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ECONOMIA POLITICA

1. COSA SI INTENDE PER PRODUZIONE E IMPRESA?


Per produzione si intende l’attività economica diretta alla trasformazione di
determinati beni -> fattori produttivi chiamati input: natura, lavoro,capitale
reale/monetario -> in beni o servizi destinati a soddisfare bisogni = output
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Per impresa si intende un'organizzazione di persone o cose il cui compito consiste
nell’acquistare fattori produttivi per impiegarli nel processo produttivo al fine di
realizzare il prodotto desiderato.
2. COSA SI INTENDE PER VALORE AGGIUNTO?
Il valore aggiunto si riferisce alla differenza tra il valore totale dei beni o dei servizi
prodotti da un'impresa e il valore dei beni e dei servizi acquistati per produrli. È il
valore che un'impresa aggiunge a un prodotto o a un servizio durante il processo di
produzione. ( RICAVI-COSTI)

3. DIFFERENZA TRA IMPRESA E AZIENDA?


IMPRESA=Organizzazione di persone/cose con il compito di realizzare il prodotto
desiderato (attività)
AZIENDA= Combinazione di persone e beni con finalità produttive -> complesso di
beni organizzata dall’imprenditore
DIFFERENZA= L’IMPRESA-> ATTIVITA’
AZIENDA= complesso di beni organizzata dall’imprenditore

4. COSA SI INTENDE PER CICLO PRODUTTIVO?


CICLO PRODUTTIVO=Insieme delle operazioni per trasformare i fattori produttivi in
fattori finiti

5. CHI E’ L'IMPRENDITORE?
L’imprenditore è colui che esercita professionalmente un’attività economica
organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni e servizi
-dirige la produzione a proprio rischio e organizza i fattori produttivi
-se i ricavi sono maggiori degli esborsi ottiene un PROFITTO in caso contrario
PERDITE.
6. QUALI SCELTE COMPIE L’IMPRENDITORE?
-Sceglie cosa e quanto produrre
-Stabilisce le dimensioni dell’impresa(piccola/media/grande)
-Stabilisce la forma giuridica(imp. individuale/società di persone /capitali)
-Stabilisce la sua collocazione (località)
-Reperire e organizzare i fattori produttivi cercando di combinare nel miglior modo
-Sostenere in anticipo i costi dei fattori produttivi
-Collocare i propri prodotti sul mercato.
7. QUAL’E’ IL RISCHIO DELL’IMPRENDITORE?
Il rischio dell’imprenditore è quello di adottare scelte sbagliate che comporta il
pericolo di non vendere i propri prodotti o non venderne abbastanza per rientrare
nei costi sostenuti in precedenza

(PAGINE 116-117)
8. QUAL’E’ L’OBIETTIVO FINALE? obiettivo profitto= obiettivo imprenditore
L’obiettivo finale dell’imprenditore è quello di incrementare il fatturato dell’impresa
e di massimizzare il profitto
9. QUALI FORME GIURIDICHE PUO’ ADOTTARE?
Una delle prime scelte dell’imprenditore riguarda la forma giuridica:
-IMPRESA INDIVIDUALE: abbiamo un solo soggetto che di conseguenza e
proprietario, imprenditore e responsabile dell’impresa. Questo tipo ha gravi
responsabilità: il rischio ricade sul fatto che in caso di “fallimento” poichè il
soggetto responsabile risponde con il proprio patrimonio personale.

-IMPRESA SOCIETARIA: Cerca di superare gli inconvenienti dell’impresa


individuale, assicura la ripartizione dei rischi fra più soggetti

-LE SOCIETA’ DI PERSONE: Hanno autonomia patrimoniale imperfetta= i soci


hanno una responsabilità sociale illimitata. L’amministrazione è affidata ai soci e
qualora il patrimonio fosse insufficiente i soci sono chiamati a rispondere:
● ILLIMITATAMENTE->con tutti i beni futuri e presenti
● SOLIDALMENTE->ciascuno risponde per totalità
● CON IL PROPRIO PATRIMONIO PERSONALE

