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Microeconomia

Teoria dell’impresa
La teoria dell’impresa descrive il modo in cui le imprese prendono decisioni di
produzione finalizzate a minimizzare i costi, che variano in funzione della quantità
prodotta.
Le decisioni di produzione dell’impresa.
Le decisioni di produzione dell’impresa possono essere studiate in tre fasi
successive:
1. La tecnologia di produzione: abbiamo bisogno di un metodo per descrivere come
i fattori di produzione possono essere trasformati in prodotto.
2. Il vincolo di costo: le imprese devono tenere conto dei prezzi di lavoro, capitale e
altri fattori produttivi.
3. La scelta dei fattori: data la tecnologia di produzione e i prezzi di lavoro, capitale
e altri fattori, l’impresa sceglie la quantità di ciascun fattore da impiegare nella
produzione.
La tecnologia di produzione
In un processo produttivo l’impresa trasforma i fattori di produzione in prodotto. I
fattori di produzione sono tutto ciò che l’impresa utilizza nel
proprio processo produttivo.
I fattori di produzione possono essere suddivisi in tre categorie generali: lavoro,
capitale e materie prime.

La funzione di produzione
Possiamo descrivere il rapporto tra fattori di produzione e prodotto attraverso
una funzione di produzione, che indica il massimo prodotto q che un’impresa può
produrre per ogni data combinazione di fattori.
Il breve e il lungo periodo
Ci vuole tempo perché un’impresa sostituisca tra loro i fattori di produzione.
Poiché l’impresa deve considerare se può variare o meno i fattori di produzione, e in
quale orizzonte temporale può farlo, nello studiare la produzione è importante
distinguere tra breve e lungo periodo. Il breve periodo si riferisce a un orizzonte
temporale in cui le quantità di uno o più fattori di produzione non possono essere
variate. Il lungo periodo è l’arco di tempo necessario per poter variare tutti i fattori
di produzione.
La lezione di oggi si concentra sull’analisi dei costi per spiegare il comportamento
delle imprese. Vedremo come i produttori massimizzino i profitti nel breve e nel
lungo periodo, e quali siano le ipotesi sui loro risultati.

COSTO ECONOMICO E PRODUZIONE


• CHE COSA SONO I COSTI?

L'obiettivo di un'impresa è la massimizzazione del profitto.


Il profitto è semplicemente il ricavo totale che l'impresa ottiene dalla vendita del
proprio prodotto meno il costo totale di produrre quella quantità di prodotto

È necessario comprendere di cosa sono composti ricavi e costi totali


• Per i ricavi vale la definizione precedente
-----Ma cosa sono i costi?
• Ricordiamo che in economia i costi sono costi opportunità.
Essi includono naturalmente i costi espliciti o diretti, i pagamenti monetari che
fanno parte dei costi contabili, ma includono anche costi impliciti, in ogni caso in cui
l'impresa utilizzi delle risorse che avrebbero potuto essere utilizzate in modo diverso
dall'impresa stessa
• PRODUZIONE E COSTI
Un concetto di base nell'analisi del comportamento dell'impresa è quello di funzione
di produzione.
La FUNZIONE DI PRODUZIONE mostra la relazione esistente tra QUANTITA' DI
FATTORI PRODUTTIVI impiegata nella produzione di un bene (input) e QUANTITA'
DI BENE PRODOTTA (output).
• Nel BREVE PERIODO questo significa guardare semplicemente alla relazione tra
l'ammontare di fattore produttivo LAVORO impiegato e la QUANTITA' di PRODOTTO
Questo perché IL BREVE PERIODO viene definito come un periodo di tempo troppo
breve per permettere un aumento degli altri input (capitale, terra….)
➔ Nel breve periodo la DIMENSIONE DELL'IMPRESA è FISSA.

- La Misurazione dei Costi.


Il costo economico. Gli economisti considerano tutti i costi rilevanti e considerano
sia i costi espliciti che impliciti.
▪ costi espliciti: pagamenti diretti effettuati dall'impresa per acquistare i fattori
necessari al proprio processo produttivo durante un dato periodo di tempo
(es: salari e stipendi, pagamento dei materiali)
▪ Costi impliciti: relativi agli input senza un prezzo esplicito (es il valore del
tempo lavorativo del proprietario, e il valore di altre risorse utilizzate ma non
acquistate nel periodo dato).
Il costo economico o costo opportunità è il valore del migliore impiego alternativo
di una risorsa. Esso comprende sia costi espliciti che impliciti. Se un'impresa acquista
e utilizza un input immediatamente, il costo opportunità di tale input è la somma
versata dall'impresa. Se l'impresa utilizza un input prelevata dal proprio magazzino,
il costo opportunità corrisponde a che cosa l'impresa potrebbe acquistare oppure
che cosa potrebbe ottenere dalla vendita di tale input oggi.
Grafico 1. : Relazione tra output e input
Relazione:tra n° unità di bene/input che un’impresa può produrre
e
un n° unità di output che un’impresa riesce a cedere.

