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Appunti di Economia Aziendale e Ragioneria

Appunti a cura di Giacomo Gargiulo


Università degli Studi di Napoli Parthenope
per tutte le info o osservazioni:
giacomo.gargiulo.made4Core@gmail.com

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L' Economia Aziendale

L' Economia Aziendale è la scienza che studia l' ordine economico degli istituti umani,
ovvero delle organizzazioni che svolgono attività economica. Per definire tale ordine
economico si utilizza comunemente il termine "azienda", sostantivo che da appunto il nome
a questa disciplina. L' economia aziendale rileva, analizza e descrive tutte le operazioni
pertinenti alle conduzioni di produzione e, in generale, allo svolgimento dell' attività
economica. Obbiettivo: fornire metodi e logiche per la comprensione della complessità
aziendale e formula le leggi che permettono di amministrarla. Gli ambienti disciplinari dell'
economia aziendale sono; sociali, economici, giuridici, tecnici e aziendali.

L' Attività economica

L' attività economica è l' insieme di tutte le operazioni che l' uomo compie per procurarsi ed
utilizzare risorse, beni e servizi, per soddisfare i propri bisogni e si divide in quattro fasi
principali: la produzione, il consumo, il risparmio e lo investiemento.

La Trasformazione

La trasformazione è l' attività che consente il mutamento di stato degli input in output,
oppure il loro trasferimento nello spazio e nel tempo.

L' Azienda

( Libro V - Del lavoro Titolo VIII art. 2555 C.C. )


"L' azienda è il complesso dei beni organizzari dall' imprenditore [2082] per lo esercizio
dell' impresa". Quindi l' azienda è un organizzazione di persone elementi interdipendenti e
coofinalizzati fra i quali esiste un rapporto di coordinazione di tipo sistematico e di beni
economici, la quale, attraverso una serie coordinata di operazioni, mira al soddisfacimento
dei bisogni umani. L' azienda è un sistema apeto, perchè è in contina relazione con l'
ambiente esterno operando in un contesto: politico, economico, sociale, giuridico e
culturale.

L' azienda e le sue possibili classificazioni

Ricordando che l' azienda è un organizzazione di persone e di beni economici, la quale,


attraverso una serie coordinata di operazioni, mira al soddisfacimento dei bisogni umani. Gli
elementi costitutivi dell' azienda sono:
♦ Il fine: cioè la crazione di valore nel tempo e il soddifacimento diretto ( consumo ) o
indiretto ( produzione e scambio ) dei bisogni umani.
♦Una stuttura organizzativa: destinata a durare nel tempo, perchè la funzione economica
dell' azienda è proiettata al futuro.
♦Un insieme di persone: che forniscono all' azienda le proprie energie levorative o altre
risorse necessarie allo svolgimento dell' attività
♦Un insieme di beni economici: materiali e immateriali impiegati nei processi di produzione
o di consumo.
♦Le operazioni: programmate e compiute dalle persone utilizzando i beni per conseguire il
fine.

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La classificazione delle aziende

Le aziende possono essere classificate secondo:


♦ L' oggetto \ destinazione dell' attività produttiva: in cui si caratterizzano le: ( aziende di
produzione ), le quali attuano processi di trasformazione economico – tecnica di beni o di
servizi da cedere a erzi sul mercato attraverso atti di scambio. ( Aziende di consumo o
erogazione ), che hanno come scopo il soddisfacimento diretto dei bisogni dei soggetti che
la compongono. Sono esempi di aziende di erogazione le famiglie, gli enti pubblici
territoriali e altri. ( Aziende composte ), le quali svolgono, accanto alla attività erogativa,
anche un attività di produzione che fornisce direttamente o indirettamente i mezzi di
consumo al settore erogativo.
♦Il soggetto giuridico: Ossia il soggetto a cui vanno riferiti i diritti e gli obblighi derivati
dall' attività aziendale, si hanno: ( Aziende private ), nelle quali il soggetto giuridico è una
persona fisica oppure una persona giuridica o un associazione di persone con finalità
private. ( Aziende pubbliche ), il cui soggetto giuridico è una persona giuridica pubblica,
ossia un ente che persegue finalità che interessano direttamente la colletività.
♦Lo scopo: Tale classificazione considera la destinazione del guadagno scaturente dalla
azienda. Distingue le aziende in: ( Aziende no profit ) sono quelle aziende in cui il
"guadagno" non è destinato al soggetto giuridico, ma è utilizzato per il miglioramento dell'
attività aziendale. ( Aziende for profit ) sono quelle aziende, in cui il soggetto giuridico si
appropria del "guadagno" creato dall' azienda.
♦La dimensione: Secondo questa classificazione abbiamo le ( Micro imprese ) per essere
considerata tale, l' impresa deve avere al massimo 10 persone e un totale di bilancio non
superiori a 2 milioni di euro, le ( Piccole imprese ) per essere considerata tale, l' impresa
deve avere al massimo 50 persone e un totale di bilancio non superiore a 10 milioni di euro,
poi abbiam le ( Medie imprese ) per essere considerata tale, l' impresa deve avere al
massimo 250 persone e un totale di bilancio non superiori a 50 milioni di euro, infine
abbiamo le ( Grandi imprese ) che per essere considerate tali, l' impresa deve superare le
condizioni delle precedenti.

Efficienza, Efficacia, Economicità

Efficienza: Output / Input


L' azienda è efficiente, quando utilizza in maniera economica le risorse a propria
disposizione, o è anche la capacità di conseguire un dato risultatocon il minimo consumo di
fattori. I giudizi di efficienza riguardano tutte le fasi del processo produttivo: acquisto,
produzione e vendita. L' obbiettivo è l' analisi delle alternative che producono il massimo
rapporto tra risultati ottenuti e mezzi impiegati. Le Misure di Efficienza sono:
♦Efficienza tecnica o produttiva: Misura il modo in cui i fattori sono utilizzati nel processo
produttivo e, Indica la capacità dell' azienda ( efficienza interna ) di produrre più unità
fisiche di output possibili.
♦Efficienza allocativa o gestionale: Misura la capacità di combinare input ed output al
minimo costo, dati i prezzi di mercato e, Indica la capacità dell' azienda ( capacità esterna )
di ottenere più unità di output.
Quindi l' efficienza tecnica o produttiva, che riguarda ad esempio, la produttività degli
impianti, l' efficienza allocativa o gestionale, riguarda l' economicità del fattore lavoro,
Queste due misure sono i principali indicatori dell' Efficienza.

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Efficacia: Output Conseguito / Output Programmato

L' azienda è efficace quando ha raggiunto con successo gli obbiettivi prefissati. Le Misure di
Efficacia sono:
♦Efficacia interna o gestionale ( Output / Obbiettivi ): Misura ed Indica la capacità di
raggiungere determinati obbiettivi prefissati.
♦Efficacia esterna o sociale ( Obbiettivi / Risultati ): Misura ed Indica la capacità dell'
azienda di soddisfare i bisogni. Si può essere efficaci senza essere efficienti e viceversa. L'
efficacia assume significato nell' ambito della gestione programmata. La efficacia riflette
due condizioni fondamentali: - Capacità di selezionare obbiettivi sfidanti, - Capacità di
centrare tali obbiettivi, che però devono essere espressi in termini quantitativi. Quanto detto
implica che secondo la logica economico – aziendale, l' attività aziendale deve essere rivolta
alla ricerca del raggiungimento degli obbiettivi prefissati con l' utilizzo razionale delle
risorse, disponibili con Economicità.

Economicità

Il concetto di Economicità sintetizza la capacità dell' azienda (nel lungo periodo) di


utilizzare in modo efficiente le proprie risorse raggiungendo in modo efficace i propri
obbiettivi e, quindi, di vivere in condiazioni di equilibrio economico.

Equilibrio Economico

L' impresa si trova in una situazione di equilibrio economico quando il ( flusso dei ricavi )
derivante dalla vendita dei prodotti e dei servizi ottenuti è capace di fronteggiare in maniera
durevole il ( flusso dei costi ) originato dall' aquisizione dei fattori di produzione. Gli
indicatori di ecomicità sono rappresentati: Economicità del fattore uguale: Costo del fattore /
Ore macchina; Costi unitari uguale: Costo del fattore / Quantità prodotta; Rendimento del
fattore produttivo ugale: (Ricavi – Costi del fattore ) fratto Costi del fattore.

I Soggetti Aziendali

Il Soggetto Giuridico: titolare di diritti e doveri che sorgono dall' attività aziendale, può
essere una persona fisica, cioè un singolo individuo; una persona giuridica, ossia un
complesso organizzato di persone e di beni destinati destinati a uno scopo, cui lo
ordinamento giuridico attribuisce la qualitdi soggetto di diritto.
Il Soggetto Economico; costituito da colui ( o da coloro ) che accentra il potere volitivo e
domina i massimi organi di governo aziendale, effettuando le scelte e preparando le
decisioni rilevanti secondo i propri interessi. In base alla differente identificazione di
Soggetto Giuridico e Soggetto Economico conosciamo: Aziende individuali, Società di
persone e, Società di Capitali.

