Nella teoria neoclassico-marginalista l’impresa è definita come un soggetto economico che organizza i
fattori produttivi: terra, lavoro e capitale, ai quali deve essere aggiunto un quarto fattore la capacità
organizzativa dell’imprenditore (contributo quest’ultimo di A.Marshall).
La teoria neoclassico-marginalista si concentra però solo su un obiettivo: ossia sulla massimizzazione del
profitto.
Il profitto
il profitto è dato dalla differenza tra ricavi totali e costi di produzione
si distingue tra:
-profitto contabile che è pari differenza tra ricavi e costi espliciti (i pagamenti effettivi che un’impresa
effettua per i fattori produttivi)
-profitto economico o extraprofitto che è dato dalla differenza tra i ricavi e la somma di costi espliciti
e impliciti (costo opportunità delle risorse proprie)
-profitto normale che è dato dalla differenza tra profitto contabile e profitto economico e
e corrisponde ai costi impliciti
-profitto normale= profitto contabile-profitto economico
Decisione dell’impresa
la decisione dell’impresa circa il quanto produrre dipende sia dai costi di produzione sia dai ricavi che si
possono ottenere dalla vendita dei prodotti
costi di
produzione ricavi
Il ricavo medio per unità di prodotto o ricavo unitario è dato dal ricavo totale diviso per la quantità prodotta
R
RME =
Q
il ricavo marginale, ovvero il ricavo addizionale ottenibile grazie alla vendita di una unità addizionale di
prodotto
Il ricavo marginale
Il costo medio è dato dal costo totale diviso per la quantità prodotta
CT
CME =
Q
Il costo marginale
il costo marginale indica di quanto aumenta il costo totale quando aumenta di una unità la quantità
prodotta
Produzione e funzione di produzione
la produzione è un processo che trasforma i fattori produttivi (input) in un prodotto finito (output)
la struttura della pr5oduzione dipende dalla tecnologia disponibile, ovvero dalle tecniche produttive
la struttura della produzione definisce le combinazioni di fattori produttivi per produrre determinate
quantità di output
la funzione di produzione indica la massima quantità di output che può essere prodotta, date certe quantità
di input (e data la tecnologia)
Q= f (L,K)
la quantità di output prodotta dipende dalle quantità di input impiegati nel processo produttivo
il lungo periodo è quell’orizzonte temporale entro il quale l’impresa può variare le quantità di tutti gli input
Isoquanto di produzione
combinazioni di fattori produttivi tecnologicamente efficienti al fine di produrre una determinata quantità
di prodotto (analogo alla curva di indifferenza)
caratteristiche: -inclinazione negativa
-convessità
-ordinamento crescente
-non possono mai incrociarsi
Retta di isocosto
il problema del produttore consiste nello scegliere la quantità di K e L da impiegare in modo da ottenere la
massima produzione con una data spesa o la minima spesa per un dato livello di produzione
per questo serve trovare la retta di isocosto: che rappresenta combinazioni alternative di fattori che
possono essere acquistati per una data spesa (analoga alla retta di bilancio)
Con due fattori sarà data da: C = pLL + pKK
La C = pLL + pKK
Può essere scritta
K = 1/ pk C – pL / pk L
L’intercetta della retta con l’asse delle ascisse (K=0) è data da C/p L ; l’intercetta con l’asse delle ordinate (L =
0) è data da C / pk. L’inclinazione della retta è data dal rapporto tra i due prezzi (salario e saggio di interesse)
e ha segno negativo.
All’aumentare di C la retta di sposta in alto a destra (come la retta di bilancio all’aumentare del reddito).
Rendimenti di scala
si parla di rendimenti di scala a proposito delle relazioni fra un aumento degli input impiegati in un’attività
produttiva e il grado di aumento corrispondente dell’output della medesima attività.
Es.
Rendimenti costanti
data la funzione di produzione Q=f(L,K)
se ad esempio 2Q = f(2L, 2K) Rendimenti costanti
Con rendimenti costanti di scala si ha che se si moltiplica per una stessa costante (2 nell’esempio sopra) i
fattori di produzione (capitale e lavoro) la produzione (Q) risulta moltiplicata per la stessa costante.
I rendimenti costanti di scala sono caratteristici del regime di concorrenza perfetta.
Si verificano quando il costo medio di lungo periodo non varia all’aumentare della quantità prodotta
medio
Costo
CMLP
ELP
Quantità
prodotta
Rendimenti crescenti o economie di scala
Data la funzione di produzione Q = f (L,K)
Se i fattori produttivi raddoppiano l’output diviene più del doppio; se vengono triplicati divengono più del
triplo e così via. I rendimenti di scala crescenti si possono verificare perché una scala di produzione
maggiore consente una maggiore divisione del lavoro e una maggiore specializzazione.
Economie di scala si verificano quando il costo medio di lungo periodo diminuisce all’aumentare della
quantità prodotta
Con i rendimenti di scala decrescenti si ha che all’aumentare dei fattori produttivi impiegati la produzione
aumenta meno che proporzionalmente. Se i fattori produttivi raddoppiano l’output aumenta ma meno
(nell’esempio di 1,5). In questo caso si parla di diseconomie di scala.
Diseconomie di scala si verificano quando il costo medio di lungo periodo aumenta all’aumentare della
quantità prodotta
La decisione di quanto produrre viene presa dall’impresa con l’obiettivo di ottenere il massimo profitto
(come differenza tra RT e CT)
l’impresa nel fare questo considera però anche il grado di concorrenza in cui opera o per meglio dire la
forma di mercato in cui si trova
Le assolute barriere all’ingresso, la numerosità degli acquirenti, l’assenza di altri offerenti e l’imperfetta (o
perfetta) informazione sono caratteristiche tipiche del monopolio.
