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ECONOMIA AZIENDALE

Appartiene alle scienze sociali, l’oggetto di studio è la vita dell’uomo, il fulcro di tale studio parte
dal fatto che bisogni sono illimitati e le risorse sono invece limitate; ciò su cui pone attenzione
l’economia aziendale riguarda i bisogni che vengono soddisfatti tramite beni limitati, ossia beni
economici; pensiamo ad un reddito da lavoro = risorse, permettono di soddisfare beni economici
limitati dovrà dunque decidere cosa è più importante- il problema economico si basa su questo,
dicotomia tra bisogni illimitati e beni economici che sono limitati e scarsi. Le scelte vengono fatte
in base alle proprie ideologie- minimo mezzo massimo risultato, principio del tornaconto.
L’attività svolta per soddisfare i propri bisogni è chiamata l’attività economica- tutto ciò che attua
per procurarsi i beni economici per soddisfare i propri bisogni.
L’attività economica può essere divisa in fasi, che ci permette di distinguerle in due fasi:
- Diretta: produzione (creazione disponibilità beni economici)consumo;
caratterizza gli albori, o alcune economie particolari (conventi e monasteri,
allestiscono essi stessi i loro prodotti). La produzione crea la disponibilità del bene
economico che soddisfa il bisogno, mentre il consumo prevede l’utilizzo
- Indiretta: produzione  scambio  consumo, ossia il mercato, in quanto il
produttore ne produce in abbondanza per soddisfare i bisogni di tante persone.
Tra chi allestisce questi beni e il consumato resta di mezzo il mercato, dove la
domanda e l’offerta si incontrano, così come si incontra produttore e
consumatore. Il mercato può essere un luogo fisico o virtuale, rappresenta il
luogo dove chi produce in eccesso il suo bene economico in cambio di una
somma di denaro.
Recap: tutto parte dai bisogni, dall’individuare tali bisogni da soddisfare, che possono comunque
anche essere stimolati dalla pubblicità, l’uomo vuole soddisfare i suoi bisogni. Perché cedo risorse
finanziarie per questi beni? Perché sono limitati, quindi solo pagando potrò soddisfare il mio
bisogno.
Attività di consumo: chi consuma per soddisfare i bisogni
+
attività di produzione: coloro che allestiscono i beni economici secondo i bisogni
= attività economica
Le scienze che studiano l’attività economica sono due:
a) Economia politica: studia sistemi economici, ossia soggetti o varie entità, modellizza la
realtà per comprenderli meglio, definisce le politiche che definiscono meglio tali sistemi,
dall’esterno e dall’alto;
b) Economia aziendale: studia e aziende come unità elementari del sistema economico,
dall’interno, cerca di capire come l’azienda sopravvive sul mercato; inoltre consideriamo le
aziende come istituzioni ‘’sociali’’, in quanto è un fenomeno creato dall’uomo, e quindi
deve essere collegato con il contesto esterno. È un fenomeno sociale, perché determina
un’influenza sulla società.
CHE Cos’è L’AZIENDA?
INTERPRETAZIONE STATICA (es fotografia)
Organizzazione composta da
- Elemento umano: le persone sono essenziali per l’azienda, hanno diversi ruoli-
direttore generale, amministratore delegato, (vertice aziendale) prendono le
decisioni importati determinando il successo dell’azienda tramite decisioni
cosiddette strategiche. Poi abbiamo i manager, che ricevono indicazioni dal
vertice, svolgere le attività, anche coordinando persone e hanno responsabilità di
risultato. Poi quelli coordinati dal manager , i quali hanno ruolo esecutivo, ed
- elemento materiale: (beni materiali, automi, software ecc. ecc.),
tali elementi devono essere coordinati tra loro, possono essere sviluppati in modi molto
diversi, a seconda dello stile di leadership; qualunque sia tale stile adottato, l’oggetto
dell’attività dell’azienda è sempre un’attività economica di produzione, ossia allestimento di
