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ECONOMIA E GESTIONE
DELLE
IMPRESE
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PREMESSA
Obbiettivo del progetto formativo.
2 – Attività Organizzata
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L’apprezzamento dinamico dell’attività dell’impresa porta alla
definizione della stessa quale attività di intermediazione tra chi offre
lavoro e capitale e chi domanda beni e servizi nel mercato.
L’attività imprenditoriale oltre essere di intermediazione è di
trasformazione dei fattori produttivi acquisiti nel mercato per rilasciare
allo stesso altri e diversi beni e servizi in ragione della domanda dello
stesso.
Etero-organizzazione
Se per attività organizzata si intende l’attività di organizzazione di
risorse umane e di mezzi, ci si dovrà chiedere:
1 – esiste impresa senza l’organizzazione di personale?
2 – esiste impresa senza l’organizzazione di capitale?
Con riferimento alla numero 1) in giurisprudenza si ritiene che
l’impresa non richieda la sussistenza di una intermediazione del fattore
risorse umane e quindi la sussistenza dell’organizzazione di tale
fattore produttivo;
Con riferimento alla numero 2) non sussiste attività di impresa in
assenza totale di capitale (beni).
In sostanza deve sussistere un’attività organizzativa. Tale requisito
dell’organizzazione potrà anche essere di minime proporzioni (si pensi
al piccolo imprenditore) ma non consistere nella mera auto-
organizzazione del proprio lavoro.
L’ORGANIZZAZIONE E’ QUINDI IL DISCRIMINANTE TRA ATTIVITA
DI IMPRESA E ATTIVITA’ DI LAVORO AUTONOMO
Secondo parte della dottrina il lavoratore autonomo esercita un’attività
di organizzazione ma della sola propria opera manuale
(AUTOORGANIZZAZIONE) e senza un vero e proprio apparato di beni
strumentali.
Secondo tale impostazione sono lavoratori autonomi:
- i mediatori, gli agenti di commercio, l’elettricista, l’idraulico finche tali
soggetti facciano uso di mezzi strumentali inespressivi (auto, fax,
telefono) ovvero strettamente necessari all’esplicazione delle proprie
energie lavorative (la borsa degli attrezzi dell’idraulico e
dell’elettricista).
Secondo altra parte della dottrina il carattere imprenditoriale sussiste
anche in presenza della sola auto-organizzazione. Allora i lavoratori
come sopra definiti autonomi sarebbero da trattare quali imprenditori.
3 – Professionalità
L’attività imprenditoriale deve essere esercitata professionalmente vale
a dire:
1. In modo abituale (non occasionale) e continuativo;
2. In modo preordinato ad uno scopo di lucro (oggettivo).
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4 – Obbiettivo dell’impresa
Le attività economiche organizzate ed esercitate professionalmente
devono essere rivolte al mercato, dovendo consistere nella produzione
e scambio di beni e servizi.
Come si avrà modo di approfondire, l’attività di impresa ha ad oggetto
e scopo la soddisfazione di bisogni che si concretizza nella produzione
e scambio di beni e servizi idonei a soddisfare gli stessi.
E’ da escludersi quindi l’esercizio di un’attività di impresa quando
l’attività economica è funzionale alla realizzazione di un bisogno dello
stesso imprenditore. Non è quindi attività di impresa l’attività di
autoconsumo.
L'analisi in funzione del valore aggiunto, oltre a partire troppo avanti nel ciclo
di attività da considerare, ha un'altra grave carenza, in quanto si ferma troppo
presto. Infatti limitando l'analisi dei costi al momento del fatturato, cioè alle
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vendite, si perdono tutte le opportunità di sfruttamento delle interrelazioni con
i clienti dell'azienda, che sono importanti almeno quanto quelle con i fornitori.
La valorizzazione dei rapporti tra azienda e clienti è alla base del concetto di
valutazione dei costi del ciclo di vita, che analizza in particolare la relazione
tra il prezzo che il cliente paga per un prodotto e il costo totale che il cliente
sostiene nel corso dell'intero ciclo di vita utile del prodotto stesso.
L'attenzione esplicita ai costi del prodotto sostenuti post-acquisto da parte del
cliente, permette una segmentazione del mercato e un posizionamento del
prodotto molto più validi, così come l'ideazione e la progettazione del
prodotto, per ridurre i costi post-acquisto del cliente, arma primaria per
ottenere vantaggi competitivi.