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Shareholders VS Stakeholders

I rapporti con l' ambiente e i mercati dell' azienda concretizzano con una serie di relazioni
con i vari: ♦Shareholders: proprietari interessati alla protezione del capitale e all'
ottenimento di un adeguata remunerazione connessa al successo dell' impresa, facendosi d'
altro canto del rischio d' impresa, sono dotati del diritto di controllo, per i Shareholders l'
azienda: Ha la sola responsabilità sociale di usare le risorse disponibili in attività dirette ad
accrescere i profitti attraverso la libera competizione, dovrebbe impegnarsi nel sociale solo a
condizioni che ciò contribuisca alla finalità di creare valore per gli azionisti.
♦Stakeholders: Soggetti interessati, allo sviluppo nel tempo dell' azienda, dotati di diritti e
obblighi riconducibili alla definizione delle condizioni contrattuali relative allo scambio dei
beni e/o servizi di cui sono fornitori o clienti. Per gliStakeholders: Il successo si consegue
con l' equilibrio economico e il consenso sociale. L' azienda non deve rendere conto delle
proprie attività all' esterno, ma solo agli azionisti, ma deve bilanciare una molteplicità di
interessi propri degli Stakeholders che la influenzano e sono a loro volta influenzati da essa.

Il Management

La complessità aziendale e l' impossibilità di utilizzare su vasta scala i modelli di controllo e


coordinazione, hanno portato allo sviluppo di processi di delega e di regole e principi di
comportamento finalizzati ad assicurarne il corretto svolgimento: Nascita di una classe di
dirigenti e funzionari; I Manager si occupano di gestire le diverse funzioni aziendali
contemperando diverse istanze e interessi e applicando le BEST PRATICE aziendali.

I Managers

Stakeholders: I manager sono delegati dagli azionisti alla gestione della azienda, questi
devono bilanciare diversi interessi, in modo da rafforzare il rapporto fiduciario che li lega ai
vari Stakeholders. Shareholders: I manager sono delegati dalla proprietà e devono seguire il
principio della massimizzazione dei profitti nel breve periodo per la creazione di valore per
gli azionisti.

La separazione trà proprietà e controllo

Il potere effettivo attribuito ai manager, in contrapposizione a quello formale attribuito per


legge ai proprietari, ha comportato la rottura del sistema di responsabilità tipico del primo
capitalismo. La separazione della proprietà dal controllo ha evidenziato il prevalere del
capitalismo umano rispetto al capitale finanziario, favorendo l' attuazione di comportamenti
opportunistici da parte dei manager interessati alla valorizzazione del proprio capitale
intellettuale piuttosto che ai risultati aziendali.

Le competenze dei menager

Rapidi processi di accumulazione e obsolescenza delle conoscenze hanno segnato il


predominio della despecializzazione. E' aumentato il numero di aziende in cui un manager
risulta impiegato nel corso della propria vita professionale e sono aumentate le funzioni che
esso è chiamato a svolgere. La componente soggettiva è una qualità essenziale di un buon
menager. I manager devono basare le proprie decisioni su principi morali e temperare l'
avidità, che ha portato al fallimento molte realtà aziendali.

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Corporate Governance ( Governo Societario )

La Corporate Govenance o Governo Societario, nel linguaggio giuridico, economico,


aziendale e finanziario è inteso in modo più ampio della eccezione letterale: Sistema di
direzione e controllo di un' azienda pubblica o privata, ossia l' insieme di istituzioni e di
regole, giuridiche tecniche, finalizzate al governo aziendale, che sia efficace ed efficiente,
ma anche corretto, volto a tutelare tutti i soggetti interessati alla vita aziendale. Articolato
sistema di regole, relazioni e interessi che lega gli azionisti, le strutture di vertice dell'
azienda agli Stakeholders.
Le modalità di esercizio del potere aziendale sono intimamante connesse con la cultura, le
tradizioni e la concezione di vita di un paese a sua volta quest' ultimo non può non esserne
influenzato a livello politico e istituzionale. I principali modelli di Corporate Governance
sono il Modello Anglosassone e il Modello Romano.

Modello Anglosassone

Il Modello Anglossassone è caraterizzato dal fatto che: La proprietà azionaria è polverizzata;


Il Consiglio di Amministrazione o ( CDA ): Supremo organo decisionale dell' azienda
periodicamente eletto dall' assemblea dei soci; Il Mercato Finanziario è la principale fonte di
finanziamento.

Modello Romano

Il Modello Romano è caratterizzato dal: Vorstand ( Consiglio di Gestione ): gli spetta la


direzione dell' azienda e viene nominato dallo Aufsichtrat ( Consiglio di Sorveglianza )
composto da rappresentanze dei lavoratori e dal capitale. In questo modello: La proprietà è
concentrata attraverso complessi intrecci azionari,
Le scalate sono impossibili e il sindacato è un attore importante della cogestione. Il
Capitalismo è orientato alla sabilità, con minor redditività delle imprese e scarsa mobilità
del capitale.

Le funzioni aziendali

Le funzioni aziendali sono un insieme di attività poste in essere dall' azienda raggruppate in
base a criteri di omogeneità. Offrono una visione dell' azienda basata sulla ( specializzazione
delle competenze ) e favoriscono il ( coordinamento ).

Il coordinamento

Il coordinamento è favorito dall' omogeneità delle competenze delle persone che operano
nella funzione e dalla presenza di un responsabile della funzione. Attraverso il
coordinamento vengono allineati gli sforzi dei soggetti coinvolti nella attività aziendale.

La specializzazione

Specializzandosi su un compito specifico, ogni soggetto imparerà a svolgere al meglio la


propria attività, aumentando di conseguenza efficienza ed efficacia complessiva.

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L' organigramma

L' organigramma aziendale è una rappresentazione formale del sistema organizzativo


aziendale, definisce l' articolazione degli organi e descrive le ralazioni gerarchiche tra di
essi. La lettura dell' organigramma avviene tramite due dimensioni: Dimensione
Orizzontale, che eprime il livello di divisione del lavoro e di specializzazione – si fonda su
criteri tecnici, di prodotto o mercato. Dimensione Verticale: esprime il livello di gerarchia
presente all' interno ed esprime il livello di controllo attuato.

La classificazione delle funzioni aziendali

Le funzioni aziendali si dividono in tre grandi aree, abbiamo l' Aree funzionali
caratteristiche: cioè funzioni legate direttamente all' attività produttiva dell' azienda,
abbiamo poi l' Aree funzionali integrative: cioè funzioni non legate direttamente all' attività
produttiva, ma comunque fondamentali per l' attività dell' azienda, infine abbiamo l' Areedi
controllo e informazione: svolge un ruolo di "assistenza e supporto" alle altre aree.

Il sistema delle operazioni aziendali

La gestione e l' attività di amministrazione economica di tutti gli accadimenti concorrenti al


fine dell' azienda. L' attività posta in essere dalle aziende si realizza attraverso una sequenza
ordinata di operazioni di gestione svolte da diversi soggetti per raggiungere, con l' attività
produttiva, le finalità aziendali. L' incessante interazioni delle differenti attività di
produzione disegna un sistema di operazioni aziendali. Tali operazioni prendono le mosse
dagli elementi che compongono la struttura dell' azienda, la cui combinazione genera le
varie dinamiche aziendali. L' attività dell' azienda si compone di un insieme dinamico di
operazioni, coordinati in un sistema, al fine di ottenere un' attività economica capace di
soddisfare le finalità per le quali l' azienda nasce.
♦Aspetto Oggettivo della gestione: Operazioni di approvigionamento delle risorse utili alla
produzione; Operazioni di combinazione – trasformazione delle risorse procacciate;
Operazioni di collocamento dei beni / servizi realizzatimediante l' attività economica posta
in essere.
♦Aspetto Soggettivo della gestione: Componete umana grazie alla quale avviene l'
attivazione dei processi rientranti nell' aspetto oggettivo.

L' ordine di composizione

L' ordine di composizione, si concretizza come la condizione dinamica della gestione


aziendale, dal cui raggiungimento e mantenimento dipende la capacità dell' azienda di
produrre e generare nuova ricchezza rispetto a quella investita per l' avvio dei nuovi processi
produttivi. Questo è influenzatodai processi combinatori interni e dal rapporto tra le
condizioni economiche presenti in aziendacon le condizioni economiche generali.

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Il circuito dalla produzione

La produzione economica: procede dall' acquisto d' imput, la trasformazione ( o processo di


creazione del valore), la vendita di output. Le aziende orientate al mercato: Aspetto
economico dello scambio; costo di acquisto di ricavi e di vendita. Aspetto monetario dello
scambio; uscite di denaro che misurano i costi le entrate e i ricavi. L' attività di produzione
economica trova compimento quando la trasformazione fisico – tecnica genera: Prezzo di
vendita output > Somma dei costi di acquisto degli input. Valore monetario output > Valore
monetario input.
Raggiungendo così il fine aziendale cioè: Creazione di valore nel tempo.