-LE SOCIETA’ DI CAPITALI: Hanno autonomia patrimoniale perfette= i soci hanno


una responsabilità sociale limitata. I soci rispondono alle obbligazioni sociali
limitatamente alla quota di capitale conferita
VANTAGGI: 1. I SOCI POSSONO RIPARTIRE I COSTI
2.SALVAGUARDARE IL PROPRIO PATRIMONIO PERSONALE
3.MAGGIORE ACCESSO AL CREDITO
tipi: SPA, SRL -> Quando raggiungono dimensioni importanti = GRUPPI

-GRUPPI DI SOCIETA’: Aggregazioni di unità produttive , autonome ma collegate


sul piano organizzativo. ( hanno una struttura piramidale a cui vertice è posto un
CAPOGRUPPO=HOLDING->Detiene azionari in altre società
DEI GRUPPI SOCIETA’ FANNO PARTE LE MULTINAZIONALI
(PAG 118-119)

10. TABELLA PAG 122


11. TABELLA PAG 125
ECONOMIA POLITICA
1. QUALI SONO I FATTORI DELLA PRODUZIONE?
I fattori produttivi sono 3:
-TERRA O NATURA= trasformazione prima dell’uso
-LAVORO(manuale o intellettuale) -> attività umana per realizzare un
risultato
-CAPITALE(reale o monetario & fisso / variabile)
Solitamente a questi si aggiunge il fattore imprenditorialità cioè
l’indispensabile capacità organizzativa dell’imprenditore

2. DIFFERENZA TRA FATTORI FISSI & COSTI VARIABILI


FISSI:Usati più volte nel ciclo produttivo, contribuiscono alla produzione di
più prodotti -> IMPIANTI E ATTREZZATURE
VARIABILI:Usati una sola volta nel ciclo produttivo vengono assorbiti nel
prodotto finale -> MATERIE PRIME , ENERGIA ELETTRICA

3. DIFFERENZA LUNGO/BREVE PERIODO


LUNGO: Tempo sufficiente affinchè l’impresa possa sostituire i macchinari
soddisfacendo l’aumento
BREVE: Tempo non sufficiente per mutare le capacità produttive

4. COSA INTENDI PER OBSOLESCENZA


Determina la necessaria sostituzione dei fattori produttivi fissi

5. QUAL’E’ LA FUNZIONE DELLA PRODUZIONE


E’ la funzione tra la quantità di output ottenibile e la quantità di fattori
produttivi necessaria per averla -> si applica nel processo di produzione che
condiziona l'efficienza produttiva
Y= f(X1,X2,X3….XN)
Y=PRODUZIONE X=FATTORI PRODUTTIVI

6. FRONTIERA DELLE POSSIBILITA’ PRODUTTIVE + GRAFICO


E’ la combinazione di prodotti che l’impresa potrebbe realizzare sfruttando
a pieno tutte le risorse produttive:
7. COSTO OPPORTUNITA’
Quantità di un bene che l’impresa rinuncia a produrre per realizzare una
certa quantità dell’altro bene
-è il costo dell’alternativa produttiva mancata,, la quantità di un bene a cui
si rinuncia per aver preferito produrre un altro bene

8. PRODUTTIVITA’ TOTALE
Produzione ottenuta con una determinata quantità del fattore produttivo .
andamento : cresce , ha un punto di stallo e poi inizia a decrescere
leggermente.

9. PRODUTTIVITA’ MARGINALE
Variazione del prodotto totale che si verifica aumentando di una unità il
fattore produttivo considerato

10. PRODUTTIVITÀ’ MEDIA


Data dal rapporto tra il prodotto totale e la quantità di fattore utilizzato
prodotto totale x fattore totale produttivo

11. LEGGE DEI RENDIMENTI DECRESCENTI ESEMPI


La produzione cresce a seguito dei primi incrementi del fattore produttivo,
ma l’incremento successivo provoca aumenti di produzione sempre
minore, fino al punto in cui diventano irrilevanti , se non svantaggiosi per la
produzione

