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Economia aziendale studia i bisogni delle persone che si muovono per seguire certe finalità, iniziando a
soddisfare i bisogni primari di sussistenza e sicurezza si passa poi a quelli maggiori. Attraverso il quale c’è
anche un apprendimento della personariflessione sulla persona, bisogni e nome cambiano nel tempo.
-produzione di beni (è solo un mezzo per l’impresa per arrivare a generare remunerazioni adeguate)= merci,
servizi, negoziazione di beni e/o mezzi monetari
-produzione di remunerazioni adeguate per gli interessati principali= che è il fine dell’impresa
Remunerazioni =fatturato e utili
Ricavi di vendita.
Se detraggo i costi Ottengo gli
di gestione utili
A chi vanno le remunerazioni? Ai soci, ai dipendenti o li ridistribuisco all’azienda (sostenere l’azienda nella
usa crescita e sviluppo). Finalità dell’impresaprodurre le remunerazioni adeguate. Produzione e consumo
di beni economici attraverso:
-operazioni di negoziazione di beni privati, capitali, lavoro
-operazioni di trasformazione tecnica di materie prime, dei dati, delle conoscenze
-operazioni di governo degli istituti, ovvero scegliere chi fa cosa all’interno dell’organizzazione
L’attività economica si svolge con l’impiego di condizioni/fattori di produzione:
-immobili, macchinari
-materie prime
-competenza e lavoro
-beni liberi che l’azienda può sfruttare ma che effettivamente non gli appartengono
-beni pubblici
Ci sono però due condizioni primarie: lavoro e capitale.
Dove si svolge l’attività economica? All’interno di istituti (impresa) ma non solo (es: all’interno della famiglia:
mutuo, assicurazione, investimenti, acquisto di sevizi come luce e gas); può avvenire anche all’interno dello
stato, istituti pubblici, istituto no profit (non generano utili per se stessi ma li riutilizzano nella loro attività.
Economia aziendale studia l’azienda che è l’ordine economico di questi istituti: azienda di consumo familiare,
azienda di produzione, azienda composta (ovvero sia produzione sia consumo) pubblica, azienda no profit.
I portatori di interessi economici possono essere:
-istituzionali= nella famiglia i componenti di essa
nell’impresa i soci e i lavoratori
nello stato i componenti delle entità politica (cittadini)
nelle no profit l’ente per la quale viene istituito
-non istituzionali= fornitori, clienti, conferenti di capitale di prestito
L’innovazione economica è ricercare, individuare e sperimentare nuove cose per raggiungere nuovi obbiettivi
in modo migliore, con minimo mezzo e massimo risultato. Le condizioni di successo delle aziende sono:
-efficienza dei processialti rendimenti a bassi costi
-flessibilità (capacità di risposta veloce)adattarsi e rispondere alle esigenze sempre nuove velocemente
-innovativitàrompere con il passato per fare qualcosa che nessuno aveva pensato (es: low cost hanno
creato nuovi mercati)
-motivazione dei prestatori di lavorosoddisfazione di quelli che lavorano dentro l’azienda, l’ambiente
all’interno, il clima aziendale. Infondere fiducia, comunicazione interna all’azienda (es: Google). Sono
elementi centrali e fondamentali.
Ruolo delle aziende nelle società:
-produrre beni e servizi utili all’uomo
-generare e creare spazi di lavoro interessanti
-dare remunerazioni adeguatecosì che le persone guadagnino e spendano per contribuire poi allo sviluppo
economico dello stato
-rimunerare il risparmio
-azienda è il cuore dell’innovazione
-avanzamento, conoscenza e innovazione
-equilibrio bilancia commerciale (soprattutto se esportano all’estero)
-fonte di tributi per lo stato
-farsi carico di istanze sociali, responsabilità sociale;
1 risorse: primarie come il lavoro dato dai lavoratori e il capitale dato dai finanziamenti oppure derivate che
nascono dall’impiego delle risorse primarie: patrimonio tecnico (tecnologia, software, beni che si acquistano
a esempio per arredare..); patrimonio commerciale (comunicazione dei servizi, distribuzione, marketing…).