beni economici volti a soddisfare i bisogni umani, il tutto secondo una logica economica: l’utilità
creata dall’azienda deve essere superiore allo spreco delle risorse per crearlo. La somma delle
risorse usate deve essere inferiore all’utilità del bene economico prodotto, per sopravvivere
deve avere un’utilità maggiore dell’utilità delle risorse consumate per produrre. Se non si
realizza questa disuguaglianza non si è un’azienda, ma magari una società no profit.
Non sono dunque un sistema distinto di elementi, ma interagiscono per svolgere una attività
economica di produzione; tale coordinazione permette di produrre.
INTERPRETAZIONE DINAMICA devo esaltare il fatto che c’è una relazione con l’ambiente, se il
contesto cambia deve aggiornarsi; integrazione all’interpretazione precedente senza a smentirla
azienda= sistema, sottolinea il carattere relazionare dell’azienda (persone e bene ma anche con
ambiente esterno); viene vista come:
1) Sistema aperto: perché collegato all’ambiente, in quanto si condizionano a vicenda (a
seconda dell’ambiente agisce, ma anche l’azienda sia a livello sociale e ambientale,
relazione continua)
2) Dinamico: si muove, cambia ed evolve, si adatta continuamente rispetto alle nuove
condizioni dell’ambiente esterno in cui adopera
3) Complesso: vari elementi, vari beni, si differenziano tra di loro e creano varie relazioni che
influenzando determinano un ambiente complesso, un’organizzazione dove esistono varie
soluzioni, diverse, dove non è facile intervenire
4) Teleologico o finalizzato: ha una sua finalità- è considerata come un organismo terzo, con
l’obbiettivo di durare per sempre, conseguendo l’equilibrio economico duraturo (operare
sempre in una logica economica, riuscire a creare un bene economico con utilità maggiore
delle risorse necessarie per allestirlo)- se questa disuguaglianza perdura il compenso sarà
sempre adeguato a coloro che operano nell’ambito dell’azienda, e la soddisfazione sarà
sempre alta, l’azienda funzionerà meglio.
5) Probabilistico: il rischio è connaturato nell’azienda, in quanto l’azienda non è certa di
riuscire a creare un bene economico, può distruggere la ricchezza, che se si ripete, uccide
l’azienda
6) Sociale: è un fenomeno che fa parte dell’ambiente, del sistema economico, interagendo
con attori
7) Cibernetico: autoregolabile- monitora i risultati, regola gli scopi, tiene d’occhio la via in
modo di correggersi e quindi autoregolarsi; monitorano nel tempo l’attività per vedere se si
sta andando per la strada giusta, in quanto gli obbiettivi originalmente previsti possono
mutare- cambia in relazione al contesto di riferimento ed interno
8) Autopoietico: è in grado di generare essa stessa le risorse necessarie per perpetuarsi nel
tempo, se opera in modo economico si autoalimenta.
INTERPRETAZIONE DINAMICO STRUTTURALE O COMPLESSA riassume i caratteri delle definizioni
precedenti
L’azienda è all’interno del sistema economico generale come unità elementare con VITA PROPRIA
(secondo le scelte) E RIFLESSA (economico, culturale) che viene condizionata e condiziona
l’ambiente esterno;
È costituita da un sistema di operazioni, ossia avviene l’attività produzione che si svolge
concretamente attraverso operazioni e derivano dalla combinazione di elemento umano e
materiale, ossia dalle forze interne dell’impresa, e quindi dalla loro coordinazione;
Avviene al suo interno produzione (allestimento beni economici), distribuzione (spostamento delle
risorse) e del consumo (di risorse per produrre);
Ha per scopo un equilibrio economico che perdura nel tempo, tale è a finalità dell’azienda, che
deve avere introiti che determinano una remunerazione adeguata all’elemento umano (anche chi
sta al vertice, anche proporzionale al rischio) che compone l’azienda che favorisce il valere nel
tempo l’azienda, NUOVA CREAZIONE DI RICCHEZZA.