12. AGGRAVI DI COSTO ESEMPI


-L’incremento di fattori produttivi favorisce più errori e incidenti
ES. in una cantina dove prima lavorava un solo operaio e invece ora ne
lavorano dieci , il numero di bottiglie rotte è più elevato a causa
dell’aumento di personale
-L’intenso utilizzo degli impianti sottopone le strutture a un maggior lavoro
e ciò puo’ causare rotture con rallentamento alla produzione
ES. abbiamo un unico trattore utilizzato non più 4 ore al giorno ma
utilizzato da 10 operai a turno per 15 ore al giorno

13. SECONDO LA SCUOLA CARDINALISTA LA COMBINAZIONE OTTIMALE


QUAL’E’?
L’imprenditore sceglie davanti a innumerevoli combinazioni quella che gli
consente di ottenere la massima quantità di prodotto
(Al fine di ottenere il massimo profitto)
𝑃1 𝑃2
𝑝1
= 𝑝2

14. PRODUTTIVITA’ MARGINALE PONDERATA


E’ il rapporto tra la produttività marginale e il prezzo del fattore produttivo.
𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡à 𝑚𝑎𝑟𝑔𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑜𝑛𝑑𝑒𝑟𝑎𝑡𝑎 = 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡à 𝑚𝑎𝑟𝑔𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒
ーーーーーーーーーーーー
𝑝𝑟𝑒𝑧𝑧𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑡𝑡𝑖𝑣𝑜

15. CURVA DEGLI ISOQUANTI (SCUOLA ORDINALISTA)


Combinazione dei due fattori che mi consentono di ottenere la stessa
quantità prodotta.
16. ISOQUANTI DI PRODUZIONE
-formata da tutte le combinazioni di impiego di lavoratori specializzati e
che non ottengono lo stesso risultato.
andamento: decrescente , se aumento un fattore l’altro diminuisce
17. FAMIGLIA DI ISOQUANTI
GUARDARE GRAFICO PAG 152-153
-AUMENTANDO cont. i due
fattori=maggiore prod.
-DIMINUENDO cont. i due
fattori=produzione inferiore

LE PRODUZIONI POSTE PIU’ LONTANE DALL'ORIGINE SONO QUELLE CHE


ASSICURANO PIU’ ELEVATI LIVELLI DI PRODUZIONE

18. SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE


La misura della quantità di un fattore necessaria per sostituire una quantità
infinitesima dell’altro
𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑖𝑡à 𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑚𝑜 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒
𝑠𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑚𝑎𝑟𝑔𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑠𝑜𝑠𝑡𝑖𝑡𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 = 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑖𝑡à 𝑑𝑒𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒
19. RETTA DEGLI ISOCOSTI (COSTI E SOLDI CHE HO A DISPOSIZIONE)
-L’imprenditore non può usare tutte le tecniche produttive, è limitato nella
sua scelta da:
-Costo dei fattori impiegati
-Entità del capitale di cui dispone
Ogni punto di tale retta è dato da una combinazione di fattori il cui costo
complessivo corrisponde al capitale disponibile.
20. QUAL’E’ LA COMBINAZIONE OTTIMALE
Punto in comune tra retta e curva , dove non posso andare oltre
rappresenta il massimo che posso produrre
21. rappresenta la condizione ottimale della scuola ordin.
-Questa combinazione coincide con il punto di tangenza tra la curva
dell’isoquanto e la retta dell’isocosto prodotta.

22. COSA FA AUMENTARE O DIMINUIRE LA PRODUZIONE


-L’aumento è dovuto dal = PROGRESSO TECNICO
ES. se inizialmente un operaio produceva un certo numero di unità con
l’introduzione di una macchina riuscirà a produrre più unità
-Le innovazioni che consentono di ottenere un risparmio di
lavoro=LABOUR SAVING
-Le innovazioni che permettono di risparmiare capitale=CAPITAL SAVING
ECONOMIA POLITICA
1. I COSTI DELL’IMPRESA , QUALI SONO?
L’imprenditore per avere il massimo profitto può agire in 2 modi:
1.RIDURRE LE SPESE PER LA PRODUZIONE (COSTI)
2.AUMENTARE LE ENTRATE DALLA VENDITA(RICAVI)
Quanto più la forbice costi-ricavi si divarica tanto maggiore sarà il
guadagno.
2. L’AUMENTO DEL RICAVO DELL’IMPRESA
L’incremento dei ricavi dipendono dalle decisioni dell’imprenditore:
-prezzo di vendita
-quantità di vendita
3. COSTI DI PRODUZIONE
Sono i sacrifici che l’impresa deve sopportare per procurarsi i fattori
produttivi. (salari , stipendi pagati, rendite)
4. COSTO-OPPORTUNITA’
Valore a cui si rinuncia .(mancata entrata di denaro)
CONTABILE=perché non viene preso in considerazione dalla contabilità az.
COSTO CONTABILE=somme di denaro sostenute per i fattori produttivi