L' operazione

L' impresa, nella sua vita, pone in essere operazioni di differenti complessità e portate. L'
operazione: in senso tecnico – giuridico, è l' unità elemntare della complessa attività
operativa o gestione operativa al di fuori del sistema operativo perde la ropria significativa
economicità.

L' acquisizione dei fattori produttivi

Avviene, generalmente, attraverso la cessione di risorse monetarie disponibili a fronte di


investimenti in beni e servizi finalizzati ad attivare e svolgere la combinazione produttiva.
Il sacrificio di risorse monetarie per l' acquisizione di beni e servizi: Quantità di denaro per
acquistare una certa quantità di fattori produttivi ( C=F*Pi ).
Il Costo è misurato, cioè determinato nel suo ammontare dalla quantità di denaro che esce
dall' impresa si rilevano due aspetti per la stessa operazione:
Aspetto Economico ( Costi ): sacrificio di ricchezza investita:
Aspetto Monetario ( Ricavi ): Cessione di moneta.

Combinazione produttiva

Complesso di operazioni con natura, intensità e complessità diverse, attraverso cui si


utilizzano i fattori produttivi acquisiti per realizzare i beni e i servizi oggetto dell' attività
produttiva: atti di gesione che si esauriscono nel processo di trasformazione.
Collocamento dei prodotti finiti sui mercati di sbocco consente la remunerazione delle
risorse monetarie investite. ( Ri = Qi*Pi ): Ricavi di vendita: Quantità di denaro ottenuta
vendendo una determinata quantità del prodotto generato dalla combinazione produttiva. Il
ricavo è misurato, cioè determinato nel suo ammontare, dalla quantità di denaro che
affluisce nell' impresa. Due aspetti per la stesa operazione, la "Vendita": "Entrate monetarie
( Aspetto Monetario) ;
Ricavi: ( Aspetto Economico ).

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I Fattori Produttivi e l' Obsolescenza

Gli elementi fondanti che rendono possibile alle azienze la realizzazione della produzione
dei beni o servizi, caratterizzano la struttura patrimoniale e tecnica dell' azienda: dalle
modalità della lora interazione e organizzazione, dipendono in larga parte i risultati dell'
attività aziendale. Al costo del fattore e al relativo processo di scambio, corrisponde un
sacrificio di mezzi monetari che l' azienda è disposta a sostenere e che consente di misurare
l' utilità economica del fattore. Per generare utilità economica occorre che l' azienda vincoli
a se i vari fattori, in modo tale che possa remunerare gli oneri sostenuti d' acquisto dei vari
fattori mediante il successivo collocamento dei prodotti ottenuti sui mercati. I fattori
produttivi si possono classificare in:
♦Fattori Produttivi a Fecondità Semplice, sono quei fattori produttivi che esuriscono la loro
utilità economica in un unico ciclo produttivo, il ricavo della ricchezza investita in esso
avviene attraverso i ricavi della vendita dei prodotti ottenuti con la loro utilizzazione.
♦Fattori a Fecondità Ripetuta, sono quei fattori produttivi che cedono la loro utilità a più
cicli produttivi, ai quali partecipa mantenendo inalterate le sue caratteristiche tecniche.
Ogni fattore a fecondità ripetuta è legato a tutti i prodotti che si possono utilizzare per
mezzo della sua utilizzazione. Il recupero della ricchezza investita è "richesto" all' insieme
dei ricavi pervenuti dalla vendita di tutti i beni prodotti nell' arco di tempo nel quale il
fattore cede la sua utilità. Quindi i fattori produttivi vengono impiegati per ottenere prodotti
che siano vendibili a prezzi remuneratori tali da consentire il recupero: ♦Dei mezzi monetari
investiti nei fattori a fecondità semplice completamente utilizzati; ♦Di parte dei mezzi
monetari investiti in fattori a fecondità ripetuta parzialmente utilizzati.

L' Obsolescenza

L' Obsolescenza è il meccanismo naturale che limita la capacità del fattore di partecipazione
in modo economicamente valido allo svolgimento del processo produttivo e può colpire: la
struttura organizzativa, la struttura operativa, i beni e i servizi prodotti. L' obsolescenza può
essere interna ( obsolescenza tecnica ) o esterna ( obsolescanza tecnologica ).

Obsolescenza delle strutture operative o ( Gap Tecnologico ):

Quando c' è contemporaneamente, il superamento da sistemi di migliorare qualità, adozione


da parte di altre imprese, divenute grazie a ciò più competitive. Obsolescenza delle strutture
organizzative, divenute non idonee in relazione ad un ambiente ad elevata complessità.
Obsolescenza dei prodotti: Perdita dell' attività sui mercati di sbocco, all' aumentare del
tasso diminuisce la vita utile dei prodotti.

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Le fonti di finanziamento interne ed esterne

In ogni impresa si ha un certo fabbisogno di mezzi finanziari per il collegamento tra le


uscite che si sostengono per l' acquisto dei fattori produttivi e le succesive entrate. Il periodo
di tempo affinchè i mezzi finanziari investiti nell' impresa, esaurito il loro ciclo, si
convertano nuovamente in denaro, prende il nome di: "ciclo di ritorno del capitale". Le fonti
di finanziamento possono ricondursi a due:
♦Fonti di capitale proprio: I finanziamenti di questa categoria affluiscono all' impresa con i
conferimenti di mezzi effettuati dal proprietario o, in caso di società, dai soci; questi
finanziamenti sono costituiti dal "capitale di apposto iniziale" e dai successivi "aumenti di
capitale". Rientrano inoltre in questa categoria di finanziamenti quelli interni che derivano
da utili non prelevati dal proprietario o non distribuiti ai soci per attuare una politica di
"autofinanziamento". Le caratteristiche tipiche dei fondi raccolti a titolo di capitale proprio
sono: Sono esposti al rischio d' impresa, Non comportano un rigido obbligo di
remunerazione, Non sono soggetti a scadenza.
♦Fonti di capitale di debito: Un' impresa, anche se prosperosa, può avere necessità di mezzi
finanziari che vanno oltre i mezzi forniti dal capitale proprio. Vi possono essere infatti
esigenze connesse a operazioni di carattere straordinario, sia esigenze di gestione.
Le loro caratteristiche tipiche sono:
Sono esposti al rischio d' impresa solo in modo limitato e indiretto, nel senso che l' azienda
deve procedere a estinguere i prestiti ottenuti prima di procedere al rimborso del capitale,
Comportano l' obbligo della remunerazione che consiste in un interesse, Comportano l'
obbligo del rimborso alla scadenza. I finanziamenti ottenuti dall' impresa a titolo di capitale
di debito si distinguono a loro volta in:
Debiti di regolamento, cioè quei debiti originati da sostituzioni temporanee della moneta
nello scambio; sono costituiti dai debiti mercantili o di fornitura.
Debiti di finanziamento, cioè sono i prestiti contratti con i terzi che provocano entrate di
denaro nell' azienda un esempio sono le operazioni concluse con le banche.

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Variazioni Finanziarie e Variazioni Economiche

Ogni operazione di gestione comporta delle variazioni nel patrimonio aziendale. Le


variazioni in oggetto sono divise in Finaziarie ed Economiche. Le variazioni finanziarie
( primigenie ) derivano da fatti che comportano movimenti di denaro, di crediti e di debiti;
tali variazioni sono denominate Attive quando comportano un aumento del patrimonio
aziendale, Passive quando invece comportano un decremento del patrimonio aziendale. Le
variazioni economiche ( derivate ) derivano da fatti da cui scaturiscono costi e ricavi dalla
cui contrapposizione si determina il reddito prodotto dall' azienda nell' esercizio.

SCHEMA

VARIAZIONI FINANZIARIE

DARE AVERE

DENARO IN CASSA

V.F.A. Entrate di denaro V.F.P. Uscite di denaro

CREDITI

V.F.A. Aumento di credito V.F.P. Diminuzioni di crediti

DEBITI

V.F.A Diminuzioni di debiti V.F.P. Aumento di debiti

VARIAZIONI ECONOMICHE

V.E.N. Costi V.E.P. Ricavi

Legenda:

V.F.A. = Variazione Finanziaria Attiva;

V.F.P. = Variazione Finaziaria Passiva;

V.E.N. = Variazione Economica Negativa;

V.E.P = Variazione Economica Positiva.

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Capitale e Reddito

Il capitale d' impresa è composto in "Impieghi": nel complesso di beni materiali ed


immateriali disponibili, potenzialità, e altre componenti positive, e in "Fonti" che altro non
sono che il complesso delle obbligazioni assunte verso terzi. Il risultato economico o reddito
di periodo è la variazione di ricchezza che si manifesta nell' arco temporale, che scaturisce
dalla gestione, ossia da quel sistema di operazioni che, senza soluzione di continuità, va dall'
acquisto dei fattori produttivi sui mercati di approviggionamento fino al collocamento dei
prodotti e dei servizi, ottenuti impiegando i fattori acquisiti sui mercati di sbocco.