Patrimonio aziendale: assieme di condizione di produzione che appartengono all’impresa che possono
essere acquistate come input o generate da me
2 Le risorse mi aiutano a svolgere le attività per far crescere l’impresa; attività di:
2.1 Attività di gestione:
Caratteristica (cuore del mestiere dell’azienda): il grosso della ricchezza generata viene da qui (es:
hotel food&bar, room service, sales & marketing). Dovrebbe essere una gestione attiva, ovvero
che produce ricchezza e valore che lo si vede dal reddito Gestione attiva poiché quando ben
condotta produce reddito positivo;
Finanziaria: si occupa di coprire il fabbisogno monetario per avviare l’impresa. Reperire fonti di
finanziamento per sopperire ai bisogni finanziari: capitale proprio o di rischio, individuare investitori,
finanziamento delle banche o capitale di prestito (però si pagano gli interessi passivi della banca).
Gestione passiva poiché genera oneri finanziari che sono redditi negativi;
Patrimoniale: reinvestire le eccedenze di ricchezza che l’azienda produce e che non sono reinvestite
in niente. Prendere le risorse e investirle in altre attività produrre nuovi utili. Gestione attiva poiché
genera proventi che sono ricavi ulteriori e positivi, in più gestione accessoria che permette di
ottenere eccedenze patrimoniali nuove;
Assicurativa: copertura di rischi particolari d’impresa. Gestione passiva poiché genera costi
(indennizzi e premi assicurativi);
Tributaria: calcola e paga le tasse, liquidazione, valorizzazione, pagamento dei tributi dell’azienda. Si
può ottimizzare la liquidazione dei tributi, differenti scelte d’impresa determinano differenti livelli di
tributi da pagare. È una gestione passiva.
Tutti i ricavi e costi che nascono dalle gestioni diventano il risultato dell’esercizio dell’azienda. Tutte le
gestioni generano costi e ricavi ma anche entrate ed uscite. Ricavo di vendita (trasferimento al cliente dei
servizi) genera entrate di cassa (moneta che entra) azioni contemporanee ma parallele. Gestione
monetario (entrata-uscita moneta) diversa da gestione reddituale (input-output).
2.3 Attività di rilevazione: raccolta, elaborazione dei dati, diffusioni di informazioni, contabilità
3 Risultati:
Sistema aziendale: costruire sistemi di offerta efficaci a rispondere ai segmenti di coerenza della clientela.
C’è una coerenza tra le scelte a livello di struttura, prodotto e mercato? L’azienda è in grado di creare un
sistema di offerta e prodotto unico e superiore rispetto ai concorrenti?
SI= si crea un circolo da cui nascono risultati positivi ù
Sistema di offerta/prodotto:
-immaginare sia aspetti tangibili (arredi, location..) che intangibili (reputazione, stile, marca..). Tante
componenti creano il sistema di prodotto
-caratteri materiali (qualità, gamma..)
-caratteri immateriali (immagine, sicurezza, prestigio..)
-livello di servizio (assistenza pre e post vendita, tempi di consegna..)
-condizioni contrattuali (prezzo, margine, termini e modalità di pagamento…)
Valutare la clientela:
-ampiezza del mercato (n° clienti, quota di mercato, dimensione del mercato)
-segmenti (tenere a mente i criteri diversi e valori diversi per ogni cliente, capire le caratteristiche specifiche,
distribuzione per canali)
Assetto istituzionale (equilibrio tra le ricompense che l’azienda da a chi conferisce risorsegoverni locali,
autorità locali, fornitori..) e scelte di governo: offerte di collaborazione che l’azienda propone agli
stakeholder: ai lavoratori, ai fornitori, dipendenti, banche, azionisti, rapporti di fiducia con i locali.
-formula cooperativa/scelte di gestioneviene dai risultati reddituali e competitivi
-assetto istituzionale e scelte di governo viene dai risultati sociali/istituzionali.
Come facciamo a dire se l’azienda produce risultati positivi nel tempo? 2 aspetti:
Equilibrio struttura clienti: risultati competitivi, ovvero quota sul mercato, concorrenza, sorgono flussi
di ricavi (n° clienti, tempo medio permanenza, prezzi..). Perché aumentano i ricavi? Porto clienti ad
altri concorrenti
Risultati istituzionali/sociali: capacità di tenere in equilibrio gli investitori, gli azionisti, i prestatori di
lavoro dando loro offerte molto interessantinascono i costi
La sintesi delle due sono i risultati economici= utile che ha dentro la dimensione dei ricavi e costi è il
valore di sintesi a cui tendere.
