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RESPONSABILITÀ SOCIALE E TEORIA DEGLI STAKEHOLDERS

L’impresa nasce su iniziativa dell’imprenditore o dei soci e questi soggetti sono i primi ad essere interessati e
coinvolti nell’attività aziendale. È necessario, considerare che l’impresa non può sottostare esclusivamente
alla logica del tornaconto personale, ma che, essendo inserita in un contesto geografico e sociale, deve
collegarsi e coordinarsi con l’ambiente in cui è inserita. Le aziende - come già visto in precedenza - sono un
sistema aperto e di conseguenza influenzano e sono influenzate dall'ambiente e dal contesto socio-politico -
culturale nel quale svolgono la propria attività. Ecco allora che, oltre ai portatori di capitale di rischio e
dunque imprenditore o soci di aziende collettive possiamo individuare altri soggetti che sono strettamente
collegati all’impresa e che sono denominati stakeholders (portatori di interesse). Il termine stakeholder
viene utilizzato in contrapposizione al termine stockholder che individua i soggetti portatori di capitale di
rischio, i quali evidentemente hanno come primo scopo quello della remunerazione del capitale investito.
Nel contesto odierno, tuttavia, le aziende per riuscire ad ottenere apprezzabili risultati sul mercato non
possono non prendere in considerazione gli interessi degli altri soggetti che direttamente o indirettamente
sono coinvolti nelle loro attività.

Elementi utili alla definizione del ruolo di stakeholder


I soggetti individuati nell'immagine vista sopra sono tutti legati all'azienda ma non tutti per mezzo di
transazioni o scambi di natura commerciale; a consentire la loro identificazione di stakeholder sono infatti i
seguenti tre attributi:

1. potere coercitivo, inteso come possibilità di esercitare pressione, di incidere con forza sulle scelte
aziendali;

2. potere utilitaristico ovvero disponibilità di mezzi finanziari o materie (ed in tal modo ritroviamo tanto i
finanziatori che i fornitori aziendali come pure i lavoratori);

3. potere normativo ed è evidente che a regolare l'attività economica sia lo Stato con le sue articolazioni
territoriali nonché le istituzioni internazionali.

Gli stakeholders

Gli stakeholders sono tutti i soggetti interessati in modo diretto o indiretto all’attività aziendale e che
assumono un ruolo fondamentale nell’impresa, in particolare nell’impresa etica. Gli stakeholders possono
essere variamente classificati; a seconda del criterio che si pone alla base della classificazione si possono
distinguere in:

- primari e secondari, in funzione della capacità di esercitare pressione diretta ed immediata o di lungo
termine sulle scelte di gestione aziendale.
Gli stakeholders primari sono i soggetti necessari per la sopravvivenza dell’impresa, come l’imprenditore o i
soci, i dipendenti e i collaboratori, i finanziatori, i clienti e i fornitori, la Pubblica amministrazione che
fornisce le infrastrutture e le norme.

Gli stakeholders secondari sono i soggetti che non sono indispensabili per la sopravvivenza di un’impresa o
che non hanno un’influenza diretta sullo svolgimento dell’attività aziendale; in questo contesto, nell’ambito
del concetto di sviluppo sostenibile, possiamo ad esempio individuare le generazioni future.

Altra classificazione degli stakeholders può avvenire considerando la funzione e posizione rispetto
all'azienda e distinguendoli così in stakeholders esterni ed interni, per cui ad esempio clienti, fornitori,
concorrenti sono da considerarsi stakeholder esterni mentre i dipendenti, i soci sono stakeholder interni.

Finanziatori e fornitori
Le imprese devono individuare le specifiche aspettative di ogni categoria di stakeholder in quanto ogni
gruppo manifesta delle proprie esigenze che devono essere adeguatamente soddisfatte.

I finanziatori, ad esempio, rappresentano il capitale preso a debito da parte dell'azienda ed hanno quindi
interesse a che l'attività aziendale possa avere un margine positivo tale da consentirle di restituire il prestito
e pagare loro gli interessi sul debito.

I fornitori hanno interesse all'attività aziendale perché un adeguato flusso finanziario consente il rispetto dei
termini contrattuali di pagamento ma non solo, un evento che possa intaccare l'immagine positiva
dell'azienda a catena si trasformerebbe in minori vendite e dunque minori ordini nei loro confronti.