Reddito totale

Considerando come arco di temporale l' intera vita dell' azienda il risultato economico
prende il nome di "reddito totale". Esso pò essere determinato come: Differenza tra il valore
del capitale restituito ai soggetti inizialmente conferito il capitale di rischio e il valore dei
conferimenti iniziali, aumentata dai prelevamenti e diminuita dei conferimenti ( metodo
patrimoniale ). Diffenrenza tra la sommatoria delle entrate e la sommatoria delle uscite con
esclusione di quelle relative al capitale di rischio ( metodo finanziario ). Differenza tra tutti i
ricavi e tutti i costi ( metodo reddituale ). Questi tre metodi conducono allo stesso risultato
se: Tutti i fattori produttivi sono utilizzati per l' attività produttiva o venduti per stralcio;
Tutti i processi produttivi sono stati ultimati e i prodotti venduti; Tutti i crediti sono stati
incassati e tutti i debiti pagati; Non sussiste alcun rischio che possa determinare costi o
perdite.

Reddito d' impresa

In conclusione il reddito totale è quell' incremento o decremento che il capitale di rischio


subisce per effetto di tutte le operazioni compiute durante la vita dell' impresa.
♦ R.T. = Capitale Finale – Capitale Iniziale. ♦ R.T.= Sommatoria dei Ricavi – Sommatoria
dei Costi. Presuppone che: L' attività d' impresa sia completamente cessata, Tutti i crediti e
tutti i debiti siano stati regolati, Non vi sono rischi in corso per costi o perdite future, Il
potere d' acquisto della moneta non abbia subito variazioni, Il capitale sia stato conferito in
denaro, Non siano stati effetuati altri conferimenti nè rimborsi di capitale di proprietà, Non
sia stato effetuato alcun prelievo di reddito.

Reddito di periodo

Costi e ricavi di competenza economica, cioè relativi ai processi produttivi compiuti in un


definito periodo, cioè chiusi con il conseguimento dei ricavi, sempre che l' impresa abbia
effettuato le relativa prestazioni e che ce ne siano.

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Dal reddito totale al reddito d' esercizio

Alla determinazione del reddito totale concorrono tutti i costi e i ricavi manifestatisi durante
il periodo di esistenza dell' azienda. Per determinare il reddito di un singolo esercizio è
necessario isolare opportunamente i costi e i ricavi che sono di pernenza di quel periodo. Le
maggiori difficoltà derivano dal fatto che la continuità dei processi economici aziendali fa
emergere numerosi valori che sono comuni a due o più esercizi e che devono essere
artificiosamente spezzati quando si costruisce la tavola dei valori dalla quale scaturisce il
risultato economico annuale.

Periodi amministrativi ed esercizi

Spezzando artificiosamente il flusso della vita aziendale, si individuano periodi


amministrativi parziali di una certa durata o esercizi nei quali scomporre la vita dell'
azienda. La periodicità con la quale procedere alla determinazione dei risultati è fissata pari
ad un anno. Nella pratica aziendale è frequente riscontrare esercizi non coincidenti con l'
anno solare se pur di durata annuale. Se nel corso di un determinato esercizio sono realizzate
operazioni di gestione straordinaria risulta necessario procedere alla determinazione del
reddito.

Principio della competenza economico

Il principio della competenza economico è il principio con cui si individuano i componenti


positivi e negativi di pertinenza dell' esercizio del quale si vuole determinare il risultato
economico. Tale principio può essere applicato secondo due logiche: Sono considerati di
competenza i costi e i ricavi ascrivibili ai processi produttivi avviati in virtù delle iniziative
assunte dall' azienda, sebbene, alla chiusura dell' esercizio, essi non siano stati ancora
completati, Sono considerati di competenza i costi e i ricavi ascrivibili a processi produttivi
compiuti nel esercizio e chiusi con il conseguimento dei ricavi, da parte dell' azienda,
considerando anche le relative prestazioni. Le due impostazioni si discostano per la diversa
considerazione degli utili relativi ai processi in corso di svolgimento che, con la prima
soluzione, sono imputati all' esercizio considerato, mentre con la seconda sono imputati al
periodo in cui i processi saranno completati. Le perdite sui processi in corso sono di
competenza del periodo nel quale emerge il relativo rischio anche se gli stessi devono
ancora essere completati.

Costi di competenza

I costi devono essere correlati con i ricavi dell' esercizio, tale correlazione si realizza: Per
associazione di causa ed effetto tra costi e ricavi, Per ripartizione dell' utilità o funzionalità
pluriennale su base razionale o sistemica, Per imputazione diretta di costi al conto
economico dello esercizio o perchè associati al tempo o perchè sia venuta meno l' utilità o la
funzionalità del costo.

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Reddito e Capitale

Il reddito di esercizio costituisce la variazionepositiva o negativa che subisce il capitale


netto iniziale nel periodo iniziale nel periodo iniziale ammministrativo per effetto della
gestione e delle tecniche di valutazione impiegate per rappresentare in esercizi successivi . Il
capitale netto iniziale può essere ricondotto al capitale di bilancio determinato in
connessione al reddito del presente esercizio nel caso di impresa gia avviata oppure al
capitale di costituzione se l' impresa non ha ancora iniziato la gestione economica
caratteristica.

Relazione tra Reddito e Capitale

Alconi elementi del capitale iniziale partecipano direttamente al reddito d ' esercizio come
suoi componenti. Altri, invece,sono tra i dati di riferimento sui quali si basa la
determinazione di alcuni componenti di reddito (amministrativo) ecc.
Alcuni valori ( cassa, crediti e debiti ) sono i dati di partenza per giungere alla
determinazione dei corrispondenti valori da rappresentare nella situazione del capitale finale
di funzionamento. Al termine del periodo amministrativo, i valori del capitale iniziale e i
valori rilevati durante il periodo amministrativo si compongono nella rappresentazione dei
componenti del reddito di esercizio ( conto economico ) e nella sintesi del capitale di
funzionamento ( stato patrimoniale).

Finalità del Bilancio

Il bilancio d'esercizio ha le seguenti due funzioni: A) E' uno strumento di conoscenza della
gestione e dei suoi risultati per i responsabili aziendali; B) E' uno strumento di
comunicazione che svolge una funzione informativa di grande rilievo nei confronti dei
diversi soggetti interessati all'andamento dell' azienda.

L'influenza delle variazioni ambientali sul bilancio

In relazione all' evoluzione dei contesti interni aziendali e all' evoluzione dell' ambiente
economico sociale, di particolare rilievo è l' influenza di variabili sul bilancio quali: ( Gli
aspetti proprietari delle imprese ); Nelle aziende in cui prevale la struttura proprietaria
chiusa, il capitale di rischio è un bene di famiglia. Nelle aziende in cui la proprietà è aperta
le azioni tendono a essere equiparate a un bene merce il cui possesso è influenzato dall'
andamento dei mercati dei dividenti. ( Gli aspetti finanziari delle imprese e gli assetti dei
mercati finanziari ): Nei sistemi dominati da imprese a proprietà chiusa il fabbisogno
finanziario tende a esoddisfarsi prevalentemente dal ricorso al capitale di prestito: Il flusso
di informazioni delle imprese al mercato tende a rarefarsi; Si hanno legami stringenti con le
banche; Il centro del controllo societario si colloca all' interno dell' impresa stessa. Nei
sistemi in cui prevalgono imprese a proprietà aperta è relativamente più consistente il
ricorso al capitale di rischio mediante azioni e titoli: I mercati dei capitali sono efficienti; Gli
standards contabili tesi previleggiano l' informativa rivolta agli azionisti cercando di ridurre
le asimmetrie informative tra l' impreasa e gli investitori; Il centro del controllo societario è
situato nel mercato dei capitoli. ( Il grado di intervento dello stato nel disciplinare
l' informativa di bilancio e, più in generale, nel dettare norme e principi volti a disciplinare i
rapporti tra l' impresa e i suoi Stakeholders ).

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Il grado di intervento dello Stato e quali interessi si proteggono?

Nei sistemi con imprese a proprietà chiusa si protegge l' interesse dei creditori; Nei sistemi
con imprese a proprietà aperta si protegge l' interesse degli Shareholders;
Nei sistemi a ( Code Law ) il legislatore detta principi di composizione del bilancio
rinviando alla tecnica per l' interpretazione in chiave operativa delle prescrizioni legislative.

Il pricipio della neutralità

Il bilancio d' esercizio, in quanto preparato per una pluralità di destinatari, non deve favorire
gli interessi o le esigenze di gruppi particolari. Le politiche di livellamento dei redditi sono
incompatibili con corrette determinazioni di bilancio che devono consistere la misurazione
del reddito prodotto, svincolandolo dal succedersi di fasi favorevoli e svaforevoli. Le finalità
assegnate al bilancio d' esercizio sono incompatibili con valutazioni di cessione e ancor più
con le valutazioni che riflettono le conclusioni dell' acquirente.

Gli interessi conoscitivi: Investitori

Gli interessi conoscitivi degli Investitori: Gli Investitori istituzionali hanno aspettative meno
sensibili agli accadimenti che hanno influenza sul valore dello investimento nel breve
priodo. Gli Investitori non istituzionali destinano quote non rilevanti dal risparmio e al
capitale d' azienda e hanno attese di dividenti e di ( Capital Gains ) di breve e brevissimo
periodo. Al delinearsi di turbolenze sui mercati dei capitali tende a prevalere un
comportamento di tipo difensivo con l' abbandono dello investimento azionario,
contrariamente a quanto si verifica nei periodi di euforia. Più che i dati e le informazioni
ritraibili dai bilanci e le valutazioni degli analisti finanziari e delle agenzie di rating devono
orientare le scelte dei piccoli investitori in titoli azionari e obbligazionari.