La mancanza di considerazione dell'impatto sulla catena del valore
comporta un'errata comprensione dei problemi di gestione dei costi e una
perdita di opportunità.
Unità produttive
La presenza di una o più unità produttive corrispondenti alle aziende di
produzione, ovvero alla fabbrica. Queste realizzano l’attività economica
dell’impresa, cioè attività che risultano funzionali ad esigenze di altri soggetti
e che si concretano nella produzione e nella commercializzazione di beni e
servizi adeguati a soddisfare direttamente o indirettamente i mutevoli bisogni
umani. L’attività economica si svolge, quindi, attraverso unità produttive
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(stabilimenti, fattorie, botteghe, “aziende”), anche denominate unità locali
nelle rilevazioni ufficiali italiane (per es. le rilevazioni ISTAT).
In esse si attua la trasformazione di materie prime, di materiali semilavorati,
di componenti e di servizi in altri beni e servizi, che vengono poi venduti ad
acquirenti qualificabili come consumatori intermedi o finali.
Le unità produttive si caratterizzano, quindi, per la presenza di un complesso
di risorse di varia natura, materiali, energetiche, informative, che è:
• strutturato (organizzato),
• guidato da una volontà di governo, cioè dall’unità decisionale, in funzione
delle sue finalità.
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La distinzione tra le prime due categorie di interessi attiene al fatto che:
• nel primo caso
Il lucro è considerato in forma di ricchezza monetaria ritraibile dall’impresa
ad esempio in termini di utili distribuiti o di crescita del valore delle quote
Una delle proprietà fondamentali dei sistemi - siano essi colonie di batteri,
mercati monetari, persone che comunicano con altre persone o imprese – è
quella di modificare il proprio stato sia in funzione di stimoli interni al
sistema (ad es: il "comportamento" di un componente) sia a seguito di
influenze esterne: un sistema non esiste nel vuoto ma è sempre inserito in un
ambiente (fisico, sociale, etc.).
L’ambiente di un dato sistema è costituito dall’insieme di tutti elementi
dinamici in modo tale che un cambiamento registrato nei loro attributi è in
grado di influenzare il sistema, e (viceversa) anche di quegli elementi i cui
attributi sono cambiati dal comportamento del sistema.
Ne derivano i seguenti elementi di analisi:
1 – un elemento fa parte del sistema se la modifica dello stesso è in grado
di modificare gli altri elementi del sistema;
2 – l’elemento del sistema è suscettibile di subire modifiche per la
modifica di altri elementi del sistema;
Per quanto sopra il sistema si caratterizza per la sussistenza di relazioni
rilevanti e continuative laddove la modifica di un elemento modifica gli
altri e tali mutazioni saranno suscettibili di modificare lo stesso elemento,
e così via.
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Un sistema nella concezione esposta può essere immaginato come un
ambiente inserito in un sistema più ampio, costituendone un elemento, e
al contempo è esso stesso costituito da sistemi noti come sottosistemi di
esso.
Un sistema sociale, ad esempio un gruppo di amici, ha come ambiente (a
livelli diversi) la comunità di appartenenza, la cultura di riferimento dei suoi
membri, fino ad arrivare alla nazione ed oltre; esso è poi a sua volta costituito
da sottogruppi (quali le famiglie, le coppie) e da entità psico-biologiche
complesse, gli individui, che ne sono i sottosistemi.
Il modello della teoria dei sistemi più appropriato per poter approcciare
l’impresa è indubbiamente il modello del sistema vitale.
In sintesi per tale approccio si può concludere che l’impresa interagisce con
il contesto per apprendere, adattarsi, svilupparsi e migliorare nel tempo
le proprie condizioni di efficacia e di efficienza.
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Tali entità potenzialmente detengono proprietà (e risorse) e sono portatrici di
comportamenti tali da poter contribuire, in maniera favorevole o sfavorevole,
alla sopravvivenza del sistema vitale.
Capitolo II
1. L’azienda e l’ambiente esterno
Le organizzazioni aziendali sono sistemi aperti parte di un contesto più
ampio con il quale intrattengono rapporti essenziali al conseguimento dei
propri fini. Nessuna organizzazione contiene in se tutte le risorse utili ad
alimentare i propri processi interni e, di conseguenza, nessuna realizza
una condizione di completa autosufficienza nei confronti dell’ambiente.