Lavoratori e Stato
I lavoratori nutrono interesse nei confronti dell'azienda innanzitutto in relazione al mantenimento del posto
di lavoro ma anche al rispetto delle regole di sicurezza e salubrità sui luoghi di lavoro.

Hanno anche un interesse generale a che l'azienda non ricorra al lavoro minorile, che le emissioni inquinanti
relative ai processi produttivi vengano adeguatamente regolati e controllati.

Lo Stato e la pubblica amministrazione sono interessati all'attività aziendale rispetto a vari profili: quello
occupazionale, quello fiscale e del benessere sociale ma anche come ente che tutela e fa rispettare le
norme vigenti in relazione ad inquinamento ed occupazione di suolo pubblico ad esempio.

L'evoluzione del ruolo del consumatore


In questo intreccio di soggetti e interessi diversi i consumatori assumono un ruolo speciale, perché sono
loro che decretano il successo o il fallimento dei prodotti presenti sul mercato. Negli ultimi anni la figura del
consumatore si è modificata, il consumatore è maturato, non si ferma più al primo richiamo pubblicitario,
vuole conoscere il prodotto, il produttore e chiede delle garanzie. C’è stata una crescita culturale che ha
spinto le imprese a considerare in modo diverso e con più attenzione il mercato e gli acquirenti.
I consumatori hanno di fatto creato una nuova cultura del consumo, più rispettosa dell’ambiente: il
consumatore “intelligente” è consapevole dei rischi ambientali e sociali e chiede un utilizzo efficiente delle
risorse, più genuino e in grado di salvaguardare la natura.

L'interdipendenza esistente tra consumatore ed impresa così come la piena consapevolezza che qualsiasi
azione dannosa attuata dall'impresa nei confronti dell'ambiente è facilmente riscontrabile e spesso resa
nota ai consumatori ed investitori tramite i differenti mass - media, ha condotto le aziende a riconsiderare il
loro ruolo e la loro responsabilità verso l'intero contesto sociale fino ad indurle a considerare la
responsabilità sociale d'impresa un'opportunità addirittura un investimento a lungo termine per accrescere
la propria competitività sul mercato.

La responsabilità sociale d'impresa


La responsabilità sociale d'impresa o CSR (corporate social responsability) indica l'impegno dell'impresa a
adottare volontariamente comportamenti socialmente ed eticamente responsabili, finalizzati a produrre
benefici per sè e per tutti i portatori di interesse.

Gli obiettivi dell'azienda devono ovviamente essere adeguatamente comunicati ai diversi soggetti anche e
soprattutto allo scopo di coinvolgere i diversi gruppi di stakeholders.

Oggi le aziende hanno a disposizione numerosi strumenti per implementare la responsabilità sociale e sono
ad esempio: il Bilancio Ambientale, il codice etico, le certificazioni ambientali quali ad esempio la SA8000 e
la ISO26000.

La certificazione della qualità ambientale SA8000 (dove S sta per Social e A per Accountability) è uno
standard basato sui principi di responsabilità sociale d' impresa, a carattere del tutto volontario, che
garantisce l’origine etica dei prodotti.

L’impresa certificata svolge la sua attività in ottemperanza ai principi collegati ai diritti umani, contenuti nei
principali documenti internazionali, che si riferiscono, ad esempio, alla tutela della salute e della sicurezza
dei lavoratori, anche quelli a domicilio.

Esiste anche un riferimento esplicito ai fornitori per far rispettare i principi etico-sociali in tutta la catena
produttiva: questi non sono obbligati a certificarsi, ma devono impegnarsi a rispettare i requisiti richiesti per
la certificazione:

ISO26000: complesso di regole che si propongono di contribuire allo sviluppo sostenibile promuovendo la
responsabilità sociale delle imprese che si impegnano ad osservare leggi e principi di legalità, responsabilità
di ciascuna organizzazione nei confronti degli impatti ambientali e sociali, comportamento etico improntato
a onestà, integrità ed equità.
La gestione aziendale, le aree e le competenze
Definizione

La gestione è l'insieme delle operazioni, tra loro coordinate, svolte dalle imprese per raggiungere gli
obiettivi prefissati, tra i quali assume particolare importanza l'ottenimento di un risultato economico
positivo.