Gli interessi conoscitivi: Lavoratori

Per i lavoratori che non partecipano alla distribuzione del risultato della gestione, le attese di
remunerazione trovano copertura nelle condizioni disciplinate dalla contattazione colletiva.
In situazioni di crisi dei sistemi economici diviene rilevante per i lavoratori, apprezzare i
rischi che possono compromettere la conservazione del posto di lavoro. Gli svolgimenti
secondo soddisfacimenti condizioni di economicità non constituiscono una sicura garanzia
di conservazione del posto di lavoro, ma ne pongono le premesse. Il bilancio sociale e il
bilancio di sostenibilità possono offrire segnali circa il valore che le imprese attribuiscono
alle risorse personali attraverso l' impegno profuso e che intendono profondere nel difendere
i livelli occupazionali, nel cercare ambienti di lavoro più sicuri, stimolanti e gratificanti.

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Gli interessi conoscitivi: Creditori

I Creditori valutano le iniziative sulla base degli indici di bilancio. Le garanzie coprono il
( Gap ) tra conoscenza richiesta e disponibile. La credibilità dell' azienda nei mercati
finanziari si basa sulla solidarietà patrimoniale, sull' affinamento dei suoi modelli di analisi e
sulla condivisione dei prorpi programmi da parte dei programmi da parte dei mercati
finanziari. La conoscenza delle dinamiche finanziarie offerte dai prospetti di flussi finanziari
riveste una notevole importanza. L' informativa di bilancio deve essere orientata all' impresa
nel suo complesso. Emerge l' esigenza di produrre un' informativa economico – finanziaria
in relazione al differente livello di rischio che caratterizza i singoli business.

La portata informativa del bilancio

I processi decisionali sono meglio orientati quanto più soddisfacente è: La capacità di


previsione; comparazione, giudiziointorno all' evoluzione dei movimenti monetari. La
possibilità di esprimere giudizi intorno alla prospettica capacità di reddito dell' impresa. La
possibilità di esprimere giudizi di efficacia ed efficienza dell' operato degli organi di
governo economico nel perseguimento dei fini istituzionali.

Applicabilità dei principi contabili

I documenti emanati dallo IASB sono elaborati tecniciche acquisiscono validità normativa
nei contesti giurisdizionali in ragione della forza a essi attribuita dai legislatori e/o dagli
organismi di sorveglianza locali. L' Unione Europea ha infatti delegato allo ISAB la stesura
dei principi contabili per le società quotate nei mercati degli Stati membri. Il legislatore ha
imposto che: Devono adottare gli IAS/IFRS le società aventi strumenti finanziari diffusi tra
il pubblico, le banche e le società finanziarie per la redazione dei bilanci d' esercizo e
consolidato.
Non adottano i principi contabili internazionali le società di capitali non quotate che non
rientrano nell' ambito di consolidamento di un gruppo, le società di capitali di minori
dimensioni e le società di persone.

La competenza economica: Principio di competenza

Nel Principio di Competenza si individuano i componenti positivi e negativi di pertinenza


dell' esercizio del quale si vuole determinare il risultato economico.
Tale principio può essere applicato secondo due logiche: Sono considerati di competenza i
costi e i ricavi ascrivibili ai processi produttivi avviati in virtù delle iniziative assunte dall'
azienda, sebbene, alla chiusura dell' esercizio, essi non siano stati ancora completati. Sono
considerati di competenza i costi e i ricavi che si riferiscono a processi produttivi compiuti
nell' esercizio e chiusi con il conseguimento dei ricavi, sempre che siano state effettuate nel
periodo stesso, insieme alle relative prestazioni. Le due impostazioni si discostano per la
diversa considerazione degli utili relativi ai processi in corso di svolgimento che, con la
prima soluzione, sono imputabili all' esercizio considerato, mentre con la seconda sono
imputati al periodo in cui i processi saranno completati. Le perdite sui processi in corso sono
di competenza del periodo nel quale emerge il relativo rischio anche se gli stessi devono
ancora essere completati.

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Periodo amministrativo o esercizio

Spezzando artificiosamente il flusso continuo della vita aziendale, si individuano periodi


amministrativi nei quali scomporre la vita dell' azienda. La periodicità con la quale
procedere alla determinazione dei risultati è fissata convenzionalmente in misura pari a
dodici mesi.

Movimenti Finanziari e Competenza Economica

I Movimenti finanziari si realizzano con una Variazione dei: debiti, crediti o della liquidità.
La Competenza economica: la realizzazione dei ricavi avviene quando il processo
produttivo è stato completato e lo scambio è già avvenuto.
Correlazione costi – ricavi è un associazione di causa ad effetto, ripartizione dell' utile
pluriennale, esaurimento utilità, associazione di costi al tempo. La competenza economica
diviene il criterio rilevante, indipendentemente dal momento della manifestazione
finanziaria delle operazioni. Dobbiamo così domandarci: Abbiamo registrato dei costi che
non sono di competenza? Se si occorre che non partecipino alla determinazione del reddito.
Abbiamo registrato dei ricavi che non sono di competenza? Se si occorre che non
partecipino alla determinazione del reddito, altrimenti richieremmo di annacquare il bilancio
e lo stesso non rispnderebbe più ai principi di redazione di bilancio ( art 2423 e 2423 bis
C.C. ) . Non abbiamo registrato dei costi che sono di competenza? Dobbiamo considerarli
per la determinazione del reddito. Non abbiamo registrato dei ricavi che sono di
competenza? Occorre considerarli per la determinazione del reddito. Nè discende che:
- Non tutti i costi e i ricavi sostenuti o conseguiti in un periodo, che hanno movimentazione
finanziaria, sono di competenza, ai fini della determinazione del reddito. - I fattori
produttivi, a fecondità semplice o ripetuta, ancora utilizzabili per ottenere prodotti vendibili,
così come i prodotti, ma non ancora venduti rappresentano alla fine del periodo il complesso
dei beni e delle utilità economiche di cui l' impresa dispone per svolgere i processi
produttivi di periodi futuri.

Principio di prudenza ( art 2423 bis comma 1,2,4 C.C. )

Il principio di prudenza viene applicato, in quanto, molte valutazioni presentano incertezza


richiedono stime. Prudenza implica l' applicazione del principio di disparità, cioè un
trattamento asimmetrico nel considerare i componenti positivi e quelli negativi, e in un
trattamento asimmetrico nel considerare le situazioni favorevoli da quelli svaforevoli delle
poste in bilancio. In sintesi gli utili sperati non devono partecipare alla determinazione del
reddito, mentre le perdite tenute devono parteciparci.

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Assestamento: Costi e Perdite future

Le sole rilevazioni continuative non bastano per arrivare alla redazione del bilancio. Al
termine dell' esercizio al fine di trasformare i valori di conto in valori di bilancio idonei a
rappresentare il reddito d' esercizio e il patrimonio di funzionamento si compongono le
scritture di Assestamento che si distribuiscono in: Scritture di Rettifica che consentono di
rinviare al futuro costi e ricavi che si sono già manifestati sotto il profilo finanziario e che
quindi sono gia stati rilevati, ma non sono di competenza dell' esercizio. Queste possono
essere classificate come: Ammortamento Diretto e Indiretto, rimanenze di merci, risconti
attivi e passivi. Scritture di Integrazione che consentono di integrare nel sistema dei valori di
bilancio alcuni componenti di reddito le cui futuri manifestazioni monearie avrà luogo nel
futuro o nei futuri esercizi, ma che sono di competenza periodo che si chiude. Queste
possono essere classificate come: Importi accantonata a fondo svalutazione crediti, i retei
passivi e attivi.

Break Even Point ( Punto di equilibrio )

La classificazione dei costi

A seconda delle relazioni esistenti tra il livello dei costi e volumi di produzione, i costi si
distinguono in: Costi Variabili: variano al variare delle quantità prodotte; la variazione può
essere proporzionale, più che proporzionale, meno che proporzionale. Ad esempio i costi per
materie prime, in quanto sono proporzionali alle quantità dei prodotti fabbricati. Costi Fissi:
il loro ammontare è commisurato alla struttura tecnica – organizzativa aziendale e alla
conseguente capacità produttiva, essi quindi non variano al variare delle quantità prodotte.
Sono costi fissi gli emolumenti pagati ad amministratori e sindaci.

Costi delle quantità prodotte

Rappresentano graficamente l’ andamento dei costi fissi e dei costi variabili, supposti
proporzionali, rispetto alle quantità prodotte. Essi vengono indicati con delle rette;
analogamente si rappresentano con una retta ( parallela ai costi variabili, ma la cui origine
corrisponde all’ altezza dei costi fissi ) i costi totali, dati dalla somma dei costi fissi più i
costi variabili.