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Il concetto di sistema aperto comprende anche tutte le altre influenze cui un
sistema è esposto e tutti i condizionamenti che possono incidere sulle scelte
organizzative, sulle attività e sui risultati.
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- le strutture di domanda e di offerta di lavoro, di capitale proprio, di beni
pubblici (si veda appendice “legge della domanda e dell’offerta);
- i settori, e cioè gli insiemi di aziende che hanno combinazioni economiche
simili e che operano negli stessi mercati (tecnicamente si parla di settore
economico di appartenenza per indicare il settore economico in cui opera
l’impresa. Esso coincide in genere con la classificazione dell’attività di
impresa: impresa edile, impresa di produzione di calzature etc . . );
- le politiche economiche, monetarie e finanziarie attuate dagli enti politici e
dalla pubblica amministrazione (sono fondamentali. Le politiche economiche
e finanziarie hanno un’elevata influenza sulle scelte degli imprenditori. In
modo molto semplicistico gli imprenditori decidono di investire in paesi che
adottano politiche economiche e finanziarie espansionistiche e non in paesi
con politiche economiche finanziarie di austerità).
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3 - LE CINQUE FORZE DEL PORTER
Le imprese per operare in maniera competitiva possono adottare diverse
strategie.
Nella formulazione di una strategia un passo fondamentale è la
definizione e lo studio delle principali caratteristiche del settore in cui si
opera. Lo schema di riferimento più utilizzato per questo tipo di analisi è il
modello delle 5 forze competitive di Porter, che, sulla base di alcuni fattori
strutturali, descrive il sistema competitivo in cui opera l’azienda.
La struttura competitiva di un settore dipende quindi dalla contemporanea
interazione delle 5 forze competitive che sono:
1. Intensità della competizione tra imprese nello stesso settore;
2. Potere contrattuale dei fornitori
3. Potere contrattuale degli acquirenti (clienti)
4. Minacce derivanti dall’ingresso sul mercato di nuovi concorrenti
(potenziali entranti)
5. Minacce derivanti dall’introduzione sul mercato di prodotti/servizi
sostitutivi
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- Possibilità di integrazione verticale: come visto in precedenza
nell’analisi della clientela, in questo caso un fornitore di filati può
decidere di produrre magliette e capi d’abbigliamento, oppure può
integrarsi con la distribuzione creando “a valle” un proprio canale
distributivo.
Diversificazione
La Società si diversifica quando opera in diversi settori (macro mercati).
Mentre nella strategia competitive di base, l’impresa intende rimanere nel
settore (abbigliamento, automobilistico, finanziario, …), nella strategia della
diversificazione l’impresa intende operare su diversi settori merceologici.
In ciascun settore poi l’impresa sceglierà la più idonea strategia competitiva di
base, vale a dire quella della leadersheep di costo o della differenziazione.
Obiettivo
Ottenere la “percezione” della clientela del prodotto come “unico”
Strumenti
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Advertising – aumento del consenso verso il bene prodotto;
Caratteristiche distintive
Contenuto tecnologico
Componente di servizio aggiuntivo
Obiettivo
Ottimizzazione del parametro “efficienza” nella realizzazione dei prodotti
Strumenti
Efficienza massima degli impianti (grado di utilizzo)
Massima attenzione alla dinamica dei costi
Elevato livello dei controlli
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La focalizzazione è in sostanza l’attività strategia interna decisionale. Il
management di fatto deve assumere decisioni strategiche ed in
particolare dovrà focalizzare le attività aziendali o sull’ottenimento di
vantaggi di costo o sull’ottenimento di vantaggi di differenziazione
Obiettivo
Ottenere “alternativamente”
Vantaggio di costo
Vantaggio di differenziazione
La strategia di diversificazione
Essa ha l’obiettivo di sviluppare la presenza competitiva in una molteplicità di
settori non necessariamente correlati.
Una impresa diversificata realizza dunque una quota significativa del proprio
volume d’affari in settori diversi da quello di origine (o principale).