Il principio di economicità= quando l’azienda riesce a generare e mantenere per un po’ di tempo i risultati
positivi, costituito da equilibrio economico e istituzionale.
Equilibrio economico: istituto in grado di attrarre risorse sufficienti per remunerare le condizioni di produzione
(stipendi, acquisti fornitori, lavoro..), condizione adeguata per svolger la propria attività senza accumulare
perdite. Generare ricavi sufficienti a coprire i costi di produzione;
Equilibrio istituzionale: tutti gli stakeholder condividono i valori lungo termine, logiche di gestione, modalità di
governo e ricevono ricompense soddisfacenti e interessanti rispetto al contributo che forniscono all’azienda,
ciò genera un forte equilibrio e adesione degli stakeholder, fiducia nell’azienda.
Sono entrambi interessi interconnessi ma non sincroni. (es: 2009 azienda in crisi, stakeholder in sincro
decidono di dimezzare il loro stipendio per non licenziare una parte di organo aziendale)
Economicità è quindi il corretto funzionamento dell’azienda, la condizione di funzionamento e
raggiungimento dei fini (ovvero remunerare adeguatamente i conferenti di capitale di rischio e del lavoro).
Equilibrio economico
Durabilità: attitudine dell’azienda a Autonomia: Capacità di non ricorrere
durare nel tempo stabile, durare in un sistematicamente a fonti esterne per coprire le
ambiente che continua a mutare. perdite, produrre utili in maniera sufficiente in
Capacità di mantenere gli equilibri modo tale da coprire ogni perdita senza
fronte ai mercati che cambiano. ricorrere a interventi di sostegno o di copertura.
Concetto per cui accumula patrimoni e Ricorrere sistematicamente a banche vuol dire
competenze che vanno al di la della anche perdere la propria libertà, autonomia
presenza del fondatore (es: Apple) perché la prende chi ti sta aiutando
1. Equilibrio reddituale equilibrio tra i ricavi e costi= capacità gestione di remunerare con i ricavi e
condizioni di mercato i fattori di produzione (capitale prestito e rischio). Valutato in funzione del
tempo (es: azienda appena aperta può essere in negativo però magari dopo un po’ di tempo di avvio
sarà in pieno regime) e dell’oggetto (es: Accor paga le lezioni di formazione per dei suoi gruppi
interni, ma non è in perdita perché investe nella formazione di un suo ramo d’azienda)
2. Efficienza e flessibilitàefficienza= relazione tra i risultati che consegue e mezzi impiegati.
Rapporto input e output. Valutato in diversi reparti dell’azienda: food and beverage, room service,
produttività marketing… in certe situazioni (es: monopolio) avendo un monopolio sul mercato ha
fatto crescere inefficienze all’interno della società (salari più alti della media) ma quando il monopolio
salta non sei più protetto. Situazione temporanea a scapito dei clienti che pagano prezzi più alti.
Flessibilità= essere capaci di adeguarsi ai mutamenti
3. Congruità delle remunerazioni azienda deve durare nel tempo per remunerare adeguatamente,
congruamente e correttamente rispetto alle condizioni del mercato, remunerare il lavoro, il capitale
risparmio ovvero azionisti(in base al capitale conferito, l’interesse che essi mettono). Come faccio a
dire che la remunerazione è congrua? Rispetto all’andamento dei rendimenti di altri concorrenti sullo
stesso mercato o anche come remunerano altre aziende su altri settori. È congruente quando è
simile/maggiore ad altre aziende dello stesso settore o di altri settori ma con grado di rischio
comparabile. Per i dipendenti sono congrue quando vedo qual è la remunerazione di un lavoro
simile nello stesso settore e deve essere uguale/superiore
4. Equilibrio monetario capacità di far fronte momento per momento agli impegni i pagamento,
avere abbastanza denaro corrente in cassa per far fronte alla scadenza di pagamento. Nel momento
in cui non si copre la spesa si far ricorso al prestito. Fabbisogno finanziario è il costo di cassa che si
genera quando c’è squilibrio monetario, gestione finanziaria ricerca la copertura di questo bisogno di
soldi e quindi fa da cuscinetto tra l’equilibrio reddituale e monetario, operazioni che sono parallele
ma non in sincro (Es: lavoro e devo pagare l’affitto al 20 del mese devo fare la spesa ma non ho
soldi però so che al lavoro mi pagano il 27io sono in equilibrio reddituale perché so che devono
arrivare i soldi ma non li ho ora per pagare la spesa quindi non sono in equilibrio monetario).