CLASSIFICAZIONE AZIENDE dipende dall’attività, beni o servizi che producono, ci danno due macro-
classificazioni:
A) Manifatturiere o industriali: allestiscono beni materiali tramite la trasformazioni fisico
chimiche di beni primi per produrre un ultimo componente, ossia un bene materiale
tangibile finale; organizzazione complessa, struttura formata di impianti strutture e
materiali, magazzini (problemi stoccaggio e sorveglianza), problemi logistiche. Tali sono
associate tra di loro (Confindustria controparte rispetto ai sindacati, negoziazioni)
B) Non manifatturiere:

 Commerciali: imprese della grande distribuzione per far sì che i prodotti siano più vicini al
consumatore, creano dunque utilità. Hanno magazzino prodotti, non di materie prime,
nessuna attività di trasformazione
 Servizi: prestano servizi alla persona (sanità, trasporti)
Le aziende sono:
autonome le decisioni devono essere dettate dall’unico criterio che garantisce successo, non da
decisioni esterne, in quanto altri soggetti hanno altri obbiettivi
durabili se crea sempre un bene economico con utilità superiore all’utilizzo delle risorse
e operano con economicità avendo risorse limitate;
esse possono essere:
a) Le non imprese: si produce solo per il consumo di chi fa parte dell’azienda stessa=
FAMIGLIA
b) Imprese: attività di produzione per il mercato, i beni economici che creano viene messa a
disposizione sul mercato e non ad uso e consumo di chi fa parte dell’impresa
Per quanto riguarda le imprese, possiamo distinguerle in PMI e in GRANDI imprese.

Definizione economia aziendale: studi delle condizioni di esistenza /ossia eq. economico= utilità
creata, ed eq. finanziario= fare in modo che l’impresa sia in grado di far fronte ai propri obblighi di
pagamento in modo tempestivo/ e manifestazioni di vita gli aspetti della vita della azienda;
abbiamo tre dottrine che sottolineano l’operare aziendale
-organizzazione: studia organizzazione elemento umano e materiale,
-gestione: processo decisionale e operazioni per arrivare agli scopi
-rilevazione: gestione delle informazioni, per interpretarlo e avviare attività di correzione.

LEZIONE DUE
AZIENDA COME SISTEMA APERTO E PROBABILISTICO
 Relazioni con l’ambiente generale: capacità di comprendere le condizioni ed i fenomeni
dell’ambiente esterno e la capacità di reagire a tali fenomeni, ma anche di anticiparli per
sfruttarli a pieno.
Ambiente: insieme di condizioni e circostanze di varia natura dove operano le aziende,
ed è anche insieme di fenomeni e aspetti che si riflettono poi sull’azienda stessa. Tale
importanza determina lo studio dell’azienda collocata nel suo ambiente di riferimento,
non viene vista come un’unità indipendente da esso, anche perché si influenzano a
vicenda- il successo dell’azienda si misura in termini di sintonia con il contesto
ambientale, infatti lo studio dell’ambiente fa parte dell’economia aziendale. Nel suo
contesto normale si adatta alle innovazioni e ai cambiamenti, talvolta li subisce tali
cambiamenti, ma può anche anticiparli e quindi favorirli o contrastarli.
1) Ambiente generale: determina una serie di condizionamenti sull’azienda e anche
sui comportamenti. Dall’ambiente generale derivano opportunità di crescita ma
anche vincoli come minacce alla sopravvivenza e al funzionamento; non è univoca
come relazione (ambienteazienda), può generare output anche l’azienda per
l’ambiente, non solo sotto aspetto di beni e servizi, ma può condizionarlo sotto
l’aspetto ambientale, politico, culturale… Tale interdipendenza tra loro è concepita
in termini di relazione input output tra sistema dell’azienda e dell’ambiente. Nello
specifico l’ambiente generale è l’ambiente fisico e naturale dove essa è collocata,
ma anche l’ambiente socioculturale, attenzione a problemi etici e gusti, ma a sua
volta lo condiziona. L’ambiente politico, ai quali l’azienda è fortemente soggetta, la
legislazione influenza l’attività, ma se è molto grande a sua volta può influenzare.
Anche l’ambiente scientifico e tecnologico, stare al passo con il ritmo evolutivo, ma
anche l’impresa può avere un reparto ricerca e sviluppo, che contribuisce al
progresso. L’ambiente economico è caratterizzato da dove ci troviamo, se in una
zona depressa o di sviluppo.
È possibile individuare nell’ambito dell’ambiente generale un ciclo di produzione,
riguardante l’attività di input (fase di acquisto di ciò che è necessario, entra in
contatto con i fornitori, per poter svolgere la fase successiva) , trasformazione
(utilizzo le materie prima per creare il prodotto finale) ed output (messe a
disposizione di beni e servizi).
2) Ambiente competitivo: 5 forze competitive, che determinano l’intensità della
concorrenza del settore e anche il livello del profitto del settore ossia il differenziale
di ricchezza che l’impresa crea. Che caratteristiche hanno? 15 min
Deve conoscere le caratteristiche di questi soggetti per essere a conoscenza del tipo di settore in
cui si colloca a livello competitivo
Clienti
Fornitori
Potenziali entranti: potenziali nuove imprese nascono quindi le barriere all’entrata per entrare
in un determinato settore.
Prodotti sostitutivi: soddisfano lo stesso bisogno di un’altra impresa con una tipologia di prodotto
diverso

