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I produttori price-taker sono coloro i quali compiono azioni che non hanno effetto sul
prezzo di mercato del bene che vendono e quindi prendono tale prezzo di mercato come
dato di fatto. Quando c’è concorrenza sufficiente (concorrenza perfetta) tutti i produttori
sono price taker. Anche i consumatori possono essere price taker quando non possono
influenzare con le loro azioni il prezzo di mercato del bene che intendono acquistare.
Ricavo Marginale = Variazione del ricavo totale / Variazione della quantità prodotta
- COSTI IMPLICITI: misurati dal valore monetario dei benefici a cui si rinuncia.
Di contro Il profitto contabile è dato dalla differenza tra il ricavo totale dell’impresa e i
costi espliciti delle risorse, di norma maggiore del profitto economico.
Per stabilire se la produzione è redditizia o meno ricordiamo che il profitto è dato da RT-CT
ciò significa che:
Possiamo esprimere questa idea anche in termini di ricavo e costo medio. Dividendo il
profitto per la quantità di prodotto otteniamo il profitto all’unità di prodotto che può essere
così espresso:
P/Q = (RT/Q) – (CT/Q) in cui RT/Q è il ricavo medio ( cioè il prezzo di mercato) e CT/Q il
costo medio totale. Perciò un’impresa è redditizia se il prezzo di mercato del suo prodotto
supera il costo medio totale della quantità che produce, altrimenti subisce una perdita. Ciò
significa che:
• se P(prezzo) > CMT l’impresa realizza un profitto positivo
• se P = CMT l’impresa realizza un profitto nullo
• se P < CMT l’impresa subisce una perdi
Il prezzo di mercato determina dunque la REDDITIVITA’ dell’impresa.
In generale, il criterio per prevedere la redditività di un’impresa consiste nel controllare il
prezzo di mercato con il costo medio totale minimo del produttore.
Il costo medio totale minimo di un’impresa price-taker si dice PREZZO DI PAREGGIO
ed è il prezzo al quale si realizza un profitto economico nullo. L’impresa realizza profitto se
il prezzo di mercato è maggiore del prezzo di pareggio e realizza una perdita in caso
contrario:
Un prezzo di mercato inferiore al costo medio variabile minimo non è sufficiente a coprire il
costo variabile per unità di prodotto e perciò sarebbe consigliabile per l’impresa cessare
immediatamente la produzione. Ciò significa che il costo medio variabile minimo è uguale
al prezzo di chiusura e cioè il prezzo al quale l’impresa cessa la produzione nel breve
periodo.
Con un prezzo maggiore del costo medio variabile minimo, l’impresa deve continuare a
produrre nel breve periodo. In questo caso il profitto viene massimizzato scegliendo una
quantità di prodotto tale per cui il costo marginale è uguale al prezzo di mercato.
Se invece il prezzo di mercato è maggiore del costo medio variabile ma minore del costo
medio totale, l’impresa deve comunque continuare la produzione in quanto, anche se non
il costo totale all’unità, copre comunque il costo medio variabile e in parte lo stesso costo
fisso. Interrompere la produzione significherebbe pagare comunque il costo fisso ma
senza incassare e perciò sarebbe una perdita maggiore. L’impresa mira a produrre
sempre una quantità di prodotto che ha costo marginale pari al prezzo di mercato.
Il costo sommerso è un costo già sostenuto che non può essere recuperato e che, come
tale, non dovrebbe influenzare in alcun modo le decisioni correnti. Ad esempio il costo
fisso può essere un costo sommerso in quanto già sostenuto e non recuperabile nel breve
periodo (es: comprare capannone industriale).
La curva di offerta individuale di breve periodo rappresenta graficamente la quantità ottima
di prodotto al variare del prezzo del mercato.
VARIAZIONE COSTO FISSO Non si può modificare il costo fisso nel breve periodo, ma
nel lungo periodo le imprese possono modificarlo. Infatti nel lungo periodo il livello di costo
fisso è una questione di scelta in base alla minimizzazione del costo medio totale della
quantità che si desidera produrre. Inoltre nel lungo periodo un’impresa può sempre
eliminare il costo fisso ma se lo fa non potrà più produrre. Per contro un potenziale non
può permettersi un costo fisso che gli permetta di produrre. Nella maggior parte dei
mercati concorrenziali perfettamente il numero dei produttori, fisso nel breve periodo, varia
nel lungo periodo con l’entrata e l’uscita delle imprese nel mercato.