Fine dell’azienda non è massimizzare il profitto ma remunerare adeguatamente. C’è un sacco di gente
interessata a capire i risultati e le prospettive economiche di un’azienda, ovvero chi fornisce i contributi
(/lavoratori, conferenti di capitale, banche, fornitori, clienti, stato..) ma anche chi esercita il governo
economico (amministratori, direttore generale, direttore commerciale..)esigenza di avere un modello del
bilancio di esercizio: 2 tavole che danno informazioni complementari:
TAVOLA DEL REDDITO DI TAVOLA DEL CAPITALE
ESERCIZIO
“Come un film”, racconta cosa “Come una fotografia” ci dice cosa c’è
succede dal 01/01 al 31/1 (bilancio quel giorno al 31/12, cosa è disponibile
solitamente annuale)
Queste tre quantità diventano il sistema dei valori, ovvero la somma delle quantità tutte espresse in una
valuta che confluiscono nelle tavole del bilancio:
Conto economico= tavola del reddito di esercizio, dinamica costi e ricavi
Stato patrimoniale= tavola capitale di funzionamento, dove si vede l’attivo (beni, diritti a
disposizione dell’azienda nel preciso istante) e passivo (debiti, obblighi verso terzi). I costi non ci
sono perché stanno tutti nel conto economico
Valore numerario: valore in cassa, flussi di cassa (es: conto corrente, aumento di cassa, debiti e crediti di
regolamento) soldi che abbiamo a disposizione
Valore non numerario: tutti gli altri valori (es: rimborso di debiti di prestito se accendo un mutuo aumenta il
mi conto corrente quindi è un valore numerario positivo ma allo stesso tempo sorge un debito nei confronti
della banca di valore negativo)
Quando si rileva? In due momenti: prima al ricevimento della fattura, rilevo i costi per acquisto di servizi
(valore non numerario, va nel conto economico e contemporaneamente regolazione di conti con i debitori); il
secondo momento è quando pago il credito verso il fornitore)
(es: riduzione della cassa valore negativo, annullamento del debito valore positivovalori
numeraripermutazione numeraria)
-debito di regolamento= regola uno scambio debito verso i fornitori e di breve termine (entro l’anno va
saldato). Regola lo scambio al posto della moneta
Debito finanziario/di prestito= servizio che la banca mi da mettendomi in cassa a disposizione del denaro a
condizione che accetti la scadenza e di pagare indietro con degli interessi.
Come faccio la rilevazione dei valori? Ogni operazione di scambio genera due valori uguali in valore
assoluto, opposti nel segno:
A. Operazione acquisizione input/vendita output, uno un valore numerario l’altro non numerario (es:
acquisto servizio di alloggiovalori uscita di cassa, debito di regolamento che è valore negativo,
sorge anche costo servizio alloggio valore positivo non numerario
B. Pagamento debito commerciale, meno cassa che è valore numerario negativo e diminuzione debito
valore numerario positivo.
I valori si rilevano tramite il metodo della partita doppia, ogni valore sorto per effetto delle operazioni di
azienda si rileva due volte con segno opposto in opposti conti.
Principio di competenza=da rispettare tassativamente, dice che nella tavola del reddito devono andare solo
prodotti output prodotti nell’esercizio e prodotti input usati per produrre gli output. Dice che la
rappresentazione degli utili e dei ricavi deve essere perfetta.
Un ricavo è di competenza dell’esercizio se è stato ottenuto con input i cui costi sono stati sostenuti tutti o in
parte nell’esercizio.
Un costo è dell’esercizio se è relativo a fattori produttivi utilizzati per la produzione dell’esercizio o quando le
condizioni di produzione acquisite non saranno più utilizzabili in futuro.