La strategia di internazionalizzazione
Elementi che caratterizzano la natura internazionale dell’impresa sono:
Gestione in maniera permanente di attività di natura economica in due o più
paesi;
Struttura in grado di gestire la diversificazione geografica delle attività;
La struttura organizzativa deve essere capace di apprendere dai diversi
contesti geografici in cui l’impresa opera e di sviluppare risposte appropriate
agli stimoli provenienti dall’esterno e metabolizzarli attraverso i soggetti
aziendali.
Fattori interni che spingono l’impresa alla espansione in aree straniere
sono:
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Acquisizione di vantaggi competitivi determinati intrinsecamente dalla
gestione appropriata della presenza internazionale;
Lo sfruttamento in nuove aree geografiche di vantaggi competitivi detenuti
nel mercato originario;
La ricerca nelle aree estere di condizioni che possono tradursi in elementi di
vantaggio competitivo per l’impresa.
L'effetto esperienza
L’effetto esperienza comporta il fatto che per ogni raddoppio del volume di
produzione cumulata il totale dei costi relativi al valore aggiunto (compresi i
costi di amministrazione, di vendita, della distribuzione fisica, ecc e non
soltanto il costo di produzione) diminuisce in misura costante e prevedibile.
La relazione tra costi ed esperienza (volume di produzione e cumulata) viene
denominata curva di esperienza.
Per ogni raddoppio dell’esperienza i costi unitari si riducono di una certa
percentuale del valore originale.
Ciò è detto velocità di apprendimento.
L’effetto esperienza non deve essere dato per certo per tutte le imprese del
settore. Esso indica soltanto che è possibile al momento dell’osservazione una
riduzione dei costi qualora si mettano in atto tutte le azioni necessarie.
Tra le cause dell’effetto esperienza si possono citare:
Efficienza del fattore lavoro
Specializzazione del lavoro e miglioramento dei metodi di lavoro
Nuovi processi produttivi
Cambiamento del mix di risorse utilizzate
Standardizzazione della produzione
Riprogettazione del prodotto
CAPITOLO IV
1 – IL MARKETING
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Marketing è un termine che fa riferimento alla promozione di prodotti, la
pubblicità, i prezzi, i canali di distribuzione, e il branding. Il termine nel suo
significato originario significa letteralmente andare al mercato, come la
classica attività di shopping o andare ad un mercato tradizionale per vendere
beni o servizi.
Uso professionale
Professionalmente il termine ha un significato più ampio della pratica e della
scienza di negoziazione. L'American Marketing Association (AMA) afferma,
"Il marketing è una funzione organizzativa e una serie di processi per creare,
comunicare e fornire valore ai clienti e per la gestione delle relazioni con i
clienti in modo da beneficiare l'organizzazione e le sue parti interessate".
Il Marketing pratico tende ad essere visto come una industria creativa, che
include la pubblicità, la distribuzione e la vendita. Essa è anche preoccupata
di anticipare con i clienti 'le esigenze future", che sono spesso scoperte
attraverso ricerche di mercato.
Da qui la distinzione di marketing strategico e marketing operativo.
MARKETING STRATEGICO
Il ruolo del marketing strategico consiste nel seguire l’evoluzione del mercato
scegliendo strade definite, identificando differenti prodotti e mercati,
individuando nuovi segmenti di intervento attraverso l’analisi dei bisogni
degli individui ma soprattutto attraverso l’identificazione e la creazione di
nuovi bisogni da soddisfare.
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Fare marketing strategico, in modo estremamente semplificato,
significato individuare un bene da offrire, individuare un segmento di
mercato in cui piazzare il prodotto.
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Criteri di segmentazione
geografiche
o area geografica
o popolazione
o clima
socio-demografiche
o età
o sesso
o reddito
o occupazione
o titolo di studio
o livello di istruzione
o religione
psicografiche
o classe sociale
o stile di vita
o personalità
comportamentali
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A seconda del tipo di prodotto e dei potenziali clienti, quindi dei segmenti a
cui sono interessate, le imprese produttrici possono scegliere fra le seguenti
tipologie di marketing.
MARKETING OPERATIVO
Si fonda sui mezzi classici di marketing derivanti dalle politiche di: prodotto,
distribuzione, prezzo e comunicazione.
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prodotto comprende anche gli elementi di supporto, quali garanzie e servizi
post vendita.