 Il rischio è quindi una componente ineliminabile dell’azienda, esso deriva dall’ambiente


generale e competitivo, ma una dose di rischio permane
1) Rischio generale di impresa: non creare ricchezza, connaturato nell’azienda, non è detto
che l’utilità del bene prodotto sia maggiore dell’utilità della risorsa utilizzata distruzione
ricchezza
2) Rischi particolari: riguardano n° limitato di imprese

rischio di cambio (valute diverse, diverso cambio valuta)


rischio di tasso di interesse: costo imprese pagano quando sono indebitate (es, mutuo
tasso variabile, può cambiare periodicamente e il cambio può non essere favorevole)
rischio finanziario: non riuscire a pagare i debiti in modo puntuale, ogni tipo di pagamento
rischio operativo, non vendere i propri prodotti, evitabili tramite analisi di mercato
rischio tecnologico: materiali superati, rischio di pagare manutenzione o che i miei
concorrenti siano più avanzati
rischio di credito: nessuno sia disposto a prestarmi del denaro, rischio di non poter
sviluppare l’azienda.
LE FUNZIONI MANAGERIALI
Azienda come sistema cibernetico
= autoregolazione, attraverso meccanismi di feedback dai sistemi di programmazione e controllo
della gestione, l’azienda pone degli obbiettivi ma soprattutto può correggere il proprio
comportamento per adattarsi ai cambiamenti provocati dall’ambiente esterno.
Concretamente avviene attraverso lo sviluppo delle funzioni manageriali: modello di governo
aziendali l’azienda che viene sempre proiettata nel futuro deve lavorare su regole di
funzionamento, è un modo per gestire l’azienda, regola di funzionamento delle operazioni aziendali.
Tali regole devono consentire di guidare il proprio operato verso condizioni di economicità; queste
regole prevedono che sulla basse di certe informazioni si sviluppino attività di
 Pianificazione: l’azienda deve definire i suoi obbiettivi
DEFINISCO METE, l’azienda decide cosa fare, con tre fasi:
1) indagine prospettica su dinamiche ambientali ed aziendali, redigendo uno studio
preliminare su condizioni di ambiente generale e competitivo, per comprendere le minacce
ma anche le opportunità (considerando anche l’azienda stessa, competenze personali e delle
risorse)
2) definizione obbiettivi strategici: obbiettivi che l’azienda vuol raggiungere nel medio/lungo
termine; lancio di un prodotto, predominare su un mercato…
per raggiungere questi obbiettivi occorre adoperarsi in modo tale da raggiungerli in modo
concreto
3) obbiettivi operativi, ciò che devo mettere in pratica per arrivare al mio obbiettivo,
illustrano come arrivare a obbiettivi strategici, rispetto ai quali sono più concreti e a breve
termine (1 anno con pianificazione operativa)

 Organizzazione: deve indirizzare l’elemento umano che opera verso tali obbiettivi
predisposti
OPERO VERSO QUELLE METE, opero nel modo più funzionale possibile rispetto agli
obbiettivi. Distribuisco autorità ed autonomia nell’azienda per collegare obbiettivi a
persone, in modo che l’azienda risponda alle condizioni necessarie per raggiungere gli
obbiettivi, crea le condizioni migliori, attribuendo alle persone un obbiettivo da
raggiungere con la necessaria autonomia, autorità e anche responsabilità.
 Controllo: monitorare continuamente se tali mete si avvicinano o allontanano
MONITORO, verifica dei risultati raggiunti, confrontandoli con gli obbiettivi prefissati;
supporto per chi opera, notando se si va verso la giusta direzione, sennò verranno attivate
misure di correzione. Controllo e pianificazione sono strettamente collegate. Infatti, il
controllo funziona se la mia programmazione è realistica, sennò il personale si demoralizza,
non c’è stimolo di miglioramento.