Bilancio redatto sull’esercizio che è un periodo di calcolo annuale ma può essere anche semestrale, bilancio
solitamente fatto dal 01/01 al 31/12. Bilancio regolamentato dal codice civile, che regola cosa ci va dentro:
Stato patrimonialesituazione patrimoniale e finanziaria, indicato anche il patrimonio netto alla data
di chiusura dell’esercizio. Somma capitale sociale + riserve di utili accantonati
Conto economicoevidenzia la somma dei ricavi e costi
Rendiconto finanziario dinamica finanziaria di cassa
Nota integrativanota di accompagnamento
Al 31/12 chiuso il bilancio, lo stato patrimoniale lo chiudo mettendo il valore della perdita sottratto con
capitale netto, valore dell’utile positivo sommato al capitale netto.
Il reddito di esercizio:
Valori input (negativi e considerati componenti Valori degli output (componenti positivi di
di reddito) reddito)
-Rimanenze iniziali, ciò che rimane dal 31/12, c’è -ricavi di vendita
già un valore a disposizione, saranno nel conto -rimanenze filiali
economico dalla parte dei costi -utili
-costo per materie prime -interessi attivi sul conto corrente
-costo per merci o servizi acquistati -interessi su obbligazioni dello stato
-affitti passivi -dividendi e guadagni n conto capitale su azioni
-quote di ammortamento (quando acquisisco un -plusvalore
input che usufruirò anche per esercizi successivi
non è un costo ma un bene e va nello stato
patrimoniale, nel conto economico metterò la parte
di quota di costo utilizzata)
-stipendi e contributi
-quota trattamento di fine rapporto (TFR) quota di
stipendio quando lavoro finisce sul c/c però nel
mentre maturo un diritto di ricevere una
liquidazione nel momento in cui me ne andrò).
Azienda al 31/12 accantona oltre ai salari anche la
quota congettura(basata su un calcolo) e lo mette
fra i costi
-interesse passivo sul mutuo è un costo sul servizio
che mi da la banca
La tavola del reddito è la tavola dei componenti positivi e negativi del reddito e non dei costi e ricavi, esistono
componenti negativi di reddito che non sono costi (es: quota di ammortamento) e costi che non sono
componenti negativi di reddito (es: prezzo di un impianto). Il reddito di esercizio è l’insieme di tutti i valori
della tavola del reddito; il risultato reddituale è la differenza tra componenti positivi e negativi di reddito
(valore residuale).
Il capitale di funzionamento
Attività Passività e netto
-credito verso i clienti -debito verso i fornitori
-immobilizzazioni di proprietà materiali e immateriali -conti correnti passivi
(nette) -mutui bancari
-rimanenze finali -ratei passivi della gestione finanziaria
-partecipazioni Fondo trattamento di fine rapporto
-risconti attività della gestione caratteristica Valore della passività
-cassa e conti correnti attivi -capitale sociale
-titoli obbligazionari e azionari -riserve da utili non distribuiti di esercizi precedenti
-ratei attivi della gestione patrimoniale -utile (+) o perdita (-) dell’esercizio
Valore del capitale netto
CPR (componenti positivi di reddito) – CNR (componenti negativi di reddito)= Risultato Reddituale
dell’Esercizio
Tutto si traduce nell’utile (che aumenta) o perdita (che assorbe l’autofinanziamento). Azienda auto-
capitalizzata ricorre molto di più agli aiuti dei terzi quindi risulta molto indebitata.