Come i cicli biologici, i cicli di vita dei prodotti vanno dalla nascita al declino
passando per lo sviluppo e la crescita. Il ciclo di vita del prodotto ha quattro
fasi principali, che rappresentano la sua evoluzione:
La sequenza question mark > star > cash cow > dog
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I marketing manager utilizzano tale processo per assicurarsi che
l’introduzione, la modificazione e l’eliminazione di un prodotto siano
effettuate in tempi e modi appropriati, e in tal modo sono in grado di
mantenere mix di prodotti redditizi.
Introduzione
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La durata dell'introduzione dipende dalla predisposizione del mercato ad
accettare l'innovazione. La maggior parte dei nuovi prodotti decolla
lentamente e raramente genera un fatturato sufficiente per procurare profitti
immediati. Via via che gli acquirenti imparano a conoscere il nuovo prodotto,
i marketing manager dovrebbero essere pronti ad individuare i punti
debolezza del prodotto stesso e ad apportare rapidamente correzioni per
impedirne l’eliminazione prematura. Quando la curva di vendita sale, viene
raggiunto il punto di pareggio (breakeven point), nel mercato entrano
concorrenti e comincia la fase di crescita.
Crescita
Il numero di concorrenti che entrano nel mercato fanno diminuire i prezzi del
prodotto e i profitti cominciano a diminuire verso la fine della fase di crescita.
In questo momento del ciclo è importante stabilire e rafforzare la posizione
del prodotto nel mercato promuovendo la fedeltà della marca.
Maturità
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Questa fase è caratterizzata da un’intensa concorrenza perché nel mercato
sono presenti molte marche. I concorrenti pongono in rilievo i miglioramenti
e le differenze nelle proprie versioni del prodotto. Di conseguenza, durante la
fase di maturità, i concorrenti più deboli vengono espulsi dal mercato, mentre
gli altri tendono a cambiare i propri sforzi promozionali e distributivi
attraverso pubblicità diretta ai consumatori e promozioni dirette ai
distributori.
Declino
1. Introduzione
qualità, pubblicità, prezzo, servizi
2. Sviluppo
pubblicità, qualità, prezzo, servizi
3. Maturità
prezzo, qualità, pubblicità, servizi
4. Declino
qualità, servizi, prezzo, pubblicità
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CAPITOLO V
LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA
Il processo di pianificazione rappresenta uno dei mezzi più rilevanti a
disposizione dell'impresa per fronteggiare il rischio economico e garantire
la crescita e la sopravvenienza dell’impresa.
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ORIENTAMENTO STRATEGICO DI FONDO - OSF
Analisi SWOT
L’analisi SWOT è uno strumento di assoluta rilevanza per l’analisi dei piani
strategici. L’analisi SWOT di fatto consente di individuare la validità
economica e reddituale di un nuovo prodotto, di un nuovo segmento di
mercato.
L’analisi SWOT consente di visualizzare contemporaneamente:
- Punti di forza interni (Strengths)
- Punti di debolezza interni (Weaknesses)
- Opportunità esterne (Opportunities)
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- Minacce esterne (Threats)
Consente di evidenziare in modo chiaro e sintetico le variabili che possono
agevolare oppure ostacolare il raggiungimento degli obiettivi, distinguendo tra
fattori legati all’ambiente esterno e fattori legati all’organizzazione interna.
Consente di orientare in modo più efficace le successive scelte strategiche,
operative e le coerenti scelte organizzative
Fattori interni
Struttura organizzativa
Tecnologia adottata
Cultura organizzativa
Livello di competenza
Clienti e fornitori
Fattori esterni
Livello tecnologico del settore
Competitor
Contesto normativo
Mercati finanziari
Mercato materie prime
CONTESTO INTERNO
1. Risorse;
2. Competenze;
3. Fattori produttivi
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Weaknesses – Punti di debolezza interni
1. Mancanza di risorse;
2. Mancanza di competenza;
3. Mancanza di fattori produttivi.
CONTESTO ESTERNO
Stato patrimoniale
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Lo stato patrimoniale rappresenta le fonti e gli impieghi e ha la funzione di
descrivere la situazione patrimoniale della società, l’individuazione dei fondi
raccolti e gli impieghi degli stessi.