CIRCUITO DI FEEDBACK 15min


LA GESTIONE AZIENDALE
GESTIONE: insieme delle operazioni aziendali che viene svolta dall’elemento umano, che
agisce sui beni materiali, utilizzandoli per svolgere l’attività economica di produzione.
Tali operazioni, insieme dei fatti amministrativi e delle operazioni aziendali, rappresentano
il modo con cui l’impresa si relaziona con l’ambiente per svolgere la sua attività; tutto ciò fa
riferimento all’intera vita dell’impresa gestione aziendale, faccio riferimento da quando
nasce a quando muore
t0 ---------------fase di funzionamento/ gestione------------------ > tn
t0= fase di costituzione: avviene la nascita dell’impresa, si riferisce al momento in cui si
concretizza l’ipotesi dell’azienda e la coordinazione di elemento umano e di beni
gestione: azienda utilizza il capitale ed acquista i beni necessari per la produzione e quindi
per allestire quei beni economici che apporteranno ricchezza dopo averli collocati sul
mercato, per poi reinvestirli (ciclico)
tn=n fase di cessazione o liquidazione: interrotta la vita aziendale, elemento umano lascia
l’azienda, gli altri beni economici acquistati e non consumati vengono venduti, così come i
macchinari, gli infissi..., tutto torna in forma liquida, che viene utilizzata per rispettare gli
obblighi di pagamento, che se avanzano vengono tenuti dal proprietario.

Ci fermiamo sulla fase di gestione(è un continuo divenire, dalla nascita fino alla morte,
non si interrompe mai)
Ciclo della gestione, quattro fasi
1) Finanziamento: l’impresa si procura le risorse finanziarie necessarie a svolgere le attività
economiche di produzione
2) Acquisizione dei fattori produttivi: acquisto i beni economici necessari per realizzare
l’attività di produzione in senso stretto, i fattori produttivi sono quei beni necessari per
produrre, possono essere fattori materiali, ma anche immateriali (software), servizi
(avvocati, fattore lavoro). L’impresa compra la disponibilità di tutto ciò che le necessita
per svolgere la fase della
3) Trasformazione: operazioni attraverso le quali i fattori produttivi vengono impiegati per
ottenere i prodotti o i servizi che verranno immessi sui mercati.
4) Fase della vendita: il bene prodotto viene collocato sul mercato, comprende tutte le
operazioni attraverso le quali l’impresa colloca il bene economico creato nella fase
precedente sui mercati di sbocco, rientrano così le risorse finanziarie e quindi il ciclo si
ripeterà (utilità del bene superiore all’attività per allestirlo)
Le operazioni di gestione sono collegate nel tempo, il ciclo fluisce ininterrottamente (andamento
ciclico, ogni atto di gestione è condizionato dalle modalità di svolgimento delle operazioni
precedenti e influenzano quelle successive) e nello spazio (nello stesso momento attivo le diverse
operazioni di gestione, tra di loro collegate; impresa ha varie diverse tipologie di prodotto).
Nel ciclo la gestione esterna fa riferimento a operazione che collegano imprese al mercato: fase
finanziamento dell’impiego per comprare, fase di vendita, avvengono operazioni di scambio nei vari
mercato a cui ci si rivolge per realizzare operazioni di scambio. Mentre la gestione interna fa
riferimento solo a trasformazioni, non ci sono terzi. Operazioni in cui vengono utilizzati fattori della
produzione che erano stati acquistati durante la fase di impiego per allestire i prodotti.