Acquisto di un forno per 100mila lo registro nello stato patrimoniale attivo e passivo per l’uscita di cassa. Al
31/12 registrerò nel c/ec un ammortamento, spalmabile su più anni (che non ho rilevato come valore certo
ma devo considerare come congettura per far risultare i miei conti corretti). Il forno sarà un mezzo per creare
input che frutteranno output. Ammortamenti sono costi non monetari, sono delle finzioni contabili/congetture
che però dobbiamo registrare per un corretto calcolo dell’utile di esercizio. Le rimanenze finali sono un
output del c/ec e contemporaneamente vanno nello stato patrimoniale. La differenza tra ricavi e costi da
l’utile. Va poi riportato nello stato patrimoniale nel netto per chiudere il bilancio. Nel bilancio del nuovo
anno avrò dalla parte dei costi per primi le rimanenze di materie prime e il risconto d’affitto dell’anno
precedente. In base al bilancio, il conto economico ci da un’idea se l’azienda ha guadagnato o perso e dallo
stato patrimoniale non ricaviamo molto. Se però impariamo a riorganizzare e riesporre i valori e riclassificarli
si ottengono informazioni molto più interessanti. Redditività la ricavo dal conto economico. Riorganizzando lo
stato patrimoniale metto in evidenza lo sviluppo, la liquidità e la solidità. Come riclassifichiamo? Il conto
economico in base al criterio di “ricavi e costo del venduto” mentre lo stato patrimoniale secondo un criterio
finanziario di liquidità e esigibilità.
CONTO ECONOMICO ha obiettivo di mettere in luce il contributo delle singole gestioni alla formazione del
reddito netto
Prendiamo tutti i valori del conto economico e li rimettiamo in base a questo ordine:
gestione caratteristica (cuore del business) costo del venduto (valore di tutti gli input che mi sono
serviti per fare i ricavi della gestione caratteristica) composto da:
-Acquisti di materie prime
-Canoni passivi
-Costo del lavoro (costo delle persone che lavorano nell’azienda..)
-Ammortamenti
-Premi di assicurazione se sono relativi all’attività tipica
-Eventuali perdite su crediti che fanno parte degli accantonamenti su fondo crediti (c’è sempre il rischio che
qualcuno non mi paga quindi accantono delle quote non eccessive che mi serviranno in caso di mancato
pagamento)
+Incremento impianti
-/+Delta rimanenze (rimanenze iniziali sono parte degli input – rimanenze finali vanno sommate perché sono
dalla parte dei ricavi)
Ricavo di vendita meno tutti i costi del venduto =reddito operativo della gestione caratteristica
Il grosso della ricchezza viene fuori dalla gestione caratteristica e quindi vuol dire che l’azienda va bene. Se
questo valore risulta basso vuol dire che c’è una mal gestione dell’azienda
gestione patrimoniale reinvestimento risorse eccedenti in attività parallele per addizionare costi (es:
compro obbligazioni)
+/- proventi della gestione patrimoniale (canone di affitto attivi, quelli che incasso perché ho un immobile e lo
affitto)
+interessi attivi
+/- dividendi guadagni e perdite su azioni
Tuto ciò mi da il contributo della gestione patrimoniale ovvero il reddito operativo
gestione finanziaria reperire fonti di finanziamenti da terzi (oneri finanziari, interessi passivi)
-oneri finanziari
=risultato lordo di competenza (se è alto vuol dire che è un’azienda super indebitata)
gestione straordinaria (plusvalenza quando il mercato azionario ha picchi, ma anche minusvalenze
quando ad esempio un incendio mi distrugge l’immobile) cose straordinarie che succedono uno a
tantum
+/-componenti di reddito non di competenza
=risultato prima delle imposte
gestione tributaria (tributi che pago allo stato o all’ente locale)
-oneri della gestione tributaria
=risultato reddituale netto
Ri-classificare il conto economico vuol dire ri-esporre tutti I valori della tavola del reddito in ordine diverso
classificandoli sotto la stessa gestione.
Riclassificazione stato patrimoniale secondo il criterio finanziarioessere sicuri di una buona liquidità ovvero
far fronte a lamento di breve termine, avere abbastanza liquidità sul conto corrente o impegnata in qualcosa
che si può facilmente smobilitare per far fronte a pagamenti che scadranno entro fine anno. Dinamica
numeraria e monetaria. Solidità essere capaci di autofinanziarsi, capacità dell’azienda di far fronte ai propri
fabbisogni finanziari contando sulle sue risorse (utili generati e accantonati) e capitale sociale (conferimento
dei soci). Ciò che non copro coi miei capitale lo copro con finanziamenti di terzi (prestiti di banche) che però
ha un costo che è l’interesse passivo. Se uno non è indebitato abbassa la mole di interessi passivi.