Graficamente è rappresentata la Funzione di produzione, cioè: relazione che


sussiste tra n° totale unità output (sull’ordinata) e n° totale unità input (sull’ascissa).
• Cosa suggerisce tale relazione?
Tale relazione suggerisce come sono legati tra loro i n° di beni prodotti e il n° di
fattori della produzione necessari a produrli.
Dalla curva, graficamente si evince che essa è Crescente:
➔ Con l’aumentare degli input, gli output aumentano di conseguenza.
• Esempio:
Se studiassi 1,500 ore otterrei 400 nozioni:
Maggiore sarà il Costo che devo sostenere per acquistare un ammontare superiore
di fattori della produzione. La curva Crescente, infatti, implica che più l’impresa
vuole produrre, più sarà il costo da sostenere.

Domanda:
Per ogni singola unità di fattore della produzione quante unità di output si riescono
ad ottenere?
(quanto produco in base a quanto impiego)
Risposta:
“La risposta dedotta dal grafico: incrementi di input costanti danno incrementi di
output progressivamente inferiori.”
“ Per la risposta in termini di calcoli: bisogna comparare un uguale ammontare di
fattori della produzione tra loro, con in più il fattore della produzione considerato in
partenza.
• Esempio, guardando il grafico:
Prendendo degli slot da 500 possiamo vedere che si riesce a produrre un
ammontare:
• da 0 a 500 abbiamo 200 output;
mentre con ulteriori 500:
• da 1000 a 1500 abbiamo 350.
Per il Rendimento marginale: si indica la relazione che sussiste fra il prodotto
marginale di un fattore produttivo e la quantità stessa del fattore. In particolare,
il rendimento marginale è il rendimento che produce l'utilizzo di una unità in più
del medesimo fattore, a parità di altre condizioni. I rendimenti marginali possono
essere:

a) costanti, quando un aumento della quantità del fattore in questione


mantiene invariato il prodotto marginale di tale fattore;
b) crescenti, quando ad un aumento della quantità del fattore in questione
corrisponde un aumento del prodotto marginale di tale fattore;
c) decrescenti, quando ad un aumento della quantità del fattore in questione
corrisponde una diminuzione del prodotto marginale di tale fattore.
In tal caso il Rendimento degli slot è decrescente. In quanto il rendimento di
quell’ammontare è diverso man mano che si aggiungono gli input all’ammontare
già presente nella situazione iniziale. LEGGE DEI RENDIMENTI DECRESCENTI.
• Legge dei Rendimenti Decrescenti
La legge dei rendimenti marginali decrescenti afferma che, aumentando
gradualmente l’intensità d’uso di un fattore produttivo e tenendo costanti gli altri, si
arriva infine a un punto al di là del quale l’apporto del fattore variabile alla quantità
prodotta comincia a diminuire.
(La legge dei rendimenti marginali decrescenti si applica di solito al breve periodo,
quando almeno uno dei fattori è fisso, ma può essere valida anche nel lungo
periodo: anche se tutti i fattori possono variare, l’impresa potrebbe comunque voler
compiere scelte di produzione in cui uno o più fattori sono costanti.)

Domanda:
Via via, utilizzando diversi fattori della produzione gli output variano o sono di
uguale ammontare?
Risposta:
Varia. Perché la Pendenza non è costante, infatti graficamente si nota che la Retta
Tangente alla Curva diventa man mano sempre più piatta.
-Si conclude che la curva sul grafico è una curva crescente con rendimento
decrescente poiché la pendenza della curva diventa sempre più piatta-

- Ragionamento inverso
Domanda:
Quanti fattori della produzione devo impiegare per produrre un n° tale di output?
Risposta:
Dipende!
-Esempio:
Alla domanda quanti fattori della produzione devo impiegare per produrre 10 unità
di output?
Dipende se le 10 unità di output possono essere prodotte da un n° di fattori della
produzione che varia in base al fatto di quanto già “prima” ho prodotto e ho
impiegato.
• Il fattore della produzione (Addizionale) dipende
se -> Sono solo quelle 10 unità di output
se -> Quelle 10 unità di output sono aggiuntive a quelle già presenti
Le 10 unità di output richiedono un ammontare Maggiore di fattore della
produzione.
e
Il Costo di quell’unità di output aggiuntiva sarà diverso, e via via crescente rispetto
all’unità di output che già sto producendo.
Graficamente si rileva: una Curva con concavità verso il basso e cioè: La Funzione di
produzione.
Dunque, stessa cosa vale per gli output: in quanto incrementi costanti di output
necessitano incrementi di input progressivamente maggiori.
Si conclude che la curva nell’immagine è una curva crescente con rendimento
decrescente, poiché la pendenza della curva diventa sempre più piatta.