Il monopolio: caratteristiche
un monopolista:
è l’unico che offre il prodotto/servizio
è protetto da barriere all’entrata
la curva di domanda del mercato è anche la sua curva di domanda
è un “price-maker” (ma sempre considerando la curva di domanda)
La concorrenza perfetta
Gli economisti marginalisti e neoclassici si riferiscono per lo più ad un contesto di concorrenza pura e
perfetta
Anche nelle teorizzazioni marginalistiche il mercato opera in regime di concorrenza che è considerato sia il
modello di analisi sia il caso normale riscontrabile sul mercato, ma questa concorrenza non è più “libera”
come nei classici, diviene “perfetta”.
La concorrenza diventa non solo la condizione che assicura l’efficienza allocativa nell’uso delle risorse, ma la
conditio sine qua non del rigore analitico senza il quale l’economia vede minacciato il proprio status di
scienza.
Queste condizioni garantiscono che il mercato nel suo operare sia efficiente (efficiente nel consumo,
efficiente nella produzione e a livello generale). Nella realtà, però, come vedremo, i mercati non operano in
regime di concorrenza e che essi non sempre risultano essere efficienti.
L’impresa di concorrenza perfetta come price-taker
Ricavi totali (RT) sono le entrate complessive dell’impresa derivanti dalla vendita del prodotto.
RT = P×Q
Il prezzo sarà quindi dato dal rapporto tra Ricavo Totale e Quantità prodotta
RT
P=
Q
e indica anche il ricavo medio per unità di prodotto o ricavo unitario.
Ricavo totale
Poiché siamo in concorrenza perfetta il prezzo non varia al variare della quantità prodotta, ogni unità
aggiuntiva di prodotto venduta sul mercato procura all’impresa un’entrata addizionale pari al prezzo P, che
quindi indica il ricavo marginale, ovvero il ricavo addizionale ottenibile grazie alla vendita di una unità
addizionale di prodotto.
RT
(Ricavo Medio) RME = ≡ P [dalla RT = P x Q)
Q
(Ricavo marginale) RMA = P
RME = RMA
C
CME =
Q
Il Costo marginale CMA è il costo che l’impresa sostiene per produrre una unità aggiuntiva di Q
CT
CMA =
Q
Il costo marginale CMA indica di quanto aumenta il costo totale quando aumenta di una unità la quantità
prodotta
es. numerico
Nell’esempio numerico all’impresa conviene aumentare la quantità prodotta fino a 6 unità di prodotto
perché fino a quel punto ogni unità aggiuntiva di prodotto provoca un aumento aggiuntivo dei costi che è
inferiore all’aumento di ricavi e i profitti aumentano.
Per l’impresa è indifferente se produrre 6 o 7 unità di prodotto; passando da 6 a 7 i costi aumentano ma
anche i ricavi e i profitti rimangono costanti. Di certo non conviene produrre dopo la settima unità perché i
costi marginali superano i ricavi marginali e i profitti si riducono.
All’impresa conviene aumentare la produzione fino a quando i ricavi marginali (prezzo) supera il costo
marginale.
il livello di equilibrio sarà dato nel punto in cui
1) Max RT- CT
2) RMA = CMA
La teoria marginalista suppone che sia il costo medio unitario che il costo marginale abbiano un andamento
a U al variare della quantità prodotta.
A mano a mano che aumenta la quantità prodotta dall’impresa, il costo medio e il costo marginale prima
diminuiscono poi aumentano.
Il monopolio: caratteristiche
un monopolista:
è l’unico che offre il prodotto/servizio
è protetto da barriere all’entrata
la curva di domanda del mercato è anche la sua curva di domanda
è un “price-maker” (ma sempre considerando la curva di domanda)
CME
P1
CME1
P1.
Per Q1, RME>CME e l’impresa ottiene extra-profitti (area grigia).
Le barriere all’entrata impediscono a nuove imprese di entrare nel settore. Non c’è quindi differenza tra
breve e lungo periodo
Equilibrio di breve periodo
La maggior parte dei mercati opera in una situazione intermedia tra la concorrenza ed il monopolio
Un’impresa che opera in un mercato imperfettamente concorrenziale
-si trova a fronteggiare una curva di domanda del proprio prodotto inclinata negativamente
-e si rende conto che la quantità che potrà vendere dipende dal prezzo che decide di fissare
Concorrenza monopolistica
molte imprese che offrono prodotti che sono stretti sostituti l’uno dell’altro
ogni impresa ha un limitato grado di potere decisionale sul prezzo
Caratteristiche: -molte imprese
-Il fatto che altre imprese possano entrare nel settore implica l’erosione degli
extraprofitti del breve periodo
Oligopolio
Mercato con pochi produttori
Consapevolezza che le azioni di ogni concorrente (ad esempio la scelta del prezzo) hanno effetto su tutti gli
altri
Un oligopolio può essere caratterizzato da collusione o da competizione tra le imprese
Collusione e cartelli
collusione: accordo implicito tra le imprese per evitare o limitare la concorrenza reciproca
cartello: accordo formale tra le imprese finalizzato a evitare o limitare la concorrenza
esempio: OPEC
Q0 Q
P L’impresa si aspetta che una propria riduzione del prezzo
P0
Inelastica.
Q0 Q
Date queste ipotesi l’impresa prevede che i propri ricavi si ridurranno sia nel caso di una riduzione sia nel
caso di un aumento del prezzo
I prezzi tenderanno allora ad essere stabili, anche in presenza di variazioni dei costi marginali.