ECONOMICITA’ E CREAZIONE DI VALORE LEZ. 3


Il fine della azienda (questa finalità appartiene anche all’impresa- tutte le imprese sono aziende)
La finalità dell’azienda (organismo a sé stante, diverso dalle persone che ne fanno parte), non è il
soddisfacimento dei bisogni umani (fine dell’attività di produzione, oggetto dell’attività dell’azienda,
è il mezzo che l’azienda ha disposizione), non è un qualcosa che distingue l’azienda da altre tipologie
di organizzazioni che l’uomo crea ossia altre associazioni; questo non vuol dire che l’azienda non
abbia un carattere sociale, in quanto crea ricchezza che può essere distribuita. Non si può neanche
sostenere che il suo fine sia quello della massimizzazione del reddito in quanto l’economia aziendale
è pragmatica, si chiede cosa sia il massimo: come faccio a sapere quando ho raggiunto il massimo?
Lo so nel momento della cessazione, si ha la liquidazione dei beni, vengono pagati tutti i debiti,
rimane una certa ricchezza nelle mani dei proprietari e la confrontano con ciò che hanno investito
in primo luogo, non è possibile quindi calcolare il reddito nel breve termine;
La sua reale finalità è quindi sé stessa la sua sopravvivenza nel tempo come entità autonoma e
come soggetto che opera sul mercato in base alle info che raccoglie per riuscire a sopravvivere,
perpetuarsi nel tempo, sopravvivere con lo stesso padre fondatore che tramanda per generazioni.
Per sopravvivere deve conseguire l’equilibrio economico a valere nel tempo. L’azienda è un
fenomeno nel tempo, destinato a perdurare grazie al conseguimento dell’equilibrio economico, se
quindi ci sono le condizioni affinché essa sopravviva come entità automa grazie alla ricchezza che
essa stessa crea.
Equilibrio economico: è una condizione di esistenza- per poter sopravvivere deve operare secondo
una logica economica E CON ECONOMICITA’
1) Devo avere la consapevolezza che i beni economici sono limitati, e quindi le sue risorse;
dovrà dunque utilizzarle al meglio, agendo in modo che l’utilità dei beni allestiti sia maggiore
dell’utilità delle risorse consumate per produrli (risorse consumate, non acquistate)
dobbiamo realizzare la disuguaglianza, parleremo quindi di creazione di utilità.
Come misuro l’utilità in modo da sopravvivere nel tempo? Per misurare l’utilità delle risorse
consumate e confrontarla con l’utilità delle risorse create devo utilizzare un metro di misurazione
omogeneo tramite la MONETA- devo monetizzare l’utilità consumata e quella creata in euro, ossia
la creazione di valore (più che di utilità). CREO VALORE se il valore dei prodotti creati ed allestiti è
maggiore del valore delle risorse consumate per allestirli = CREAZIONE DI VALORE(espressi in euro).
Come lo misuro? Il nostro obbiettivo sarà quello di fare in modo che l’impresa al 31/12 sappia se ha
creato nuova ricchezza o se la ha distrutta. Se fossimo alla fine della gestione e quindi nel periodo
di cessazione sarebbe facile, una semplice differenza; ma visto che l’impresa è un sistema
cibernetico che corregge sempre la sua rotta, deve fare il punto della situazione alla fine dell’anno,
ma non è che la gestione si interrompe, noi quindi dovremmo far finta che tutto si fermi in un
determinato istante.
valore creato > valore consumato
Σ (Q * P ) Σ (q * p )
Valore consumato: dobbiamo moltiplicare la quantità del bene economico consumato (q, varie cose,
chili, litri, metri, ore umane) per il prezzo unitario al quale abbiamo comprato quel bene economico
(p prezzo al per es. chilo). Io so quanto consumo, il problema è definire il valore creato Questo
deve ( se opero con economicità) deve essere minore 
Valore creato: sommeremo la quantità di prodotti che vendiamo sul mercato (Q) per il prezzo al
quale lo vendo (P); non è altro che l’espressione in termini monetari dell’utilità che il mercato
riconosce al mio prodotto, utilità che viene misurata dal prezzo di vendita P per le quantità vendute
Q. il valore creato lo determina il mercato, perché è solo nel momento io vendo il mio prodotto ai
clienti (mercato) è il momento in cui riconosce valore al mio prodotto.
Le p  sono valori di scambio, devo avere un bene economico per avere quel prodotto, sia per le
materie prime che per i prodotti finiti (quindi pagamento ai fornitori e pagamento da parte dei
clienti)
Obbiettivo delle imprese è massimizzare la disuguaglianza tra valore creato (maggiore) del valore