➢ Costo Marginale
E’ il Costo dell'ultima unità prodotta, ovvero l’incremento che subisce il costo
totale quando la produzione aumenta di una unità.
Obiettivo dell'analisi del costo marginale è dunque quello di determinare a che
punto un'organizzazione può ottenere economie di scala, ovvero quel fenomeno di
riduzione dei costi e dell'aumento dell'efficienza legato a un maggiore volume di
produzione.
Per calcolare il costo marginale, occorre dividere la variazione dei costi di
produzione per la variazione della quantità.
La formula è dunque la seguente:
Costo marginale = Variazione delle spese totali / Variazione della quantità
prodotte

- Andamento del Costo Marginale


(Quanto mi costa un’unità di output? Dipende se è la 3°,10°prodotta)
Graficamente si evince, rispetto a quello precedente, che l’informazione richiesta è
relativa al Costo per unità di produzione sull’ordinata; e il N° totale di unità prodotte
sull’ascisse. Cioè,
Domanda
Perché il Costo Marginale aumenta?
Prima di rispondere, si procede con un esempio:
Graficamente leggo:
Se producessi 60 unità di bene e volessi aumentare a 61, quanto mi “costa” quella
singola unità aggiunta a 60?
N.B ->È stata sottolineata intenzionalmente la parola singola, in quanto:
- L’ascissa x, riporta il Numero totale delle unità prodotte;
- L’ordinata y, riporta il Costo per le singole unità di produzione.
Risposta
Se volessi produrre più unità di bene, dovrei impiegare più input e il costo è
Maggiore. Dato che è il costo di tutte le unità di input, e non solo delle singole
addizionate dopo.
Dunque, il costo per produrre 1 unità di output in più è maggiore quanto più è
grande il n° totale di unità prodotte alle quali si vuole aggiungere l'unità in più;
il costo marginale per aumentare di 1 unità di output la produzione di 100 è
superiore al costo marginale per aumentare di 1 unità di output la produzione di 20.
➔ Se il rendimento fosse stato costante ci sarebbe stata una retta crescente
orizzontale. (vale anche in tal caso la legge dei rendimenti decrescenti)
➔ Se volessi, invece, rappresentare il costo totale di produzione la curva sarebbe
crescente in entrambi i casi di rendimento crescente-decrescente.

- Costo Marginale

#Il costo marginale è il reciproco del prodotto marginale del


lavoro: Vi è quindi una relazione di proporzionalità inversa tra produttività
marginale e costo marginale: quando cresce la produttività marginale, diminuisce il
costo marginale, e viceversa.
-Esempio:
Con un’unità di fattore della produzione riesco a produrre 2 unità di output.
Se il prodotto marginale del lavoro è pari a 2, è necessario conoscere 2 informazioni:
1. Ammontare già impiegato nella situazione iniziale
2. Singola unità
Mentre il prezzo dell’output è uguale a £10
➔ Il costo marginale dell’output è: £5

Cm= prezzox 1/Pm,L= 10 x ½= 5.

Fine.

-Esempio:
• Output= pulire Ateneo
• Input= ore di lavoro
Domanda: Qual è il tempo richiesto per pulire per aula?
-L’Ateneo stabilisce il prezzo di £10 per 1 ora di pulizia-
Il costo marginale dipende da quante ore effettivamente urgono per pulire tutto
l’ateneo, siccome fa riferimento al costo per pulire ogni “singola” aula.
HP: per 1 aula si necessitano 15 min.
All’Ateneo costa £2,50

Cm= prezzo x 1/ Pm,L=10x1/4= 2,50


il reciproco del costo marginale->prodotto marginale del lavoro.
- HP: INNOVAZIONE DELLA TECNICA PRODUTTIVA

La relazione tra gli output e gli input varia, e migliora.


Domanda:
- Ma graficamente cosa succede al Costo marginale di produzione?
Con l’aumentare degli output per ogni ammontare dei fattori della produzione:
(ritornando all’esempio dell’Ateneo, le aule da 4 aumentano a 5, ma con il prezzo
per ora di £10 fisso)
• Output aumentano
• Prezzo fisso
• Costo fisso

Risposta:
La curva del costo marginale seppur sempre crescente diminuisce rispetto al caso
precedente e, si sposta verso il basso a destra.
- Confronto prima e dopo dell’innovazione
(Grafico precedente) -> Un aumento dei fattori della produzione da luogo ad uno
spostamento verso l’alto della curva del costo marginale. Prezzo superiore.
(Grafico attuale) -> Con un’innovazione delle tecniche di produzione, l’aumento dei
fattori della produzione da luogo ad una curva che diminuisce e si sposta verso il
basso. Prezzo inferiore.

