciò che rimane dal 31/12, c’è -ricavi di vendita
già un valore a disposizione, saranno nel conto -rimanenze filiali
economico dalla parte dei costi -utili
-costo per materie prime -interessi attivi sul conto corrente
-costo per merci o servizi acquistati -interessi su obbligazioni dello stato
-affitti passivi -dividendi e guadagni n conto capitale su azioni
-quote di ammortamento (quando acquisisco un -plusvalore
input che usufruirò anche per esercizi successivi
non è un costo ma un bene e va nello stato
patrimoniale, nel conto economico metterò la parte
di quota di costo utilizzata)
-stipendi e contributi
-quota trattamento di fine rapporto (TFR) quota di
stipendio quando lavoro finisce sul c/c però nel
mentre maturo un diritto di ricevere una
liquidazione nel momento in cui me ne andrò).
Azienda al 31/12 accantona oltre ai salari anche la
quota congettura(basata su un calcolo) e lo mette
fra i costi
-interesse passivo sul mutuo è un costo sul servizio
che mi da la banca

La tavola del reddito è la tavola dei componenti positivi e negativi del reddito e non dei costi e ricavi, esistono
componenti negativi di reddito che non sono costi (es: quota di ammortamento) e costi che non sono
componenti negativi di reddito (es: prezzo di un impianto). Il reddito di esercizio è l’insieme di tutti i valori
della tavola del reddito; il risultato reddituale è la differenza tra componenti positivi e negativi di reddito
(valore residuale).

Il capitale di funzionamento
Attività Passività e netto
-credito verso i clienti -debito verso i fornitori
-immobilizzazioni di proprietà materiali e immateriali -conti correnti passivi
(nette) -mutui bancari
-rimanenze finali -ratei passivi della gestione finanziaria
-partecipazioni Fondo trattamento di fine rapporto
-risconti attività della gestione caratteristica Valore della passività
-cassa e conti correnti attivi -capitale sociale
-titoli obbligazionari e azionari -riserve da utili non distribuiti di esercizi precedenti
-ratei attivi della gestione patrimoniale -utile (+) o perdita (-) dell’esercizio
Valore del capitale netto

Modello del bilancio di esercizio:

Concetti alla base:


1.capitale di funzionamento: insieme dei
valori delle attività, delle passività e del
capitale netto determinato al termine di
ciascun periodo in ipotesi di continuità del
funzionamento dell’azienda (distinto dal
capitale di liquidazione e dal capitale
economico)

2.unitarietà del sistema dei valori di bilancio:


CNfin (capitale netto finale, autofinanziamento 31/12) – CNiniz (capitale netto iniziale, quando ho iniziato
l’esercizio)= Risultato Reddituale dell’Esercizio

CPR (componenti positivi di reddito) – CNR (componenti negativi di reddito)= Risultato Reddituale
dell’Esercizio

Tutto si traduce nell’utile (che aumenta) o perdita (che assorbe l’autofinanziamento). Azienda auto-
capitalizzata ricorre molto di più agli aiuti dei terzi quindi risulta molto indebitata.

Acquisto di un forno per 100mila lo registro nello stato patrimoniale attivo e passivo per l’uscita di cassa. Al
31/12 registrerò nel c/ec un ammortamento, spalmabile su più anni (che non ho rilevato come valore certo
ma devo considerare come congettura per far risultare i miei conti corretti). Il forno sarà un mezzo per creare
input che frutteranno output. Ammortamenti sono costi non monetari, sono delle finzioni contabili/congetture
che però dobbiamo registrare per un corretto calcolo dell’utile di esercizio. Le rimanenze finali sono un
output del c/ec e contemporaneamente vanno nello stato patrimoniale. La differenza tra ricavi e costi da
l’utile. Va poi riportato nello stato patrimoniale nel netto per chiudere il bilancio. Nel bilancio del nuovo
anno avrò dalla parte dei costi per primi le rimanenze di materie prime e il risconto d’affitto dell’anno
precedente. In base al bilancio, il conto economico ci da un’idea se l’azienda ha guadagnato o perso e dallo
stato patrimoniale non ricaviamo molto. Se però impariamo a riorganizzare e riesporre i valori e riclassificarli
si ottengono informazioni molto più interessanti. Redditività la ricavo dal conto economico. Riorganizzando lo
stato patrimoniale metto in evidenza lo sviluppo, la liquidità e la solidità. Come riclassifichiamo? Il conto
economico in base al criterio di “ricavi e costo del venduto” mentre lo stato patrimoniale secondo un criterio
finanziario di liquidità e esigibilità.