ECONOMICO= un det. impiego del fattore produttivo impedisce l’utilizzo


alternativo.
COSTO-ECONOMICO=comprende i costi opportunità
5. COSTI FISSI /VARIABILI
FISSI= NON VARIANO AL VARIARE DELLA QUANTITA’ PRODOTTA(CANONI)

VARIABILI=VARIANO IN FUNZIONE DELLA QUANTITA’


PRODOTTA(MATERIE PRIME,COSTI PER UTENZE…)
6. AMMORTAMENTO
Accantonamento di quote annuali calcolate in modo approssimativo
tenendo conto del tempo di invecchiamento dell’impianto e del prezzo che
dovrebbe avere quello futuro.

7. COSTO TOTALE
La somma dei costi fissi e dei costi variabili = insieme delle spese sostenute
dall’imprenditore 𝐶𝑇 = 𝐶𝐹 + 𝐶𝑉

L’andamento del costo totale è


lo stesso dei costi variabili con
partenza non dall’origine : a
produzione nulla il costo totale
coincide con i costi fissi

8. COSTO MEDIO
Rapporto tra il costo totale e la quantità prodotta
𝐶𝑂𝑆𝑇𝑂 𝑇𝑂𝑇𝐴𝐿𝐸
𝑐𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑜 = 𝑄𝑈𝐴𝑁𝑇𝐼𝑇𝐴' 𝑃𝑅𝑂𝐷𝑂𝑇𝑇𝐴

9. COSTO MARGINALE
Variazione del costo totale derivante dall’aumento della produzione di
un’unità

10. OTTIMO TECNICO


L'ottimo tecnico si verifica quando i costi di produzione hanno il
valore più basso. l'ottimo economico si verifica al raggiungimento del
massimo profitto possibile. la legge dell'offerta dice che la quantità
offerta è in funzione diretta del prezzo di vendita.
11. L’OFFERTA
La quantità offerta è in funzione diretta del prezzo di vendita: aumenta
all’aumentare del prezzo e viceversa.

-LA CURVA DELL’OFFERTA = ANDAMENTO CRESCENTE

-L’ELASTICITA’ DELL’OFFERTA =dipende dalle sue capacità di adeguare


la produzione alla variazione di prezzo
Per calcolare l'elasticità del prezzo dell'offerta bisogna dividere la variazione
percentuale della quantità di prodotto offerta per la relativa variazione
percentuale del suo prezzo. I risultati che si ottengono da detta operazione
possono essere 1, meno di 1 o più di 1.
𝑉𝐴𝑅𝐼𝐴𝑍𝐼𝑂𝑁𝐸 % 𝑂𝐹𝐹𝐸𝑅𝑇𝐴
𝐸𝐿𝐴𝑆𝑇𝐼𝐶𝐼𝑇𝐴' 𝐷𝐸𝐿𝐿'𝑂𝐹𝐹𝐸𝑅𝑇𝐴 = 𝑉𝐴𝑅𝐼𝐴𝑍𝐼𝑂𝑁𝐸 % 𝐷𝐸𝐿 𝑃𝑅𝐸𝑍𝑍𝑂
NEUTRA=1
RIGIDA<1
ELASTICA>1
PERFETTAMENTE RIGIDA =0

12. L’EQUILIBRIO COSTI RICAVI


L’imprenditore deve evitare che i ricavi ottenuti siano inferiori dai costi.
Quando i ricavi eguagliano i costi si ha = punto di pareggio , un minimo
oltre il quale non può scendere.

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