Attivo dello stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio della liquidità dal più liquido al meno, il passivo
e netto dello stato patrimoniale secondo il criterio della scadenza da quelli che scadono prima a quelli che
non scadono mai. Analisi in tre step: mmi interrogo sulla composizione e la struttura degli impieghi
dell’attivo, poi analizzo la composizione delle fonti di finanziamento del passivo, eremo confronto tra fonti e
impieghi capendo se c’è un equilibrio corretto
ANALSI DEL BILANCIO NELLO STATO PATRIMONIALE si può fare solo dopo aver riclassificato:
Azienda E e F con lo stesso passivo, ma l’attivo è diverso: F con molte più immobilizzazioni e attivo
fisso netto rispetto all’azienda e dove prevale l’attivo corrente delle liquidità immediate. Azienda E è
più flessibile perché ha meno capitale investito fisso. Qual è il riflesso sul conto economico di
un’azienda con tanto attivo fisso netto? Mi porta ad aver è più quote di ammortamento che sono
costi fissi, pesanti.
Aziende G e H con lo stesso attivo ma che si finanziano in modo diverso. L’azienda G è più
capitalizzata, ha un autofinanziamento alto, ha una parte di indebitamento si ma è più equilibrata tra
passivo consolidato e corrente ed è meno indebitata. Indebitamento con passivo consolidato è più
lungo e costoso dell’indebitamento corrente.
Equilibrio strutturale tra attivo e passivo. Aziende I e L. Devo confrontare attivo corrente verso
passivo corrente, ciò che ho liquido a disposizione e gli impegni di pagamento a breve termine.
Azienda I è più liquida ed è più in grado di coprire tutti i pagamenti a breve con le sue fonti di
finanziamento. Azienda L non dispone di tutta la liquidità necessaria utile per sanare i debiti a breve
termine. Secondo passaggio è il confronto di quello che devo finanziare con le mie fonti di
finanziamento, azienda I riesce a coprire l’attivo fisso netto tutto con il capitale netto proprio
autofinanziato. Nell’azienda L la gran parte dovrebbe essere coperto da terzi che finanziano
Da qua è possibile calcolare degli indici ovvero calcolatori che in modo sintetico ci analizzano cose
complesse. Gli indici intendono analizzare: la redditività, solidità, liquidità, sviluppo.
SOLIDITÀ misurata attraverso tre indici, i primi due sono i rapporti di indebitamento:
1/2-attivo netto su capitale netto ovvero quanta parte del mio investimento copro con i mezzi propri senza
bisogno di terzi. Più capitale netto ho più il valore dell’indice si abbassa e l’indebitamento diminuisce. Questo
concetto di indebitamento è esposto dal rapporto tra mezzi di terzi (passivo lungo termine e passivo
consolidato) e mezzi propri.
3-grado di copertura delle immobilizzazioni, quanta parte del mio attivo fisso netto immobilizzato copro con i
miei mezzi propri
REDDITIVITÀ:
1-redditività delle vendite (ROS=return on sales) dato dal reddito operativo sul fatturato delle vendite. Quanto
ho portato a casa di redditività di margine, più le vendite genere no ricchezza più ho margine alto.
2-redditività dell’attivo netto (ROA=return on assets) dato dal reddito operativo di gestione caratteristica
sull’attivo netto. Indicatore del corretto andamento del business, capisco se l’azienda sa far bene il suo
lavoro e va bene sulla gestione caratteristico. Tutti espressi in percentuale. Per confrontare i ROA devo
confrontare quello di un’azienda con un’altra azienda uguale dello stesso settore oppure anche sulle medie
del settore.
3-redditività del capitale netto (ROE=return on equity) qual è il ritorno dell’azionista e del suo capitale
proprio, quanto ha portato a casa l’azionista. Calcolato con il reddito netto sul capitale netto. L’utile che
rimane è ciò he va all’azionista. Il ROE lo posso confrontare o con gli anni prima, o con quello di un’altra
azienda di uno stesso settore oppure con il grado di rischio uguale anche di altri settori.
4-tasso di rotazione dell’attivo (TO) mi dice quante volte è il rapporto tra le vendite/ricavi e il mio attivo netto.
Quanto sfrutto il mio capitale di investimento, quanto lo faccio girare.