CONTO ECONOMICO ha obiettivo di mettere in luce il contributo delle singole gestioni alla formazione del
reddito netto
Prendiamo tutti i valori del conto economico e li rimettiamo in base a questo ordine:
 gestione caratteristica (cuore del business) costo del venduto (valore di tutti gli input che mi sono
serviti per fare i ricavi della gestione caratteristica) composto da:
-Acquisti di materie prime
-Canoni passivi
-Costo del lavoro (costo delle persone che lavorano nell’azienda..)
-Ammortamenti
-Premi di assicurazione se sono relativi all’attività tipica
-Eventuali perdite su crediti che fanno parte degli accantonamenti su fondo crediti (c’è sempre il rischio che
qualcuno non mi paga quindi accantono delle quote non eccessive che mi serviranno in caso di mancato
pagamento)
+Incremento impianti
-/+Delta rimanenze (rimanenze iniziali sono parte degli input – rimanenze finali vanno sommate perché sono
dalla parte dei ricavi)
Ricavo di vendita meno tutti i costi del venduto =reddito operativo della gestione caratteristica
Il grosso della ricchezza viene fuori dalla gestione caratteristica e quindi vuol dire che l’azienda va bene. Se
questo valore risulta basso vuol dire che c’è una mal gestione dell’azienda
 gestione patrimoniale reinvestimento risorse eccedenti in attività parallele per addizionare costi (es:
compro obbligazioni)
+/- proventi della gestione patrimoniale (canone di affitto attivi, quelli che incasso perché ho un immobile e lo
affitto)
+interessi attivi
+/- dividendi guadagni e perdite su azioni
Tuto ciò mi da il contributo della gestione patrimoniale ovvero il reddito operativo
 gestione finanziaria reperire fonti di finanziamenti da terzi (oneri finanziari, interessi passivi)
-oneri finanziari
=risultato lordo di competenza (se è alto vuol dire che è un’azienda super indebitata)
 gestione straordinaria (plusvalenza quando il mercato azionario ha picchi, ma anche minusvalenze
quando ad esempio un incendio mi distrugge l’immobile) cose straordinarie che succedono uno a
tantum
+/-componenti di reddito non di competenza
=risultato prima delle imposte
 gestione tributaria (tributi che pago allo stato o all’ente locale)
-oneri della gestione tributaria
=risultato reddituale netto
Ri-classificare il conto economico vuol dire ri-esporre tutti I valori della tavola del reddito in ordine diverso
classificandoli sotto la stessa gestione.

Tre imprese a confronto:


A e C stesso risultato reddituale, B guadagna molto meno
A è l’azienda che va meglio perché ha meno possibilità di perdita poiché ha meno costi di gestione
caratteristica. Dal conto economico non vedo la liquidità. Costi di gestione caratteristica non sono tutti uguali:
-costi variabili ovvero variano al variare della produzione (es: pagamento lavanderia, più ospiti ho più pago
per lavare le lenzuola, lo posso anche internalizzare però prendendo una cameriera per quel ruolo preciso
però così diventa un costo fisso che in casi di hotel vuoto vado a perderci)
-costi fissi monetari (stipendi, affitti) monetari perché ad essi corrisponde un’uscita di cassa
-costi fissi non monetari (ammortamenti, accantonamenti) costi fissi ma congetturati, non corrisponde ad una
variazione di cassa
Margine di contribuzione è il primo margine da utilizzare nella copertura dei costi fissi
Costo fisso monetario da MOL (margine operativo lordo chiamato anche EBITDAEarnings Before Interest,
Taxes, Depreciation and Amortization - utili prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e degli
ammortamenti)
Costo fisso non monetario da ROGC (reddito operativo della gestione caratteristica o EBITEarnings
Before Interest, Taxes )
Riclassificazione STATO PATRIMONIALE, idea è di prendere lo stato patrimoniale e di riesporre tutte le
voci attivo e passivo in modo da ottenere in modo immediato tutte le informazioni dell’azienda con obiettivo
di mettere in luce la solvibilità a lungo e breve termine dell’impresa.
Per classificare lo stato patrimoniale si utilizza per l’attivo il criterio della liquidità decrescente, da quello che
è già cassa (i valori più liquidi es c/c) fino alle meno liquide (es: immobilizzazione tecnica, arredamenti); per il
passivo (obblighi verso terzi) e netto uso il criterio della scadenza ovvero dai valori già scaduti o in scadenza
a breve termine fino a quelli a lunga scadenza, per ultimo il capitale proprio che non ha scadenza.
Attivo
-liquidità immediate: cassa, c/c, titoli I stato
-liquidità differite (valori che entro l’anno si trasformeranno in cassa es: crediti commerciali, ratei e risconti
attivi
-disponibilità ovvero le rimanenze finali, che teoricamente dovrei riuscire a vendere entro l’anno e quindi
diventerebbero cassa ma non è detto, c’è sempre un rischio sul magazzino
 tutto ciò forma l’attivo corrente valori che sono già cassa o che diventeranno cassa alla fine dei 12 mesi
Poi c’è l’attivo fisso netto (immobilizzazioni materiali, immateriali, finanziarie)
Scadenza
-passivo corrente (banca c/c passivo, debito verso fornitori, debiti erario.. impegni di pagamento che sono
già scaduti o che entro l’anno dovrò smaltire)
-passivo consolidato (mutui bancari, fondo trattamento di fine rapporto)
-capitale netto (capitale sociale, riserve, utili o perdite di esercizio)

Riclassificazione stato patrimoniale secondo il criterio finanziarioessere sicuri di una buona liquidità ovvero
far fronte a lamento di breve termine, avere abbastanza liquidità sul conto corrente o impegnata in qualcosa
che si può facilmente smobilitare per far fronte a pagamenti che scadranno entro fine anno. Dinamica
numeraria e monetaria. Solidità essere capaci di autofinanziarsi, capacità dell’azienda di far fronte ai propri
fabbisogni finanziari contando sulle sue risorse (utili generati e accantonati) e capitale sociale (conferimento
dei soci). Ciò che non copro coi miei capitale lo copro con finanziamenti di terzi (prestiti di banche) che però
ha un costo che è l’interesse passivo. Se uno non è indebitato abbassa la mole di interessi passivi.
Attivo dello stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio della liquidità dal più liquido al meno, il passivo
e netto dello stato patrimoniale secondo il criterio della scadenza da quelli che scadono prima a quelli che
non scadono mai. Analisi in tre step: mmi interrogo sulla composizione e la struttura degli impieghi
dell’attivo, poi analizzo la composizione delle fonti di finanziamento del passivo, eremo confronto tra fonti e
impieghi capendo se c’è un equilibrio corretto