Legenda:

R = ricavi di vendita ( Total Revenue );


C.f. = Costi fissi ( Fixed Costs );
C.Y. = Costi Variabili ( Cv * U )
C.v = Costi variabili unitari ( Variable Costs );
U = Unità prodotte ( Units sold );
C.t. = Costi totali ( Total Costs );
p = prezzo di vendita.
• = B.E.P.

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Il Punto di Equilibrio ( Break Even Point )

Le relazioni tra costi variabili, costi fissi e volume di produzione sono messe in evidenza dal
diagramma di redditività consente di determinare a quale grado di sfruttamento della
capacità produttiva, o in corrispondenza a quale volume di vendite, o a quale ammontare di
fatturato dell’ azienda si realizza l’ equilibrio economico. Il B.E.P. corrisponde al punto d’
incontro della retta che rappresenta i ricavi. A sinistra del B.E.P. i costi totali superano i
ricavi e l’ azienda supporta perdite. A destra del B.E.P. i ricavi superano i costi e l’ azienda
consegue utili. Nel B.E.P. costi e ricavi si equivalgono e il risultato economico è uguale a
zero. Il B.E.P. si ottiene quando si verifica l’ eguaglianza R = G e si calcola risolvendo l’
equazione ( px U = [ C.f. + C.v. * U ] ) da cui si ottiene : { U =[ C.f. / ( p – C.v. ) ]}: dove
( p – C.v. ) costituisce il margine unitario di contribuzione con il quale ogni prodotto
partecipa alla copertura dei costi fissi. Lo sfruttamento della capacità produttiva dell’
azienda si calcola [( B.E.P. * 100 ) capacità produttiva ].
Per calcolare il risultato economico che si può determinare da una vendita di N possiamo
scrivere R = G + E [ E = risultato Economico ].

Risconti attivi e passivi

I Ratei sono quote di uscite o di entrate future relative a costi o a ricavi proporzionali al
tempo, che sono maturate ma ancora da liquidare. Esempio:

Nel corso dell' anno l' azienda X ha compiuto, fra le altre, le seguenti operazioni: ♦in data
1\2 ha concess in locazione un capannone pattuendo un canone annuo di euro 12,600 + iva
esigibile in rate semestrali posticipate all 1\2 e 1\8 di ogni anno.
♦ in data 1\9 ha ottenuto dalla banca Y un mutuo di euro 60,000 al tasso del 6,50% con
interessi posticipati al' 1\3 e l 1\9 di ogni anno. I fatti di cui sopra hanno dato luogo alle
seguenti rilevazioni in P. D.
___________________________________________________________________
___
Clienti Diversi 7,560
Fitti Attivi 6,300
Iva Ns. Debito 1,260
Banca Y 60,000
Mutui Passivi 60,000

Vediamo ora di considerare la competenza economica dei costi e dei ricavi connessi alle
suddette operazioni, individuando gli eventuali ratei da calcolare al 31\12

♦ Canoni della locazione attiva


Consideriamo la locazione del capannone, osserviamo che al 31/12 risulta maturata la quota relatva al
periodo che va dall'1/8 al 31/12 (cioè quella che riguarda i 5 mesi di agosto, settembre, ottobre, novembre e
dicembre ). Tale "ricavo" è di competenza dell' esercizio, anche se la sua riscossione avverrà nell' esercizio
successivo. Nell' aspetto finanziario esso è misurato da un "rateo attivo", che corrisponde al credito
potenziale del canone di affitto già maturato. Il calcolo è il seguente:( 6,300 : 6 = x : 5 ) da cui risulta x =
5,250 "rateo attivo"

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♦ Interessi sul mutuo passivo
Poichè sul mutuo ottenuto in data 1\9 gli interessi sono corrisposti in via posticipata, al 31\12 risultano già
maturati gli interessi per il periodo 1\9 – 31\12, che saranno liquidati nell' esercizio successivo. Tali interessi
rappresentano un "costo" di competenza dell' esercizio in chiusura e sono misurati nell' aspetto finanziario
da un "rateo passivo". Il calcolo degli interessi per i 4 mesi maturati si presenta come segue:
I = (60,000 x 4 x 6,50 )/1,200 uguale 1,300 "rateo passivo".

Ratei Attivi 5,250


Fitti Attivi 5,250
Interessi Passivi su Mutui 1,300
Ratei Passivi 1,300

I Risconti attivi e passivi

I risconti sono quote di costi o di ricavi proporzionali al tempo liquidati e rilevati in via anticipata, che non
sono ancora maturate e che pertanto sono da rinviare al futuro.
Con i risconti si "rinviano" singoli costi o singoli ricavi e quindi la rettifica si opera direttamente nei conti
alle "variazioni d' esercizio" nei quali tali costi o ricavi sono stati rilevati. In particolare:
♦ Un Risconto Attivo, ossia l' elemento patrimoniale attivo che scaturisce dal rinvio di un "costo", si rileva in
Dare dell' ononimo conto RISCONTI ATTIVI, mentre in Avere si avrà il conto acceso al "costo d' esercizio"
che va rettificato.
♦ Un Risconto Passivo, ossila l' elemento patrimoniale passivo che deriva dal rinvio di un "ricavo"si rileva in
Avere dell' ononimo conto RISCONTI PASSIVI, mentre in Dare si avrà il conto acceso al "ricavo d'
esercizio" che va rettificato.

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Il bilancio ( Codice Civile Libro V Del Lavoro Sezione IX Art. 2423 )

Alla richiesta di affidamento presentata alla banca da parte di un’ impresa fa


seguito la fase di istruttoria del processo di valutazione del rischio di credito.
Tra gli elementi e i dati presi in considerazione dell’ istruttoria bancaria
primeggia per importanza il bilancio d’ esercizio dell’ impresa richiedente il
fido.
La normativa riguardante la redazione dei bilanci d’ esercizio delle imprese è
dettata dal Codice Civile e completata dai principi contabili. Questa complessa
normativa è oggetto in questi anni di un profondo cambiamento, avviato con le
modifiche al Codice Civile introdotte dalla riforma del diritto societario e che
prosegue per effetto dell’ emanazione e dell’ applicazione dei principi contabili
internazionali che è resa necessaria dalla globalizzazione del sistema economico e di conseguenza dal
bisogno di uniformare le regole di compilazione dei bilanci in tutte le imprese che operano in ambito U.E.
I principi contabili internazionali sono emanati dallo Iasb (International accounting board) e si
denominano Ias (International accounting standard) se sono di vecchia elaborazione e
Ifrs(International Financial reporting standard).
Tra gli effetti più importanti del sistema Ias/Ifrs spicca l’ introduzione del fair value che rappresenta il
criterio di valutazione degli elementi patrimoniali in base al loro valore corrente.

In base al Codice Civile art. 2423 e 2423 bis il bilancio d’ esercizio deve essere redatto con chiarezza
e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società
e il risultato economico dell’ esercizio.

Il bilancio d’ esercizio, che è predisposto dagli amministratori e sottoposto all’ approvazione dell’ assemblea
ordinaria dei soci, si compone di tre parti inscindibili:
1) Lo Stato patrimoniale;
2) Il Conto economico;
3) La Nota integrativa.

Le prime due parti sono costituite da schemi obbligatori, (lo Stato patrimoniale a sezioni divise, il Conto
economico in forma scalare) mentre la Nota integrativa ha un contenuto discorsivo pur comprendendo
tabelle e prospetti.
Tuttavia gli studiosi e gli esperti dubitano sulla piena idoneità a esprimere compiutamente le situazioni
finanziarie ed economiche dell’impresa che ha richiesto l’ affidamento bancario. Queste situazioni, infatti,
non fanno riferimento a un istante, ma a un proprio a un proprio periodo e possono essere accertate solo
integrando i dati di bilancio con delle previsioni riguardanti le entrate e le uscite future (situazione
finanziaria) oppure i costi e ricavi futuri (situazione economica).
Di regola l’ analisi viene compiuta dall’ Ufficio fidi, ma nelle pratiche di fido più impegnative, può affidarla
a società specializzate che svolgono attività di revisione dei bilanci. L’ analisi di bilancio presuppone l’
interpretazione del bilancio stesso, che si in tre fasi successive.
La prima fase è rappresentata dall’ interpretazione letterale che consiste nella individuazione del
significato delle voci di bilancio, in modo da comprendere il contenuto.
La seconda fase consiste nell’ interpretazione revisionale, ossia nella verifica dell’ attendibilità e della
veridicità del bilancio.
Nell’ effettuare l’ interpretazione revisionale del bilancio l’ Ufficio fidi deve compiere un’ indagine critica
sulle singole poste, accertando la effettiva consistenza dei beni ecc.
La terza fase è costituita dall’ interpretazione prospettica che prende avvio dai dati di bilancio e perviene
ad apprezzare le situazioni finanziaria, economica e patrimoniale dell’ impresa.
A questo risultato la banca giunge completando le voci degli schemi contabili (Stato patrimoniale e Conto
economico) con le indicazioni contenute nella Nota integrativa.
L’ interpretazione prospettica consente alla banca di valutare il grado di affidabilità dell’ impresa che ha
richiesto il fido.