Nel passivo sono indicati i debiti (debiti verso fornitori, verso banche, verso
l’erario, vero gli enti previdenziali, verso dipendenti etc..) con distinzione di
quelli esigibile entro l’esercizio successivo e quelli esigibili oltre l’esercizio
successivo.
La differenza del totale attivo e del totale del passivo costituisce il patrimonio
netto della impresa
Le immobilizzazioni
Conto economico
Nel conto economico sono anche indicati i proventi e gli oneri straordinari
che si riferiscono ad accadimenti aziendali che sono estranei dalla gestione
caratteristica dell’impresa.
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I ricavi sono quelli rilevati nel momento in cui la cessione del bene è
effettuata che coincide con la consegna del bene (per i beni mobili) e con la
stipula dell’atto notarile per i beni immobili. Per quanto ai servizi i ricavi sono
rilevati nel momento in cui il servizio è ultimato.
I costi sono rilevati in adozione del corollario della correlazione con i ricavi di
modo che un costo concorre nella determinazione del reddito di esercizio se e
nella misura in cui concorre alla formazione dei ricavi.
Esempi di costo
1 – acquisti di merci.
Con l’indicazione di cui sopra si avrà che il costo del venduto sarà pari a
60 * 100 = 6.000,00
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Tale costo dovrà essere iscritto tra le immobilizzazioni immateriali quale
costo pluriennale e dovrà essere ammortizzato in 5 anni in modo sistematico
in quote costanti di pari importo in ciascun anno.
Stato patrimoniale
Immobilizzazioni € 100.000,00
immateriali
f.do - € 20.000,00
ammortamento
Imm. Immateriali
Immobilizzazioni € 80.000,00
Immateriali
(valore netto)
Conto economico
Ammortamenti € 20.000,00
immobilizzazioni
immateriali
Esempio di bilancio
Rea 175402
B) Immobilizzazioni
I. Immateriali
- costo storico 5.657 5.657
- (ammortamenti) -2.983 -1.851
- (svalutazioni) 0 0
Immobilizzazioni in corso e acconti 0 0
2.674 3.806
II. Materiali
- costo storico 4.547 4.547
- (ammortamenti) -1.137 -568
- (svalutazioni) 0 0
Immobilizzazioni in corso e acconti 0 0
3.410 3.979
III. Finanziarie 0 0
C) Attivo circolante
I. Rimanenze 40.908 21.188
II. Crediti
- entro 12 mesi 119.257 139.185
- oltre 12 mesi 0 0
119.257 139.185
III. Attività finanziarie che non costituiscono 0 0
immobilizzazioni
IV. Disponibilità liquide 11.182 4.956
D) Ratei e risconti 0 0
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Stato patrimoniale passivo 31/12/2008 31/12/2007
A) Patrimonio netto
I. Capitale 15.000 15.000
II. Riserva da sovrapprezzo delle azioni 0 0
III. Riserva di rivalutazione 0 0
IV. Riserva legale 431 0
V. Riserve statutarie 0 0
VI. Riserva per azioni proprie in portafoglio 0 0
VII. Altre riserve: -1 1
VIII. Utili (perdite) portati a nuovo 3.234 -4.951
IX. Utile (perdita) dell'esercizio -211 8.615
D) Debiti
- entro 12 mesi 158.878 154.449
- oltre 12 mesi 0 0
158.878 154.449
E) Ratei e risconti 0 0
A) Fideiussioni prestate 0 0
B) Avalli prestati 0 0
C) Altre garanzie prestate 0 0
D) Garanzie ricevute 0 0
E) Nostri impegni 0 0
F) Nostri rischi 0 0
G) Beni di terzi presso di noi 0 0
H) Nostri beni presso terzi 0 0
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I) Beni in leasing riscattati 0 0
L) Altri 0 0
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c) Imposte anticipate 0 0
0 368
Rappresentante Legale
Analisi finanziaria
Le principali voci che sono iscritte nel conto economico e che non sono espressione
di un movimento finanziario sono:
- Gli ammortamenti;
- Gli accantonamenti a fondi rischi.
In modo semplicistico allora si può concludere che il cash flow è dato dalla seguente
sommatoria algebrica:
+ ammortamenti rilevati
Per una corretta valutazione del cash flow, occorre tenere conto, in aumento
dello stesso, degli oneri finanziari relativi agli interessi sui mutui e prestiti
finanziari.