ANALSI DEL BILANCIO NELLO STATO PATRIMONIALE si può fare solo dopo aver riclassificato:
 Azienda E e F con lo stesso passivo, ma l’attivo è diverso: F con molte più immobilizzazioni e attivo
fisso netto rispetto all’azienda e dove prevale l’attivo corrente delle liquidità immediate. Azienda E è
più flessibile perché ha meno capitale investito fisso. Qual è il riflesso sul conto economico di
un’azienda con tanto attivo fisso netto? Mi porta ad aver è più quote di ammortamento che sono
costi fissi, pesanti.
 Aziende G e H con lo stesso attivo ma che si finanziano in modo diverso. L’azienda G è più
capitalizzata, ha un autofinanziamento alto, ha una parte di indebitamento si ma è più equilibrata tra
passivo consolidato e corrente ed è meno indebitata. Indebitamento con passivo consolidato è più
lungo e costoso dell’indebitamento corrente.
 Equilibrio strutturale tra attivo e passivo. Aziende I e L. Devo confrontare attivo corrente verso
passivo corrente, ciò che ho liquido a disposizione e gli impegni di pagamento a breve termine.
Azienda I è più liquida ed è più in grado di coprire tutti i pagamenti a breve con le sue fonti di
finanziamento. Azienda L non dispone di tutta la liquidità necessaria utile per sanare i debiti a breve
termine. Secondo passaggio è il confronto di quello che devo finanziare con le mie fonti di
finanziamento, azienda I riesce a coprire l’attivo fisso netto tutto con il capitale netto proprio
autofinanziato. Nell’azienda L la gran parte dovrebbe essere coperto da terzi che finanziano

Da qua è possibile calcolare degli indici ovvero calcolatori che in modo sintetico ci analizzano cose
complesse. Gli indici intendono analizzare: la redditività, solidità, liquidità, sviluppo.

SOLIDITÀ misurata attraverso tre indici, i primi due sono i rapporti di indebitamento:
1/2-attivo netto su capitale netto ovvero quanta parte del mio investimento copro con i mezzi propri senza
bisogno di terzi. Più capitale netto ho più il valore dell’indice si abbassa e l’indebitamento diminuisce. Questo
concetto di indebitamento è esposto dal rapporto tra mezzi di terzi (passivo lungo termine e passivo
consolidato) e mezzi propri.
3-grado di copertura delle immobilizzazioni, quanta parte del mio attivo fisso netto immobilizzato copro con i
miei mezzi propri

REDDITIVITÀ:
1-redditività delle vendite (ROS=return on sales) dato dal reddito operativo sul fatturato delle vendite. Quanto
ho portato a casa di redditività di margine, più le vendite genere no ricchezza più ho margine alto.
2-redditività dell’attivo netto (ROA=return on assets) dato dal reddito operativo di gestione caratteristica
sull’attivo netto. Indicatore del corretto andamento del business, capisco se l’azienda sa far bene il suo
lavoro e va bene sulla gestione caratteristico. Tutti espressi in percentuale. Per confrontare i ROA devo
confrontare quello di un’azienda con un’altra azienda uguale dello stesso settore oppure anche sulle medie
del settore.
3-redditività del capitale netto (ROE=return on equity) qual è il ritorno dell’azionista e del suo capitale
proprio, quanto ha portato a casa l’azionista. Calcolato con il reddito netto sul capitale netto. L’utile che
rimane è ciò he va all’azionista. Il ROE lo posso confrontare o con gli anni prima, o con quello di un’altra
azienda di uno stesso settore oppure con il grado di rischio uguale anche di altri settori.
4-tasso di rotazione dell’attivo (TO) mi dice quante volte è il rapporto tra le vendite/ricavi e il mio attivo netto.
Quanto sfrutto il mio capitale di investimento, quanto lo faccio girare.

Il ROA lo posso scomporre in reddito operativo sulle vendite e in tasso di rotazione:

Nesso tra ROA e ROSazienda M fa 25% di ROA tratto da 100/400; azienda N fa 25% ROA tratto da
500/2000. La prima fa 5 rotazioni la seconda solo 1, l’azienda N ha capitale di investimento più pesante è più
rigida, la M è più flessibili e con poco capitale netto immobilizzato fisso.

LIQUIDITÀ misurato la capacità dell’azienda di far fronte agli impegni di pagamento


1-quoziente di liquidità, prende le liquidità immediate (cassa, c/c, titoli di stato) e differite (crediti verso i
clienti) sul passivo corrente. Il valore deve essere 1 (quindi vuol dire che numeratore e denominatore sono
uguali) oppure maggiore di uno.
2-quoziente di disponibilità, ovvero quanto ho disponile in magazzino da poter vendere e ricavare liquidità
calcolato con l’attivo corrente sul passivo corrente.