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Analisi di bilancio per indici

L’ analisi del bilancio d’ esercizio mediante indici costituisce lo strumento quantitativo più applicato dalle
banche per avviare la valutazione delle imprese ai fini delle assegnazioni dei rating e delle concessioni di
fido. L’ analisi richiede la rielaborazione del bilancio, la scelta e il calcolo degli indici e un sistema di
coordinamento.

1) Rielaborazione dei documenti contabili del bilancio d’ esercizio

La rielaborazione dei documenti contabili compresi nel bilancio d’


esercizio consiste nella riclassificazione e nella riaggregazione delle
voci contenute nello Stato patrimoniale e nel Conto economico per
ottenere dati più significativi e più sintetici in vista dell’ analisi per
indici.

Lo Stato patrimoniale compilato in base all’ art. 2424 del Codice


civile, pur contrapponendo gli impieghi (attività nette) alle fonti di
finanziamento (patrimonio netto e passività) non è redatto secondo
criteri finanziari; ciò perché, ad esempio, non suddivide i crediti
secondo la scadenza e classifica le attività in immobilizzazioni e
attivo circolante in base alla destinazione degli elementi considerati
e non in base alla loro liquidabilità.

Pertanto, l’ Ufficio fidi procedendo a riclassificare le poste dello Stato patrimoniale in funzione della
successiva analisi sulla situazione finanziaria dell’ impresa, avvalendosi delle informazioni contenute nella
Nota integrativa che fa parte del bilancio d’ esercizio ed esercitando il loro esame critico su tutte le voce e
sui valori.

Per quanto riguarda le rimanenze di magazzino, l’ esame critico compiuto dai funzionari deve evidenziare
quelle di difficile vendita o di problematico utilizzo, che devono essere trasferite fra le immobilizzazioni,
come anche le quote di risconti aventi competenza pluriennale e i disaggi di emissione di prestiti
obbligazionari.
La rielaborazione dello Stato patrimoniale approda al sintetico schema:

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Schema rielaborato dello Stato patrimoniale.

Impieghi Fondi di finanziamento


Disponibilità liquide ( Dl ) Patrimonio netto ( Pn )
- Valori in cassa; Capitale proprio: ( Cp )
- Fondi depositi presso la banca e la - Capitale sociale;
posta; - Riserva da sopraprezzo;
- Titoli di largo mercato; - Riserva legale;
- Crediti in scadenza di sicuro buon fine. - Riserva di rivalutazione;
Disponibilità finanziarie ( Df ) - Altre riserve e utili a nuovo.
- Crediti con scadenza entro i 12 mesi; Risultato economico d’ esercizio;
crediti verso clienti, cambiali attive, - Utile d’ esercizio; ( Re )
crediti verso società collegate e - Perdita di esercizio e perdite a nuovo
controllate. (consolidate). ( Re )
Rimanenze ( Rm ) Debiti a breve scadenza ( Db )
- Magazzino: merci, materie prime, parti, - Debiti in c/c verso banche; debiti con scadenza
semilavorati, prodotti finiti, scorte entro i 12 mesi verso i fornitori, verso il Fisco,
diverse; verso gli istituti previdenziali, verso società
- Acconti a fornitori. controllate e collegate; debiti verso clienti per
acconti ricevuti;
Totale Attivo circolane ( Ac ) - Quote di mutui o di prestiti obbligazionari in
scadenza entro lo esercizio successivo;
Immobilizzazioni (al netto dei fondi di - Debiti per TFR verso dipendente di cui si prevede
ammortamento) ( Im ) la cessione di lavoro nell’esercizio successivo.
- Immateriali (costi di impianti e di Debiti a media e lunga scadenza ( Dc )
ampliamento, software, disaggi di - Debiti con scadenza oltre i 12 mesi verso
emissione , quote di risconti con fornitori, creditori diversi, società controllate e
competenza pluriennale); collegate;
- Materiali (fabbricanti, impianti, - Mutui passivi e prestiti obbligazionari (al netto
attrezzature, automezzi, arredamento, della quota scadente entro lo esercizio
imballaggi durevoli, rimanenze di successivo);
magazzino di difficile vendita); - Debiti per TFR (al netto di quanto si prevede di
- Finanziarie (crediti con scadenza oltre i pagare nell’ esercizio successivo).
12 mesi, partecipazioni e altri titoli non
destinati allo smobilizzo o di difficile Totale Capitale di terzi ( Ct )
vendita).

Totale Impieghi ( Ti ) Totale Fonti di finanziamento ( Tf )

Il Conto economico redatto in base all’ art. 2425 del Codice Civile, si presenta in forma scalare secondo la
configurazione a valore e costi della produzione, con i costi classificati per natura.
La rielaborazione del Conto economico è compiuta dall’ Ufficio fidi in funzione della successiva analisi
sulla situazione economica dell’ impresa.
Trattandosi di analisti esterni, che non hanno le informazioni che consentono di riclassificare i costi per
destinazione produttiva e quindi di ottenere la configurazione a ricavi e costo del venduto, la rielaborazione
è rivolta di solito a ottenere la configurazione a valore aggiunto.
L’ espressione valore aggiunto indica l’ incremento di valore che un’ impresa aggrega al valore dei beni e
dei servizi che acquista dalle altre aziende.
Dopo aver evidenziato il valore aggiunto ottenuto dall’ impresa attraverso la gestione della produzione si
evidenziano alcuni interessanti risultati intermedi: il margine operativo lordo che risulta dalla differenza tra
il valore aggiunto e i costi del personale, e il reddito operativo, che risulta sottraendo dal margine operativo
lordo gli ammortamenti, le svalutazioni e gli accantonamenti per rischi e oneri.

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Schema rielaborato del Conto economico

Segni Ricavi netti di vendita ( Rv )


+ Costi patrimonializzati per lavori interni
+/- Variazioni delle rimanenze di prodotti finiti, semilavorati, prodotti in lavorazione
+ Altri ricavi e proventi di gestione

Valore della produzione ( Vp )


- Costi netti per acquisto materie prime, sussidiarie, di consumo e merci
+/- Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci
- Costi per servizi
- Altri costi di gestione

Valore aggiunto ( Va )
- Costi del personale

Margine operativo lordo ( Mol )


- Ammortamenti
- Svalutazione crediti
- Accantonamento a fondo rischi e oneri

Reddito operativo ( Ro )
+/- Proventi e oneri finanziari
+/- Proventi e oneri accessori

Risultato economico della gestione ordinaria


- Proventi e oneri straordinari

Risultato economico al lordo delle imposte ( Ri )


- Imposte d’ esercizio

Utile o perdita d’ esercizio

2) Scelta e calcolo degli indici

Per quanto riguarda la scelta e il calcolo degli indici abbiamo:


- Rapporti strutturali semplici: sono quelli istituiti tra una classe di valori e il totale che concorre a
formare; quando sono riferiti a 100 questi indici vengono chiamati rapporti percentuali di
composizione
(ad esempio: disponibilità liquide n % del totale impieghi dello Stato patrimoniale);
- Rapporti strutturali composti: sono quelli istituiti tra classi di valori appartenenti alla medesima
sezione dello Stato patrimoniale (ad esempio: rapporto tra debiti a breve scadenza e debiti a media
lunga scadenza);
- Rapporti strutturali complessi: sono quelli istituiti tra classi di valori appartenenti alle sezioni
contrapposte dello Stato patrimoniale (ad esempio: tra le disponibilità liquide e i debiti a breve
scadenza);
- Rapporti operativi: sono quelli istituiti tra dati o risultati di due documenti diversi (ad esempio: tra il
margine operativo lordo che emerge dal Conto economico e il totale degli impieghi evidenziato dallo
Stato patrimoniale).

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I quozienti di bilancio sono distinti secondo la loro natura:

a) Quozienti di natura finanziaria

La struttura finanziaria dell’ impresa è resa evidente da indici di indebitamento che esprimono il differente
concorso delle fonti interne e delle fonti esterne nel finanziamento degli impieghi. Questo dosaggio tra
mezzi propri e mezzi di terzi è chiamato leverage o leva finanziaria. È calcolato rapportando:

Indice di indebitamento (leverage) = Totale impieghi / Capitale proprio Ti / Cp

Un risultato pari all’ unità corrisponde a un finanziamento totale dell’ impresa con capitale proprio, invece
un risultato pari a 2 indica un equilibrio tra mezzi propri e debiti aziendali e può essere giudicato sufficiente.
Valori maggiori esprimono un crescente indebitamento dell’ impresa e l’ opportunità di una
ricapitalizzazione.

L’ equilibrio tra impieghi e finanziamenti risulta dagli indici di liquidità che rivelano la sua solvibilità o
della capacità dell’ impresa di far fronte agli impieghi finanziari di prossima scadenza. Questo indice anche
detto current test si considera soddisfacente se risulti pari o superiore a 2; deve comunque essere superiore
a 1 e in caso contrario segnala che il patrimonio circolante netto è negativo. È calcolato rapportando:

current test = Attivo circolante / Debiti a breve scadenza Ac / Db

Abbiamo inoltre l’ indice di liquidità primaria che esprime la capacità dell’ impresa a fronteggiare, in
tempi brevissimi, i debiti di prossima scadenza e i normali pagamenti.
È calcolato rapportando:

indice di liquidità primaria = Disponibilità liquide / Debiti a breve scadenza Di / Db

I valori di questi indici di liquidità risultano sovente alterati nelle imprese che chiedono affidamenti bancari.

