Premessa
Il reddito non pu essere visto solo nella concezione che pone l impresa in condizione soggettiva, quale strumento di creazione di ricchezza a vantaggio del suo soggetto economico e dei portatori di capitale di rischio in genere; deve essere affiancata un'altra concezione che la consideri in posizione oggettiva, in virt del ruolo che essa ricopre nel piu ampio contesto economico e sociale.
Oggi si tende a mediare fra le diverse impostazioni considerando il profitto come un identit composita in cui rientrano i fattori sopra indicati anche se la sua legittimazione tende ad essere connessa principalmente alla remunerazione del rischio corso dall imprenditore. Secondo la teoria in esame, i comportamenti del imprenditore sarebbero vedono la ricerca della piu ampia differenza positiva tra i ricavi e costi, massimizzando cosi il risultato reddituale riveniente dell attivit economica. Sorge chiedersi se il risultato economico che vuole rendere massimo quello immediato o quello di lungo termine; lipotesi di un comportamento razionale da parte del soggetto aziendale sembrerebbe far propendere per la proiezione del profitto sul lungo andare, anche a prezzo dei risultati negativi nel breve. Non si pu trascurare l incidenza del fattore rischio per effetto del quale alcune scelte gestionali potrebbero essere ispirate non tanto all esigenza dei massimi profitti ma a quella della compensazione e diversificazione del rischio medesimo. Infine il comportamento amministrativo si basa sul concetto della razionalit limitata, ci significa che la razionalit dell uomo amministrativo menomata da numerosi vincoli dovuti in sostanza a : -impossibilit di conoscere tutte le alternative di scelta per mancanza della completezza delle informazioni -motivazioni e principi radicati nei membri dell organizzazione -abitudini piu o ,meno consapevoli dei individui che limitano il corretto processo di valutazione delle alternative. Se si condivide questo modello di razionalit limitata, ne consegue che il fine dell impresa non dovrebbe essere tanto quello di ottenere un profitto massimo, quanto piuttosto quello di raggiungere un profitto soddisfacente inteso come quel obbiettivo reddituale che in date condizioni di mercato e di ambiente in generale, risulta appagante in termini di investimento, di tempo e di denaro nell impresa, tenuto conto delle inevitabili condizioni di incertezza in cui vengono prese le fondamentali scelte gestionali.
Il risultato economico
-Non visto solo come fine ma in primo luogo come mezzo per assicurare duratura prosperit all impresa, dai soggetti che vi partecipano -la tensione verso la sua realizzazione deve elevarsi rispetto a logiche di profitto di breve termine. Un fondato giudizio sulla legittimit del profitto non pu basarsi solo sulla sua entit ma anche sulla sua qualit. -Esso di qualit se non deriva dallo sfruttamento opportunistico di contingenze favorevoli ma da una superiore capacit di competere e di soddisfare le attese degli interlocutori sociali.
-ambizione del progetto strategico -difficolt di realizzazione dello stesso -attuale situazione dell impresa Come innalzare la soglia del consenso reale, fino a raggiungere quello necessario? Lo strumento piu efficace la trasparente comunicazione del disegno strategico, cosi da ottenere l adesione convinta e matura degli interlocutori.
Il valore aggiunto
Si parla di economicit per significare la conformit a convenienza economica, cio a convenienza giudicata e misurata in tema di beni economici Con il termine socialit si vuole intendere la conformit al bene comune che non soltanto benessere comune, sebbene il benessere (economico) comune, sia condizione fondamentale del bene comune umano. Quindi l economicit nell amministrazione favorisce la diffusione del benessere economico, fondamentalmente conforme al bene comune risponde a criteri di socialit, anzi potente strumento di socialit. Significa che l economicit sociale non pu essere sacrificata e il suo perseguimento deve essere un obbiettivo di fondo dell impresa,per questo necessario un adeguato strumento di misurazione, rappresentazione, e interpretazione della stessa, che possa esprimere in termini quantitativi una finalit di valenza generale comprendendo in s sia il ruolo economico che sociale. Ai fini della misurazione, lo strumento adatto il valore aggiunto la cui produzione e distribuzione costituiscono due aspetti dello stesso fenomeno, la ricchezza aziendale. Esso pu essere inteso come la maggior ricchezza creata dall impresa ma anche e soprattutto come fonte di distribuzione della medesima tra i soggeti che hanno presa parte seppur a diverso titolo all attivit produttiva. Nell aspetto della sua creazione il valore aggiunto pu essere inteso come eccedenza di valori prodotti rispetto all ammontare dei valori consumati nell operare dell impresa. In altri termini esso espresso dalla differenza tra il valore degli elementi che un produttore acquisisce dall esterno e il valore dei beni o servizi da esso prodotto, con l impiego del suo ingegno , del lavoro e del capitale. Il valore aggiunto assume il ruolo basilare di fonte di distribuzione di ricchezza tra i partecipanti all attivit aziendale. In questo senso pu essere decisamente utile epr giudicare l economicit sociale dell impresa in funzione della sua capacit di produrre risorse in grado di soddisfare le attese dei diversi portatori di interessi che gravitano intorno al sistema aziendale, ossia: -i propriettari remunerati attraverso la distribuzione degli utili - i lavoratori che ricevono salari e stipendi nonch altre forme di retribuzione differite ed indirette -i finanziatori esterni ai quali vengono corrisposti degli interessi sui capitali concessi in prestito. -lo Stato che acquisisce una quota della ricchezza prodotta dall impresa attraverso l imposizione fiscale -il sistema aziendale medesimo che per mezzo dell autofinanziamento prorpio e improprio ricostituisce o rafforza la prorpia capacit economico-produttiva. Il valore aggiunto, dunque misura il grado di partecipazione o lapporto di ogni singola azienda alla costituzione del fondo di valore da cui gli individui della comunit locale nazionale, ma anche mondiale, attingono i servizi per soddisfare i bisogni via via avvertiti. La duratura esistenza di un impresa possibile solo se essa capace di creare abbastanza valore aggiunto da soddisfare gli interessi e le attese (economiche e non) di un insieme di stakeholder.