del bene consumato in modo da sopravvivere sul mercato.
//Piccolo flash:
Al 31/12 si fa il punto della situazione dell’impresa, se avviene la disuguaglianza, se l’attività
produttiva è al massimo del suo lavoro, per capire e in caso migliorare
Le amministrazioni pubbliche non possono farlo, in quanto non vende dei servizi ad un prezzo, non
fa pagare i servizi se non con le tasse, le quai sono imposte dallo stato; il comune consuma le risorse,
realizza servizi per cittadini, ma non può capire se sta creando o distruggendo beniquindi
l’impresa che colloca sul mercato può capirlo, affronta i propri consumi e tocca con mano se c’è
qualcuno che attribuisce valore al suo prodotto, mentre gli altri devono ricorrere ad altri mezzi per
capire la soddisfazione dei sottoposti ai servizi, ma non a livello monetario.\\\\
Nb: Il valore di scambio, ossia il confronto tra soggetto acquirente e soggetto venditore, è diverso
dal valore d’uso
Valore d’uso: concetto astratto, è l’utilità che un soggetto attribuisce alla disponibilità di un bene o
ad un servizio, quanto ho bisogno di tale cosa? Quanto sono disposta a pagare una certa cosa?
L’impresa deve sapere che il valore di scambio è sempre minore o uguale al valore d’uso valore
di scambio non può essere maggiore del valore d’uso, i prodotti rimarrebbero invenduti.
Ovviamente non posso sapere che valore attribuiranno i clienti per aumentarlo: agisco con la
pubblicità, che aumenta il valore d’uso, inoltre allestendo un prodotto di qualità migliore, capire
cosa vogliono i clienti.
Quindi il VALORE DI SCAMBIO (P) deve essere MINORE o UGUALE del VALORE D’USO, ossia quanto
il cliente è disposto a pagare per la disponibilità di un determinato bene.
valore di scambio: prezzo a cui un bene o un servizio viene acquistato o ceduto, è oggettivo perché
misurato in moneta (p, P sono oggettivi, è moneta!)
CONDIZIONI PER FAR NASCERE UN’IMPRESA
 IDEA devo trovare qualcosa che possa trovare clienti sul mercato
 FINANZIAMENTI Devo capire quante sono le risorse finanziarie che ci serve per avviare
l’attività di impresa (fabbisogno finanziario iniziale: quantità di capitale monetario che ci
serve per avviare l’attività di impresa); essa dipende dalla natura dell’attività produttiva, e
quindi cosa produrre e tutto ciò che deriva da tale scelta, inoltre da quanto produrre e
quindi se una piccola o grande azienda, e ancora da come voglio produrre (elemento
umano e materiale dell’azienda).
Entrano risorse finanziarie
1) capitale di apporto (vincolo del pieno rischio): capitale che deve sempre esistere
nell’impresa; ha una grandezza economica di base che rappresenta il fondo di
ricchezza iniziale in base al quale si misura la ricchezza creata o distrutta dall’impresa.
Si accetta di rischiare di perdere non solo la remunerazione dovuta ma anche l’intero
capitale investito.
si differenziano in base al 
soggetto: che in questo caso è il proprietario che lo vuole rischiare nella sua attività
economica di produzione, o vari soggetti che creano una società; cosa significa
(Italia)?  vedi schema, 1h,3min
remunerazione: compenso che spetta a colui che ha apportato il capitale a pieno
rischio la remunerazione avviene dopo che la remunerazione viene data a
lavoratori, ecc., in via residuale se poi avanza qualcosa spetta poi a soci o
proprietario IN VIA RESIDUALE rischia di non avere nessun compenso o una
remunerazione non congrua, è incerta.
rimborso: restituzione somma investita, avviene in caso di liquidazione (cessazione)
o in caso del recesso del socio e gli altri soci liquidano la loto parte, o nel caso della
diminuzione del capitale e se ne prendono indietro una parte (è solo un’ipotesi)
integrità: non garantita e messa a rischio da risultati economici negativi, l’integrità
della somma dipende dai risultati economici, se distruggo ricchezza questo capitale
viene eroso

2) debiti di finanziamento (vincolo del rischio limitato):

si differenziano in base al 
soggetto: che in questo caso sono le banche (breve o medio e lungo termine) dovrò
restituirlo alle condizioni pattuite.
remunerazione: interesse certa e predefinita (come viene pattuito)
rimborso: secondo come stabilito dal contratto.
integrità: è garantita perché il capitale viene restituito nel termine pattuito.

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