L’ origine dei mezzi che hanno finanziato gli investimenti a lungo ciclo di utilizzo è calcolata mediante due
indici di copertura delle immobilizzazioni che si suddividono in:

indice di autocopertura delle immobilizzazioni = Capitale proprio/immobilizzazioni Cp / Im


Indice di copertura delle immobilizzazioni (con le passività consolidati) = Dc / Im
Debiti a media e lunga scadenza / immobilizzazioni

Un risultato del primo rapporto nettamente superiore a quello del secondo corrisponde a una situazione
soddisfacente. In particolare, se il primo esprime un risultato vicino a 1 significa che le immobilizzazioni
sono finanziate con capitale proprio; tuttavia, poiché molto spesso l’ impresa è costretta a integrare i mezzi
propri con finanziamenti a medio/lungo termine, anche il secondo può in certe situazioni avvicinarsi all’
unità.I termini mediamente accordati ai clienti per il regolamento delle fatture di vendita, sono messi in
evidenza dal quoziente tra i crediti commerciali a fine anno e il fatturato dell’ esercizio. I giorni di dilazione
media sulle vendite si ottengono moltiplicando il risultato per 365:

giorni di dilazione media sulle vendite =


( Crediti v/clienti al 31/12 / Totale crediti v/clienti sorti nell’ anno ) × 365.

Più lunga risulta la dilazione media concessa ai clienti e maggiori sono le esigenze di fido bancario, in
quanto l’ impresa venditrice deve a sua volta finanziare la propria clientela attraverso le vendite a credito.
Può essere utile il calcolo dei giorni di dilazione media sugli acquisti, che si esegue sostituendo nel rapporto
i crediti v/clienti con i debiti v/fornitori, più è lunga risulta la dilazione e minori sono le esigenze di ricorrere
ad affidamenti bancari.

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b) Quozienti di natura economica

La rielaborazione degli schemi contabili di bilancio può fornire preziose informazioni anche sotto il profilo
economiche, evidenziando la redditività dell’ impresa e il contributo che a essa deriva dai vari settori che
possono essere riconosciuti nella sua gestione.
Quest’ ultima viene scomposta in:
- Gestione operativa, formata da tutte le tipiche operazioni di esercizio che concorrono a formare il
margine operativo lordo, quest’ ultimo risulta dalla differenza tra il valore aggiunto e i costi del
personale;
- Gestione non caratteristica, costituita sia dalle operazioni di carattere finanziario e tributario sia da
quelle straordinarie, di natura non ricorrente, che riguardano le sostituzioni o i rinnovi
d’immobilizzazioni materiali o finanziarie di rilevante entità.

L’ attitudine dell’ azienda a effettuare la copertura dei costi e a conseguire un congruo utile e effettuata
attraverso l’ analisi economica del bilancio. La redditività complessiva dell’impresa è espressa dal tasso di
redditività del capitale proprio ( ROE ), che esprime la redditività complessiva dell’ impresa. Il ROE
esprime la capacità della gestione a remunerare il capitale che è stato investito nell’ impresa e viene
calcolato rapportando:

ROE = ( Utile d’ esercizio / Capitale proprio ) × 100 Re / Cp %

La redditività della gestione operativa è espressa dal tasso di redditività del capitale investito
( ROI ), esprime la percentuale e il grado d’indebitamento aziendale.

ROI = ( Reddito operativo / Totale impieghi ) × 100 Ro / Ti %

Il calcolo del ROI è utile nelle situazioni in cui si deve valutare l’ opportunità di compiere investimenti
aggiuntivi che richiedono l’ accensione di nuovi debiti di finanziamento. Infatti, se il tasso effettivo dei
nuovi prestiti è inferiore alla misura che si ritiene, assumerà il ROI in seguito ai nuovi investimenti
effettuati, l’ operazioni darà probabilmente risultati positivi.

Il tasso d’incidenza della gestione non caratteristica si ottiene dal rapporto tra il risultato economico
globale e quello della sola gestione operativa dell’ impresa:

tasso di incidenza della gestione non caratteristica = Re / Ro %


( Ricavi netti / Reddito operativo ) × 100

La percentuale che si ottiene è alta se è notevole il concorso alla formazione del reddito dei componenti
positivi non riconducibili alla gestione caratteristica dell’ impresa.

Il grado di utilizzo delle risorse investite nell’ impresa è espresso dall’ indice di rotazione degli impieghi:

indice di rotazione degli impieghi = ( Ricavi di vendita / Totale impieghi ) Rv / Ti

Più tale indice è alto, tanto maggiore è il grado di efficienza dell’ impresa.
La rimuneratività dei ricavi di vendita è espressa dal tasso di redditività lorda delle vendite ( ROS ).

ROS = ( Reddito operativo / Ricavi netti di vendita ) × 100 Ro / Rv %

Questo tasso esprime la percentuale di redditività delle vendite indicando la quota di ricavi che rimane dopo
la copertura di tutti i costi della gestione operativa. Se confrontato nel tempo in analisi sequenziale, può
fornire utili indicazioni sull’ efficienza delle politiche di vendita via via attuate dall’ impresa.

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c) Quozienti di natura patrimoniale

Dalla rielaborazione degli schemi contabili del bilancio è anche possibile ricavare indicazioni sulla struttura
del patrimonio al fine di accertare le condizioni di equilibrio nella composizione degli impieghi e delle fonti
di finanziamento e, tra gli altri indici è opportuno ricordare:

Rapporti strutturali di composizione

Tra le singole classi di valori dello Stato patrimoniale e il totale di una delle due sezioni ne riporto due
esempi:

Attivo circolante / Totale impieghi Ac / Ti Debiti a breve scadenza / Db /


Totale fonti di finanziamento Tf

- Grado d’immobilizzo del patrimonio

risulta dal rapporto tra attivo circolante e immobilizzazioni. Questo indice esprime l’ elasticità della
struttura aziendale e offre risultati molto diversi da settore a settore; in generale è basso nelle imprese
industriali e di servizi e alto, in quelle commerciali.

Grado di immobilizzo del patrimonio = Attivo circolante / Immobilizzazioni Ac / Im

3) Sistema di coordinamento degli indici

Il sistema di coordinamento degli indici, è articolato in tre sottosistemi riguardanti:

a) Le condizioni finanziarie dell’ azienda che risultano dagli indici: d’indebitamento, di liquidità e di
dilazione media delle vendite e dai rapporti strutturali di composizione degli impieghi e delle fonti di
finanziamento.
b) L’ andamento dell’ attività caratteristica, che appare soprattutto dagli indici di: dilazione media
delle vendite, dal ROI, dal ROS, dall’ indice di rotazione degli impieghi e, dai rapporti strutturali di
composizione del Conto economico;
c) La redditività della gestione, che si ricava principalmente dagli indici: ROI, ROE, d’indebitamento
e, dal tasso d' incidenza della gestione non caratteristica.
Il coordinamento degli indici mostra le relazioni che legano tra loro gli indici che fanno parte del sistema. In
particolare, gli indici che definiscono il sottosistema di redditività della gestione sono collegati da una
relazione matematica:

ROE = ROI × Leverage × gestione non caratteristica

( Re / Cp )% = ( Ro / Ti )% × ( Ti / Cp )% × ( Re / Ro )%

Questa relazione matematica, evidenzia i favorevoli effetti esercitati sulla redditività da parte del ricorso al
credito in periodi nei quali il rendimento operativo del capitale investito risulta superiore al tasso dei
finanziamenti.

Note: Questi sono appunti di Economia Azinedale e Ragioneria, sono ricavati da ore di studio e attraverso l' utilizzo dei seguenti materiali: Codice Civile,
Slide di un corso generale di Economia Aziendale e Organizzazione, Libri delle scuole superiori di ragioneria, "Percorsi modulari di Economia Aziendale,
editore Elemond Scuola & Azienda" , " Tecnica e organizzazione Aziendale, editore Tramontana", e il testo universitario "Economia aziendale editore
McGraw -Hill, di Gennaro Ferrara",gli stundenti di Informatica, posso evitare di studiare L' analisi per indici del bilancio, in qunto è un argomento da
me imesso in questi appunti per la facilitazione allo studio per tutti gli indirizzi Economici. ( Ringrazio per lo schema delle variazioni Economiche e le
variazioni Finanziarie, il mio professore delle superiori Alberico Di Maio, venuto a mancare nel 2014 ). Per tutte le info o note, vi invito a contattarmi,
cercando rispondervi nel più breve periodo di tempo a me possibile, ringrazio inoltre in quasta sede, chi mi invierà del materiale o aiuterà in qualsiasi
altra maniera il miglioramento dei seguenti appunti.

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