➔ A parità di output prodotto, il costo marginale attuale è inferiore a quello


iniziale (costo marginale crescente per entrambe)

- Determinazione della Funzione di Costo.


(Con effetto dell’innovazione delle tecniche di produzione)
- Graficamente
L^1= RETTA
L^2= PARABOLA
L<1 con L positivo = Curva crescente, non lineare con concavità verso il basso.

-Il costo totale, costo marginale e il costo medio dipendono da:

✓ Prezzo del fattore di produzione


✓ Quantità prodotta
-Costo totale
Costo sostenuto dall'imprenditore per l'acquisto dei fattori produttivi e dei beni
strumentali necessari per lo svolgimento del ciclo produttivo.
Più precisamente, il costo totale è dato dalla somma del costo variabile (v.) e dal
costo fisso (v.).
Il primo varia al variare della quantità totale prodotta mentre il secondo rimane
costante.
Nel lungo periodo (v.) tutti i costi diventano variabili in quanto anche gli impianti
dell'impresa necessitano di adattamenti. Nel breve periodo (v.), invece, l'impianto
dell'impresa rimane inalterato, per cui un aumento della produzione può essere
ottenuto solo mutando la quantità degli altri fattori produttivi.

La somma dei costi fissi e dei costi variabili dà luogo alla curva del costo totale
(CT).

-Costo medio
Costo risultante dal rapporto fra il costo totale (v.) e la quantità prodotta.
Il costo medio è la quota di costi totali (cioè sia fissi che variabili) sostenuta per
produrre una singola unità di prodotto o servizio. Si ottiene con questa semplice
formula:
costo medio = costi totali/quantità prodotte
Domanda:
Si vuole produrre 4 unità di output, quanto bisogna impiegare di unità di input?
Come si ottiene il Costo di produzione?
Risposta:
Bisogna impiegare 16 unità di input.
-Con formule:
Q=4
C=wL x Q^2 -> C= 16
Complessivamente con l’impiego di 16 unità di input per produrre 4 di output, il
costo è:
Costo marginale (o anche detto costo unitario, per singola unità)
Costo marginale = Costo totale (con unità aggiuntiva) – Costo totale (senza unità
agg.)
è la variazione del costo totale al variare a sua volta dell’unità aggiuntiva alle
singole unità.
-Esempio
Se il costo aggiuntivo fosse £10 per produrre 3 unità in più?
Cm= incremento Costo totale/ incremento n° di unità prodotte -> Delta C/ Delta U.P
Cm= 10/3=3,3
-Se il costo totale e le unità prodotte sono legate dalla relazione: C= wL x Q^2
se aggiungessi più unità lo strumento analitico di aiuto per calcolare tale rapporto è:
LA DERIVATA DI DELTA C RISPETTO DELTA U.P
Dy/Dx (DELTA C/ DELTA U.P)
Quindi ci sono due strade per calcolare il Costo:
1. Strada: Differenza
Costo marginale= Costo totale (con unità aggiuntiva) – Costo totale (senza unità
agg.)
Unità aggiuntive=3
Costo aggiuntivo= £10
Cm per singola unità= 3,3 circa
C.T (con u.agg)= 13
C.T (senza u.agg)= 10
Cm= 13-10 o Cm= 10/13

2. Strada: Derivata del rapporto delta C/delta U.P


Costo marginale= 2wL x Q
DERIVATA DEL COSTO MARGINALE
➔ Derivata di una costante per un n°
-Costo Medio= wL x Q

Domanda:
Perché il costo Medio è diverso dal costo Marginale?
Risposta:
Innanzitutto:
a) il Costo Marginale è “l’effettivo” costo associato alla singola unità di bene;
b) il Costo Medio è il costo che si può imputare “ in media” a ciascuna unità del
bene ( addizionando i valori).
#imputare un valore= come se fosse uguale.
a) Considera solo l’unità specifica
b) Considera solo la media dell’unità

-Esempio
1 unità -> costo= 3
2 unità -> costo= 4
3 unità -> costo= 5
Se si passa da 2 unità a 3 unità quanto vale il costo marginale? E quello medio?
Cm= 1 in quanto da 2 a 3 aumenta di 1
C.M (3 unità) = 5/3=1,6 circa

In tal caso il Costo Medio > Costo Marginale.


Ma perché?
Perché il Costo Medio risente del costo associato alle prime unità rispetto a quelle
successive.

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