SVILUPPO, ovvero crescita calcolabile in tanti livelli (aumento numero dipendenti, aumento hotel). A livello
di indici si ragiona su 3 principali:
1-tasso di crescita delle vendite vendite finali di quest’anno - vendite dell’anno prima fratto il totale delle
vendite
2-tasso di crescita di attivo nettoattivo netto finale di quest’anno - attivo netto anno prima fratto attivo netto
iniziale
3-tasso di crescita del capitale netto capitale netto finale di quest’anno - capitale netto dell’anno prima
fratto il capitale netto iniziale

Non esistono valori fissi, in assoluto fisiologici; bisogna ragionare e fare comparazioni della stessa azienda
su più anni oppure comparare con altre aziende con lo stesso mercato o stesse medie.

L’ambiente economico e il sistema competitivo


Ambiente che circonda l’istituto? Tutti i fenomeni esterni che influenzano la sua struttura e organizzazione.
L’ambiente può essere economico o non economico. L’ambiente economico si compone:
-mercati: insieme di negoziazioni simili di beni privati, di rischi particolari e di credito di prestito.
-strutture di domanda e di offerta: di lavoro, di capitale, di beni pubblici
-settori: un insieme di aziende che hanno processi simili, che servono gli stessi clienti, che hanno a che fare
con le stesse strutture di domanda-offerta. Insieme di azienda che competono tra di loro con attività simili.
-politiche: economiche, monetarie, finanziari . Decisioni (prese da organi nazionali, sovra nazionali, o
globali) che riguardano il sistema e come opera.
Ambiente non economico rilevante per l‘azienda, sistema di valori che caratterizza una certa comunità:
-si focalizza sulle attitudini e i valori delle persone importanti per le scelte delle aziende
-normativa fiscale influenza la competitività delle imprese, normativa giuridica
-innovazioni tecnologiche, scientifiche
-infrastrutture: (creazione di posti di lavoro)
-configurazioni fisica e climatica del territorio
Come definiamo i confini tra istituto/azienda e i confini di quello che sta fuori/ambiente? Attraverso la:
-struttura giuridica formale: confini dell’azienda stabiliti con le normative vigenti nel luogo d’azione del
governo economico
-influenza: i confini aziendali arrivano fin dove i governi economici hanno influenza (es. esportato italiano
esporta 90% in un ambito specifico è chiaro che la sua influenza sul mercato estero sarà importante)
Ambienti di insiemi di aziende: la definizione di ambiente può essere usata anche per insiemi di aziende
come i gruppi economici o aggregati internazionali. L’ambiente aziendale è composto in sotto ambienti (es.
food and beverage e marketing). I confini dell’azienda possono essere modificabili continuamente e la loro
estensione è oggetto delle scelte di governo economico.
Un mercato esiste se si verificano tre condizioni:
1. c’è un complesso dinamico di negoziazioni
2. di uno stesso bene
3. che si manifestano con continuità ed elevata frequenza
queste condizioni devono verificarsi anche simultaneamente, qualora ciò non avvenga si è in presenza di
negoziazioni fuori mercato. Uno stesso bene po’ essere veduto su più mercati differenti localizzati in aree
diverse. I mercati sono complessi e dinamici variano molto rapidamente nel tempo nei loro confini. Ogni
mercato evidenzia una domanda e un’offerta.
Settore: insieme omogeneo di aziende legate da relazioni interdipendenza (che operano sugli stessi
mercati, vanno a prendersi gli stessi finanziamenti sul mercato del credito, servono gli stessi clienti ) in
concorrenza tra loro per conquistare il consenso da parte degli stessi clienti. Diverse prospettive:
 economia politica e della politica economica: analisi delle interdipendenze settoriali
 economica industriale:
-analisi del grado di concentrazione e degli effetti per la collettività (hospitality è frammentato )
-studio del contesto competitivo e del comportamento competitivo (come la concorrenza si realizza
all’interno dei settori)
Nell’ambito degli studi del contesto competitivo, particolare importanza ha il modello “struttura-
comportamento-risultati”. Come funziona la concorrenza tra le imprese all’interno del settore? Successo
dipende da due cose:
1. Attrattività del settore: come la misuro? Attraverso l’indicatore dell’utile medio, ma meglio ancora il ROA
medio (la somma dei ROA di tutte le aziende diviso le aziende)
2. Vantaggio competitivo dell’azienda: quanto sono bravo a designare la mia strategia competitiva in quel
settore.