Nesso tra ROA e ROSazienda M fa 25% di ROA tratto da 100/400; azienda N fa 25% ROA tratto da
500/2000. La prima fa 5 rotazioni la seconda solo 1, l’azienda N ha capitale di investimento più pesante è più
rigida, la M è più flessibili e con poco capitale netto immobilizzato fisso.
SVILUPPO, ovvero crescita calcolabile in tanti livelli (aumento numero dipendenti, aumento hotel). A livello
di indici si ragiona su 3 principali:
1-tasso di crescita delle vendite vendite finali di quest’anno - vendite dell’anno prima fratto il totale delle
vendite
2-tasso di crescita di attivo nettoattivo netto finale di quest’anno - attivo netto anno prima fratto attivo netto
iniziale
3-tasso di crescita del capitale netto capitale netto finale di quest’anno - capitale netto dell’anno prima
fratto il capitale netto iniziale
Non esistono valori fissi, in assoluto fisiologici; bisogna ragionare e fare comparazioni della stessa azienda
su più anni oppure comparare con altre aziende con lo stesso mercato o stesse medie.
Obbiettivo finale è massimizzare il mio ROA. Come faccio a valutare l’attrattività di un settore? Porter, negli
anni 80, ha inventato un modello molto chiaro per l’analisi del sistema competitivo, ovvero utilizzare un
modello di concorrenza allagata che è dato dall’interazione di 5 forze competitive:
1 Intensità della concorrenza/competizione diretta. Determinanti della concorrenza:
-Crediti del mercato
-Livello dei costi fissi: elevati costi fissi, aumenti la leva prezzo (per attrarre
volumi) ed abbassa la redditività
-Eccesso di offerta
-Differenziazione di prodotto e identità di marchio
-Costi di passaggio : dire al cliente qualcosa di unico che non può passare ad
(aumenti attrattività)
-Concentrazione
-Trasparenza informativa: più sei trasparente più appiattisce la possibilità di differenziazione
2 Potenziali entranti: aziende non ancora entrate nel settore, ma che stanno per entrare (presenza o meno
di barriere all’ingresso messe per difendersi chi ha enormi barriere all’ingresso, potenziali entranti tipo
croceristico)
Barriere all’entrata più sono alte, più devi investire tantissimo o non puoi entrare.
-accesso alla distribuzione
-economia di scale (hai bisogno di enormi capitali )
-differenziazione di prodotto e identità di marchio
-fabbisogno capitali
-politiche governative
-vantaggi di costo assoluti
3 Potere negoziale dei clienti (più si lascia un forte potere negoziale ai clienti più loro chiedono di
abbassare i prezzi o pagare a rate fabbisogno finanziario dell’azienda cresce). Le determinanti del potere
dei clienti sono:
-concentrazione relativa
-volume di acquisti
-differenze nei prodotti e identità di marchio
-cosi di passaggio
-trasparenza informazioni
-capacità integrazione
-impatto sulla qualità e prestazione del cliente
4 Potere negoziale dei fornitori (più forte è il loro potere negoziale più tendono ad applicare prezzi più alti,
quindi tu li comprerai a prezzo maggiore dunque meno margini e minore redditività). Le determinanti sono:
-concentrazione relativa
-importanza del cliente per i fornitori legato ad una questione reputazionale (se fornisco Cracco ho una
buona luce) o di volumi
-costi in relazione al totale degli acquisti
-differenziazione degli input
-costi di passaggio
-minacce di integrazione: minaccia che il fornitore venga a fare il mio mestiere
-presenza input sostitutivi
5 Prodotti sostituti, scegliere pacchetti che riescano a sostituire un’offerta (es: crociera sostituto valido ai
viaggi organizzati. Determinanti della minaccia di sostituzione:
-prezzo/prestazioni dei sostituti (crociere di lusso ti costa un quinto/ un quarto ma il valore ricevuto è simile ,
con prezzo inferiore)
-propensione alla sostituzione bisogna vedere se il cliente accetta di andare in crociera piuttosto che il
viaggio organizzato, c’è chi accetterebbe e chi no)
-costi di passaggio: devo vedere se passare ad una vacanza sostituta mi porta maggiori prezzi, magari
andare al mare non mi costa niente di più perché porto ciò che ho a casa; fare la settimana bianca oltre al
prezzo della vacanza ci devo aggiungere i costi dell’attrezzatura per sciare.