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Se pertanto l’impresa, per finanziare l’investimento in impianti e macchinari
ottiene un prestito bancario da rimborsare in rate mensili pari ad € 1.000,00
ciascuna di cui:
Il valore di cui sopra è essenziale per avere la chiara visione della capacità di
rimborso del finanziamento bancario.
CAPITOLO VI – LA PIANIFICAZIONE –
ESEMPIO DI ELABORAZIONE
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NEW CO. S.R.L.
PROGETTO
NUOVA LINEA CALZATURE XXX
Lì ______________________
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PROGETTO
Premessa:
I signori studenti dell’ITS (d’ora in poi gruppo di lavoro), a seguito di studi e ricerche
di mercato, hanno individuato un segmento di mercato nel quale poter operare con
la produzione e la commercializzazione di un nuovo prodotto di calzature.
Sulla base delle analisi e delle ricerche effettuate il gruppo di lavoro ha individuato
un “nuovo bisogno” che potrà trovare, con notevole margine di successo,
applicazione nel mercato della calzature nei mercati emergenti nell’area orientale
(in particolare nel mercato emergente della cina).
3 – il prodotto tiene conto delle tendenze e dei gradimenti di tipo orientale con la
differenziazione dello stile del prodotto tipico made in Italy;
4 – il costo del prodotto è compreso nel range: 70% – 60% del prezzo di vendita.
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La differenziazione del made in Italy, e il costo contenuto di produzione consente di
adottare strategie concorrenziali per aggredire il segmento della consumatrice
media, target in fase di sviluppo nel mercato cinese.
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1 Analisi della situazione di partenza e possibilità di sviluppo:
il segmento di mercato in cui si intende operare è costituito dal target “donna dal
ceto medio”. Il cliente di riferimento è quindi la donna dall’età compresa tra i 28 e i
35 anni, impiegati in lavori di ufficio o di carattere amministrativo.
Nei maggiori centri urbani della Cina abbiamo rilevato i seguenti dati statistici:
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Sintesi dell’ambiente:
Opportunità:
L’intera area decisionale è rimessa al gruppo di lavoro, che deve creare il prodotto
da immettere nel mercato, le tecnologie di produzione, i canali di distribuzione, i
metodi di controllo.
- ITS Donna;
- ITS Sport;
- ITS elegante.
Ulteriore punto di forza è il tessuto produttivo a disposizione acquisito mediante
contratti di subfornitura in attuazione di una primordiale strategia di
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verticalizzazione effettuate con imprese localizzate nel tessuto produttivo del
fermano e del maceratese per la realizzazione iniziale dei prodotti e per la
realizzazione dei campioni.
Gli obbiettivi di medio termine sono quelli della vendita per ciascuna stagione
(estiva ed invernale) di un quantitativo di prodotti nei termini di cui di seguito:
- Estivo € 700.000
- Invernale € 660.000
- Totale Volume Ricavi Attesi € 1.360.000,00
Il progetto economico finanziario è elaborato tenendo conto dell’analisi di
sensibilità con proiezione meno 20% e più 20%.
Gli obbiettivi quindi di medio termine a 6 anni sono la realizzazione di un volume dei
ricavi pari a:
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Il progetto si fonda sul mix delle due strategie di base: Strategia di leadersheep di
costo e della differenziazione.
La prima potrà essere realizzata solo dopo l’avvio della produzione che nella fase
iniziale avverrà interamente in Italia. Solo nella fase di crescita del ciclo di vita del
prodotto si attuerà il programma di sviluppo produttivo anche nelle aree di
destinazione con dislocazione di parte della produzione stessa.
(in questo paragrafo vanno inserite le strategie di marketing mix che si intendono
attuare con i relativi costi previsti).
5 – Il progetto finanziario
Analisi finanziaria:
Per quanto alla voce flussi finanziari questa risulta essere composta dalle consuete
voci “reddito – Ammortamenti – oneri finanziari” etc. , che ben rappresentano il
cash flow per ciascun anno del progetto.
Il cash Flow annuo per ciascuna delle ipotesi di sensibilità è appagante con
riferimento al valore di rimborso del finanziamento iniziale.