Obbiettivo finale è massimizzare il mio ROA. Come faccio a valutare l’attrattività di un settore? Porter, negli
anni 80, ha inventato un modello molto chiaro per l’analisi del sistema competitivo, ovvero utilizzare un
modello di concorrenza allagata che è dato dall’interazione di 5 forze competitive:
1 Intensità della concorrenza/competizione diretta. Determinanti della concorrenza:
-Crediti del mercato
-Livello dei costi fissi: elevati costi fissi, aumenti la leva prezzo (per attrarre
volumi) ed abbassa la redditività
-Eccesso di offerta
-Differenziazione di prodotto e identità di marchio
-Costi di passaggio : dire al cliente qualcosa di unico che non può passare ad
(aumenti attrattività)
-Concentrazione
-Trasparenza informativa: più sei trasparente più appiattisce la possibilità di differenziazione
2 Potenziali entranti: aziende non ancora entrate nel settore, ma che stanno per entrare (presenza o meno
di barriere all’ingresso messe per difendersi chi ha enormi barriere all’ingresso, potenziali entranti tipo
croceristico)
Barriere all’entrata più sono alte, più devi investire tantissimo o non puoi entrare.
-accesso alla distribuzione
-economia di scale (hai bisogno di enormi capitali )
-differenziazione di prodotto e identità di marchio
-fabbisogno capitali
-politiche governative
-vantaggi di costo assoluti

3 Potere negoziale dei clienti (più si lascia un forte potere negoziale ai clienti più loro chiedono di
abbassare i prezzi o pagare a rate fabbisogno finanziario dell’azienda cresce). Le determinanti del potere
dei clienti sono:
-concentrazione relativa
-volume di acquisti
-differenze nei prodotti e identità di marchio
-cosi di passaggio
-trasparenza informazioni
-capacità integrazione
-impatto sulla qualità e prestazione del cliente

4 Potere negoziale dei fornitori (più forte è il loro potere negoziale più tendono ad applicare prezzi più alti,
quindi tu li comprerai a prezzo maggiore dunque meno margini e minore redditività). Le determinanti sono:
-concentrazione relativa
-importanza del cliente per i fornitori legato ad una questione reputazionale (se fornisco Cracco ho una
buona luce) o di volumi
-costi in relazione al totale degli acquisti
-differenziazione degli input
-costi di passaggio
-minacce di integrazione: minaccia che il fornitore venga a fare il mio mestiere
-presenza input sostitutivi

5 Prodotti sostituti, scegliere pacchetti che riescano a sostituire un’offerta (es: crociera sostituto valido ai
viaggi organizzati. Determinanti della minaccia di sostituzione:
-prezzo/prestazioni dei sostituti (crociere di lusso ti costa un quinto/ un quarto ma il valore ricevuto è simile ,
con prezzo inferiore)
-propensione alla sostituzione bisogna vedere se il cliente accetta di andare in crociera piuttosto che il
viaggio organizzato, c’è chi accetterebbe e chi no)
-costi di passaggio: devo vedere se passare ad una vacanza sostituta mi porta maggiori prezzi, magari
andare al mare non mi costa niente di più perché porto ciò che ho a casa; fare la settimana bianca oltre al
prezzo della vacanza ci devo aggiungere i costi dell’attrezzatura per sciare.

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