Una prima distinzione delle operazioni può avvenire tra operazioni:

- esterne: ovvero gli scambi con soggetti esterni all'azienda

- interne: scambi tra aree e/o parti dell'azienda

Le operazioni interne di gestione

Le operazioni di produzione caratterizzano le attività tipiche svolte dalle imprese, per esempio, la
trasformazione delle materie prime in prodotti finiti, come pure la conservazione delle merci o la
produzione di servizi, tutte queste operazioni si svolgono all'interno dell'impresa e sono dunque dette
operazioni interne di gestione.

La produzione nelle sue molteplici varianti non è sempre riconoscibile in sole attività dirette e/o manuali ma
comprende anche le seguenti operazioni:

-produzione indiretta: essa consente di distribuire le merci dai luoghi in cui essi si trovano ai luoghi ai
soggetti che diversamente non potrebbero acquisirla; le imprese che si occupano di trasporto, quelle
assicurative e perfino quelle bancarie o di consulenza ecc);

La classificazione delle operazioni esterne

Le operazioni esterne di gestione possono a loro volta essere distinte in:

-operazioni di finanziamento: azioni svolte dalle aziende per il reperimento dei mezzi finanziari per
acquistare i fattori produttivi necessari per la produzione

-operazioni di investimento: operazioni con le quali le imprese utilizzano i mezzi finanziari per acquistare i
beni, servizi e prestazioni di lavoro

-operazioni di disinvestimento: operazioni con le quali le imprese ottengono nuovi mezzi finanziari
attraverso la vendita delle merci, prodotti o servizi

Le operazioni di finanziamento

Le operazioni volte al reperimento dei mezzi finanziari necessari all'acquisto dei fattori produttivi possono
essere distinte tra:

- finanziamenti di capitale proprio: costituiti quindi da apporti in fase di costituzione ma anche


successivamente dall'imprenditore o dai soci della società ma anche dal cosiddetto autofinanziamento.

AUTOFINANZIAMENTO: IMPIEGO DELLE QUOTE DELL'UTILE CONSEGUITO DALL'IMPRESA, REINVESTITO IN


ESSA DALL'IMPRENDITORE STESSO O DAI SUOI SOCI CHE RINUNCIANO A PRELEVARE GLI UTILI.

- finanziamenti con capitale di debito; tali finanziamenti provengono da soggetti esterni all'impresa sotto
forma di debiti finanziari (come, ad esempio, i mutui) o di debiti commerciali (dilazioni di pagamento
ottenute dai fornitori dell'impresa)
Le operazioni di investimento

Le operazioni di investimento che possono essere talvolta chiamate di impiego, sono tutte le azioni attuate
dall'impresa per l'acquisto di beni, servizi e prestazioni lavorative da impiegare nelle operazioni interne di
produzione.

Non l'intera somma reperita o a disposizione dell'impresa viene impiegata per l'acquisto dei beni perché
risulta necessario tener conto, ad esempio, delle necessità di cassa e quindi di liquidità, una parte però più
consistente soprattutto per le aziende industriali viene spesa per l'acquisto dei beni durevoli.

I beni durevoli presentano la caratteristica della ripetitività dell'impiego quindi un utilizzo prolungato nel
tempo e per numerosi cicli produttivi; essi si dividono in beni durevoli materiali (con consistenza fisica) e
beni immateriali (privi di consistenza fisica) come ad esempio i brevetti, i marchi, i diritti d'autore.

Le operazioni di disinvestimento

Le operazioni di disinvestimento sono identificabili con le operazioni di vendita (alienazione) dei beni e
servizi prodotti dall'azienda.

Tali operazioni sono indispensabili per l'azienda perché consentono di "recuperare" i mezzi finanziari
necessari per la produzione oppure la copertura dei debiti finanziari o commerciali.

Tali operazioni ancor più delle prime in elenco, sono improntate al criterio dell'economicità sinteticamente.

Il criterio di economicità

Nello svolgimento delle operazioni di gestione le imprese operano applicando il criterio di economicità.

Il principio di economicità ha come fondamento che i ricavi conseguiti con la vendita dei beni e/o servizi
prodotti dall'azienda avvenga ad un prezzo tale da consentire la copertura di tutti i costi sostenuti in primo
luogo ed in secondo luogo consentire al soggetto economico "produttore" di remunerare il rischio d'impresa
assunto.

Qualora la produzione non rispetti il criterio della economicità, il rischio d'impresa e la copertura dei costi
ricadrebbe sull'imprenditore (sia esso individuale o collettivo).

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