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Analisi economica finanziaria conclusioni
L’analisi di sensibilità infatti produce risultati più che accettabili anche nell’ipotesi
“Bassa”, ed inoltre evidenzia una scarsa oscillazione dei risultati economici
finanziari.
Analisi in Numeri
ALLEGATI:
- Prospetto Investimento
- Prospetto Piano finanziario
- Prospetto dei Ricavi e del costo del Venduto
- Prospetto dei costi generali
- Prospetto economico valori attesi
- Analisi finanziaria del progetto economico a valori attesi
- Progetto economico finanziario valori di sensibilità bassa
- Progetto economico finanziario valori di sensibilità alta
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IL PROGETTO ECONOMICO FINANZIARIO
TOTALI 122.000
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VALORE DELLA PRODUZIONE
Costo Del Venduto (compreso lavorazioni esterne) 952.000 910.520 865.694 891.665 918.415 945.968
Valore Aggiunto 408.000 490.280 577.130 594.443 612.277 630.645
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COSTI PER SERVIZI
DESCRIZIONE I ANNO II ANNO III ANNO IV ANNO V ANNO VI ANNO
Compenso Amministratore 30.600,00 31.212,00
Servizi normative di sicurezza Haccp 626 etc. € 500,00 € 510,00 € 520,20 € 530,60 € 541,22 € 552,04
€ - € - € - € - € - € -
Servizi Tecnici alla produzione € 10.000,00 € 10.200,00 € 10.404,00 € 10.612,08 € 10.824,32 € 11.040,81
TOTALE COSTI
RICAVIGESTIONE OPERATIVA 1.360.000 1.400.800 1.442.824 1.486.109 1.530.692 1.576.613
Costo Venduto e lavorazioni di produzione 952.000 910.520 865.694 891.665 918.415 945.968
Costi per godimento beni di terzi 24.000 24.480 24.970 25.469 25.978 26.498
RISULTATO GESTIONE
ONERI OPERATIVA
FINANZIARI 179.667 257.787 340.393 353.379 366.798 380.663
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ANALISI FLUSSI DI CASSA
I Anno II Anno III Anno IV Anno V Anno VI Anno
Reddito netto 104.851 151.957 201.769 209.824 218.155 226.771
INVESTIMENTO F. C. I ANNO
- 126.400 130.099 176.815 226.214
ANALISI DI SENSITIVITA'
CONTO ECONOMICO PROSPETTICO - ALTERNATIVA BASSA (-20%)
Descrizione I Anno II Anno III Anno IV Anno V Anno VI Anno
TOTALE COSTI GESTIONE OPERATIVA 228.333 232.493 236.737 241.065 245.479 249.982
RISULTATO GESTIONE OPERATIVA 98.067 159.731 224.967 234.490 244.342 254.534
ONERI FINANZIARI
Interessi su Finanziamento - 4.915 - 4.525 - 4.111 - 3.672 - 3.206 - 2.712
- 126.400
TASSO RENDIMENTO
PROGRESSIVO V.A. INTERNO € 76.403,27 € 153.490,78 € 247.657,56 € 339.115,26 € 427.944,75 € 514.223,98
D.C.F. A SEI ANNI € 387.806,02 F.C. IV ANNO
D.C.F. A QUATTRO ANNI € 212.706,38 PAY BACK AL SECONDO ANNO
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ANALISI DI SENSITIVITA'
CONTO ECONOMICO PROSPETTICO - ALTERNATIVA ALTA (+ 20%)
Descrizione I Anno II Anno III Anno IV Anno V Anno VI Anno
TOTALE COSTI GESTIONE OPERATIVA 228.333 232.493 236.737 241.065 245.479 249.982
RISULTATO GESTIONE OPERATIVA 261.267 355.843 455.819 472.268 489.253 506.792
ONERI FINANZIARI
Interessi su Finanziamento - 4.915 - 4.525 - 4.111 - 3.672 - 3.206 - 2.712
- 126.400
PROGRESSIVO V.A. € 168.606,66 € 315.247,05 € 486.507,69 € 652.736,27 € 814.083,65 € 970.695,68
D.C.F.
TASSOARENDIMENTO
SEI ANNI INTERNO € 850.688,18
D.C.F. A QUATTRO ANNI € 529.428,69 PAY BACK AL I ANNO
F.C. IV ANNO
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